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IRENEO IRENEO

da cui sono stati raccolti da Eusebio (HE, II. Teologia. La teologia di I. non nasce
zacena, Mauretiana, Tripolitania), si tenne a so i figli di chierici, perché la loro condotta non spontanea, ma in opposizione agli eterodos-
soprattutto nel libro V); le altre fonti, sia
lppona 1'8 ottobre 393. Agostino, che era stato intaccasse la reputazione dei dignitari della si. Costoro, con un linguaggio mitico e attra-
antenicene che susseguenti, non apportano
ordinato prete due anni prima, fu invitato a chiesa (cann. 11 - 14). novità. I., originario dell'Asia Minore, da verso una singolare armonia di concetti, ave-
tenere il discorso di apertura (che egli più tar- Per assicurare l'osservanza di tutte queste nor- vano sviluppato i dati della rivelazione cri-
giovane aveva ascoltato l'anziano Policarpo
di rivedrà, e si avrà così il trattato De fide et me, i Padri di Ippona decisero la celebrazione stiana: dal teologico, preliminare alla genera-
a Smirne (Adv. haer. 111,3,4; Euseb., HE
symbolo). Degli atti di questo concilio esisto- annuale di un concilio generale delle province zione del Verbo e alla creazione della mate-
V,20,6-7: lettera di I. a Fiorino) per cui
no soltanto alcuni frammenti (Munier, Cing africane, ciascuna delle quali doveva farsi rap-
sembra sia nato negli anni 130-140; la fami- ria, fino al cosmico e alla Historia salutis. I.,
canons inédits), ma la loro sostanza è passata presentare da tre delegati (can. 5), concedendo come trascinato dagli gnostici, e in particola-
liarità con Policarpo è un punto di forza nel
nel Compendio d'Ippona (Breviarum Hippo- che la Tripolitania, data la distanza, ne inviasse re dai valentiniani, affronta quasi tutti i
suo comportamento e nella sua dottrina, in
nense), una raccolta di 37 canoni disciplinari, uno solo. campi della rivelazione, ma non cerca di sa-
quanto gli permette di risalire lontano nella
composta dai vescovi della Bizacena, nel 397, Questo concilio prese una sola misura nei con- pere a che cosa Dio era intento prima di
trasmissione della dottrina (Adv.haer.
e approvata poi dal concilio di Cartagine del fronti dei donatisti: i chierici rientrati nella creare il mondo (11,28,3), il modo della ge-
111,3,4; 111,1,1, V,33,4; Ep. ad Flor.: Eu-
28 agosto dello stesso anno. Conviene dedi- chiesa cattolica sarebbero rimasti nel loro ordi- nerazione del Verbo (11,28,6), l'origine e il
ne qualora non fossero stati ribattezzati e qua- seb., HE V,20,6; Ep. ad Vict.: Euseb., HE
care a questa raccolta un breve cenno, poiché V,24,6). Sembra che I. abbia soggiornato modo della «creatio prima» (11,28,7), e altre
essa costituisce un documento essenziale del- lora avessero riportato all'ortodossia i loro fe- cose di minore interesse: questo perché, se-
anche a Roma per un certo periodo; comun-
la legislazione africana nella sua epoca d'oro. deli (can. 37). condo lui, mancano precise notizie nella
que verso il 177 è a Lione in Gallia, la cui
La maggior parte delle sue disposizioni riguar- E infine bisogna ricordare che il concilio di Ip-
comunità lo invia a Roma presso il suo ve- Scrittura.
da lo statuto dei chierici e i requisiti per una pona definì il Canone dei libri sacri dell'Antico Senza dubbio, ci sono punti di grande im-
scovo Eleuterio per portargli la Lettera dei
ordinazione che non può essere conferita se e del Nuovo Testamento (can. 36), che decise portanza in cui I. coincide con i suoi avver-
martiri di Lione (Euseb., HE V,4,2); nel bi-
non a 25 anni, e a soggetti debitamente pre- di sottomettere all'approvazione delle chiese sari. Uno, il preliminare, non formulato né
glietto di accompagnamento I. viene detto
parati (cann. 1-2). I candidati devono aver d'oltremare (Roma, Milano). da questi e neppure da I., e cioè il costituti-
«presbitero», titolo che potrebbe anche indi-
portato alla religione cattolica, devono cioè Trentaquattro anni dopo il primo concilio ple- vo dell'uomo chiamato alla Salvezza, ci dà la
care, nel suo caso, l'ufficio episcopale (cfr.
aver strappato al donatismo, tutti i membri nario africano, presieduto da Aurelio, sempre a chiave delle loro due costruzioni antitetiche.
P. Nautin, Lettres et écrivains chrétiens des IP
della loro famiglia (can. 17). Vengono richia- Ippona, il 24 settembre 427, si celebrò l'ultimo Tutto gira intorno alla Salus hominis. Lo
et IIP siècles, Paris 1961, pp. 43-49 e 93-
mati i doveri dei chierici di ogni rango, par- della serie: CCL 149, 250. Vi furono rilette le stesso Verbo, unitamente allo Spirito, è ri-
95). In ogni caso, al suo ritorno a Lione, è
ticolarmente per quanto riguarda la castità decisioni dei concili precedenti, particolarmen- volto alla mediazione salvifica dell'uomo.
il successore di Potino; durante il pontifica-
(cann. 16,18,24) e la residenza (can. 35); vie- te di quelli del 419 e del 421, e furono solenne- Dio, conosciuto per visione, ne spiega e si-
to di Vittore (189-198), interviene presso di
ne loro proibito di negoziare e di prestare con mente confermate ed inserite nel Registro di gilla il destino. La Historia salutis ha di mira
questi per esortarlo alla pazienza e alla com-
interesse (cann. 15,22), di accedere alle ta- Cartagine, dopo averle appena ritoccate. l'«anthropos» fin dalla sua apparizione nel
prensione con i vescovi dell'Asia riguardo al-
verne, salvo che non si trovino in viaggio CCL 149,248-253; 1-111-Lecl II, 1303-1308; Palazzi- -
la data della celebrazione della Pasqua: que- mondo, attraverso tutti e due i Testamenti,
(can. 26). Norme rigorosissime definiscono siI, 195-197.
fino alla sua maturità come uomo perfetto
Ch. Munier sto gesto è l'ultimo suo atto conosciuto, in
l'amministrazione della giustizia (cann. 6-9); qualche modo databile; dopo di esso non ab- attraverso la comunione spirituale con Dio.
pene severe vengono emanate contro i chie- Ai temi, corrispondenti in I. e nei valenti-
biamo altro. La notizia del suo martirio è
rici che disertano i tribunali ecclesiastici (can. IPSISTARIANI. Gregorio di Nissa li chia- niani, corrispondono due concezioni del tut-
tardiva.
10). I vescovi vengono invitati a rispettare ma Ipsistiani facendo derivare il loro nome to diverse. La gnostica parte dall'idea «ho-
i diritti dei loro colleghi (can. 19) e a non da iiiinctrov in quanto venerano Dio come l'u- mo verus = h. spiritualis»: il vero «anthro-
II. Opere. Le opere di I. a noi giunte sono
procedere a ordinazioni illecite (can. 19). Ven- nico navroxpdtow, non riconoscendo che egli pos» è solo quello che è della stessa natura
due: a) l'Adversus haereses, conservataci inte-
gono proibiti i viaggi oltremare, salvo che non sia Padre (Eun. II: PG 45,484). È soprattut- ra solo in una traduzione latina di carattere di Dio. Per questo, soltanto l'h. fisicamente
si abbia l'assenso del primate (can. 27). to Gregorio di Nazianzo che ne tratta, chia- divino è chiamato alla Salus (vera), attraver-
letterale; una traduzione armena dei libri IV
Il concilio, poi, emanò altri canoni, intesi a mandoli I., dato che suo padre appartenne e V; numerosi frammenti in siriaco e diversi so la comunione con Dio. Quella di I., inve-
regolare la vita liturgica e i riti. All'altare, a tale setta prima di convertirsi al cristiane- frammenti in greco reperibili attraverso cita- ce, parte dalla identità «homo verus = ca-
le preghiere dovevano essere indirizzate al Pa- simo. La loro dottrina si presenta come un zioni negli autori posteriori e nelle catene (I. ro»: il vero «anthropos», è soltanto il corpo
dre (can. 21). L'eucaristia richiedeva soltan- insieme di elementi pagani e giudaici. Dai pri- era un autore molto letto). L'intento della plasmato, di terra, a immagine e somiglianza
to pane e vino (can. 23). Venne definita la mi è ripresa la venerazione per il fuoco e le opera è «lo smascheramento e la confutazio- di Dio. Per questo, soltanto l'h. fisicamente
regola del digiuno eucaristico (can. 28). Fu luci ed è rigettato il culto degli idoli e i sacri- ne della falsa gnosi» (come il titolo in gre- terreno (caro, plasma) è chiamato alla Salus
proibito di dare l'eucaristia ai catecumeni (can. fici; dai secondi è accolta l'osservanza del sa- co); b) la Dimostrazione della predicazione (vera), attraverso la comunione dello spirito
3) e ai morti (can. 4),; di amministrare il bat- bato e l'astinenza da certi cibi, ma è rifiuta- con Dio. Nella «religio mentis» dei valenti-
apostólica, di cui solo nel 1904 è stata ritro-
tesimo ai defunti (can. 4) e in articulo mortis ta la circoncisione (Or. 18,5). vata una traduzione armena ad Erevan in niani, domina il «Deus verus = Deus igno-
troppo facilmente (can. 32). Venne definita Armenia e pubblicata per la prima volta nel tus»; e, in trasposizione negativa, «Deus ve-
anche la potestà dei preti riguardo all'ammi- C. Roberts-T.C. Skeat-A.D. Nock, The Gild o/ Zeus
Hypsistes: HThR 29 (1936) 39-87. 1907 (se ne conosceva già l'esistenza: cfr. rus = non Demiurgus». Il Demiurgo del
nistrazione della penitenza (can. 30), alla con- F. Cocchini mondo materiale e Plasmatore dell'uomo
Euseb., HE V,26). È un breve compendio
sacrazione delle vergini e alla confezione del della fede cristiana con ca,rattere cateche- sensibile, padre dei sette arconti e cieli pla-
sacro crisma (can. 34). Furono anche adotta- netari, è lo strumento di una Sapienza più
tico.
te varie misure per proteggere la virtù delle IRENEO Di I. restano inoltre frammenti di due sue alta. L'Antico Testamento, da lui dominato,
vergini consacrate (can. 31) e delle vedove I. Vita - II. Opere - III. Teologia. lettere in Eusebio: a Florino (HE V,20) e al ignora il vero Dio. Secondo I., «Deus verus
(can. 24). Furono proibiti i banchetti nelle = Demiurgus»; non c'è altro Dio che Jahvé.
papa Vittore (HE V,24). Delle altre opere
chiese, salvo che per motivi di ospitalità (can. I. Vita. I dati biografici di I. provengono, non si hanno notizie precise. L'Oeconomia salutis, in funzione dei suoi
29). Il concilio si dimostrò vigilantissimo ver- per la maggior parte, dalle sue stesse opere,
1805 1806
1803 1804
IRENE0 'RENE° 'RENDO
IRENEO
poli estremi — uomo e Dio — cambia a se- nel Giordano per loro beneficio. Ambedue i della deificazione dell'uomo, ed è costituita
guito del risultato. Nessuno mette in discus- misteri, l'Incarnazione e la Glorificazione I. ragiona tutto all'opposto. La vicinanza di
Mediatrice tra Dio e gli uomini, tra lo Spiri- sostanza compromette la liberalità della di-
sione la Scrittura. del Verbo secondo la carne, si intuiscono nel- . tus Deus e l'homo caro; come uno che riceve spensatio divina, il cui postulato implicito è:
Per gli gnostici, al di là della lettera nella sua la formazione e nel destino di Adamo, letti «secundum carnem» dal Padre lo Spirito che quanto più, nel naturale, la sostanza dell'uo-
immediatezza, sta il senso concesso nel se- alla luce di s. Paolo. Importa poco che l'im- Egli poi infonde in quella degli uomini, suoi mo si allontana dalla Divinità, tanto più ri-
greto dalla Sapienza del Dio ignoto. Sono veri magine sia anteriore nel tempo al Paradig- fratelli, disponendoli verso le altezze divine splenderà il divino nell'Economia umana, e
tutti e due i significati della rivelazione: il ma. Non lo è certamente nella predestinazio- della sua propria vita; e) Salas carnis: che sen- tanto più essa sarà degna di Dio. Nessuna
letterale, che risponde all'ispirazione del De- ne di Dio. Quindi, prima ancora del dramma so ha la Salus spiritus? Lo spirito, benché nel- consostanzialità (tesi gnostica); nessuna affi-
miurgo; lo spirituale, a quella della Sapien- del Paradiso, di fronte alla semplice caro l'uomo, non è soggetto ma agente della Sal- nità di nessun genere (tesi origeniana), tra
za. Gli gnostici, però, per il loro vivere, (e umana, uscita dalle due mani — Figlio e Spi- vezza. «Per sé» non interessa neppure la Sa-
rito — di Dio, I. proclama i grandi sacra- l'uomo e Dio. Ma antitesi e diversità assolu-
anche per la loro esegesi ultima), rimangono lus animae, benché nel composto umano la ta tra la caro chiamata alla Salvezza, e il Pa-
fedeli a quello spirituale, e lasciano al volgo menti dell'Historia salutis: a) trinitario: a salvezza dell'uomo comprende anche quella dre — Spiritus Patris — che ne è l'autore.
ecclesiastico (continuatore di Israele) il sen- differenza delle altre creature, compresi gli della sua anima. Importa soprattutto la Salus Nella dispensati° caro - Spiritus, il potere, la
so immediato. Abituati alla doppia esegesi pa- angeli, fatte per ordine del Creatore, l'uomo carnis, frutto efficacissimo della mediazione
è stato modellato con terra vergine con l'aiu- sapienza, la liberalità e la bontà del Creatore
rallela, essi interpretano la Scrittura a pro- di Cristo. Dal momento che la Salvezza con-
to del Figlio e dello Spirito santo, Immagine risplendono meglio che nelle altre (spiritus -
prio modo, senza scrupoli, pur di fare del pro- siste nella comunione di vita con Dio, è chiaro Spiritus e anima - Spiritus). Chi innalza la car-
prio Demiurgo l'immagine «animale» del ve- e Somiglianza corrispondenti del Padre; ope- che l'uomo sarà salvo prima di tutto «secun-
ra di vasaio, l'uomo riassume nella carne, ne alla gnosi dello Spirito rivela maggior po-
ro Dio, e rinvenire nei loro atti l'immagine dum carnem». Nonostante la sua natura ter- tere di chi fa lo stesso con spiriti (gnosi va-
degli altri esseri spirituali superiori. dall'inizio alla fine dell'oeconomia, le opere rena, la caro, resa atta lungo la storia, per
Nell'esegesi di I., contro i valentiniani, biso- di Dio: «Opera autem Dei plasmatio est ho- lentiniana) o con anime razionali (Origene e
la visione immediata del Padre, Lo intuirà con partigiani della Salus animae): «nam virtus in
gna sempre distinguere il suo valore reale co- minis» (V,15,2); b) cristologico: Adamo le sue potenze e i suoi sentimenti (11,30,7), infirmitate perficitur»: (2 Cor 12,9). Allo stes-
me espressione del pensiero ireneano, e la sua preannunzia nella sua carne le due perfezio- nelle vette, dove vive la Caro gloriosa del Si-
efficacia di fronte alla gnostica, il più delle ni somme del paradigma Cristo, quella perso- so modo, per vie solo divinamente spiegabi-
gnore, al di sopra degli angeli (V,36,3) non li, brilla maggior sapienza nella plasis deifi-
volte praticamente nulla. Per il rapporto tra nale — Verbo fatto carne — e quella natura- fatti a immagine e somiglianza di Dio. Il suo
l'uomo e Dio assume importanza il rapporto le — carne vestita di Spirito —, sintetizzate cante del fango terreno. Così si coglie me-
Demiurgo, allora, terminerà la plasis avviata glio la munificenza di Dio. Maggiore è l'ab-
tra l'uomo e il suo archetipo. Per i valenti- come in Anthropos divinamente perfetto nella in Adamo, e anticipata, come nel suo para- braccio (personale e naturale) in Cristo tra
niani, l'h. vero spirituale, fu fatto a immagi- Carne gloriosa del Signore (IV,20,2); c) la sto- digma, nel Corpo glorioso di Gesù.
ne e similitudine fisica ( = consostanziale) del- ria del mondo: per portar fuori dal fango ini- lo Spirito e la carne che non, come vuole Ori-
Come base della loro Oeconomia salutis, tra gene, tra lo Spirito e l'intelletto (cfr. Orig.,
l'Unigenito; l'h. visibile, fu semplicemente ziale il Corpo fatto Dio attraverso la comu- gli gnostici si percepisce fortemente un as- De princ. 11,6,3). Altrettanto deve dirsi del-
modellato dal Demiurgo e dai suoi arconti, nione fisica con lo Spirito del Padre, non ba- sioma, peraltro mai formulato: óttotov Tu) 6- l'abbraccio ultimo, per gli eletti, tra la carne
in sostanza materiale. L'h. spiritualis, entra- sta la plasis primordiale; a causa della incapa- tiottp. In una economia di Salus-gnósis, se l'og- e lo Spiritus Patris. Sbaglierebbe chi, per af-
to nell'h. materidis, rimane sottoposto alle leg- cità congenita della caro di vivere secondo lo getto della Conoscenza salvifica è puro Spiri-
gi di questo, fino a quando non si aprirà, nella Spiritus Patris, ci vuole una continua gradua- fermare con insistenza le tre componenti (cfr.
tus, esso potrà conseguirsi soltanto dagli spi- 1 Th 5,23) dell'uomo perfetto — Spiritus/ani-
pienezza dei tempi, alla Gnosi del Padre, per le plasis, con le stesse due Mani divine che rituali. Il divino dal divino. Si aggiunga a que- ma/corpus — attribuisse loro un uguale peso
opera dell'Unigenito fatto uomo. Per I., in- l'avviarono in Adamo: lo Spiritus sanctus, pro- sto il loro rispetto per le leggi fisiche specifico. Tutti ammettono grosso modo la
vece, un solo e medesimo essere fu fatto a fetico, nell'AT dispone la caro e la fa capace (11,14,4). Senza difficoltà nell'ammettere —
immagine e somiglianza di Dio, e modellato di accogliere, nella pienezza dei tempi, il Ver- tricotomia in questo mondo. Però, i valenti-
in fase transitoria — miracoli di ordine na- niani pongono l'accento sullo Spiritus, pecu-
dal Demiurgo (Gen 1,26 s. = Gen 2,7): bo Figlio di Dio; lo Spiritus adoptionis, pro- turale, essi non rompono, nella fase definiti- liare dell'uomo vero (homo = spiritus); altret-
l'homo-caro, il cui archetipo è Immagine so- prio del Figlio glorificato nella carne, nel NT va, l'armonia degli elementi: allo spirituale tanto fanno i partigiani della Salus animae sul-
stanziale di Dio — il Verbo — e anche So- porta avanti la formazione della caro perché tocca la regione dello Spiritus; all'animale, la psiche (homo = anima); I. invece sul pla-
miglianza sostanziale di Dio — lo Spirito san- nella consumazione finale possa accogliere nel- quella dell'Anima; al materiale, quella sma (homo = caro).
to — visibile nella Carne gloriosa di Gesù. la sua totalità lo Spiritus Patris, ed entrare in dell'Hy/e.
L'Adamo valentiniano fu formato a immagi- comunione perfetta di vita con il Creatore; L'antropologia gnostica è piuttosto pneuma-
In merito al principio homo = anima, fin dai tologia; anima e corpo accompagnano ora lo
ne dell'Anthropos divino preesistente; quel- d) salvifico: secondo Mt 11,27, nessuno ar- tempi di s. Giustino, molti ecclesiastici di- Spiritus, ma gli sono estranei. L'antropologia
lo di I. lo fu a immagine del futuro Secondo riva alla Salvezza — conoscenza immediata scorrevano su un altro assioma, formulato a
Adamo. La Carne gloriosa di Gesù non è sol- del Padre — se non mediante il Figlio; né origeniana è piuttosto psicologia; lo Spiritus
metà: anima = imago Spiritus, e pertanto, ho- e la caro, uniti nell'intelletto (vo0g) sono
tanto paradigma futuro del primo Adamo, ho- il Figlio interviene efficacemente nella Sal- mo = imago (naturalis) Dei. Origene prima,
vezza dell'uomo, se prima non si è incarna- estranei alla sua essenza. Per l'homo = caro
mo = caro, è inoltre mediatrice fisica tra il e Agostino poi, accentuano l'affinità di so- di I., l'animae lo Spirito sono dell'uomo, ma
Demiurgo (Deus spiritus) e l'uomo (caro): Ver- to; neppure basta l'Incarnazione del Verbo stanza tra la psiche e Dio: come se in qual-
bo, consostanziale con Dio Padre, e Carne, a salvare i suoi fratelli, se Egli non è deifica- non l'uomo. E quello che il lettore non deve
che modo si disponesse l'anima al suo desti- mai perdere di vista quando legge I., o da-
consostanziale con Adamo. Alla comunione to nel corpo, attraverso la comunione dello no alla Salvezza attraversoda visione di Dio; vanti a proposizioni come queste: «Haec enitn
personale Verbo/carne, il Cristo glorioso as- Spirito (cioè la Vita divina) con il Creatore. e a contrario come se si mettesse in pericolo
somma la comunione fisica (qualitativa) Spi- gloria hominis, perseverare ac permanere in
Soltanto allora, e cioè soltanto quando Egli l'altezza della Conoscenza beatifica portan- Dei servitute» (IV,14,1). Chi persevera nel
ritus/carne, attraverso la perfezione dinamica è così glorificato con la gloria che aveva pri- dovi l'homo = plasma, o si finisse in un An-
(«qualitas Spiritus») della sua carne: questa, servizio di Dio — cioè — è già e sarà subito
ma della creazione del mondo, la stessa Caro tropomorfismo che farebbe del Logos e dello glorificato da Lui in carne con la sua stessa
pienamente deificata, diventa deifica, capa- gloriosa che si presentava agli occhi del Crea- Spirito santo — rispettivamente Immagine e
ce di infondere nei suoi fratelli («secundum Gloria. E in IV,20,7: «Gloria enim Dei vi-
tore come archetipo di Adamo, diventa l'ori- Somiglianza di Dio — il paradigma della ca- vens homo, vita autem hominis visio Dei».
carnem») lo Spirito ricevuto nella sua unzione gine — attraverso l'effusione del suo Spirito — ro umana. Dio fonda la sua gloria innalzando l'uomo
1807 1808 1809 1810
IRENEO IRENEO IRENEO IRENEO

— secundum carnem — alla sua stessa Vita Creatore, I., nel delitto di Adamo, sottoli- nomia non toglie nulla alla prima, ma vi si zione dei corpi e delle anime, perché gli uni
e Gloria, facendo della Sua contemplazione nea la vittoria del nemico: direttamente sul- aggiunge. Dio, scegliendo per la riconciliazio- e le altre si riuniscano e, attraverso la resur-
la vita dell'umana caro, ora incoativa, alla fi- l'opera prediletta di Dio e indirettamente ne dell'uomo la morte in Croce, tiene pre- rectio carnis, instaurino lo stato d'essere ne-
ne totale attraverso i cinque sensi. sul proprio Creatore. Egli non si contenta sente l'antitesi tra l'albero della Conoscenza cessario per la Salvezza umana. Questi due
Tutto è governato dalla perfetta economia, soltanto di riabilitare l'uomo solo davanti a perfetta e quello della Croce; e la stessa loro modi d'intendere, perfettamente compatibi-
che unisce le due nature più distanti tra di Dio; mira a riabilitarlo anche con una vitto- forma esterna. Il Logos, conservatore (ocuttip) li, rispondono pienamente all'antropologia di
loro — la divina o Spiritus, e l'umana o caro ria giusta e definitiva sul nemico. L'uomo — invisibile del mondo per via della sua effica- I. Lo stesso dicasi per il modo di intendere
( = materia) — unendole in una Carne deifi- la caro — trasgredì il comandamento di Dio; cia di contenere (auvoxlí), doveva morire su il dominio del diavolo sugli uomini. Nessun
cata, secondo la misura della Caro gloriosa del e la caro rimedierà alla trasgressione obbe- una croce per significare davanti a tutti l'ef- presunto dominio del diavolo sull'Ade (cioè
Secondo Adamo. dendo al comandamento di Dio. L'uomo ficacia universale della Sua morte, in obbe- sulle anime separate); e nessuna redenzione
Le grandi linee della dispensatio, fondata da cadde dallo stato di vita a quello di morte; dienza al Padre, simile — nell'ordine salvifi- di tali anime, da parte di Cristo, mediante
Dio sopra la caro umana, superano «a priori» l'uomo si alzerà dallo stato di morte e passe- co umano — all'efficacia universale che, cro- un prezzo: il sangue, offerto al diavolo e ac-
tutto l'essere creaturale. Il Creatore non for- rà a quello di vita. Lo stesso genere umano, cifisso nel cosmo, esercita sulle quattro parti cettato da lui (!). Espressioni come (V,2,1):
za le cose, né può aspettarsi dal plasma ra- passato in potere del nemico, si libererà da del mondo. «Non aliena in dolo diripiens, sed sua pro-
zionale e libero un comportamento divino. Lo questo nemico riportandone vittoria. Il plasma si era inimicato con il Plasmatore, pria iuste et benigne assumens: quantum at-
innalza al Paradiso, a uno stato temporaneo, Per tutto questo, Dio avrebbe potuto servir- e questo plasma doveva ritornare nell'amici- tinet quidem ad apostasiam, iuste suo sanguine
equidistante dalla athanask di Dio e dalla cor- si di altre vie. Ne scelse, invece, una molto zia con il Plasmatore. Ma, per questo non redimens nos ab ea; quantum autem ad nos
ruzione congenita alla materia; e gli concede semplice, che portasse a compimento quanto basta la riconciliazione con il Figlio, per via qui redempti sumus, benigne», di fronte al-
doni preternaturali, che lo aiutano a conse- annunziato in Gen 3,15, senza modificare dell'Incarnazione. La carne di Gesù non en- l'ingiusta aggressione, da parte del diavolo,
guire facilmente il suo destino. Per educarlo nessuna delle grandi linee della Historia salu- tra nel peccato di Adamo, perché è carne su quello che non gli appartiene, accentuano
all'obbedienza meritoria, gli dà un comanda- tis, profilata fin dalla formazione di Adamo. verginale; e per questo non ha bisogno di es- il giusto ritorno dell'uomo dalle mani dell'A-
mento sotto pena di morte. Sopravviene la Dio non offrì subito il rimedio al peccato, sere riconciliata. In cambio, perché caro in- postata (e della morte) a quelle del Creatore,
tentazione del nemico. Adamo disobbedisce e neppure alle sue conseguenze, solo lo an- sta (V,14 e s.), essa può meritare per i suoi assicurando definitivamente, con l'effusione
a Dio, si sottomette alla volontà del nemico, nunziò per il tempo stabilito. L'uomo dove- fratelli e la riconciliazione con il Padre, at- del sangue di Cristo (morte e risurrezione con-
incorre nella morte e viene cacciato dal luo- va sperimentare nella sua carne le conse- traverso l'ubbidienza a Lui nella morte di seguenti), la restituzione di Adamo — in cor-
go e dalla condizione del Paradiso. Dio, pe- guenze del suo errore, o meglio ancora, la Croce («in corpore carnis eius»: Col 1,22) po e anima — alla Salvezza umana.
rò, lo conserva nella Sua prima benedizione, sua condizione di creatura:destinata genero- e la redenzione, attraverso lo spargimento del Segno del trionfo completo del Redentore sul
maledice il nemico che lo portò al peccato, samente dal Creatore, fin dalla sua forma- suo sangue; così la caro iusta riconciliò con nemico (cioè sul peccato e sulla morte) è la
e annuncia la vittoria del seme di donna — zione, alle altezze proprie di Lui. il Padre quella iniusta di Adamo e dei suoi personale risurrezione di Cristo, primizia dei
il Secondo Adamo — su di lui. Il vaticinio di Gen 3,15 non introduceva un figli. E nello stesso tempo la redense, sot- morti: che non è semplice restituzione del
Il peccato di origine offre vari aspetti. Da- nuovo mediatore nel mondo. Alla vittoria traendola al potere della morte e del nemico composto umano, ma nuova e definitiva pla-
vanti a Dio: ribellione alla sua volontà, ma- effimera del nemico sull'uomo corrisponde- insieme. sis da parte dello Spiritus Dei, con assoluto
nifestata nel suo comandamento, e sottomis- rebbe il trionfo definitivo dell'Uomo sul dia- I critici di I., hanno fatto gran confusione dominio della Vita divina (athanask), incor-
sione alla volontà del nemico, manifestata nel- volo. L'archetipo del protoplasta sarebbe di- nell'esporne la dottrina della Redenzione. In ruzione, eternità) sulla «substantia carnis».
la sua tentazione; non è un'apostasia, ma ine- ventato anche suo riconciliatore davanti al un'antropologia, come quella di Origene Questo trionfo consacra Cristo davanti al Pa-
sperienza e ingratitudine. Il Creatore non ca- Padre, e redentore suo dalla schiavitù del (homo = anima), si capisce il dominio (di dre e agli uomini da due punti di vista: come
stiga l'uomo allontanandolo definitivamente diavolo. Paradigma a contrario del primo schiavitù) del demonio sulle anime nell'in- archetipo del primo Adamo, in Carne divi-
da Sé; lo castiga con benignità, con la morte Adamo, il Secondo riporterà l'uomo alla sua ferno. Non è così in quella ireneana (bomo na; come primogenito dei morti e vincitore
che, distruggendolo, rende impossibile la sua originaria amicizia con Dio, strapperà la pre- = caro). Essa può essere intesa in due modi: del peccato (nemico, morte). E unisce due
permanenza nel peccato. Di fronte al nemico: da al nemico, e finirà con la morte: tutto, a) il demonio dimostrerebbe di esercitare il economie: quella spontanea di Jahvé, prece-
vittoria dell'angelo cattivo sull'uomo, doppia- attraverso la sola sua obbedienza in carne fi- suo dominio sugli uomini, per portarli tutti, dente il decreto della redenzione; e quella
mente ingiusta, e perché fondata sulla bugia no alla morte di croce. a motivo della sua vittoria su Adamo, alla complementare, posteriore ad essa. Dio, con
e perché egli schiavizza la creatura che ap- Dio non introduceva un nuovo mediatore, morte fisica, rompendo la comunione ca- la parentesi della morte e risurrezione del suo
partiene soltanto a Dio; frutto contempora- ma arricchiva di nuovi profili l'antica media- ro/anima, e impedendo la loro condotta «se- Figlio, rimedio alla caduta dell'uomo, perpe-
neamente della sua invidia per l'uomo e del- zione salvifica dell'uomo, per essere questo cundum spiritum» verso Dio; b) attraverso tua per sempre lo stato di vita al quale l'uo-
la sua apostasia verso il Creatore. Di fronte incorso nella morte e schiavitù del Maligno. il suo dominio sull'Ade, il demonio terrebbe mo fin dall'inizio era stato destinato. Lungi
al genere umano: peccato di natura; non pec- I profili della morte riconciliatrice in Croce, separate le anime, impedendo che esse si riu- dal correggere una economia con un'altra, l'ar-
cò la persona, ma la caro; tutto il genere uma- precedente la glorificazione di Cristo nella niscano in futuro con i loro rispettivi corpi. ricchisce con nuovi profili.
no peccò, si inimicò con Dio e si sottomise carne, lasciano intatte le linee primordiali Anche la redenzione degli uomini potrebbe Queste, in sintesi, le grandi linee di I. Linee
al nemico. della Mediazione; e servono solamente a intendersi in due modi: a) il Signore va ver- notevoli per la loro semplicità, in un'antropo-
Conseguenza ultima della trasgressione del co- mettere in luce le più alte perfezioni. La so la morte fisica, separando l'anima dal cor- logia anch'essa semplice, di sapore giovanneo,
mandamento di Dio (Gen 2,17), fu la morte «Doxa» che, nel caso della dispensati° della po, e offrendo il suo corpo per la redenzione — affermata con enfasi nell'homo = caro —
— mors carnis — dalla quale il Creatore ave- non-colpa dell'uomo, avrebbe rivestita la dei corpi «morti fin da Adamo», e ugual- estranea e anche contraria all'ellenismo, linee
va gratuitamente esentato l'uomo. Conseguen- Carne di Gesù dal momento del battesimo mente l'anima per la redenzione delle ani- sviluppate con singolare coerenza in antitesi
za della vittoria del nemico fu la cattività di in Spirito, senza passare per la morte in Cro- me; questa offerta Cristo la farebbe al Padre al sentire dei valentiniani (e anche di ecclesia-
Adamo e della sua stirpe sotto il potere del ce, nell'Economia del peccato si fa avvertire a vantaggio dei suoi fratelli; b) spargendo il stici difensori della Salus animae). Non è la teo-
diavolo. come telei6sis vincolata alla Passione e Mor- suo sangue, prima della morte, il Signore la logia del Dio sconosciuto, né quella del Dio
Più che il rapporto della creatura verso il suo te in Croce (cfr. Hbr 2,9 s.). L'attuale Eco- presenta al Padre come prezzo della reden- Padre; ma la teologia del Demiurgo (del mon-

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IRENEO IRENEO IM SIRMIO IRENEO DI TIRO IRLANDA

do materiale) e Plasmatore dell'uomo terre- te all'assoluta maturità e dominio circa altri te- al martirio. Festa nel Martirologio Romano il cursioni e stanziamenti irlandesi in Britan-
no. Non è neppure una teologia del Cristo, mi, tanto complessi quanto di poca tradizione 25 marzo. Recentemente è stata scoperta a Sir- nia, dove si era ormai indebolita la potenza
mediatore tra Dio Spiritus e uomini spiritua- alle spalle. Molto di tutto questo è dovuto alla mium (Jugoslavia) una chiesa costruita in suo romana. I Latini chiamarono allora gli Irlan-
li, né tra il Dio delle intelligenze angeliche rapida assimilazione del contenuto giovanneo onore (cfr. Sirmium). desi non più Hiberni o Iverni, ma Scotti. La
e gli uomini razionali; ma è la teologia della — intorno alla Caro Christi — ereditato dai R. Knopf -G. Kriiger-G. Ruhbach, Acta martyrum, razza celtica si mescolò poi con quella anglo-
Caro Christi, mediatrice tra il Plasmatore e il Presbiteri; molto anche all'insegnamento di s. Tiibingen 103-105; Tillemont V, 250-254; AB 68(1950) sassone alla fine dell'VIII sec., con le incur-
suo plasma: non è la Salus spiritus né la Salus Giustino. Ma lo sviluppo organico del dato ri- 269-284; BS 7, 899-900; M. Simonetti, Studi agiografici, sioni vichinghe sulle coste irlandesi (792-
Roma 1955, pp. 55-75.
animae, ma la Salus carnis. L'opera di Dio non velato, condotto contro la dottrina valentinia- 1014: invasione danese).
mira a creare, né a santificare angeli; meno na a partire dall'esegesi di Gen 1,26 e 2,7, è A. Hamman I Celti d'I. vivevano in tribù (tuatha), ciascu-
ancora ad angelicare l'uomo eliminando la ca- opera personalissima di I.; il quale, per la sua na delle quali eleggeva il proprio re (il), capo
ro; ma a perpetuare con la Vita eterna l'umi- istintiva aderenza alla Scrittura, per la sua indi- IRENEO di Tiro. Vescovo di Tiro, sec. V. La dell'esercito e rappresentante del suo popolo
le plasis avviata in Adamo. Alla fine, come pendenza dai postulati ellenistici, e per la sua sua carriera fu, sino alla elezione vescovile, in- nelle trattative con gli altri re; egli era assisti-
sintesi conclusiva, si determina il grande pa- teologia profondamente umana avrebbe meri- teramente laica. Conte dell'impero, accompa- to da un consiglio di nobili e dai brehoni (bri-
radosso Caro = Deus, anticipato, come in ar- tato quella posterità che la storia ha riservato gnò l'amico Nestorio a Efeso (431) in forma themain) o giureconsulti. I druidi, indovini e
chetipo, nel Primogenito della creazione e dei ad altre teologie meno chiare e profonde. privata. Ivi cercò di contrastare la procedura medici, sovrintendevano anche all'istruzione
morti. Edizioni: Adv.haer.: R. Massuet, PG 7; H.H. Har- sommaria dei cirilliani e si recò, a nome dei dei giovani. Tre o quattro tribù formavano
Nonostante la forte coerenza di I., e nono- vey, Cambridge 1857; A. Rousseau e L. Doutreleau, SCh vescovi orientali, a Costantinopoli per difen- un regno più grande, e il grado più alto era
stante che egli, in merito alla Salus carnis, 263.264 (I); 293-294 (II); 210.211 (III); 100 (IV); dere il loro contro-concilio davanti a Teodo- quello di «re dei re», riconosciuto ad es. al re
152.153 (V) con tr. frane.; vers. armena: E.Ter-
esemplifichi l'immenso campo della rivelazio- Minassiantz, TU 35,2; Ch. Renoux, PO 39,1-164. Tr. sio II. Dopo molte incertezze, l'imperatore ra- di Tara.
ne, chiaramente manifesta, di tanto in tan- ingl.: ANF 1,309-589; it.: V. Dellagiacoma, Siena tificò le deposizioni operate da entrambe le Prospero di Aquitania (Chron. 1307, MGH,
to, ideologie, o almeno tendenze disparate. n968; E. Bellini, Milano 1980. Dem.: K. Ter- parti. Nel 435, anno dell'esilio di Nestorio, an- Auct.ant. IX chron.min. I, p. 473; cfr. Contra
Mekerttschian e S.G. Wilson, PO 12,655-746 con tr. collatorem 21, PL 51,271 C) riferisce che nel
Alla visione lineare della storia (IV,38,1 ss.), ingl. Tr. franc.: J. Barthoulot, PO 12,747-802; L. Froi- che I. fu esiliato a Petra, previa confisca dei
dall'imperfetto e infantile al perfetto e adul- devaux, SCh 62; it.: U. Faldati, Roma 1923 e Milano beni. Fra il 443 e il 446, dopo il lungo esilio, 431 papa Celestino I mandò il diacono Palla-
to, mal corrispondono le tappe in cui egli di- 1980; V. Dellagiacoma, Siena '1968; E. Peretto, Roma fu scelto dai vescovi di Fenicia come metro- dio come vescovo in I. ad Scottos in Christum
vide qualche volta l'AT: evo patriarcale glo- 1981; ingl.: J.P. Smith, ACW 16. Lessico: B. Reynders, credentes, cioè a una comunità cristiana già esi-
CSCO 141.142/subs. 5.6 (Adv.haer.); Id., Chevetogne
polita di Tiro, con regolare elezione, nonostan-
rioso degli amici di Dio, con il Decalogo scol- 1958 (Dem.). Studi: F. Loofs, Thgophilus von Antiocbien te la precedente condanna e il suo doppio ma- stente (forse nell'I. meridionale). Un anno do-
pito nei loro cuori; tempo della Legge (mo- Adversus Marcionem und die anderen theologischen Quelkn trimonio. Fu consacrato da Domno di Antio- po — secondo gli Annali irlandesi, ma forse
saica), duro, come le tavole della Legge stes- bei Irenaeus, [TU 46,2], Leipzig 1930; S. Lundstr6m, chia, ma l'opposizione dura del partito di Dio- più tardi — giunse nell'isola Patrizio, consi-
Studien e Neue Studien zur lateinischen Irentiusribersetzung, derato l'evangelizzatore dell'I., sbarcato secon-
sa e il popolo a cui esse si adattavano; evo Lund 1943 e 1948; F.M. Sagnard, La gnose Valentinienne scoro gli volse di nuovo contro Teodosio II.
profetico (cfr. III,11,8). A proposito della ci- et le témoignage de saint Irénée, Paris 1947; A. Houssiau, Un editto del 17 febbraio 448 lo depose, ri- do la tradizione a Downpatrick e appoggiato
fra (666) dell'Anticristo, nel quale si racco- La christologie de saint Irénée, Louvain 1955; A. Benoit, ducendolo allo stato laicale. Ebbe sempre l'ap- dal re di Tara Loiguire, della stirpe degli Uí
glie in toto l'apostasia nel mondo, I. fa vale- Saint Irénée. Introduction à l'étude de sa théologie, Paris poggio di Teodoreto. Durante l'esilio scrisse Néill, da lui forse convertito. Dal V al VII sec.
1960; G. Joppich, Salus carnis. Eine Untersuchung in der
re tre addendi (V,29,2): i tempi di Noé, ci- Theologie des hL Irendus von Lyon, Miinsterschwarzach la Tragoedia, opera storica sulla prima fase della l'Ulster (I. nordorientale) venne a poco a po-
frati nel numero 600; i tempi dell'idolatria 1965; N. Brox, Offenbarung, Gnosis und gnostischer My- controversia nestoriana, perduta, di cui resta- co assorbito dagli UI Néill, signori del nord;
pagana, cifrati nel numero 60; e quelli della thos bei Irenais von Lyon, Salzburg 1966; J.T. Nielsen, no estratti in cattivo latino compiuti da un ano- quando Patrizio fondò la sua chiesa nell'Ulster,
persecuzione dei profeti, cifrati nel numero Adam and Christ in the Teology of Irenaeus of Lyons, As- questa provincia comprendeva ancora Armagh,
sen 1968; J.I. Gonziilez Faus, Carne de Dio:. Signilicado nimo partigiano dei Tre Capitoli (VI sec.).
6. Manca spazio e tempo per cifrare l'apo- salvador de la encarnación en la teologia de san Ireneo, Bar- CPG III, 6471-6475; LTK 3,775; DTC 7,2533 ss.
dove Patrizio risiedette. Secondo alcune fon-
stasia del NT: come se la defezione, altissi- celona 1969; A. Orbe, Antropologia de san Ireneo, Ma- ti, egli fu sepolto ad Armagh, secondo altre
drid 1969; G. Jossa, Regno di Dio e Chiesa. Ricerche sulla E. Prinzivalli (ostili agli UI Néill ormai signori di Armagh),
ma nel tempo prediluviano, diminuisse nei
concezione escatologica ed eccksiologica dell'Adversus hae-
tempi posteriori, per scomparire in quelli del reses di Ireneo, Napoli 1970; A. Orbe, Partíbolas evangéli- a Downpatrick.
Vangelo. L'immortalità fisica dell'anima, pe- cas en san Ireneo, I-II, Madrid 1972; H.J. Jaschke, Der IRLANDA Sempre secondo la tradizione, furono inviati
ricolosamente definita in 11,23,2 — influen- Heilige Geist im Bekenntnis der Kirche. Eine Studie zur
I. Evangelizzazione e monachesimo - II. Cultura. ad aiutare Patrizio altri tre vescovi, Secondi-
Pneumatologje des Irenius von Lyon, Miinster 1976; P. no (con sede a Tara), Ausilio (presso Naas, se-
zata forse da Giustino (Dial. 5,1) —, è me- Bacq, De Pancienne à la nouvelle Alliance selon S. Irénée,
glio e definitivamente presentata in V,7,1. Paris 1978. I. Evangelizzazione e monachesimo. L'Irlan- de reale nel Leinster) e Isernino (stabilitosi in-
Con la sua riserva intorno alla natura e alla A. Orbe da, la minore delle due principali isole britan- fine ad Aghade, presso Rathvilly dove risie-
caduta degli angeli (in 11,28,7), contrasta il niche, chiamate in greco «isole Pretaniche» deva il re del Leinster Crimthann). Patrizio
deciso atteggiamento di I. (V,24,4) circa la IRENEO di Sirmio. I., vescovo di Sirmio, fu dal nome «Pretani» (gael. Cruithin) dato for- inoltre avrebbe scelto Baslick (Basilica Sanc-
natura del diavolo («unus ex angelis his qui decapitato nel 304. Possediamo una Passio, se dai Celti di Gallia agli antichi abitanti — torum), presso Crúachu, capitale del Con-
super spiritum aeris praepositi sunt») e la sua conservata in greco (BHG 948-51) e in lati- di razza mediterranea — di Albione e Ibernia naught, come sede di un vescovo per quella
apostasia per invidia verso l'uomo: «invidens no (BHL 4466). Nessuna delle due recensio- (lat. Hibernia, Hiberio, gael. Eriu, Éire). In chiesa.
homini (cfr. Sap 2,24), apostata a divina fac- ni sembra originale. Tillemont riteneva il te- latino, a cominciare da Cesare, il nome Britta- L'evangelizzazione si diffuse con la conversio-
tus est lege (cfr. Platone, Leggi IV,715; cfr. sto latino vicino agli atti di tribunale. Simo- ni (Britanni, Brittones) è limitato alla popola- ne dei vari capi-clan, anche se persistettero cre-
111,25,5): invidia enim aliena est a Deo (cfr. netti ritiene che il testo primitivo, oggi per- zione dell'isola maggiore, detta Britannia. I denze e riti pagani, come l'usanza delle «noz-
Fedro, 247 a)». In un autore, così radicalmen- duto, fosse in greco. Secondo i testi pervenu- Pretani furono poi detti Picti, forse dal nome ze» del re di Tara con il suo paese (ancora nel
te biblico e giovanneo, sconcerta il ricorso a tici, il vescovo era sposato e aveva figli. Sic- del popolo egemone in quelle isole nell'età V-VI sec.) o i riti della fertilità per l'inaugu-
Platone circa l'apostasia del diavolo a divina come era popolare, la gente fece pressione su del bronzo. Ai Pretani subentrarono — forse razione di Emain Macha e di Crúachu. I ca-
lege. di lui, sulla moglie e sui figli per farlo aposta- intorno al V sec. a.C. — i Celti, razza in- noni dei sinodi irlandesi ci testimoniano la pre-
Queste anomalie, però, scompaiono di fron- tare. Ma invano. I. confessò la sua fede fino doeuropea. Dal III sec. d.C. si registrano in- senza di druidi (aruspices) anche in età cri-

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IOCA MONACHORUM 1098 1099 IRENEO DE LYON

Potino; durante el pontificado del papa V íctor sarios. Uno, preliminar, no formulado por dor de Israel) el sentido inmediato. Avezados
IOCA MONACHORUM. Nombre dado a
(189-198), Ireneo interviene para exhortarlo éstos ni por él, que da la clave para sus dos a este juego de doble exégesis paralela, los
textos de origen monastico escritos en las
Galias a partir de los siglos VI/VU, consis- a la paciencia y a la comprensión con los antitéticas construcciones, a saber la antro- sectarios conjugan la Escritura a su antojo,
tentes en una serie de preguntas y respuestas obispos de Asia menor en la cuestión de la pología .o el constitutivo del hombre llamado sin escrúpulo para hacer del propio Demiur-
sobre asuntos religiosos o profanos en forma fecha de la celebración de la pascua. Esta es a la Salud. Todo gira en torno a la Salus go, imagen «animai» del verdadero Dios, y
de acertijos. El ejemplo ings antiguo es la la última noticia que de él tenemos. La tra- hominis. Hasta el Verbo, con el Espíritu, se descubrir en sus actos la imagen de otros
Altercatio Adriani et Epictiti. He aquí al- dición acerca de su martirio es demasiado orienta hacia la mediación salvifica del hom- espirituales superiores.
gunos ejemplos: «LQué es el cielo? Una piel tardía. bre. Dios, conocido por visión, explica y En la exégesis de Ireneo, contra los va-
tensa. i,Qué es el sol? Esplendor del dia y sella su destino. La Historia salutis persigue lentinianos, hay que distinguir siempre: su
II. Obras. Nos han llegado de él dos al «gnthropos» desde su aparición en el mun- valor, como expresión del pensamiento ire-
vida de todos. i3Oué se ve y no se toca? El
obras: Adversus haereses, conservada entera do, a través de ambos testamentos, hasta su neano; y su eficacia frente a la gnóstica. La
sol en el cielo. i,Quién murió y no nació?
en una traducción latina muy antigua y muy madurez como hombre perfecto por comu- segunda, basada en el equivoco, es las migs
Adgn. i,Quién dio sin haber recibido? Eva,
literal, en traducción armenia los libros IV y nidad de espíritu con Dios. de las veces prgcticamente nula.
la leche».
V, numerosos fragmentos en siríaco y otros A los temas iguales en Ireneo' y entre los Tanto como la relación del hombre a Dios,
DACL 7, 2569-2572; W. Suchier, Das mittellateini-
en griego en citas de autores posteriores y en valentinianos, responden dos concepciones merece estudio la que media entre el hombre
sche Gespriich Adrian und Epictitus nebst verwandten cadenas bíblicas. Ireneo se proponía con ella enteramente distintas, paralelas. La gnóstica y su arquetipo. Para los sectarios, el homo
Texten, Ttibingen 1955; F. Brtinh61z, Geschichte der la- «desenmascarar y confutar la gnosis falsa» verdadero, espiritual, fue hecho a imagen y
teinischen Literatur des Mittelalters, Mtinchen 1975, I, arranca de la idea «homo verus=h. spiritua-
147s (cf. 527-528). como reza su título. La Demostración de la lis»; sólo es verdadero «gnthropos» el de la similitud fisica (=consubstancial) del Uni-
M. Simonetti predicación apostólica, de la que se tenia misma substancia que Dios. De donde sólo génito; el homo visible fue simplemente mo-
noticia por Eusebio (HE V, 26), fue hallada el homo fisicamente divino estg llamado a la delado por el Demiurgo y sus arcontes, en
el 1904 en traducción armenia y publicada Salus (vera), por comuni& con Dios. La de substancia material. Inserto el homo spiri-
IRENE0 DE LYON por primera vez en 1907; es un breve com- Ireneo parte de la identidad «homo ve- talis en el homo materialis, se somete a sus
pendio de la fe cristiana con finalidad cate- rus=caro»; sólo es verdadero «gnthropos» el leyes a lo largo de la Historia salutis, hasta
I. Vida. Las noticias biogrgficas sobre quética; Eusebio copia aderngs algunos pa- despertar en la plenitud de los tiempos a la
Ireneo proceden en su mayor parte de sus cuerpo plasmado, de tierra, a imagen y se-
sajes de dos cartas de Ireneo una a Florino mejanza de Dios. De donde sólo el homo Gnosis del Padre, por obra del Unigénito he-
mismas obras, de donde ya las tomó Eusebio (HE V, 20) y otra al papa Víctor (HE V, cho hombre. Para Ireneo uno mismo fue he-
(HE sobre todo en el libro V); las otras fuen- físicamente terreno (caro, plasma) estg lla-
24). De otras obras no tenemos noticias pre- mado a la Salus (vera), por comunión de cho a imagen y semejanza de Dios, y mo-
tes prenicenas o posteriores no aportan al- delado por el Demiurgo (Gén 1,26s=Gén
cisas. espíritu con Dios.
guna novedad. Ireneo, originario de Asia me- 2,7): el horno=caro, cuyo arquetipo es Ima-
nor, de joven había escuchado a Policarpo Teologia. La teologia de Ireneo no En la «religio mentis» de los valentinia-
gen substancia! de Dios —el Verbo— y Si-
en Esmirna (Adv. haer. III, 3, 4; Eusebio, nace espontgnea ni contra los paganos o los nos, domina el «Deus verus=non Demiur-
militud también substancia! de Dios —Es-
V, 20, 6-7: carta de Ireneo a Florino), por judíos, sino por oposición a heterodoxos. Ha- gus». Yahvé, el Demiurgo del mundo ma-
píritu santo— hechos visibles en la Carne
Io que su fecha de nacirniento podría oscilar bían éstos desarrollado con singular armonia, teria! y Plasmador del hombre sensible, padre
gloriosa de Jesús.
entre los afios 130 y 140; su familiaridad con aunque en lenguaje mitico, los datos de la de los siete arcontes y cielos planetarios, es
Si el Adgn valentiniano fue formado a ima-
Policarpo es un importante factor de su con- revelación cristiana: desde el teológico, pre- instrumento de una Sabiduría mgs alta. El gen del Anthropos divino preexistente, el de
ducta y de su doctrina, pues le pennitía re- liminar a la generación del Verbo y a la crea- antiguo testamento, dominado por él, ignora Ireneo lo fue a imagen del futuro Segundo
montarse a las primeras fases de la trans- ción de la materia, hasta el cósmico (resp. al verdadero Dios. En la ideologia de Ireneo, Adgn. La carne gloriosa de Jesús no es sólo
misión del mensaje apostólico (Adv. haer. angelología y régimen de los cielos arcón- «Deus verus=Demiurgus»; no hay otro te- paradigma futuro del primer AcMn,
III, 3, 4; III, 1, 1; V, 33, 4; Ep. ad Florinum, ticos) y la Historia salutis. A remolque de rreno. La «Oeconomia salutis», en función homo=caro. Es ademgs mediadora fisica,
en Eusebio, HE V, 20, 6; Ep. ad Victorem, los gnósticos, en particular valentinianos, de los dos extremos —hombre y Dios—, entre el Demiurgo (Deus spiritus) y el hom-
ibid. V, 24, 6). Al parecer residió en Roma aborda Ireneo casi todos los campos. Omite cambia a merced de su alcance. Nadie discute bre (caro): en cuanto Verbo, consubstancial
durante algún tiempo, pero en todo caso el estudiar: en qué se ocupaba Dios antes de la Escritura. con Dios Padre, y en cuanto carne, con-
177 se encuentra en Lyon encargado de 'levar crear el mundo (II, 28, 3); el modo de la Para los gnósticos, mal de la letra substancial con Adgn. A la comunión per-
a Roma, y a su obispo Eleuterio, la carta de generación del Verbo (II, 28, 6); el origen y obviamente entendida, estg el sentido otor- sonai Verbo/carne, suma el Cristo glorioso
los Mgrtires de Lyon (Eusebio, V, 4, 2); en modo de la «creatio prima» (II, 28, 7), y gado secretamente por la Sabiduría del Dios la comunión fisica (cualitativa) Espíri-
el billete de acompafiamiento Ireneo es lla- otros de menor interés. Obra así, según él, ignoto. Ambos significados tienen su verdad: tulcarne, por la perfección dingmica («qua-
mado presbítero, título que, en su caso, po- por faltarle noticias de Escritura. El recurso el literal responde a la inspiración del De- litas Spiritus») de su carne, que al ser ple-
dría indicar la dignidad episcopal (cf. P. Nau- a la Tradición apostólica seria —en el libro miurgo; el espiritual, a la de la Sabiduría. namente deificada se vuelve deifica, esto es,
tin, Lettres et écrivains ecclésiastiques des H— inoperante. Los sectarios se atienen para el gobierno pro- capaz de infundir sobre sus hermanos («se-
ir et 1ff siècles, Paris 1961, 43-49 y 93- Hay puntos, sin embargo, de suma tras- pio (y para su exégesis ultima) a lo espiritual; cundum carne-n») el Espíritu recibido para
95). De vuelta de Roma Ireneo es sucesor de cendencia, en que coincide con sus adver- y dejan para el vulgo eclesigstico (continua- ellos en la unción del Jordgn.
IRENEO DE LYON
1100 1101
IRENEO DE LYON
Ambos misterios, la Encarnación y la Glo- glorificado en carne con la claridad que tenia
rificación del Verbo según la carne, se vis- idea homo=anima, sobre otro axioma, for- gara igual peso específico. Tirios y troyanch
antes-- de la creación del mundo, la misma mulado a medias: anima=imago Spiritus, y
lumbran en el formación y destino de Man, Caro rutila que se presentaba a los ojos del admiten «grosso modo» y en este mundo
leídos a la luz de san Pablo. Importa poco por ende homo=imago (naturalis) Dei. Pri- la tricotomia. Pero el acento carga distinta-
Creador como arquetipo de Adan, pasa a ser
que la imagen sea anterior en el tiempo al mero Orígenes y san Agustín después acen- mente. Los valentinianos acentúan el Spiri-
origen —por efusión de su Espíritu— de la
Paradigma. No lo es en predestinación de túan la afinidad de substancia entre la psique tus, peculiar al hombre verdadero
humana deificación, y es constituido Media-
Dios. Antes pues del drama del paraíso, y y Dios: como si su vecindad fisica predis- (homo=spiritus); los partidarios de la Salus
dor entre Dios y los hombres, entre el Spi-
frente a la humana caro salida de las dos pusiera de algún modo al alma para su des- animae hacen lo mismo con la psique
ritus Deus y el homo caro; como quien recibe
Manos —Hijo y Espíritu— de Dios, enuncia tino a la Salud por visión de Dios; y «a con- (homo=anima) e Ireneo con el plasma
«secundum carnem» del Padre, el Espíritu
'rene° los grandes sacramentos de la Historia trario» como si comprometiesen la alteza del (homo=caro). La antropologia gnóstica es
que derrama luego en la de sus hennanos los
salutis: a) trinitario: a diferencia de las conocimiento beatifico, si destinaran a él al mas bien «pneumatología»; alma y cuerpo
hombres, y los dispone para las alturas di-
otras creaturas, incluidos los angeles, hechas homo=plasma, o temiesen incurrir en antro- acomparian por ahora al Spiritus, pero son
vinas de la suya propia; e) Salus carnis:
por mandato del Creador, el hombre es mo- Lqué sentido tiene la Salus spiritus? El Es- pomorfismo, haciendo del Logos y del Es- extrarios a él. La antropologia origeniana es
delado de tierra virgen con ayuda de sus dos píritu, aun en el hombre, no es sujeto, sino píritu santo —Imagen y Similitud respectivas mas bien «psicologia»; el Spiritus y la caro,
Manos —Hijo y Espíritu santo—, Imagen y agente de Salud. Tampoco interesa «per se» de Dios— el paradigma de la humana caro. agregados al intelecto (vorig) son ajenos a su
Semejanza respectivas del Padre; trabajo de la Salus animae, aunque en el humano com- Ireneo discurre enteramente al revés. La esencia. Para el honto=caro de Ireneo, el
alfarero, el hombre resume en carne, desde puesto, la salvación del hombre entrafie tam- vecindad de substancia compromete la mu- alma y el espíritu son del hombre, mas no
el inicio hasta el fin de la «Oeconomia», las bién la de su alma. Importa sobre todo la nificencia de la Dispensación divina. Su pos- hombre. Y es lo -que nunca debe el lector
obras de Dios: «Opera autem Dei plasmati° Salus carnis, fruto potísimo de la mediación tulado, implicito, es: cuanto Inas se aleje, en olvidar en su lectura, ni en clausulas corno
est hominis» (V, 15, 2); b) cristológico: de Cristo. Estando la Salud en el conoci- lo natural, la substancia del hombre de la las siguientes: «Haec enim gloria hominis,
denuncia Adan en su cuerpo las dos perfec- miento intuitivo del Padre, en la comunión divina, mejor resplandecera lo divino en la perseverare ac permanere in Dei servitute»
ciones sumas del paradigma Cristo, personal de vida con él, salta a la vista que el hombre Economia humana, y Inas digna sera de Dios. (IV, 14, 1). El que persevera en el servici°
—Verbo, hecho carne— y natural —carne poseera ante todo «secundum carnem» a Ni consubstancialidad (tesis gnóstica), ni afi- de Dios —viene a decir— es ya y sera luego
vestida de Espíritu— sintetizadas como en Dios. No obstante su natura terrena, habili- nidad siquiera (tesis origeniana), entre el por El glorificado en carne con su misma
Anthropos divinamente perfecto en la Carne tada la caro, a lo largo de la historia, para hombre y Dios. Sino antítesis y diversidad gloria. Y en IV, 20, 7: «Gloria enim Dei
rutila del Serior (IV, 20, 2); c) la historia la visión inmediata del Padre, le intuira con absoluta, entre la caro llamada a la Salud, y vivens homo, vita autem hominis visio Dei».
del mundo: para subir del barro inicial al sus potencias y sentidos (II, 30, 7). En las el Padre —Spiritus Patris— autor de ella. Dios cifra su gloria en levantar al hombre
Cuerpo hecho Dios en comunión fisica con alturas de la Caro rutila del Serior, por en- En la Dispensación caro-Spiritus res- —secundum carnem— a su propia Vida y
el Espíritu del Padre, no basta la plasis pri- cima de los angeles (V, 36, 3) no hechos a plandecen mejor que en las demas (spiritus- Gloria; en hacer de su contemplación la vida
mera; requiérese, por congénita incapacidad imagen y semejanza de Dios. El propio De- Spiritus y anima-Spiritus) el poder, sabidu- de la humana caro, de momento incoada, al
miurgo sellara entonces la plasis iniciada en ría, munificencia y bondad del Creador. fin consumada, a través de los cinco sentidos.
de la caro para la vida del Spiritus Patris,
una graduai continua plasis, mediante las Man, y anticipado como en paradigma en Quien exalta la carne a la gnosis del Espíritu Todo gobernado por la economia extre-
el Cuerpo glorioso de Jesús. revela mayor poder que quien hace lo propio ma, que junta las dos naturalezas mas dis-
mismas dos Manos divinas que la iniciaron
Tanto como lo explícito, interesa muchas con espíritus (gnosis valentiniana) o con al- tantes —la divina o Spiritus, y la humana o
en Adan; el Spiritus sanctus, profético, dis-
veces en los grandes autores lo implicito. mas racionales (Orígenes y partidarios de la caro (=materia)— anudandolas en una Car-
pone la caro a lo largo del AT y la capacita
para acoger en la plenitud de los tiempos al Entre los gnósticos, se deja sentir fuerte- Salus animae), «nam virtus in infirmitate ne deificada, según la medida de la Caro
mente un axioma nunca formulado, base de perficitur» (2 Cor 12,9). E igualmente de- gloriosa del Segundo Affin.
Verbo, Hijo de Dios; el Spiritus adoptionis,
peculiar al Hijo glorificado en carne, prosi- su Oeconomia salutis: 6i.totov Tc.póptoícti. muestra mayor sabiduría, con los caminos Las grandes líneas de la dispensación
En una economia de Salus=gnésis, si el ob- sólo divinamente explicables —por el Verbo fundada por Dios sobre la humana caro estan
gue a lo que en la final consumación pueda
jeto del conocimiento salvifico es puro Spi- y la Sabiduría— en la plasis deífica del lodo «a priori» por encima de toda incidencia crea-
acoger de hito en hito al Spiritus Patris, y
ritus, sólo podra lograrse por «espirituales». terreno. La mayor munificencia de Dios salta turai. El Creador no fuerza las cosas, ni pue-
entrar en comunión perfecta de vida con el
Lo divino por lo divino. Agréguese el respeto a la vista. Mayor es el abrazo (personal y de prometerse del plasma racional y libre,
Creador; d) salvífico: según Mt 11,27 na-
de los sectarios para las leyes físicas (II, 14, natural), en Cristo, entre el Espíritu y la car- pero de tierra humilde, un comportamiento
die llega a la Salud —conocimiento imme- 4). Sin reparo para admitir —en régimen
diato del Padre— sino mediante el Hijo; ni ne, que lo hubiera sido, al modo origeniano, divino. Le exalta al paraíso, a un régimen
transitorio— milagros de orden natural, no entre el Espíritu y el intelecto (cf. Orígenes,
el Hijo media eficazmente para Salud del transitorio, equidistante de la athanasla de
rompen, en régimen definitivo, la armonia De princ. II, 6, 3). Dígase otro tanto del
hombre, si primero no se hace carne; ni basta Dios y de la corrupción congénita a la ma-
de los elementos: a lo espiritual toca la región abrazo último, en los elegidos, entre la carne
la Encarnación del Verbo para salvar a sus del Spiritus, a lo animal la del Anima, a lo teria; y le otorga dones preternaturales que
hermanos, si no es deificado ademas en car- y el Spiritus Patris. le ayuden a obtener con facilidad su destino.
materia! la Hyle. Se llamaría a engario quien por urgir los
ne, por comunión de Espíritu (resp. Vida Muchos eclesiasticos, ya desde los días de A fin de educarle a la obediencia meritoria,
divina) con el Creador. Sólo entonces, al ser tres componentes (1 Tes 5, 23) del hombre le impone un mandamiento bajo pena de
san Justino, discurrían, a propósito de la perfecto —Spirituslanima/corpus— les otor- muerte. Sobreviene la tentación del enemigo.
IRENE0 DE LYON 1102 1103
IRENEO DE LYON

Adan desobedece a Dios, se somete a la vo- A tal fin, podía Dios haber excogitado invisiblemente crucificado el Verbo. El Lo- las almas; tal ofrenda la haría Cristo al Padre.
luntad del enemigo, incurre en la muerte y otros caminos. Eligió uno muy simple que gos, conservador (rturrq invisible del mun- en pro de sus hermanos; b) al derramar su
es desterrado del lugar y régimen del paraíso. llevase a cumplimiento lo anunciado en Gén do por su eficacia continente (auvor), de- sangre, previamente a la muerte, el Sehor la
Dios empero le retiene en su primera ben- 3,15; sin modificar ninguna de las grandes bía morir en una cruz para significar a vista presentaría al Padre como precio de la re-
dición, maldice al enemigo que le llevó al líneas de la Historia salutis, perfilada desde de todos la eficacia universal de su muerte, dención de los cuerpos y de las almas a fin
pecado, y anuncia la victoria de la simiente la formación de Adan. en obediencia al Padre, similar —en el orden de que unos y otras vuelvan a reunirse, e
de mujer —el Segundo Adan— sobre el ene- No puso remedio enseguida al delito ni humano salvifico— a la eficacia universal instauren nuevamente con la resurrectio car-
migo. a sus secuelas. Le anunció para su dia. El que, crucificado en el cosmos, ejerce sobre nis el régimen necesario para la humana Sa-
El delito de origen ofrece aspectos varios. hombre debía experimentar en su carne las las cuatro partes del mundo. Quien como
lud. Tales dos formas, perfectamente com-
Dios: insumisión a la voluntad de Dios consecuencias de la falta; y mejor aún, su Logos, en cruz cósmica, conserva al mundo
patibles, responden de lleno a la antropologia
hecha visible en su mandato, y sumisión a condición de creatura, destinada generosa- material, debe salvar, en cruz de madera, al
hombre. de Ireneo. Asimismo, el primer modo de con-
la voluntad del enemigo, hecha sensible en mente por el Creador desde el polvo a sus
cebir el cautiverio del diablo sobre los hom-
su tentación; delito no de apostasía, sino de propias alturas. La experiencia, larga, en- Habíase enemistado el plasma con el Plas-
bres. Nada en cambio hay sobre un presunto
inexperiencia e ingratitud. El Creador no le sefiaría a ser hombre antes de ser Dios. mador. Convenía volviese a su amistad. La
mera reconciliación con el Hijo, en virtud de dominio del diablo sobre el Hades (resp. so-
castiga con la definitiva separación de si; le El vaticinio de Gén 3,15 tampoco intro-
la Encarnación, no basta. La carne de Jesús, bre las almas separadas); y menos sobre la
castiga benignamente con la muerte, que al ducía nuevo mediador en el mundo. A la
por virginal, no entra en el delito de Adan; redención de tales psiques por Cristo, me-
destruir al hombre hace imposible su per- victoria efímera del enemigo sobre el hombre
diante un precio sangre— ofrecido al
manencia en el pecado. Ante el enemigo: respondería el triunfo definitivo del Hombre ni requiere por tanto ser reconciliada. Puede
sobre el diablo. El arquetipo del protoplasto en cambio, a título de caro iusta (V, 14, 2s), diablo y aceptado por éste (!). Frases como
triunfo del mal angel sobre el hombre; do-
convertíase en su reconciliador ante el Padre, merecer a sus hermanos: la reconciliación aquella (V, 2, 1): «Non aliena in dolo diri-
blemente injusto, por fundarse en mentira y
y en redentor del cautiverio diabólico. Pa- con el Padre, por obediencia a El en la muerte piens, sed sua propria iuste et benigne as-
por emplearse en creatura de sólo Dios; fruto
de cruz («in corpore carnis ejus»: Col 1,22); sumens: quantum attinet quidem ad aposta-
simultaneo de su envidia por el hombre, y radigma «a contrario» der primer Man, el
de su apostasía para el Creador. Ante el gé- Segundo devolvería al hombre a su primera y la redención, por derramamiento de su san- siam, iuste suo sanguine redimens nos ab ea;
nero humano: pecado de natura; faltó no la amistad con Dios, arrancara al enemigo su gre. La caro iusta reconcilió así con el Padre quantum autem ad nos qui redempti sumus,
persona, sino la caro; todo el género humano presa, y acabara con la muerte: todo, con su la iniusta de Adan y sus hijos. Y juntamente benigne», acentúan —frente al injusto atro-
transgredió y se enemistó con Dios. Igual- sola obediencia en carne hasta la muerte de la redimiti, sacandola del poder simultaneo pello de lo no suyo por el diablo— el justo
mente, la caro sucumbió al triunfo del ene- cruz. de la muerte y del enemigo. retorno del hombre, de manos del Apóstata
migo. Sin introducir nuevo mediador, agregaba La doctrina de la redención ha sido entur- (y de la muerte) a las del Creador, al asegurar
Secuela potísima de la transgresión al Dios nuevos perfiles en la mediación salvi- biada por los críticos de Ireneo. En una an- para siempre, con la efusión de la sangre de
mandato de Dios (Gén 2,17) fue la muerte fica del hombre por haber éste incurrido en tropologia como la de Orígenes Cristo (resp. muerte y resurrección consi-
—mors carnis— de que había el Creador exi- la muerte y cautiverio del Malo. Los perfiles (homo=anima) se comprende el imperio guientes), la restitución de Aan —en cuerpo
mido graciosamente al hombre. Secuela del de la muerte reconciliadora (resp. redentora) (resp. cautiveri) del demonio sobre las almas y alma— para la humana Salus.
triunfo del enemigo sobre el hombre fue la en cruz, previa a su clarificación en carne. en los infiernos. No así en la ireneana Signo del triunfo cabal del Redentor sobre
cautividad de Adan y sus hijos bajo el poder Que dejaban intactas las primerísimas líneas (homo=caro). Dos modos hay de concebir- el enemigo (resp. pecado y muerte) es su
del diablo. de la Mediación; y servian únicamente a real- lo: a) el demonio demostraría tener domi- propia resurrección, primicias de los muer-
Mas que la relación de creatura a Crea- zarlas con increíbles primores. La «Doxa» nio sobre los hombres, por Ilevarlos a todos tos: que no es mera restitución del humano
dor, considera 'rene() en el delito de Adan el que en la Dispensación del no-pecado habría —a raíz de su victoria sobre Adan— a la compuesto, sino nueva y definitiva plasis por
triunfo del enemigo: directamente sobre la revestido la carne de Jesús, a raiz del bau- muerte fisica, rompiendo la comunión el Spiritus Dei, con absoluto dominio de la
obra predilecta de Dios; e indirectamente so- tismo en Espíritu, sin pasar por la muerte en caro/anima e impidiendo su disciplina «se- Vida divina (resp. athanas(a, incorruptela,
bre el propio Creador. Lejos de contentarse cruz, se le deja ahora sentir, en la Economia cundum spiritum» hacia Dios; b) por su do- eternidad) sobre la «substancia carnis».
con rehabilitar al hombre ante sólo Dios, del pecado, como telei ésis vinculada a la pa- minio sobre el Hades, el diablo retendría en Tal triunfo consagra a Cristo, a vista de
mira a rehabilitarle con triunfo justo y defi- sión y muerte en cruz (cf. Heb 2,9s). La separación a las almas, impidiendo fueran a Dios y de los hombres, desde dos puntos de
nido sobre el enemigo. Transgredió el hom- actual Economia no resta; agrega a la ante- reunirse con sus respectivos cuerpos. Sólo es vista: físicamente, como arquetipo del primer
bre — la caro— a la palabra de Dios; y la rior. aceptable, en Ireneo, el primer modo. Adan, en carne divina; cronológicamente,
caro remediar la transgresión por obedien- Al elegir Dios para la reconciliación del La redención de los hombres podría con- como primogénito de los muertos y vencedor
cia al mandamiento de Dios. Cayó el hombre hombre la muerte en cruz, tiene en cuenta la cebirse también de dos formas: a) el Sefior del pecado (resp. enemigo, muerte). Y en-
del régimen de vida al de muerte. El hombre antítesis entre el arbol de la Gnosis y el de se adelanta a la muerte fisica, separando el laza ambas economías: la espontanea de Yah-
se alzar del régimen de muerte al de vida. la Cruz; y asimismo su forma visible, con alma del cuerpo, y ofrendando el cuerpo en vé, previa al decreto de la redención; y la
ll mismo género humano que pasó a poder los cuatro extremos, simbolo de las cuatro redención por los cuerpos (di funtos desde complementaria, postcrior a él. Dios perpc-
del enemigo, sald, con triunfo, de él. dimensiones del cosmos, sobre el que esta Adan), y el alma en redención asimismo por túa con el paréntesis de la muerte y resu-
IRENEO DE LYON 1104 1105 IRLANDA

H. J. Jaschke, Der Heilige Geist int Bekenntnis der Kirche.


rrección de su Hijo, remedio de la humana tada en V, 7, 1. Con la reserva en torno a la Eine Studie zur Pneumatologie des Irenàus von Lyon, Mins- oposición del partido de Dióscuro obtuvo de
caída, el régimen a que primero destinò al natura y caída de los úngeles (en II, 28, 7) ter 1976; P. Bacq, De Vancienne à la nouvelle Alliance Teodosio 11 el 17 de febrero del 448 un edicto
selon S. Irénée, Paris 1978.
hombre. Lejos de corregir una economia con contrasta su actitud decidida en V, 24, 4 sobre de deposición que lo redujo asimismo al estado
otra, la hermosea con nuevos perfiles. la indole del diablo («unus ex angelis bis qui A. Orbe laical. Tuvo siempre de su parte a Teodoreto.
He ahí en síntesis las grandes líneas de Ire- super spiritum aeris praepositi suni») y su apos- Durante su exilio Ireneo compuso Tragoedia,
neo. Notables por su sencillez, montadas sobre tasia por envidia del hombre: «invidens homini obra histórica perdida sobre la prirnera fase de
una antropologia también simple -de sesgo (cf. Sab 2, 24), apostata a divina factus est IRENEO DE SIRMIO. Obispo de Sirmio de- la controversia nestoriana, conocida por ex-
joúnico con énfasis en el homo=caro- ajena lege (cf. Platón, Leyes IV, 715e: véase 111, 25, capitado el 304, conocido por una passio grie- tractos en pésimo latra de un anónimo defensor
y aun contraria al helenismo, desarrolladas con 5): invidia enim aliena est a Deo (cf. Fedro ga (BHG 948-951) y latina (BHL 4466), aun- de los Tres Capítulos (siglo VI).
singular coherencia en antítesis con los valen- 247a)». En autor tan radicalmente biblico y que ninguna de las dos recensiones parece
tinianos (y aun eclesiústicos, amigos de la Sa- joúnico, desconcierta el recurso a Platón para original. Tillemont creía que la versión latina CPG lE, 6471-6475, LTK 3, 775, DTC 7, 2533 ss.

lus animae). No la teologia del Dios ignoto, la apostasia del diablo a divina lege. filese la mús cercana a las actas del proceso. E. Prinzivalli
ni siquiera del Dios Padre, sino del Demiurgo Tales anomalías desaparecen ante la abso- Simonetti cree, en cambio, que el texto ori-
(del mundo materia!) y Plasmador del hombre luta madurez y dominio sobre innumerables gina!, hoy perdido, fuese griego. Según los
terreno. Tampoco la del Cristo, mediador entre otros temas tan complejos como de breve tra- textos en nuestro poder, Ireneo, casado y con IRLANDA
Dios Spiritus y hombres espirituales, ni entre dición. Mucho se debe a la rúpida impostación hijos, era muy popular, porlo que la población I. Evangelización y monacato. Irlanda es
el Dios de las inteligencias angélicas y los hom- de lo joúnico -en tomo a la Caro Christi - pagana bacia presión sobre él y su familia para la menor de las dos principales islas Britúnicas,
bres racionales; sino de la Caro Christi, me- herencia de los Presbíteros. Mucho también a hacerlo apostatar, pero en vano porque Ireneo llamadas en griego «islas Pretúnicas», del nom-
diadora entre el Plasmador y su plasma. No la ensefianza de san Justino. Pero el desarrollo confesó su fe basta el martirio. El Mart. rom. bre «pretanos» (gaélico, Cruithin) que, quiz,
la Salus spiritus ni Salus animae, sino la Salus uniforme del dato revelado, conducido frente lo conmemora el 25 de marzo. Recientemente los celtas de las Galias impusieron a los anti-
carnis. Las obras de Dios tampoco miran a a la doctrina valentiniana a partir de la exégesis se ha descubierto una iglesia en su honor en guos habitantes de rara mediterrúnea de Albión
hacer ni santificar úngeles, y menos a angeli- de Gén 1, 26s y 2, 7 es obra personalísima de Sirmium (Yugoslavia). e Hibernia (latin, Hiberio, gael. Eriu, Eire).
ficar al hombre por eliminación de la caro, Ireneo; que por su instinto biblico, e indepen- A partir de César el nombre de Brittani (Bri-
dencia de postulados helenísticos, auguraba a R. Knopf-G. Kriiger, Acta Martyrum, Ttibingen 1929,
sino a perpetuar con Vida eterna la humilde 103-105; H. Musurillo, 77ie Acts of the Christian Martyrs, tanni, Brittones) se reserva a la población de
plasis iniciada en Adún. A la postre, como su teologia, profundamente humana, la pos- Oxford 1972, 259-301 (ladri); Tillemont, Mémoires, V, la isla mayor llamada Britannia. Los pretanos
terioridad que la historia reservó para otras me- 250-254; AB 68 (1950) 269 y 284; BS 7, 899-900; M.
síntesis fina!, se define la gran paradoja del Simonetti, Studi agiografici, Roma 1955. 55-75.
se llamaron luego picti, quizú por sere! nombre
Caro =Deus, anticipada como en arquetipo en nos puras y hondas, menos escriturarias. de la población dominadora de esas islas en la
el primogénito de la creación y de los muertos. A. Hamman edad del bronce. Hacia el siglo V a.C. a los
Por muy coherente que sea Ireneo, y por Ediciones: Adv. haer.: R. Massuet, PG 7; H. H. Harvey, pretones sucedieron los celtas de rara indoeu-
Cambridge 1857; A. Rousseau y L. Doutreleau, SCh
mucho que simplifique en tomo a la Salus 263.264 (I) 293-294 (II); 210-211 (IQ); 100 (IV); 152-153 ropea.
carnis el inmenso campo de la revelación, es (V) con tr. frane.; vers. armenia: E. Ter-Minassiantz, TU IRENEO DE TIRO. Obispo de Tiro del siglo Desde el siglo III d.C. se registran incur-
35,2; Ch. Renoux, PO 39, 1-164, Tr. ingl.: ANF I, 309-
obvio que denuncie a ratos ideologías, tenden- 589; it.: V. Dellagiacoma, Siena 21968.; E. Bellini, Milano
V. Hasta su elección episcopal, su carrera fue siones y asentamientos irlandeses en Britannia,
cias al menos, dispares. A la visión lineal de 1980. Dem.: K. Ter-Mekerttschian y S. G. Wilson, PO 12, enteramente profana. Conde del imperio, donde se había debilitado mucho la domina-
la historia (IV, 38, lss), de lo imperfecto e 665-746 con tr. ingl. Tr. frane.: J. Barthoulot, PO 12, 747- acompafió en forma privada a su amigo Nes- ción romana. Los latinos llamaron entonces a
802; L. Froidevaux, SCh 62; it.: U. Faldati. Roma 1923 y
infantil a lo perfecto y adulto, responden mal Milano 1980; V. Dellagiacoma, Siena 21968. E. Peretto, torio al concilio de Efeso (431), donde trató los irlandeses, no Hiberni o Iverni, sino Scotti.
las etapas en que divide alguna vez el antiguo Roma 1981; ingl.: J. P. Smith, ACW 16, Lessico: B. Reyn- de oponerse a los procedimientos expeditivos La rara celta se mezcló luego con la anglo-
ders, CSCO 141.142/subs. 5.6 (Adv. haer); Id.. Chevetogne
testamento: evo profético (cf. III, 11, 8). A 1958 (Dem.). Estudios: F. Loofs, Theophilus von Antio-
del grupo de Cirilo de Alejandría, viajando sajona a fmes del siglo VBI con las incursiones
propósito de la cifra (666) del Anticristo, sín- chien Aclversus Marcionem und die anderen theologiscIten luego a Constantinopla, en nombre de los obis- vikingas por las costas irlandesas (792-1014,
Quellen bei lrenaeus [TU 46,21, Leipzig 1930; S. Lunds- pos orientales, para defender su contra-concilio invasión danesa). Los celtas de Irlanda vivían
tesis de la apostasía en el mundo, hace valer trdm, Studien y Neue Studien atr lateinischen Ireniiusii-
tres sumandos (V, 29, 2): los tiempos de Noé, bersetzung, Lund 1943 y 1948; F. M. Sagnard, La gnose ante el emperador Teodosio 11. Tras muchas en tribus (tuatha) que elegían cada una su pro-
cifrados en 600; los de la idolatria pagana, en Valentinienne et le témoignage de saint Irénée. Paris 1947; incertidumbres Teodosio 11 ratificò las depo- pio rey (ri), jefe del ejército y representante de
A. Houssiau, La christologie de saint Irénée. Louvain 1955;
60; y los de la persecución de los profetas, en A. Benoit, Saint Irénée. Introduction à l'étude de sa théo-
siciones decretadas por ambas asambleas. El su pueblo en las negociaciones con los reyes
6. Finta espacio y tiempo para cifrar la apos- logie, Paris 1960; G. Joppich, Salus carnis. Eine Unter- 435, allo del exilio de Nestorio, Ireneo fue de otras tribus; el rey era asistido por un con-
suchung in der Theologie des bl. Irendus von Lyon, Mtins- exiliado a Petra y multado con la confiscación sejo de nobles y por los brehones (brithemain)
tasia del nuevo testamento: como si la defec- terschwarzach 1965; N. Brox, Offenbantrig, Gnosis und
ción, múxima en los días prediluvianos, dis- gnotischer Mythos bei Irettdus von Lyon, Salzburg 1966; J. de sus bienes. Entre el 443 y el 446, tras un o jurisconsultos. Los druidos, adivinos y mé-
minuyera en los siguientes, para desaparecer T. Nielsen, Adam and Christ in the Teology of Irenaeus of largo periodo de exilio, fue designado por los dicos, se ocupaban también de la educación de
Lyons, Assen 1968; J. I. Gonzalez Faus, Carne de Dios. los jóvenes. Tres o cuatro tribus formaban un
en los del Evangelo. La inmortalidad fisica Significado salvador de la encarnación en la teologia de obispos de Fenicia como metropolita de Tiro
del alma, peligrosamente definida en 11, 23, 2 san Ireneo, Madrid 1969; G. Jossa, Regno di Dio e Chiesa. con elección regular, a pesar de su precedente remo mús grande y la dignidad mús elevada
Ricerche sulla concezione escatologica ed ecclesiologica condenación y sus dos matrimonios. Fue con- correspondía al «rey de reyes», reconocida, por
-por influjo tal vez de san Justino (Dial 5, .dell'Adversus haereses di Ireneo, Napoli 1970; A. Orbe,
1/6, 2)-, es mejor y definitivamente presen- Pardbolas evangélicas en san Ireneo, MI, Madrid 1972; sagrado por Domno de Antioquía, pero la dura ejemplo, al rey de Tara.

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