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Scienza in cucina
di Dario Bressanini
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Notate come il contenuto energetico sia più alto per il cioccolato più amaro, perché
contiene più grassi. Il cacao del cioccolato 70% contiene il 39.4/70 * 100 = 56.29% di
burro di cacao. Se vi ricordate avevamo detto che mediamente la massa di cacao
contiene il 55% di burro di cacao, quindi in questo caso probabilmente hanno fatto solo
una piccola aggiunta. Il cacao del cioccolato 85% invece contiene il 51.6/85 * 100 =
60.7% di burro di cacao, e l'aggiunta di burro extra è stata maggiore. Vi ricordo che il
burro di cacao viene separato, parzialmente, nella produzione del cacao in polvere.
Chimica e grassi
La particolare struttura di questi grassi li rende poco miscibili con altri tipi di grasso.
Un’eccezione sono i trigliceridi presenti nel latte. Questi, solitamente costituiti da un
acido a catena lunga e due a catena corta, si mescolano perfettamente con i grassi del
cacao e danno luogo al “cioccolato al latte”.
Polimorfismo
Per illustrare meglio il concetto ho costruito un "esempio fai da te" con delle sferette
del Geomag che avevo in casa (La cornice l'ho messa per non spargere sferette per tutta
la stanza ). Immaginate che una sferetta di metallo rappresenti una molecola. Quando
si forma un cristallo le molecole si dispongono nello spazio in un modo estremamente
ordinato e regolare, dettato da rigide leggi matematiche. Ad esempio con le mie palline
di metallo ho costruito un "reticolo cristallino" (si chiama così)
In un vero cristallo ovviamente le molecole si dispongono nello spazio tridimensionale,
ed è costituito da un numero enorme di molecole, non solo 49 come qui sopra.
Il "cristallo" che ho costruito però non è l'unico possibile, e neanche il più stabile. Forse
saprete che la temperatura di un corpo è una misura del movimento delle molecole di
cui è costituito, quindi per simulare l'effetto della temperatura agitiamo un poco,
delicatamente, la scatoletta.
Il reticolo precedente si rompe e non è difficile, con un'agitazione delicata che simula le
basse temperature, raggiungere (senza mai toccare direttamente le palline con le mani)
una nuova struttura cristallina, più stabile
Notate come questa struttura sia molto più densa della precedente: le palline sono molto
più impaccate.
Questa è solo un'analogia: la realtà è molto più complessa, anche perché le molecole
solitamente non hanno forma sferica, ma credo sia un'illustrazione semplice ed efficace
del concetto di polimorfismo cristallino.
Il grasso contenuto nel cioccolato, il burro di cacao, può cristallizzare addirittura in sei
strutture differenti, ma solo una, chiamata forma V , o β(V), è quella che fornisce al
cioccolato la lucentezza, la rigidità, e la capacità di sciogliersi letteralmente in bocca
avendo una temperatura di fusione di poco inferiore alla temperatura corporea. Le sei
forme cristalline (più correttamente andrebbero chiamate fasi) hanno tutte temperature
di fusione diverse, e il cioccolato solidifica in una di queste forme a seconda di come
viene trattato.
Forme I, II e III
Forme IV e V
Una proprietà della forma V, molto utile al pasticciere, è che grazie alla sua forma
cristallina molto compatta solidificando si restringe un poco (ricordate l’analogia con le
palline di metallo?), e quindi è facile estrarre il cioccolato ben temperato dagli stampi in
cui è stato fatto solidificare. Se il vostro cioccolato non si stacca facilmente è probabile
che non si sia cristallizzato completamente nella fase V.
Forma VI
Poiché la temperatura di fusione della forma VI è di circa 36 °C, si scioglie molto meno
facilmente in bocca, risultando quindi non molto apprezzabile dal consumatore. Alcuni
dei cristalli si sciolgono addirittura a temperature superiori, e al palato si sentono dei
piccoli grumi.
Dario Bressanini
Bibliografia
•
donato perrone 18 aprile 2008 alle 13:03
Dario sei troppo forte!! mi stupisci in continuazione. sei proprio bravo nel tuo lavoro!!
grazie per tutte le notizie che ci dai! la cosa che mi piace di più e quella che se anche se
uno ritenesse di sapere tutto sull'argomento, tu riesci sempre a trovare qualcosa da
insegnarli!!
•
Dario Bressanini 18 aprile 2008 alle 13:08
Donato: grazie dei complimenti (ma secondo me queste cose andrebbero insegnate negli
istituti alberghieri nel programma di chimica e di fisica).
Comunque questo *non* e' il mio mestiere Professionalmente mi occupo di cose che
non hanno nulla a che vedere con il cibo. O meglio, parafrasando Goldrake "mangio
libri di cibernetica, insalate di matematica..."
•
donato perrone 18 aprile 2008 alle 13:15
si Dario, gia me lo hai detto e me ne sono accorto!! ed è per questo che mi sorprendi!!
immagina il sottoscritto che si mettesse a studiare per imparare quello che fai tu e poi
parlarne così bene! Capisci?
Cmq nella scuola alberghiera c'è solo la materia di alimentazione e si trattano argomenti
di base...e magari imparassero almeno quelli!
Tutto quello che è aggiornamento te lo devi cercare da solo d'altronde quello che io ho
imparato l'ho fatto sempre da solo facendo corsi esterni a scuola!!
•
Betta 18 aprile 2008 alle 14:18
davvero interessante. sono sempre stata convinta che la cioccolata più amara fosse
anche la meno grassa... mi sbagliavo! se non ho capito male il burro di cacao è
contenuto nel cacao stesso, ma può anche essere aggiunto, giusto?
•
Giorgiorgio 18 aprile 2008 alle 16:37
•
MICHELE 18 aprile 2008 alle 23:13
Apprezzo tantisimo i tuoi articoli culinario-scientifici. Perchè non ci parli degli effetti
cerebrali del cioccolato e della somiglianza di alcune sue amine somiglianti ai thc. E'
possibile un acondizione di dipendenza? quanto c'è di vero circa l'effetto antidepressivo
del cioccolato? e se è vero a che dosaggi?
•
Dario Bressanini 19 aprile 2008 alle 21:55
Betta: sì, il burro di cacao solitamente è aggiunto (quasi sempre) per fare il fondente,
oltre a quello già presente nella massa di cacao
MICHELE: ti riferisci alla presenza di Anandamide nel cioccolato? Mah, credo che la
faccenda sia ancora dibattuta, ma non sono abbastanza aggiornato sull'argomento.
•
gunnar 19 aprile 2008 alle 22:49
Peccato che non tutte le tavolette di cioccolato riportano anche una etichetta
nutrizionale, così uno si fa i suoi conti e sceglie. Dovrebbero obbligarli per legge dato
che è un alimento così altamente calorico.
Giovedì ho partecipato ad un corso di pasticceria in cui spiegavano che per ottenere una
mousse al cioccolato perfetta occorreva mescolare la panna montata non completamente
al cioccolato portato alla temperatura di 35°-40°... ed in effetti il risultato è strepitoso...
erano quei 35° che mi fregavano sempre prima!
•
Giorgio 21 aprile 2008 alle 08:30
L'attesa è stata lunga ma finalmente hai completato quella paginetta pubblicata su "Le
scienze".
Molto interessante la parte riguardante le forma di cristallizzazione del burro di cacao...
finalmente potrò ottenere delle glassature perfette.
•
lucia 21 aprile 2008 alle 12:15
fiiiiiiiiiiico.
davvero.
beh... non é un commento molto scEntifico ma é quello che ho pensato.
•
marco 21 aprile 2008 alle 17:16
•
M. 22 aprile 2008 alle 00:45
•
Tommaso 22 aprile 2008 alle 17:29
La cioccolata ed il frigo:
Una cosa che viene sempre detta e' che il cioccolato non andrebbe tenuto in frigo.
Da quello che dici pero' non sembra sia un problema se il cioccolato non si e' sciolto
prima. O c'e' qualche altra motivazione?
•
Dario Bressanini 22 aprile 2008 alle 17:45
[...] girovita concede a noi cocoa-addicted) per via della serie di post su cacao e
cioccolato fatta da Dario Bressanini nel suo blog per Le Scienze. Oltre all’aspetto
voluttuario, tonico e culinario del cacao ed [...]
•
perunz 23 aprile 2008 alle 08:22
devo dire che adesso che hai coniugato scienza dei materiali e cioccolata hai veramente
toccato l'apice! non potrei chiedere di meglio!
e il post uno e trino è decisamente esaustivo, e dato che per fare qualche esperimento
non devo aspettare l'estate (come x i pomodori) ma posso farli già durante questo
ponte:)
•
Dario Bressanini 23 aprile 2008 alle 08:29
perunz: i post sul cioccolato non sono ancora finiti Parlando di materiali, manca
ancora la descrizione della corretta procedura di tempera
•
perunz 23 aprile 2008 alle 14:06
beh quella è più sui "processi" che sulle "relazioni struttura-proprietà", cmq non vedo
l'ora di leggerli (così ho pure delle ricette con cui fare i miei esperimenti)
e se proprio vuoi insistere nel farmi felice mettici qualcosa che abbia a che fare col
burro di cacao quando è presente come nanocristalli o, per essere più generali, proprietà
dei nanosistemi commestibili!
per il numero dei post sapevo che non erano finiti, ma solo con 3 posso fare la battuta
"uno e trino" con 4 ci sarebbe il "poker" ma è troppo inflazionata
[...] solo di dare una parvenza scientifica al tutto, ma tanto il confronto con
l’insuperabile Bressanini non lo reggerei in ogni [...]
•
Angela 27 aprile 2008 alle 19:47
mi fa piacere leggere questi articoli. io insegno in una scuola alberghiera e queste letture
mi sono di grande utilità...peccato che spesso gli alunni non sono
molto attenti...comunque complimenti.
•
paolo mastandrea 28 aprile 2008 alle 05:47
•
giovanni 28 aprile 2008 alle 06:15
•
Dario Bressanini 28 aprile 2008 alle 07:49
paolo: del cioccolato di Modica ho parlato la puntata scorsa. Il burro di cacao e'
presente, perche' fa parte del cacao. A Modica non ne aggiungono ulteriormente a
quello (55%) gia' presente nella massa di cacao.
Giovanni: il 100% non mi piace proprio. Al massimo posso arrivare all'85%. Se hai
notato il 100% e' un foglio sottilissimo, perche' senza burro di cacao ulteriore, e senza
zucchero, non si riesce a formare una tavoletta "corposa"
•
rosa 16 maggio 2008 alle 12:21
•
Dario Bressanini 16 maggio 2008 alle 13:46
rosa: credo che il tuo docente sia la persona più indicata a cui chiedere consiglio, visto
che io non ho idea dei contenuti del corso che hai seguito e in quale corso di laurea.
ciao Dario
•
rosa 16 maggio 2008 alle 14:28
•
Dario Bressanini 17 maggio 2008 alle 07:53
rosa: ho capito. Credo che sull'acido linoleico troverai molta letteratura, mi sembra un
buon argomento per una tesina
•
luigi 15 ottobre 2008 alle 21:14
salve, mi chiamo luigi,sono cuoco da molto tempo e faccio il mio lavoro con grande
amore e passione. aver scoperto il tuo sito mi ha aiutato e mi aiuta a pensare,
riflettere,congettivare.ho una domanda da fare e spero tu mi possa aiutare. sto cercando
di preparare una mousse chantilly ma non ci riesco , pur avendo seguito la ricetta per
filo e per segno. puo essere un problema di cioccolata visto che e' nella forma VI?
monta con gran diificolta' e necessita una percentuale di grassi maggiori(100 GR
CIOCCOLATO 80 ACQUA) e risulta tuttavia poco stabile. grazie per avermi seguito
fin qui .luigi.
•
Dario Bressanini 16 ottobre 2008 alle 12:01
•
luigi 16 ottobre 2008 alle 18:34
ciao dario, grazie mille per avermi risposto e soprattutto cosí rapidamente! si il
cioccolato é "fiorito", purtroppo... la marca e' la classica eccezionale varhona. ho
seguito passo passo le tue istruzioni per questo ho pensato che il cambio di struttura
della cioccolata possa aver influito negativamente. proveró di nuovo con una ciocco
nuova , vediamo che succede. p.s. e se ci aggiungo un po di lecitina? tipo 3 gr per
mezzo litro ? grazie ancora ciao.ah, il tuo blog é illuminante .
•
massimo maraziti 28 dicembre 2008 alle 20:01
Ho provato dei cioccolatini della Guylian e sono buonissimi, anche se non più buoni di
altri cioccolatini di marca (qui in Belgio siamo viziati).
•
Luca@S 28 dicembre 2008 alle 20:40
http://www.imminst.org/forum/index.php?act=attach&type=post&id=4294
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bacillus 28 dicembre 2008 alle 21:11
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massimo maraziti 28 dicembre 2008 alle 21:36
Non mi pare di averli notati. Ci sono dei biscotti tradizionali (speculoos) armatizzati alla
cannella, che vengono prodotti con le forme più disparate, ma non ricordo manine.
La storia della colonizzazione belga del Congo é molto complessa. Gli episodi più
crudeli sono avvenuti nel primo periodo a cavallo fra il XIX ed il XX secolo quando il
Congo non era una colonia belga, ma una proprietà personale di re Leopoldo.
Il taglio della mano non era per chi tentava di ribellarsi (non ricordo rivolte) ma
"soltanto" per chi non raggiungeva la quota assegnata di gomma da raccogliere.
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stratoti nicola 18 gennaio 2009 alle 20:06
ciao dario ti voglio chiedere: per fare il cioccolato plastico quello bianco mi è stato detto
di aggiungere bel burro di cacao io lo faccio come mi ha detto un grande professionista ,
ma ho sbaglio le dosi perchè dopo averlo fatto con tutte le procedure e attenzioni
quando vado a raffinarlo per lavorare rimane mollo e appiccicoso contrario di quello
scuro ;mi potresti dire se posso usare il surrogato per il cioccolato plastico un Grazie a
presto.
•
Dario Bressanini 19 gennaio 2009 alle 09:06
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stratoti nicola 19 gennaio 2009 alle 22:32
ciao Dario inanzitutto grazie per avermi risposto non pensavo che la tua risposta era cosi
emminente, nella mia ricetta cè il
clucosio praticamente viene preparato con 1kg di cioccolato bianco portato a
temperatura di 50° e 350g di clucosio 60 Bè 150g di sciroppo di zucchero a 32%
unire il clucosio e lo sciroppo e portare pure a 50° unire il tutto ,a questo punto versare
il burro di cacao preriscaldato girare non violentamete per trenta secondi mettere in un
contenitore e farlo raffreddare a temperatura ambiente poi mettere in frigo con una
pellicola raffinandorlo il giorno dopo ,a questo punto mi ritrovo il burro di cacao solido
e affiorato in superfice non incorporato rifacendo un corpo a se come mai questa
separazione?mi dai qualche suggerimento. ciao
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Dario Bressanini 20 gennaio 2009 alle 09:18
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Stefano 25 febbraio 2009 alle 00:37
Ciao a tutti. Mi riferisco alla domanda "perchè il 100% non è per tutti" di Giovanni.
Penso che sia per nessuno, in bocca è pessimo, indistintamente dall' azienda che lo
produce. Manca di zucchero (ovvio), esaltatore di gusto, come il sale nella pasta...
Infine gli manca il concaggio, ultima fase di trasformazione cacao/cioccolato.
Mancando di viscosità adeguata, non è possibile ossigenare la massa: non affina gli
aromi sviluppati con la fermentazione, e non perde quella parte di acidità (sviluppata
anch' essa con la fermentazione) che lo rende buono come lo conosciamo. Lancio un
sassolino: con più il tasso percentuale di prodotto cacao è alto con più è amaro. Da una
parte è vero, ma è proprio quello che andiamo cercando gustando una tavoletta di
cioccolato fondente?
Ciao a tutti e complimenti a Dario.
•
filippo 1 marzo 2009 alle 13:07
Ciao, scusami il disturbo, vorrei una cortesia, se possibile, sto cercando di conoscere
ome si ottiene lo "zucchero a tavoletta", spero possa aiutarmi,
ed in ogni caso ti ringrazio anticipatamente.
•
Dario Bressanini 1 marzo 2009 alle 21:39
•
Gualberto Compagnucci 10 marzo 2009 alle 19:21
Stranamente non sento parlare da nessuno di cru di cacao: criollo - nacional- forastero,
che fanno la qualità del cioccolato, congiuntamente o disgiuntamente. A mio modesto
parere pur essendo un esperto in materia, non si può parlare di qualità del cioccolato
senza conoscere la varietà di Theobroma. Sarebbe poi giusto che le aziende produttrici
dichiarino le varietà di cacao e la loro provenienza. In Italia lo fanno soltanto i grandi
cioccolatieri come Domori, Amedei, Slitti, De Bon e Gobino. Il consumatore va
giustamente infiomato
•
Dario Bressanini 10 marzo 2009 alle 19:40
Gualberto: avrai notato dal titolo che questo è il terzo di una serie. Nelle prime due
puntate ho raccontato delle tre varietà, della loro origine etc..
Non mi sono messo a fare "pubblicità" alle aziende produttrici perchè lo scopo di questi
articoli è un altro,
Comunque, a mio parere il Criollo è sopravvalutato (nel senso del prezzo). Il mio
favorito attuale è il Sambirano del madagascar, monoorigine, con note di frutti rossi
spettacolare!
•
chiara 11 marzo 2009 alle 10:54
dario ciao - ero di fronte a te a pranzo al teatro7 sabato - sto cercando nel tuo sito
qualche cosa per i miei alunni speciali di una scuola alberghiera di montagna... x
domani ... spulcio!
•
Dario Bressanini 11 marzo 2009 alle 20:33
chiara: ma non mi avevi detto che insegnavi in una scuola alberghiera! Fai il Cioccolato
Chantilly, stupisce sempre tutti!
ciao Dario
•
chiara 13 marzo 2009 alle 08:01
•
chiara 13 marzo 2009 alle 08:02
in questo momento vorrei un perchè scientifico di mio figlio che si mangia il coniglio di
pezza
•
valerio 20 marzo 2009 alle 16:11
grazie e ciao
•
Dario Bressanini 20 marzo 2009 alle 16:16
sicuramente parlero' di cioccolato plastico (ma solo dopo Pasqua avanza sempre del
cioccolato per fare esperimenti )
•
chiara 2 23 marzo 2010 alle 14:58
Buongiorno Dario, dopo queste tre puntate sul cioccolato sarei curiosa di un suo
approfondimento sull'utilizzo del mycryo. La mia curiosità nasce dal fatto che ho
utilizzato questo "additivo", seguendo le indicazioni che si trovano sul web (1% di
mycryo sul peso di cioccoata a 32°C senza temperaggio), senza conseguire i risultati
promessi o perlomeno conseguendo risultati alterni. Lo ritiene possibile? Mi viene da
pensare che l'effetto "magico" dell'utilizzo del mycryo sia anche legato alla qualità del
cioccolato ovvero alla quantità di burro di cacao già contenuta nel cioccolato utilizzato.
Ovvero anche che il temperaggio sia comunque consigliabile. Senza fare nomi di
marche, ho utilizzato sempre cioccolato di buona qualità con minimo 50% di cacao nel
fondente e 32% nel latte o anche cioccolata al 75% di cacao. Insomma, vorrei sapere se
devo ancorarmi alla marca che mi da' una riuscita apprezzabile rinunciando a spaziare
su altri nomi e se altri fattori influenzano la riuscita, nonostante l'utilizzo il mycryo
venga pubblicizzato e descritto da chi ne fa uso come quel tipo di aggiunta che svincola
da qualsiasi problema nella lavorazione del cioccolato. Grazie!
•
Dario Bressanini 23 marzo 2010 alle 22:16
Chiara2: il mycryo è burro di cacao già temperato e ridotto in polvere. Serve per
"inseminare" il cioccolato fuso per indurre la formazione dei cristalli della forma
desiderata. E' la versione più tecnologica del metodo di tempera usando "semi" di
cioccolato già temperato .
Se non ti funziona può essere che tu stia lavorando alla temperatura sbagliata. ogni
cioccolato ha la sua particolare temperatura di tempera, che può variare anche di due
gradi da marca a marca. A livello professionale le industrie fornitrici di cioccolato
forniscono i dati precisi per temperare correttamente
•
forzalube 3 giugno 2010 alle 00:25
Esistono anche puntate successive dedicate al cioccolato come era stato annunciato? Ho
trovato altri 2 post nella categoria cioccolato, ma non seguono la numerazione...
•
Dario Bressanini 3 giugno 2010 alle 08:11
• Dalle cabosse al cioccolato solido | Il Pasto Nudo 4 giugno 2010 alle 09:41
[...] Per poter spiegare in cosa consiste devo dare una breve spiegazione della struttura
molecolare del burro di cacao. Si tratta di un grasso un po’ particolare… è polimorfo!
Ossia si diverte a cambiare forma ai suoi cristalli in base alle condizioni di temperatura.
Simpatico no? Bè, per poter ottenere un cioccolato lucido, che si spezza con facilità, si
stacca perfettamente dagli stampi, non si scioglie tra le dita, ma lo fa subito a contatto
con il palato, la forma dei cristalli da ottenere è quella più “compatta”, come se
volessimo mettere insieme le celle di un alveare che invece di essere tutte belle ordinate
se ne stanno lì ammonticchiate con un sacco di spazi vuoti in mezzo… vabbè io non
sono una chimica e non ho pretese di essere esauriente, ma il principio generale è un po’
quello (se volete approfondire potete andare a leggere ciò che dice il Bressanini qui).
[...]
•
mari 29 settembre 2010 alle 15:18
•
Dario Bressanini 29 settembre 2010 alle 15:19
•
Franco Cifatte 29 settembre 2010 alle 15:45
Può servire?
http://www.italiaatavola.net/articoli.asp?cod=11132
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/svizzera-ecco-vulcano-il-cioccolato-light-
che-non-si-scioglie-resiste-fino-a-55-gradi-e-ha-il-90-di-calorie-in-meno-di-altre-
marche-concorrenti-58882/
•
Dario Bressanini 29 settembre 2010 alle 17:19
Grazie
a proposito, l'articolo di questo mese è dedicato al burro di cacao, e cade a fagiolo
Solitamente l'effetto di alzare la temperatura di fusione viene ottenuto aggiungendo i
famosi "grassi vegetali" equivalenti al burro di cacao.
Qui non pare il caso, quindi posso solo immaginare che abbiano frazionato il burro di
cacao, separato le componenti altofondenti, e utilizzato quello per fabbricare il
cioccolato. Quello che però non mi torna è il "basse calorie", perché se ci metti meno
grassi (la parte più calorica) normalmente aumenti gli zuccheri, ma non pare questo il
caso. Mi piacerebbe leggere l'etichetta
•
Franco Cifatte 29 settembre 2010 alle 18:33
http://www.barry-callebaut.com/84?release=5256
•
walter rossi 30 settembre 2010 alle 08:46
•
mari 1 ottobre 2010 alle 14:33
Dario penso che il ridotto apporto calorico sia dovuto alla struttura del cioccolato
estremamente "ariosa" ed essendo ricco di piccole bolle d'aria comunque la densità del
cioccolato vulcano è inferiore di circa il 90% rispetto al cioccolato comune; quindi da
un punto di vista calorico 10 pezzi di vulcano equivalgono ad uno solo standard.
•
Franco Cifatte 1 ottobre 2010 alle 15:56
@ Dario, diversi anni fa entrai in relazioni di lavoro con un'azienda che, principalmente,
produceva cioccolato "per aziende" dolciarie. Una sorta di "ingrosso", se così posso
dire.
•
Memo 18 ottobre 2010 alle 21:41
salve,
sapete dirmi in modo approssimato un valore medio della densità del cioccolato nero?
grazie in anticipo
•
Dario Bressanini 19 ottobre 2010 alle 09:09
•
fatcook in florence 19 ottobre 2010 alle 09:40
Ciao Dario,
@ Dario Bressanini
br
fatcook in florence
•
Dario Bressanini 19 ottobre 2010 alle 10:58
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luca 3 giugno 2011 alle 17:47
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Franco Cifatte 30 agosto 2011 alle 15:00
Questa notizia la riporto qui. Non saprei quale altro capitolo scegliere.
http://www.repubblica.it/salute/alimentazione/2011/08/29/news/i_composti_dell_aroma
_del_cioccolato-21004231/?ref=HREC2-10
•
VivySp 16 dicembre 2011 alle 14:27
•
Dario Bressanini 16 dicembre 2011 alle 14:48
Vivysp: sinceramente non "capisco" la ricetta. Secondo me non ha senso. Dove l'hai
presa? Che senso ha usare il burro chiarificato per poi aggiungere l'acqua? E mischiare
il cioccolato al latte con il fondente? Perche' a 50 gradi? non si sterilizza e neanche
pastorizza a questa temperatura.
Magari passa di qui il nostro Chef e spiega come fa lui la Nutella (che io mangio senza
problemi, anche se preferisco la Novi perche' meno dolce e piu' nocciolosa. Quelle da
"gourmet" a mio parere sono quasi sempre altamente sopravvalutate, e hanno una
spalmabilita' penosa)
•
Dario Bressanini 16 dicembre 2011 alle 14:49
•
Vivysp 16 dicembre 2011 alle 16:31
Grazie per la risposta..allora per la ricetta non so se ha senso (ho detto che mi piace
pasticciare!!!) cmq il burro chiarificato era inserito al posto del burro di cacao che non
trovo(che era inserito al posto degli oli scritti in varie ricette che come sapore trovo
poco affini alla cioccolata)..il ciocco al latte più il fondente era perchè a me il ciocco al
latte non piace molto, e fatta con solo ciocco fondente idem...allora mischio per
aumentare ma non troppo la % di cacao e per trovare il gusto più buono per il mio
palato ...invece l'acqua era per rendere più fluida (altrimenti che Nutella è?!) ma
inserita al posto del latte che non si conserverebbe a lungo (credo!) e poi mancano 2
ingredienti (ops) ci ho messo anche il ciocco bianco sempre per il burro di cacao e un pò
di dulce de leche (questo per una mia personale considerazione su consistenza e
sapore...magari anche sbagliata non so) e anche per questo credo che una volta
mescolata diventava un pò granulosa (tipo acqua+ciocco) e avevo letto qui il
comportamento del ciocco con l'acqua ed ecco fatto 2+2 ehehe e ho aggiunto altra
acqua...i 50° era scritto su una ricetta...credevo servisse per tenere il ciocco
sufficientemente fluido mentre si emulsiona il tutto senza cuocerlo o bruciarlo...ovv hai
ragione non ho macchine industriali ma ho il Bimby che col turbo fa il suo dovere!
chissà che direbbe uno CHEF del mio pasticcio....però ti assicuro che è un pasticcio
divino al palato!
•
Vivysp 16 dicembre 2011 alle 16:34
ah cmq anch'io mangio la Nutella (buona per carità!) ma vuoi mettere il gusto di farsela
da soli?
•
Dario Bressanini 16 dicembre 2011 alle 16:38
•
Vivysp 16 dicembre 2011 alle 16:50
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Dario Bressanini 16 dicembre 2011 alle 16:56
ma se usi acqua e burro chiarificato fai prima a usare il burro normale, non ti pare?
che e' poi quello che fanno alcune creme "gourmet" che non vogliono usare oli vegetali
perche' "non fa figo"
•
Vivysp 16 dicembre 2011 alle 17:46
ma dici che con il burro GHI invece del burro non si conserva più a lungo? era questo lo
scopo...pensavo che dipendesse anche dal fatto che non ha le proteine e la caseina...cmq
continuerò la sperimentazione! per gli oli non sò ...così a gusto non ne trovo di affini
alla cioccolata...quello di nocciole si ci starebbe ma non lo trovo, invece l'olio di riso
non sò lo devo cercare e assaggiare...cmq grazie mille di tutte le considerazioni-consigli
•
Dario Bressanini 16 dicembre 2011 alle 18:17
ma gli oli non devono essere "affini", devi prendere quelli che non sanno di niente
nel burro chiarificato aiuta la conservazione principalmente il fatto che non c'è più
acqua, oltre che le proteine, ma tu l'acqua ce la vuoi rimettere
•
Antonio 16 dicembre 2011 alle 18:59
Vivysp
anch'io sto facendo la stessa sperimentazione. In qualcuno degli ultimi blog c'è qualcosa
e suggerimenti di XescoChef.
Poi ho trovato una crema della Amadori, costosa ma perfetta, dove gli ingredienti erano
solo nocciole, zucchero, pasta di cacao, cacao.
A quel punto ho attribuito l'affioramento dell'olio ai grassi contenuti nel cioccolato
(anche se amaro) che nella formula competono con l'olio delle nocciole. Difficile è
trovare la pasta di cacao. Io la ho trovata da Peck a Milano (molto costosa) e in un
negozietto della Gay-Odin (ditta di Napoli) di Milano. Non ho trovato nessuna
pasticceria che la avesse. I grossisti per pasticceria me la avrebbero data in confezioni
da 100 kg......
scambiamoci le informazioni se ti va
•
Dario Bressanini 16 dicembre 2011 alle 19:20
Antonio, se prendi il cioccolato al 99% (lo trovi anche al supermercato) in pratica hai la
pasta di cacao (certo costa un po')
•
Antonio 16 dicembre 2011 alle 19:32
dovrei guardare i miei appunti, ma mi sembra, anche usando quello equo e solidale, di
non aver ottenuto gli stessi risultati
controllerò
•
vivysp 17 dicembre 2011 alle 14:54
•
Antonio 18 dicembre 2011 alle 10:18
negli ultimi esperimenti viene un po' solida dopo qualche mese ed affiora anche un po'
d'olio. Comunque ho visto che anche in quelle commerciali soprattutto bio affiora l'olio
e talvolta parecchio.
•
Dario Bressanini 18 dicembre 2011 alle 11:36
•
emanuele 18 dicembre 2011 alle 11:44
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/09/05/quanti-gradi-
nel-mio-vino-con-quiz/comment-page-1/
•
XeskoChef 18 dicembre 2011 alle 19:13
L'olio di archidi, ancor meglio di quello di girasole, si presta bene per il cioccolato
•
Dario Bressanini 18 dicembre 2011 alle 20:32
Chef, la pasta di nocciole 100% che si trova in barattoli in vari negozi (è simile al burro
di arachidi, solo un po' più "sabbiosa" ) può andare bene?
•
Dario Bressanini 18 dicembre 2011 alle 20:50
tra l'altro, il "segreto" della nutella deve essere proprio ben custodito. ho parlato con il
boss di una azienda svizzera che fa cioccolato e mi diceva che loro per un po' hanno
provato a fare la loro versione ma alla fine hanno abbandonato perchè non riuscivano ad
avere la consistenza, spalmabilità e stabilità nel tempo come la Nutella.
•
XeskoChef 19 dicembre 2011 alle 17:12
Va benissimo
A me un po' sabbiosa non dispiace, ma chi fabbrica pasta di nocciola per i gelati la fa
finissima, ci sono varie ditte, molte in Piemonte.
E anche perchè, in un altra situazione, il signor Nicola Fabbri che avevo conosciuto ad
Hong Kong ..l quando gli ho detto che facevo le amarene come "loro" , non si è
rallegrato con me, non so se mi ha creduto o meno, ma non ha fatto i salti di gioia.
•
Antonio 22 dicembre 2011 alle 16:20
XescoChef
la crema di nocciole della Amadori (nocciole, zucchero, pasta di cacao, cacao) non
risulta dalletichetta contenga conservanti.
Inoltre la ho tenuta diverrsi mesi per vedere se l'olio affiorava, non affiorava e non
alterava di gusto. Naturalmente barattolo chiuso, aperto di tanto in tanto per assaggiare e
controllare.
L'ultima versione della mia, stessi ingresienti (ovviamente non so le proporzioni della
Amadori), ovviamente non macinata così fine, non affiorava per diversi mesi ed il
sapore restava inalterato.
Dopo qualche mese affiorava leggermente.
A questo punto, siccome non metto in discussione le tue parole, ma neanche quello che
hanno visto i miei occhi, mi chiedo:
la qualità delle nocciole? io uso la tonda gentile delle langhe perché ho quelle. Non le
ho provate nella crema, ma siccome ho impiantato una varietà francese, ho visto che ha
un sapore ed una consistenza diversa
il grado di tostatura?
•
Antonio 22 dicembre 2011 alle 16:27
comprare la pasta di nocciole in fabbrica? mai
•
alessio 30 aprile 2012 alle 21:52
•
Dario Bressanini 30 aprile 2012 alle 21:57
•
konrad 1 maggio 2012 alle 05:59
Non esiste la Crema Amadori su internet!, forse vi confondete con la Crema Amedei,
stessi ingredienti...
•
Antonio 10 maggio 2012 alle 12:02
Konrad
Xesco
se mi leggi dammi un'indicazione di come la fai tu, che sia Ferrero o meno non importa
Può essere? cioè può essere che il cioccolato sappia di muffa? è meglio buttarlo?
•
Antonio 4 giugno 2012 alle 14:04
•
Alberto Guidorzi 4 giugno 2012 alle 15:32
In fin dei conti si tratta di polvere di semi che possono ammuffire e irrancidire. Certo se
i controlli fossero accurati......
•
gio il pasticcione 20 giugno 2012 alle 14:51
cioccolato al rum
•
elvis 29 novembre 2012 alle 10:13
Salve, vi chiedo una mano... nelle mie ricerche su libri e internet non ho mai trovato
niente per i dosaggi per fare dal latte con il burro di cacao puro la cioccolata
bianca..sapreste indirizzarmi?
grazie in anticipo per l' aiuto!!
E.
•
Dario Bressanini 29 novembre 2012 alle 10:18
elvis, non saprei, ma sicuramente latte in polvere, non certo latte liquido (per la
tavoletta, intendo)
•
Claudia 14 settembre 2013 alle 17:51
Buongiorno!
Premetto che i suoi articoli sono interessantissimi (parla una neo-pasticciera e neo-
cioccolatiera).
Le scrivo per chiederle se ha messo l' articolo sul temperaggio (non lo trovo) o nel caso
quando lo metterà.
Lo aspetto intrepida!!!!
•
Laura 25 ottobre 2013 alle 23:13
• Il Cioccolato Chantilly » Blog Archive » La bottega dei sapori 1 novembre 2013 alle 00:38
[...] la panna montata, fu il primo a rendersi conto che anche il cioccolato poteva essere
montato: contiene una percentuale consistente di grassi, come la panna, e come la panna
contiene anche un emulsionante, la lecitina di soia, normalmente [...]
•
anna 18 febbraio 2014 alle 22:20
Salve Dario, sono pasticcera e seguo sempre il tuo blog perchè adoro capire cosa c'è
dietro le varie preparazioni! Ho scritto un post sul cioccolato sul mio sito e ho preso
spunto anche da questi tuoi articoli, ho copiato alcune le tue foto specificando che
venivano da qui, spero non ti dia noia. Grazie per il tuo lavoro!
•
andlrea 30 marzo 2014 alle 18:41
volevo fare una domanda a Dario: ho sentito dire spesso che il cioccolato non va
riscaldato al di sopra dei 50 gradi altrimenti si brucia. In cosa consiste questo bruciarsi?
•
Enrico 19 novembre 2014 alle 12:26
•
Alooise 22 gennaio 2015 alle 13:29
Salve Dario,
è stato molto interessante leggere il tuo articolo sul cioccolato, in particolare la
spiegazione di quanto accade chimicamente al cioccolato che rimane al caldo. Io avrei
un'altra domanda alla quale non riesco a trovare una spiegazione completa.
ho trovato il tutto sul cioccolato molo interessante. Ma desidererei sapere dove posso
trovare un cioccolato in tavolette con alta percentuale di cacao (almeno 85%) ma senza
burro di cacao (che mi fa male per le mie patologie)e con poco zucchero, magari di
canna o meglio con miele. Possibile che sia così difficile il reperimento? Mi sembra di
ricordare che quando andai a Modica lo trovai. ma non con 85% di cacao. Ringrazio e
porgo distinti saluti.
•
Dario Bressanini 8 aprile 2015 alle 07:01
Eugenio: non esiste un cioccolato che non contenga burro di cacao, perché è una delle
componenti del cacao. In quanto allo zucchero, il miele non si sposa bene e comunque
non da alcun vantaggio salutistico rispetto al comune zucchero
•
Antonio 16 ottobre 2015 alle 15:47
•
andrea falce 1 novembre 2015 alle 15:01
•
Dario Bressanini 1 novembre 2015 alle 22:13
•
Leonardo 10 novembre 2015 alle 19:20
Buonasera Dario,
non ho capito bene il calcolo per trovare la percentuale di burro di cacao leggendo
l'etichetta.
Se ho un cioccolato al 70%, significa che il 70% è massa di cacao + burro di cacao e il
30% è zucchero.
Sull'etichetta trovo i grammi di grassi su 100 g di prodotto, ma come faccio a capire
quanti di questi grassi sono di massa e quanti di burro di cacao aggiunto?
Perchè lei divide i g di grassi riportati sull'etichetta per il 70%?
Grazie
•
Serardo Gimone 26 novembre 2015 alle 12:06
•
Mattia 26 novembre 2015 alle 12:17
•
Dario Bressanini 26 novembre 2015 alle 18:00
Gimone, no, il temperaggio non serve in quel caso e non può neanche venire, data la
presenza massiccia di altre cose
•
Marcob 8 gennaio 2016 alle 22:11
•
Dario Bressanini 9 gennaio 2016 alle 09:35
Marcob, che risulti più duro non mi stupisce affatto, dato che il burro di cacao ha una
struttura cristallina molto marcata, a differenza invece del burro normale sia anidro che
(ancora peggio) quello normale con l'acqua. D'altra parte ha presente quanto è dura e
rigida una tavoletta di cioccolato fondente?
Credo che la spiegazione più semplice sia questa, oltre ai diversi punti di fusione: il
burro a 20 gradi è già parzialmente sciolto, mentre il burro di cacao no.
•
ignatz mouse 9 gennaio 2016 alle 15:36
forse perchè gli acidi grassi di cui è composto hanno punti di fusione e congelamento
diversi?
( fusione: acido oleico a 13 °C, acido stereatico a 70 °C, e l'acido palmitico a 63 °C. A
sua volta e nel suo insieme il burro di cacao fonde a 34-35 quasi la ns temperatura
corporea: si scioglie in bocca...)
•
ignatz mouse 9 gennaio 2016 alle 16:05
ma in pasticceria, per gli impasti, non si usa la polvere di cacao, quel residuo solido che
si ottiene dopo l'estrazione della parte oleosa dai semi?e non il burro di cacao o la pasta
di cacao
•
Marcob 9 gennaio 2016 alle 22:15
Grazie mille a tutti. Dario, grazie molte anche a lei...credo che l'indicazione sia corretta,
mi stupiva solo il fatto, tanto per fare un esempio pratico, che in un impasto finale di
1kg, in cui i grassi totali sono 75gr, se essi sono 50gr burro e 25gr bdc, la lievitazione e
lo sviluppo in cottura siano ottimali, mentre invertendo i valori (che di per se non
sembrerebbe, come % dell'impasto, un aumento impegnativo del bdc) si ha
(costantemente, usando una cella di lievitazione e una temperatura di 31°) liievitazione
e sviluppo ridotti ad 1/3 dell'esempio precedente.
•
Elena Tamò A. 3 maggio 2016 alle 10:05
Salve Dario ,
son contenta di averla trovata.....
Vorrei sapere il nome dei carboidrati presenti nelle fave,
potrebbe darmi una mano?pf?
Cari saluti
Elena
•
Roberta 28 novembre 2016 alle 18:53
Buonasera! Lezione veramente interessante. Vorrei una sua opinione riguardo a quanto
mi è accaduto.
Ieri ho fatto della marmellata e alla fine, mentre la mettevo nei vasetti, ho aggiunto
anche dei pezzetti di cioccolato fondente. Dopo aver chiuso i vasetti di vetro li ho fatti
bollire per sicurezza, ma ora ci sono puntini bianchi in corrispondenza del cioccolato.
Potrebbe dunque essere il burro di cacao che si è separato migrando in superficie?
•
Dario Bressanini 28 novembre 2016 alle 19:10
temo di si
•
Roberta 28 novembre 2016 alle 19:51
Grazie per la risposta tempestiva! Magari il sapore non sarà più superlativo ma la
quantità di cioccolata è veramente minima, l'importante era capire se potesse essere
quello!
•
Gaetano 8 aprile 2017 alle 01:12
Ciao, vorrei un consiglio su come poter riuscire ad impedire che il surrogato al latte si
indurisca a basse temperature. Grazie mille.
•
Marco 1 luglio 2017 alle 22:40
Ciao Dario,
altra domanda.... nell'esecuzione di una ricetta di una ganache al cioccolato si
richiedevano 450gr di cioccolato al 55%; io ho utilizzando invece 225gr di cioccolato al
50% e 225gr di cioccolato al 60% eseguendo semplicemente una media. Il risultato è
stato buono a mio avviso. Da un punto di vista scientifico questo tipo di
approssimazione è tollerabile in pasticceria?
•
Manuela 23 agosto 2017 alle 15:50
Salve. Leggendo c'è una cosa che non capisco. Riporto <>
Non mi è chiaro perché la voce "grassi" è la quantità di burro di cacao (imparato da un
corso)... quindi non capisco il calcolo che esce comunque un valore diverso.
La
•
Manuela 23 agosto 2017 alle 15:51
•
Dario Bressanini 23 agosto 2017 alle 16:11
Manuela: non ho capito la domanda. I grassi nel cioccolato sono quello che chiamiamo
"burro di cacao"
•
Manuela 23 agosto 2017 alle 17:31
Oh no scusi... non mi ha incollato la frase del suo articolo subito dopo il "Riporto" che
ho scritto nel commento.. che era l'oggetto della mia non comprensione... mi scusi tanto
Allora... c'è scritto , però in questo caso il burro di cacao non è appunto come ha detto
anche lei ora 39,4 g?
Questo non capivo... i grassi indicano la quantità di burro di cacao... in quel calcolo lei
indica che il risultato è la quantità di burro di cacao... quindi?! questo non ho capito
La ringrazio
•
Dario Bressanini 23 agosto 2017 alle 17:38
Stavo calcolando il burro di cacao contenuto nel cacao usato nel cioccolato, escludendo
quindi gli zuccheri aggiunti
•
Manuela 23 agosto 2017 alle 20:13
•
FRANCA GRANAI 24 novembre 2017 alle 15:44
•
Omphax 24 novembre 2017 alle 19:41
•
Luciano Damiani 17 marzo 2018 alle 12:59
Salve,
Avendo una sorta di macina a mano proveniente dalla Colombia, ho preso a prepararmi
la cioccolata da me partendo dalle fave di cacao tostate o dalla granella. dopo tre o
quattro passaggi il cacao diviene una pasta, quindi eseguo il temperaggio e quindi
preparo un paio di tavolette sottili. La pasta fonde a bagnomaria quasi ai 60°.
Ho provato a fare una pasta di nocciole passando alla stessa macina anche le nocciole
tostate e, utilizzando dello zucchero a velo, senza altre aggiunte il risultato è molto
buono. Manca però la cremosità a temperatura ambiente, ma basta farla salire di
temperatura per renderla normalmente spalmabile. La domanda è: per mantenerla
spalmabile anche a temperatura ambiente debbo per forza utilizzare oli vegetali oppure
si raggiunge con la lecitina? Se si, quanta? Ho quella granulare, come la uso? la debboi
preparare prima ho posso passarla alla macina assieme agli altri ingredienti?
Grazie davvero.
•
giulia 1 dicembre 2018 alle 12:45
Buondì! Ho cercato la risposta nel blog ma non sono riuscita a trovarla, e mi resta un
cruccio che vi espongo sperando di ottenere risposta:
ricordo in passato di aver letto qui, che il cioccolato si può temperare nel microonde, ma
non riesco più a trovare esattamente in quale parte del blog lo avessi letto nè con la
lentina nè usando l'indice o altro. Il punto è che non riesco a conciliare questa info con
quanto scritto in questa pagina: "Studi recenti hanno dimostrato come la
cristallizzazione della fase V in condizioni statiche (cioè senza agitare, stendere,
pressare, mescolare etc...), semplicemente portando il sistema alla temperatura di
cristallizzazione è praticamente impossibile. E’ per questo che si deve ricorrere ad una
procedura un poco più complicata, chiamata tempera o tempra di cui ci occuperemo in
una prossima puntata. Questa volta mi premeva illustrare i meccanismi fisici in gioco".
Cioè, se io lo sciolgo, con attezione, nel microonde, è poi sufficiente mescolare un po'
perchè sia temperato, o devo anche rovesciarlo su un piano adatto e stendere, pressare
spatolare etc... ?
P.S. grazie Dario per questo bellissimo blog che consulto ormai da tempo, per la voglia
di condividere che mostri e soprattutto per l'attendibilità delle informazioni che vi si
possono trovare e la simpatia che mostri!
Giulia
•
Piera 16 dicembre 2018 alle 19:14
Buonasera. Anche io ho cercato l'articolo sulla Tutela ma non l' ho trovato. Grazie
buona serata
•
Piera 16 dicembre 2018 alle 19:15
Tempera
•
Agus 22 gennaio 2019 alle 13:54
Ho provato a fare una pasta di nocciole passando alla stessa macina anche le nocciole
tostate e, utilizzando dello zucchero a velo, senza altre aggiunte il risultato è molto
buono. Manca però la cremosità a temperatura ambiente, ma basta farla salire di
temperatura per renderla normalmente spalmabile. La domanda è: per mantenerla
spalmabile anche a temperatura ambiente debbo per forza utilizzare oli vegetali oppure
si raggiunge con la lecitina? Se si, quanta? Ho quella granulare, come la uso? la debboi
preparare prima ho posso passarla alla macina assieme agli altri ingredienti?
Grazie davvero.
•
carlo 7 aprile 2019 alle 23:27
Buona sera! stessa domanda di Angus: trovarla giá scritta come ultimo commento é
stata proprio una sorpresa! Provo a riformulare con altre parole : come si fa a mantenere
cremosa a temperatura ambiente la crema di cacao e nocciole?
•
Fabio panella 8 aprile 2019 alle 04:36
Chissà perché la Ferrero aggiunge l'olio di palma, anche i gianduiotti sono solidi,
magari andarsi a leggere le composizioni aiuterebbe a comprendere
•
Simone 8 aprile 2019 alle 22:19
Una cooperativa dalle mie parti fa una crema di nocciole da manicomio, usa solo
nocciole, zucchero e lecitina di soia, anche se bisogna ammettere che ha una consistenza
più collosa della Nutella, e un prezzo almeno triplo!
•
Luca 25 maggio 2019 alle 01:41
•
Isa 30 luglio 2019 alle 14:40
Salve,
grazie per l'interessante articolo che ho trovato dopo ore di ricerca per finalmente
chiarire i miei dubbi; in proposito mi chiedevo se la cristallizzazione (o modificata
cristallizazione, ovvero in seguito al confezionamento) possa anche modificare il sapore
(oltre all'aspetto); nel mio caso, avevo del cioccolato "fondente" che ho scoperto non
essere fondente perché contiene burro anidro - cosa che mia ha sconvolto parecchio -
che ha cambiato aspetto, formando come delle microbollicine, consistenza diventato
pastoso e anche sapore (sembra una pasta di cacao zuccherata ma indefinibile);
immagino sia dovuto alla presenza del suddetto burro anidro?
Grazie
•
Mario 18 agosto 2019 alle 21:19
Buongiorno Dario, mi scuso se non sono nel blog giusto e le chiedo un parere.
Faccio gelato e mi diletto a produrre anche quelli monoporzione come gli stecchi e i
biscotti per la mia famiglia.
Una delle operazioni consuete è l’immersione degli stessi nella cioccolata fusa
(copertura): una parte dei batteri, comunque presenti nei latticini del gelato (spesso
panna), viene a contatto quindi con la cioccolata che ricade nel pentolino per
sgocciolamento. Sappiamo che i latticini non possono essere mantenuti per non più di
qualche giorno nel frigorifero ma la cioccolata rimane a temperatura ambiente e i batteri
di cui si parla si moltiplicheranno parecchio. Per il momento cerco di ridurre al massimo
la rimanenza nel pentolino ma che inevitabilmente sono costretto (almeno finora) a
buttare.
Cosa ne pensa?
Mille grazie
•
Corrado 19 agosto 2019 alle 11:05
•
coletti 19 agosto 2019 alle 17:36
E' difficile Mario dare pareri a distanza ma così a naso direi che il tenore di H2O e di
zucchero nel cioccolato residuo siano tali da impedire una proliferazione batterica. Se
riesci a fornire una stima decente di H2O e zucchero nel composto finale.....
•
Corrado 19 agosto 2019 alle 19:11
Mario, ma usi prodotti non pastorizzati per preparare i gelati? Magari latte crudo?
In ogni caso, puoi sempre fare delle tavolette di quella cioccolata, e al limite usarla per
un po' di stracciatella monoporzione da conservare in frigo ...
•
coletti 19 agosto 2019 alle 21:04
Corrado, una pastorizzazione, come suggerisce Mario, non "protegge" che per pochi
giorni e mantenendo la catena del freddo, cosa che Mario non intendeva fare. In ogni
caso dubito che Mario prepari i "gelati" in cappa a flusso laminare .
•
Corrado 19 agosto 2019 alle 22:59
Coletti,
Usando prodotti UHT, magari cambia un po' il sapore, ma forse ne guadagna la
"durata", rispettando le regole base dell'igiene; a questo pensavo quando ho risposto.
Forse avrei potuto essere meno criptico ...
E tanto dipende dagli altri ingredienti del gelato, tipo albume, frutta, ... Gelato fiordilatte
+ banana, con copertura croccante di cioccolato, mi viene l'acquolina solo a ripensarci
...
A lume di mie conscenze, però, non mi spiego su quale substrato si possano
eventualmente sviluppare i batteri dei latticini, di cui parla Mario, a temperatura
ambiente. Non ho sottomano la tabella dell'attività dell'acqua nel cioccolato, del pH e
dello zucchero; provo a cercarle.
•
Mario 23 agosto 2019 alle 21:52
Buonasera a tutti. L’inciso interessante di Coletti è una luce. Non avevo pensato che per
lo sviluppo batterico fosse necessario l’ambiente con ossigeno (acqua); ottima
osservazione.
Panna:
Zuccheri 18,6%
Grassi 11,6%
Slng 9,3%
Altri solidi 0,3%
Solidi totali 39,8% -> acqua 60,2%
L’acqua è notevole ma la quantità che travasa nella cioccolata pur essendo in minima
parte non esclude il problema che non è di facile soluzione e che credo non possa essere
trascurato.
Mi chiedo anche: numerose aziende costruiscono gli scioglitori di cioccolata per fare
l’intingolo degli stecchi… il problema dovrà pur essere stato valutato.
Per ora arrivederci e… grazie.
•
coletti 24 agosto 2019 alle 01:08
Mario, ammetto che l'inciso sia abbastanza criptico ma sono restio a dare consigli
pratici in campo microbiologico se non conosco la persona che dovrà applicarli.
proviamo a fare una piccola eccezione.
prima cosa ossigeno e acqua non sono la stessa cosa, se mi consenti una battuta, proprio
come carbonio e azoto non sono cianuro. I microorganismi patogeni generalmente
hanno bisogno di H2O per proliferare ma ad esempio i clostridi non hanno bisogno di
ossigeno anzi, per loro è "veleno". Seconda cosa, per le esigenze degli eventuali
patogeni aerobi l'ossigeno eventualmente presente disciolto nella panna potrebbe anche
essere sufficiente. Terza cosa la panna o il latte sono sicuramente vettori di
microorganismi ma considera anche tutti gli altri ingredienti le tue mani gli attrezzi che
usi il tuo fiato..... Tutto questo per dire che i batteri dei latticini sono la parte minore del
problema e che l'importante non è mantenere una sterilità assoluta ma mantenere
condizioni ambientali e trofiche che mantengano basso il potenziale di inoculo. Il latte e
la panna sono substrati eccezionali, mentre il cioccolato no fondamentalmente perchè
scarso di acqua e ricco di zucchero. Se la goccia di panna ( a quanto vedo non
sufficientemente zuccherata per impedire una proliferazione) si mescola con una
quantità di cioccolato tale da "abbassare" l'umidità finale e fornire abbastanza zucchero
da ottenere una concentrazione finale consistente, non dovresti incontrare problemi
nella conservazione. Spero così si capisca meglio l'inciso .
•
Corrado 24 agosto 2019 alle 11:39
•
Corrado 24 agosto 2019 alle 13:23
•
Umberto 2 dicembre 2019 alle 14:16
In una tavoletta di cioccolato bianco con 38% di grassi quanto burro di cacao è
presente?
•
yopenzo 2 dicembre 2019 alle 15:30
Umberto, non puoi saperlo. A meno che non ci siano ulteriori specifiche in etichetta
sulla quantità, assoluta o percentuale, di grassi dai derivati del latte presenti in quella
specifica tavoletta.
•
Umberto 2 dicembre 2019 alle 18:04
•
yopenzo 2 dicembre 2019 alle 18:26
Aridàie Umberto, prendi per il cul?! I grassi sono grassi sono grassi (ovvio, saturi,
insaturi e tutte le variazioni sui loro acidi, ma nella fattispecie non ci interessa), quindi i
grassi del latte sono considerati alla stregua di quelli del burro di cacao se non viene
specificato quanti grammi da quali prodotti: si ha perciò una frittata totale globale che li
comprende tutti, ovvero tu hai una sola equazione con due incognite (il grasso del burro
di cacao e quello del latte) che sommate danno il termine noto, ovvero il 38%, che se la
tavoletta è di 100 g fanno 38 g.
Due incognite e un'equazione = infinite soluzioni (in questo caso pratico solo molte,
dipende dalla precisione voluta in fatto di quantità).
•
Giuseppe 18 gennaio 2020 alle 00:27
Dario buongiorno.
Una domanda ma se io portassi il cioccolato, parlando di fondente dirattamente a
31gradi sara perfettamennte temperato?
•
Andy 29 gennaio 2021 alle 22:01
E' uscito alla fine l'articolo sulla tempera (o temperaggio?) del cioccolato? non riesco a
trovarlo...
•
Dario Bressanini 8 febbraio 2021 alle 11:19
Dario
•
Dario Bressanini 10 febbraio 2021 alle 19:09
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Il vino pastorizzato
Proteine giocattolo
Gli Ogm NON sono sterili, passando da Vandana Shiva (e Veltroni) a Nanni
Moretti
Declinazione di chinotto
Saluti da Erice
Frutta all'etilene
Accostamenti sorprendenti
Panna esilarante
Requiem per una formula. Dramma in sei atti con sei personaggi
Cioccolato I: le origini
Vino al veleno?
L'allarme DHMO
Il killer invisibile
Un economista al (super)mercato
In vino veritas?
la gelatina
Non si butta via niente 2
La birra quantistica
Il Burro chiarificato
La Pizza di Platone
Affioramento o Centrifuga?
Il Burro
La Papaya OGM
Il Termometro Cinese
Ma che freddo fa
Dolce e aspro
Sale dolce
Pesto cancerogeno?
Ti faccio Pesto
Evoluzione in Soffitta
Lo Scacciavampiri
L'uovo a 65 gradi
Eccomi qua
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