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Fondazione Istituto Gramsci

Sogni privati e sogni pubblici: Macrobio e il platonismo politico


Author(s): Marta Cristiani
Source: Studi Storici, Anno 27, No. 3, Giustizia e reati sessuali nel Medioevo (Jul. - Sep., 1986),
pp. 685-699
Published by: Fondazione Istituto Gramsci
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20565719 .
Accessed: 17/02/2014 16:45

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Ricerche

SOGNI PRIVATI E SOGNI PUBBLICI:


MACROBIO E ILPLATONISMO POLITICO
Marta Cristiani

Iniziando il commento al Somnium Scipionis,uno dei vertici di quella classici


ta in cui un'6lite pagana definitivamente sconfitta difende lapropria identita
storica,Macrobio premette alla sua opera esegetica la ben nota, ampia e com
plessa trattazione sulla nozione di fabula, sulmito come espressione, talvolta
apparentementeaberrante,della realtadivina: trattazione in cui confluisce, at
traversoPorfirio, tutta una tradizionedi allegorismoplatonico-stoico'.A una
fonte porfiriana, in particolare al commento perduto allaRepubblicadi Plato
ne, e stata ricondotta anche la classificazione dei sogni, che immediatamente
segue la trattazione sulmito2, e che costituisce, insieme alla classificazionepar
zialmente analoga di Artemidoro di Daldi, una delle definitive sistemazioni
della tipologia anticadel sogno3:ad essa si riferiscono infatti ledottrinemedie
vali sul sogno, a partire soprattutto dall'ampio commentario, commentario al
secondo grado, che uno deimaestri di Chartres,Guglielmo di Conches, dedica
all'operadiMacrobio4.

1
Cfr. Macr., Commentarii in Somnium Scipionis, ed. I.Willis, Lipsiae, 1963. Per l'identificazione
fabula-mythos cfr. Aug., Civ.,6, 5. Su questo tema sia sufficiente rinviare a J. P?pin, Mythe et all?go
rie. Les origines grecques et les contestations jud?o-chr?tiennes, Paris, 1953; P. Demats, Trois ?tudes de
et m?di?vale, Gen?ve, 1973 e, per quanto riguarda la rinascita m?di?vale de
mythographk antique
gli studi classici, P. Dronke, Fabula. Exploration into the Use of Myth in Medieval Platonism,
1974. Per quanto riguarda Porfirio come fonte
Leiden-K?ln, principale di Macrobio, cfr. P. Cour
celle, Les lettres grecques en Occident deMacrobe ? Cassiodore, Paris, 19482 ,pp. 3-36 (in particolare,
per l'uso dell'esegesi allegorica porfiriana, applicata alla teolog?a, nei Saturnalia, cfr. pp. 16-21), so
stanzialmente et le latin ? lafin du IVe si?cle, Leiden,
seguito da J. Flamant, Macrobe n?oplatonisme
1977, in cui l'analisi punt?ale e minuziosa delle fonti riconduce comunque a
prevalentemente
Porfirio (cfr. pp. 652 sgg. sulla religione di Macrobio).
2
Cfr. P. Courcelle, Les lettres, cit., p. 23, n. 6; J. Flamant, Macrobe, cit., p. 163, n. 58 (il tema appa
re
pi? vicino
a un commentario alla Repubblka, che non aile Quaestiones Homericae dello stesso
Porfirio: problema comunque insolubile, dal momento che le due opere sono entrambe perdute).
3
Su questa tipologia, sui suoi valori, cfr. il recentissimo J. Le Goff, Le Christianisme et les r?ves

(IF-VIF si?cles), in Isogni nel Medioevo, a cura di T. Gregory, Roma, 1985, pp. 171-215 (cfr. soprat
tutto pp. 175-185). Nello stesso volume cfr. anche per i riferimenti bibliografici, G. Guidorizzi,
L'interpretazione dei sogni nel mondo tardoantico: oralit? e scrittura, pp. 149-170, che dedica parti
colare rilievo al P?ri enypnion di Sinesio di Cirene, opera che resta al di fuori della prospettiva di
questo studio.
4
II testo ? ancora in?dito: cfr. Ms. Bibl. Vat., Urbin. lat. 1140, fol. 13r sgg. Per la fortuna di Ma

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Artemidoro costruisce la sua semantica e la sua retoricadel sognomuovendo


dalla distinzione, fondamentaleper l'interpretedi professione, fra sogno signi
ficante dal punto di vista della conoscenza del futuro, somniumpropriamente
detto (oneiros),e sogno non significanteperche pesantemente condizionato da
un particolare stato fisiologico, la fame, la sete, il desiderio erotico o l'eccesso
di cibo, cioe l'insomniumo enypnion,. indicativo di una presente condizione
del corpo, avente quindi valore di signum soprattutto per la diagnostica
medica5.Macrobio, di cui LeGoff ha precisamente rilevato l'interessea stabili
re una gerarchiafra soggetti sognanti, gerarchiache condiziona evidentemente
la veridicita dei loro sogni, adotta una fenomenologia ben piu complessa di
quella di Artemidoro, posta sotto il segno del valore cosl tipicamentemacro
biano della vetustas6,e includenelle categorieoniriche le forme divinatorie so
lenni della visione e dell'oracolo.
Una volta stabilita ladistinzione fra sogni divinatori, significanti, e quindime
ritevoli di una propria e particolareermeneutica, e sogni privi di valore divina
torio, allaprima categoria,oltre al somnium (oneiros)propriamente detto, che
sotto il velo della figurazione nasconde quasi labirinticamente la realta da
mostrare7, appartiene la visio (orama),coincidente invece con la realta che si
rivela8:forme che Artemidoro include entrambe nella categoria unica del
somnium-oneiros,distinguendo pero fra sogni (<teorematici>o (theorematikoi),e

crobio nel Medioevo, cfr. P. Courcelle, La post?rit? chr?tienne du Songe de Scipion, in ?Revue des
?tudes Latines?, 36, 1958, pp. 205-236; H. Silvestre, Survie de Macrobe au Moyen Age, in ?Classica
et Medievalia?, 24, 1963, pp. 170-180.
5
Cfr. Oneirocriticon Libri V, ed. R. A. Pack, Lipsiae, 1963,1, 1, p. 3 (ma cfr. anche, dello stesso
testo, ed. J. G. Reiff, Lipsiae, 1805). Su Artemidoro, cfr. C. Blum, Studies in theDream-Book ofAr
temidorus, Diss., Uppsala, 1936; W. Kurt, Das Traumbuch des Artemidoros im Lichte der Freud
schen Traumlehre, in ?Psyche?, 4, 1950, pp. 488-512; H.Bender, Prognose und Symbol beiArtmido
ros im Lichte der modernen in F. S. Krauss, Artemidoros von Daldis.
Traumpsychologie, Symbolik
der Tr?ume, Basel-Stuttgart, rist. 1955, pp. 355-369. Per una linea, meritevole di ulteriori sviluppi,
di interpretazione del testo in chiave folkl?rica e
antropol?gica, cfr. E. Riess, Volkst?mliches bei
Artemidoros, in ?Rheinisches Museum?, 49, 1894, pp. 177-193. Per l'importanza del sogno nella
cfr. Gal., De dignotione ex insomniis, ed. C. G. K?hn,
diagnostica medica, ?Corpus Medic.
Graec?, VI, pp. 832-835 (ed. G. Guidorizzi, ?Boll. Class?, n.s., 21, pp. 81-105); Ps. Hippocrates,
Insomnia, regimen, IV, 6, ed. H. Diels, ?Hermes?, 45, 1910, pp. 146-150; Ps. Hippocrates, De vic
tu, ed. R. Joly, Paris, 1967. Cfr. W. H. R?scher, Epialtes. Eine pathologisch-mythologische Abhan
dlung ueber die Alptr?ume und Alpdaemonen des klassische Altertums, in ?Abhand. der K?nigl.
S?chsischen Gesellsch. der Wissensch. zu Leipzig?, 20, 2, Leipzig, 1900.
6
Cfr. Comm., 1,3. Per l'elogio della vetustas adoranda, cfr. Saturnalia, 3, 4, 12, ed. I.Willis, Lip
siae, 1963.
7
Comm., 1, 3,10: ?Somnium proprie vocatur quod tegit figuris et velat ambagibus non nisi inter
pretatione intellegendam significationem rei quae demonstratur, quod qu?le sit non a nobis expo
nendum est?. La distinzione fra sogni significanti e non 1, 3, 2-3) ? natural
significanti (Comm.,
mente ripresa nel commentario di Guglielmo di Conches, per sviluppare soprattutto il tema della
fisiologia del sogno, sottolineando, il che mi sembra di estremo interesse, l'importanza della fun
zione c?r?brale nell'attivit? onirica (cfr. Ms. cit., fol. 14r): ?Sed quia sunt quedam sompnia que ali
et digna sunt expositione
quid significant quedam que nihil... ostendit que sompnia digna sunt ex
positione et que non? (ivi, fol. 13r).
8
Comm., 1, 3, 9: ?visio est autem cum id quis videt quod eodem modo quo apparuerat eveniet.

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687 Macrobio e iiplatonismopolitico

sogni allegorici (allegorika)9.Ai sogni significanti appartiene infine, secondo


Macrobio, la solennita dell'oraculum(chrematismos),rivelazione trasmessacon
ilmezzo onirico da un grave e santo personaggio, antenato o sacerdote,o da
un dio in persona'0.Nell'epica virgiliana l'ombrasolenne e sacraledi personag
gi defunti, secondo I'esempioillustredi Ennio, tende a sostituire lepiu invero
simili apparizioni degli dei, ilmeraviglioso dell'epica anticall.
Se la classificazionediMacrobio deriva da Porfirio, resta allora aperto, nello
sfondo, l'interessanteproblema del rapporto fra le dottrine del Porfirio teur
go, dell'autore della Philosophiaoraculorum,prima della conversione plotinia
na del 26312,e una dottrina che tende evidentemente a ricondurrealla divina
zione <naturale>del sogno'3 la rivelazione oracolare.
L'accurata fenomenologia dei sogni privi di valore divinatorio assume infatti,
inMacrobio, la funzione di garantirea contrario i criteri di affidabilitadei so
gni significanti. La seconda categoria comprende infatti l'insomnium
enypnion, l'incubo provocato dalla cura, dall'angosciadeterminata da condi
zioni travagliatedell'animo, del corpo e della fortuna'4,e il visum-phantasma,
amicum peregre commorantem quern non cogitabat visus sibi est reversum videre, et procedenti
obvius quern viderai venit in amplexus?.
9
Onirocr., 1, 2.
10 cum in somnis parens vel alia sancta
Comm., 1, 3, 8: ?et est oraculum quidem gravisque perso
na seu sacerdos vel etiam deus aperte eventurum aut non eventurum, faciendum vitandumve
quid
denuntiat?.
11 Cfr. A. // sogno nell'epica latina. Tecnka epoesia, Palermo, 1967, pp. 27 sgg.
Grillone,
12 Cfr. 1913 (rist. Olms,
J. Bidez, Vie de Porphyre, le philosophe n?oplatonicien, Gand, 1964).
13
Sui sogno corne forma di divinazione naturale, cfr. il sempre valido A. Bouch?-Leclercq, Hi
stoire de la divination dans l'Antiquit?, 4 voll., Paris, 1879-82 (rist., Bruxelles, 1963), I, 2, pp. 277
sgg. (per quanto riguarda gli oracoli dei morti, cfr. vol. III, pp. 367 sgg.). Sulla divinazione, cfr.
en Gr?ce, in A. Caquot -M.
inoltre J. Defradas, La divination Leibovici, La divination, I, Paris,
1968, pp. 157-195; E.R. Dodds, in Classkal Antiquity, in The Ancient
Supernormal Phaenomena
Concept of Progress, Oxford, 1973, pp. 156-210; R. Bloch, La divination dans l'Antiquit?, Paris,
1984. Sui sogno nella civilt? antica, cfr. ancora, oltre ai testi gi? citati, B. B?chsensch?tz, Traum
und Traumdeutung in Alterthum, Berlin, 1868; I. Fischer, Ad artis veterum onirocritkae historiam
symbola, Diss. Jena, 1899; H. Kenner, Oneiros, in RE, XVIII, coll. 448-59; T. Hopf er, Traumdeu
tung ivi, VI, 2, coll. 2233-45; L. Thorndike, Ancient and Medieval Dream-Books, in A History of
and Science, II,New York, 1923, pp. 290-302; A. Brelich, Le r?le de r?ves dans
Magic Experimental
-
la conception religieuse du monde en Gr?ce, in Le r?ve et les soci?t?s humaines, ed. R. Caillois G.E.
von Gr?nebaum, Paris, 1967. Per quanto riguarda l'et? imp?riale, cfr. D. Del Corno, e la
Isogni
loro interpretazione nell'et? dellTmpero, in ANRW, 1978, pp. 1613-1615. Per quanto riguarda la
pratica particolare dell'incubazione nei santuari, cfr. L. Deubner, De incubatione capita IV, Lip
siae, 1900.
14
Cfr. Comm., 1, 3, 4-6. La nozione di insomnium, particularmente importante nella diagnostica
su dati esclusivamente
medica (cfr. sopra, nota 5), era stata definita, fisiologici, gi? da Aristotele,
seguito da Stratone di Lampsaco: cfr. Arist., De insomnia, in Parva naturalia, 3,
probabilmente
462A, ed. D. Ross, Oxford, 1955; Themist., In Arist. insomniisparaphr., ed. L. Spengel, Lipsiae,
1866,1, p. 275 (sull'opera omonima di Stratone di Lampsaco e sulle sue probabili teorie, cfr. F.
Wehrli, Dk Schule des Aristoteles, 5, Straton von Lampsakos, Basel, 1950, p. 48; D. Del Corno,
Graecorum de re onirocritka scriptorum reliquiae, Milano-V?rese, 1969, pp. 145-147). Per l'uso di
questa nozione nella cultura latina, cfr. V. Ussani jr., Insomnia. Saggio di critica semantka, Roma,
1955.

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lavisione fra laveglia e il sonno, incertao terrificante, lieta o agitatal5,di cui


costituisce la forma oppressival6.
1l<<efialte>
All'interno di questaminuziosa e complessa classificazione si inserisce una
classificazioneulteriore, comune aMacrobio e adArtemidoro, riferitadaMa
crobio alla prima forma di sogni divinatori, il somnium propriamente detto,
daArtemidoro alla categoriadei sogni allegorici, gli unici che interessano l'in
terpreteprofessionale. Secondo questo schema, probabilmente elaborato ap
punto negli ambienti dellamantica professionale, il sogno puo essereproprium
(idios)quando compare in esso il soggetto che sogna, alienum (allotrios)quan
do un altro ne e protagonista, communequando il soggetto compie nel sogno
azioni in compagniadi altri (koina),publicumquando l'ambientee quello della
citta o dei suoi luoghipubblici (demosia),generalequando il sogno raggiungela
visione cosmica, o comunque include elementi dell'ordine sovrastante
dell'universo (kosmika)"7.
Anche se questo schema, che costituisce evidentemente il punto di arrivo, la
stratificazionedi classificazioni,di <<schemi ben piu antichil8,assolve
di civilta>>
indubbiamenteperMacrobio la funzione di un'argomentazione retorica,uti
lizzataper far rientrare iAracconto ciceroniano in tutte le classificazionil9- te
nuto conto comunque del valore in se che la retorica rappresenta in questo
contesto culturale- si deve tuttavia riconoscere che la <enomenologia> del
sogno assume un particolare rilievo ideologico per la stretta connessione esi
stente con la teoria delmito, precedentemente esposta daMacrobio. Connes
sione fondatasul rapportooriginario che intercorrefra il racconto ciceroniano
e ilmito di Er, narrato da Platone (Resp.,X, 614-621).Cicerone sceglie infatti

15
Cfr. Comm., 1, 3, 7. Per Artemidoro il fantasma non costituisce una
categor?a a s?, ma una va
riet? deWinsomnium, Yinsomnium cum collatum (Onir., 1, 1, p. 3; cfr. Arist., De in
phantasmate
somniis, 462A, 2-8; Themist., In Arist. insomniis paraphr., p. 275, 17-26). Come ricorda esplicita
mente Artemidoro, il tema del fantasma era stato sviluppato da Artemone di Mileto (cfr. Porph.,
Quaest. Horn., ad //., 16, 854, ed. W. Schrader, p. 217; Fulgentius, 1, 13; Tertullianus, De
Mythol,
anima, 46, 10, ed. J.H. Waszink, Amsterdam, 1947, p. 851).
16
Cfr. Comm., 1, 3, 7.
17
Comm., 1, 3, 10-11: ?huius [seil, sommii] quinqu? sunt species,aut enim proprium aut alienum
aut commune aut publicum aut gen?rale est. est cum se
proprium quis facientem patientemve ali
quid somniat, alienum cum alium, commune cum se una cum alio,
publicum est cum civitati fo
rove vel theatro seu
quibuslibet publicis moenibus actibusve triste vel laetum quid aestimat acci
disse, gen?rale est cum circa solis orbem lunaremve globum seu alia sidera vel caelum omnesve
terras 1, 2); con una diversa tassonomia:
aliquid somniat innovatum? (cfr. Artem., Onir., sull'ori
gine professionale delle classificazioni, cfr. Del Corno, Graec, de re onirocritica, cit., pp. 174
175, che formula l'ipotesi di una possibile attribuzione ad Artemone di Mileto, torse sulla base di
elementi tratti dalla teor?a di Calcidio, In Tim., 256, ed. J.H. Waszink, London-Leiden, 1962; cfr.
J.H. Waszink, Die sogennante F?nfteilung der Tr?ume bei Chalcidius und ihre Quellen, in ?Mnem
syne?, 10, 1942, pp. 65-85; A.H. Kessels, Ancient Systems of Dream Classification, ivi, 1969, pp.
389-424.
18
Cfr. il classico E.R. Dodds, / Greci e l'irrazionale, trad. it. Firenze, 1973, cap. IV, pp. 119 sg.
su
(specialmente, questi schemi, pp. 127-129).
19
Cfr. J. Flamant, Macrobe et le n?oplatonisme, cit., p. 163.

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689 Macrobio e ilplatonismopolitico

la formadi divinazione naturaledel sogno per renderel'investituradel giovane


Scipione, la legittimazione a un destino di potere secondo giustizia, avente
quindi valore universale e cosmico, ben piutplausibile e verosimile di quanto
non sia, nel testoplatonico, il racconto della vera e propria resurrezionedi Er,
del suo vero ritorno dal regno dellamorte20.
Nonostante la testimonianzadiMacrobio, secondo laqualeCicerone avrebbe
condiviso, nel commento alla Repubblica, la polemica tradizionale dei
platonici2l,diretta contro la figuradel tutto emblematicadell'epicureo incre
dulo Colotes, e trasmessaattraversoPlutarco fino al commentario di Proclo
(polemicapresente, con ogni probabilita anche nel commentario perduto di
Porfirio)22,la scelta, da parte di Cicerone, di un sogno (<oracolare>>,e tuttavia
plausibile sul piano dell'esperienzavissuta, tende a ridurrealminimo l'elemen
tomitico, salvaguardandopero la solennita, il caratteredi rivelazionedel tema
platonico del destino dell'anima. IIprocedimento letterariodi Cicerone e in
un certo senso inverso a quello diMacrobio, in cui la complessa e puntigliosa
classificazionedei sogni tende a conferire ilmassimo rilievo e lamassima auc
toritasal racconto ciceroniano.Cicerone, al contrario, sembra richiamare in
via del tutto incidentale l'auctoritasdi un altro famoso sogno di legittimazione
e di investitura,che <<fondao in qualchemodo la legittimitadella letteraturala
tina, I'apparizionedel padre di tutti ipoeti, Omero, al poeta Ennio. Tema ap
parentemente usato solo per illustrare ilmeccanismo psicologico del sogno,
che rendevisibili nel sogno oggetti particolarmentepresenti al pensiero nello
stato di veglia:Omero e la sua poesia per Ennio, o, per il giovane Scipione,
l'antenatovincitore diAnnibale, che l'atmosferadel viaggio inAfrica e i fervi
di ricordidel vecchio reMassinissa, durante il banchetto della seraprecedente,
avevano contribuito potentemente ad evocare23.In realta l'autore che nel De

20
Cfr. P. Boyanc?, Etude sur le songe de Scipion (Essais d'histoire et de psychologie religkuse), Limo
ges, 1936, pp. 37 sgg., a cui si rinvia anche per la discussione sui problema delle fonti (cfr. pero an
che Cic, Somnium Scipionis, ed. A. Ronconi, Firenze, 1961).
21
Cfr. Comm., 1, 1,9. Cfr. Favonius Eulogius, Disputado de Somnio Scipionis, ed. Van Weddin
gen, Bruxelles, 1957, cit. da P. Boyanc?, Etude, cit., pp. 44-53.
22
Cfr. Proclus, In Platonis rem publicam, ed. W. Kroll, 2 voll., Lipsiae, 1901, II, p. 96, in cui l'au
tore cita i commentatori, tutti platonici, che si sono occupati del mito di Er: Numenio, Albino,
Gaio, Massimo di Nicea, e soprattutto Porfirio: ?Le commentaire de Proclus sem
Harpocration
ble l'aboutissant d'un travail continu d'ex?g?se, et, bien que cet auteur ne mentionne comme ses
sources directes que des commentaires... il doit nous conserver des ?l?ments beaucoup plus an
ciens. N'en est-il pas ainsi dans les pages qui visent Colotes? On sent qu'il y a l? comme une partie
traditionnelle: une
ex?g?se du mythe d'Er se devait de commencer par "une r?ponse ? Colotes";
mais cette tradition n'a pu s'?tablir qu'? une ?poque, o? le livre de Colotes ?tait encore relative
ment recent?
(Boyanc?, Etude, cit., p. 47).
23 del so
Cfr. Cic, Somm, Scip., 1, 3, 4. Cfr. A. Grillone, Il sogno, cit., pp. 18-21, sull'interpretazione
di Ennio, aventa, secondo una linea da molti studiosi, e valore di consacrazio
gno seguita significato
ne po?tica, sui modello callimacheo e alessandrino, o da considerarsi invece testimonianza preziosa
di una religiosit? neopitagorica, di una fede filos?fica nella metempsicosi, sulla linea del grande
studioso delle tradizioni misteriche Reitzenstein (oltre a E. Reitzenstein, Zur Stiltheork des Calli

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690 Marta Cristiani

divinatione aveva puntualmente esposto le teorie dei filosofi sul sogno, anche
se probabilmente concludendo in senso scettico e razionalista,non poteva es
sere meno consapevole di Macrobio della complessa natura dell'esperienza
onirica, della sua possibile equivalenza all'esperienzadella possessione divina:
laquiete del sonno rappresentainfatti la forma specularedellamania, del divi
no furore che libera l'animadalle costrizioni del corpo, secondo un insegna
mento attribuito al peripateticoCratippo di Pergamo24,la cui difesa del valore
divinatorio del sogno e ripresa,nel primo libro dell'opera, daQuinto Cicero
ne, insieme a dottrine, elementi, notizie di origine diversa, derivanti anche da
fonti di origine accademica,ma soprattutto dall'opera di Posidonio25. II rac
conto, carico di significatipolitici, dell'apparizionediMario all'autore stesso,
nel De divinatione26,indica sufficientemente la complessita della posizione ci
ceroniana, complessita che consente quella identificazionedi fondo tra laper
sona di Scipione e lapersona di Cicerone, che fornisce una delle possibili chia
vi di letturadel Somnium27.
Nonostante il diverso <<realismo? psicologico e di ambientazione del racconto
ciceroniano rispetto allo splendentemito di Er, realismodettato anche dal di
verso intento politico, dalmomento che Cicerone, come sottolineaMacrobio,
discute della respublicaromananella sua storicita, <<qualisesset amaioribus in

machos, Festschrift f?r R. Reitzenstein, Leipzig, 1931, p. 53, cfr., fra gli altri, L. Ferrero, Storia del
pitagorismo nel mondo romano, Cuneo, 1955, p. 203).
24
Cfr. De div., 2, 48, 100, ed. A.S. Pease, Darmstadt, 1963, p. 520: ?Haec me Peripateticorum ra
tio magis movebat et veteris Dicaearchi et eius qui nunc floret Cratippi, qui censent esse inmenti
bus hominum tamquam oraculum aliquod
ex quo futura praesentiant, si aut furore divino incita
tus animus aut sommo relaxatus solute moveatur ac libere? (l'attribuzione a Cratilo, da parte del
Reinhardt, di materiali riconosciuti come posidoniani, trasmessi dal De divinatione, ha dato origi
ne a una sulla quale si rinvia a D. Del Corno, Graecorum de re onirocritica
complessa pol?mica
scriptorum reliquiae, cit., pp. 167-171; cfr. anche, per la confutazione delle tesi del Reinhardt, M.
Pohlenz, Poseidonios' Affektenlehre und Psychologie, in Kleine Schriften, hrsg. v. H. D?rrie, I,Hil
desheim 1965, pp. 162 sgg). Sui De divinatione, cfr. P. Hartfelder, Die Quellen von Ciceros zwei
B?chern de divinatione, Freiburg, 1878 (per l'attribuzione a fonti di origine accademica dei mate
con derivanti probabilmente da testi di confutazione
riali inconciliabili gli schemi di Posidonio,
della mantica, cfr. I. Heinemann, Poseidonios' metaphysische Schriften, II, Breslau, 1928, p. 347:
von Apamea, in RE, 22, 1, coll. 792 sgg.).
opinione poi accolta in K. Reinhardt, Poseidonios
25 e del sogno in
Su Posidonio, sulla dottrina stoica della mantica, particolare, fondate entrambe
sui modello e vitalistico della realt?, sulla dottrina della simpatia universale, della presen
org?nico
za
germinale del futuro all'interno del presente, oltre agli studi gi? citati, cfr. K. Reinhardt, Posei
donios, M?nchen, 1921, pp. 424 sgg.; Id., Kosmos und Sympathie. Neue Untersuchungen ?ber Posei
donius, M?nchen, 1926, pp. 222 sgg.; M. Pohlenz, La Stoa. Storia di un movimento spirituale, trad,
it. Firenze, 1967, pp. 476-478; G. Pfligersdorffer, Studien zu Poseidonios, in ?Sitzungsber. ?sterr.
Ak. d. Wiss., 69 sgg.; M. Laffranque, Poseidonios d'Apam?e, Paris,
phil.-hist. Kl.? 232, 5, 1959, pp.
1964.
26
De div., 1, 28, 59, pp. 198 sgg.
27
Cfr. P. Boyanc?, Etude, cit., p. 49, in cui si sottolinea la diversit? della nozione di giustizia cice
roniana e plat?nica: per l'autore latino si tratta soprattutto della pratica della giustizia da parte
dell'uomo di Stato, di Scipione-Cicerone in particolare, piuttosto che della norma universale in
senso
plat?nico.

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691 Macrobio e il platonismopolitico

mentre Platone avevaprogettato il suo dover essere ideale,<qualisesse


stituta>>,
deberet.28,iilcommentatore avverte tuttavia lanecessitadi difendere entrambi
gli autori, Platone eCicerone, dall'accusadi inverosimiglianza.Accusa che at
traverso il processo di demistificazione del linguaggiosimbolico, la riduzione
delmito amendacium, investe ladottrina piu profonda, contenuta nell'involu
cro del figmentum29:

Haec quoniam,dum de PlatonicoEre iactantur,etiamquietemAfricani nostri so


mniantisaccusant- utraqueenim subadpositoargumentoelectapersonaest quaeac
commodaenuntiandishaberetur - resistamusurgentiet frustraarguensrefellatur,
ut
una calumniadissolutautriusquefactumincolumen,ut fasest, retineatdignitatem30.

Tra la classificazionedelle diverse nozioni di fabula, di cui laprima, a destina


zione puramente edonistica, <<conciliandaeauribus voluptatis>>31, la fabula
<<d'evasione>>della commedia e del romanzo, e a priori esclusadall'universodei
significatie dei valori della filosofia, e la successivaclassificazionedei sogni sus
siste allora, nella logica del testo di Macrobio, uno stretto parallelismo, in
quanto destinate entrambe, con i loro <<distinguox. fra cio che e compatibile o
incompatibile con un discorso di verita, a difendere il nucleo profondo della
dottrina di Platone e di Cicerone contro gli avversaritradizionalidi ogni spiri
tualismo, l'intera setta, <<tota factio>>,degli epicurei, <<aequo sempererrore a ve
ro devians et illa aestimans ridendoquae nesciatv>32. Nella primameta del seco
loV (secondo ladatazione attualedell'opera diMacrobio)33, in un contesto in
cui paganesimo e cristianesimo,divenuta ormai impossibileuna lotta di pote
re, gareggianocomunque per una conquista sempre piu vertiginosa della tra
scendenza,per una dimostrazione di semprepiu intenso, profondo o estenua
to spiritualismo, si puo ragionevolmentepensare che gli epicurei siano qualco
sa di diverso da un fantasmastorico, o da una pura figuraretorica,qualcosaco
me l'insipiens,la figuradialetticadell'ateo nell'argomento ontologico di Ansel
mo? Tuttavia il genere di avversarida cuiCicerone difenderebbe ilmito plato
nico, preoccupandosi della relativaverosimiglianza del quadro del racconto,
risulta abbastanzaprecisamente individuato:non si trattadell'imperitumvul
gus,ma della categoriaben piu pericolosa degli ignorantiammantatidi presun

28
Comm., 1, 1, 1.
29
Ivi, 1, 2, 3-4.
30
Ivi, 1, 2, 5.
31
Ivi, 1, 2, 7.
32
Ivi, 1, 2, 3.
33
Cfr. A. Cameron, The Date and Identity ofMacrobius, in ?Journal of Roman Studies?, 56,1966,
pp. 24-38, che propone l'identificazione dell'autore dei Saturnalia, Macrobio Ambrogio Teodo
sio, con il Theodosius praefectus praetori in Italia nel 430 (C. Th., 12, 6, 33), identit? accettata dal
a cura di N. Marinone,
Marinone (cfr. I Saturnali di Macrobio Teodosio, Torino, 1967, pp.
16-17), mentre J. Flamant, Macrobe et le cit., pp. 93-95, propende piuttosto per
n?oplatonisme,
l'identificazione con ilMacrobius
proconsole d'Africa nel 410 (C. Th., 16, 10, 15 e 8, 5, 61).

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692 Marta Cristiani

zione, <<genus hominum vern ignarumsubperitiae ostentatione>, che per di piu


si avvicinano al testo prevenuti, con intenti esclusivamentepolemici, <<quippe
quos et legisse talia et ad reprehendendumconstaret animatos>>3.
Non mi sembra impossibilepensare che iAtoposdella polemica epicureacontro
ilplatonismo nasconda la realtastoricadi lettori altrettantoprevenuti,ma ben
piu vicini e presenti, come quei cristiani che l'operadiMacrobio, con suprema
eleganza e aristocraticodistacco dalla realta, tentadi cancellaree di esorcizzare
con il piu rigoroso silenzio, evitando di nominarli anche una sola volta: silen
zio ambiguo, evidentemente destinato ad evitare ogni polemica diretta contro
il potere cristiano (polemicaormai inammissibileper un funzionario imperia
le),ma che difficilmente, amio avviso, nasconde una ricercadi intesa,di con
cordismo religioso e spirituale.
II racconto di un sogno del filosofoNumenio, colpevole di aver divulgato, in
terpretandoliper iprofani, i segretideimisteri di Eleusi, conclude la trattazio
ne sulle forme allegoriche della fabula, dimostrando, con l'apparizionedelle
dee afflitte e profanate, in vesti di prostitute35,lanecessita di esprimereperfa
bulosa le verita che riguardanola sferamultiforme emolteplice dellamediazio
ne, la sferadell'anima e del demonico, delle divinita innumerevoli di tutte le
tradizioni36:I'ambito cioe del complesso sincretismo comune aMacrobio e a
Vettio Agorio Pretestato, il grande iniziato di tutti imisteri, il solenne Sara
stro, protagonista dei Saturnalia37. Le formemolteplici del divino, in cui ilmo
noteismo solare dei Saturnalia riconosce le epifanie diverse e mutevoli di
un 'unicadivinita, che avevano garantito la conservazione di una cultura uni
versalistica imperiale,assicurano al tempo stesso, sul piano metafisico, lame
diazione necessaria fra ilmondo dellamateria, delle apparenze, e il principio
supremo di tutte le cose, proton aition, la cuimens, il nous della classica triade
neoplatonica, contiene in se le ideeeterne della realta38.A questo vertice nessu

34
Comm., 1, 2, 1.
35
Ivi, 19.
36
Ivi, 1,2, 17 sg.
37
Su questo personaggio-chiave della storia dell'ultima Roma pagana, che incarna cos? profonda
mente un certo cfr., per la documentazione, ed. O.
Zeitgeist, Symmachus, Opera, Seeck,
MGHyAA, VI, 1, pp. LXXXIII-LXXXVIII.Cfr. inoltre T.W. Nicolaas, Praetextatus, Amsterdam, 1940;
A. Chastagnol, Les fastes de la Pr?fecture de Rome, Paris, 1962, pp. 171-178, e soprattutto, per com
prendere il contesto aristocr?tico romano della fine del sec?lo IV, S. Mazzarino, Antico tardoanti
co ed era costantiniana, I, Bar?, 1974; cfr. L. Cracco Ruggini, romano tra e
Ilpaganesimo religione
politica (384-394 d.C): per una reinterpretazione del ?Carmen contra paganos?, in ?Memorie della
Classe di scienze morali, storiche, filologiche dell'Accademia dei Lincei?, 23,1979, pp. 1-141. Per
quanto riguarda in particolare Pretestato protagonista dei Saturnalia, te?rico solenne di quella
teologia solare che costituisce evidentemente la religione di Macrobio, cfr. J. Flamant, Macrobe et
le n?oplatonisme, cit., pp. 26-36, 652 sgg.
38
Comm., 1, 2, 14 sg. Sulla filosof?a di Macrobio, cfr. Ph. M. Schedler, Die Philosophie des Macro
bius und ihr Einfluss auf die Wissenschaft des Mittelalters, in ?Beitr. z. Gesch. d. Philos, d. Mittelal
ters?, 13, 1916; Th. Wittaker, or
Macrobius, Philosophy, Science and Letters in the Year 400, Cam
bridge, 1923.

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693 Macrobio e il platonismopolitico

na forma simbolica,nihilfabulosumpuo essere infattiattribuito39, mentre lafa


bula, applicata al divino, e oggetto di una ulteriore limitazione, in quanto
esclude il turpe e l'osceno di alcunimiti, oggetto del restodi una costante pole
mica cristiana4O,nonostante l'antichitadella loro tradizione:a questapurezza e
dignita, che non coincide esattamentecon l'intero ambito delmito e della tra
dizione, corrisponde appunto il linguaggiodel mito filosofico di Er e del so
gno di Scipione, stadi evoluti e consapevoli sulla via dell'intelligenza del divi
no.
Se la definizione del genus cui lafabula appartiene implicauna serie di conse
guenze rilevanti sul piano ideologico e dottrinale, non potra considerarsidel
tutto esornativa e letterariala fenomenologia del sogno, utilizzata per sottoli
neare il caratteresolenne, oracolare,del testo ciceroniano,per operareuna sor
ta di sacralizzazionedel testo, in qualchemodo analoga alla sacralizzazione
tradizionaledell'opera platonica (operazione rilevante, in ambito latino, so
prattutto per il poema virgiliano). Processo che caratterizza in profondita la
cultura tardoantica,in cui l'oggetto privilegiato della grande attivita esegetica,
alla quale e affidataprevalentemente la trasmissionedel sapere, sia in ambito
pagano che giudaico-cristiano,e costituito da una scrittura-rivelazione,porta
trice e depositariadi ragioni al di ladell'umano4l.
La continuita Platone-Cicerone, continuita ideale,percepita evidentemente al
di ladelle profonde differenziazioni storiche, costituisce gia di per se unmoti
vo sufficiente, in un ambiente culturale saturodi platonismo, a determinare la
sceltadel Somnium Scipioniscome oggetto privilegiato, carico di senso, da in

39
Comm., 1, 2, 14.
40 e adultere? del
Ivi, 1, 2,10 sg. Sulle divinit? ?mostruose paganesimo, cfr., particularmente vici
no all'ambiente di Macrobio, Carmen contra paganos, 11-13: ?Iuppiter hie vester, Ledae superatus
amore, / fingeret ut eyenum, voluit canescere pluma? / ... Per fr?ta Parthenopes taurus
mugiret
adulter? / Haec si monstra placent, nulla sacrata p?dica? (ed. G. Manganaro, Ilpoemetto an?nimo
?Contra paganos? in ?Nuovo Didaskaleion?, 11, 1961, pp. 23 sgg.: tenendo presenti i complessi
problemi sollevati e le correzioni testuali proposte in L. Cracco Ruggini, Il paganesimo romano,
cit.). Ivi, 114: ?Omnia quae in templis positus tot monstra colebas?; 111 sg.: ?Sola tarnen gaudet
meretrix te consule Flora / ludorum
turpis genetrix Venerisque magistra? (sugli dei adulteri, cfr.
fra i molti, anche Firmicus Maternus, De errore profanarum religionum, ed. R. Turcan, Paris,
1982,9,1 sg.; 12, 3: ?Adulteria eorum [seil, deorum] omnia enumerare difficile est?). Per la pol?mi
ca sull'oscenit? dei riti iniziatici, cfr. al v. 77 l'affermazione che nessun iniziato ai mi
perentoria
steri pu? considerarsi ?Sacrato nulli liceat servare pudorem? ? e
p?dico: (si ricorda comunque
non mi sembra irrilevante per la prospettiva ? che il con
comprendere ideol?gica di Macrobio
vertito Firmico Materno, nel sec?lo precedente, non aveva esitato a fornire una descrizione detta
e delle formule misteriche: cfr. De errore, 21, 1 sgg.; 18, 1 sgg.).
gliata dei riti
41
La comune sacralit? dei testi di Omero e Platone, rivelatori entrambi di un'unica verit? di ori
gine divina, capaci di fornire all'anima lo slancio necessario per entrare in contatto con
gli dei,
consente di sottoporre due autori cos? diversi a una comune disciplina esegetica, procedimento
che non manca di sorprender? il pur awertito storico contempor?neo. Cfr. J. A. Coulter, The Li
terary Microcosm. Theorks of Interpretation of the Later Neoplatonists, Leiden, 1976, p. 106: ?There
was a curious double as of the value and status of Plato's dialo
perspective regards the question
gues relative to that of the work of the great early poets of Greece?.

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694 Marta Cristiani

vestire dell'attivita ermeneutica:d'altraparte, una serie di indizi non trascura


bili consente di formulareun'ipotesi forse anche troppo suggestivache tutta
via puo sempre contribuire a illuminare il contesto in cui si colloca l'operadi
Macrobio.
Affidandosi a quella forma di rilevazione <<naturale> attraverso il sogno, di cui
anche i cristianinon mancano di riconoscere il valore, nonostante le condanne
della praticaprofessionale di interpretazione42,mentre lepiu pesanti ironie so
no riservateallamantica, sopratfutto sacerdotale43,il testo ciceroniano dischiu
de i luminosi sentieri di un al di 1ariservato agli <spiritimagni?: passandoper
le profondita ctonie del sogno44,percorre l'itinerariovisionario dell'apoteosi
astrale.Nel tempo storico del convivio idealedescritto nei Saturnalia,nell'eta
dei Pretestati e dei Simmachi, per usare leparole diMacrobio45,quando una ri
nascita pagana sembrava ancora possibile, prima della sconfitta definitiva di
Nicomaco Flaviano46,e proprio lo splendenteparadiso astraledella via lattea,
42
Anche se ? difficile accettare in pieno l'immagine di un Agostino protagonista, nelle Confessio
ni, di una vera e propria ?autobiograf?a onirica?, sui modello dei racconti di visioni, che caratte
rizzano, nelle Passiones africane, i racconti di conversione (cfr. J. Le Goff, le Christianisme et les
r?ves, cit., pp. 198-201, sulla scorta delle preziose analisi di P. Courcelle, Recherches sur les Confes
sions de saint Augustin, Paris, 19682, pp. 127 sgg.), il ruolo del sogno nello svolgimento della sua vi
ta e della sua opera ? gi? stato ampiamente analizzato (cfr. M. Dulaey, Le r?ve dans la vie et la pen
s?e de saint Augustin, Paris, 1973): basta pensare al sogno materno che annuncia, nove anni prima,
la futura conversione sua funzione nella din?mica del racconto, in quel libro
(Conf, 3, 11,19), alla
terzo, in cui si concentrano tanti awenimenti determinanti dell'autobiografia spirituale agostinia
na. La trattazione sui sogno, in ?mbito latino cristiano, la ritroviamo pero in Ter
pi? importante
tulliano, nei capp. 45-49 del De anima in cui l'attivit? onirica, la veridicit? sia pure problem?tica
delle sue visioni, appare come una delle costanti dell'umano: ?Quis autem tam extraneus humani
tatis, ut non aliquam aliquando visionem fidelem senserit?? (46, 3, p. 850). Fra i molti esempi,
Tertulliano non manca di riferire un sogno ?pubblico? ciceroniano, che riconosce in Ottaviano
ancora bambino il futuro uomo di Stato: ?Noverunt et Romani veritatis huiusmodi somnia. Re
formatorem imperii, puerulum adhuc et privatum loci, et Iulium Octavium tantum et sibi ingo
tum Marcus Tullius iam et Augustum et civilium turbinum sepultorem de somnio norat? (ivi, p.
851; suH'importartza della trattazione di Tertulliano, cfr. Le Goff, Le Christianisme et les r?ves,
cit., pp. 190-193). Per la condanna delle pratiche divinatorie, cfr. il canone 23 del primo concilio
di Ancyra (314), inMansi, Conc. Amplissima Collectio, 1960, II, p. 534: la legislazione imp?riale
del sec?lo IV arriva alla pena capitale per le diverse forme di divinazione, ivi compresa l'interpre
tazione dei sogni (cfr. G Th., 9, 16, 4-6; C.I. 9, 18, 5-7).
43
Cfr. per tutti un testo che si pu? collocare in ambiente storico vicino aMacrobio, Carmen con
tra paganos, 1-8: ?Dicite, qui colitis lucos antrumque Sybillae / nemus, Capitolia celsa
Ideumque
Tonantis / ... quis numquam verum Phoebi cortina locuta est, / Etruscus ludit semper quos vanus
aruspex? (ed. cit.).
44
Una tradizione, rappresentata soprattutto da Euripide, contrappone al mito esiodeo dei sogni
notte (Theog.,211) ilmito di un'origine terrestre dei sogni, figli di Gea (Hec, w. 70 sgg.;
figli della
Taur., w. 1264 che documenta lo stadio storico di fra
Iphig. sgg.): contrapposizione antagonismo
oracoli ctonii e oracoli apollinei, destinati a
imporsi,
a Delfi, su tutti
gli altri (cfr. A. Bouch?
Leclercq, Histoire de la divination, cit., I, pp. 282-283).
45
Cfr. Sat., 1, 1, 4: ?Praetextatos... Flavianos... Albinos, Symmachos, Eusthatios? (cfr. A. Came
il testo una ulteriore non con
ron, The Date and Identity, cit., p. 31, che considera riprova della
temporaneit? di Macrobio rispetto ai protagonisti dell'opera).
46
Su questo tema ben noto, sia sufficiente rinviare ai classici: G. Boissier, La fin du Paganisme.

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695 Macrobio e ilplatonismopolitico

lapossibilita di un destino luminoso dell'anima oltre lamorte, a esserenegato


ai pagani da un'esplicita e certo ingenerosapolemica, aventeper oggetto laper
sona che piu di ogni altra sembravaincarnareun'ideale di santita e spiritualita
in qualchemodo panreligiosa e sincretistica, lapersona cioe di Vettio Agorio
Pretestato. E noto che alla suamorte, avvenutanel dicembre del 384, quando
era gia console designato47,nel cordoglio generale della Roma aristocratica,
l'esponente del cristianesimopiu rigorista e intransigente,Gerolamo, indiriz
zando aMarcella una letteraconsolatoriaper lamorte della figliaLea, contrap
pone il destino celeste delle anime cristiane alla falsa speranzadellamoglie di
Vettio, che crede nella gloriosa apoteosi dello sposo <<nel palazzo della via lat
tea? (in lacteocoelipalatio) come documenta del resto una celebre epigrafe48,
mentre solo le tenebreprofonde e sordidedelTartaro possono accogliere l'ani
ma di un infedele49. Gerolamo, aRoma dal 382 a fiancodel ponteficeDamaso,
coglie piiuo meno opportunamente l'occasionedi esprimere le reazioni di cer
te 6lites cristiane50di fronte a quella nuova, provocatoria accentuazione <<spic
catamente religiosa e cultuale che Pretestato [...] aveva voluto conferire alle
Etude sur le derni?res luttes en Occident au IVe si?cle, Paris, 1891; J. Geffcken, Der Au
religkuses
sgang des Griechisch-R?mischen Heidentums, Heidelberg, 1929; P. de Labriolle, La r?action pa?enne.
Etude sur la pol?mique antichr?tienne, Paris, 1934; A. Alf?ldi, A Festival of Isis in Rome under the
Christians Emperors, Budapest, 1937; Id., Dk Kontorniaten. Ein verkanntes Propagandamittel der
stadtr?mischen heidnischen Aristokratie in ihrem Kampfegegen das christliche Kaisertum, Budapest,
1942-3; H. Bloch, A New Document of the Last Pagan Revival in theWest, 393-394 A.D., in ?Har
vard Theological Review?, 38, 1945, pp. 199-244; B. K?tting, Christentum und heidnische Opposi
tion in Rom am Ende des 4. Jahrhunderts, M?nster i.W., 1961; A. Momigliano, a cura di, //
conflit
to tra paganesimo e cristianesimo nel sec?lo IV, trad. it. Torino, 1968; R. Klein, Symmachus. Eine
tragische Gestalt des ausgehenden Heidentums, Darmstadt, 1971 (per l'abbondante letteratura su
Simmaco, cfr. D. Vera, Commento storko alle ?Relationes? di Quinto Aurelio Simmaco, Pisa,
1981); A. Cameron, Paganism and Literature in Late Fourth Century Rome, in Christianisme etfor
mes litt?raires de
l'antiquit? tardive en Occident, ?Entretiens Fondation Hardt?, 23, Vandoeuvres
Gen?ve, 1977, pp. 1-40; J. Matthews, Western Aristocracks and Imperial Court (A.D. 364-425), Ox
ford, 1975; L. Cracco Ruggini, Simboli di battaglia ideologka nel tardo ellenismo (Roma, Atene, Co
stantinopoli, Numa, Empedocle, Cristo), in Studi storki O. Bertolini, I, Pisa, 1972, pp. 177-300. Per
la storia della Chiesa di Roma in questo stesso periodo, cfr. Ch. Pietri, Roma Christiana. Recher
ches sur l'Eglise de Rome, son organization, sa son id?ologk deMiltiade ? Sixte 111(311-440),
politique,
Roma, 1976.
47
Cfr. su questo punto D. Vera, Commento storko, cit., pp. 95-107 (rel. 10-12); L. Cracco Ruggi
ni, Il paganesimo romano, cit., pp. 16-23.
48
? il carmen dedicato sui cippo 'sepolcrale da Fabia Aconia Paolina, sacerdotessa iniziata ai mi
steri del marito (CIL, VI, 1779).
49
Cfr. Hieron., Epist., 23, 3, adMarcellam, CSEL, 54, p. 213. L'acredine di Gerolamo sembra de
terminata soprattutto dalla solenne processione al tempio di Giove Capitolino, come per celebra
re un trionfo sui nemici sconfitti, che rappresenta ilmomento culminante, dal punto di vista reli
verso la fine del 384 al console
gioso, dei pubblici onori decretati designato (cfr. L. Cracco Ruggi
ni, Il paganesimo romano, cit., pp. 16-18). La stessa pol?mica, la stessa contrapposizione fra il desti
no e l'orribile sorte
glorioso delle anime cristiane degli infedeli, ? ripreso da Gerolamo in Epist.
39, 3, ad Paulam de morte Blesillae, ivi, p. 300, in cui non manca pero l'omaggio alla dignit? della
sposa di Vettio.
50 Se Gerolamo di reazioni dell'aristocrazia
possa considerarsi portavoce cristiana, ? questione
che mi sembra controversa. Cfr. L. Cracco Ruggini, Il paganesimo romano, cit., p. 17: ?Tutto que

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696 Marta Cristiani

rinnovate fortune in republica della nobilitas pagana, allora favoritadalla par


attitudine che testimonia ancora una volta la
ticolare congiuntura politica>>51:
stessa epigrafe sepolcrale,documento-chiave della storia di questo periodo, in
cui l'enumerazionedei sacerdozi, in numero di dieci, precede eccezionalmente
l'elenco delle carichepubbliche52.
La polemica di Gerolamo non passa inosservata,se Simmaco sembraalludervi
nelle Relationes ufficiali allamorte di Pretestato53,se e pensabile che un testo
cosi significativo della polemica antipagananell'ambiente romano, qual e il
Carmen contrapaganos, si riferiscaveramente alla figuravenerata ed esecrata
del grande ierofante54,a cui negherebbe, ancora una volta, la felicita celeste:
<dicite:praefectusvester quid profuit urbi / quem Iovis ad solium raptum iac
tatis abisse / cum poena(s) scelerum tractavix morte rependat?>55. Se d'altra
parte lapersona diVettio, la sua sceltadi intensaspiritualita,vissuta attraverso
l'osservanzarigorosadelle forme cultuali, come unica possibile sceltadi difesa
di un patrimonio di tradizioni,di un'identita storica, costituisce ilpunto di ri
ferimento, il centro d'ispirazione dell'opera di Macrobio (per i Saturnalia e
stataprobabilmente scelta ladata idealedell'ultima festivitaprima dellamorte
del protagonista)56non e inverosimile che un testo visionario in cui si descrive
lo splendenteparadisodei saggi, reggitoridi Stati, abbia finito per assumereun

sto non manco pertanto di scatenare in Roma l'acre senso di rivincita dell'irritata nobilt? cristiana
(di cui Gerolamo, allora presente in Roma, si fece eco)?. In senso diverso cfr. D. Vera, Commento
storico, cit., p. 100: ?Solo uno sparuto gruppo di cristiani estremisti pot? gioire della morte di Pre
testato ...mentre ? dubbio che anche i cristiani di Roma ? gli aristocratici in specie ? si associas
sero a manifestazioni cos? sconvenienti di intolleranza religiosa... Ne ? riprova la richiesta di sta
tue pubbliche alla sua memoria presentata a nome di tutta la curia?.
51
Cfr. L. Cracco Rugini, Ilpaganesimo romano, cit., pp. 18 sg.
52
Cfr. l'iscrizione, notissima, del fronte della base: CIL, VI, 1779. Sulla religiosit? di Pretestato,
cfr. H. Bloch, A New Document, cit.,
53
Cfr. Rel, 12MGHAA, VI, 1, p. 289. Cfr. D. Vera, Commento storico, cit., pp. 95-107.
54
Cfr. Ilpaganesimo romano, cit., soprattutto pp. 75 sgg. (?Contra Vettium?), Interpretazioni di
verse in studi pi? recenti sui tormentato testo: S.Mazzarino, Antico, tardoantico, I, cit., pp. 398
ssg.; L. Lenaz, Annotazioni sui ?Carmen contra paganos?, in ?Studia Patavina?, 25, 1978, pp. 541
572 (che rinuncia a giungere a una conclusione definitiva); J.J. O'Donnel, The Career ofVirius Ni
comachus Flavianus, in ?Phoenix?, 32, 1978, pp. 129-143.
55
Carmen, cit., w. 25-27. Particularmente controversa la traduzione dell'ultimo verso, fonda
mentale per l'identificazione del personaggio contro il quale ? diretto il Carmen: se infatti,

dell'espressione tracta morte si accetta l'interpretazione tradizionale di morte violenta, o comun


que dolorosa e
prolungata, il testo non ? riferibile a Pretestato, morto lege naturae, come sottoli
nea Simmaco, contro ogni tentativo cristiano di considerare la morte una vendetta divina. Per
tracta morte come allusione alla malattia (l'idropisia) di cui mor? Simmaco padre, cfr. S. Mazzari
no, Antico tardoantico, I, cit., pp. 424 sgg. La traduzione proposta dalla Cracco Ruggini ? la se
guente: ?Dicano dunque i senatori pagani... in che cosa ? stato di giovamento ail'urbe il defunto
prefetto... che essi esaltano ora come assurto alla gloria celeste... mentre la fine a lungo differita ?
taie da ripagare a stento le passate incertezze?? (Ilpaganesimo romano, cit., pp. 80 sg., con riferi
mento aile precedenti interpretazioni).
56 roma
Cfr. A. Cameron, The Date and Identity, cit., pp. 28 sg; L. Cracco Ruggini, Ilpaganesimo
no, cit., pp. 35 sg., 94-96.

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697 Macrobio e il platonismopolitico

implicito valore di risposta solenne, aristocratica,alta, alle violente polemiche


cristiane, a questa lotta politica per la conquista dell'al di 1a,che i pagani non
possono piu combattere direttamente, con le armi della politica. II sogno che
rivela a Scipione le luci della via Lattea57,della dimora celeste dell'anima, deve
esserequindi garantitoda tutti i crismi dell'affidabilita,assumerevalore oraco
lare,senza intercorrerenel discredito in cui gli oracoli e i vaticinii erano caduti
nel corso dell'ultimo grande scontro politico fra cristianesimo e paganesimo,
la rivolta diNicomaco Flaviano, tragicamenterisoltacon la sconfitta del Frigi
do e il suicidio del ribelle8.
Se cosl non fosse,Macrobio non si preoccuperebbedi giustificare l'auctoritas
del giovane Scipione, non ancora investito delle piu altemagistrature, anche se
destinato ad annientareCartagine, la sua attitudine a ricevereuna rivelazione
cosmica, di significatouniversale, attitudine che le dottrine tradizionalisul so
gno potrebbero facilmente contestare, come dimostra l'esempio, probabil
mente topico, del sogno diAgamennone commentato daNestore 59.In realtae
proprio il destino futuro di vincitore di Cartagine, avvenimento determinante
per la storia dei popoli, a giustificare il privilegio della conoscenza-rivelazione,
lapossibilita di penetrarenei segretidella natura:

Sednon ab reeratut Scipio,etsinecdumadeptustuncfueratconsulatumnec eratrector


exercitus,Carthaginissomniaretinteritumcuiuseratauctorfuturus,audiretque
victo
riambeneficiosuopublicam,videretetiamsecretanaturaevir nonminus philosophia
quamvirtutepraecellens6Q.

57
Per i problemi riguardanti la concezione scientifica della via lattea, cfr. P. Boyanc?, ?tude, cit.,
pp. 66 sgg. (sulla via lattea come soggiorno delle anime, ivi, pp. 133 sgg.; su questo tema cfr. anco
ra F. Cumont, Lux perpetua, Paris, 1949). Sui tema delle porte del cielo, cui allude
pi? precisamen
te
l'epigrafe di Vettio, cfr. O. Weinreich, Gebet und Wunder. Zwei Abhandlungen zur
Religions
Hind Literaturgeschkhte, in Genetliakon W. Schmid, Stuttgart, 1929, pp. 169-464.
58
Cfr. H. Bloch, A New Document, cit.; L. Cracco Ruggini, // paganesimo romano, cit., pp. 47
sgg.; cfr. inoltre A. Chastagnol, Les fastes, cit., pp. 239-244. In particolare, per l'utilizzazione
delParte divinatoria in funzione della causa politica, cfr. L. Cracco Ruggini, ivi, pp. 58-60. Secon
do la testimonianza di Agostino (Cm, 18, 53 sg.); la propaganda pagana diffonde fra Paltro un
oracolo in versi greci, secondo il quale il cristianesimo sarebbe soprawissuto un numero di anni
pari ai giorni che compongono un anno, cio? 385,
grazie al maleficium compiuto dall'apostolo
Pietro, con l'uccisione rituale di un neonato: il termine, dalla data della crocifissione, nel 29 d.C,
sarebbe caduto appunto nel 394, l'anno della
battaglia del Frigido. Cfr. inoltre JJ. O'Donnel, The
Career, cit.
59 ... de statu,
Cfr. Comm., 1, 3,14 sg. (?Nestor inquit, publko credendum regio somnio, quod si al
ter vidisset, repudiaremur ut futile?). Con riferimento a //. 2,56-83: tema presente in Artemid.,
Onir., 1, 2, quindi probabilmente diffuso nei trattati di oniromanzia, sui quale mi sembra irrile
vante formulare
ipotesi circa la precisa fonte, fonte porfiriana in particolare, da cui possa essere
tratto. Mi sembra che Macrobio citi il testo per prevenire una possibile obiezione ?t?cnica? sui va
lore oracolare del sogno di Scipione, valore confermato dal richiamo al tema
omerico-virgiliano
delle due porte del sogno, di corno da cui escono i
sogni veri, e d'avorio, da cui escono i sogni falsi
(Aen., 2, 604-6, cit. in Comm., 1, 3, 19).
60
Comm., 1, 3, 16.

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698 Marta Cristiani

Anche se infatti il testo ciceroniano suggerisceesplicitamente che ladestinazio


ne celeste dell'anima dei reggitoridi Stati, cioe iAtrionfo di una giustizia cosmi
ca, oltre lamorte, e piui importantedi tutte le statue, cioe di tutti gli onori pub
blici dovuti alle contingenze politiche6 , sappiamo fino a che punto, nella so
cieta reale cheMacrobio ha con tanta suggestione idealizzato, la conquista
dell'al di 1a, la spiritualitaespressanelle forme dei culti tradizionali, il sincreti
smo universalistico, avesseroavuto un decisivo valore politico. Quasi parados
salmente, e l'eclettismo ciceroniano, nell'insieme cosi blandamente
platonico62,a trasmettereiAsenso dell'originaria,profonda ispirazionepolitica
del pensiero di Platone, al di la delle grandi teologie platoniche di Plotino e
Porfirio, che pureMacrobio segue e riassume ilpiu fedelmentepossibile. La di
fesa delle virtu' politiche ciceroniane, come premessa a un destino felice
dell'anima, contro il modello di radicalepurificazione e superamento della
realta contingente proposto da Plotino e Porfirio, riposa sulla convinzione
dell'equivalenza fondamentale lex-justitia,non rappresentaun semplice espe
diente di difficile concordismo testuale,un problema dialettico da risolvere63:
61 ?Turn Scipio,patimini tertium diem
Cfr. Cic. Somn. Scip., cit. in Comm., 1,4,2-4: me, quoniam
iam feriati sumus, et cetera quibus ad narrationem somnii venit, docens ilia esse stabiliora et viri
diora praemiorum genera quae ipse vidisset in caelo bonis rerum publicarum servata rectoribus,
sicut his verbis eius ostenditur: ...omnibus quipatriam conservarint adiuverint auxerint, certum esse
in caelo definitum locum ubi beati aevo sempiterno fruantur?. Si notera, senza attribuire a questa
notazione valore dimostrativo in senso stretto, che la richiesta, presentata a nome di tutta la curia,
di erigere statue pubbliche alla memoria di Pretestato trova
(cfr. Symm., Re?., 12,MGHAA, VI1)
nella canceller?a una resistenza non del tutto nascosta. Simmaco protesta infatti contro
imp?riale
un dossier sulla carriera pubblica di Prete
la richiesta, da parte del Magister officiorum, di fornire
stato, prima di prendere in considerazione la proposta di statue pubbliche e di onori postumi: ri
parte, Simmaco stesso
chiesta offensiva, data la notoriet? del personaggio (cfr. Re?, 24). D'altra
aveva dovuto opporsi all'iniziativa delle vestali di erigere una statua in onore di Pretestato perch?
a Numa a Nicomaco
contraria alie tradizioni, risalenti addirittura (cfr. ivi, Epist., 2, 36, diretta
Flaviano per procurarsi il suo appoggio, contro il par?re favorevole del collegio pontificale). Cfr.
su questo punto L. Cracco Ruggini, Ilpaganesimo romano, cit., p. 49.
62 cum dignitate, in ?Revue des ?tudes An
Sui platonismo ciceroniano, cfr. P. Boyanc?, Otium
ciennes?, 43,1941, pp. 172-191; Id., Le platonisme ? Rome. Platon et Cicer?n, ?Congr?s de l'Ass. G.
Bud?? (Tours-Poitiers, 3-9 sept. 1953), Paris, s.d., pp. 195-221; Id., Cicer?n et ta vie contemplative,
in ?Latomus?, 43, 1967, pp. 3-26.
63 in Cicero
Questa interpretazione della discussione sui valore delle virt? politiche, prioritario
ne, nettamente subordinato in Plotino e Porfirio (Comm., 1, 8-9) ? proposta da J. Flamant, Macro
be et le n?oplatonisme, cit., pp. 597 sgg., coerentemente con una lettura in chiave tutta spiritualisti
ca del testo di Macrobio. Lettura pienamente se
nell'opera di Macrobio si cercano le
giustificata
tracce di un qualsiasi impegno o pol?mica politica immediata (in un'et? in cui ogni azione politica
in favore del paganesimo ? divenuta Tuttavia, la conservazione amorosa del patri
impossibile).
monio di Pretestato non non anche la conservazione di un'ideologia im
spirituale pu? significare
una coscienza del destino cosmico-politico di Roma, sui piano dei valori
p?riale universalistica,
culturali, sottratti alie contingenze politiche, che awicina indirettamente Macrobio al platonismo
della Repubblica e del Timeo, al senso pi? profondo di un'autentica filosof?a politica. Su
originario
la discussione sulle virt?, una pi? approfondita
questi temi che meriterebbero, soprattutto analisi,
inconciliabile con i limiti di questo lavoro, cfr. C. Zintzen, R?misches und Neuplatonisches bei Ma
crobius, in Politeia und Res Publica, ?Beitr?ge... dem Andeken R. Starks gewidmet?, hrsg. v. P.
Steinmetz, Wiesbaden, 1969, pp. 357-376.

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699 Macrobio e ilplatonismopolitico

fIl1aautem sola iustaestmtultitudo, cuius universitas in legum consentit obse


quium>>64.
Attraverso i piu contorti itinerari, lungo la serie infinita di mediazioni, che
scandiscono la lungaduratadella cultura europea, l'ultimo esoterismo della re
sistenzapagana, le teologie solari in cui l'imperoesprime l'ideologiadi se stes
so, la sua idealecoincidenza con l'universalegiustizia cosmica, sembranodepo
sitarsi in frammenti e detriti fra imateriali piu o meno impuridell'esoterismo
laico e massonico dell'etamoderna (bastapensare alla venerazione diMacro
bio per gli <<Egizianio).II conflitto con le chiesemoderne e i loro poteri sara
ovviamente ben piu sfuggente e complesso del conflitto con il cristianesimo
imperiale romano, nel momento del suo trionfo. La musica diMozart, o la
poesia di Gerard de Nerval, trasmuterannosplendidamente i piu eterogenei
fraquesti frammenti.
La polemica cristianacondanna inesorabilmenteallamiseria del Tartaro le ul
timemanifestazioni dell'amore e dellapietasverso gli dei. Inun tempo e inuna
civiltadiversa, che pure idealmentesi ricongiunge ai classici, il limbo dantesco,
con la sua quieta luce, pur nei limiti del dogma cristiano rendera giustizia
all'estrema risorsadi una cultura e di una spiritualitasconfitta: la speranzadi
un'immortalita feliceper le anime dei sapienti e dei filosofi, il cuimodello su
premo di vita, la vita di Platone, <quiete et pure et eleganter acta>,era stato
splendidamentedefinito da Cicerone65.

64
Cfr., con tutte le sue oscurit?, Carmen contra paganos, w. 115-122: ?Omnia quae in templis po
situs tot monstra colebas, / ipsa mola (e)t manibus coniunx altaria supplex / dum cumul?t donis
votaque in limine templi / soltere di(i)s deabusque parat superisque minatur, / carminibus magi
cis cupiens Ac(h)eronta mover?, / praecipitem infer?as miserum sub Tartara misit. / desine post
(h)ydropem talem defiere maritum, / de love qui Lati? voluit sperare salutem!?.
65
Cic, Cato Maior, 13.

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