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Disabilità Intellettive

e Fenotipi
Comportamentali

NPI e Genetica

Luigi Croce
10° Sistema AAIDD e QoL
FUNZIONAMENTO INDIVIDUALE PdV oggettivo Società FUNZIONAMENTO INDIVIDUALE

DOMINI QdV
PROGRAMMAZIONE SOSTEGNI
Benessere Emozional

Benessere Fisico
DIMENSIONI MODELLO AAMR

Benessere Materiale

Sviluppo Personale

Relazioni Interpersona

Autodeterminazione

Integrazione Sociale

Diritti

PdV soggettivo Persona


Dimensione 4: salute (salute fisica,
salute mentale e fattori eziologici)
 Salute fisica e mentale. La salute è definita come uno stato di
completo benessere fisico, mentale e sociale. Le condizioni di
salute fisica e mentale influenzano il funzionamento umano
attraverso le altre 4 dimensioni : abilità intellettive,
comportamento adattivo, partecipazione, interazione e ruoli
sociali e contesto.
 Per le persone con ritardo mentale gli effetti della salute fisica e
mentale sul funzionamento variano da un’azione fortemente
facilitatoria ad una intensamente inibitoria. Alcuni individui
godono di sana e robusta costituzione e condizione di salute
senza alcuna significativa limitazione dell’attività. Costoro
possono partecipare appieno alle attività quotidiane. Alcuni
individui presentano significative limitazioni della propria salute,
come l’epilessia o la paralisi celebrale, che compromettono
profondamente la mobilità e l’alimentazione e possono
restringere gravemente le attività personali e la partecipazione
sociale. Taluni individui possono presentare limitazioni correlate
ad un malattia mentale.
Dimensione 4: salute (salute fisica,
salute mentale e fattori eziologici)
 Gli ambienti in cui gli individui vivono, imparano,
lavorano, giocano, socializzano e si relazionano
con gli altri ( fattori contestuali) influenzano le
modalità con cui riescono a funzionare e
partecipare. I fattori ambientali possono creare un
danno o non riuscire a sostenere un individuo.
Alcuni individui possono non essere in grado di
riconoscere i problemi di salute fisica e mentale.
Possono essere in difficoltà nell’interagire con il
sistema dei servizi di salute fisica o mentale, nel
comunicare sintomi e sensazioni e comprendere i
piani d’intervento terapeutico.
Dimensione 4: salute (salute fisica, salute
mentale e fattori eziologici)

 Eziologia. Il Sistema del 2002 introduce un costrutto


multifattoriale dell’eziologia del ritardo mentale che
rimpiazza i precedenti approcci storici fondati sulla
divisione dell’eziologia in due ampie tipologie: il ritardo
mentale di origine biologica ed il ritardo mentale dovuto
a svantaggio psicosociale.
 L’eziologia è considerata un costrutto multifattoriale
composto da fattori di rischio biomedico, sociale,
comportamentale ed educativo che interagiscono nel
tempo – sia a livello della vita individuale che attraverso
le generazioni da genitori a figli -.
Dimensione 4: salute (salute fisica, salute
mentale e fattori eziologici)

L’approccio multifattoriale all’eziologia amplifica la lista dei


fattori causali nel ritardo mentale lungo due direzioni: tipologia
di fattori e tempistica dei fattori. La tipologia dei fattori si
classifica in quattro categorie:
 Fattori biomedici – che si correlano a processi biologici, come
un disordine genetico o alterazioni dello stato di nutrizione;
 Fattori sociali – che si correlano alle interazioni sociali e
famigliari, come la stimolazione e la responsività degli adulti;
 Fattori comportamentali – che si correlano a comportamenti
potenzialmente causali come attività pericolose ( lesive) o
abuso di sostanze da parte della madre;
 Fattori educativi – che si correlano con la disponibilità di
sostegni educativi atti a promuovere lo sviluppo mentale e
delle abilità adattive.
Dimensione 4: salute (salute fisica, salute
mentale e fattori eziologici)

 I fattori causali possono interessare (a) i genitori


delle persone con ritardo mentale, (b) la persona con
ritardo mentale o (c) entrambi. Tale fenomeno è
definito come processo di causazione
intergenerazionale. Fattori presenti nel corso dei una
generazione possono influenzare gli esiti della
generazione successiva.
 Comprendere il processo di causazione
intergenerazionale può portare all’identificazione di
sostegni che aiutano a prevenire o ad invertire gli
effetti dell’ambiente avverso.
Dimensione 4: salute (salute fisica, salute
mentale e fattori eziologici)

 Fattori multipli e processo di causazione


intergenerazionale hanno importanti implicazioni per
le persone a tre livelli di prevenzione: (a) primaria,
che consiste nella prevenzione della condizione che
altrimenti determinerebbe il ritardo mentale; (b)
secondaria, che prevede azioni atte a prevenire una
condizione esistente dal determinare come risultato
successivo il ritardo mentale; (c) terziaria, che
comprende azioni atte a minimizzare la gravità della
compromissione funzionale associate all’eziologia
ed a prevenire condizioni secondarie o
complicazioni.
Implicazioni della dimensione 4
(salute fisica e mentale):
 Le condizioni di salute fisica e mentale possono influenzale la
valutazione dell’intelligenza e del comportamento adattivo ( esempio
compromissione dello stato di vigilanza causato da disturbi del sonno
o deficit alimentari).
 Farmaci, come anticomiziali o sostanze psicotrope, possono
influenzare le prestazioni ( esempio stanchezza e fatica che
interferiscono sui tests di prestazione).
 La valutazione del comportamento adattivo può essere intaccato da
farmaci che influenzano le abilità grosso e fini motorie o dalle
condizioni motorie a livello oro- faringeo che compromettono le abilità
comunicative.
 La valutazione dei sostegni necessari può essere influenzata dalle
condizioni di salute fisica e mentale. Gli individui con ritardo mentale
possono avere bisogno di sostegni relativi alla salute per facilitare il
funzionamento e la partecipazione, per superare le limitazioni nella
mobilità (esempio sedia a rotelle, ambienti di lavoro accessibili) o per
la sicurezza (esempio adattamenti per prevenire lesioni conseguenti a
convulsioni).
 Deve essere adottato un approccio all’eziologia di tipo multifattoriale.
Fattori di
Rischio
per la DI
Rischio e Prevenzione nella DI
Valutazione
eziologica
dei fattori di
rischio 1
Ipotesi e
strategie di
valutazione
dei fattori di
rischio 2
Fenotipi
comportamentali
di alcuni disturbi
genetici
Eziologia, Prevenzione e Sostegno
Fenotipo comportamentale
tipico quadro clinico di anomalie motorie, cognitive, di linguaggio
e sociali, strettamente associato ai disturbi biologici. In alcuni casi
si può costituire un disturbo psichiatrico
Luigi Croce, Psichiatra, Docente di Pedagogia della
Marginalità e della Integrazione, Università Cattolica
del Sacro Cuore, Brescia
Federica Di Cosimo, Docente di ruolo Liceo Scientifico
Sperimentale Leonardo, Brescia, con abilitazione in
Discipline giuridico economiche, Filosofia, Psicologia
Sociale , Scienze dell’Educazione e Sostegno

Fenotipi Comportamentali
Espressione comportamentale delle malattie genetiche che
producono disabilità intellettiva
1- Definizione di FC
2- Valutazione Clinica di FC
3- Metodiche di Valutazione Cognitivo-
Comportamentale
4- Sindromi ereditarie non mendeliane
5- Sindrome cromocomica: trisomia 21 (Down)
1- Definizione di Fenotipo
Comportamentale
Il Fenotipo Comportamentale si riferisce al
repertorio specifico delle caratteristiche
comportamentali presentate dalle persone
portatrici di un’anomalia genetica o
cromosomica (Flint and Yule, 1994).
In senso lato il Fenotipo Comportamentale viene
considerato come pattern (modalità)
caratteristico di anomalie motorie,
cognitive,linguistiche e sociali che sono
associate in modo significativo con un disturbo
biologico ( O’Brien and Yule, 1995)
Osservazioni sul FC
Il Fenotipo Comportamentale può:
 Costituire un disturbo psichiatrico
 Costituire disturbi considerati non
psichiatrici
 I legami tra il comportamento fenotipico ed
il gene associato sono complessi da
definire (modalità genomica – modalità
fenomenica)
2- Valutazione Clinica del Fenotipo
Comportamentale
Studio del profilo di sviluppo della persona: sviluppo
cognitivo e comportamento.
L’approccio clinico allo studio dei FC comporta:
1- l’indagine della storia dello sviluppo psicomotorio e delle
capacità di apprendimento (profilo di sviluppo correlato ad esame
neurologico e valutazione neuroradiologica es.TAC- RM)
2- l’esame del linguaggio
3- l’esame delle capacità di comunicazione e delle abilità
di interazione sociale
4- la valutazione dei tratti comportamentali caratteristici
3- Metodiche di Valutazione
Cognitivo - Comportamentale
La valutazione delle funzioni cognitive e degli
aspetti comportamentali del soggetto con
patologia genetica è complessa anche perché è
rivolta a soggetti con Ritardo Mentale a volte
poco collaboranti.
M. Pulsifer (1998) individua un processo di
valutazione supportato da accurata raccolta
anamnestica comprendente la documentazione
già esistente
Tappe della Valutazione
( M. Pulsifer, 1998)

 Stato mentale
 Intelligenza Generale
 Linguaggio
 Memoria
 Organizzazione Visuo- Spaziale
 Funzioni esecutive e Problem Solving
 Abilità adattive
 Comportamento
Cromosomi
Umani
Disabilità Intellettiva
Disturbi dello Sviluppo
Psicopatologia
Cromosomi
Umani

Il braccio corto sopra il centromero si chiama p, il


braccio lungo sotto il centromero si chiama q. Le
bande, prodotte mediante colorazione, vengono
utilizzate per identificare i cromosomi e per
descrivere la localizzazione dei geni. Le regioni
cromosomiche sono indicate con il numero del
cromosoma, il braccio del cromosoma e la banda,
Sindrome di Turner
Prima Descrizione
 Turner 1938
 Femmine con infantilismo sessuale
 Bassa statura
 Anomalie schelettriche
 Ford, 1959: cariotipo=assenza di un
secondo cromosoma X o cromosoma X
alterato
Sindrome di Turner
Incidenza/Prevalenza
 Incidenza=1/2000-2500 nate vive
 Incidenza in realtà più elevata: 99% dei
feti con S. di Turner va incontro ad aborto
spontaneo
Sindrome di Turner
Genotipo/Eziologia
 Quadro malformativo sporadico da
assenza/malformazione di 1 cromosoma X femminile
 Cromosoma X normale di origine materna nel 75%
casi
 Cariotipo 45.X0 nel 50% casi, con piccola % di cellule
con cariotipo normale, in grado di prevenire aborto
 Isocromosoma X presente nel 13-17% casi
 Mosaicismo 45.X=/46.XX nel 10-15% casi
 Mosaicismo con coinvolgimento cromosoma Y nel 4-
5% casi, alto rischiuo sviluppo gonadoblastoma
 Secondo cromosoma X parzialmente deleto o ad
anello
Sindrome di Turner
Fenotipo/Storia Naturale/Prognosi
 Bassa statura in età scolare-120-150 cm
 Disgenesia gonadica da involuzione ovarica in utero, assenza
di pubertà
 Dismorfismi:
 Collo corto 54% casi
 Attaccatura posteriore dei capelli bassa 73% casi
 Torace a corazza, aum. distanza interareolare 60% casi
 Gomito valgo 56% casi
 Ipoplasia ungueale e nevi pigmentati multipli
 Coartazione aortica 20% casi, malformazioni renali
Trattamento: ormone della crescita GH
Sopravvivenza normale
 Ipertensione in età adulta
Sindrome di Turner
Fenotipo psicologico e comportamentale
 Ampia variabilità clinica
 Sfumati o più marcati disturbi
psicopatologici
 Necessità di precoce e appropriato
intervento educativo
Sindrome di Turner
Aspetti cognitivi
 Deficit spaziali
 Deficit nelle abilità di performance ai
subtest “Ricostruzione di figure” e
“Disegno con cubi” , “Ragionamento
aritmetico”, “Informazione” alla scala di
Wechsler
 Notevoli differenze individuali
Sindrome di Turner
 Aspetti comportamentali e psichiatrici
 Difficoltà psicosociali
 Immaturità
 Problemi di relazione
 Mancanza di sicurezza
 Tendenza alla polemica
 Iperattività
 Isolamento
 Ansia Depressione
 Difficoltà a comprendere il ruolo sociale
Sindrome di Turner
Sessualità
 Problemi di comportamento sessuale
 Inesperienza
 Problemi fisici da immaturità sessuale
ed effetti del trattamento con GH
 Ritiro sociale
Sindrome di Turner
Disturbi Psichiatrici e Funzionamento
sociale
 Rischio psicosociale in adolescenza
 Depressione
 Tendenza alla autoemarginazione
Sindrome di Klinefelter
Definizione
 Include tutte le aneuploidie dei cromosomi
sessuali, nelle quali è presente un cromsoma
X sovrannumerario in pazienti con fenotipo
maschile
 47.XXY
 48.XXYY
 48.XXXY
 46.XY/47.XXY
Sindrome di Klinefelter
Prima descrzione
 Klinefelter, 1942: disturbi
endocrinologici, ginecomastia,
ipogonadismo ipergonadotropo,
aspermia
Incidenza/Prevalenza
 1/500-1000 maschi nati vivi
 Nei 2/3 genotipo 47.XXY
Sindrome di Klinefelter
Genetica/Eziologia
 Il cariotpo 47.XXY origina a non
digiunzione meiotica duante la
ovogenesi o la spermatogenesi
 Nel 70% casi il cr. X soprannumerario è
di origine materna
Sindrome di Klinefelter
Fenotipo/Storia naturale/ Prognosi
 Altezza,peso e circonferenza cranica alla nascita basssi
 A 3 anni: aumento notevole velocità di crescita arti inferiori
 Altezza media adulti: 185 cm (75° percentile), peso intorno al
50° percentile
 Cr. X inibisce crescita cerebrale in utero
 Inizio regolare pubertà
 Diminuzione livelli di testosterone all’afolescenza
 Pene normale, testicoli ridotti
 Sterilità per aspermia, ginecomastia
 Non predsposizione all’omosessualità
 Lieve deficit neuromotorio con andatura goffa
Sindrome di Klinefelter
Fenotipo psicologico e comportamenale aspetti
cognitivi
 QI globale tra 60 e 130 in genere è inferiore alla
norma
 Compromissione del linguaggio, logopedia
necessaria
 Più compromesso linguaggio espressivo che
recettivo:problemi di sintassi e di organizzazione del
discorso
 Problemi nella elaborazione di stimoli uditivi
 Problemi nella memoria verbale a breve termine
Sindrome di Klinefelter
Fenotipo psicologico e comportamenale
aspetti comportamentali
 Introversione, timidezza, passività
 Isolamento, apprensività, insicurezza
 Disagio relazionale e sessuale
 Comportamenti antisociali
 Problemi nel controllo degli impulsi
Sindrome di Klinefelter
Fenotipo psicologico e comportamenale
aspetti educativi
 Scarse prestazioni scolastiche
 Intervento di sostegno
 Difficoltà linguaggio-apprendimento
 Deficit produzione linguistica ed
elaborazione informazioni difficoltà di lettura
e scrittura
 Difficoltà comportamentali secondarie al bias
della”scarsa motivazione”
Sindrome 47.XYY, Sandberg, 1961

Prima descrizione
 Sandberg e coll. 1961
Incidenza/Prevalenza
 1/1000 maschi nati vivi
Genetica/Eziologia
 Il cariotipo è originato da non disgiunzione
del cr. Y nella gametogenesi maschile
 Nel 10% casi mosaicismo 46.XY/47.XYY
Sindrome 47.XYY, Sandberg, 1961
Fenotipo/Storia naturale/Prognosi
 Aumento velocità crescita tra 4-9 anni
 Statura media a 18 anni 187 cm
 Crescita proporzionale
 Sviluppo sessuale normale
 Lievi disturbi neuromotori, impaccio nel movimento
Aspetti cognitivi
 QI inferiore alla norma (lievemente)
 Difficoltà di eloquio e di pronuncia
 Difficoltà nella comprensione di frasi complesse
 Difficoltà nel recuperare le parole (anomia) e
nell’organizzazione del discorso
 Problemi di memoria uditiva
Sindrome 47.XYY, Sandberg, 1961
Aspetti comportamentali
 Stigma dell’attribuzione di condotte criminali
 Facile distribilità, iperattività, collera
 Condotte antisociali
 Problemi di linguaggio, solitudine, tono dell’umore
deflesso
 Scarsa accettazione sociale, furti
 Irrequietezza, instancabilità
Aspetti educativi
 Interventi di sostegno a scuola
 Difficoltà di lettura e di spelling
 Refrattarietà al trattamento educativo a scuola
Sindrome del triplo X, 47.XXX
Prima descrizione
 Jacobs, 1959
Incidenza/Prevalenza
 1/1000 femmine
Genetica/Eziologia
 Cariotipo determinato da non disgiunzione
del cr. X di origine materna o paterna
 Età materna avanzata=fattore di rischio di
non disgiunzione
Sindrome del triplo X, 47.XXX
Fenotipo/Storia Naturale/Prognosi
 Lunghezza, peso, circonferenza cranica ridotti alla nascita, mancato
recuper successivo della circonferenza
 Aum. Velocità di crescita talvolta tra 4-9 anni
 Statura media 171 cm in età adulta, 90° percentile
 Sviluppo psicomotorio leggermente ritardato
 Deficit coordinazione movimenti fini ed equilibrio
 Menarca ritardato
Aspetti cognitivi
 QI al di sotto di 80-90
 Punteggi bassi nelle scale di performance
 Deficit nel linguaggio espressivo
 Difficoltà nella memoria verbale a breve termine
Sindrome del triplo X, 47.XXX
Aspetti educativi
 Supporto per la lettura
 Aspetti comportamentali
 Passività e ritiro sociale
 Comportamenti antisociali e nevrotici
 Sviluppo emotivo relativamente lento
 Vulnerabilità a fattori stressanti di tipo
psicosociale
Distrofia Muscolare di Duchenne
DMD
Prima descrizione
 Meryon, 1852 patologia familiare a
prevalente coinvolgimento muscolare,
Duchenne, 1872, associata a deficit
intellettivo
Incidenza/Prevalenza
 1/3500 maschi
Distrofia Muscolare di Duchenne
DMD
Genetica/Eziologia
 Malattia recessiva legata al cromosoma X trasmessa da
madri portatrici asintomatiche al 50% dei figli maschi
 Gene responsabile della DMD Xp21, braccio corto del
cr.X
 Delezioni, duplicazioni o mutazioni puntiformi
 Nel 70% dei maschi: difetto molecolare=delezione
parziale del gene
 Distrofina presente nelle fibre muscolari e nei neuroni
assenza di distrofina
Distrofia Muscolare di Duchenne
DMD
Fenotipi/Storia naturale/Prognosi
 Disturbo neuromuscolare degenerativo distrofia muscolare grave
 Progressiva debolezza muscolare fino perdita funzione motoria
 Sviluppo motorio ritardato
 Andatura sgraziata, cadute, scoliosi progressiva, rigidità articolare
 Inizio con muscoli prossimali arti inferiori
 Sedia a rotelle a 10-12 anni
 Indebolimeno progressivo fino ai muscoli respiratori
 Decesso nel corso dell’adolescenza per insufficienza respiratoria o
cardiaca
 Creatina chinasi aum. poi dim. necrosi e fagocitosi delle cellule muscolari
sostituite da connettivo e tess. Adiposo
 Atrofia cerebrale
 Anomalie dello sviluppo e nelle arborizzazioni dendritiche
Distrofia Muscolare di Duchenne
DMD
Fenotipo comportamentale e psicologico

 Ritardo nell’apprendimento del linguaggio e nello sviluppo motorio


 Goffaggine e tendenza alle cadute
 Difficoltà globali di apprendimento
 Discrepanza tra capacità verbali, compromesse, e prestazioni
 Problemi specifici di lettura, scrittura e calcolo
 Deficit uditivo selettivo e delle capacità fonologiche

 Difficoltà di attenzione e di memoria, verbale e non verbale


 Subtest scarsi alla WISC: Vocabolario, aritmetica, ripetizione di cifre e
codifica
 Ansia e depressione
Sclerosi Tuberosa
 Sindrome di Bourneville, Epiloia, TSC
Prima descrizione
 Bourneville, 1880, tipiche lesioni cerebrali
solide, esantema del volto, epilessia, ritardo
mentale, adenoma sebaceo, tumori cardiaci e
renali
Incidenza/Prevalenza
 1/7000 la prevalenza
Sclerosi Tuberosa
 Genetica/Eziologia
 Trasmissione autosomica dominante, espressività clinica molto
variabile, nuova mutazione
 Mutazione del locus TSC1 nella regione cromosomica 9q34
 Mutazione del locus TSC2 nella regione cromosomica 16p13.3,
adiacente al gene APKD1, rene policistico dell’adulto
 Per lo sviluppo del quadro clinico è necessaria una seconda
mutazione somatica (doppia mutazione)
 TSC2 codifica per la tuberina, proteina anti oncogene
Sclerosi Tuberosa
 Fenotipo/Storia Naturale/Prognosi
 Malattia multisistemica con variabile coinvolgimento
fisico e mentale
 Lesioni amartomatose encefalo, cute, reni, cuore,
denti, occhi, ossa, polmone
 Rabdomiomi cardiaci alla nascita
 Macchie depigmentate (lampada di Wood)
 Angiofibroma del volto (esordio a 5 anni)
 Epilessia Spasmi infantili
 Astrocitomi cerebrali
 Angiomiolipomi del rene in età adulta
 Enfisema purulento
 Sopravvivenza possibile fino agli 80 anni
Sclerosi Tuberosa
 Fenotipo Psicologico e Comportamentale
 QI dalla norma a meno di 20
 Gravi difficoltà delò linguaggio
 Deficit intellettivo più psicosi autistiforme
 Accessi di urla
 Bizzarrie e movimenti stereotipati, giochi con le dita
 Disturbi del sonno
 Gravi disturbi del comportamento ingestibilità
domestica
 Allucinazioni?
Sclerosi Tuberosa
 Correlazioni comportamentali
 Attacchi convulsivi
 Compromissione cognitiva
 Distruttività
 Aggressività
 Autolesionismo
 Irrequietezza
 Anomalie ciclo sonno veglia
 Oppositività
 Vomito Ruminazioni
4- Sindromi ereditarie non
mendeliane
Molte condizioni associate a Fenotipo
Comportamentale sono sindromi ad ereditarietà
non mendeliana (Cassidy, 1998).

Fra queste si ricordino:

1- Sindromi da ripetizioni di triplette


2- Sindromi da microdelezione o Sindromi da gene
contiguo
3- Sindromi da Imprinting
1- Sindromi da ripetizione di triplette

Condividono quale tratto caratteristico la presenza, nel


gene causativo, di un differente numero di ripetizioni di
triplette di nucleotidi.

Tra queste Sindromi si ricordino:


 X fragile (SXF)
 Corea di Huntingon
 Distrofia miotonica
 Molte atassie genetiche
 Alcune patologie neurogenetiche ( es. malattia di
Joseph)
Sindromi da ripetizioni di triplette:
Sindrome della X fragile
 La sindrome X fragile è la più comune tra le
cause ereditarie di Ritardo Mentale.
 Si trasmette con modalità complessa. E’ solo la
madre che può trasmettere.
 Il gene FMR1 (fragile X) negli individui affetti è
inattivato da un processo di metilazione.
 Il profilo cognitivo si differenzia a seconda del
genere ( maschio o femmina)
Sindrome X fragile: Profilo Cognitivo

Femmine : deficit specifici (Cassidy, 1998)

 nei compiti non verbali


 nel problem solving visuo- percettivo
 nella memoria a breve termine
 nelle competenze aritmetiche e matematiche
 sono comuni:
ritardo mentale, deficit nelle funzioni
esecutive, linguaggio tangenziale, limitato
span attentivo, impulsività,
disorganizzazione e perseverazione nei
comportamenti e nei linguaggi
Sindrome X fragile: Profilo Cognitivo
Maschi: deficit ( Freund, 1998)
 nella memoria per le informazioni visive
 nella percezione e nella manipolazione mentale
delle relazioni visuo- spaziali fra gli oggetti
 nella coordinazione visuo- motoria
 nel processamento delle informazioni sequenziali
 negli aspetti esecutivi dell’attenzione
 sono comuni:
performance migliori quando le istruzioni sono
verbali con parole semplici e conosciute, ritardi
nel linguaggio, mancanza di fluenza e ritmo nel
linguaggio, stile tangenziale nella conversazione,
limitate espressioni non verbali
2- Sindromi da Microdelezione

La microdelezione consiste nella perdita di


materiale cromosomico e può interessare diversi
geni. (La perdita si riconosce con le tecniche di fitogenetica molecolare quali la
FISH: ibridazione in situ fluorescente)
Alcune di queste Sindromi si definiscono fenotipi aggregati
perché derivanti da aploinsufficienza, definiti sindromi da
delezione di geni contigui.
Si ricordino le Sindromi:
A- di Di George
B- Delezione 10p
C- di Williams
Sindromi di microdelezione (continua)

A- Sindrome di Di George
 E’ La più comune, prevalenza stimata 1 su 4000, interessa il
cromosoma 22 (22q11)
 Si associa ad un ampio spettro di anomalie cliniche raggruppabili in
tre fenotipi (sindrome di DI George, sindrome del velocardio
facciale, sindrome di Takao)
 La frequenza dei sintomi è estremamente eterogenea
 Si riscontrano: anomalie facciali, del faringe, del palato, difetti
immunitari, ipocalcemia,anomalie cardiache; in età infentile:deficit
dell’attenzione ed iperattività, disturbi dell’apprendimento;in età
giovanile: Ritardo mentale, incidenza elevata di schizofrenia (25%
secondo Bassett, 2002); anche nei soggetti non psicotici si
riscontrano difficoltà di socializzazione, ansia, depressione (Swillen,
2002)
Sindromi di microdelezione (continua)

B- Sindrome della Delezione 10p

 Anomalia rara, caratterizzata sul piano clinico, da


associazione di ipoparatiroidismo, sordità e displasia
renale (sindrome HDR)
 Il fenotipo comportamentale è più grave della sindrome
di Di George: grave ritardo mentale, autismo, ipoacusia
e cataratta bilaterale ( Verri, 2002)
Sindromi di microdelezione (continua)

C- Sindrome di Williams
 Condizione genetica relativamente rara di microdelezione sul
cromosoma 7 relativa al sito dell’elastina
 La sindrome si associa ad un aspetto caratteristico del volto, precoci
difficoltà di alimentazione, anomalie nella crescita, problemi
cardiovascolari e renali
 Il fenotipo cognitivo e comportamentale è caratterizzato presenza di
moderate o severe difficoltà di apprendimento (Udwin, 1998);
linguaggio verbale prolisso ove la comprensione e l’uso della parola
non corrisponde ai significati; socievolezza e prolissità inappropriate
nell’adulto;insoddisfazione nei rapporti con i pari; iperattività; scarsa
concentrazione; ansia; il 90% dei bambini affetti è ipersensibile a
particolari suoni (aspirapolvere, tuono, risata, scoppio di
palloncino..)
3- Sindromi da Imprinting
Processo per cui il gene si esprime in modo diverso a seconda del
genitore di origine
Si segnalano le Sindromi da imprinting di:
1- Prader Willi (PWS)
2- Angelmann (AS)
1- Prader Willi (PWS): sono attivi i geni presenti sul cromosoma 15 di
origine paterna e inattivi (melitatai) quelli dell’omologo materno
 Presenza di Ritardo Mentale, prevalentemente lieve
 Abilità linguistiche rapportate all’età mentale
 Difettoso processamento delle informazioni uditive
 Migliori risorse nelle abilità di percezione ed organizzazione visiva
 Abilità di socializzazione deficitarie: in età prescolare il bambino appare
affettuoso ed obbediente, in seguito aumenta la labilità emotiva, compare
un comportamento aggressivo- compulsivo, rabbia inizialmente correlata
all’assunzione di cibo che degenera in crisi pantoplastiche (furto, accumulo
di cibo – autolesionismo)
Imprinting (continua)

2- Angelmann (AS):determinata dalla delezioned dei geni 15q11/q13 di


origine materna

 Ritardo mentale grave


 Linguaggio verbale gravemente compromesso, migliore è il non
verbale se pur limitato a semplici gestualità; gradiscono il contatto
fisico con gli altri, raramente aggressivo o auto aggressivo
 Persistente presenza del riso, anche inappropriato
 Span attentivo ridotto
 Iperattività
 Frequenti comportamenti di esplorazione orale
 Interesse per l’acqua
5- Sindrome Cromosomica:trisomia 21
(Down)
 La sindrome è indotta da anomalie cromosomiche rappresentate
dalla trisomia, traslocazione, mosaicismo con coinvolgimento del
cromosoma 21
 Incidenza stimata in 1 caso ogni 600 nati vivi nella popolazione
generale ( leggera prevalenza di maschi)

- Tappe dello sviluppo motorio e del linguaggio significativamente


rallentate
- La sequenza degli stadi di sviluppo cognitivo assume un ritmo
decrescente nel tempo: il soggetto manifesta maggiori potenzialità
nelle prime fasi
Sindrome Cromosomica:trisomia 21 (Down) –
continua -

 Decelerazione della crescita cognitiva


 Decelerazione dello sviluppo cognitivo tra 0-4 anni
 Decrementi significativi nel QI in bambini assistiti a casa
4-19 anni

 Distribuzione del punteggio QI


 Compromissione cognitiva costante con QI tra 40 e 60
 QI normale in rarissimi casi
Sindrome Cromosomica:trisomia 21 (Down)
– continua -
Piano neuropsicologico specifico
 Compromissione non proporzionale fra capacità di parlare ed espressività
del linguaggio
 Deficit della memoria verbale a breve termine
 Punti di debolezza nel linguaggio: articolazione, fonologia, sintassi
espressiva
 Struttura della frase non procede oltre il livello dei 2 anni
 Punti di forza del linguaggio: sviluppo lessicale, funzioni semantiche e
paradigmatiche del linguaggio, aspetti sociali della comunicazione a volte
pari o lievemente sotto la norma di età
 Compromissione significativa rispetto ai controlli della memoria uditiva
sequenziale con ripercussioni sulla struttura del linguaggio, fonologia e
sintassi
 Relativa conservazione della integrazione visuospaziale
 Assenza di significative differenze fra capacità elaborativa sequenziale e
simultanea misurata dalla K-ABC
Sindrome Cromosomica:trisomia 21 (Down)
– continua -

Capacità adattive
 Abilità adattive, particolarmente di
socializzazione, buone relativamente al
funzionamento cognitivo
 Significativi punti di forza nelle attività della vita
quotidiana, nella socialità, nella comunicazione
(Vineland Adaptive Behavior Scale)
Sindrome Cromosomica:trisomia 21 (Down)
– continua -
Reperti neuroanatomici
 Dimensioni celebrali ridotte, 76% in media,semplicità nel pattern
delle circonvoluzioni
 Accentuazione progressiva nel tempo delle differenze e delle
dimensioni rispetto ai controlli
 Decelerazione nello sviluppo celebrale e difetti nella maturazione e
differenziazione cellulare
 Lobi frontali a dimensioni ridotte
 Giro temporale superiore ristretto
 Volume ippocampaleridotto del 30- 50 %
 Volume del cervelletto e del tronco celebrale ridotti
 Rarefazione senza riduzione volumetrica dei gangli della base e
strutture talamiche
Sindrome Cromosomica:trisomia 21 (Down)
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Reperti neuropatologici
 Difetti nella proliferazione e differenziazione neuronale pre e post natale
 Dendriti compromessi nel numero e struttura
 Reperti tipici della malattia di ALZHEIMER
 Placche amiloidi e accumuli di neurofibrille
 Possibile demenza sopraggiunta: perdita memoria, anomia,declino
generalizzato nelle abilità e nella cura si sé
Morbilità psichiatrica e problemi comportamentali
 Incidenza di problemi psichiatrici e comportamentali del 13- 35 % nel corso
della vita
 Prevalenza della depressione nel 13% dei casi
 Maggiori problemi comportamentali nei bambini rispetto ai controlli
 Deficit attentivi, mancata compliance, disordini del pensiero e ritiro sociale
Conclusioni
Conclusioni
Dall’Imprinting
genomico
all’adattamento al e del
contesto ambientale
attraverso
l’apprendimento e
l’educazione

Luigi Croce
338-6669006
luigi.croce57@libero.it
Domande Lezione 4
1 Che cosa si intende per malattia genetica e per malattia
cromosomica?
2 Che cosa significa fenotipo comportamentale?
3 Quali sono le caratteristiche del rofilo cognitivo in caso
di Trisomia 21?
4 Quali sono le componenti della dimensione 4 del
modello AAIDD di Disabilità Intellettiva?
5 Quale è la causa genetica più frequente di Disabilità
Intelletiva°

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