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DISPENSE:
La più nota definizione di persona è quella di Boezio(487-525 circa), che la indicò come
«rationalis naturae individua substantia». La persona è
a) sostanza
b) individuale
C) di natura razionale. Per spiegare questa definizione è necessario comprendere il preciso
significato filosofico dei termini usati.
DISPENSE:
Se la realtà presenta questa complessità che è la sua ricchezza, la nostra conoscenza sarà
necessariamente graduale e ammetterà diversi livelli di descrizione e di spiegazione.
Si può parlare dunque, di livelli epistemologici, intendendo con questa espressione il grado
di profondità che ciascuna scienza raggiunge nel suo studio della realtà, a seconda del
metodo utilizzato che delimita anche il punto di vista dell'indagine. Se, ad esempio, si
considera come oggetto di studio l'essere umano, si possono distinguere 3 livelli
epistemologici che consentiranno di cogliere con maggiore o minore ampiezza il significato
dell’uomo:
(SLIDE) Vayzacker medico, filosofo ha per primo introdotto il termine ‘Antropologia Medica’ il
suo obiettivo era introdurre il soggetto in medicina. Cosa intendiamo con antropologia
medica? vuole umanizzare la medicina vuole far sì che la medicina abbia un ripensamento
sui suoi modi abituali di approcciare la persona malata e che quindi, adotti degli approcci
tenendo conto che l’oggetto specifico delle professioni di cura non è un oggetto ma è un
soggetto.
Da qui la differenza tra
—> SONO MALATO= ovvero avere la coscienza di essere malati e di cosa comporta, ma
ciò non influenza il loro modo di essere.
——->HO UNA MALATTIA= prendere sottogamba percorsi di cura
Importante citare il libro di Lisa Sanders “Ogni paziente racconta la sua storia”. Testo che
parla, attraverso storie vere raccontate sia da medici che pazienti, del difficile e affascinante
percorso che porta il medico a compiere una diagnosi e di quanto sia ancora fondamentale
per un medico già dal primo incontro saper ascoltare, vedere, toccare la persona malata.
❑ Ogni paziente costruisce e vive un racconto, è una biografia, una storia. Ed è questo che
ci rende unici. L’ascolto della storia del paziente è fondamentale per la diagnosi e la terapia.
L’esperienza di essere malati spesso è mischiato a sentimenti e concetti che plasmano e
colorano l’esperienza del paziente e la sua percezione della malattia in modi che il medico
non può immaginare né prevedere”—> questo può provocare una mentalità riduzionista
(riduzione del problema).
Dottor Use non riusciva a relazionarsi con i pazienti.
-—>Parliamo di un altro caso clinico: un bambino di otto anni viene ricoverato per attacchi di
vomito esplosivo, accompagnato da sua madre.La madre piange quasi sempre dopo i suoi
episodi di vomito. Appresa la situazione il primario prescrive un cambio nell’assistenza
familiare del piccolo paziente, che da quel momento in poi sarà accudito dalla nonna
anziché dalla madre. A seguito di questo cambio, scompaiono gli episodi di vomito e
successivamente si scoprirà che la madre del bambino si era da poco separata dal marito, e
che probabilmente quelle manifestazioni erano una sorta di punizione indirizzata a lei.
Risultato: il sanitario ha fatto in osservazione MULTIDIMENSIONALE—> in quanto il
problema é di natura psicologico e esistenziale e non di tipo ORGANICA—>questa
dimentisione in alcuni casi non può bastare a spiegare questo evento.
Ciò spiega come: L’ESSERE UMANO È UNA CREATURA COMPLESSA: in cui assimulo la
complessità del caso, come ANTI-RIDUZIONISMO
*REALIZZAZIONE DELLA CONOSCENZA SCIENTIFICA COME «IMPRESA COLLETTIVA»
Atto clinico integrato= spesso ci troviamo a voler gestire il caso da soli, quando c’è bisogno
di cooperare.
Differenza tra COMPLESSO e COMPLICATO:
1) COMPLICATO= deriva dal latino ‘cum plicare’, «piegare insieme», «ripiegare».
Immagiamo un foglio, piegato più volte su se stesso, in modo tale che non sia
possibile leggerlo. È sufficiente però «spiegarlo» per comprenderlo e renderlo chiaro.
2) COMPLESSO=deriva invece dal latino ‘cum plexus’, «con intrecci» e indica qualcosa
che ha più parti legate insieme. Qualcosa difficile da comprendere, che ha una sua
realtà ma ci sfugge completamente. —>
L'essere umano è una creatura complessa che può essere, però anche complicata (una
volta spiegato è comprensibile) es. uomo in una relazione complicata dove all’inizio non ha
ben chiaro cosa vuole ma dopo un po’ lo saprà. complesso. qualcosa di complesso non lo
possiamo mai comprendere totalmente o meglio, mai comprendere con facilità. L’essere
umano infatti è l’emblema di sistema complesso. In un sistema complesso non esiste un
elemento dominante ma un’interazione continua tra numerosi elementi.
DISPENSE:
RISPOSTE AL RIDUZIONISMO -LA NOZIONE DI COMPLESSITÀ
Complesso non è sinonimo di complicato: etimologicamente, il primo aggettivo indica
qualcosa "di intrecciato insieme a formare un tutto”, mentre il secondo fa riferimento a
qualcosa di “ripiegato più volte su se stesso”. Nella nozione di complesso, dunque, troviamo
i seguenti elementi che la caratterizzano: l’ordine, la coerenza e l’unità.
Il filosofo E. Morin ha espresso in 3 principi la nozione di complessità:
1)Principio dialogico= Esempio applicato da Morin è quello del DNA in rapporto agli
amminoacidi, in cui si dà una memoria ereditaria stabile e contemporaneamente l’azione di
una proteina che degrada e si ricostituisce.
2)Principio di ricorsività= riconosce che tra causa ed effetto non vi è unicamente un rapporto
lineare, ma anche ricorsivo. Ciò significa che non sempre una logica lineare è in grado di
spiegare i vari fenomeni, ma che è necessario adottare una logica circolare: non si tratta,
infatti, di cogliere semplicemente una successione di eventi, ma di coglierne la reciproca
implicazione.
3)Principio ologrammatico= noi constatiamo che il tutto è presente nella parte, tanto che
l'uno non si può concepire senza l'altro. Ancora una volta la biologia cellulare ce ne dà
conferma, perché ogni nostra cellula contiene la totalità dell'informazione genetica dell'intero
organismo.
DISPENSE:
Da quanto si è detto, è evidente che la necessità di uno studio filosofico dell'uomo nasce
dall'esigenza di conservare una prospettiva ampia e unitaria, evitando il pericolo di cadere in
quello che è definito come riduzionismo. Quindi, mentre un riduzionista ritiene che un
sistema complesso non sia nient'altro che la somma delle sue parti, per cui si può dar
ragione del sistema "riducendone" la considerazione a quella dei singoli costituenti, Un
Antiriduzionista, al contrario, ritiene che il tutto sia maggiore della somma delle parti, per cui
vi sono proprietà "olistiche" (una visione del “tutto”) che non possono essere descritte in
termini dei puri elementi costituenti".
Ogni riduzionismo è caratterizzato da tre chiari limiti:
A)esclusivismo: pretendere che il metodo e il punto di vista della propria disciplina siano
esclusivi ed escludenti. Vale a dire considerarli come gli unici più efficaci e adeguati, mentre
tutti gli altri non sono giudicati tali.
B)spirito di sistema: pretendere di ricondurre tutte le proprie conclusioni un unico principio
teorico, che rappresenta uno schema ordinatore dei dati via via raccolti, che sono
considerati soltanto come ulteriori casi che confermano la propria tesi.
C)chiusura all'esperienza: non riconoscere che la realtà è complessa e imprevedibile, molto
più ampia della conoscenza e della sistematizzazione che di essa si può raggiungere.
LA ‘SVOLTA GALILEANA’
Galileo è il padre del riduzionismo perché dice che quando noi studiamo qualcosa non ci
dobbiamo interessare delle qualità di quella cosa ma soltanto degli aspetti quantitativi poi se
quell’essere umano soffre, ha dei suoi valori a noi non interessa. Sono cose che non sono
degni nemmeno di essere conosciuti. questo è il riduzionismo che nasce nella scienza
moderna. mi interessa solo ciò che io posso verificare. Tutto ciò che non posso verificare
non è scientifico e quindi non mi interessa
❑Galileo preferisce accontentarsi di sapere cose certe delle sostanze, che sono gli aspetti
misurabili ed osservabili delle cose (proprietà empiriche), al posto di cose incerte e
controverse sulle sostanze stesse.
❑ Anche per Galileo, come per i Greci, la scienza è sinonimo di sapere certo e affidabile,
ma deve limitare il proprio raggio d’azione alle proprietà empiriche delle sostanze se vuole
ottenere risultati intersoggettivi ed evidenti.
RIDUZIONISMO SCIENTISTA:
*La scienza non solo resta nell’empirico.
*Estende a tutta la realtà, i principi validi per un
solo campo di ricerca empirico.