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Nascono così alcune obiezioni che vengono mosse alle etiche teleologiche:
01
Se le conseguenze sono l’unico fattore moralmente rilevante,
allora le etiche teleologiche non sono in grado di funzionare come
guida per l’azione, ma al massimo come criterio di giudizio a
posteriori sulle azioni compiute (teorie della giustificazione, non
della deliberazione). Inoltre, noi non siamo in grado di prevedere
tutte le possibili conseguenze delle nostre azioni, e il calcolo
laborioso di esse ci impedirebbe letteralmente di compierne.
Etiche teleologiche (6/7)
Nascono così alcune obiezioni che vengono mosse alle etiche teleologiche:
02
Non plausibilità pratica di un tipo di etica che sembra imporre alle
persone prestazioni straordinarie (o «supererogatorie»). Per le
etiche teleologiche diventa obbligatorio scegliere il corso d’azione
che produce il risultato migliore possibile – il che implica una
pressione psicologica insostenibile; molte di esse pretendono dagli
esseri umani comuni molto più di quanto si dovrebbe
ragionevolmente pretendere.
Etiche teleologiche (7/7)
Nascono così alcune obiezioni che vengono mosse alle etiche teleologiche:
03
Vi è una scarsa propensione delle etiche teleologiche a tener conto
dell’importanza della stabilità delle norme di convivenza sociale su
cui si basa una società ben ordinata: una teoria etica che ha come
principio fondamentale quello di produrre le conseguenze migliori
possibili non è socialmente affidabile, poiché non permette – anche
quando tale principio fosse universalmente condiviso – una
sufficiente previsione dei comportamenti altrui.
Etiche deontologiche (1/11)
01
Negare che esistano conflitti o dilemmi morali insanabili in linea di
principio. Questa è la strategia utilizzata dalle etiche deontologiche
che contengono un dovere assoluto (monistiche) o una pluralità di
dovere gerarchicamente ordinati: per queste etiche c’è sempre un
dovere che deve essere compiuto, indipendentemente dalle
circostanze o dalle conseguenze («fiat iustitia, pereat mundus»,
ossia «sia fatta giustizia e vada pure in rovina il mondo»).
Etiche deontologiche (7/11)
Le etiche deontologiche rispondono alla questione della conformità adoperando differenti
strategie che dipendono dalla loro struttura:
02
Prevedere doveri prima facie: la nostra vita morale è orientata da
una serie di princìpi o norme che implicano una serie di doveri (es.
non uccidere, mantenere le promesse…). Queste generali modalità
d’azione sono da noi intuite come azioni che è doveroso compiere –
noi le sentiamo, cioè, a tutta prima (o prima facie) egualmente
obbligatorie per il tipo di azioni che esse sono, e non perché
producano buone conseguenze o siano comandate da qualcuno.
Tuttavia, l’evidenza con cui intuiamo quali siano, in generale, i
nostri doveri, non implica che ci sia sempre evidente cosa fare nelle
situazioni concrete.
Teorie deontologiche (8/11)
Ci sono però dei casi nei quali qualunque linea di condotta, nella sua attuazione
pratica, può comportare la violazione del medesimo dovere…