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Accademia Editoriale

Amore sotto il manto e iniziazione nuziale (Tavv. I-V)


Author(s): Giampiera Arrigoni
Source: Quaderni Urbinati di Cultura Classica, New Series, Vol. 15, No. 3 (1983), pp. 7-56
Published by: Fabrizio Serra Editore
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20538793
Accessed: 24-11-2015 18:12 UTC

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Amere sotto il manto e iniziazione nuziale
(Taw. I-V)

Giampiera Arrigoni

La storia della cultura di un pop?lo, della sua mentalit?, del suo


sistema di valori passa talora attraverso particolari affatto secondari,
relegati nel tranquillizzante mondo delPantiquaria. II mantello (con
le sue permutazioni variabili con Pambiente le circostanze la partner)
? uno di questi minima ? e catalogati
realia velocemente descritti
una volta per tutte nei repertori di consultazione e nei trattati della
res vestiaria ? che qui si intende valorizzare nelle sue possibilit?
ermeneutiche di un certo costume sessuale comune a Greci, Etruschi
e Romani.

I. I monumenti
Lo spunto ad un'analisi piuttosto inconsueta ? offerto da un

piccolo gruppo di vasi certamente noti agli specialisti della cer?mica,


la cui importanza superatuttavia i confini del mondo formale per
fornire ? contrariamente alie
istantanee di vita greca dal significato
? tutt'altro che ovvio.
apparenze

*
sentitamente i proff. Luciano Cicu, Francesco Barreca, Fran
Ringrazio
cesco Nicosia per le notizie relative alla localizzazione attuale del vaso di
Tavv. I-II; il Cr?dito Italiano e in particolare il dott. Sergio Travostino per la
ricerca dei fotocolors e l'autorizzazione stampa del medesimo vaso; il Museo
Civico Archeologico di Bologna e la dott. Anna Rita Bizzarri Mandrioli per
l'autorizzazione stampa della Tav. III; il dott. Alain Pasquier, Cons?rvatele
del Museo del Louvre per Fautorizzazione stampa della Tav. IV, la dott. Fran
?oise Gaultier e il D?partement des Antiquit?s Grecques et Romaines per le
notizie relative al secondo frammento e per avermi concesso P?same
gentilmente
autoptico della coppa; Parchitetto Antonello Mosca per Tautorizzazione stampa
della Tav. V.
Tutta la mia gratitudine al prof. Giuseppe Schiavinato, Magnifico Rettore
delPUniversit? degli Studi di Milano, per la solidariet? finanziaria (1983) al mio
programma "Iniziazioni femminili in Grecia e a Roma", di cui questo lavoro
? parte. Dedico queste pagine ad Arnaldo Momigliano.

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8 G. Arrigoni

(1) Sassari, Museo Nazionale G.A. Sanna (gi? Coll. Chessa). Inv. 2402,
sala H, vetrina 36. ?nfora attica a f.n. di stile 'tirrenico', da Tharros

(Sardegna), faccia A; cm 42. Anteriore alla meta del VI a.C. Taw. I-II.

Bibliograf?a: Beazley, ABV 102, 96 e 684; idem, Paralipomena, Oxford


19112, p. 38 (Pittore di Timiades, secondo von Bothmer). G. Pesce, Sar
degna P?nica, Cagliari 1961, p. 111 e didascalia a fig. 119. F. Nicosia,
'La Sardegna nel mondo classico', in AA.VV., La Sardegna dalle origini
alVet? classica, Milano (Libri Scheiwiller) 1981, figg. 488-489. F. von Duhn,
'Sardinische Reiseerinnerungen, namentlich aus Tharros', in Sirena Helbi
giana, Leipzig 1900, pp. 59. 61-66, foto a p. 63 (editio princeps). W. Deon
na, 'Unit? et diversit?', Rev. Arch. 23, 1914, p. 51, fig. 6/5. K. Schauen
burg, 'Iliupersis auf einer Hydria des Priamosmalers', Mitteil. Deutsch.
Arch. Inst. (Rom. Abt.) 71, 1964, p. 70, n. 79 (solo menzione).

Il fregio centrale dell'anfora (faccia A) rappresenta quattro uo


mini barbati ed adulti intenti a sodomizzare quattro donne, osser
vati da un giovane
sulla destra imberbe in fuga. La no vita della scena

riguarda la terza coppia di amanti (Tav. II), la cui unione sessuale ?


celata da un grande manto a stelle e cerchi punteggiati secondo una

tipolog?a che ricompare su altre anfore di stile 'tirrenico' \ Da no


tare che la posizione della donna della terza coppia sembra correspon
der? esattamente a quella della donna della prima coppia (Tav. I),
non celata da manto o da altro. Indeterminato l'oggetto che la donna
sotto il manto tiene nella mano: forse la benda tolta dal capo o, pi?
probabilmente, una corona.
Questo genere di expon?a epcoxixa o figurae Veneris ? piuttosto
diffuso nella cer?mica attica, anche coeva alia suddetta ?nfora da
Tharros 2,ma in gen?rale non si cerca di celare tale condotta sessuale
sotto un mantello. Egregiamente von Duhn (p. 66), considerando la
scena dell'anfora di Tharros "una presa diretta dalla vita attuale",
in nome di questa riproduzione vitale una volta per tutte esoner?

l'esegeta da ogni pruderie e da "ogni imprimatur del maggiordomo

papale". Salve queste lodevoli premesse, bisogna tuttavia intendersi

1Cfr.il manto a stellette in file parallele sulPanfora 'tirrenica' Parigi,


Louvre E 852: P. Colafranceschi Cecchetti, Decor azione dei cos tumi nei vasi
attici a figure nere (Studi Miscellanei 19), Roma 1972, Tav. 24, 65.
2 Bastera ricordare l'anfora 'tirrenica' da Vulci
Beazley, ABV 102, 98;
Paralipomena 36. 38 = J. Boardman -E. La Rocca, Eros in Grecia, Milano
1975, fig. a p. 76 (in basso a destra), secondo quarto del VI a.C, dove il gruppo
centrale ? pressoch? id?ntico alle coppie nude dell'anfora da Tharros.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 9

"vita ?
sul valore da dare alPespressione attuale" {aktuelle Leben)
?
usata da von Duhn che rimanda ad una categor?a alquanto gen?rica,
oggi come nella Grecia arcaica. ? legittimo infatti porsi il problema
delPidentit? delle donne effigiate nei symplegmata di quest'anfora e
soprattutto valutare la ragione e il senso della diversit? della terza

coppia dalle altre, che pure sembrano fare alPincirca la stesse cose.
Una variatio formale ? alquanto e, anche se tale, fu
improbabile
certo enfatizzata per qualche ragione che bisogna tentare di scoprire.
II giovane imberbe che scappa a gambe l?vate sulla destra della scena

{Tav. II) lascia


presupporre un'orgia per adulti, dove in certa mi
sura la prima, la seconda e la quarta coppia fanno da coro attorno
alia terza ammantata e misteriosa. La ben nota essenzialit? della pit
tura arcaica non aiuta a localizzare la scena; immaginare con qualche

probabilit? che si tratti di un festino di etere pu? essere una solu


zione atta a chiarire la categor?a "vita attuale", ma non spiega eo ipso
ilmistero del mantello. Nel tentativo di sciogliere Penigma sar? bene
fare ricorso a qualsiasi altra scena erotica che comporti un an?logo
uso del mantello, a cominciare dalla cer?mica.

(2) Bologna, Museo Civico Archeologico, Coll. Palagi, Inv. 1434. Co


di pisside attica a f.n., da Atene; di?metro cm 15. Fine del
perchio
VI a.C. Tav. III (Neg. n.? E 248/8530).

Bibliograf?a: G. Pellegrini, Museo Civico di Bologna, Catalogo dei vasi


antichi dipinti delle Collezioni Palagi ed Universitaria, Bologna 1900, pp.
33-34, n.? 239, fig. 27. CVA Italia, 343, III H e (1), p. 23, Tav. 44, 3.
K. Schauenburg, 'Iliupersis auf einer Hydria des Priamosmalers', Mitt.
Deutsch. Arch. Inst. (Rom. Abt.) 71, 1964, p. 70, n. 79 (solo menzione).
A.R. Bizzarri Mandrioli, 'La raccolta 'Skene': un n?cleo greco nella colle
zione Palagi', Il Carrobbio 2, 1976, p. 61, n.? 2 e Tav.; eadem, Catalogo
Mostra "Pelagio Palagi artista e collezionista", Bologna 1976, p. 260, n.?
207. K.J. Dover, Greek Homosexuality, London 1978, p. 98, fig. B 538
(err?neamente coppia di "man and youth", v. infra).

Entro una fascia con boccioli di loto e palmette il medaglione del


?
coperchio rappresenta un uomo barbato ed una donna Puno di
? strettamente allacciati in un abbraccio sotto il me
faccia alPaltra
desimo mantello trapunto di rosette e trischele, sotto lo
rettangolare,
un uomo anziano barbato e clamidato e di
sguardo di (a destra)
un giovane imberbe totalmente avvolto da un himation (a sinistra),
da un bambino ammantato affiancato da un cane.
seguito

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10 G. Arrigoni

Proporzionalmente pi? grandi degli altri personaggi della scena i


protagonisti al centro ? appena velati dal grande mantello che
? sono
mette in risalto le loro forme uniti da un abbraccio cosi
intenso e totale che qualcuno ha addirittura
pensato interpretarli di
come una
figura unica, Androgyna coperta dal velo nuziale (Welcker,
apud Bizzarri Mandrioli): esegesi bizzarra ma con un fondo di ve
rit?, come si vedr? successivamente. Altri, pi? realisticamente, pensa
ad un coito in atto o intenzionale fra una coppia omosessuale: ipotesi
che, a parte il sesso dei componenti della coppia, si pu? senz'altro accet
tare corne verisimile alla luce delle considerazioni che si faranno succes
sivamente.

(3) Parigi, Mus?e du Louvre, due frammenti di kylix attica (interno)


a f.r.: (a) Inv. Cp. 88 = Cat. G 99, dall'Italia (gi? Coll. Campana,
Inv. Frag. 88), cm 10; (b) fr., senza numero di inventario o di
catalogo,
saldato al precedente da Beazley (v. infra). (Ho potuto controllare di
persona la pertinenza del secondo frammento al contesto del primo
durante un'apposita visita al Louvre nel gennaio 1984, cfr. anche let
tera del
prof. Giroux, Universit? Laval, Qu?bec, 21.2.84). Primo
terzo del V a.C. Tav. IV.

Bibliograf?a: E. Pettier, Vases Antiques du Louvre II, Paris 1901, p. 154,


G 99, Tav. 99; idem, Mus?e National du Louvre. Catalogue des Vases
Antiques de Terre Cuite III, Paris 1906, p. 926, G 99; Beazley, ARV2
180, 1 ("A Louvre fragment joins"); M. Guarducci, 'Il conubium nei riti
del matrimonio etrusco e di quello romano', Bullett. Commiss. Arch. Co
m?n. Roma 55, 1921, p. 210, n. 1 (n.? di inventario sbagliato, al posto di
699 leggi G 99); K. Schauenburg, 'Iliupersis auf einer Hydria des Pria
mosmalers', Mitteil. Deutsch. Arch. Inst. (Rom. Abt.) 71, 1964, p. 70
n. 79 (rinvio a Beazley sbagliato).

Sui fondo ?ero, entro un cerchio rosso riservato che circoscrive la


scena, ? rappresentato un couple amoureux (Beazley sbrigativo: "Boy
and girl embracing"). L'efebo (corona rossa tra i capelli, barba leg
gera sulla guancia) ha interamente avvolto nel suo himation, adorno
di rosette a punti neri, e tiene abbracciata una giovane donna recante
in capo un kekryphalos, alPepoca di moda per tutte le donne di ogni
et? e condizione. Del si possono
mantello vedere ora, dopo Tag
giunta del secondo
frammento, i lembi inferiori, che permettono di
stabilire che la coppia era s tante. Aile spalle e dietro il capo della
donna si intravvede un oggetto a decorazione geom?trica di norma

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 11

considerato un cuscino,
probabilmente usato corne appoggio alla p?
rete. Nel campo, sopra il capo della coppia, resti di un'iscrizione
acclamatoria (sigma a tre stanghe, :, k), forse del tipo ?zale, xaXo?
oppure ?zale, xaX? o anche nome proprio terminante in sigma pi?
xaXo? o %a\?3.
Gli (Pottier, Guarducci)
esegeti ambientarono la scena su una kline

simposiale, data la presenza del cuscino. Con ci? t?citamente ammet


tevano che la donna fosse un'etera. Ma l'aggiunta del nuovo fram
mento smentisce taie ambientazione. coppia, La
stante, appare dop
piamente isolata sia dal cerchio rosso
che dal grande enf?tico man
tello, che costituisce una sorta di aureola attorno al capo dei due pro
?
tagonista L'impressione che se ne ricava ? di grande discrezione
conformemente ad un certo amore per la privacy riscontrabile nella

pittura erotica vascolare specialmente inizi del V a. C. Anche


degli
ammesso che si tratti di amori mercenari, dall'insieme emana una

compostezza e una specie di aspettazione, che pu? orientare


grande
l'esegesi anche in altre direzioni4.

II. Terminolog?a e funzione erotica del mantello/copriletto

Considerata la forma rettangolare dei mantelli sui vasi (1) e (2),


si pu? pensare ad una xXalva o ad un ?[x?Tiov; en
qui dispiegata
3 Per
quest'ultimo caso molti esempi in D.M. Robinson -E.J. Fluck, A
Study of the Greek Love-Names, Baltimore 1937, pp. 48 ss.
4 non in in considerazione vasi
Deliberatamente si prendono questa sede
come la kalpis ateniese del Pittore di Dikaios, Bruxelles, Mus?es Royaux R 351,
da Vulci = J. Boardman, Athenian Red-Figure Vases, London 1975, fig. 46;
A. Aloni, Le Muse di Archiloco, Copenhagen 1981, fig. 2, in quanto ritengo
che la presenza del sia accid?ntale e non abbia
mantello/copriletto puramente
la funzione precisa di celare aphrodisia, che ? il caso che qui ci int?ressa. An?loga
mente non mi sull'anfora campana a f .r. Capua, Museo Campano P. 17,
dilungo
Inv. 7561 = CVA Italia XI Tav. 21, 1. 4 (segnalatami da Marina Castoldi),
dove Y "essere umano mostruoso" a tre o due teste (una maschile e una femmi

nile) sotto una grande veste o drappo, con una coppia o due di piedi divergenti
(P. Mingazzini, ibid.), probabilmente
? a mio par?re ? non ? altri che PAn
drogynos del Simposio plat?nico o qualche essere doppio della teologia orfica,
per cui rimando a L. Brisson, 'Bisexualit? et m?diation en Gr?ce ancienne', Nou
velle Revue de Psychanalyse 7, 1973, pp. 27-48 (in una prospettiva struttura
listica l?vi-straussiana e con un interessante confronto con Freud); idem, Diction
naire des mythologies et des religions des soci?t?s traditionnelles et du monde
antique, s.v. Eros, Paris 1981, pp. 351-359, in particolare p. 357.

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12 G. Arrigoni

trambi i mantelli sono di lana, possono essere adorni di fiori intes


suti o altri soggetti e possono considerarsi unisex. Il mantello del
vaso (3), alPapparenza piuttosto consistente, potr? essere considerato
una x^r?w* o un ?pt?Tiov senza grossi errori, mentre la minore consi
stera e la maggior aderenza del mantello sui vaso (2) rende forse
considerarlo un <papo?, di norma di lino e pi? lussuoso di
preferibile
quelli citati, oppure una X^ocvi?, che era un mantello piuttosto chic,
pi? sottile della x^ociva e ugualmente unisex5. Della x^a?va cono
sciamo ormai
piuttosto bene Papplicazione erotica, riassumibile nel
vizb tocv yXav x^aivav XVIII 18 s. di
respressione deU'epitalamio
Teocrito. Il sintagma yia xkalva pu? infatti essere inteso come me
t?fora per Tunione sessuale e quasi il simbolo di una coppia di amanti
senz'altro un po' speciali. Aile testimonianze letterarie note da tempo6
e integrabili con altre nuove ehe indicher? si aggiunge ora la prova

iconogr?fica: il compito dunque ? di fare interagire queste due tra


dizioni nel tentativo di far luce su un certo tipo di condotta sessuale
nelle sue diverse espressioni e ambientazioni.

Nel cammino da izapMvoc, a yuvr) sembra che la tappa finale e

obbligatoria fosse rappresentata dal giacere sotto lo stesso mantello/

copriletto con un uomo. Un frammento euripideo, forse detto da


bocea femminile, prospetta la cosa in termini velatamente vittimistici

5 su forma, s.v.
Notizie materiali, decorazioni di tali drappi in Amelung, RE

xXaiva III (1899) coll. 2336-2337. 2339; F. Studniczka, Beitr?ge zur Geschichte
der alt griechisch en Tracht, Wien 1886, specialmente pp. 74 ss. 86-87. Anche il
himation pu? essere di lana o di lino e pi? frequentemente ? dispiegato: Ame
lung, RE s.v. lu^Tiov VIII (1913) coll. 1609. 1611 (vedi tuttavia L. Heuzey,
Histoire du Costume Antique d'apr?s des Etudes sur le Mod?le Vivant, Paris
1922, pp. 102. 105-106); pi? in gen?rale M. Bieber, Entwicklungsgeschichte der
griechischen Tracht, Berlin 19672, pp. 24. 27 (fig. 4) 28-29; per Pepoca pi? antica
Sp. Marinatos, Kleidung- Haar- und Barttracht (Archaeologia Hom?rica, Bd. I,
AB), G?ttingen 1967, A 9-11. 40-41, fig. 8a; utile anche D.N. Levin, 'AfoXa?
Riv. filol. class. 98, 1970, pp. 17-36. Per la decorazione dei vari
Tcopcpup?r)',
mantelli citati: s.v. himation cit. coll. 1612-1613; G. Leroux, Da
Amelung,
remberg-Saglio, s.v. Pallium IV (1907) p. 290.
6 R.C.
Jebb a Sophocles Trachiniae, Cambridge 1908, p. 84 ad v. 539;
B. Gentili, 'Nota ad Archiloco P. Col. 7511; Fr. 2 Tard., 2 West', Quad. Urb.
21, 1976, pp. 17-18. 21. Da escludere ora Papporto di Soph. F 483, 2: vedi Radt
TrGF Soph. F 483, 2 x^a^Tj? (ko respinto a favore di ?it' &Xevn<;.Hieronymos
di Rodi F 35 Wehrli2 e commento pp. 39-40 (cfr.Merkelbach-West, infra, n. 15,
p. 109).

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 13

e rassegnati: ci si augura di "cadere sotto il mantello/copriletto di


un uomo perbene"7. Al contrario, epitalamio nel citato teocriteo
(XVIII 19), non sembra esservi la minima commiserazione per Elena
venuta "sotto un solo mantello/copriletto (xXa?vav)* a giacere con
lo sposo felice Menelao. In ogni modo non va trascurato il fatto che
in entrambi i casi il mantello/copriletto, che ospita la sposina, ap
al marito. Che io sappia un taie mantello pu? appartenere
partiene
ad una donna solo se questa ? una cortigiana: sotto il mantello di
Demo l'amante occasionale si riscalda non senza le gelosie del rivale8.
Altrove, e molto
pi? dettagliatamente, Pespressione yXa x^aiva ?

impiegata a significare che gli amanti celebrano entrambi Cipride,


corne se fosse sin?nimo di una sola volont? di godere. Amore alPuna
nimit? dunque, alPinsegna della concordia (fors'anche della parit? ero
tica) sotto il mantello/copriletto, eccellentemente visualizzati da due

coperchi di sarcofagi etruschi del IV a.C, provenienti da Caere e da


Vulci ed attualmente a Boston9, la cui delicata finissima rappresentazio
ne illustra efficacemente il concetto di concordia e simultaneit? nel
Pamore attraverso la precisa simmetria dei corpi e dei gesti sotto la leg
gera coperta del letto, lievemente scostata dai visi e dalle spalle. Qui il
del comportamento e del copriletto ? cosi determinato e
significato
preciso nella sua direzioneconiugale, da far supporre che si traitasse
di una vera e propria categoria di amore 'maritale' evidentemente in
uso nel IV a. C. A tal punto che poteva essere impiegata dalPamante
innamorato che rimpiange struggentemente la sua adorata e splendida
Bacchis, un'etera. NelPimpeto delPidealizzazione e della memoria di

7 Eur. F
603, 4 N2.
8
Meleagro A.P. V 173 A^u-o?? vizb x^av?8i. Secondo Amm. De adf. voc.
512 Nickau la x^avk di norma era solo portata, non usata corne coperta.
diff.
9 R.
Herbig, Die j?ngeretruskischen Steinsarkophage, Berlin 1952, n.? 5,
= R. Bianchi Bandinelli -M. To
pp. 13-14, Tav. 40*; n.? 6, pp. 14-15, Tav. 37*
relli, Varie delVantichit? classica, 2, Etruria, Roma, Torino 1976, n.? 137 e
n.? 138. Il secondo esemplare illus trato ed eccellentemente commenta to anche
in R. Brilliant, Gesture and Rank in Roman Art, The Use of Gestures to Denote
Status in Roman Sculpture and Coinage (Memoirs of the Connecticut Academy
of Arts & Sciences XIV), New Haven 1963, pp. 31-32, fig. 1, 46, ehe per?, non
conoscendo il significato di un tale mantello era costretto a far ricorso alPinter
pretazione giuridica di Dig. 23. 2. 1. Diversamente da lui escludo anche la pos
sibilit? di ritrovare "the same type" nel crat?re a campana del Pittore di Amykos,
Vaticano R 2 = A.D. Trendall, Fr?hitaliotische Vasen, Leipzig 1938, pp. 14.
34, n.? 133, Tav. 7.

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? ?
colei che aveva nonostante il suo status un'indole
nobile (xp^cr^ov
fj?o?), l'amante addolorato ricorda corne
lei, alla ricchezza e agli stu

pendi doni esotici di un altro, prefer? invece il semplice mantello ple


beo del suo abituale compagno. Il perch? lo si comprende dal seguito,

quella specie di epitafio che le dedica il suo desolato amante, un inno


all'amore reciproco, dove Bacchis "colei che ? amava l'amante" 10.
La coppia quindi sotto un solo mantello/copriletto ? Pesatto contrario
della coppia in cui uno dei due non corrisponde i sentimenti dell'altro
e si espone alie ire di Afrodite n.
In questo genere di cose il numero
per ot due ? fondamentale
tenere felice concordia e unanimit?
di intenti; per una terza persona
12
non c'? posto. Nelle parole della Deianira sofoclea ? impossibile il
sotto ?
triangolo il mantello/copriletto: ? assurdo che due donne lei
stessa e Iole ? attendano "sotto una sola xkcdva Pabbraccio di Era
ele". Come dire che ? inammissibile dividere lo sposo con un'altra,

specialmente sotto la xkaZva., che ? un luogo deputato all'unione pi?


due da amanti concordi e di esclu
perfetta di sposi, affiatati, qualcosa
sivo che non tollera spartizioni.

Questa possibilit? e prerogativa non ? solo della coppia etero


sessuale n? esclusivamenteaffidata ad una x^a^va- Forse si pu? inter
pretare correttamente
la propensione di Socrate a dormir? sotto la
stessa x^aiva o x^Ajxu? o Tpi?wv con Alcibiade riportandola al mo
?
dello della coppia 'maritale' o para-'maritale' pi? che come talvolta
si pretese ? alia coppia di padre e figlio 13.Che si traitasse di un'abi
tudine diffusa e non di tardi pettegolezzi su Socrate e Pamico ? te

10 utc? T? Xi/r?v
Alciphr. IV 11, 4 Schepers To?p,?v xoijjkjOM?vtq xkavLffxiov
to?to xai 5tj[jlotlx?v e
quindi ? 8 Baxxk 5? t) tov ?pao*TTf)v cpiXoucra ??cafravE.
11Per la
coppia in disaccordo vedi B. Gentili, 'Il "letto insaziato" di Me
dea e il tema del? ?Sixia a livello amoroso nei lirici (Saffo, Teognide) e nella
Medea di Euripide', Stud, class, or. 21, 1972, pp. 60-72, ora in Uamore in
Grecia, a cura di C. Ca?ame, col titolo (Amore e nella "Medea" di Euri
giustizia
pide', Bari 1983, pp. 159-170; M.G. Bonanno, 'Osservazioni sui tema della
"giusta" r?ciprocit? amorosa da Saffo ai Comici', Quad. Urb. 16, 1973, pp.
110-120. Per questo motivo nel mito rimando al mi? studio su Ata
greco-latino
lanta (ancora in?dito).
12
Soph. Track. 539-540; 545-546.
13
Rispettivamente Athen. V 219 b; [Lucian.] Am. 49 riflette Popinione di
Alcibiade di Socrate come padre per cui v. Plat. Symp. 219 B-C (Socrate padre
o fratello pi? vecchio e uso di Tpi?cov).

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 15

stimoniato da una bella ?nfora attica a f .r. del primo terzo del V a. C,

rappresentante Yerastes che, stante, abbraccia sotto il suo stesso man


tello il suo piccolo er ?rnenos 14.
La coppia eterosessuale sotto la stessa x^^Eva non pu? sempre
dirsi una coppia 'maritale' e il caso di Archiloco, nelYEpodo di Co
lonia, non pu? che confermare questa situazione. Dato che questo
papiro ? divenuto il Tummelplatz della filologia degli ultimi anni, mi
limiter? a in considerazione solo per l'essenziale e per ci?
prenderlo
che riguarda strettamente l'analisi di una certa applicazione erotica
della x^aiva. L'aggettivo ?pico ixaXdaxf) dice che si tratta di un man
tello di lana, invernale, il che quadra abbastanza bene con Pambien
tazione primaverile "i floridi
dell'episodio tra fiori"15. Bisogna tut
tavia guardarsi dalla tentazione di attribuire alia stagione fredda Tuso
di avvolgersi in un mantello per fare all'amore. Archiloco ha ormai
? con
degni compagni buona pace degli scettici sulPautenticit? del
?
YEpodo di Colonia e della sua attribuzione al poeta di Paro nelle
coppie di amanti raffigurate sui vasi (l)-(3), testimoni di un uso non
meteorol?gicamente determinato. A prescindere dalla convenzione ar
caica e archaicheggiante della coppia stante sotto lo stesso mantello,
si pu? eventualmente trovare quale dei tre vasi riproduca la situa
zione pi? vicina ? almeno come approccio amoroso ? a quella di

14
Parigi, Louvre G 45, dallTtalia: Pottier, Vases Antiques du Louvre (su
pra, bibliograf?a vaso n.? 3) pp. 144-145, Tav. 92, G 45 e in particolare p. 145;
Beazley ARV2 31/4 (Pittore di Dikaios); idem, Paralipomena 324; Dover (supra,
bibliograf?a vaso n.? 2) fig. R 59.
15P. Col. -
7511, 28-30 edd. R. Merkelbach M.L. West, 'Ein Archilochos
Zeitschr. u. = SLG F
Papyrus', f. Rap. Epigr. 14, 1974, pp. 101.109-110 478,
42-45 Page:
to^oc?t' ecpc?vEov -rcapMvov 8' ?v avds[cn,v

TTjXJedaEomXa?cbv
?xXiva, \iaXftaxr\i 8[? puv
xXa?]vni xaX?ipac, ai?x?v' ayxaXfiK; exw[v

Tutto questo dicevo e presa la ragazza


la distesi sui floridi fiori
e Tavvolsi nel m?rbido
mantello abbracciandole il eolio

traduzione di B. Gentili, 'Archiloco e la funzione politica della poesia del bia


simo', Quad. Urb. N.S. 11 (40), 1982, p. 16. Per iiaXdaxTQie sinonimi del man
tello invernale di lana tutte le testimonianze in Amelung, s.v. chlaina (supra,
n. 5) col. 2336.

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16 G. Arrigoni

Archiloco, non dimenticando per? il fatto che le nostre cognizioni sul


modo di fare l'amore dei Greci sono avanzatissime per quanto ri

guarda le etere, ma molto rudimentali negli altri casi, poich? le in


formazioni antiche si fanno spesso reticenti, discrete, allusive quanto
sono intense ed entusiaste. Regola cui non sembra sfuggire, secoli

dopo, un poeta come Properzio, illustre continuatore ed estimatore


dell'amore sotto il mantello/copriletto, allorch? candidamente di s?
e della sua amata confessa:

Pi? d'una volta abbiamo fatto Pamore in un crocicchio e


al confondersi dei nostri petti nell'abbraecio
il mio mantello rese tiepide le vie 16.

Altrove il poeta, esprimendo la sua ammirazione per Cinzia, suggerisce


un altro luogo per pratiche proibite ed esaltanti:

ci sono cose pi? grandi, o Basso, per cui vorrei morir?:


un colorito naturale, lo charme di moite arti
e quelle gioie che piace pro vare sotto una coltre silenziosa 17.

Personalmente non
trovo implausibile l'intenzione del poeta di allu
dere a qualcosa corne erotika sotto la vestis (seil, stragula), ma gaudia
in silenzio {tacita per enallage attribuito a vestis, anziehe a gaudia),
forse perch? localizzati in un luogo proibito: il simposio per esempio.

16
Prop. IV 7, 19-20 saepe Venus trivio commissa est, pectore mixto / fece
runt tepidas pallia nos tra vias. II greco kx?tiov ? tradotto in latino con pallium
(generalmente per uomini) o con palla (per donne): Bieber (supra, n. 5) pp. 38.
42-43; talvolta per? si usa pallium anche riferendosi al mantello di donne (Petr.
Sat. 17; Ov. Ars I 153). Tuttavia la precisazione pectore mixto induce a credere
che pallia nostra sia plurale maiestatico da riferire al mantello del solo Proper
zio, che Cinzia nella maniera di vizb tqv jjiiocv x^atvav (cfr.
avvolgeva tipica
ex. gr. il vaso n.? 3).
17
Prop. I 4, 13-14 sunt maiora quibus, Basse, perire iuvat: / ingenuus color
et multis decus artibus, et quae / gaudia sub tacita dicere (codd.; ducere codd.
deter.) veste libet. Preferisco Pemendazione ducere, accolta da Lachmann, Barber
e, pi? recentemente, da P. Fedeli (Sesto Properzio, II primo libro delle Elegie,
Intr., Testo crit. e Comm., Firenze 1980, ad I. e p. 146), piuttosto che la le
zione dei migliori codici dicere, nonostante la sofisticata e ingegnosa difesa di
E. Pasoli, In Properti Monobiblon Commentationes, Bologna 1957, pp. 29-30
("...e quei pregi di cui si prova piacere a parlare sotto le coperte" ossia "per
allusione", "sotto una veste non dove sub tacita veste ? in teso meta
esplicita",
f?ricamente nel senso di tectis verbis). Ma vedi infra, Ovidio.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 17

Un intenditore come Ovidio la sapeva e perci?


lunga in proposito
sospettava degli altri. Alla sua
amata del momento, contesa da un
altro, raccomanda con aria confidenziale:

Spesso, per affrettare il godimento, io e la mia donna


abbiamo portato a compimento la dolce opera sotto il copriletto che
ci eravamo buttati addosso.
Questo tu non lo farai; ma, perch? non si pensi ehe tu Pabbia fatto,
togli dal tuo busto il complice copriletto 18.

Indubbiamente qui si allude al letto tricliniare, dove certe cose si


fanno solo con la complicit? del copriletto. A dire di Ovidio Me
19,
nelao, durante i simposi spartani, non usava molto diversamente il
copriletto per "scaldare" le membra di Elena sotto
gli occhi furenti
e gelosi di Paride. Taie notizia tuttavia ha l'aria di essere un'inven
zione ovidiana, del tutto diversa dalla norma greca {infra ? III).
? e anche dei Romani a questo
Nel mondo essenziale dei Greci
? un mantello
proposito poteva servir? anche da copriletto per la
kline del simposio o del t?lamo. Almeno nessuna differenza di for
mato, di materiali, di termini distingue le due funzioni20, onde volta
a volta il senso preciso di mantello o copriletto ? determinato solo
dall'ambientazione del rapporto amoroso fra due persone, rapporto
che pu? essere pi? o meno istituzionale e pi? o meno im
regolare,
provvisato. Anche in un rapporto istituzionale e regolare tuttavia

18Ov. Amor. I
4, 47-50 Saepe mihi dominaeque meae proper at a voluptas /
veste sub iniecta dulce peregit opus. / Hoc tu non fades; sed, ne fecisse puteris,
conscia de ter go pallia d?me tuo. Cfr. anche vv. 41-42 ... bene ce
I quae pallia
lant, I ilia mihi caeci causa timoris erunt.
19Ov. Her. XVI 221-224 D?rrie.
20 n.
s.v. himation (supra, 5) col. 1612; idem, s.v. chlaina
Amelung, (supra,
n. 5) col. 2335; Bieber (supra, n. 5) p. 24; Leroux (supra, n. 5) p. 1021; Mari
natos (supra, n. 5) A9. 11. Aggiungi HHymn. Ven. V 158 (x^vmcriv p,aXa
*ik + pelli di orsi e leoni sui letto di Anchise); Soph. Track. 540 (xkaivr&)
= "lenzuola"?);
916 (<p?p*n HHymn. Ap. Ill 121-122 ("in un candido qr?po? sot
tile, intatto" le dee fasciano Apollo neonato); Aelian. V.H. VIII 7 Dilts (fyx?
Ttov); Euboulos CAE F 134 (II, p. 211 Kock) = FAC F 134 (II, pp. 142-143
Edmonds (?ucttl?e? per coprire il letto); Plat. Symp. 219B (Tpi?wv). Simon.
PMG F 543, 16-17 Page (il figlio di Danae giace nella larnax in una x^av??
rossa, il che ? ulteriore indizio di provvisoriet?, cfr. supra, n. 8). Sui letti nel
mondo greco-romano e accessor! relativi vedi G.M.A. Richter, The Furniture

of the Greeks, Etruscans and Romans, London 1966, rispettivamente pp. 53-54.
119 e 105 ss.

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18 G. Arrigoni

? come ? tra le varie


bisogna distinguere si vedr? fasi, ragion per
cui diventa a volte problem?tica la traduzione
parola della greca con
mantello o con copriletto. Alla serie dei copriletti da t?lamo, atti a
celare gli aphrodisia, si pu? aggregare il copriletto nuziale {vestis,
seil, stragula) di Peleo e Tetide nel celebre Carme 64 di Catullo, dove
era ricamato il mito di Arianna abbandonata da Teseo a Nasso e le
sue nozze con Dioniso, ermeticamente pres?ntate al v. 260 come

orgia (seil. Iacchi) quae frustra cupiunt audire profani21. Soggetto


tutt'altro che casuale per un copriletto nuziale, nella
specialmente
misura e nella dimensione di un'iniziazione dionisiaca, il cui modello
di corteggiamento ? appunto fornito dal Dioniso di tradizione greca,
come si vedr? pi? oltre.

III. Festini etruschi

Si ? visto che, nel mondo greco-romano, una coppia eteroses


suale sta sotto lo stesso mantello/copriletto nel t?lamo, tra
i fiori,
nel trivio, nel simposio, naturalmente senza lo stesso grado di con
senso sociale. Di conseguenza le donne implicate possono essere e
realmente son? mogli (o aspiranti tali), fanciulle inesperte, amanti

21 A
parte lo scetticismo e la vaghezza di CJ. Fordyce, Catullus, A Com
mentary, Oxford 1965, rist. 1973, pp. 273-274, gi? F. Klingner, Catulls Peleus
Epos (Sitzungsberichte Bayer. Akad. d. Wiss. Philos.-Hist. Klasse, H. 6), M?n
chen 1956, pp. 44-46. 67. 70-71, ha fundamentalmente additato la possibilit?
di integrare la difficile "digressione Arianna" nel tema principale di Peleo e Teti
de, una ma anche contrasto con Pamore umano-divino delle
per parziale analogia
due coppie, di cui quella Peleo-Tetide ? la felice, poich? senza abbandoni. L'au
tore ha eccellentemente illustrato l'evoluzione (cui Catullo non fu
iconogr?fica
insensibile) del tema di Arianna combinata a Teseo e Dioniso 33-43; un'am
(pp.
pia panor?mica ora in E. Richardson, 'The Story of Ariadne in Italy', in Studies
in Classical Art and Archaeology. A Tribute to P.H. von Blanckenkagen, Locust
Valley N.Y. Augustin 1979, pp. 189-195), ma tendeva a sottovalutare (p. 43)
la conclusione della parte relativa a Dioniso con Arianna (vv. 259 ss.) ignorando
il simbolismo della coperta nuziale e le implicazioni degli orgia Iaccki. Sull'im
della Dioniso-Arianna come modello matrimoniale vedi T.B.L.
portanza coppia
Webster, 'The Myth from Homer to Catullus', Greece a. Rome, 13,
of Ariadne
1966, pp. 22-31, spec. pp. 30-31; A. Henrichs, 'Changing Dionysiac Identities',
in Jewish and Christian Self-Definition, Vol. Ill S elf-Definition in the Graeco
Roman World, edd. B.F. Meyer and E.P. Sanders, London 1982, p. 148. Cfr.

infra, pp. 44-45. 51.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 19

favorite e complici, etere-quasi mogli. Per quanto il simpo


riguarda
sio bisogna introdurre dei distinguo. Pace Ovidio, nel mondo greco
la signorina o la signora perbene non solo non si sdraiano sotto lo
stesso mantello/copriletto con un uomo durante il simposio, ma ad
dirittura non
vi partecipano22. Un'ulteriore conferma e contrario vie
ne da Aristotele: nelle Consuetudini dei Tirreni ? e non certo con in
? cenano in compagnia
tend elogiativi affermava che "i Tirreni delle
donne giacendo sotto lo stesso mantello"23. Negli Excerpt a al Pen
politeion di Eraclide Storico, a proposito "sotto lo
delPespressione
stesso mantello", si legge la seguente annotazione non inattesa: "anche

qualora vi sia presente qualcuno"24. Rispetto al modello greco le ano


malie denunciate da Aristotele ed Eraclide sembrano essere: (a) stare
sdraiati a tavola con le donne, (b) sotto lo stesso mantello, (c) sotto gli
occhi di estranei (Eraclide). Se le donne etrusche implicate sono etere

(il che non ? detto), quai ? la ragione di tanto scandalo? Tutta una
? sicuramente
serie di vasi greci almeno per quanto riguarda i punti
e ? smentire Aristotele ed Eraclide
(a) (c) possono facendoli passare
per puritani brontoloni. Che senso ha poi badare alla presenza di
altri (c) se la coppia se ne sta sotto ilmedesimo mantello (b)? A prima
vista parrebbe incivile
Pavesse. Eppure se non si ha l'impressione che
cose non siano cosi semplici ? caso di amori mercenari.
le anche nel
? innegabile che Properzio ed Ovidio, eredi pi? o meno inconsapevoli
e Eraclide,
degli Etruschi foggiati da Aristotele sembrano coscienti di
aver fatto cose proibite sotto il mantello/copriletto nel simposio.
Di norma Aristotele non fu preso molto sul serio: in particolare
? ? si aver travisato il tipo
riguardo al mantello gli rimprover? di
iconogr?fico della coppia 'maritale' distesa sul letto sotto lo stesso co

22Normativo Is. Ill 14 o?S? ai yapiETal yuvoc?xe? '?pxovTai [XET?twv ?v


8pwv ?m x? SE?/rava, ou8? (TuvSei/kveiv ??io?ox uxTa twv ?XXoTpiwv, xat Ta?Toc

txsT? twv ?iiitux?vtwv. Cfr. Cic. Ven. II 1, ? 66 e lo scandalo dei muliebria


conviv?a a Siracusa Verr. II 5, ?? 30. 81. 137. Corn. Nep. I 6-7. Casi eccezio
nali corne Menand. Dysc. 855-859 (ma vedi Plut. Quaest. conv. VII 8, 3 = Mor.
712 C) e Lucian. As. 1-2 confermano la regola per le donne libere e abbienti;
le serve vi partecipavano.
23Athen. I 23 d = F 607 Rose oi 5? Tupp-nvol SewuvoOffiuxT? twv yuvouxwv
?vaxE?piEVOi, ?izb tw a?Ty ipiaT?w.
24Heraclides Historicus
p. 18,6 Schneidewin = Rose in adp. a Arist. F 607.
Cfr. anche ibid. F 611, 44, p. 379 R.: generalizzazione del costume (ixavTE?),
senza localizzazione nel simposio.

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20 G. Arrigoni

^
priletto (sarcofagi da Vulci e da Caere, di cui supra, p. 13) o di aver
mal interpretato, come segno di ^pucpr), il mantello che avvolge entram
bi i coniugi e che invece significherebbe "la indissolubile unione dello
sposo e della sposa" 26.Anche in questo caso tuttavia rimane il fatto che
Aristotele allude al simposio, non al t?lamo. In altre parole: la notizia
di Aristotele ? scandalistica in quanto attribuisce ai Tirreni un costume
che i Greci riservano di norma al t?lamo (e gli Etruschi di Vulci e di
Caere con loro). Anche cosi per? Aristotele non poteva e forse non
doveva meravigliarsi troppo degli Etruschi, per i motivi che si ve
dranno successivamente.

Attingendo ad una fonte ignota, ma comunque indipendente da


quella di Aristotele, lo storico Teopompo si fissa su un particolare non
molto diverso per screditare gli Etruschi. Nel quadro della dissolutezza
etrusca che ha abdicato al diritto di propri?t? racconta infatti corne

presso gli Etruschi sia praticata regularmente (vtyxov slvou) la comu


nanza delle donne, ma in certa misura anche la comunanza uo
degli
? a suo dire ? cenano non esclusi
mini, visto che le donne etrusche
vamente coi propri mariti, ma anche con
chi capita ad essere presen
te? dal che si dedurrebbe che le yuvawesc di cui parla Aristotele pos
sono essere non solo le mogli ma anche le ? e
proprie, mogli altrui
brindano a chi vogliono perch? sono molto brave a bere (altra anomalia

rispetto alia donna greca). Come indizio della eccezionale disinibizione

degli Etruschi Teopompo cita la loro disponibilit? a lasciarsi vedere a


fare e a subir? qualsiasi cosa in pubblico (?v t?> ix?orcp).Disinibizione
? totalmente "liberato" ? e il loro com
che riguarda anche Peloquio
portamento nel dopocena, allorch? "quando ancora le fiaccole brucia
no" danno inizio aile visite di prostitute, ragazzi, perfino delle mogli;
divertimento cui si aggiunge pi? tardi la visita di ragazzi nel fiore del
? con le relative prevedibili In
l'et? conseguenze. questo quadro poco
edificante ci tiene tuttavia a far sapere che la condotta ses
Teopompo
suale degli Etruschi non sempre e totalmente
era disinibita: essi in
fatti praticano il sesso "talora vedendosi reciprocamente, pi? spesso
attorno ai letti cortine intrecciate di rami e sopra vengono ap
ponendo

25G.
K?rte, RE s.v. Etrusker VI (1909) col. 755, 60-67.
26 P. ...Palermo 1927, pp. 171-172.
Ducati, Etruria Antica I, Torino Milano
Sulla sua linea A. Solari, Vita pubblica e privat degli Etruschi, con appendice
a
di documenti archeologici a cura di A. Neppi Modona, Firenze 1931, p. 65.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 21

poggiati mantelli"27. In pratica il risultato era una sorta di capanna


o tenda improvvisata, fatta con paraventi e mantelli, che racchiudeva
in una rassicurante privacy ogni letto simposiale.
Al pari di Aristotele, Teopompo ? stato opportunamente ridimen
sionato nel suo moralismo da Ellenico puro con una spiccata predilezio
ne per i Cinici, senza riuscire a riscattare completamente le Etrusche
(anche le donne
sposate) dalla vera o presunta liberta di costumi sim

posiali, anche
libertini. Bisogner? in ogni caso evitare classificazioni
troppo manichee che pretendono di stabilire lo status di una donna
etrusca in base alla sua posizione ? o ? nei banchet
sdraiata seduta
tiM, in quanto tale standardizzazione ? fondata sulle rappresentazioni
27Athen. XII 517 d-518 b = FGrHist 115 F 204, in particolare Athen.
517 f ?(ppo5iaia?oucriv 8? xai noio?vToa t?c? cuvoucriac; ote {x?v opwvTE? ?XXifaou?,
w? 8? Ta TcoXX?xaXu?ac TCspi?aXXovTEcrcepl toc? xXiva?, ai iiE^XEYlx?vai (u.?v)
eigxv ex pa?Swv, Em?e?XTiTai 8* avwfrsv iuutioc. Ateneo cita Popinione di Teo
pompo sugli Etruschi nel contesto di una classificazione dei "barbari dell'Occi
dente", sia questa o no espressione di Teopompo. Ignota la fonte di Teopompo a
Jacoby (Kommentar, p. 385 a F 204), che in gen?rale tende a svalutare taie testi
monianza corne esagerazioni e malintesi di Teopompo dovuti al suo gusto da
moralista. Pi? sfumato il giudizio globale di A. Momigliano, Teopompo (1931),
ora in La storiografia greca, Torino 1982, pp. 174-203, che ne mette in luce
(pp. 188. 191. 193-201) la curiosit?, l'apertura mentale, lo psicologismo moraleg
giante, le simpatie per il moralismo dei Cinici, la "sensazione della differenza
fra Greco [= uomo civile] e b?rbaro" (derivata da Isocrate) e il panellenismo
da "intellettuale". La donna etrusca di ? esattamente a
Teopompo opposta
quella greca di Iseo (supra, n. 22); per Pincompatibilit? di donna e vino nel
mondo greco vedi Henrichs (supra, n. 21) p. 140 ss.
28 s.v.
Contro il meccanicismo di P. Girard, Daremberg-Saglio Lectus III

(1904) p. 1021 (volontariamente o meno disinformato dal punto di vista archeo


logico) e i tentativi di depurazione e di trasferimento nel mondo della r?verie
ultramondana fatti da K?rte (supra, n. 25) col. 755, si vedano i giudizi e le va
lutazioni pi? equilibrad di Ducati (supra, n. 26) e soprattutto di Richter (supra,
n. 20) p. 93. A contraddistinguere la coppia 'maritale' da quella composta da pa
drone e arnica possono valere altri criteri, ex. gr. gesti assai vedi
pi? spinti:
R. Herbig, 'Verkannte Paare', in Neue Beitr?ge zur klassischen Altertumswissen

schaft. Festschrift B. Schweitzer, Stuttgart 1954, pp. 264-270. Per le coppie etru
sche sdraiate a terra, da Dohrn Richter, supra, n. 20, p. 93,
segnalate (apud
n. 21) bisogna dire che in Grecia sarebbero senz'altro catal?gate tra gli amori
mercenari, essendo la x^aiT?irT] una da t?tctw obsceno sensu per
prostituta:
cui v. J. Taillardat, Su?tone, Pert blasphemwn. Perl paidt?n, Paris 1967, pp.
119-120; H. Herter, 'Die Soziologie der antiken Prostitution im Lichte des
heidnischen und christilichen Schriftums', Jahrb. f. Ant. u. Christ. 3, 1960,
p. 73, n. 60.

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22 G. Arrigoni

di monumenti funebri, che lungi dall'essere fedeli riproduzioni della


realt? possono essere la combinazione di istanze di vario genere, non
? o tipizzante ?
esclusa la riproduzione idealizzata di quella realt?
che il def unto lascia sulla terra. La curiosa notizia di Teopompo sul

l'impiego di mantelli nei simposi etruschi per celare gli amori tricliniari
di una coppia pu? tuttavia trovare una qualche spiegazione nelle usanze
etrusche. Teopompo situa alla sera il simposio etrusco, ossia alla gre
ca. In realt? noi siamo informati da altre fonti che gli Etruschi amavano
imbandire tavola due volte al giorno e sempre con grande lusso, usando
coperte ricamate a fiori, coppe e servitori a iosa29. Le coperte ricama
te a fiori rispecchiano evidentemente la loro passione per la natura, in
dubbiamente dimostrata dalla pittura etrusca del V a.C. con i suoi ban
chetti ambientad en plein air, dove le klinai si stagliano sullo sfondo
di alberelli stilizzati oppure sono scandite da alberelli che inquadrano
il letto in una cornice di verzura30. In questi luminosi banchetti diurni
sembra che gli alberi ambientino il simposio in una sor ta di giardino o,
meglio, uno di quei parchi pieni di alberi da frutta (rcap?SEWoi
o xffroi)
di tradizione orientale, che danno al banchetto f?nebre etrusco la sua
dimensione onirica e un po' immateriale 31. In particolare ? qui interes
sante notare che ? ? a Tarquinia,
sul finir? del IV a.C. nella Tomba
delVOrco (prima camera) le varie klinai simposiali, dislocate in loculi,
sono per cosi dire fasciate da una "quinta" di lussureggiante vegeta
zione, mentre per tutta la camera corre un fregio di viticci, foglie,

29Diod. V
40, 3; Athen. IV 153 d.
30
Tarquinia, Tomba dei Leopardi, secondo quarto del V a.C: P. Romanelli,
Tarquinia, la Necropoli e il Museo, Roma 1954, pp. 13-14 ("fresca, gioiosa aria
di giardino che contrasta con la natura del luogo") figg. 11-13; M. Moretti,
Pitt:ira etrusca in Tarquinia, Milano 1974, p. 92 ("alberelli d'ulivo"), Taw.
75-76. - Tarquinia, Tomba della Pulcella, meta del V a.C.: Romanelli, p. 12,
fig. 9; Moretti, p. 106.
31 Per il
-Kap?Szicrot;orientale inteso come parco pieno di frutti di ogni
stagione vedi Xen. An. I 4, 10. Gi? Pind. 01. II 77-84 rappresentava le Isole
dei Beati come un giardino. Nella realt?, ex. gr. a Sardi, il per?bolos della tomba
spesso prese la forma di un 7cap?8Eio*oc o xtjttoc; e l'insieme era chiamato xtq
W.M. Calder, 'Julia-Ipsus and AugustopohV,
TC?Tacpoc: Journ. Rom. Stud. 2,
1912, p. 254. Cfr. Serv. Aen. V 760 Nemora aptabant sepulcris (ut in amoenitate
animae forent post vitam add. cod. D); F. Cumont, Recherches sur le symbo
lisme fun?raire des Romains, Paris 1942, p. 353 e infra, n. 32 (Pfuhl).

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 23

grappoli d'uva32. Questo d? aile informazioni di Teopompo un certo

grado di verit?, almeno come documentazione di arredamento simpo


siale, senza naturalmente che possa trovare conferma il motivo per cui
Teopompo pensava fosse adottato. NelPEtruria del V a.C. la camera
mortuaria fu immaginata corne Pinterno di un padiglione di caccia, le
?
cui pareti laterali sono costituite da un velo finemente decorato
attaccato ? e la
al soffitto coloratissimo da cui traspare la natura
fauna circostante che hanno Paspetto di un vero paradeisos orienta
le33. Non meno sontuosamente talora le klinai del banchetto fian
un grande letto-catafalco al riparo di un ampio velario sor
cheggiano
retto da quattro pilastrini, su cui si attorcigliano rami34. In entrambi
i casi Parchitettura del banchetto fun?bre o il padiglione di caccia
potrebbero costituire un modo molto terreno, ben adatto al mate
rialismo etrusco, di sottolineare e celebrare il prestigio, Pautorevo
lezza, il rango del/-i defunto/-i eroizzato/-i come i signori della cac
cia e del banchetto nel mondo orientale e proto-greco, un modulo

32
Tarquinia, Tomba delVOrco 1: Moretti (supra, n. 30) pp. 118. 120 (da
tazione bassa: fine IV a.C.) "Sui l?culo della p?rete di fondo, sotto un esuberante
fregio che si distende su tutte le pareti, a foglie, viticci e grappoli d'uva, e su un
fondale di lussureggiante vegetazione, dis teso a mo' di quinta sui lati corti del
l?culo e sui fondo, una scena di banchetto con su Mine con ricca coperta
coppia
bordata a meandro"; idem negli altri loculi. Bianchi Bandinelli-Torelli (supra,
n. 9) n.? 149 (datazione alta: tra il primo e il secondo quarto del IV a.C.) "sfondi
frastagliati verdi scuri dietro i banchettanti"; il banchetto "nei Campi Elisi" (ma
vedi infra, nn. 34-35). Cfr. gi? la pergola per il banchetto rituale nel heroon licio di
Gj?lbaschi-Trysa e altri esempi di epoca successiva citati da E. Pfuhl, 'Das
Beiwerk auf den ostgriechischen Grabreliefs', Jahrb. d. Inst. 20, 1905, pp.
139. 141.
33
Tarquinia, Tomba del Cacciatore n.? 3700, primi decenni del V a.C:
M. Moretti, Nuovi monumenti della pit tura etrusca, Milano 1966, p. 147 e
stupende tavole all?gate; idem (supra, n. 30) pp. 80. 86, Tavv. 52. 54-56. In
Frigia, a Sardi e in Oriente si localizzarono Ttocp?SEicroi nel senso di parchi pieni
di animali selvatici da cacciare a cavallo: Xen. An. I 2, 7; Oec. IV 20; Cyr. I
3, 5 (Ciro); Hell. IV 1, 15 (Farnabazo).
34
Tarquinia, Museo Nazionale, Tomba del Letto Fun?bre: Moretti (supra,
n. 30) p. 108 (prima meta del V a.C); Bianchi Bandinelli-Torelli (supra, n. 9)
n.? 116 (460 a.C o poco dopo). Esempi successivi, dal IV a.C. in poi, di cortine
nel banchetto fun?bre di tradizione greco-orientale citati da Pfuhl (supra, n. 32)
pp. 123-125. 138. 144. 152, che pensava a banchetti "sepolcrali", ossia tenuti
realmente vicino al come ancora da certi contadini russi del suo tempo,
sepolcro
ad imitazione dei banchetti della vita reale (la pittura etrusca non presa in con
siderazione). Per Pabitudine di mangiare vicino alla tomba infra, n. 35.

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24 G. Arrigoni

efficace per distinguere i "magnati" da quelli che non lo sono35. In


conclusione: se Teopompo ha immaginato che gli Etruschi facesse
ro alPamore nei simposi, dentro i s?par?s, pu? essere pi? f?cilmente
tacciato di immaginazione maliziosa e un po' falsaria che essere
preso in parola.

IV. Proibito fare alVamore in area sacra e alVaperto

Nel tentativo di individuare Pambientazione dei vasi (l)-(3),


bisogner? passare in rassegna le altre possibilit? di localizzazione di
un rapporto amoroso eterosessuale tanto pi? che il mantello po
trebbe suggerire la ricerca di una certa privacy ed ? inoltre ben noto
che Parte erotica greca era socialmente condizionata36.

35 a sottolineare
Per la tendenza etrusca le differenze sociali tramite "pro
porzioni gerarchiche" e l'iconografia del banchetto, per es. nella Tomba della
Caccia e della Pesca rimando a M. Cristofani, Etruschi. Cultura e societ?, No
vara 1978, p. 41, Tav. alle pp. 38-39. Un del banchetto sotto
esempio prestigioso
il padiglione con pergolato all'estemo fu offerto, probabilmente nel 271-270 a.C,
da Tolomeo II Filadelfo: Athen. V 196 a-d = Kallixeinos di Rodi FGrHist
627 F 2 e la celebre ricostruzione di F. Studniczka, Das Symposion Ptolemaios
II nach der Beschreibung des Kallixeinos wiederhergestellt (Abhandl. d. Sachs.
Ges. d. Wiss. phil.-hist. Klasse II), Leipzig 1914, pp. 118 ss. Funzione cele
brativa ha anche il festone (evidentemente di un padiglione) che sovrasta l'apo
teosi di Eracle sulla nestoris lucana, Londra, British Museum F 178; Richter
(supra, n. 20) p. 121 e fig. 607 (err?neamente detta apula); A.D. Trendall, The
Red-figured Vases of Lucania, Campania and Sicily, Oxford 1967, 145/791,
Tav. 67, 5, che pensa ad una connessione con la scena, ma il paragone da lui

citato, la nestoris lucana, Parigi, Louvre K 537 = LCS 170/960, Tav. 75, 2, fa
pensare che il baldacchino tenuto dai Satiri sopra Eracle che combatte con Nesso
voglia celebrare la vittoria dell'eroe (cfr. infatti Nike volante). Il pi? antico
letto a baldacchino che io conosca compare sul crat?re del Pittore di Dario,
apulo
-
Napoli, Museo Nazionale 3254 (Inv. 81393), da Canosa: A.D. Trendall A. Cam
Ktoglou, The Red-figured Vases of Apulia II, Oxford 1982, 495/39. La pi?
an tica tenda a padiglione sembra quella di Achille sulla kylix attica Londra, British
Museum E 76, da Vulci = Beazley, ARV2 406/1; Richter, fig. 608. Per la cac
cia come status-symbol rituale di principi in Egitto, Siria, Persia, e per il ban
chetto dei vivi alla tomba del morto, in suo onore (kiti)? nei poemi omerici
e ? a W.
in ?poca geom?trica rimando Burkert, Homo Necans, Berlin, New
York 1972, pp. 53 (n. 35). 61 (n. 5). 62. Per tale abitudine nella Palermo dei
nostri tempi vedi L.M. Lombardi Satriani -M. Meligrana, II ponte di S. Giacomo,
Milano 1982, p. 37.
36
OJ. Brendel, 'The Scope and Temperament of Erotic Art in the Graeco

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 25

Aphrodisia in luogo sacro e all'aperto: quanto di meno greco


corne norma, onde si potr? formulare la domanda inversa: dove i
Greci ritenevano conveniente fare all'amore? ? un fatto ben noto
che gli occhi degli dei non possono vedere due cose: la morte e gli

aphrodisia degli uomini37, campi indubbiamente connessi da qualche


? ?
analogia che qui non ? il caso di approfondira per essere
entrambi con il divino. I Pitagorici proclamarono senza
incompatibili
mezzi termini il loro favore a due divieti "gi? preesistenti nelle cit
t? elleniche": il divieto di incesto e il divieto di synousia nel san
tuario o alPaperto, considerata ??pic 38. A Pitagora fu attribuita la

prescrizione seguente: per acceder? ad un santuario bisogna indos


sare "un mantello (bianco e) mondo e nel quale uno non abbia fatto
l'amore"39. Dietro il loro giudizio morale, i Pitagorici non fecero

Roman World' (1970), ora trad. it. in Vamore in Grecia, a cura di C. Ca?ame,
Bari 1983, pp. 211-245.
37
Aphrodisia-. Ov. Met. X 696; IV 799-800; Schol. IL XIII 66 Dindorf.
Morte: Artemide in Eur. Hipp. 1396. 1437-1438; Apollo in Ale. 22. Neue pre
scrizioni di purificazione aphrodisia e morte sono abbinati: Hesych. s.v. ?yvE?Eiv
Latte; Strab. XVI 1, 20, p. 745 e le iscrizioni di cui infra, n. 48. All'epoca in
cui scrivo non ? ancora disponibile sui mercato italiano e inglese Pannunciato
libro di R. Parker, Miasma: Pollution and Purification in Early Greek Religion.
Il mio ? IV risale alla fine del 1978 e originariamente rientrava in un capitolo
della mia Atalanta n. 11).
(supra,
38 Iambi. Vita 210 Deubner-Klein e^aiVEicdai 8' auTo?? Ecpacravxai
Pyth.
xa touxSe twv upo?'rcapx?vTtov vojxljjlwv ?v Ta??, 'EXXiQVixa?? tc?Xecti, t? u.t)te

p/nrpacri u/if)TE duyaTpi u/tqt' aSsXqni u.t)t' ev i?ptj> [xttit' ev t<p (pa
cruYYivEC^ai
vsptp.Ma gi? prima Occellus o Ocellus Lucanus De univ. nat. 55 in The Pytha
gorean Texts of Hellenistic Period, Coll. and Ed. by H. Thesleff, ?bo 1965,
p. 137. In questo particolare non sembrano derivare da Aristoxenos F 39 Wehrli.
? se
R. Harder, 'Ocellus Lucanus\ Berlin 1926, pp. 134. 136. 138-140, tendeva
sua ? accentuare
condo la vocazione geistesgeschichtliche della formazione ad
?nicamente il parallelo con Plat. Legg. VIII 838 ss., ignorando del tutto il lato
per cosi dire conservativo dei Pitagorici in fatto di tabu sessuali. La mia inter
'
riferisce i^sfr ??psooc alla nel santuario e
pretazione synousia alPaperto. Troppo
gen?rico ed evasivo in m?rito anche K. Praechter, Hierokles der Stoiker, Leipzig
1901, pp. 140. 153. Inaccettabile mi pare l'interpretazione del passo di Giam
blico adottata da M. Timpanaro Cardini, I Pitagorici, Testimonianze e Fram
menti, fase. Ill, Firenze 1964, pp. 320-321 Aristosseno)
( : "vietavano di trovarsi
insieme con la madre o la figlia o 1a sorella nei templi o nei luoghi pubblici".
Almeno io non conosco un simile divieto nelle citt? elleniche.
39 Iambi. Vita
Pyth. 153 D-K X?yEi 8? xai sic kp?v Eicri?vai Se?v (\eux6v
xai) xafrap?v fyx?riov EXQVTaxai ev $ {jhqEyxEXoiu/nrai ti?, cfr. xouxaft?? della

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26 G. Arrigoni

che bollare atti puniti e proibiti da precise leggi lustrali elleniche


fin dalPepoca classica e poi successivamente e ancora presso i Ro
mani 40.Gi? Erodoto raccontava ehe gli Egiziani per primi, ma anche
? un tocco del suo
gli Elleni, a differenza di tutti gli altri popoli
? una
ben noto etnocentrismo legge di non unirsi
si erano fatti
a donna in santuari, anzi di non entrarvi dopo l'amplesso se non
abluzione41. Non ? senza dubbio casuale che Erodoto non
previa
sacra" per la Grecia ?
parli mai di "prostituzione Cipro compresa
se intesa corne prostituzione templare in senso topogr?fico ? n? per la

Magna Grecia e la Sicilia. Un certo numero di miti e di racconti storici


mostrano invariabilmente che il concubitus nel tempio o in area sacra o
in presenza di statue di dei ? sacrilegio quasi senza eccezione duramente

puni to42. Impuniti per la verit? sembrano solo gli dei e/i semidei

lex cathartica di Cirene (F. Sokolowski, Lois sacr?es des cit?s grecques, Suppl?
ment, Paris 1962, 115/A 11-12) e Paccezione sessuale del verbo xoiu-?oum ex. gr.
in Hes. Theog. 213; Herod. Ill 68, 3; Aristoph. Eccl. 723; Eur. Andr. 390;
cfr. M .P.Nilsson, Geschichte der griechischen Religion, I, M?nchen 19673, p. 94.
40 Per le iscrizioni
infra, n. 48. Per Roma cfr. Tibull. II 1, 11-13 vos quoque
abesse procul iubeo, discedat ab aris, / cui tulit hesterna gaudia node Venus. /
Casta superis...; Ov. Amor. Ill 7, 53-54; Met. X 431-435. Soprattutto per
placent
i cul ti di Iside e Cerere rimando a E. Fehrle, Die kultische Keuschheit im Al
tertum, Giessen 1910, pp. 135 ss.
41Herod. II 64.
42 Per Atalanta e
Ippomene a Delfi e nella Thebaik? vedi G. Arrigoni,
<
"Iuppiter victor" a Delfi', Acme 35, 1982, pp. 19-27 e 'Alla ricerca della Meter
tebana e dei "vet er es di" ', Script a P hil?lo ga 3, 1982, pp. 7-68. Laocoonte e
Antiopa in Serv. Aen. II 201; Myth. Vat. II 207. B.A. van Groningen, Eupho
rion, Amsterdam 1977, p. 141 a F 75, eselude a ragione che il piaculum sia
euforioneo. Contrariamente a quanto pensava C. Robert, Bild und Lied, Berlin

1881, pp. 200. 208-209, questo motivo non risale al Laokoon di Sofocle (cfr. in
parte, per i nomi dei serpenti, Radt TrGF a Laokoon F 372); molto pro
babilmente aveva ragione O. Gruppe, Griechische Mythologie und Religions
geschichte, M?nchen 1906, p. 689, n. 3, a ritenerlo anteriore alla Ilioupersis.
Per la violenza di Aiace Locrese a Cassandra nel tempio di Atena Utas e il
tributo delle vergini locresi vedi P. Vidal-Naquet, 'Les esclaves immortelles
d'Ath?na Ilias' (1975), ora in Le chasseur noir, Paris 1981, pp. 249-266, il quale,
pariendo dalla M?dcheninschrift di Vitrinitsa, ha mostrato che, accanto al rac
conto "barocco" e retoricamente di Licofrone, esisteva un'altra tra
amplificato
dizione che, insistendo sul carattere annuale del servizio, aveva "sdrammatiz
zato" Tuso, trasformandolo in una liturgia pi? banale. W. Burkert, Griechische
Religion der archaischen und klassischen Epoche, Stuttgart Berlin K?ln Mainz
1977, pp. 141-142, tende a vedervi parte di un rituale iniziatico, espressione

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 27

ubriachi e in tal caso chi ne fa spese ? la sfortunata


le donna
mortale43. Probabilmente perch? ubriaco, Eracle non viene punito
per essersi unito nel tempio di Atena Alea a Tegea con la sacerdo
tessa della dea, quell'Auge che invece non
sfuggir? alla pena im

partitale dal padre Aleo44. Di chi non era Greco si pot? dire ?
a maggior spregio corne nel caso di Sadiatte II re di Lidia ? che

di una "lustrale" e di una nuova che permette la sus


separazione integrazione,
sistenza come nelle saghe di fondazione. Sulla stessa linea, in direzione di un
antico rituale di iniziazione selettivo, F. Graf, 'Die lokrischen M?dchen', Stud.
Mat. St. Rel. 2, 1978, pp. 61-79. Prove iconografiche di Cassandra violata da
Aiace gi? su rilievi da Olimpia e da Delfi della prima meta del VI a.C: K. Sche
fold, Myth and Legend in Early Greek Art, trad. ingl. London 1966, p. 94, fig.
42 e Tav. 77 (a destra). Aggiungi ora la banda di scudo, di poco anteriore alla
meta del VI a.C, pubblicata in Die Funde aus Olympia, Ergebnisse hundert
j?hriger v. A. Mallwitz u. H.-V. Herrmann, Athen
Ausgrabungst?tigkeit, hrsg.
1980, p. 107, Tav. 69,1. Per Melanippo e Cometo nel tempio di Artemide
Triklaria vedi Paus. VII 19,2-5; altri racconti storici, specialmente pelopon
nesiaci, nella mia Atalanta (in?dita).
43Minerva
punisce solo Medusa, violata da Nettuno nel tempio della dea,
mutandole i capelli in serpenti (Ov. Met. IV 800-804). Zeus seduce impune
mente lo, sacerdotessa di Hera in carica nel Heraion traArgo eMicene ([Apollod.]
II 1, 3; cfr. Aesch. Suppl. 291-293). Della madre di Teseo, Etra, Igino (Fab. 37)
racconta che fu posseduta nella stessa notte da Egeo e Posidone nel tempio di
Atena, ma questa versione letteraria non la versione cultuale del mito
rispetta
secondo cui Etra fonda un tempio in onore di Atena Apatouria d o p o essersi
unita a Posidone, complice Atena, nelPisola di Sferia (Paus. II 33, 1; [Apollod.]
III 15, 6-7 non menziona il tempio). Esattamente da questo mito si ? potuto
dedurre (cosa impensabile nel caso il tempio di Atena fosse stato profanato)
che anche Atena intervenire nella sfera della fanciulla per aiutarla a passare
pu?
alio status di donna sposata: P. Schmitt, 'Athena Apatouria et la ceinture*,
Annales Ec. Soc. Civ. 32, 1977, pp. 1059-1073.
44
[Alcid.] I 670 Blass2; [Apollod.] II 7, 4; III 9, 1 (senza menzione del
luogo dove Auge fu violentata); cfr. anche A. Kiso, 'Sophocles Aleadae: a Re
construction', Greek Rom. Byz. Stud. 17, 1976, p. 7. Tuttavia nella tradizione
locale e cultuale (Paus. VIII 47, 4) Auge sarebbe stata violentata da
tegeatica
Eracle vicino alia fontana che si trovava a Nord del tempio di Atena Alea (cfr.
R. Stiglitz, Die grossen G?ttinnen Arkadiens, Wien 1967, p. 87), mentre la
vava un vestito della dea secondo il rito dei Plynteria ? come nella tradizione
locale seguita da Euripide nella sua Auge, di cui ora si possiede la hypothesis
(P. Colon. Inv. nr. 264, vv. 10-11), che sta alla base di alcuni affreschi pom
peiani (L. Koenen, 'Eine Hypothesis zur Auge des Euripides und tegeatische
Plynterien', Zeitschr. f. Pap. u. Ep. 4, 1969, pp. 8-14). Per la lex lustralis da
infra, n. 48.
Tegea,

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28 G. Arrigoni

aveva violentato nel


tempio la propria sorella e in seguito Pavrebbe
sposata45. Per quanto affascinante sia sembrata e continui a sem
brare anche in tempi recenti a taluni studiosi la tesi della cosiddetta
"prostituzione sacra", sicuramente non ? una tesi inoppugnabile,
ma soprattutto ? estremamente vaga nei suoi assunti. Per esempio
si suole ammettere ex silentio che era templare in senso stretto, os
sia localizzata nel
tempio, nel santuario, insomma in luoghi sacri
ad Afrodite. Eppure ci? sembra escluso persino per Babilonia e per

Cipro e tuttora da dimostrare per Locri


Epizefir? e per PAcrocorin
to (come spero di mostrare in un lavoro successivo). A quanto pare
gli dei greci, Cibele compresa, non sembrano affatto tolleranti nei
confronti di pratiche sessuali umane nei loro templi o dentro i loro
temene-, anche certe presunte hierogamie tra la divinit? e il suo sacer

dote/-essa
?
Egitto a parte ? dovrebbero essere esaminate molto pi?
l?mpidamente e freddamente di quanto facesse la scuola evoluzioni
stica 46.Una sicura conferma all'informazione erodotea circa Puso di
abluzioni o di astensione sessuale prima di entrare in luogo sacro
viene da Aristofane, testimone delPuso di abluzione dopo relazioni
sessuali e di astensione tempor?nea e preventiva prima di acceder?
alPAcropoli ateniese 47. Sicuramente a partir? dal IV a.C. una serie
di leggi lustrali tramandate epigr?ficamente prescrivono meticulosa
mente astinenza sessuale o purificazione tramite sacrificio o ablu
zione dopo relazione sessuale prima di acceder? a templi, santuari,
sacrifici48.

45Nicol. Damasc. FGrHist 90 F


63; cfr. C. T?lamo, La Lidia arcaica, Bo
logna 1979, p. 146.
46U.
Pestalozza, 'Sacerdoti e sacerdotesse impuberi nei culti di Atena e di
Artemide', Stud. Mat. St. Rel. 9, 1933, pp. 183 ss., di chiara impronta fehrliana,
cfr. Fehrle (supra, n. 40) p. 80. Per l'Egitto ellenistico R. Reitzenstein, Die hel
lenistischen Mysterienreligionen, Leipzig u. Berlin 19273, p. 246 ss., ma vedi
infra, n. 48 (Tolemaide).
47
Aristoph. Lys. 912-913. 1182. L'accusa a Demetrio di praticare la prosti
tuzione sulPAcropoli ? pura s?tira c?mica (Philippides CAE F 25,2 ss., Ill
p. 308 Kock; cfr. Plut. Dem. 24,1) e dettato da moralismo antipagano il rac
conto di Clem. Alex. Protr. IV 48.
48 F.
Sokolowski, Lois sacr?es des cit?s grecques, Paris 1969, 95/5 (Delo,
dopo 166 a.C); 124/9 (Eresos, II a.C); 171/17 ?(Isthmos, II a.C); 151/A 42
(Cos, meta del IV a.C); 139/14 (Lindo, II d.C). F. Sokolowski, Lois sacr?es
de VAsie Mineure, Paris 1955, 12/3-6 (Pergamo, dopo il 133 a.C); 14/1-2
(Pergamo, III d.C); 18/9-13 (Meonia di Lidia, 147-6 a.C: dal Metroon);

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 29

Su di una in particolare, generalmente dimenticata dagli studio


si delle Reinheitsvorschriften, vorrei richiamare l'attenzione: prove
niente da Olimpia e datata al VI o, pi? frequentemente, al V a.C.,
essa non parla il linguaggio severo e drammatico del mito di Atalan
ta e Ippomene o affini, taluni certamente anteriori al V a.C, ma

neppure proclama la liberta implicita nella "prostituzio cosiddetta


ne sacra"49. Probabilmente la sede
di Olimpia, da mol
frequentata
ti Greci e poi anche centro internazionale, aveva suggerito una sag
gia mediazione. Vi si afferma infatti che, nell'eventualit? che un tale
(nominato precedentemente) faccia Pamore nel santuario (ai S? ?sveoi
?v T?apo?), deve espiare con il sacrificio di un bovino e con una purifi
cazione completa (xod?pcn itkt?ai) e l'ambasciatore sacro (?sap??) nel
lo stesso modo50. Sembra di notare una certa propri?t? transitiva della

20/25 ss. 35 ss. (Filadelfia, I a.C); 29/4-5 (Metropolis di Ionia, IV a.C); 51/6
(Mileto, fine del I a.C). F. Sokolowski, LSCG, Suppl. (supra, n. 39) 115/A 11-12
(Cirene, fine IV a.C); 54/4 (Delo, fine II a.C); 59/15-16 (D?lo, ?poca ro
mana); 108/1 (Rodi, I d.C); 91/11-12. 17-18 (Lindo, III d.C); 119/7-8 (To
lemaide d'Egitto, I a.C). Vedi anche SEG XIV 529, 17 (Cos, II a.C). Dal fram
mento di una lex lustralis di Tegea (IG V/2, n.? 4 = Sokolowski, LSCG, Suppl.
31, IV a.C) sembra di capire che la presenza nel santuario di persone contami
nate esiga la purificazione del tempio e certe offerte. Al v. 6 Paccenno ad un
uomo che abbia commercio con una donna sembra un divieto, ma il
implicare
testo ? molto frammentario. Per astensione sessuale e per la purificazione anche
del santuario di Afrodite Pandemos ad Atene rimando a L. Deubner, Attische
Feste, Berlin 19662 (rist. Hildesheim-New York 1969), pp. 50-51. 75-76. 158. 215;
H.W. Parke, Festivals of the Athenians, London 1977, p. 83; Burkert (supra,
n. 42) pp. 133. 135.
49 a me nota: su
La pi? antica lex lustralis iscrizione mutila lamina bronzea
edita in Die Inschriften von Olympia, bearb. v. W. Dittenberger u. K. Purgold,
Berlin 1896, n.? 7, pp. 18-19; SEG XI 1181 (V a.C). Cfr. E. Schwyzer, Dialecto
rum Graecarum exempla epigraphica potiora, Leipzig 1923 (repr. Nachdr. Hil
desheim 1960), n.? 412, p. 213; CD. Buck, The Greek Dialects, Grammar,
Selected Inscriptions, Glossary, Chicago-London 19552, pp. 261-262, n.? 64;
cfr. p. 26, 18b. LSJ Suppl. s.v. ?ivew (V a.C). Nota a U. v. Wilamowitz, Die
griechische Heldensage II (1925), ora in Kleine Schriften V/2, Berlin 1937,
p. 95, ehe tuttavia non la differenziava dalle prescrizioni di Herod. IT 64.
50 Per
?eveoi = att. ?ivoi gi? A. Brand, 'Zu der elischen Inschrift...', Hermes
21, 1886, p. 312 (forma dialettale o errore del lapicida); Buck (supra, n. 49)
e ora Frisk, GEW, III, s.v. ?ivaw; LSJ Suppl. s.v. II verbo ?ivEiv (lat. coire,
futuere) pu? essere usato per rapporti eterosessuali extra-matrimoniali (Aristoph.
Av. 560; Ran. 740; Lys. 954; Eq. 1242; cfr. forse Hipponax F 84, 16West =

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30 G. Arrigoni

polluzione che deve essere cancellata con un sacrificio alla divinit? e


con una perfetta purificazione, propriamente un %cd)ap[i?<;51. Sarebbe
interessante conoscere la sorte o il tipo di purificazione imposta al/-la
partner di questo concubitus in area sacra,
potendo trattarsi di rela
zione eterosessuale extra-matrimoniale (forse con una ragazza) o di
relazione omosessuale maschile. Ma Piscrizione in questione rimane
muta in proposito, oltre che inesorabilmente mutila. Erodoto sapeva
certo quel che dice va, ma la lex di Olimpia prevedeva sgarro,
qualche
riparabile con ammenda, non contempla to nella norma egizio-ellenica.
I miti ehe ho ricordato invece, raccontando la dura punizione di chi
oso contaminare con Pattivit? sessuale lo spazio sacro, hanno una fun
zione paradigm?tica e deterrente. Come spesso, il mito, anziehe enun
una norma sotto ? come nei
ciare forma di divieto comandamenti
della religione cristiana ? racconta le conseguenze della sua violazione
e trasgressione, appellofacendo
alPintelligenza, anziehe alla volont?.
? ? ? assai spesso al
Naturalmente la realt? anche quella greca
di sotto delle norme proposte e non ? qui il caso di enumerare tutte le

trasgressioni al divieto di fare Pamore in luogo sacro rintracciabili per


esempio nelle commedie di Menandro; soprattutto non pare veramen
te il caso di spiegare tali unioni, an?logamente a quella di Archiloco
a Paro, come un riflesso obbligato (fino al punto di divenire Standard
motiv) di celebrazioni cultuali e di deflorazioni e violenze sessuali
attribuite dalla speculazione moderna ai culti (non ai miti) di Ar

86,16 Degani e Archil. F 152, 2 West; Menander CGFPR F *138,8 Austin;


PCratinus F *76, 10 A; Adesp. F 254, 1 A), ma anche matrimoniali: Aristoph.
934 e le osservazioni di A.H. Sommerstein, '?ivEiv', Liv. Class. Mon.
Lys. giuste
5, 1980, p. 47 contro C. Collard, '?wEiv and Aristophanes, Lysistrata 934', Liv.
Class. Mon. 4, 1979, pp. 213-214, la cui linea interpretativa si trova anche in
P. Chantraine, Dictionnaire Etymologique de la Langue Grecque, Paris 1968,
s.v. ?iveco; ora a favore di Sommerstein anche 'Further
J. Henderson, thoughts
on ?ivsiv', Liv. Class. Mon. 5, 1980, p. 243, mentre A.M. Komornicka, 'Sur le

langage erotique de l'ancienne com?die attique', Quad. Urb. N.S. 9 (38), 1981,
p. 69 sembra nuovamente escludere l'applicazione coniugale del verbo. Nelle re?a
zioni omosessuali maschili (Aristoph. Thesm. 35. 50. 206; Lys. 1092; Eupolis
CAF F 100, 2 [I, p. 283 Kock]) connota di norma Yeromenos come partner passivo
(Dover, supra, bibliograf?a al vaso n.? 2, pp. 140-141. 145).
51
Mezzo per togliere la contaminazione gi? contratta, invece ?yicru-o? pre
scrive la condotta da teuere per evitare la contaminazione: Sokolowski, LSAM

(supra, n. 48) p. 57 con bibliograf?a relativa.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 31

Nel mondo ?
temide, Demetra, Dioniso, Adone52. greco diversa
mente ?
che in quello fenicio gli Adonia ed eventuali relative unioni
sessuali con cortigiane rimangono un fatto strettamente privato, non
son? una festa che deve svolgersi in un santuario o in luogo pub
blico 53. Nonostante F alone peccaminoso che circond? e tuttora cir
i misteri e il menadismo, ? a dispetto
conda dionisiaci di fatto di
? tutto
certa antica propaganda anti-dionisiaca pare che si limi
tasse a semplice allusione alia sfera erotico-sessuale o a crude esibi
zioni di genitali maschili, non femminili54. Non molto diversamen
te, nei di Demetra,
culti si raccontava nel hier o s logos come Bau
b?, per far sorridere la dea, le avesse mostrato i genitali nel tipico
gesto delVanasyrma, ma fu solo certa propaganda volutamente defor
mante che attribui tale gesto a Demetra conlo scopo di eccitare i suoi

amanti, trasformandola cosi in una prostituta adescatrice55. Nel cul


to di Artemide molti miti di fondazione raccontano della violazione
nel o altrove di compagne o sacerdotesse di Artemide, ma al
tempio
lorch? questi miti ebbero una traduzione nella realt? il colpevole o i
furono duramente puniti56. In sostanza, quando L. Koenen
colpevoli
afferma che "la societ? arcaica aveva un altro rapporto verso la

52per
trasgressioni nella commedia di Menandro vedi M. D?tienne, Les
Jardins d'Adonis, Paris 1972, p. 127 e L. Koenen, in AA.VV. 'Ein wiederge
fundenes Archilochos-Gedicht', Po?tica 6, 1974, p. 506 e n. 57 (un Artemis
heiligtum per Locri ? un evidente lapsus: leggi Aphroditeheiligtum).
53D?tienne
(supra, n. 52) p. 126 "les Adonies ont un caract?re priv?".
54Henrichs
(supra, n. 21) pp. 147-148.
55
Anasyrma di Baub?: Orph. Fragm. F 52 Kern; Arnob. Adv. nat. V 25.
Anasyrma attribuito aDemetra: Greg. Naz. Or. in lulian. I 141 (PG 35, p. 653),
cfr. Nonnus Abbas PG 36, p. 1028; la versione siriaca negli Scholia in Invectiva
adver sus Iulianum I 77 in S. Brock, The Syriac Version of the Pseudo Nonnos
Mythological Scholia, Cambridge 1971, p. 121. In gen?rale cfr. A. Di Nola,
Firenze 1974, pp. 21-34. 44 ss. 78, che,
Antropolog?a religiosa, specialmente
nel caso ??lYanasyrma di Baub?, pensa a versione orfico-alessandrina implicante
un'esibizione fallica (pp. 39. 42). Diversamente da lui, nel caso dell1'anasyrma
attribuito a Demetra, insisterei maggiormente con Kern (Orph. Fragm. p. 129)
sulla paternit? di Gregorio, la cui variante w? sfaouca ite? 5oio?? ?vECUpaTO
? a torto assolutizzata da G. S?flund, Aphrodite Kallipygos, Stockholm
p/rjpo?c
?
G?teborg Uppsala 1963, p. 77 poco credibilmente trasferisce su una dea in
lutto l'intento e sia pure solo delle cosce.
aggressivo provocatorio ??Yanasyrma,
56Vedi
supra, n. 42 (in fine) e C. Ca?ame, Les choeurs de jeunes filles en
Gr?ce archa?que, I. Morphologie, fonction religieuse et sociale, Roma 1977,
pp. 254. 267.

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32 G. Arrigoni

sessualit? che un'epoca successiva" ("Die archaische Gesellschaft


hatte anderes Verh?ltnis
ein zur Sexualit?t als eine sp?tere Zeit")
ha perfettamente se? e questo a sua insaputa ? si pensa
ragione
ad un determinato rituale o c?dice di comportamento locale legato
ad un preciso culto, come si vedr? a suo tempo, ma ha perfettamen
te torto in rapporto a tutti gli altri culti da lui citati.

Archiloco rientra nella dei della norma


categor?a trasgressori
per quanto il teatro della sua love story (se real
vigente riguarda
mente si svolse nel di Hera a Paros) e anche la partner
per?bolos
(se la sorella di Neobule era sacerdotessa della dea)57, ma per il re

57Gentili =
(supra, n. 15) pp. 17. 19. 21. 23. Dioscoride A.P. VII 351
Archil. Test. 60 Tarditi CHpTj? ?v [xsyaXu) teu?vei). In genere ? e bast? pen
?
sare ad Olimpia le sacerdotesse di Hera sono donne sposate. Tertulliano

(Ad uxor. I 6) afferma che la sacerdotessa di I uno Achaica, venerata presso


Aegium, era virgo, come la Pitia deifica. In ?poca arcaica Peiras, che fu il primo
fondatore del tempio di Hera Argolis, ?sl sacerdotessa della dea la propria fi
glia Kallithoe (nota anche con altri nomi e talora fatta coincidere con lo del
Heraion di Argo): Adrian, Die Priesterinnen der Griechen, Frankfurt a. Main
1822, p. 88; Scherling, RE s.v. Kallithoe X (1919) coll. 1750-1751, n.? 2. Cfr. an
che Admeta, figlia di Euristeo in Athen. XV 672 a e in Tab. Alb. FGrHist 40
F 1.Mi pare doveroso segnalare qui il rischio di fondare l'estraneit? di Archiloco
e della sua al culto di Hera a Taso con 1' "assenza di un suo santuario
famiglia
o anche soltanto di un suo altare neU'isola di Taso" (Gentili, supra, n. 15, p. 21).
non accettata ?
Infatti solo ? ormai definitivamente l'identificazione di Hera che
?
impartisce ordini a Iris su un rilievo (fine V a.C.) della porta Ovest di Taso
che fa pendant con uno di Zeus e Hermes scoperto non moltissimo tempo fa

(P. Bernard, 'Les deux piliers sculpt?s de la porte de Zeus et d'Hera ? Thasos',
Bull. Corr. Hell. 89, 1965, pp. 64-89, fig. 1, Tav. 1; I. Raab, Zu den Darstel
lungen des Parisurteils in der griechischen Kunst, Frankfurt/M/ Bern 1972,
pp. 215-216, n.? 128), ma ? anche fondata la tendenza a localizzare in questa zona
? ?
il Heraion finora non scavato menzionato da Hippocr. I, Caso 14
Epidem.
(-rcap?c"HpTQcip?v) e dunque esistente gi? verso la fine del V a.C. Inoltre presso
l'entrata del Poseidonion, a destra, esternamente ? stato recuperato
principale
? non a Taso
un altare recante un'iscrizione in alfabeto pari? pi? usato dopo
?
il V a.C. considerata di norma copia di un'iscrizione pi? antica, recante la
di sacrificare una capra a "HpTQi 'EiuXiu-evl'Tj (A. Bon-H.
proibizione Seyrig,
'Le sanctuaire de Poseidon ? Thasos', Bull. Corr. Hell. 53, 1929, pp. 345-347,
n.? 6, Tav. XXI; Sokolowski, LSCG, Suppl [supra, n. 39], pp. 134-135, n.? 74;
IG XII Suppl. p. 162, n.? 409). Diversamente da quanto pensavano i primi edi
? e ancora von e non
tori H. Gaertringen Sokolowski rettificarono taie opi
nione ? l'epiclesi della dea a Taso non ? pi? cosi nuova o inattesa, poich? ?
ormai ben nota l'esistenza del santuario di Hera Akraia e Limenia a Perachora,

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Tav. I. Sassari, Museo Nazionale G.A. Sanna (gi?Coll. Chessa) Inv. 2402, da Tharros (Fototeca del Centro
Audiovisivi del Cr?dito Italiano).

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<$%?JlS???f

Tav. II. Sassari, Museo Nazionale G.A. Sanna (gi? Coll. Chessa) Inv. 2402, da Tharros (Fototeca del Cen
tro Audiovisivi del Cr?dito Italiano).

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/ ??bt"
?lwW/ ^^k Cfe?Hr ^^. ^^^ V J^^?m

Toi;. ///. Bologna, Museo Civico Archeologico, Collezione Palagi Inv. 1434, da Atene (foto Museo).

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Tav. IV. Parigi, Mus?e du Louvre G 99, dall'Italia (con Paggiunta del nuovo frammento Cp 88) (foto
M. Chuzeville).

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cu I?

'

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N
*V^
M liw*?*

Tav. V. Un moderno letto a baldacchino: (a)pastas in tondino; (b) pastos a ?cielo?; (c) pastos a cortinaggio.
arch. Antonello Mosca (foto Alessandro De Crignis).

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 33

sto, voglio dire per il carattere "sperimentale" della sua azione, ?


all? stesso tempo meno audace e pi? furbo di quanto mi pare si
sia finora sospettato, talvolta con evidente sfoggio dell5'imaginaire
maschile. Se ci? ha una qualche probabilit? di verisimiglianza (lo si
vedr? successivamente), paradossalmente il poeta attua unilateral
mente qualcosa di molto simile a ci? che, con non moka
precisione,
si ? convenuto di chiamare
prostituzione "sacra", ma in maniera del
tutto personale, compiendo una bravata, non ripetendo un atto
cultuale istituzionalizzato n? parodiando ir?nicamente una pratica
reale del culto afroditico, come si ? preteso58.
Riassumendo: gli aphrodisia sotto lo stesso mantello dei vasi
(1) e (3) non sembrano da ambientare in luogo sacro, neppure come

tranquillo esercizio della prostituzione cosiddetta "sacra*. II ragaz


zo scandalizzato del vaso (1) potrebbe anche autorizzare Pipotesi
di una trasgressione collettiva della norma ellenica in area sacra, ma
tale soluzione ? del tutto arbitraria
? non spiega le scene degli
altri due vasi. L'assenza di
ogni d?cor domestico nelle scena dei
vasi (1) e (2) ? pi? f?cilmente dovuta all'essenzialit? narrativa pro
pria dell'arcaismo, che ad un'ambientazione di erotika all'aperto,
condannati dai Greci prima e dopo i Pitagorici, probabilmente per
ch? costume b?rbaro, anellenico59.

di fronte alla moderna Corinto, in quanto Limenia identificata da dediche della


fine del VI a.C. (SEG XI 226; XXII 240 (p), 241 (b) ). II che naturalmente de
pone a favore delPantichit? delPiscrizione originale, se non di quella rimasta del
imitare di Taso.
58M.
Torelli, ? culti di Locri, in Locri Epizefirii. Atti del sedicesimo Con
vegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto, 3-8 Ottobre 1976, Napoli 1977
(ma stamp. 1980), p. 153 "nel nuovo frammento di Archiloco (Pap. Colon. 7511,
vv. 7-16 [dell'edizione di B. Marzullo, Mus. Crit. 8-9, 1973-74, pp. 3-4]) ?,
credo, possibile riconoscere chiari echi di un linguaggio e di una situazione che
alludono (con evidente ironia) alia prostituzione sacra ".
59Amazzoni e giovani Sei ti si uniscono all'aperto (Herod. IV 113). I Mas
saged, se desiderano una donna, appendono la faretra davanti al carro di lei
e si uniscono senza timor? (Herod. I 216, 1) o non segretamente (Strab. XI 8, 6,
p. 513; la &u.a?ocdi norma non ? coperta). Per gli Etruschi di Teopompo vedi
supra, p. 20 ss. Diogene Cinico voleva evidentemente ?pater le bourgeois quando
si masturbava in pubblico e sotto gli occhi di tutti: Crisippo SVF F 706, III
p. 177; cfr. Dio Chrys. Or. VI 17-18; R. Giannattasio Andria, 'Diogene Cinico
nei papiri ercolanesi', Cron. Ere. 10, 1980, p. 143. Forse un'allusione a erotika
in pubblico anche in Enn. Ann. 242 V2.

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34 G. Arrigoni

Per finir?: il luogo ideale per fare all'amore secondo i Greci.


Mimnermo vagheggia una xputctgcSltq <piXorn?, ossia all'insegna del
la privacy e della discrezione, veros?milmente nel t?lamo di casa60.
In definitiva un
amore coniugale o almeno Di fat
para-coniugale.
to Mimnermo costituisce il miglior commenta alla scena del vaso (3),
? in un ambiente
dove la coppia collocata appartato (v. cuscino)
e isolata gr?ficamente rossa e dal mantello ?
dalla cornice ? at
tentamente studiata anche psicol?gicamente nel momento dell'in
contro e della verit?.
Un certo tipo di amore in Grecia si snoda lungo Viter di un
progressivo ammantarsi anche entro il t?lamo: dal mantello al co
fino al letto a baldacchino o padiglione nuziale. Forse uno
priletto
dalPocchio ?veill? vi legger? immediatamente uno svilup
psic?logo
po lineare ed evolutivo deldi coprire come prodotto
concetto della
shame culture, in pratica qualcosa come un cumulus di pruderie.
Ma per i Greci non ? tanto e solo attivo il concetto di coprire in
e una norma ?
ossequio ad un'ideologia del pudore ad storicamen
te databile ? della non-esibizione degli organi sessuali61, quanto
forse significati non immediati e prima facie invisibili che riguardano
pi? la sfera intima della coppia che la societ?.

V. L'arredamento del matrimonio ((onoratoy): intimit? e iniziazione

II letto a baldacchino cinto


di cortinaggi non ? un'invenzione del
XIII sec?lo destinata alie classi facoltose (vedi ex. gr. Giotto, Le Bene
dizioni di Isacco, Assisi). II suo uso ? testimoniato gi? nella Grecia anti
ca. Lo si chiamava rawx?c, che precisamente indicava una costruzione
provvisoria e tempor?nea per il giorno delle nozze, una sorta di bal
dacchino di legno che non ha niente a che vedere con il d?Xoqjtoc, ma
che gradatamente si combina con il termine ?
-rcacrroc di cui diventa

60Mimnerm. F = 7, 3
1, 3 West Gentili-Prato; cfr. H. Fr?nkel, Early
Greek Poetry and Philosophy, trad. ingl. Oxford 1975, p. 209 "in a secret
bower".
61Di Nola
(supra, n. 55) p. 45, citando Arist. Polit. VII 1336b, 7 ss., ma
gi? Esiodo e la sua societ? prestavano grande attenzione alla purificazione f?sica
e morale e a tabu sessuali: Hes. Op. 336-337; 724-726; 733-741; 753-754 (per
cui M.L. West, Hesiod, Works and Days, Ed. with Prol. and Comm., Oxford
1978, pp. 333-343; 210-211 al v. 218) 325-326; 333-334.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 35

anche sin?nimo ? "un tessuto ricamato o intessuto (in oro general


mente)", testimoniato a partire dal III a.C. e che costituiva propria
mente il cortinaggio (cfr. Tav. V). Contro le imprecisioni dei lessici
moderni si ? rivendicato Tuso specifico, nuziale di TOxerr?? nel senso
indicato gi? per il III
a.C.62. Queste datazioni tutta non sembrano
via assolutamente Per quanto
definitive. riguarda il ratoro?, si sa da
parte archeologica che era usato in di al t?lamo
qualit? drappo appeso
in epoca ellenistico-romana63. Stando tuttavia aile definizioni lessico
grafiche per cui il nav-zec, ? "un tessuto nuziale variegato" M, niente
vieta di pensare che cosi possa essere chiamato anche quel panno
steso sopra da mani umane alla coppia nuziale, la cosiddetta velo
velatio gi? eccellentemente documentata su un'urna arcaica etrusca
del Museo di Chiusi (Inv. 2260)65. Oppure quel panno, sorretto da

62 Per
il significato gen?rale di "portico" vedi Herod. II 148. 169; Xen.
Mem. 8, 9 e R. Jebb, Sophocles Antigone, Cambridge
Ill 1900, Appendix,
pp. 264-265, ma al v. 1207 err?neamente "bridal chamber", "poetical equivalent
" e
of MXau.o?": per il significato specif ico di "portico antistante il t?lamo
quindi nel VI d.C. (Chor. Gaz. Apolog. Mim. 132) con applicazione nuziale vedi
J. Roux, 'A propos du d?cor dans les trag?dies grecques d'Euripide', Rev. Et. Gr.
74, 1961, pp. 29 ss. 44 ss. La rettifica cronol?gica al III a.C. ed un esame esteso
dei termini in Cl. Vatin, Recherches sur le mariage et la condition de la femme
mari?e ? V?poque h?llenistisque, Paris 1970, p. 212 ss. Per i poeti ??YAntolog?a
Palatina vedi il commento di A.S.F. Gow-D.L. Page, The Greek Anthology,
Hellenistic Epigrams, I, Cambridge 1965, pp. 79, 241. 300. 335. 561. Per
Heroda IV 56 si veda anche W. Headlam, Herodas. The Mimes and Fragments,
ed. A.D. Knox, Cambridge 1922, rist. 1966, p. 197. VEpitalamio di Arsinoe,
attribuito un tempo a Posidippo, ora in Suppl. Hell. Adesp. F 961, 8. ?15 Lloyd
Jones-Parsons (discutibile la parafrasi di tootto? con "thalamus" in [cfr.
adp.
anche Nesselrath, Index s.v. hocctto?;] le giuste critiche ai lessici da parte
dopo
di Roux e Vatin). Per gli scrittori greci pi? tardi vedi G.W .H. Lampe, A Patristic
Greek Lexicon, Oxford 1961, s.w. rcao'Ta?/'TCao'TO? e W. Peek, Lexikon zu den

Dionysiaka des Nonnos, III, Berlin 1974, s.w. Tcao-Ta?/?cacrTO?.


63 Pfuhl
(supra, n. 32) p. 125 (piccolo fregio di Telefo delPaltare di Per
gamo). Vatin (supra, n. 62) pp. 216-217 e n. 4.
64
Apollon. Sophist. Lex. Horn. s.v. ic?crcrEBekker: ?q/ oQ (II. Ill 126) xal
toxctt?v X?vo[X?V ygcu-dc?v TCOu?Xov vjcpao^a xupioo?. Cfr. s.v. ir?crcrE ...
Hesych.
racTTO? t? ya^xix?v Tzo?%ik\xa.
65M.
Borda, Lares, La vita famili?re romana nei documenti archeologici e
letterari, Citt? del Vaticano 1947, pp. 35-36, fig. 12, p. 246 (fine Vl-inizio V
a.C); Deonna (supra, bibliograf?a al vaso n.? 1) pp. 50-51, fig. 6/4; M. Guarducci,
*I1 conubium nei riti del matrimonio etrusco e di quello romano', Bullettino
Commiss. Archeol. Comun. Roma 55, 1927, pp. 205-209 e Tav. (VI a.C.).

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36 G. Arrigoni

figure femminili alate accompagnate da un Eros, usato per nascondere


ad occhi indiscreti la coppia Dioniso-Arianna sui gruppo fittile fron
tonale di un edificio etrusco (II a.C.) di Civita Alba (Sassoferrato, in
provincia di Ancona), ora al Museo C?vico di Bologna66, secondo una
modalit? assai simile ad una terracotta da Myrina (Lemnos), ora al
National Museum di Atene, dove una coppia seminuda sui letto ?
protetta alie spalle da un drappo sostenuto da Eroti67.
Ancora: in taluni casi chiaramente riferiti ad una situazione nu
ziale si legge la formula "andar? sotto il tcoccttoc"; il che fa pensare ad
un tessuto drappeggiato o teso sopra il letto nuziale, insomma qualco
sa di molto simile a quello che storici delParte e designers del mobile
chiamano "cielo" (cfr. Tav. V) e che, sotto forma di una semplice ala
non trovare ? ? an
di cotone, ? impossibile lo posso testimoniare
cora oggi in Grecia, per esempio dalle parti di Navplion68. Al di l?
della corrispondenza esatta di tipo di drappo al termine nacr-r?c, la
formula citata nel mondo ellenisticoequivaleva in pratica a "sposar
si", come ha eccellentemente mostrato Cl. Vatin facendo appello anche
alia versione greca dell'Antico Testamento, dove la parola tzwz?c,
traduce Pebraico Chuppa (huppah), un baldacchino ricoperto da una
stoffa intessuta di fili d'oro69. L'esegesi specialistica tende ad affer
mare che nel mondo ebraico tale baldacchino "in origine" era una
camera specialmente destinata alia coppia nuziale, ma in ogni caso

66M.
Zuffa, *I frontoni e il f regio di Civitalba nel Museo Civico di Bologna',
Studi in onore di A. Calderini e R. Paribeni III, Milano 1956, spec. pp. 269
(fig. 1) 275-280 e fig. 4 (ricostruzione). A favore dell'interpretazione escatolo
gica Richardson (supra, n. 21) pp. 194-195.
67
Atene, National Museum Inv. 52: CL. Ranson, Couches and Beds of
the Greeks, Etruscans and Romans, Chicago 1905, fig. 30; Vatin (supra, n. 62)
p. 226.
68
Epitalamio per Arsinoe in Suppl. Hell. Adesp. F 961, 8 LJ-P (detto di
Hera part henos suirOlimpo). Carme sepolcrale su stele da Karanis (Egitto) per
una vergine (III-II a.C): SEG I 567, 5 = W. Peek, Griechische Vers-Inschriften,
I., Grab-Epigramme, Berlin 1955, n.? 1680, 5 o?S' vnb rcaorT?v ?u-?v S?u-a? r\K\)
#ev ... L'esempio pi? semplice e pi? antico (IV a.C.) risale almeno al crat?re di
Napoli (supra, n. 35) dove il letto ? protetto da un telo sorretto da quattro
pali (Richter [supra, n. 20] fig. 606).
69Vatin
(supra, n. 62) pp. 218 ss. Aggiungi anche Jewish Encyclopedia
s.v. Huppah VI (1904) pp. 504-506; illustrazioni ibid. s.v. Marriage Ceremonies,
The Huppah VIII (1904) p. 341. I. Abrahams, Jewish Life in the Middle Ages,
London 1896, p. 193.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 37

diversa dalla tenda nuziale e dal t?lamo con cui non ? confuso n?
confondibile a causa del suo carattere provvisorio e insieme sontuoso.
? ritenuta probabile un'evoluzione dalla tenda nuziale presso gli
Ebrei nomadi ad una tenda pi? provvisoria (dove la sposa attende
lo sposo) presso gli Ebrei sedentari, fino alla semplificazione finale
del tessuto nuziale sotto cui andar? come s?mbolo di matrimonio: in

pratica una sorta di baldacchino a "cielo" sostenuto da quattro leg


geri sostegni70. Qualcosa delgenere ? testimoniato anche nel mondo
greco: Senofonte Efesio parla di una Ba?uXwvia ctxtivVj sopra la xk?vr\
nuziale di Antia e Abrocome; in fondo qualcosa di non molto di
verso dal rao-T?c che ? testimoniato
anche nella forma di cortinaggio
che attornia il letto
(cfr. Tav. V), come specialmente nel modello cul
tuale 71. In tale ?mbito nuziale si trovano due divinit? specifiche col

legate al fatto
-rcao-TO? di veli intessuti d'oro: Isis gamos tolos e Afro
dite pastophoros72.
? importante notare come questo genere di rappresentazione sia
cara soprattutto ai Greci d'Orient? o insulari o a quelli d'Egitto, ma
anche agli Ebreie pure
agli Etruschi. Sembra insomma comune l'idea
di attorniare la coppia o il letto nuziale con drappi o costruzioni pi?
atti a dal resto, ad isolarli; insomma a
comptasse, separarli quasi
creare quella che chiamerei "una segregazione spaziale". Una tendenza
piuttosto interessante in tema di intimit? nuziale. Prima di proceder?

lungo il filo di considerazioni pi? propriamente antropologiche, vor


rei far notare tuttavia che anche la data per Pinaugurazione
in Grecia
di tale apparato attorno ? assai probabilmente
al letto nuziale di gran

lunga anteriore al III a. C. (data proposta da Cl. Vatin sia per il


? in un
rao-T?c che per la tcocctcxc) 73. Imerio, scrittore del IV d. C.

70Vatin
(supra, n. 62) p. 219.
71 Xen.
Eph. I 8, 2. Pollux III 37; cfr. Etym. Magn. s.v. toxctto?. Syll.
Inscr. Graec. 996, 23-24, p. 996 Dittenberger3 (probabilmente I d.C, da Smirna);
Dio Chrys. 62, 6. Cfr. anche H.B. Schoenborn, Die Pastophoren im Kult der
?gyptischen G?tter, Meisenheim am Glan 1976, passim.
72 IG XII
(5) 739, w. 109410; Vatin (supra, n. 62) p. 221; L. Vidman,
Isis und Sarapis bei den Griechen und R?mern, Epigraphische Studie zur Ver
breitung und zu den Tr?gern des ?gyptischen Kultes (RW 29), Berlin 1970,
p. 126, n. 7 (fine del I a.C; con la bibliograf?a specialistica); Schoenborn (supra,
n. 71) p. 52. Afrodite detta rao^ocpopo?, ?la^in (Hermes in Stob. I, V 14, v. 10,
p. 77 Wachsmuth2).
73Vatin
(supra, n. 62) pp. 223-224, concorde P. Chantraine, Dictionnaire
?tymologique de la langue grecque, Paris 1968, p. 861, s.v. rcacrra?.

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38 G. Arrigoni

?
passo segnalatomi da B. Gentili sembra dimostrare che in realt?
Tuso della tocctt?c nuziale risalga almeno fino a Saffo74: la poetessa,
dovendo scrivere epitalami, dopo gli agoni, entra nel t?lamo e "in
treccia la toxotta?, stende il letto.le napd?voi nel t?lamo, conduce
Afrodite sul carro delle Cariti, e il coro degli Eroti compagni di gio
chi". Qui con rcacrra? proporrei di intendere un'impalcatura provvi
soria, forse di vimini o di rami intrecciati, come i s?par?s
simposiali
degli Etruschi {supra, p. 20 ss.). Dal che risulterebbe evidente che gi?
in ?poca arcaica si sentiva l'esigenza di schermare il letto nuziale, di
circoscriverne lo spazio circostante.
Per quale motivo? A dire di uno specialista in materia come
Cl. Vatin, il baldacchino nuziale formato da Tzacn??, e izacrt?c, significa
"l'entr?e glorieuse dans la vie commune des ?poux" e sarebbe ? in
mancanza ? una maniera
di legami giuridici reali nel mondo antico
"impressionante" di segnalare l'inizio della vita comune75. Forse le
motivazioni profonde possono essere altre, soprattutto meno mond?ne
ed esibizioniste. Alcuni Ebrei da me interpellati sul significato della
Chuppa, tuttora usata nel rituale nuziale
conservativo, hanno
pi? ri
sposto che
significa la casa dei
novelli sposi e nel contempo, dopo il
gesto della rottura del bicchiere col piede, la separazione dalla vita
precedente. Per il mondo antico ? greco, etrusco, romano ? fino
cristiana e ancora ai ?
alTepoca bizantina, poi giorni nostri, pi? che
naturale supporre una risemantizzazione dei simboli parallela alia va
riazione nelPuso stesso del drappo ? steso sopra gli sposi,
nuziale
appeso nel t?lamo, sorretto da Eroti e affini ? come della struttura
schermante il letto nuziale, fatta di rami, di legno o di altro mate
riale atto a sostenere il "cielo" o il cortinaggio 76.Ma il significato

74Himer.IX 4 Colonna = PL F 194 Lobel-Page = T 194 Voigt (...) r?


xcd zi<jf)kdz p?x? to?? ?ywva? ei? d?Xajxov, *rcX ? x e i tc a c t ? 8 a, t? X?/o?
{*0[XTipou} (TTp&vvuca,tYP&pEif ftapd?vou? {sic) viwe?ov, ayei xai, 'Acppo&?Trjv
?cp' &p[xa(Ti) XapiTWV, xai x?P?v 'Ep&Toav cu^a?crTopa .... Per la maniera di
Imerio di parafrasare citazioni tratte dai lirici arcaici, specialmente Saffo e Ana
creonte, rimando a B. Gentili, 'Il Partenio di Alcmane e l'amore omoerotico fem
minile nei tiasi spartani', Quad. Urb. 22, 1976, pp. 65-66 (la traduzione di
Tzkixzi rcaCTaSa con la stanza nuziale" mi sembra alla
"prepara troppo gen?rica
luce delle considerazioni sopra esposte).
75Vatin
(supra, n. 62) p. 228.
76 Per le variazioni di tale costume nel mondo bizantino e cristiano fino
alia attuale Grecia di NO e alia Tracia v. Vatin (supra, n. 62) pp. 223. 227.
Per il mondo romano, tardo antico e ilMedioevo vedi Guarducci (supra, n. 65)

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 39

fondamentale, o almeno pi? soggiacente a queste rappresen


gen?rale,
tazioni mi pare quello delPisolamento, della "segregazione spaziale"
della coppia nuziale non tanto come sintomo di pruderie, quanto piut
tosto per evidenziare il significato iniziatico del matrimonio, come se

questo momento fondamentale nella vita umana esigesse, con la se


parazione materiale dal resto del mondo, una separazione dalla vita
anteriore dei due sposi, una discreta intimit? a due dove iniziare una
nuova vita. Credo che l'accento batta pi? sui concetto di "soglia" che
su quello di concordia, interpretato piuttosto dal copriletto (come si
? visto) e, in ?poca pi? recente, dal proverbio italiano "due cuori e una

capanna".
Se ci? ? vero, potremmo finalmente captare il senso profondo
cui nel mondo il a ?
per greco letto baldacchino specialmente inteso
come cortinaggio ? sembra appartenere ad entrambi ed es
gli sposi
sere oggetto di ugual rimpianto per entrambi, mentre solo della
toxcttoc?, ossia della costruzione provvisoria e tempor?nea ed effimera,
si pot? dire che esiste una stagione precisa, creando quindi un altro
genere di
segregazione che chiamer? "temporale". In un caso, nel

Pepicedio per un ragazzo di Taso, si afferma chiarament? che il cor


tinaggio ? -rc?peSpoc, ossia "ahitante, ausiliare, compagno" delPam
plesso nuziale77. L'insieme dunque ? piuttosto diverso dal mantello/
che
? come si ? visto ? pertiene alio sposo o alPuomo in
copriletto
Mentre il copriletto sembra destinato a diventare il
gen?rale. luogo
del perfezionamento delPamore coniugale o paraconiugale concorde,
il mantello, sia nella "segregazione spaziale" come pure in quella
"
temporale ", mi pare abbia pi? strette analogie con 'rcacrT?c/'rcao'T?c;
per quanto riguarda un possibile valore iniziatico al matrimonio, che
si traitera di metiere in luce a suo tempo.
Per finir? questa sezione, vorrei citare un esempio atto a chiarire
le differenze fra un cerimoniale nuziale b?rbaro ed uno greco, ossia
in pratica fra un matrimonio legale ed uno illegale: gli amori nuziali

pp. 210 ss. Vedi anche Ludovico Antonio Muratori, Antiquitates Italicae Medii
Aevi, sive Dissertationes de Moribus, Ritibus, Religione etc., II, Mediolani
1739, Dissertatio XX De Actibus Mulierum, coll. 110-111 (Roma e sec. IX).
77
IIoco-T?cin relazione a uomo: Peek GVI (supra, n. 68) 1823, 1. 804, 5.
2038,1 e 12-13 (n?pESpov); IG XII (8) 602, 9; Philodem. A.P. X 21; Lucian.
Dial. mort. 28, 3; izacr-zaSoc,&ptq Peek GVI 935. I?owto?; in relazione a donna:
Peek GVI 1797 (Antipatro di Sidone). 2045, 5; racrT?? vuu-cps?o?Peek 1800, 7;
rcacT?Soc &piQChor. Gaz. Apol. Mim. 132.

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40 G. Arrigoni

di Medea e Giasone. Nella versione considerata pi? antica del mito,


Medea e Giasone si uniscono in Colchide, vicino al fiume Fasi, dun
que alPaperto conformemente ad una terra di barbarie78, ma anche
senza "segregazione spaziale" e dunque senza iniziazione. In periodo
ellenistico forse Fileta provvide a correggere un po' taie versione, facen
do avvenire Punione al chiuso, nella casa di Alcinoo 79.Apollonio Rodio
invece (IV 1141 ss.) situa gli amori nuziali dei due in un luogo non
civilizzato, ma chiuso e con un apparato alla greca, forse per proteg
gere la fama di Giasone. I due eroi infatti si uniscono in una grotta
? ? che poi sar? chiamata
gi? dimora di Macride, figlio di Aristeo
"sacro antro di Medea"
(vv. 1153-4). Ed ecco il rituale nuziale:
viene steso e sopra viene gettato
il letto il fulgido vello d'oro "af
finch? Pamplesso fosse onorato e cantato" (vv. 1142-3 tijxtqek; te

y?jjLoc xai ?otSiixo?). Come cortine al t?lamo improvvisato le ninfe


della grotta stesero veli profumati (v. 1155), garantendo cosi privacy e

"segregazione spaziale" ai due sposi. Il vello d'oro assolve qui chia


ramente la funzione della chlaina e i veli profumati sono l'?quiva
lente del pastos nuziale: Pamplesso nuziale dei due ? reso famoso
ma anche dalla
presenza di un copriletto ?nico e conteso
legalizzato
come il vello d'oro.
Altrove taie funzione legalistica ? svolta piut
tosto da improvvisate cortine per un matrimonio in situazione di

emergenza: nelle Argonautiche pseudo-orfiche (vv. 1334-40) t?lamo


di Medea sar? l'estrema poppa della nave; qui vengono stese stuoie
attorno al giaciglio e dispiegato il vello d'oro; con lo scopo preciso di
celare "la rispettabile opera dell'amplesso" (r?jiuv cclStqctlixov spyov:
i.e. per enallage "Popera delPamplesso rispettabile") "vengono ap
e cosi Medea
pese agli alberi (della nave) pelli di bue ed armi viene
sverginata". Tali cortine improvvisate son? una permutazione l?gica
?
al vello d'oro/copriletto come garanzia di giuste nozze alia gre
ca ? con una segregazione spaziale e dunque con iniziazione. Ci?

risponde assai bene a quanto gi? si sapeva del matrimonio come


"mistero" e dei neo-sposi come [xqiuTrpEvoi che teXouox t?c ?pyia tou
y?txou xai teXoOvtgu 80. NelPapparato nuziale "onora
delPamplesso

78Antim. F
64 Wyss; U. v. Wilamowitz, Hellenistische Dichtung, Berlin
19622, II p. 199.
79 Philetas F *15 Powell
(= Schol. Ap. Rh. IV 1141). Timeo FGrHist 566
F 87 (a Corfu); Dionisio Milesio FGrHist 32 F 3 (a Bisanzio).
80 to the Study of the Greek Religion, Cam
J.E. Harrison, Epilegomena

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 41

to" si pu? far rientrare anche il mantello, che finalmente dovr? es


sere considerate nella sua accezione primaria, cronol?gicamente e l?
anteriore a e sua
gicamente quella del copriletto, nella funzione pi?
propriamente "iniziatica" 81, non senza qualche modello divino.

VI. Hiero garnie e mantelli di Dioniso, Apollo, Ares; proteleia di


Hera e Zeus a Samo

Scartata Pipotesi che la scena del vaso (1) rappresenti sempli


cemente un'orgia, G. Pesce ha focalizzato la sua attenzione sulla cop

pia centrale, coperta dal mantello (Tav. II) "trapunto di stelle", in


come "una divina (un dio-Cielo e una dea
terpret?ndola coppia
Terra)", "presente ma invisibile" tra le altre coppie che rappresen
terebbero nelPinsieme "un rito per promuovere la fertilit? della ter
ra" 82.Esegesi suggestiva, che rievoca pi? o meno inconsapevolmente
la descrizione delPunione di Ouranos e Ge, raccontata da Esiodo con
efficacia e poi da molti altri sotto
la forma di connubio piog
grande
gia-terra, ma verbalmente
anche attualizzata nei misteri eleusin?83.
Tuttavia la tipologia del mantello non autorizza un'identificazione
esclusiva di Ouranos/Cielo stellato (per i motivi detti sopra, n. 1),
? ? ? testimoniato un
n? d'altronde neppure nei misteri eleusin?
simile uso del mantello come schermo alPunione sessuale di due per
sone84. Volendo essere pedanti: i symplegmata raffigurati sui fregio

bridge 1921, p. 17: "Marriage is the mystery par excellence". Menand. orat.
in Rhet. Gr. Ill pp. 408, 12 ss. 409, 8-9 Spengel.
81
V. Magnien, 'Le mariage chez les Grecs anciens', Antiquit? Class. 5,
1936, pp. 115 ss., che si avr? modo di citare nei dettagli. ?ltimamente cfr.
J. Redfield, 'Notes on the Greek Wedding', Arethusa (American Classical Studies
in Honour of J.-P. Vernant) 15, 1982, spec. p. 189.
82
G. iPesce (supra, bibliografia al vaso n.? 1).
83Hes.
Theog. 125-127. 176-178; ?o-TEpoei? ex. gr. 463. 469. 891. Cfr.
Aesch. F 44 N2 = 125 Mette; Eur. F 898,9 ss. N2; Lucret. I 250 ss.; II 992 ss.
Per i misteri eleusin? vedi Proel, in Tim. vol. Ill, p. 176, 26 ss., segnalato da
M.L. West, Hesiod, Theogony, Ed. with Prol. and Comm., Oxford 1966, p. 199
ad v. 133.
84 L'iniziando a Eleusi ?
capite velato: J.E. Harrison, Prolegomena to the
Study of Greek Religion, Cambridge 19223, p. 547, fig. 155 e soprattutto U. Bian
chi, The Greek Mysteries, (Iconography of Religions XVII, 3), Leiden 1976,
pp. 27-29, figg. 47. 49-51. Per il "matrimonio mimetico" nei misteri, a quanto
pare solo "spirituale", vedi Harrison, pp. 536-539; 550-551; cfr. per Dioniso

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42 G. Arrigoni

del vaso (1) (Taw. I-II) hanno ben poco a che fare con la fertilizza
zione della terra e si addicono assai poco agli dei dagPintenti eminen
temente generativi della cosmogon?a esiodea.
Prima pero di poter escludere Pipotesi di una hierogamia, biso

gner? pur fare un breve excursus sui modo di fare alPamore degli dei
? ?
specialmente con Pimpiego di mantelli e simili sui tipo della
loro gestualit? affettiva soprattutto nei primi approcci amorosi. In
tale ?mbito la casualit? sembra bandita per lasciar posto a tipi di
comportamento nelPintimit? che ricorrono con una certa frequenza
nella stessa hierogamia o in hierogamie diverse. Fin dal VII-VI a. C.
il hieros gamos della coppia Zeus-Hera sembra aver goduto di una
nelParte visiva non immemore di moduli orientali85.
grande popolarit?
NelPormai famoso (e perduto) gruppo ligneo da Samo (fine VII a. C.)
Pesegesi pi? accorta non ha mancato di far notare che tra i due pro

tagonisti non ? rappresentata Paquila di Zeus (come si ? a lungo cre


duto), bensi un albero stilizzato, eventualmente una palmetta, che

probabilmente rappresenta Palbero cultuale, la cui importanza nella


rituale di Samo ? stata ripetutamente
soprattutto come notata
teolog?a
modalit? concreta
segregare di
tempor?neamente la sposa divina 86.
L'unione divina sembra aver trovato adeguato riparo e Zeus tocca de
licatamente un seno di Hera nuda. Ad un momento successivo invece

e la Basilinna ad Atene L. Deubner, Dionysos und die Anthesterien', Jahrb.


Deutsch. Arch. Inst. 42, 1927 (stamp. 1928) pp. 176 ss., dove Ticonografia non
tradisce aphrodisia tra i due; soprattutto H.W. Parke (supra, n. 48) pp. 112-113.
85Per il mondo
greco arcaico ed i precedenti figurativi orientali (antico
babilonesi, fenici, neo-sumerici) vedi ora M. Cremer, 'Hieros gamos
specialmente
im Orient und in Griechenland', Zeitschr. f. Pap. u. Ep. 48, 1982, pp. 283-290.
Ma vedi gi? in parte G. Neumann, Gesten und Geb?rden in der griechischen
Kunst, Berlin 1965, pp. 64-66. Aggiungi anche: S.N. Kramer, The Sacred Marri
age Rite, Aspects of Faith, Myth, and Ritual in Ancient Sumer, Bloomington
London 1969 e R. Eisler, Weltenmantel und Himmelszelt, Religions geschichtliche
Untersuchungen zur Urgeschichte der antiken Weltbilder, M?nchen 1910.
86 II ? ora ma esistono numer?se foto
piccolo gruppo ligneo distrutto,
grafi?: Neumann (supra, n. 85) fig. 30; Cremer (supra, n. 85) Tav. XIII 8,
che cita anche un fr. di piastra a rilievo del primo quarto del VI a.C. con rap
presentazione abbastanza simile (= G. Olbrich, Archaische Statuetten eines
Metapontiner Heiligtums, Roma 1979, p. 102, Tav. 1, fig. A 5, in basso a de
stra); contro l'opinione corrente Fautrice ha rettificato anche che la scultura
tra il capo dei due protagonisti nel gruppo ligneo di Samo ? un albero, non
-
l'aquila ai Zeus {cfr. anche R. Bianchi Bandinelli R. Paribeni, Grecia, Torino
1976, fig. n.? 56 e didascalia: "curiosa palmetta disfatta e ricadente sul fondo").

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 43

si riferisce, a mio avviso, la rappresentazione di due terrecotte ar


caiche da Samo, ora al Kunsthistorisches Museum di Vienna: la cop
pia divina ? ier?ticamente seduta in trono, nessun albero nelle vici
? ? un mantello,
nanze, ma alle spalle delle due figure forse un
pharos per la leggerezza del tessuto che Pha fatto definir? impropria
mente "velo nuziale"87. Scomparso ogni gesto troppo apertamente
confidenziale da parte di Zeus, la coppia divina in trono sembra or
mai, grazie al mantello di raccordo, "iniziata" e sposata e pronta a
simbolizzare quelPunit? che qualche sec?lo dopo aprir? la via alPidea
delPamore coniugale come concordia di intenti (supra, ? II). L'idea
di "segregazione spaziale" ? qui-ridotta al minimo e prevale forse
l'idea di consacrazione, come atto finale del hieros gamos.
? stato naturalmente gi? ampiamente osservato che anche lo Zeus
della Ai?? ?iz?vt) iliadica (XIV 330-45) soggiace alPinvito di segregare
Punione sessuale con Hera, pur celebrata su un prato fiorito del
monte Ida: soprattutto gli studiosi di Archiloco non hanno mancato
di rilevare che il dio si contorna di uno schermo di nubi
impenetra
bili anche al sole, nubi che sarebbero
Pomologo chlaina di Ar
della
chiloco. Un ragionamento che evidentemente funziona, se si pensa
da un lato che le nubi troveranno in ?poca ellenistica ^Epitalamio
per Arsinoe, supra, n. 68) un'eccellente permutazione nel pastos, dal
Paltro che
?
almeno in base alia mia analisi ? esiste un'analogia di
funzione fra il baldacchino nuziale e il mantello nuziale, la "segrega
zione spaziale" in vista di qualche cosa che a proposito del mantello
non ? ancora totalmente chiaro ed evidente. L'enfasi data nelPIliade
al fatto che le nubi siano impenetrabili anche al sole ? parallela alla

precisazione di Esiodo allorch? parla delPunione di Ouranos con Ge:

(Teogonia, 176-7) "Venne, portando con s? la notte, il grande Oura

Dal lavoro della Cremer si ricava anche che in altre rappresentazioni di hiero
gamia di Zeus e Hera il dio mostra il gesto della xdp iizi xapral). In complesso
quindi la gestualit? di questa hierogamia ? piuttosto delicata, almeno nei tempi
pi? antichi. Per l'importanza dell'albero nei riti di Samo vedi L.R. Farnell, The
Cults of the Greek States I (1895), rist. anast. Chicago 1971, pp. 185-186 e
soprattutto A.B. Cook, Zeus, A Study in Ancient Religion, Appendix R: The
Hieros Gamos III/2, Cambridge 1940, pp. 1025 ss., specialmente p. 1029.
87
J. B?hlau, Aus ionischen und italischen Nekropolen, Leipzig 1898, p. 45,
Tav. XIV, 6. 8; idem, 'Glasiertes Thongef?ss aus Samos', Jahreshefte d. oesterr.
arch. Inst. 3, 1900, pp. 210-211, fig. 84; Cook (supra, n. 86) pp. 1027-1028,
figg. 829-830.

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44 G. Arrigoni

nos, attorno a Gaia si avvolse espandendosi, desideroso d'amore".


Sembra di capire che il giorno (la luce del giorno) e il sole fossero
concepiti dai Greci come un disturbo ed un'inibizione alPabbandono
er?tico, probabilmente per una ragione fisiol?gica non poi cosi in

comprensibile. In un frammento del suo Meleagros (F 524 N2) Eu


ripide teorizzer? chiaramente: "Cipride ? per natura arnica delle t?
n?bre; / la luce
impone di essere casti".
Un altro particolare importante, visibile nel gruppo ligneo di
Samo, ? il modo estremamente delicato di Zeus nelPaccostare Hera,
? come si ? n. ?
pariendo dal seno, gesto che visto, supra, 86 ?
usato in alternativa a quello di prendere Pamata per un polso. In
dubbiamente in entrambi i casi, ma pi? chiaramente nel primo, si
tratta di gesti da prima notte di nozze, un modo dolce e non violento
di accostare una donna, se inesperta. Con le prostitute
specialmente
si avevano forse meno riguardi ed approcci assai pi? diretti, a giudi
care dall'iconograf?a cer?mica che ognuno pu? f?cilmente richiamare
alia memoria.
Nel senso che ho indicato sembra andar? anche un'altra celebre

coppia divino-eroica, a suo modo


paradigm?tica e con grande fortuna

specialmente Dioniso e Arianna. di colei


Nei confronti
iconogr?fica:
che sar? la sua futura sposa, Dioniso adotta lo stesso gesto dello
Zeus di Samo: su un crat?re a calice proto-italico da Taranto tocca
un seno ad Arianna addormentata e debitamente discin
leggermente
ta ?. Apollonio Rodio dar? una descrizione estremamente interessante
delPunione tra il dio e la mortale abbandonata da Teseo nelPisola di
Nasso o Dia. Della loro unione ? racconta il poeta ? ? rimasta una
testimonianza profumata e pregna di ricordi erotici, un cp?po? ...
xu?veov, "mantello scuro" che Ipsipile d? a Giasone "in ricordo del
letto" e che poi passera ad Absirto. Tale mantello era stato fatto dalle
Cariti ed era ancora di fragranza divina;
impregnato a guardarlo e a
toccarlo aveva effetti
quasi magici: suscitava insaziabile desiderio in
amori di Dioniso e Arianna esso
quanto gli ebbero luogo dentro di
? a Dioniso ? il dio vi
che apparteneva (?yxaTeXexTo) "allorch?
giacque stringendo il bel seno della vergine figlia di Minos se" 89.Nep

88Ora a Taranto: B. Neutsch, 'Archaeologische Grabungen und Funde in


Unteritalien 1949-1955', Arch. Anz. 1956 (stamp. 1958) col. 222, fig. 20; Neu
mann n. 85) p. 64, n. 247.
(supra,
89
Ap. Rh. Ill 1204-1206 -(tp?po?); ? lo stesso mantello chiamato altrove

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 45

pure Dioniso fa Pamore alPaperto, ma si nasconde dietro un man


tello lussuoso e non a caso scuro.
leggero,
Da quanto detto mi caso di Archiloco,
sembra che, si anche nel
possa pi? opportunamente Pinterpretazione accettare
di chi vuole
che il poeta toccasse i seni della ? trat
fanciulla inesperta dunque
tata come tale, con una certa delicatezza ? piuttosto che trasformare
la medesima in una navigata pome accostata pariendo dai i?T)poi, so
prattutto se si sovrinterpreta tale termine nel senso di rcuyir) per far
combaciare il gesto di Archiloco con quello Ateniese con
delPignoto
^
la sua pome sulla kalpis di Bruxelles R 351 della fine del VI a. C.
Tornando per un momento alPesegesi di G. Pesce, mi sembra
che un'ulteriore smentita alla sua interpretazione possa venire da
un'antica cosmogon?a presocratica, attribuita a Ferecide di Sir? (VI
a. C.). Da questa ? dopo messa
Peccellente a punto di M.L. West,
? si
che ha ricollazionato Poriginale papir?ceo ricava che Zeus sposa
e quindi, ?
Chthonie al terzo giorno del matrimonio giorno che pre
cede quello dello svelamento pubblico e ufficiale della sposa {ana
?
kalypieria) le fa un "mantello grande e bello (Z?c? toie? cp?cpo?
[x?ya te )cai xaX?v) e su di esso ricama Ge, e le case di
Ogenos Oge
nos", ossia la Terra, Oc?ano e le misteriose dimore di Oc?ano91. II

(IV 423-424) TC?-rcXov ... tep?v ... isopcp?pEov: H.A. 'Jason's Cloak', Trans.
Shapiro,
Am. Phil. Ass. 110, 1980, p. 271.
90
Ritengo che a ragione l'integrazione [JLa?]wvdi West abbia avuto pi?
fortuna di quella di Merkelbach ? entrambe proposte nella citata edi
(p/np]wv)
zione delPBpodo di Colonia (supra, n. 15) p. 110 ? esattamente per il motivo
che ha indotto A. Aloni a respingere la prima a favore della seconda, interpre
tando = 'P. K?ln v. Zeitschr. u. Ep.
p/npo? tojyt): 2, 58 32', f. Pap. 40, 1980,
pp. 33-35; idem, Le Muse di Archiloco (supra, n. 4) pp. 130-131. Che toccare i
seni sia un all'unione amorosa (anche omosessuale: [Lucian.] Am.
preliminare
53) non mi sembra un argomento cogente per escludere tale lezione; inoltre, ad
essere precisi, anche il toccare le cosce ([Lucian.] Am. 53 = CAF Adesp. 798
Kock) ? a suo modo un alPatto sessuale vero e (cfr. anche
proemio proprio
[Lucian.] Am. 54, detto di Achille e Patroclo). Non c'? inoltre alcun dubbio
che nei passi citati di Ps. Luciano p/rjpoi significhi cosce e senza ambiguit?: vedi
infatti Lucian. Rhet. 19 o [XTip?? itaTao-oio-dw, distinto da TcuyV) citata
praec.
subito dopo. D'altronde ? inequivocabile che per es., allorch? Ibico chiamava
(PMG F 339 Page), intendeva dire "le mostra-cosce",
le Spartane q>aivo{xr)p?8a<;
aferentemente alla s tatuar?a greca arcaica e classica; cfr. anche Cheremone tr?gico
Oineus TrGF 71 F 14, 9-10 Snell e supra, n. 55.
91M.L. 'Three Presocratic Cosmologies', Class. Quart. N.S. 13, 1963,
West,
pp. 158. 164-169, con il testo ricollazionato del pap. Bodleian MS. G. class, f.

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46 G. Arrigoni

ricamo non ? ovviamente meramente decorativo: in quel fat?dico

giorno Chthonie, indossando il mantello, si trasforma in Ge, diventa


la Terra. Anche in questo caso il mantello ? uno Strumen to nelle
mani di Zeus, artefice di una trasformazione della neo-sposa Chthonie
in una nuova entit? come la Terra: un'efficace rappresentazione co

smol?gica dove la metamorfosi ? affidata ad un dono di nozze


dello
sposo alia sposa, mentre nelle coppie ammantate dei vasi (l)-(3) il
mantello sembra interessare entrambi i personaggi, probabilmente
con prospettive di verse.
Naturalmente per gli dei il mantello non ? sempre e univoca
mente di nozze
sin?nimo legali, ma in alcuni casi ? destinato a fun
zionare per relazioni molto pi? informali, anche se non prive di una
n?cessita di iniziazione: pens? ai mantelli di Apollo e Ares. Su una
coppa attica a fondo bianco del secondo quarto del V a. C, ora a
Boston, Apollo ? rappresentato nelPatto di aprire invitante la sua
chlaina davanti ad un fanciulla con
la lira, rivelando tutto se stesso e
forse la sua verit?92. Come dire che
la chlaina di Apollo ha un'appli
cazione erotica, ma funziona anche come iniziazione della fanciulla
alla verit? apollinea. II mantello di Ares ha, se non Papparenza, certo
tutta la funzione di ci? che oggi si chiamerebbe "vestito da sposo":
PAres su un lato della tenda nuziale di Antia e Abrocome
effigiato
(come ad Afrodite)
pendant ? un dio "non armato, ma adorno come
per raggiungere Pamata Afrodite, coronato di una Stephane, recando
un mantello (x^av?Sa sx^v)"; lo guida Eros portatore di fiaccola93.
Nella prospettiva di un amplesso extra-coniugale con Afrodite diffi
cilmente il mantello di Ares ? puramente decorativo, anche pensando
che tale tema ? sfruttato in un contesto nuziale. Secondo questa pro
spettiva anche gli dei dunque fanno alPamore al riparo di un man
tello, ma non certo per pruderie. Molto pi? probabilmente si imma

gino che in taluni casi Pamore degli dei ? assai vicino ad un'inizia
zione (anche per le dee partners), esattamente come avviene nel mon
do degli uomini; solo che tale modalit?
? sul versante umano ? ?

48(P), n.? 32312, gi? edito in FVS6 Ferecide di Siro B 2, col. 1; cfr. anche in
'
parte L. Deubner, 'Erca?Xia ', Jahrb. Deutsch. Arch. Inst. 15, 1900 (stamp.
1901), p. 150.
92 E.B.
Harrison, 'Apollo's Cloak', in Studies in Classical Art and Archaeo
logy. A Tribute to P.H. von Blanckenhagen, Locust Valley, New York 1979,
pp. 91-92, Tav. XXV.
93 Xen. I 8, 3.
Eph.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 47

assai poco descritta e perci? con varie zone d'ombra, che b?sogna pa
zientemente illuminare.
In certa misura fu vero anche il contrario e ci? riscatta la con
dotta sessuale di Archiloco ne??Epodo di Colonia dalla scomoda eti
" " u
chetta di psicop?tico o soldataccio"
di donne violatore
impuberi94.
La tradizione di amori clandestini
cultuale e prematrimoniali {pro
e a ? cui nessuno aver
teleid) di Hera Zeus Samo sembra finora
pensato a questo proposito ? costituisce, con Pappendice di un co
stume umano in uso a Samo ad imitazione ed in onore della dea, un

precedente dalPindubbia anche se imbarazzante antichit?. Si raccon


tava infatti, secondo una versione locale samia dalla inequivocabile
patina arcaica, che:

Altri dicono ?he Zeus in Sanio di nascosto dai geni tori def lor? Hera; donde
i Sam? in onore della dea, corteggiando le ragazze, si uniscono nascosta
mente con loro, in seguito liberamente celebrano imatrimoni con sacrifici95.

?
Addirittura regola a Samo
tale secondo fonti erudite ? sarebbe
stata in uso per trecento anni96. Questo genere di unione sessuale
era proverbialmente attribuita a Hera e Zeus spe
pre-matrimoniale
cialmente dalle donne, anche se Samo non fu P?nica sede (concor
rente era Argo)97.

94 Per un ridimensionamento v. B.
Gentili, Gnomon 48, 1976, p. 749.
95
Importantissima testimonianza di Schol. II. XIV 296 Erbse* BXkoi t?v
??oc <paoiv ?v E?uxp X?dpqc twv yov?wv Siccrcap?tevE?Jom ttqv "Hpav 8dev S?jxioi
?VjXip t?)<; dso? [xvtqctte?ovte?; t??? x?pac X?dpqt cruyxoi?Jt?Couoiv,e?toc 7uappT)cr?Qc
To?x;y?[xou<; d?iouoxv.Eustazio (II. XIV 294, p. 987,9 ss. van der Valk) aggiunge
Marte suo a tale tradizione: xai, to?to jjiev xaivoTpoir?av sdou? emcr?pETai ii?vnv,
XayvECav 5? oux exel oucp?j.Nessun dubbio suH'antichit? della situazione riflessa
in queste testimonianze: R. Hirzel, Themis, Dike und Verwandtes, Ein Beitrag
zur Geschichte der Rechtsidee bei den Griechen, Leipzig 1907, p. 323 (continua
zione di n. 2); Famell (supra, n. 86) p. 185, n. 65; L. Gernet, 'Frairies antiques'
(1928) in Anthropologie de la Gr?ce antique, Paris 1968, pp. 40-42 (= trad. it.
della Grecia antica, con pref. di J.-P. Vernant, a cura di R. Di Do
Antropolog?a
nato, Milano 1983, pp. 31-33); Pestalozza (supra, n. 46) p. 200 (continuazione
di n. 6); Cook (supra, n. 86) pp. 1025-1026; C. Ker?nyi, Zeus and Hera, Arche
typal Image of Father, Husband, and Wife (1972), trad. ingl. Princeton 1975,
p. 160, n. 45 (che la sottovaluta).
96 Callim. F 48
Pf; Schol. II. I 609 Dindorf.
97 Theocr. XV
64; Plaut. Trin. 208; A. Otto, Die Sprichw?rter und sprich
w?rtlichen Redensarten der R?mer, Leipzig 1890 (rist. anast. Hildesheim 1965),
p. 179, n.? 2. Per Argo v. Schol. Theocr. XV 64, p. 311 Wendel.

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48 G. Arrigoni

?
In conclusione: il rapporto sessuale quale che sia ? di Ar
chiloco con la sua fanciulla pu? essere considerato un "ini
amplesso
ziatico" come se facesse da preludio {proteleia) a giuste nozze. La

chlaina, il gesto di toccare i seni della ragazza sembrano in complesso


rientrare in un'iniziazione sessuale di stile arcaico, che ben si adatta
ai dintorni di Samo. Anche cos? tuttavia non si ? autorizzati a vedere
in ogni coppia sotto il manto un'imitazione dei proteleia sam? di
Zeus e Hera. Ad Atene poi se Platone nella Repubblica classifica co
rne hieroi gamoi i matrimoni pi? vantaggiosi all? stato e si ripropone
di istituire feste dove far unir? gli uomini e le donne prescelti a tale
? in teoria amori come a
scopo riattualizzando pre-matrimoniali
?
Samo nelle Leggi dar? alPespressione ?epol yajjioi il senso preciso
di matrimonio legale con una moglie legittima, in opposizione a unioni

pi? informali, con concubine98.

VIL II mantello nuziale dello sposo; apaulia/epaulia; iniziazione nu


ziale e sue parodie

Dei vasi
sopra citati (? I) il n.? (2) presenta a mi? avviso una

coppia certamente inserita in un contesto nuziale


{Tav. III). II per
sonaggio a destra, barbato, apparentemente vecchio, non ? tanto un
? la cui non era
sacerdote presenza indispensabile specialmente nella
cerimonia nuziale ? un
pi? antica99 quanto piuttosto parente della
sposa, che Pha accompagnata nella processione della ag?ge dalla casa
paterna a quella del marito. II personaggio ammantato pi? giovane e

imberbe, dietro lo sposo, sulla sinistra, potrebbe essere allora il pa

rochos, che accompagna la coppia nel corteo della ag?ge, o il nym


phagogos. Oppure, pi? gen?ricamente, il vecchio e il giovane possono
essere amici dello sposo, deputati a custodire la porta del t?lamo du

98 Plat.
Resp. V 458E. 459F; Le gg. VIII 841D. In questo senso aveva
ragione Fustel de Coulanges, La cit? antique. Etude sur le culte, le droit, les
institutions de la Gr?ce et de Rome, 23a ed., Paris 1916, p. 43, anche se non
si pu? pi? sempre e dovunque condividere l'idea che "la religion qui faisait le
mariage n'?tait pas celle de Jupiter, de Junon, ou des autres dieux de l'Olympe".
99W.
Erdmann, Die Ehe im alten Griechenland, M?nchen 1934 (rist.
anast. New York 1979) p. 254, n. 19. Oltre alle sacerdotesse da lui citate, si
ricordi il sacerdote di Dioniso che celebra il matrimonio nel romanzo er?tico di
Niceta Eugeniano, Erot. Script. IX 289-291 Boissonnade.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 49

rante la prima notte di nozze, i cosiddetti thyroroi 10?.Essi sembrano


fare da cornice alPazione centrale senza necessariamente esserne gli
spettatori: ? ben noto infatti Tuso di tali personaggi che fanno da
contorno/commento secondo una convenzione formale gi? arcaica101.
Il cane e il bambino benissimo con la mia
interpretazione,
quadrano
specialmente adatta ad un contesto attico. I cani venivano usati corne

guardia del t?lamo da mariti gelosi e un po' montati dalle trag?die di


ma l'episodio
Euripide per spaventare gli amanti della moglie m, di
una sposina di nome P?tale che, fuggita dal t?lamo la prima notte di
nozze per paura di Afrodite del primo amplesso (irpcoT?Cuya), fu sbra
nata dai cani da guardia nel portico antistante il t?lamo 103,ci informa
che i cani continuavano in pratica la funzione di thyroroi di certi
amici dello sposo. Nel bambino io propongo di vedere un ica?? &fxq>i
oaXife, ossia e matrimo, parente della sposa e incaricato,
patrimo
prima del rito nuziale, di andar? a prendere l'acqua per il bagno della

sposa, quindi
? durante il banchetto nuziale ? di distribuir? del
pane con la proverbiale frase "hanno fuggito il maie, hanno trovato
il meglio" (ecpuyov xocx?v, supov cqieivov) con cui si rendeva chiara
?
mente manifesto il passaggio della coppia da una vita selvaggia
simbolizzata dalla corona di acanto e ghiande indossata dal bambino
attico ? ad una vita civilizzata simbolizzata dal chiaramente
pane:
un uso che rende giustizia all'antinomia natura/cultura di Claude
L?vi-Strauss104. La coppia dei neo-sposi avvolti nel grande mantello,

100Erdmann
(supra, n. 99) p. 256; molto particolareggiato gi? Heckenbach,
RE s.v. Hochzeit VIH (1913) col. 2130.
loi ie Amazzonomachie vedi D. von Amazons in Greek
per Bothmer, Art,
Oxford 1957, pp. 48. 73. 75.
102
Aristoph. Thesm. 416-417.
103AP. IX 245.
104Demosth. De cor. Suda
259'; Porphyr. De abst. I 1,2 Bouffartigue;
s.v. Adler; Hesych. s.v. Latte; Par. Gr. Zenobius III 98; Diogenianus IV 74;
Erdmann n. V. 'Le mariage chez les Grecs an
(supra, 99) p. 260; Magnien,
ciens. L'initiation nuptiale*, Antiquit? Class. 5, 1936, p. 134 (con citazioni sba
e sacerdo
gliate). Per il pais amphithales vedi G. Arrigoni, Camilla Amazzone
tessa di Diana, Milano 1982, pp. 84-85 e G. Van der Leeuw, 'Virginibus pue
risque. A Study on the Service of Children inWorship', Mededelingen kon. Ned.
Ak. von Wetenschappen afd. Letteren 1939, pp. 443 ss. {specialmente per il
mondo latino e cristiano). La mia concorda con che trovo
interpretazione quella
ora in Redfield (supra, n. 81) p. 193 e in C. Ca?ame, Introduzione a Vamore
in Grecia, Bari 1983, pp. XVIII-XIX.

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50 G. Arrigoni

perduti nella loro unione (sia esso coitus, come vuole Dover, o non an

cora) deve essere intesa isolata dalle figure-cornice, come se fosse nel t?
lamo. Qui, lontano da occhi estranei, avviene Tiniziazione alla ses
sualit? dellaneo-sposa da parte dello sposo, un'iniziazione che ha cer
tamente un grande significato ? corne ? a tutti eviden
per la donna
te ? ma in cui forse anche l'uomo, compreso quello della Grecia
antica, non
pu? essere considerato una sorta di vincitore assoluto e
senza problemi105. Proprio l'analisi del mantello pu? condurre ad in
teressanti constatazioni lungo un filo che si tratta di snodare lenta
mente ed accuratamente.
Indubbiamente il comportamento della Deianira sofoclea, dopo
la morte di Eracle, nelle Trachinie (vv. 912-922) dimostra che l'iden
tit? sessuale della sposa greca nasce e finisce nel t?lamo, sul letto nu
ziale, dove gli CTptoToc.(p?piQ di Eracle, come precedentemente la
chlaina indivisibile con le altre, raccolgono un altro viaggio verso
Tabbandono: il suicidio. Altre pratiche della sposa dimostrano chia
ramente che per lei il matrimonio ? anzitutto un taglio col passato 106.
Quanto al mantello nuziale si ? ritenuto finora che volesse inizial
mente caratterizzare una consacrazione, quindi esprimere Tunione (in
senso morale) degli sposi e la protezione del marito sulla moglie, in
somma il mantello corne simbolo delPintima unione che dovr? esi
stere tra i due sposi107. Per avvalorare la tesi della protezione del ma
rito sulla moglie si ? fatto appello all'Antico Testamento, dove Ruth
? a con di ? dice "Stendi
rivolgendosi Booz la preghiera sposarla
a Dio ?
un lembo del tuo mantello sulla tua serva"; oppure che ri
a ? usa le seguenti "Eri io
volgendosi Gerusalemme parole nuda;
a te, ti guardai, ed ecco il tuo era il
passai vicino tempo giunto, tempo
della pubert?: stesi sopra di te un lembo della mia veste, ti giurai
fede e tu fosti mia" Nel primo caso Ruth professa
108. certamente sot
tomissione e ricerca di protezione; la sottomissione ricorda un po' la

105Una
prospettiva psicanalitica del problema in I riti di rinascita, a cura
di F. Scaparro, Milano 1979, p. 32 "...rito di iniziazione della donna, in cui
Tuomo sentirsi di tutto meno che un eroe
pu? conquistatore".
106Heckenbach
(supra, n. 100) col. 2130; Erdmann (supra, n. 99) p. 259;
Magnien (supra, n. 104) pp. 115-138.
107Guarducci
(supra, bibliograf?a al vaso n.? 3) pp. 220 ss.; Ducati (supra,
n. 26) p. 172 "il mantello della cerimonm nuziale simboleggiante la indissolu
bile unione dello sposo e della sposa".
108Ruth III
9; Ezechiele XVI 8; Guarducci, ibid. p. 223.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 51

rassegnazione greca del "cadete sotto la chlaina


petbene" di un uomo
pp. 12-13). Il lembo della veste o del mantello funzionano cetto
(supra,
come segnali di ptesa di possesso e di ptotezione conseguente: bast?
pensate, nel tito cattolico anche attuale, al sacetdote che pone un lem
bo della stola sui battezzando che entta nella Chiesa109. Tuttavia

Pesplotazione da me compiuta neirattedamento del matrimonio, nella

copetta/mantello nuziale cosi come uno sguatdo alia ttadizione ico


che ho ticotdato sembtano smentite tale intetptetazione so
nogtafica
ptattutto m?tale. Dite, come ? stato detto da tempo, che si ttatta di
un "tito di unione", esattamente uno dei "titi di aggtegazione" a

pottata individ?ale tinttacciabili nel matrimonio che ? fundamental


mente "un atto sociale"110, significa in fondo fetmatsi alia descti
zione e alia classificazione pi? fotmalista. Pet quanto tiguatda il mon
do gteco si ? obbligati ad ?ndate pi? oltte e l'indagine fin qui svolta
un
mi sembta orientate l'esegesi vetso tipo di intetptetazione inizia
tica del mantello, cosi come si ? visto del baldacchino nuziale. L'unio
ne ptospettata sui vasi esaminati ? chiatamente
sessuale, quindi di tipo
in quest'ambito senza
inutili sovtintetptetazioni mo
bisogna muovetsi
tali. A mi? avviso, il mantello, attuando una sotta di "segtegazione
nelPisolamento del t?lamo, pu? petmettete all'uomo di
spaziale" put
accostate la neo-sposa delicatamente, incominciando dai pteliminati
secondo la ptassi di cetti modelli patadigmatici di tale iniziazione al
ma ?
e pens? ? Dioniso ed
sesso: Zeus e Heta, anche ad Atene
Arianna m. L'intimit? della ptima notte nuziale ? ptotetta da disctete
allusioni a "sttette nuziali delle btaccia nel letto", che sono "le ini
ziazioni nuziali" (t& vipcpix?t T?X?]) dest?nate ad Antigone ed Emone
nell'Ade m. Gli abbtacci: tetmine vago, ma nella sua geneticit? assai

109 a mio fratello Ermanno


Devo questa osservazione Arrigoni.
110Gi? Arnold suo famoso 1909, Les
Van Gennep nel libro, edito nel
rites de che citer? nella recente traduzione italiana con Introduzione
passage,
di F. Remotti, Torino (Boringhieri) 1981, pp. 114-115. Per una prospettiva sto
rica vedi anche infra, n. 118 (L.Mair).
111Paus. I
20, 3: il santuario pi? antico di Dioniso ad Atene era quello
presso il teatro con pitture rappresentanti Arianna dormiente, Teseo che salpa
mentre Dioniso viene a rapire Arianna; cfr. Pausania, Guida della Grecia, VAt
tica, a cura di D. Musti e L. Beschi, Milano 1982, p. 333. ? il tempio cosiddetto
classico, databile al V o IV a.C: W. Zschietzschmann, RE s.v. Athenai Suppl.
Bd. XIII (1973) col. 127.
112Eur. I.A. 131-132 vuu<pe?ou<; d? ?yx&vwv / suv??_X?xTpoi?. Soph.
Ant. 12404241.

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52 G. Arrigoni

eloquente. c'? da aspettarsi


Come in societ? tribali, un Iniziazione della
neo-sposa, duce il marito, complice il mantello non ? mai improvvi
sata, da nessuna delle due parti. Ma in questo rito privato e talora

privatissimo l'abito della sposa ? la cosa meno importante; decisa


mente maggior rilievo aveva per la sposa greca il velo, come dimostra
la cerimonia dello svelamento (?vaxaXuTCT?ipia)113.
Nonostante il gen?rale disinteresse delPermeneutica moderna,
anche lo sposo in Grecia aveva un importante capo di vestiario: il
mantello nuziale (yajxixij xXavic, o ?jiAtlov vujjwpix?v), senza il quale
sembra che il matrimonio non potesse essere celebrato. Ne parla Ari
stofane negli Uccelli (v. 1693), allorch? fa dire a Pistetero "mami si
dia il mantello nuziale (yoc^ixtqv x^av68a)" prima di aprire con Rega
?
lit? il corteo nuziale mentre il coro intona Pimeneo (vv. 1731-42)
ricordando il matrimonio di Zeus e di Hera ? un corteo diretto "al
nuziale letto"
(v. 1758). An?logamente Plutarco racconta di una certa
donna assai ricca, che in Tespie ?
Ismenodora, di Beozia per far de
? con
adere al matrimonio Pindeciso Baccone organizza gli amici un
vero e proprio "ratto di sposo". Quelli lo portano in casa e chiudono
le porte. Dentro le donne, dopo avergli tolto il suo mantelletto, "gli
gettarono attorno il mantello nuziale" (TCpis?ocXov ?jk?tiov vipcpix?v)114.
In entrambi i casi il mantello nuziale veste lo sposo prima delPac
cesso di
lui al t?lamo, in maniera non dissimile da Ares, pronto ad
avvicinare Afrodite rivestito della sua x^av^, e da Apollo amman
tato da chlaina prima di accostarsi alla sua fanciulla {supra, p. 46).
In altre parole, per quanto riguarda lo sposo, si assiste ad un cambio
di vestito che, nella terminolog?a di Arnold Van Gennepp, ? un tipico
"rito di separazione" 115.Anche lo sposo greco dunque deve in certa
misura tagliare col passato e prepararsi ad un nuovo destino simbo
leggiato in parte proprio dal mantello nuziale. Ma, almeno in Attica,
questo non ? che un inizio. Polluce (III 39-40) ricorda una parti

113Un
po' antiquate le tesi di J. Toutain, 'Le rite nuptial de l'Anaka
lypterion', Rev. Et. Ane. (M?langes G. Radet) 42, 1940, pp. 345-353 (una svi
sta: Otfried M?ller citato cosi due volte ? l'archeologo-mitologo-storico-filologo
classico Karl Otfried M?ller); A. Jeremias, 'Der Schleier von Sumer bis heute',
Der Alte Orient 31, 1931, pp. 48-53; J.H. Oakley, 'The Anakalypteria', Arch.
Anz. 1982, pp. 113-118, figg. 1-3.
114Plut. Amat. 754EF.
755A.
115Van
Gennep (supra, n. 110) p. 113.

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 53

colare occasione in cui il neo-sposo riceveva dalla neo-sposa un dono

sp?ciale che si pu? chiamare il "mantello della segregazione":

Proaulia ? il giorno precedente alle nozze, epaulia il giorno seguente. E


apaulia il giorno in cui lo sposo, lontano dalla sposa, pernotta nella casa
del suocero. Altri poi chiamano apaulia anche i doni consegnati alla sposa.
La ?TCauXLcmipia xk&vic, ? mandata dalla sposa all? sposo negli apaulia.

Comunque sia, apaulia ? un periodo di lontananza sposo da sposa, in


cui lo sposo riceve dalla sposa questo mantello della segregazione, la

sposa forse riceve doni (non si sa da chi). Secondo un'altra informa


zione apaulia ? una festa t?picamente ateniese: la neo-sposa in quella
occasione inizia a pernottare lontano dal padre, presso il marito (i.e.
a casa sua)116. Settant'anni fa L. Deubner propose di interpretare que
sta separazione tempor?nea dei due sposi corne il corrispondente ate
? in una pro
niese a simili usi spartani e cretesi studiati poco prima

spettiva etnol?gica e comparatista ? da M.P. Nilsson 117.A mio av


viso a ragione, nonos tante le diverse sedi che albergano
pienamente
gli sposi separati. Propongo quindi di vedere nella chlanis della se

parazione moment?nea sposo segregato una sorta di du


inviata all?
del mantello nuziale, corne se il neo-sposo fosse chiamato a
plicata
? sua ? il am
ripetere ribadita la separazione dal passato primo
sotto il mantello della prima notte di nozze. In pratica una
plesso
?
reiterazione ? sui versante dello sposo del rito della sua separa
zione dallo status precedente e insieme delPiniziazione sessuale della

neo-sposa, da lei stessa sollecitata, dopo una breve separazione, nel

116 ss. 'Arca?Xia. 8ti


Etym. Magn. s.v., p. 119, 17 'Eopnri icap? \Aifr)va?oi<;
tote ?pxETai i?)x?pT] xwPK t?? TCGCTp?? a?MCeoflai, i] tote arcauXiCETaiT(p ?vSpi
V) ruvT). Cfr. Hesych. s.v. 5850 Latte (??cauXia o E-rca?Xia).Redfield (supra,
n. 81) p. 194 e* silentio identifica apaulia con proaulia, ma gi? L. Deubner,
< 'AmuX?a
',Archiv f. Relig. 16, 1913, p. 631, ha concluso che si traita di un gior
no di separazione dopo le nozze. Come contropartita al mantello della segregazio
ne, il padre della sposa manda a lei o ad entrambi gli sposi doni nella nuova casa
nel giorno dopo le nozze (epaulia): Suda s.v. E 1990 Adler; Pausania Atticista
E 49 Erbse; Etym. Magn. p. 354, 1 ss.; Phot. Lex. s.v. Xexocvl? (1) Naber.
Per il tipo di doni e la loro "acculturazione" del matrimonio v. Redfield (supra,
n. 81) pp. 193-194, da completare con Formai classico articolo di P. Zancani
Montuoro, 'II corredo della Arch. Class. 12, 1960, spec. pp. 48-49.
sposa',
117Deubner 'Die Grundlagen des
(supra, n. 116) p. 632; M.P. Nilsson,
spartanischen Lebens', Klio 12, 1912, spec. pp. 330-331. 333. Cfr. anche per gli
usi spartani K. Gaiser, F?r und wider die Ehe, M?nchen 1974, pp. 62. 75-76.

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54 G. Arrigoni

quadro di reiterazioni rituali che, di norma, segnalano la difficolt?


della sposa a staccarsi dal padre e dalla famiglia di origine 118.
Se in genere, come si ? notato (supra, p. 13), la chlaina o il pharos
del primo amplesso appartengono all? sposo (e ad Atene e in Beozia
ci? pu? corrispondere al "mantello nuziale" dello sposo), il mantello
della segregazione dello sposo indica che la sposa ateniese in certo
modo esercitava il suo controllo sull'unione sessuale, pi? da pattnet
ehe da oggetto, come talota nel primo caso. Anche dal mi? punto di
ossetvazione si pu? quindi sottosctivete l'affetmazione di Redfield119
della dualit? e ambiguit? del mattimonio gteco, specialmente ditei
ateniese.
A
questo punto mi sembta patticolatmente intetessante la scena
figutata su un cippo funetatio chiusino (500-480 a. C), ota al Museo
Battacco di Roma, tapptesentante una coppia di uomo e donna seduti
uno di ftonte alPaltta e ticcamente vestiti nell'atto di ticevete una
donna (posta al centto) che dispiega un gtande mantello sagomato,
mentte altte donne ve?ate attivano tecando altri indumenti un po' di
vetsi. Si ? pensato tagionevolmente a ptepatativi pet una cetimonia 120,
che io ptopottei di intetptetate come una cetimonia ptivata in cui la
ptesenza enfatizzata del mantello non pu? che orientate vet so l'ini
ziazione sessuale della ptima notte di nozze. Anche in Etturia quindi
veniva usato, secondo la mia intetptetazione, il mantello "iniziatico",
come nella Gtecia arcaica, esattamente il mantello nuziale dello spo
so m. Con ci? si intende che io ptopongo di tavvisate tale
quindi

118Van
Gennep (supra, n. 110) p. 112; per il problema delle tensioni fra
vecchi e nuovi legami di parentela v. L. Mair, Marriage, Harmondsworth 1971,
trad. it. II matrimonio. Ur?analisi antropol?gica, Bologna 1976, pp. 129 ss.
119Redfield
(supra, n. 81) p. 186.
120
Cristofani n. 35) Tav. e didascalia a p. 27. Dissento tuttavia
(supra,
da lui quando interpreta le figure centrali sedute come "due donne nel gineceo,\
121Non ?
questa la sede per es tendere la ricerca di tale uso in tutta la
Grecia; bastera ricordare tuttavia che Penigmatico accenno di Alcmane PMG
F 1, 61 Page all'offerta di un cp?cpo?a 'Opdp?oc,ossia Afrodite o qualche altra
divinit? del contesto cultuale spartano, nonostante le incertezze (B. Gentili
[supra, n. 74] p. 63, interpreta (pccpo?come "aratro", sulla scorta di Sosifane e
Erodiano in Schol. Alem?n, ad v. 61, pp. 5-6 PMG Page; C. Ca?ame, Les choeurs
de jeunes filles en Gr?ce arch?ique II, Roma 1977, pp. 16. 128-130, <p&po<; =
"voile ou charrue", con la prima cfr. anche del
preferenza per interpretazione,
medesimo lettera di conferma del 19-11-1983) pu? essere interpr?tate corne Poffer
ta di un mantello (non velo) alla divinit?, an?logamente a quanto avveniva nella

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Amore sotto il manto e iniziazione nuziale 55

mantello nel vaso (2), che petmette anche di intetptetate nello stesso
senso la scena del vaso (3). Nella taccolta intimit? del gtande manto
? assai ptobabilmente tapptesentata la coppia nuziale nella prima notte
di nozze (il t?lamo ? assai sguatnito, sembta solo segnalato dal cu
scino o simili). Pet quanto tiguatda invece la scena del vaso (1), pto
pongo di vedetvi una sotta di patodia dell'iniziazione nuziale sotto il
manto: infatti il gtande mantello e il symplegma di quel tipo costi
tuiscono una specie di ossimoto. A tale ptoposito patticolatmente il
luminante mipate la notizia, tipottata da Senofonte, che nelPestate
del 421 a. C. un Sitacusano fece fate in un simposio ateniese come
entertainment un'imitazione del mattimonio di Dioniso e
(patziale)

Corinto arcaica, in feste femminili dove le donne offrivano alla dea (forse Artemis)
un drappo che io propendo a interpretare come mantello (cfr. I. J?cker, 'Frauen
fest inKorinth', Ant. Kunst 6, 1963, p. 56 e Tav. 21, 2; per Alcmane cfr. p. 60).
Non credo tuttavia che il cp?cpo?sia un capo di vestiario da offrire alia dea, come
ad Atena in Atene classica. Al contrario pens? che tale mantello sia stato tes

suto dalle donne in preparazione al matrimonio, ma non per se stesse bensi per
lo sposo, forse come mantello nuziale. Infatti il mantello nuziale della sposa non
ha una anche se non mancano testimonianze
grande importanza, iconografiche
(per Pepinetron da Eretria cfr. B. Schweitzer, Mythische Hochzeiten, Heidelberg
1961, p. 10 e Tav. Ill; per rilievi fittili classici da Taranto, Brindisi, Heraclea
v. C.E.V. Vafopoulou-Richardson, Greek Terrakottas, Oxford 1981, fig. 14 e
pp. 15-17). Per la sposa ? assai pi? importante il velo, che di norma veniva of
ferte a Hera dopo le nozze (vedi gi? Alcibia in un epigramma attribuito dal
lemma ad Archiloco: A.P. VI 133 = F [17] Diehl3, e ancora Nosside A.P. VI
265, offerta del rcaitXo? a Hera Lacinia, dove ntizkoc, va ormai interpr?tate come
"velo lungo" anche nuziale, secondo le accurate indagini di Marinates (supra,
n. 5) A 42-43, cui va aggiunto il "velo corto" (xptqSejjivov)delPimmagine cultuale
di Hera a Samo, testimoniato iconogr?ficamente ed epigr?ficamente (Chr. Kar
dara, 'Problems of Hera's Cult-Images', Am. Journ. Arch. 64, 1960, pp. 350.
352-353. 357, Tav. 101, 27-31). Ulteriori precisazioni penso si possano fare anche
a proposito delle cosiddette peploforie sui pinakes di Locri Epizefirii (per cui
v. Zancani Montuoro, supra, n. 116, pp. 40 ss.; Chr. Sourvinou Inwood,

'Persephone and Aphrodite at Locri: A Model for Personality Definitions in


Greek Religion', Journ. Hell. Stud. 98, 1978, pp. 112-114), dei cortei nuziali con
relativi doni specialmente nella cer?mica (per cui v. ?ltimamente Putile raccolta
di materiale di I. Krauskopf, 'Eine attisch schwartzfigurige Hydria in Heidel
una
berg', Arch. Anz. 1977, pp. 13-37) e delle enigmatiche rappresentazioni di
o pi? donne sotto un solo manto (per cui vedi aggiornamenti e bibliograf?a in
Schauenburg, supra, bibliograf?a al vaso n.? (1), spec. pp. 68-70). Uninteressante
testimonianza delPimpiego del mantello nuziale dello sposo ? offerta dal tale
turco di G?lilah e Orner, pubblicato da R. Merkelbach, 'The Girl in the Rose

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56 G. Arrigoni

Arianna m. Sui vaso (1), pu? ttattatsi di patodia mitica o no (e anche


qui si tiptopone il s?lito dilemma noto agli iconologi, specialmente del
la cetamica), ma che si ttatti in ogni caso di patodia sembta confetmato

dalPatteggiamento evidentemente scandalizzato del giovane fuggente,


la teazione della shame culture alla patodia di una ptatica segteta
corne Piniziazione nuziale al sesso, genetalmente condotta alPinsegna
della delicatezza, in vista di una fututa auspicabile concotdia e atmonia.
Pet finite: questo lungo petcotso tta mantelli, coptiletti, baldac
chini, iniziazioni nuziali petmette fotse, al di l? di tante speculazioni
moderne, di const?tate positivamente come gli antichi Gteci (ma an
che fotse gli Ettuschi) fosseto attenti ossetvatori dei "titi individua
ls, una tappa delicata come fate Pamote la prima notte di nozze e

poi la seconda e di seguito in una cetta manieta, coinvolgente gtada


tamente enttambi gli sposi. Insomma taie fotse da metavigliate chi ha
incautamente scritto libri sulla donna gteca (specie ateniese) sempte
e comunque schiava e teptessa: una vittima.

Univetsit? Statale di Milano

bush: A Turkish Tale and its Root in Ancient RituaP, Harv. Stud. Class. Phil.
82, 1978, p. 9 (lo sposo avvolge G?lilah nel proprio mantello e la porta dentro
casa). Uno dei teorici del matrimonio, Raffaele Corso, 'Lo studio dei riti nu
ziali', Bilychnis maggio-giugno 1917, p. 5, ricordava che "nell'uso volgare (lo
sposo) deve indossare 'almomento della celebrazione (del matrimonio) la ca
micia, le mutande, le calzette cucite e date in dono dalla sposa ". Quanto ho
ricordato in queste ultime pagine permette pero di dissentire da quanto egli affer
mava a delle "tradizioni antiche".
proposito
122Xen. IX 2-7.
Symp.

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