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LEZIONE 06 - 08 COLLEGAMENTI ALBERO MOZZO E MOLLE

Quindi, nella lezione di oggi, vedremo l’ultimo esempio di collegamento albero mozzo che
considereremo quest'anno, vi abbono i collegamenti per serraggio e quindi vedremo solo il
collegamento per forzamento albero mozzo. Poi vedremo nella seconda parte della lezione
le molle rapidamente. Quindi un collegamento forzato albero mozzo è il collegamento più
semplice che voi possiate immaginare, perché alla fine voi basate il collegamento
semplicemente sull’interferenza che nasce tra albero e mozzo, quindi non avete bisogno di
realizzare delle lavorazioni particolari né sulla superficie dell'albero,né su quella del mozzo.
L'unica cosa dovete stabilire le tolleranze appropriate per realizzare l'interferenza, richiesta
che serve a garantire la trasmissione della della coppia. Diciamo che da un punto di vista
geometrico se questo è il nostro albero e questo è il mozzo e io lo rappresento pieno perché
diciamo non ci interessa capire come è fatto questo mozzo, il collegamento si rappresenta
semplicemente in questa maniera. È un collegamento molto efficiente nel senso che
diciamo trasmettete tranquillamente coppia anche molto grandi, però c'è un piccolo
problema. Il montaggio a interferenza può essere complicato, perché l'interferenza
necessaria per controllare il collegamento, appunto, può essere anche molto forte. Come si
fa a montare con interferenza. Il discorso è che il diametro del foro sul mozzo è ovviamente
inferiore al diametro esterno dell'albero, quindi per realizzare questo montaggio dovete
applicare di carichi che possono essere anche molto intensi, in genere questo viene fatto
alla pressa ad una presa idraulica, però anche questo in molti casi non basta. E allora, in
questi casi che si fa?Si ricorre alle deformazioni termiche. Il mozzo viene riscaldato in modo
da dilatarsi e l'albero eventualmente viene raffreddato, però ovviamente ci sono dei limiti alle
temperature che potete applicare. Cioè se voi riscaldate eccessivamente il mozzo, correte il
rischio di di provocare delle variazioni nella metallurgia del materiale. Oppure quando lo
andate a montare introducete delle deformazioni permanenti nel mozzo.L'altro grosso
problema è che è difficile da smontare in generale quando voi dovete smontare un
collegamento di questo tipo andrete a danneggiare le superfici. Dichiamo che è un tipo di
collegamento che voi realizzate, quando prevedete di non smontare mai questo
collegamento nel corso della vita della dell'albero. Diciamo genericamente, nel corso di
disegno voi avete stabilito che a seconda della posizione delle zone di tolleranza rispetto alla
linea dello zero si avrà una interferenza quando la zona di tolleranza del foro si troverà ad
esempio in questa zona, mentre la zona di tolleranza dell'albero sarà ad esempio questa
quindi tipo, se utilizzate un sistema albero base, questa sarà una zona di tolleranza h7
potrebbe essere una zona di tolleranza N 8 P 8.Ora, in maniera tale, quindi, che l'albero ha
una dimensione massima pari ad H 7, la dimensione minima del foro, invece, è al di sotto di
quello e quindi realizzato un'interferenza. Ora la domanda è, ma quanto grande deve essere
questa interferenza i per assicurare la trasmissione del momento, torcente? Perché
chiaramente più grande la coppia che voi pensate di applicare al vostro albero più grande
deve essere l'interferenza perché l'interferenza, come scopriremo, sarà direttamente legata
alla pressione che il mozzo esercita sull'abero.Allora andiamo a studiare l'equilibrio del
Sistema. Se questo è il nostro albero a cui è applicata una certa coppia M con t per effetto
dell'interferenza, nascerà sulla superficie esterna dell'albero, una distribuzione radiale di
carico che indichiamo con p che ovviamente sarà legato all'interferenza. Per effetto
dell'attrito che nasce sulla superficie esterna a ogni carico di tipo in direzione radiale
corrisponderà un carico tangenziale per dove Mou è il coefficiente di attrito esistente tra le
superfici.Quindi possiamo andare a imporre l'equilibrio alla rotazione di questo sistema e
scriveremo che il momento torcente sarà uguale alla forza tangenziale risultante la forza
tangenziale risultante sarà mu per p per l'area su cui agisce l'area su cui agisce è la
superficie laterale del cilindro dell’albero in contatto con il mozzo. Quindi se indichiamo con l
la lunghezza assiale, questa lunghezza assiale l'area della superficie laterale sarà pi greco
D per L e questa, diciamo, è la forza tangenziale risultante. Dopodiché, questa forza
tangenziale risultante agisce rispetto al centro dell'albero, con un braccio che vale d mezzi e
quindi otteniamo questa espressione ora.Quando noi progettiamo un collegamento di questo
tipo che deve trasmettere una certa coppia di progetto MT ovviamente, ci teniamo un pò
larghi, nel senso che dobbiamo prevedere la presenza di possibili sovraccarichi, cioè che in
qualche istante la coppia possa superare quella di progetto, quindi in genere questa coppia
e M con T T, se la chiamiamo coppia di Progetto va invece amplificata di un coefficiente che
vale 1,2 1,3 cioè incrementiamo del 20 30% 100, la coppia di progetto che ci deve garantire
il collegamento perché dobbiamo essere certi di evitare slittamenti tra il mozzo e l'albero che
chiaramente danneggerebbero questi due elementi a contatto. Se noi in questa espressione
fissiamo il valore di mu, che in genere è quello tipico del contatto acciaio acciaio non
lubrificato in questo caso, le dimensioni le conosciamo, allora abbiamo due incognite, la
pressione P e la lunghezza l del collegamento che dobbiamo in qualche modo stabilire.
Normalmente la pressione P viene stabilita a priori. Perché? Perché le condizioni di
interferenza che possiamo realizzare non possono essere qualsiasi. Dobbiamo fare anche in
modo di non danneggiare gli organi collegati e quindi normalmente fissiamo le condizioni di
interferenza e quindi P e calcoliamo la lunghezza, l minima che deve avere il collegamento.
Quindi da questa relazione avremo che l minimo sarà uguale a 1,2 1,3 volte il momento
torcente fratto Mu per P per Pi greca d Quadro e poi c'è un 2 qua che moltiplica tutto.In
generale, per questo tipo di collegamento, il rapporto l su d si aggira attorno a 1,5.Nella
stragrande maggioranza dei casi questo è sufficiente ad assicurare il collegamento. Ora
vediamo però come scegliamo P. Per vedere come scegliamo p dobbiamo studiare lo stato
di sollecitazione che nasce in questi due elementi.Per studiare lo stato di sollecitazione in
questi due elementi dobbiamo ricorrere alla cosiddetta soluzione della teoria dei dischi
Rotanti che noi non studieremo è una delle poche soluzioni analitiche, oltre alla teoria della
trave del problema dell'elasticità. Noi adesso vedremo solo i risultati di questa teoria dei
dischi rotanti e la applicheremo al nostro caso. Allora la teoria dei dischi rotanti in pratica
studia lo stato di sollecitazione che nasce in un elemento, assial simmetrico, caratterizzato
da un raggio interno e un raggio esterno che è caricato in maniera assial simmetrica quindi
da carichi distribuiti da carichi fondamentalmente distribuiti radialmente. Quindi indichiamo
con Q con i, il carico di trazione, quindi un carico distribuito di trazione agente al raggio
interno, ovviamente su tutta la circonferenza interna, ma io ne ho disegnato solo un tratto
per ragioni di semplicità, ma deve essere un carico con una simmetria radiale, e facciamo la
convenzione che questo carico Q sia positivo se di trazione.Ovviamente nella stragrande
maggioranza dei casi questi carichi saranno pressioni di contatto, quindi le dovremmo
considerare con il segno meno, però ricaviamo la soluzione supponendo che questa Q sia
positiva. L'altro carico che possiamo applicare e un carico distribuito al raggio esterno e
chiameremo Q con considereremo positivo sempre se trazione. Allora sotto queste ipotesi
si dimostra che lo stato di tensione di un generico punto B che si trova a un raggio R, quindi,
in questo punto diipende unicamente da R, quindi significa che tutti i punti che si trovano allo
stesso raggio R si troveranno nello stesso identico stato tensionale.Inoltre, questo Stato
tensionale, se questo è l'elementino posto alla distanza, R è definito esclusivamente da due
tensioni di tipo normale che sono la tensione radiale e la tensione tangenziale. Quindi
SIGMA R SIGMA T saranno anche le tensioni principali dello Stato di sforzo.Le espressioni
di queste tensioni sono particolarmente semplici da ricordare. Sigma R ha un'espressione a
meno B su R quadro sigla T ha un'espressione a più B su R quadro dove a e B sono delle
costanti di integrazione.Noi conosciamo il valore della tensione radiale in corrispondenza del
raggio interno e del raggio esterno.Se supponiamo, ad esempio, che al raggio interno
abbiamo un carico distribuito pari a Q con i, noi dovremmo imporre che SIGMA R calcolato
al raggio interno sia proprio uguale a Q con i. E otteniamo una certa relazione, cioè a meno
B su R con I quadro uguale Q con I al raggio esterno, la tensione radiale coinciderà con q
con e , il carico che è applicato lì, quindi sostituendo questa relazione particolarizzata per il
raggio esterno otterremo queste due equazioni che ci consentiranno di determinare i valori
di a e di B, cioè le costanti di integrazione. Adesso non ci interessa trovare la soluzione
generale che si otterrebbe ricavando a e b di qua. Ci interessa però capire che cosa accade
al nostro albero e al nostro mozzo che obbediranno a questo tipo di soluzione.Allora
consideriamo prima di tutto il mozzo. Quindi sul nostro mozzo agirà unicamente il carico,
supponiamo solo di trazione, q con i al raggio interno, quindi in pratica si vede che il punto
più sollecitato si sarà proprio in corrispondenza del raggio interno e in pratica avremo uno
Stato tensionale fatto in questa maniera.Questo è l'andamento della tensione radiale,
mentre questo sarà l'andamento della tensione tangenziale.Quindi come vedete c'è un punto
di massimo dello stato tensionale proprio in corrispondenza del raggio interno. H riportato
queste due da lati opposti, perché la tensione radiale avrà lo stesso segno di Q con i, quindi
sarà positiva di trazione mentre la SIGMA tangenziale sarà di segno opposto, quindi
negativo. Se volete aggiungiamo qua un meno e qua un più per ricordarci di questa cosa,
quello della sezione interno al raggio interno, certo. Allora quanto vale questo punto di
massimo, quanto vale la tensione tangenziale, la tensione al raggio interno? Allora la
tensione radiale sarà proprio uguale a Q con i, del resto l'abbiamo imposto, è la condizione
che abbiamo imposto. a tensione tangenziale sarà meno Q con I che moltiplica R quadro più
RI quadro Fratto Re quadro meno RI Quadro che si può dimostrare facilmente, ma noi
interessa solo il risultato finale.Inoltre, l'altro risultato che ci serve e lo spostamento radiale
psi con i che subisce il raggio interno quando gli applichiamo quella pressione.In realtà psi
con i, l'ho disegnato al contrario, perché se consideriamo uno spostamento, un carico Q con
i positivo, avremo uno spostamento verso l'interno, cioè quando noi li applichiamo questo
carico, tutto il mozzo tende a contrarsi e quindi il foro tenderà a contrarsi. Ora si può
dimostrare sempre dalla teoria dei dischi che in generale lo spostamento psi si calcola come
R su e che moltiplica SIGMA R meno SIGMA T. Si può vedere in pratica dalle relazioni di
congruenza che si utilizzano per ricavare questa soluzione, quindi questa relazione varrà
anche al raggio interno e quindi noi possiamo calcolare psi con i, lo spostamento. Perché ci
serve? Perché alla fine questo sarà legato all'interferenza i che noi dovremmo realizzare,
quindi psi con I, spostamento radiale al raggio interno si calcolerà come R con i fratto è il
modulo di elasticità del materiale, ovviamente, che moltiplica SIGMA R al raggio interno,
quindi q Con I. Quindi otteniamo che psi con i sarà uguale a R Con i fratto e che moltiplica
SIGMA t, quindi meno con I R quadro più R I quadro fratto R quadro meno R I.Però meno
anni SIGMA F, quindi meno nini fuco.Infatti, ottenevo uno spostamento XI positivo che
era.Non corretto.E quindi mettiamo in evidenza meno Q Con i, quindi otteniamo che siliconi
sarà uguale a meno Q con IR con i su e che moltiplica R quadro più RI quadro. Fratto, RT
quadro, meno RI quadro più.Uno più. E questa è l'espressione quindi dello spostamento
radiale che nasce al raggio interno di un del nostro mozzo per effetto di un carico q con I
positivo di trazione, Nel cado del mozzo, il carico CUCCONI sarà uguale a meno p.E
quindi?Per con i uguale meno p avremo uno spostamento radiale a raggio interno che varrà
PR con i su e che moltiplica R quadro più RI quadro fratto R quadro meno RI quadro più
mi.Ci teniamo da parte questo risultato che poi ci servirà successivamente, adesso andiamo
a vedere che cosa succede al nostro albero. La situazione del nostro albero è quella di un
disco sollecitato da un carico sulla superficie esterna q con e.Quindi, anche in questo caso,
abbiamo detto, la soluzione è sempre dello stesso tipo, quindi sì, ma R uguale ad a meno B
su R quadro SIGMA T uguale a più B su R quadro. In questo caso diciamo nel nostro. Nel
caso dell'albero l'albero è pieno, quindi R con i sarà uguale zero.Quindi otteniamo una
situazione un po più semplice. In questo caso non avremo problemi di sollecitazioni
dell'albero perché quando l'albero è pieno si vede che le sollecitazioni che nascono sono
veramente piccole. Ci interessa però, calcolare lo spostamento radiale al raggio esterno.
Perché praticamente questo deve essere congruente con lo spostamento psi con i, che
abbiamo calcolato al raggio interno del mozzo. Varrà sempre la stessa relazione, cioè sì, in
generale sarà uguale a R su e che moltiplica SIGMA T meno ni SIGMA R. Allora ci interessa
ora determinare le tensioni, lo Stato tensionale al raggio esterno. Al raggio esterno si vede
che lo Stato tensionale è pari a Sigma R sarà uguale a Q non è ovviamente Sigma con t
avrà la stessa espressione, però comparirà cucine, quindi meno cutrone, che moltiplica R
quadro più RI quadro fratto RE il quadro, meno ERI.Vediamo se ho scritto qualche fesseria a
con il segno più.Infatti, in questo caso entrambe le distribuzioni di tensione, la Sigma radiale,
in questo caso un andamento di questo tipo rd è positiva.Anche la tensione tangenziale ha
un andamento positivo, con il massimo sempre al raggio interno.Quindi con lo stesso
segno.Anche se in questo caso, siccome l'albero sarà pieno di già ci interessa poco. Questo
andamento ci interessa il valore di Sigma R, che ha questa espressione.Calcoliamo quindi
quanto vale XXI al raggio esterno.Sì al raggio esterno sarà uguale al raggio esterno, punto
fratto e che moltiplica SIGMA T meno anni SIGMA R quindi q Phone.Che moltiplica R
quadro più R il quadro fratto RI quadro meno RI quadro.Meno NI.Q One.Quindi, mettendo in
evidenza otterremo cutrone? R con e sue.Che moltiplica R quadro più RI quadro, fratto R
quadro meno RI quadro, meno nini questa volta.Tenendo conto che nel nostro caso, nel
caso del nostro albero Q con e è uguale a meno p, quindi otterremo che psi con e sarà
uguale a meno p R con e sue.R quadro più RI quadro fratto R quadro meno R il quadro
meno.Teniamoci da parte quest'altra relazione.Adesso applichiamo queste relazioni al
nostro caso.Quindi questo è il nostro mozzo che avrà diametro interno pari a D diametro
esterno pari a d grande e sul mozzo aggirà la pressione p interna.Quindi abbiamo detto che
psi con i.Quindi lo spostamento al raggio interno è uguale, prendiamo l'espressione che
abbiamo ricavato prima.Piper con i sue allora R con i. In questo caso il raggio interno, quindi
d mezzi quindi p diviso due e che moltiplica il raggio esterno al quadrato e di grande mezzi,
quindi di grande quadro, quarti più raggio interno al quadrato.Di piccolo quadro quarti
fratto.R con il quadro quindi di grande quadro, quarti meno R con i quadro di piccolo quadro
quarti.Meno più nel.E questo quindi è la nostra espressione per il mozzo. Per l'albero
supponendo che sia pieno di diametro d abbiamo detto che varrà questa
espressione.Quindi, siccome è uguale meno PR con e su e eccetera eccetera, andiamo a
sostituire.Quindi sì, con e, sarà uguale a meno p.R con e in questo anno lo vedete
giustamente.R con e.In questo caso il raggio esterno dell'albero, quindi dimezzi.Che
moltiplica RE quadro.In questo caso il raggio esterno e di mezzi, quindi di quadro quarti
più.R con IAO quadrato nel raggio R con i per l'albero pieno vale zero.Fratto.R con il
quadro.Quindi di piccolo quadro quarti -0.Meno di.Ritrovate.Quindi, semplificando un pò le
cose. questo quadro a denominatore, si può semplificare da tutte le parti, quindi abbiamo
scoperto che per effetto della pressione P agente al raggio interno del mozzo, il mozzo si
dilaterà della quantità si comunica che vale p per d su due e moltiplica d grande quadro, più
di piccolo quadro fratto di grande quadro, meno di piccolo quadro, più ni. Invece l'albero
subirà un restringimento perché gli stiamo applicando una pressione p all'esterno che varrà
meno Pd su due e che moltiplica.. . Costruiamoci ora la catena di tolleranza.Quindi diciamo
che partiamo da questo punto ci riportiamo qua un segmento che rappresenta il diametro
dell'albero.A partire da questo ci spostiamo indietro per il diametro del mozzo e quindi
questa qui è l'interferenza complessiva. Questa interferenza, I sarà in parte compensata
dallo spostamento radiale dell'albero e in parte compensata dallo spostamento radiale del
Mozzo. Quindi diciamo che possiamo dire che avremo lo spostamento psì con i. Psì, Con i
del mozzo che aumenterà il suo diametro, il foro del mozzo e in più avremo lo spostamento
radiale dell'albero, ps con e l'abbiamo chiamato.Ovviamente. psi Con i sarà una dilatazione,
mentre psi con e sarà un restringimento.La somma, ecco perché uno è positivo, l'altro è
negativo, la somma dei valori assoluti di questi due ci deve dare proprio l'interferenza che
che noi cerchiamo. La somma dei valori assoluti di questi due ci deve dare proprio
l'interferenza i che che noi cerchiamo, quindi i sarà uguale al valore assoluto di più valore
assoluto di Xbox One, quindi sarà uguale.No, ci vuole Piper su le.Che comune a tutti i
termini.Che moltiplica di grande più di piccolo quadro, fratto di grande meno di piccolo
quadro, più nini.Che molto più.Uno meno NI.Quindi questo mi alla fine si semplifica e quindi
otteniamo che l'interferenza i.È uguale APD diviso due che moltiplica se facciamo il minimo
comune multiplo di grande quadro, meno di piccolo quadro, quindi abbiamo B grande
quadro, più di piccolo quadro, più di grande quadro, meno di piccolo quadro.Quindi questi
due si semplificano e quindi qua abbiamo due di grande quadro. Il due si semplifica qui,
quindi Piper di su e.Che moltiplica di grande quadro, su di grande quadro, meno di piccolo
quadro.In conclusione.Che cosa abbiamo ottenuto? Che una relazione che ci permette di
stabilire.Qual è l'interferenza che noi dobbiamo realizzare se vogliamo ottenere una certa
pressione P. O al contrario, se fissiamo l'interferenza I, la pressione P che ci ritroviamo sulle
superfici a contatto e quindi con questa pressione P, riusciamo poi a determinare la
lunghezza, l che deve avere il collegamento, per garantire la resistenza. Vi ho detto si fissa il
valore di interferenza in maniera tale da avere un'interferenza accettabile.In generale, si
ipotizza che questa interferenza si ripartisca equamente tra albero e mozzo. La
deformazione che interessa il nostro mozzo questa deformazione ovviamente andrà a
sollecitare il mozzo e dobbiamo fare in modo di rimanere in campo elastico, quindi molto
spesso, più che fissare il valore di interferenza che dipende dalle dimensioni assolute, si
fissa il valore di deformazione epsilon R. In genere queste epsilon R viene fissata per valori
compresi tra un millesimo e 1 2 millesimo, in maniera tale che il materiale rimanga in campo
elastico. Quindi fissando questo rapporto, questo valore di deformazione radiale risulta
automaticamente definito psi con i da questa relazione uguale AR con i per YR.Quindi lo
spostamento radiale che noi dobbiamo far subire al mozzo, che dipenderà ovviamente dalle
dimensioni assolute del mozzo.E tenendo conto che fissiamo, che questo spostamento
radiale sia meta dell'interferenza, risulta determinata l'interferenza, i che sarà uguale a due
XV iconi quindi a due volte per recon i per YR. Quindi diciamo fissando la deformazione
radiale, tenendo conto della dimensione, della superficie di accoppiamento tra albero e
mozzo determiniamo il valore di interferenza.Una volta che conosciamo il valore di
interferenza, possiamo stabilire dalle tabelle delle zone di tolleranza che tolleranza deve
avere sia l'albero che che il mozzo per ottenere quella, quella particolare interferenza.
Ovviamente, si potrà normalmente utilizzare un sistema albero base o un sistema foro base,
quindi si fissa una delle una posizione della zona di tolleranza, quindi nel sistema albero
base h piccolo per la zona di tolleranza dell'albero e si determina in base alle tabelle la
seconda zona di tolleranza. Ora, una volta che quindi abbiamo il dato di interferenza,
dall'interferenza decidiamo le zone di tolleranza, ma la conoscenza della i ci fornisce anche
il valore della pressione P che nasce per effetto di quell'interferenza. In base alla formula
che abbiamo scritto prima, noi abbiamo scritto prima che i è uguale p per d su e che
moltiplica di grande quadro su di grande quadro, meno di piccolo quadro.Da questa formula
noi possiamo ricavare la pressione P, che corrisponde a queste interferenze, quindi sarà
uguale ad e Per i. Diviso D per di grande quadro, meno di piccolo quadro su di grande
quadro.E quindi di qua ci conosciamo, ci calcoliamo la pressione PE. Dopodiché ci
calcoliamo la lunghezza minima che deve avere il collegamento che è data dalla formula 1,2
1,3.M con T per due fratto che non me la ricordo era stata memoria.Ah, eccola qua.Moto
GP.I greca di quadro.E quindi?Sostituendo qua dentro il valore di p troviamo la lunghezza, l
che deve avere il nostro collegamento.E con questo abbiamo chiuso il cerchio. Allora
facciamo un rapido esercizio. Allora abbiamo un albero in acciaio 5 40.Che ha queste
proprietà amerikanische tensione di rottura, 580 Newton su millimetro, quadro tensione di
snervamento 450 Newton su millimetro quadro e.Questo albero deve trasmettere un
momento torcente di 80 Newton metri.La la il coefficiente di sicurezza che adottiamo sia per
l'albero che per il mozzo e 2,5 e quindi la tensione ammissibile del materiale con cui
realizziamo sia l'albero che il morso varrà SIGMA Y su S.Quindi 180 Newton su millimetro
quadro ora il mozzo.Ha una geometria caratterizzata dal rapporto di piccolo su di grande
pari a zero virgola, quindi vogliamo progettare il collegamento per interferenza dell'albero dei
cookies. Ovviamente prima di tutto dobbiamo partire dalla dimensionamento
dell'albero.Perché l'albero deve essere in grado di trasmettere la coppia di 80 Newton
metri?Quindi?Per un albero sollecitato da un momento torcente, voi sapete che.La
distribuzione di tensione e di tipo tangenziale.Con l'attenzione tangenziale massima che vale
16 MT diviso pi greca di alcuno. Se imponiamo che questa sia minore o uguale della tau
ammissibile, ci calcoliamo il diametro minimo che deve avere l'albero.Quindi il diametro
minimo sarà uguale alla radice cubica.Di 16 e metti diviso pi greca. Tau, ammissibile tau
ammissibile supponendo valido il criterio di Gomis sarà uguale a SIGMA, ammissibile su
radical tre.Quindi?Andiamo a sostituire e otteniamo un diametro di.15,76 mm.Quindi io ho
scelto un diametro di 20 mm.Diametro di 20 mm, significa che il diametro esterno del
mozzo.Sarà uguale AD piccolo, fratto 0,4.0,4.Cioè?50 mm.Quindi?Ho tutte le informazioni
geometriche su come è fatto il mio collegamento, quindi io un albero.È un mozzo.Con di
piccolo.20 mm e di grande.50 mm.Vediamo come si esegue il dimensionamento del
collegamento forzato, abbiamo detto che si parte dalla deformazione radiale.Deformazione
radiale del mozzo.Che abbiamo detto può essere compreso tra un millesimo e 1 2 millesimo,
chiaramente più alta, è la deformazione radiale.Più alte saranno le sollecitazioni del mozzo,
quindi io ho fissato il valore più basso, 1 2 millesimo.1 2 millesimo.Abbiamo detto che questa
YR.E uguale.Eh a me?Allo spostamento radiale si Coni su.Su sul raggio del mozzo, cioè di
mezzi.Quindi due siliconi.Su di.Dopodiché abbiamo anche detto che siliconi e all'incirca pari,
equamente ripartito.Cioè che l'interferenza si ripartisce in maniera identica tra lo
spostamento radiale del MOX e lo spostamento radiale dell'albero. Quindi in pratica
abbiamo detto che siliconi è uguale a un mezzo dell'interferenza per cui.Da questa relazione
otteniamo che YR è uguale AI sudditi.Quindi, avendo fissato YR 1 2 millesimo, conosciamo il
diametro di dell'albero, possiamo conoscere l'interferenza corrispondente che ci darà questa
deformazione radiale, quindi uguale AYR per P.Quindi 1 2 millesimo per 20 otteniamo un
centesimo.Quindi 0,01 mm. Quindi l'interferenza che noi dovremmo realizzare sarà di un
centesi.Ora, se vi ricordate i valori di.Delle zone di tolleranze.Che si utilizzano sono ben più
grandi.Del del centesimo, però.Professore sì, ma di non è maiuscolo del mozzo.No, perché
tu devi considerare il il la deformazione radiale al raggio interno del mozzo, quindi in
corrispondenza di di piccolo, cioè dove avviene il collegamento.Ok.Allora stavo dicendo
l'interferenza di un centesimo. Diciamo che se andate a guardare le tabelle delle zone di
tolleranza è un po piccolina, però dovete considerare questo.Supponiamo che questa sia la
linea dello zero, quindi la dimensione nominale.Questa è la zona di tolleranza
dell'albero.Supponiamo una H 8 e qua ci sarà la zona di tolleranza.Della.Del mozzo.Quindi
diciamo, il mozzo sarà di questo tipo, è l'albero di questo.Come vedete e come ben sapete
esiste un'interferenza minima.E in pratica la distanza tra i due valori.Più vicini?Per le zone di
tolleranza.È una interferenza massima.Nella realtà noi non sappiamo quale sarà
l'interferenza che si realizzerà nel nostro collegamento.Perché noi non conosciamo le
dimensioni effettive del compost del componente, il concetto proprio delle zone di tolleranza
è che noi rinunciamo a conoscere il valore effettivo della dimensione di un componente. Ci
accontentiamo di sapere che sia contenuto?All'interno della zona di tolleranza, quindi, quello
che noi dobbiamo verificare è che l'interferenza minima.Sia pari a quella che abbiamo
calcolato.In maniera tale da essere certi che in tutte le condizioni si avrà minimo
l'interferenza di un centesimo.E quindi?Può sembrare piccolo un centesimo di millimetro,
però se imponete che questa sia l'interferenza minima ottenete effettivamente delle zone di
tolleranza che variano di 7, 8 centesimi di millimetro. Che diciamo?Il valore usuale che si
utilizza per componenti di questa di questa dimensione assoluta.Comunque adesso non ci
interessa stabilire il valore delle zone di tolleranza uno, si va a consultare le sue tabelle e si
sceglie quelle che gli assicurano questa condizione. Vediamo invece.Oh, qual è la
lunghezza? L che dobbiamo adottare per il nostro collegamento. Quindi abbiamo calcolato
l'interferenza i.Minima un centesimo di millimetro, ci calcoliamo la pressione p
corrispondente.La pressione p corrispondente come abbiamo ricavato si calcola come è su
di piccolo, per di grande meno di piccolo tratto di grande al quadrato per i.Ovviamente
dipenderà dalle dimensioni del mozzo.Dal rapporto di Grande Sud piccolo e dal modulo di
elasticità del materiale.Per la serie se voi realizzate un mozzo in un materiale diverso, ad
esempio in ghisa.Che ha un modulo di elasticità diverso, oppure in Ottone addirittura che un
materiale molto più tenero o in alluminio. Chiaramente ridurrete la pressione P.Che si
eserciterà sulla sulla, sul nostro, nella zona di contatto, di interferenza. Comunque noi
supponiamo che sia albero che mozzo abbiano le stesse proprietà meccaniche siano
sempre fatti in acciaio, quindi con e 206.000 valore tipico dell'acciaio.Otteniamo una
pressione di 86,52 Newton su millimetro quadro.Una volta che abbiamo determinato la
pressione P dall'equilibrio alla rotazione dell'albero, troviamo che la lunghezza minima sarà
uguale a 1,2 1,3 momento torcente per.Due, Fratto, Mu P pi. Greca di quadro e
quindi.Considerando il valore 1,3.Ho calcolato un valore, una lunghezza minima di 19,13
mm, quindi se io adotto una lunghezza, l di 20 mm e cioè un rapporto l su di pari a
uno.Ottengo, ho realizzato il mio collegamento con interferenze.Ora ehm.Abbiamo l'ultimo
passaggio da fare, è di verificare che il mozzo non raggiunga delle condizioni critiche.Allora
il mozzo.Abbiamo detto che, sollecitato dal carico P.Al raggio interno, cioè in corrispondenza
del diametro di piccolo.E quindi questo determina la nascita di una tensione radiale che vale
meno.be di una tensione tangenziale al raggio interno. Quindi su sul punto più sollecitato,
che invece è positiva.E vale p che moltiplica RE quadro più RI quadro fratto RE, quadro
meno RI quadro, ovvero tenendo conto delle espressioni di RE.R, con in funzioni dei
diametri, qua avremo p che moltiplica di grande quadro quarti più di piccolo quadro quarti,
fratto di piccolo di grande quadro, quarti meno di piccolo, quadro quarti.Il quattro ovviamente
si semplifica da tutte le parti e quindi avremo sì, ma R uguale a meno p.E SIGMA
tutti.Uguale p per i grande quadro, più di piccolo quadro fratto di grande quadro, meno
di.Eseguiamo la verifica di resistenza con il criterio di Gomis.Vi ricordo che questo è uno
stato di tensione di assiale, quindi la tensione equivalente viva omissis.Si calcola come
radice quadrata di SIGMA R quadro più SIGMA t quadro meno SIGMA R SIGMA.Quindi il
fatto che qua abbiamo le due tensioni principali di segno opposto è la condizione più critica
per il materiale.Quindi, andando a calcolare questi due valori, a sostituire.Ottengo una
tensione equivalente di 179,16 Newton su millimetro d'oro.Che per un pelo è veramente per
un pelo, è minore della tensione ammissibile del materiale, 180 il mito simili.E quindi
diciamo, il mio morso è verificato.Ora supponiamo che per una qualche ragione io avessi
superato questa tensione ammissibile.Su che cosa posso agire per.Far verificare il
mozzo.Ho, devo agire sulle dimensioni, quindi?Riducendo di grande.probabilmente riesco a
ridurre la tensione Probabilmente riesco a ridurre la tensione sigmatico, tanto che basta per
rientrare nel.Nelle tensioni ammissibili oppure, cosa più?Importante, posso ridurre la
pressione? P.E come faccio a ridurre la pressione? P devo ridurre l'interferenza?Non c'è
altra strada da percorrere, quindi io l'interferenza l'ho ottenuta fissando una deformazione
radiale di 1 2 millesimo, evidentemente eccessiva.Per eccessiva e quindi devo diminuire la
deformazione radiale, quindi invece che 1 2 millesimo un 2005 centesi.1 3 millesi.Perché
tenete conto che quel valore che ho detto, compreso tra 1, 2 millesimi o un millesimo, ma
ovviamente indicati.Ma poi?Adeguato alle proprietà meccaniche dei materiali
collegati.Quindi diciamo che.Il collegamento?Forzato?È complicato, complicato, diciamo ha
una matematica complicata perché è complicato lo Stato tensionale di questi elementi
perché è uno Stato.Passi al simmetrico però il suo dimensionamento, alla fine
estremamente banale.Fondamentalmente, se uno trova un rapporto di l su d.Poco diverso
dall'unità.Diciamo che sta nei conti giusti.Se inizi a trovare dei valori al suddi pari a 10,
significa che ha sbagliato qualche conteggio. Eh, diciamo che molto spesso vengono anche
dimensionati senza fare nessun campo che assuma una uguale ne 5 e ci si lava le.Con le
diciamo usuali.Eh? Condizioni di interferenza tipo HPHNA seconda dei casi h albero base h
piccolo e nel grande di grande.Ok.Facciamo ora 10 minuti di pausa.Eh, quindi abbiamo finito
qui con i collegamenti, diciamo che in generale facciamo anche i collegamenti per serraggio,
se gli volete dare un'occhiata sul.Lei sugli appunti che sono disponibili, però diciamo non ve
li chiederò per quest'anno, visto che non li faremo.Visto che siamo in ritardo?Va bene, allora
riprendiamo la lezione alle 16:25.Con le molle.Dimmi. Riprendere con l'ultimo argomento del
corso, cioè

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