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Le scelte Sociali
dunque riguardano la individuazione degli
obiettivi che sono considerati socialmente
desiderabili in un certo luogo ed in un certo
tempo.
Vi sono diversi modi indagarle e individuarle, che
muovono da concezioni diverse e comportano
risultati assai diversi.
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Dal punto di vista logico e teorico, la dimensione delle
scelte sociali è quella prioritaria per la politica
economica: solo da essa si possono far discendere
(possibilmente in modo democratico) le scelte
istituzionali e gli interventi correnti.
Non a caso si parla di tecnocrazia quando quando questo livello è
sostituito dalla valutazione di qualche categoria di “tecnici”.
L’etimo del termine “regole” indica essenzialmente dei modi di fare sperimentati
che consentono di ottenere risultati migliori in specifici campi. E’ in questo senso
che si usava dire che le regole sono fatte per essere infrante, ma solo quando si
trova un modo migliore, rispetto a quello da loro implicato, di fare quelle date
cose.
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Una distinzione classica in diverse discipline sociali
e certo in Economia è quella tra analisi positiva e
normativa.
La distinzione (positivista) è di tipo logico ed ha
ormai essenzialmente una funzione euristica
perché nella realtà le due dimensioni si influenzano
reciprocamente in maniera rilevante.
- l’analisi positiva dovrebbe aver a che fare con la
realtà così com’è e dunque fornire una sorta di sua
descrizione e analisi del funzionamento, mentre
- l’analisi normativa dovrebbe indicare come le cose
“dovrebbero” funzionare per andar bene o meglio.
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Tipicamente l’analisi normativa deve fare
riferimento ad una qualche idea di cosa sia o
possa essere il “bene” (o un “meglio” rispetto
alla situazione data)
per poter fornire indicazioni su come le cose
“dovrebbero” funzionare per raggiungerlo.
Priorità
Conciliabilità
Priorità ad economia Priorità ad etica
Indiretto Diretto