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LEZIONE 03-09 GEOMETRIA DELLE RUOTE DENTATE

Prima parte lezione (Geometria del dente)


Consideriamo il nostro dente il nostro profilo evolvente ,il profilo evolvente, quindi il profilo
coniugato vero e proprio viene interrotto a un certo in corrispondenza della cosiddetta
superficie di troncatura esterna o raggio di troncatura esterna ovviamente dipende dalle
varie definizioni. Stessa cosa si fa al raggio interno verso la radice del dente e quindi si
interrompe il profilo coniugato in corrispondenza della superficie di troncatura interna.
Dopodiché questo dente deve essere da un lato dall'estremità della testa, quindi della
superficie esterna, deve terminare con una superficie circolare e il profilo coniugato viene
raccordato alla alla superficie esterna circolare attraverso degli smussi di testa, quindi delle
superfici rettilinee che collegano il tutto alla alla superficie circolare esterna che prende il
nome di circonferenza di testa. Quindi in questa piccola zona, noi in pratica favoriamo
l'invito, l'inizio del contatto tra due denti, inserendo, smussando il profile. No, non deve
essere tangente, non è necessario che sia tangente, anzi se vogliamo vediamo ingrandiamo
un pò. Diciamo che se il profilo evolvente per continuasse cosi, tu lo lo smussi in questa
maniera in maniera tale da eliminare questa specie di spigolo vivo che potrebbe
danneggiarsi, anzi che si curamente si danneggerebbe all'inizio dell'ingranamento per
favorire l’ ingranamento iniziale.Cosa stai facendo?Spigolo, vivo nel senso, non questo
spigolo vivo cioè che il contatto iniziasse proprio in questo punto è chiaro che hai sempre
uno spigolo vivo, questo è pacifico. Al piede poi dobbiamo raccordarci al corpo della ruota,
ora nella meccanica spigoli vivi non esistono perché sono altamente deleteri. Da un punto di
vista strutturale, avere uno spigolo vivo, cioè in teoria con un raggio di fondo intaglio pari a
zero, significa avere qui una tensione infinita. È chiaro che è un esagerazione, una
condizione solo matematica nella realtà non avremo mai una tensione infinita, solo un fatto,
numeric ma avere qua uno spigolo vivo significherebbe avere una concentrazione di
tensione molto grave. Perché questo? C'è sempre il solido di saint veinantnaudi di cui ci
dobbiamo ricordare nel solido di saint venant a cui abbiamo assimilato questo corpo. Noi
abbiamo detto che la sezione deve essere uniforme. Quando abbiamo una brusca
variazione di sezione, le formule che abbiamo ricavato per il solido di saint venant non sono
più valide, quindi compare qui una concentrazione di tensione estremamente pericolosa per
il materiale. Quindi in questa zona dobbiamo inserire dei raggi di raccordo che ci porteranno
poi al fondo del dente, cioè a quella che si chiama circonferenza di piede. Che fine ha fatto
la vecchia ruota di frizione da cui siamo partiti per definire questo componente? La vecchia
ruota di frizione si ritrova in un elemento geometrico che viene indicato con la linea tratto
punto che rappresenta la circonferenza primitiva della nostra ruota dentata. In pratica, la
ruota dentata che abbiamo costruito con il dente fatto in questa maniera da un punto di vista
strettamente cinematico è in tutto e per tutto equivalente a una ruota di frizione che ha un
raggio pari al raggio primitivo. Perché è rappresentata con linea tratto, punto? Perché non è
una superficie reale, cioè non è un elemento che noi possiamo identificare la cui posizione
possiamo identificare con un calibro che ha una posizione ben definite .E quindi? Non
essendo una superficie reale fisica, ma comunque fondamentale per definire la cinematica
della ruota dentata, la indichiamo con la linea tratto punto. In base alla posizione della
primitiva rispetto alla circonferenza di testa e di piede, noi poi definiamo due grandezze
radiali che sono l'addendum, in pratica di quanto sporge il mio dent rispetto alla superficie
primitive e il dedendum cioè di quanto quanto è profondo a quale profondità si trova la
circonferenza di piede rispetto alla superficie primitiva. Altra circonferenza fondamentale che
ci serve definire è appunto la circonferenza di base o fondamentale che diciamo collochiamo
qui in genere non viene rappresentata però da un punto di vista cinematico è fondamentale
indicate in genere noi la indicheremo con la lettera Rho, mentre la circonferenza Primitiva, il
raggio della Circonferenza Primitiva sarà indicata con R maiuscolo. a circonferenza
fondamentale, come vedremo tra un pò a differenza della circonferenza primitiva, è
strettamente legata alla fisica del dente, all'aspetto fisico del dente, alla geometria del dente,
perché è la circonferenza che viene utilizzata per generare geometricamente il profilo
evolvente. Voi, sapete che il profilo evolvente si ottiene facendo rotolare senza strisciare una
retta su una circonferenza e il punto iniziale di tangenza in questo moto di rotolamento
descrive l’evolvente di circonferenza. La circonferenza su cui noi facciamo rotolare questa
retta è proprio la circonferenza fondamentale quindi la posizione relativa di questo profilo e
della circonferenza di fondamentale è ben definita da un punto di vista geometrico. Qual è il
legame tra raggio primitivo e raggio fondamentale è definito dal cosiddetto angolo di
pressione. L'angolo di pressione indicato con teta zero può assumere dei valori discreti e
lega il raggio fondamentale al raggio primitivo attraverso questa relazione Rho uguale R per
il coseno di Teta zero.Teta zero è un angolo che diciamo è standardizzato, normalizzato
erché alla fine questo determina gli utensili, la geometria dell'utensile che verrà utilizzato per
ricavare la ruota dentata, quindi chiaramente non possiamo avere degli utensili che hanno
un valore qualsiasi di teta zero. I valori di Teta zero vanno da 15 a 25 °, quindi 15, 20 °, 22,5
° 25 ° però il piu comune e 20 °. Che cosa rappresenta questo angolo di pressione? In
pratica, per capirne il significato, se noi consideriamo due ruote che stanno ingranando con
le loro circonferenze fondamentali e primitive, ovviamente durante ingranamento, le due
superfici primitive sono tangenti nel punto ideale di contatto delle ruote di frizione di cui
abbiamo parlato all'inizio della lezione..Nel senso che quando tu per intagliare i dente
utilizzerai degli utensili che vengono presi chiamati dentiera o creatore. Ad esempio il piu
semplice utensile che possiamo utilizzare è una dentiera quindi in pratica è una cremagliera
che però al posto dei denti, possiede degli utensili di taglio, delle superfici di taglio che sono
in grado ovviamente di asportare il materiale sulla ruota che viene generato. Quindi se tu hai
questo utensile non puoi farlo di.15,57 ° in commercio trovi i valori unificati 15 °, 20 ° 22 ½ °
20. Risponde, l'unificazione a un problema pratico cioè ridurre il numero di possibili varianti,
in questo caso delle ruote del taglio. Chi è l'angolo di pressione? L'angolo di pressione e la
tangente comune?Alle due circonferenze fondamentali delle ruote dentate che stanno
ingranando, cioè l'angolo teta zero è questo angolo geometricamente parla. Questo angolo
teta zero individua l'inclinazione della retta di pressione, questa retta inclinata prende il
nome diretta di pressione. Perché prende il nome diretta di pressione? Perché durante il
contatto durante l'ingranamento, le due superfici coniugate avranno come normale sempre
questa direzione, quindi se noi andiamo a disegnare i due profili a evolvente nel loro punto di
contatto la normale ai profili coniugati avrà sempre questa direzione e quindi se noi ci
poniamo nella condizione ideale di assenza di attrito, la forza scambiata tra un dente e
l'altro, quindi la pressione sarà esercitata sempre secondo questa direzione. Giusto una
considerazione per ribadire quello che abbiamo detto che cambiando l'interasse non cambia
il rapporto di trasmissione. Immaginate voi di avere queste due ruote dentate che avete
realizzato e avete montato, quindi con un certo angolo di pressione teta zero e le avete
montate correttamente, cioè esattamente questa distanza l’interasse è uguale a R più R
primo stomma dei due raggi primitivi. Immaginate per un errore di montaggio che i centri di
delle due ruote si trovino a una distanza diversa, ad esempio siano più lontani. Sequesti
centri sono più lontani che cosa succede? Le circonferenze fondamentali sono sempre
esattamente quelle, hanno sempre esattamente la stessa dimensione, ma allontanando
queste due circonferenze, la tangente comune avrà un angolo maggiore. Non solo. Le due
circonferenze primitive non saranno più quelle che abbiamo qua disegnato, ma si sposterà.
In pratica commettendo un errore sull'interasse varierà l'angolo di pressione varierà la
circonferenza primitiva delle due ruote, ma non il rapporto di trasmissione, questo è il
vantaggio delle ruote dentate a evolvente rispetto agli altri. Quindi diciamo che c'è un angolo
di pressione con cui è stata realizzata la ruota. Quando però noi le montiamo, le accoppiamo
insieme, c'è un angolo di pressione di montaggio che cambierà. Adesso non vi voglio rifare il
disegno, però, spostando questa ruota verso destra è chiaro che la tangente comune si
inclinerà maggiormente e quindi avrete un angolo di pressione effettivo diverso da quello di
progetto. Nonostante questo, la ruota dentata continuerà a funzionare benissimo, solo con
un angolo di pressione diverso da quello con cui è stato realizzato. Ma questo non ci dara
luogo a nessun tipo di problema è questo è un grandissimo vantaggio perché gli errori di
montaggio sappiamo che ci sono e ci saranno inevitabilmente .Però supponi di fare l'errore
contrario di avvicinarle ottieni un angolo teta zero più piccolo però che cosa succede?
Significa che stai comprimendo le due ruote l'una contro l'altra, quindi poi alla fine nascono
dei problemi di delle forze di attrito molto più forti tra una ruota e l'altra. Quindi diciamo in
entrambi i casi hai degli svantaggi, però la cosa importante è che tutto funziona nonostante
l'errore che tu commetti nel montaggio.Gli unici problemi dovuti al al difetto di montaggio in
queste ruote sarebbero il gioco all'interferenza. Eh sì, praticamente tu avresti in un caso un
maggiore gioco, nell'altro caso una possibile interferenza perché in teoria tu non dovresti
proprio avere interferenza. Però per piccole variazioni, ovviamente nell'ambito delle
tolleranze tutto questo non vi dà assolutamente nessun tipo di problema di
funzionamento.Ovviamente, per definire la geometria del dente è necessario fornire una
grandezza fondamentale che è il modulo. Che cos'è il modulo? Per definire il modulo
facciamo prima di tutto riferimento al passo circonferenziale. Quindi se noi disegniamo una
ruota dentata con i suoi due denti ne disegniamo solo due tanto il concetto è quello che ci
interessa, quindi consideriamo gli assi dei due denti e la circonferenza primitive, la
lunghezza di questo arco misurato sulla circonferenza primitiva èil passo che a tutti gli effetti
è la distanza tra un dente e l'altro. Il passo quindi cosa sarà uguale? A la lunghezza della
circonferenza primitiva due pi greco R fratto il numero di denti Z che indico con Z. Questo
numero, ovviamente un numero irrazionale c'è pi Greca. Quindi come faccio a unificarlo?
Sarebbe un pò assurdo unificare un numero irrazionale e quindi faccio riferimento a su pi
greca due R su Z da questa relazione che chiamerò modulo. Quindi il modulo di una ruota
dentata al di là del fattore pi greca, è proporzionale al passo, quindi alla distanza tra un
dente e l'altro. Non solo. Il passo da un punto di vista, diciamo pratico è proprio pari a due
volte lo spessore del dente in corrispondenza della primitiva, perché lo spessore del dente
misurato lungo la primitiva è questo segmento deve essere esattamente identico alla cava
che ho affianco al dente. Quindi il passo sarà due volte lo spessore e il modulo sarà
proporzionale allo spessore. Quindi che cosa significa? Quindi per far ingranare due ruote di
dimensioni diverse che hanno numero di denti diversi, devi assicurare che la cava tra un
dente e l'altro sia tale da ospitare il dente dell'altra ruota, cioè devi avere denti dello stesso
spessore, cioè denti dello stesso modulo che è lo stesso. Ovviamente lo spessore del dente
sarà un numero irrazionale, ma non ci importa. Noi abbiamo una quantità, il modulo che
direttamente proporzionale a questo spessore. Quindi ruote dentate per poter ingranare
devono avere lo stesso modulo. Una volta che abbiamo introdotto questa grandezza modulo
che va controllare la grandezza del dente, la dimensione assoluta del dente tutte le altre
grandezze quindi il raggio di raccordo al piede, l'estensione dello smusso,l'addendum,il
dedendum tutte queste grandezze sono legate al modulo e quindi, una volta che noi
scegliamo il modulo praticamente abbiamo definito l'intera geometria della ruota dentata.
Quali sono le relazioni fondamentali? Ovviamente non ci interessa enunciare qual è il
rapporto tra il raggio di raccordo, lo smusso e il modulo sono dettagli costruttivi. Che poi uno
può andare a vedere sulle norme di riferimento, però ci interessa sapere l'addendum e il
dedendum cioè come sono legati al modulo. Ci sono varie possibilità. La possibilità più
comune è il proporzionamento normale. Che significa proporzionamento normale? Che
l'addendum è proprio identico al modulo, il dedendum è uguale a 1,25 volte il modulo. Prima
tradizionalmente c'era un proporzionamento detto tradizionale che aveva dei valori
leggermente diversi del dedendum però ormai è in disuso. C'è poi un proporzionamento
detto ribassato quindi con addendum pari all'ottanta per 100 del modulo 08 volte il modulo è
il dedendum pari proprio al modulo.Perché ce ne sono due non c’è ne bastava uno? Perché
a seconda delle applicazioni può essere più utile avere un proporzionamento di tipo
ribassato. Che significa? Qual è la differenza tra un proporzionamento ribassato e un
proprozionamento normale? L’altezza complessiva del dente dove inn un caso vale 1,8 volte
il modulo, nell'altro caso vale 2,25 volte il modulo. Quindi diciamo che nel proporzionamento
ribassato avremo un dente piuttosto più robusto se vogliamo, quindi nelle applicazioni dove
dovete trasmettere una coppia molto forte, quindi molto sollecitate, un proporzionamento
ribassato può avere può essere vantaggioso. Inoltre, come vedremo tra un pò avere un
addendum ridotto facilità le condizioni di ingranamento cioè abbassa il limite, è necessario
per evitare condizioni di interferenza, cioè di contatto anomalo tra i denti, che sono
ovviamente da evitare. Quindi in pratica vedremo che con un'altezza ridotta potremmo
realizzare dei denti delle ruote dentate con un numero di denti più piccolo.Perché è
importante avere delle ruote dentate con un numero di denti più piccolo? La relazione che ci
chiarisce il perché è quella che lega il raggio primitivo al numero di denti R uguale MZ mezzi.
A parità di modulo, dimensione del dente, più piccolo è il numero di denti, più piccola è la
ruota. Quindi, se volete minimizzare le dimensioni della vostra trasmissione, gioco forza,
dovete cercare di ridurre il più possibile il numero di denti Z. Più lo riducete, più riducete le
dimensioni.

Seconda parte lezione (Geometria del dente)


Vediamo di approfondire quella che è la geometria dell’evolvente. Vediamo proprio la sua
definizione geometrica. Quindi abbiamo detto che per costruire un evolvente di
circonferenza abbiamo bisogno di una circonferenza, la circonferenza fondamentale o di
base che ha raggio Rho. Supponiamo di considerare un riferimento polare con origine in O
e asse di riferimento orizzontale e di considerare quindi il punto A come il punto iniziale del
nostro evolvente di circonferenza. Quindi in pratica noi dobbiamo prendere una retta
tangente verticale in A e farla rotolare senza strisciare sulla circonferenza. Il punto A
pensato appartenente alla retta, descriverà quindi una curva che chiameremo evolvente di
circonferenza. Quindi ad esempio, se tracciamo la tangente in questo punto B, il punto A
originario si sarà spostato lungo questa traiettoria curva, andando a identificare questo punto
P generico. Al variare del punto di tangenza, che chiameremo B varierà quindi la posizione
di P e descriverà questo luogo geometrico che appunto prende il nome di evolvente di
circonferenza. Vediamo quantitativamente di definire la posizione di P. Quindi P si troverà in
questo riferimento polare a una certa distanza OP. Quindi P avrà coordinate polari OP e poi
sarà definito da questo angolo formato tra la direzione di riferimento orizzontale, OA e il
raggio OP che chiamiamo fi. Indichiamo poi con Teta, l'angolo formato tra il raggio B che
individua il punto di tangenza della nostra retta e la semiretta OP. Allora, per definizione di
evolvente di circonferenza, la retta deve rotolare senza strisciare sulla circonferenza
fondamentale quindi significa che il percorso compiuto lungo la circonferenza cioè l’arco AB
deve essere uguale alla distanza BP. Perché è in pratica il punto di tangenza, quindi quando
B coincide con A la distanza sulla retta è pari a zero. Quando noi abbiamo spostato il punto
di tangenza e quindi fatto rotolare la nostra retta fino ad arrivare in B, l'originario punto di
tangenza che ora è P si troverà a una distanza BP che dovrà essere uguale all'arco AB. In
questa maniera garantiamo il rotolamento senza strisciamento di queste due quantità.
Quindi da un punto di vista geometrico scriveremo che l'arco AB sarà uguale al segmento
BP. Quanto valgono queste grandezze? L'arco AB è un arco sotteso dagli angoli Teta piu Fi
di raggio su una circonferenza di raggio Rho. Quindi l'arco AB è uguale a Rho che moltiplica
Teta piu fi. Il segmento BP se consideriamo questo triangolo rettangolo costituito da O B e P
non è altro che il cateto opposto all'angolo Teta. Quindi, si calcolerà come il primo cateto
cioè Rho per la tangente dell'angolo opposto, quindi Rho per la tangente di Teta. Queste
due quantità devono essere uguali. Semplificando, Rho otteniamo l'espressione di fi. Quindi
fi, che in pratica è l'anomalia che individua la posizione di P nel nostro riferimento polare che
ha come direzione di riferimento OA, però è uguale a tangente di teta, meno teta. Questa
funzione viene anche denominata evolvente di Teta, proprio perché definisce la posizione
angolare del generico punto del nostro evolvente di circonferenza. Per definire la posizione
di P nel riferimento polare, l'ultima informazione che ci necessita è la lunghezza del
segmento OP, ma la lunghezza del segmento OP non è altro che l'ipotenusa del triangolo
rettangolo O fi P.Quindi OP sarà uguale al cateto Rho fratto il coseno dell'angolo adiacente,
quindi Rho su coseno di teta. Quindi, in definitiva, il generico punto P dell’ evolvente di
circonferenza avrà coordinate polari Rho su coseno di Teta e FI, quindi, tangente di teta,
meno teta o se volete evolvente di teta. Al variare ovviamente di Teta. Ripeto quindi, come
vedete già dalla definizione geometrica di evolvente, di circonferenza entra pesantemente in
gioco, la circonferenza fondamentale, cioè la posizione di un punto dell' evolvente è
strettamente collegata alla circonferenza, fondamentale. Quindi quando vi ho detto se noi
montiamo in maniera errata le ruote dentate, noi variamo la circonferenza primitiva, ma la
fondamentale rimarrà sempre nello stesso punto nella stessa posizione rispetto al dente alla
superficie del dente. In particolare P può appartenere, ad esempio un punto generico, però,
può appartenere alla superficie primitiva, quindi lo chiamiamo P con zero e se consideriamo
quindi il punto P con zero, supponiamo che la primitiva passi per questo punto, allora
chiaramente, quindi se p coincide con p con zero, intendendo con p con zero il punto
dell'evolvere sulla circonferenza primitiva allora l'angolo teta diventa teta a zero, cioè proprio
l'angolo di pressione .E infatti la distanza OP zero in questo caso è proprio uguale al raggio
primitivo. Però il raggio primitivo sarà uguale in base a questa espressione, proprio a Rho su
coseno di teta zero, che è la relazione che abbiamo indicato all'inizio per definire la
posizione relativa tra raggio primitivo e raggio fondamentale. A che ci serve ricorrere a
questa espressione analitica dell’evolvente di circonferenza, per capire come è fatto, come
calcolare lo spessore del dente?Come si otterrà un dente? Ovviamente non abbiamo
bisogno di una sola, di un solo evolvente di circonferenza, ma abbiamo bisogno di due
evolvente di circonferenza simmetrici, quindi se questo è il nostro punto di partenza, A
tracceremo un evolvente di circonferenza in questa maniera e se tracciamo un'asse di
simmetria possiamo considerare che in questo punto i due profili a evolvente siano
speculari, perfettamente simmetrici e quindi tracciare un secondo evolvente di circonferenza.
Ora questo punto in cui in teoria i due profili a evolvente simmetrici mi daranno luogo a uno
spessore del dente che sarà pari a zero lo indichiamo con P asteriscato. P asteriscato
abbiamo detto che in generale P ha coordinate Rho su Coseno di Teta, tangente di Teta
Meno Teta. P asteriscato è un punto dell'evolvente, quindi corrisponderà a un particolare
valore di teta, che chiameremo per distinguerlo gamma.Quindi P asteriscato avrà coordinate
polari Rho su Coseno di gamma tangente di gamma meno gamma. Graficamente questo
angolo sarà evolvente di gamma, cioè tangente di gamma, meno gamma per essere più
stringato, lo indicato come evolvente di gamma che è l'angolo che appunto mi individua
l'anomalia di P asteriscato rispetto alla direzione di riferimento OA dove in questo caso ho
inclinato il riferimento per avere il dente simmetrico. Chiaramente, se io sposto P asteriscato
verso l'esterno, otterò un dente maggiore e se lo avvicino verso la circonferenza
fondamentale, si ridurrà la dimensione assoluta del dente. Quindi il valore di gamma e quindi
di evolvente di gamma, condiziona lo spessore del dente. Esprimiamo ora lo spessore del
dente in un punto generico, quindi consideriamo un punto P qualsiasi del nostro evolvente di
circonferenza. Dall'altra parte sull'altro evolvente ci sarà un punto P primo perfettamente
simmetrico, lo spessore del dente non sarà altro se non la lunghezza dell'arco P primo,
quindi vediamo di esprimerlo, di esprimere matematicamente lo spessore, il valore di P
primo che coinciderà quindi con lo spessore del dente.Allora P a bbiamo detto che è un
punto generico dell'evolvere di circonferenza, quindi la sua anomalia, cioè l'angolo di cui
dista dalla direzione, dal raggio OA sarà questo e sarà pari a evolvente di teta, cioè avrà la
solita espressione tangente di teta, meno teta. Quanto vale l'arco P primo, la lunghezza
dell'arco P primo?. Prima di tutto possiamo stabilire che l'arco P primo è il doppio dell'arco
formato tra P e l'asse di simmetria del dente. Quindi se noi valutiamo la lunghezza di questo
arco basta moltiplicarlo per due per ottenere lo spessore del dente e quindi ci inseriamo già
un bel due. La lunghezza di questo arco come si calcolerà raggio della circonferenza e
quanto vale il raggio della circonferenza? Proprio OP e cioè Rho coseno di teta he moltiplica
l'angolo sotteso,.L’angolo sotteso vale evolvente di gamma meno evolvente di teta. Quindi
una volta che noi conosciamo gamma po ssiamo valutare lo spessore del dente in ogni
punto al variare di teta, ovviamente per teta compreso tra zero e gamma.Ovviamente però
riferirsi a quest'angolo gamma non è comodo. Dobbiamo sfruttare qualcosa che riusciamo a
misurare, Noi realtà lo spessore del dente in un punto lo conosciamo in corrispondenza della
superficie primitiva. Noi abbiamo detto che lo spessore del dente è pari alla metà del passo,
Il passo della ruota dentata è la lunghezza della circonferenza primitiva, due pi greco R fratto
il numero di denti Z. Quindi lo spessore in corrispondenza di P con zero sarà Pmezzi, cioè
due pi greco, R diviso due Z, cioè pi greca, R su Z. Andiamo a calcolare quindi lo spessore
del dente, quindi la lunghezza dell'arco P primo proprio in corrispondenza della
circonferenza Primitiva e quindi scriveremo che se volete P zero P zero primo sarà uguale a
due, Rho. Ma quanto vale l'angolo Teta in corrispondenza della superficie primitiva.?Proprio
teta zero.Quindi su due, erro su coseno di Teta zero che moltiplica evolvente di gamma,
meno evolvente di teta zero.Questo spessore deve essere proprio uguale a questo che ho
qui, calcolato quindi pi greca R su Z . Abbiamo visto che c'è la relazione R uguale o meglio
Rho uguale R per il coseno di teta zero o se volete R raggio primitivo uguale Rho su coseno
di teta zero. Quindi queste due grandezze si semplificano e quindi di qua otteniamo che due
evolvente di gamma meno evolvente di teta zero uguale pi greca su Z o se volete isolando
evolvente di gamma sfruttando la conoscenza dello spessore del dente in corrispondenza
della primitiva, ho espresso il valore di questo angolo gamma, o meglio della funzione che
mi interessa, cioè tangente di gamma, meno gamma.Semplicemente sarà esattamente
questo un'arco identico a questo, però, passante in corrispondenza della primitiva, quindi se
volete questo sarà P zero e questo sarà P Zero prima niente di particolare. Quindi, in
definitiva lo spessore del dente n un punto generico che sarà pari a due Rho su coseno di
teta evolvente di gamma, meno evolvente di teta, sostituendo l'espressione evolvente di
gamma sarà uguale a due Rho su coseno di teta che moltiplica evolvente di Teta zero più pi
greca su due Z meno evolvente di gamma. E questa è l'espressione dello spessore del
dente in tutti i punti dell’evolvente al variare dell'angolo Teta. Ora ovviamente, come vedete
lo spessore del dente dipende da Rho raggio fondamentale coseno di Teta e Teta Zero e
numero di denti. Quindi diciamo che le grandezze che definiscono la dimensione, lo
spessore del dente sono queste. Chiaramente nella realtà non utilizzeremo mai dei denti fatti
in questa maniera. Cioè P asteriscato è solo un punto ideale della geometria che ci consente
di definire i due evolventi che formano il nostro dente. Noi troncheremo questo dente, prima
ben prima di raggiungere P asteriscato, però P asteriscato ci serve per definire lo spessore
del dente. Chiaramente già questa espressione è semplice, tutto sommato è abbastanza
semplice in un riferimento polare, però non è proprio uno scherzo, maneggiarlo e a noi ci
serve lo spessore del dente. Alla fine ricordate che noi dobbiamo fare un calcolo di
resistenza, dobbiamo valutare lo stato di sollecitazione in questo dente e il dente ha una
sezione resistente che è di forma rettangolare, con una dimensione che sarà la larghezza
della ruota, ma l'altra dimensione è proprio lo spessore del dente. E ci serve quindi lo
spessore, perché dobbiamo valutare quale sara la sezione più sollecitata. Però questo
diciamo, è un capitolo che per ora lasciamo ai posteri, nel senso che per ora abbiamo
ricavato questa espressione e poi la utilizzeremo successivamente.Ora prima di passare a
altre considerazioni dobbiamo per assicurare il corretto funzionamento di una ruota dentata,
dobbiamo garantire che effettivamente il contatto avvenga su profili coniugati. L’ evolvente di
circonferenza per come l'abbiamo definite necessariamente ha un punto d'inizio che punto di
inizio e sulla circonferenza, fondamentale all'interno della circonferenza fondamentale non
possiamo andare da un punto di vista prettamente geometrico di definizione dell'evolvente di
circonferenza. Quindi e noi vogliamo definire correttamente un dente dobbiamo imporre che
il raggio primitivo sia maggiore o uguale di Rho piu il dedendum. Eh, giustamente, se noi
siamo sulla circonferenza primitive e ci spostiamo verso l'interno di una quantità pari al
dedendum nella condizione limite in cui non ci sia il raggio di raccordo al piede e non
dobbiamo andare a finire dentro l'evolvente, dentro la circonferenza, fondamentale,
altrimenti geometricamente quella curva non è definito.Questa condizione?Si traduce in
alcune limitazioni geometrica.Vediamo di che cosa si tratta. Abbiamo detto che.Il dedendum
nel caso di un proporzionamento normale, il dedendum vale 1,25 volte il modulo. Rho,
abbiamo detto che è uguale a R per il coseno di teta zero.Quindi possiamo scrivere che R
deve essere maggiore o uguale di R coseno di teta zero più 1,25 volte il modulo.Ora il raggio
primitive è legato al modulo attraverso la relazione che abbiamo visto MZ mezzi .Proviamo a
sostituire, quindi abbiamo MZ mezzi, deve essere maggiore o uguale di MZ mezzi coseno di
teta 0+1,25 volte il modulo.I n tutti e tre i termini compare il modulo, quindi possiamo
semplificarlo, mettiamo in evidenza Z moltiplichiamo per due, così ci eliminiamo anche
questo due, quindi qua abbiamo 1,25 per due mettiamo in evidenza ZE e abbiamo Z che
moltiplica uno meno coseno di teta zero maggiore uguale di due per 1,25 per 1,20.Ovvero Z
deve essere maggiore o uguale di due per 1,20 5/1 meno coseno di teta zero.Che cosa
significa questo? Significa che ho un limite minimo del numero di denti della ruota che posso
realizzare e questo numero minimo dipende dal proporzionamento, se qua ho un
proporzionamento ribassato avrò uno al posto di uno al posto di 1 e 25 quindi diciamo potrò
ridurre un pò il numero questa condizione limite ma fondamentalmente dipende da teta zero
dall’angolo di pressione. Ora per teta zero, fatemi vedere quant'è il valore che ovviamente
non mi ricordo. Per Teta Zero pari a 20 °.Che cosa succede? È proporzionamento normale
che Z deve essere maggiore o uguale di 41 circa, cioè se io devo dare retta a questa
condizione non potrei realizzare delle ruote dentate che abbiano un numero di denti più
piccolo di 41, semplicemente perché geometricamente l’ evolvente di circonferenza non
sarebbe definito e Z 41è un numero elevato significa ricordando sempre che R è uguale a
MZ mezzi e che avro dovrò realizzare delle ruote di grandi dimensioni.Per fortuna questa
limitazione è solo di tipo teorico. Infatti nonostante quello che possa possa sembrare
un'assurdità, io posso prolungare l’evolvente di circonferenza all'interno della circonferenza
fondamentale ottenendo comunque unn profilo coniugato chiaramente matematicamente
non ha senso perché non è possibile definire un’ evolvente di circonferenza all'interno del
circonferenza fondamentale, ma da un punto di vista pratico, se io lo prolungo mi accorgo
che le cose funzionano lo stesso, cioè i denti continuano a ingranare correttamente, cioè a
non avere punti di contatto anomalo. E allora che cosa dico? Dico, vabbè, c'è questa
limitazione geometrica, ma poco male, vado oltre perché il mio interesse è abbassare il
numero di denti il più possibile.C'è però un limite, c’è un limite al di là del quale se io
prolungo il mio evolvente di circonferenza, ottengo dei punti di contatto anomali, cioè dei
punti per il quale non ho più che le superfici durante il moto di rotolamento si muoveranno
con una velocità periferica tangente ai profili. Questa condizione limite prende il nome di
condizione di interferenza e si traduce, così come abbiamo visto, questa condizione, in un
numero minimo di denti.In pratica al di sotto di quel numero minimo di denti io non posso
scendere, perché altrimenti durante l'ingranmento otterrei dei punti di contatto anomaly.
Qual è questa condizione limite che devo assolutamente rispettare?Questa condizione limite
ve la riporto qua ed e poi la dimostriamo. Quindi diciamo numero minimo di denti che deve
avere il pignone ha questa espressione. Due che moltiplica uno la radice di uno più Tau, che
moltiplica due più Tau per sen quadro di teta zero tutto fratto due più tau che moltiplica sen
quadro di Teta zero moltiplicato per il rapporto a primo su m. Dove in questa formula
compare teta zero e sappiamo che cos'è tau è il rapporto di trasmissione, sappiamo che
cos'è a primo è l'addendum della ruota condotta m è il modulo che invece è comune a
entrambe le ruote.Perché ho precisato addendum della ruota condotta perché diciamo che ci
possono essere dei casi che fanno sì che l'addendum tra le due ruote possa essere diverso.
Questo avviene nelle cosiddette ruote corrette, che sono una ulteriore complicazione
geometrica che non studieremo non vedremo che però dovete sapere che esistono.Eh
chiaramente, perché è importante? Questo perché se io faccio l'addendum della ruota
condotta a primo più piccolo di a quello del proporzionamento normale ad esempio, questo
rapporto diventa inferiore a uno e quindi riduco ulteriormente il numero minimo di denti.
Quindi le dentature corrette non ce le siamo inventate per complicarvi la vita, perchè ci piace
flagellarci dal punto di vista della geometria dei componenti, perché hanno un vantaggio, mi
consentono di ridurre questo numero minimii di denti.Comunque questa formula mi fornisce
il numero minimo che deve avere una ruota dentata per evitare di incorrere in problemi di
interferenza. Per fortuna la sua condizione peggiore che si ha quando il rapporto di
trasmissione Tau è pari a zero, è molto semplice da ricordare, alla fine è quella che io mi
ricordo e che voi ricorderete, è che applicherete nella stragrande maggioranza dei casi, e si
ottiene ponendo Tu uguale a zero.Che cosa significa avere rapporto di trasmissione taTu
uguale a zero? Tau uguale a Omega primo su Omega, ovvero per quello che abbiamo detto
stamattina e R su R primo.Significa R primo uguale infinito, cioè stiamo ingranando facendo
ingranare la nostra ruota dentata con una cremagliera con una dentiera.Quindi quella è la
condizione peggiore in assoluto per l'interferenza, cioè otteniamo il valore Z minimo più
grande in assoluto, che può sembrare un controsenso ci mettiamo nelle condizioni peggiori,
come spesso accade.Che cosa otteniamo per Tau uguale zero? È presto detto, basta
sostituire. Quindi Zeta minimo diventa due che moltiplica uno più radice di 1 piu zero, quindi
uno più radice di uno e praticamente 2/ due più Tau, quindi 261 quadro teta zero per a primo
su, quindi qua abbiamo 2+2 4 che si semplifica con il due a denominatore, quindi abbiamo
due su Sen quadro, teta zero per a primo su m. Quindi nella condizione più sfavorevole
possibile, cioè quando le dimensioni delle ruote sono estreme la ruota più piccola possibile e
la ruota condotta più grande possibile, cioè infinita abbiamo un numero minimo di denti che
è dato da 2/sen Quadro teta zero per a primo su m. Quindi in pratica così come abbiamo
visto nella relazione precedente chi comanda è l'angolo di pressione.Quindi angolo di
pressione per avere un numero di di denti minimo più piccolo, mi converrebbe aumentare
l'angolo di pressione. Se facciamo riferimento al nostro angolo di pressione Teta zero, 20 °
mi converrebbe spostarmi verso teta zero 22 ½ ° 25 °, in maniera tale che il seno che ha
denominatore cresce e quindi ho un numero di denti minimo più piccolo. Però noi scegliamo
20 ° perché è un buon compromesso tra diverse esigenze. Perché un buon compromesso?
Perché aumentando l'angolo di pressione cresce l'inclinazione della retta di pressione,
quindi la forza scambiata tra i denti avrà una componente tangenziale ridotta, come
scopriremo come comunque già sapete come vedremo, quando parleremo delle forze
scambiate. Quindi è vero che posso realizzare dei un numero di denti più piccolo, ma pago
questo vantaggio con una componente tangenziale più piccola quindi, alla fine una soluzione
di compromesso è la cosa migliore.Ora da dove esce fuori questa condizione di
interferenza? Vediamo di dimostrarlo. Questa praticamente si vede che la condizione di
interferenza, cioè il prolungamento dell'evolvente di circonferenza oltre la circonferenza
fondamentale, è possible fino a quando la circonferenza di testa della ruota condotta non va
a toccare il punto di tangenza della circonferenza fondamentale con la retta di pressione.Me
lo disegno così è più facile da capire.Quindi mi disegno le mie due circonferenze
fondamentali ci saranno anche le mie circonferenze primitive questa è O questa è O primo e
disegniamoci la nostra retta di pressione. I due punti di tangenza con le circonferenze
fondamentali vengono indicati come H con A e H con B. I punti di contatto tra le due
superfici coniugate dei denti appartenenti alla ruota conduttrice alla ruota condotta
appartengono a questo segmento H con A , H con B. Quand'è che proprio oltre non
possiamo spingerci? Quando il dente della ruota condotta quindi la superficie di testa, cioè il
punto più estremo più lontano della ruota condotta, passa per il punto H con A. In questa
condizione vediamo di studiare che cosa succede, quindi dobbiamo sì, scusi, può ripetere
quest'ultima cosa? Allora abbiamo detto che noi possiamo tranquillamente prolungare il
profile a evolvente dentro la circonferenza fondamentale c'è però un limite che non
invalicabile, al di là del quale otteniamo dei punti di contatto anomali. Questa condizione
limita si verifica quando l'estremità del dente della ruota condotta si trova sulla circonferenza
di testa che dista a primo dal raggio primitivo.Quando questo dente tocca il punto H con A,
cioè il punto di tangenza della retta di pressione con la circonferenza fondamentale della
ruota conduttrice, abbiamo la condizione limite e se andiamo oltre abbiamo problemi di
interferenza, Ora questa è la condizione grafica. Vediamo di tradurre questa condizione
grafica in una formula, in una condizione analitica. Allora Consideriamo questi triangoli
costituiti dal punto O centro della ruota conduttrice O primo centro della ruota condotta C
che è il punto di contatto comune di tangenza tra le due circonferenze primitive e H con A.
Allora io vi riproduco a parte, è più grande la posizione relativa di questi tre punti che
abbiamo capito quali sono, Avrò qui il punto O qui O primo qua avrò C e qua avrò H con
A.Quindi nella condizione limite la distanza O primo H con A vale raggio primitive della ruota
condotta più a primo che è l'addendum cioè, siamo proprio in questa condizione, quando la
circonferenza di testa passa per H con A. E abbiamo che OC vale R O primo C vale R primo
e poi abbiamo questo lato vabbè, prima definiamo quanto vale O H con A. H con A è un
punto della circonferenza fondamentale, quindi O H con A vale Rho raggio fondamentale e
uindi quest'angolo varrà Teta Zero ma varrà Teta zero anche questo.Questo angolo qui sarà
teta zero, angolo di pressione.Quindi il segmento HAC sarà a pari qua è un triangolo
rettangolo, anche se non sembra tanto ipotenusa, quindi raggio primitivo per il seno
dell'angolo opposto, quindi per per il seno di Teta zero.Esso sfruttiamo il teorema di carnot
per esprimere la relazione che c'è tra i tre lati di questo del triangolo HACO primo.Vi ricordo
il teorema di carnot dalla Trigonometria, quindi se avete un triangolo con i tre lati ABC. E
l'angolo Alfa compreso tra e B.Potete scrivere che C Quadro quindi la lunghezza del lato
opposto all'angolo Alfa è uguale alla somma dei quadrati dei due lati, a quadro più b quadro,
-2 volte il prodotto dei due lati A per B per il coseno di Alfa. In pratica una generalizzazione
del teorema di Pitagora, infatti, per alfa uguale 90 ° questo termine va a zero e quindi ci
quadro ipotenusa è uguale a quattro più piccola. (FORMULE): Applichiamolo al nostro
caso.Quindi?Che cosa andrò a scrivere che.R primo più a primo al quadrato.Sarà uguale
alla somma dei quadrati dei due lati del triangolo, quindi il primo lato ER primo R primo
quadrato, il secondo lato vale R per il seno.Ditta età zero, quindi più R quadro sin quadro di
teta zero.Meno.Due volte il prodotto dei due lati.Quindi R primo per R seno di Teta zero per
il coseno dell'angolo formato ora questo angolo.Ricordando che questo e beta zero vale pi
greca mezzi più teta zero.Quindi per il coseno di pigreco mezzi più teta zero.Trovate.Vai nel
primo quadro, più R quattro in 04:00:00 te come secondo te, beh.Ah sì, sì. 6 1 quadro di
Teta zero, dai. Mi è scappato lo zero si.Ok, adesso ovviamente il coseno di Pi greco mezzi
più teta zero e la funzione quindi diventa seno di Teta zero però pi greca mezzi più feta zero.
Siamo nel secondo quadrante.Come il coseno è negativo, quindi questo termine è uguale a
meno seno di teta. Quindi, in definitiva avremo.R primo più a, primo al quadrato, uguale R
primo quadro, più R quadro SEN. Quadro di Teta 0+2 più perché abbiamo detto, questo è
pari a meno seno di teta, zero più.Due R primo sin quadro di teta zero.Questa, ovviamente,
è la relazione nella condizione limite.Vediamo ora di tenere conto del di introdurre, di
esprimere i vari raggi in funzione dei moduli.Quindi noi sappiamo che R è uguale AMZ
mezzi.R primo sarà uguale AMZ primo mezzi, quindi possiamo sostituire?E avremo.MZ
primo mezzi più a primo al quadrato, uguale qua abbiamo m quadro Z primo quadro quarti.R
primo quadro più m quadro Z quadro quarti sei quadro di teta 0+2 volte R per R primo.
Quindi abbiamo MZ mezzi per MZ primo.Mezzi se in quadro di testa a zero.Semplifichiamo
quello che possiamo, semplificare, mettiamo in evidenza.M quadro in tutti i termini.Se qua
mettiamo in evidenza m. All'interno della parentesi, poi elevato al quadrato, ci ritroveremo
AM quadro, quindi abbiamo m quadro che moltiplica Z primo mezzi più a al quadrato
uguale.M quadro.anzi mettiamo in evidenza scusatehnnQuindi mc quadro mezzi al
quadrato, diventerà m quadro quarti, qua diventerà Z primo e qua avevo dimenticato
ovviamente di moltiplicare per il reciproco, quindi per due.Pratto, Zeta.Quindi qua avrò m
quadro quarti che moltiplica Z primo più due a fratto Z tutto elevato al quadrato.Come fratto
emme.Vabbè, ve lo riscrivo, ho capito, facciamo prima.M quadro quarti, che moltiplica Z
primo.Più.Te ho messo in evidenza e me mezzi, quindi devo moltiplicare per due su Emma?
Quindi due a primo su m.Al quadrato.Uguale MC quadro quarti che posso mettere in
evidenza.Che moltiplica Z primo al quadrato più Z quadro 6 1 quadro teta 0+2.ZZ, primo
Sen. Quadro Z Zero.Questo ovviamente si semplifica.A questo punto posso eseguire la
radice quadrata di entrambi i termini, quindi avro Z primo più due a primo su M.Che la radice
quadrata del primo.Membro sarà uguale alla radice quadrata di Z, primo quadro più Z
quadro in quadro, teta zero.Più due ZZ, primo Sen. Quadro Z Zero.A questo punto mi isolo.Z
Primo.Quindi Zeta primo sarà uguale alla radice quadrata?Eh? Radice quadrata di.Ehm.No,
scusate, prima di tutto divido ambo i membri per Z.Quindi Z Primo Z più.Due a primo su
MZ.Sarà uguale quando divido per Z possa entrare all'interno.Del.Dunque, no, devo dividere
per Z primo, scusate.Quindi Z su Z Primo.Più due, primo su Z primo.Quando divido per Z
primo lo entrò all'interno della radice quadrata, quindi ottengo Z primo quadro che va a
dividere tutti i Terni. Quindi Z primo quadro su Z primo quadro mi fa uno.Quindi, radice di
uno più?Z, quadro su Z Primo quadro non è altro che il rapporto di trasmissione al quadrato,
quindi più tal quadro che moltiplica Sen. Quadro di Teta zero.Tu quando divido per per Zeta
primo quadro un Zeta primo si semplifica e ottengo Z su Z, Primo rapporto di trasmissione,
quindi più due tau.Sein quadro ripeta zero.Questo diventa uno.Sì, ma sotto la radice.
L'ultimo termine non dovrebbe essere senza il due. Perché senza il due? Perché se
risaliamo da sopra, abbiamo già semplificato il due con il quattro. Di conseguenza sotto
abbiamo quattro e quindi uscendo m quattro quarti non dovrebbe esserci 1 2 sopra.E ma io
in effetti Eh, se tu è meglio non semplificare qua questi due, se tu metti in evidenza m
quattro quarti ti avanza questo due.Eh, ma gli sotto non hanno già Zeta quarti, cioè quello
non doveva essere due MZ quarti che moltiplica MZ primo mezzi per il seno.Scusa qua
abbiamo, mi scusi, mi scusi, ho sbagliato, ho sbagliato io mi perdoni, era un quello è 1 2 no
e lo stavo vedendo come 1 4, non l'avevo semplificato mi scusi va bene, OK?Ehm. Allora
quindi, in definitiva, abbiamo ottenuto uno più?Due a primo su MZ, primo uguale, questa
radice quadrata, uno più tau. Quadro in quadro di Teta 0+2 Tau. Se in quadro di tetley a
questo punto.Posso isolare Z Primo come faccio porto l'uno dall'altra parte e quindi ottengo
due a primo su MZ primo uguale.Radice quadrata di uno più tau quadro in quadro di Teta
0+2 Tau 6 1 quadro di Teta 0-1.Ehm.Quindi, Z primo portata all'altro membro, sarà uguale a
due, a primo su M per uno fratto il secondo membro.Quindi radice quadrata di uno più tau
quadro, un quadro di teta zero. Ovviamente non vedete niente?Più due Tau Sen. Quadro di
teta, 0-1.Se eseguo ora una razionalizzazione ottengo in pratica l'espressione che abbiamo
indicato, cioè per eliminare la radice quadrata denominatore devo moltiplicate, moltiplicare
numeratore denominatore per.La radice quadrata più uno. Facciamolo velocemente, quindi
Z Primo.Uguale due a primo su m che moltiplica a numeratore, quindi comparirà la radice
quadrata più uno, quindi radice quadrata di uno più tau quadro in quadro di Teta 0+2 tau.In
un quadro di seta 0+1 fuori dalla radice, fratto a denominatore. Abbiamo la differenza dei
due quadrati, quindi uno più tau. Quadro Sen. Quadro, teta 0+2.Ciao 6 1. Quadro teta zero
meno il quadrato di uno quindi -1. Questo e questo si semplifica.E quindi otteniamo questa
espressione ora, questo Zeta primo.E il numero di denti.Massimo che deve avere la ruota
condotta per evitare condizioni di ingranamento. Però noi sappiamo che Z primo è uguale
AZ su tau.E quindi da questa relazione otteniamo che Z numero.Minimo i denti della ruota
conduttrice quindi del Pignone Sara due a primo M che moltiplica tau per.Eh, tutta
questa?Espressione, quindi radice quadrata di uno più tau quadro in quadro teta zero.Più
due tau 6 1. Quadro di Teta zero.Più uno.Fratto da un quadro.Se un quadro, teta 0+2, Tau
Sen. Quadro di Teta zero. Questo tau si semplifica con questa denominatore e quindi
otteniamo Z uguale due.A primo su M.Che moltiplica.La radice quadrata di uno più qua
possiamo mettere in evidenza Tau Saint quadro Teta a zero.Che moltiplica stau più due.Più
uno.Fratto.Ehm 5.Però di teta zero, che moltiplica due più tau.E quindi abbiamo ottenuto
questa relazione che dovrebbe essere quella che vi ho riportato.(FINE FORMULE).
E quindi abbiamo dimostrato che quella condizione limite, cioè la condizione in cui la
circonferenza di testa della ruota condotta passa per il punto, HA CHE è il punto di tangenza
della retta di pressione con la circonferenza fondamentale, corrisponde ad avere un numero
minimo di denti pari a questa espressione. Perché da dove deriva questo minimo? Abbiamo
scritto proprio all'inizio la relazione R primo più a primo al quadrato, uguale questo che è la
condizione limite per evitare di essere nella condizione di interferenza deve valere il minore
uguale e quindi da qua otteniamo uno Z primo minimo nella condizione di uguaglianza e
quindi uno Z minimo la condizione di uguaglianza, però, per evitare di portarci appresso
questo minore uguale, è più facile considerare questo, quindi, in definitive per far si che le
ruote dentate ingranino correttamente dobbiamo avere un numero di denti maggiore di
questo valore minimo, altrimenti in pratica che cosa succede durante l'ingranamento il dente
della ruota condotta tende a scavare, ad asportare materiale sulla ruota conduttrice e quindi
ovviamente dopo poco tempo arriveremo al danneggiamento, alla rottura della ruota
dentata. Quindi questa è la prima condizione che noi dobbiamo verificare per avere un
corretto ingranamento.

LEZIONE 3-11 CONTINUAZIONE RUOTE DENTATE

Adesso c'è un'altra condizione che bisogna garantire perché avvenga un corretto
ingranamento e cioè la continuità della trasmissione. Infatti è evidente che il contatto tra due
denti tra due specifici denti può interessare solo un piccolo arco, cioè quando la ruota
dentata percorre un piccolo arco della sua intera circonferenza. Prima di abbandonare il
contatto tra i denti è necessario che una seconda coppia di denti inizi l'ingranamento proprio
per garantire la continuità della trasmissione.Questa proprietà viene controllata dal
cosiddetto grado di ricoprimento, è indicato con la lettera epsilon. Adesso vedremo di
definire cosa di cosa si tratta. Questo grado di ricoprimento. Cioè, è un parametro
geometrico che grossomodo ci dice il numero di coppie di denti in presa .Allora, come
definito questo grado di ricoprimento? Facciamo come al solito riferimento a un
disegno.Quindi abbiamo la nostra coppia di ruote queste sono le circonferenze fondamentali
e adesso traccio le circonferenze primitive. Allora, durante l'ingranamento, ovviamente i
punti di contatto appartengono alla retta di pressione, cioè la tangente comune ai due cerchi
fondamentali che è inclinata dell'angolo Teta zero rispetto alla vertical angolo di pressione. I
due punti di contatto estremi, cioè i due punti di tangenza con le circonferenze fondamentali
sono indicati con H con A e H con B.Ora durante il contatto, quindi durante l'ingranamento, il
punto di contatto si sposta, ma appartiene sempre a questa retta di contatto. In particolare è
contenuta all'interno di questo segmento limite di contatto. Abbiamo visto che per la
condizione di interferenza, al massimo il punto di contatto più estremo può essere H con A
.Stessa considerazione potremmo fare quindi anche per H con B, quindi al massimo nella
condizione più estrema possible il contatto avviene in questo segmento nei punti di questo
segmento. Nella realtà il contatto avviene su un segmento ridotto rispetto a questo. E come
è definito questo segmento ridotto? Si ottiene intersecando la retta di pressione con le
circonferenza di testa delle due ruote, le circonferenza di testa, in pratica sono la parte più
esterna delle ruote dentate e quindi sono i punti più lontani dall'asse di rotazione che noi
possiamo immaginare. Quindi se noi tracciamo le nostre circonferenze di testa questa è per
la ruota condotta queste per il pignone che disteranno nel caso di un proporzionamento
normale di una distanza pari al modulo all’addendum rispetto alla superficie primitiva, queste
due circonferenze di testa intersecheranno la retta di pressione in questi due punti A e B che
definiscono effettivamente il segmento dei contatti, cioè per questa coppia di ruote il punto di
contatto sarà sempre un punto del segmento AB quindi di questa distanza. Allora si
definisce grado di ricoprimento il rapporto tra la dimensione massima che questo segmento
può assumere, cioè ha HA HB fratto l'effettivo segmento dei contatti, cioè AB. Quindi grado
di ricoprimento epsilon graficamente sarà il rapporto di questi due segmenti HA HB fratto AB
.È evidente che questo questo rapporto sarà superiore a uno superiore all'unità ed è proprio
questo che ci garantisce il fatto che una coppia di denti abbandoni la presa solo dopo che
un'altra coppia di denti abbia iniziato la presa. Andiamo a valutare quanto vale questo grado
di ricoprimento in base alle altre grandezze geometriche che abbiamo definito per le ruote
dentate. Quindi iniziamo con il calcolare quanto vale il segmento HA HB. Grossomodo
rappresenta il numero di denti contemporaneamente inpresa il grado di ricoprimento.Allora
quanto vale H con A H con B quindi il numeratore di questo, di questo rapport. Indichiamo
con C il punto di tangenza delle due circonferenze primitive.Quindi H con a si troverà sul
raggio fondamentale, sulla circonferenza fondamentale quindi se consideriamo il centro O
della nostra ruota, la distanza OA H con A sarà pari a Rho mentre la distanza OC non è altro
che il raggio primitivo della nostra ruota l'angolo formato tra i due è sempre teta zero.Quindi,
nel triangolo rettangolo O H con a C possiamo esprimere questo cateto il cateto opposto a
Teta zero come prodotto dell'Ipotenusa, cioè il raggio primitivo per il seno del'angolo opposto
per il seno di Teta zero. Questo ci dà l'informazione di H con A - C.Un discorso
assolutamente analogo si può fare per il segmento C H con B. Se questo è O primo C O
primo sarà il raggio primitivo R primo della ruota condotta questo sara Rho primo raggio
fondamentale della ruota condotta e questo sarà sempre Teta zero. Quindi C H con B sarà
uguale a R primo per il seno di Teta Zero. Quindi se consideriamo questo segmento HA HB
come somma dei due segmenti HAC più CHB questo fratto AB, questo sarà uguale a R
seno di teta zero per il primo termine, più R primo seno di teta zero per il secondo termine.
Dobbiamo ora esprimere quanto vale il segmento AB. Allora il segmento AB in pratica è la
proiezione lungo la retta di pressione del passo, infatti, in pratica all'inizio
dell'ingranammento nel punto iniziale dell'ingranamento, il contatto avviene in alto dopo man
mano il punto di contatto si sposta in B, fino a quando arriviamo in B e il contatto termina.
Per compiere questo spostamento la ruota dentata deve aver ruotato di una quantità pari al
passo. Vi ricordate che il passo è la lunghezza di un arco tra l'asse di due denti. Quindi se
noi lo andiamo a rappresentare sulla circonferenza primitiva è un arco e tendenzialmente
sarà piccolo rispetto allo sviluppo dell'intera circonferenza possiamo in pratica approssimare
questo arco P di lunghezza P con un segmento verticale, cioè tangente. In pratica, è come
se stessimo approssimando uno spostamento lungo un arco di circonferenza di raggio molto
grande, con una segmento rettilineo. Quindi rifacendo un disegno se supponiamo che P sia
il passo quindi la distanza tra l'asse di due denti che abbiamo detto è pari a due, pi greco, R
fratto Z lunghezza della circonferenza primitiva, Fratto Z è come se noi stessim diciamo
considerand un segmento di lunghezza P nella direzione tangente, della tangente comune
alle due circonferenze primitive.In pratica abbiamo un dente linearizzato, ovviamente tra
l'inizio di ingranamento e fine di ingranamento.Se noi proiettiamo questo segmento sulla
retta di pressione inclinato di teta zero quindi in direzione ortogonale otteniamo i punti A’e B.
Ovviamente in tutto questo discorso c'è una certa approssimazione perché stiamo
approssimando quello che è un arco di una traiettoria lungo un arco di circonferenza, come
se fosse una traiettoria rettilinea. Però tutto sommato è un’approssimazione che si dimostra
essere accettabile. Allora la proiezione del passo lungo la retta di pressione e se questo è
l'angolo, Teta a zero i calcolerà il segmento AB si calcolerà come passo per il coseno
dell'angolo adiacente, quindi P per coseno di teta zero.Il passo abbiamo detto che è uguale
a due, pi greca, R su Z quindi il segmento AB è esprimibile come due pi greca, R su Z
Coseno di Teta Zero. (FORMULE): Andiamo a sostituire nella nostra espressione qua
possiamo mettere in evidenza seno di Teta zero.E quindi posso scrivere che Y.Sarà uguale
AR più R primo.Seno di Teta zero, fratto.Due pi greco R. Il segmento AB, quindi due pi
greca R.Su Z.Per il coseno di Teta zero.Però, a questo punto.Ehm esprime.Amo il raggio
primitivo in funzione del modulo.Quindi abbiamo m.E mezzi che moltiplica Z più Z, primo per
il seno di Teta Zero, fratto.Due pi greca su Z anche qua il raggio lo esprimiamo come MZ
mezzi.Cose no di teta zero.Quindi 2 2. Si semplifica, ZZ si semplifica, MEM si semplifica,
quindi otteniamo.1/2 pi greca questo due e questo pi greca.Che moltiplica Z più Z primo
seno di teta zero su coseno di Teta zero tangente di Teta zero(FINE FORMULE).
Quindi in pratica questa è l'espressione del grado di ricoprimento di una coppia di ruote
dentate caratterizzate da un numero di denti pari a Zeta primo e con un angolo di pressione
teta zero. Allora per essere certi che avvenga un ingranamento corretto, che sia garantita la
continuità della trasmissione deve essere ovviamente epsilon maggiore di uno, cioè il
segmento dei contatti graficamente, come abbiamo detto, il segmento dei contatti AB deve
essere più grande di HA HB. Ma in realtà non ci si accontenta che di essere strettamente
superiori a uno, perché bisogna avere una certa fase di transitorio tra la fine della
dell'ingranamento della prima coppia di ruote e l'inizio della seconda. Normalmente si
impone che epsilon sia maggiore di 1,2 quindi diciamo si accetta, si impone unaa certa
sovrapposizione per almeno il 20% del segmento dei contati. In realtà si è visto che,
aumentando il grado di ricoprimento migliorano le condizioni di ingranamento, migliorano
anche dal punto di vista della rumorosità, perché se ci pensate bene, all'inizio di ogni
contatto tra un dente e l'altro avviene un piccolo urto tra le superfici, un piccolo urto che
genera rumorosità ma genera anche una certa irregolarità nel moto e può dare origine a
delle sovra sollecitazioni indesiderate. Quindi, in definitiva, se noi vogliamo realizzare una
trasmissione che sia la migliore possibile, dobbiamo aumentare il grado di ricoprimento.
Normalmente per gli ingranaggi banali, quindi più economici possibili, epsilon maggiore di
1,2 è il limite stretto,strettissimo non invalicabile se vogliamo, al di sotto proprio non si può
andare, ma normalmente si utilizza almeno epsilon 1,4 per migliorare, per ottenere un
ingranamento silenzioso.Ora epsilo maggiore di 1,4 si traduce immediatamente in una
richiesta sul numero di denti, perché abbiamo detto che epsilon è uguale a 1/2 pi greca,
tangente di Teta zero Z più Z primo. Quindi se noi che chiediamo che questo sia maggiore di
1,4, ad esempio e diciamo i valori di teta zero sono quelli standard consideriamo ad esempio
20 °, allora immediatamente da qua deriva che la somma di Z più Z primo deve essere
maggiore di 1,4 per due pi greca su tangente di Teta zero. Se uno si va a fare i conti per 20
°, scopre che questo vale 24,15, .Quindi per avere un corretto ingranamento noi dobbiamo
avere che la somma del numero dei denti del pignone e della ruota condotta sia maggiore di
poco più di 24. Chiaramente cambiando Teta zero cambia un pò questo valore però,
orientativamente abbiamo questo ora, se ricordate la condizione di interferenza che abbiamo
visto la scorsa volta, quello ovviamente facile da ricordare, cioè Zeta minimo uguale 2/sen
Quadro teta zero a primo su m che si riferisce alla condizione di ingranamento con una
dentiera, quindi con una cremagliera, cioè nella condizione peggiore, se consoderomo Teta
zero 20 °questo è all'incirca 17, 17 denti. Quindi tutto sommato questo secondo requisito,
quello sulla continuità della trasmissione, è automaticamente verificato, tranne casi rarissima
se abbiamo verificato l'interferenza perché in pratica, se il numero minimo di denti è 17, 17
per due fa 34, cioè al massimo dobbiamo avere una ruota identica che ingrana e quindi
automaticamente verificato. In realtà, ci sono dei casi in cui noi possiamo scendere al di
sotto di questo Zeta minimo, quindi quando consideriamo la formula con il rapporto di
trasmissione Tau che abbiamo ricavato la volta scorsa e quello già ci fa abbassare questo
numero minimo di denti consideriamo un rapporto a primo su m, inferiore all'unità si può
arrivare, consideriamo un valore di teta zero, diciamo più grande si puo arrivare a valori di
11, 12 denti e quindi diventa critico anche questo. Qui per garantirci la continuità della
trasmissione abbiamo calcolato che servono almeno una somma di denti pari a 24.Quindi
nella condizione peggiore, tu dovresti avere una coppia di denti costituita da Z UGUALE 12
Z, primo uguale 12. Però tu non puoi fare una ruota con Z uguale 12 se non in casi
particolari, perché normalmente il numero minimo di denti è più alto e quindi rimane
automaticamente verificato tranne in casi veramente particolari, in cui noi ci spingiamo al
limite, quindi facciamo di tutto per ridurre questo numero minimo di denti. Diciamo per un
corretto ingranamento noi dovremmo verificare entrambe le situazioni però alla fine tra
queste due situazioni la condizione più critica è quella dell'interferenza delle ruote, quindi noi
quando dimensioneremo le ruote ci preoccuperemo di questa è automaticamente sapremo
che sarà garantita anche la continuità della trasmissione. Dal punto di vista della geometria
delle ruote dentate cilindriche abbiamo detto tutto. L’unica cosa che non vi ho detto, che dal
punto di vista costruttivo noi abbiamo sempre rappresentato le ruote dentate in queste
considerazioni, con una vista frontale, però, ovviamente le ruote dentate hanno una
larghezza, cioè una dimensione assiale. Questa dimensione assiale viene indicata come
larghezza della ruota indicata con b. La larghezza della ruota normalmente è espressa come
un multiplo del modulo medio. Come vi ho detto, tutte le dimensioni della dentatura quindi
raggio di raccordo smusso di testa addendum, dedendum e chi più ne ha più ne metta, tutte
le quantità sono legate al modulo, anche la larghezza della ruota perché chiaramente non
potete avere un dente molto spesso, quindi molto grande su una ruota che ha una
lunghezza assiale molto piccola, non avrebbe senso e quindi ccorre proporzionale lo
spessore del dente, ovvero il modulo alla larghezza della ruota e lo si fa utilizzando una
relazione di questo tipo. I valori di Lambda che si utilizzano non esistono dei limiti ben
definiti, ma orientativamente, lambda varia tra 8 e 14 .Il limite minimo serve a evitare di
avere delle ruote troppo esili, quindi che abbiano una larghezza piccola rispetto alle altre
dimensioni. L'altro limite, quello superiore Lambda, uguale a 14, serve a garantire che ci sia
una uniforme ripartizione del carico su tutta la larghezza del dente. Perché, come ben
sapete, purtroppo i componenti meccanici che noi realizziamo sono affetti da tolleranze,
tolleranze che riguardano non solo le dimensioni ma anche la forma. Oara che il profilo a
evolvente sia identico in tutte le sezioni della ruota, è una pura utopia. In pratica il carico non
si ripartirà mai in maniera uniforme su tutta la larghezza della ruota. Se facciamo delle ruote
troppo grandi, troppo larghe assialmente il rischio che il carico si trasmetta solo in una
piccola zona è molto alto e quindi chiaramente quella zona sarebbe molto sollecitata e
quindi ne determinerebbe la rottura. Per questa ragione, la larghezza delle ruote è limitata a
14 .Poi ci sono anche degli accorgimenti che si utilizzano, se voi guardate come è fatto il
dente di una ruota dentata. Supponiamo che questo sia una ruota dentata che stiamo
osservando frontalmente, cioè questo è l'asse di rotazione della ruota, quindi i denti sono in
pratica delle linee orizzontali. Molto spesso si realizza ovviamente sto esagerando, ma in
maniera colossale una bombatura del dente cioè In altre parole lo spessore del dente nella
zona periferica della ruota, è più piccolo rispetto alla zona centrale. Questo fa sì che il
contatto, la trasmissione dei carichi avvenga inizialmente in questa zona centrale, dopodiché
questa zona centrale si deforma e quindi fa entrare in contatto anche le le zone laterali del
dente. Ovviamente la differenza di spessore è dell'ordine delle tolleranze non è che stiamo
parlando di millimetri quindi molto piccola, però fa sì che il carico sicuramente interessi la
zona centrale, poi si allarghi man mano a tutta la per tutta la larghezza. Però, nonostante
questo, oltre certi limiti di larghezza, proprio non possiamo andare perché avremmo dei
problem. Questo poi ci tornerà utile quando andremo a vedere come dimensionare le ruote
dentate cilindriche.
RUOTE DENTATE CONICHE

Adesso guardiamo da un punto di vista, diciamo cinematico e descrittivo, come sono fatte le
ruote dentate coniche.Quindi le ruote dentate coniche.Semplicemente.Consentono la
trasmissione del moto tra assi incidenti.Mentre nel caso delle ruote dentate cilindriche gli
assi della delle due ruote erano paralleli e quindi potevamo trasmettere il moto tra assi
paralleli, fra alberi paralleli. In questo caso gli assi sono incidenti.Per questa ragione la
superficie primitiva, che prima era un cilindro, nel caso di una ruota dentata cilindrica,
adesso diventa un cono, quindi i denti sono ricavati a cavallo di questa superficie primitiva
comica.Allora prima di tutto vediamo di ricavare le relazioni in base che legano le varie
grandezze in gioco supponiamo di avere questi due assi.Che questi siano gli assi delle due
ruote e degli alberi su cui sono montate le ruote che si intersecano nel punto o.Sì.Ehm.
Quindi l'angolo formato tra questi assi, ovviamente, è un dato di progetto, noi sappiamo che
dobbiamo trasmettere il moto tra due assi che hanno un angolo di incidenza, che
chiameremo gamma.Gamma maiuscolo.E l'altro dato del problema, quindi i dati di progetto
sono l'angolo gamma?E in genere il rapporto di trasmissione, quello è il tipico.Dato di
progetto che noi abbiamo.Adesso, partendo da questi dati di progetto, noi dobbiamo stabilire
come devono essere fatti con i primitivi che ci garantiscono il rispetto di questi dati.Perché
quello ci serve per dimensionare almeno da un punto di vista della Primitiva. Come è fatta la
nostra ruota dentata. Allora il cono primitivo.Supponiamo che sia questo.O meglio, la traccia
del cono primitivo, vi dovete immaginare due Coni.Di cui questa è la generatrice comune. Il
primo cono asse.Eh? L'asse verticale il primo asse che vedete qua riportato. Il secondo
cono, ha come asse questo secondo, quindi se vogliamo.Se vogliamo tracciare,
diciamo.Questi Coni primitivi saranno qualcosa del genere?Ovviamente noi stiamo vedendo
quello che accade in una sezione che taglia due Coni con un piano DIAMETRALE.E in cui
sono contenuti entrambi gli assi di rivoluzione dei Coni e quindi c'è anche la generatrice
comune dei due corpi che è questo.Allora gli angoli di semi apertura dei Coni? Saranno
questi due, quindi fi?E FI primo.Si priva fi parla per il pignone.Quindi la ruota conduttrice FI,
primo per la ruota condotta.Il nostro scopo è prima di tutto trovare sia e fi, primo in funzione
di gamma e di Tao.Allora come determinare questa relazione?Problema che non avevamo
nel caso delle ruote dentate cilindriche, perché la il rapporto di trasmissione era direttamente
pari al rapporto dei raggi. Quindi diciamo, non avevamo problemi particolari. Qua invece la
geometria primitiva è influenzata direttamente da.Allora fissiamo.Un certo punto P sulla
generatrice comune.Questo punto P.Da luogo posso?Proiettarlo sui due assi, quindi avremo
qua h primo è qui h.In p, qualunque esso sia, avremo durante il moto di rotolamento di
ingranamento la stessa velocità primitiva velocità periferica.Quindi potremmo scrivere che la
velocità periferica impiccherà sarà un vettore uscente dal piano o entrante a seconda del
verso di rotazione si calcolerà come Omega velocità di rotazione della.Nota conduttrice.Per
il segmento PH primo.Niente, la nostra ruota condotta ruota con velocità angolare Omega
primo.E la velocità periferica ha in corrispondenza del punto P si calcolerà come Omega
primo.Eh, che moltiplica P per h.Allora ho fatto un po di confusione, questo e pipera acca o
queste acque, queste acca primus. Ovviamente gli do lo stesso nome, le cose non
funzionano, quindi.Omega per più HE la velocità periferica della ruota Conduttrice Omega
primo per PH primo è la velocità periferica della ruota condotta.Queste due velocità sono
ovviamente identiche, perché in con una ruota dentata non abbiamo delle degli slittamenti
tra una ruota e l'altra e quindi di qua ricaviamo immediatamente che.Omega, primo su
Omega che non è altro se non il rapporto di trasmissione, sarà uguale al rapporto inverso di
questi due raggi. Di queste due distanze, quindi scriveremo PH fratto, PH primo.Pio HEPH
primo li possiamo esprimere in funzione della distanza OP.E dell'angolo
F.Infatti.Consideriamo ad esempio il triangolo rettangolo OHP, rettangolo in H.OP non è altro
che l'ipotenusa.OHE un cateto HPE, l'altro cateto opposto all'angolo.Quindi possiamo
scrivere che PH è uguale AOP per il seno di fi?Analogamente da quest'altra parte, se
consideriamo il triangolo rettangolo OH primo p.Rettangolo in h primo.H primo P sarà uguale
AOP ipotenusa per il seno dell'angolo opposto per il seno di fibre.Ovviamente OP si può
semplificare e quindi abbiamo trovato che il rapporto di trasmissione Tau è uguale al
rapporto seno di fi su seno di fibre.Questo non ci risolve ancora il problema, però se
consideriamo che l'angolo gamma.Incidenza dei due assi è pari alla somma di fi e fi. Primo,
otteniamo due equazioni nelle due incognite, F primo e ci consentono quindi di
determinarla.Ovviamente non si vede. Ah ho gamma uguale più fibre.Come facciamo a
esprimerle, diciamo a ricavare esplicitamente fi e fi? Primo, basta sfruttare questa
condizione, quindi, ad esempio, si uguale gamma, meno F primo.Sostituiamo qui dentro e
otteniamo tau uguale.Seno di gamma, meno fi primo fratto seno di fi, primo.Portiamo al
primo membro seno di fi primo, quindi possiamo scrivere tau seno di fi,
primo.Uguale.Consideriamo la formula per la differenza e per il seno della differenza di due
angoli, quindi se in coseno meno cose in seno, quindi Sen gamma?Posin primo
meno.Coseno di gamma seno disciplinò.A questo punto dividiamo tutti i termini per Cosenza
primo.Quindi cos'è infi primo?Lo senti primo e cosefi primo?Questo si semplifica, qua invece
abbiamo la tangente di C. Primo quindi tangente di primo.Per tau.Più.Coseno di
gamma?Tangente di fi, primo uguale seno di gamma.E quindi isolando la tangente di si
primo.Otteniamo seno di gamma.Fratto.Tau più coseno di ca.E questa e quindi l'espressione
di fi, primo in funzione di gamma e del rapporto di trasmissione.In maniera analoga.Cioe da
questa relazione invece che esprimere fi esprimiamo fi primo.Quindi consideriamo che i
primo è uguale a gamma, meno F.Allora dall'espressione tau uguale sensi su sensi,
primo.Sostituiamo l'espressione di sensi primo?Dissi primo, quindi seno di FI?Fratto, seno di
gamma meno si.Portiamo al primo membro questo termine, quindi otterremo tau per il seno
ed eseguiamo, diciamo la la.Applichiamo la la formula per calcolare il seno della differenza
di due angoli, quindi il seno di gamma coseno diffi meno coseno di gamma seno difficile
uguale seno difficile.Qua dividiamo tutti i termini per coseno di si.E quindi qua si semplifica e
abbiamo. Tau. Tangente scusate, tau.Seno di gamma meno coseno di gamma tangente di
fi?Uguale tangente, dissi, e quindi mettendo in evidenza, tangente diffi.Eh sì, certo che
manca il tau qua.Ciao.Quindi, mettendo in evidenza tangente diffi.Che moltiplica uno più tau
coseno di gamma.È uguale a tau seno di gamma.E quindi tangente, dissi.È uguale a tau
seno di gamma, fratto uno, più tau coseno di calma.E qui abbiamo le due relazioni che ci
forniscono i valori di fies, primo.In funzione delle degli altri parametri.Ora, nella stragrande
maggioranza dei casi.L'angolo di incidenza gamma è pari a 90 ° per cui se gamma è uguale
pi greco mezio 90 °, come preferite, se sostituite qua dentro seno di 90 ° e uno.Coseno di 90
° e zero e quindi avete che la tangente difficili?È uguale a touch, ovvero.Si è uguale all'arco
tangente di tau.Fi prima ovviamente sarei complemento a 90 ° o se volete vi primo. Dall'altra
formula si ricava essere l'arco tangente di uno sull'altro, comunque alla fine il complemento
a 93.Questa è ovviamente la condizione più comune, che è facile ricordarsi negli altri casi,
bisogna ricorrere a queste formule.Eh?Una volta che abbiamo definito quindi cinematic
camente, come è fatta?Una ruota dentata, almeno dal punto di vista delle ruote primitive
equivalenti.Vediamo ora come è fatto una, che cos'ha di particolare?Una ruota dentata
comica andiamo a rappresentarla.Allora quindi disegniamo il nostro asse di rivoluzione.La
traccia della superficie primitiva, questo sarà ovviamente l'angolo di semi apertura del cono
FI.La nostra ruota dentata, o meglio il nostro dente, perché stiamo considerando una
sezione, si troverà a cavallo.A cavallo della superficie primitiva in questa
maniera.Ovviamente, quando rappresentate una ruota dentata Coni idente di una ruota
conica, le superfici di testa sono anche di testa e di piede. Sono anch'esse dei Coni, cioè
non sono parallele alla superficie, alla al cono.Cognitivo questi due segmenti ma.Concorrono
nella punto comune nel Vertice.Ho della ruota, ovviamente.Allora?Come è evidente.Il dente
man mano che si avvicina.Al vertice ideale del cono primitivo.Eh?Diminuisce di dimensioni,
in particolare la Sua altezza cambia.Cioè il dente rastremato.E quindi?Bisogna de.Finire
qual è la sezione?Unificata, diciamo dove andiamo a misurare le grandezze unificate. Ma
questo riguarda anche il raggio primitivo, cioè, mentre quando parliamo di raggio primitivo.Di
una ruota cilindrica non c'è possibilità di equivoco, è qui il raggio.È misurato dove in questo
punto, nel punto centrale, nel punto più interno.Questa è il punto teste lo sapete
già.L'unificazione avviene in questo punto, cioè il raggio primitivo considerato preso come
riferimento fa riferimento alla parte più esterna del dente si.Viene indicato come raggio
esterno, semplicemente raggio primitivo perché è quello unificato.Che significa? Che quello
unificato, che quando noi scriveremo R uguale MZ mezzi questo modulo M non è un valore
qualsiasi, ma è un valore unificato, cioè assume dei valori discreti.Che sono appunto
standardizzati e unificati.Perché è stato preso il punto esterno della ruota per.Diciamo da un
punto di vista più logico, sarebbe stato più corretto prendere considerare il punto
medio.Perché è stata fatta questa scelta?Per una ragione pratica, perché è più facile da
misurare. Questo punto è accessibile, facilmente individuabile.Il punto medio no.Il punto
medio è non è associato a nessun riferimento fisico della ruota.Idealmente noi sappiamo
definire qual è il centro, ma andarlo a individuare non è altrettanto facile.Quindi, tutte le
grandezze unificate sono riferite al raggio esterno, quindi anche l'addendum.Così come
avevamo attendo un medem per la ruota dentata cilindrica, anche qua abbiamo dei numeri
dei dem, cioè la parte che sporge dalla Primitiva che oltrepassa la Primitiva. Sarà la denim,
la parte rientrante.Alla Primitiva sarà il dentro.Ma questo ha dei numeri dei DEM non è
costante per tutto il dente.Eh, perché il dente rastremato?E quindi va precisato che
l'addendum il decidendum vanno misurati.In corrispondenza del raggio esterno.Quindi
questo sarà l'addendum e questo sarà il detenuto.Per le ruote dentate coniche, il
proporzionamento normale prevede che a è uguale AME. Il DEM è uguale a 1,2 volte il
modulo è una particolarità delle ruote d'estate comiche.Ora ehm.Il.Il fatto che sia unificato il
raggio esterno.Non c'è esime però dall'avere la necessità di conoscere anche il valore del
raggio medio, perché se ci pensate bene, quando voi eseguite un caos, il calcolo della
coppia trasmessa tra.Da una ruota dentata che cosa fate? Moltiplicate la forza tangenziale
per il raggio della ruota, quale raggio considerate in questo caso?Dovreste prendere la la
cosa più corretta da fare è considerare il punto di applicazione della forza tangenziale.ora il
punto di applicazione della forza tangenziale
.Non sarà mai esattamente così, però considerare che la forza scambiata sia applicata al
centro e il meglio che possiamo fare, quindi ci serve conoscere dove si trova questo centro e
come è legato al raggio unificato.Il centro geometricamente ti troverà a metà della larghezza.
Questa Sara la larghezza B della nostra ruota.Quindi si troverà una distanza di
mezzi.Questo Sara p mezzi indichiamo solo con il punto come punto C.E questo lo
indichiamo come punto a.Allora la distanza dall'asse di.Rivoluzione sarà?Dicci dall'asse di
rivoluzione sarà il raggio medio.Per il raggio medio.Per una relazione assolutamente
analoga a questa, cioè, potremmo scrivere che il raggio medio uguale a un modulo medio Z
mezzi. Ovviamente il numero di denti è comune a tutti i raggi, quello che cambia è il valore
del modulo medico. Questo modulo?Io ovviamente non è unificato perché sarà un numero
irrazionale, perché dipenderà dalla geometria del lavoro.Vediamo di calcolare la relazione
che esiste tra modulo medio EN proprio perché ci serve, perché in questo punto noi
andremo ad applicare le forze scambiate.Allora per determinare la relazione tra queste due
grandezze, tra modulo e modulo medio, ci basta osservare che.Il l'ipotenusa oa.Può essere
espressa come oggi?Quindi?Questa porzione più.Ci ha.Allora OA è l'ipotenusa di un
triangolo rettangolo in cui il cateto vale R grande raggio primitivo e l'angolo opposto. E
proprio film, Quindi possiamo scrivere che OA è uguale?Al cateto R fratto il seno diffi.Quindi
questo sarà uguale AR fratto seno diffi.Se consideriamo il triangolo rettangolo formato da
OCE questo punto la sua proiezione sull'asse.OC.Eh è l'ipotenusa, in cui il raggio medio e il
cateto opposto a FIFA, quindi possiamo scrivere anche qua che OC è uguale al raggio
medio.Fratto il seno di FI.Cia, abbiamo detto, è metà della larghezza, quindi
dimezzi.Esprimiamo ora il. I due raggi primitivi in funzione dei moduli abbiamo detto che è
uguale AMZ mezzi raggio medio uguale modulo medio Z, mezzi per cui potremmo
scrivere.Modulo Z su due seno diffi.Uguale modulo medio?Z su due seno di FI. E poi
abbiamo la larghezza B, ora la larghezza B nelle ruote dentate cilindriche. Abbiamo detto
che si esprime come Lambda per il modulo.Nel caso delle ruote dentate iconiche.Beh si
esprime come Lambda per il modulo medio.Uno può dire, perché non usare il modulo
esterno che unificato, perché scopriremo più avanti quando vedremo calcoleremo le
sollecitazioni del dente che ci serve esprimere p come Lambda per il modulo medio.C'è una
ragione, insomma.Quindi sostituiamo qui dentro e otteniamo Lambda, modulo Medio Fratto
due.Il due si semplifica da tutte le parti.M.In pratica possiamo mettere in evidenza il modulo
medio.Z su selfie.Più Lambda.Questa espressione ci dà praticamente direttamente il legame
tra modulo e modulo medico, infatti basta moltiplicare ambo i membri per seno di fisu ZE,
quindi otteniamo m.Uguale.Modulo medio per selfi su Z ma quando andiamo a eseguire
questo prodotto per il primo termine otteniamo uno.Più lampada?Per sensi su Z.È questa,
quindi è la relazione tra.Modulo esterno e modulo di meglio?Questa relazione poi ci servirà
appunto per passare dall'uno all'altro, perché?Come vi ho detto noi eseguiremo il calcolo di
resistenza dove nella sezione MEDIA.Quindi calcoleremo il modulo medio come effetto della
nostra verifica di resistenza, però poi dobbiamo ricondurci al modulo esterno perché è quello
a essere unificato e quindi?Eh, ovviamente questa formula cifra.Va bene, direi che possiamo
fare 01:10 di pausa.e riprendiamo Problematica di interferenza e grado di ricoprimento,
perché ovviamente, anche nel caso delle ruote dentate coniche si pongono gli stessi
problemi che abbiamo già esaminato ora, Eh, la condizione di interferenza.Delle ruote
dentate coniche richiederebbe una costruzione grafica, determinare delle formule.Piuttosto
complicate, perché da un punto di vista geometrico, ovviamente le ruote coniche sono una
complicazione.Allora si preferisce avere una valutazione, seppur approssimativa, delle
condizioni di interferenza e di grado di ricoprimento che però, per i nostri scopi è più che
sufficiente.In pratica quello la strada che si segue è quella di.Determinare.Con
una.Metodologia che ora vedremo delle ruote dentate cilindriche che dal punto di vista dell'
ingranamento siano equivalenti a quelle comiche date.Quindi se noi riusciamo a trovare con
un artificio questa equivalenza?Le condizioni che abbiamo visto e le formule che abbiamo
visto per le ruote dentate cilindriche si applicheranno direttamente.Cioè alle nostre ruote
coniche, e quindi diciamo, non avremo bisogno di complicarci la vita con disegni e
considerazioni molto complicate.Per fare questa operazione è necessario stabilire quindi
una equivalenza tra le ruote coniche e delle ruote dentate cilindriche equivalenti. Questo
viene fatto con una costruzione grafica molto.Semplice e prende il nome di approssimazione
di tread Gold Ah Eh vabbè.Avete ragione, non ho condiviso niente con nessuno.Quindi,
dicevamo.Ricorro a questa cosiddetta approssimazione di tread Gold.In che cosa consiste
allora?Iniziamo con disegnare la nostra ruota dentata conica.Quindi questo è il nostro asse,
questa è la superficie primitiva conica e questo sarà il nostro dente.Della ruota
dentata.Questo è l'angolo fi di semi. Apertura del cono e questo è il nostro raggio
primitivo.Queste.Allora noi possiamo immaginare di.Considerare.Un cono complementare
rispetto al cono primitivo, questo cono complementare e il cono che si ottiene tracciando.Eh
una.Retta.Perpendicolare alla superficie primitiva, questo andrà a intersecare il mio asse in
o primo.Allora?Questo cono complementare, se voi ci fate caso come è fatto e un cono che
si trova dal lato opposto, Dio con il Vertice dal lato opposto e mentre i denti?Della ruota
dentata comica rispetto alla superficie primitiva sono diciamo sulla superficie, si trovano
localizzati sulla superficie laterale del cono.Se invece consideriamo il cono complementare.È
come se questi 20 fossero realizzati lungo la circonferenza di base del cono complementare,
cioè In altre parole, se idealmente pensiamo questi denti appartenenti al cono
complementare si troverebbero.Prima delle.Diciamo come se avessimo qualcosa fatta in
questa maniera.Essendo questa diciamo la circonferenza di base del nostro cono
complementare e questi fossero i denti.Ora.Per noi questo cono con questo cono
complementare.È definito qua avrà un angolo che sarà 90 meno fi.Un angolo di semi
apertura 90 meno fi. Quindi qui avremo un angolo fi ora noi possiamo immaginare di
prendere questo Como complementare.E di aprirlo lungo una generatrice, la generatrice del
cono primitivo è quella che va da o primo al punto a che abbiamo definito, che avrà una
lunghezza, che chiameremo R asteriscato, allora.Immaginate idealmente di prendere questo
cono primitivo, di aprirlo lungo una generatrice e di disporre la superficie laterale del cono su
un piano.Facendo questo poi in pratica voi sapete che quando disponete la superficie
laterale di un cono su un piano ottenete un settore circolare.Quindi in questo caso noi
otterremo un settore circolare.I raggio R asteriscato e sulla periferia.Di questo settore
circolare quindi sull'arco che definisce il settore circolare.Si ritroveranno idealmente i nostri
denti che a tutti gli effetti.Daranno origine?Ha una ruota dentata cilindrica.Parziale.Perché
ovviamente non è detto che la ruota dentata abbia tutto il suo sviluppo.Chiaramente
stiamo.Ignorando che il dente sia rastremato, cioè ci stiamo mettendo in questa situazione al
raggio esterno, come se il dente avesse un'altezza uguale per tutte le sezioni, però
diciamo.Questa operazione, diciamo, ideale che stiamo facendo, ci consente di riportare
quelli che erano denti di una ruota fonica come se fossero dei denti di una ruota dentata
cilindrica che avrà raggio e re asteriscato.Allora, ovviamente i denti.Tra queste due ruote
dentate tra la ruota conica di partenza e la ruota dentata equivalente che abbiamo ottenuto
sono esattamente fisicamente, sono esattamente gli stessi.Quindi il passo.Vedenti misurato
come appartenenti alla ruota Dentata Cilindrica, quindi questo asteriscato.Sarà esattamente
identico al passo che i denti avevano hanno in corrispondenza della ruota atomica, quindi p
uguale p asterisco. Ma quanto vale? P? Abbiamo detto che due pi greco R.Diviso Z per la
ruota comica reale.Vale ovviamente la stessa identica relazione che abbiamo visto per le
ruote dentate civili per la ruota dentata fittizia equivalente.Il passo varrà due, pi greca, R
Asteriscato, perché ha un raggio diverso, fratto ovviamente un numero di denti Zeta
asteriscato differente perché, come è evidente.Che seguendo questa operazione abbiamo
ottenuto un numero di denti, una ruota dentata parziale Z Asteriscato, il numero di denti che
servirebbe a completare tutta la nostra ruota.Quindi?Imponendo questa condizione,
ovviamente due pi greche, due pi greca, si semplifica, otteniamo la relazione che Lega il
numero di denti reale al numero di denti fittizio, viceversa, quindi possiamo scrivere Z
Asteriscato.Con Z Uguale R asteriscato su R.Quanto vale? R asteriscato, beh, R asteriscato
è facilissimo da determinare perche in pratica.E l'ipotenusa di un triangolo rettangolo in cui
RE, un cateto e fi e l'angolo adiacente, quindi R asteriscato è uguale AR su coseno di
fi.Quindi se io vado a sostituire Z Asteriscato su Z sarà uguale AR su coseno di fi su R
quindi R si semplifica in pratica.Otteniamo che.Z Asteriscato è uguale AZ su coseno di
FI.Oh, se volete.Z Uguale Z Asteriscato per il coseno.A seconda di quello che ci serve, in
genere questa ci è più utile.Quindi grazie a questa equivalenza abbiamo stabilito che.Una
ruota dentata.Conica che abbia un numero di denti pari AZ in grana nella stessa identica
maniera con le dovute approssimazioni di una ruota dentata cilindrica che abbia un numero
di denti Z Asteriscato e il legame tra questi tra i due numeri di denti è rappresentato da
questo.Coseno.Che cosa ce ne facciamo di questa approssimazione, quando noi dobbiamo
calcolare il numero minimo di denti che deve avere la ruota conica per evitare di incorrere
nel pericolo di interferenza, come lo calcoleremo come Z Asteriscato minimo per il coseno di
phi e Z asteriscato minimo lo calcoleremo con le formule che abbiamo visto nella scorsa
lezione, quindi con le formule valide a rigore per per le ruote dentate cilindriche.Giusto?
Un'osservazione, il numero di denti minimo di una ruota dentata conica sarà quindi più
piccolo rispetto al corrispondente numero di denti minimo di una ruota dentata cilindrica
perché viene moltiplicata per il coseno di phi. In altri termini a parità di numero di denti, le
condizioni di interferenza si verificano più facilmente in una ruota dentata cilindrica piuttosto
che in una ruota dentata conica. Dal punto di vista dell'interferenza, le ruote coniche sono
favorite rispetto a quelle cicliche.Ed è evidente da questa semplice relax.La stessa cosa
varrà per il grado di ricoprimento. Noi abbiamo calcolato che il grado di ricoprimento Y era
uguale a 1/2 pi greca Z più Z primo.Tangente di Teta Zero.Nel caso delle ruote dentate
iconiche, dovremmo sostituire al posto di Z il numero di denti Z asteriscato, quindi
scriveremo 1/2 pi greca.Z Asteriscato più Z Primo asteriscato tangente di teta azeri. E
siccome vale la relazione?Z Asteriscato uguale Z su cose in fi potremmo scrivere y uguale a
1/2 pi greca.Z su Coseno di FI più Z primo su Cosenza, primo per tangente di Teta zero.E
così, calcoli calcoleremo il grado di ricoprimento della delle ruote dentate coniche. Anche in
questo caso.Zeta Asteriscato Zeta prima asteriscato sono più piccoli rispetto AZ.Quindi in
pratica significa che con le ruote dentate coniche avremo una condizione di ingranamento
che sarà 1 ° di ricoprimento che sarà migliore.Di quello delle corrispondenti ruote
dentate.Non dovrebbe essere diviso.Eh?Non mi ricordo.Ah tangente di Teta, no, mi stai stai
buttando giù le mie certezze.La considerazione sul che abbiamo fatto prima, allora Z da
questa relazione diciamo che si vede anche di qua, però da qua si vede meglio perché da
questa relazione in generale Zeta asteriscato.È uguale, AZ su coseno diffi.Quindi?Z
Asteriscato, numero più grande di Z Quindi se Z Asteriscato EZ prima asteriscato sono un
numero maggiore sarà più difficile che cioè otterremo 1 ° di ricoprimento più grande.Rispetto
a quello che avremmo considerando i numeri reali di denti ZZ primo.Proprio perché qua
inseriremo Zeta Asteriscato EZ primo asteriscato, che saranno un po più grandi del numero
di denti reale e quindi alla fine ci ritroveremo 1 ° di ricoprimento un po più.Sarebbe il numero
minimo di 20 della ruota glìttica equivale.Z No Z Min e il numero Real minimo reale di denti
della ruota conica, invece Zeta Asteriscato e il numero di denti minimo della ruota cilindrica
equivalente, giusto per fare un esempio. Così fughiamo ogni dubbio.Ma lo vedremo negli
esercizi quando noi calcoleremo il numero minimo di denti di una ruota conica, prima ci
calcoleremo Z Asteriscato minimo.Con la formula, ad esempio due su Saint quadro Teta
zero a primo Suem.Dopodiché.Ci calcoleremo Z MINIMO come Z Asteriscato minimo per
coseno diffi.Quindi se qua avremo.Ad esempio circa 17,1, quindi siamo obbligati a scegliere
18 denti.Grazie a questo coseno di FI che è un valore inferiore a uno, molto spesso
scendiamo al di sotto di 17, quindi 16,8 16,9 e quindi possiamo scegliere.Realizzare la
nostra ruota dentata con 17 denti.vabbè ok con questo diciamo abbiamo chiuso questa parte
sulle ruote dentate coniche.
LEZIONE 3-16 RUOTE DENTATE ELICOIDALI (Spiegazione)

Prima di iniziare la lezione di oggi, che riguarderà le ruote dentate elicoidali una precisazione
su questo cioè sull'ultima parte della lezione della scorsa lezione.Nell'ultima parte della
lezione abbiamo parlato della dell'approssimazione di Tread Gold e di come sia possibile,
quindi, grazie a questa approssimazione, equiparare una ruota.Dentata conica a una ruota
dentata cilindrica equivalente. Quindi abbiamo visto questo cosa comporta per la condizione
di interferenza?Abbiamo visto, non mi ricordo se ve l'ho detto, il rapporto di trasmissione
fittizio, cioè il rapporto tra il rapporto di trasmissione che avrebbero le ruote dentate
cilindriche equivalenti alle ruote dentate.Monica, cioè Z Asteriscato su Z Asteriscato primo
che in base alla relazione che esiste tra numeri di denti reali e numeri di denti fittizi, cioè Z
su coseno di FI, è pari a questa espressione.Zeta su Z Primo parco sensi, primo su
Cosenza, FI quindi Z su Z primo non è altro che il rapporto di trasmissione reale e tau, che
viene quindi corretto per cose infi primo su coseno di FI. Questo rapporto di trasmissione
fittizio, poi lo.Utilizzeremo in una delle verifiche di resistenza delle ruote dentate comiche che
vedremo più in là, però più che altro.Volevo parlarvi del grado di ricoprimento, perché in
pratica quella che vedete qua, l'espressione che vedete qua del grado di ricoprimento mi
sono accorto che sbagliata, quindi dovete correggere questa espressione.Riportata in
questo file, io lo farò quanto prima perchè purtroppo non ho con me il materiale, quindi non
lo posso fare comunque l'espressione corretta è quella che vi ho dato io a lezione.Che ripeto
un attimo così così ci chiariamo.Allora per fare questo dovrei riuscire a scrivere allora?Il
grado di ricoprimento.Noi abbiamo definito il grado di ricoprimento per delle ruote dentate
cilindriche come 1/2 Pi greca Z più Z primo per la tangente di Teta zero. Ora se noi vogliamo
applicare.Questa stessa identica formula al caso delle ruote dentate coniche.Dobbiamo
utilizzare al posto di ZZ, primo numero di denti reali, i numeri di denti fittizi delle ruote
coniche, quindi il grado di ricoprimento di due ruote coniche si calcolerà come 1/2.Pi greca Z
Asteriscato più Z primo asteriscato tangente di teta zero.Poiché vale la relazione.Z
Asteriscato uguale Z su coseno di FI.EZ primo asteriscato uguale Z primo su coseno di fi,
primo, sostituendo queste due espressioni si ottiene 1/2 pi greca Z su coseno di FI.Più Z
primo su coseno di fi, primo per tangente di teta zero. Quindi questa è l'espressione corretta
del grado di ricoprimento di ruote di due ruote coniche e non quella riportata sugli appunti.E
mi era sfuggita, cioè per una distrazione ho riportato Eh il valore errato, quindi considerate
questa valida.Chiaro come?Problema? Spero di sì.Allora, Detto questo ritorno ora.

INIZIO RUOTE DENTATE ELICOIDALI

Sto argomento di oggi, cioè le ruote dentate elicoidali allora le ruote dentate elicoidali in
pratica nascono per risolvere delle esigenze molto particolari, per aumentare quella che è la
capacità di trasmissione dei carichi delle ruote dentate. Quando abbiamo parlato, infatti,
delle ruote dentate cilindriche abbiamo detto che esiste una limitazione alla larghezza della
ruota, cioè alla dimensione assiale della ruota, questo perché praticamente il contatto tra i
denti non avviene in maniera identica per tutta la larghezza della ruota, ma diciamo, ci
saranno dei punti più sollecitati di altri, quelli che per effetto delle tolleranze geometriche e
dimensionali entreranno prima in contatto. Quindi questo fa sì che per limitare questo
fenomeno dobbiamo limitare la larghezza assiale della ruota, però limitare la larghezza
assiale della ruota, quindi questa dimensione significa anche diminuire la sezione resistente
del dente e quindi in pratica ridurre la capacità di trasmettere carico. Una possibilità è quella
di idealmente di prendere la nostra ruota dentata immaginare idealmente che questa sia
ottenuta affiancando più ruote dentate una dietro l'altra e immaginando di sfalsare in senso
circonferenziale una di queste ruote dentate parziali rispetto alla precedente, quindi, in
pratica noi avremmo un dente fatto a scalini, quindi con un primo tratto posizionato in una
certa posizione, un secondo tratto un po spostato in avanti e così via.Ora, se noi estendiamo
questo principio portiamo questo principio all'estremo, cioè idealmente immaginiamo di
realizzare dei denti di spessore infinito, di larghezza infinitesima e di sfalsare per ancora una
volta di una quantità infinitesimale alla fine qui otterremo un dente che si avvolge ad elica
attorno al al cilindro. Fondamentalmente quindi in pratica otterremo una ruota dentata in cui
l'asse del dente non è costante per tutte le sezioni, ma ruota con una certa inclinazione, cioè
otterremo un dente elicoidale. In maniera alternativa l'altra possibilità per immaginare come
è possibile ottenere un dente elicoidale e quello che vedete raffigurato qua.Quindi voi sapete
che per costruire un dente il profilo evolvente di un dente bisogna partire dalla circonferenza
fondamentale. In realtà il dente ha un suo sviluppo in direzione assiale, quindi è più corretto
partire da un cilindro fondamentale e considerare che il profilo a evolvente venga generato
da un piano che rotola senza strisciare sul cilindro fondamentale. Allora se voi prendete
questi punti iniziali di contatto, quelli lungo la tangente comune al piano e al cilindro durante
il rotolamento di di questo piano otterrete un profilo evolvente di questa maniera che vi
disegnerà ovviamente la superficie del dente. E in questa maniera poi ottenete un dente
diritto, cioè che ha la stessa posizione relativa in tutte le sezioni della ruota. Immaginate ora
di prendere questo cilindro, su questo piano tangente al cilindro fondamentale. è un segment
che non è più parallelo all'asse della ruota del cilindro fondamentale, ma è inclinato di un
certo angolo beta con F. Allora, se voi considerate i punti del piano appartenenti a questo
segment e fate rotolare senza strisciare il piano sul cilindro fondamentale, questi punti vi
descriveranno dei profili ad evolvente che saranno sfalsati lungo la larghezza assiale della
ruota, dando origine quindi a un dente che si avvolge ad elica sul cilindro ad evolvente.In
questa maniera, quindi, generiamo idealmente un dente fatto in questa maniera. Beta con f
ci darà la misura di quanto è inclinato l'asse dente rispetto all'asse della ruota e si chiamerà
angolo di inclinazione del profilo misurata sul cilindro, fondamentale. Perché è importante
precisare questo? Perché l'angolo di inclinazione beta con F è strettamente connesso al
cilindro fondamentale. Se infatti noi ci poniamo in corrispondenza del cilindro primitivo,
l'angolo di inclinazione beta del dente sarà diverso il perchè è facile capirlo. Consideriamo
due cilindri il primo di raggio Rho, raggio fondamentale, il secondo di raggio R raggio
primitivo e supponiamo di considerare due eliche che si avvolgono sulla superficie laterale di
questo cilindro. Se le due eliche sono le stesse, cioè hanno il medesimo passo attenzione a
non confonderlo questa grandezza con il passo tra due denti, ma il passo dell'elica del dente
e per costruzione ovviamente i nostri denti avranno lo stesso passo lungo la direzione
assiale, sia sul cilindro fondamentale che sul cilindro primitive. I due raggi, però, e quindi le
superfici laterali su cui sono avvolte le le eliche hanno raggio diverso e quindi significa che
l'angolo di inclinazione dell'elica, cioè questo angolo e questo angolo, deve necessariamente
essere diversi. Infatti, se noi immaginiamo di aprire lungo una generatrice questi due cilindri
e di disporre la superficie laterale su un piano vedremo che l'elica si disporrà secondo una
ipotenusa e formerà con il segmento verticale secondo cui noi abbiamo tagliato il cilindro di
lunghezza P con e l'angolo beta con F, cioè l'angolo di inclinazione che abbiamo introdotto
nella costruzione precedente per capire la genesi delle ruote dentate elicoidali. lla base ci
sarà un cateto che ovviamente sarà la lunghezza della circonferenza, fondamentale quindi
due pi greca per il raggio fondamentale per Rho. Analogamente, se noi eseguiamo la stessa
identica costruzione per il cilindro primitivo, noi avremo l'elica che si disporrà, secondo
l'ipotenusa di un triangolo rettangolo. Il primo cateto sarà ancora una volta P con e ma alla
base avremo la lunghezza della circonferenza primitiva, quindi due pi greca per R grande. Di
conseguenza all'angolo opposto, avremo l'angolo opposto, avrà un valore diverso che
chiameremo con beta per distinguerlo da beta con F che è l'angolo di inclinazione misurato
sul cilindro fondamentale.Andiamo a ricavare la relazione tra queste grandezze, basta
imporre che il passo sia identico. Quindi in pratica la tangente di beta F sarà pari al rapporto
tra i due cateti, quindi due pi greco a Rho Fratto P con e. Analogamente per il secondo
triangolo due pi greco R Grande, Fratto Picon e mi darà la tangente Beta.A questo punto noi
ricaviamo entrambe le relazioni, possiamo scrivere tangente di Beta con F fratto due pi
greca a Rho uguale tangente di Beta Fratto due pi greco R due pi greco ovviamente si
semplificano e quindi otteniamo che tangente di Beta F su tangente di beta è uguale a rho
su R, poiché Rho è uguale a R per il coseno di Teta zero otteniamo che la tangente di beta
con F su tangente di beta è uguale al coseno di teta zero o se volete, in questa
espressione, in questa forma, la tangente dell'angolo di inclinazione fondamentale beta con
F è uguale alla tangente di beta per il coseno di teta zero.Normalmente, quando si definisce
quindi una ruota dentata elicoidale oltre alle informazioni sul modulo e sul numero di denti,
occorrerà quindi fornire un angolo di inclinazione. Normalmente il valore che viene fornito è
proprio beta, quello misurato in corrispondenza della superficie primitiva. Però bisogna
ricordare che questo angolo non è l'unico angolo di inclinazione, perché poi ovviamente a
seconda del cilindro su cui noi ci poniamo, otteniamo un angolo di inclinazione diversa.
Allora perché vi dicevo ci siamo preoccupati così tanto di ottenere delle ruote dentate
elicoidali ad asse denti elicoidale, cioè perché ci complichiamo la geometria di una ruota
dentata in questa maniera lo facciamo perché queste ruote dentate hanno svariati vantaggi.Il
primo vantaggio è dato dal grado di ricoprimento. In pratica il grado di ricoprimento delle
ruote elicoidali viene maggiorato dal fatto che, essendo i denti inclinati esistono sempre
contemporaneamente più denti in presa cioè il grado di ricoprimento è molto più alto di due,
quindi se voi vi ricordate quando abbiamo parlato abbiamo definito il grado di ricoprimento,
abbiamo detto che è una misura del numero di denti che sono contemporaneamente in
presa e più aumenta questo valore più silenzioso è l'ingranamento, ovvero con meno urti
perche in pratica durante l'ingranamento non c'è un istante in cui una coppia di denti entra in
presa perché all'inizio dell'ingranamento si sposta continuamente da un estremo della ruota
all'altro, quindi non interessa mai l'intera larghezza della ruota.In questa maniera noi è come
se avessimo un contatto continuo tra le superfici tra i profili ad evolvente e quindi un'assenza
di urti e questa assenza di urti ovviamente ce ne accorgiamo dal punto di vista della
funzionalità perchè praticamente l'ingranaggio è molto più silenzioso e questa maggiore
silenziosità si traduce anche in minori sollecitazioni, perché ogni urto alla fine una sovra
sollecitazione che va a interessare la nostra ruota dentata. In termini pratici si vede che il
grado di ricoprimento di una ruota dentata elicoidale, si calcola come il grado di ricoprimento
che avrebbe quella ruota dentata se fosse a denti dritti. quindi con la solita formula 1/2 pi
greca Z più Z primo tangente.Ed età 0 piu un termine aggiuntivo questo termine aggiuntivo si
dimostra essere pari alla larghezza della ruota, la larghezza assiale della ruota B per la
tangente di beta dove beta è l'angolo di inclinazione in corrispondenza della circonferenza
primitiva fratto il passo assiale dell’elica. Quindi in questa maniera noi abbiamo un termine
che può essere molto grande e che quindi ci rende questo grado di ricoprimento molto
grande e quindi molto efficiente questo tipo di ruota e questo è sicuramente il primo
vantaggio. Giusto per per farvi notare una cosa da dove ve ne accorgete che le ruote
dentate elicoidali hanno un funzionamento piu regolare e dolce. In pratica nel cambio della
vostra autovettura, tutte le marce che corrispondono quindi a dei degli ingrandimenti sono
realizzate con ruote dentate elicoidali. Questo vedremo, sia perché danno appunto una
migliore regolarità di funzionamento, sia per un'altra ragione perché ora vedremo riusciremo
a minimizzare l'ingombro radiale, però, ne parleremo dopo. C'è però nel vostro cambio di
velocità un ingranaggio che almeno fino a poco tempo fa veniva realizzato con ruote dentate
cilindriche a denti dritti. Si tratta dell'ingranaggio aggiuntivo della retromarcia. Infatti quando
voi innestate la retromarcia e procedete in retromarcia, voi in genere riuscite ad ascoltare e
ad avvertire del rumore del cambio delle ruote dentate che ingranano e che ruotano, questo
è dovuto a due fattori, prima di tutto perché aggiungete un ingranaggio per invertire il moto di
rotazione e quindi e ci sono delle ruote dentate che ruotano ad una velocità molto elevata
poiché dovete ridurre molto il rapporto. Seconda cosa, perché la ruota dentata, la coppia di
ruote dentate che aggiungete è realizzata nella maniera più economica possibile, cioè con
ruote dentate a denti dritti. Ovviamente nessuno vi si aspetta che voi percorrete centinaia di
chilometri in retromarcia e quindi è inutile, in quel caso utilizzare una ruota dentata
elicoidale, più costoso e quindi si utilizza una ruota dentata di questo tipo. Volevo dirvi e che
diciamo sarà evidente tra un po per fare questo vi faccio un disegno. Normalmente quando
voi andate a osservare un disegno di ruote dentate per le ruote dentate cilindriche a denti
dritti, normalmente avete una geometria di questo tipo. Cioè, In altre parole, le ruote dentate
cilindriche a denti dritti normalmente hanno un ingombro radiale, quindi un raggio maggiore
rispetto alla larghezza assiale proprio perché abbiamo detto che B che è uguale al Lambda
per M deve essere limitato, quindi normalmente le ruote dentate cilindriche a denti dritti sono
con raggio elevato e larghezza piccola.Se voi invece osservate il tipico ingranaggio a ruote
dentate elicoidali ha un aspetto di questo tipo, cioè In altre parole tendenzialmente avete un
raggio più piccolo della larghezza. Questo vedremo perch in pratica, come quando tra un po
studieremo le condizioni di interferenza di questo tipo di ruolo di ruote, scopriremo che
riusciremo a ridurre molto il numero di denti Zeta che dobbiamo utilizzare per evitare
condizioni di interferenza, quindi ovviamente riducendo Z siccome il raggio primitivo è
proporzionale a Z mezzi riducendo Zeta, riusciremo a ridurre il raggio R . Ovviamente, non
abbiamo limitazioni particolari su B vedremo che in ogni caso si esprimerà come Lambda
per il un modulo, però questo Lambda può assumere valori anche molto grandi di
25,30,50,60, quindi valori larghezze molto grandi. Quindi tipicamente le ruote dentate
elicoidali hanno un aspetto di questo tipo, cioè sono più allungate piuttosto che sporgenti
radialmente.Da un punto di vista dell'ingombro che è sempre uno dei problemi che che
dobbiamo affrontare, avere delle ruote dentate di questo tipo è una soluzione migliore.
perchè riusciamo a ridurre l'interasse tra gli alberi non solo, molto spesso le ruote dentate
elicoidali possono essere ricavate di pezzo proprio perché hanno un diametro dei raggi se
volete prossimo a quello degli alberi possono essere ricavate di pezzo direttamente
partendo, eseguendo la lavorazione meccanica per asportazione di truciolo, per la creazione
del profilo evolvente, quindi semplifichiamo anche le cose dal punto di vista tecnologico.
Vediamo di capire perché per le ruote dentate riusciamo ad avere una configurazione
geometrica di questo tipo che abbiamo scoperto sulla base di queste considerazioni e è
utile, ci aiuta a risolvere vari problemi. Prima di tutto, prima di fare questo dobbiamo definire
le altre grandezze caratteristiche che definiscono la geometria del dente, in particolare il
modulo. Perché il modulo? Perché così come un pò accadeva per le ruote dentate coniche.
qua la definizione di modulo insomma, va precisato perché come vedremo esistono due
moduli.Come facciamo ad accorgerci di questo? Consideriamo questo disegno in questo
disegno, stiamo osservando una ruota dentata elicoidale vista frontalmente. Quindi questo è
l'asse della ruota e quindi stiamo vedendo la superficie laterale proprio la dentatura di una
ruota dentata di questo tipo. Allora i denti, siccome questo è chiaramente il cilindro primitive I
denti ci appariranno come tante superfici inclinate dell'angolo beta. Quindi in particolare
questa che ho evidenziato che ho tratteggiato in scuro, rappresenta la sommità del dente,
poi qua a fianco c'è il profilo a evolvente vero e proprio che sto guardando frontalmente,qua
c'è la il piede tra un dente e l'altro, quindi la cava tra un dente e l'altro qua c'è l'altro profilo
evolvente e qui c'è l'altra testa la superficie di testa dell'altro dente del dente contiguo. Visto
in questa vista, io posso decidere di sezionare la mia ruota dentata e quindi la mia dentatura
o con un piano normale all'asse dei denti che indicherò come pigreco N e se normale
all'asse dei denti dovrà essere ortogonale all'asse beta del dente e quindi, rispetto alla
direzione orizzontale formerà un angolo anch'esso un angolo beta.Se mi pongo in questo
piano e considero gli assi dei due denti, quindi questo e questo.Questi due assi disteranno di
una quantità che pari proprio al passo che chiamerò passo normale perché misurato in
corrispondenza del piano normale. Se invece seziono la mia ruota dentata con un piano
ortogonale all'asse della ruota quindi con un piano che chiamerò frontale perchè il risultato di
questa sezione sarà quello che un osservatore vede frontalmente alla ruota quando si
dispone frontalmente alla ruota in questa maniera, in questo caso la distanza tra gli assi dei
due denti sarà questo segmento, che chiamerò ancora una volta passo, però sarà un passo
frontale perché misurato appunto nel piano frontale. Questi due segmenti P con F P conn
sono ovviamente per forza di cose diversi e qual è la relazione che lega i due? P con F è
l'ipotenusa di un triangolo rettangolo in cui P con N è un cateto e, l'angolo compreso tra i
due, cioè questo è proprio beta, quindi potrò scrivere che P con N è il cateto è uguale a P
con F l'ipotenusa per il coseno dell'angolo adiacente, quindi per il coseno di beta f.Di
conseguenza, siccome sapete bene, il passo è direttamente proporzionale al modulo
differisce solo di un fattore pi greca analogamente esistera un modulo in direzione normale e
un modulo in direzione frontale e il rapporto la relazione tra i due sarà espressa sempre
dalla relazione del tipo M N modulo normale uguale modulo frontale per coseno di beta . Si
dimostra, ma lo diamo per scontato che anche l'angolo di pressione cvambia nei due piani e
in particolare scrivere potremmo scrivere che tangente di Teta zero e Teta zero sarà l'angolo
di pressione nel piano normale sarà uguale alla tangente di teta con F per il coseno di beta.
Perché ho indicato teta con zero invece che teta con n. Perché in pratica i valori unificati
sono quelli nel piano normale, quindi se ad esempio facciamo riferimento all'angolo di
pressione standard di 20 °, l'angolo di pressione nel piano normale sarà proprio pari a 20 °.Il
modulo, che sarà anch'esso unificato secondo la tabella 1,5 2,5, cioè con valori discreti del
modulo, sarà anch'esso unificato, quello normale. Perchè questa scelta, che potrebbe
sembrare un po incoerente, perché? Se ci pensate bene, quando voi selezionate un cilindro
con un piano Pigreco n che non è ortogonale all'asse del cilindro, voi come superficie di
intersezione come curva di intersezione o tenete una ellisse, non ottenete un cerchi .Quindi
non potete esprimere il raggio della ruota in funzione del modulo normale. Non funziona
perché la avreste una ellisse. Infatti, se voi volete esprimere il raggio primitivo della vostra
ruota dentata cilindrica denti elicoidali dovete far riferimento a quello che accade nel piano
frontale, quindi il raggio primitivo si calcolerà come modulo frontale per Z mezzi con un
modulo frontale che ovviamente un numero irrazionale, perché modulo frontale si calcolerà
come modulo normale fratto il coseno di beta. Cioè In altre parole le ruote dentate elicoidali
saranno caratterizzati da dei raggi primitivi e che non saranno dei numeri interi o frazionari,
cioè avrete dei raggi primitivi che so 25,356 millimetri e così via e proprio perché dipendono
da un numero M con F che è un numero irrazionale. Allora qualcuno potrebbe dire, ma
perché qual è la ragione di questa scelta? Perché è stato scelto di unificare il modulo
normale e non il modulo frontale. La ragione è presto detta. Quando voi dovete realizzare
ricavare una ruota dentata, quindi con un lavorazione di di asportazione di truciolo in pratica,
che cosa si fa? Si simula ingranamento tra un rocchetto, quindi un cilindro di materiale
prelevato da una barra di dimensioni opportuna con una ruota dentata che al posto dei denti
presenta degli utensili di taglio. Allora facendo ruotare in maniera asincrona in maniera
corretta, questa ruota dentata che alla fine è un utensile di taglio che prende il nome di
creatore e la ruota il cilindro su cui voi volete ricavare la ruota dentata e, avvicinando
accostando questi due elementi, ehm volta per volta in pratica, questo utensile scaverà
asporterà il truciolo tra un dente e l'altro in corrispondenza del vostro cilindro, ricavando
quindi la ruota dentata. Per ricavare una ruota dentata elicoidale il procedimento è
esattamente lo stesso. Si utilizza lo stesso identico utensile, cioè questa ruota dentata che
presenta al posto dei denti degli utensili di taglio che si chiama creatore. Che cosa si fa di
diverso? Si inclina questo creatore dell'angolo beta, quindi capite bene che il mio scopo è
realizzare le ruote dentate, quindi io con l'unificazione vado a limitare il numero di utensili, di
creatori che potrò utilizzare per determinare la mia ruota dentata e quindi come
conseguenza otterrò delle ruote dentate che hanno tutte in comune lo stesso modulo
normale che è pari a quello del creatore potrò variare il modulo frontale cambiando
l'inclinazione del dente. Quindi chiaramente questo ci costringe in un certo senso ci rende
conveniente unificare il modulo normale e non il modulo frontale. Questa è la ragione per cui
l'unificazione viene fatta a livello del modulo normale. Ehm una cosa volevo dirvi, trovate se
fate delle ricerche in rete potete trovare dei video che vi fanno vedere come vengono
eseguite le lavorazioni per asportazione di truciolo che servono a ottenere delle ruote
dentate se avete un po di tempo, fatevi una ricerca su Youtube, ne trovate arecchi, più o
meno più o meno belli e il capirete come viene eseguita la lavorazione che porta alla
fabbricazione delle ruote dentate evedrete, nel caso delle ruote dentate elicoidali che si
prende esattamente lo stesso identico utensile e lo si inclina opportunamente per generare
le ruote dentate. Quindi, nonostante la complessità della geometria di una ruota dentata
elicoidale, la lavorazione non presenta difficoltà particolari rispetto a una classica ruota
dentata a denti dritti. Una volta che abbiamo definito quindi le relazioni tra grandezze nel
piano normale e nel piano frontale vediamo ora la condizione di interferenza delle ruote
dentate elicoidali. Anche qua procederemo nella stessa maniera diciamo con la stessa
logica che abbiamo utilizzato per le ruote dentate coniche, cioè in altre parole, eviteremo di
calcolarci quello che accade effettivamente durante l'ingranamento di ruote dentate
elicoidali, ma ci ricondurremo al caso di due ruote dentate cilindriche a denti dritti che siano
equivalenti alle ruote dentate elicoidali in esame. Quindi, anche in questo caso troveremo
una condizione di equivalenza tra ruote elicoidali e ruote cilindriche e continueremo, come al
solito, a utilizzare le formule che abbiamo visto per la condizione di interferenza delle ruote
dentate cilindriche al caso delle ruote dentate elicoidali. Allora vediamo qual è il
ragionamento che si fa allora prima di tutto come abbiamo visto appena visto l'
ingranamento delle ruote dentate elicoidali avviene nel piano normale, quindi è qui che
dobbiamo andare a eseguire a concentrare la nostra attenzione. Allora se io pongo che
questo sia il mio cilindro primitivo e questo sia ovviamente il diametro primitivo, quindi due
volte R grande se io considero che ho un'inclinazione del dente pari a Beta rispetto a questo
che è l'asse del dente posso tracciare in direzione ortogonale all'inclinazione del dente il mio
piano normale, il mio piano normale andrà a tagliare a sezionare il mio cilindro primitive
dando origine a una figura che ha la forma di una ellisse. Quindi se io guardo quello che
accade in questa direzione, quindi come un osservatore di sposto normalmente al piano
normale che cosa vedo? Vedo che la mia ruota dentata la mia superficie primitiva assume la
forma di un ellisse i cui semiassi sono pari, abbiamo il semiasse maggiore che chiamo a che
in pratica questa distanza e b che non è altro se non il raggio primitivo del mio cilindro,
Quindi a per quello che abbiamo detto prima, se consideriamo un triangolo rettangolo in cui
quello che sto disegnando e R raggio primitive a è l'ipotenusa di questo triangolo rettangolo
e beta e l'angolo adiacente tra l'ipotenusa e il cateto posso scrivere che l'ipotenusa a varrà R
su coseno di beta.Mentre il semiasse minore B varra R. Adesso se io considero che questa
sia tutti gli effetti la traiettoria che seguirà un dente durante l'ingranamento posso andare ad
posso andare ad approssimare questa ellisse con una circonferenza che che voi sapete che
nella geometria questa circonferenza che approssima un tratto di curva qualsiasi prende il
nome di circonferenza osculatrice cioè il miglior compromesso è quella che descrive meglio
l'andamento della curvatura della superficie, in un particolare punto. Quindi, si dimostra che
nel caso di una ellisse la circonferenza che meglio approssima la curvatura di questa
superficie ha un raggio R asteriscato che è pari a questo rapporto, quindi al semiasse
maggiore, elevato al quadrato, fratto il semiasse minore. Il semiasse maggiore, abbiamo
detto che è pari a R su coseno di beta, quindi complessivamente avremo R quadro su cosen
quadro di beta fratto B, cioè fratto il raggio, quindi otteniamo R su cosen quadro di beta.
Allora possiamo in pratica ipotizzare che l' ingranamento della mia ruota dentata che
avviene quindi lungo elicoidale, che avviene lungo questa traiettoria ellittica, sia
approssimabile con quello di una ruota dentata cilindrica a denti dritti che abbia un raggio R
asteriscato pari a R su cosen quadro di beta.Ora questo, siccome questo R asteriscato alla
fine il raggio di una ruota cilindrica denti dritti che tra l'altro ha modulo M con n poiché vi
ricordo che siamo nel piano normale allora posso scrivere che R asteriscato sarà uguale a
un modulo normale per un numero di denti Z asteriscato equivalente fratto due. Ma il modulo
normale abbiamo visto che è legato al modulo frontale da questa relazione, quindi il modulo
normale uguale in modulo frontale per coseno di beta e quindi sostituendo in questa
relazione, al posto di R asteriscato modulo frontale per coseno di Beta fratto due per Z
asteriscato ottengo uguale. Qua abbiamo R su cosen quadro beta, ma il raggio primitivo R
sarà ancora una volta modulo frontale per Z diviso due, quindi posso semplificare ad ambo
membri modulo frontale mezzi e ottengo la relazione Z Asteriscato uguale Z su coseno al
cubo di beta dove avrò portato questo cosen beta a denominatore a secondo membro,
Questa relazione in pratica mi dice che una ruota dentata elicoidale con Zeta denti e angolo
di inclinazione beta ingrana in tutto e per tutto come una ruota dentata cilindrica, a denti dritti
che abbia un numero di denti zeta asteriscato pari a Z Fratto il coseno al cubo di Beta.
Quindi questa relazione ci permette di stabilire l'equivalenza tra i due tipi di ruote e quindi
applicare tutte le considerazioni che abbiamo visto per le ruote dentate a denti dritti anche al
caso delle ruote dentate elicoidali. In particolare, questa relazione varrà per il numero
minimo di denti che ci assicura l'assenza di condizioni di interferenza e quindi il numero
minimo di denti che deve avere una ruota dentata elicoidale sarà uguale a questo Z
Asteriscato minimo che noi continueremo che è quello il numero minimo di denti che deve
avere una ruota dentata a denti dritti e che calcoleremo con la solita formula 2 su sen
Quadro teta zero in pratica moltiplicata per il coseno al cubo di Beta. Ora è evidente che
coseno di beta e il suo cubo è un termine piu piccolo dell'unità, qualunque sia il valore di
beta. Quindi na volta che noi andiamo a moltiplicare il numero minimo di denti per un
numero inferiore all'unità, otterremo un numero minimo di denti più piccolo di quello di una
ruota dentata a denti dritti. Cioè, In altre parole, la condizione di interferenza per le ruote
dentate elicoidali e molto meno restrittiva, cioè, come vi dicevo riusciremo a realizzare delle
ruote dentate con un numero di denti più basso e quindi in definitiva, a ridurre l'ingombro
radiale. Ecco perché le ruote dentate elicoidali come vi dicevo possono avere un raggio
molto più piccolo perché riusciamo a ridurre Z quindi a diminuire l'ingombro radiale,
dopodiché possiamo aumentare la capacità di resistenza e di trasmissione del carico
andando ad agire sulla larghezza e quindi otteniamo delle ruote che hanno una
configurazione geometrica di questo tipo. Per quanto riguarda la geometria delle ruote
dentate elicoidali non c'è altro da dire.

SECONDA PARTE - FORZE SCAMBIATE TRA RUOTE DENTATE

Come sono fatte le forze scambiate tra le ruote dentate, com'è possibile calcolarle? Perché
questo ovviamente ci servirà per la verifica di resistenza delle ruote dentate dovreste già
conoscere queste formule immagino che le abbiate viste in meccanica applicata, però una
ripassata è sempre utile. Allora iniziamo dal caso più semplice, cioè quello delle ruote
dentate cilindriche a denti dritti. Quindi, come è possibile individuare le forze scambiate?
Disegniamoci i due cilindri fondamentali con la linea continua e i due cilindri primitivi, le due
circonferenze primitive con la linea tratto punto che sono tangenti in questo punto.
Consideriamo che questa sia la ruota motrice, quindi poiché è una ruota motrice, significa
che il verso della coppia e della velocità angolare OMEGA sono concordi quindi ad esempio,
in senso orario, come in questo caso, invece sull'altra ruota avremo ovviamente una Omega
primo che sarà di verso opposto come evidente e la coppia C primo che sarà una coppia
resistente in quanto opposta alla velocità angolare OMEGA primo.Allora possiamo tracciare
la retta tangente comune alle due circonferenze primitive e la retta di pressione che è la
tangente comune alle due circonferenze fondamentali che risulterà ovviamente inclinata
dell'angolo Teta zero. Come sappiamo il punto di contatto tra le due ruote dentate giacerà
apparterrà al cosiddetto segmento di pressione, che comunque è una porzione una piccola
parte di questa retta delle pressioni. Ora il punto di contatto, come abbiamo visto, varia in
realtà all'interno di questo segmento di pressione, quindi in teoria noi dovremmo istante per
istante considerare la forza che viene scambiata tra una ruota e l'altra, considerando
esattamente il punto di contatto. Però questo alla fine non è importante, nel senso che
possiamo ipotizzare ai fini del calcolo della forza scambiata, che il contatto avvenga sempre
in questo cioè nel punto in cui le due circonferenze primitive sono tangenti.Questo perché?
Perché altrimenti abbiamo in realtà delle forze Q che agiscono con un braccio diverso a
seconda del punto di contatto. uindi in pratica se consideriamo la coppia costante, siccome
la distanza del punto di applicazione dal centro varierà leggermente avremo in realtà una
forza Q leggermente variabile, però alla fine questa andare così nel sottile così nel dettaglio
non è di nessuna utilità pratica quindi per i nostri scopi possiamo supporre che la forza sia
sempre applicata in questo punto. Quindi in assenza di attrito noi sappiamo che lo sforzo
normale applicato tra le due superfici dei denti e proprio diretta secondo la normale alle
superfici ad evolvente, quindi ha proprio la direzione della retta delle pressioni cioè inclinata
dell'angolo teta zero rispetto alla direzione verticale. Quindi la nostra forza n
complessivamente scambiata potrà essere scomposta nella sua componente tangenziale Q
che è quella in pratica responsabile del moto di rotazione delle route cioè che va a
equilibrare la coppia applicata e, la componente radiale che è proprio diretta secondo la
congiungente, i centri delle due ruote. Ora in questo disegno, sono disegnati due sistemi di
forze. N quindi il rosso è disegnata la forza che la ruota motrice esercita sulla ruota Condotta
primo, invece, la reazione di quest'ultima, quindi, è la forza che la ruota due la ruota
condotta esercita sulla ruota uno. Ovviamente, se noi consideriamo una singola ruota, cioè
immaginiamo ad esempio di asportare la ruota due e di sostituirla con le azioni che essa
esercita sulla ruota no la rimarranno solo queste forze qua in basso che andranno a
equilibrare la coppia applicata. Infatti Q primo, ci darà una coppia che varrà Q primo per R
che andrà a equilibrare esattamente la coppia C applicata .Ora normalmente siccome
queste forze sono uguali ed opposte si fa riferimento indifferentemente a una delle due tanto
cambieranno solo i versi. Allora, in base a questa relazione a questo disegno, a questa
disposizione delle forze possiamo dire che la componente verticale, quindi la componente
tangenziale della forza scambiata, si calcolerà come forza complessiva quindi N per il
coseno dell'angolo adiacente, quindi per il coseno di Teta zero, mentre la seconda
componente, quella orizzontale cioè radiale, si calcolerà come N per il seno dell'angolo
opposto quindi N per il seno di Teta Zero. Ora, in queste espressioni noi non conosciamo N
a priori. Il dato che noi conosciamo quando noi mettiamo in rotazione una ruota dentata è la
coppia che stiamo applicando.Quindi per poter calcolare queste due grandezze dobbiamo
legare la coppiaalla componente tangenziale, quindi possiamo scrivere che la coppia sarà
uguale a Q per il raggio primitivo, cioè Q per M zeta mezzi che è l'espressione che abbiamo
visto ci lega il raggio primitivo alle sue grandezze fondamentali, cioè numero di denti e
moduli. Di qua, poiché conosciamo la coppia, noi siamo in grado di calcolare la Q come
coppia fratto raggio o se volete coppia fratto MZ mezzi e dalla prima relazione ricavare n
come Q Fratto coseno di Teta Zero, sostituendo l'espressione di n nella espressione di F
con R otteniamo Q su coseno di Teta zero per seno di Teta a zero. Quindi la fu componente
radiale si calcolerà come Q per la tangente di teta zero quindi in maniera estremamente
semplice. Vediamo ora il caso delle ruote dentate coniche. Allora, per quanto riguarda le
ruote dentate coniche, è un po più difficile andare a rappresentare le forze scambiate.
Occorrerebbe fare un disegno tridimensionale con i due coni fondamentali tracciare il piano
tangente comune ai due coni fondamentali e individuare su quel piano la forza scambiata tra
le superfici ad evolvente però diciamo questo tipo di costruzione è complicata da un punto di
vista del disegno e a tutti gli effetti poco chiara. Penso che questo tipo di rappresentazione,
che ora vi illustrerò, risulterà un po più chiara. Consideriamo le nostre due ruote dentate,
siano questi gli assi delle ruote, il primo e il secondo e quindi fi e fi primo, siano gli angoli di
semi apertura dei coni, quindi in pratica noi stiamo ezionando le nostre ruote coniche con un
piano che passa per i due assi delle route e quindi come se stessimo facendo una sezione
delle due ruote che stanno ingranando. Quindi il nostro dente I nostri due denti sovrapposti
che stanno ingranando si troveranno ovviamente a cavallo del cono primitivo, quindi in
questa zona e le forze scambiate agiranno secondo un piano che diciamo, è inclinato
rispetto a questo uscente dallo schermo però inclinato dell'angolo teta. Però, invece di
andare a guardare la forza complessivamente scambiata tra le ruote dentate possiamo
andare a guardare la componente tangenziale e l'altra componente. Allora la componente
tangenziale di questa forza, quella che abbiamo indicato con la lettera Q grande, in pratica è
una forza uscente dallo schermo il cui verso ovviamente dipenderà dal verso di rotazione
della coppia motrice della ruota e quindi dalla coppia motrice. Quindi, se supponiamo ad
esempio di avere una Omega di questo tipo e quindi una coppia concorde a Omega er
riequilibrare questa coppia il dente della ruota due dovrà esercitare una forza Q uscente dal
piano dello schermo, quindi questo puntino verde Q che vedete rappresentato qua. L'altra
componente della forza scambiata tra i due denti, sarà ovviamente contenuta in questo
piano che andiamo a che abbiamo rappresentato e ,questa componente sara ortogonale alla
superficie primitiva. Quindi, se questa è la nostra superficie primitiva qua avremo una
componente che sarà questo vettore che sarà perfettamente ortogonale a questa
direzione.Che significa he è ortogonale a questa direzione? che e se proiettiamo questa
componente lungo la direzione radiale e la direzione assiale vediamo che il vettore, la
componente radiale, formerà proprio l'angolo fi con questa componente. Ora quanto vale la
componente tangenziale? Analogamente a quello che abbiamo visto nel caso delle ruote
dentate cilindriche, questa componente varrà la forza totale N scambiata tra i due denti per il
coseno dell'angolo di pressione perché in pratica verrà la forza n verrà scambiata su un
piano che immaginate abbia questa traccia ma inclinato dell'angolo teta zero angolo di
pressione. In direzione tangenziale avremo la Q uguale N per il coseno di Teta Zero, la
componente invece contenuta in questo piano varrà N per il seno di Teta Zero proprio
perché abbiamo detto che la forza N contenuta in questo piano inclinato di teta zero. Quindi
questa N seno di Teta zero obbiamo poi proiettarla in direzione radiale e in direzione assiale,
quindi N seno Teta zero per il coseno di FI ci fornirà la componente radiale, detta così
perché una forza diretta secondo il raggio della ruota, quindi n seno di Teta Zero coseno di
fi. L’altra componente F con a si calcolerà invece come l'ipotenusa, quindi n seno teta zero
per il seno dell'angolo opposto, quindi per il seno di FI. Quindi in questa maniera abbiamo
scritto facilmente quelle che so individuato in maniera piuttosto semplice, quelle che sono le
tre componenti della forza scambiata tra le ruote coniche. Potremmo fare lo stesso identico
discorso anche per la ruota due quindi, andando a proiettare la forza N econdo le direzioni
radiale assiale della ruota due. Allora la componente tangenziale sarà questa Q in rosso,
che sarà ovviamente una forza entrante, questa volta nello schermo, e sarà uguale opposta
a quella precedente.Quindi varrà al di là della distinzione primo che ho indicato per dire che
si tratta della forza sulla ruota Condotta N primo o se volete N perché è la stessa cosa per il
coseno di Teta zero. La componente contenuta in questo piano sarà ancora una volta N per
il seno di Teta zero sarà ovviamente uguale ed opposta a quella che abbiamo disegnato
prima, quindi questa componente in rosso che vedete. A questo punto io devo prendere
questa n seno di Teta zero e proiettarla secondo la direzione radiale della ruota due e
assiale della ruota due. Attenzione che le direzioni Radiali e assiali delle due route
ovviamente non coincidono. Quindi in pratica otterroò delle formule assolutamente identiche
al caso precedente, quindi fr primo sarà uguale a N per il seno di Teta zero coseno di fi.
Primo e la forza assiale FA primo uguale n per il seno di Teta zero sen fi primo. Una cosa,
un'osservazione, prima di andare avanti riguarda i versi delle forze, delle componenti, la
forza radiale fr primo, abbiamo detto è diretta in direzione radiale ed ha un verso ben
preciso, cioè è sempre diretta verso il centro della ruota. Stessa cosa accadeva con la forza
radiale che abbiamo visto in nel caso precedente per le ruote dentate cilindriche, la
componente radiale è sempre diretta verso il centro della ruota. Cioè, non avete mai una
forza diretta verso l'esterno della ruota, ma sempre verso l'asse di rotazione. Per quanto
riguarda la le due forze assiali, anche per queste il verso è predefinito è sempre lo stesso,
cioè avrete una forza assiale che tende ad allontanare la ruota dal vertice. Se questo è il
vertice dell'accoppiamento conico sia F con a che F con a primo tendono ad allontanare le
due ruote l'una dall'altra. In pratica, durante l’ingranamento delle ruote coniche se non noi
non impediscono lo spostamento assiale, queste tenderebbero a disingranarsi a non essere
più in presa. Nel caso particolare, ma solo in quel caso in cui gli assi incidenti formino un
angolo di 90 ° e quindi in questo caso fi più fi prima a 90 ° si vede che le forze, le
componenti assiali e radiali tra le due ruote si scambianohquesto perché appunto, cos'è in fi
primo diventa uguale al seno di fi e quindi in pratica potremmo scrivere che la forza assiale
sulla ruota uno coinciderà con la forza radiale sulla ruota due e viceversa. Però in tutti gli
altri casi abbiamo delle forze, questo automatismo non vale, cioè non c'è un semplice
scambio delle forze radiali ed assiali, ma andrà calcolata volta per volta la giusta
componente utilizzando queste formule.Ovviament, anche in questo caso N non è nota,
dobbiamo legarla in qualche modo alla coppia all'unico dato certo, cioè la coppia applicata
che noi conosciamo. Per fare questo possiamo come al solito considerare la relazione
l'equilibrio alla rotazione della ruota uno o anche della ruota due lo stesso. La coppia C,
infatti dipenderà esclusivamente dalla componente tangenziale, quindi Q quindi potremmo
scrivere che la coppia C sarà uguale a Q per il raggio che è il braccio con cui agisce la forza
Q. Come già vi ho accennato quando abbiamo visto la geometria delle ruote dentate
coniche, ovviamente, qual è il punto di applicazione che noi considereremo? Qual è il punto
più ragionevole? E in corrispondenza della metà della larghezza del dente quindi la distanza
con cui agisce la forza Q sarà proprio il raggio medio, raggio primitivo medio che abbiamo
visto si calcola come modulo medio per Z mezzi. Quindi, una volta che grazie a questo
equilibrio abbiamo ricavato l'espressione di Q a questo punto possiamo dalla prima
relazione ricavare n che varrà Q su coseno di teta zero e sostituire nelle altre due
relazioni.Quindi sostituendo nella prima otterremo al posto di N, Q su coseno di Teta zero
per seno di Teta zero. Quindi in definitiva avremo Q tangente di Teta Zero per il coseno di FI
e questa sarà la componente radiale, invece la componente assiale, in maniera analoga
varrà usu Coseno di Teta Zero per seno di Teta zero quindi Q tangente di Teta zero per il
seno di FI. Analogamente, sostituendo nelle altre due relazioni otterremo delle relazioni in
tutto e per tutto identiche solo che invece di cosen fi comparirà Cosen fi primo e senfi primo
ovviamente l'angolo di semi apertura della ruota condotta. Quindi in questa maniera
abbiamo scoperto che le ruote coniche introdurranno, oltre alla forza tangenziale radiale che
avevamo già incontrato per la ruota dentata cilindrica a denti dritti anche una componente
assiale. Vediamo ora il caso delle ruote dentate elicoidali. Qua diciamo, dobbiamo fare un po
di fatica per capire come è fatto questo disegno, però una volta capito, vedrete che sarà
facile orientarsi. Come facciamo a capire le forze scambiate tra questo tipo di ruote?
Tracciomoci i nostri due cilindri fondamentali per le nostre due route conduttrice e condotta e
tracciamo il piano tangente comune ai due cilindri fondamentali che risulterà inclinato di Teta
zero rispetto al piano verticale che è la tangente comune ai due cilindri primitive. Qua per
evitare di appesantire il disegno, ovviamente non ho tracciato la circonferenza primitive, le
due circonferenze primitive però, insomma, è ovvio come sono fatte. Come abbiamo detto
all'inizio della lezione il nostro dente si ottiene facendo rotolare senza strisciare questo piano
sul cilindro fondamentale e i punti di questo segmento inclinato dell'angolo beta con F mi
forniranno il profilo a evolvente inclinato a forma di elica. Quindi in pratica I denti avranno
questa inclinazione pari a beta con F. Che cosa significa questo? Significa che la forza N
scambiata tra i due denti in pratica sarà contenuta su questo piano quello tangente comune
ai due cilindri fondamentali e, in più la forza N sarà ortogonale a questo segmento inclinato
di beta con F. Quindi se lo andate a rappresentare la forza N è questa qui forma un angolo
retto su questo piano con un con il segmento inclinato di beta F. Ora questa forza N avrà
quindi su questo piano una componente assiale che è questa F con A e poi quello che
avanza, che diciamo è questo questa componente disegnata in rosso, che è ortogonale a
quella che è la la linea comune di intersezione tra questo piano tangente alle circonferenze
fondamentali e questo piano tangente alle circonferenze primitive. Allora qual è l'angolo
formato tra N e questa componente in rosso? È proprio beta con F. Quindi la componente
assiale della forza n si calcolerà come ipotenusa, cioè N per il seno dell'angolo opposto N
per il seno di beta F. Ne risulta che la componente in rosso sarà invece n per il coseno
dell'angolo adiacente, quindi come vedete qua N per il coseno di Beta con F. A questo punto
questa componente in rosso che giace su questo piano inclinato di teta zero.Potrà essere
proiettata in direzione tangenziale e in direzione radiale. Per ottenere la componente in
direzione tangenziale, devo considerare che l'angolo formato tra questo vettore è la
direzione tangenziale proprio teta zero angolo di pressione e quindi prendo questo vettore
che vale n coseno di beta con F lo moltiplico per il coseno di Teta zero e ottengo Q.Se
invece lo moltiplico per il seno di Teta zero ottengo F con R. Spero che sia chiaro come il
disegno e come sono ottenute le varie component. Quindi quello che vi ho detto l'ho ritrovate
qui. Quindi componente assiale N per il seno dell'angolo opposto n per il seno di beta con F
componente Q pari a n coseno di beta con F moltiplicato per il coseno dell'angolo adiacente
il coseno di Teta zero e F con R uguale n coseno di beta con F per il seno dell'angolo
opposto, quindi per il seno di Teta zero. Anche qua ovviamente non conosciamo N
,conosciamo però la coppia applicata alle ruote. In particolare se consideriamo la ruota uno
per l'equilibrio alla rotazione scriveremo che Q sarà uguale alla coppia fratto ik raggio e per
una ruota dentata elicoidale il raggi primtivo si calcolerà come modulo frontale per Z
mezzi.Quindi se conosciamo riusciamo noi a CALCOLARCI Q da questa espressione, dalla
seconda da questa ci ricaviamo N che risulterà essere pari a Q Fratto coseno di Beta con F
coseno di teta zero. Sostituiamo nelle altre due espressioni e quindi per la forza assiale
troveremo Q Fratto Coseno beta con F Fratto coseno di Teta Zero per seno di beta con
F.Quindi Q tangente di BETA con F su coseno di Teta zero. Ora, se ci ricordiamo della
relazione che abbiamo ricavato proprio all'inizio tra l'angolo beta e l'angolo beta con FE, se
l'andate a riprendere, noi abbiamo scritto che tangente di Beta su Coseno di Teta zero è
uguale alla tangente di Beta. Quindi tutto questo termine non è altro che la tangente di beta.
Quindi, in definitiva, la componente assiale della forza scambiata tra le ruote dentate
elicoidali sarà pari a Q per la tangente di Beta. Invece, la componente radiale si otterrà
sostituendo a N da questa espressione, sostituendo N. Quindi avremo Q fratto Coseno di
Beta con F coseno di Teta Zero per coseno di Beta con F per seno di Teta zero. Quindi
coseno di beta F si semplifica, qua rimane solo seno di teta zero su coseno di teta zero e
quindi Q parla tangente di teta zero. Quindi diciamo due espressioni estremamente semplici
e facili da ricordare che ci permettono di calcolare le due componenti assiale, radiale. Ora
quando abbiamo parlato della dei vantaggi delle ruote dentate elicoidali abbiamo
praticamente detto che le ruote dentate elicoidali hanno solo vantaggi, perché possono
essere realizzate con un numero di denti Zeta più piccolo, hanno una trasmissione del moto
più regolare, più silenziosa, in generale, più efficace , da un punto di vista produttivo tutto
sommato tecnologico di realizzazione non è una complicazione particolare realizzare le
ruote dentate elicoidali, basta inclinare l'utensile che andrà intagliare le ruote. Un
inconveniente però ce l'hanno e l'inconveniente è proprio rappresentato da questa
componente assiale che non era presente nel caso delle ruote dentate cilindriche a denti
dritti. Mentre nel caso delle ruote dentate coniche e del tutto inevitabile se noi vogliamo
trasmettere delle una coppia tra ruote tra assi, incidenti c’e lo dovevamo aspettare che
c'erano delle forze assiali. Qua invece questa forza assiale è un effetto non voluto
indesiderato. Il problema delle forze assiali non è tanto nella sollecitazione che indurranno
sugli alberi su cui sono calettate le ruote quanto piuttosto sui cuscinetti che dovranno
sopportare quel carico. Quando infatti studieremo i cuscinetti ci renderemo conto che la
presenza di un carico assiale è piuttosto problematica per un cuscinetto, cioè richiede di
sovradimensionare notevolmente i cuscinetti e quindi questo alla fine è l'inconveniente tipico
l'unico inconveniente l'unico svantaggio, se vogliamo, delle ruote dentate elicoidali. Perché il
verso è fondamentale soprattutto per dimensionare gli appoggi, cioè quelli che sono i vincoli
della del nostro albero e che sono in pratica i cuscinetti. I cuscinetti, come studieremo, sono
in pratica dei vincoli che reagiscono solo in un verso nei riguardi delle forze assiali,
soprattutto. Quindi è fondamentale conoscere il verso di una forza assiale perché dobbiamo
orientare correttamente i cuscinetti per poter sopportare quella forza assiale. Ora, nel caso
delle ruote coniche il verso è sempre lo stesso. Noi abbiamo una forza assiale che tende ad
allontanarci, le ruote dentate dal vertice del cono, cioè dove incidono i due assi. Nel caso
invece delle ruote dentate elicoidali, il verso della forza assiale può variare perché dipende
non solo dall'inclinazione del dente e questo è evidente io ho disegnato qua questo
segmento inclinato di beta con F in questa maniera e quindi ho ottenuto una forza N con una
componente assiale diretta diciamo verso di me verso lo schermo. Se io avessi disegnato la
beta con F in maniera asimmetrica, cioè in questa maniera avrei ottenuto una forza n di
questo tipo, quindi con una componente assiale diretta entrante nel foglio, nello schermo,
Quindi è evidente che il verso della forza assiale dipende dall'inclinazione del dente però
dipende anche dal verso di rotazione di Omega, cioè a parità di inclinazione del dente se io
inverto il verso di rotazione cambia anche il verso della forza assiale. Come facciamo a
stabilire il giusto verso. Qual è il ragionamento che si fa ora? Ci sono vari metodi per
individuare correttamente quello che è il verso della forza assiale. Io vi propongo questo che
secondo me è molto intuitivo. Supponiamo che queste siano le due coppie, le due ruote che
stanno ingranando delle due ruote dentate elicoidali che stanno ingranando tra di loro e
supponiamo che questa qua in alto sia la ruota motrice e che questo sia la velocità di
rotazione Omega. i conseguenza, la ruota condotta avrà una velocità di rotazione Omega,
primo, diverso, opposto. Non l'ho detto, forse però quando due ruote dentate elicoidali
ingranano gli assi dei due denti, devono assumere lo stesso identico valore però una deve
essere destrorsa e l'altra sinistrorsa, quindi devono avere in segno dei valori opposti di
inclinazione, così come li ho disegnati in questa maniera. Allora, per andare ad individuare il
verso della forza assiale su queste due ruote, io vi propongo questo ragionamento. Allora
isoliamo la ruota motrice che è questa, quindi questa è la nostra ruota motrice, disegniamo
l'inclinazione dei due denti, dopodichè disegniamo il vettore della velocita periferica della
ruota, che ovviamente deve essere concorde alla velocità di rotazione Omega che abbiamo
ipotizzato, quindi in questo caso avremo una velocità di rotazione, una velocità periferica
diretta verso il basso. Ora poichè questa ruota e mortice sognifica che la forza che il dente
della ruota motrice eserciterà sull'altra ruota avrà una componente concorde a V sarà
ovviamente una forza F ortogonale ai denti quindi diretta in questa maniera, ma deve avere
una componente concorde a V. Quindi tra le due possibili combinazioni, cioè una forza F in
questa maniera, con questo verso ho la forza F uguale ed opposta, l'unica che mi assicura
questa condizione è una forza di questo tipo. Questa forza che io ho disegnato attenzione è
la forza che la ruota motrice uno esercita sulla ruota, condotta quindi sulla due. La sua
componente assiale, sarà quindi necessariamente diretta verso sinistra in questo caso però,
attenzione, questa è la forza che la ruota uno esercita sulla due. La forza che la due esercita
sulla uno sarà uguale ed opposta a questo e quindi sarà la forza in rosso. Quindi, in
definitiva, per questo caso che io ho studiato la ruota uno, sarà sollecitata da una forza
diretta verso destra quindi quando dovrò orientare i cuscinetti dovrò fare in modo che da
quel dal lato destro ci sia un cuscinetto in grado di sopportare questa forza assiale, mentre
la ruota condotta sarà interessata da una forza assiale diretta verso sinistra e quindi quando
andrò a dimensionare i cuscinetti, mi dovrò preoccupare del cuscinetto di questo lato.

LEZIONE 18-03 TEORIA DI HERTZ

Studieremo un particolare problema elastico, cioè individueremo la soluzione, lo stato di


sollecitazione nel caso delle sollecitazioni di contatto, perché utilizzeremo i risultati di questo
modello proprio per la verifica di resistenza delle ruote dentate. Quindi quest'oggi ci
occuperemo di problemi di contatto, cioè dello stato di sollecitazione che nasce nei corpi per
effetto del contatto tra corpi, quando i corpi scambiano delle forze quando sono in contatto.
Questo problema è estremamente complesso, perché se ci pensate bene in questo caso
non è perfettamente definita la condizione di vincolo. In meccanica strutturale noi siamo stati
abituati abbiamo detto sempre che abbiamo un sistema in equilibrio, sappiamo come
vincolato i carichi che agiscono e quindi determiniamo le sollecitazioni nel corpo stesso. Nel
caso del contatto il vincolo è un po particolare, nel senso che prima di tutto è un vincolo che
si esercita esclusivamente in una direzione, cioè come si dice in meccanica razionale, è un
vincolo anolonomo, quindi si esercita esclusivamente quando le due superfici tendono a
compenetrarsi l'una contro l'altra, cioè quando premiamo un corpo contro l'altro. Se noi
invece applichiamo uno spostamento in direzione contraria il vincolo non reagisce e quello
spostamento non viene impedito. Quindi è un vincolo particolare da questo punto di vista e
poi ha un'altra particolarità ossia non è ben definito dove è applicato. Perchè uando voi
mettete in contatto ponete in contatto due corpi, supponiamo che essi siano come vedremo,
due solidi perfetti come studieremo tra un po in teoria se questi corpi sono perfetti e non
deformabili, il contatto avverra in un unico punto o in una linea. Se ad esempio consideriamo
idealmente due sfere il contatto avverrà semplicemente, facciamo un disegno se abbiamo
due sfere che è uno dei casi che studieremo. Supponiamo che queste due sfere
abbiano,una geometria perfetta e supponiamo che siano fatti di materiale non deformabile,
quindi siano due corpi rigidi. Allora in questo casi il vincolo risulterà applicata esclusivamente
nel punto di tangenza tra le due superfici idealmente quindi esclusivamente in questo punto,
però, che cosa succede? In realtà i corpi a contatto sono fatti di materiale deformabile.
Quindi quando noi premiamo l'uno contro l'altro questi due corpi nascono delle sollecitazioni
di contatto, dei carichi vengono trasferiti da un corpo all'altro e questa zona subisce delle
deformazioni. Una volta che subisce delle deformazioni, questo determina il fatto che l'area
di contatto si allarga, cioè si passa da un punto ideale a una superficie e come logico intuire,
più grande il carico che noi applichiamo più grande sarà l'area di contatto. Quindi in altre
parole noi non siamo in grado di definire a priori qual è l'entità dei punti che saranno vincolati
cioè che entreranno in contatto. Giusto per fare un esempio vicino a voi, se voi avete un
palloncino gonfiato e poi premete con il dito sulla superficie del palloncino è evidente a tutti
lo conosciamo dalla nostra pratica quotidiana che più premete più la superficie del
palloncino si avvolge attorno al vostro dito, cioè aumenta l'entità dell'area di contatto,
chiaramente in questo caso, siccome uno dei corpi il palloncino e di materiale estremamente
deformabile, vi accorgete immediatamente di questa variazione dell'area di contatto ma lo
stesso identico fenomeno avviene anche nel caso di corpi metallici quindi dotati di una
rigidezza molto grande o comunque di corpi solidi dotati di una certa elasticità e di una certa
rigidezza.Quindi tutto questo rende i problemi di contatto estremamente complessi da
studiare. Allora il primo tentativo fatto storicamente è dovuto a hertz, il quale ha in pratica
studiato in condizioni ideali che cosa avviene durante il contatto di corpi semplice. In
particolare, ha considerato il contatto di due sfere che è a tutti gli effetti simula quello che
diciamo modella quello che avviene nel caso del contatto di un corpo volvente sferico in un
cuscinetto giusto per fare un esempio che a noi interesserà. Oppure il contatto tra due
cilindri che avviene lungo una generatrice dei cilindri e questo secondo caso, invece
assomiglia, almeno in prima approssimazione al contatto di due denti per tutta la larghezza
della della ruota dentata. Quindi come vedete, questi due problemi che sembrano molto
astratti, hanno in realtà delle applicazioni pratiche immediate nel campo della costruzione di
macchine. Allora vediamo qual è stato, come ha affrontato questo problema hertz. Noi
ovviamente non ci addentreremo nella soluzione del problema elastico perché richiede la
risoluzione analitica di equazioni differenziali di un sistema di equazioni differenziali cioè si
tratta di un sistema di un problema elastico tridimensionale. È possibile ottenere una
soluzione analitica, però ovviamente questo presenta una notevole complessità di calcolo. A
noi quello che ci interessa sono le ipotesi che ha fatto hertz e i risultati che ha ottenuto
perché poi appunto, come vi ho detto sfrutteremo questi risultati per i nostri scopi. Quali
sono le ipotesi che ha fatto hertz? Si è messo ovviamente in condizioni ideali, cioè i materiali
che costituiscono i corpi a contatto sono considerati perfettamente elastici quindi con un
comportamento lineare, elastic equesto diciamo, è l'assunzione solita che facciamo per tutti i
materiali, perché altrimenti analiticamente non riusciamo mai ad andare avanti. L'altra ipotesi
molto forte che ha fatto hertz e che i corpi siano perfettamente lisci, cioè non ci sia la
possibilità di attrito tra le superfici a contatto. In queste ipotesi, quindi il sistema è
conservativo, non ci sono forze dissipative che nascono in questa condizione e quindi è è
possibile studiare il problema in maniera relativamente semplice. Allora il primo caso che
vedremo è quello del contatto sfera sfera,quindi le ulteriori ipotesi sono poi che abbiamo due
sfere a contatto che hanno per generalità due diametri diversi e sono fatti di due materiali
diversi che sono posti, premute l'una contro l'altra con una forza P così come vi ho fatto
vedere nel disegno schematico che ho fatto. Quindi indicheremo con il pedice uno tutte le
caratteristiche della prima sfera che avrà quindi diametro D con uno e sarà realizzato con il
materiale che ha proprietà elastiche definite da E con uno e Ni con uno modulo di Young e
modulo di poisson con il Pedice d ue le caratteristiche della seconda sfera.Queste due sfere
sono premute l'una contro l'altra e sono deformabili, quindi come abbiamo detto. Se queste
due sfere questa sia la sfera uno, questa è il carico P che preme l'una contro l'altra, le due
sfere.Sfera uno q uesto è il diametro di con uno, questo è il diametro dicon due.Supponiamo
che questo sia il centro della prima sfera o uno, questo il centro della seconda sfera,
possiamo immaginare che le due forze P sono applicate ai centri delle due sfere.
Ovviamente il contatto ideale, quindi in assenza di deformazione dei corpi avverrebbe in
corrispondenza di questo punto C. Nella realtà i corpi sono deformabili, quindi che cosa
succederà? Succederà che in pratica i punti, se tracciamo delle rette dei segmenti paralleli
alla congiungente o uno o due, ci sarà la possibilità che per effetto della deformazione delle
superfici, i due punti intersecati da questo segmento e quindi posti lungo la stessa direttrice,
potranno potenzialeentrare in contatto proprio perché qua avremo uno schiacciamento della
superficie delle due superfici che determinerà un avvicinamento delle due sfere. Ora noi non
sappiamo dire se questi due specifici punti entreranno in contatto, perché dipenderà
dall'entità del carico P applicato e dalla rigidezza, quindi dal modulo di elasticità delle due
sfere a contatto quindi del materiale, uno, il materiale due. Non mi ricordavo che c'era
questo disegno. Questa è la situazione che noi vogliamo studiare, questa è la situazione di
partenza in cui il contatto idealmente avviene in C, ma in realta sappiamo che il contatto
andrà a interessare un'area più o meno grande centrata attorno a C. Allora fissiamo un
sistema di riferimento per studiare il problema. Questo sistema di riferimento è costituito da
un'asse Zeta, che dunque l'origine di questo riferimento è fissata in C avremo l'asse Z che è
diretto verso il centro di di una sfera, di una delle due sfere e sul piano pgreca tangente
comune alle due sfere posizioneremo un riferimento X-Y quindi diciamo in questo caso noi
abbiamo l'asse x verso destra e l'asse y uscente dallo schermo in maniera tale da formare
una terna destroy gira. Ora ovviamente il problema da un punto di vista geometrico gode di
certe proprietà di simmetria, cioè geometricamente questo sistema è simmetrico rispetto
all'asse Z. Quindi che cosa ci aspettiamo? Ci aspettiamo che lungo la direzione X lungo la
direzione Y, ma lungo qualsiasi direzione contenuta nel piano PI greca otterremo una
soluzione analoga sia in termini di spostamenti, di deformazioni e di tensioni. È evidente
perché c'è una simmetria assiale del problema. Allora, per effetto della deformazione dei
corpi, che cosa succederà? Che il contatto non avverrà più semplicemente in questo punto ,
ma avverrà lungo questa linea tracciata in rosso che vedete qui, cioè che cosa succederà?
La sfera, in basso la sfera due subirà degli spostamenti, per cui I punti della sua superficie
andranno a occupare i punti della linea rossa contemporaneamente i punti della superficie
della sfera in alto subiranno degli spostamenti verso l'alto in maniera tale da occupare i punti
di questa linea rossa. In altre parole, ovviamente non ci sarà una compenetrazione queste
due linee nere queste due superfici si riferiscono alle sfere non deformate ma per effetto del
carico applicato avremo una superficie comune, questa in rosso, su cui si porteranno i punti
della superficie delle due sfere. Ovviamente qua, non è che otterremo una superficie piana,
otterremo una superficie che dipenderà dalla rigidezza relativa delle due sfere a contatto.
Ora si può dimostrare che l'area di contatto, o meglio la proiezione dell'area di contatto sulla
sul piano PI greca sarà ovviamente un cerchio e questo è abbastanza intuitivo da capire
perché abbiamo detto che c'è una simmetria assiale rispetto all'asse Z e quindi l'area di
contatto necessariamente deve avere una proiezione che è un cerchio. Si può dimostrare
che l'area di contatto è un cerchio di raggio a dato da questa espressione, cioè radice cubica
di 3/8 di P per uno meno Ni con uno qua lo sue con uno piu uno meno anni con due quadro
su e con 2/1 su Dicon 1+1 su di con due, cioè al di la della formula l’area di contatto
attraverso il suo raggio a dipenderà dal carico applicato, cioè da P, dipenderà dalla
deformabilità dei due corpi attraverso i due termini costitutivi, uno meno ni quadro su e per il
materiale uno e per il materiale due e, dipenderà dalla curvatura, dalla somma delle
curvature delle due sfere. Uno su di con uno se al posto di di con uno qui poniamo due R
con uno e due R con 2 con 1 su R con 1 1 su R con due non sono altro se non le curvature
delle superfici. Quindi, al di là del fattore due questo termine non è altro che la somma delle
curvature delle due superfici a contatto. Quindi la teoria di hertz ci permette di capire quali
sono gli elementi sia geometrici, costitutivi e di carico che influenzano sull'estensione
dell'area di contatto. Oltre all'estensione dell'area di contatto ovviamente ci interessa la
distribuzione di carico che nasce. La distribuzione di carico che nasce avra anch'esso una
simmetria assiale, cioè sarà simmetrica rispetto all'asse Z e non sarà ovviamente costante,
ma questo lo possiamo anche intuire perché torno un attimo qui. Se io guardo il campo di
spostamenti che mi porta a questa configurazione deformata, cioè alla situazione in rosso è
ovvio che in corrispondenza dell'asse avrò gli spostamenti massimi, quindi è logico che in
corrispondenza di spostamenti massimi avrò delle deformazioni che saranno le più grandi
possibile e quindi in corrispondenza del punto dell'asse avrò i carichi maggiori. Invece nelle
zone periferiche, ad esempio in questa zona, dove gli spostamenti sono piccolissimi perché
è il punto estremo di contatto, le sollecitazioni di contatto in questa zona saranno
particolarmente basse e tendenti a zero fino a diventare zero sulla superficie libera. Quindi è
logico ottenere una distribuzione delle pressioni che avrà la forma di un ellissoide con il
valore massimo proprio in corrispondenza del punto C ideale di contatto. Quindi, siccome il
cerchio l'area di contatto è un cerchio di raggio a, ovvero se volete di diametro due a, si
dimostra che la pressione massima che si eserciterà nel punto C varrà tre mezzi, pi grande
su pi greca a al quadrato. Quindi diciamo, area carico applicato complessivamente fratto
area di contatto moltiplicato per il fattore 1,5. Quindi una espressione molto semplice da
ricordare, al di là dell'espressione di a, che è un po più complicato. Ovviamente la risultante
di questa distribuzione di pressione nel suo complesso sarà pari al carico applicato
dall'esterno, cioè la forza P complessivamente applicata. La pressione di contatto se
vogliamo è quindi la reazione del vincolo, quindi diciamo che se adesso noi dobbiamo
studiare lo stato di sollecitazione all'interno della nostra sfera è come se avessimo
determinato la reazione vincolare. Quindi in pratica è come se noi abbiamo una sfera a cui è
applicato il carico P, la reazione vincolare dell'altra sfera che qua non disegno è una
distribuzione di carico fatta in questa maniera con il valore Pmax che abbiamo visto tre
mezzi pi grande diviso pi greca a quadro dove a è appunto questa dimensione. Una volta
che abbiamo determinato quindi la reazione vincolare cioè questa distribuzione di pressione
ellissoidale che agisce sulla superficie della nostra sfera dobbiamo passare a quello che è il
nostro interesse, cioè lo stato tensionale nei punti interni della sfera; perché ricordate questa
distribuzione di pressione P è un carico a tutti gli effetti, non è una tensione, certo coincide
con la tensione presente sui punti della superficie esterna della sfera, ma noi per valutare la
capacità di resistenza del materiale abbiamo bisogno di determinare lo stato tensionale nei
punti interni di questa sfera. Quali saranno i punti più sollecitati in questa situazione? Beh,
diciamo che i punti più sollecitati si troveranno sull'asse Z, quindi se noi andiamo a
considerare un elementino di materiale che si trova a una certa quota Z dalla superficie
libera del disco possiamo andare a descrivere quello che è l'andamento del campo
tensionale lungo questa Z e questi saranno i punti maggiormente sollecitati abbastanza
evidente perché siamo proprio al di sotto del carico massimo applicato e poi sappiamo che
c'è una simmetria assiale, quindi diciamo la condizione di massimo si avrà proprio su questi
punti. Se andiamo a diagrammare quello che accade in questo punto ci consideriamo il
nostro elementino infinitesimo sull'asse Z, su questo elementotino aggira uno stato di che e
questo che ho estratto di qua agirà uno stato di tensione triassiale. Per fortuna sappiamo
che le direzioni X Y e Z coincideranno con le direzioni principali di sforzo, quindi ci
dobbiamo preoccupare esclusivamente di tensioni di tipo normale, almeno secondo le tre
direzioni XYZ.Ecco allora ci aspettiamo poi che le la tensione Sigma X e la tensione Sigma
y, cioè nelle due direzioni contenute nel piano di tangenza, siano identiche perché abbiamo
una simmetria assiale invece Sigma Z avrà un andamento differente. Hertz è riuscito a
ricavare integrando il problema differenziale di campo elastico, le espressioni di SIGMA
Zeta, Sigma X e Sigma y sui punti dell'asse Z quindi per X e Y uguale a zero inl pratica.
Allora l'espressione di SIGMA Z è questa uguale meno Max per fratto uno più Z quadro su a
quadro, giusto per capire per Z uguale zero, cioè quando siamo esattamente nel punto C
sulla superficie SIGMA Z è proprio uguale a meno P Max, perché qua abbiamo 1+0 e questo
è logico, cioè sulla superficie, la SIGMA Z coincide con il carico che è la applicato. Nelle
altre due direzioni abbiamo un'espressione un po più complicate che comunque dipende
sempre dal rapporto Z su a. In questa maniera, ora ovviamente a noi non ci interessano
queste espressioni quanto gli andamenti qualitative. Infatti, se noi normalizzano queste
espressioni dividiamo per P Max entrambe queste espressioni possiamo diagrammarle in
funzione di Z. Allora questa nera qua in basso e l'espressione di SIGMA Z che ovviamente
una volta che viene rapportata alla P max, raggiungera il valore -1 in corrispondenza della
superficie e poi asintoticamente tenderà a zero cioè man mano che noi ci spostiamo dalla
superficie di contatto, andiamo verso il centro della sfera chiaramente il carico applicato in
direzione Z tenderà a scomparire, quindi andrà asintoticamente a zero. Le espressioni
invece di SIGMA X e Sigma y che sono quella diciamo, quella espressione analitica un pò
più complessa anno un andamento di questo tipo e sono esattamente identiche, Sigma X
Sigma Y. Questo è il campo tensionale nei punti in tutti i punti. Dopodiché, siccome siamo in
presenza di un campo tensionale triassiale per valutare la sua severità dobbiamo ricorrere a
un criterio di resistenza. Tra i criteri di resistenza, possiamo ad esempio pensare di utilizzare
il criterio di guest tresca della massima tensione tangenziale, perché? Perché possiamo
supporre che i due materiali siano dei materiali metallici, quindi dei materiali duttili e po
questo criterio di resistenza ha il grosso vantaggio di darci una tensione equivalente che pari
al doppio della tensione tangenziale e in questo caso, siccome noi conosciamo Sigma uno
Sigma due SIGMA tre, è facile determinare la tensione tangenziale massima.Com'è
evidente da questo andamento, Sigma X e Sigma Y potranno indifferentemente essere
considerati le tensioni principali massime, intermedia e perché è vero che sono negative,
però hanno un valore assoluto, più piccolo di SIGMA Z quindi diciamo che possiamo ad
esempio giusto per fissare le idee, considerare SIGMA X Uguale a SIGMA uno quindi la
tensione principale massima Sigma y la tensione principale intermedia e SIGMA tre, cioè la
tensione principale minima sarà SIGMA Z. Ora se io devo calcolare la tensione tangenziale
massima che cosa devo fare? Devo calcolare SIGMA uno meno SIGMA 3/2.Quindi diciamo
in pratica devo considerare la differenza di queste due curve punto per punto al di là del
fattore due. Come è evidente confrontando queste due curve la differenza inizialmente
piccola, cresce, cresce, raggiunge un valore massimo e poi tende a diminuire sempre di più.
Se noi la andiamo a diagrammare abbiamo un andamento di questo tipo. Quindi la tensione
tangenziale massima corrispondente a questo particolare stato tensionale triassiale che
abbiamo determinato nel contatto tra le due sfere, presenta un punto di massimo. Questo
punto di massimo corrisponde a un punto che si trova alla profondità pari a circa 0,48 volte a
diciamo alla metà del raggio del raggio dell'area di contatto. Se vogliamo quindi in pratica in
questo punto avremo la condizione peggiore, cioè lo stato di sollecitazione più pericoloso
sarà il punto più sollecitato del nostro sistema. Ora questa osservazione, questo calcolo
analitico si dimostra, viene confermato sperimentalmente. Infatti nel contatto tra le sfere si
vede che il punto da cui iniziano le rotture, i cedimenti del materiale, non si trova
esattamente sulla superficie, ma in profondità rispetto alla superficie confermando quindi il
fatto che il punto maggiormente sollecitato sia proprio questo al di sotto della superficie e
quindi questo è il risultato del contatto sfera sfera tra due corpi elastici premuti l'uno contro
l'altro. Ora questi concetti, questa soluzione chiaramente è affetta da un certo margine di
errore, perchè nella realtà esisteranno le forze di attrito che altereranno questo tipo di
soluzione però quello che si verifica nella realtà è che in prima approssimazione lo stato di
sollecitazione del contatto tra due sfere ha tutte queste caratteristiche, cioè il valore
massimo della sollecitazione sia lungo l'asse Z, quindi lungo la congiungente i centri delle
due sfere, poi la sollecitazione massima non si verifica sulla superficie, ma a una certa
profondità, chiaramente il punto maggiormente sollecitato non è detto che sarà esattamente
0,48 a, quindi a una profondità di circa metà del raggio dell'area di contatto, però comunque
il punto maggiormente sollecitato si troverà una certa profondità, cioè si tratta di un risultato
generale. In pratica grazie ai risultati della teoria di hertz, noi riusciamo a interpretare
correttamente, almeno da un punto di vista qualitativo, anche quelli che sono gli andamenti
del campo tensionale nelle situazioni reali e quindi diciamo è una cosa importante da
conoscere per poter interpretare correttamente i risultati. L'altro caso che ci interess è il
contatto tra due cilindro quindi, con le stesse ipotesi che abbiamo visto chiameremo con il
pedice uno le caratteristiche del cilindro, uno con il pedice, due le caratteristiche del cilindro,
due. Supponiamo in questo caso, oltre ai raggi, o meglio ai diametri D con uno e D con due
dei cilindri, è necessario fornire un'altra grandezza geometrica, cioè la lunghezza dei cilindri
a contatto che indichiamo con la lettera l piccolo. Come al solito condizione quindi questa è
la nostra condizione di partenza, quindi con i due cilindri di diametro D con uno e D con due
premuti l'uno contro l'altro se il contatto avvenisse tra corpi infinitamente rigidi, allora l’area di
contatto si ridurrebbe a questa generatrice comune ai due cilindri però nella realtà, poiché i
due corpi sono deformabili come vedremo, nascerà un'area di contatto finite. Allora per
fissare le idee fissiamo un riferimento X-Y e Z, quindi l'asse Z è sempre quello della
congiungente icentri dei due cilindri, l'asse X è parallelo alla generatrice di contatto, l'asse Y
e l'altra direzione quindi ortogonale, sia X che a Z e indichiamo con pi greca il piano di
tangente comune ai due cilindri nella condizione indeformata. Allora, poiché premiamo i due
cilindri l'uno contro l'altro, analogamente a quello che abbiamo visto per la sfera, otterremo
un'area di contatto che questa volta sarà simmetrica rispetto al piano XZ. Ritorna in questa
immagine, quindi sarà simmetrica rispetto al piano XZ e quindi avremo un'area di contatto
che proiettata sul piano pi greca avrà una forma rettangolare. Una dimensione sarà
sicuramente l la lunghezza di contatto, mentre l'altra dimensione la indichiamo con due B.
dove B è un parametro che come al solito dipenderà dalle caratteristiche dei materiali che
costituiscono i due cilindri, dalla forza con cui premiamo i due cilindri e, dalla geometria in
particolare dai diametri dei due cilindri a contatto.Si può dimostrare in maniera analoga che
in questo caso l'estensione dell'area di contatto proporzionale pari al doppio di B è uguale
alla radice quadrata di due p su pi greca. L 1-1 con uno quadro su e con 1+1, meno non con
due quadro su ECON due tutto fratto.Uno su dico 1+1 su di con due .Come vedete, al di là
del fatto che la formula è diversa, qua c'è una radice quadrata, mentre nel caso precedente
avevamo una radice cubica, qua abbiamo dei parametri leggermente diversi, però a parte
quello l'area di contatto in maniera del tutto analoga al caso precedente, dipenderà dal
carico P applicato, dipenderà dalla cedevolezza dei due materiali che costituiscono i cilindri
attraverso il termine uno meno ogni quadro su dipenderà dalla somma delle curvature dei
due cilindri. Perché uno su D con uno, Più uno su di con due al di là del fattore due, è
proprio la somma delle curvature dei due cilindri. Quindi è cambiata la geometria, ma i
parametri che influiscono sull'area di contatto sono rimasti esattamente gli stessi, quindi da
un punto di vista qualitativo quello che abbiamo ottenuto per il risultato del contatto sfera
sfera, grossomodo ce lo ritroveremo nel contatto cilindro, cilindro con alcune differenze,
perché ovviamente in quel caso avevamo una simmetria perfetta rispetto all'asse Z, mentre
in questo caso abbiamo una simmetria rispetto a un piano. Comunque, per farla breve che
cosa ci aspettiamo? Ci aspettiamo un'area di una distribuzione di pressione che questa volta
avrà una forma ellittica, sarà identica in tutte le sezioni per tutta la lunghezza L dell'area di
contatto con una distribuzione di tipo Ellittico, che raggiungerà il valore nullo in
corrispondenza dei punti estremi dell'area di contatto è il valore massimo per simmetria si
troverà ovviamente sui punti della generatrice di contatto. In questo caso si può dimostrare
che la pressione massima P Max si calcolerà come due volte più grande fratto pi greca B
per l dove b è ovviamente la dimensione dell'area di contatto che abbiamo determinato in
precedenza.Anche in questo caso, ovviamente, la risultante di questa distribuzione di carico
per tutta la lunghezza l non sarà altro se non il carico P complessivamente applicato ai due
cilindri. Quindi, in maniera del tutto analoga, a noi interessa sì la pressione di contatto, ma
interessa soprattutto lo stato tensionale nei punti interni del materiale. Allora se fissiamo
abbiamo fissato questo riferimento XY e Z come al solito andiamo a vedere che cosa
accade lungo l'asse Z, quindi pari XY uguale zero, ma in realtà X è ininfluente importante è
che sia y uguale zero, perché lo Stato tensionale sarà identico in questo punto, ma anche
nei punti interni, quindi qui avremo uno stato tensionale triassiale in cui le tre tensioni
normali Sigma X Sigma Y e SIGMA Z saranno le tensioni principali. Allora otteniamo delle
espressioni di questo tipo. Ovviamente in questo caso Sigma X e Sigma Y saranno diverse,
avranno delle espressioni diverse, però diciamo da un punto di vista qualitativo otterremo
sempre delle tensioni dipendenti dal rapporto Zeta su B e proporzionali a P max, quindi
SIGMA Z avrà questa espressione meno P Max fratto la radice quadrata di uno più Z
Quadro Su bi quadro , sigma x in pratica avrà un'espressione di questo tipo senza che la
andiamo a leggere esplicitamente e sigma y. Una cosa vi volevo far notare che mi è sfuggita
prima tutte e tre le tensioni, Sigma X Sigma Y SIGMA Z sono direttamente proporzionali
linearmente con la pressione massima, quindi in pratica se io raddoppio la pressione
massima raddoppio le tensioni corrispondenti. Questa è una cosa importante che poi
utilizzeremo quando applicheremo effettivamente queste formule, i risultati di queste formule
al caso della verifica di resistenza delle ruote dentate. Allora, come al solito, non ci
interessano le espressioni analitiche, se non a livello di curiosità ci interessano gli andamenti
qualitativi quindi divido tutte le tensioni per P Max e quindi ottengo dei termini adimensionali.
Quindi se io riporto gli andamenti di SIGMA X Sigma Y e SIGMA Z in funzione di Z come al
solito ho la SIGMA Z che parte dal valore -1 sulla superficie e raggiunge asintoticamente il
valore nullo per punti molto lontani dalla superficie. Dopodiché avrò la SIGMA y che avrà un
andamento intermedio, quindi parte sempre da -1 e raggiunge asintoticamente i valori nulli e
infine Sigma X, che sarà in termini assoluti quella più piccola, avrà un andamento di questo
tipo. Quindi, in questo caso SIGMA X sarà la tensione principale massima ,Sigma y quella
intermedia SIGMA Z, la tensione principale minima. Quindi come al solito utilizzando il
criterio di guest tresca er andare a valutare la tensione tangenziale massima e quindi qual è
il punto più sollecitato io devo valutare la tensione la differenza tra SIGMA uno e quindi
l'andamento in verde e SIGMA tre l'andamento in nero. Come è evidente anche in questo
caso abbiamo un valore iniziale molto elevato che cresce leggermente raggiunge un valore
massimo e poi decresce. Come al solito, la cosa che a noi interessa è il punto di massimo,
perché sarà il punto più sollecitato dei nostri due cilindri, punto più sollecitato che si troverà a
una profondità rispetto alla superficie pari a 0,786 volte B la larghezza B dell'area di
contatto.Quindi anche in questo caso avremo una soluzione assolutamente analoga a quella
che abbiamo visto nel contatto sfera sfera. Il fatto che questo, che il punto più sollecitato sia
effettivamente in profondità, come vi dicevo, è dimostrato anche in questo caso
sperimentalmente, perché quando si vanno a valutare I danneggiamenti dei denti delle ruote
dentate si osserva che i punti dove avvengono i cedimenti non non accadono sulla superficie
quindi proprio nel punto di contatto, ma immediatamente al di sotto di esso proprio in
accordo al fatto che il punto maggiormente sollecitato si trova al di sotto della superficie di
contatto, a una certa profondità. Di tutta questa teoria di hertz, quello che è importante è che
voi sappiate ricordare, sono le ipotesi iniziali, gli andamenti qualitativi che abbiamo ottenuto
e cioè il fatto che il punto maggiormente sollecitato si trovi una certa profondità e perché
accade questo, cioè perché il punto più sollecitato si trova una certa profondità. Dopodiché
noi quando eseguiremo le verifiche di resistenza per la ruota dentata, come vedremo non
andremo a fare un calcolo di resistenza, una verifica di resistenza, cioè non andremo a
confrontare la tensione tangenziale massima o meglio il suo doppio, cioè la tensione
equivalente secondo il criterio di Guest Tresca, con la tensione ammissibile del materiale,
perché noi ci vogliamo svincolare da queste formule piuttosto complicate. Che cosa faremo?
Noi confronteremo la pressione massima con una pressione ammissibile. Perché questo?
Perché le tensioni e quindi anche la tensione tangenziale massima, saranno direttamente
proporzionali alla pressione massima, quindi se io valuto che la pressione massima si
troverà al di sotto di un certo valore ammissibile anche la corrispondente tensione
tangenziale massima si troverà al di sotto di un certo valore, massimo. Solo che, come è
evidente l'espressione della pressione massima è molto più semplice da ricordare e da
valutare. La pressione massima sarà data da due pi grande su pi greca di per l. Certo,
abbiamo la complicazione dell'espressione di B, piccolo dell'area di contatto però, comunque
l'espressione della P Max è più semplice da ricordare, da valutare. E quindi noi
confronteremo la pressione massima con una pressione ammissibile.

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