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FREUD Jervis e Bartolomei

1. Cenni biografici introduttivi


Sigmund Freud nasce a Freiberg, in Moravia nel 1856, da una famiglia di ebrei di cui padre commerciante di
lana. Crisi economica li costringe a spostarsi prima a Lipsia poi a Vienna (difficile inserimento, ma sarà
anche città del riscatto). Tema povertà ossessione nella vita di Freud. Per educazione religiosa, anche se
mostra una visione laica della vita, si sente appartenere al popolo ebraico. Intenso rapporto con madre, più
difficile e ambivalente con padre. Si iscrive a Facoltà Medicina anche se attività del medico non lo attrae ma
fu influenzato da interesse per Darwin e lettura di La natura, attribuito a Goethe. Intanto segue lezioni del
filosofo Franz Brentano. Studio neurologia, influenzato da Brucke, che rappresenta a Vienna scuola di
Helmholtz. Segue psichiatria di Meynert. Laurea in medicina tarda perché Freud interessato alla ricerca, ma
necessita di indipendenza economica, anche per sposarsi, quindi abbandona attività di ricerca e inizia
pratica all’ospedale generale di Vienna. Poi diventa docente in neuropatologia all’Uni di Vienna. Esperienza
a Parigi grazie a borsa di studio, ma deluso da Charcot (lezioni su ipnosi e manifestazioni isteriche). Inizia
poi pratica privata aprendo uno studio. Due figure importanti: Breuer, medico più grande e affettuoso nei
suoi confronti; con lui caso di Anna O. che rappresenta svolta per il trattamento della sintomatologia
isterica > metodo catartico, contiene il seme della psicanalisi. L’altra figura è Fliess, un medico di Berlino
con cui intrattiene un intenso rapporto epistolare.
Morte del padre nel 1896 spinge Freud all’autoanalisi. 1899 pubblicato L’interpretazione dei sogni.
1905 dall’ analisi di Dora -> Frammento di un’analisi d’isteria. Intanto saggi come “Psicopatologia della Vita
Quotidiana”. Interesse per psicoanalisi cresce, coinvolti numerosi studiosi e medici che si incontrano con
Freud. 1909: primo Congresso di psicoanalisi a Salisburgo. Laurea ad honorem, quando viene invitato in
America. 1910: Congresso di Norimberga: Associazione psicoanalitica internazionale. Negli anni successivi
divisioni e rotture con i suoi discepoli Adler e Jung. Difficoltà per l’associazione durante I guerra mondiale
ma poi interesse ricresce. Muore figlia Sophie di 27 anni e qualche anno dopo anche suo figlio, nipotino
affezionato di Freud. Intanto aveva scritto: Al di là del principio di piacere, Psicologia delle masse e analisi
dell’io, L’io e l’es. nel 1923 gli viene diagnosticato un cancro alla mascella. Intanto situazione politica
peggiora e nel 1933 la psicanalisi viene messa al bando, e le opere di Freud bruciate dai nazisti (per idee
rivoluzionarie e perché lui era ebreo). Nel 1938 Austria occupata e Freud si trasferisce a Londra grazie
all’aiuto di un’amica. Malattia progredisce e nel 1939 muore a 83 anni.

2. Freud nel xx secolo


L’IMPORTANZA STORICA DI SIGMUND FREUD
Freud ha contribuito a mutare la nostra concezione della natura umana. “L’io non è padrone in casa
propria” -> ragione e autocoscienza influenzata da fattori inconsci -> cade illusione di un dominio della
coscienza. Intuizioni cliniche sui meccanismi psicologici inconsapevoli (razionalizzazione, proiezione,
rimozione, e in generale meccanismi di difesa). Mostra presenza di una “psicopatologia della vita
quotidiana”, carattere nevrotico è parte della vita normale -> cambia atteggiamento verso i disturbi mentali
e la loro cura.

ATTUALITA’ DEL MESSAGGIO FREUDIANO NELLA CULTURA


L’idea psicoanalitica è presente in posizione di rilievo nella cultura del Novecento, fa parte del xx secolo.
Figura di Freud come simbolo per la cultura europea e americana, Figura unica: egli fu ricercatore, medico
e terapeuta ma anche grande pensatore (materialismo filosofico e positivismo di fine Ottocento). Dunque
l’influenza sulla vita del secolo (anche se aspetti tecnici hanno dato luogo a vasti studi clinico-empirici e
scientifici) è stata perlopiù culturale, è al centro del pensiero della modernità.
FREUD E LA PSICOANALISI
Ancora oggi “mito di Freud”: la sua figura fa fatica a essere storicizzata, la disciplina della psicoanalisi si è
distaccata poco dal fondatore, è ancorata a lui. Suo pensiero e vicende proposte come attuali, i suoi scritti
sono un canone fondativo autoritario immune da invecchiamenti. “Fedeltà a Freud”, sospetti verso chi lo
critica. La sua figura vive nella nostra cultura e continua a interrogarci.

INFLUENZA DI FREUD SULLE DISCIPLINE MODERNE DELLA MENTE


Messaggio di Freud dev’essere considerato nei suoi aspetti tecnico-specialistici, e in generale in ambito
culturale. Accettato parzialmente in ambito specialistico. Tre principali settori sia teorici che applicativi:

- La psicologia scientifica: criterio clinico-empirico usato da Freud è stato ritenuto troppo impreciso per
fornire risultati generalizzabili e attendibili; oggi psicologia si deve attenere a criteri rigorosi (ricerca in
laboratorio, misurazioni oggettive, elaborazioni statistiche, verifiche di possibili errori ecc.). Nell’ottocento
metodo clinico sia in medicina che psicologia si basava sull’osservazione individuale e sull’esperienza
personale (il medico operava “artigianalmente”). Però la psicoanalisi di oggi necessita di una valutazione
strettamente personale in ambito clinico, quindi di un rapporto esclusivo tra chi porge aiuto e chi lo chiede.
Caratteristiche di riservatezza, di empirismo, di unicità, di preziosa intimità psicologica. Intensità psicologica
dell’incontro.
- Il campo clinico-terapeutico in generale: influsso di Freud in questo campo maggiore e più fecondo. Si
intende per “campo clinico” sia studio e cura dei disturbi mentali sia più in generale l’ambito della
psicologia clinica (si occupa dei problemi di valutazione psicologica degli individui). Influenza anche su
psichiatria. Influenza però settoriale, ossia, idee di Freud prese come una “scuola”, quindi un filone parziale,
non una base fondativa universalmente applicabile. Influenze anche da altri autori (Adler e Jung in primis,
ma anche Maslow in area umanistica, Binswanger di area fenomenologico-esistenziale, ecc.): vaste idee e
tecniche di intervento psicoterapeutico. Negli Stati Uniti più filoni orientati secondo scuole diverse da
quella freudiana. Nonostante ciò, senza Freud, psichiatria e psicologia clinica non sarebbero come oggi.
Psichiatria a partire dalla metà degli anni Settanta si è separata dalle idee psicoanalitiche e in generale dalla
psicologia per volgersi all’ambito della biologia generale, fisiologia e fisiopatologia umane.
- la psicoanalisi come istituzione: “società psicoanalitiche”: scuole cliniche di osservanza freudiana,
federate tra loro a livello internazionale (International Psychoanalytic Association) e discendenti dalla
primitiva società psicoanalitica freudiana. Si mantengono indipendenti dal settore clinico pubblico e da
università e grandi istituti di ricerca. Fedeltà a Freud, anche se grande ventaglio di posizioni all’interno di
esse. Solo in anni recenti negli Stati Uniti (per influenza David Rapaport) e in Gran Bretagna (influenza di
Bowlby) parte delle società psicoanalitiche si sono aperte alle altre correnti dell’area psicodinamica e alle
ricerche moderne su cause e cure dei disagi psichici.

IL PROBLEMA DELL’ISOLAMENTO DI FREUD E DELLA PSICOANALISI


Idee di Freud maggior fortuna fuori dal campo tecnico, fra il pubblico non specializzato.
Lo stereotipo è che il fatto che fu un movimento chiuso (portato avanti oggi) deriva dall’iniziale
comprensione altrui (resistenze negli ambienti medico-scientifici dell’epoca). In realtà la marginalità delle
teorie di Freud rispetto alla ricerca psicologica deriva dal fatto che, per quanto brillanti e intuitive, non
rispondevano (e non rispondono ancora oggi) a canoni scientifici di ricerca. Freud e i suoi allievi scelsero
movimento chiuso poiché convinti di incarnare una scienza nuova, incompatibile con altri orientamenti e
destinata a essere incompresa, con pesante responsabilità scientifico-culturale di opposizione. Freud solido
e orgoglioso sul piano intellettuale. Forti vincoli di amicizia in questo gruppo e anche di dipendenza
reciproca (allievi di Freud si analizzavano l’un l’altro)

GLI INIZI STORICI DEL TRATTAMENTO PSICOANALITICO


Seduta analitica diversa da quella attuale: paziente incoraggiato alla libera associazione, analista dava
interpretazioni a singoli temi, lapsus, sogni, sintomi; incontri informali, una volta o più al giorno come una
terapia semi-intensiva, pochi mesi. Procedura della cura ritenuta oggettiva e ruolo della soggettività, delle
aspettative, dei pregiudizi, illusioni di ricercatori e analizzati non venne valutato nella sua importanza. Non
considerato bene il transfert (complesso legame affettivo nel paziente verso l’analista) e dipendenza da
transfert (idealizzazione dell’analista da parte del paziente). In più troppa fiducia nell’oggettività e
imparzialità dell’analista, convinzione che psiche fosse libera da problemi irrisolti perché già sottoposto al
trattamento. Inoltre fino ad anni Trenta idea che all’origine dei disturbi del soggetto vi fosse un singolo
specifico evento dimenticato in quanto rimosso, spesso di natura sessuale (teoria del trauma).

LE PRIME EVOLUZIONI DEL TRATTAMENTO


Dagli anni Trenta idea che trattamento psicoanalitico per esser utile e avere un senso deve consistere in
qualcosa di meno rapido e di meno tecnico e impersonale: approfondimento generale della conoscenza di
sé, rafforzamento dell’io e maturazione della personalità, accettazione limiti e infine esperienza profonda di
un rapporto tra analizzando e analista. Dagli anni 50 emerge il tema del controtransfert (problematica
psicologica interiore dell’analista), emergono aspetti di insicurezza dell’interpretare psicoanalitico e la sua
natura soggettiva. La psicoanalisi clinica diventa uno strumento più cauto, forse meno certo della propria
efficacia, ma almeno più serio e affidabile.

L’AFFERMARSI DEL MOVIMENTO PSICONALITICO


La psicoanalisi ha successo, sia nel metodo clinico che nella cultura, dopo la I guerra mondiale.
Si sviluppa intorno a Freud come movimento associativo poi diventa struttura organizzativa formalizzata
(istituzione) che ha il suo centro geografico nell’Europa occidentale. Col nazismo diaspora della psicoanalisi
(esodo di molti verso Gran Bretagna e USA) e altra cesura storica con la II guerra mondiale. Già ai tempi
della I guerra mondiale, scissione di Adler e Jung; psicoanalisi si sviluppa qui come associazione intorno a
Freud ma poi penetra nella cultura generale degli anni Venti. Vedi analisti della Prima Generazione pag. 30

IL SUCCESSO DELLE IDEE FREUDIANE COME TEORIA CRITICA ALL’INTERNO DELLA CULTURA NON
SPECIALISTICA
Fra le due guerre mondiali idee di Freud trovano spazio all’interno del mondo artistico-letterario (meno in
quello scientifico, un po’ negli USA). Minore nell’ambito delle arti figurative (mediata dal surrealismo) e
ancor minore presente nelle scienze umane tipo sociologia. Influenza su mondo filosofico-letterario come
parte di un processo di revisione della concezione della natura umana, che aveva avuto in Schopenhauer e
Nietzsche i suoi principali esponenti filosofici, e in Darwin il precursore nelle scienze biologiche. Freud
avvicinato alla “scuola del sospetto”: in crisi la superiorità razionale, il primato dell’Io, illusione che morale
dell’uomo civilizzato sia superiore a quella del bambino (revisione materialista, pessimista, anti-idealistica
della persona).

LE IDEE FREUDIANE NELLA CULTURA ANTICONFORMISTA DEGLI ANNI VENTI E TRENTA


Nonostante principi morali di Freud erano tradizionalisti (concezione famiglia ottocentesca, ruolo della
donna con i suoi limiti intrinseci della sua psiche, orientamento politico basato su un celato elitarismo) le
sue idee acquistarono un aspetto anticonformista per gli intellettuali, furono parte integrande della cultura
di opposizione insieme al marxismo. Alcuni spunti critici presi come “anti-borghesi”: rivalutazione della
sessualità (presa come invito a maggior libertà sessuale), difesa dei diritti delle emozioni e delle passioni,
critica all’ipocrisia dell’etica familiare borghese, maggiori diritti per la sessualità femminile, educazione non
repressiva per bambini. Dibattito su contrapposizione tra psicoanalisi e marxismo, o su loro associazione
(freudo-marxismo di Wilhelm Reich)

LA “POPOLARIZZAZIONE” DELLE IDEE FREUDIANE A PARTIRE DAGLI ANNI QUARANTA


Primo successo di Freud tra anni Venti e Trenta, ma solo dopo II guerra mondiale Freud e la sua psicoanalisi
incominciano a far parte della media cultura dell’Occidente. Influenza anche su cultura di massa, prima
negli USA e poi in Europa. “Popolarizzazione” e dunque semplificazione e modificazione in funzione di una
diffusa accettabilità -> in America “americanizzazione della psicoanalisi” attraverso cinema Hollywood,
letteratura popolare, pedagogia nei manuali scolastici e psicologia clinica operativa e assistenza sociale. In
America psicoanalisi conciliato con tradizione del pensiero liberale. Apparve un Freud in luce più realistica,
con il suo carattere innovatore, ma anche socialmente conservatore. Il fatto di non mettere in discussione
gli scritti di Freud ne occultò il carattere aperto, critico, esplorativo e non sistematico, dogmatizzazione
della psicoanalisi ortodossa indebolì invece che salvaguardare l’essenza delle idee freudiane. Pensiero
freudiano considerato come un apparato di risposte, invece che come spunto critico da verificare e
sviluppare. Conservatorismo ideologico conservato nelle società analitiche, popolarizzazione avvenne in
modo stereotipato, senza dibattiti né correttivi.

IL RAMIFICARSI DELLE SCUOLE FREUDIANE


Gran Bretagna rimase paese in cui psicoanalisi ebbe i suoi sviluppi più importanti da un pov teorico-
dottrinario (per avvento del nazismo e dunque declino psicoanalisi in Germania e Austria e emigrazione di
numerosi analisti, quasi tutti ebrei, verso GB e USA, in più Freud ultimo anni di vita qui e Londra divenne
seconda patria della figlia Anna). In GB anche teorici influenti e originali come Winnicott e Bowlby.
Melanie Klein e suo scuola: peso delle istanze distruttive istintuali inconsce + possibilità di trattamento
nell’infanzia poiché fantasie dei primi mesi di vita nel rapporto con madre importanti.
Tra elaborazioni teoriche delle scuole britanniche: teoria delle relazioni oggettuali (carattere primario della
ricerca di rapporto e affetto) e teoria dell’attaccamento (Bowlby, legame di dipendenza-attaccamento al
centro della vita psichica del bambino piccolo).
Negli USA: scuole nordamericane minor isolamento sociale, culturale, scientifico; + dibattito con i clinici e
interessamento a temi sociali e interpersonali del rapporto psicodinamico fra l’Io e la realtà esterna,
interessamento a temi pedagogici e scambio con i neo-freudiani. Hartmann primo psicoanalista
statunitense, influenzato da Anna Freud, diede vita alla Psicologia dell’Io. Poi David Rapaport. Franz
Alexander, pioniere della medicina psicosomatica; Kohut interesse per narcisismo e problemi dell’identità.
Scuola psicoanalitica francese (parigina): legata più al mondo letterario che scientifico -> ha prodotto scuola
di Lacan (inconscio strutturato come linguaggio).
In Italia psicoanalisi solo dagli anni Sessanta, no autori di rilevanza internazionale. Solo di recente meglio,
prima idee freudiane ostacolate da marxismo dogmatico, dalla Chiesa, condannate dal fascismo.

3. La cultura viennese prima della Grande Guerra


INTRODUZIONE STORICA
Vienna fu la culla del modernismo, cioè di tutti i fenomeni che presero corpo alla fine del XIX secolo nel
campo dell’arte, architettura, musica, scultura, filosofia, poesia, letteratura. L’unicità di quella cultura fiorì
con la disgregazione dell’impero che aveva reso grande Vienna. La monarchia dell’Impero austro-ungarico
declina nel 1918, alla fine della I guerra mondiale e la psicoanalisi nasce in questo laboratorio culturale. La
quantità di gruppi etnici diversi presenti nell’impero da dopo le guerre napoleoniche iniziarono, sotto la
spinta dei movimenti nazionalistici, a chiedere l’indipendenza, mettendo a dura prova coesione dell’impero
e tenuta del potere centrale. Nel xix secolo vivacità culturale attrae intellettuali e la città si amplia
accrescendo la sua importanza economica e scientifica, ma quando impero nel 1866 perde ultimi territori
italiani, impero sostituito da nascente Prussia, che unificava stati tedeschi al suo interno. Vienna sostituita
da Berlino. Tentativi di rilanciare egemonia: Esposizione Universale del 1873 e abbellimento città con opere
pubbliche; tutto vano perché borsa crollò. Fuga dal disagio attraverso il mondo dell’operetta e della musica
da ballo, che si diffondono a Vienna. Il “valzer viennese” divenne il simbolo del tentativo di negare
depressione e angoscia. Occasioni di ballo per tutti i ceti sociali. Famosi balli in maschera e il carnevale (Il
Fasching). Nei caffè circolavano riviste e giornali di tutto il mondo: discussioni su arte, filosofia, scienza.
ASPETTI DELLA VITA ECONOMICA, POLITICA, SOCIALE E CULTURALE
Borghesia si impone dalla II metà del xix secolo. Espansione industriale e innovazioni tecniche di
manifattura. Industrializzazione comporta nascita delle prime organizzazioni della classe operaia viennese e
sindacati, che hanno come riferimento politico il Partito Socialdemocratico (1888); comporta anche crescita
della popolazione -> necessità di forza lavoro, molti arrivano per cercare occupazione, carenza però di
alloggi. A livello politico Partito operaio Socialdemocratico e Partito cristiano sociale. In più due ideologie
contrapposte: movimento pangermanista, antisemita e il movimento sionistico, a favore della costituzione
di uno Stato ebraico. Ebrei erano in realtà poco tollerati nell’impero asburgico: la loro emancipazione inizia
nel 1866; per loro commercio unico sbocco sociale ed economico (come famiglia di Freud). In questi anni
Vienna diventa rifugio preferito degli ebrei provenienti dall’Est e alla fine del secolo diventa la città più
ebraica d’Europa. Riscatto nell’ambiente culturale e scientifico, anche se ostilità e pregiudizio restano nella
mentalità viennese. Con la crisi economica dopo il crollo della Borsa nel 1873, cercati capri espiatori tra gli
ebrei e inizia campagna antisemita di nuovo.
Per la borghesia successo finanziario tra le priorità così come matrimoni, che diventano più delle fusioni
commerciali, più che rapporti d’amore. La casa come rappresentante simbolica della cultura e del successo
economico di un uomo, rifugio dal mondo esterno disordinato e insicuro. All’interno autorità indiscussa era
il capo-famiglia, che al di fuori degli affari poteva occuparsi di letteratura, musica, arte; si diffonde
mecenatismo verso le arti per mostrare proprio status e ricchezza. Arte come strumento di educazione
morale, per la collettività e per i figli; l’arte diventa tutto, concezione estetica della vita, supera interesse
per affari: ma i padri consideravano immorali questi figli che rifiutavano i loro valori e divennero ancor più
difensori dell’ordine costituito e repressori di ogni innovazione culturale. Sistema educativo diviene
autoritario e repressivo: ribellarsi comportava senso di colpa per i figli (Kakfka docet). L’arte diviene per la
generazione dei figli l’alternativa al mondo degli affari e valori dei padri -> crisi dei valori ma anche del
soggetto, i giovani si sentono confusi, estranei, smarriti. Questa generazione vive una crisi profonda e un
naufragio dell’Io, che per molti ha come conseguenza il suicidio. Società viennese permeata dall’idea del
sesso, silenziata nell’educazione familiare e scolastica, ma presente a qualsiasi ora per le strade
(prostituzione). Conseguenze negative per le giovani donne, che venivano educate a ignorare la sessualità e
all’inibizione -> dovevano essere condotte e formate dal loro uomo. Weininger contribuì in modo decisivo a
questa “maledizione femminile” -> donna, come l’ebreo, simbolo della differenza, non è nulla, non ha
valore, è tutta sessualità e vive in funzione del coito per dar piacere all’altro, è la voce dell’inconscio che
parla e che l’Io maschile non riesce a contenere e a dotare di significato, rappresenta l’assenza di senso:
infatti in molti autori viennesi sessualità e morte sono temi legati.

4. Uno sguardo d’insieme sulla teoria freudiana


S’intende idee di Freud in senso stretto, a prescindere dagli sviluppi successivi e evoluzione che hanno
avuto nel corso del tempo.

GLI SCRITTI DI FREUD


Teorie psicoanalitiche classiche espresse dall’autore in una serie di libri e interventi, oggi raccolti in alcuni
volumi. Gli scritti freudiani nell’insieme non hanno carattere marcatamente sistematico e il loro stile è
quello descrittivo-discorsivo (non dimostrativo-sistematico). Eccellente retorica espositiva che mira a far
accettare al lettore idee insolite e aprire la mente verso nuovi quesiti. Linguaggio non-tecnico, uso di
immagini esplicative e spesso ha carattere apertamente metaforico.
L’insieme di scritti è eterogeneo, caratteristica legata alla loro evoluzione nel tempo. Idee si modificano.
Pensiero freudiano trasmesso non come dottrina coerente ma come opera piena di spunti, protesa a nuovi
sviluppi, allo stato di abbozzo. Essenziale che ogni scritto venga collocato al suo particolare momento,
epoca o anno in cui fu espresso e anche all’interno degli stessi scritti riaffermazioni di teorie già presentate
e magari superate. Continue ramificazioni tematiche, con interesse anche filosofico-antropologico e di
teoria sociale. L’opera pubblicata da Freud non coincide con tutti gli scritti da cui abbiamo estrapolato la
sua personalità e pensiero, ad esempio epistolario importantissimo ma non compreso nella pubblicazione.
Soprattutto scambio lettere con Jung e Fliess.

I CAPISALDI DELLA TEORIA FREUDIANA


L’inconscio
La psicoanalisi è la teoria e la clinica dell’inconscio. Concetto già presenta nella filosofia ottocentesca e nella
psicologia del xix secolo. Con Freud assume un significato più radicale e novo, poiché si lega strettamente al
concetto di rimozione: determinati ricordi, sogni e desideri vengono cancellati dalla coscienza, rimossi,
poiché il loro contenuto è considerato inaccettabile dall’Io del soggetto: contenuto sessuale inammissibile
oppure aggressivo/sadico oppure legato a funzioni viscerali – non legittimo. Influenza da Cartesio
(distinzione mente e corpo, in cui mente non è tutta razionale poiché influenzata dalle passioni che hanno
origine dai moti automatici del corpo ad es passioni sessuali). Freud riprende idea che fattori biologici
primari (tipo pulsioni sessuali) influenzino dal basso mente autocosciente inducendo in essa lapsus, sitomi,
sofferenze nevrotiche. Coscienza è per Freud autoevidente, non è spiegata con chiarezza perché non ce n’è
bisogno. Modello di mente da studiare è quella dell’uomo (maschio, europeo, adulto, civilizzato).
Freud situa la sua teoria dell’inconscio in un contesto ideologico-scientifico particolare, vanno tenuti in
considerazione questi aspetti:
- La mente freudiana e il materialismo: psicologia, oggi ritenuta scienza, era all’epoca ancora considerata
tra gli orientamenti filosofici, tra i quali si scontravano spiritualismo e materialismo. Orientamento
materialista si fonda su positivismo (è possibile mediante scienza esaurire la conoscenza della realtà, non
c’è posto per la soggettività) e sullo studio del cervello. Secondo i positivisti, e secondo Freud, la mente è un
mondo oggettivo e meccanico di energie, strutture, immagini reali. Insieme di spinte ed energie interagenti.

- la metapsicologia in rapporto alla psicologia pre-freudiana della coscienza: psicologia sperimentale era
ancora psicologia dei contenuti della coscienza, considerati nella loro oggettività e misurabilità: sottoporre a
indagine e valutazione quantitativa idee, percezioni, emozioni. Freud lancia necessità di tener presente
l’inconscio anziché solo i contenuti consci; chiama la sua teoria della mente metapsicologia.
- vita mentale e sessualità: per Freud chiave del comportamento adulto e dell’origine della vita intellettuale
vanno ricercati nella più intima natura biologica della specie e nelle spinte primarie, che modificano le
forme della coscienza e agiscono sulla razionalità. Tra queste, la fondamentale spinta è quella riproduttiva
che si esprime non solo nei comportamenti finalizzati all’atto sessuale, ma anche negli atteggiamenti che
esprimono affettività, ricerca di un oggetto di investimento, spinta alla soddisfazione vitale. La coscienza di
cui disponiamo non è disposta ad accettare la forza reale di questa spinta perché la vita civile dell’uomo
vuole nascondere la propria origine istintuale. Importanza della sessualità in Freud.

Il rapporto fra normalità e patologia


Contributo freudiano: la psicoanalisi mette in discussione la tradizionale separazione tra normalità e
patologia in campo psichico. Guà nel corso dell’Ottocento riconosciuta esistenza di disagi psichici diffusi
considerati “normali” nella frenesia del vivere moderno. Freud va oltre: la vita psichica normale è intrisa di
aspetti sottilmente patologici, come lapsus e rimozioni, e giorno per giorno c’è una continua dinamica
difensiva contro istanze arcaiche, immature, nevrotiche: si cerca compromesso migliore tra istanze più
patologiche e istanze sane. Inoltre Freud sostiene che i meccanismi tipici della mente malata non sono
sostanzialmente diversi da quelli della mente sana. In più, teoria del rapporto tra nevrosi e civiltà.

Io, Es, Super-Io


Teoria strutturale o della “seconda topica”: non distingue solo inconscio, preconscio e conscio ma
soprattutto un Es e un Io, e a quest’ultimo lega il Super-Io.
Concetto di Es da Groddeck e indirettamente da Nietzsche: parte più profonda dell’inconscio, l’insieme
primario delle energie istintuali, delle fantasie e desideri più arcaici, contradditori, primitivi, irrealistici.
Parte più distante dalla logica razionale, dalla coscienza, dalla civiltà e dal senso della realtà.
L’Io è la parte strutturata della mente: suo compito è reprimere, filtrare, modificare energie pulsionali e
primitive provenienti dall’Es. I meccanismi di difesa dell’Io sono processi mediante i quali le pulsioni
vengono rese armoniche con esigenze di ordine, con la riflessione e l’autocoscienza dell’individuo:
comprendono rimozione ma anche altre procedure come negazione, scissione, sublimazione, formazione
reattiva ecc. Ma i meccanismi di elaborazione che costituiscono l’Io sono solo in parte coscienti.
Il Super-Io è quella parte dell’Io che rappresenta le istanze morali auto-repressive. Esprime qualcosa di
irrazionale e arcaico, il timore infantile di un genitore punitivo, la convinzione di una autosufficienza
morale, il senso di colpa.

SOCIETA’, INDIVIDUO E NEVROSI


La psiche umana vive inevitabilmente e drammaticamente nel conflitto, nella duplicità e nel compromesso.
La parte più civile e razionale della mente riesce a mantenere la propria struttura e a convivere col mondo
esterno solo mediante un autorepressione interiore, che si somma alla sopraffazione da autorità sociali, dai
genitori alle strutture dello Stato. L’evoluzione ha quindi un prezzo: l’autorepressione che è necessaria
all’uomo civile lo allontana dai propri istinti, ergo in lui c’è una lacerazione tra istinti e ragione, che porta
alla sofferenza. Ma senza repressione non esisterebbero né benessere, né cultura né dominio sulla natura.
Per questo esiste una universale “nevrosi della civiltà”, e più precisamente una forma di infelicità diffusa
che è connessa strettamente alla civiltà stessa. I casi singoli di nevrosi sono forme di autorepressione non
consapevoli o mature. Religioni paragonate a nevrosi poiché c’è tentativo di reprimere le pulsioni istintuali
giustificato da forme di autoinganno, cioè di falsa coscienza.

FREUD E LA CULTURA EBRAICA


Religione sembrerebbe per Freud sottoprodotto della nevrosi: dunque Freud era ateo, materialista, anti-
religioso. Ma suo rapporto con tradizione ebraica? Quanto influenzò? Questo ripudio di educazione
religiosa e il suo materialismo derivano da conflitto interiore, in cui celava la sua identità ebraica (e forse
sua religiosità) per andare a favore della razionalità e obiettività scientifica?
Probabilmente cultura e religiosità ebraica ebbero un’influenza solo indiretta, e forse marginale, sulle idee
psicoanalitiche. Tuttavia questo rapporto tra psicoanalisi e ebraismo, anche per via delle vicende politico-
sociali del tempo, fu all’origine della psicoanalisi ma anche accompagnò Freud fino alla morte, direttamente
e indirettamente, anche semplicemente per medici e intellettuali che lo circondavano, tutti di origine
ebraica, che parteciparono all’innovazione della cultura scientifica e si sentivano parte di un élite
intellettuale pienamente moderna che stava emergendo, più che appartenenti ad una cultura ebraica.

5. Il pensiero di Freud nella sua evoluzione

LA NASCITA DELL’IDEA PSICOANALITICA. L’IPNOSI, L’ISTERIA E IL TRAUMA SESSUALE


Positivismo, in contrapposizione a concezioni metafisiche e teologiche, si diffonde nell’Ottocento nella
comunità scientifica. Grazie a Weber e Fechner psicologia esce dall’orbita filosofica per diventare una
scienza sperimentale. Fatti psichici, come le sensazioni, misurati con espressioni matematiche.
Nel 1879 Wundt istituisce a Lipsia il primo laboratorio di psicologia sperimentale: la psicologia è scienza
dell’esperienza, basata sull’osservazione diretta di sé stessi. Freud attratto dal positivismo. Seguì anche
corsi di anatomia di Carl Claus, che lo inviò a studiare i genitali delle anguille; ma Freud dopo averne
dissezionate 400 abbandonò questo laboratorio. Seguì invece volentieri il laboratorio di fisiologia d Ernst
Brucke, svolgendo ricerche di istologia del sistema nervoso (approccio deterministico e meccanicistico di
Brucke basato sul metodo sperimentale). Il linguaggio della fisiologia-fisica diventa il linguaggio per spiegare
tutti i fenomeni, anche quelli psichici. I neurofisiologici volevano spiegare i processi mentali in termini di
strutture del cervello. L’impostazione positivistica alla base del Progetto di una psicologia del 1895 di
Freud. Esistevano due scuole di pensiero nella psichiatria: -la Scuola organicistica e meccanicistica dei
Physiker o Somatiker -> le malattie mentali sono malattie cerebrali e quindi scaturite da cause organiche
-la Scuola Romantica: cause affettive e psicologiche delle malattie mentali. Influenzò gli ospedali
Poi con influsso positivismo e scientismo, prevalse la prospettiva organicistica: Meynert e Wernicke,
studiosi di anatomia cerebrale, costruirono un sistema complessivo di psichiatria biologista e
meccanicistica.
Dopo laurea in medicina, Freud diventa assistente alla Clinica Psichiatrica di Meynert (dopo ospedale
generale di Vienna), fu attratto dalle allucinazioni dei pazienti psicotici. Scrisse Über Coca sugli effetti
stimolanti e le proprietà analgesiche della cocaina. A Parigi inviato a seguire le lezioni di Charcot: rimane
affascinato dalla sua personalità (esco dalle lezioni come da Notre Dame, con nuovi sentimenti di ciò che è
perfetto); rimase impressionato dalle guarigioni di paralisi isteriche ottenute tramite la suggestione ipnotica
diretta. Intuì che come l’ipnosi agisce mediante un processo psicologico, anche i disturbi isterici sono
determinati da processi psicologici. Quando tentò di diffondere idee di Charcot, si sentì respinto dal mondo
medico. A Vienna apre studio, sposa Martha Bernays, cerca clientela. Osservando gli esperimenti di ipnosi
di Bertheim, ipotizzò non solo esistenza di processi psichici che non accedono alla coscienza, ma anche la
possibilità di poter recuperare quei contenuti psichici che si credevano perduti. Breuer (fornì metodo
catartico per la cura delle pazienti isteriche) e Fliess (riflessioni sulla bisessualità innata negli uomini e nelle
donne) entrano nella vita di Freud: prima ammirazione e poi conflitto con loro.
Bruer parla a Freud di un caso con cui aveva avuto difficoltà, Anna O., giovane paziente isterica i cui sintomi
(paralisi di parti del corpo, disturbi della vista, tosse nervosa, stati confusivi, allucinazioni) erano comparsi
nel momento di assistenza al padre gravemente malato, e aggravati dopo la sua morte. Ipnosi ogni sera ad
Anna, che parlava di sé e delle sue fantasie: Breuer si stupì perché con la rievocazione di un evento
traumatico che aveva prodotto uno dei suoi sintomi, questo sintomo poi sparì: dietro ogni sintomo c’è una
situazione drammatica che dev’essere rievocata. I sintomi scomparvero tramite quello che fu chiamato
“metodo catartico”, spazzati via parlando. La PAROLA diviene lo strumento della cura (talking cure or
chimney-sweeping (spazzacamino)) Intenso rapporto tra Anna e Breuer, che simula anche una teatrale
gravidanza da lui durante stato confusionale: Breuer scappa. Quest’episodio per Freud è importante: Anna
rappresenta sulla scena terapeutica il fantasma della sessualità; inoltre si comprende la particolare
dinamica affettiva che si instaura tra il paziente e il terapeuta. Transfert (o traslazione) che Freud teorizza
nel 1912: particolare affetto, innamoramento ma anche ostilità che il paziente trasferisce sul medico e che
è basato su antichi desideri inconsci, non sul rapporto reale; è una ripetizione di prototipi infantili rivissuti
con intensa emozione in questo rapporto; Breuer dimostra il controtransfert, fuggendo da Anna: non riesce
a controllare il suo stesso investimento affettivo nei confronti della paziente, lo sentiva minaccioso,
temibile. Questo concetto fu invece elaborato dalla psicoanalisi post-freudiana: Freud lo aveva negato,
ritenendo l’analista un osservatore distaccato e neutro. Amicizia fra Freud e Breuer fin’, diverse riflessioni.
Breuer non condivideva il ruoto della sessualità nella genesi dell’isteria; Freud abbandona ipnosi a favore
delle libere associazioni: invitare il paziente a dire tutto ciò che gli viene in mente, anche immagini prive di
senso. In Etiologia dell’isteria (1896) Freud elabora teoria del trauma sessuale: dietro casi di isteria c’è
sempre un evento traumatico legato a episodio di esperienza sessuale precoce nella prima infanzia (ex:
seduzione da parte di un adulto della sua famiglia). Ma poi si accorge di essersi sbagliato, sulla seduzione.

L’AUTOANALISI DI FREUD E L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI


“La mia autoanalisi”: così Freud chiama il suo scambio di lettere con Fliess, amico berlinese, il suo alter ego,
a lui affida segreti più intimi. Condizione personale e sociale simile (ebrei, medici che ricercano ai confini
della scienza ufficiale ecc.,). Condividevano il “segreto del sesso” (concetto di bisessualità di Fliess).
Dopo morte del padre, le manifestazioni ansiose legate ai disturbi nevrotici si acuirono: così Freud inizia
una lunga autoanalisi, volge lo sguardo verso i ricordi d’infanzia, introspezione simile a quella che usava per
i pazienti tramite le libere associazioni: ricostruisce i suoi primi quattro anni di vita, per tracciare un profilo
della psicologia umana. L’autoanalisi ruotò intorno al “Complesso di Edipo”. Dall’autoanalisi Freud elabora
fondamenti della teoria psicoanalitica: complesso edipico, senso di colpa inconscio, fasi dello sviluppo
sessuale, meccanismi psicologici del lapsus, atti mancati, motti di spirito, psicologia dei processi onirici e
interpretazione dei sogni.
Complesso di Edipo -> Edipo re di Sofocle, che uccide senza saperlo padre Laio e sposa la madre Giocasta.
Desiderio sessuale del bambino di fare l’amore con la madre e di eliminare padre, rivale.
Comprese che sogni svolgono funzione fondamentale per accedere alla realtà inconscia e comprendere
meccanismi alla base della nevrosi. E’ possibile interpretarli: sogno è l’appagamento di un desiderio
(probabilmente sessuale e rimosso); contenuto manifesto (ciò che viene ricordato al risveglio, ciò che la
censura lascia passare) e contenuto latente (tematica primaria che può affiorare in maniera mascherata e
che richiede decodificazione).
Freud descrive anche una “topica” (modello) della mente, tre sistemi: inconscio, preconscio, coscienza. Il
preconscio si trova tra gli altri due ed è separato dall’inconscio tramite censura. Nel sintomo e nel sogno il
rimosso torna in maniera camuffata, non riconoscibile all’individuo. Il lavoro onirico (Traumarbeit) ad
esempio ha la funzione di trasformare i ricordi e le pulsioni sessuali in una forma tollerabile per la
coscienza; per farlo si serve di specifici meccanismi -> Condensazione: (si manifesta in lapsus e atti mancati)
consiste nel raggruppare in un’unica rappresentazione varie catene associative. Spostamento: movimento
di allontanamento, stempera l’intensità emotiva di una rappresentazione. Considerazione della
raffigurabilità: sogno predilige rappresentazioni visive. Simbolizzazione: in Jung si sviluppa questo concetto
del simbolo onirico. Elaborazione secondaria: ristrutturazione del sogno quando ce lo si ricorda o quando lo
si racconta a distanza di tempo.

PSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA


Estende campo di indagine dalla nevrosi a fenomeni della vita psichica “normale”: fenomeni comuni a tutte
le persone (lapsus, atti mancanti, sbadataggini, dimenticanze, errori di memoria, superstizioni) sono vere e
proprie formazioni di compromesso come i sintomi nevrotici e operazioni del sogno.
Anche nei motti di spirito operano stessi meccanismi psichici del lavoro onirico, come condensazione e
spostamento. Freud dimostra che non esiste netto confine tra normalità e anormalità: siamo tutti un po’
nevrotici.

LA FINE DELLA RELAZIONE FREUD-FLIESS


Fine amicizia (rapporto di quasi dipendenza) con Fliess dopo litigi e scontri, 1900.
Nel 1902 invita 4 medici viennesi (tra cui Adler) interessati alle sue idee a incontro scientifico a casa sua,
che poi diventa regolare. Primo nucleo del “movimento psicoanalitico” che nel 1908 diventa Società
Psicoanalitica di Vienna, modello su cui si formano altre società psicoanalitiche in altri paesi. 1910: si
raggruppano nell’Associazione Psicoanalitica Internazionale.

LA SESSUALITA’ “PERVERSA E POLIMORFA” DEL BAMBINO


Freud vuole elaborare Teoria della sessualità. 1905: Tre saggi sulla teoria sessuale.
Introduce concetto di pulsione sessuale, al posto di istinto. Tutto il corpo è zona erogena per Freud: sede di
eccitazioni di tipo sessuale: bocca, ano, genitali in particolare sono destinate a questo scopo. Le zone
erogene sono fonti di diverse pulsioni parziali (ex: pulsione orale consiste nella suzione del capezzolo della
madre). Sessualità infantile: Freud definisce il bambino “un perverso polimorfo” poiché riscontra che
nell’infanzia sono presenti tutte le perversioni, che fanno parte dello sviluppo normale del bambino.
Percorso maturativo psicosessuale del bambino passa attraverso diverse fasi, dopo le quali si giunge a
espressione adulta della sessualità (genitalità). Fase orale: piacere che il neonato trae dalla suzione del
seno. Fase anale: trattenere feci, controllare gli sfinteri per la pressione materna. Fase fallica: libido si
concentra sui genitali (pene per il bimbo, clitoride per la bimba). Subentrano altri processi: bimba
percepisce propri genitali come mutilati, pensa sia punizione madre, volge interesse verso il padre; bimbo
ha paura della castrazione da parte del padre-rivale, col quale si contende amore per la madre. Inizia
periodo di latenza dal 5° al 6° anno di età fino a pubertà: desessualizzazione dei sentimenti e delle relazioni
oggettuali, sviluppo delle sublimazioni, spinta alla conoscenza.
Elaborazioni che hanno carattere di rottura, forte disincanto per quanto riguarda la sessualità infantile:
provocazione sociale, etica, pedagogica.
Oggetto di critica: determinismo biologico e descrizione della sessualità femminile (sessualità di Freud
incentrata tutta sul modello maschile e quella femminile appare come una sorta di variante).

LA METAPSICOLOGIA
Metapsicologia (1915): insieme di modelli e ipotesi di base della teoria psicoanalitica. Intento è costruire
una psicologia che vada al di là della coscienza. Propone psicologia che descrive e spiega processi psichici da
tre punti di vista:
- pov dinamico: fenomeni psichici determinati dal conflitto tra forze psichiche contrastanti -> sintomi isterici
e ossessivi sono la risultante di deformazioni scaturite dal compromesso delle forze in conflitto.
Nel conflitto psichico ruolo centrale è giocato dalla rimozione che consiste nell’espellere e tener lontano
qualcosa dalla coscienza. Idea rimane inconscia anche se si presenta sotto le vesti di una formazione
sostituiva o come sintomo nevrotico.
-pov topico: l’apparato psichico costituito da tre sistemi (preconscio, conscio, coscienza). Al confine tra
questi sistemi “censure” che controllano e impediscono il passaggio da un sistema all’altro.
Inconscio sede dei desideri infantili, in esso contraddizioni, in esso opera il processo primario che è proteso
all’appagamento immediato dei desideri ed è completamente dominato dal principio di piacere, che ha la
funzione di evitare il dispiacere e di procurare piacere. Processi psichici atemporali, non seguono alcun
ordine di successione, e qui nell’inconscio energia psichica fluisce liberamente.
Preconscio: si trova tra il sistema inconscio e coscienza, caratterizzato dal processo secondario in cui la
mente tiene conto del principio di realtà (tiene presente esigenze della realtà).
Sistema percezione-coscienza: costituito dalla percezione del mondo esterno e dalla realtà interna (es
sensazioni piacere/dispiacere). Poi a partire dagli anni Venti con Al di là del principio di piacere e L’Io e l’Es
propone una seconda topica: tre istanze -> Io, Es, Super-Io
- pov economico: legato al concetto di pulsione, un concetto limite tra lo psichico e il corporeo. Pulsioni
come processi energetici. L’apparato psichico sollecitato dall’eccitazione dal mondo esterno, dall’interno
del corpo e dall’energia pulsionale, ha compito di mantenere al livello più basso possibile la quantità di
eccitazione che in esso vi circola (principio di costanza) trasformando l’energia libera in energia legata, con
scarica controllata.

IL NARCISISMO
1914: Introduzione al narcisismo. Con esso sovverte la Teoria delle pulsioni, che era un’asse portante della
sua psicanalisi. Freud separa il narcisismo dalle perversioni e lo mette in luce come presente nello sviluppo
psicologico normale dell’individuo anche se più nelle nevrosi e psicosi. Ipotizza esistenza di un narcisismo
primario (investimento libidico originario dell’Io – bimbo assume sé stesso come oggetto d’amore,
investendo tutta la libido su di sé) e narcisismo secondario (disinvestimento della libido dagli oggetti con il
relativo ripiegamento sull’Io, presente nel soggetto normale ma soprattutto negli stati psicotici).
Distingue libido dell’Io (narcisistica) e libido oggettuale. (differenza dell’oggetto verso cui è rivolto).

LA TECNICA PSICOANALITICA
La tecnica psicoanalitica è rappresentata da quell’insieme di regole e prescrizioni che caratterizzano e
delimitano il modo di condurre la terapia psicoanalitica. Regole rigide nella loro definizione, flessibili nella
loro applicazione. Metafora del gioco degli scacchi: al di là di alcune mosse necessarie di apertura e
chiusura, c’è la possibilità di usare scelte tattiche diverse. Alcune regole all’inizio del trattamento (Freud
stesso alcune non le rispetta): ad es. tra analista e paziente nessun legame di amicizia / parentela, né
frequentazione al di fuori del rapporto terapeutico. No appunti per far sì che in memoria dell’analista solo
ciò che è significativo. Indicazione tecnica centrale per il lavoro analitico: libere associazioni -> comunicare
quanto viene in mente, rinunciando a mettere ordine e dare logica ai propri pensieri. L’interpretazione
dell’analista restituisce ad essi un nuovo significato.
In Dinamica della Traslazione (1912) affronta l’aspetto delle resistenze e l’aspetto centrale è il transfert,
cioè sorta di innamoramento nel corso dell’analisi tra paziente e analista. Può essere negativo (sentimenti
ostili nei confronti dell’analista) oppure erotico (amore appassionato) -> agisce la resistenza. Solo il
transfert amichevole può funzionare come aiuto del processo analitico. In “Osservazioni sull’amore di
traslazione” questo argomento continua; anche serie di raccomandazioni orientate a un comportamento
corretto dal punto di vista dell’etica professionale, anche che riguardano la neutralità del medico (“opaco”)
-> anche se Freud non le osservava tutte, oggi queste prescrizioni restano un riferimento imprescindibile
nella tecnica psicoanalitica e condizione stessa del lavoro terapeutico.

IL FREUD DELLA MATURITA’


Anche dal 1920 alla sua morte, Freud continua ad avere un’ attività intellettuale e professionale intensa e
attiva. Lui celebre, ma movimento psicoanalitico fa fatica: dissensi, scissioni, incomprensioni dal pubblico e
dai colleghi nell’ambito medico-scientifico. Si rende conto che non sempre trattamento clinico da lui
elaborato fornisce soluzione alla sofferenza dei pazienti.
Produzione freudiana: si delinea la distinzione Es-Io-SuperIo (saggio Io e Es), emerge teoria della pulsione di
morte (Al di là del principio del piacere) (ipotesi di auto distruttività innata e primaria dell’individuo).
Avanza importanti idee filosofiche, sociali, antropologiche -> L’avvenire di un’illusione, Il disagio della civiltà
Il Freud della maturità è sempre più interessato a esplorare terreni nuovi, speculazioni, quindi manca la
proposta di una sistematizzazione scientifico-dottrinaria della psicoanalisi, si allontana da formazione
medica, biologica e sperimentale. Si lascia andare alle elaborazioni speculative, dunque diventa remota la
possibilità di conciliare psicoanalisi e scienze esatte.
Dal 1929/30 preoccupazioni e amarezze per situazione politica e culturale europea (già aveva problemi
salutari) e dal 1938 costretto a lasciare propria patria dopo l’occupazione nazista (le sue opere furono
bruciate) per andare a Londra. Muore per il cancro alla bocca nel settembre 1939.

6. Gli sviluppi ulteriori del pensiero freudiano fino ai nostri giorni


Anche se gli scritti degli psicoanalisti successivi a Freud sono ancorati (alcuni) al modello del maestro, da
prendere come canone, in realtà il modello freudiano si è trasformato in modo sempre più accentuato dagli
anni Trenta alla fine del Novecento (un po’ in tutti i suoi aspetti)
Principali mutamenti teorici nella psicoanalisi:
1. Spostamento dell’attenzione degli analisti dal periodo edipico dell’infanzia (3-6 anni) agli anni precedenti
e in particolare al primo (grazie a Melanie Klein) -> più attenzione a diade piuttosto che a triade (madre-
bambino o comunque bimbo e prima figura d’attaccamento piuttosto che bimbo-madre-padre). Assenza di
figura genitoriale dà origine a fragilità.
2. Graduale abbandono della teoria del trauma come causa delle nevrosi. Disturbi psichici posso derivare da
carenze affettive, complesse interazioni patologiche fra le aspettative affettive dei genitori e quelle dei
bambini… tema controverso.
3. Importanza gradualmente minore alla sessualità, che non è più il tema onnipervasivo. Da considerare che
modo di intendere la sessualità, praticarla, parlarla è profondamente cambiato. Prima forte repressione
sessuale per giovani e donne. Contesto culturale completamente cambiato.
4. Crisi degli aspetti di rigidità e stereotipia dell’interpretare analitico in ambito clinico. Oggi prevale
nell’insieme atteggiamento interpretativo cauto e propositivo anziché impositivo -> dev’essere assimilato e
accettato anche dal paziente (qualsiasi interpretazione sia, di un sogno, di un sintomo...)
5. Una maggiore attenzione agli aspetti relazionali e interpersonali della vita psichica, a svantaggio del tipo
di spiegazione tradizionale, centrato sulle dinamiche psicologiche interne al soggetto.
Tema del contro-transfert: più interessante contributo del pensiero post-freudiano alla pratica clinica e allo
studio della dinamica generale delle relazioni di aiuto.
6. Un modo meno meccanico e oggettivistico di intendere la vita psichica stessa, a vantaggio di
un’attenzione maggiore ai “vissuti” soggettivi, all’esperienza viva (sia dei pazienti che degli analisti).
7. La crisi del concetto di energia istintuale, e dunque del concetto freudiano di “pulsione”. Dimostrate
inesistenti dalla ricerca scientifica.
8. La riformulazione delle indicazioni cliniche del trattamento. Il modello nacque in base allo studio di
alcuni pazienti, affetti da forme di isteria, frequenti nell’Ottocento, ma oggi scomparse. Oggi più che affetti
da nevrosi, abbiamo disturbi della personalità: pertanto anche i metodi di cura si sono modificati, così come
teorie psicoanalitiche stesse. Trattamento psicoanalitico è diventato più un’esperienza maturativa e di
conoscenza di sé. Importanza crescente delle varie forme di psicoanalisi di gruppo.

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