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TP1007 PENTATEUCO E LIBRI STORICI 48

Israele in Egitto, l’esodo: storicità & realia

1. La stele di Merneptah (Museo egiziano, Cairo)

Incisa nel 1233 a.C. circa, nel quinto anno del Faraone
Merneptah (1238-1209 a.C.) (successore di Ramsete II). Elenca
una lista di popoli sconfitti in una campagna asiatica: “Israele
[IsrAr] è annientato e non ha più seme [discendenza,
posterità]”. Una battaglia non ricordata nella Bibbia?
Un’affermazione di propaganda? Ma se il Faraone menziona
Israele doveva esistere un’entità corrispondente, ma quale,
all’epoca? Una tribù che avrà dato il suo nome alla nazione in
seguito? Proto-Israeliti?

Qui sotto i segni IsrAr (Israele):

2. Gli Apiru e gli Ebrei

Diverse fonti del Vicino Oriente antico menzionano gruppi conosciuti sotto il nome di Apiru. È il
caso delle lettere di Amarna (Egitto, XIV sec. a.C.), corrispondenza diplomatica della corte d’Egitto
con i vassalli, fra l’altro di Canaan. Un certo
Abdi-Hepa, re di Urusalim (Gerusalemme) si
lamenta a causa di incursioni di Apiru: gli Ebrei?
L’ipotesi ha avuto gran successo ma non regge
all’esame critico: le due parole Apiru ed Ebrei,
sebbene assomiglianti, non sono apparentate;
“Apiru” non era una denominazione etnica (come
“Ebrei”) ma sociologica: erano briganti miseri e
semi-nomadi e formavano uno strato sociale
multietnico.

3. Semiti schiavi in Egitto

Pitture egiziane rappresentano schiavi di origine semitica o asiatica occupati alla fabbricazione di
mattoni (nell’iconografia egiziana, i semiti hanno tratti riconoscibili, per esempio, portano la barba).
D’altra parte vi sono stati tanti schiavi nell’Egitto antico: la presenza di un gruppo di schiavi ebrei non
è necessariamente legata alla vicenda raccontata nell’Esodo. Le città di Pitom e Ramses (Es 12,37)
sono conosciute, ma non abbiamo prove dell’impiego di schiavi ebrei nella loro costruzione.
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Semiti entrando in Egitto, ca. 1870 AC, dalla tomba di Khnumhotep, Beni Hasan, Egitto.

4. Il nome di Mosè

“La radice mosè significa in egiziano ‘generato da’, ‘figlio di’. Si ritrova in alcuni nomi di Faraoni
come Ramses o Ramsete, ‘figlio di Ra’ [il dio sole]; Tutmosis, ‘figlio di Tot’ [l’ibis, dio degli scribi];
Ahmosis, ‘figlio di Ah’. Il fatto ha la sua importanza. Si può in effetti affermare che questo nome non
può essere stato facilmente ‘inventato’. Se gli Israeliti avessero avuto l’opportunità di darsi un eroe
nazionale, non gli avrebbero dato un nome egiziano, ma un nome tipicamente semitico, vale a dire
ebraico. Mosè, pertanto, non è un personaggio del tutto ‘inventato’. Però è difficile poter dir di più”
(SKA, Parola, 48).

5. L’itinerario dell’uscita d’Egitto

È poco probabile che gli Israeliti abbiano scelto l’itinerario del Mar Rosso (in ebraico “Mar dei
Giunchi”), troppo profondo. Si deve piuttosto pensare ai laghi (“Laghi Amari”, sulla cartina “Bitter
Lakes”) o una laguna vicina al Mediterraneo. Ma, nel caso di Es 14, la prospettiva di fede conta più
dei parametri geografici.

Cfr. J.L. SKA, La Parola di Dio nei racconti degli uomini, Assisi 1999, 48-50; 56; 80-84.
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IL
LIBRO DELL’ESODO

Esposizione

Quadro 1,1-6
Israele schiavo; gioventù di Mosè 1,7–2,22
Quadro 2,23-25
YHWH si rivela; vocazione di Mosè; 5 obiezioni 3-4
Fallimento di una prima missione; conferma; genealogia 5,1–6,27

Confronto

Prologo 6,28–7,13
Prime nove piaghe 7,14–10,29
Decima piaga; Pasqua; esodo 11,1–13,16
Passaggio del mare 13,17–14,31
Conclusione: inno 15,1–18 (21)

Introduzione: avvicinarsi del Sinai

Crisi: bere, mangiare, governare 15,22–18,27

Rivelazione del Sinai e alleanza I

Testo narrativo 19,1-25


Testo normativo: Decalogo 20,1-17
Testo narrativo 20,18-21
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Testo normativo: Codice dell’alleanza 20,22–23,19


Testo narrativo 24,1-18
Istruzioni di YHWH: il santuario e il culto 25–31

Rivelazione del Sinai e alleanza II

Crisi: idolatria del popolo; mediazione di Mosè 32


Rivelazione e alleanza 33–34
Mosè e gli artigiani eseguiscono le istruzioni 35–39
Conclusione (istruzione/esecuzione): il santuario in uso 40

Cf. J.-P. FOKKELMAN, Exodus, in R. Alter et F. Kermode, ed., Literary Guide to the Bible, Harvard
1987, 88-97.
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ESODO 1–11

Israele schiavo

Es 1,1: “Questi sono i nomi dei figli d’Israele entrati in Egitto”.


Es 1,9: “Ecco che il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più forte di noi”.

→ Passare della Genesi all’Esodo è passare dalla storia familiare alla storia politica: Israele nasce
come popolo, figlio primogenito di Yhwh (“Mio figlio primogenito è Israele” [4,22]). La nascita
propriamente detta succede nel passaggio del mare. Per Israele le acque si fenderono – come si fende
la matrice per un primo nato. Questa nascita si fa per dissociazione dall’ “altro” di Israele – l’Egitto,
con cui la congiunzione è funesta. Mosè è il primo a portare in lui questa congiunzione, esso in cui i
due popoli fanno uno.

Es 1,13-14: “Allora gli Egiziani asservirono (vayya‛abîdu, √ ‛abad) i figli d’Israele trattandoli con
durezza. Resero loro amara la vita mediante una dura servitù (‘abodah, √ ‛abad)”.

Es 3,12: “Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo
dall’Egitto, servirete (ta‛abdun, √ ‘abad) Dio su questa montagna”.

→ ‘abad in quanto parola chiave del libro dell’Esodo: Dalla servitù al servizio (G. Auzou).

Gioventù di Mosè

Es 2,1-10: Mosè, salvato dalle acque, anticipa in sé il destino del suo popolo.

Leggenda di Sargon di Akkad (2334-2279 a.C.)


(tavolette del VIII-VII sec. a.C)

Mia madre fu scambiata alla nascita, mio padre non lo conobbi. […]. La mia madre
mi concepì, in segreto mi partorì. Mi mise in un cesto di giunchi, col bitume ella
sigillò il coperchio. Mi gettò nel fiume che si levò su di me. Il fiume mi trasportò e mi
portò ad Akki, l’estrattore d’acqua. Akki, l’estrattore d’acqua, mi prese come figlio e
mi allevò. Akki, l’estrattore d’acqua, mi nominò suo giardiniere. Mentre ero
giardiniere, Ishtar mi garantì il suo amore e per quattro e […] anni esercitai la
sovranità. (Re 1907, 87-96)
Testa in bronzo di dignitario accadico
(forse Sargon o Naram-Sin),
conservata al Museo nazionale di Baghdad

Dio appare a Mosè e gli dà la sua missione (Es 3,1-10)

Es 3,2a: “L’angelo di Yhwh gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto”.
→ comunicazione dal narratore al lettore, che gode di un tempo di anticipo.

Es 3,2b: Egli guardò ed ecco


[punto di vista interno]: il roveto ardente per il fuoco, e il roveto non [è] consumato.

Es 2,23-25  Es 3,7
Dio vide i figli d’Israele “ho visto la miseria del mio popolo in Egitto”
Dio ascoltò il loro lamento “ho ascoltato il suo grido a causa dei suoi
sovrintendenti”
Dio conobbe “conosco le sue sofferenze”
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Le cinque obiezioni del profeta (3,11–4,17)

Es 3,11: “Chi sono io per andare dal faraone?”


→ v. 12: “Io sarò con te”

Es 3,13: “Mi diranno: ‘Qual è il suo nome?’”

Es 3,14: Ehyeh asher ehyeh

► “Io sarò quello che sarò”


→ Identità di Yhwh da trovare nel futuro

“My presence will be something as undefined, something which, as my nature, is more and more
unfolded by the lesson of history and the teachings of the prophets, will prove to be more than any
formula can express” (M. GREENBERG, Understanding Exodus, New York 1969, 83).

► “Sono solito essere quello che son solito essere”


→ Identità di Yhwh da trovare nel passato: “sarò per i figli quello che sono stato per i padri”, cfr. v. 6:
“Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”.

Es 3,15: “Yhwh, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a
voi”.
→ Dio ricorre in fine al nome suo in circolazione nel popolo (cfr. Gen 15,7; 28,13), che gli Israeliti
potranno riconoscere. Ma Mosè, in quanto profeta, e il lettore dietro di lui, sanno ormai che dietro al
nome alla terza persona (Yhwh – Y è un prefisso della terza persona) si nasconde il nome alla prima
persona (’ehyeh – ’ è un prefisso della prima persona).

Es 4,1: “Ecco, non mi crederanno”

Es 4,10: “Sono impacciato di bocca e di lingua”


→ v. 12: “Io sarò con la tua bocca”

Es 4,13: “manda chi vuoi mandare!”


→ v. 15: “Io sarò con la tua e la sua bocca”

Prime nove piaghe (Es 7,14–10,29)

Dio → il cuore di Faraone Faraone → il proprio cuore


Indurirò il suo cuore
4,21; 7,3; 14,4.17
Dio indurì Il cuore di Faraone si indurì – Faraone indurì il
suo cuore
9,12; 10,1.20.27; 11,10; 14,8 7,13.14.22; 8,11.15.28; 9,7.34.35

Dio ______annuncia fin dal v. 4,21, che rimane signore della storia, anche quando è fatta dagli indurimenti
umani.

Fallimento di una prima missione

Es 4,24-26: “sposo di sangue”: Tsippora “effettua” la parentela di sangue fra il gruppo e Dio.
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1. Both Jacob and Moses do something that is morally ambiguous (deception of father [Gen. 27],
killing of Egyptian [Exod. 2.11-15]) and consequently have to flee.
2. Both have a meeting with God at a holy place, which prepares them for what lies ahead
(Bethel, Gen. 28:10-22; Horeb, Exod. 3.1-4.17).
3. Both meet their wife-to-be at a well (Gen. 29.1-14; Exod. 2.15b-21).
4. Both are told by God to return to the place from which they are originally fled (Gen. 31.13;
Exod. 4.18-20).
5. Both have mysterious and threatening night encounters with God (Gen. 32.22-32; Exod. 4.24-
26).
R.W.L. MOBERLY, Genesis and Exodus, Sheffield 2001, 118.

Es 5,22-23: “Allora tu dirai al faraone: ‘Così dice Yhwh: Israele è il mio figlio primogenito. Io ti
avevo detto: lascia partire il mio figlio perché mi serva!’”.

Yhwh, go’el - redentore di Israele

→ In quanto parente vicino “consanguineo” di Israele, Dio assume i doveri del go’el, cioè del
redentore. Uno di questi doveri è l’obbligo del riscatto di un membro della famiglia caduto nella
schiavitù (cfr. Lv 25).

→ Es 6,6-7: “Io sono Yhwh! Vi sottrarrò ai lavori forzati degli Egiziani, vi libererò dalla loro
schiavitù e vi riscatterò (ga’altî) con braccio teso e con grandi castighi. Vi prenderò come mio popolo
e diventerò il vostro Dio”.

Ma il go’el è anche tenuto a non lasciare impunita una effusione di sangue innocente (Nm 35,12-32;
Dt 19,6.12).

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