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ETICA

Docente: ELENA UCCELLO

La parola etica deriva dal greco “ethos” = costume, comportamento, consuetudine, modo di vivere.
L’etica è un ramo della filosofia che studia i motivi per cui alcuni comportamenti umani si possono
considerare giusti o sbagliati dal punto di vista morale, cioè buoni o cattivi, moralmente giusti o no
(il bene e il male).
L’etica cerca di dare delle giustificazioni razionali riguardo alla validità morale di un comportamento:
in base a che cosa e perché possiamo dire che un certo comportamento è moralmente buono?
L’etica non fornisce un elenco dei comportamenti giusti o sbagliati. E’ una riflessione critica sui
valori e le regole della morale umana.
Il rapporto tra medico e paziente è cambiato molto negli ultimi decenni.
Prima era molto diffuso un atteggiamento paternalista: il medico sapeva e decideva unilateralmente
l’intervento sanitario e i comportamenti da tenere e gli infermieri e gli operatori aiutavano a garantire
“l’obbedienza” del paziente. Il paziente si affidava totalmente al medico.
Oggi prevale un atteggiamento personalista secondo il quale al centro c’è la PERSONA e il suo
rapporto con il personale sanitario. L’intervento sanitario oggi non viene più deciso unilateralmente
dal medico ma viene sotto certi aspetti concordato con il paziente considerato persona autonoma
portatrice di valori che lo guidano nelle scelte.
Una componente indispensabile della professionalità dell’OSS è quella di avere una coscienza etica.
Dal profilo dell’OSS: “…É in grado di gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed
eticità”
Le strutture sanitarie e tutto il personale sanitario, compreso l’OSS, devono affrontare la sfida di
riuscire a rispettare la persona e la sua dignità in particolare se la persona è in uno stato di
debolezza e sofferenza.
È importante focalizzarsi sui temi etici perché il fatto che il paziente sia più consapevole non
vuol dire che i suoi diritti fondamentali vengano sempre rispettati .
ESEMPI: diritto all’informazione, alla decisione sul proprio stato di salute, alla riservatezza, alla
tutela dei dati personali, a ricevere un’assistenza personalizzata e umana.
Il progresso scientifico e biotecnologico fornisce all’uomo nuovi poteri di intervento sulla vita in tutte
le sue fasi e questo fa sorgere nuovi interrogativi: quello che è tecnicamente possibile è anche
moralmente lecito?
I problemi etici non riguardano soltanto le grandi questioni sulla vita e la morte (ESEMPI: aborto,
eutanasia, procreazione assistita….), ma riguardano anche la quotidianità dell’assistenza e le normali
attività di routine. Qual è veramente il bene del paziente? Quello che faccio è veramente per il suo
bene? Spesso bisogna scegliere tra ciò che noi pensiamo sia il bene per l’assistito e ciò che l’assistito
vorrebbe per sé.
Valori Il valore è ciò che è oggetto di preferenza, cioè considerato “buono” non dal singolo ma da
una collettività.
ESEMPI: il valore della vita, della libertà, dell’amicizia, della solidarietà, della democrazia.
Ognuno di noi fa delle scelte e si comporta in un certo modo in base a dei valori.

Tipologie di norme (una norma è una regola di comportamento)


Norme giuridiche: dicono come mi devo comportare in base alle disposizioni legislative (leggi,
regolamenti) di uno Stato. Se vado contro una norma giuridica subisco una sanzione (=punizione)
come per ESEMPI: carcere, risarcimento danni o multa…
Norme etiche/morali: dicono come mi devo comportare in base alla mia coscienza, non in base a
particolari obblighi. Se vado contro una norma etica mi sento in colpa, penso di aver sbagliato, ma
non subisco punizioni.
Norme deontologiche: dicono come mi devo comportare in base alle regole della mia categoria
professionale. Alcune professioni hanno dei codici deontologici (infermiere, medico, psicologo……).
Chi va contro queste norme può subire ammonizioni, sospensioni temporanee o radiazioni dall’albo.
NB: L’OSS non possiede un codice deontologico. Esiste il codice deontologico degli infermieri:
sono scritti proprio dai professionisti infermieri per tutelare se stessi, ma anche i pazienti.
Deontologia
La deontologia è in generale lo studio dei doveri (dal greco “deon” che vignifica dovere). La
deontologia professionale è l’insieme dei doveri e delle regole comportamentali che una
determinata categoria professionale deve rispettare in ogni momento in cui esercita la professione.
Principi etici fondamentali: orientano il personale sanitario nelle decisioni in campo etico.
Alla base dell’etica c’è il rispetto dell’uomo: l’uomo è un valore supremo e deve sempre essere il
fine dell’agire e mai il mezzo. Cioè non si può usare la persona come mezzo per realizzare scopi
contrari al bene della persona stessa. L’uomo vale per ciò che è, non per ciò che fa o ciò che ha.
Avere una malattia o essere portatori di un handicap è un modo particolare di esistere ma non deve
sminuire il valore della persona.
I PRINCIPI ETICI FONDAMENTALI SONO:
➢ Il principio di autonomia afferma il diritto di ogni persona in possesso di piene facoltà di
decidere per se stessa senza influenze o intimidazioni. Rispettare l’autonomia significa dare
peso alle opinioni della persona, prendere atto che le scelte di una persona si basano sui suoi
valori e astenersi dall’ostacolarle, a meno che queste causino evidente danno ad altre persone.
Il paziente ha quindi diritto a rifiutare il trattamento e a prendere parte al processo decisionale
➢ Il principio di non maleficità il personale sanitario deve evitare di causare danno al paziente
e di fare tutto ciò che potrebbe causare sofferenza fisica o psicologica. Questo principio
prevede di: non infliggere danni, rimuovere le condizioni che possono causare danni e
sofferenza e prevenire i danni.
➢ Il principio di beneficità indica il dovere di agire sempre nell’interesse del paziente e
richiama l’impegno morale degli operatori a realizzare il massimo bene possibile delle
persone a lui affidate. Fare il bene significa anche limitare al minimo il disagio legato
all’intervento assistenziale, evitare dolore, sofferenza e umiliazione, personalizzare
l’intervento.
➢ Il principio di giustizia prevede che ogni persona venga trattata in modo equo, senza fare
discriminazioni e preferenze. L’OSS è chiamato dunque a superare i pregiudizi rispetto alle
diversità di sesso, età, razza, nazionalità, convinzioni religiose o sociali e ad andare oltre a
sentimenti di simpatia o antipatia. In caso di risorse (economiche, umane, materiali e di
tempo) limitate queste devono essere distribuite tra i pazienti in modo equo e giusto (secondo
i bisogni).
➢ Il principio di verità: indica il dovere del personale sanitario di dire la verità all’assistito.
Questo principio richiama alla sincerità nella comunicazione. La verità deve essere presentata
in maniera adeguata e non brutale.
➢ Il principio di verità: Indica il dovere di non tradire la fiducia che l’assistito ripone nel
personale sanitario. Riguarda per esempio il rispettare la riservatezza o mantenere delle
promesse fatte.
Diritto al consenso libero e informato
In base al diritto al consenso libero e informato un paziente, capace di intendere e volere, ha il diritto
di prendere decisioni riguardo alle cure che lo riguardano. Deve però essere a piena conoscenza di
vantaggi, rischi e alternative possibili. Nel caso di consenso scritto, il medico deve dare tutte le
informazioni riguardo gli esami, terapie, interventi prima di farlo firmare e non deve in alcun modo
far pressione o cercare di convincere la persona.
OSS:
• Non deve sostituirsi al medico dando informazioni riguardo a prestazioni diagnostiche e
terapeutiche;
• Deve raccogliere i dubbi e attivarsi per far intervenire chi di competenza;
• Dare informazioni adeguate su quello che viene fatto per il suo ambito di competenza, allo
scopo di ottenere la collaborazione e garantire al pz un ruolo attivo nel processo assistenziali;
• È importante il dialogo con il pz e l’empatia.
OSS; COMPETENZE:
• Informare l’assistito circa l’orario di esecuzione di un esame diagnostico e tempi di
preparazione;
• Assicurarsi sempre che l’informazione sia giunta correttamente alla persona (attraverso il
feedback)
NB: reato di violenza privata (non bisogna mai costringere un pz a fare una cosa che non vuole,
in caso contrario di tratta di un reato.
Otto fasi per avviare una riflessione etica e operare la scelta migliore:
1. Riconoscere che vi è un problema
2. Raccogliere i dati in base al problema riscontrato
3. Identificare il valore “bene” che deve essere tutelato
4. Il confronto del problema con le norme (verificare la presenza di regole che possano
indirizzare l’operatore verso l’adozione di un preciso comportamento);
5. Analisi del problema in base ai principi etici e rispettarli
6. Prendere la decisione migliore secondo coscienza
7. L’azione (mettere in pratica ciò che si è deciso)
8. Riflettere sulla decisone presa.

LA COSCIENZA ETICA: quando c’è una situazione che coinvolge aspetti etici bisogna identificare
il dovere prevalente e fare una scelta; entra in campo la coscienza etica dell’operatore (è l’insieme
dei valori morali di una persona che le consentono di identificare i valori, conoscere le norme,
confrontarle con la situazione e quindi comportarsi in un certo modo. L’operatore deve avere sia una
motivazione personale e un interesse autentico ad avere un comportamento etico.

CODICE DEONTOLICO: è un documento che contiene delle regole di comportamento per una
categoria di professionisti. Non è una legge dello Stato ma solo norme che ogni categoria
professionale si dà autonomamente per tutelare l’identità della professione.

DEONTOLOGIA OSS: è bene che l’operatore faccia riferimento agli stessi principi che ispirano il
codice degli infermieri.
I valori del codice deontologico sono:
➢ La tutela della vita e della salute
➢ Il rispetto della dignità, dell’autonomia, della libertà e dei diritti umani
➢ La negazione delle discriminazioni.
Relazione di cura (Art. 4): la relazione con il pz e con i famigliari è una parte fondamentale del
processo di assistenza. Anche l’OSS usa la relazione, oltre che per dare informazioni, anche per
ascoltare, favorire il confronto, valutare insieme, risolvere i conflitti, ottenere la fiducia.
Art 35: la contenzione è un evento straordinario sostenuto da prescrizione medica o da documentate
valutazioni assistenziali. È una scelta condivisa quando tutela l’interesse della persona e inaccettabile
quando è dettato da necessità istituzionali.
In alcuni casi ci sono conflitti tra una norma giuridica LEGGE ed una norma etica COSCIENZA:
➢ In alcuni casi se si fa quello che dice la legge, si va contro la propria coscienza;
➢ Se si fa quello che dice la coscienza si va contro la coscienza.
ESEMPIO: la legge 194/1978 regola l’aborto in Italia, ma per alcuni è moralmente inaccettabile, per
tale motivo è stato introdotto la figura dell’OBIETTORE DI COSCIENZA (Il personale sanitario che
è obiettore di coscienza può rifiutarsi di prender parte all’intervento di aborto ma è tenuto a prestare
assistenza prima e dopo l’intervento e non può rifiutarsi di intervenire se la donna è in pericolo di
vita).
TUTELA DELLA PRIVACY: La parola inglese “privacy” indica il “diritto ad essere lasciato
solo”. Parliamo di riservatezza, discrezione, tutela della vita privata…Il diritto alla privacy si basa su
valori morali come il rispetto della persona e della sua dignità.
Il D.Lgs. 196/2003 art 2. “il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle
libertà fondamentali nonché della dignità dell’interessato, con particolare riferimento alla
riservatezza, all’identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali”. La normativa
regolamenta diversi aspetti del trattamento dei dati: raccolta, registrazione, organizzazione,
conservazione, consultazione ..…diffusione e cancellazione dei dati personali.
I dati personali sono in generale informazioni relative ad una persona, alle sue caratteristiche,
abitudini e stili di vita:
✓ Dati identificativi: sono quei dati personali che permettono l’identificazione diretta della
persona (per esempio nome e cognome)
✓ Dati sensibili: sono quei dati personali che possono rivelare l’origine etnica, le convinzioni
religiose, le opinioni politiche, lo stato di salute e la vita sessuale di una persona.
✓ Dati giudiziari: sono dati personali in materia di casellario giudiziale, per esempio il fatto
che una persona sia indagata o imputata o condannata.
L’art. 19 del codice deontologico dell’infermiere ribadisce il concetto di tutela dei dati:
“L’infermiere garantisce e tutela la confidenzialità della relazione con la persona assistita e la
riservatezza dei dati a essa relativa durante l’intero percorso di cura. Raccoglie, analizza e utilizza i
dati in modo appropriato, limitandosi a ciò che è necessario all’assistenza infermieristica…”. Tutto
personale sanitario, compreso l’OSS, ha l’obbligo di evitare che le informazioni relative ai dati
personali giungano a persone o istituzioni non autorizzate (luogo protetto, password per dati
digitali….).
Oltre all’intimità corporea è importante tutelare anche l’intimità psicologica del paziente e dei suoi
famigliari;
✓ La raccolta dei dati personali va fatta con sensibilità e non come se fosse un interrogatorio
✓ I medici devono comunicare con il pz in un contesto protetto mai nei corridoi o in presenza
di persone estranee
✓ Rispettare lo “spazio di vita” del pz (tutto ciò che è sentito dal pz come proprio: la stanza, il
comodino, l’armadio, il letto etc.) ESEMPI: chiedere il permesso prima di entrare in camera,
quando si entra salutare gli ospiti invece che parlare tra operatori, chiedere il permesso prima
di aprire armadi e comodini e farlo in presenza della persona.
SEGRETO PROFESSIONALE
Anche l’OSS ha l’obbligo etico di mantenere un comportamento di riservatezza riguardo a tutte le
informazioni che acquisisce dalla persona assistita in forma confidenziale o durante la propria attività
lavorativa.
NB: La trasmissione delle informazioni tra membri dell’equipe al fine di migliorare l’intervento
assistenziale non rappresenta una violazione del segreto professionale.
Per assicurare un’assistenza eticamente fondata sono fondamentali:
❖ Atteggiamento empatico
❖ Atteggiamento autentico (essere se stessi e quindi essere spontanei)
❖ Capacità di ascoltare la persona
❖ Interesse autentico per la persona
❖ Ricordarsi che non bastano le capacità tecniche, bisogna instaurare una relazione con il pz
❖ Informare il pz riguardo a quello che si sta facendo
❖ Sospendere giudizi e pregiudizi
❖ Ispirarsi a principi etici fondamentali
❖ Avere una buona comunicazione con il pz e instaurare una relazione di fiducia con pz e
famigliari
❖ Rispettare le abitudini del pz
❖ Rispettare i tempi del pz.
Un atteggiamento etico è fondamentale anche nei rapporti con i colleghi:
❖ Rispetto dei ruoli (competenze di ogni profilo professionale)
❖ Collaborazione, partecipazione
❖ Capacità di ascoltarsi e di confrontarsi
❖ Lavorare in equipe
CARTA DEI DIRITTI DELLA PERSONA: esiste solo in Regione Lombardia dal 2001. È un
documento che vuole indirizzare l’azione di chi opera a favore di persone anziane. La carta richiama
alcuni principi fondamentali della Costituzione: giustizia sociale, solidarietà e salute. Contiene i diritti
della persona ed i doveri della società e delle istituzioni.
DIRITTI DELLA PERSONA ANZIANA NELLA QUOTIDIANITA’ DI CURA:
• Diritto al rispetto come persona; ad essere chiamato con il proprio nome e con il “LEI”
• Diritto alla presenza, in caso di mancata autosufficienza, di un famigliare
• Diritto ad un’assistenza ordinata che rispetti il silenzio e gli orari di riposo
• Diritto a consumare i pasti seduti ad un tavolo, quando le condizioni lo consentono
• Diritto all’assistenza tempestiva in caso di bisogni fisiologici ed al cambio della biancheria
ogni qualvolta sia necessario
• Diritto ad usare i servizi igienici anche in presenza di difficolta motorie (sempre nel rispetto
della dignità della persona che può essere accompagnata)
• Diritto ad essere informato sulle procedure che si compiono sul suo corpo
• Diritto al rispetto del proprio pudore e la propria privacy
• Diritto all’aiuto per l’alimentazione, la pulizia personale e la mobilità
• Diritto di avere una vita fatta anche di relazioni.

EUTANASIA: significa “buona morte”.


L’eutanasia è l’atto di procurare intenzionalmente, e con il suo consenso, la morte di un individuo la
cui qualità di vita è caratterizzata da sofferenze psico-fisiche intollerabili e a cui sia stata data prognosi
infausta. L’atto che provoca la morte non viene compiuto dal soggetto ma da un’altra persona.
In Italia è un reato, è punibile come omicidio volontario.

SUICIDIO ASSISTITO: è l’atto autonomo mettere fine alla propria vita, alla presenza e con
l’assistenza di un medico. E’ il malato stesso a compiere l’azione che lo porta alla morte. I medici,
gli infermieri, gli operatori e i famigliari offrono assistenza e sostegno dal punto di vista medico,
morale, pratico. In Italia il suicidio assistito è un reato. E’ consentito in Svizzera.
Cure palliative (Legge 38 del 15 marzo 2010)
Le cure palliative comprendono interventi terapeutici ed assistenziali finalizzati alla cura attiva dei
malati, la cui malattia non risponde più a trattamenti specifici. Oltre al controllo del dolore ci si prende
cura anche degli aspetti psicologici e sociali. L’obiettivo delle cure palliative non è la terapia ma é la
migliore qualità di vita possibile per il malato e la sua famiglia. Si tratta di un lavoro d’equipe.
NB: LE CURE PALLIATIVE NON HANNO LO SCOPO DI ACCELERARE O
POSTICIPARE LA MORTE, MA MIGLOIORARE LA QUALITA’ DI VITA DEL PZ.
La terapia del dolore mira a ridurre un dolore insopportabile e non viene usata solo in fase terminale.
In questo caso non abbiamo la presenza di un’equipe
Testamento biologico (legge 219/2017 in vigore dal 31 gennaio 2018). Art 1. «…Ogni persona
capace di agire ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, qualsiasi accertamento diagnostico o
trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia o singoli atti del trattamento stesso. Ha,
inoltre, il diritto di revocare in qualsiasi momento, il consenso prestato, anche quando la revoca
comporti l’interruzione del trattamento». NB: la nutrizione artificiale come l’idratazione
artificiale sono trattamenti sanitari che un pz può rifiutare di continuare, in quanto è una
somministrazione su prescrizione medica.

DAT: sono le Dichiarazioni Anticipate di trattamento. Sono regolate dalla legge sul testamento
biologico (legge 219/2019 art. 4).
NB: queste dichiarazioni vengono fatte prima che la persona perda le sue capacità di intendere
e volere.
In previsione di un'eventuale futura incapacità di autodeterminarsi e dopo avere acquisito adeguate
informazioni mediche sulle conseguenze delle proprie scelte, la legge prevede la possibilità per ogni
persona di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il
rifiuto su: accertamenti diagnostici, scelte terapeutiche, singoli trattamenti sanitari. Possono fare le
DAT tutti i maggiorenni capaci di intendere e di volere.
ACCANIMENTO TERAPEUTICO: “nei pz con prognosi infausta a breve termine o di imminenza
di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure
e dal riscorso di trattamenti inutili o sproporzionati in presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti
sanitari, il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua in associazioni con la
terapia del dolore, con il consenso del pz”. NB: i medici non devono in alcun modo insistere nelle
cure che non hanno alcun effetto benefico per il pz.
La SEDAZIONE PALLIATIVA PROFONDA: fa parte delle cure palliative, non la scopo di
provocare la morte, ma migliorare la qualità di vita del pz, con meno dolore possibile.
È importante non far soffrire la persona.

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