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INTRODUZIONE

-La tradizione riteneva Omero originario della Ionia (Turchia),


forse nativo della città di Smirne, di Chio o di Colofone o della
Grecia Continentale.

-Alcune tradizioni sostenevano fosse figlio di ninfa, altri


dicevano fosse discendente di Orfeo, altri lo descrivevano come
cantore cieco.

-Alcuni lo consideravano contemporaneo alla guerra di Troia


(1250 A.C, altri lo collocavano in un’epoca posteriore di pochi
decenni o secoli.

-I Greci antichi non ebbero dubbio riguardo alla sua esistenza, ne


fecero il loro Poeta per eccellenza.

-Per gli studiosi Omero rimane ipotesi; sull’esistenza del poeta


si dibatte dall’antichità e nei secoli è nata la QUESTIONE
OMERICA.

NELL’ANTICHITÀ
I Poemi omerici furono oggetto di studi già nel periodo
ellenistico.

-Zenodoto di Efeso curò la prima edizione critica dei poemi


omerici e li suddivise in 24 libri.

-I grammatici e i filologi si posero problema delle differenze tra


i due poemi (lingua, stile, concezioni e temi)

-Xenone ed Ellanico consideravano omerica solo Iliade


(quindi indicati come separatisti)

-Aristarco di Samotracia considerò Odissea continuazione Iliade,


anche l’autore anonimo Del trattato del sublime attribuì l’Iliade
alla giovinezza e l’Odissea alla tarda maturità di Omero.

NEL MEDIOEVO…
-Si diffuse lo studio del Greco, quindi fu possibile leggere in
lingua originale i proemi, il poeta appariva rozzo.

NELL’ETÀ MODERNA…
-1670: NASCITA QUESTIONE OMERICA
Nel 1670 si ipotizzò che i due poemi attribuiti a Omero
derivassero dall’assemblaggio di diversi poemetti di origini
popolari (fu D’Aubignac a ipotizzarlo).

-Omero non è mai esistito; è una figura leggendaria che


personifica la poesia della Grecia e dell’età degli Eroi con le
sue gesta.
-un altro, (Wolf) pensava che i due poemi fossero l’esito finale
di canti aedici tramandati oralmente per secoli.

NELL’800…
-Degli analisti hanno analizzato i due poemi e sono arrivati alla
conclusione che erano Opera di un poeta unico.
-I neounitari non ipotizzano più che i poemi siano stati
progettati da un unico peta.

NEL 900…
-Nel 1928 Milman Parry pubblicò un saggio.
Ebbe occasione di studiare il racconto epico della battaglia di
Cossovo (nella quale i Turchi ottomani sconfissero i Serbi e i
loro alleati)

Dimostrò che l’epica omerica conservava le caratteristiche


strutturali e linguistiche tipiche di una narrazione orale e che
si riassumono nello stile formulare. (prima di essere stati
scritti i poemi omerici avevano vissuto una fase di elaborazione
orale).

LE TESI DI JANKO…
-Anche Janko si riconosce nell’idea che i poemi omerici sono testi
orali, poi dettati e trascritti.
-Su invito di Parry: Avdo Mededovic (cantore)che non sapeva né
leggere né scrivere, cantò, perché fosse scritto sotto dettatura,
un poema di lunghezza pari all’Odissea.
-Janko dice: se oggi possediamo i poemi omerici è grazie agli
AEDI, lo SCRIBA invece fissava il canto dell’aedo.

AEDO…
(grazie a studi di Parry)
-Le storie e le imprese di Dei sono state narrate da POETI-
CANTORI, gli aedi.
-L’aedo accompagnandosi con la cetra narrava i miti e le vicende
eroiche che riguardavano gli eroi, svolgeva il ruolo di
intrattenitore dell’aristocrazia locale durante i banchetti.

MEMORIA E FORMULARITÀ
-La memoria ha una funzione fondamentale per aedo.
Quando compone l’aedo ha a disposizione non solo storie di Dei e
di Eroi, ma anche temi, scene tipiche già pronte; anche
espressioni fisse e interi versi codificati.
-L’Aedo inizia il canto inserendo delle variazioni che lo rendono
originale sempre nuovo.
IL PASSAGGIO ALLA FORMA SCRITTA
-I Micenei conoscevano il LINEARE B (MA utilizzata per contabilità
delle attività economiche e per gestione vita).

-La scrittura ricomparve rivoluzionata nel 700 A.C,


(fu adattato alla lingua greca l’alfabeto fenicio-cananeo,
composto da 22 segni) (consonanti del LINEARE B) + completato con
vocali.
-I testi scritti non possono essere stati trasposti in forma
scritta prima del 700 A.C

RAPSODI…
-Cucitori di canti, per professione recitavano testi che
imparavano a memoria

LA LINGUA DEI POEMI…


-Lingua artificiale, mai stata parlata.
-Nei poemi omerici viene utilizzata la lingua “composita”, proprio
perché nati da una trasmissione orale di aedi e rapsodi.

I POEMI OMERICI COME FONTE STORICA…

-I Micenei= Gli Achei, scesi dal nord si insediarono nel


Peloponneso. La guerra di Troia fu la loro impresa più celebrata.
-I Dori provocarono la fine del mondo miceneo, la conquista dorica
determinò profondi mutamenti politici e un notevole regresso nelle
attività economiche e culturali.

Tra mondo miceneo e mondo Dorico esistono differenze, ma anche


elementi di continuità:
-la lingua rimane sempre un dialetto greco
-il patrimonio di miti è comune
-il Pantheon miceneo è sovrapponibile a quello dorico
-la struttura del potere cambia, ma permane l’Acropoli
(centro potere politico)

L’iliade e l’Odissea conservano il ricordo di elementi micenei:


-le armi sono di bronzo
-Nell’Iliade prevalgono i duelli, il singolo carro guidato da un
auriga (che accompagna guerriero sul luogo di battaglia o lo
riporta alla tenda), lo scettro che passa di mano in mano
nell’assemblea.
-Sono la dimostrazione che i canti aedici alle base dei poemi
omerici sono stati elaborati da diverse generazioni di cantori.
-I poemi omerici sono una fonte storica indiretta fondamentale per
conoscenza “Medioevo Ellenico” nella sua fase più recente.

FUNZIONE DEI POEMI…


-Funzione intrattenimento
-La poesia epica è una sorte di DEPOSITO dei contenuti culturali
della civiltà greca, grazie alla memoria di AEDI e RAPSODI.
ILIADE
-Si diffuse grazie ad ANONIMI AEDI che ne mantennero vivo il
RICORDO fino a quando i canti furono fissati per sempre grazie
alla scrittura.
-L’ARGOMENTO del poema è GUERRA combattuta da ACHEI per
conquistare la città di Troia.
Viene narrata solo piccola parte dell’ultimo anno di guerra, (gli
eventi scatenati da ira Achille).
-Tutto si svolge a TROIA.
-I protagonisti DEI e EROI (DEI=simili a uomini nell’aspetto e nei
comportamenti)
-(EROI= non temono DEI, ma temono MOIRA) (destino)
Gli Eroi condividono tutti gli stessi valori, lo stesso coraggio
nel combattere, le parole che racchiudono il loro universo sono:
(KLEOS: GLORIA), (TIMÈ: ONORE) e (ARETÈ: VIRTÙ).

INTRODUZIONE:
“Vicende intorno a Ilio” è il significato letterale del titolo con
cui l’opera è nota, (ilio indicava parte alta di Troia).

-L’Iliade è il poema di Troia, della lunga guerra che gli Achei


combatterono per conquistarla.

-L’iliade consta 16.000 esametri (verso greco dell’epica)


ripartiti in 24 libri: suddivisione operata nel II secolo A.C. dai
grammatici della Biblioteca di Alessandria D’Egitto.

LA STRUTTURA DEL POEMA…


-Suddivisione in 3 blocchi narrativi, di diversa ampiezza e
consistenza, che si sviluppano attorno a 2 snodi narrativi
primari.
-1^ parte narra origini contesa Achille e Agamennone e l’abbandono
alla guerra di Achille. Da questo punto nodale ci si immette nella
sezione mediana dell’opera, nella quale si narra scontro di
eserciti e guerrieri, l’aristia e le prove di valore degli eroi.
-La guerra sarà sfavorevole agli achei fino a quando Ettore
(Campione Troiano) uccide Patroclo (amico fraterno di Achille),
questo è il 2^ snodo primario che immette nella terza sezione,
nella quale si sviluppa l’Aristia di Achille dove deposta l’ira
contro gli Achei, convoglia la sua furia contro Ettore per
vendicare Patroclo, lo uccide, ne strazia il cadavere fino a
quando lo restituisce al padre Priamo.

LA GUERRA DI TROIA SECONDO IL MITO…


-Gli antefatti mitologici del racconto omerico su Guerra di Troia
narrati in uno dei poemi del ciclo troiano, Le Ciprie o Canti
ciprii.
-Zeus preoccupato per quantità moltiplicata di uomini decide di
scatenare una guerra, per far diminuire il numero (di uomini).
Genera Elena che sarà la causa del primo scontro tra Troiani e
Greci.
La narrazione prosegue con nozze di Teti (dea marina) e Peleo, da
cui nascerà Achille.
Tutti siedono al banchetto, quando Eris (la Discordia) non
invitata alle nozze lancia nel mezzo del banchetto una mela d’oro
con scritto alla + bella.
3 Dee (Era, Afrodite e Atena) si contendono la mela.
Zeus da l’incarico di scegliere a Paride, (figlio del Re di Troia
Priamo).
-Era offre potenza e dominio su Asia.
-Atena offre l’invincibilità in Guerra.
-Afrodite offre l’amore della donna + bella al mondo.

-Paride assegna vittoria ad Afrodite, poi si reca a Sparta, ospite


di Menelao dove grazie ad Afrodite conosce Elena, moglie di
Menelao, la tradisce e la porta a Troia.

-Menelao e suo fratello Agamennone (re Micene)per vendicare


l’affronto organizzano una spedizione contro Troia.
Le navi achee sono all’ancora nel porto in Beozia e non riescono a
salpare per i venti sfavorevoli.
Allora Calcante (indovino) dice che va sacrificata una vittima
innocente per riaverne i favori e quindi poter salpare; la vittima
è Ifigenia (figlia Agamennone).
Agamennone sacrifica la figlia ma Artemide riesce a sostituirla
con una cerva, e la sottrae alla morte.
La flotta riesce finalmente a salpare.

51 GIORNI FATALI…
-L’iliade non narra tutti i fatti della guerra, ma solo serie di
eventi dalla durata di 51 gg.
Il Poema appare come un susseguirsi ininterrotto di scontri e se
ne ricava percezione di lunga durata.
-Le battaglie (ognuna durata di un gg) costituiscono il contesto
nel quale rifulgono l’eroismo e la virtù guerriera.
-Su tutto alleggia la morte, la moira.

TECNICA DI COMPOSIZIONE…
-Composizione ad anello= Ringkomposition

IL PROEMIO E L’ANTEFATTO…
-Il poeta anticipa argomento: ira Achille (+ forte eroe acheo) in
seguito ad un duro scontro contro Agamennone (capo spedizione a
Troia. Achille abbandonerà guerra.

L’OLTRAGGIO A CRISE E LA VENDETTA DI APOLLO…


-Il poeta ricostruisce antefatti dell’ira.
Crise (sacerdote Apollo) aveva chiesto restituzione figlia
Criseide, divenuta schiava di Agamennone, in cambio di ricco
riscatto.
Il trattamento riservato a Crise, scacciato in malo modo causa
reazione Apollo che provoca pestilenza nell’accampamento acheo.
Per indagare causa pestilenza Achille convoca assemble durante la
quale l’indovino Calcante rivela che la causa è l’oltraggio
inflitto a Crise.
Agamennone acconsente alla restituzione di Criseide ma vuole in
cambio un altro bottino ed annuncia che prenderà quello di
Achille, Briseide. Achille reagisce furiosamente e abbandona la
guerra.

TETI SULL’OLIMPO…
Trascorsi 12 gg Teti sale all’Olimpo e chiede ed ottiene che i
Troiani abbiano la meglio sugli Achei finché Achille non abbia
avuto soddisfazione per il torto subito.
Il colloquio tra i 2 non sfugge ad Era (moglie Zeus) la quale
spinta da gelosia intavola una feroce discussione con il marito.
La lite viene sedata da loro figlio Efesto.

SOGNO INGANNEVOLE…
-Mentre gli uomini e gli Dei sono immersi nel sonno Zeus (per
tenere fede alla promessa fatta a Teti) convoca il sogno
ingannevole e gli ordina di comparire ad Agamennone e di dirgli
che ormai tutti gli Dei sono sfavorevoli ai Troiani e che è giunto
il gg della caduta di Troia. Agamennone crede alle parole, convoca
il Consiglio dei Capi, riferisce loro il sogno e stabilisce come
disporre le schiere per quello che crede essere l’attacco decisivo
alla città.

LA PROVA DELL’ESERCITO…
-Prima però Agamennone decide di mettere alla prova l’esercito per
saggiarne la volontà di combattere. Convocata assemblea degli
Achei dà il falso annuncio di voler rinunciare alla conquista di
Troia e ritornare in patria.
I soldati contenti dopo 10 anni si precipitano alle navi.
SOLO ODISSEO spinto da Dea Atena riesce a ricondurre di nuovo gli
Achei in assemblea, dove mette a tacere Tersite, che reclama il
ritorno in Patria.
AGAMENNONE quindi con aiuto di NESTORE E ODISSEO riprende il
controllo della situazione e ordina agli Achei di compiere
sacrifici agli Dei.

SI PREPARA LA BATTAGLIA…
Subito dopo l’esercito acheo si schiera.
Il Poeta passa in rassegna gli eroi e i popoli che combattono con
gli Achei e quelli che combattono con i Troiani.

IL PROEMIO… (T1)
-I primi versi dell’Iliade corrispondono al Proemio, essi
precedono il canto (la narrazione) e contengono l’invocazione alla
Musa e l’enunciazione dell’argomento, L’IRA DI ACHILLE.
IRA…
-in italiano collera, sdegno
-in greco corrispondono a IRA 2 termini (mènis: reazione collerica
di personaggi divini, e chòlos: letteralmente bile, è l’ira dei
comuni mortali.)
-L’ira dell’eroe è una reazione impetuosa e irrefrenabile,
l’eroe ripara il torto subito e riacquista l’onore tolto o messo
in discussione; rientra tra i comportamenti positivi dell’eroe.

CRISE E AGAMENNONE (T2)


Subito dopo il proemio, il poeta entra nel vivo della narrazione e
inizia a ricostruire il contesto entro il quale si origina e si
sviluppa lo scontro fra Achille e Agamennone.
La narrazione si apre sul paesaggio dell’accampamento greco in
riva al mare, alle tende achee, si presenta la figura di Crise
(anziano), sacerdote di Apollo e padre di Criseide venuto a
chiedere sua figlia in cambio di un ricco riscatto, la
restituzione della figlia Criseide che gli achei avevano catturato
e reso schiava.

CONTESA…
-Significa scontro, discussione, contrasto.
Contesa traduce il vocabolo greco Eris, discordia, anche
personalizzato nella Divinità Discordia.

ATRIDI…
-indicati attraverso patronimico o nome del padre.
-In questo caso figli di Atreo. (Menelao e Agamennone)

HYBRIS ED EMPIETÀ…
-Il tema principale dell’episodio è l’EMPIETÀ di AGAMENNONE,
colpevole di HYBRIS: arroganza e tracotanza.
Agamennone maltratta un supplice, i supplici sono sotto protezione
di Zeus, minaccia il sacerdote di Apollo che si è presentato al
campo con le insegne delle sue sacralità (bende e scettro d’oro).

L’IRA DI APOLLO…
Apollo, compare in prima scena brandendo le armi che lo
caratterizzano (arco, faretra e frecce), mentre scende adirato
dall’Olimpo per vendicare il torto fatto al suo sacerdote.
I greci attribuivano alle sue frecce la capacità di colpire gli
uomini con malattie e epidemie.

ACHILLE SI SCONRA CON AGAMENNONE… (T3)


Convocata l’assemblea degli Achei, Achille avanza la proposta di
interrogare un indovino per conoscere le cause della pestilenza
che li sta decimando. Calcante, il migliore fra gli indovini non
intende rivelare nulla perché teme le reazioni di Agamennone.
Achille garantisce la protezione a Calcante accetta di parlare e
svela agli Achei che l’ira di Apollo è stata inflitta da
Agamennone a Crise: la pestilenza cesserà solo quando Criseide
sarà restituita, senza riscatto al padre e il dio sarà placato da
un solenne sacrificio di espiazione.
Agamennone esplode allora sdegnato, prima contro Calcante e poi
contro Achille.

DONO…
Il ghèras, indica la parte prescelta del bottino, quello
accumulato con le razzie e con il saccheggio delle città
conquistate, che veniva riservato ai capi prima della
suddivisione, comune e pubblica con il resto dell’esercito.
La preda di guerra, quindi, non era assegnata in modo egualitario,
ma attribuita in virtù dello status e del valore in guerra, a
volte indipendentemente dal contributo effettivo alle conquiste.
(Achille lamenta la disparità con Agamennone, il suo ghèras è
sempre più ricco del suo).
Per l’eroe omerico il ghèras assegnato è la prova del suo onore
(timè) e della stima di cui gode tra la sua gente.
Privare un eroe del suo ghèras significa precipitarlo in una
condizione di atimia, di disonore.

ACHILLE PIEDE RAPIDO…


-Epiteto esclusivo di Achille
-Altri epiteti riferiti ad Achille sono: dìos e pari agli Dei.

SAGGIO ZEUS…
-Epiteto del Re degli Dei, Di Zeus, saggio.
Il mito narra che Zeus sposò Metis (l’intelligenza); quando gli fu
predetto che il figlio che avrebbe avuto da lei lo avrebbe
scalzato ingoiò Metis e quindi lui stesso divenne intelligente.

HYBRIS
L’atteggiamento di Agamennone che sottrae Briseide a ad Achille è
ritenuto arrogante, è definibile HYBRIS.

ATIMIA
È il DISONORE, è disonorevole rimanere indonato.

FORMULA FISSA…
-Ripetizione di parole in sequenza fissa.
La + diffusa e la + breve formula è costituita da nome + epiteto.
La formula più lunghe si estende a un intero verso.

L’EPITETO
-Detto fisso perché riferito invariabilmente ai soggetti.
Alcuni epiteti sono generici, altri sono esclusivi.
Anche gli Dei hanno epiteti esclusivi.

LE ITERAZIONI O RIPETIZIONI…
-Caratteristica testo epico, possono consistere nella ripetizione
di una parte del verso, di un singolo verso o di un’intera
sequenza di versi.
AGAMENNONE E IL SOGNO INGANNEVOLE (T4)
-Mentre dei ed eroi dormono, Zeus medita come vendicare l'onore di
Achille rispettando così l'impegno preso con Teti.
Decide quindi di mandare ad Agamennone il sogno ingannevole con la
falsa notizia che gli achei potranno finalmente conquistare Troia,
perché Era, acerrima nemica dei troiani, ha ormai convinto gli
altri dèi ad abbandonare la città al suo destino.
Il sogno assume le sembianze di Nestore, il più saggio consigliere
tra gli achei, e instilla nella mente di Agamennone questo
pensiero.
La mattina seguente il re ordina agli Araldi di convocare
l'esercito in vista dell'imminente attacco contro la città.
Prima però convoca il consiglio degli anziani.

ODISSEO E TERSITE (T5)


Come concordato con il consiglio degli anziani, Agamennone ha
convocato l'assemblea degli achei e dato il falso annuncio che
intende abbandonare l'impresa.
Le sue motivazioni e il suo discorso sono così convincenti che
diversamente dalle sue attese, gli achei prendono per vere le sue
parole e si precipitano verso le navi, spinti dal desiderio di
tornare in patria.
Odisseo guarda impotente quella fuga discordinata, ma poi,
richiamato energicamente all'azione dalla dea Atena, interviene
per bloccare i compagni e li costringe, chi con le buone che con
le cattive, a tornare a riunirsi in assemblea.
Qui un soldato, Tersite prende la parola per sostenere le ragioni
dell'abbandono della guerra e sferrare un duro attacco contro
Agamennone ma non ha fatto i conti con il divino Odisseo.

SCETTRO…
Nella nostra cultura è simbolo del potere monarchico.
-Nel mondo greco lo skèptron era lo scettro sacro, chi lo
impugnava era la persona sacra e inviolabile.
In Omero lo scettro appare come una reliquia del passato.
Non rappresenta più il potere assoluto; il potere nella società
aristocratica descritta nel poema, appartiene ora all’assemblea.

L’ANTIEROE…
Gli eroi del mondo omerico sono belli e buoni, splendidi per
fattezze e armonia del corpo, perfetti nell'animo virtuosi,
magnanimi e generosi.
La corrispondenza tra bellezza esteriore e interiore
(kalokagathìa) è un canone estetico e un codice ideale di
comportamento.
Tersite è la negazione della kalokagathìa, è l’opposto. È un
soldato semplice, insignificante, buono solo a far ridere i
compagni; ha difetti e brutture fisiche.
IL RUOLO DI TERSITE…
-L’iliade svolge anche una funzione educativa: il poeta attraverso
i suoi personaggi propone modelli di comportamento da seguire e
modelli negativi da evitare.
Tersite è da evitare, è spregevole e imbelle.

IL DISCORSO DI ODISSEO (T6)


Subito dopo la sfuriata contro Tersite, Odisseo riprende la parola
nell’assemblea per rincuorare l’esercito e motivarlo alla
persecuzione della guerra.
La Dea Atena assume l’aspetto di un Araldo e fa zittire gli achei.

LA SIMILITUDINE…
-Regina figure retoriche dei poemi epici.
-consiste nel paragonare tra loro due immagini sulla base di
caratteri comuni, è introdotta da avverbi ed espressioni come:
così, come, simile a, tale a, allo stesso modo…

L’ESERCITO ACHEO SI SCHIERA NELLA PIANURA…


-Dopo gli esiti drammatici della prova dell’esercito, Agamennone
ribadisce la volontà di continuare la guerra e ordina agli Achei
di compiere i sacrifici agli Dei, di ristorarsi con cibo e bevande
e di preparare le armi e i carri nell’imminenza della battaglia.
Nestore invita poi Agamennone ad affrettare l’impresa. Gli araldi
ricevono quindi l’ordine di chiamare alla guerra gli achei e i Re
si prodigano a ordinare le loro schiere.
Atena, armata dall’egida, passa in rassegna i soldati facendo
nascere in ognuno il desiderio di combattere senza riposo. Subito
dopo il poeta descrive l’esercito che si schiera nella pianta di
Troia facendo ricorso per 6 volte alla similitudine: una serie che
costituisce un unicum nel poema.

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