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LA MAGNA CHARTA LIBERATUM

In Inghilterra il feudalesimo venne importato dai Normanni con Guglielmo il


Conquistatore: attraverso la catena dei legami feudali ed una rete di funzionari,
Guglielmo esercitò un potere centrale forte ed efficace.
Nel XII sec. la monarchia inglese aveva ormai costruito un solido potere centrale: il re
controllava i grandi feudatari e limitava il potere della Chiesa.
Il regno era diviso in contee (shires) amministrate da un rappresentante del re che
esercitava anche la giustizia locale (sheriff); vi era inoltre un organo di amministrazione
centrale fiscale e finanziaria (lo scacchiere, così chiamato per il tavolo, con quadrati e
colonne, sul quale venivano segnati i rendiconti degli sceriffi).

La monarchia inglese entrò però in un periodo di grave crisi verso la fine del XII sec,
durante il regno di Giovanni Senza Terra (1199-1216) che, sconfitto dai francesi, vide i
possedimenti inglesi in Francia ridursi alle sole Aquitania e Guascogna.
La debolezza del re favorì l’affermazione dei grandi feudatari, della Chiesa, dell’alta
borghesia delle città e il 15 giugno 1215 il re dovette concedere la Magna Charta
Liberatum (grande carta della liberà), un documento che stabiliva una serie di “liberà” e
garanzie per gli uomini liberi del Regno.

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