Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
BIOEQUIVALENZA: due farmaci hanno due profili farmaceutici chimici equivalenti (C-max, T-max,
AUC
RECETTORE: molecola di natura proteica, presenti sulla membrana e nel citoplasma della cellula,
che attraverso il legame con mediatori endogeni, interagisce con il farmaco, il quale và a
modificare la sua conformazione, provocando un effetto biologico.
AFFINITA’:concentrazione di farmaco, necessaria per saturare il 50% dei siti recettoriali presenti; è
una misura che ci permette di capire quanto il farmaco è in grado di legare ed essere affine al
recettore
EFFICACIA:entità massima della risposta farmacologica, che il farmaco può indurre in un
determinato substrato
POTENZA: concentrazione di un farmaco necessaria, per produrre un 50% dell’effetto massimo
MARGINE DI SICUREZZA: si basa sulla dose richiesta per produrre un’effettiva risposta
terapeutica nella maggior parte dei casi, in rapporto alla dose richiesta per produrre effetti tossici in
alcuni individui. Ovvero non lavora al 50% ma al 100% dell’efficacia.
Si parla inoltre di tolleranza farmaco-cinetica quando un farmaco agisce su un organismo
riducendo il proprio assorbimento o accelerando la velocità di eliminazione. Per esempio i
barbiturici.
Si parla anche di tolleranza farmaco-dinamica quando l’organismo si adatta alla presenza
continuativa del farmaco. È un fenomeno frequente con:
• Morfina, ansiolitici, anfetamina (a livello del sistema nervoso centrale).
• Farmaci quali i β2 stimolanti e i nitro-vasodilatatori.
La tolleranza farmaco-dinamica spesso dipende da processi di desensibilizzazione recettoriale.
Somministrazioni ripetute o croniche di un farmaco (agonista o antagonista) possono indurre
cambiamenti della responsività del recettore: è un sistema di protezione da una stimolazione
continua, che può arrivare ad indurre morte cellulare per apoptosi.
TALIDOMIDE E FOCOMELIA:
Nel corso degli anni, sono successe diverse situazioni che hanno destato molto interesse una
delle quali è rappresentata dalla somministrazione della Talidomide, un farmaco che veniva
somministrato intorno agli anni 50-60 in Germania, per calmare il malessere, ansia e le nausee,
causate dalla gravidanza. Se assunto in età gestazionale (intorno ai 28 giorni, dove avviene lo
sviluppo degli arti), nel nascituro, avrebbe determinato un effetto teratogenico molto grave,
chiamato Focomelia. La talidomide in realtà, esiste in due forme:
-la forma D (destra), con effetto sedativo
-la forma L (levo), dà l’effetto teratogeno
La dorma D, si trasforma in forma L in maniera spontanea a pH fisiologico.
Il meccanismo d’azione dei farmaci analgesici, nell’uomo la quantità di androgeni non cambia,
per cui risultano essere più protetti; le donne hanno continue fluttuazioni nel corso della loro vita, di
conseguenza minor quantità di estrogeni, minor protezione al dolore;
fase CLINICA e PRE-CLINICA: nella fase pre-clinica, si presenta una percentuale maggiore di
cavie di sesso maschile (60%), rispetto a quelle di sesso femminile (10%); la stessa cosa avviene
in fase clinica, ovvero che in una percentuale di soggetti sani, la % di femmine arruolate è
estremamente basso; nelle categorie terapeutiche vale la stessa cosa.
TERAPIA DEL DOLORE:con due classi di farmaci molto utilizzati, che sono i FANS e gli
OPPIACEI. Secondo l’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP), il dolore viene
definito come “un’esperienza sensitiva ed emotiva spiacevole, associata ad un effettivo o
potenziale danno tissutale o comunque descritta come tale.”
Esistono tre tipi di dolore:
1. Il dolore acuto segnala la presenza di una lesione organica o di una malattia e dura fin che il
trauma iniziale non si è risolto, in genere persiste per un tempo limitato. Rappresenta, quindi,
un dolore fisiologico/tessutale o nocicettivo (processo fisiologico che porta all’attivazione
diretta dei recettori periferici, in seguito a stimolo nocivo o potenzialmente dannoso, tuttavia
risponde agli oppioidi) da parte di input termico, meccanico e chimico con successiva
trasmissione verso il SNC. In sintesi è un sintomo di una patologia o di un danno che ne
identifica anche l’andamento.
2. Il dolore cronico perdura per un tempo prolungato, è la forma più invalidante del dolore e
rappresenta una patologia, indipendentemente dalla causa che lo ha determinato. Può
diventare intrattabile a causa di una persistente alterazione del funzionamento della via
neuronale nocicettiva e avvicinarsi quindi ad un dolore neuropatico (non nocicettivo, ovvero
disfunzione che ha origine da una lesione nuronale periferica, centrale, mista del SNP o SNC;
è un tipo di dolore bruciante, formicolio, lancinante e improvviso, resistente agli oppioidi). È un
dolore che può influenzare negativamente la qualità della vita, può determinare danni psico
relazionali e cambiamenti della personalità. Generalmente presenta una componente
emozionale per la quale può essere necessario richiedere interventi terapeutici
multidisciplinari.
ALLODINIA:fenomeno neuropatico, attraverso il quale il paziente ha percezione di dolore,
provocato da uno stimolo, che in condizioni normali, non provoca alcun tipo di sensazione
dolorosa. (Es. in caso di mal di testa, anche il semplice pettinarsi può provocare dolore).
3. Il dolore procedurale, è un dolore episodico intenso, provocato da procedure diagnostiche-
terapeutiche (medicazioni a ferite, posizionamento di device vari, ecc). Esso ha un impatto
significativo sulle attività di vita quotidiana dell’individuo.
FANS: Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei, sono farmaci da banco molto utilizzati, ad azione
periferica, (con inibizione della sintesi delle prostaglandine), per curare la sintomatologia dolorosa
e antinfiammatoria, analgesica, antipiretica (paracetamolo come la Tachipirina che a dosaggi
elevati provocano epatotossicità) e antiaggregante (aspirina che ha un’antiaggregante: infatti dopo
la somministrazione, la sintesi della molecola Trombossano a2-TXA2- non riprende fino a che il
gruppo di piastrine influenzato dal farmaco, non viene rimpiazzato dopo un lungo processo. Perciò
in basse dosi come per esempio per l’aspirinetta, si và a diminuire la sintesi di TXA2, che
promuove l’aggregazione senza ridurre drasticamente la sintesi di prostaciclina -PGI2, classe di
prostaglandine che inibiscono l’aggregazione- per i pz che vogliono mantenete il sangue fluido. Gli
effetti collaterali sono rappresentati da un effetto allergico).
Ne esistono sia di sistemici che di topici (unguenti, cerotti, creme, transdermici):
Derivati dall’acido salicilico: acido acetilsalicilico (aspirina).
Derivati dall’acido propionico: ibuprofene (brufen, Moment), fluibuprofene (froben)
Derivati dall’acido acetico e sostanze correlate: diclofoenac (voltaren).
Altri farmaci sono più utilizzati dal punto di vista dell’infiammazione, (risposta dell’organismo a
stimoli nocivi, che lo mettono in pericolo, volto al mantenimento dell’integrità dell’organismo stesso;
coinvolge tutto il tessuto connettivale vascolarizzato), andandola a ridurre in maniera significativa.
Vi sono 5 processi dell’infiammazione:
1.rossore 2.gonfiore 3.calore 4.dolore e 5.perdita di funzione
E anche in questo caso l’infiammazione, può essere acuta (con rapida risoluzione) o cronica
(guarigione più lunga).
Questa classe di farmaci non agisce via recettore, ma tramite blocco del sistema enzimatico (ciclo-
ossigenasi) e quindi blocca anche l’azione dell’acido arachidonico, ottenuto tramite lipasi
specifiche, il quale favorisce la produzione di prostaglandine: si ha quindi, un blocco dello stato
infiammatorio. Di ciclo-ossigenasi ne esistono due forme: COX-1 e COX-2. La COX-1(enzima
costitutivo), è la ciclossigenasi fisiologica presente in tutti gli organismi; l’attivazione dell’enzima
COX-2(enzima inducibile), è una ciclossigenasi indotta da particolare trauma o stress, in grado
di liberare massive concentrazioni di mediatori dell’infiammazione, responsabili del malessere che
dà il mal di gola, il mal di testa, ecc..
EFFETTO TETTO: dose massima superata, oltre la quale non è più possibile incrementare la
potenza terapeutica (tipo per gli oppioidi: aumentando la dose, non si aumenta l’effetto).