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GAMMA-GLUTAMIL TRANSPEPTIDASI (GGT o γGT) Ciclo del gamma glutammile (ciclo di Meister)

Sintesi e degradazione del glutatione


Trasporto degli amminoacidi
• Presente nel tubulo prossimale renale
• Fegato, Dotti biliari, Pancreas, Rene
• Sulla membrana cellulare e
nel reticolo endoplasmatico
• Funzione di trasporto di amminoacidi e peptidi
in forma di gamma-glutammili
GAMMA-GLUTAMIL TRANSPEPTIDASI (GGT o γGT)

• Indicatore di malattia epatobiliare


• Ostruzione delle vie biliari, colestasi
• NAFLD (Non Alcoholic Fatty Liver Disease)
• Neoplasie primarie o secondarie del fegato
• Epatiti alcoliche e infettive
• Assunzione di farmaci (barbiturici, alcune statine)

• Poiché non presente nel tessuto osseo può confermare l’origine epatica di ALP elevata
• Marcatore di colestasi in gravidanza

• Livelli Sierici di Riferimento = 40 U/L (F); 68 U/L (M)


LIPASI PANCREATICA
 Proteina di 48 KDa
 Marcatore della pancreatite acuta
 Marcatore più specifico dell’alfa-amilasi
BS = sale biliare
LSR: 0-160 U/L
>200 U/L: sospetto di pancreatite
METODO DI MISURA ENZIMATICO COLORIMETRICO
SFRUTTA LA FORMAZIONE DI GLICEROLO DA PARTE DELLE LIPASI
(IN PRESENZA DI COLIPASI E DEOSSICOLATO)

Glicerolo + ATP glicerolo chinasi glicerolo-3-fosfato + ADP

Glicerolo 3 fosfato glicerolo ossidasi diidrossiacetone fosfato + H2O2

H2O2 + 4 aminoantipirina + N-etil-N-(2-idrossi-3-solfopropil)-m-toluidina di sodio

ossidasi

chinone diimmina

(assorbe a 550 nm; l’assorbimento è proporzionale alla quantità di lipasi nel campione di siero)
Per identificare condizioni patologiche a carico del PANCREAS
la misurazione della LIPASI è di solito associata a quella della

AMILASI
• Ghiandole salivari, pancreas
LSR: 13-51 U/L

Due isoenzimi possono essere riscontrati nel


siero:
S: (ghiandole salivari, polmone, organi genitali
femminili)
P: secreto esclusivamente dal pancreas

Nel siero può essere presente MACROAMILASI (amilasi ad alto PM, associata a gamma-globuline) che non è
indicativa di pancreatite.
METODO DI MISURAZIONE DELLE AMILASI

• Enzimatico, colorimetrico
Si usano come substrati oligosaccaridici coniugati a p-nitrofenolo,
che quando viene scisso per esposizione all’amilasi presente nel campione di siero
produce una colorazione a 415 nm
LATTATO DEIDROGENASI

• Enzima citosolico
• La sua concentrazione nei tessuti è 1550-5000 volte maggiore che nel plasma
• Marcatore di varie condizioni cliniche (infarto miocardio, epatite, emolisi)

Rilevante solo in ematologia e oncologia


• Anemie megaloblastiche
• Metastasi epatiche
• Tumori delle cellule germinali (testicolo, ovaio)

LSR : 125-220 U/L Metodo di misurazione enzimatico, spettrofotometrico

Lattato + NAD+ LDH Piruvato + NADH

IL NADH prodotto assorbe a 340 nm


La lattato deidrogenasi è un tetramero
2 diverse subunità (M muscle o H heart) codificate da geni diversi
possono combinarsi per dare 5 diversi ISOENZIMI
con diversa attività e specificità tissutale

LDH1

LDH2
LDH3
Le diverse subunità hanno diverso
comportamento elettroforetico
LDH4
Si può pertanto risalire alla loro origine
tissutale, se riscontrate nel siero

LDH5
La lattato deidrogenasi
Profilo elettroforetico

LDH1: solo subunità H (cuore)


LDH5: solo subunità M (muscolo)
le singole subunità H e M possono associarsi
casualmente a formare tetrameri di composizione
mista di subunità

+ -
Esami biochimici della funzione cardiaca
INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA)
• Dolore acuto al petto (angina pectoris) (talvolta assente)
• Alterazioni dell’ElettroCardioGramma (ECG o EKG)
(STEMI; talvolta assenti : NSTEMI)
• Marcatori biochimici sierici

ATEROMA
ECG NORMALE

ALTERAZIONI DELL’ECG PATOGNOMONICHE


DELL’INFARTO DEL MIOCARDIO

ST Elevation Myocardial Infarction


(STEMI)
La storia dei marcatori cardiaci comincia con la capacità di misurare la loro attività

AST nel 1954


LDH nel 1955
CK (creatin chinasi) nel 1960

Per superare la scarsa specificità di questi enzimi presenti in diversi tessuti ed organi, per la
diagnosi di necrosi miocardica si sviluppano misure delle loro frazioni isoenzimatiche.

Fra queste particolare successo ha la determinazione dell’isoenzima MB della CK individuato


dapprima con metodi elettroforetici e poi immunometrici.
CREATIN(fosfo)CHINASI (CK o CPK)

Si misura per
Sospetto danno muscolare (infiammazione o necrosi)

Può aumentare in caso di


• Infarto miocardio Distrofia muscolare (>50 volte)
• Distrofia muscolare di Duchenne (anche nelle madri portatrici)
• Rabdomiolisi (fino a > 200 volte)
• Intervento chirurgico
• Assunzione farmaci (statine, retrovirali)
• Esercizio fisico prolungato
• Danno renale
• Malattie del sistema nervoso centrale (ischemia, emorragia subaracnoidea, convulsioni, trauma ecc.)

Livelli Sierici di Riferimento


46-330 U/L (Maschio)
34-170 U/L (Femmina)
CREATIN(fosfo)CHINASI (CPK o CK)

• Enzima citosolico dimerico, 40 kDa


• Due subunità, B (Brain) e M (Muscle), codificate da geni diversi
• Tre isoenzimi: BB, BM, MM
Nel muscolo scheletrico CK-MM (90%)
Nel miocardio 60% di CK-MM e 40% di CK-MB

CK-MM = isoenzima presente nel siero di soggetti sani


CK-MB = nelle patologie (es. infarto miocardio)

-P
CREATIN CHINASI, isoforma Mitocondriale
CK-Mt = isoenzima a localizzazione
mitocondriale
Ubiquitaria
Sarcomerica
Il test enzimatico misura l'attività totale CK nel siero
Utilizzo di reazioni accoppiate
e misurazione spettrofotometrica del NADPH formato dalla reazione finale
CREATIN CHINASI
Identificazione degli isoenzimi

I diversi isoenzimi hanno diverso punto isoelettrico -


CK3
Metodo enzimatico: colorazione
dopo gel elettroforesi in condizioni non denaturanti

CK2

Nel muscolo scheletrico CK-MM (90%)


Nel miocardio 60% di CK-MM e 40% di CK-MB CK1

+
I macroenzimi sierici
sono dei complessi di enzimi o isoenzimi legati a immunoglobuline,
lipoproteine, o frammenti di membrane cellulari

Si accumulano nel siero e perdurano per lunghi periodi

Macro-CK: oligomeri
• Tipo 1 (disordini autoimmuni) (CK legata a IgG)
• Tipo 2 (CK-Mt) (tipico di forme tumorali)

Nei test elettroforetici


• Macro-CK di tipo 1 si posiziona
tra CK-MM and CK-MB
• Macro-CK di tipo 2 si posiziona https://www.slideshare.net/YESANNA/myocardial-infarction-
più verso il catodo rispetto a CK-MM mi-59874392
CK-MB
Isoenzima della CK presente prevalentemente nella muscolatura
cardiaca e in minima parte nella muscolatura scheletrica (1-3%)

Marcatore PRECOCE:
 aumenta entro 2-6 h, picco entro 10-24 h, rientra nella norma in 48-
72 h

 sensibilità diagnostica 46.5% a 6 h; 82.3% a 6-9 h;


max 100% a 12 h dai sintomi

 bassa cardiospecificità
Aumento: - traumi, miopatie infiammatorie e non - insufficienza renale
cronica, interventi chirurgici - esercizio strenuo, ipertermia/ipotermia -
rabdomiolisi, alcolismo cronico
Altro marcatore dell’ Infarto Miocardico

MIOGLOBINA
 Basso peso molecolare (inferiore a 18 kDa)
 Marker precoce di danno cellulare del
muscolo scheletrico e cardiaco
 Bassa cardiospecificità (indistinguibile da
analogo del muscolo scheletrico)
 Picco 4-8h
 Durata 12-24h
 Utile nel monitoraggio della riperfusione dopo
trombolisi

Livelli sierici di riferimento: 0 - 85 ng/mL.


LA TROPONINA

• Legata al complesso F-actina/tropomiosina nei filamenti sottili a riposo


• Formata da tre diverse subunità: C, I, T
I: impedisce il legame della miosina alla actina
C: legame per il Ca2+
T: interagisce con la tropomiosina
Il rilascio del Ca2+ dal reticolo sarcoplasmatico , per interazione con la subunità C,
modifica l’intera troponina, consentendo all’actina di legarsi alla miosina

Le troponine I e T cardiache presentano un peptide N-terminale diverso da quello delle isoforme del muscolo
scheletrico
Pertanto è possibile distinguerle immunologicamente
SUBUNITA’ T e I della TROPONINA
Marcatori sensibili e specifici dell’infarto del miocardio
• Il loro dosaggio oggi è più rilevante di quello di CK, mioglobina, AST, LDH
• Consentono di individuare micro-infarti o necrosi focali
• Anche con ECG senza alterazioni (NSTEMI)

Area del cuore interessata dall’infarto in grammi


https://tse3.mm.bing.net/th?id=OIP.9O34_FnhpX2MNGsxlRU9gHaNY&pid=15.1
DOSAGGIO DELLE SUBUNITA’ cardiaco-specifiche I e T della TROPONINA con anticorpi monoclonali

• Si rivelano particolarmente utili dopo le 12 ore dall’angina


• I metodi per cTnI forniscono valori di riferimento e risultati molto diversi tra loro
• Esiste un solo metodo brevettato per misurare cTnT, pertanto i risultati sono più uniformi

LSR vicini allo 0:


• Troponina I: inferiore a 10 µg/l
• Troponina T: inferiore a 0.1 µg/l
ALGORITMO PER LA DIAGNOSI
di IMA NSTEMI (ECG normale)

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