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DIRITTO INTERNAZIONALE

LO STATO
DEFINIZIONE: In diritto internazionale per personalità o
soggettività giuridica si intende quella astratta attitudine di un
ente a diventare titolare di diritti ed obblighi previsti dalle
norme di diritto internazionale.
STORIA: viene inteso come stato quell'organizzazione politica
che ha visto il suo fondamento con il trattato di Vestfalia che
segnò il tramonto dell'Impero e del Papato nel 1648. Con la
pace di Vestfalia nasce un nuovo ordine mondiale.
TRATTATO DI VESTFALIA: Conclusa nel 1648 con i trattati di
Münster e di Osnabrück, la Pace di Vestfalia mette fine alla
guerra dei Trent'anni, uno dei conflitti più sanguinosi della
storia; mentre l'Europa moderna si forma attorno agli stati-
nazione, una nuova organizzazione delle relazioni
internazionali appare all'orizzonte. Sarà questo modello a
condizionare la geopolitica per oltre due secoli; la Pace di
Vestfalia è la conclusione di lunghi negoziati che, per una lunga
serie di anni, mirano a porre un termine alla Guerra dei
Trent'anni; la Guerra dei Trent'anni genera una netta
mutazione della geopolitica europea, con il regresso di grandi
imperi e la comparsa di stati moderni, di cui la Francia
costituisce, con la Svezia, una delle emanazioni. Francia, Svezia
e Olanda sono i grandi vincitori, l'Inghilterra assente per
motivi interni ha una collocazione particolare nell'ambito
dell'Europa, sul cui scenario giocherà il ruolo di arbitro
dell'equilibrio formatosi dopo il 1648. Il sistema geopolitico
nato dalla pace di Vestfalia ingloba quasi tutta l'Europa,
compresa la Russia.
LE QUATTRO CONSEGUENZE:
1. fine del conflitto
2. ridisegnare la carta geopolitica dell'Europa con un centro
di gravità che si sposta dal centro-sud (Spagna, Sacro
Romani Impero-Austria) verso ovest e il nord (FR, Olanda,
UK, Svezia)
3. stabilire due pilastri essenziali: il mantenimento
dell'equilibrio delle potenze e il rispetto assoluto della
sovranità nazionale degli stati appartenenti al sistema e
dal quale saranno esclusi, ad es, i paesi extraeuropei
“colonizzabili”
4. mettere fine all'idea che ci si faceva della cristianità nel
medioevo, quella cristianità che Carlo V, nel secolo
precedente, pretendeva ancora di riunificare sotto la
bandiera degli Asburgo. Con Vestfalia è l'Europa che si
avvantaggia sulla cristianità. Evapora il concetto di
un'Europa Cristiana sotto forma di una monarchia
universale gravitante attorno al binomio Roma- casa
d'Asburgo.
GLI ELEMENTI DELLO STATO: Lo stato e la sua entità interna
può essere determinata nei seguenti modi:
-Stato ordinamento: che indica l'ordinamento giuridico statale
nel suo complesso;
-Stato apparato o Stato governo: che indica l'apparato
burocratico e le strutture di vertice dello stato;
-Stato comunità: che indica l'insieme dei soggetti appartenenti
alla comunità statale.
DUE REQUISITI:
1. effettività o sovranità interna: si intende la capacità di
governare o di esercitare la propria potestà di imperio
sulla comunità che è stanziata sul proprio territorio. Delle
funzioni sovrane su un territorio e su una popolazione a
prescindere dal modo in cui lo stato è venuto ad avere la
titolarità su tali funzioni sovrane e dalle modalità del loro
stesso esercizio;
2. indipendenza o sovranità esterna: si intende in questo caso
la titolarità da parte dello stato stesso di una esclusività
sulla competenze sul suo territorio: da questo ne deriva
una capacità di intrattenere anche relazioni con altri
soggetti di diritto internazionale e la titolarità esclusiva
prevede che lo stato non subisca interferenze esterne
sulla propria sovranità interna. L'indipendenza è esclusa
nei seguenti casi:
• Stati membri di Stati federali o Stati federati, in questo
caso vengono riconosciuti a questi stati solo alcune
competenze esclusive mentre altre spettano al governo
federale (es. politica estera e difesa militare)
• Confederazione di Stati, che sono essenzialmente unioni
di stati indipendenti e sovrani;
• Governi fantoccio, sono quegli specifici stati che sono
totalmente assoggettati e sottoposti a un totale controllo
di un altro stato;
• Risulta evidente in questo caso la mancanza di uno degli
elementi sopracitati l'indipendenza o sovranità esterne,
questi vengono considerati privi di personalità
internazionali;
• Territori o enti posti sotto amministrazione
internazionale provvisoria, in questo caso l'attività di
governo viene esercitata essenzialmente da organismi
internazionali. Non possono essere per cui qualificati
come soggetti internazionali in quanto difettano del
requisito dell'Indipendenza.
Ai sensi del Capitolo XI della Carta delle Nazioni Unite, i
Territori non autonomi sono definiti come “territori il cui
popolo non ha ancora raggiunto una piena misura di
autogoverno”. L'Assemblea Generale, con la sua risoluzione
66(I) del 14 dicembre 1946, annotò un elenco di 72 territori a
cui si applicava il capitolo XI della Carta. Nel 1963, il Comitato
speciale sulla situazione per quanto riguarda l'attuazione della
dichiarazione sulla concessione dell'Indipendenza ai paesi e ai
popoli coloniali (noto anche come il “Comitato Speciale per la
Decolonizzazione” o il “C-24”) ha approvato un elenco
preliminare dei Territori ai quali si applicava la Dichiarazione
(A/5446/Rev.1,allegato I);
Oggi, 17 Territori non autonomi, come elencati di seguito,
restano all'ordine del giorno del C-24. Gli Stati membri che
hanno o assumono responsabilità per l'amministrazione di tali
Territori sono chiamati Poteri amministratori. Amministrati da
USA, UK, FR e Nuova Zelanda, sono 17 i territori non autonomi
attualmente presenti nella lista delle Nazioni Unite;
PAESI AMMINISTRATI DAGLI USA: le Isole Vergini Americane
ai Caraibi, più Guam e Samoa Americane nel Pacifico: i tre
territori fanno parte della lista stilata dall'Onu, ma non
rivendicano maggiore autonomia;
PAESI AMMINISTRATI DA UK: sono 10 i territori non autonomi
legati al UK. Tra Atlantico e Caraibici ci sono Anguilla,
Bermuda, Isole Cayman, Isole Vergini Britanniche, Montserrat,
Isole Falkland (rivendicate dall'Argentina, come Isole Malvine),
Sant'Elena, Turks e Caicos. Nel Pacifico il UK amministra le
Isole Pitcairn, mentre in Europa Gibilterra;
PAESI AMMINISTRATI DALLA FRANCIA: la Nuova Caledonia, i
cui abitanti nel 2018 hanno detto “no” al referendum
sull'indipendenza, e la Polinesia Francese, retta da uno statuto
di grande autonomia;
PAESI AMMINISTRATI DALLA NUOVA ZELANDA: le Isole
Tokalu sono tre atolli dipendenti dalla Nuova Zelanda. Il capo
di Stato di questo territorio non autonomo è Carlo III re
d'Inghilterra e precedentemente la Regina Elisabetta II, in
quanto la stessa Nuova Zelanda fa parte del Commonwealth.
+IL SAHARA OCCIDENTALE, l'ultima colonia dell'Africa, fino al
1976 amministrato dalla Spagna, è un territorio conteso dal
Marocco, che lo dichiara parte integrante del suo regno, e dal
Fronte Polisario, che controlla circa il 20% della sua superficie.
I MICROSTATI: tra i quali Andorra, San Marino, Principato di
Monaco, Stato della Città del Vaticano ed altri ancora, sono
caratterizzati da una ridottissima estensione del loro territorio
ed anche da un limitato numero di abitanti; anche a questi
viene comunque riconosciuta dal diritto internazionale una
loro soggettività sempre che non siano subordinati alla
sovranità in altri ordinamenti stranieri.
GOVERNI IN ESILIO: in questo caso pur esistendo l'elemento
dell'Indipendenza e della sovranità interna manca la presenza
di un territorio; sono quindi caratterizzati dalla presenza di un
elemento personale, cioè il popolo, ma difettano di un
territorio su cui esplicare la propria potestà di imperio. Il
diritto internazionale in questo caso non attribuisce loro
soggettività in assenza di un elemento spaziale, cioè il
territorio stesso.
STATI DICHIARATI FALLITI: anche a questi è negata la
soggettività; riguarda quegli stati i cui governi sono talmente
deboli e inefficienti da perdere il monopolio dell'uso della
forza, il controllo di una parte del territorio e delle strutture
economiche, politiche e sociali tra questi lo sono stati la
Somalia, l'Afghanistan, l'Iraq, la Repubblica Democratica del
Congo... chi decide che uno stato è fallito e perché? Il diritto
internazionale giustifica., attraverso l'uso di strumenti
legittimi, il perseguimento di scopi e fini discutibili dal punto
di vista della loro legittimità.
IL RICONOSCIMENTO:
CONCETTO: è un atto unilaterale discrezionale di natura
politica, attraverso questo uno stato conferma e ammette che
una determinata entità politica presenti i requisiti necessari
previsti dalla comunità internazionale affinché ottenga la
personalità giuridica;
RISULTA fondamentale che uno stato sia riconosciuto almeno
da una parte degli altri membri della comunità internazionale;
DISTINZIONE: il riconoscimento di uno stato va tenuto distinto
dal riconoscimento di un governo, sono due elementi
essenziali differenti:
1. riconoscimento di uno stato: ha un valore essenzialmente
giuridico e ricalca i criteri sopracitati;
2. riconoscimento di un governo: riveste un carattere
prevalentemente politico;
MODELLI DI RICONOSCIMENTO:
1. de jure: caso in cui uno stato preesistente ritiene legittima
la creazione del nuovo stato il tutto ovviamente dopo aver
esaminato i criteri di cui sopra;
2. de facto: caso in cui lo stato presidente prenda puramente
atto della nascita del nuoco stato. Si differenzia dal
metodo de jure in quanto lo stato preesistente non si
pronuncia sulla legittimità o meno della costituzione del
nuovo stato;
3. espresso: mediante un atto formale;
4. tacito: caso in cui il comportamento del nuovo stato sia
tale da rendere impossibile la necessità di valutare se vi
siano o meno gli elementi della soggettività.
VALORE DEL RICONOSCIMENTO: la dottrina legge in vari modi
il riconoscimento della creazione di un nuovo stato da parte di
stati preesistenti:
1. carattere costitutivo: si ritiene che il riconoscimento sia
condizione sine qua non affinché si acquisti la
soggettività internazionale;
2. valore dichiarativo: consiste invece in una presa d'atto
della creazione e della nascita di un nuovo stato;
3. attribuire un valore costitutivo al riconoscimento stesso
viene ritenuto un elemento inaccettabile in quanto
risulterebbe che uno stato sarebbe frutto di un accordo
quando invece questo esiste in quanto tale;
quindi non è una concessione da parte di altri Stati;
ISOLA DELLE ROSE: Nome ufficiale della Repubblica
Esperantista dell'Isola delle Rose, una piattaforma artificiale di
400 m² che sorgeva nel mare Adriatico, aveva una lingua
ufficiale, che era l'esperanto, un governo, una moneta... non fu
mai formalmente riconosciuta dagli altri paesi nel mondo
come nazione indipendente; occupata dalle forze di polizia
italiane nel 1968, ha subito un blocco navale, demolita nel
febbraio 1969, un simbolo di non omologazione e del rifiuto di
eseguire ordini che non hanno altro scopo se non quello di
mantenere lo status quo; scopo era creare uno stato del tutto
slegato da quello italiano, autonomo anche fiscalmente, un
esperimento di libertà tradotto in un film.
SEALAND: il principato di Sealand (terra del mare) è una
micronazione situata a poche miglia dalla costa Inglese, si
tratta di una struttura artificiale creata dal governo del UK
durante la seconda guerra mondiale, viene occupata fin dal
1967 Paddy Roy Bates e i suoi compagni, viene proclamata
principato con sovranità indipendente; Sealand in realtà non è
riconosciuta come Stato sovrano da nessuno Stato del mondo;
sono trascorsi oltre 50 anni e Sealand ha, una bandiera bianco-
rosso-nera, uno stemma, un inno, costituzione, moneta (il
dollaro di Sealand, in argento, ancorato a quello USA),
francobolli, titoli nobiliari...la famiglia regnante ha sventato
persino un golpe. Paddy Roy Bates è il principe, Joan la
principessa, figli Micheal di 14 anni e Penelope di 16, ha anche
una squadra di calcio.
PALESTINA E ISRAELE: la storia di una terra contesa;
dopo la seconda guerra mondiale Israele si dichiara stato
indipendente, 14 maggio 1948; gli stati arabi considerano la
creazione dello stato ebraico – fondato su basi religiose e
razziali – un atto di forza intollerabile; iniziò una lunga
stagione di sconfitte militari; lo stato Palestinese gode
attualmente del riconoscimento bilaterale di 139 stati (il 70%
dei Paesi membri delle Nazioni Unite), i paesi come gli USA, il
Canada e altri paesi dell'Europa occidentale non hanno ancora
identificato l'indipendenza della Palestina, altri stati membri,
come l'Ungheria e la Polonia, lo avevano invece riconosciuto
prima ancora di entrare a far parte dell'Unione.
ELEMENTI COSTITUTIVI:
-territorio elemento spaziale,
-popolo elemento personale,
-governo elemento organizzativo,
il venir meno di uno di esse ha come conseguenza l'estinzione
dello Stato.
IL TERRITORIO: è la sede su cui stabilmente è organizzata la
comunità statale e sul quale lo Stato esercita la propria
sovranità in modo effettivo e indipendente;
LA CROSTA TERRESTRE: differenti parti della crosta terrestre
1. terraferma: delimitato da confini naturali o artificiali non
necessariamente geograficamente contigui,
2. il mare territoriale: è un'estensione dalla costa di 12
miglia come previsto dall'art.2 del Codice della
Navigazione Italiano e gli art.2-3 della Convenzione di
Montego Bay,
3. la piattaforma continentale: i fondi marini e il loro
sottosuolo al di là del mare territoriale. Questa si estende
fino al limite esterno del margine continentale o fino a
200 miglia marine dalle linee base a partire dalle quali è
misurata l'ampiezza del mare territoriale (art.76 della
Convenzione di Montego Bay 1982),
4. lo spazio aereo: sovrastante la terraferma e il mare
territoriale con esclusione dello spazio extra atmosferico,
5. il sottosuolo: nei limiti della loro effettiva utilizzabilità,
6. il territorio fluttuante: si intendono le navi e gli aerei
mercantili in viaggio in alto mare e sul cielo sovrastante e
le navi e gli aerei militari ovunque si trovino,
I CONFINI: “definire un territorio significa definire le sue
frontiere” Corte Internazionale di Giustizia; i confini possono
essere definiti attraverso un accordo, artificiali, naturali come
un fiume o una montagna.
I MUTAMENTI TERRITORIALI: producono effetti differenti
sulla applicabilità dei trattati in base alla loro natura:
-IL TRASFERIMENTO: di parte del territorio di uno Stato a un
altro non provocherà né la nascita né l'estinzione di una nuova
entità statuale, bensì la sola applicazione del principio di
mobilità delle frontiere nella porzione di territorio trasferito,
sul quale non produrranno più effetti i trattati stipulati dallo
stato precedente ma solo quelli dello stato successore che
riceve il territorio,
-FUSIONE O UNIFICAZIONE: in questo caso vi è l'estinzione
degli Stati interessati precedenti e la nascita di un nuovo Stato,
spesso nasce uno stato federale e in tal caso resteranno in
vigore i soli trattati localizzabili conclusi dagli stati
preesistenti,
-CONFEDERAZIONE DI STATI: i loro membri mantengono la
propria indipendenza quindi non rientra in questa fattispecie,
-INCORPORAZIONE O ANNESSIONE: di uno stato in un altro, la
conseguenza è l'estinzione dello stato che viene incorporato,
vedi il Tibet e la Cina, in questo caso si estingue lo stato che
viene incorporato con tutti i suoi trattati e l'applicazione di
tutti i trattati conclusi dallo stato incorporante,
-SMEMBRAMENTO O DISTRUZIONE: in questo caso comporta
l'estinzione automatica di quest'ultimo con la formazione di 2
o più stati sovrani indipendenti che si spartiranno il territorio,
si applicheranno i trattati dello stato preesistente,
-DISTACCO, SECESSIONE O SEPARAZIONE: caso in cui una
parte del territorio di uno stato ottiene l'indipendenza e da
questa si produce la costituzione di un nuovo stato senza
ovviamente che lo stato preesistente si estingua, capire la
differenza con lo smembramento nel quale caso lo stato
preesistente si estingue creando due o più nuovi stati, nel caso
del distacco lo stato preesistente non si estingue ma verranno
a formarsi uno o più nuovi stati con il permanere dello stato
preesistente,
IL POPOLO E LA CITTADINANZA: il popolo è l'insieme degli
individui che vivono stabilmente su un determinato territorio
e sono sottoposti da potestà di un proprio governo, retti da un
ordinamento giuridico originario, i cittadini vengono in questo
caso identificati come titolari di uno status. A questo status
sono riconosciuti una serie di diritti e doveri. Agli stranieri ai
quali non è riconosciuto lo status di cui sopra sono comunque
riconosciuti i diritti fondamentali dell'uomo,
CRITERI PER IL CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA:
-Ius sanguinis prevede che sia cittadino di uno stato chi nasce
da padre cittadino o, se figlio naturale, da madre cittadina;
-Ius soli è cittadino chiunque nasce sul territorio di uno stato
(dopo i 18 anni di età)
-matrimonio
-adozione
-naturalizzazione (10 anni)
i criteri di riconoscimento non sono uniformi per tutti gli stati
e possono verificarsi due ipotesi anomale:
1. bipolidia: il caso in cui un soggetto è considerato cittadino
da due diversi stati,
2. apolidia: quando una persona perde la propria
cittadinanza originaria per una qualsiasi causa e non ha i
requisiti per acquistare la cittadinanza di un altro stato;
LA Sovranità: la sovranità è identificata in diritto
internazionale con l'indipendenza ed è caratterizzata dal fatto
che lo stato non è sottoposto a nessuna autorità superiore,
esercitata dagli organi che esercitano la potestà di imperio,
assemblea generale delle Nazioni Unite. Dichiarazione sui
principi di diritto internazionale relativi alle relazioni fra Stati:
“ciascuno stato ha il diritto inalienabile di scegliere il suo
sistema politico-economico-sociale e culturale senza alcuna
forma di ingerenza da parte di un altro stato”
Caratteristiche:
1. piena, è lo stato che stabilisce le sue prerogative sul suo
territorio
2. autonoma, il carattere dell'indipendenza è fondamentale
in quanto non può essere sottoposta ad ordini, direttive
derivanti di altri stati,
3. esclusiva, sul suo territorio lo stato ha il monopolio dei
poteri legislativo-esecutivo e giudiziario,
Con il concetto di sovranità territoriale si intende il diritto di
esercitare in maniera esclusiva il potere di governo sulla
propria comunità territoriale e lo stato è l'unico soggetto che
può avere più potere su quel determinato territorio, ecco cosa
prevede la potestà d'imperio: il diritto di esercitare in totale e
completa autonomia le funzioni pubbliche che inevitabilmente
comporta il diritto di decidere la propria organizzazione
politica-giuridica.
Lo stato è l'unico soggetto internazionale a godere del diritto
di sovranità territoriale=cioè il diritto di esercitare in
maniere esclusiva il potere di governo sulla propria comunità
territoriale:
1. il diritto di esercitare autonomamente le funzioni
pubbliche quindi la possibilità di decidere la propria
organizzazione politica e giuridica;
2. le pressioni o altre forme di ingerenza da parte dei
soggetti terzi sono illegittime di fatti la sovranità
territoriale prevede la completa esclusività dell'esercizio
del potere sovrano;
3. ogni violazione della sovranità territoriale di uno stato da
parte di soggetti terzi quindi che può avvenire attraverso
forme di pressione o ingerenze va ritenuta un illecito
internazionale.
Conseguentemente questo comporta una forma di
responsabilità internazionale del soggetto trasgressore, cioè
colui che ingerisce;
Un esempio interessante di violazione delle norme sulla
sovranità territoriale è quello avvenuto dalla cattura del
criminale nazista Eichmann avvenuta nel 1960.
Eichmann è stato “catturato” dagli agenti Israeliani in
territorio Argentino, a conseguenza di questo atto il Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite impose al governo Israeliano
un risarcimento al governo Argentino proprio a fronte
dell'illecito della cattura che fu una violazione delle norme
sulla sovranità territoriale ed anche essendo una missione
clandestina*
LA DOMESTIC JURISDICTION=la sovranità territoriale prevede
l'esclusività e la possibilità di organizzare autonomamente la
propria organizzazione politica e giuridica. La Domestic
Jurisdiction o competenza domestica o dominio riservato può
essere ascritto in tutte quelle attività dello stato che sono
ritenute libere da obblighi derivanti dal diritto internazionale,
esenti da qualsiasi intromissione terza, in pratica tutte quelle
materie nelle quali non può intervenire nessuna
organizzazione Internazionale e sono lasciate allo stato
membro.
LA TUTELA DELLA PACE E DEI DIRITTI DELL'UOMO
La tutela della pace nel tempo è diventato un principio
assoluto che va ritenuto superiore a quello della Domestic
Jurisdiction,
CONSEGUENZE: ha legittimato l'intervento militare delle
Nazioni Unite in occasione di alcune guerre civili come quella
in Somalia e in Ruanda. La Somalia e il Somaliland, territorio
rivendicato ma non controllato e la cui separazione dalla
Somalia non è riconosciuta dalla totalità della comunità
internazionale. Con la Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'Uomo del 1948 è stata fortemente ridimensionato il
concetto di Domestic Jurisdiction. Prevede che non siano
consentite violazioni dei diritti umani: la tortura, le pene
disumane e il ricorso a trattamenti degradanti per la dignità
dell'uomo.
PRINCIPIO DI NON INGERENZA: dal Congresso di Vestfalia
del 1648 ne deriva il concetto di uguaglianza sovrana di tutti
gli stati, un ipotetico confronto tra pari, che comporta che ne
scaturisca il principio della non ingerenza da parte di terzi
negli affari interni di uno stato, ciò comporta che sia per gli
Stati terzo che per le organizzazioni internazionali vi è il
divieto di intervenire nelle scelte politiche interne e
internazionali di un altro stato, verranno considerate
violazioni della sovranità territoriale le interferenze
provenienti dall'esterno; le interferenze dovranno essere tali da
recare un concreto pregiudizio alla possibilità dello stato di
gestire il proprio ordinamento in modo autonomo, non
essendo più in grado di garantire i valori essenziali, va però
evidenziata una tendenza fortemente marcata nella comunità
internazionale odierna di una chiara e progressiva regressione
del concetto di sovranità, Sovranità alla quale gli stati stanno
progressivamente rinunciando, diminuendo la propria
autonomia in favore di una salvaguardia del pianeta,
iscrivendo tutti gli stati in un concetto di interdipendenza
planetaria e universale.
L'IMMUNITÁ
DIPLOMAZIA: il complesso dei procedimenti attraverso i quali
uno stato mantiene le proprie relazioni internazionali, l'arte di
trattare, per conto dello stato, affari di politica internazionale.
Il complesso degli organi (agenti diplomatici permanenti e
speciali, capo dello stato, ministro degli Affari Esteri) per
mezzo dei quali uno stato mantiene i rapporti internazionali
con gli altri stati.
FARNESINA: sede del Ministero degli affari esteri della
Repubblica Italiana, ministero degli affari esteri e della
cooperazione internazionale (MAECI) ha il compito di attuare
la politica estera dell'Italia e di rappresentare il Paese nel
contesto delle relazioni internazionali.
L'attuale ministro è Antonio Tajani, il precedente:Luigi di Maio.
DIPLOMATICO: un funzionario di uno Stato o di
un'organizzazione intergovernativa che intrattiene relazioni
con un altro Stato o un'organizzazione internazionale, organi
dello Stato che svolgono in territorio estero funzioni attinenti
alle relazioni internazionali. Secondo la Convenzione di Vienna
sulle relazioni diplomatiche del 1961, la quale ha codificato i
principi consuetudinari in materia, gli agenti rappresentano lo
Stato in un altro stato, curano gli interessi dello Stato d'invio e
dei suoi cittadini nel territorio di detto Stato. Hanno il potere
di negoziare accordi (trattati), promuovono le relazioni
amichevoli tra i due Stati, godono di immunità assoluta per gli
atti compiuti nell'esercizio delle loro funzioni.
AMBASCIATA: è una rappresentanza diplomatica di uno Stato
presso un altro Stato ospitante, di solito si trova nella capitale
di un Paese straniero, residenza o ufficio di un ambasciatore,
indica anche il complesso delle persone che ne fanno parte.
GLOBAL DIPLOMACY INDEX: USA hanno il maggior numero di
ambasciate e consolati (273), Cina (268), FR (266), Russia
(242), Giappone (229), Germania (224).
AMBASCIATORE: si intende l'agente diplomatico e, secondo le
norme del diritto internazionale, appartiene alla classe di
rango più elevato. Funzione: può essere posto a capo di una
missione diplomatica permanente del proprio stato presso un
altro stato. L'ambasciatore non è soggetto alle leggi dello stato
che lo ospita e rimane sottoposto all'autorità dello stato di
provenienza; gode delle immunità del paese in cui risiede:
immunità civili, penai e amministrative.
CONSOLATO: Uffici dove si svolge l'attività dei consoli, le
attività consolari sono disciplinate da norme contenute nei
trattati consolari e da consuetudini codificate nella
Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 1963.
CONSOLE: l'agente consolare o il console è un funzionario
attraverso il quale lo stato esercita attività del suo diritto
interno sul territorio di uno Stato.
DIFFERENZE:
-console: compiono atti giuridici di diritto interno, di natura
prevalentemente amministrativa, dello Stato per il quale
prestano servizio presso un altro stato;
-diplomatico: compiono atti giuridici di diritto internazionale
di natura politica.
Sul territorio nazionale vi è la presenza di rappresentanti di
altri stati e funzionali di organizzazioni internazionali al fine
dell'esercizio delle relazioni diplomatiche consolari; il diritto
internazionale impone allo stato ospitante l'obbligo di
riservare a questi un trattamento particolare che prevede uno
specifico regime di immunità.
IL REGIME DI IMMUNITÁ, riguarda:
1. gli stati stranieri,
2. gli agenti diplomatici e consolari degli stati stranieri,
3. le organizzazioni internazionali e i loro funzionari.
TRATTAMENTO DEGLI STATI STRANIERI, L'IMMUNITÁ
GIURISDIZIONALE: comporta che uno stato straniero non
possa essere chiamato in giudizio di fronte ad un tribunale di
un altro stato, norma di diritto internazionale che dovranno
applicare i giudici interni, difatti dichiareranno la propria
incompetenza processuale nell'eventualità che uno stato
straniero sia convenuto in un giudizio; è evidente in questo
caso l'elemento della uguaglianza sovrana tra stati. Soggetti
non giudicabili perché esplicano una funzione pubblica che va
imputata direttamente allo stato rappresentato. Sono
beneficiari dell'immunità della giurisdizione dello stato
territoriale:
-gli organi statali, purché godano di un potere effettivo;
-gli enti pubblici stranieri, che esercitano funzioni effettive di
governo e sono dotati di una personalità giuridica distinta da
quello dello stato.
ATTI SOTTOPOSTI AL REGIME DI IMMUNITÁ:
LA STORIA: fino all'inizio del secolo vigeva il principio
dell'immunità assoluta; tutti gli atti emanati da uno stato
venivano realizzati sotto il principio dell'immunità
giurisdizionale e quindi esenti della giurisdizione dello stato
territoriale;
Successivamente si afferma la teoria dell'immunità ristretta o
relativa che prevede due tipi di atti JURE IMPERII e JURE
GESTIONIS.
-JURE IMPERII: sono atti posti in essere da uno stato
nell'esercizio delle sue funzioni pubbliche e godono
dell'immunità giurisdizionale;
-JURE GESTIONIS: sono attività compiute da organi e
funzionari dello Stato aventi natura privatistica, per le quali lo
Stato e chi ne fa capo agisce in qualità di privato cittadino, non
godono dell'immunità giurisdizionale.
MODELLO DELLA LISTA: alcuni stati tra cui USA, UK non
applicano questa distinzione ma utilizzano il metodo della lista
nel quale vengono elencate specificatamente le ipotesi in cui
viene ammesso l'esercizio della giurisdizione; in tutte le altre
ipotesi, cioè quelle al di fuori della lista godono invece
dell'immunità giurisdizionale. Quindi tutto ciò che è elencati
può subire l'esercizio della giurisdizione ed al contrario ciò che
non è elencato gode dell'immunità giurisdizionale.
IMMUNITÁ DELL'ESECUZIONE FORZATA:
-JURE IMPERII: non è ammissibile l'esecuzione forzata su beni
destinati ad una pubblica funzione;
-JURE GESTIONIS: è ammissibile l'esecuzione forzata su beni
non destinati ad una pubblica funzione.
DEROGHE: due i casi in cui lo stato territoriale può derogare
alla norma sul riconoscimento e l'applicazione della immunità.
1.missioni clandestine*: il fatto stesso che uno stato straniero
senza il consenso dell'altro stato compia delle missioni
clandestine violando per cui il principio di sovranità
territoriale fa venire meno ogni forma di immunità.
2.crimini internazionali: questi sono commessi in violazione di
norme di ius cogens (norme consuetudinarie che sono poste a
tutela di valori considerati fondamentali e a cui non si può in
nessun modo derogare). Nel caso uno stato si sia macchiato di
crimini internazionali, questo potrebbe essere chiamato in
giudizio.
TRATTAMENTO DEGLI AGENTI DIPLOMATICI: le relazioni
diplomatiche permettono agli stati di risolvere e prevenire in
maniera pacifica l'insorgere di eventuali controversie; sono
strumenti essenziali di cooperazione e prevedono lo scambio
di agenti diplomatici.
PROCEDURA DI ACCREDITAMENTO DI UN DIPLOMATICO:
1. il ministero degli esteri dello stato che invia la propria
missione diplomatica, detto anche stato accreditante, è
tenuto a richiedere che la persona designata come capo
missione sia gradita allo stato ricevente, detto anche stato
accreditario.
2. allo stesso modo, in risposta, lo stato accreditario dovrà
comunicare allo stato accreditante se gradisce oppure
meno la persona designata, nel quale caso venisse
considerata persona non gradita, il diplomatico e/o
console non potranno esercitare legittimamente
l'esercizio delle loro funzioni.
3. Lo stato accreditante consegnerà all'agente diplomatico
una lettera credenziale, la lettera credenziale lo abiliterà
ufficialmente ad esercitare le funzioni relative alla sua
missione;
4. lo scopo della consegna all'agente diplomatico della
lettera credenziale è quello di far sì che l'agente presenti
tale lettera allo stato accreditario.
COMPITI DI UNA MISSIONE DIPLOMATICA caratterizzati da:
• hanno sede nella capitale dello stato accreditario,
• in permanente contatto con i suoi organi centrali,
consistono in:
• rappresentare lo stato di invio,
• proteggere gli interessi dello stato di invio nello stato
ospitante,
• fornire assistenza ai propri connazionali,
• negoziare con il governo dello stato che li ospita,
• inviare rapporti allo stato accreditante sui fatti che
accadono in quello accreditario,
• promuovere tra gli stati i rapporti amichevoli, relazioni
economiche, commerciali, culturali o di altro tipo.
STATUS DIPLOMATICO: alcune prerogative dell'ambasciatore
e degli altri diplomatici atte a garantire il libero svolgimento
delle funzioni relativo all'ufficio che rivestono; rappresentano
un'appendice esterna dello stato di appartenenza e per questo
motivo sono sottoponibili unicamente alle leggi dello stato di
appartenenza cioè lo stato di invio, detto anche stato
accreditante.
La commissione di diritto internazionale delle Nazioni Unite
ha codificato le norme relative allo status diplomatico nella
Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961.
NORME CONSUETUDINARIE: le norme che disciplinano lo
status diplomatico sono prevalentemente di natura
consuetudinaria:
1. ne impediatur legatio: lo stato ospitante non potrà
ostacolare l'operato della missione diplomatica anzi è
chiamato a limitare le proprie potestà sovrane;
2. par in parem non habet iudicium: principio
consuetudinario dell'uguaglianza sovrana degli Stati:
conseguenza è che la missione diplomatica e i suoi atti
non possono essere giudicati da un soggetto diverso dalla
persona dello stato territoriale; difatti la missione
diplomatica è il rappresentante ufficiale di uno stato
all'estero;
LE IMMUNITÁ DIPLOMATICHE: come visto è la non
processualità per atti, fatti e comportamenti posti in essere
all'estero dall'organo deputato alla funzione diplomatica; deve
considerarsi sempre esente dal comparire in giudizio dinanzi
ai tribunali dello stato accreditario. Sono previste immunità di
diverso grado a seconda se si tratti di:
1. giurisdizione penale
2. giurisdizione civile
LA GIURISDIZIONE PENALE art.31 convenzione di Vienna sulle
relazioni diplomatiche:
l'agente diplomatico gode dell'immunità dalla giurisdizione
penale dello Stato accreditario, per cui non vi è giustiziabilità
per gli atti relativi al suo ufficio e di quelli svolti dall'agente
diplomatico in quanto privato cittadino, il diplomatico gode di
un immunità assoluta dal momento dell'entrata in territorio
straniero fino alla sua partenza.
LA GIURISDIZIONE CIVILE art.31 convenzione di Vienna sulle
relazioni diplomatiche:
il diplomatico gode dell'immunità dalla giurisdizione civile e
amministrativa dello Stato in cui si trova, salvo il caso di:
a. azione reale: circa un immobile privato situato sul territorio
dello Stato accreditario, purché l'agente diplomatico non lo
possegga per conto dello Stato accreditante ai fini della
missione;
b. azione circa una successione: cui l'agente diplomatico
partecipi privatamente, e non in nome dello Stato accreditante,
come da esecutore testamentario, amministratore, erede o
legatario;
c. azione circa un'attività professionale o commerciale:
qualsiasi azione, esercitata dall'agente diplomatico fuori dalle
sue funzioni ufficiali nello stato accreditario.
GLI ALTRI TRATTAMENTI PRIVILEGIATI DAL REGIME
DELLE IMMUNITÁ art.29 convenzione di Vienna
• INVIOLABILITÁ PERSONALE: -profilo passivo, l'agente
diplomatico non può essere oggetto di arresto o
detenzione, elemento strettamente legato all'immunità
dalla giurisdizione penale; -profilo attivo, lo stato
territoriale deve fornire tutela e protezione contro
qualsiasi attentato alla sua persona, la sua libertà e la sua
dignità;
• INVIOLABILITÁ DEI LOCALI DELLA MISSIONE: lo stato
accreditante deve considerarsi esente da qualsiasi
imposta o tassa; lo scopo è quello di impedire allo stato
territoriale di mettere in difficoltà lo stato accreditario;
questi non possono essere sottoposti a perquisizione,
requisizione, sequestri o altre misure di esecuzione a
meno che non vi sia un consenso del capo della missione;
• INVIOLABILITÁ DEGLI ARCHIVI, DEI DOCUMENTI, DELLA
CORRISPONDENZA UFFICIALE E DELLA VALIGIA
DIPLOMATICA: affinché vi sia l'inviolabilità deve essere
apposto il sigillo dello stato accreditante sull'involucro
esterno dei pacchi.
IMMUNITÁ CONSOLARI: anche se in misura limitata in virtù
del diverso ruolo l'immunità alle sanzioni previste per
diplomatici si applicano anche se per i funzionari consolari; i
consoli sono spesso cittadini dello stato territoriale,
denominati consoli onorari, mandato di natura tecnico-
amministrativa.
LIMITAZIONI ALLE IMMUNITÁ CONSOLARI in tema di
immunità dalla giurisdizione penale:
per i consoli si applica l'art.41 della Convenzione di Vienna
sulle relazioni consolari che precisa che i “funzionari consolari
non possono essere posti in stato d'arresto o di detenzione
preventiva, se non in caso di crimine grave e a seguito di
decisione delle autorità giudiziaria competente”.
TRATTAMENTO DEI CAPI DI STATO STRANIERI E DEI
MILITARI ALL'ESTERO: i capi di stato godono degli stessi
trattamenti privilegiati riservati agli agenti diplomatici, i
militari che stazionano all'estero con il consenso dello stato
territoriale non godono delle norme sull'immunità diplomatica
TRATTAMENTO DELLE ORGANIZZAZIONI
INTERNAZIONALI: le organizzazioni internazionali e i loro
funzionari come per gli stati e i loro organi godono di alcuni
privilegi e immunità che seguono lo stesso concetto di
“nessuno stato deve creare ostacoli alle missioni diplomatiche”
(né impediatur legatio)
ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI: privilegi e immunità:
• inviolabilità dei locali nei quali svolgono la propria attività,
quindi l'impossibilità per lo stato ospitante di accedere ai
locali, no perquisizioni, no confische, no espropriazioni...
che possano impedire l'attività alle organizzazioni
internazionali;
• immunità dalla giustizia civile, principio: non si ha
giurisdizione tra eguali (par in parem non habet
iudicium)
• privilegi fiscali, rinuncia da parte dello stato ospitante nei
confronti di tali funzionari a qualsiasi forma di
imposizione;
• immunità dei funzionari dell'organizzazione, intesa come
immunità dalla giurisdizione dello stato territoriale;
TRATTAMENTO DEGLI STRANIERI E DEI LORO BENI NEL
TERRITORIO DELLO STATO: gli stranieri, a differenza degli
Stati stranieri e dei loro rappresentanti, sono sottoposti alle
leggi e alle giurisdizione dello stato territoriale senza
possibilità di poter accedere a tutti quegli incarichi e funzioni
pubbliche per cui è indispensabile dimostrare di avere la
cittadinanza, non ci sono limiti allo stato relativamente alla
ammissione degli stranieri sul proprio territorio lasciando
libera scelta delle proprie politiche migratorie; non ci sono
limiti nemmeno alle politiche di espulsione degli stranieri
purché questo non avvenga in modo tale da ledere i diritti
dell'uomo. Più specifiche invece sono le convenzioni dell'ONU
e interpretazioni estensive da parte della Corte Europea dei
Diritti dell'Uomo dell'art.3 della CEDU (Corte Europea dei
Diritti Umani) che sancisce il divieto di espulsione di individui
stranieri dallo stato territoriale se lo straniero è a rischio che
questi, rientrando nei paesi d'origine, siano sottoposti a
torture o altri trattamenti degradanti o inumani.
LA CEDU: CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI (Strasburgo)
La Corte europea dei diritti dell'uomo è un organo
giurisdizionale internazionale, istituita nel 1959 dalla
Convenzione europea per la salvaguarda dei diritti dell'uomo e
delle libertà fondamentali del 1950, per assicurarne
l'applicazione e il rispetto, vi aderiscono quindi tutti i 46
membri del Consiglio d'Europa.
Altro ancora è l'interpretazione dell'art.8 della CEDU “i diritti
al rispetto della vita privata e familiare” che impone allo stato
di non procedere all'espulsione in caso comporti una
ingiustificata e sproporzionata rottura della vita familiare;
• diritto consuetudinario, deve essere garantito il rispetto
dei diritti fondamentali dell'uomo. Lo stato è tenuto ad
adottare tutte le misure preventive e repressive
necessarie a tutelare lo straniero durante il suo soggiorno
nel territorio dello stato;
• diritto pattizio, possono esserci degli accordi che
assicurino un trattamento non discriminatorio per i
lavoratori stranieri, promuovendo l'uguaglianza fra essi e
i lavoratori nazionali.
MIGRANTE: viene spesso usato come un termine “ombrello”.
Secondo un glossario dell'Organizzazione internazionale per le
migrazioni, un'organizzazione nata nel 1951 e che collabora
strettamente con l'ONU, a livello internazionale non esiste una
definizione universalmente riconosciuta del termine. Di solito
si applica alle persone che decidono di spostarsi liberamente
per ragioni di “convenienza personale” e senza l'intervento di
un fattore esterno. Questo termine si applica quindi a persone
che si spostano in un altro paese o in un'altra regione allo
scopo di migliorare le loro condizioni materiali e sociali, le loro
prospettive future e quelle delle loro famiglie,
IL TRATTAMENTO DEI RIFUGIATI E DEI RICHIEDENTI
ASILO: RIFUGIATO
art.1 Convenzione di Vienna= rifugiato si intende lo straniero
che abbandona il paese d'origine nel “giustificato timore di
essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua
cittadinanza, la sua appartenenza ad un determinato gruppo
sociale o le sue opinioni politiche”. Rifugiato non è un sinonimo
di migrante perché ha un significato giuridico preciso. Nel
diritto internazionale, “rifugiato” è lo status giuridicamente
riconosciuto di una persona che ha lasciato il proprio paese e
ha trovato rifugio in un paese terzo. La sua condizione è stata
definita dalla Convenzione di Ginevra (relativa allo status dei
rifugiati) firmata nel 1951 e ratificata da 145 stati membri
delle Nazioni Unite. L'Italia ha accolto tale definizione nella
legge numero 722 del 1954.
APOLIDE: apolide si intende lo straniero che non vuole
rientrare nel proprio stato di origine, a questi vengono
attribuiti una serie di diritti garantiti dallo stato rifugio; spetta
a quest'ultimo tutelare l'apolide affinché: non subisca
discriminazioni, abbia diritto di accesso ai tribunali interni e
diritto ai documenti di viaggio tra gli stati contraenti la
Convenzione dei rifugiati 28 luglio 51. Secondo la Convenzione
di New York del 1954,l'apolide è una persona che non ha la
nazionalità di alcun paese. La nazionalità è il legame giuridico
che garantisce a ogni persona il godimento dei propri diritti:
l'apolide è dunque destinato all'invisibilità giuridica e può
incontrare difficoltà ad accedere alle cure sanitarie e agli studi.
Non ha accesso all'assistenza sociale, né al mercato del lavoro.
Non ha libertà di movimento. Non può spostarsi. Vive una
situazione di perenne irregolarità e può, di conseguenza,
essere soggetto a periodi di detenzione amministrativa e
ordini di espulsione.
RICHIEDENTI ASILO: i richiedenti asilo, sono differenti dai
rifugiati, e chiedono allo stato di rifugio di poter risiedere in
questo permanentemente; il loro status è definito all'interno
della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo”. Di
questa categoria fanno parte coloro che hanno lasciato il loro
paese d'origine e hanno inoltrato una richiesta di asilo in un
paese terzo, ma sono ancora in attesa di una decisione da parte
delle autorità competenti riguardo al riconoscimento del loro
status di rifugiati.
DIFFERENZA TRA RIFUGIATO E RICHIEDENTE ASILO: quando
una persona ha fatto richieste di protezione umanitaria ma
tale richiesta non è ancora stata espletata, ricade nella figura
del richiedente asilo, mentre quando la richiesta ha ricevuto
risposta, egli diventa un rifugiato qualora tale stato gli sia
riconosciuto.
CLANDESTINO: il clandestino è un migrante irregolare. In
Italia si è considerati “clandestini” quando, pur avendo
ricevuto un ordine di espulsione, si rimane nel paese. Dal 2009
in Italia la clandestinità è un reato penale. Nell'aprile del 2014
la Camera aveva approvato una legge sulle pene detentive non
carcerarie e il sistema sanzionatorio che prevedeva anche
l'abolizione del reato di clandestinità relativamente al primo
ingresso irregolare in Italia. La legge delegava il governo ad
adottare una serie di decreti attuativi per rendere effettiva
l'applicazione della legge, entro 18 mesi dalla sua entrata in
vigore: i decreti non sono stati ancora emanati;
PROFUGO: si tratta di una parola usata in modo generico che
deriva dal verbo latino profugere “cercare scampo”, composto
da pro e fugere (fuggire).
IL TRATTAMENTO DEI BENI DEGLI STRANIERI: il diritto
internazionale impone agli stranieri l'obbligo di rispettare e
non discriminare i beni e gli investimenti degli stranieri.
LA PROTEZIONE DIPLOMATICA: l'Istituto attraverso il quale
uno stato tutela i propri cittadini in ambito internazionale
quando questi abbiano subito un danno, alla loro presenza o ai
loro beni, da parte di uno stato terzo; ha valore sia per persone
fisiche che giuridiche. Sul piano internazionale lo stato che
viola le norme sul trattamento degli stranieri non viene
ritenuto responsabile nei confronti dello straniero, ma viene
ritenuto responsabile nei confronti dello stato di appartenenza
dello straniero. Difatti è lo stato di appartenenza dello
straniero è l'unico soggetto legittimato a richiedere una
ripartizione dei torti subiti; lo può fare ricorrendo alla
protezione diplomatica: proteste, contromisure e ritorsioni
avverso lo stato autore dell'illecito. Due elementi essenziali:
1. la nazionalità deve essere effettiva, deve esserci un
legame effettivo tra l'individuo e lo stato di appartenenza;
2. l'individuo deve aver esaurito dallo stato territoriale
considerato discriminatorio;
N.B. Lo stato può scegliere di intervenire o meno a tutela del
proprio cittadino all'estero. Il che fa spesso prevalere
considerazioni di ordine politico cosicché questa tutela non
venga applicata;
Con la globalizzazione sono sempre di più le società operanti
in uno stato terzo; criteri per identificarne la sede secondo la
dottrina:
• le società hanno la nazionalità dello stato in cui si sono
costituite o nel quale hanno la sede principale;
• le società hanno la nazionalità dello stato di appartenenza
della maggioranza dei soci
Ogni stato ha il diritto di rinunciare alla propria protezione
diplomatica in favore dei propri cittadini, anche mediante la
stipula di impegni convenzionali.
LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
• sono delle associazioni composte dagli Stati stessi che
sono costituite attraverso dei trattati internazionali che
hanno stipulato su base volontaria;
• sono dotate di un atto costitutivo e di personalità
autonoma;
• queste organizzazioni perseguono degli interessi comuni
a tutti i loro membri;
es. FAO, UNESCO, OMS E UNICEF
DISTINZIONI:
IN BASE ALLA STRUTTURA:
• enti funzionali=gli stati delegano a queste organizzazioni
alcune funzioni;
• persone giuridiche=sono organizzazioni che sono dotate
di un loro statuto redatto dagli Stati membri e composte
da organi propri; (riconosciute in ambito internazionale)
• soggetti derivati=sono istituti con appositi trattati
IN BASE AD UN AREA GEOGRAFICA:
• planetarie=ad esempio l'ONU al quale partecipano Paesi
da tutto il mondo;
• regionali=ad esempio l'Unione Europea o l'Unione
Africana, i membri di questa organizzazione
appartengono a una specifica regione del mondo, un'area
geografica identificata;
IN BASE ALLE COMPETENZE:
• vocazione universale=sia l'ONU che l'UE sono
organizzazioni dalla competenza generale che operano in
tutti i settori (politica, militare,sociale,economica)
• vocazione settoriale=in questo caso la competenza è
circoscritta a specifiche materie (es. NATO con
competenze militari, WTO e OCSE con competenze
economiche e OMS con competenze sanitarie)
IN RELAZIONE ALLE LORO FUNZIONI:
• cooperazione=la loro vocazione in questo caso è quella di
essere dei centri di coordinamento dell'attività degli Stati
con lo scopo di conseguire determinati obiettivi comuni;
• integrazione=viene in questo caso ad instaurarsi un
rapporto più intenso tra organizzazione e stati membri.
es. ONU, NATO, CONSIGLIO D'EUROPA, OCSE, CORTE PENALE E
UE.
IL TRATTATO ISTITUTIVO: un'organizzazione internazionale
nasce da un trattato istitutivo: ricalca tutto quello che abbiamo
detto finora:
redatto nell'ambito di una conferenza multilaterale, può essere
denominata convenzione, patto, carta, statuto...come già visto
la Convenzione di Vienna del 1969 delinea la disciplina
generale dei trattati.
I MEMBRI DELL'ORGANIZZAZIONE
L'ACQUISTO DELLO STATUS DI MEMBRO: per essere membri
sono previste 2 ipotesi:
1. membro fondatore=caso in cui uno stato sia presente
all'atto della stipula,
2. membro successivo= uno stato che entra a far parte
dell'organizzazione internazionale in un momento
successivo attraverso un trattato di adesione o una
procedura di ammissione;
• adesione: i membri originali esprimono la volontà di
accettare l'ingresso di nuovi Stati (vi deve essere la
clausola di adesione)
• ammissione: in questo caso i membri originari si
esprimono dopo che lo stato richiedente abbia
formalmente presentato la candidatura
affinché questo venga accolto favorevolmente da tutti i membri
originali si dovranno quindi esprimere e lo stato richiedente
dovrà essere in grado di adempiere agli obblighi statuari.
REQUISITI PER ACCEDERE A UN'ORGANIZZAZIONE:
possono esserci delle condizioni senza le quali non si può
entrare nell'organizzazione:
1. appartenenza a una determinata area geografica (es. UE)
2. identità ideologica (es. Nato organizzazione militare)
3. rispetto di principi e valori inviolabili (es. UE libertà e
democrazia)
PERDITA DELLO STATUS DI MEMBRO: casi
1. diritto di recesso, per volontà dello stesso Stato;
2. volontà dell'organizzazione, può esserci: parziale
sospensione dei diritti e dei privilegi derivanti dello status
di membro oppure espulsione dello stato per la violazione
dei principi enunciati nello stato;
3. perdita della soggettività internazionale, caso in cui uno
Stato membro perda un requisito fondamentale alla
soggettività;
I 3 ORGANI:
1. organo plenario, denominato anche: assemblea,
assemblea generale, conferenza, conferenza generale. Gli
stati membri sono posti in una posizione di parità
formale. Il meccanismo di votazione tendenzialmente
risponde al principio egualitario uno stato, un voto.
Obiettivi: orientare la politica generale
dell'organizzazione, assicurare l'elezione degli altri organi
e gestire le questioni finanziarie;
2. organo a composizione ristretta, denominato anche:
comitato esecutivo, consiglio generale...
Obiettivi:coordinare l'attività dell'organizzazione e
assicurare l'esecuzione delle direttive proposte
dall'organo di assemblea;
3. segretario, Obiettivi: funzioni di coordinamento, funzioni
amministrative e funzioni esecutive;
LE MODALITÁ DI VOTO:
• unanimità dei consensi, è necessaria che vi sia l'adesione
totale di tutti i membri alla proposta oggetto in votazione;
• votazione per consensi, il voto si ritiene valido nel caso in
cui nessuno dei paesi membri sollevi ufficialmente un
obiezione;
• maggioranza dei consensi, vi sarà votazione valida quando
sarà votata da una parte gli stati membri: maggioranza
semplice=50%+1 delle parti contraenti oppure
maggioranza qualificata=in questi caso sarà necessario la
percentuale più alta predeterminata, 2/3 oppure ¾
ECCEZIONI:
• diritto di veto, può essere data facoltà ad alcuni membri di
bloccare l'adozione di delibere dell'organizzazione;
• voto ponderato, in alcuni casi degli Stati con dimensioni
più grandi possono avere un peso superiore ad altri nel
voto;
• diritto di voto affievolito o sospeso, esempio può essere
sospeso il voto nei confronti di quei paesi che sono in
ritardo con il pagamento dei contributi;
IL FINANZIAMENTO: le organizzazioni stabiliscono le
modalità per reperire i fondi necessari, le fonti di
finanziamento possono essere:
1. contributi obbligatori, emergono dall'approvazione del
bilancio dell'ente;
2. contributi volontari, ove vi sia un interesse particolare per
specifiche attività dell'organizzazione;
3. altri contributi, la stessa organizzazione può avere delle
rendite da alcuni servizi o altro ancora che produrranno
un reddito che potrà essere gestito dai membri;
4. risorse proprie, devoluzione filantropica da parte degli
Stati;
PERSONALITÀ INTERNAZIONALE: lo stesso ruolo
fondamentale di queste organizzazioni hanno spinto il
contesto internazionale a riconoscere la loro capacità di essere
destinatarie di diritti e di obblighi internazionali. Ciò comporta
che: hanno diritto di concludere autonomamente accordi
internazionali sia con gli stati membri che con i Paesi terzi e
con le altre organizzazioni e inoltre godono del diritto di
legazione attiva e passiva quindi la possibilità sia di inviare che
di ricevere dei rappresentanti presso altri Stati membri o non
membri e altre organizzazioni. Sono immuni dalla
giurisdizione dello stato territoriale e addirittura le maggiori
organizzazioni godono delle stesse immunità dei diplomatici.
Perseguono fini propri diversi da quelli degli Stati membri. Un
esempio ne è la Comunità Europea che persegue scopi
riguardanti la generalità degli Stati membri e non dello
specifico Stato. Hanno diritto di richiedere riparazione dagli
Stati membri o Stati terzi per danni causati all'organizzazione.
SOGGETTIVITÀ GIURIDICA DELLE ORGANIZZAZIONI
INTERNAZIONALI: le organizzazioni internazionali hanno una
soggettività giuridica simile a quella degli stati: ha valore verso
tutti (erga omnes), non deriva da una norma ma da una prassi,
può essere riconosciuta solo grazie alla sua effettività, ha
carattere funzionale e non dipende dal principio di sovranità
nazionale. Le competenze sono di 2 tipi:
1. competenze di attribuzione, dallo statuto stesso,
2. potere impliciti, funzionali al raggiungimento degli scopi
istituzionali
Due tipi di ruolo:
1. un ruolo normativo->nei trattati in cui sono coinvolte,
elaborazione di regolamenti ed emanazione di
raccomandazioni,
2.ruolo di controllo;
PERSONALITÀ DI DIRITTO INTERNO: si intende la capacità
di agire nell'ordinamento di uno stato quindi all'interno della
normativa di questo stato, dando vita ad atti di diritto privato
che possono essere contratti di compravendita di beni o
immobili o altro ancora. Vi sono 3 modi principali dei quali
emerge la personalità di diritto interno:
1. dal trattato istitutivo: si può evincere il contenuto e i limiti
della capacità di diritto interno dell'organizzazione;
2. dall'accordo in sede: quello specifico accordo concluso tra
l'organizzazione dello stato ospitante per stabilire il
trattamento riservato all'organizzazione;
3. dal diritto interno: cioè dagli accordi stretti della stessa
organizzazione verso uno stato membro
un'organizzazione o altri Stati.
Problematiche che sorgono dalla personalità di diritto interno:
1. responsabilità solidale: degli Stati membri per le
obbligazioni di diritto interno che l'organizzazione
assume;
2. il diritto applicabile ai contratti stipulati da organizzazioni
internazionali: quindi se applicare il diritto dello Stato
presso il quale viene stipulato il contratto oppure come
più di frequente accade riferirsi ai principi generali di
diritto, compreso il diritto internazionale;
RESPONSABILITÀ INTERNAZIONALE: nel caso vi sia la
commissione di un illecito internazionale tendenzialmente
riguarda solo gli stati membri. Vi sono anche dei diritti e
obblighi per le organizzazioni internazionali.
La Commissione dell'ONU di Diritto Internazionale (CDI) è
un organo sussidiario dell'Assemblea Generale delle Nazioni
Unite; è stata istituita con lo scopo di ottenere il progressivo
sviluppo del diritto internazionale e la sua codificazione. Ha il
compito di promuovere e incoraggiare la codificazione del
diritto internazionale già esistente e lo sviluppo di nuovo
diritto internazionale. Il CDI è composto da 34 esperti di
diritto internazionale provenienti dai Paesi di tutto il mondo;
questi danno un quadro consuntivo delle consuetudini
geopolitiche di tutti gli Stati. Viene spesso affidato il compito di
redigere documenti mediante cui sia possibile dar vita al
diritto internazionale codificato (esempio: la convenzione sulle
relazioni diplomatiche e la convenzione di Vienna sulle
relazioni consolari). CDI del 2011 sono state approvate delle
responsabilità delle organizzazioni internazionali.
Nell'art.62 si stabilisce che gli stati membri sono considerati
responsabili di un eventuale illecito commesso da una
organizzazione internazionale in due casi:
1. casi in cui lo stato stesso accetta di essere considerato
responsabile verso uno stato terzo danneggiato;
2. casi in cui lo stato membro ha indotto con il suo
comportamento uno stato terzo a fare affidamento sulla
sua responsabilità, quindi che sarebbe intervenuto a titolo
sussidiario;
ART. 340 TFUE DELL'UNIONE EUROPEA: prevede che
“l'unione deve risarcire, conformemente ai principi generali
comuni ai diritti degli Stati membri, i danni cagionati dalle sue
istituzioni o dai suoi agenti nell'esercizio delle loro funzioni”.
ONG=ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI NON
GOVERNATIVE
CARATTERISTICHE: non ha scopo di lucro, create e mantenute
ad iniziativa di privati, non necessariamente regolamentate e
carattere transnazionale. Svolgono una sensibilizzazione sui
grandi problemi dell'umanità e si rivolgono alla comunità
mondiale, hanno uno statuto e viene negata la soggettività di
diritto internazionale non hanno capacità giuridica
internazionale. Scopo e distinzione: ONG generali: con fini
generici di cooperazione; ONG specializzate: che si prefiggono
scopi specifici. Settori in cui esplicano le loro attività:
• umanitario: es. medici senza frontiere
• religioso: es. consiglio ecumenico della chiesa
• ideologico: es. federazione socialista che spesso mira a
mobilitare l'opinione pubblica
Le loro attività:
• tecnico scientifico: es. istituto di diritto internazionale
• per la difesa dei diritti umani e dell'ambiente: es. Amnesty
International e Greenpace
• biometrico: es. BIRUE (Burean International di Ricerca
Uccelli Marini)
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE: il campo d'azione dell'ONG
tende progressivamente a estendersi anche in settori
strategici, soprattutto in quei campi in cui gli stati non
riescono a mettersi d'accordo tra di loro. Ricordiamo che sono
prive di soggettività internazionale quasi come degli “attori
privati”. Hanno assunto notevole influenza sull'opinione
pubblica mondiale, sufficientemente strutturate da poter
interloquire con gli stati. Partecipano a negoziati e conferenze
internazionali in qualità di esperti di settore o godendo di una
funzione specifica.
IL CONSIGLIO D'EUROPA: è un'organizzazione internazionale
che include 47 membri, 28 dei quali fanno parte anche dell'UE.
Ha come scopi la promozione della democrazia e la tutela del
rispetto dei diritti fondamentali di ogni individuo.
Il Consiglio d'Europa è un forum per dibattiti su questioni
generali riguardanti l'Europa; la sua attività si concentra sulla
tutela e la promozione dei diritti umani, della democrazia e
dello Stato di diritto. Nel suo contesto si concludono accordi
intergovernativi vincolanti dal punto di vista del diritto
internazionale, come la Convenzione europea dei diritti
dell'uomo, con lo scopo di salvaguardare il patrimonio comune
e promuovere lo sviluppo economico e sociale. Una delle più
importanti è la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e
delle libertà fondamentali (CEDU), che consente a cittadini
privati di inoltrare un ricordo alla Corte europea dei diritti
dell'uomo di Strasburgo. Il Consiglio d'Europa è una delle 7
istituzioni dell'UE, definisce le priorità e gli orientamenti
politici generali dell'UE, non svolge né negozia o adotta atti
legislativi nella UE; costituito dai Capi di Stato o di governo
degli Stati membri dell'Unione.
ONU: ORGANIZZAZIONE NAZIONI UNITE
GLI ORGANI DELL'ONU:
1. l'assemblea generale
2. il consiglio di sicurezza
3. il segretario
4. il consiglio di amministrazione fiduciaria o di tutela
5. la corte internazionale di giustizia
6. il consiglio economico e sociale
LE FUNZIONI DELLE NAZIONI UNITE:
1. il mantenimento della pace
2. la decolonizzazione e l'autodeterminazione dei popoli
3. le funzioni giurisdizionali
4. la protezione dei diritti umani
5. la cooperazione economica e l'azione per lo sviluppo
6. il reperimento dei mezzi finanziari necessari per le
proprie funzioni
INNO ONU: è un coro di popolo->gloria pei cieli altissimi, per
culminosi monti, pei limpidi orizzonti gemmati dì splendor. In
questo dì giocondo balzi di gioia il mondo, perché vicino agli
uomini è il regno dell'Amor, Gloria! I venturi popoli ne catin la
memoria, Gloria per cieli!..
SCOPI E CARATTERISTICHE:
• vocazione universale
• competenza generale
• ha una posizione centrale nella comunità internazionale
• svolge il compito di risolvere tutte le controversie e i
conflitti che possono mettere in pericolo la pace e la
sicurezza internazionale.
SCOPI:
• mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
• tutela rispetto dell'uguaglianza sovrana degli Stati;
• tutela del principio di autodeterminazione dei popoli;
• stimolo a sollecitare la collaborazione tra gli stati in tutti i
campi;
• tutela del benessere, dello sviluppo, del progresso sociale
e del progresso economico globale.
STATUTO DELL'ONU:
1. una personalità diritto internazionale, che fa dell'ONU una
organizzazione autonoma e distinta da quella degli altri
Stati (status confermato più volte dalla Corte
Internazionale di Giustizia)
2. una personalità di diritto interno, la capacità di stipulare
contratti di diritto privato.
Art.104: l'Organizzazione gode, nel territorio di ciascuno dei
suoi Membri, della capacità giuridica necessaria per l'esercizio
delle sue funzioni e per il conseguimento dei suoi fini
N.B. L'ONU non ha un proprio territorio ma ha sede in stati 3^.
3. valore giuridico speciale agli obblighi statutari: art.103: in
caso di contrasto tra gli obblighi contratti dai Membri
delle Nazioni Unite con il presente Statuto e gli obblighi
da esso assunti in base a qualsiasi altro accordo
internazionale prevarranno gli obblighi derivanti dal
presente Statuto.
LE COMPETENZE DELL'ONU, ART.1, I FINI DELL'ONU:
1. mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a
questo fine: prendere efficaci misure collettive per
prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per
reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della
pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai
principi della giustizia e del diritto internazionale, la
composizione o la soluzione delle controversie o delle
situazioni internazionali che potrebbero portare ad una
violazione della pace;
2. sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul
rispetto e sul principio dell'eguaglianza dei diritti e
dell'auto-decisione dei popoli, e prendere altre misure
atte a rafforzare la pace universale;
3. conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione
dei problemi internazionali di carattere economico,
sociale, culturale od umanitario, e nel promuovere ed
incoraggiare il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso,
di lingua o di religione;
4. costituire un centro per il coordinamento dell'attività
delle nazioni volta al conseguimento di questi fini comuni;
LE COMPETENZE DELL'ORGANIZZAZIONE sono enunciati
nell'art.1 dello statuto in modo molto generico:
1. mantenimento della pace tra le nazioni, è il fine
fondamentale dell'organizzazione;
Ne consegue l'obbligo di astenersi dalla minaccia e dall'uso
della forza per gli Stati contro qualsiasi altro stato, l'obbligo di
risoluzione pacifica delle controversie internazionali capitolo
Sesto e la soluzione pacifica delle controversie
2.sviluppo delle relazioni amichevoli tra stati;
3.conseguimento della cooperazione internazionale nei settori
economico, sociali, culturale e umanitario;
4.rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
LIMITI ART.2 PAR.7 DELLA CARTA: nessuna disposizione del
presente Statuto autorizza le Nazioni Unite ad intervenire in
questioni che appartengono essenzialmente alla competenza
interna di uno Stato, né obbliga i Membri a sottoporre tali
questioni ad una procedura di regolamento in applicazione del
presente Statuto. Questo principio non pregiudica però
l'applicazione di misure coercitive a norma del capitolo VII.
Questo prevede che tutti gli organi dell'ONU si astengano
dall'intervenire nelle questioni interne di uno stato.
ECCEZIONE: questi limiti vedono delle eccezioni contenute nel
capitolo 7 dello statuto denominato: “azione rispetto alle
minacce alla pace, alle violazioni della Pace e dagli atti di
aggressione con quindi la previsione di imposizione di
sanzioni e azioni coercitive”.
I REQUISITI PER L'AMMISIONE ART.4 STATUTO ONU:
possono diventare Membri delle Nazioni Unite tutti gli altri
Stati amanti della pace che accettino gli obblighi del presente
Statuto e che, a giudizio dell'Organizzazione, siano capaci di
adempiere tali obblighi e disposti a farlo. L'ammissione quale
Membro delle Nazioni Unite di uno Stato che adempia a tali
condizioni è effettuata con decisione dell'Assemblea Generale
su proposta del Consiglio di Sicurezza.
LA QUALIFICA DI STATO: devono essere degli stati e sono
esclusi gli altri soggetti internazionali. Per una norma
consuetudinaria formatosi con le Nazioni Unite in alcuni casi è
stato riconosciuto lo status di osservatore ad alcune
Organizzazioni Internazionali (Es. al Sovrano Militare Ordine
di Malta, alla Palestina che ha ricevuto uno status speciale di
osservatore con il diritto di prendere parola, di replica e di
intervenire alle questioni all'ordine del giorno)
ALTRI REQUISITI:
1. dichiararsi incondizionatamente Stato che sposa in pieno
i principi della pace;
2. aderire agli obblighi derivanti dallo Statuto;
3. essere in grado di adempiere a tali obblighi.
OBBLIGHI DERIVANTI DALLO STATUS DI MEMBRO ART.2
L'Organizzazione ed i suoi Membri, nel perseguire i fini
enunciati nell'art.1, devono agire in conformità ai seguenti
principi:
1. l'Organizzazione è fondata sul principio della sovrana
eguaglianza di tutti i suoi Membri,
2. i Membri, al fine di assicurare a ciascuno di essi i diritti e i
benefici risultanti dalla loro qualità di Membro, devono
adempiere in buona fede gli obblighi da loro assunti in
conformità al presente Statuto,
3. i Membri devono risolvere le loro controversie
internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e
la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe
in pericolo,
4. i Membri devono astenersi nelle loro relazioni
internazionali dalla minaccia o dall'uso della forza, sia
contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di
qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera
incompatibile con i fini delle Nazioni Unite,
5. i Membri devono dare alle Nazioni Unite ogni assistenza
in qualsiasi azione che queste intraprendono in
conformità alle disposizioni del presente Statuto, e
devono astenersi dal dare assistenza a qualsiasi Stato
contro cui le Nazioni Unite intraprendono un'azione
preventiva o coercitiva,
6. l'Organizzazione deve fare in modo che Stati che non sono
Membri delle Nazioni Unite agiscano in conformità a
questi principi, per quando possa essere necessario per il
mantenimento della pace e della sicurezza internazionale,
7. nessuna disposizione del presente Statuto autorizza le
Nazioni Unite ad intervenire in questioni che
appartengono essenzialmente alla competenza interna di
uno Stato, né obbliga i Membri a sottoporre tali questioni
ad una procedura di regolamento in applicazione del
presente Statuto. Questo principio non pregiudica però
l'applicazione di misure coercitive a norma del capitolo
VII.
Alcuni punti da evidenziare:
• obbligo di astenersi dall'uso della forza e di regolare con
mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale;
• obbligo di assistenza all'ONU nelle azioni intraprese in
conformità allo statuto;
• obbligo di rispettare i diritti fondamentali dell'individuo;
• obbligo di eseguire in buona fede le obbligazioni derivanti
dello statuto, le decisioni del consiglio di sicurezza e le
obbligazioni finanziarie nei confronti dell'organizzazione;
CONTRASTO CON LO STATUTP ART.103 STATUTO ONU
in caso di contrasto tra gli obblighi contratti dai Membri delle
Nazioni Unite con il presente Statuto e gli obblighi da esso
assunti in base a qualsiasi altro accordo internazionale
prevarranno gli obblighi derivanti dal presente Statuto.
CONSEGUENZE DELLA INOSSERVANZA:
ESPULSIONE art.6
un Membri delle Nazioni Unite che abbia persistentemente
violato i principi enunciati nel presente Statuto può essere
espulso dall'Organizzazione da parte dell'Assemblea Generale
su proposta del Consiglio di Sicurezza.
SOSPENSIONE TOTALE ART.5
SOSPENSIONE TOTALE DEI DIRITTI E DEI PRIVILEGI
DERIVANTI DALLO STATUTO DI MEMBRO: un Membro delle
Nazioni Unite contro il quale sia stata intrapresa, da parte del
Consiglio di Sicurezza, un'azione preventiva o coercitiva può
essere sospeso dall'esercizio dei diritti e dei privilegi di un
Membro da parte dell'Assemblea Generale su proposta del
Consiglio di Sicurezza. Proposta del Consiglio di Sicurezza, la
decisione è assunta dall'Assemblea Generale a maggioranza
dei 2/3 dei membri presenti e votanti.
SOSPENZIONE PARZIALE ART.19
un Membro delle Nazioni Unite che sia in arretrato nel
pagamento dei suoi contributi finanziari all'Organizzazione
non ha voto nell'Assemblea Generale se l'ammontare dei suoi
arretrati eguagli o superi l'ammontare dei contributi da lui
dovuti per i due anni interi precedenti. L'Assemblea Generale
può, nondimeno, permettere a tale Membro di votare se
riconosca che la mancanza del pagamento è dovuta a
circostanze indipendenti dalla sua volontà. Non è prevista
alcuna procedura di sospensione dello stato moroso. La
sanzione opera in modo automatico.
GLI ORGANI PRINCIPALI ART.7
Le Nazioni Unite, pur non essendo il governo universali ideale
che alcuni auspicavano inizialmente, rappresentano la più
grande amministrazione della comunità internazionale.
L'articolo 7 dello Statuto dell'ONU prevede 6 organi principali
indispensabili per il funzionamento e il governo
dell'organizzazione.
1. assemblea generale
2. consiglio di sicurezza
3. consiglio economico e sociale
4. consiglio di amministrazione fiduciaria
5. corte internazionale di giustizia
6. segretariato
-Gli organi 1,2,3 e 4: sono organi composti da Stati cioè da
rappresentanti nominati dagli Stati membri e che
rappresentano questi ultimi esprimendo la loro volontà;
-Gli organi 5 e 6: sono organi composti solo da persone con un
ruolo di piena terzietà ed indipendenza dagli Stati membri.
ASSEMBLEA GENERALE
L'assemblea generale è il principale organo deliberativo,
politico e rappresentativo delle Nazioni Unite. Tutti i 193
Stati membri dell'ONU sono rappresentati nell'Assemblea
generale, rendendola l'unico organo delle Nazioni Unite con
rappresentanza universale. Ogni anno, a settembre, i membri a
pieno titolo delle Nazioni Unite si riuniscono nella Sala
dell'Assemblea Generale e il dibattito generale, a cui
partecipano molti capi di Stato. Le decisioni su questioni
importanti, come quelle sulla pace e la sicurezza, l'ammissione
di nuovi membri e le questioni di bilancio, richiedono una
maggioranza di due terzi dell'Assemblea Generale. Su altre
questioni, le decisioni vengono prese a maggioranza semplice.
L' Assemblea Generale, ogni anno, elegge un Presidente per un
mandato di un anno.
L'azione dell'Assemblea è stata determinante soprattutto nel
settore della decolonizzazione e in quello della promozione e
tutela dei diritti umani. Anche se gli atti dell'Assemblea hanno
un valore solo come raccomandazioni, hanno innescato
processi evolutivi nel diritto dell'ONU e nel diritto
internazionale generale, attraverso solenni dichiarazioni di
principi, a cui gli Stati membri generalmente si conformano.
Tra questi ricordiamo:
• la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948;
• la Dichiarazione sulla concessione dell'indipendenza ai
paesi e popoli coloniali del 1960;
• la Dichiarazione sulle relazioni amichevoli e la
cooperazione tra gli Stati del 1970;
Va evidenziato anche il suo contributo alla formazione del
diritto internazionale dato che svolge la funzione, affidatale
dall'art.1 della Carta, di promuovere la codificazione e lo
sviluppo progressivo del diritto internazionale.
COMPOSIZIONE ART.9
1. l'Assemblea Generale si compone di tutti i Membri delle
Nazioni Unite;
2. ogni Membro ha non più di cinque rappresentanti
nell'Assemblea Generale;
VOTAZIONE ART.18: ogni Membro dell'Assemblea Generale
dispone di un voto
FUNZIONI E POTERI ART.10
l'Assemblea Generale può discutere qualsiasi questione od
argomento che rientri nei fini del presente Statuto, o che abbia
riferimento ai poteri ed alle funzioni degli organi previsti dal
presente Statuto o, salvo quanto disposto dall'art.12, può fare
raccomandazioni ai Membri delle Nazioni Unite od al Consiglio
di Sicurezza, o agli uni e all'altro, su qualsiasi di tali questioni
od argomenti. Quindi si deduce che ha competenza generale in
relazione a ciò che è prevista dallo statuto.
COMPETENZA ESCLUSIVA
• le questioni finanziarie o di bilancio dell'organizzazione,
• il settore dello sviluppo progressivo del diritto
internazionale della sua codificazione,
• lo sviluppo della cooperazione internazionale nei campi
economico, sociale, culturale, educativo e della sanità
pubblica,
• sviluppo della protezione dei diritti fondamentali
dell'uomo,
COMPETENZA CONGIUNTA
l'Assemblea Generale ha una competenza congiunta con il
Consiglio di Sicurezza su alcune materie:
• revisione generale della carta,
• ammissione, espulsione e sospensione di un membro
dell'organizzazione,
• elezione del segretario generale,
• elezione dei giudici della corte internazionale di giustizia,
COMPETENZA PARALLELA: competenza congiunta con il
Consiglio di Sicurezza nel campo del mantenimento della Pace
e dell'ordine internazionale.
RISOLUZIONI: sono atti dell'Assemblea Generale che possono
essere di 3 tipi:
1. raccomandazioni: atti privi di forza vincolante, pure
indicazioni prive di obbligo, ciò comporta che i destinatari
non hanno alcun tipo di obbligo a uniformarsi.
Nonostante le raccomandazioni siano da considerarsi solo
delle indicazioni, quindi non obbligatorie, non sono
completamente improduttive di conseguenze giuridiche:
producono un effetto di liceità positiva, cioè lo Stato che
esegue una raccomandazione dell'Assemblea non
commette un illecito anche nel caso in cui tenga un
comportamento contrario ad impegni assunti in
precedenza. Quindi se uno Stato compie una
raccomandazione che ha la caratteristica di cui sopra
verrà considerato lecito. Va sottolineato che questo effetto
di liceità è da ammettere solo tra gli Stati membri e solo
ovviamente per materie di competenza dell'ONU.
2. dichiarazioni di principio: atti privi di efficacia
vincolante, sono atti con una particolare solennità. Il loro
contenuto può tradursi in norme convenzionali formando
norme di diritto internazionale non scritto. Una forma di
attività “quasi normativa”
3. decisioni: gli unici atti dichiaratamente considerati di
natura vincolante, hanno esclusivamente una rilevanza
interna. Es. la decisione della ammissione di nuovi
membri o la sospensione o l'espulsione di un membro
dell'organizzazione.
IL CONSIGLIO DI SICUREZZA
Il Consiglio di Sicurezza ha la responsabilità primaria, ai
sensi della Carta delle Nazioni Unite, per il mantenimento
della pace e della sicurezza internazionali.
Composto da 15 membri (5 permanenti e 10 non permanenti),
ciascuno dei quali dispone di un voto. Secondo la Carta delle
Nazioni Unite, tutti gli Stati membri sono obbligati a
conformarsi alle decisioni del Consiglio. Il Consiglio di
Sicurezza assume un ruolo di guida nel determinare l'esistenza
di una minaccia alla pace o di un atto di aggressione. In caso di
controversie, invita le parti a risolverla con mezzi pacifici. In
alcuni casi, il Consiglio di Sicurezza può ricorrere
all'imposizione di sanzioni o persino autorizzare l'uso della
forza per mantenere o ripristinare la pace e la sicurezza
internazionale. Il Consiglio di Sicurezza ha una Presidenza, che
ruota e cambia ogni mese.
COMPOSIZIONE
Un organo permanente a composizione ristretta, composto da
solo 15 membri, nello specifico:
1. cinque membri permanenti sono coloro che hanno vinto il
secondo conflitto mondiale: USA, Russia, Cina, UK e FR
hanno il diritto di veto
2. dieci membri non permanenti eletti dall'Assemblea
generale a maggioranza dei due terzi. Mandato che dura 2
anni
-vengono scelti in base alla capacità di dare un contributo al
mantenimento della pace;
-altro criterio di scelta è un criterio geografico: 5 all'Africa o
all'Asia, 2 all'America Latina, 1 Europa dell'Est e 2 all'Europa
occidentale o altre zone.
I membri uscenti non possono immediatamente essere
rieletti .
ART.28, PAR.3, STATUTO ONU
Il Consiglio di Sicurezza può tenere riunioni in quelle località
diverse dalla sede dell'Organizzazione che, a suo giudizio,
possano meglio facilitare i suoi lavori. Si riunisce 2 volte l'anno
a New York, in alternativa in qualsiasi altro luogo che possa
facilitare i lavori.
VOTAZIONE ART.27
ogni Membro del Consiglio di Sicurezza dispone di un voto. Le
decisioni del Consiglio di Sicurezza su questioni di procedura
sono prese con un voto favorevole di 9 membri. Le decisioni
del Consiglio di Sicurezza su ogni altra questione sono prese
con un voto favorevole di 9 Membri, nel quale siano compresi i
voti dei Membri permanenti; tuttavia nelle decisioni previste
dal capitolo VI e dal paragrafo 3 dell'art.52, un Membro che sia
parte di una controversia deve astenersi dal voto.
DUE CATEGORIE DI DECISIONI
1. decisioni procedurali: riguardano delle problematiche
prevista: l'iscrizione all'ordine del giorno, la creazione di
organi sussidiari e il rinvio di una questione all'assemblea
generale. Adottate con il voto di 9 membri del Consiglio
sia tra i membri permanenti che quelli non permanenti;
2. decisioni non procedurali: riguardano tutte le altre
questioni. Adottate con il voto favorevole di 9 membri
compresi quelli permanenti. In questo caso vi è la
possibilità che sia posto il diritto di veto da parte di uno
dei membri permanenti per bloccarne l'operato.
POTERE DI VETO ART.27, PAR.3, STATUTO ONU
nell'art.27, par.1 viene dichiarato che ogni Stato membro
dispone di 1 voto: questo concetto viene stemperato
dall'art.27, par.3: “le decisioni del Consiglio di Sicurezza su
ogni altra questione sono prese con un voto favorevole di nove
Membri, nel quale siano compresi i voti dei Membri
Permanenti”
FUNZIONI E POTERI, ART.24, PAR.1, STATUTO ONU
al fine di assicurarne un'azione pronta ed efficace da parte
delle Nazioni Unite, i Membri conferiscono al Consiglio di
Sicurezza la responsabilità principale del mantenimento della
pace e della sicurezza internazionale, e riconoscono che il
Consiglio di Sicurezza, nell'adempiere i suoi compiti inerenti a
tale responsabilità, agisce in loro nome. “i membri conferiscono
al Consiglio di Sicurezza la responsabilità principale del
mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”.
Tutto l'impianto dei poteri si incardina essenzialmente
sull'art.24, par.1: raccomandazioni->atti non vincolanti e
decisioni->obbligatorie e vincolanti per i membri.
ECOSOC: CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE
Il Consiglio Economico e Sociale è l'organo principale di
coordinamento, revisione delle politiche, dialogo politico
e raccomandazioni su questioni economiche, sociali e
ambientali, nonché di attuazione degli obiettivi di
sviluppo concordati a livello internazionale.
Dispone di 54 Membri, eletti dall'Assemblea Generale per
periodi triennali che si sovrappongono. Costituisce la
piattaforma principale delle Nazioni Unite per la riflessione, il
dibattito e il pensiero innovativo sullo sviluppo sostenibile.
L'acronimo in inglese è ECOSOC. I suoi compiti sono il
coordinamento e la direzione di tutte le attività svolte dalle
Nazioni Unite nei settori: economico, sociale, culturale e
cooperazione in ambito umanitario. Composto da 54 membri,
suddivisione dei seggi: 14 seggi all'Africa, 11 seggi all'Asia, 10
America Latina, 6 agli stati dell'Europa Orientale e 13 agli stati
dell'Europa Occidentale. L'assemblea generale elegge ogni
anno un terzo del Consiglio. In questo caso i membri uscenti
possono essere immediatamente rieletti. Ogni membro ha un
diritto ad un voto. Decisioni sono prese a maggioranza dei
membri presenti e votanti.
ART.62, PAR.1, STATUTO ONU
Competenze molto ampie, qualsiasi campo nel quale si svolge
l'attività dell'ONU, fatta eccezione dei settori amministrativi
per il mantenimento della pace. Potere a carattere non
vincolante:
• inviare raccomandazioni all'Assemblea Generale, ai
membri delle Nazioni Unite e agli istituti specializzati
interessati con il fine di promuovere e rispettare
l'osservanza ai diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali;
• redigere progetti nei settori di sue competenze;
• convocare conferenze internazionali sempre nei settori di
sua competenza.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE FIDUCIARIA
Il Consiglio di Amministrazione Fiduciaria è stato istituito
nel 1945 allo scopo di fornire la supervisione
internazionale a 11 Territori fiduciari, posti sotto
l'amministrazione di 7 Stati membri, e di prepararli
all'autogoverno e all'indipendenza, condizioni che furono
raggiunte nel 1994. Il 1^ novembre dello stesso anno il
Consiglio di Amministrazione Fiduciaria sospese questa
funzione. Con una risoluzione adottata il 25 maggio 1994, il
Consiglio ha poi modificato il proprio regolamento interno per
eliminare l'obbligo di riunione annuale e concordato di riunirsi
in caso di necessità. Ha cessato la sua attività negli anni 90.
Il suo compito era quello di vigilare sull'operato dei Paesi
mandatari nei territori sottoposti alla loro amministrazione. La
sua attività è cessata col venire meno dei paesi sottoposti a
dominio coloniale e dopo che questi fossero stati avviati a una
forma di autogoverno e di indipendenza.
LA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA E I DIRITTI
UMANI
La Corte Internazionale di Giustizia è il principale organo
giudiziario delle Nazioni Unite, con sede presso il Palazzo della
Pace dell'Aia (Paesi Bassi).
Il ruolo della Corte è quello di risolvere, in conformità con il
diritto internazionale, le controversie legali sottoposte dagli
Stati e di fornire pareri consultivi su questioni legali affidate ad
essa da organi autorizzati delle Nazioni Unite e agenzie
specializzate. Sede presso l'Aia. Principale organo
giurisdizionale dell'ONU.
ART.92 STATUTO ONU
La Corte Internazionale di Giustizia costituisce il
principale organo giurisdizionale delle Nazioni Unite. Essa
funziona in conformità allo Statuto annesso che è basato
sullo Statuto della Corte Permanente di Giustizia
Internazionale e forma parte integrante del presente
Statuto. Composto da 15 giudici di diverse nazionalità, di
diversa estrazione geografica e soggetti indipendenti. Eletti a
maggioranza assoluta dai componenti dell'Assemblea Generale
e dai membri del Consiglio di Sicurezza, 9 anni di mandato e
rinnovo di 1/3 dei suoi componenti ogni 3 anni. La corte
funziona in formazione plenaria, per la validità delle delibere
serve un quorum di almeno 9 membri.
COMPETENZA
1. consultiva: pareri non vincolanti su qualsiasi questione
giuridica che sia sottoposta dal Consiglio di Sicurezza e
dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite o dalle
Agenzie specializzate. Pareri vincolanti possono essere
messi solo dopo che è stato concluso un accordo o altro
atto vincolante.
2. Contenziosa: quando spetta il compito di dirimere le
controversie tra stati, in questo caso può emanare
decisioni vincolanti. Due presupposti: esistenza di una
controversia ad esempio un disaccordo su un punto di
diritto e l'esistenza di un titolo di giurisdizione, che
costituisce titolo valido per la manifestazione della
volontà delle parti in lite.
3. Cautelare: la corte può indicare le misure cautelari che
debbono essere prese a salvaguardia dei diritti rispettivi
di ciascuna parte. Hanno natura vincolante e il loro
mancato rispetto fa discendere la responsabilità
internazionale di uno Stato.
PROCEDIMENTO: inizia con:
1. la notifica del compromesso alla Corte stessa;
2. in alternativa su presentazione di una istanza scritta.
Vanno verificati:
1. l'oggetto della controversia;
2. le parti in lite.
Due fasi:
1.scritta: presentazione di memoria e conto memoria oppure
presentazione di repliche di entrambe le parti;
2.orale: testimoni ed esperti espongono la propria difesa.
SENTENZA: deve essere motivata, devono essere indicati i
nominativi dei giudici di maggioranza e quelli dissenzienti. Va
considerata: definitiva; inappellabile; vincolante per le parti
della controversia e ha efficacia in senso sostanziale e formale.
ART.94, PAR.1, STATUTO ONU
1. ciascun Membro delle Nazioni Unite si impegna a
conformarsi alla decisione della Corte Internazionale di
Giustizia in ogni controversia di cui esso sia parte;
2. se una delle parti di una controversia non adempie agli
obblighi che le incombono per effetto di una sentenza resa
dalla Corte, l'altra parte può ricorre al Consiglio di
Sicurezza, il quale ha facoltà, ove lo ritenga necessario di
fare raccomandazioni o di decidere circa le misure da
prendere perché la sentenza abbia esecuzione.
IL SEGRETARIATO
ART.97, STATUTO ONU
Il Segretariato comprende un Segretariato Generale ed il
personale che l'Organizzazione possa richiedere, cioè il
personale posto alle sue dipendenze. Il Segretariato
Generale è nominato dall'Assemblea Generale su proposta del
Consiglio di Sicurezza. Egli è il più alto funzionario
amministrativo dell'Organizzazione.
CARATTERISTICHE
È composto di funzionari internazionali indipendenti dagli
Stati, responsabili soltanto di fronte all'ONU. Godono
dell'immunità diplomatiche necessarie per lo svolgimento
delle loro funzioni.
Il segretario è il più alto funzionario amministrativo
dell'organizzazione (art.97): nomina su proposta del
Consiglio di Sicurezza, nomina effettiva spetta all'Assemblea
Generale. “per prassi” la durata della carica è di 5 anni ed è
rieleggibile.
DOPPIA FUNZIONE: il segretario ha una doppia funzione
1. funzioni amministrative:
a) deve fungere da segretario per tutti gli organi principali.
In appoggio a questo scopo viene assistito dai Segretari
Generale aggiunti e sottosegretari aggiunti. Va esclusa la
Corte Internazionale di Giustizia, che è un organo a se
stante.
b)Incaricato di esecuzione delle delibere adottate da diversi
organi delle Nazioni Unite.
c) Convoca le sessioni speciali dell'assemblea generale su
richiesta del Consiglio di Sicurezza o della maggioranza
dei membri.
d)Presenta un rapporto annuale e l'Assemblea Generale sul
lavoro svolto dall'organizzazione.
e) Registra e pubblica gli accordi trattati interazioni stipulati
da uno Stato membro delle Nazioni Unite stesse.
f) Rappresenta l'organizzazione nelle relazioni esterne
negoziando accordi delle Nazioni Unite con Stati membri
o non membri e con altre organizzazioni internazionali.
2. funzioni politiche: delegate dagli altri organi, art.98: Il
Segretario Generale agisce in tale qualità in tutte le
riunioni dell'Assemblea Generale, del Consiglio di
Sicurezza, del Consiglio Economico e Sociale, del Consiglio
di Amministrazione fiduciaria, ed esplica altresì quelle
altre funzioni che gli siano affidate da tali organi. Il
Segretario Generale presenta all'Assemblea Generale una
relazione annuale sul lavoro svolto dall'Organizzazione.
Funzioni politiche proprie, art.98: il Segretario Generale
può richiamare l'attenzione del Consiglio di Sicurezza su
qualunque questione che a suo avviso possa minacciare il
mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
GLI ORGANI SUSSIDIARI ART.7, PAR.2, STATUTO ONU
Sono istituiti quali organi principali delle Nazioni Unite:
un'Assemblea Generale, un Consiglio di Sicurezza, un Consiglio
Economico e Sociale, un Consiglio di Amministrazione
Fiduciaria, una Corte Internazionale di Giustizia ed un
Segretariato.
Gli organi sussidiari che si riveleranno necessari potranno
essere creati conformemente al presente Statuto.
L'ONU ha istituito vari organi sussidiari, come strutture
speciali incaricate di gestire alcune tra le funzioni
dell'organizzazione, strutture organiche legate all'ONU e non
godono della soggettività internazionale.
ART.7, PAR.2, STATUTO ONU
l'Assemblea Generale può istituire gli organi sussidiari che
ritenga necessari per l'adempimento delle sue funzioni.
UNICEF
United Nations International Children's Emergency Fund-
Fondo Internazionale delle Nazioni Unite per l'Infanzia.
Istituito nel 1946. Scopo: soccorrere i bambini che soffrono la
fame e sono in pericolo di vita a causa di malattie.
ATTIVITÀ
la sua attività si basa su programmi a lungo termine:
formazione e addestramento di persone in grado di perseguire
politiche a favore dell'infanzia sia nel campo medico sia in
quello culturale e nutrizionale; avviare grandi progetti di
vaccinazioni contro le più comuni malattie dell'infanzia nei
paesi del terzo mondo.
L'UNICEF, con sede centrale a New York, è presente in 193
paesi e si occupa di assistenza umanitaria per i bambini e le
loro madri in tutto il mondo, principalmente nei paesi in via di
sviluppo. I bambini e i ragazzi sotto i 15 anni sono più di 2
miliardi nel mondo. L'UNICEF è finanziato con contributi
volontari di paesi governi e privati e ha ricevuto il premio
Nobel per la pace nel 1965. Il compito dell'UNICEF è quello di
creare le condizioni affinché i bambini possano svilupparsi
“fisicamente, mentalmente, moralmente, spiritualmente e
socialmente in modo sano e normale e in condizioni di libertà
e dignità”. Vengono riconosciuti una larga autonomia, una sua
propria direzione, un proprio personale e una larga dotazione
di risorse finanziarie. A capo dell'UNICEF c'è il Direttore
esecutivo, nominato dal Segretario generale dell'ONU e da un
Consiglio Esecutivo composto da 36 membri (eletti
annualmente); il Direttore e Consiglio gestiscono il
funzionamento dell'organizzazione e decidono i tempi e i modi
in cui i diversi problemi dei bambini nel mondo vanno
affrontati e risolti.
ORGANIZZAZIONE
l'UNICEF riceve contributi finanziari da parte di molti paesi
membri delle Nazioni Unite e dalle organizzazioni
internazionali e dai privati cittadini; interviene contro lo
sfruttamento del lavoro minorile e l'impiego di bambini
soldato nelle guerre che ancora affliggono il mondo; si occupa
anche delle malattie dei neonati, i bisogni alimentari delle
popolazioni che vivono nei paesi poco sviluppati.
METODO DI INTERVENTO
1. collabora con i governi nella creazione di progetti
concreti per soddisfare i bisogni essenziali dell'infanzia;
2. acquista attrezzature e materiali da inviare ai paesi che
hanno bisogno di costruire ospedali e centri di cura.
Spediscono medicinali e generi alimentari di base (latte,
acqua, farine). Provvede anche a istituire servizi per le
famiglie, a costruire scuole, a inviare insegnanti per i
programmi di alfabetizzazione, educazione e formazione
professionale. Nei casi di calamità naturali, inoltre, si
occupa attivamente degli interventi di soccorso;
3. finanzia programmi di formazione del personale
specialistico che lavora a diretto contatto con i bambini,
come medici, psicologi, insegnanti...
COMMISSIONE DI DIRITTO INTERNAZIONALE (CDI)
anche questo è un organo sussidiario a carattere permanente.
I compiti sono: compie un'opera di codificazione con redazione
scritta e sistematica di norme consuetudinarie che sono
caratterizzate da una prassi consolidata e univoco; predispone
progetti di convenzioni per lo sviluppo progressivo del diritto
internazionale nei campi dove non si rileva l'esistenza di una
prassi diffusa da parte degli Stati.
Istituita dall'Assemblea Generale con la risoluzione del 21
novembre 1947 n.147 (II). Lo Statuto, promuove “lo sviluppo
progressivo del diritto internazionale e la sua codificazione”.
L'attività di codificazione è dettata dall'esigenza di certezza del
diritto in relazione a norme non scritte. Assai autorevole,
anche se finora non si è tradotto in un trattato di codificazione,
è il progetto elaborato dalla Commissione in tema di
responsabilità internazionale degli Stati per fatto illecito. I
trattati di codificazione del diritto internazionale hanno avuto
differenti risultati:
1. elevato per alcuni trattati di codificazione ampiamente
ratificati (come le Convenzioni di Vienna sulle relazioni
diplomatiche del 1961, sulle relazioni consolari del 1963,
sul diritto dei trattati del 1969);
2. più modesto, per altri (ad es. la Convenzione di Vienna
sulla successione degli Stati rispetto ai trattati del 1978,
entrata in vigore solo nel 1996).
Lo “sviluppo progressivo del diritto” menzionato nella Carta
dell'ONU fa sì che i trattati di codificazione incorporino
frequentemente, oltre al diritto consuetudinario, anche norme
innovative, che, se sostenute da una prasse e un'opinione
conforme degli Stati, favoriscono avanzamenti significativi del
diritto internazionale generale. In caso contrario, esse
vincolano solo gli Stati parti al trattato di codificazione.
ISTITUTI SPECIALIZZATI
Oltre agli organi sussidiari, l'Assemblea Generale e il Consiglio
Economico e Sociale si avvalgono della collaborazione di
numerose organizzazioni internazionali che sono sorte in
modo autonomo e hanno successivamente assunto lo status di
Istituti Specializzati (Agenzie Specializzate) che hanno
stipulato con l'ONU particolari accordi di collegamento.
ART.57, STATUTO ONU
I vari istituti specializzati costituiti con accordi
intergovernativi, ed aventi, in conformità ai loro Statuti, vasti
compiti internazionali nei campi economico, sociale, culturale,
educativo, sanitario e simili sono collegati con le Nazioni Unite
in conformità alle disposizioni dell'art.63. Gli istituti così
collegati con le Nazioni Unite sono qui di seguito indicati con
l'espressione “Istituti specializzati”.
DIFFERENZE: gli organi sussidiari e gli istituti specializzati
non vanno confusi.
• Organi sussidiari: fanno parte integrante
dell'organizzazione sotto il piano sia amministrativo che
finanziario, vengono costituiti con atto unilaterale da uno
degli organi principali e non godono di soggettività
internazionale;
• gli istituti specializzati: sono e nascono come enti
indipendenti, dotati di responsabilità giuridica, e
conservano tale status anche quando stipula un accordo
di collegamento con l'ONU;
ESEMPI: ricordiamo tra i vari istituti specializzati
• FAO: Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura,
• OIL: Organizzazione Internazionale del Lavoro,
• UNESCO: Organizzazione per l'Educazione la Scienza e la
Cultura,
• OMS: Organizzazione Mondiale della Sanità,
• WTO: Organizzazione Mondiale del Turismo
FAO
FAO (Food and Agriculture Organization): Istituzione tecnica
specializzata delle Nazioni Unite che esercita funzioni di
promozione dello sviluppo agricolo e della sicurezza
alimentare, di documentazione e studio dei problemi agricoli e
alimentari, e di assistenza tecnica ai governi degli Stati
aderenti. Fondata a Hot Springs (Virginia) nel maggio 1943 e
costituita ufficialmente il 16 ottobre 1945 a Quèbec. Prima fra
le agenzie specializzate dell'ONU. 191 Stati membri (l'Italia dal
3 settembre 1946), più l'Unione Europea.
La sede centrale è a Roma. Svolge un ruolo fondamentale in
tema di alimentazione, stimolando presso gli Stati membri il
riconoscimento del diritto alla sicurezza alimentare e
all'accesso alle risorse alimentari attraverso l'abbattimento
delle barriere al commercio internazionale. L'Istituzione si
occupa di raccogliere, analizzare, interpretare e diffondere dati
e informazioni relativi alla produzione agricola e alla
nutrizione, e si impegna a promuovere ricerche scientifiche,
tecnologiche, sociali ed economiche in materia di
alimentazione e di agricoltura. Opera, inoltre, per il
miglioramento dei sistemi produttivi, educativi e
amministrativi nel settore agroalimentare, e fornisce direttive
per l'attuazione di adeguate forme di credito agricolo, a livello
nazionale e internazionale.
OIL
L'OIL nasce nel 1919 e dal 1946 diviene la prima agenzia
specializzata dell'ONU. I suoi scopi statutari sono la
promozione dei diritti umani, il miglioramento delle condizioni
di vita e di lavoro, l'ampliamento delle possibilità di
occupazione. Obiettivi che vengono perseguiti attraverso
l'elaborazione e l'adozione di norme internazionali, di
programmi di cooperazione tecnica con i Paesi membri, di
attività di formazione, insegnamento e ricerca.
L' OIL ha sede a Ginevra. Composto da:
• Conferenza Internazionale (a cui partecipano i
rappresentanti degli stati membri)
• dal Consiglio d'Amministrazione (composto da 28
rappresentanti governativi, 14 rappresentanti dei datori
di lavoro e 14 rappresentanti dei lavoratori)
• dall'Ufficio Internazionale (che opera in qualità sia di
segretariato, sia di centro ricerca)
Tra le funzioni originarie più importanti dell'OIL vi è
l'elaborazione di convenzioni che stabiliscono norme minime.
Le convenzioni sono generalmente accompagnate da
raccomandazioni, che ne precisano in un certo senso la
portata. Non avendo forza giuridica vincolante, le
raccomandazioni dell'OIL hanno valore interpretativo e
indicano un livello superiore che sarebbe auspicabile
raggiungere.
UNESCO
Sigla di United Nations Educational Scientific and Cultural
Organization, agenzia specializzata delle Nazioni Unite che
continua, su un piano più esteso, l'opera dell'Istituto
Internazionale per la cooperazione intellettuale della Società
delle nazioni. Scopo dell'UNESCO è promuovere la
cooperazione internazionale nei campi dell'educazione, della
scienza e della cultura, al fine di contribuire al mantenimento
della pace e della sicurezza internazionali attraverso la migliore
comprensione tra le nazioni.
L'UNESCO persegue i propri scopi con una attività di
assistenza a favore dell'alfabetizzazione, della scolarizzazione
e della ricerca scientifica, nonché nella conservazione di beni
culturali e naturali di particolare valore. Rilevante è anche
l'attività normativa indiretta, che ha prodotto molteplici
convenzioni, raccomandazioni e dichiarazioni nei settori di sua
competenza. La Commissione opera attraverso:
• l'Assemblea che fissa le strategie generali della
Commissione, identificate in relazione ai programmi e alle
finalità dell'UNESCO nel quadro degli interessi generali
della politica nazionale nei campi dell'educazione, della
scienza, della cultura e della comunicazione in stretto
raccordo con la Rappresentanza Diplomatica Permanente
d'Italia presso l'UNESCO
• il Consiglio Direttivo che è l'organo di governo della
Commissione, e attua gli orientamenti strategici fissati
dall'Assemblea.
FINANZIAMENTI: alle spese inerenti il funzionamento
amministrativo e la sede della Commissione Nazionale, nonché
le attività della stessa connesse all'espletamento delle sue
funzioni si fa fronte con l'apposito stanziamento del Ministero
degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
OMS
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) in inglese World
Health Organization (WHO). Ha sede a Ginevra.
L'Organizzazione conta 194 stati membri. Scopo dell'OMS è
assicurare a tutte le popolazioni il raggiungimento del più alto
livello possibile di salute, inteso non solo come assenza di
malattia, ma come condizione di completo benessere fisico,
mentale e sociale. Promuove la cooperazione internazionale
nel settore della sanità, in particolare nella lotta contro
malattie infettive e nella gestione delle emergenze sanitarie
globali. Emana raccomandazioni, convenzioni e altri atti
internazionali nei settori di sua competenza. L'OMS ha un
ruolo più incisivo di indagine e azione nel contrasto della
diffusione di epidemie a livello mondiale. Gli organi principali:
1. l'Assemblea mondiale della sanità, organo plenario che
definisce le politiche e il bilancio dell'Organizzazione e
discute su questioni che richiedono azioni e indagini;
2. il Consiglio Esecutivo, composto da 34 esperti di questioni
sanitarie, competente dell'esecuzione delle politiche
dell'OMS;
3. il Segretariato, presieduto dal direttore generale
nominato dall'Assemblea;
4. sei uffici regionali, che svolgono attività di assistenza
tecnica.
WTO ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO
Vigilia sul rispetto delle regole del commercio globale, con lo
scopo di creare un sistema commerciale efficiente e vantaggioso
per tutti i partecipanti. Un'Organizzazione intergovernativa
composta, al momento, da 164 Paesi. Ha l'obiettivo di
aumentare la cooperazione internazionale nelle pratiche
commerciali e di garantirne la trasparenza. Dialoga con
istituzioni, organizzazioni internazionali e media di tutto il
mondo per diffondere consapevolezza sulle proprie attività. Si
occupa di siglare accordi commerciali vincolanti per gli Stati
membri. Patti relativi al commercio di beni, servizi e proprietà
intellettuale, ispirati a principi di cooperazione,
liberalizzazione, rimozione degli ostacoli al libero commercio e
riduzione dei dazi. L'Organizzazione vigila sull'osservanza
degli accordi da parte degli Stati membri, che devono
comunicare in modo tempestivo tutte le loro normative vigenti
in materie commerciale e le misure adottate in ottemperanza
agli accordi. Un'altra funzione fondamentale è quella di arbitro
delle controversie commerciali che possono insorgere in
relazione ai diritti garantiti dagli accordi.
L'UNIONE EUROPEA
I fondatori dell'Unione Europea: Adenauer, Churchill, de
Gasperi, Schumann e Monnet. Allargamento da 6 a 27 paesi (+
Croazia – UK). Trattati importanti:
-1952:Comunità europea del carbone e dell'acciaio;
-1958: Trattati di Roma: Comunità economica europea e
Comunità europea dell'energia atomica (EURATOM);
-1987: Atto unico europeo: nasce il Mercato Unico;
-1993: Trattato di Maastricht;
-1999: Trattato di Amsterdam;
-2003: Trattato di Nizza;
-2009: Trattato di Lisbona;
Le istituzioni dell'UE prima del Trattato di Lisbona: Trattato
CE, dopo il trattato di Lisbona: Trattato sull'Unione Europea
(TUE) e Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea
(TFUE).
NASCITA DELL'EUROPA UNITA
il concetto di Europa unita nasce dopo la Seconda Guerra
Mondiale. Una ricerca di un nuovo ordine più stabile e solido.
Molti intellettuali avevano individuato nel Manifesto di
Ventotene le basi per un progetto di Europa unita. Il Manifesto
di Ventotene buttava le basi per un'Europa libera e unita.
Sì cominciarono a gettare le basi per un'Europa unita
concependola come una forza sovranazionale democratica che
superasse il pericolo delle guerre e delle vecchie ideologie.
PIANO MARSHALL
È proprio su queste basi prese vita il Piano Marshall dal 5
giugno 1947. Un programma di aiuti promosso
dall'amministrazione Statunitense per favorire la ricostruzione
degli Stati Europei. Il Piano Marshall prevedeva che vi fosse un
utilizzo di incentivi attraverso una gestione in forma
coordinata e organizzata. Nel 48 nasce in tal proposito l'OECE,
Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica, a
questa partecipavano 16 Stati dell'Europa Occidentale.
Successivamente questa poi si trasformò nella OCSE,
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
I Paesi Europei occidentali si unirono insieme anche in una
cooperazione militare che avvenne nel 1949 nota a tutti come
la NATO. Sempre nel 49 venne formato il Consiglio d'Europa un
ente rivolto a favorire la collaborazione tra gli Stati membri e a
tutelare gli ideali politici e di libertà.
LA COOPERAZIONE MILITARE: il primo settore, dunque, di
cooperazione intergovernativa è quello di cooperazione
militare. Gli Stati dell'Europa Occidentale costituiscono due
organizzazioni di tipo militare:
1. UEO nel 1948
2. NATO nel 1949
SETTORE DELL'INTEGRAZIONE ECONOMICA:
successivamente la cooperazione intergovernativa si sposta
nel settore dell'integrazione economica: esigenza di gestire
il Piano Marshall che prevedeva aiuti finanziari all'Europa da
parte degli USA, poiché la gestione degli aiuti doveva avvenire
in modo coordinato gli Stati dell'Europa Occidentale danno
vita all'OECE, poi OCSE.
VERSO LA CREAZIONE DELLA CECA
nel 1949 vengono gettate le basi per una cooperazione
politica, culturale e sociale con la creazione di
un'organizzazione che aveva come obiettivo di salvaguardare e
attuare i principi che costituiscono il loro patrimonio comune
nonché facilitare il progresso economico-sociale. Strumento
d'azione è la conclusione di convenzioni internazionali tra cui
nel 1950 la CEDU che contiene un catalogo di diritti e principi
comuni a tutti gli Stati nonché un meccanismo di controllo per
mezzo della Corte europea dei diritti dell'uomo. Il metodo
della cooperazione intergovernativa presentava dei punti di
debolezza: le organizzazioni Europee hanno la possibilità di
agire efficientemente solo con consenso unanime di tutti gli
Stati membri e la Necessità di superare il principio
dell'unanimità e di attribuire maggiore autonomia conduce al
metodo comunitario che prende vita nel 1950 con la
Dichiarazione Schumann.
TRATTATO ISTITUTIVO DELLA CECA
9 maggio 1950, che sarà anche il giorno della festa dell'Unione
Europea, Robert Schumann pose le basi per il Trattato
Istitutivo della CECA. L'instaurazione di un'area di libero
scambio in uno specifico settore creando un mercato comune.
TRATTATO DELLA CECA
Lo scopo della creazione di questo accordo era quella di
evitare guerre tra la Francia e la Germania. Entrambe
interessate allo sfruttamento dei ricchi giacimenti di carbone e
di acciaio della Ruhr e della Saar. Il tentativo era quello di
cedere un pezzo di sovranità statale, anche se in un settore
limitato, ad un altro organismo che avrebbe gestito in modo
autonomo la politica comune nel settore. La visione di
Schumann venne accolta anche dall'Italia, dal Belgio, dal
Lussemburgo e i Paesi Bassi e portò così alla creazione della
comunità economica del carbone e dell'acciaio, LA CECA. Paesi
aderenti alla CECA: FR, Germania, IT, Belgio, Lussemburgo e
Paesi Bassi.
L'accordo aveva valore di 50 anni successivamente non è stato
rinnovato dopo la sua scadenza nel 2002.
Le competenze della CECA sono state assorbite dalla comunità
europea, oggi Unione Europea. Di fatto la CECA ha gettato le
basi dell'Europa Comunitaria. Concepita come
un'aggregazione associativa tra stati con possibilità di
espansione, di potenziamento, di stabilizzazione, di apertura
verso nuovi Stati e mano a mano di un ampliamento del potere
dell'Unione a discapito della sovranità degli Stati.
Attraverso questo trattato gli Stati aderenti abdicavano alla
propria sovranità in un settore limitato, in questo caso quello
carbo-siderurgico. Parallelamente permaneva la loro sovranità
in altri settori.
CEE E EURATOM
Nel 1958 entrarono in vigore i trattati istitutivi della CEE,
Comunità Economica Europea, successivamente muterà in CE,
Comunità Europea, e della EURATOM, Comunità Europea per
l'Energia Atomica. Questi getteranno le basi per la creazione di
un Unione Doganale che implicava anche l'adozione di una
Tariffa Doganale Comune (TDC) nei confronti dei paesi terzi.
Successivamente la direzione fu quella di realizzare un'Unione
Economica cioè uno spazio interno in cui fosse assicurata la
piena libertà di circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali
e delle persone, quindi di politiche economiche comuni.
REGNO UNITO-IRLANDA-DANIMARCA
Nel 67 il Regno Unito, Irlanda e Danimarca inoltrarono nuove
domande di adesione alla comunità, dopo il voto popolare i tre
stati entrarono a far parte della comunità, nel 1963.
ELEZIONI EUROPEE
La prima elezione del suffragio universale diretto del
Parlamento Europeo fu fissata per la primavera del 1978. Si
trattava del primo mandato diretto da parte dell'elettorato
degli Stati europei.
GRECIA-SPAGNA-PORTOGALLO
Dopo la metà degli anni 70 Grecia, Portogallo e Spagna
avevano presentato domanda di adesione. Durante gli anni 80
entrarono a far parte della comunità Grecia, Spagna e
Portogallo.
DALLE COMUNITÀ EUROPEE ALL'UNIONE EUROPEA
I trattati nel tempo subirono svariate modifiche e integrazioni:
-1986: Atto Unico Europeo;
-1992: il Trattato di Maastricht;
-1997: il Trattato di Amsterdam;
-2001: il Trattato di Nizza;
-2007: il Trattato di Lisbona.
IL LIBRO BIANCO
il libro bianco per il completamento del mercato interno era un
documento nel quale erano analizzati gli ostacoli che si
frapponevano a una completa realizzazione l'Unione
Economica tra gli Stati della comunità. 3 obiettivi principali:
1. integrare i mercati nazionali della comunità per
trasformarli in un immenso mercato unico;
2. rendere questo mercato unico un mercato in espansione;
3. garantire la necessità di flessibilità sia di risorse umane
sia di risorse primarie che finanziarie per un utilizzo
ottimale.
ATTO UNICO EUROPEO
Il prosieguo dei lavori di integrazione Europea sfociarono con
l'adozione dell'Atto Unico Europeo firmato da 9 dei 12 Stati
membri a Lussemburgo nel 1986, in seguito anche dagli altri 3
stati. Scopo principale dell'atto unico fu la realizzazione del
mercato interno, cioè uno spazio senza frontiere interne nel
quale è assicurata la libera circolazione delle merci, delle
persone, dei servizi e dei capitoli.
La struttura istituzionale non rispondeva ai principi della
democrazia parlamentare in quanto l'istituzione con maggiori
poteri era il Consiglio in cui era rappresentato il potere
esecutivo di ogni Stato. Con l'Atto Unico Europeo, l'Assemblea
Parlamentare diventa Parlamento Europeo e si introduce sia la
procedura di parere conforme, che impedisce al Consiglio di
approvare certi atti senza l'approvazione parlamentare, sia la
procedura di cooperazione che determina l'influenza da parte
del Parlamento sulle deliberazioni del Consiglio.
MERCATO UNICO
Per realizzare il mercato unico vi fu l'obbligo della completa
armonizzazione delle diverse legislazioni degli Stati membri.
Lo scopo era quello di eliminare tutte le barriere fisiche,
tecniche e fiscali le quali potevano essere un ostacolo al
processo di integrazione. Il via del mercato unico avvenne il 1
gennaio 1993 data in cui caddero tutti gli ostacoli di natura
burocratica e tariffaria che ostacolavano la circolazione dei
beni e dei servizi.
IL TRATTATO DI MAASTRICHT
Firmato nel 1992 entrato in vigore nel 93 anche noto come
Trattato sull'Unione Europea o TUE. Caratterizzato da 3
pilastri:
1. la dimensione comunitaria, disciplinata dalle disposizioni
contenute nei trattati istitutivi della Comunità Europea,
CEE, CECA e EURATOM;
2. la politica estera e di sicurezza comune (PESC) disciplinata
dal trattato dell'Unione Europea;
3. la cooperazione dei settori della giustizia e degli affari
interni (CGI) anche questa ricompresa nel trattato
dell'Unione Europea.
EUROPA A 15, FINLADIA-AUSTRIA-SVEZIA
A metà degli anni 90 sono state depositate le domande per
l'accesso alla Comunità Europea da: Finlandia, Austria e Svezia.
Dopo: l'approvazione da parte della Comunità Europea e la
consultazione referendaria interna dei Paesi da parte del
popolo.
La Comunità Europea passò da 12 a 15 paesi membri.
TRATTATO DI AMSTERDAM
Il Trattato di Amsterdam è stato firmato nel 97 ed è entrato in
vigore nel 1999. Novità fondamentali sono state introdotte
nella materia della cooperazione e giustizia e gli affari interni il
cosiddetto terzo pilastro che viene in parte modificato. Quasi
tutti i settori che rientravano nell'ambito del terzo pilastro
furono trasferiti nel primo pilastro. In pratica alcune materie
che venivano trattate in campo intergovernativo sono passate
alla Comunità Europea. Il Trattato di Amsterdam aiuta
fortemente in una razionalizzazione, semplificazione e
omogeneizzazione dei vari trattati previgenti.
PECULIARITÀ DEL TRATTATO:
Assetto istituzionale: il Parlamento Europeo diventa un vero e
proprio Co-legislatore con il consiglio.
Aumentano le ipotesi e i settori nelle quali il consiglio vota a
maggioranza e quindi non più all'unanimità ciò ovviamente
snellisce e alleggerisce tutto il processo decisionale. Il
presidente della commissione assume un ruolo più incisivo.
Politica estera e di sicurezza comune:
• adozione di strategie comuni per le azioni da
intraprendere nell'ambito della politica estera;
• introduzione del principio della astensione costruttiva del
voto per non ostacolare il raggiungimento dell'unanimità;
• missioni umanitarie, di soccorso e di mantenimento della
pace.
IL TRATTATO DI NIZZA
Trattato di Nizza firmato nel 2001 ed è entrato in vigore nel
2003. Ha il merito di aver dato un nuovo equilibrio
istituzionale all'Unione. Alcune novità: nuova ripartizione del
numero dei rappresentanti degli Stati membri nelle istituzioni
e negli organi comunitari, l'ampliamento dei poteri del
presidente della commissione europea, una drastica riduzione
dei casi in cui il consiglio doveva deliberare all'unanimità, le
modifiche all'ordinamento giudiziario comunitario e
l'introduzione di una procedura di preavviso nel caso di
constatazione delle violazioni dei diritti fondamentali da parte
di uno stato membro.
IL TRATTATO DI LISBONA
Firmato nel 2007 ed entrato in vigore il 1 dicembre 2009:
modifica il Trattato sull'Unione Europea e il Trattato che
istituisce la Comunità Europea (TCE->TFUE).
Elementi di continuità: in particolare con riguardo alle riforme
istituzionali: trasformazione del Consiglio Europeo in
un'istituzione vera e propria e creazione di un suo Presidente
stabile, nuova carica dell'Alto rappresentante per gli affari
esteri e la politica di sicurezza, al rafforzamento del Presidente
della Commissione, alla generalizzazione della procedura
legislativa ordinaria, ed infine, la struttura a 3 pilastri
semplificata se non abolita.
Elementi di discontinuità: si abbandona l'idea di un progetto
costituzionale che avrebbe abrogato i trattati esistenti, ma si
procede ad emendare il TUE e il TCE. Il TUE è riscritto,
modificato integralmente. Mentre il TCE cambia nome e natura
divenendo il Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea
(TFUE) e diviene il contenitore delle disposizioni ritenute
meno importanti rispetto a quelle del TUE.
Vengono eliminate le novità che potevano avvicinare il nuovo
trattato ad una costituzione. Il nuovo art.6, par.1 TUE si limita
a sancire: “l'Unione riconosce i diritti e le libertà e i principi
sanciti” nella Carta.
PRINCIPALI NOVITÀ: una più chiara ripartizione di
competenze tra Unione Europea e stati membri, un chiaro
richiamo ai diritti fondamentali dell'uomo e richiami ai
principi di uguaglianza giuridica, uguaglianza dei cittadini, di
democrazia rappresentativa, di democrazia partecipativa e
diritto di iniziativa dei cittadini.
LA BREXIT
Il Trattato di Lisbona ha dimostrato di non essere in grado di
mantenere e soddisfare i criteri di legittimazione democratica
tra gli Stati. Il processo di trasformazione di un'Europa vista
come Nazione con una comunità di ideali non ha progredito
fermandosi su problematiche di burocrazia finanziaria e
impedendo uno sviluppo uniforme solido. Sentita come
distante dai reali problemi della società. Nel 2016 il
referendum tenuto in UK ha comportato la BREXIT. La
procedura di uscita è iniziata nel 2017 è terminata agli inizi del
2020.
LE ISTITUZIONI EUROPE
Le sette istituzioni dell'Unione:
• il Parlamento Europeo: 704 deputati e il Presidente,
eletti a suffragio universale e diretto, con funzione
legislativa e di controllo;
• il Consiglio Europeo: Capi di Stato e di Governo degli
Stati membri, il Presidente della Commissione e il
Presidente del Consiglio europeo, eletti ogni Stato designa
il proprio rappresentante, con funzione di indirizzo
politico nel settore della PESC e Garanzia del rispetto dei
principi fondamentali;
• il Consiglio: un rappresentante a livello ministeriale per
ciascuno Stato membro, eletti ogni Stato designa il
proprio rappresentante, con funzione legislativa e di
approvazione del bilancio, Definizione e implemento della
politica dell'Unione e Conclusione di accordi
internazionali;
• la Commissione Europea: un cittadino per Stato
membro, eletti membri: da parte del Parlamento su
proposta del Consiglio Europeo con nomina finale del
Consiglio mentre il Presidente: proposta del Consiglio
europeo e approvazione del Parlamento, con funzione di
iniziativa legislativa, controllo, esecutiva e rappresentanza
esterna;
• la Corte di Giustizia dell'Unione Europea: 28 giudici, 11
avvocati generali, 1 presidente eletto dai giudici, 1
cancelliere e 1 comitato amministrativo, eletti su
indicazione degli Stati membri, con funzioni
giurisdizionali;
• la Banca Centrale Europea: Consiglio direttivo: membri
del Comitato esecutivo e governatori delle banche centrali
e Comitato Esecutivo: presidente, vicepresidente e altri
quattro membri, eletti Comitato Esecutivo: nominato dagli
Stati Governatori delle banche centrali: nomina da parte
degli Stati, con funzione di emissione dell'euro indirizzo
della politica monetaria;
• la Corte dei Conti: un membro per ogni Stato membro,
eletti per nomina del Consiglio su indicazione del
Parlamento europeo, con funzione di Definizione e
attuazione della politica monetaria dell'Unione, Controllo
sulla esecuzione del Bilancio dell'Unione.
LA PROCEDURA LEGISLATIVA ORDINARIA: la Commissione
Europea attua una proposta legislativa con una codecisione del
Parlamento Europeo e il Consiglio dell'UE.
GLI ORGANI MONOCRATICI:
• il Presidente del Consiglio Europeo;
• l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la
politica di sicurezza;
• il Presidente della Commissione.
ORGANI CON FUNZIONI MERAMENTE CONSULTIVE:
• il Comitato Economico e Sociale;
• il Comitato delle Regioni.
ALTRI ORGANI:
• il Mediatore Europeo ( quale organo individuale);
• la Banca Europea degli Investimenti;
• le Agenzie.

IL PARLAMENTO EUROPEO
Il Parlamento Europeo ha funzione legislativa e di
bilancio, di controllo politico e consultivo. I membri del
Parlamento Europeo sono eletti a suffragio universale diretto
in ogni stato membro e durano in carica 5 anni. Il numero degli
Eurodeputati di ogni paese è stabilito in proporzione alla
popolazione di ciascun paese, non meno di 6 e non più di 96. il
numero totale non può essere di più di 705 compreso il
Presidente. I Parlamentari non si aggregano per nazione ma
per gruppi politici omogenei tra questi possiamo ricordare:
-il Partito Popolare Europeo;
-i Socialisti;
-i Liberali Democratici.
Ha un regolamento interno e diverse sedi: Strasburgo,
Bruxelles e Lussemburgo.

IL CONSIGLIO EUROPEO
Il Consiglio Europeo è il titolare del potere di indirizzo
politico. L'art.152 TUE, modificato dal trattato di Lisbona,
stabilisce che il Consiglio Europeo si riunisca due volte a
semestre a Bruxelles. Composto dai capi di Stato o di Governo
degli stati membri del suo Presidente e al Presidente della
commissione. Partecipa ai lavori anche l'altro rappresentante
dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

IL CONSIGLIO
È un organo composto di Stati, ogni Stato membri è titolare del
seggio. Lo Stato membro sceglie di volta in volta il proprio
rappresentante tra i propri ministri e sottosegretari.
Rappresenta i governi degli Stati Membri, esercita la
funzione legislativa e di bilancio congiuntamente al parlamento,
definisce e coordina la politica dell'Unione, sorveglia e coordina
le politiche economiche, decide in materia di politica estera e
sicurezza comune e decide sulle questioni che prevedono
missioni militari all'estero.

LA COMMISSIONE EUROPEA
La Commissione Europea è una istituzione indipendente e
composta da un cittadino di ogni stato membro più il
Presidente e l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari
esteri e la politica di sicurezza. Ha il compito di promuovere
l'interesse generale dell'Unione, vigilare sull'applicazione
dei trattati e vigilare sull'applicazione di diritto
dell'Unione. Inoltre dà esecuzione al bilancio, esercita funzione
di coordinamento, di esecuzione o di gestione, alle condizioni
stabilite dai trattati, assicura la rappresentanza esterna
dell'Unione, fatta eccezione per la politica estera e di sicurezza
comune e avvia il processo di programmazione annuale e
pluriennale dell'Unione.

LA CORTE DI GIUSTIZIA DELL'UNIONE EUROPEA


Ha sede in Lussemburgo. Assicura il rispetto del diritto
dell'interpretazione e delle applicazioni dei trattati. Si
pronuncia conformemente ai trattati sulle controversie: tra gli
Stati membri, tra l'Unione e gli Stati membri, fra le Istituzioni
dell'Unione e sui ricordi presentati dai cittadini. È divisa in 2:
1. la corte di giustizia: che si occupa delle richieste di
pronuncia presentate dai Tribunali Nazionali ed è
composta da un giudice per Stato membro e 11 Avvocati
generali. 6 anni di mandato rinnovabile.
2. Il tribunale: che si occupa sui ricorsi per annullamento di
cittadini, imprese, governi di Stati Europei ed è composto
da 2 giudici per Stato membro sempre per un mandato di
6 anni rinnovabile.

LA BCE: BANCA CENTRALE EUROPEA


Una istituzione dell'Unione Europea con il compito di
controllare la liquidità monetaria. Il loro fine è quello di
mantenere la stabilità dei prezzi del mercato europeo e
sostenere le politiche Generali dell'Unione. Ha un elevato
grado di indipendenza e in politica monetaria ha il diritto
esclusivo di autorizzare l'emissione dell'euro. Il Consiglio
Direttivo è composto da: 6 membri del comitato esecutivo
nominati dal Consiglio Europeo e i governatori delle banche
centrali nazionali dei 19 stati dell'area Euro.
ART.282 TFUE: L'EUROSISTEMA
La Banca Centrale Europea e le banche centrali nazionali
costituiscono il Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC). La
Banca Centrale Europea e le Banche Centrali Nazionali degli
Stati membri la cui moneta è l'euro, che costituiscono l'Euro-
sistema, conducono la politica monetaria dell'Unione.

LA CORTE DEI CONTI


ART.287 TFUE
La Corte dei Conti esamina i conti di tutte le entrate e le spese
dell'Unione. Esamina del pari i conti di tutte le entrate e le
spese di ogni organo o organismo creato dall'Unione, nella
misura in cui l'atto costitutivo non escluda tale esame. La
Corte dei Conti presenta al Parlamento europeo e al Consiglio
una dichiarazione in cui attesta l'affidabilità dei conti e la
legittimità e la regolarità delle relative operazioni, che è
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. Detta
dichiarazione può essere completata da valutazioni specifiche
per ciascuno dei settori principali dell'attività dell'Unione.
L'ART.287 TFUE esamina i conti di tutte le entrate e le uscite
dell'Unione Europea e quella degli organismi creati dalla
stessa. Controllo:
-controllo formale di legittimità, un controllo diretto a
verificare la correttezza e la regolarità della gestione
finanziaria;
-controllo di merito, per verificare l'efficacia, l'economicità e
l'efficienza.
La Corte è composta di un cittadino di ciascuno Stato membro.
LE FONTI DELL'UNIONE EUROPEA
Il Sistema Giuridico è costituito dall'insieme di norme che
regolano l'organizzazione e lo sviluppo dell'Unione
Europea e i rapporti tra questa e gli Stati Membri. Si
distingue in:
• diritto originario: fonte di primo grado;
• diritto derivato: fonte di secondo grado.
DIRITTO ORIGINARIO
Fonte di primo grado, sono i trattati istitutivi, nonché gli atti
successivi che ne hanno operato una modifica o li hanno
completati. es. Trattati CEE, CECA e EURATOM, l'Atto Unico
Europeo, Trattato di Maastricht, Trattato di Amsterdam,
Trattato di Nizza, Trattato di Lisbona + la Carta dei diritti
fondamentali dell'Unione Europea.
DIRITTO DERIVATO
Fonte di secondo grado, sono tutte le norme giuridiche
emanate dalle istituzioni dell'Unione per la realizzazione degli
obiettivi posti in essere dai trattati. Distinti in:
-atti tipici: regolamenti, direttive e, decisione e pareri;
-atti atipici: atti di autorizzazione e concessione, atti interni
con le quali le istituzioni regolano il proprio funzionamento e
altro ancora.
ALTRE FONTI: in più vanno aggiunte: le norme di diritto
internazionale generale e gli accordi internazionali conclusi
dall'Unione con Stati terzi.
GLI ATTI LEGISLATIVI DELL'UNIONE
Dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona gli atti
normativi dell'Unione Europea si distinguono in:
1. atti legislativi, adottati secondo la cosiddetta procedura
legislativa ordinaria, tutti atti tipi. Possiamo distinguere
tra gli atti legislativi: regolamenti, direttive, decisioni,
raccomandazioni, pareri e accordi interistituzionali.
2. Atti non legislativi, hanno portato a generale e sono
adottati dalla commissione su delega di un atto legislativo
allo scopo di integrare o modificare elementi non
essenziali di quest'ultimo. Atti atipici che non sono
espressamente previsti dai trattati come: regolamenti
interni, risoluzioni del Consiglio Europeo, libri verdi e libri
bianchi.
REGOLAMENTI
definiti come atti a portata generale obbligatori in tutti i loro
elementi e direttamente applicabili in ciascuno degli Stati
membri. Portata generale: produce i propri effetti nei confronti
di un numero indeterminato e indeterminabili di destinatari
(come Stati membri, persone fisiche e giuridiche operanti
all'interno degli stessi) e le sue prescrizioni recano al carattere
della astrattezza. Hanno carattere obbligatorio in tutti i suoi
elementi. Direttamente applicabile in ciascuno Stato membro:
si vince che gli effetti negli Stati membri sono pari alle leggi
nazionali e non necessitano di atti di recepimento. Conferisce
diritti e impone obblighi sia agli Stati che ai privati.
DIRETTIVE
è un atto legislativo dell'Unione Europea che vincola lo Stato
membro al risultato da raggiungere. Ciò che conta è il risultato
finale da raggiungere ed allo stato rimane la completa
competenza sulla forma. Che può essere una legge, un
regolamento, o un atto amministrativo interno.
Direttive dettagliate: va sottolineato che la direttiva negli
ultimi anni presenta un carattere contenutisticamente sempre
più dettagliato e che limita la libertà di forma che era lasciata
allo Stato. Quindi limita la discrezionalità dello Stato membro
alla sola scelta della forma giuridica: legislativa o
amministrativa. Lo Stato è responsabile per il mancato
recepimento della direttiva e avrà in tal proposito l'obbligo di
risarcimento del danno subito dal singolo per effetto
dell'inadempimento. Questo è ciò che prevede la Corte di
Giustizia.
DECISIONI
atti aventi portata concreta, vincolanti per i destinatari.
Indirizzati ad uno Stato membro ad un soggetto sia persona
fisica che giuridica. Acquistano efficacia con la semplice
notifica ai destinatari. Obbligatorio in tutti i suoi elementi.
RACCOMANDAZIONI E PARERI
atti privi di efficacia precettiva e vincolante.
-raccomandazioni: esortazioni e moniti diretti ai singoli stati
membri, uno strumento di azione indiretto e non ha portata
obbligatoria;
-pareri: l'espressione di un'opinione su una data questione.
SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL'UNIONE
EUROPEA
Le pronunce interpretative emesse dalla Corte di Giustizia,
anche queste vanno considerate come delle fonti normative di
diretta applicazione. Interpretano e assicurano l'applicazione
uniforme del diritto dell'Unione Europea in tutti gli Stati
Membri.
RAPPORTO TRA DIRITTO DELL'UNIONE E DIRITTO
INTERNO
La dottrina e la giurisprudenza si sono divise e hanno aperto
molte discussioni sul rapporto tra il diritto dell'Unione
Europea e diritto interno. Ciò che emerge è che non un
rapporto paragonabile a diritto internazionale e diritto interno
nel quale vi è una forma di coordinamento tra due sistemi
giuridici autonomi. Diritto internazionale e diritto interno
possono essere paragonati ad un confronto fra pari. Il diritto
dell'Unione Europea invece tende a integrarsi con
l'ordinamento interno. In questo caso il sistema dell'Unione
Europea si pone come un sovra sistema a tutti gli altri soggetti
che lo subiranno, cioè gli Stati membri. Le istituzioni
dell'Unione Europea possono emanare comandi che operano
direttamente nell'ambito del diritto interno. Secondo il trattato
dell'Unione Europea, il TUE, vi è l'obbligo degli Stati membri
di adottare ogni misura di carattere generale o particolare
adatta ad assicurare l'esecuzione degli obblighi derivanti dai
trattati o conseguenti agli atti delle istituzioni dell'Unione.
RISOLUZIONE DEI CONFLITTI: la risoluzione dei conflitti
tra diritto dell'Unione e Diritto degli Stati Membri
Possono sorgere dei conflitti tra le diverse disposizioni dettate
dai due ordinamenti a fronte di questo è necessario definire
una serie di criteri per la loro risoluzione.
LA CORTE DI GIUSTIZIA
La Corte di Giustizia dell'Unione prevede: la diretta efficacia
del diritto dell'Unione e il primato del diritto dell'Unione sulle
norme di diritto interno contrastanti. Il principio della diretta
efficacia si perfeziona qualora una disposizione dei Trattati
Europei presenti determinate caratteristiche e sarà per cui in
grado di creare direttamente diritti e obblighi in capo ai
privati. Viene per cui affermato il principio del primato del
diritto dell'Unione Europea sulle norme nazionali. Ciò comporta
che la norma dell'Unione Europea produce effetti in capo ai
singoli anche se lo stato non abbia provveduto entro il tempo
stabilito a trasporre l'atto nell'ordinamento interno. Ogni
individuo può far valere i diritti a lui garantiti dalla norma
Europea anche nel caso di inadempienza da parte del singolo
Stato membro.
CORTE DI GIUSTIZIA SENTENZA 15/7/1964, N.6, CASO COSTA
C.ENEL
Con l'Unione, gli Stati membri hanno limitato in alcuni campi
circoscritti i loro poteri sovrani. L'Unione rappresenta un
complesso di diritti vincolanti per i propri cittadini e per gli
Stati membri. Ciò comporta che questa limitazione di sovranità
fa sì che prevalga l'ordinamento degli Stati membri nel caso vi
sia un contrasto.
RISOLUZIONE DEI CONFLITTI: GIUDICE NAZIONALE
Questi principi vanno addirittura più in la: il giudice nazionale
ha l'obbligo di garantire la piena efficacia delle norme Europee
e nel caso potrà disapplicare di propria iniziativa qualsiasi
disposizione contrastante della legislazione nazionale, anche
posteriore. Questo principio del primato del diritto dell'Unione
Europea è stabilito anche in seguito alla Riforma di Lisbona.
CORTE COSTITUZIONALE, SENTENZA CC 170/1984
Nella sentenza della Corte Costituzionale 170/1984 si è
stabilito che le norme comunitarie operano con efficacia
immediata indipendentemente dalle leggi nazionali sia
precedenti che successive. Si è stabilito che i giudici ordinari
dovranno far prevalere le leggi comunitarie e non quelle di
diritto interno. La tesi prevalente della giurisprudenza si basa
sulla formula compromissoria che prevede due ordinamenti
coordinati e comunicanti fra loro.
ESECUZIONE DEGLI OBBLIGHI DELL'UNIONE EUROPEA
Le direttive possono essere recepite da ciascuno stato membro
nel modo che ritiene più opportuno, purché tale adeguamento
intervenga nei termini stabili e realizzi il risultato
originariamente prefissato all'Unione.
LEGGE 24/12/2012, N.234. ART.29
Attualmente dopo vari passaggi legislativi con la legge
24/12/2012 n.234 art.29 sono stati introdotti due distinti
provvedimenti legislativi:
1.legge di delegazione europea: riguarda solo deleghe
legislative e autorizzazioni all'attuazione in via regolamentare,
va presentata al parlamento entro il 28/02 di ogni anno.
2.legge europea: uno strumento solo eventuale, non ha un
termine specifico, riguarda le disposizioni modificative o
abrogative di norme interne oggetto di procedura di infrazione
o di sentenze della Corte di Giustizia, nel caso non sia stato
adattato l'ordinamento interno.
MOTIVAZIONI:
• l'adeguamento delle procedure nazionali di adattamento
dell'ordinamento Italiano previste dopo l'entrata in vigore
del trattato di Lisbona,
• l'adeguamento dell'estensione dei poteri conferiti ai
parlamenti nazioni prevista in ambito Europeo,
• l'adeguamento delle dinamiche istituzionali e politiche
nell'ambito del sistema Europeo scaturite a seguito della
crisi economico-finanziaria,
• la tempestiva attuazione degli obblighi Europei.
CONTROLIMITI, ART.11, COSTITUZIONE
nell'art.11 Costituzione ci sono riferimenti specifici limitazioni
di sovranità, ma non a una totale cessione della sovranità. Da
qui nascono i contro-limiti, la Corte Costituzionale prevede che
ci siano dei diritti inviolabili della persona umana e dei
principi fondamentali previsti dalla Costituzione. Quindi le
normative comunitarie non potranno travalicare i limiti della
Costituzione. Va da sé che questa teoria dei contro-limiti è
molto limitata dato che l'ordinamento dell'Unione si fonde
esplicitamente sul rispetto delle tradizioni democratiche,
costituzionali comuni degli Stati membri promuove tutta
quella serie di diritti dell'uomo inviolabili e delle minoranze.
ART.11, COSTITUZIONE
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali. Consente, in condizioni di parità
con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un
ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni.
Promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a
tale scopo.
REGIONI E DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA
Anche le regioni hanno un ruolo nel recepimento della
Normativa Europea. L'art.117 della costituzione prevede che ci
siano delle specifiche materie delegate alle regioni difatti
secondo questo “spetta alle regioni la potestà legislativa in
riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla
legislazione dello Stato.”
Da qui ne discende, nell'evoluzione normativa, che le regioni
ed anche le province autonome di Trento e Bolzano:
• possono dare attuazione alle direttive, senza alcuna
limitazione, nelle materie di propria competenza;
• possono dare immediate attuazione alle direttive nelle
materie di competenza concorrenti alla condizione che
vengano rispettati i principi fondamentali.
POTERE SOSTITUTIVO: nel qual caso invece le regioni non
ottemperino a ciò che è stato richiesto dall'Europa, nelle
materie di loro esclusiva competenza, potrà intervenite lo
Stato con un potere sostitutivo previsto l'art.120 della
Costituzione nel quale è previsto che il governo può sostituirsi
ad organi delle regioni, delle città metropolitane, delle
province e dei comuni, nel caso di mancato rispetto della
normativa europea.

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