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Sogno, ispirazione po?tica e phantasia
nella Grecia arcaica*
Carlo Brillante
*
Questo saggio
trae origine da un incontro organizzato dal centro Louis Gernet il 15
marzo 2002
e dedicato alle relazioni tra sogno e fantasia nella Grecia antica. Mi ? gradito
intervennero in quella circostanza con critiche e F.
ringraziare quanti suggerimenti:
Frontisi-Ducroux, F. Lissarrague, J. Svenbro, J.-P. Vernant.
1.
Seguo qui la tesi di Parsons, la pi? plausibile, oltre che la pi? seguita, negli studi
pi? recenti: 'Callimachus: Victoria Berenices', Zeitschr. f Pap. u. Epigr. 25, 1977, p. 49 s.;
R. Pretagostini, 'L'incontro delle Muse sulFElicona in Esiodo e in Callimaco: modifica
-
zioni di un modello', in Atti del convegno int. sulVintertestualit? (Cagliari 24 26 novembre
ai due prologhi
1994), Lexis 13, 1995, p. 157 s.; G. Serrao, 'Note esegetiche degli Ai'xia calli
-
machei (frr. 1 2 Pf.)\ Sem. Rom. 1, 1998, p. 299 s.; cf. G. Massimilla, Aitia. Libri primo e se
3. A. Kambylis,
Die Dichterweihe und ihre Symbolik, Heidelberg 1965, p. 31; Pretago
stini, art. cit. p. 171.
88 Carlo Brillante
ta?o spesso pensieri che hanno oecupato la mente nella veglia e ehe ad
essi non bisognava dare troppo cr?dito. Pi? tardi, tuttavia, vestito con
gli
abiti regali, ricevette stesso ilmedesimo con la differenza
egli messaggio,
che questa volta i consigli divennero minacce: il sogno, indignato per To
stinazione del consigliere nel distogliere il re si accingeva ad
daLTimpresa,
accecarlo con un ferro rovente liberatore, giunse il
quando, risveglio.11
Artabano non ostacolo a i piani di Serse, perch? nel sogno
pi?, quel punto,
riconobbe la volont? divina, cui sarebbe stato inutile, se non empio, op
porsi.
Sarebbe arduo af?ermare che i sogni di Agamennone e di Artabano
siano privi di autorit?: entrambi son? inviati dalla divinit? e comunicano
n. Her. 7,18,1.
12. II. 1, 62 s. Il di ?veiQOjroXo? ? in verit? dubbio. Potrebbe trattarsi anche di
significato
un al quale ci si in circostanze vd. Dodds,
sognatore professionale, rivolgeva particolari:
op. cit. (n. 9), p. 127 n. 1; cf. A. L. Oppenheim, 'The Interpretation of Dreams in the An
cient Near East', Trans. Am. Philos. Soc. n. s. 46, 1956, p. 222 s.; Kessels, op. cit. (n. 9), pp.
25-35; M. L. West, The East Face of Helicon, Oxford 1997, p. 47 s.
13.11. 5,148-151.
Sogno, ispirazione po?tica e phantasia nella Grecia arcaica 91
-
pius. A Collection and Interpretation of the Testimonies, Baltimore 1945; M. Dorati G. Gui
dorizzi, Xa letteratura incubatoria', in La letteratura di consumo nel mondo greco-latino,
a
cura di O. Pecere e A. Cassino 1996, pp. 345-371; M. Girone, Guari
Stramaglia, 'I?fiaxa.
gioni mir acol?se di Asclepio in testi
epigrafici, Bari 1998. Sui Discorsi sacri di Elio Aristide si
rinvia alia traduzione di S. Nicosia, con introduzione e commento (Milano 1984).
18. Od. 11, 204-209.
19. Si confrontino, ad esempio, i passi seguenti: Her. 1, 51, 1 (statua); Plut. Ages. 19, 5
(immagine Her. 6, 58, 3 (simulacro di Leonida); Aesch. fr. 78a, 6 Radt (imma
intagliata);
su mvcxxe?
gini di satiri dipinte votivi: vd. R. Krumeich, 'Die Weihgeschenke der Satyrn
in Aischylos' Theroi oder Isthmiastai', 144, 2000, pp. 176-192); G. Kaibel,
Philologus Epigram
mata Graeca ex lapidibus collecta, Berolini 1878, n. 260, 590 (stele funerarie).
ispirazione po?tica e phantasia nella Grecia arcaica 93
Sogno,
ben noti sono quelli della statua di Protesilao, che la sposa Laodamia co
struisce a proprio conforto aver appreso la morte dell'eroe o
dopo quella
che Admeto, nelYAlcesti euripidea, intende collocare nel proprio letto
la morte della sposa.20 Nel rapporto che si stabilisce tra Y eidolon e il
dopo
modello si pu? assistere anche a una convergenza totale; in questi casi,
nonostante Tuno continui ad essere la copia dell'altro, non ?
possibile ri
levare alcuna distinzione; Y eidolon diventa allora un vero e proprio dop
ad sostituisce -
pio. Nel Catalogo esiodeo, esempio, Artemide Ingenia che
ha il nome - con un i
qui di Iphimede eidolon che ripete puntualmente
tratti del modello fino ad essere indistinguibile da esso: gli Achei sacri
ficheranno alla divinit? questa "immagine" scambiandola per la figlia di
Agamennone.21 Ugualmente nell'E?ena euripidea la donna che Menelao
ha condotto con s? in terra e con la ha vissuto vari anni,
d'Egitto quale
non ? altro che un eidolon, che tuttavia non si m?nimamente dal
distingue
personaggio reale. Veidolon ripete qui interamente i tratti esteriori corne
quelli psicologici del soggetto. In casi come questi non incontriamo sol
tanto delle immagini, ma delle dei veri e propri doppi, che non
repliche,
consentono di distinguere Toriginale dalla copia. Non ? necessario indu
giare oltre su un tema che ha suscitato l'int?resse di numerosi studiosi in
anni recenti. Di maggior interesse, per il nostro discorso, ? il fatto che
tutte queste manifestazioni, pure cosi diverse, abbiano il nome di eidola,
termine che puo essere tradotto con buona approssimazione corne "im
magine", seguendo Tindicazione della radice id- che rinvia alla sfera della
visione, ma a condizione che questa nozione sia intesa in un senso ampio.
In effetti il termine non offre alcuna indicazione supplement?re sulla na
tura delToggetto cosi designate Come abbiamo visto, puo designare un
materiale o fittizia; a sua volta, condivi
oggetto un'immagine questa, puo
dere i tratti della persona
interamente rappresentata (e allora si traitera
propriamente di un doppio) o solamente il suo aspetto esteriore. Seno
fonte distingue tra eidola che sono privi di movimento e di pensiero
20. Bibl. 3, 30; Eur. Ale. 348-352, anche se qui non si fa espli
Rispettivamente [Apollod.],
cita menzione dell' eidolon. Sul tema si veda il saggio, sempre attuale, di J.-P. Vernant, 'Fi
dell'invisibile e del "doppio": il kolossos', in Mito e pen
gurazione categor?a psicol?gica
siero presso i Greci. Studi di psicolog?a storica, tr. it. Torino 1970, pp; 222-225; inoltre, dello
stesso Vernant, Nascita di immagini, tr. it. Milano 1982, pp. 119-152; L. Dolezel, Xe triangle
du double. Un champ th?matique', Po?tique 64, 1985, pp. 463-472; M. Bettini, il ritratto del
Vamante, Torino 1992,
pp. 25-38, passim; S. Sa?d, 'EIAQAON. Du simulacre ? l'idole. Hi
stoire d'un mot', in Rencontre de l'?cole du Louvre 1990, pp. 11-21; C. Brillante, 'Metamorfosi
di un'immagine', in Studi sulla rappresentazione del sogno (cit. n. 9), pp. 95-111 (con ulteriori
rinvii). Sulla fortuna del tema nella letteratura antica e moderna vd. M. Fusillo, L'altro e
lo stesso. Teor?a e storia del Firenze 1998.
doppio,
21. [Hes.], fr. 23a, 21.
94 Carlo Brillante
22. Xen. Mem. i, 4, 4; K?rte, s.v. e??cdXov RE v 2, 1905, coll. 2084-2086; M. P. Nilsson,
Geschichte der griechischen Religion 1,M?nchen 19673, p. 195 s.
23. Paus. 3, 26, 1. Questa pratica ? ricordata anche da altri autori: Plut. Agis 9; Cleom. 7;
Cic. De div. 1, 43, 96; Tert. De an. 46; S. Wide, Lakonische Kulte, Leipzig 1893, pp. 246-250.
Di quest'oracolo incubatorio si fa menzione in un'iscrizione rinvenuta a Thalamai (IG v
1, 1317), dove ricorre il nome di Pasiphae: vd. Pausania. Guida della Grecia m, a cura di D.
Musti e M. Torelli, Milano 1991, p. 282.
24. Max. Tyr. cap. 38 (= 3 B 1D.-K.); cf. Diog. Laert. 1, 109 (= 3 A 1 vd), Paus. 1, 14, 4 (= 3
A 8). Questa storia era gi? nota a Senofane (21 B 20 vd), secondo il quale Epimenide visse
fino alTet? di 154 anni. Sulla presenza del motivo nel folclore vd J. G. Frazer, Pausanias's
po?tica. Come diremo pi? avanti, i due modelli presentavano vari tratti in
comune, ma almeno per tutta Teta arcaica e classica si per
distinguevano
la diversa credibilit? che era loro attribuita. Del sogno era lecito, se non
necessario, dubitare, l'ispirazione po?tica poneva invece le premesse per
Taccesso alia sfera della conoscenza. Almeno fino al sec?lo v il poeta ispi
rato dalla divinit? era il depositario di una saggezza tramandata attraverso
getto di un importante studio di H. Diels, '?ber Epimenides von Kreta', Sitz-Ber. preuss.
Akad. 1891, pp. 387-403 (per il problema qui accennato soprattutto pp. 396-398); cf. VS 3 B 1
(in apparato). Il tema fu ripreso nell'ampio commento di F. Jacoby, FGrHist nib, 457, Lei
den 1955, soprattutto pp. 312 s., 321-323. Inoltre M. D?tienne, I maestri di verit? nella Grecia
arcaica, tr. it. Roma-Bari 1977, p. 98 s. ;J. Svenbro, La parola e il marmo. Alle origini della po?
tica greca, tr. it. Torino 1984, p. 64 s.; id., Phrasikleia, Anthropologie de la lecture en Gr?ce an
cienne, Paris 1988, pp. 150-160; West, Orphie Poems (cit. n. 25), pp. 49, 51. Spero di poter de
dicare a questo tema
un'indagine pi? approfondita.
27. Hes. Th. 26.
96 Carlo Brillante
31. Per un'analisi del passo e per un riesame del modello tradizionale delfispirazione
po?tica rinvio a quanto ho scritto in Rappresentazione del sogno (cit. n. 9), pp. 146-153 (con
ulteriori rinvii); vd. inoltre 'Il cantore e la Musa' (cit. n. 29), pp. 20-22. Tra i contribua pi?
recenti vd. G. Arrighetti, 'Esiodo e le Muse: il dono della verit? e la della paro
conquista
la', Athenaeum 80, 1992, pp. 45-52, che legge questi versi come una presa di distanza netta
rispetto alia tradizione omerica; Pretagostini, art. cit. (n. 1), pp. 163-165, il quale secondo
le Muse sarebbero depositarie della poesia che canta le cose ver? corne
quelle verisimili;
cf. in tal senso gi? G. Lanata, Po?tica pre-platonica, Firenze 1963, p. 24 s. Finkelberg riferi
sce le simili al vero" al contributo del poeta e scorge in questa for
"menzogne personale
mulazione un verso Tadozione di una della "fiction" : op. cit. (n. 29),
primo passo po?tica
pp. 156-60. Un orientamento affine ha espresso di recente C. Ca?ame, Po?tique des mythes,
Lausanne 2001, pp. 41, 156, e soprattutto Le r?cit en Gr?ce ancienne, Paris 1986, pp. 55-67.
Escluderei, in ogni caso, che versi presuppongano un rifiuto della
tradizione
questi epica
da Omero. La testimonianza esiodea viene di fatto a su vari
rappresentata integrare
omerica e consente di ricostruire un unico modello, dominante in Grecia al
punti quella
meno fino a et? tardo-arcaica.
32. Vd. K. von Fritz, 'Das Pro?mium der hesiodischen Th?ogonie',
in
Festsch?ft
Bruno
Sne?l, M?nchen 1956, p. 36 (= Hesiod. Wege der Forschung, E. Heitsch, Darmstadt 1966,
hrg.
p. 303 s.); West, Hesiod. Theogony, Oxford 1966, p. 162.
98 Carlo Brillante
try, Roma 1983, pp. 63-80; C. Brillante, 'Archiloco e le Muse', Quad. Urb. n. s. 35 (64), 1990,
pp. 7-20 (con ulteriori rinvii). Per Ipponatte vd. test. 21 Degani; Ch. G. Brown, 'Hippo
nax and ?ambe', Hermes 1988, pp. 478-481.
Sogno, ispirazione po?tica e phantasia nella Grecia arcaica 99
tutti il giovane Esiodo per fargli dono del canto. Si rivolge a lui personalmente,
cosi corne il poeta, nel corso della sua carriera, indirizzer? la sua invocazione alla
Musa volta che dar? inizio al canto. nel la comunica
ogni Ugualmente sogno
zione ? rivolta a un ?nico Se essa ha anche una rilevanza sociale, ci? ?
soggetto.
dovuto alia condizione del sognatore stesso, come dimostra il sogno di Agamen
none ntWTliade. In entrambi i casi ? riconoscibile un rapporto di tipo personale
che eselude altra presenza.
ogni
b. Il soggetto viene a trovarsi nella condizione di subir? un'iniziativa che viene
dairesterno. IIgiovane pastore si atterra alla scelta operata dalla divinit? che far?
di lui un poeta. A sua volta il sogno ha la forza di condizionare profondamente le
scelte del anche si mostra dubbioso o recalcitrante,
soggetto, quando questo
come mostra il sogno di Artabano.
c. Nella esterna si riconosce, in entrambi i casi, un'entit? sovrumana.
presenza
Se laMusa ? una divinit?, anche nel sogno possono manifestarsi figure divine o
eroiche (che tuttavia non offrono sufficienti garanzie di affidabilit?).
36. Gentili, op. cit. (n. 29), pp. 87-97, 219 s.; cf. Dialoghi di archeologia n. s. 3, 1981, pp. 95
99; D?tienne, op. cit. (n. 29), pp. 79-110.
100 Carlo Brillante
del sapere tradizionale con la sfera della conoscenza come andava costi
tuendosi in questo periodo si indebolirono. La poesia fu definita con sem
pre maggiore quale frutto dell'ingegno umano, se ne ri
consapevolezza
conobbe il carattere di composizione fittizia e se ne valorizzarono di con
seguenza imezzi di espressione e effetti ehe esercitavano suH'uditorio.
gli
Il personaggio al quale la tradizione ha attribuito un ru?lo primario in
questo processo di rinnovamento ? indubbiamente Simonide. Non sar?
necessario esaminare ancora una volta la serie di innovazioni che una
ricca tradizione riconduceva alla sua persona. Ci limiteremo a
biogr?fica
richiamarle brevemente limitandoci a ribadire, un'indicazione
seguendo
di D?tienne,37 che essi non son? isolati, si richiamano l'uno con l'altro,
formano cio? un sistema che va interpretato nelle sue diverse implica
zioni :
guenti).
39. Campbell, nr. 24-26; D?tienne, op. cit. (n. 29), pp. 82 s., 93; Gentili, op. cit. (n. 29), p.
96.
= nr. 47b; Lanata,
40. Plut. De glor. Athen. 3 (346 f) Campbell, op. cit. (n. 31), pp. 68-71.
Sogno, ispirazione po?tica e phantasia nella Grecia arcaica 101
quella che vedeva realizzata nei poemi omerici. non criticava la poe
Egli
sia ?pica sulla base di un criterio morale, come pi? tardi avrebbero fatto
Senofane e Platone. A dalle testimonianze non era
giudicare pervenuteci,
interessato alie qualit? morali dei contenuti, ma soltanto a quelle "artisti
che" : lodava Omero perch? aveva saputo costruire delle opere ben fatte
a frutto non Musa ma composizioni
mettendo Tispirazione della pi? anti
che, che egli individuava nei poemi esiodei. Per Senofane ilmondo orne
rico costituiva ancora un punto di riferimento importante, anche se criti
cabile, per Simonide apparteneva ormai al passato, anche se riconosceva
l'eccellenza della poesia omerica.
A suo giudizio la poesia, come la pittura, ? riconducibile alia sfera del
46. Sim. fr. 598 P. (= Schol. Eur. Or. 235). A questa massima si riferiva Platone nella Re
In questo passo la distanza che separa la poesia dalle arti cui sovrinten
dono Athena ed Efesto ? piuttosto netta. Solo la prima consente
Tacquisi
zione di una reale conoscenza, le seconde possono realizzare un'imma
o meno fedele degli oggetti, ma si limitano a riprodurne
gine pi? Taspetto
esteriore.49 A differenza di quanto accade nella poesia, capace di un ade
sione piena al mondo intellegibile, le arti plastiche si arrestano inevitabil
mente dinanzi a ci? che appare; possono offrire sollievo e diletto alla vi
sta, ma non sono capaci di una resa realmente efficace di ci? che rappre
sentano. Si distinguono quindi per Teffetto che provocano sulla persona
attraverso Tuso di accorgimenti efficaci, cosi come F artista sar? apprez
zato per le capacita tecniche, frutto di un lungo apprendimento.
Ma se questo orientamento era condiviso nel modello tra
largamente
dizionale, nella riflessione che ha inizio con Simonide appare decisa
mente indebolito. Come abbiamo visto, la poesia tende ora a condividere
lo statuto delle arti. Il tema doveva suscitare un certo interesse in questo
periodo; sappiamo che fu discusso da Democrito, autore di opere dedi
cate alla pittura e ai color?, ma anche alla poesia e alla la
lingua; secondo
testimonianza di Diogene Laerzio era versato in tutti i delle
egli campi
arti (jtbql xexvwv jtaoav ei/ev ?|.iTteiQ?av).50 Anche Protagora, secondo la
testimonianza di Platone, aveva un forte interesse per le opere di poesia,
che esaminava criticamente e sulle era in
quali esprimeva giudizi quando
Le arti, nel loro erano esaminate nella loro strut
terrogato.51 complesso,
49- Per lo statuto delle arti si veda l'importante saggio di B. Schweitzer, 'Der bildende
K?nstler und der der K?nstlerischen in der Antike. MIMH2I2 und <E>ANTA2IA
Begriff
Neue Heidelberger Jahrb. N. F. 2, 1925, pp. 28-132 (= Zur Kunst der Antike 1, T?bingen 1963,
pp. 11-104); sulla testimonianza di Solone vd. pp. 64-66 (= Zur Kunst der Antike 1, p. 44 s.);
id., 'Mimesis und Phantasia', Philologus N. F. 43, 1934, soprattutto pp. 286-290. Il primo di
studi offri lo spunto a un interessante di R. Bianchi Bandinelli: 'Vartista
questi saggio
nell'antichit? classica', Archeol. class. 9, 1957, pp. 1-17. Sul tema vd. anche H. Philipp, Te
ktonon Daidala, Berlin 1968 (su Solone pp. 66, 72), da leggere con la recensione di N. Him
melmann-Wildsch?tz, Gnomon 42, 1070, pp. 290-297. Inoltre F. Frontisi-Ducroux, D?dale.
de Y artisan en Gr?ce ancienne, Paris 1975, pp. 23-25; Finkelberg, op. cit. (n. 29),
Mythologie
pp. 100-111.
50. Diog. Laert. 9, 37. Nel catalogo delle opere (9, 46, 48) sono menzionati due trattati
sui colori e sulla pittura (cf. 68 B 5 h, 28 a D.-K.) e varie dedicate alla cf. La
opere poesia:
nata, op. cit. (n. 31), pp. 252-269; Guthrie, 11 (cit. n. 25), p. 476 s.; op. cit. (n.
History Philipp,
49), p. 48.
51. Plat. Prot. 338e-339a (= 80 B 25 D.-K.); cf. Lanata, op. cit. (n. 31), p. 184. R. Pfeiffer
tendeva a limitare l'attribuzione ai sofisti di interessi in questo campo,
specifici perch?
considerava i poeti stessi come i critici naturali e in fatto di poesia: Storia
pi? competenti
104 Carlo Brillante
della filolog?a classica, tr. it. 1973, pp. 99-105. ? tuttavia che un discrimine
Napoli probabile
netto tra interessi poetici da un lato, retorici e dall'altro non fosse ancora
pedagogici
operante nel sec?lo V.
52. Emp. 31 B 23 D.-K. Al v. 13 (?ofiov?ri ?.lei^avxe x? ?.l?v jineteo, akka ?5 ?^aooco) penserei a
una che a una mistura di color?, secondo il suggerimento di
giustapposizione piuttosto
M. R. the Extant Fragments, New Haven-London 1981, p. 180.
Wright, Empedocles:
53. 22 Bio; 82 B 11 (18) D.-K.
54. Gorg. 82 B 23 D.-K.
- v coll.
55. G. Camassa, Phantasia da Platone ai Neoplatonici', in Phantasia Imaginatio,
Int. (Roma 9-11 gennaio 1986), a cura di M. Fattori e M. Bianchi, Roma 1988, p. 25 s.
Sogno, ispirazione po?tica e phantasia nella Grecia arcaica 105
56. 8o B i D.-K. (Sext. Emp. Adv. Math. 7, 60). Questa tesi ? ripresa e discussa da Pla
tone nel Teeteto (i5ie-i52a).
57. M. Armisen, Xa notion chez les Anciens. 1 - Les Pallas
d'imagination philosophes',
27,1979, P-17 s.; cosi anche G. Rispoli, V artista Per una storia della fantasia,
sapiente.^ Napoli
1985, p. 24; A. Manieri, L'immagine po?tica nella teor?a degli antichi. Phantasia ed enargeia,
Pisa-Roma 1998, p. 27 s.
58. Emp. 31A 81 D.-K.
59. 31 B 108 D.-K.; Brillante, op. cit (n. 9), p. 70; Manieri, op. cit. (n. 59), p. 27 s.
60. Riporto il testo di Diogene Laerzio (9, 23) secondo l'edizione di M. Di Marco (Ti
mone di Fliunte. Silli, Roma 1989, fr. 44), che si attiene al testo tradito limitandosi a intro
io6 Carlo Brillante
xe ov jtoavjooEov,
naojievL?ou ?inv ?ieyaX?cpfjovoc,
o? q' 8JXL 'Ajtcrrn? ?veveixaxo vcboei?.
cpavxaaia?
durre il nome proprio 'Ajr?xr| secondo un uso variamente attestato nei frammenti di Par
menide. Precedentemente Diels aveva accolto la correzione di Wachsmuth ?jt? cpavxa
olt]? ?jraTT]?: Poetarum Berlin 1901, fr. 44; 28 A 1 (23) D.-K., se
Philosophorum Fragmenta,
in questo da H. e P. Parsons, Hellenisticum, fr. 818. Que
guito Lloyd-Jones Supplementum
sta soluzione era stata criticata da Wilamowitz,
che proponeva ?m cpavxaoiri?; ?jiaxa?
gi?
("auf die T?uschungen der cpaiv?jieva) :Hellenistische in der Zeit des Kallimachos 1,
Dichtung
Berlin 1924, p. 168, n. 4; cf. M. Untersteiner, Parmenide. Testimonianze e
frammenti, Firenze
lettura. Tra i contribua su questa
1958, p. 15, ehe seguiva questa pi? recenti discussa testi
monianza vd. G. Cortassa, Timone e Parmenide. di Parmenide, fr. 4
Un'interpretazione
W. (= 44 D.)', Riv. filol. class. 110, 1982, 416-429; R. Pratesi, 'Note ai SxZZi di Timone di
Fliunte', Prometheus 12, 1986, pp. 45-50.
61. Dem. 68 A 125 D.-K.; cf. Aristot. Met. 985b 13-19; M. M. Sassi, Le teorie della perce
zione in Democrito, Firenze 1978, pp. 138-149; Manieri op. cit. (n. 59), p. 28.
62. Dem. 68 A 135 (63) D.-K. (= Theophr. De sens. 63).
Sogno, ispirazione po?tica e phantasia nella Grecia arcaica 107
Universit? di Siena