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1. Palingenesi orfiche
tutto negli esseri mentre respirano»4 (t®n cux®n êk toÕ ºlou eîsiénai
ânapneóntwn, feroménjn üpò t¬n ânémwn). Alcuni passi prima, la
medesima dottrina è presentata da Aristotele in vesti pitagoriche5: infatti
alcuni pitagorici sostengono che «l’anima sono i corpuscoli fluttuanti
nell’aria (cux®n e¤nai tà ên t¬ç âéri zúsmata), altri ciò che li fa
muovere». Una concezione analoga, ma in sembianze democrito-epi-
curee, è inoltre attribuita da Diogene Laerzio ai Magi mazdei: si tratta
della cosiddetta dottrina degli e÷dwla, che rimanda sicuramente all’idea
del gyan wenisn, l’«occhio dell’anima», cioè agli insegnamenti dei
Magousaíoi riguardanti la visione e le «immagini» mentali6. Da rile-
vare ancora, come ad un’analoga immaginazione simbolico-religiosa si
rifà anche l’idea del cosmo animato di Talete, dove il tutto è
rappresentato «colmo di demoni»7.
L’immagine dell’Uovo primigenio è persistente nella maggioranza
delle culture arcaiche ed etnologiche8; dal mondo classico a quello
vicino ed estremo-orientale, dalla Polinesia all’Africa, essa esprime
efficacemente l’idea del divenire celato in uno stato di virtualità, di
embrionalità, poiché — citando quanto dice lo gnostico Basilide
sull’Uovo di Pavone — «pur essendo uno racchiude in sé molte forme
di sostanze differenti per aspetto colore struttura»9 (∏n ªn ºmwv ∂xei ên
ëaut¬ç pollàv oûsi¬n polumórfwn kaì poluxrwmátwn kaì
polusustátwn îdéav).
A livello comparativo si può portare una svariata serie di exempla:
basti ricordare come il simbolismo «ovulare» reperibile in testi orfici e
4
KERN fr. 27; COLLI, La sapienza greca, 4 [A 60], p. 160-161; si vd. anche le sug-
gestioni comparative sull’anima quale «respiro cosmico», la cui tipologia si sovrappone a
quella di Vayu, il dio atmosferico della teogonia iranico-mazdea; cfr in partic. G. WIDEN-
GREN, Hochgottglaube im alten Iran. Eine religionsphänomenologische Untersuchung,
Uppsala-Leipzig, 1938, p. 188 ss.; S. WIKANDER, Vayu. Texte und Untersuchungen zur
indo-iranischen Religionsgeschichte, Teil I: Texte, Uppsala-Leipzig, 1949, passim.
5
Cfr De anima I, 404 a 16-19 (ed. W.D. Ross, Oxford, 1956 [19632], p. 6); vd. COLLI,
La sapienza greca, p. 399 (cfr H. DIELS, Die Fragmente der Vorsokratiker, Hrsg. von
Kranz, I-III, Berlin, 19568, 58B 30); e vd. anche quanto dice R. Laurenti in ARISTOTELE,
Opere, Vol. IV (Biblioteca Universale Laterza, 50), p. 105, n. 26.
6
Cfr Gh. GNOLI, Asavan. Contibuto allo studio del libro di Arda Wiraz, in Gh. GNOLI-
A.V. ROSSI (cur.), Iranica (IUO — Seminario di Studi Asiatici, Series Minor, X), Napoli,
1979, p. 419 e n. 162.
7
Cfr DIOGENE LAERZIO I, 27; Schol. a PLATONE, In Rem publ. 600 A; AETIO I, 7, 11
(D 301).
8
Sul mitologhema dell’Uovo cosmico-cosmogonico si vd. le importanti riflessioni
comparative di G. ACERBI svolte nel suo lavoro Kalacakra. La Ruota Cosmica (Università
degli Studi di Venezia, Tesi di Laurea in Lingua e Letteratura Hindi, A.A. 1984-1985),
Vol. I, p. 218-223 e n. 154.
9
HIP. Ref. VII, 21, 5; sull’Uovo di Basilide vd. ancora quanto detto infra riguardo al
medesimo simbolismo reperibile in Macrobio.
L'UOVO DELLA FENICE: ASPETTI DI UN SINCRETISMO ORFICO-GNOSTICO 57
10
Cfr anche M.P. NILSSON, New Evidence for the Dionysiac Mysteries, in Eranos, 53
(1955), p. 30; ID., The Dionysiac Mysteries of the Hellenistic and Roman Age, Lund,
1957, p. 136 e n. 8.
11
Cfr M. ELIADE, Trattato di Storia delle Religioni (Universale Scientifica
Boringhieri, 141/142), Torino, 1976, p. 427 ss.; in partic. p. 429-430.
12
Cfr P. BOYANCÉ, Une allusion à l’oeuf orphique, in Mélanges de l’École Française
de Rome, 52 (1935), p. 112.
13
Quest. conv. II, 3, 636 E (in PLUTARCH, Moralia, Vol. VIII, ed. P.A. Clement-
H.B. Hoffleit, London-Cambridge [Mass.], 1969, p. 150-151).
14
Sat. VII, 16, 8 (in T. MACROBIO, I Saturnali, cur. N. Marinone, Torino, 19872,
p. 864-865).
58 E. ALBRILE
15
Cfr P. BOYANCÉ, Théurgie et télestique néoplatoniciennes, in Revue de l’Histoire
des Religions, 147 (1955), p. 203-204.
16
De vita Pyth. XXVIII, 151 (ed. A. Nauck, Petropoli-Lipsiae, 1884, p. 110, 7-10);
passo controverso e di difficile interpretazione (cfr ed. Nauck, p. 110, n. 8); vd. anche
BOYANCÉ, Théurgie et télestique, p. 204, n. 1.
17
Cfr MARTIANI CAPELLAE, De Nuptiis Philologiae et Mercurii. Liber Secundus, cur.
L. Lenaz, Padova, 1975, p. 4 e n. 4.
18
Ibid., p. 3.
L'UOVO DELLA FENICE: ASPETTI DI UN SINCRETISMO ORFICO-GNOSTICO 59
lie cui deve sottoporsi Philologia prima dello hieros gamos con
Mercurio. Tra queste c’è un misterioso rito simbolico che prevede una
sorta di catarsi «erudita»: Philologia deve infatti vomitare19 una serie
quasi infinita di libri e di volumi, stigma della liberazione dalla farragine
delle scienze umane e dell’erudizione libresca. Al termine di questo
singolare rito purificatorio, ella si sente talmente stremata e pallida per
lo sfinimento, che non può far altro che invocare l’aiuto di Athanasia/
Immortalità. Ed è a questo punto che fa la sua comparsa, quale panacea
salvifica, un Uovo dai poteri meravigliosi20.
La gloriosa e splendida protettrice di tutti gli dèi e dell’universo21,
cioè Athanasia, prende dalla madre Apotheosi per recarla a Philologia,
una globosam animatamque rotunditatem, un «oggetto rotondo, sferico
e vivo». Philologia, arsa da una sete bruciante, deliba d’un sol colpo
questa preziosa «coppa d’immortalità». Ciò provoca in lei una tras-
mutazione salvifica: il corpo si colma di energia vitale, scompare dal
volto la «emaciata magrezza», si dissolve la natura terrena e aethereum-
que venit sine mortis legibus aevum, «scende su di lei l’eternità celeste
non sottomessa alle leggi della morte»22.
La sequenza del II libro del De nuptiis offre una suggestiva
descrizione di un rito che, per la sua natura tipicamente palingenetica,
potremmo definire «lunare»23. Esso ha infatti come specifica finalità il
conseguimento di uno stato celestiale di reintegrazione sia cosmica che
individuale: soteriologia generale e soteriologia individuale paiono
quindi confondersi in un rito implicante l’acquisizione di uno stato
d’essere fuori dal comune, libero dai condizionamenti del mondo e del
tempo presente.
Lo studio comparativo delle religioni offre inoltre all’ipotesi della
libazione iniziatica dell’Uovo orfico parecchi spunti di riflessione24. Nel
19
Sulla metafora del vomito nei testi gnostici e manichei, si vd. quanto dico nel mio
L’Anima viva e la Seduzione degli Arconti tra gnosticismo e manicheismo, in Asprenas,
44 (1997), p. 179, n. 69; da sottolineare inoltre, a livello comparativo, gli straordinari
paralleli con il culto amazzonico dell’ayahuasca, una pianta il cui effetto allucinogeno si
manifesta proprio dopo lunghe sedute di vomito rituale; cfr in partic. A. VERLANGIERI,
Ayahuasca: un fenomeno sciamanico per il terzo millennio, in Altrove, 5 (1998), p. 119-
134.
20
Cfr De nupt. II, 140 (ed. Lenaz, p. 146-147).
21
Ibid. II, 134 (ed. Lenaz, p. 144-145).
22
Ibid. II, 140 (ed. Lenaz, p. 148-149).
23
Cfr J.J. BACHOFEN, Il simbolismo funerario degli antichi, cur. M. Pezzella, Napoli,
1989, p. 237 ss.; sulla valenza lunare dell’Uovo vd. in partic. il mio articolo Il Demone e
la Luna. Uno studio sul sincretismo gnostico, di prossima pubblicazione.
24
Vd. ancora De nupt. II, 141 (ed. Lenaz, p. 148-149), in cui Philologia, dopo aver
libato la «coppa d’immortalità», viene incoronata da Athanasia «con una particolare erba
selvatica chiamata in greco “sempreviva”» (ex herba quadam rurestri, cui âeíhwv
60 E. ALBRILE
allude alla presenza in esso dei quattro elementi della physis classica,
così come enunciati nel Timeo platonico31, cioè il Fuoco (exterius
rutilabat, «rossastro all’esterno»), l’Aria (hac dehinc perlucida inani-
tate, «vuoto diafano»), l’Acqua (albidoque humore, «liquido bianchic-
vocabulum est, virginem coronavit praecipiens omnia); su ciò si cfr i legami con il moly,
l’erba mercuriale che dona l’invisibilità, ed il «ramo d’oro» inteso quale arbusto
oltretombale, cioè come verga e caduceo di Hermes psicopompo (cfr PS.APOLLODORO,
Bibl. III, 10, 2, 1-9; con un possibile eco in ATHEN, Pro Christ., 20, 8-9 [KERN fr. 58 =
COLLI, La sapienza greca, 4 [B 34]]); per tutta questa tematica si vd. l’importante studio
di A. BORGHINI, Strutture religiose dell’antichità: un contributo al Ramo d’oro (Verg.,
Aen. Vi 136 ss.), in A. LOPRIENO (cur.), Miscellanea fra linguistica e letteratura, Napoli,
1986, p. 45-52.
25
Cfr in partic. BACHOFEN, Il simbolismo funerario, p. 98 ss.; e M.P. NILSSON, Das Ei
im Totenkult, in Archiv für Altertumswissenschaft, 11 (1908), p. 535 ss.
26
Cfr ELIADE, Trattato, p. 427 ss.
27
Cfr i magistrali lavori di Gh. GNOLI, Un particolare aspetto del simbolismo della
luce nel Mazdeismo e nel Manicheismo, in Annali dell’Istituto Orientale di Napoli, N.S.,
12 (1962), p. 113 ss.; e ID., Lichtsymbolik in Alt-Iran. Haoma-Ritus und Erlöser Mythus,
in Antaios, 8 (1967), p. 528 ss.
28
Per questo vd. la mia discussione in L’Anomalia Gnostica. Fascinazioni iraniche
nel sincretismo antico, in Convivium Assisiense, N.S., 1 (1999), p. 148-149; troppo
riduttiva sembra inoltre l’ipotesi di R. TURCAN, L’oeuf orphique et les quatre éléments
(Martianus Capella, De nuptiis, II, 140), in Revue de l’Histoire des Religions, 159-160
(1961), p. 13-23 (in partic. p. 14 e n. 4), che considera la liturgia iniziatica legata alle
pratiche della religiosità agraria ed al culto degli antenati defunti; il rituale misterico
rappresenterebbe quindi una preparazione alla morte: ciò implica che i riti funerari siano
originariamente concepiti come prolungamento materiale della vita nell’aldilà in una sorta
di beatitudine post mortem, in sintonia con un processo di spiritualizzazione al quale
andrebbero incontro le religioni orientali in epoca ellenistico-romana; secondo il Turcan
le libagioni iniziatiche avrebbero infatti origine nei banchetti funerari arcaici.
29
Cfr TURCAN, L’oeuf orphique, p. 15.
30
De nupt. II, 140 (ed. Lenaz, p. 146-147).
31
Cfr Tim. VII, 31 b-32 c.
L'UOVO DELLA FENICE: ASPETTI DI UN SINCRETISMO ORFICO-GNOSTICO 61
2. Il cibo primigenio
Questo perché «il tutto sfocia nel piombo» (tò dè p¢n t¬ç molúbdwç
katalßgei). Sempre Olimpiodoro richiama una misteriosa dottrina
32
Cfr J. LINDSAY, Le origini dell’alchimia nell’Egitto greco-romano (Orizzonti dello
Spirito, 41), Roma, 1984, passim, che però risente di un’impostazione eccessivamente
positivistica; minimo inoltre lo spazio dedicato al simbolismo dell’Uovo alchemico.
33
Cfr WEST, I poemi orfici, p. 187 ss. e 237 ss.
34
Cfr in partic. G. WIDENGREN, Fenomenologia della Religione, Bologna, 1984,
p. 200 ss. e p. 670 ss.
35
Vd. LINDSAY, Le origini dell’alchimia, p. 270 e fig. 39.
36
Vd. anche su questo le importanti riflessioni di G. MANTOVANI, Acqua Magica
e Acqua di Luce in due Testi Gnostici, in J. RIES (ed., avec la coll. de Y. Janssens et
J.-M. Sevrin), Gnosticisme et Monde Hellénistique, Actes du Colloque de Louvain-la-
Neuve (Publications de l’Institut Orientaliste de Louvain, 27), Louvain-la-Neuve, 1982,
p. 437-438.
37
Cfr GNOLI, Un particolare aspetto, p. 113 ss. (per i paralleli iranici).
38
Sull’arte sacra 44, in M. BERTHELOT-Ch. ÉM. RUELLE (ed.), Collection des anciens
alchimistes grecs, Paris, 1888, II, p. 96, 2-7 (testo) e III, p. 104 (trad.); su Olimpiodoro
vd. anche LINDSAY, Le origini dell’alchimia, p. 368 ss.
62 E. ALBRILE
39
Cfr Introduction, in BERTHELOT-RUELLE, Collection des anciens, I, p. 73 ss.
40
Cfr J. EVOLA, La Tradizione Ermetica («Opere di Julius Evola»), Roma, 19964,
p. 68-70.
41
Cfr TURCAN L’oeuf orphique, p. 16 e n. 3.
42
Comm. VI, 15, in BERTHELOT-RUELLE, Collection des anciens, II, p. 433, 12-13
(testo) e III, p. 409 (trad.).
43
Indic. Gener., in BERTHELOT-RUELLE, Collection des anciens, II, p. 20, 17-21, 9
(testo) e III, p. 21 (trad.).
L'UOVO DELLA FENICE: ASPETTI DI UN SINCRETISMO ORFICO-GNOSTICO 63
44
Si tratta dell’etite, pietra che si riteneva presente nei nidi delle acquile (cfr L. ROCCI,
Vocabolario Greco-Italiano, Roma, 19433 [rist. 1985], p. 29a).
45
Cioè il solfato di rame.
46
Una struttura simbolica analoga è rintracciabile in un testo mandaico, l’Alf Trisar
Suialia, di cui tratto diffusamente nel mio Le Acque e la Morte: riflessioni sulla teologia
della Parafrasi di Seem, di prossima pubblicazione in Nicolaus, N.S., 27 (2000).
47
Cfr TURCAN, L’oeuf orphique, p. 17.
48
Cfr WEST, I poemi orfici, passim.
49
Cfr Hom. VI, 3-12, in B. REHM-J. IRMSCHER (Hrsg.), Die Pseudoklementinen, I:
Homilien, Berlin, 1953, p. 107, 7 ss.; KERN, fr. 55-56; COLLI, La sapienza greca, 4 [B
28], p. 234-235 e p. 413.
64 E. ALBRILE
50
Hom. VI, 3.
51
Cfr TURCAN, L’oeuf orphique, p. 18; così la pensa anche il Kern (p. 130 ss.), che
dubita dell’autenticità della prima parte del testo, ascrivendola interamente a speculazioni
stoiche.
52
Cfr Hom. VI, 4.
53
Ibid. VI, 5
54
Si vd. l’analoga espressione utilizzata dagli gnostici Perati per designare la sostanza
che unisce il mondo ipercosmico alla materia caotica, da loro identificata con il Figlio-
Nous-Cristo (cfr il mio Zostriano e i Quqiti: fenomenologia di una setta gnostica, in
Nicolaus, N.S., 20 [1993], p. 21); sempre nei Perati si vd. ancora le analogie con la
«fedele tesoriera dell’impronta fluidica» (pist® oîkonómov toÕ ÷xnouv t¬n âérwn)
quale custode delle acque invisibili e psichiche che formano il Chaos iniziale (cfr HIPP.,
Ref. VI, 14, 1 = ed. Marcovich, p. 178, 7-9); di questo parlo ampiamente nel mio Il
Demone e la Luna.
55
Cfr HIPP. Ref. VII, 21, 5; su Basilide vd. in partic. lo studio di G. QUISPEL,
Gnostic Man: The Doctrine of Basilides, in Gnostic Studies, Leiden-Istambul, 1974,
p. 103 ss.
L'UOVO DELLA FENICE: ASPETTI DI UN SINCRETISMO ORFICO-GNOSTICO 65
ÊWsper gàr ên t¬ç toÕ taÑ gennßmati πn mèn toÕ ÖçoÕ xr¬ma doke⁄,
dunámei dè muría ∂xei ên ëaut¬ç toÕ méllontov telesfore⁄sqai
xrÉmata56.
56
Hom. VI, 5 (vd. anche PG 2, 200 e n. 99).
57
Sat. VII, 16, 4 (ed. Marinone, p. 864-865).
58
Cfr WEST, I poemi orfici, p. 214.
59
Cfr H. LECLERCQ, Lampes, in F. CABROL-H. LECLERCQ (eds.), Dictionnaire d’Ar-
chéologie Chrétienne et de Liturgie, vol. VIII/1, Paris, 1928, col. 1104 (31), fig. 6588 (1).
60
Cfr in partic. V. MACCHIORO, Zagreus. Studi intorno all’orfismo, Firenze, 1930,
p. 484 ss.
61
Su Phanes vd. ancora quanto dico nel mio «…In principiis lucem fuisse ac
tenebras». Creazione, caduta e rigenerazione spirituale in alcuni testi gnostici, in Annali
dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli, Dipartimento di Studi del Mondo Classico
e del Mediterraneo Antico / Sezione Filologico-Letteraria, 17 (1995), p. 138 ss.
62
Cfr Hom. VI, 6-8.
66 E. ALBRILE
63
Cfr Rec. X, 30 (vd. ora anche l’edizione di S. Cola: PSEUDO-CLEMENTE, I Ritro-
vamenti [Collana di Testi Patristici, 104], Roma, 1993, p. 384-385).
64
Hom. VI, 8.
65
Nat. hist. XXX, 99 (in GAIO PLINIO SECONDO, Storia Naturale, IV: Medicina e
Farmacologia [Libri 28-32], cur. U. Capitani-I. Garofalo, Torino, 1986, p. 446-447).
66
Cfr E. MAASS (ed.), Commentariorum in Aratum Reliquiae, Berlin, 1958, p. XVI-
XVIII.
67
Cfr TURCAN, L’œuf orphique, p. 20; errata sembra poi la congettura del Turcan, che
identifica l’Achille del nostro testo con il più famoso Achille Tazio (!); d’altronde la
medesima erronea identificazione è presente in PG 19, 933-934 (le Isagogai di Achille
sono riportate in app. alle opere di Eusebio).
68
Cfr Isag. in Arati Phainom. IV (in MAASS [ed.], Commentariorum in Aratum, p. 33,
17 ss.).
69
Ibid. VI (in MAASS [ed.], Commentariorum in Aratum, p. 37, 8-10).
L'UOVO DELLA FENICE: ASPETTI DI UN SINCRETISMO ORFICO-GNOSTICO 67
3. L’esistenza sferica
70
Recentemente l’intera dottrina di Empedocle è stata riveduta e reinterpretata sotto
una visuale differente nel prezioso e bellissimo libro di P. KINGSLEY, Ancient Philosophy,
Mystery and Magic. Empedocles and Pythagorean Tradition, Oxford, 1995, passim.
71
Cfr EMPEDOCLE, Poema Fisico e Lustrale, cur. C. Gallavotti, Milano, 1975, fr. 1, 53
ss. (p. 12-13); DIELS-KRANZ fr. 6.
72
Ibid., fr. 35, 3 (ed. Gallavotti, p. 42-43); DIELS-KRANZ fr. 29.
73
Ibid., fr. 28, 1 (ed. Gallavotti, p. 38-39); DIELS-KRANZ fr. 28.
74
Ibid., fr. 48 (ed. Gallavotti, p. 46-47); DIELS-KRANZ fr. 38.
75
Cfr BACHOFEN, Il simbolismo funerario, p. 98 e p. 501 ss.; NILSSON, Das Ei,
p. 532-534.
76
Cfr BERTHELOT-RUELLE, Collection des anciens, I, p. 81.
77
Cfr TURCAN, L’oeuf orphique, p. 22.
68 E. ALBRILE
4. La Fenice gnostica
99
Si tratta di uno dei numerosi scritti apocrifi, magici o presunti tali, menzionati nello
Scriptum sine Titulo e dei quali si è persa ogni traccia; per questo vd. MORALDI, Testi
Gnostici, p. 200 e S. GIVERSEN, Solomon und die Dämonen, in M. KRAUSE (ed.), Essays
on the Nag Hammadi Texts in Honour of Alexander Böhlig (Nag Hammadi Studies, III),
Leiden, 1972, p. 16-21 (sulla tradizione dei libri ascritti a Salomone).
100
Cfr TARDIEU, Pour un phénix gnostique, p. 125, n. 3.
101
Il Böhlig (BÖHLIG-LABIB, Die koptisch-gnostische Schrift, p. 95, 16) traduce
Wasserschlangen, discutendo la possibile identificazione con i coccodrilli che popolano il
Nilo, interpretazione seguita dal Moraldi (Testi Gnostici, p. 243, n.1); curiosamente
un’associazione simbolica affine ricorre nell’Antonio e Cleopatra di Shakespeare (II, 7,
44-45), dove al coccodrillo sono attribuite facoltà metempsichiche: «… it lives by that
which nourisheth it, and the elements once out of it, it transmigrates» (in W. SHAKES-
PEARE, Anthony and Cleopatra, ed. J. Dover Wilson, Cambridge, 1950, p. 47-48). Ringra-
zio il dr. Riccardo Valla per avermi gentilmente segnalato il passo in questione.
102
Sull’identità e la natura dei tori vd. MORALDI, Testi Gnostici, p. 242, n. 2, e TAR-
DIEU, Trois mythes gnostiques, p. 222 ss.
103
Cfr Ps. 91, 13 (vers. LXX); vd. anche C.-M. EDSMAN, Ignis Divinus (Publications
of the New Society of Letters at Lund, 34), Lund, 1949, p. 194.
104
Si cfr i possibili paralleli con l’apocalisse ermetica dell’Asclepio III, 24a ss. (ed.
W. Scott, Vol. I, London, 1968, p. 339 ss., con commento in Vol. III, p. 168 ss.; vd. an-
che la trad. it. in C. MORESCHINI, Dall’Asclepius al Crater hermetis. Studi sull’ermetismo
latino tardo-antico e rinascimentale [Biblioteca di Studi Antichi, 47], Pisa, 1985, p. 167
ss.).
105
Or. Mund. II, 122, 1-123, 1 (TARDIEU, Pour un phénix gnostique, p. 121-122;
BÖHLIG-LABIB, Die koptisch-gnostische Schrift, p. 94-97; LAYTON, Nag Hammadi Codex,
p. 78-81; MORALDI, Testi Gnostici, p. 242-244).
106
Cfr Or. Mund. II, 109, 1-111, 28.
L'UOVO DELLA FENICE: ASPETTI DI UN SINCRETISMO ORFICO-GNOSTICO 73
107
Vd. anche G. MANTOVANI, Il valore del sangue in alcuni testi gnostici di Nag
Hammadi, in F. VATTIONI (cur.), Sangue e antropologia biblica, Vol. I (Centro Studi
Sanguis Christi, 1), Roma, 1981, p. 143-144; ed il mio articolo «…In principiis lucem
fuisse ac tenebras», p. 110 ss.
108
Cfr Or. Mund. II, 109, 5
109
Cfr anche MANTOVANI, Il valore del sangue, p. 145-146; ed il mio L’Anima viva e
la Seduzione degli Arconti, p. 168 ss.
110
Un approfondimento a parte andrebbe fatto sulla Fenice iranica, il Simurg, studiata
da Gianroberto Scarcia in numerosi lavori (vd. ad es. Leucippidi e Dioscuri in Iran, I:
Samand e Îing, in Annali di Ca’ Foscari, 9 [1970], [Serie Orientale, 1], p. 39 ss.; e I
Magi Afghanizzati, in Gh. GNOLI-L. LANCIOTTI [cur.], Orientalia Iosephi Tucci Memoriae
Dicata [Serie Orientale Roma, LVI, 3], Roma, 1998, p. 1295 ss.); dello stesso è impor-
tante l’ultimo, magistrale Sulla Fenice dei Baluci (di prossima pubblicazione in un vo-
lume miscellaneo di «Studi Baluci» curato da A.V. Rossi, dell’Istituto Universitario
Orientale di Napoli), nel quale sono studiate le relazioni tra la Fenice-AîÉn e l’iranico
Zal-Zurvan (ringrazio il professor Scarcia per avermi fornito il dattiloscritto del suo
prezioso lavoro).
111
Cfr TARDIEU, Pour un phénix gnostique, p. 125.
74 E. ALBRILE
5. Altre Fenici
121
Cfr Leuc. et Clit. II, 14, 2 (in ACHILLE TATIUS D’ALEXANDRIE, Le roman de
Leucippé et Clitophon, ed. J.-Ph. Garnaud, Paris, 1991, p. 45); per questo vd. anche
R. MERKELBACH, Roman und Mysterium in der Antike, München-Berlin, 1962, p. 129-
132.
122
Metam. XV, 392.
123
Ibid. XV, 400.
124
Cfr CLAUDII CLAUDIANI, Phoenix (carm. min. 27), cur. M.L. Ricci, Bari, 1981,
p. 59-83.
125
Ibid., p. 59 ss. e EDSMAN, Ignis Divinus, p. 184-185.
126
È interessante rilevare come un episodio per certi versi affine si trovi nel mito
babilonese di Etana, dove un’aquila dialoga con il dio del Sole Samas, il quale custodisce
76 E. ALBRILE
135
Cfr VAN DEN BROEK, The Myth of the Phoenix, p. 335-389.
136
Per questa tematica nello gnosticismo cfr il mio «…In principiis lucem fuisse ac
tenebras», p. 109 ss.
137
Vd. anche D.M. COSI, Nota sull’utilizzazione cristiana della leggenda della fenice,
in U. BIANCHI-H. CROUZEL (cur.), Arché e Telos. L’antropologia di Origene e di Gregorio
di Nissa. Analisi storico-religiosa, Atti del Colloquio (Studia Patristica Mediolanensia,
12), Milano, 1981, p. 274-279.
138
De ave phoen. 168-169 (in E. RAPISARDA, L’Ave Fenice di L. Cecilio Firmiano
Lattanzio [Raccolta di Studi di Letteratura Cristiana Antica, 4], Catania, 1946, p. XV).
139
De resurr. mort. 13, 1-2 (PL 2, 811).
140
Cfr PG 36, 829A; VAN DEN BROEK, The Myth of the Phoenix, p. 359, n. 3.
141
Orat. 31, 10 (in GRÉGOIRE DE NAZIANZE, Discours 27-31, ed. P. Gallay, avec la
coll. de M. Jourjon [Sources Chrétiennes, 250], Paris, 1978, p. 294-295).
142
Ann. I, 46 (PG 158, 108).
143
Cfr TARDIEU, Pour un phénix gnostique, p. 135.
78 E. ALBRILE
6. Il colore dell’immortalità
157
Cfr De mens. IV, 11 (in IOANNIS LIDI, Liber de mensibus, ed. R. Wuensch, Stutt-
gart, 1898 [repr. 1967], p. 76).
158
Per questo vd. quanto detto in H. JONAS, Lo gnosticismo, Torino, 19952, p. 69 ss.
159
Or. Mund. II, 127, 14-15 (BÖHLIG-LABIB, Die koptisch-gnostische Schrift, p. 108-
109; LAYTON, Nag Hammadi Codex, p. 90-91; MORALDI, Testi Gnostici, p. 248).
160
Cfr VAN DEN BROEK, The Myth of the Phoenix, p. 422.
161
Cfr Contra Cels. IV, 98.
162
De ave phoen. 120; cfr CLAUDII CLAUDIANI, Phoenix (ed. Ricci, p. 85-86).
163
HEROD. II, 73, 4-5.
164
Hierogl. II, 57.
82 E. ALBRILE
165
Cfr ROCCI, Vocabolario Greco-Italiano, p. 1975b.
166
Cfr in partic. A. BORGHINI, Cane-uccello, cani e uccelli: incomprensione culturale
e recupero del «reale» come retorica in alcuni passi di Agatia, in AA.VV., Atti del
Convegno «Prospettive nel tardo-antico» (Pavia 27-28.11.1997), in corso di stampa;
singolare figura di studioso al crocevia tra antropologia, religionistica e filosofia, il prof.
Borghini ha dedicato a questo affascinante argomento una parte del corso di Antropologia
Culturale nell’A.A. 1997-1998.
167
Scut. Herac. 134 (in HESIOD, The Homeric Hymns and Homerica, ed. H.G. Evelyn-
White, London-Cambridge [Mass.], 1959, p. 228-229).
168
Cfr ROCCI, Vocabolario Greco-Italiano, p. 1970b.
169
Di questo ho trattato in numerosi miei precedenti lavori; qui vorrei solo richiamare
il magistrale ed indispensabile studio di G. WIDENGREN, Die iranische Hintergrund der
Gnosis, in Zeitschrift für Religions- und Geistesgeschichte, 4 (1952), p. 97-114, poi
compendiato in K. RUDOLPH (Hrsg.), Gnosis und Gnostizismus (Wege der Forschung,
262), Darmstadt, 1975, p. 410-425.
170
Dadestan i denig 37, 35-36 (ed. Anklesaria, p. 84-85 = 36, 25-26), in C.G. CERETI,
La figura del redentore futuro nei testi iranici zoroastriani: aspetti dell’evoluzione di un
mito, in Annali dell’Istituto Orientale di Napoli, N.S., 55 (1995), p. 42.
L'UOVO DELLA FENICE: ASPETTI DI UN SINCRETISMO ORFICO-GNOSTICO 83
171
Cfr Gh. GNOLI, Osservazioni sulla dottrina mazdaica della creazione, in Annali
dell’Istituto Orientale di Napoli, N.S., 13 (1963), p. 163 ss.; e S. SHAKED, The Notions
menog and getig in the Pahlavi Texts and their relation to Eschatology, in Acta
Orientalia, 33 (1971), p. 57-70.
172
Cfr Zaratust Name 1170, cit. in CERETI, La figura del redentore, p. 43; della
libagione di latte narcotico nella tradizione iranica ho trattato (con ampia bibliografia) nel
mio Il segreto della Madre Lucente. Estasi e teurgia nel sincretismo gnostico (di pros-
sima pubblicazione).
173
Per la definizione di gnosi «giudeo-iranica» e la relativa bibliografia, vd. il mio
lavoro I Sethiani: una setta gnostica al crocevia tra Iran e Mesopotamia, in Lauren-
tianum, 37 (1996), p. 377 ss.; ed in partic. Il mistero di Seth. Sincretismo gnostico in una
perduta apocalisse, ivi, 39 (1998), p. 413 ss.
174
Si tratta di uno scritto gnostico sul quale mi sono soffermato più volte. Mi
permetto quindi di rinviare, per la bibliografia e gli ulteriori approfondimenti, ai miei due
lavori Zurvan tra i Mandei? Un excursus sulle origini dello gnosticismo, in Teresianum,
47 (1996), p. 223 ss., e Le Acque del Drago. Note in margine alla Passione e martirio di
santo Stefano Protomartire, in Studi sull’Oriente Cristiano, 3 (1999), p. 5-53.
175
II Log. Seth. VII, 57, 14 (ed. B.A. PEARSON, Nag Hammadi Codex VII [Nag
Hammadi and Manichaean Studies, XXX], Leiden-Köln, 1996, p. 168-169).
176
T II D 178 III verso 4a = Angad Rosnan VI, 9a; cfr M. BOYCE, The Manichaean
Hymn-Cycles in Parthian (London Oriental Series, Vol. 3), London, 1954, p. 140 (testo),
84 E. ALBRILE
p. 141 (trad.), che segnala (n. 2 p. 141) come testo parallelo il Keph. 51; vd. anche
G. WIDENGREN, The Great Vohu Manah and the Apostle of God. Studies in Iranian and
Manichaean Religion, Uppsala-Leipzig, 1945, p. 17, che integra con padmoza[n ke
padmuxt], senza però aver preso visione del manoscritto; l’integrazione dell’aggettivo
bam[ig] è fatta seguendo il testo di W. SUNDERMANN, The Manichaean Hymn-Cycles
Huyadagman and Angad Rosnan in Parthian and Sogdian (Corpus Inscriptionum
Iranicarum, Suppl. Ser. 2), London, 1990, p. 17, gentilmente segnalatomi dal dr. Morano,
che ringrazio sentitamente.
177
Cfr EPHRAEMI SYRI, Hymni et Sermones (ed. Lamy, IV, col. 629, 2), in G. WIDEN-
GREN, Mesopotamian Elements in Manichaeism. Studies in Manichaean, Mandaean, and
Syrian-Gnostic Religion (King and Saviour, II), Uppsala-Leipzig, 1946, p. 59.
178
Test. Abram. 20 (rec. A), ed. M.E. STONE, The Testament of Abraham. The Greek
Recensions (Texts and Transl., 2 — Pseudepigrapha Ser. 2), SBL — Missoula, 1972,
p. 54-55; vd. anche il comm. di M. Delcor in Le Testament d’Abraham (Studia in Veteris
Testamenti Pseudepigrapha, II), Leiden, 1973, p. 171-173. Devo questa segnalazione al
prof. F. Pennacchietti, che in un lavoro di prossima pubblicazione nella Festschrift
Fronzaroli tratterà proprio del «lenzuolo celeste» in relazione alla daena iranica; vd. poi
la recente trad. it. di C. Colafemmina (Roma, 1995), che rende la frase con «drappo
divinamente intessuto» (p. 76).
179
Cfr A. DELATTE, Anecdota Atheniensa, I: Textes grecs inédits relatifs à l’histoire
des religions (Bibliothèque de la Faculté de Philosophie et Lettres, XXXVI), Liège-Paris,
1927, p. 467, 43; 468, 8; 523, 17; 596, 16.
L'UOVO DELLA FENICE: ASPETTI DI UN SINCRETISMO ORFICO-GNOSTICO 85
180
Cfr KERN fr. 32b IV (p. 106).
181
Sulle agapi orfiche vd. ancora V. MACCHIORO, Zagreus, p. 65 ss.
182
Per questo mi riferisco in particolare ai lavori del prof. G. Samorini pubblicati in
Eleusis, 1 (1998) e 2 (1999). Nel concludere ringrazio vivamente la dr.sa Emanuela Turri.