Demelio
Profili coniugati
Si considerino due corpi, il primo solidale alla polare fissa, il secondo solidale a quella mobile. Se essi sono conformati in modo tale da rimanere in contatto nel rotolamento della polare mobile su quella fissa, le superfici interessate dal contatto costituiscono superfici coniugate. Le stesse polari del moto sono particolari superfici coniugate. Se i corpi in contatto hanno la forma delle polari, il moto relativo sar di puro rotolamento senza strisciamento. Nel caso di corpi reali, in questo caso sar possibile trasmettere soltanto forze tangenziali per attrito. Ci implica che necessario comprimere fra loro i corpi e che il massimo valore della forza scambiata limitato alla forza di attrito. Nel caso si manifesti uno slittamento, in generale la cinematica prevista per il moto non pi rispettata, oppure, nel migliore dei casi, si perde la fase relativa tra le posizioni assunte istante per istante dai corpi. Affinch si possano scambiare forze nella direzione normale al contatto necessario che le superfici in contatto siano coniugate ma non coincidenti con le polari del moto. Ci comporta la presenza di uno scorrimento relativo nella zona di contatto dei profili, con perdite per attrito. Questo un inconveniente inevitabile e quindi lo studio della forma da assegnare alle superfici deve anche cercare di minimizzare e comunque portare entro limiti tecnicamente accettabili l'ampiezza degli scorrimenti. Questo obiettivo viene perseguito utilizzando sequenze di superfici coniugate che entrano in contatto in zone prossime a quella dell'asse di istantanea rotazione in modo da avere velocit relative contenute e quindi corrispondenti velocit di strisciamento limitate. Assegnata una coppia di polari, possibile trovare un numero infinito di superfici coniugate. Il problema della loro ricerca definito problema inverso. Per garantire la trasferibilit delle geometrie ai 1
corpi reali non sufficiente che i profili siano fra loro coniugati, in quanto necessario anche che le parti non in contatto non vadano a compenetrarsi e quindi non entrino in interferenza. Sono state studiate varie tecniche per risolvere il problema inverso. La tecnica pi utile ai fini della trasferibilit pratica delle considerazioni teoriche alle applicazioni tecniche quella che sfrutta una terza polare ed un punto oppure una curva ad essa solidale. Si dimostra che facendo rotolare senza strisciare la terza polare separatamente sulle altre due, le traiettorie del punto oppure gli inviluppi generati dalla curva solidale alla terza polare nei due moti costituiscono profili fra loro coniugati. Poich la scelte della terza polare, della posizione del punto o della curva ad essa solidale possono essere effettuate arbitrariamente, si dispone di un metodo per generare ed esplorare un numero infinito di profili coniugati. Dal punto di vista tecnico ovviamente si opta per geometrie semplici, che possono essere trasferite facilmente alle applicazioni.
2 1
V2 (r ) = 2 r Nello spazio solidale a ciascuno degli alberi rotanti potranno essere determinate le distanze dal centro in cui le velocit coincidono, consentendo di non avere strisciamenti relativi nel moto 1r1 = 2 r2 Assegnata la distanza tra gli assi e il rapporto di trasmissione, possibile determinare univocamente r1 ed r2 . Pertanto le polari nel moto relativo degli spazi solidali ai due alberi sono circolari e vengono chiamate circonferenze primitive. Si consideri una terza polare costituita da una retta tangente alle primitive nel loro punto di contatto ed una curva ad essa solidale costituita ancora da una retta passante per il punto comune di tangenza ed inclinata di un angolo rispetto alla normale alle polari nel punto di tangenza. Facendo rotolare senza strisciare la terza polare sulle altre, l'inviluppo della retta ad essa solidale descriver due profili coniugati. Si dimostra che tali profili sono evolventi di circonferenze concentriche alle primitive, definite circonferenze di base o fondamentali.
La cinematica del moto pu essere studiata con riferimento ad un piano normale ai due assi di rotazione. Al variare della distanza dal centro di ciascun albero il campo delle velocit periferiche varia con le leggi: V1 (r ) = 1r
Ruote dentate cilindriche a denti diritti Unificazione nelle dimensioni delle ruote dentate
La dimensione di unificazione per le ruote dentate il modulo, definito come rapporto tra diametro primitivo e numero di denti: 2r 2r m = p1 = p 2 z1 z2 2
Tutte le grandezze geometriche sono rapportate al modulo. Nel proporzionamento normale si ha:
1. 125 1. 25 1. 375 1. 5 1. 75 2
Numero di denti necessario a garantire (proporzionamento normale, angolo di pressione = 20), che tutto il dente intagliato sia esterno alla fondamentale Per non incorrere nell'interferenza nel taglio con dentiera o creatore deve essere
r p cos 2 r p a sin2 2ma 2mr p a 2 z MIN m sin2 1 mentre nel taglio con fresa o con ingranaggio utensile si ottiene:
z MIN
1 1 2 sin2 a 2m 2 sin2
Dal punto di vista costruttivo la condizione di assenza di interferenza nei confronti dell'utensile pu non essere rispettata, poich linterferenza con lutensile si traduce in una asportazione di materiale in corrispondenza della radice del dente (undercutting) che ne determina un indebolimento.
Per ruote dentate interne sufficiente cambiare il segno al rapporto di trasmissione. Nel caso di taglio con ingranaggio utensile, il numero di denti minimo quello corrispondente all'ingranamento con l'ingranaggio utensile stesso.
Moto relativo di taglio dellutensile (angolo di pressione 20) rispetto alla ruota per z = 18 (numero minimo di denti per taglio senza asportazione alla radice del profilo ad evolvente) e per z = 9.
Grado di ricoprimento
E' il fattore che fornisce il numero di denti contemporaneamente in presa. E' ottenuto come rapporto tra lunghezza del segmento dei contatti e passo sulla circonferenza di base: L load sharing ratio GR p b
L
2 2 r p1 a 2 r 2 b1 r p2 a r b2
Dimensionamento e verifiche
Formula di Lewis
I principali fenomeni che possono portare alla rottura o al fuori servizio delle ruote dentate sono la fatica alla radice del dente e la fatica superficiale in corrispondenza della zona maggiormente sollecitata dal contatto meccanico. L'impostazione della verifica a fatica sul procedimento introdotto da Lewis nel 1892, che considera il dente come una trave a sezione variabile, incastrata ad una estremit e sollecitata a flessione dalla forza massima applicata nella condizione pi sfavorevole cio allatto dellimbocco. Si trascura la componente assiale N delle forza.
Poich la sezione della trave ha unaltezza variabile, non detto che la sezione pi sollecitata coincida con quella di incastro. Un possibile procedimento per individuare la sezione pi sollecitata si basa sul confronto della geometria del dente con quella del solido a uniforme resistenza a flessione. Si consideri la trave inflessa a sbalzo caricata in punta e si determini un'altezza della sezione h(x) variabile tale da produrre l'uniforme resistenza della stessa, cio una tensione massima costante in ogni sezione:
max ( x) =
da cui
M ( x) 6Qx = = W ( x) bh( x) 2
(1)
h( x) =
6Qx =K x b
(2)
L'individuazione del valore di per cui la curva di tipo (2) risulta tangente al profilo del dente consente la valutazione sia della massima tensione nominale, sia del punto in cui essa si realizza, che proprio quello di tangenza. Infatti in corrispondenza della sezione di tangenza la tensione vale mentre nella altre sezioni inferiore poich la dimensione della sezione resistente maggiore di quella della corrispondente sezione del solido ad uniforme resistenza.
L'ascissa del punto di tangenza x e il corrispondente spessore s andranno a caratterizzare la sezione critica, in cui la tensione sar: Qx max 6 bs 2 Nel caso di progetto, assegnata la tensione di lavoro w del materiale, si avr:
2 2 Q w b 1 s w bm 1 s x x m 6 6
da cui:
Q wbmY
Poich:
C Q C 2 mz R
Il fattore geometrico J fornito in grafici o tabelle, il coefficiente K 0 tiene conto della presenza di irregolarit nella coppia motrice e nella coppia resistente, il coefficiente K m tiene conto della 10
accuratezza delle lavorazioni, del montaggio e della possibilit che la forza non sia uniformemente distribuita nella dimensione assiale del contatto.
Km Caratteristiche della trasmissione: ingranaggi precisi, montaggi accurati, piccoli giochi sui cuscinetti minore precisione, ma contatto esteso su tutta la dim. assiale contatto non esteso su tutta la dimensione assiale
mm 225 1. 5
1. 8
400 1. 8
2. 2
2. 2
dove ep,Pamm
progettazione classica a fatica, la tensione limite pulsante ammissibile data da: k ak bk c e r ep,amm k ak bk c e r Normalmente il fattore di riduzione della tensione limite di fatica per la finitura superficiale k a quello relativo alla lavorazione per asportazione di truciolo, dal momento che anche in ingranaggi rettificati (sbarbati) la finitura superficiale del raccordo non viene migliorata in maniera apprezzabile. La dimensione caratteristica da considerare per il fattore di riduzione relativo alle dimensioni assolute deqv = p = m . I valori di tale fattore sono reperibili in tabelle.
Nel caso di ruote oziose necessario tenere conto che la sollecitazione si inverte completamente. Nella progettazione a vita infinita si ha: K K K Q max = v 0 m e, amm bmJ dove e, amm il limite di fatica in presenza di sollecitazione alterna, pari a k a k b k c e .
stima della pressione massima hertziana. Si constata che il pitting comincia a manifestarsi in corrispondenza della primitiva, estendendosi principalmente lungo i fianchi e in parte lungo le coste della dentatura. La verifica si effettua pertanto in corrispondenza della primitiva.
1 2 2 E2 1 r2
2F
1 2 1 E1 1 r1
1 2 2 E2 2
F b
1 r1
1 r2 1 2 2 E2
r1
1 2 1 E1
Ponendo:
Cp 1
1 2 1 E1
1 2 2 E2
Q b sin cos
4Q 1 d p1 b sin 2 41 Cp d p1 b sin2 Q Q d p1 bI
sin2 4 1
H =
1 1 2
Nel valutare la pressione massima di contatto intervengono nuovamente i coefficienti maggiorativi del carico K v , K 0 , K m . Quindi:
H = Cp
K v K 0 K mQ d p1bI
Il valore della H va confrontato con la tensione limite hertziana, che per l'acciaio, per 107 cicli, con una affidabilit del 99% , ad una temperatura inferiore a 120C, fornita da:
eH = 2.8 HB 69 [ MPa ]
La tensione limite hertziana ammissibile pu essere determinata come segue:
eHamm = CLCR eH
dove C L il life factor, dipendente dal numero di cicli di progetto N:
C R il reliability factor:
Affidabilit 0. 5 0. 99 0. 999
CR 1. 25 1. 0 0. 8
14
1 2
da cui
sin 1 sin 1 sin cos 1 cos sin 1 sin 1 1 sin / tan 1 cos 1 arctan 1 sin ; 2 1 cos
se
2 1 arctan
Le relazioni utilizzate per determinare le condizioni di interferenza e la resistenza statica, a fatica e a fatica superficiale fanno invece riferimento all'ingranamento nel piano, mentre la geometria di ingranamento corrisponde, come gi detto, a evolventi sferiche. Si preferisce utilizzare le relazioni dell'ingranamento nel piano, con approssimazioni pi che accettabili, piuttosto che sviluppare una precisa ma complessa teoria di ingranamento con geometria sferica. Per far questo si considerano i profili dei denti proiettati su di un piano normale alla generatrice comune dei coni primitivi. Si vede che localmente l'ingranamento avviene come nel caso piano assumendo come raggi primitivi quelli dei coni complementari. Le grandezze corrispondenti saranno identificate come grandezze fittizie: r p1 r p2 r ; r p1 p2 cos 1 cos 2 r p1 r p1 cos 2 cos 2 r p2 cos 1 cos 1 r p2
2r 2r p1 p1 z1 m m cos 1 cos 1 z2 z 2 cos 2 z 1
15
z MIN
Nel dimensionamento necessario tenere conto che il rapporto di trasmissione effettivo sar fornito dal rapporto tra due interi e pertanto, non potendo rispettare esattamente il rapporto di trasmissione assegnato, sar necessario apportare le necessarie correzioni agli angoli 1 e 2 . Rapporto b/L
r p1m L 1 m m m m sin 1 2 b z1 1 2 2 sin 1 r p1m 1 m m sin 1 2
In genere, per le ruote dentate coniche, si pongono i seguenti limiti b 1 10 L 3 avendo indicato con L la distanza dal vertice dei coni primitivi del punto pi lontano della dentatura misurata sulla generatrice comune dei coni stessi. Nel dimensionamento statico si effettua il calcolo in corrispondenza della sezione media, ma si unifica il modulo esterno, poich il fattore di Lewis tabellato quello delle ruote dentate cilindriche. Il rapporto tra modulo esterno e modulo medio :
me mm
rp 1 m sin 1
rp 1 m sin 1
m m 2
Nel dimensionamento a fatica e a fatica superficiale si fa riferimento direttamente alle grandezze esterne, dal momento che si dispone di diagrammi specifici che forniscono il fattore J ed il coefficiente geometrico per ruote dentate coniche. Applicando la relazione secondo l' AGMA si avr:
K v K 0 K m Q max bm e J
dove Q la forza scambiata tra i denti in corrispondenza del punto medio della dentatura e Km fornita dalla seguente tabella
16
Si otterr:
max K v K 0K mQ bm e J K v K 0K mQ d p1e bI
H 1. 23C p
Il fattore 1.23 attribuito al coefficiente elastico e deriva dalla non uniformit del contatto rispetto alle ruote dentate cilindriche a denti diritti (il contatto fra superfici coniche non Hertziano).
17
18
dove si indicato con f l'angolo di pressione nel piano frontale. Le relazioni tra grandezze nel piano frontale e nel piano normale (dove sono unificate) sono le seguenti
p n p f cos m n m f cos tan n tan f cos
Ricapitolando
r p1 z r z1 2 p2 r b1 r p1 cos f r b2 r p2 cos f mf z1 mf z2 r p1 r p2 2 2 a mn d 1. 25m n nel prop. normale
Sviluppando il moto nel piano normale all'asse-dente come se virtualmente il raggio primitivo fosse maggiore, in quanto coincidente con quello del cerchio osculatore dell'elica normale all'asse-dente.2
Tale raggio pari a quello di curvatura maggiore dell'ellisse ottenuto sezionando il cilindro primitivo con un piano la cui normale inclinata di rispetto all'asse del cilindro stesso. In un ellisse di semiassi a e b , i raggi di curvatura massimo e minimo sono b 2 / a e a 2 / b
19
r p
Poich la condizione di non interferenza va imposta nel piano di taglio (che quello in cui le grandezze geometriche sono unificate) e quindi nel piano normale, il numero minimo di virtuale 2r p a 2 z MIN m n m sin2 La relazione fra numero minimo di denti nell'ingranamento virtuale e numero minimo di denti reale :
2r 2r p 2r p p z MIN z MIN m n m n cos 2 m f cos 3 cos 3
Pertanto la formula generalizzata per la determinazione del numero minimo di denti diviene: a 2 cos 3 z MIN m sin2 Il dimensionamento a fatica delle ruote dentate elicoidali effettuato sempre con le formule MAX 0. 93K m K v K 0 Q ep,amm 2 2bmJ
H C p 0. 93K m K v K 0 Q cos 0. 95GR d p1 bI
con J tabellato in funzione dell'angolo di inclinazione dell'elica . Per il coefficiente di maggiorazione dinamica dei carichi si assume:
Kv 78 200V 78
dal momento che in genere gli ingranaggi elicoidali hanno una buona accuratezza nel taglio e migliori caratteristiche di continuit del moto con fenomeni dinamici limitati. Il fattore geometrico va calcolato nel piano frontale: sin 2 f I 4 1
GR rappresenta il grado di ricoprimento, gi definito in precedenza. Esso corretto del fattore 0. 95 per tener conto della riduzione della dimensione del dente in punta (tip relief) e alla radice (root relief). Inoltre introdotto il fattore cos per tener conto della maggiore lunghezza del segmento dei contatti rispetto a quella che si misura nel piano frontale.
20
21
Da cui:
R R sin 1 Q tan cos 1 A R cos 1 Q tan sin 1
22
da a [mm] [mm]
rott
[N/mm] 360 490 590 690 410 540 490 560 540 530 510 490 670 610 570 560 550 540 520 570 700 640 590 665 655 645 630 590 730 690 640 705 695 685 675 830 780 740 785 775 765 755
snerv. (Rp
0.2) [N/mm] 205 275 315 345 235 360 305 345 325 305 295 275 470 390 355 295 285 275 265 325 490 420 370 460 440 410 390 335 510 460 410 490 470 450 430 590 530 450 550 540 510 440
alt.fl.rot.
[N/mm] 180 245 295 345 205 270 245 280 270 265 255 245 335 305 285 280 275 270 260 285 350 320 295 332 327 322 315 295 365 345 320 352 347 342 337 415 390 370 392 387 382 377
C 35 norm C 35 bonif
7845 7845
C 35 bonif
7874
C 40 norm C 40 bonif
7845 7845
C 40 bonif
7874
7845 7845
C 45 bonif
7874
C 60 bonif
7845
C 60 bonif
7874
100 16 40 16 40 100 250 100 16 40 100 16 40 100 250 100 16 40 100 16 40 100 250 100 16 40 100 16 40 100 250 16 40 100 16 40 100 250
23
35 Crmo 4 bonif.
7874
42 CrMo 4 bonif.
7845
42 CrMo 4 bonif.
7874
39 NiCrMo 3 bonif.
7845
39 NiCrMo 3 bonif.
7874
7845
7874
da a [mm] [mm] 0 16 16 40 40 100 100 160 160 250 0 16 16 40 40 100 100 250 0 16 16 40 40 100 100 160 160 250 0 16 16 40 40 100 100 250 0 16 16 40 40 100 100 160 160 250 0 16 16 40 40 100 100 250 0 40 40 100 100 250 0 40 40 100 100 250
rott
[N/mm] 930 880 780 740 690 980 880 785 685 1030 930 830 780 740 1080 980 880 735 980 930 880 830 740 1030 980 880 685 980 930 880 1225 1130 980
snerv. (Rp
0.2) [N/mm] 735 665 560 510 460 785 665 560 540 835 735 635 560 510 880 765 635 610 785 735 685 635 540 835 785 685 540 785 735 685 1030 930 765
alt.fl.rot.
[N/mm] 465 440 390 370 345 490 440 390 342 510 460 410 385 365 535 485 435 365 490 465 440 415 370 515 490 440 342 485 460 435 605 560 485
durezza HB 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 530-560 420-470 420-470 420-470 420-470 420-470 420-470 420-470 420-470 420-470 450-480 450-480 450-480 450-480 450-480 450-480
24
norma UNI
7846
7846
7846
rott
[N/mm] 1130-1420 1030-1280 930-1180 835-980 1270-1570 980-1270 880-1180 1230-1520 980-1270 830-1130 1180-1570 830-1130 690-980
snerv. (Rp
0.2) [N/mm] 880 785 735 640 980 735 685 980 735 635 930 590 490
alt.fl.rot.
[N/mm] 565 515 465 420 635 490 440 615 490 415 590 415 345
durezza minima HB 620 620 620 620 620 620 620 620 620 620 620 620 620
Conversione delle durezze Tabella comparativa delle durezze e della resistenza alla trazione, elaborata da UNI EN ISO 18265 tavola A.1, non applicabile agli acciai austenitici. (In grigio chiaro: conv. Suggerite da UNI EN ISO 18265 In grigio scuro: estrapolazione HB = 0.95HV)
Resistenza a trazione N/mm2 385 400 415 430 450 465 480 495 510 530 545 560 575 595 610 625 640 660 675 690 705 Resistenza a trazione kg/mm2 39 41 42 44 46 47 49 50 52 54 56 57 59 61 62 64 65 67 69 70 72 Durezza Vickers HV 120 125 130 135 140 145 150 155 160 165 170 175 180 185 190 195 200 205 210 215 220 Durezza Brinell HB 114 119 124 128 133 138 143 147 152 156 162 166 171 176 181 185 190 195 199 204 209 Impronta Brinell mm 5.54 5.43 5.33 5.26 5.16 5.08 4.99 4.93 4.85 4.79 4.71 4.66 4.59 4.53 4.47 4.43 4.37 4.32 4.27 4.22 4.18 Durezza Rockwell C HRC Durezza Rockwell B HRB 66.7 71.2 75 78.7 81.7 85 87.1 89.5 91.5 92.5 93.5 94 95
25
Resistenza a trazione N/mm2 720 740 755 770 785 800 820 835 850 865 880 900 915 930 950 965 995 1030 1060 1095 1125 1155 1190 1220 1255 1290 1320 1350 1385 1420 1455 1485 1520 1555 1595 1630 1665 1700 1740 1775 1810 1845 1880 1920 1955 1995 2030
Resistenza a trazione kg/mm2 73 76 77 78 80 82 84 85 87 88 90 92 93 95 97 98 101 105 108 111 114 118 121 124 128 132 135 138 141 145 148 151 155 158 162 166 170 173 177 181 185 188 192 196 199 203 207
Durezza Vickers HV 225 230 235 240 245 250 255 260 265 270 275 280 285 290 295 300 310 320 330 340 350 360 370 380 390 400 410 420 430 440 450 460 470 480 490 500 510 520 530 540 550 560 570 580 590 600 610
Durezza Brinell HB 214 219 223 228 233 238 242 247 252 257 261 266 271 276 280 285 295 304 314 323 333 342 352 361 371 380 390 399 409 418 428 437 447 456 466 475 485 494 504 513 523 532 542 551 561 570 580
Impronta Brinell mm 4.13 4.08 4.05 4.01 3.97 3.92 3.89 3.86 3.82 3.78 3.75 3.72 3.69 3.66 3.63 3.6 3.54 3.49 3.43 3.39 3.34 3.29 3.25 3.21 3.17 3.13 3.09 3.06 3.02 2.99 2.95 2.93 2.89 2.86 2.83 2.81 2.78 2.75 2.73 2.7 2.68 2.66 2.63 2.6 2.59 2.57 2.54
Durezza Rockwell B HRB 96 96.7 98.1 99.5 101 102 104 105
20.3 21.3 22.2 23.1 24 24.8 25.6 26.4 27.1 27.8 28.5 29.2 29.8 31 32.2 33.3 34.4 35.5 36.6 37.7 38.8 39.8 40.8 41.8 42.7 43.6 44.5 45.3 46.1 46.9 47.7 48.4 49.1 49.8 50.5 51.1 51.7 52.3 53 53.6 54.1 54.7 55.2 55.7
26
Durezza Vickers HV 620 630 640 650 660 670 680 690 700 720 740 760 780 800 820 840 860 880 900 920 940 970 1000 1050 1100 1200
Durezza Brinell HB 589 599 608 618 627 636.5 646 655.5 665 684 703 722 741 760 779 798 817 836 855 874 893 921.5 950 997.5 1045 1140
Durezza Rockwell C HRC 56.3 56.8 57.3 57.8 58.3 58.8 59.2 59.7 60.1 61 61.8 62.5 63.3 64 64.7 65.3 65.9 66.4 67 67.5 68 68.6 69.1 69.8 70.4 71.5
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