Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
ETICA CLINICA
-Etica: ambito del sapere, della filosofia che risponde a domande come “cos’è bene o giusto fare?”
e trova i fondamenti epistemologici delle risposte date. Non sono mere opinioni, vogliono
influenzare la coscienza, sono comunicabili.
-Il discorso sull’etica riguarda il bene e il giusto, due ambiti contigui.
→ Si ha a che fare con una relazione = non c’è etica se una persona umana è sola; si trova solo
tramite le relazioni con cui il soggetto si riconosce nell’altro (e viceversa), può veicolare senso e
significato.
-Bioetica = tecnicamente è l’etica della vita. Più nello specifico è quell’ambito del sapere che
riguarda le questioni etiche in ambito sanitario-medico.
È più etica o clinica?
-La riflessione è etica e l’ambito è clinico, a cui si aggiunge anche quello giurisprudenziale. Tramite
questi tre ambiti (filosofia, medicina, giurisprudenza) negli anni ’70 nasce la bioetica, con la
definizione di Potter di bioetica come ponte in quanto materia intra-disciplinare.
Dove si colloca in sé la bioetica nella macro organizzazione del sapere?
-Fa parte delle medical humanities, ossia tutti i contributi di materie non mediche alla medicina.
→ Al centro della bioetica vi è l’etica clinica, nata dal contributo di filosofi, teologi, giuristi, clinici,
alla luce del progresso scientifico/tecnologico, hanno varie opzioni per trattare questioni cliniche
La domanda etica: cos’è bene fare?
-Alla luce della differenza tra bioetica ed etica clinica (???) si possono avere vari approcci.
Es. l’embrione umano è una persona? ← questione generica
Un bambino di 23 settimane si può rianimare? ← questione più specifica, parte da un caso
Perché c’è un dilemma etico?
-Dilemma etico: collisione tra un caso particolare e la propria visione del mondo, che non riesce a
incasellare quel fatto particolare. Non si riesce a dare una propria interpretazione del caso.
-Un dilemma etico si esplicita fortemente nell’ambito sanitario, clinico: inizio/fine vita, ecc…
I METODI
-I nostri strumenti si chiamano metodi, che negli anni si specializzano sempre più.
→ Sono: principalismo, metodo personalista, casuistica
→ Sono metodi usati per analizzare l’ambito della bioetica in sé, ma ci sono anche riflessioni più
cliniche nei percorsi dei pazienti, alla luce delle proprie scelte.
» Principalismo:
-I due teorici principali sono Beauchamp e Childress, che scrisse Principles of Biomedical Ethics, dove
presentano 4 principi (vedi schemi bioetica)
P. di rispetto dell’autonomia: l’ultima parola va sempre al paziente. Si concretizza nella
relational autonomy, dove si sviluppa la scelta condivisa per risolvere il problema. Ci deve
essere l’incontro tra paziente e medico.
P. di beneficienza: il beneficio deve essere maggiore del rischio. Quando il rischio è
maggiore del beneficio si crea una situazione di “accanimento terapeutico”
P. di non maleficenza: non fare del male. Di origine ippocratica.
P. di giustizia: si può esplicare in giustizia a bisogno e giustizia distributiva. In un sistema
sanitario garantista come il nostro, i due aspetti si fondono. È una risposta al bisogno del
singolo.
-I 4 principi presi singolarmente non risolvono un dilemma etico, ne servono sempre almeno 2
Un principio è più importante dell’altro?
-Bisogna bilanciarli. I principi inoltre funzionano solo se chi li usa condivide una comune idea di
bene (vivono nella stessa comunità, ambito…)
-Aspetti negativi: il limite principale è che è un buon metodo per analizzare il caso ma ciò non aiuta
a risolverlo.
» Metodo personalista:
-Elio Sgreccia presenta il personalismo. È un metodo triangolare, basato su tre punti: il dato
biologico, l’etica applicata e l’antropologia di riferimento; quest’ultimo è quello fondamentale. Dal
punto di vista antropologico, Sgreccia preferisce usare il termine “persona” (da “prosopon”,
maschera usata dagli attori per amplificare la voce). → Per San Tommaso, un fondamento
ontologico della persona è definito nella relazione creatura-creatore.
→ Il metodo consiste nel riconoscere il soggetto come persona, qualsiasi caratteristica abbia
Aspetti positivi: il personalismo è alla base del prendersi cura
Aspetti negativi: difficile spiegare il concetto di persona a qualcuno non fedeke
» Casuistica:
-Introdotto da Jonsen, Siegler e Winslade. È il metodo più usato; riprende i 4 principi ed è
conosciuto come il metodo delle 4 scatole (boxes). Entra più nello specifico del caso clinico.
-Partono da un approccio ermeneutico-fenomenologico, cioè interpretano il fenomeno usando le
4 scatole. È fondamentale un atteggiamento critico, per non cadere nella trappola del “si è sempre
fatto così”, in quanto ogni caso ha caratteristiche nuove.
-I principi vengono ripresi e collocati in maniera più critica e pratica:
Indicazioni mediche (→ p. di beneficienza)
Preferenze dei pazienti (→ p. di autonomia)
Qualità di vita (→ tutti e 4 i principi. Spesso legato al concetto di sacralità, che presuppone
qualità della vita + quando si parla di qualità della vita ci si fa domande spirituali)
Fattori contestuali (→ p. di giustizia)
-Aspetti positivi: si entra nelle questioni del caso, con ricerche e studi prima della risoluzione
-Aspetti negativi: rischio di acritico convenzionalismo (“faccio così perché si è sempre fatto così)