Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
MANNA FRANCESCA
(2019 – 2020)
INTRODUZIONE
La MICROECONOMIA si occupa del La MACROECONOMIA è il RAMO DELL’ECONOMIA
comportamento dei singoli merca e dei ≠ POLITICA CHE STUDIA IL FUNZIONAMENTO DEL
singoli operatori o sogge economici. SISTEMA ECONOMICO NEL SUO INSIEME.
IL PRODOTTO AGGREGATO
(Z)
Z= Q1,0 P1,0 + Q2,0 P2,0 + Q3,0 P3,0 + .... Qn,0 Pn,0
[In cui: Z: valore del prodo o aggregato; Q: quan tà del bene nale; P: prezzo del bene. Il primo su sso delle singole variabili (1, 2, 3, n) indica il po di
bene; Il secondo su sso (0) indica il periodo di riferimento, che in questo caso è il periodo 0, ossia il PERIODO BASE.]
Nel calcolo di Z dobbiamo escludere i beni intermedi (u lizza per produrre i beni nali) in quanto sono incorpora nel valore dei beni nali.
In una economia chiusa agli scambi con l’estero i BENI FINALI (es. pane, scarpe, automobili, servizi di trasporto) sono rappresenta da:
a. beni di CONSUMO, che soddisfano dire amente i bisogni dei membri della colle vità;
b. beni di INVESTIMENTO, che sono des na ad aumentare lo stock di capitale e quindi la produzione futura di beni di consumo.
Dunque, i beni nali hanno il compito di contribuire, in modo immediato di erito, al benessere materiale della colle vità.
La classi cazione di un bene come nale o intermedio deriva non dalla sua natura ma dal po di sogge o economico che lo u lizza
(Lo stesso bene può essere nale se acquistato da una famiglia per il proprio consumo o intermedio se u lizzato da un operaio per produrre un altro bene).
Passato un anno, lo studioso di macroeconomia si occupa di:
1. studiare la VARIAZIONE DEL PRODOTTO AGGREGATO (veri ca se aumenta, diminuisce o rimane costante).
2. s mare quale parte dell’eventuale variazione sia dovuta al MOVIMENTO DELLE QUANTITÀ e quale al MOVIMENTO DEI PREZZI.
[L’aumento della quan tà prodo a comporta un maggior benessere per la popolazione, mentre un aumento dei prezzi produce soltanto un
gon amento nominale del prodo o aggregato, senza alcun e e o sul benessere.]
IL FLUSSO CIRCOLARE DELL’ATTIVITA’ ECONOMICA in una economia chiusa e in assenza dello Stato
Studiamo un MODELLO SEMPLIFICATO, Immaginando di essere in un sistema economico chiuso, senza Stato, dove sono presen solo due
agen economici: le FAMIGLIE e le IMPRESE.
L’interazione dei due agen economici nel MERCATO DEI BENI E DEI SERVIZI e nel MERCATO DEI FATTORI PRODUTTIVI cos tuisce il FLUSSO
CIRCOLARE DELL’ATTIVITA’ ECONOMICA:
1. Le famiglie posseggono lavoro, capitale e risorse naturali, richies dalle imprese per produrre i beni e i servizi che le famiglie domandano.
2. Le imprese pagano alle famiglie salari, pro , interessi, e rendite per i servizi e le risorse alle quali esse provvedono, che vanno a
cos tuire i reddi delle famiglie.
3. Le famiglie u lizzano i reddi ricevu dalle imprese per acquistare i beni e i servizi prodo dalle imprese stesse.
La produzione di beni e servizi delle imprese serve a soddisfare loro bisogni presen (beni di consumo) e futuri (beni di inves men ).
[Beni di consumo e beni di inves mento sono beni nali; materie prime e semilavora incorporate nei beni nali sono beni intermedi]
Per le imprese il reddito delle famiglie rappresenta per un costo di produzione mentre le spese delle famiglie rappresentano i ricavi.
4. Al ne del processo la moneta è tornata nella disponibilità delle imprese ed esse la u lizzeranno per iniziare un nuovo ciclo di produzione.
ti
fi
ti
fi
ti
fi
ti
fi
ffl
ti
ffi
fl
fl
fl
fl
ti
tt
fi
tti
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
fi
ti
fi
ti
tt
ti
fi
fi
tt
ti
tti
fl
fl
fi
fi
ff
ti
fi
ti
tt
fi
tti
ti
tt
ti
tt
fl
fi
ff
ti
tt
tti
tti
fi
ti
ti
t
ti
ffi
tti
tti
ti
ti
fi
tt
fi
ti
fi
tti
fl
tti
ti
ti
ti
ti
fl
ti
ti
ti
fi
CONTADINO 0 10 10
MULINO 10 50 40
▪ Dal PIL va dis nto il PNN: valore della produzione di un determinato paese all’interno e all’esterno del paese stesso.
▪ Dis nguiamo il PIL in:
▪ PIL NOMINALE (o a prezzi corren ): INDICA IL VALORE DELLA PRODUZIONE (BENI E SERVIZI FINALI PRODOTTI) DI UN DETERMINATO ANNO
VALUTATI A PREZZI DI QUELL’ANNO, CIOÈ IN VALORE CORRENTE.
Il PIL nominale varia da un anno all’altro, sia perché varia la quan tà dei beni e servizi prodo , sia perché cambiano i prezzi di mercato. Le variazioni
derivan da variazioni dei prezzi non ci dicono nulla riguardo ai risulta consegui dal sistema economico nella produzione di beni e servizi, mo vo per cui
per confrontare la produzione in anni diversi si fa riferimento al PIL reale.
PILNOM = Y1P1 + Y2P2 +…YnPn = Σ YtPt [in cui Y: produzione; P: prezzo; Su ssi: bene 1, 2, n]
▪ PIL REALE (o a prezzi costan ): INDICA IL VALORE ASSUNTO NEL CORSO DEL TEMPO DALLA PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI FINALI,
VALUTATI IN ANNI DIVERSI AGLI STESSI PREZZI, CIOÈ IN VALORE COSTANTE. (aumento PIL reale = aumento benessere)
PILREALE = Y1,tP1,0 + Y2,tP2,0 +…Yn,tPn,0 = Σ YtP0
PIL nominale
= DEFLATORE DEL PIL o INDICE DI PAASCH: misura la variazione dei prezzi tra l’anno corrente e l’anno base.
PIL reale
▪ il reddito nazionale è dato da due componen :
1. Reddito di lavoro (impiegato per consumo e risparmio);
2. Reddito di impresa (impiegato per consumo e inves mento).
LE 3 IDENTITA’ FONDAMENTALI DELLA MACROECONOMIA
1. Y ≡ C + I [in cui Y: LIVELLO DI PRODUZIONE; C: SPESA PER I CONSUMI; I: SPESA PER GLI INVESTIMENTI] (≡: EQUAZIONE SEMPRE VERIFICATA)
Le scorte accumulate (produzione invenduta) vengono considerate parte degli inves men e dunque, l’intera produzione viene consumata
o inves ta. Le vendite si possono quindi esprimere come somma di consumi e inves men :
2. Tu o il reddito viene ripar to tra consumo e risparmio:
Y≡S+C [in cui Y: LIVELLO DI PRODUZIONE; S: RISPARMIO; C: SPESA PER I CONSUMI]
Confrontando le due iden tà preceden , si o ene:
C+I≡Y≡S+C [in cui C+I: COMPONENTI DELLA DOMANDA; S+C: ALLOCAZIONE DEL REDDITO]
Questa iden tà me e in evidenza che l’ammontare della produzione coincide con l’ammontare delle vendite.
Il valore della produzione è pari al reddito percepito dai fa ori produ vi e il reddito, sua volta, viene speso per acquistare beni e servizi oppure viene
risparmiato. Riformulando, possiamo porre in evidenza la relazione tra risparmio e inves mento: I ≡ Y - C ≡ S
3. I≡S
Questa iden tà indica che, in una economia sempli cata, l’inves mento è pari al risparmio.
Infa , nel caso in cui le famiglie non vogliono spendere tu o il loro reddito, investono la parte risparmiata in BANCA.
La BANCA è un INTERMEDIARIO FINANZIARIO che riceve i soldi inves dalle famiglie e li presta alle imprese.
Le banche hanno due funzioni: di RACCOLTA per i risparmiatori e di IMPIEGO per le imprese.
Per queste funzioni, riceve dei tassi a vi dalle imprese e paga i tassi passivi ai risparmiatori.
TA – TP = forche a, con cui la banca paga i cos e dà vita ai propri u li.
LO STATO
Lo STATO ha due funzioni: SPENDERE (spesa pubblica G) e INCASSARE (tassazione T)
- Se G = T -> PAREGGIO DEL BILANCIO;
- Se G > T -> DEFICIT DEL BILANCIO;
- Se G < T -> SURPLUS DEL BILANCIO;
Deve seguire due parametri:
DEFICIT
1. ≤ 3%
PIL
tt
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
fl
ti
ti
ti
tti
tti
ti
ti
fi
ti
tt
ti
ti
ti
tt
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
ffi
ti
tti
tti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
DEBITO
2. ≤ 60% [L’Italia è il terzo paese con il debito pubblico più elevato al mondo (dopo USA e Giappone), quasi del
PIL
130%]
REDDITO E SPESA
Una delle ques oni centrali della macroeconomia riguarda i mo vi delle u uazioni del prodo o interno al livello potenziale.
Infa , la crescita economica è estremamente irregolare: nelle fasi di espansione e di recessione del ciclo economico, la produzione
rispe vamente aumenta e diminuisce in rapporto all’andamento del prodo o potenziale.
Una prima teoria volta a spiegare le u uazioni del PIL è il MODELLO REDDITO - SPESA, che si basa sulla reciproca interazione tra prodo o e
spesa: quest’ul ma determina la produzione e il reddito; ma prodo o e reddito, a loro volta, in uiscono sulla spesa.
OFFERTA AGGREGATA, DOMANDA AGGREGATA E PRODOTTO DI EQUILIBRIO
Il livello dell’a vità economica è governato dalle forze dell’o erta aggregata e della domanda aggregata.
▪ L’OFFERTA AGGREGATA è la QUANTITÀ DI BENI E SERVIZI CHE È UN SISTEMA ECONOMICO È IN GRADO DI PRODURRE.
Essa dipende dai fa ori produ vi disponibili e dallo stato della tecnologia.
Supponiamo per semplicità che tu fa ori produ vi siano riconducibili a due: lavoro (N) e capitale (K). Il
prodo o interno lordo (Y) dipende dalle quan tà disponibili di ques due fa ori e dallo stato della tecnologia: NB: Y = PIL = SPESA = REDDITO
Y = F (K, N, T) [in cui Y: PIL; K: capitale; N: lavoro; T: stato della tecnologia] (F: simbolo di funzione)
Indichiamo con Y* Il prodo o potenziale (o prodo o di pieno impiego dei fa ori produ vi), ovvero il
livello massimo di prodo o che è possibile o enere quando tu i fa ori sono pienamente impiega .
▫ Nel breve periodo: capitale, forza lavoro (FL) e tecnologia sono da e dunque anche Y* assume un valore determinato.
Il prodo o e e vo (Y) potrà quindi variare tra 0 e Y*, mentre l’occupazione (N) potrà oscillare tra 0 e FL.
▫ Nel lungo periodo: Y* potrà crescere, a condizione che la forza lavoro aumen , si sviluppi il progresso tecnologico e il capitale sia
incrementato dall’inves mento.
Infa , I (inves mento lordo) ha due componen ammortamento (quota volta a rimpiazzare i beni capitali che hanno subito natura
sica o tecnologica) e Inves mento ne o (quota des nata ad aumentare lo stock di capitale e dunque la capacità produ va).
▪ La DOMANDA AGGREGATA (AD) è la QUANTITÀ TOTALE DI BENI RICHIESTA DAL SISTEMA ECONOMICO.
Questa si o ene sommando la spesa per i consumi a quella per gli inves men , alla spesa pubblica e alle importazioni ne e:
AD = C + I + G + NX [in cui AD: domanda aggregata; C: spesa per i consumi; I: spesa per gli inves men ; G: spesa pubblica; NX: esportazioni ne e]
▪ Il prodo o (Y) si trova al LIVELLO DI EQUILIBRIO QUANDO LA QUANTITÀ DI BENI OFFERTA È UGUALE A QUELLA DOMANDATA.
Dunque, l’economia è in equilibrio di breve periodo quando:
Y = AD
NB: Quando la domanda aggregata non è uguale al prodo o o erto dall’impresa, si ha una variazione non programmata delle scorte:
IU = Y – AD [In cui IU: variazione non programmata; Y: prodo o; AD: domanda aggregata]
▪ Se la produzione è superiore alla domanda aggregata, si hanno inves men in scorte non programma : IU > 0;
a mano a mano che si accumulano scorte in eccesso, le imprese riducono la produzione nché la quan tà prodo a e la domanda aggregata non sono
di nuovo in equilibrio (IU = 0).
▪ Se la produzione è inferiore alla domanda, le scorte diminuiscono IU < 0;
quando le scorte diminuiscono, la produzione viene aumentata no al ripris no dell’equilibrio (IU = 0).
CONSIDERAZIONI SIGNIFICATIVE:
a. Se Y < Y* (ovvero se il prodo o e e vo di equilibrio è inferiore al prodo o potenziale), si avrà anche N < FL e quindi una parte della forza
lavoro rimarrà disoccupata. Se questa situazione dovesse durare allungo, è possibile che i lavoratori acce no decurtazioni del salario e
che le imprese siano indo e a diminuire i prezzi dei loro prodo .
b. Nel caso contrario, se AD > Y* (ovvero se la domanda aggregata eccede la produzione di pieno impiego), i salari e i prezzi tenderanno ad
aumentare, in quanto l’occupazione non può andare oltre la forza lavoro disponibile (piena occupazione).
fi
tti
tti
tti
tt
tt
tt
tti
ff
tti
ti
ti
ti
tti
tt
ti
tt
tt
tt
ti
tt
tti
tti
ff
tt
tti
fl
tt
tt
ti
tti
tt
ti
tt
ti
tt
fi
tt
ti
ff
ti
ff
tti
tti
ti
ti
ti
tt
ti
tt
tt
ti
fl
tt
tt
tt
tt
ti
ti
fi
ti
tti
ti
ti
ti
tt
fl
ti
tt
tti
tt
tti
tt
tt
LA DOMANDA AGGREGATA
COMPONENTI DELLA DOMANDA AGGREGATA: consumo e inves men
Per semplicità, tralasciamo il se ore pubblico e il commercio estero.
• IL CONSUMO
La FUNZIONE DEL CONSUMO descrive la relazione tra consumo e reddito.
[La funzione del consumo dipende dal reddito disponibile (YD): il reddito complessivo al ne o delle imposte più i trasferimen (reddito che resta nel se ore
privato dopo che lo Stato ha prelevato le imposte ed ha e e uato i trasferimen ). Ipo zziamo, però, l’assenza del se ore pubblico (e dunque di tassazione
e trasferimen ), facendo coincidere il reddito disponibile con il reddito totale, che a sua volta è uguale al prodo o, quindi YD = Y.]
La funzione del consumo corrisponde alla seguente equazione:
C= + cY Con > 0 e 0 < c < 1 [in cui : CONSUMI NECESSARI (DI SUSSISTENZA); c: PROPENSIONE MARGINALE AL CONSUMO; Y: LIVELLO DEL REDDITO]
(NB: le le ere soprassegnate indicano valori ssi)
- Il coe ciente c prende il nome di propensione marginale al consumo, e indica LA PERCENTUALE DI REDDITO DESTINATA AI CONSUMI (≈ 0.8%)
Nella maggior parte dei casi, non tu o il reddito viene consumato, si ha così il RISPARMIO.
• GLI INVESTIMENTI
È necessario fare una di erenza fra:
a. L’ATTO DI CONSUMO: è la spesa nalizzata a soddisfare un determinato bisogno;
b. L’ATTO DI INVESTIMENTO: è la spesa nalizzata ad incrementare uno stock di capitale (stock: patrimonio).
Stabiliamo che gli inves men siano esogeni e dunque non dipendono da nessuna variabile. Poniamo pertanto I = Ī.
- O eniamo così che Y = AD = C + Ī
- Dunque, AD = + cY + Ī
- Per sempli care, poniamo + Ī = Ā (indipendente), o enendo:
AD: Ā + cY
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLA DOMANDA AGGREGATA (AD: Ā + cY)
tt
fi
fi
fi
ti
ti
tt
tt
𝐂̅
ffi
tt
fi
ti
𝐂̅
𝐂̅
ti
ffi
ff
tt
ti
tt
fi
tt
tti
tt
fi
ti
fi
tt
tti
ff
tt
tt
tt
tt
ti
ti
ff
tt
ti
tt
tt
tt
tt
ti
tt
RISPARMIO E INVESTIMENTO [S=I]
La condizione di equilibrio del sistema economico data dall’equazione Y = AD, (in equilibrio il prodo o è uguale alla domanda aggregata), può anche
essere espressa nel secondo modo: NELLA POSIZIONE DI EQUILIBRIO L’INVESTIMENTO PROGRAMMATO È UGUALE AL RISPARMIO.
▪ Infa , (sempre considerando G e NX pari a zero), sappiamo che:
-Y=C+S
- AD = C + I
Sos tuendo, o eniamo che C + S = C + I
Sempli cando: S = I
• IL RISPARMIO
La funzione del risparmio (S) è la seguente:
S=– + Ys
[in cui s = 1 – c, è la PROPENSIONE MARGINALE AL RISPARMIO (MPS): aumento di S determinato da un incremento di 1€ del reddito disponibile]
Secondo Keynes, l’aumento del risparmio è un “male” in quanto risparmiando non si consuma e questo porta ad una diminuzione del benessere.
La formula di S si può derivare matema camente nel modo seguente:
1. Se Y = C + S, allora S = Y – C
2. Sos tuendo C, o eniamo: S = Y – ( + cY) = Y – – cY
3. Raggruppiamo Y e o eniamo: S = – + Y (1 – c) = – + Ys
▪ Gra co: IL RISPARMIO (S)
- Dal gra co della funzione del consumo e della domanda aggregata riprendiamo Y0 (E) e Y1 (E’);
- tracciamo la re a Ī (costante)
- la funzione S, partendo da – , passerà per il punto Y0 (in cui S=0) e dal punto di intersezione tra Ī e Y1.
- La funzione del risparmio è lineare e crescente (aumenta all’aumentare del reddito); dire amente proporzionale
a Y.
- quando Y = 0 -> il risparmio è nega vo (punto - )
- la PENDENZA di S è indicata da s:
▪ aumentando s, la funzione diventerà più ripida;
▪ se s diminuisce, la funzione diventerà più pia a.
𝐂̅
𝐂̅
𝐂̅
𝐂̅
𝐂̅
𝐂̅
fi
ti
ti
fi
tti
fi
fi
𝐂̅
tt
tt
tt
tt
ti
ff
ti
tt
tt
tt
IL MOLTIPLICATORE KEYNESIANO α
Il MOLTIPLICATORE DINAMICO indica l’en tà della variazione del prodo o di equilibrio determinata da un aumento della spesa autonoma pari
ad 1 unità; in par colare QUANTO AUMENTA IL PIL PER UN INCREMENTO DI UNA DELLE COMPONENTI AUTONOME DELLA DOMANDA.
▪ Le componen autonome (Ā) della domanda (AD o spesa generale) sono 3:
1. Spesa per i consumi ( )
2. Spesa per gli inves men (Ī)
3. Spesa pubblica. ( )
▪ Il mol plicatore si fonda sul presupposto che la spesa di alcuni individui diventa reddito per altri.
es. Lo Stato spende 100 € per costruire un ponte. Questa spesa diventa reddito per le imprese di costruzione.
Nelle imprese di costruzione, di ques 100 €, il 20% è risparmiato; l’80% e invece speso.
Ques 80 € saranno a loro volta reddito per altri individui. [..ciclo con nua]
▪ Una maggiore domanda sollecita l’incremento della produzione, che a sua volta comporta un aumento di reddito, che a sua volta sarà speso
in gran parte per beni di consumo (questo usso di spesa è de o spesa indo a). Per soddisfare la nuova spesa indo a, la produzione crescerà
ulteriormente e anche il reddito complessivo aumenterà generando una seconda ondata di spesa per consumi.
[↑Spesa -> ↑Produzione -> ↑Reddito -> ↑spesa -> ↑Produzione↑ -> ↑ Reddito -> ↑Spesa….]
• METODO MATEMATICO:
Nella prima fase vi è un aumento della spesa autonoma ∆Ā; si ha quindi un corrispondente aumento della produzione per soddisfare la
domanda. Questo incremento si traduce in un eguale aumento di reddito che a raverso la propensione marginale al consumo (c) genera
nella seconda fase una spesa indo a pari a cΔ , con nua così la successione per n fasi.
∆AD = ∆Ā + c (∆Ā) + c [c(∆Ā)] + c {c[c(∆Ā)]} +…
∆AD = ∆Ā + c∆Ā + c2∆Ā + c3∆Ā+… cn∆Ā
∆AD = ∆Ā (1 + c + c2 + c3 +… cn)
La progressione geometrica (1 + c + c2 + c3 +… cn) è il MOLTIPLICATORE.
Il mol plicatore si può scrivere anche come:
1
MOLTIPLICATORE α =
1−c
Dunque, la variazione di domanda aggregata, sarà uguale a:
1
∆AD = ∆Ā
1−c
NB: il mol plicatore è tanto maggiore quanto è maggiore la propensione al consumo (c)
1 1
[esempio del ponte (∆Ā=100; c=0.8) -> ∆Y =100 x = 100 x = 100 x 5 = 500]
1 − 0.8 0.2
• RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL MOLTIPLICATORE
1. Tracciamo la nostra domanda aggregata AD, con equilibrio iniziale nel punto E,
dove il reddito è Y0;
3. Avendo superato il livello del prodo o Y0, le scorte delle imprese iniziano a calare;
ti
ti
G̅
ti
tt
tt
ti
tt
ti
fl
A̅
ti
ti
fi
ti
tt
tt
tt
tt
tt
tt
R̅
G̅
ti
R̅
R̅
tt
M̅
ti
G̅
G̅
G̅
ti
ti
fl
t
ti
ti
ti
ti
fi
tt
tt
G̅
tt
fi
R̅
ti
fi
M̅
ti
ti
M̅
G̅
tt
ti
tt
tt
ti
ti
tt
R̅
ti
ti
tti
fi
ti
ti
ti
fl
ti
GRAFICO: LA CURVA IS
Ricaviamo la curva IS u lizzando la curva della domanda aggregata.
1. Dato un tasso di interesse (i1), Tracciamo la funzione della domanda aggregata in cui l’interce a è uguale ad Ā – bi1 e il livello di
equilibrio del reddito è pari ad Y1, in corrispondenza del punto E1.
2. Rappresen amo la coppia di valori (i1, Y1) nel gra co inferiore, individuando così un punto E1 sulla curva IS, ovvero una combinazione
di tasso di interesse e reddito in corrispondenza della quale il mercato dei beni è in equilibrio.
3. Supponiamo ora che ci sia un tasso di interesse più basso, pari a i2. Vi sarà dunque uno spostamento verso l’alto della curva di
domanda aggregata in quanto l’interce a Ā – bi2 è maggiore (spesa per inves men aumenta al diminuire del tasso di interesse).
Il nuovo punto di equilibrio sarà E2, a cui corrisponde un livello di reddito pari a Y2.
4. Riportando il punto E2 nel gra co so ostante, o eniamo un nuovo punto della IS.
Possiamo ripetere questa operazione per tu i possibili valori di i e o enere tu pun che generano la curva IS.
In cui le variabili sono Y ed i.
- La curva IS ha pendenza nega va (riduzione del tasso di interesse = incremento della domanda aggregata)
𝐂̅
𝐂̅
fi
fi
ffi
fi
ti
fi
ti
ti
fi
ti
tt
fi
fi
ti
ti
tt
ti
tt
fi
tt
tti
ti
G̅
tt
fi
ti
tt
ti
ti
t
ti
ti
ti
ti
ti
tt
ti
fi
ti
tt
tt
ti
fi
ti
tti
ti
G̅
ti
tt
ti
ti
ti
tt
fi
tt
fi
tti
ff
ti
t
ti
ti
tt
ti
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ff
ti
ti
fl
ti
ti
ff
ti
ti
ti
ff
ti
ti
ti
▪ La CURVA DI EQUILIBRIO DEL MERCATO DI BENI (CURVA IS) MOSTRA TUTTE LE COMBINAZIONI FRA TASSO DI INTERESSE (I) E LIVELLO DI
PRODUZIONE (Y) PER LE QUALI IL MERCATO DEI BENI È IN EQUILIBRIO (D = O e S = I). Al variare del tasso di interesse cambia il livello di equilibrio del
reddito. Variazione del tasso di interesse: ∆I = b (∆i) [in cui ∆i = i2 – i1]
• PENDENZA DELLA CURVA IS
La curva IS ha pendenza nega va perché un tasso di interesse più elevato provoca una diminuzione della spesa per inves men ,
riducendo dunque la domanda aggregata e quindi il livello di equilibrio del reddito.
Il coe ciente angolare della curva dipende da:
- mol plicatore αG;
- coe ciente comportamentale b.
MINORE È LA SENSIBILITÀ DELLA SPESA PER INVESTIMENTI AL TASSO DI INTERESSE (B) E MINORE È IL MOLTIPLICATORE (ΑG), MAGGIORE
RISULTA LA PENDENZA DELLA CURVA IS.
A. PENDENZA DI IS IN BASE AL MOLTIPLICATORE
B. PENDENZA DI IS IN BASE A b
[Se il coe ciente b aumenta (alta sensibilità degli inves men al tasso di interesse), gli inves men
aumentano, spostamento verso l’alto la curva della domanda aggregata; tale spostamento coincide con un
cambiamento del reddito di grande en tà.]
[se b ha un valore basso, ossia la spesa per inves men non è molto sensibile al tasso di interesse, La curva
IS sarà più ripida. Al limite, se B=0, la curva IS diventa ver cale.]
Un cambiamento del livello della spesa autonoma (Ā) determina uno spostamento IN PARALLELO
dell’intera curva IS.
fi
fi
fi
ti
tti
ffi
ffi
ti
ffi
tt
tt
ti
ti
tt
fi
ti
fi
fi
fi
fi
ti
ti
tt
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
ti
• I PUNTI DI DISEQUILIBRIO
Dal momento che tu i pun della IS sono pun di equilibrio, i pun al di fuori di questa saranno pun di disequilibrio.
Per stabilire il po di disequilibrio di tali pun , bisogna riportarli nel gra co della domanda aggregata:
▫ in E: Y = AD e S = I
▫ a destra di E vi è un disequilibrio per eccesso di domanda: D > O e I > S
▪ Per riportare il punto A nel gra co in alto, vediamo le sue coordinate (Y0; i1), dunque lo
riporteremo nel gra co della AD in corrispondenza di Y0, sulla AD’ (i1)
▪ Per riportare il punto B nel gra co in alto, allo stesso modo, vediamo le sue coordinate
(Y1; i0), dunque lo ripor amo nel gra co della AD in corrispondenza di Y1, sulla AD (i0).
fi
ti
ti
fi
ti
ti
ti
tti
fi
fi
fi
ti
fi
ti
fi
ti
ff
ti
tt
fi
ti
ti
ti
tti
tt
tt
tti
ti
ti
tt
ti
tt
ti
fi
ffi
ti
tt
tt
ti
ti
tti
tt
ti
tt
ti
ti
tti
ti
ti
tt
fl
ti
ti
tt
ti
tt
fi
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt
tt
ti
ti
tt
tti
ti
tt
ff
fl
ti
ti
𝑳̅
tt
ff
ti
tti
tti
ti
ff
tt
fi
fi
tt
tt
tt
tt
ti
ti
ti
ti
ti
ff
tt
ti
tt
tti
ti
ti
fi
ti
fl
ff
tti
L = kY + – hi [in cui k: sensibilità di L al reddito; : moneta liquida se l’interesse fosse pari a 0; h: sensibilità della L al tasso di interesse]
Vi è una relazione inversa fra L e il tasso di interesse: ↑i = ↓moneta liquida.
IL MERCATO MONETARIO
Il conce o di mercato monetario è stato introdo o da Keyness.
▪ Al giorno d’oggi, solo di esclusivamente la Banca Centrale può fare poli ca monetaria, ovvero controlla la quan tà di moneta in circolazione.
La BC può modi care la quan tà moneta in circolazione solo indire amente, aumentandola o diminuendola a raverso tre strumen :
1. Tasso u ciale di sconto (TUS)
È il tasso con cui le banche chiedono pres alla banca centrale quando hanno problemi di liquidità.
Se la banca centrale aumenta il TUS rende più oneroso per le banche nanziare le imprese, e frena il pres to di soldi.
Aumentando il TUS quindi, la BC indire amente diminuisce la quan tà di moneta in circolazione, e viceversa.
[↑ TUS = ↓ moneta in circolazione]
2. Operazioni di mercato aperto
La Banca centrale può modi care indire amente la quan tà di moneta in circolazione acquistando o vendendo toli sul mercato.
3. Coe ciente di riserva obbligatoria.
Nel 1936 è stata introdo a una legge per la tutela dei risparmiatori per evitare la “corsa agli sportelli” (quando una banca è visibilmente in
di coltà, i clien tendono a ri rare i propri soldi), per cui una percentuale dei soldi raccol dalle banche deve essere mantenuta.
H = CV + R [in cui H: moneta che ha in mano la banca; CV: moneta liquida; R: riserve]
Le riserve R sono una componente dei deposi D.
R = re x D [in cui re: coe ciente di riserva nei deposi ]
Le riserve sono funzione di:
- tasso di interesse: ↑i = ↓R
- coe ciente di riserva obbligatoria
- tasso u ciale di sconto: ↑TUS = ↑R
- tasso di incertezza (σ): ↑σ = ↑R
• IL MOLTIPLICATORE DELLA MONETA (mm)
1. Sappiamo che M = CV + D
CV
2. Se circolante (c) = , quindi CV = c x D
D
3. Per sapere quanto dei deposi è in forma liquida, sos tuiamo CV:
M = cD + D
M = (c + 1) D
4. Dal momento che H = CV + R e R = re x D:
H = cD + reD
H = (c + re) D
5. Me amo in relazione M e H:
M (c + 1) D
=
H ( c + re)D
6. Sempli chiamo le D e o eniamo:
M 1+c
=
H c + re
M = mm H
1+c
è il MOLTIPLICATORE DELLA MONETA (mm) [è in relazione inversa al coe ciente di riserva: ↑re = ↓mm]
c + re
CV 0.3 1 + c 1.43
[es CALCOLO DEL MOLTIPLICATORE. sapendo che CV=3%; D=70%; re=10%, calcoliamo C= = = 0,43. Possiamo ora calcolare mm= = =
D 0.7 c + re 0.53
2.70]
• EQUILIBRIO DEL MERCATO MONETARIO
Il mercato monetario si trova in EQUILIBRIO quando l’o erta di moneta eguaglia la domanda di moneta:
M ̅
▫ OFFERTA DI MONETA: [in cui: : quan tà di moneta; : livello dei prezzi];
P ̅
▫ DOMANDA DI MONETA (L): kY–hi [in cui k: sensibilità di L al reddito; h: sensibilità della L ad i]
M ̅
EQUILIBRIO: = kY – hi (dipende dalle due variabili i e Y)
P ̅
1 M ̅
Possiamo ricavare: i = (kY – )
h P ̅
ffi
tti
ffi
ffi
fi
ffi
tt
ffi
𝑳̅
fi
ti
tt
tt
ffi
fi
ti
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
𝐌̅
tt
ti
ti
ti
ff
𝑳̅
ti
𝐏̅
tt
ti
fi
ti
ffi
ti
ti
tt
ti
ti
ti
ti
ff
ff
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
tt
ti
tt
fi
fi
ti
ti
fi
ti
fi
ti
ff
ff
ti
fi
ti
fi
tt
ff
ti
fi
tt
ti
tt
ti
ti
ffi
ff
fi
tt
tt
ti
ti
ff
ti
tt
ti
ffi
ffi
ti
ti
ff
ti
ffi
tt
tt
ffi
▪ Il livello di equilibrio del reddito e del tasso di interesse cambia allo spostarsi della curva IS o della
curva LM.
[es. Un aumento della spesa autonoma causa lo spostamento verso destra della curva IS, che si traduce in un incremento del livello del reddito e del
tasso di interesse ad un punto di equilibrio più alto.
NB: L’aumento della spesa autonoma tende a far salire il livello del reddito, ma un reddito più elevato determina una maggiore domanda di moneta;
poiché l’o erta di moneta è costante, il tasso di interesse deve aumentare per garan re che la domanda di moneta rimanga uguale all’o erta. Quando
il tasso di interesse aumenta, la spesa per inves men si contrae, dal momento che l’inves mento è inversamente legato al tasso di interesse. Ne
consegue che la variazione del livello di equilibrio del reddito è minore dello spostamento in senso orizzontale della curva IS].
▪ Il mercato della moneta è il più rea vo (inves men del mercato reale impiegano più tempo in quanto vanno programma e si manifestano nel medio periodo).
▪ Le libere forze di mercato tra domanda e o erta di beni e tra domanda e o erta di moneta, considerando che il mercato monetario è più
rea vo, agiranno per convergere nel punto di equilibrio simultaneo
Il punto A è in disequilibrio nel mercato sia dei beni che monetario.
- Riportando A nel gra co del mercato monetario, abbiamo che il tasso di
interesse (i1) è maggiore di quello di equilibrio (i0), si ha dunque un
eccesso di o erta di moneta. Con i elevato, la colle vità vorrà acquistare
i toli, facendo aumentare il prezzo e diminuire il tasso di interesse,
convergendo nell’equilibrio.
- Riportando A nel gra co del mercato dei beni, questo si trova in
corrispondenza di un eccesso di o erta di beni, con un livello di reddito
Y1. A questo punto, la produzione dovrà diminuire per convergere verso
l’equilibrio. Nel fra empo, i è diminuito, provocando un incremento negli
inves men , i quali fanno aumentare il reddito e portano verso il punto
▪ Come a ermato precedentemente, le variabili del mercato monetario e di quello dei beni
sono le stesse: Y e i.
È dunque importante ragionare in un UNICO SCHEMA IS-LM, in quanto tu o ciò che succede in un mercato avrà ripercussioni nell’altro.
Es. se diminuisce il tasso di interesse i, gli inves men aumenteranno, aumenterà il reddito e questo avrà ripercussioni sul mercato monetario in
quanto aumenterà la domanda di moneta liquida, portando alla riduzione del prezzo dei toli e ad un incremento del tasso di interesse i.
↓i = ↑I = ↑Y = ↑L = ↓T = ↑i
ti
tti
tti
tti
tti
fi
tti
ti
ti
ff
ff
ff
ti
ti
ti
ti
tt
fi
fi
tt
ti
ff
ti
ti
tti
tti
ti
ti
ff
ff
ti
ti
ti
ti
ff
ffi
tti
tt
ti
ff
ti
ti
ti
ff
POLITICA MONETARIA
La poli ca monetaria può essere a uata solo dalla Banca Centrale Europea, mediante operazioni di mercato aperto.
CON UNA OPERAZIONE DI MERCATO APERTO LA BCE ACQUISTA TITOLI IN CAMBIO DI MONETA, AUMENTANDO LO STOCK MONETARIO, OPPURE
VENDE TITOLI IN CAMBIO DI LIQUIDITÀ CEDUTA DAGLI ACQUIRENTI DEI TITOLI, RIDUCENDO COSÌ L’OFFERTA DI MONETA.
▪ POLITICA MONETARIA ESPANSIVA (aumento dell’o erta di moneta): la BCE acquista i toli e imme e moneta in circolazione, in tal modo il
tasso d’interesse diminuisce, facendo aumentare gli inves men . Di risposta, aumenta il reddito, facendo aumentare anche i consumi.
Aumentando i consumi, aumenta la moneta in circolazione. A questo punto, i toli verranno vendu , e ne diminuirà il prezzo, facendo
aumentare il tasso di interesse e diminuire inves men e reddito.
M ̅
↑ = ↓i = ↑I = ↑Y = ↑C = ↑M = ↓T = ↑i = ↓I = ↓Y
P ̅ Gra co: POLITICA MONETARIA ESPANSIVA
- L’equilibrio iniziale (punto E), si trova sulla curva LM di partenza, a cui
corrisponde un’o erta reale di moneta pari a X.
- Supponendo che la banca centrale e e ua un acquisto sul mercato
M ̅
aperto, vi sarà un incremento della quan tà di moneta [da a
P ̅
M ̅
( )1]; di conseguenza, la curva si sposterà da LM a LM1; il nuovo
P ̅
equilibrio si troverà nel punto E1, a cui corrisponde un tasso di interesse più
basso e un reddito più elevato.
- Il livello di equilibrio del reddito sale perché l’operazione di acquisto sul
mercato aperto comporta una riduzione del tasso di interesse e, dunque,
un incremento della spesa per inves men , convergendo nel nuovo punto
▪ A raverso la poli ca monetaria non è stato raggiunto il reddito potenziale (Y), ma è stato incrementato il PIL nazionale, facendo tendere il
sistema economico verso la giusta direzione.
▪ Il MECCANISMO DI TRASMISSIONE è il processo a raverso il quale le variazioni della poli ca monetaria in uiscono sulla domanda aggregata.
(dal mercato monetario al mercato reale). Esso è cos tuito da due fasi fondamentali:
1. Un aumento della quan tà reale di moneta genera uno squilibrio di portafoglio; ciò signi ca che, per un dato livello del reddito, il pubblico
de ene una quan tà di moneta maggiore rispe o a quella desiderata. Di conseguenza, chi de ene il portafoglio cercherà di ridurre
l’ammontare di moneta posseduta mediante l’acquisto di altre a vità, cosicché i prezzi ai rendimen di queste ul me cambino (la
variazione dell’o erta di moneta modi ca i tassi di interesse);
2. La variazione dei tassi di interesse si ripercuote sulla domanda aggregata.
ti
tt
fi
ti
tt
ti
ti
ti
ti
fi
fi
ff
tti
tti
tti
ff
ti
ti
ti
tt
fl
ti
ti
tti
tt
ti
ti
ti
ti
tt
ti
fi
ti
ff
tt
tt
ti
ti
tt
fi
tt
tt
tt
ti
ti
tti
tti
tt
ti
ff
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tti
ti
ti
fi
ti
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
tti
fl
fi
ti
tt
ti
fl
tt
POLITICA FISCALE
Le variazioni della poli ca scale determinano uno spostamento della curva IS, che rappresenta l’equilibrio del mercato dei beni.
Ricordiamo che la curva IS ha pendenza nega va, perché è un abbassamento del tasso di interesse fa aumentare la spesa per inves men ,
accrescendo la domanda aggregata e il livello del prodo o in corrispondenza del quale il mercato dei beni è in equilibrio.
Y = C(Y) + I(i) + ( – T)
Questa poli ca può essere a uata dai singoli paesi membri dell’Europa, che devono però auto nanziare la spesa pubblica. In questo sono
vincola da relazioni internazionali importan con l’Europa in quanto gli accordi stabiliscono un rapporto de cit/Pil che non va sforato.
- La poli ca scale può consistere o in una diminuzione nelle tasse (↓T) o in un incremento della spesa pubblica (↑ ).
▪ POLITICA FISCALE ESPANSIVA (aumento della spesa pubblica): a tassi di interesse invaria , un livello più elevato di spesa pubblica accresce
l’ammontare della domanda aggregata; per poter soddisfare la maggiore domanda dei beni, il prodo o deve aumentare.
Si compone di due fasi (che nella realtà avvengono contemporaneamente):
1. Se la spesa pubblica aumenta, il reddito aumenta, i consumi aumentano, aumenta la quan tà di moneta di cui
abbiamo bisogno. (↑ = ↑Y = ↑C = ↑M)
Arriviamo al punto E1, in cui abbiamo raggiunto il reddito potenziale (Y) ma siamo in equilibrio solo nel mercato reale, e
non nel mercato della moneta, dove c’è un eccesso di domanda.
2. Dato l’aumento di moneta, venderemo i toli facendone diminuire il prezzo, il tasso di interesse aumenterà e gli
inves men diminuiranno con una riduzione del reddito. (= ↓T = ↑i = ↓I = ↓Y)
Il nuovo punto E2 è il punto di equilibrio simultaneo di due merca , ma NON abbiamo raggiunto Y potenziale.
- La parte di reddito perso si chiama EFFETTO SPIAZZAMENTO: è la perdita del reddito dovuta al fa o che,
avendo implementato il tasso di interesse, questo incremento ha frenato (spiazzato) gli inves men priva .
[Y↑ = C(Y) + I↓(i) + ↑]
- Questa poli ca è e cace in quanto, nonostante l’e e o spiazzamento, ha mosso il sistema verso l’equilibrio.
FINANZIAMENTO DELLA SPESA PUBBLICA
Abbiamo de o che una poli ca scale espansiva consiste in un aumento di , ma COME SI PUO’
FINANZIARE LA SPESA PUBBLICA?
Individuiamo tre sistemi di nanziamento della spesa pubblica:
A. TEORIA DI HAAVELMO: AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA INTERAMENTE FINANZIATA DALL’AUMENTO DELLE TASSE.
Haavelmo a erma che la spesa pubblica debba essere incrementata in modo neutrale, compensandola totalmente con l’aumento delle tasse. Facendo
poli ca scale in pareggio, l’incremento della spesa pubblica sarà uguale all’aumento del PIL.
1. Y=C+Ī+
2. Sos tuiamo C = + cY , e o eniamo Y = + cY + Ī +
3. Sapendo che il reddito disponibile è dato dal reddito meno le tasse (YD = Y – T), o eniamo:
Y= + c(Y – T) + Ī + = + cY – cT + Ī + ; Y – cY = – cT + Ī + ; Y(1 – c) = – cT + Ī +
1
4. Dato che e Ī non variano l’equazione, o eniamo: Y(1 – c) = – cT + ; Y = (– cT + )
1−c
5. Spesa pubblica deve essere totalmente compensata con l’aumento delle tasse: ∆ = ∆T
1 1
6. Sos tuendo, o eniamo che: ∆Y = (∆ – c∆ ); ∆Y = (1 – c) ∆
1−c 1−c
∆Y = ∆ e α = 1
MA: LIMITE: vale solo nel caso in cui il mol plicatore α = 1 (avviene solo in un caso (b=∞); di solito α≠1 per l’e e o spiazzamento)
▪ Le conseguenze dell’aumentare le tasse sono rappresentate nella CURVA DI LAFFER:
Ponendo sull’asse Y il ge to scale GF (entrate scali) e sull’asse X l’aliquota scale t:
1) Quando l’aliquota scale è bassa, aumentando t si ha un aumento del ge to scale.
2) Si arriva nel punto di massimo t* (massimo ge to scale che il paese può o enere applicando le tasse).
3) Aumentando ancora l’aliquota scale (t1), le imprese saranno demo vate ad operare per via della troppa pressione
scale, dunque l’a vità economica diminuirà e diminuiranno le entrate; inoltre si veri cherà evasione scale illecita
(non dichiarare) o lecita (sedi nei “paradisi scali” dove la pressione scale è bassa o nulla).
Dunque, riducendo l’aliquota scale si alleggerisce il carico sulle imprese e potrebbero anche aumentare le entrate scali.
B. AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA FINANZIATA ATTRAVERSO L’EMISSIONE DI MONETA LIQUIDA. (MA può farlo
solo BCE)
Gra co: G↑ = M↑
- L’aumento della spesa pubblica fa aumentare il reddito Y,
facendo traslare verso destra la IS (da IS a IS1).
ti
ff
G̅
ti
fi
tt
ti
tt
tti
fi
G̅
ffi
ti
tti
G̅
ti
ti
tt
fi
ff
fi
fi
fi
fi
ti
tt
tti
fi
ti
ti
tt
G̅
fi
G̅
tti
fi
ti
ti
ti
fi
G̅
G̅
ff
tt
tt
G̅
ti
ti
fi
G̅
tti
fi
tt
G̅
fi
tt
fi
G̅
G̅
ti
G̅
ti
fi
ti
fi
tt
ti
tt
fi
ti
fi
ff
tt
G̅
ti
ti
C. AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA FINANZIATA ATTRAVERSO L’EMISSIONE DEI TITOLI. (MA può farlo solo BCE)
- Quando b=0 la poli ca monetaria sarà NULLA in quanto il mol plicatore sarà uguale a 0.
α b M ̅ α 0 M ̅ M ̅
[ = = 0 x = 0]
h + αbk P ̅ h + αk0 P ̅ P ̅
M ̅
- Quando b=∞ la poli ca monetaria avrà MASSIMA EFFICACIA e il mol plicatore sarà uguale ad 1 [∆Y = ∆ ].
P ̅
Gra co: POLITICA MONETARIA CON b=∞
Dato che maggiore è b, più pia a è la IS, con b=∞, la IS sarà parallela all’asse X.
In questo modo, non si veri cherà l’e e o spiazzamento e la poli ca monetaria avrà la massima e cacia.
▫ VARIAZIONE DI h: una variazione di h comporta una variazione nella pendenza della LM.
1 Par amo da una situazione in cui l’equilibrio si trova in corrispondenza del punto E (Y0,i0), dato dall’intersezione tra IS e LM.
2 Con un aumento di h, la LM diventa più pia a, spostandosi in LM’.
3 Con una poli ca monetaria espansiva:
ffi
ti
fi
ti
ti
ti
ff
ti
ti
tt
tt
ti
ti
ti
fi
ffi
tt
ti
ff
tt
tt
tt
ti
ti
ffi
ti
ti
ffi
ffi
ffi
ti
fi
Dunque, possiamo a ermare che tanto più h è basso, tanto più è e cace la poli ca
monetaria; al contrario, la poli ca monetaria è tanto più ine cace quanto più h è alto.
Quindi, possiamo a ermare che quanto più è piccolo b, quanto maggiore sarà l’incremento del
reddito.
fi
ffi
ti
fi
ti
ti
ti
ti
ff
ti
ti
fi
tt
fi
ti
ti
ti
fi
ti
tt
ff
ti
ti
ff
ti
ti
fi
fi
fi
tt
ti
ff
ff
ffi
tt
tt
tt
ffi
ti
ff
tt
ff
ffi
tti
tt
ti
ti
ti
ffi
fi
fi
ffi
ti
ti
ffi
ffi
G̅
interesse non cambia al variare della spesa pubblica e, di conseguenza, non si hanno tagli alla spesa per inves men (gli e e del reddito sulla spesa non
vengono a enua ).
Il mol plicatore della poli ca scale è uguale a αG (massima e cacia).
ti
tt
ti
ti
fi
ffi
ti
ti
ff
tti
IL MERCATO INTERNAZIONALE
Fino ad ora abbiamo lavorato in un sistema chiuso ma al giorno d’oggi è fondamentale parlare di MERCATO INTERNAZIONALE.
Le economie dei vari Paesi, infa , sono sempre più interconnesse per via della globalizzazione e si sta andando sempre più verso un unico
sistema economico globale.
Ogni economia aperta è legata al resto del mondo a raverso due modalità di relazioni:
1. Il COMMERCIO INTERNAZIONALE DI BENI E SERVIZI: parte della produzione di un paese viene esportata in altri paesi e, allo stesso tempo,
parte dei beni consuma o inves in patria è prodo a all’estero e viene importata.
Di conseguenza, il modello di base IS-LM per la determinazione del reddito deve essere corre o in modo da inserirvi anche gli e e del
commercio internazionale.
Inoltre, i prezzi dei beni prodo in un paese rispe o a quelli dei paesi concorren hanno un impa o dire o su domanda, prodo o e
occupazione: un calo dei prezzi in valuta locale pra ca dai produ ori stranieri, rispe o a quelli pra ca dalle imprese nazionali, sposta la domanda dei
prodo nazionali ai beni di produzione estera; ne consegue che nel paese le importazioni aumentano, mentre le esportazioni calano.
2. La FINANZA: possono veri carsi a ussi di capitale da paesi stranieri alla patria o, al contrario, dei de ussi di capitale.
fi
tti
ti
ti
tti
ti
tt
tt
fl
ti
ti
ti
ti
fi
tt
tti
fi
tti
ti
ti
ffl
ti
tti
M̅
fl
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt
tt
ffl
ti
fl
fi
tt
tti
tt
ti
fi
tti
fl
ti
tt
ti
fi
ti
ti
fi
ti
ti
ti
tt
ti
ti
tt
fl
ti
fl
tt
ti
ffi
tti
ti
ff
tt
ti
tti
IL TASSO DI CAMBIO
[Come a ermato precedentemente, il tasso di cambio è una delle determinan del conto corrente].
Il TASSO DI CAMBIO (E) INDICA LA QUANTITÀ DI VALUTA ESTERA CHE OCCORRE PER ACQUISTARE UNA UNITÀ DI VALUTA INTERNA.
Il sistema del tasso di cambio può essere:
▫ FISSO: IL TASSO DI CAMBIO TRA LE VALUTE VIENE FISSATO SULLA BASE DI VALORI PRESTABILITI.
Senza dubbio, questo sistema comporta dei grandi vantaggi nel commercio internazionale (è facilitato), ma presenta dei grandi svantaggi:
▪ stabilendo un tasso di cambio sso, ogni giorno i Paesi devono pareggiare eventuali eccessi di domanda ed o erta
con interven di sterilizzazione (operazioni con cui la banca centrale modi ca la quan tà di moneta presente nel sistema,
vendendo o comprando toli pubblici, al ne di neutralizzare gli e e genera da squilibri nella bilancia dei pagamen ). Infa ,
non sempre in economia ci si trova in situazione di equilibrio (domanda = o erta). Nel mercato, quando non c’è equilibrio tra
domanda e o erta, è il prezzo che, variando, lo ristabilisce, MA in questo caso il prezzo è mantenuto sso, dunque è necessario
variare domanda ed o erta contemporaneamente.
▪ comporta una perdita di autonomia nella poli ca monetaria da parte del Paese
[Es. Nel caso in cui in un paese (es. Italia) vi fosse disoccupazione e nell’altro (es. America) vi fosse un de cit; L’Italia dovrebbe
a uare una poli ca monetaria espansiva (aumentando la moneta in circolazione) per colmare la disoccupazione raggiungere un equilibrio interno; e
allo stesso tempo dovrebbe ridurre la moneta in circolazione per la convenzione internazionale in quanto l’America, essendo in de cit (esportazioni <
importazioni) necessita di una maggiore quan tà di dollari]
TERMINOLOGIA: in un sistema di tassi di cambio ssi, si parla di:
- RIVALUTAZIONE: Aumento del valore della moneta interna rispe o alle monete di altri paesi;
- SVALUTAZIONE: Diminuzione del valore della moneta interna rispe o alle monete di altri paesi;
▫ FLESSIBILE: IL TASSO DI CAMBIO FLUTTUA GIORNALMENTE IN BASE ALLE SPINTE DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA.
Questo sistema comporta un vantaggio per le banche centrali, che non devono intervenire nei cambi, ma uno svantaggio per le imprese
che devono cercare di non essere troppo sogge e alle oscillazioni del tasso di cambio.
TERMINOLOGIA: in un sistema di tassi di cambio essibili, si parla di:
- APPREZZAMENTO: Aumento del valore della moneta interna rispe o alle monete di altri paesi;
- DEPREZZAMENTO: Diminuzione del valore della moneta interna rispe o alle monete di altri paesi;
▪ Il tasso di cambio incide sulla compe vità dei beni: l’homo economicus, tra due succedanei, acquista quello con il prezzo minore, e il tasso
di cambio può in uenzare il prezzo di un determinato bene in un determinato Paese.
[es. Partendo da una situazione in cui FIAT PUNTO: 10.000€ e FORD FIESTA: 10.000 $, Con E€/$ = 1.50, si arriverà una situazione in cui FIAT: 15.000$ e FORD:
10.000$. Dunque, la Ford è diventata più compe va in America.]
Le forze di mercato impediscono che il tasso di cambio si allontani troppo dalla parità dei poteri di acquisto (teoria in base alla quale il tasso di
cambio tra due valute pas cca il prezzo di un bene in un paese sia uguale al prezzo dello stesso bene in un altro paese).
▪ In un’o ca di numero di paesi, e più u lizzato il regime a tassi di cambio ssi; ma in un’o ca di volume del commercio internazionale, il 70%
u lizza un regime a tassi essibili.
tt
ti
ff
tti
ff
ti
ti
fl
ff
ti
fl
ti
fi
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tt
fi
fl
ff
tti
ff
fi
tt
ti
ti
tt
tt
tt
fi
ti
fi
tti
fi
ti
ff
tti
fi
L’EQUILIBRIO
La SITUAZIONE OTTIMALE È DATA DA UNA COMBINAZIONE DI Y E I CHE RENDE
IN EQUILIBRIO SIMULTANEAMENTE TUTTI E TRE I MERCATI
Sapendo che:
a. La FUNZIONE IS (equilibrio del mercato dei beni) è
Y = α (Ā – bi);
b. La FUNZIONE LM (equilibrio del mercato monetario) è
M ̅
kY – hi = ;
P ̅
c. La FUNZIONE BP (equilibrio della bilancia dei pagamen ) è
NX(Y) + K(i) = 0
SITUAZIONI DI DISEQUILIBRIO
Per arrivare alla combinazione o male è inevitabile passare da condizioni di disequilibrio.
I due OBIETTIVI DELLA POLITICA ECONOMICA sono:
1) Obie vo interno: raggiungere il reddito potenziale Y
- a destra di Y: in azione (sovraoccupazione e sovrapproduzione);
- a sinistra di Y: disoccupazione.
2) Obie vo esterno: PAREGGIO DELLA BP
- al di so o della BP: de cit;
- al di sopra della BP: surplus.
[Nella combinazione o male, entrambi gli obie vi sono soddisfa e l’intersezione tra IS e LM coincide con il punto E
(Intersezione tra reddito potenziale Y e ed equilibrio della bilancia dei pagamen BP=0)].
Analizziamo ora le SITUAZIONI DI DISEQUILIBRIO nei vari quadran ed i METODI DI RISOLUZIONE:
o I QUADRANTE: Disoccupazione e surplus della BP.
È possibile risolvere questo disequilibrio con una poli ca monetaria e scale espansiva, convergendo verso E.
(+) Con una variazione del tasso di cambio, rendendo meno compe vi i beni e i toli del Paese,
si faciliterebbe e velocizzerebbe la risoluzione di questa situazione di sovreccitazione.
tt
tt
tt
tt
tt
tt
fi
fi
fi
tti
tti
tti
tti
tti
tt
fl
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
tti
tti
fl
fl
tti
fi
fi
fi
fi
tti
tti
tti
fi
tti
tti
ti
ti
ti
ti
tti
t
ti
ti
fi
fi
ti
ti
tti
ti
fi
tti
Per risolvere questa situazione dilemma ca, Mundell propose di risolvere un obie vo per volta:
1. So ermandoci sull’obie vo esterno, abbiamo visto che questo può essere risolto sia con una poli ca monetaria restri va che con
una poli ca scale restri va (gra co 1).
Delle due poli che, ci allontana meno dal raggiungimento dell’obie vo interno la poli ca monetaria restri va (ΔY1>ΔY2).
2. Ora, so ermandoci sull’obie vo interno, questo può essere risolto sia con una poli ca monetaria che scale espansive.
Delle due poli che, ci allontana meno dal raggiungimento dell’obie vo esterno la poli ca scale espansiva.
tt
tt
ff
tt
tt
tt
tt
fi
fi
fi
tti
ff
ti
tti
fi
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
ti
tti
tti
fi
fi
fi
tti
tti
tti
tti
tti
tti
fi
tti
fi
ti
ti
ffi
ti
ti
tti
tti
tti
tti
ffi
ti
ti
tti
tti
tti
ti
ti
ti
ti
fi
ti
fi
fi
ti
fi
tti
tti
tti
tti
tt
MODELLO DI MUNDELL-FLEMING
Il MODELLO DI MUNDELL-FLAMING estende il modello IS-LM standard all’economia aperta in condizioni di perfe a mobilità dei capitali.
Con PERFETTA MOBILITA’ DI CAPITALI si intende la in nita rea vità dei merca , in cui il tasso di interesse interno coincide con quello del resto
del mondo (i = i*) e la BP è orizzontale.
Applichiamo il modello in due casi:
A. PERFETTA MOBILITA’ DI CAPITALI IN REGIME DI TASSI DI CAMBIO FISSI
In regime di tassi di cambio ssi e perfe a mobilità dei capitali, un paese non può perseguire una poli ca monetaria indipendente: i tassi
di interesse non possono allontanarsi dal livello prevalente sul mercato mondiale e qualsiasi tenta vo di condurre una poli ca monetaria
indipendente determina ussi di capitali e la necessità di intervento da parte delle autorità monetarie, no a quando i tassi di interesse
non sono nuovamente in linea con quelli del mercato mondiale.
Dunque, nel contesto in esame, la poli ca monetaria è sostanzialmente ine cace, mentre la poli ca scale risulta estremamente valida:
• POLITICA FISCALE
• POLITICA MONETARIA
• POLITICA MONETARIA
ti
ti
ti
ti
ti
tt
tt
ff
fi
fi
fl
fi
ti
tt
tti
tti
fl
fi
ti
ti
fi
fi
fl
fl
ti
tt
ti
ffl
ti
ffi
ff
ff
fi
tti
ti
tti
ti
ti
ti
tt
ti
ffi
ti
ti
tt
ti
ti
fi
ti
fi
tt
ti
ff
ti
ti
fi
tti
tt
tt
ti
fl
tt
tti
ti
ti
ff
ti
ti
ti
fi
tt
ti
fi
tt
tt
fi
tt
tt
fi
tt
ti
ff
t
ti
tt
ti
t
● In microeconomia abbiamo inoltre visto che si raggiunge la MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO (con il metodo marginalis co) nel
momento in cui il ricavo marginale eguaglia il costo marginale.
πMAX = Rma = Cma
a.Il ricavo marginale (Rma) è dato dal prodo o tra la produ vità marginale e il prezzo (considerato
costante):
Rma = Pma x P
Gra co: IL RICAVO MARGINALE
La curva del ricavo marginale coincide con quella della produ vità marginale del lavoro e, ad una variazione del prezzo,
l’intera curva si sposta verso destra o sinistra.
b.Il costo marginale (Cma) indica di quanto incrementa il costo del lavoro per ogni aumento
unitario di lavoratori (costo della produzione di un lavoratore).
Il costo marginale della produzione è uguale al salario (W):
Cma = W
fi
fi
fi
fi
ti
tti
ff
tt
ff
ffi
tt
ti
tti
tt
tt
tti
tti
ff
tt
ti
ti
ti
ti
ff
ti
fi
fi
fi
tti
fl
tt
tti
fi
ff
tti
tt
ti
fl
ff
ff
ti
tti
ff
tt
tt
ff
ti
ti
ff
ti
ff
ti
ti
ti
fi
fl
tt
ti
fi
tt
tti
ti
ti
t
fi
tt
tti
tt
fl
tt
ti
tt
tti
tti
ti
ff
ti
ti
tt
● la CURVA DI PHILLIPS
NB: PERCHE’ IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE DEL MERCATO KEYNESIANO È PIU’ ALTO DI QUELLO DEL MERCATO NEOCLASSICO?
PHILLIPS
Nel ‘92 la lirastudiò l’andamento
si è svalutata del 30%del mercato
rispe del lavoro
o alle monete in Inghilterra
estere. per 100
(Come abbiamo anni.
precedentemente de o,
Al termine
quando dei suoi
una moneta studi, arrivò
si deprezza le mercia due conclusioni
di quel fondamentali:
paese e diventano più compe ve). Cosa è successo nei
1. anniVisuccessivi
due è una relazione inversa della
alla svalutazione (un TRADE
lira? OFF) tra il tasso di disoccupazione (U) e il tasso di
Le merciinitaliane
azione sono diventate
salariale di colpo più compe ve di quelle degli altri paesi, la bilancia dei
(gW).
pagamen Infaitaliana è migliorata passando
, all’aumentare del tassoindiun in anno e mezzo
azione da undiminuisce
salariale, de cit di -70ilmila miliardi
tasso di di lire a un
surplus disoccupazione,
di +70 mila miliardi, e la produzione è aumentata, le esportazioni sono aumentate MA il tasso di
viceversa.
disoccupazione non è migliorato. PERCHÉ? PER LA RIGIDITÀ DEL MERCATO DEL LAVORO.
2. La velocità di variazione dei salari è di erenziata.
Infa , gli imprenditori Europei sono liberi di assumere lavoratori ma non di licenziarli, mo vo per cui per
Infa , quando il tasso di disoccupazione è basso, i salari decrescono velocemente;
mentre quando il tasso di disoccupazione è alto, i salari decrescono lentamente [i
salari sono VISCOSI].
▪ Il TASSO DI INFLAZIONE SALARIALE (gW) può essere determinato in due modi:
W − W − 1
a. gW = [in cui W: salario corrente; W-1: salario del periodo precedente]
W−1
b. gW = – ε (U – Ū) [in cui U: tasso di disoccupazione e e vo; Ū: tasso di disoccupazione di pieno impiego o NAIRU]
Dunque, me endo in relazione le due formule, o eniamo che:
W − W − 1
= – ε (U – Ū) ;
W−1
W – W – 1 = – W – 1 ε (U – Ū) ; W = W – 1 – W – 1 ε (U – Ū);
W = W – 1 [1 – ε (U – Ū)] = EQUAZIONE DELLA CURVA DI PHILLIPS
L’equazione a erma che il salario corrente è uguale al salario del periodo precedente mol plicato per lo scostamento della disoccupazione
rispe o al tasso di disoccupazione di pieno impiego. Dunque:
▫ se U = Ū, allora W = W - 1 [in azione salariale = 0].
▫ se U > Ū, allora W < W – 1
▫ se U < Ū, allora W > W – 1
Abbiamo così o enuto la relazione salario-disoccupazione, da cui deriviamo la relazione salario-occupazione.
1. Sapendo che:
LF − N
U= [in cui N: occupazione e e va] (tasso di disoccupazione e e vo = lavoratori potenziali – lavoratori e e vi)
LF
LF − Ñ
Ū= [in cui LF: numero di tu i lavoratori; Ñ: TASSO DI OCCUPAZIONE DI PIENO IMPIEGO]
LF
[NB: Nel caso in cui tu lavoratori del paese stessero lavorando, si avrebbe comunque Ñ≠LF, in quanto, nel mercato del lavoro,
dobbiamo dis nguere tre categorie: occupa , inoccupa (coloro che non lavorano e non cercano lavoro) e disoccupa (coloro che
cercano lavoro). Un inoccupato può diventare un disoccupato se, in un momento di boom economico, inizia a cercare un lavoro].
2. Sos tuendo U e Ū nella equazione della curva di Phillips o eniamo:
LF − N LF − Ñ
W = W – 1 [1 – ε ( – )]
LF LF
LF − N − LF + Ñ −N + Ñ
W = W – 1 [1 – ε ( )]; W = W – 1 [1 – ε ( )];
LF LF
N − Ñ
W = W – 1 [1 – ε ( )] = RELAZIONE SALARIO-OCCUPAZIONE.
LF
Dunque, IL SALARIO CORRENTE DIPENDE DAL SALARIO PRECEDENTE E DAL VUOTO OCCUPAZIONALE (occ.
e e va – occ. di pieno impiego).
NB: Prendendo un punto E1 (tasso di disoccupazione (N1) e livello di salario (W1) più
bassi), la WN traslerebbe verso destra in WN1 e si tornerebbe in Ñ
[↓W = ↓Prezzi = ↑Y (produzione) = ↑N]
ff
fl
fi
tti
ti
tti
tti
tti
tt
ti
ti
ti
tt
tt
ff
ti
tt
ti
tti
fl
fl
tt
ff
tti
ff
tti
tt
t
ti
ti
ff
tti
tt
fi
ti
ff
ti
tti
ti
ti
tt
ff
tti
( LF )
(1 + Z)W – 1 [1 – ε N − Ñ ]
P=
a
2) Dall’equazione di P, ricaviamo che:
(1 + Z) (W − 1)
P–1=
a
( LF )
N − Ñ
P = P – 1 [1 + ε ]
3) Secondo la LEGGE DI OKUN, nel lungo periodo vi è perfe a coincidenza fra occupazione di pieno impiego e produzione (N = Y):
( YF )
N − Ñ
P = P – 1 [1 + ε ] [in cui YF = produzione totale di un paese u lizzando lavoro e capitale al 100%]
4) Ponendo λ = ε / YF:
P = P – 1 [1 + λ (Y – Ŷ) = EQUAZIONE DELL’OFFERTA AGGREGATA
L’EQUAZIONE DELL’OFFERTA AGGREGATA indica che I PREZZI, RISPETTO AL PERIODO PRECEDENTE, AUMENTANO IN BASE A QUANTO
AUMENTA LA PRODUZIONE EFFETTIVA RISPETTO ALLA PRODUZIONE POTENZIALE:
a. Se la produzione e e va è uguale alla produzione potenziale, il prezzo a uale sarà
uguale al prezzo del periodo precedente.
Y = Ŷ -> P = P – 1
b. Se la produzione e e va è maggiore della produzione potenziale, il prezzo a uale
sarà maggiore del prezzo del periodo precedente.
Y > Ŷ-> P > P – 1
c. Se la produzione e e va è minore della produzione potenziale, il prezzo a uale
sarà minore del prezzo del periodo precedente.
Y < Ŷ-> P < P – 1
IL SISTEMA IS - AS
QUINDI, AVENDO OTTENUTO LE FUNZIONI DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA
AGGREGATA, RICAVIAMO IL SISTEMA IS-AS:
Gra co: SISTEMA IS-AS
M ̅
La AD è decrescente in quanto ↑ = ↓Y (in realtà è un’iperbole) e subisce
P ̅
spostamen verso dx o sx in base alle poli che monetarie e scali.
La AS è crescente in quanto ↑Y = ↑P
E è il punto di incontro di Y potenziale e il Prezzo uguale a quello
ti
fi
fi
tt
tti
ti
ti
ff
ff
ff
tti
tti
tti
ti
tt
fi
tt
ti
ti
ti
tt
tt
tt
tti
ti
ti
ti
tti
ff
tt
tti
ff
ff
ti
tt
ti
fi
ff
tt
ff
G̅
ti
fi
ti
ti
fi
ff
ti
ff
ti
ti
ti
ti
tt
fi
ti
tt
fi
ti
tt
fl
ti
ti
fl
ti
fi
ti
ti
ti
fi
ti
tt
ff
fi
tt
ti
tt
tti
ff
t
ff
fi
tti