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- CAPITOLO 1 -

L'ECONOMIA E LA GESTIONE DELLA AZIENDA AGRARIA

L'Economia della Azienda Agraria si occupa dello studio dei rapporti economici tra l'azienda, l'impresa agraria e
l'ambiente economico nel quale esse si trovano.
La Gestione della Azienda Agraria ha come scopo lo studio e la ottimizzazione della gestione dell'azienda e dell'impresa
agraria. Tale obiettivo viene raggiunto attraverso l'uso di adeguati strumenti di indagine dei processi produttivi e delle
caratteristiche tecnico - economiche aziendali. Gli strumenti più utilizzati sono i seguenti:

 inventari dei mezzi di produzione,

 stato patrimoniale,

 bilancio e conti colturali,

 analisi dei capitali aziendali,

 analisi degli investimenti effettuabili dall'imprenditore secondo la loro convenienza e la loro compatibilità con
l'esistente,

 determinazione e analisi del costo di esercizio delle macchine agricole,

 realizzazione di piani di concimazione e determinazione dei costi relativi.

In questa sede verrà trattato il bilancio aziendale la cui conoscenza è la base indispensabile di una corretta tecnica di
gestione e analisi dell'attività aziendale.

1.1 Concetto economico di azienda.


L'Economia considera l'azienda come un insieme di fattori produttivi scelti e organizzati dall'Imprenditore Puro.
I fattori produttivi vengono raggruppati nelle 4 categorie fondamentali seguenti:

 Terra o Natura: riguarda i fattori naturali terreno, acqua, ecc.;

 Capitale: riguarda il denaro necessario all'azienda;

 Lavoro: riguarda tutta l'attività umana, sia manuale che intellettuale necessaria all'azienda;

 Organizzazione: consiste nella scelta delle quantità e qualità dei fattori produttivi, delle relazioni e proporzioni
tra loro e del tipo e modo di produzione a cui destinare l'attività aziendale.

Volendo paragonare l'azienda ad una macchina da corsa si può immaginare l'Imprenditore Puro come colui che la
progetta e la costruisce.
Questa suddivisione dei fattori produttivi ha valore concettuale perché serve a individuare i sacrifici economici (costi) e i
benefici economici (ricavi) connessi ad ogni fattore produttivo fondamentale. Il concetto di costo e di ricavo non ha un
valore assoluto ma relativo alla Persona Economica che fornisce un dato fattore (ricavandone un beneficio) o che lo
utilizza (sostenendo un costo).
La Persona Economica è quella persona teorica che fornisce o utilizza un dato fattore produttivo fondamentale. Nella
pratica non esiste, o meglio, ognuno di noi (che possiamo indicare col termine di persona concreta) effettuando una
attività imprenditoriale, può ritrovare in sé stesso più persone economiche.
L'Economia individua le seguenti Persone Economiche:
 il Proprietario che fornisce il fattore Terra o  il Lavoratore che fornisce il fattore Lavoro,
Natura,
 l'Imprenditore Puro che fornisce il fattore
 il Capitalista che fornisce il fattore Capitale, Organizzazione.

L'Imprenditore Puro ha bisogno, per realizzare l'azienda, dell'uso dei fattori produttivi Terra, Capitale e Lavoro. L'uso di
questi fattori è subordinato ad un compenso che deve essere dato ad ognuna delle altre Persone Economiche, questo
compenso viene classificato così:
 - Beneficio fondiario, indicato col simbolo Bf., per il Proprietario in cambio dell'uso della Terra;
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 - Interesse, indicato col simbolo I, per il Capitalista in cambio dell'uso del Capitale;
 - Salario e Stipendio, indicati rispettivamente con Sa e St, per il Lavoratore in cambio della prestazione del Lavoro
manuale e intellettuale.
Anche l'Imprenditore Puro fornisce all'azienda il suo fattore produttivo, l'Organizzazione, e deve ricavare il suo compenso
che viene detto Profitto o Tornaconto, indicato col simbolo T (vedi figura n. 1).
Il Profitto o Tornaconto presenta una caratteristica particolare rispetto agli altri compensi: non è predeterminabile, ma
varia secondo due condizioni fondamentali:
 andamento del mercato  abilità imprenditoriale;
in altre parole il Profitto o Tornaconto è condizionato dal così detto rischio di impresa e viene dato dall'utile di esercizio
al netto di Beneficio Fondiario, Interesse, Salari e Stipendi.

Bf

TERRA O PROPRIETARIO
NATURA FIGURA N. 1

CAPITALE CAPITALISTA

Sa - St

LAVORO LAVORATORE

±T
ORGANIZZAZIONE
IMPRENDITORE

Non bisogna meravigliarsi quindi che il Tornaconto possa essere negativo anche quando l'utile di esercizio si presenta
positivo; se questo avviene significa che l'Imprenditore puro ha condotto un esercizio di impresa (una annata agraria) in
perdita.
Il Tornaconto si presenta non solo come il compenso dell'attività dell'Imprenditore Puro, ma diventa anche la misura della
sua capacità imprenditoriale: maggiore è il Tornaconto più in gamba o fortunato (o entrambe le cose) è l'imprenditore.
L'Imprenditore non si limita a organizzare i fattori produttivi ma si fa carico del rischio di impresa.

1.2 Concetto economico di impresa


Per l'Economia l'Impresa è l'Azienda che lavora e produce sotto la guida dell'Imprenditore Puro.
Facciamo un esempio: l'azienda è la macchina da corsa ferma ai box, essa è stata fatta (dall'imprenditore puro) in modo di
poter gareggiare, ma non è ancora in gara.
L'impresa è la stessa macchina ma ora la vediamo in gara condotta dal pilota.
La vittoria non dipenderà solo dalle caratteristiche meccaniche del mezzo ma soprattutto dall'abilità di colui che lo sta
pilotando.
L'impresa è un insieme funzionante e produttivo formato dall'azienda e dall'imprenditore che ha progettato e formato
questa azienda (vedi figura n. 2).
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Per maggiore chiarezza possiamo pensare l'Impresa come l'Imprenditore che realizza la Produzione utilizzando l'Azienda;
l'impresa quindi è un concetto dinamico, essa sta a indicare un organismo economico in funzione al fine di ottenere una
produzione.

1.3 Costi e ricavi connessi all’attività di impresa


Il fine dell'impresa è ottenere una produzione che fornisca un utile all'imprenditore.
Come tutti ben sanno per realizzare una produzione bisogna sostenere dei costi.

AZIENDA IMPRENDITORE IMPRESA

FIGURA N. 2

Dal punto di vista economico questi costi presentano una natura ed uno sviluppo diversi a seconda che siano fissi o
variabili.
I costi fissi sono quelli che non variano (entro certi limiti) con la produzione, che la produzione aumenti o diminuisca
questi costi non ne vengono direttamente influenzati (l'ammortamento di una macchina agricola, la rata del mutuo
contratto per acquistare del terreno o per costruire un fabbricato aziendale).
I costi variabili sono quelli che variano al variare della quantità prodotta, essi sono i costi relativi a tutti i mezzi di
produzione che si possono usare una volta sola; tipico esempio sono i concimi: se vogliamo cercare di aumentare le
quantità prodotte dovremo, con le dovute cautele, agire anche sulle quantità di concime da utilizzare; altri mezzi di
produzione che danno origine a costi variabili sono i carburanti, le sementi, i pesticidi, i lubrificanti, ecc..
L'attività produttiva dell'impresa dà origine alla Produzione Lorda Totale, detta P.L.T., che comprende tutto quello che
viene prodotto in azienda in un ciclo produttivo, in genere una annata agraria.
Alla Produzione Lorda Totale appartiene la Produzione Lorda Vendibile detta P.L.V..
La P.L.V. è ciò che della P.L.T. può essere venduto perché non reimpiegato nella attività produttiva.
La P.L.V. è quindi la produzione che andrà a formare, spesso con altre cose, il probabile ricavo o incasso a fine ciclo, che
viene chiamato Attivo Aziendale.
Non bisogna confondere la P.L.V. con l'Attivo Aziendale, quest'ultimo comprende tutte le voci che costituiscono una
entrata per l'azienda (compresa la P.L.V.) anche quando per alcune di esse non si ha subito un reale apporto di denaro ma
tale apporto viene calcolato; fanno parte dell'Attivo crediti non ancora incassati, proventi derivanti da prestazioni come
contoterzisti, premi per mostre zootecniche, redditi annuali calcolati su redditi periodici.

REALI DANNO ORIGINE A REALI


ESBORSI DI DENARO
COSTI
NON DANNO ORIGINE A REALI
CALCOLATI ESBORSI DI DENARO

FISSI NON VARIANO AL VARIARE


DELLA PRODUZIONE
COSTI
VARIANO AL VARIARE DELLA
VARIABILI PRODUZIONE

FIGURA N. 3

CAPITOLO 2 -
L'AZIENDA AGRARIA

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L'azienda agraria, come qualsiasi azienda o impresa, è una "macchina economica" realizzata dall'imprenditore al fine di
ottenere un reddito;
come le macchine essa è costituita da certi componenti principali che sono:
 Capitale Fondiario,  Capitale Agrario,  Lavoro;
affinché l'azienda funzioni, e funzioni bene, sono necessarie tre condizioni:
1. queste componenti devono essere proporzionate tra loro,

2. devono essere utilizzate nei limiti delle loro possibilità,

3. deve esserne conservata l'efficienza;

se queste condizioni non vengono rispettate il risultato può essere un utile limitato o addirittura una perdita.
Per poter rispettare le condizioni citate bisogna però sapere che cosa intende l'Economia Agraria per Capitale Fondiario,
Capitale Agrario e Lavoro.

2.1 Il Capitale Fondiario


Il Capitale Fondiario comprende i capitali stabilmente investiti ed economicamente fissi, cioè non possono essere venduti
senza danneggiare l'azienda, e fisicamente immobili, cioè non si possono fisicamente muovere. Appartengono al Capitale
Fondiario i fabbricati aziendali, le piantagioni arboree, le colture erbacee che poliennali o che richiedono particolari
sistemazioni del terreno che vanno mantenute e reintegrate (es. risaie), strade, canali e impianti fissi; essi sono beni che
vengono usati più volte prima di esaurirsi.
I costi che presentano questi capitali sono generalmente costi fissi, cioè non variano al variare della produzione, essi sono
detti quote e sono le quote di:
 ammortamento o reintegrazione,
 manutenzione,
 assicurazione.
Il concetto di costo fisso va preso con cautela, non è detto che tali costi non possano variare da un anno all'altro, per
esempio le assicurazioni o le manutenzioni, ciò che è importante capire è che i costi fissi non sono legati direttamente
all'andamento della produzione, nel tempo questo legame esiste, ma nel senso che per aumentare notevolmente la
produzione bisogna intervenire sulla composizione aziendale facendo degli investimenti: ad esempio costruire una stalla
nuova per avere più bestiame e produrre più latte.
In questo caso si potrebbe dire che prima aumentano i costi fissi e poi aumenta la produzione.

2.2 Il Capitale Agrario


Il Capitale Agrario comprende capitali stabilmente investiti sul fondo fisicamente mobili e capitali circolanti. Sono
capitali agrari le macchine, gli attrezzi e il bestiame, essi sono economicamente fissi e fisicamente mobili, infine possono
essere usati più volte prima di esaurirsi tecnicamente e o economicamente. Sono anche capitali agrari i concimi, le
sementi, i fitofarmaci i carburanti ed i lubrificanti, il letame, l'acqua irrigua, il fieno, i foraggi, i mangimi, ecc., questi
però si esauriscono ogni volta che si usano, per questo motivo sono detti capitali circolanti.
Di questi beni una parte viene immagazzinata affinché sia disponibile durante l'annata agraria e sono genericamente detti
prodotti di scorta; a voler essere precisi i veri e propri prodotti di scorta sono quelli prodotti e reimpiegati in azienda
mentre concimi, mangimi, fitofarmaci, carburanti, ecc. possono essere chiamati scorte di magazzino piuttosto che
prodotti di scorta per il fatto che vengono acquistati sul mercato.
Il capitale agrario dà origine sia a costi fissi che a costi variabili. I costi fissi sono le quote di:
 ammortamento o reintegrazione,
 manutenzione,
 assicurazione.
queste sono simili come concetto alle quote già viste per il capitale fondiario.
I costi variabili appartengono alla categoria delle spese varie che comprende anche altre voci di spesa come consulenze e
servizi reperiti all'esterno della azienda; per esempio sono costi variabili il veterinario, le consulenze, le lavorazioni fatte
eseguire in conto - terzi, ecc..
Una particolare categoria del capitale circolante è detta capitale di anticipazione: consiste di tutte la spese anticipate
dall'imprenditore agricolo per la gestione dell'azienda, su questa voce vanno calcolati gli interessi relativi al periodo
medio di anticipazione.
In teoria gli interessi passivi sul capitale di anticipazione vengono calcolati sommando gli interessi passivi di ogni spesa
e gli interessi attivi di ogni ricavo, sottraendo dai primi i secondi si può ottenere un risultato positivo gli interessi passivi
superano quindi quelli attivi e questa differenza andrà inserita nel Passivo sotto la voce “Interessi sul capitale di
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anticipazione”, se si otterrà invece un risultato negativo gli interessi attivi superano quelli passivi e la differenza (resa
naturalmente positiva) andrà inserita nell’Attivo sotto la voce “Interessi attivi”.
Nella pratica viene usato un metodo più semplice ipotizzando un periodo medio di anticipazione tra il verificarsi delle
spese e la vendita dei prodotti pari a:
 6 mesi nelle aziende con produzione totalmente vegetale,
 0 mesi nelle aziende con produzione totalmente lattiera (allevamenti da latte),
 intermedio tra 0 e 6 mesi nelle aziende con produzione mista tra le due precedenti, il calcolo del numero più
idoneo di mesi verrà descritto più avanti.
Gli interessi passivi vanno calcolati ad un tasso di interesse che sarà pari a quello netto di un c/c o di un deposito
bancario, se questa è la forma di conferimento alla banca del denaro liquido dell'agricoltore, oppure del tasso del fido
bancario o del credito di conduzione (se l'agricoltore ricorre a questo strumento).
Un ultimo costo relativo al Capitale Agrario è quello dell'interesse annuo che viene calcolato sull'ammontare del Capitale
Scorte e che comprende le Scorte Morte (macchine, attrezzi, scorte e prodotti di scorta normalmente giacenti in
magazzino) e le scorte vive (il Bestiame).
Anche in questo caso conviene usare l'interesse netto normalmente ricavabile dal denaro tenuto in banca, come deposito o
come c/c, oppure quello del credito agrario di esercizio, se si ricorre a questo tipo di finanziamento.

2.3 Il Lavoro
Il Lavoro è il terzo fattore della produzione sotto il controllo dello imprenditore agricolo.
Il Lavoro rappresenta l'attività manuale e intellettuale necessaria per la conduzione dell'azienda,
Il Lavoro viene quantificato come numero di ore o di giornate lavorative utilizzate o da utilizzare in azienda per
realizzare la produzione. Le spese relative al Lavoro sono il Salario, inteso come compenso del lavoro manuale, e lo
Stipendio, inteso come compenso del Lavoro intellettuale.
La determinazione di queste due voci di spesa non sempre è agevole nelle aziende condotte da coltivatori diretti dove le
attività manuali ed intellettuali necessarie alla conduzione, espresse in ore o giornate, sono difficili da individuare con
esattezza. Altra difficoltà è individuare, separandolo, il Lavoro manuale da quello intellettuale; nelle aziende dove si fa
largo uso di salariati la voce Salario è ricavabile dai libri contabili mentre la voce Stipendio generalmente viene
determinata applicando una percentuale al valore della P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) o al valore dell'Attivo
Aziendale (metodo meno usato).

CAPITALE CAPITALE LAVORO


FONDIARIO AGRARIO

AZIENDA AGRICOLA

FIGURA N. 4

- CAPITOLO 3 -
IL BILANCIO DELL'AZIENDA AGRARIA

Il Bilancio è uno strumento contabile indispensabile per una analisi corretta dell'attività e della gestione dell'azienda
agraria esso può essere parziale o globale. Viene detto parziale quando si applica a singoli settori produttivi, globale
quando prende in esame tutta l'azienda nel suo complesso.
Il Bilancio può essere :
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consuntivo quando utilizza dati reali verificatisi in un ciclo produttivo già trascorso,
preventivo quando utilizza delle previsioni relative ad un ciclo produttivo futuro ; in quest'ultimo caso esso è tanto più
attendibile quanto più si è in grado di utilizzare dati realistici,
estimativo quando si usano dati medi ordinari per la zona nella quale si trova l’azienda.
Il Bilancio è una procedura con la quale si mettono a confronto i vantaggi, ottenuti od ottenibili con una certa attività o
scelta produttiva, con i sacrifici o costi sostenuti o da sostenere per ottenerli.
Va ricordato che i costi non sono solo quelli che danno origine ad un reale esborso di denaro, detti costi reali, ma anche
quelli che, pur non corrispondendo a reali esborsi, vanno lo stesso conteggiati poiché la loro determinazione è
indispensabile per determinare l'effettivo guadagno (quote di ammortamento, interessi per denaro anticipato
dall'agricoltore, interessi su macchine, bestiame, prodotti di scorta e scorte di magazzino); questi costi sono detti costi
calcolati.
Un altro modo di suddividere i costi è quello di distinguere i costi fissi da quelli variabili: i primi non variano al variare
della produzione, i secondi variano al variare della produzione (uno schema della suddivisione dei costi viene riportato
nella figura n. 3).
Il vantaggio della metodologia del bilancio preventivo è quello di poter prendere in esame vari metodi o tecniche di
produzione e i relativi costi e ricavi.
Con il bilancio preventivo si cerca di individuare il massimo guadagno possibile dati determinati costi, incassi e tecniche
di produzione.
Per fare ciò si fanno più bilanci preventivi prendendo in considerazione varie tecniche produttive.
Verrà scelta quella tecnica che darà il massimo risultato con il minimo sforzo o sacrificio.
Questa metodologia viene usata nelle valutazioni di convenienza dei miglioramenti fondiari.
Il vantaggio dei bilanci consuntivi non si limita alla individuazione dell'utile di esercizio ma costituiscono anche una
preziosa fonte di dati sulla "vita" della azienda e sui risultati da essa raggiunti nei vari anni.
Questi dati sono indispensabili per avere idee precise sulle possibilità aziendali non solo dal punto di vista qualitativo ma
anche e soprattutto dal punto di vista quantitativo.
Per esempio: una data azienda presenta risultati positivi da vari anni e si desidera sapere se tali risultati sono
effettivamente il frutto di un aumento (ed in quale misura) della capacità produttive dell'impresa.
Si prendano i redditi netti risultanti dai bilanci precedenti (per esempio degli ultimi 5 anni), essi sono crescenti e, sempre
per esempio, ipotizziamo che, anno per anno, siano stati i seguenti

1991 L. 63.000.000

1990 L. 55.000.000

1989 L. 44.000.000

1988 L. 38.000.000

1987 L. 34.000.000.

Si calcoli ora l'incremento in percentuale dei vari redditi netti di anno in anno a partire dal 1987 e lo si confronti con
l'inflazione rilevata annualmente (riportata qui sotto):

1988 su 1987: 11%, inflazione: 6%, incremento reale: 5%, 1990 su 1989: 20%, inflazione: 6%, incremento reale:14%

1989 su 1988: 10%, inflazione: 7%, incremento reale: 3%, 1991 su 1990: 14%, inflazione: 6%, incremento reale: 8%.

Una analisi veloce di questi dati rivela una azienda in crescita specie negli ultimi due anni, mette però anche in guardia
da un eccessivo ottimismo che potrebbe verificarsi sul dato del 1990, in questo caso l'agricoltore ha avuto chiaramente
una annata eccezionale. A questo punto potrebbe essere interessante approfondire l'analisi gestionale sugli anni passati
per individuare le scelte e le condizioni che possono aver determinato questi risultati, o per verificare se sono state
effettivamente determinate scelte la causa dei risultati positivi. Va da sé che questa ulteriore analisi è possibile solo se i
bilanci sono stati redatti in modo corretto nel corso degli anni presi in esame.
Va sottolineato che il precedente è solo un esempio e che i dati riportati sono tutti inventati di sana pianta; si vuole
semplicemente mostrare come in genere convenga, ad un imprenditore agricolo, essere sempre a conoscenza in modo
preciso (cioè almeno con carta, penna e calcolatrice) delle caratteristiche e delle possibilità della propria azienda.

3.1 Cosa si individua col bilancio


Per l'Economia Agraria sono molte le cose individuabili ma in pratica ciò che di solito si determina è il cosiddetto
Reddito Netto Aziendale (R.N.A.), cioè quella quantità di denaro che l'imprenditore agricolo concreto (cioè noi stessi)
riesce a guadagnare. Nel caso di un coltivatore diretto nel R.N.A. sono compresi:
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 il Salario relativo al suo lavoro manuale,

 lo Stipendio relativo al suo lavoro intellettuale, cioè di direzione, amministrazione e sorveglianza dell'azienda,

 l'Interesse relativo alla quota di denaro (di proprietà esclusiva dell'agricoltore) investito nell'azienda,

 il Beneficio Fondiario che è il compenso che spetta all'agricoltore per aver conferito all'azienda la terra di sua
proprietà.

Determinando queste voci (a volte di difficile individuazione in aziende condotte da coltivatore diretto) e detraendole dal
R.N.A. si ottiene il reddito puro di impresa, detto Profitto esso può essere determinato solo in modo indicativo, non
scientificamente preciso; può comunque dare un'idea della redditività pura dell'attività di impresa dell'agricoltore. Il
bilancio infine ci permette di calcolare alcuni indici che danno un quadro più preciso delle capacità produttive, delle
caratteristiche e degli investimenti presenti nell'azienda, alcuni di questi indici sono i seguenti:

P.L.V.
---------- = produttività per unità di superficie (ha, gg.) riferita alla p.l.v. quindi £./ha o £./giornata
SUP.

R.N.A.
-----------= come il precedente solo che considera il reddito netto aziendale per unità di superficie
SUP.

SA. E ST.
-----------------*100= dà l'incidenza in % del costo del lavoro sia intellettuale che manuale sul Costo totale
Costo totale aziendale.

Capitale macchine
-------------------------= dà una misura dell'investimento in macchine agricole rispetto alla superficie
superficie totale. totale aziendale

Capitale fondiario
-------------------------= dà una misura del capitale fondiario rispetto alla superficie aziendale.
superficie

In realtà è possibile utilizzare molti tipi di indici, essi infatti vengono determinati di volta in volta a seconda del tipo di
analisi e comparazione che si desidera fare; gli indici in pratica non sono altro che uno strumento di confronto tra
grandezze economiche o tecniche tra loro correlate nel processo produttivo.

- CAPITOLO 4 -
COME SI REDIGE UN BILANCIO

Il concetto che sta alla base di ogni tipo e forma di bilancio è il confronto tra i benefici ottenuti od ottenibili da una certa
azione o processo produttivo e i costi sostenuti o da sostenere in quella stessa azione o processo produttivo. In ogni
bilancio si ha un ATTIVO ed un PASSIVO, nell'ATTIVO si inseriscono tutte le entrate sia reali che calcolate ottenute o
ottenibile in un dato ciclo produttivo, nel PASSIVO si inseriscono tutti i costi reali e calcolati che si sono affrontati o si
devono affrontare durante il ciclo produttivo e tutte le perdite che si verificano durante lo stesso ciclo.
Un bilancio può essere molto preciso ed approfondito oppure più sintetico ed immediato, la maggiore o minore analiticità
dei dati non significa necessariamente che quel bilancio sia più o meno corretto, la correttezza dipende soprattutto da due
condizioni:
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 completezza dei dati da utilizzare: non è pensabile redigere un bilancio se viene trascurata (totalmente o in parte)
qualche voce dell'attivo o del passivo anche se la determinazione può sembrare laboriosa;

 chiarezza dell'obbiettivo che si vuole raggiungere: un bilancio finalizzato alla pura determinazione di quanto si è
guadagnato complessivamente nell'annata trascorsa non può essere utilizzato per una analisi gestionale approfondita e
per una indagine puntuale sui singoli costi e ricavi.

In poche parole bisogna decidere prima l'obiettivo che si vuole raggiungere: se interessa solo una determinazione
complessiva dei guadagni è inutile essere pignoli nella rilevazione dei dati necessari (ad esempio sarà sufficiente la
determinazione complessiva della spesa relativa ai concimi utilizzati), se si vuole controllare ed analizzare l'attività
produttiva, quella gestionale e le redditività dei singoli comparti aziendali bisognerà essere molto precisi nella rilevazione
dei dati (per esempio suddividere la spesa per le concimazioni tra le singole colture tenendo conto anche dei costi relativi
allo spargimento, manodopera, ecc.) e ricorrere sovente anche a relazioni e promemoria opportunamente redatte durante
il corso dell'annata.

4.1 Come si realizza un bilancio aziendale


Fare un bilancio di una azienda agraria non è difficile e la tecnica utilizzata vale per bilanci preventivi, consuntivi, totali
e parziali. Va ricordato che non tutte le voci citate nel passivo rappresentano una scelta obbligata, spetta infatti
all'agricoltore determinare quale tipo di risultato ricercare, per esempio nel caso di un coltivatore diretto le voci relative a
Salario e Stipendio (per il lavoro dato dall'agricoltore e dalla sua famiglia) possono essere omesse se si vuole solo
determinare il guadagno complessivo della famiglia coltivatrice.

4.2 Schema di un bilancio


Lo schema completo di un bilancio globale è il seguente:
A) Descrizione generale dell’azienda comprendente il tipo di gestione, composizione e stato dei Capitali Agrario e
Fondiario, descrizione del Lavoro impiegato, dati catastali e, se ritenuto necessario, una breve descrizione
dell'andamento della annata agraria al fine di registrare i fatti più importanti sotto il profilo economico e gestionale.

B) Riparto della superficie aziendale che si compone nel seguente modo:

- Superficie Totale: costituita da Tare e da superficie agraria utilizzata (S.A.U.):

- Tare: costituite dalle superfici occupate da fabbricati, aie, strade, canali, incolti e superfici boscate che non danno
reddito,

- S.A.U.: costituita da tutte le superfici effettivamente coltivate o che comunque forniscano un reddito rilevabile
(quindi anche quelle poste a set-aside o non coltura dietro premio della Regione), la S.A.U. è costituita da:

- superfici in rotazione: costituite da tutte le superfici occupate da colture inseribili in una rotazione agraria
(mais, frumento, prati da vicenda, erbai, ecc.),

- superfici fuori rotazione: costituite dalle colture non inseribili in una rotazione agraria (piante da frutto,
risaie permanenti, prati stabili, ecc.).

Questi dati vengono solitamente riportati sotto forma di tabella, realizzabile in vari modi; uno dei modi possibili può
essere il seguente:

tipo ha tipo ha (se si desidera un maggior dettaglio


per i fabbricati )
tare seminativo 1
S.A.U. seminativo 2 tipo mq.
seminativo 3 casa padronale
Sup. Totale Aziendale seminativo 4 alloggio salariati
seminativo rip. 1 magazzino
seminativo rip. 2 stalla
fabbricati ........ sala di mungitura
aie ........ concimaia
strade e canali officina

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incolti Sup. in rotazione aia

Sup. Totale Tare Totale superficie fabbricati


prato
risaia permanente
sup. in rotazione frutteto
sup. fuori rotazione vigneto
pioppeto
Totale S.A.U.
Totale sup. fuori rot.

C) Determinazione dell'Attivo aziendale che comprende tutte le entrate connesse alla attività aziendale, queste entrate
possono verificarsi regolarmente o avere un carattere di eccezionalità (per es. un premio ottenuto ad una mostra
bovina).

D) Determinazione del Passivo aziendale che comprende tutte le uscite connesse all'attività aziendale  ; anche queste
uscite possono verificarsi regolarmente o avere carattere di eccezionalità (per es. una multa o una perdita dovuta a
fatti imprevisti ed eccezionali).

E) Determinazione del Reddito Netto Aziendale che corrisponde al saldo tra il totale dell'Attivo e il totale del Passivo.

Il saldo si ottiene seguendo il seguente schema:

ATTIVO PASSIVO
Importi £. Importi £.
P.l.v. Quote
Crediti Spese varie
Proventi vari Imposte e contributi
Sopravvenienze attive Salari
Redditi periodici ripartiti su Stipendi
base annua
Interessi attivi Interessi su cap. di ant.
Sopravvenienze passive
Debiti
Mutui

TOTALE ATTIVO TOTALE PASSIVO


R.N.A.(SALDO-) R.N.A.(SALDO+)
TOTALE A PAREGGIO TOTALE A PAREGGIO

L'operazione conclusiva del bilancio è quindi la seguente:

TOTALE ATTIVO - TOTALE PASSIVO = R.N.A.

La composizione del R.N.A. varia a seconda del tipo di conduzione della azienda, ad esempio se l'imprenditore è anche
proprietario ma affida sia il lavoro intellettuale (amministrazione, direzione e sorveglianza) che quello manuale a
dipendenti, consulenti, salariati e contoterzisti il suo Reddito Netto Aziendale coinciderà con la somma di Bf e T (che
viene detta Reddito Fondiario).

4.3 - Significato delle voci dell'Attivo.


Le voci che compongono l'Attivo Aziendale sono le seguenti:
 Proventi vari: somme di denaro percepite
 Produzione lorda Vendibile : rappresenta tutto dall'agricoltore per prestazioni esterne all'azienda o
quello che può essere venduto della produzione lorda condizioni particolari che abbiano un carattere di
totale senza danneggiare l'azienda. continuità anche se per un numero di anni limitato
(conto-terzi, non coltura di terreni).
 Crediti: somme di denaro relative al ciclo
produttivo in questione non ancora riscosse, ad  Sopravvenienze attive: somme di denaro ricevute
esempio il saldo sulla vendita del latte, integrazioni eccezionalmente come premi per mostre, concorsi,
di prezzo su certi prodotti come soia, ecc.. ecc..

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Redditi periodici: proventi derivanti da colture a
reddito periodico (pioppeti, altre colture da legno, £.
boschi, ecc.), questi ultimi vanno ripartiti su base annua
cioè divisi sugli anni necessari a far maturare il reddito
periodico relativo, se non si vuol far questo allora tutte
le spese relative alla coltura a reddito periodico vanno
escluse dal bilancio e conteggiate a parte anno per anno
sino alla maturazione del reddito periodico.

Qui di seguito vengono riportate le tabelle tipo che si possono usare nella determinazione delle varie voci
dell’attivo ipotizzando alcune delle produzioni tipiche della provincia di Torino, la sigla n.a. sta per non applicabile, la
colonna con sfondo grigio è quella dove comparirà la produzione lorda vendibile.

Tabella della Produzione lorda Totale e Vendibile


Produzioni vegetali annuali
Tipo q. totali sup. ha q./ha Importo £. £./q. £./ha
granella di mais
paglia e stocchi di mais
granella di frumento
paglia di frumento
granella di orzo
paglia di orzo
granella secca di soia
paglia di soia
fieno di prato stabile
fieno di medica
erbaio di mais
silomais
erbaio di trifoglio
mele di prima scelta
mele di seconda scelta
pere di prima scelta
pere di seconda scelta
uva da vino
totali parziali n.a. n.a. n.a.
Produzioni animali
Tipo q. totali capi produttivi n. q./capo Importo £. £./q £./capo
latte
carne vacche fine carriera **.
carne vitelli **
letame paglioso n.a. n.a.
totali parziali n.a. n.a. n.a. n.a.

totale generale n.a. n.a. n.a. n.a. n.a.


** queste due voci vengono anche indicate come Utile Lordo di Stalla (U.L.S.), negli allevamenti da latte con
rimonta interna (i nuovi animali inseriti nel processo produttivo provengono dall’azienda stessa) e con
allevamento ormai a regime (la mandria ha raggiunto una routine produttiva consolidata) l’U.L.S. rappresenta in
pratica gli animali venduti per maggiori dettagli si rimanda al libro di testo.

Tabella Proventi vari


Conto-terzi Varie Totale generale
Tipo Importo £. Ore o Ha £/ora o £./ha Tipo Importo £.
(operazione 1)
(operazione 2)
(operazione ...)
totale parziale n.a. n.a. totale parziale

Tabella colture a reddito periodico (legnose)


Tipo Q. a fine ciclo £./q. Importo Media aritmetica o Sup. £./ha
ciclo anni ipotetico £. Media economica i ha
=**
legno di pioppo

10
totale parziale n.a. n.a. n.a. n.a. n.a.
**N.B. SE E’ POSSIBILE IDENTIFICARE UN SAGGIO DI INTERESSE E’ BENE CALCOLARE LA MEDIA
ECONOMICA DELLE PRODUZIONI SUL CICLO DATO, ALTRIMENTI PUR CON QUALCHE CAUTELA E’
POSSIBILE CALCOLARE UNA SEMPLICE MEDIA ARITMETICA.

4.4 - Significato delle voci del Passivo


Le voci che compongono il Passivo Aziendale sono le seguenti:

 Costi di gestione: costi normalmente sostenuti  Debiti e mutui: cifre dovute dall’imprenditore a
dall'imprenditore per realizzare la produzione, vario titolo e non ancora versate.

 Sopravvenienze passive: concettualmente sono


simili alle sopravvenienze attive con l'unica
differenza che sono degli esborsi, per esempio
multe,
perdite di denaro a vario titolo, ecc.,

Sui Costi di gestione è bene approfondire l'argomento, essi sono formati da varie voci, queste voci vengono trattate una
per una qui di seguito.

 Quote: costi fissi di ammortamento, manutenzione e assicurazione relative ai capitali fondiari e agrari esclusi quelli
circolanti; manutenzione e assicurazione sono spesso esborsi reali di denaro per le riparazioni e per i premi
assicurativi, l'ammortamento o reintegrazione viene determinato in modo diverso a seconda che lo si calcoli per
capitali fondiari o agrari (le modalità di calcolo sono riportate nelle tabelle relative);

 Spese varie: costi realmente sostenuti o da sostenere relativi a concimi, mangimi, antiparassitari, sementi, carburanti,
lubrificanti, lavorazioni in conto-terzi, consulenze, ecc..

 Imposte e contributi: esborsi di denaro relativi a IRPEF, ICI, SCAU, contributi fissi consortili, previdenze, tasse di
corresponsione (per i prodotti soggetti a questi obblighi), ecc..

 Salari e Stipendi: costi relativi al lavoro prestato in azienda e fuori (in caso di conto-terzi); i salari vengono
determinati in base ai contratti di lavoro, per la famiglia diretto-coltivatrice tale importo può essere pari ad un tanto
che il coltivatore diretto decide di dare a sé stesso e ai familiari coinvolti nell'attività aziendale; gli stipendi vengono
determinati in base ai contratti di lavoro oppure applicando una percentuale sulla P.L.V. o sull'attivo aziendale
compresa tra l'8%, per le aziende di superficie limitata (ca. 10 ha), e il 3% per quelle più estese (maggiore di 100 ha),
un modo di calcolare gli stipendi per i coltivatori diretti è quello di stabilire a priori il compenso che l'agricoltore
stesso ritiene di dare al suo lavoro intellettuale considerando che egli opera in una azienda di sua proprietà.

 Interessi: costo spesso calcolato e apparentemente sostenuto solo per finanziamenti da banche o istituti di credito, in
realtà ogni volta che l'agricoltore anticipa una spesa o fa un investimento relativo al capitale agrario egli rinuncia
all'interesse che potrebbe ricevere lasciando quella somma sul proprio conto bancario, per questo motivo bisogna
calcolare gli interessi di questi esborsi; nella pratica questo calcolo va fatto come segue:

1.) per gli interessi annui sul capitale agrario si moltiplica il valore del capitale agrario (somma dei valori attuali
delle sue componenti) per un tasso di interesse pari a quello netto bancario ottenuto dall'agricoltore per il suo
deposito o il suo conto corrente (generalmente tra il 2 e il 7%);

2.) per gli interessi sul capitale di anticipazione, cioè tutte le spese, reali e calcolate, necessarie alla normale
gestione della azienda per il ciclo produttivo, si fa la somma di quote, salari, stipendi, imposte, contributi e spese
varie e questa somma viene moltiplicata per un tasso di interesse pari a quello netto ottenuto dall'agricoltore per il
suo deposito o il suo conto corrente (tra il 2 e il 4%) oppure ci si riferisce al tasso del fido bancario se si ricorre a
questo strumento, questo prodotto va poi calcolato per un numero di mesi espresso in dodicesimi pari al periodo
medio stimato di anticipazione; si veda questo esempio: un'azienda presenta un capitale di anticipazione pari a £..
35.000.000, un tasso di interesse pari al 5% (0,05) e un periodo medio di anticipazione stimato in 6 mesi (6/12) il
calcolo verrà eseguito come segue:

£. 35.000.000 x 0,05 x 6/12 = £. 875.000

11
Il periodo di anticipazione solitamente viene determinato da un massimo di 6 mesi per aziende col 100% di produzioni
vegetali, che solitamente presentano spese durante tutto l'anno e incassi in periodi ben precisi e delimitati (quando si
vende il prodotto), a un minimo di 0 mesi, quando si hanno aziende col 100% di produzione congiunta in latte e carne
(aziende zootecniche da latte), in questo caso non vi sono in teoria anticipazioni da parte dell'imprenditore agricolo
poiché il prodotto viene venduto giornalmente. Come comportarsi in caso di P.L.V. mista? un modo di risolvere questo
problema potrebbe essere quello di impostare una semplice proporzione; per esempio si abbia una P.L.V. composta dal
30% da vegetali e dal restante 70% da latte e prodotti connessi (carne dei vitelli e delle vacche a fine carriera); se la
p.l.v.. fosse stata interamente vegetale il periodo di anticipazione sarebbe di 6 mesi, allora si imposti la seguente
proporzione:

100 : 6 = 30 : x

x è il numero di mesi del periodo di anticipazione; risolvendo la x si ottiene:

6 * 30 180
x = --------- = ---- = 1,8
100 100

che arrotondato per eccesso dà 2, il periodo di anticipazione va calcolato su 2 mesi; è preferibile, per facilitare il calcolo,
basarsi su periodi di anticipazione espressi in numeri interi di mesi. Volendo dare una formula pratica generale si può
tenere conto della seguente:

6*p x = periodo di anticipazione cercato


x = ---------
100 p = % della P.L.V. vegetale sulla P.L.V. totale della azienda in Lire.

Qui di seguito vengono riportate le tabelle relative alle voci dei Costi di gestione :

QUOTE
Tabella delle Quote
Capitale Fondiario
tipo valore % Importo % Importo % importo totale quote
£. rei. £. man. £. ass. £. £.
Casa Padronale
Stalla e annessi
Magazzino
Tettoia
Frutteti
Sistemazioni terr.
Risaia permanente
Strade e Canali n.a. n.a.
Colture da legno
Pozzi, cisterne, imp.
irrigui fissi
Totale
12
Capitale Agrario
tipo valore % Importo % Importo % importo totale quote
£. rei. £. man. £. ass. £. £.
Macchine, attrezzi
Prodotti di scorta
Scorte di magazzino
Bestiame (rim. int.) n.a. n.a.
Bestiame (rim. est.) n.a.
Totale
Totale Quote
I valori da riportare nella seconda colonna sono quelli di ricostruzione per il capitale fondiario e di mercato (attuali) per il
capitale agrario.

SPESE VARIE
Tabella delle spese varie
tipo unità di misura quantità prezzo £. Importo £.
Concimi
..................
..................
..................
totale concimi
Sementi
..................
..................
..................
totale sementi
Diserbanti
..................
.................
.................
totale diserbanti
Antiparassitari
.................
.................
..................

13
totale antiparassitari

Mangimi, int. zoot.


..................
..................
..................
totale mang., int. zoot.
Veterinario, medicinali*
carburanti
lubrificanti
Spese generali
elettricità*
telefono*
riscaldamento (gasolio)*
Totale spese generali
Acqua irrigua*
Varie e conto - terzi*
................
...............
...............
Totale varie
Totale spese varie

Le voci contrassegnate con un asterisco possono essere indicate solo dall’importo da porre nell’ultima colonna.
La voce acqua irrigua va considerata solo se l’azienda paga somme variabili a seconda dell’acqua consumata.
Ai fini del bilancio la determinazione delle singole quantità di mezzi di produzione non è indispensabile, tale dato diventa
comunque necessario nel caso si voglia effettuare analisi approfondite sulla gestione aziendale.

LAVORO
Dal punto di vista scolastico, e in un bilancio preventivo, la determinazione della tabella del lavoro richiede alcune
operazioni preliminari:

1. determinazione delle ore di lavoro manuale necessarie in azienda (utile anche nella pratica nel caso si voglia
controllare che il lavoro prestato non superi quello effettivamente richiesto), è bene riportare queste esigenze su base
mensile, il quadro totale di queste esigenze verrà detto “CALENDARIO DELLE ESIGENZE DI LAVORO”;

2. determinazione delle ore di lavoro manuale fornito o che può essere fornito da manodopera esterna, anche in questo
caso è bene riportare queste esigenze su base mensile, il quadro totale di queste disponibilità verrà detto
“CALENDARIO DELLE DISPONIBILITA’ DI LAVORO EXTRAAZIENDALE”;

3. determinazione delle ore di lavoro manuale fornito dalla famiglia del conduttore del fondo e dal conduttore stesso,
non sempre è facile nella pratica determinare questa quantità: ci si potrebbe limitare ad una stima forfetaria, resta
sempre valido il metodo di riportare tali disponibilità su base mensile, il quadro totale di queste disponibilità verrà
detto “CALENDARIO DELLE DISPONIBILITA’ DI LAVORO AZIENDALE”.

La difficoltà nel determinare il costo del lavoro manuale famigliare e dell’imprenditore consiste nel valutarne il costo
orario: la via più semplice sarebbe quella di dare a questo tipo di lavoro lo stesso costo del lavoro esterno al netto dei
contributi (infatti i contributi pagati ai lavoratori dipendenti differiscono da quelli pagati per il lavoro indipendente)
alcuni Autori però ritengono un tale metodo poco idoneo perché potrebbe sovrastimare il costo del lavoro manuale del
conduttore e dei suoi famigliari, infatti costoro lavorano sul proprio e sono quindi non paragonabili a dei lavoratori

14
dipendenti; purtroppo non esiste alcun riferimento obiettivo per poter determinare il costo del lavoro di questi soggetti e
quindi lo scrivente ritiene che, in mancanza di altro, si sia costretti ad adottare il metodo precedentemente proposto.

La tabella del costo del lavoro potrebbe essere la seguente:

TABELLA DEL COSTO DEL LAVORO


tipo n. ore retrib. lorda annuale per unità lavorativa Retrib. lorda oraria per il Importi £.
lavorativa a tempo indeteterminato £. lavoro a tempo determinato
£.
Qualificati.
1)
2)
............
Specializzati
1)
2)
...........
Generici
1)
2)
...............

Totale £.
Nella colonna del numero (n.) verrà riportato il numero rispettivo dei lavoratori a tempo indeterminato (assunti in pianta
stabile), nella colonna delle ore (ore) verranno riportate le ore rispettive effettuate dai lavoratori assunti a tempo
determinato (avventizi assunti temporaneamente).
Il lavoro intellettuale è costituito da direzione, amministrazione e sorveglianza, esso viene retribuito attraverso lo
stipendio, se il personale impiegatizio e/o la direzione è di natura extraziendale basta rifarsi alle retribuzioni stabilite dai
contratti di lavoro, se invece queste mansioni vengono assolte dal conduttore dell’azienda e dai suoi famigliari in genere
si applica una percentuale alla P.L.V. variabile dall’8 al 2% a seconda dell’ampiezza dell’azienda: la percentuale scende
all’aumentare della superficie.
Per il lavoro sia manuale che intellettuale effettuato dal conduttore e dai famigliari il conteggio del costo potrà essere
fatto alla fine del bilancio allo scopo di detrarlo, se lo si ritiene necessario, dal reddito Netto Aziendale.

IMPOSTE
La determinazione delle imposte è piuttosto semplice dal punto di vista pratico, infatti è sufficiente inserire nella tabella
qui sotto rappresentata i valori relativi man mano che si verificano (normalmente il conteggio delle imposte non viene
effettuato dall’imprenditore ma da apposite strutture di assistenza fiscale tipo quelle delle varie associazioni sindacali
degli agricoltori oppure da consulenti esterni come i commercialisti) e detrarre il totale dal Reddito Netto Aziendale
dell’anno al quale si riferiscono le imposte. Se l’ammontare è già noto o prevedibile prima della chiusura del bilancio
allora possono venire normalmente inserite nel passivo del bilancio stesso.

tipo importo £.
IRPEF O IRPEG
CONTRIBUTI SCAU SOLO PER IL CONDUTTORE E FAMIGLIARI
CONTRIBUTI CONSORTILI
ICI
ALTRE IMPOSTE (SE VE NE SONO)
TOTALE

Per approfondire un po’ la materia vediamo quanto segue:

IRPEF: è un imposta per scaglioni di reddito delle persone fisiche, questo significa che il reddito imponibile ai fini
dell’imposta va diviso in scaglioni (come se fosse un salame da tagliare in vari pezzi di dimensione variabile) da
ogni scaglione va determinata una imposta parziale secondo delle percentuali dette aliquote, la somma delle

15
varie imposte parziali darà l’importo totale da versare; nel 1993 gli scaglioni e le relative aliquote erano le
seguenti:

Scaglioni di reddito Aliquote


sino a £. 7.200.000 10%
da oltre 7.200.000 fino a £. 14.400.000 22%
da oltre 14.400.000 fino a £. 30.000.000 27%
da oltre 30.000.000 fino a £. 60.000.000 34%
da oltre 60.000.000 fino a £. 150.000.000 41%
da oltre 150.000.000 fino a £. 300.000.000 46%
oltre 300.000 51%

IRPEG: è concettualmente molto simile all’IRPEF, si applica al reddito delle persone giuridiche (società di capitali,
cooperative, enti, consorzi, associazioni od organizzazioni non assoggettate all’IRPEF), generalmente le imprese
agricole non sono soggette a questa imposta perché solitamente imprese familiari oppure società di persone,
(attenzione se sono cooperative sono soggette all’IRPEG); si applica una aliquota unica pari al 36% del reddito
imponibile.

Il reddito imponibile va determinato utilizzando i redditi catastali dei terreni facenti parte dell’azienda o in uso da questa,
per maggiori particolari si rimanda al testo.

CONTRIBUTI SCAU: i contributi agricoli unificati vengono pagati sia per i dipendenti che per il datore di lavoro ed i
suoi famigliari, questi contributi sono a favore dell’Istituto per la Previdenza, Assistenza ed
Assicurazioni Sociali, nel nostro caso, avendo già conteggiato i contributi per i dipendenti nel
costo del lavoro, ci limiteremo a considerare i contributi per l’imprenditore ed i suoi famigliari.

CONTRIBUTI CONSORTILI: sono somme pagate dall’imprenditore, dal proprietario o dall’affittuario per consorzi di
irrigazione, di difesa, ecc.

ICI: è una imposta sul patrimonio che si calcola applicando una aliquota fissa stabilita dall’ente comunale (tra il 4 e il 6
per mille) ad un imponibile detto “valore fiscale” ottenuto moltiplicando il reddito dominicale dei terreni per 75.

INTERESSI
Per calcolare gli interessi può essere utile l’uso della tabella riportata più avanti, si ricorda che questo modo di calcolare
gli interessi (specie del capitale di anticipazione) e un modo empirico che ha un valore pratico ma non è una
determinazione scientificamente esatta.
Tabella degli interessi
Voce valore saggio int. t/12 importo
Capitale di Anticipazione
Quote
Spese Varie
Salari
Stipendi
Imposte
Totale Capitale di Ant. (0 < t < 6)

Capitale Agrario
Bestiame
Macchine e attrezzi
Prodotti di scorta e Mag.
Totale Capitale Agrario (t = 12)

Totale interessi

16
+/- ?? !!

?£. ?

4.5 - Ancora qualche nota sul Reddito Netto Aziendale


Il Reddito Netto Aziendale viene detto (un po' impropriamente) anche Utile di Esercizio e come si è visto si ottiene con
una semplice sottrazione del totale del Passivo dal totale dell'Attivo. Ottenere questo risultato è lo scopo finale del
bilancio e dovrebbe coincidere col denaro che, sotto varie, forme l'imprenditore agricolo riesce a realizzare dopo un ciclo
produttivo della sua azienda.
Ottenere correttamente questo Reddito Netto (e ottenerlo in quantità soddisfacente) è già un bel risultato ma è possibile
fare di più.
Innanzi tutto bisogna capire da quali voci è formato questo Reddito Netto Aziendale: se nel bilancio si sono considerati
gli interessi tra le voci passive ma non sono stati considerati affitto (terra di proprietà dell'agricoltore), salari e stipendi
(perché il lavoro viene tutto dalla famiglia del Conduttore), l'utile ottenuto sarà costituito dalle seguenti voci:
 Reddito Fondiario (dato da Beneficio Fondiario e dal Profitto o Tornaconto),
 Salari e stipendi.
Insieme a redditi di impresa e proprietà (il primo) abbiamo anche redditi da lavoro (i secondi), a questo punto sarebbe
bene determinare, anche in via indicativa, questi ultimi perché detraendoli dall'utile si ottiene quella somma di denaro
(cioè il Reddito Fondiario) dalla quale ricavare il "grasso" da accantonare come fondo di riserva per gli imprevisti e per
nuovi investimenti. Sul Reddito Fondiario è possibile effettuare un'altra operazione: la determinazione, solo indicativa,
del reddito di impresa, cioè il Tornaconto o Profitto. Il Profitto può essere determinato ipotizzando un Beneficio
Fondiario pari al 1-2% del valore di mercato dell'azienda agricola, se lo si sottrae dal Reddito Fondiario la differenza
ottenuta sarà pari al Profitto. Va comunque tenuto conto che questo risultato ha, si torna a ripeterlo, valore indicativo;
l'Economia Agraria non è attualmente in grado di determinare il Profitto in modo scientificamente preciso. Nella
seguente tabella viene riportata la composizione del R.N.A. secondo il tipo di conduzione dell’azienda:

tipo generale di conduzione composizione Reddito Netto Aziendale


Economia diretta con famiglia diretto coltivatrice Bf., ±T, Sa, St, I (nel caso non si ricorra al credito esterno)
Economia diretta con salariati Bf., ±T, St, I (nel caso non si ricorra al credito esterno)
Affitto con famiglia diretto coltivatrice ±T, Sa, St, I (nel caso non si ricorra al credito esterno
Affitto con salariati ±T, St, I (nel caso non si ricorra al credito esterno

4.6 - Conclusione
Da quanto detto finora si evidenzia come il denaro fisicamente in mano all'agricoltore alla fine dell'annata
agraria non corrisponda assolutamente al frutto puro e semplice della sua impresa ma contiene una serie di voci
di cui alcune sono veri e propri costi.
Trascurare tale realtà significa non tenere conto del fatto che la parte imprenditoriale deve sostenere dei costi per
la conservazione del capitale investito (quote), la remunerazione del lavoro prestato (salari e stipendi) e l'uso del
capitale necessario a condurre l'impresa agricola (interessi).
Conseguenza di questa trascuratezza è che l'imprenditore agricolo otterrà dai suoi bilanci dei dati non corretti dal
punto di vista economico e gestionale rendendo più difficile qualsiasi tipo di analisi o valutazione riguardo a
eventuali sviluppi aziendali come la convenienza di possibili investimenti o scelte produttive.

17
ALLEGATO N. 1

COLTURE A REDDITO PERIODICO


La stesura di questo allegato non è difficile, innanzi tutto bisogna descrivere le colture a reddito periodico indicandone:
 superficie e sesto di impianto (il sesto più usato in provincia di Torino e il 5 x 4 m, oppure il 6 x 5 m, il più corretto è
di almeno 6 x 6 m),
 valore di costruzione (per i pioppi si possono ipotizzare circa £. 5 - 6.000.000 per ettaro),
 ciclo di produzione in anni,
 varietà (in genere in Piemonte va molto il clone I - 214),
 quintali prodotti a fine ciclo (dopo 10 - 12 anni si possono avere ca. 240 - 300 q.li di legname fresco per ettaro),
 l'incasso ottenibile a fine ciclo (calcolare tra le 5.000 e le 9.000 lire per quintale di legno fresco),
 l'incasso annuo teorico (basta fare la media aritmetica sugli anni del ciclo oppure, se si determina un idoneo saggio di
interesse, fare la media economica sugli anni del ciclo).
L'ammontare dell'incasso annuo teorico va inserito nella colonna degli importi della tabella della produzione lorda
vendibile e totale, lasciare inespresse le altre voci sulla riga inserendo sulla riga la dicitura "v. allegato n. 2".

18
ALLEGATO N. 2

DETERMINAZIONE DEL BESTIAME MANTENIBILE E DELLE PRODUZIONI ZOOTECNICHE


Da un punto di vista didattico Il bestiame mantenibile in azienda viene determinato in funzione dei foraggi che vengono
prodotti nell'azienda stessa, per quanto riguarda il tipo di allevamento generalmente si ipotizza un allevamento da latte
gestito in regime di rimonta interna cioè il nuovo bestiame destinato a sostituire quello giunto a fine carriera viene
prodotto nell'azienda stessa.
La procedura che andremo tra poco a descrivere ha un valore teorico, nella realtà il bestiame che può essere mantenuto in
una azienda dipende non tanto dalla capacità di questa di produrre foraggi, quanto dalle restrizioni relative alle norme
comunitarie sulle quote di latte producibili nei vari paesi della Comunità Europea.
Ogni eventuale carenza nella produzione di foraggi viene normalmente coperta con l’acquisto di foraggi e mangimi.
La procedura seguente va comunque studiata in quanto molto importante per la stima analitica dell’azienda agraria che
verrà affrontata nella quinta classe.
Il bestiame mantenibile in azienda viene determinato attraverso le seguenti operazioni:
1) redazione di una tabella nella quale si riportano i tipi e le quantità di foraggio espresse in quintali, in questa stessa
tabella queste quantità verranno trasformate attraverso opportuni coefficienti in Unità Foraggiere (U.F.) o in Fieno
Normale (F.N.), nella colonna apposita si effettua la somma delle unità foraggiere o dei quintali di fieno normale
equivalenti alla produzione foraggiera aziendale, nel nostro caso utilizzeremo il peso equivalente in Fieno Normale
(F.N.) che è un metodo meno preciso ma più facile di quello delle Unità Foraggiere (U.F.); la tabella da utilizzare è la
seguente:

Prodotto q.li tot. Coeff. F.N. eq. q.li F.N.

Totale

2. una volta determinato il totale dei q di F. N. questo numero va diviso per 12 che sono i quintali di Fieno Normale
necessari a mantenere 1 q di peso vivo in un allevamento da latte, il rapporto ottenuto ci dà i quintali di peso vivo
mantenibile ed è chiamato “Peso Vivo Mantenibile” sigla P.M.V..
3. adesso bisogna determinare il Gruppo di Rimonta, sigla G.d.R., questo è l'unità funzionale della mandria ed è
composto da un numero di vacche in età scalare pari agli anni della carriera produttiva della vacca nell'allevamento
più una manza, una manzetta, una vitella; tale composizione è dovuta al fatto che ogni anno verrà eliminata una vacca
a fine carriera e verrà inserita una nuova vitella, la manza diventerà vacca, la manzetta manza e la vitella manzetta;
solitamente il gruppo di rimonta viene rappresentato con una tabella di questo genere:

Tipo n. capi q/capo q tot.


Vacca (uguali agli anni della carriera produttiva della vacca) 4-6
manza 1 3-4
manzetta 1 2-3
vitella 1 1

per esempio se si considera una carriera produttiva di 6 anni la tabella risulterebbe realizzata così:

Tipo n. capi q capo q tot.


Vacca 6 5 30
manza 1 4 4
manzetta 1 3 3
vitella 1 1 1
Totale 38

4. una volta ottenuto il peso totale di un G.d.R. dividiamo il P.V.M. per il peso del G.d.R. il risultato ci dice quanti
gruppi di rimonta sono mantenibili, conviene arrotondare questo numero all'unità per difetto anche quando si è molto
vicini all'unità superiore, (attualmente a causa dei regolamenti C.E.E. il numero delle bestie da latte mantenibili in
ogni nazione è contingentato in base alle quote latte assegnate a quella nazione); sapendo quanti G. d. R. sono
mantenibili possiamo determinare la consistenza della mandria e di conseguenza del capitale bestiame, questa
operazione viene eseguita moltiplicando il numero dei componenti il G. d. R. per il numero dei G. d. R mantenibili e
riportando i risultati sulla seguente tabella:

19
Tipo n. capi q capo q tot. £./capo importo £.
Vacca
manza
manzetta
vitella
Totale

il totale della colonna intitolata "importo" ci dà il valore del capitale bestiame cioè della mandria intesa come struttura
produttiva, il totale della colonna "q tot." ci dà il peso vivo mantenuto in azienda per tutto l'anno, da questo totale
vengono escluse le bestie che annualmente vengono vendute (vacche a fine carriera e vitelli destinati alla produzione di
carne);

5. determinata la consistenza della mandria è possibile calcolare le produzioni zootecniche che sono le seguenti:
- latte in q,
- letame in q,
- Utile Lordo di Stalla (U.L.S.) che in pratica rappresenta la carne prodotta nell'allevamento o in altre parole le bestie
che possono essere vendute per essere macellate;
per effettuare tutte queste determinazioni abbiamo bisogno dei seguenti ulteriori dati:
- fertilità delle vacche espressa in %,
- q di latte prodotto in un anno per capo in lattazione (pari a ca. 30 q per la razza frisona italiana),
- produzione espressa in q per q di peso vivo di capo grosso (vacche e manze) di letame paglioso (cioè il letame + la
lettiera che è generalmente costituita da paglia) che è pari a circa 30/q.li di letame per q di peso vivo; il calcolo
avviene in questo modo:
- per il latte: n. vacche x % fertilità x q di latte/capo,
- per i vitelli da vendere: n. vacche x % fertilità
- per i vitelli destinati ai G. d. R. (1 vitello per G. d. R.),
- per il letame paglioso: (n. vacche x q/capo) + (n. manze x q/capo)] x 30, esprimere il risultato in q,
- per le vacche a fine carriera contarne 1 per gruppo di rimonta e determinarne il peso vivo complessivo;
ottenute tutte queste quantità inserirle nella tabella dell'attivo (tabella della produzione lorda totale e vendibile).

20
APPENDICE 1
STIMA DELLE SCORTE
Le scorte sono una voce del capitale agrario e si dividono in vive e morte, le scorte vive sono costituite dal bestiame, le
scorte morte cono costituite da macchine ed attrezzi, dai prodotti di scorta e dalle scorte di magazzino.
La stima di queste scorte nell’ambito della analisi dell’efficienza e della gestione aziendale va eseguita per i seguenti
motivi:
1. necessità di determinare la consistenza totale del capitale agrario sl fine di determinare le quote relative e l’interesse
passivo annuo,
2. necessità di effettuare inventari di consegna o di riconsegna alla fine e all’inizio di un contratto di affitto, tali inventari
vengono utilizzati nei bilanci di finita locazione,
3. necessità di redigere bilanci di finita locazione per stabilire l’entità di eventuali indennizzi a favore del proprietario o
dell’affittuario alla scadenza di un contratto di affitto che non viene rinnovato,
4. richiesta di indennizzo a causa di un danno causato da terzi,
5. calcolo di indennizzo nel caso di copertura assicurativa.

21
GLI INVESTIMENTI IN AGRICOLTURA
In questa parte del corso tratteremo gli investimenti in agricoltura, come investimento intendiamo qualsiasi incremento
di capitale economicamente fisso nell’azienda agricola.
Ogni apporto di capitale economicamente fisso va a modificare o trasformare la combinazione produttiva dell’impresa
agraria e quindi dà origine ad una trasformazione.
Avremo una trasformazione fondiaria quando la trasformazione riguarderà il capitale fondiario e i capitali interessati
saranno quelli economicamente fissi e fisicamente immobili.
Avremo una trasformazione agraria quando la trasformazione riguarderà il capitale agrario e i capitali interessati
saranno quelli economicamente fissi e fisicamente mobili.

LE TRASFORMAZIONI FONDIARIE
Si dicono trasformazioni fondiarie tutte quelle opere che richiedono stabili investimenti di capitale sulla terra, queste
trasformazioni si dividono in due tipi:
 le opere pubbliche di bonifica, eseguite a favore di più aziende o di interi comprensori, generalmente troppo onerose
per essere affrontate dai privati e quindi per lo più realizzate a carico dello Stato o delle Regioni, sono opere
pubbliche la bonifica di zone paludose, l’irrigazione di zone aride, rimboschimenti montani ecc.,
 i miglioramenti fondiari, realizzate a carico dei singoli privati e solitamente a favore di singole aziende, sono
miglioramenti fondiari i fabbricati rurali, la viabilità aziendale, la trasformazione di un seminativo in un frutteto, gli
impianti irrigui fissi, ecc..

COMPONENTI E SCOPI DEI MIGLIORAMENTI FONDIARI


Come si è già detto i miglioramenti fondiari sono incrementi di capitale fondiario realizzati da privati, sono cioè opere
private.
Un miglioramento in generale presenta i seguenti componenti:
 il capitale: è il denaro o le risorse finanziarie necessarie per eseguire il miglioramento, si identifica con il COSTO
TOTALE FINALE, riferito al momento in cui il miglioramento in questione è in grado di dare il risultato per cui è
stato realizzato, questo costo è detto Kn, dove n indica il tempo, ad esempio se un miglioramento dà il risultato alla
fine del 3° anno presenterà un costo finale totale indicato con K3, questo costo è costituito dai costi diretti, dati dal
denaro realmente speso per la realizzazione delle opere, e dai mancati redditi, dati da tutte le perdite di guadagno
conseguenti alla esecuzione delle opere,
 l’opera o il bene strumentale: è tutto quello che è stato fisicamente realizzato o acquistato (nel caso di beni
fisicamente mobili) con il miglioramento,
 il tempo: è il tempo effettivamente impiegato a raggiungere il risultato, comprende i tempi di realizzazione delle
opere che costituiscono il miglioramento ma non va confuso con essi perché realizzazione fisica e risultato economico
in genere non coincidono perché il risultato economico si verifica successivamente.
Un miglioramento può avere due scopi principali:
 aumentare il reddito dell’impresa,
 aumentare il valore dell’azienda.
Lo scopo perseguito influenzerà il tipo di giudizio di convenienza che l’imprenditore vorrà effettuare per determinare a
priori la convenienza del miglioramento.
Da un punto di vista generale per effettuare un giudizio di convenienza bisogna rilevare i seguenti dati:
 il tempo necessario per eseguire la miglioria, non sempre corrisponde al tempo tecnico, infatti l’imprenditore può
scegliere di realizzare l’opera in un tempo più lungo di quello tecnicamente richiesto per ragioni economiche (per es.
minori esborsi annuali), in questo caso il tempo economico sarà maggiore del tempo tecnico (tempo normalmente
necessario per realizzare fisicamente l’opera), in definitiva il tempo economico dipende dalle scelte dell’imprenditore,
 il reddito prima di iniziare l’opera,
 il valore del fondo prima di iniziare l’opera,
 il reddito del fondo ottenibile ad opera ultimata e funzionante,
 il valore del fondo ad opera ultimata,
 il costo totale dell’opera al tempo n (Kn),
 il costo annuo del capitale o interesse ottenibile da un investimento alternativo (Kn * r’).
Naturalmente i dati da ricercare effettivamente variano a seconda dello scopo del miglioramento.
GIUDIZIO DI CONVENIENZA DEL MIGLIORAMENTO
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Il giudizio di convenienza del miglioramento è una procedura con la quale l’imprenditore verifica a priori la convenienza
ad effettuare il miglioramento, essa dipende dallo scopo del miglioramento e dalla presenza di investimenti alternativi.
Esistono tre tipi di procedura che vengono riportati qui di seguito:
 Il giudizio di convenienza in base al reddito,
 Il giudizio di convenienza in base al valore,
 Il giudizio di convenienza in base ai saggi di interesse.

IL GIUDIZIO DI CONVENIENZA IN BASE AL REDDITO


Si distinguono due casi:
 il capitale da investire è di proprietà dell’imprenditore, il giudizio di convenienza si basa su di un confronto tra
l’incremento di reddito e il reddito alternativo ricavabile dal capitale (Kn) se questo venisse impiegato in un
investimento alternativo, secondo la teoria economica questo investimento deve essere di tipo simile al tipo di
miglioramento da valutare, in pratica tra gli investimenti alternativi vengono talvolta considerati anche il mantenere il
capitale in un conto corrente o deposito bancario o altro ancora.
 il capitale da investire non è di proprietà dell’imprenditore e presenta un costo annuo, cioè un interesse passivo.
A questo punto è bene ricordare che in una impresa agraria esistono vari tipi di reddito a seconda del tipo di conduzione,
come si vede dalla tabella qui sotto riportata.

tipo generale di conduzione composizione Reddito Netto Aziendale


Economia diretta con famiglia diretto coltivatrice Bf., ±T, Sa, St, I (nel caso non si ricorra al credito esterno)
Economia diretta con salariati Bf., ±T, St, I (nel caso non si ricorra al credito esterno)
Affitto con famiglia diretto coltivatrice ±T, Sa, St, I (nel caso non si ricorra al credito esterno
Affitto con salariati ±T, St, I (nel caso non si ricorra al credito esterno)

L’imprenditore può voler incrementare tutto il Reddito netto aziendale oppure focalizzare la sua attenzione solo su alcune
delle sue componenti, ad esempio una famiglia diretto - coltivatrice, desiderosa di introdurre un figlio nell’attività
aziendale, potrebbe eseguire un miglioramento al fine di aumentare la capacità di assorbimento di lavoro dell’impresa e
di conseguenza il reddito da lavoro manuale o intellettuale, naturalmente tale incremento dovrà essere tale da coprire
l’interesse passivo del capitale e il salario o lo stipendio per il figlio in questione.
I dati necessari per effettuare il giudizio di convenienza nell’ipotesi che si voglia aumentare il Reddito fondiario sono i
seguenti:
 Rfo = reddito fondiario dell’azienda prima del miglioramento,
 Rft = reddito fondiario dell’azienda dopo il miglioramento,
 n = tempo utilizzato per realizzare il miglioramento e per ottenerne i frutti,
 Kn = costo totale del miglioramento riferito al tempo n,
 r’ = saggio di fruttuosità di un miglioramento alternativo oppure saggio di interesse passivo per l’uso del capitale.

Il giudizio di convenienza avviene verificando che sia soddisfatta la seguente equazione:

Rft - Rfo  Kn * r’
Nel caso dell’esempio della famiglia diretto coltivatrice il giudizio di convenienza verrebbe effettuato con la seguente
disequazione:
Sat - Sao  Sa(figlio) + Kn * r’
E’ evidente che nella disequazione possiamo inserire uno o più componenti dei redditi aziendali inserendo inoltre delle
particolari condizioni (nell’esempio appena descritto la condizione è che l’incremento del reddito da lavoro manuale sia
superiore o uguale alla somma di un salario per il figlio con l’interesse passivo determinato dall’uso del capitale).
Va notato che i termini inseriti nella disequazione devono essere della stessa natura: redditi con interessi, mai redditi con
capitali

IL GIUDIZIO DI CONVENIENZA IN BASE AL VALORE


La valutazione di convenienza in base al valore si basa su di un confronto tra incrementi di valore dell’azienda
conseguenti al miglioramento e il capitale necessario per l’esecuzione del miglioramento ( Kn).
I dati necessari per effettuare il giudizio di convenienza nell’ipotesi che si voglia aumentare il valore del fondo sono i
seguenti:
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 Vt = valore del fondo dopo il miglioramento,
 Vo = valore del fondo prima del miglioramento
 Kn = costo totale del miglioramento una volta realizzato ed efficace.
Il giudizio di convenienza avviene verificando che sia soddisfatta la seguente equazione:
Vt - Vo  Kn

IL GIUDIZIO DI CONVENIENZA IN BASE AI SAGGI DI INTERESSE


Questo giudizio di convenienza viene effettuato determinando i saggi di interesse o di fruttuosità di vari miglioramenti
possibili al fine di determinarne il più conveniente.
La procedura consiste di due fasi:
1. la determinazione dei saggi di fruttuosità dei miglioramenti presi in esame,
2. il confronto dei saggi per determinare il maggiore di questi.
La determinazione del saggio di fruttuosità di un dato miglioramento è un’operazione molto semplice: basta calcolare il
rapporto tra l’incremento di reddito e il costo totale finale sostenuto per realizzare il miglioramento, se si guarda al
reddito fondiario il rapporto sarà il seguente:

Rft - Rfo
rf = 
Kn
QUALCHE PAROLA SUI REDDITI AZIENDALI E IL LORO USO NEI GIUDIZI DI CONVENIENZA
A questo punto si ritiene utile richiamare il concetto di reddito di una azienda.
In teoria il reddito che dà una misura esatta della validità della gestione di una impresa è il Profitto o Tornaconto indicato
con il simbolo  T.. La sua determinazione viene effettuata con la l’equazione del tornaconto indicata qui sotto:
T = PLV- (Q + Sv + Imp. + Bf + Sa + St + I)
In realtà il tornaconto non è determinabile in modo preciso, al massimo si può determinare il cosiddetto Reddito
fondiario, indicato con Rf e formato da Bf e T, di conseguenza l’equazione di sopra diventa:
Bf  T = (Q + Sv + Imp. + Bf + Sa + St + I)
Nelle valutazioni dell’utile di impresa nella realtà pratica si utilizza il Reddito Netto Aziendale, indicato con Rna, che è
la somma dei compensi delle persone economiche presenti nell’imprenditore concreto, questo tipo di reddito varia in
funzione del tipo di conduzione dell’azienda e se l’imprenditore concreto fa ricorso o meno a capitali altrui.
Quando si parla in generale di giudizi di convenienza in base ai redditi si usa come formula generale l’equazione
Rft - Rfo  Kn * r’
ma nulla vieta di sostituire al Reddito fondiario il Reddito netto aziendale, o redditi specifici facenti parte di esso,
purtroppo l’unico grande escluso è proprio il Profitto o Tornaconto a causa della impossibilità di determinarlo in modo
certo e scientificamente valido.
La determinazione dei vari redditi va fatta sempre con apposito bilanci la cui realizzazione può presentare difficoltà
diverse a seconda del tipo di bilancio:
 nel determinare il reddito prima del miglioramento si potrà ricorrere ad un bilancio basato sui dati dei bilanci
precedenti, questa operazione non presenterà particolari difficoltà in quanto avremo dati sufficienti per una
determinazione realistica degli stessi,
 nel determinare il reddito dopo il miglioramento dovremo ricorrere a delle previsioni non sempre supportate dai dati
dei bilanci precedenti, ad esempio l’introduzione di una nuova coltura legnosa da frutto ci costringerà ad ipotizzare
prezzi del prodotto basandoci su scarse informazioni e su indagini di mercato non riferite alla nostra situazione e non
supportate da dati reali precedenti; in questi casi è bene non ricorrere, se possibile, a soluzioni banali come per
esempio la media matematica tra un prezzo massimo ed un prezzo minimo ma su un prezzo intermedio che sarà
posizionato verso il massimo o verso il minimo in funzione del tipo di accettazione del mercato e della quantità di
prodotto che in zona sarà possibile avere in considerazione degli impianti esistenti o che verranno realizzati nei
prossimi anni.

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ECONOMIA DELLE MACCHINE
Le macchine e gli attrezzi appartengono al capitale agrario e più precisamente alle cosiddette “Scorte morte”, i problemi
economici e gestionali più frequenti che si presentano quando si considerano le macchine sono i seguenti:
 valutazione della convenienza dell’acquisto di una macchina che vada ad aumentare la dotazione aziendale
 sostituzione una macchina ormai poco efficiente o obsoleta,
 determinazione del costo di esercizio annuale ed orario di una macchina, o un cantiere di macchine, con cantiere si
intende quanto necessario ad eseguire una determinata lavorazione, ad esempio la semina richiede una trattrice ed una
seminatrice oltre naturalmente al personale necessario a svolgere la lavorazione in questione.
La valutazione della convenienza dell’acquisto di una macchina va effettuata in modo diverso, vediamo i casi possibili:
 l’introduzione di questa macchina in azienda ha lo scopo di contribuire ad aumentare il reddito in misura
considerevole a causa di una nuova coltura che richiede attrezzature particolari di cui questa macchina fa appunto
parte, per esempio la coltivazione del fagiolo da industria richiede delle macchine specifiche per la raccolta,
 la nuova macchina va a sostituirne un’altra dello stesso tipo troppo vecchia, poco utilizzabile a causa delle frequenti
manutenzioni oppure obsoleta, va notato che una macchina obsoleta non è solo una macchina vecchia o troppo
sfruttata, essa può essere ancora pienamente efficiente ma sul mercato esistono modelli analoghi molto più efficienti.
Nel primo caso poiché la macchina rappresenta una nuova dotazione indispensabile all’attuazione della nuova coltura la
valutazione della convenienza non riguarderà la singola macchina ma il costo finale dell’introduzione della coltura in
esame, in tale costo dovrà essere inserito anche il costo della macchina e la valutazione andrà fatta secondo quanto già
visto nella valutazione della convenienza dei miglioramenti fondiari. Nel secondo caso sarà opportuno mettere a
confronto i singoli costi di esercizio di varie marche e tipi della nuova macchina.

IL COSTO DI ESERCIZIO DI UNA MACCHINA (O CANTIERE)


Si intende come costo di esercizio di una macchina la somma dei costi di gestione di tale macchina, i costi di gestione si
dividono in variabili e fissi a seconda che varino o no in modo proporzionale all’uso. Il costo di esercizio può essere
annuo, orario, o per lavorazione. Dal punto di vista pratico il costo di esercizio più interessante è quello per lavorazione,
da esso si giunge facilmente al costo di esercizio orario per lavorazione, che è utile per facilitare analisi e confronti. Da
un punto di vista generale le voci di costo per determinare il costo di esercizio di una macchina vengono riportati qui di
seguito.
COSTI FISSI
Quota di reintegrazione, si determinano a in tre modi:
1. media economica o quota di reintegrazione sulla differenza tra il valore a nuovo della macchina
(Vn) e il suo valore stimato di recupero (vr) a fine periodo di utilizzo, si applicando generalmente
il saggio di interesse di deposito bancario (i) e il numero degli anni del periodo (n), la formula e:

2. media aritmetica per gli anni di utilizzo della macchina della differenza tra valore a nuovo e valore
di recupero, la formula quindi risulta:

3. si usa la quota di ammortamento determinata dalla banca nel caso che la macchina sia stata
acquistata ricorrendo al credito.
Quota di manutenzione si determina in tre modi:
1. applicando una percentuale al valore di acquisto della macchina, avendo cura di aumentare tale
percentuale col passare degli anni, è sconsigliabile per la sua inaffidabilità,
2. utilizzando i costi reali per la manutenzione desumibili da fatture e ricevute o altre annotazioni,
questo è senz’altro il metodo migliore quando la manutenzione viene eseguita per la maggior parte
in una officina esterna,
3. tenendo conto solo del costo dei materiali utilizzati per la manutenzione quando questa viene
eseguita per la maggior parte nell’officina aziendale dall’imprenditore oppure da un salariato fisso,
ad esempio il trattorista, che ha tra le sue mansioni anche la manutenzione dei mezzi meccanici,
naturalmente a tale costo vanno aggiunte le spese per eventuali manutenzioni esterne.
Quota di assicurazione per determinarla basta tenere conto del premio annuo totale dell’assicurazione.
Quota di ricovero serve a determinare il costo annuo che bisogna sostenere per la necessità di ricoverare la macchina
sotto una tettoia od una rimessa per mantenerne l’efficienza riparandola dagli agenti atmosferici, tale
quota si determina ripartendo le quote totali della tettoia sulla superficie coperta dalla struttura e
moltiplicando tale valore per la superficie di ingombro della macchina, tenendo conto anche dello
spazio necessario per raggiungerla e muoverla senza danni per le altre macchine o attrezzi.
ATTENZIONE ALL’INTERESSE PASSIVO

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Tra i costi fissi va considerato anche l’interesse annuo passivo sul valore della macchina, si tratta a parte questa voce
perché la sua determinazione può presentare qualche difficoltà di scelta, per capire meglio ciò bisogna tenere conto che
l’interesse annuo sulle macchine nella loro globalità andrebbe determinato sul valore attuale delle macchine stesse, vale a
dire che l’interesse cambia man mano che le macchine si deprezzano nel tempo, tale determinazione non sempre è
agevole perché richiede da parte dell’imprenditore un inventario, e relativa valutazione, delle macchine che va ripetuto
ogni anno, questa procedura viene seguita di solito solo nelle aziende più grandi e in quelle gestite dagli imprenditori più
preparati (molte volte queste due categorie coincidono), sovente però l’inventario non viene eseguito del tutto oppure
viene fatto con cadenze superiori all’anno. Come ci si deve comportare allora? Se esistono dati attendibili allora non vi
sono problemi, in caso contrario bisogna basarsi sui dati disponibili oppure su una valutazione del valore attuale delle
macchine di cui stiamo determinando il costo di esercizio. il saggio di interesse più idoneo da adottare resta quello di
deposito bancario.
COSTI VARIABILI
Salario dello o degli operatori si ottiene moltiplicando il costo lordo orario degli addetti per le ore totali annue di lavoro
della macchina, questa voce non viene generalmente calcolata (perché di difficile
determinazione) nel caso di aziende condotte da famiglie coltivatrici senza il ricorso alla
manodopera esterna, gli operatori possono essere più di uno nel caso che vengano
effettuate lavorazioni come il trapianto a macchina dove oltre al trattorista possono
esservi altri operatori che agiscono sulla trapiantatrice collegata al trattore.
Carburanti si ottiene in due modi:
 moltiplicando le ore delle singole lavorazioni effettuate in un anno per i relativi
consumi orari determinati in modo indicativo utilizzando apposite tabelle, sommando
questi prodotti e moltiplicando il totale per il prezzo del carburante, il risultato non è
dunque reale ma al massimo realistico,
 determinare di volta in volta il consumo delle varie lavorazioni, sommare questi
consumi e moltiplicare il risultato per il prezzo del carburante.
Conviene tenere nota dei consumi delle singole lavorazioni per utilizzarli nella
determinazione del costo di esercizio orario di ciascuna di esse.
Lubrificanti Non è possibile determinare esattamente il consumo dei lubrificanti per ogni singola
lavorazione, di conseguenza basandosi sul fatto che il cambio del lubrificante del motore
va fatto in genere ogni 100 ore di funzionamento e che la quantità di lubrificante è di
circa 15 kg, è sufficiente determinare su base annua la quantità di lubrificante tenendo
conto delle ore di funzionamento totali in un anno.
Per quanto concerne i lubrificanti d utilizzati nelle altre parti del motore oppure per
macchine o attrezzi particolari es. cambio, differenziale, olio di impianti di frenaggio,
sollevamento, ecc. è bene non considerarli come lubrificanti ma come una voce delle
manutenzioni.
Altri materiali di consumo Non è una voce molto importante, nel senso che non è rilevante ai fini del costo di
esercizio della macchina, questi materiali è bene considerarli nella voce spese varie
quando si redige il bilancio, un esempio di tale voce può essere lo spago o la rete plastica
per la imballatrice a balle a parallelepipedo o cilindriche (rotoimballatrice).

Qui di seguito viene riportata un esempio di tabella utilizzabile per la determinazione del costo di esercizio annuo ed
orario di una macchina.
MACCHINA N. TIPO MARCA

COSTI FISSI COSTI VARIABILI lavorazioni Carburanti


VOCE IMPORTO VOCE IMPORTO tipo ore Kg/h. Kg. Tot. Importo
Reintegrazione Salari
Manutenzione Carburanti
Assicurazione Lubrificanti
Ricovero

totale costi fissi totale c. variabili totali

Totale Costi Costi Esercizio/h


Esercizio

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DETERMINAZIONE DEL COSTO DI ESERCIZIO PER LAVORAZIONE E PER CANTIERE
Dal punto di vista concettuale questa operazione viene eseguita secondo quanto visto finora, la complicazione è costituita
dal fatto che la determinazione di tutte le voci (compreso l’interesse) va fatta per lavorazione e per cantiere, in pratica
mentre alcune voci possono essere determinate direttamente altre vanno prima divise per il monte ore annuo delle
macchine impiegate e il risultato va moltiplicato per le ore impiegate da quella specifica operazione, nella tabella
seguente vengono indicate queste voci di costo secondo il tipo di determinazione.

Voci di costo da determinare dividendo per le ore totali Voci di costo determinate direttamente
annue di utilizzo e moltiplicando il risultato per le ore della
lavorazione in questione
Reintegrazione Salari di salariati avventizi
Manutenzione Carburanti
Assicurazione
Ricovero
Salari di salariati fissi
Lubrificanti

Nella determinazione del costo di esercizio relativo ad un determinato cantiere di lavorazione naturalmente i dati di cui
sopra vanno rilevati sia per la trattrice che per la macchina operatrice, tralasciare la voce salari per la macchina operatrice
quando il salariato coinvolto è solamente il trattorista, questo per evitare di calcolare due volte il costo del lavoro.
Quando il costo di esercizio della lavorazione viene determinato singolarmente e indipendentemente per ogni macchina
allora la voce salari va conteggiata se l’operazione viene eseguita da un salariato.

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