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LINGEGNERE
MECCANICO-COSTRUTTORE

OPERE DELLO STESSO AUTORE


Premiata con \fa.rie Medaglie:

Disegno Geometrico, Coaso Paemnnromo con libro di testo ed Atlante di 27 Tavole:


Libro di testo L. 2 - Solo Atlante L. 4. - Opera compiuta .
. . . . . . L. 6
Nozioni di Geometria pratica, Appendice alla Prima Parte . . . .
250
Il Vi noia degli Studenti 0 Lezioni d'Architettura teorico-pratica, un bel Ve
urne di testo ed un ricco Atlante di 63 Tavole:
Libro di testo L. 6. - Solo Atlante L. 12. - Opera com ima . . . . . . . . 18 Il
Libro usato nelle Scuole dArchitettura di alcune nlversit del Regno.
L'Ingegnere Meccanico-Costruttore ossia Corso di Disegno teorico-pratico delle
Macchine corredato delle formole scientiche e dei risultati pratici relativi alla loro
costruzione, ad uso degli Istituti Tecnici, delle Scuole d'applicqione, ecc.; delle Scuole
industriali, serali, e delle ocine, diviso in guattro trattati:
1. Principii generali di Meccanica applicati a le Macchine; Disegno e Costruzione degli
Organi, che compon omo le macchine in generale:
Libro di testo L.

2. -- Solo Atlante L. 20. - Opera compiuta .

32

Manuale d)l Disegno di Macchine, Compendio dellIngegnere Meccanico (in corso di


stampa .
Corso progressivo metodico ragionato di Disegno Topograco, corredato ditavole
a differenti scale, a matita, a enna ed a colori, conforme ai Programmi governativi degli
Istituti Tecnici e Industrial- rofessionali, ad uso delle Scuole degli Ingegneri idraulici,
Civili e Militari, diviso in due Parti con Appendice:
La PRIMA PARTE comprende alcuni esercizh preparatorii da eseguirsi a mano libera a
matita, per abituare lo studioso ai rilevamenti in campagna; il disegno topogra co
lineare e di effetto a tratteggi colla penna; XIII Tavole con testo
. . . ' . . 1.
LA SECONDA PARTE esercizii dombre gio a colori, le tinte convenzionali edil disegno topo
raco a tinte naturali allacquarel?o; VIII Tavole con testo . . . . . . . . . 10
L PPENDICE il disegno di piani di drena gio, disegno ilograco, progetti di strade ed opere
d'arte allacquare Io a colori; XI Tavo e con testo . . . . . . . . . . . . . 13 .i
OPERA COMPIUTA! testo con 26 gure intercalate e Atlante di XXXII Tavole . . . . n 30
Disegno di Fiori lineare ed. ombre giato a una e_due inatite e colorito (Tavole XVI) con
testo e piccolo vocabolario dei ori e loro parti, diviso in due fascicoli, uno in nero ,
laltro colorito, lire 6 ciascuno, ad uso delle Scuole Normali Femminili, Famiglie, ecc.

12

I)

Cinque grandi. Tavole Murali per linsegnamento del Sistema metrico-decimale ad uso
delle Scuole elementari, Tecniche e Magistrali, settima edizione:
Scwlteinfogli
...................n750
Montate su tela con cornice sotto e sopra . . . . . . . . . . . . 17 50
Serie di M_od_elli in rilievo per l'insegnamento del disc no delle proiezioni ortogonali e
dei principii di Geometria descrittiva; ad uso delle _ cuole Tecniche e degli Istituti
Tecnici_e Serali. Essa si compone di 14 tavolette, Ciascuna composta di due piani in
legno di m. 0,35 per 0,25 uniti ad angolo retto, che formano i piani di proxezione,
sui_quali stanno pure incollati i disegni in litograa, con linee abbastanza visibili ad
unintiera scolaresca anche di60a70 alunni. I punti, le linee e le gure sono in ferro,
e l solidi in legno, il tutto verniciato. La serie comprende una cinquantina di problemi.

-_ Sette colorata e verniciata L. 135. - Serie con semplice colore L. 125. - Serie in
bianco senza colore L. 115. -- Cassa d'imballaggio per una serie L. 10.
Manua'le_ di Disegno Lineare Geometrico conforme i Programmi overnativi ad uso
degli alunni del Secondo anno di corso delle Sc_uole Tecniche, con X
IV Tavole e 574
gure, e 13 gure intercalate nel testo. 8 edizrone . . . . . . . . . . . .
Manuale di Disegno Architettonico ossia i Cinque Ordini del Vignola _disposto
didatticamente conforme i Programmijovernativi,arricchito di problemi ed altri esercizii
d'applicazione pel Ter;o anno di corso elle Scuole Tecniche con testocAtlante di45Tavole.
4' edizxone inttcramente rifatta con applicazioni . . . . . . . . . . . . . . 4 50
Manuale di Disegno Lineare Geometrico conforme i Programmi governativi ad uso
delle Scuole Normali e Magistrali maschili, con 33 Tavole . . . . . . . .

4 50
Manuale di Disegno Lineare Geometrico conforme i Programmi overnativi ad uso
delle Scuole Normali e rilagistrali femminili, con 14 Tavole e 447 gure .
. .
5 n
Prime Nozioni di Disegno Geometrico Lineare ad uso delle Scuole Tecniche,llor
mali Maschili, Femminili e serali; XIV Tav. e 209 gure con testo (edmone economica) 2
Corso Elementare d'0rnato Lineare prescritto_dai Programmi governativi, dis osto
metodicamente per gli alunni delle Scuole Tecniche, diviso in due _fasmcoh con 4 le
zioni ciascuno, coi relativi abbozzi a ma gior comodo dei prmctprant1:
Pel 1 anno di corso Fascicolo 1 e niente economica
. . .
1 50
Pel 2anno di corso Fascicolo 2
id.
. . _. . . . _. . . . n
1 75
Pel 3 anno e scuole serali Fascicolo 3, 10 tavole ombreggiate a due tinte . _ .
3 50
I due primi fascicoli ad uso delle Scuole Tecniche, Serali, ecc. completi in foglio su
cartapforte,lOedizione.................. 4
Raccolta d'0rnati di vari! Stili ombreggiati a due tinte, 14 tavole . . . . . . . 10
Corso elementare di Fiori lineari ed ombreggiati a matita, ad uso delle Scuole Fem
minililnferiori...._.....................ii150
Guida per l'insegnamento del Disegno Geometrico nelle Scu_ole e negli Istituti
Tecnici, Corso teorico-pratico sulle proiezioni orto ongh,sulla teoria e determinazione

delle ombre, sui principii di prospettiva. Appendice: rOiezioni a_xonometnche ed oblique


o pros ettiva arallela, ad uso egli insegnanti ed aspiranti allinsegnamento del Disegno
nelecuoleecniche......................8
Corso di Disegno applicato ai Lavori donneschi, esercizii a matita ed_ a penna,
disegni di ricamo in bianco sul tulle, alluncinetto ed in colore sul canavacuo, ad uso
delle Scuole Normali ed Elementari Superiori e Complementari. Tavole XII
. . 4
_NB. Le 0 ere, di cui non indicato il prego, sono in corso di stampa.-Le gi pub_blicate si spe
discono dall Autore per tutta lItalia ajrancate contro Vaglia Postale del prego indicato.
Torino, via Bogino, N. 8

% WM

LINGEGNERE '
MECCANICO-COSTRUTTORE
OBBIA

CORSO Il DlSEGNO Tllilil-PRATICO DELLE MACC E


BOIIIIEIIATO DELLE FOIIIILE SCIEITIFICIIE i DEI RISULTATI PIATICI RELATIVI ALLA LORO COSTRUZIONE

m uso
DEGLI ISTITUTI TECNICI, DELLE SCUOLE DAPPLICAZIONE,m.
DELLE SCUOLE INDUSTRIALI. SERALI E DELLE OFFICINE

muso m omrrno rnnnn :


I.

Principii Generali di Meccanica applicata alle Macchine:


Organi, che compongono le Macchine in generale.

Disegno e Conruaione dein

Il. Macchine idrauliche" Trombe aspiranti prementi per incendi, ruote, turbine, ecc.
III. Macchine a Vapore sse a bassa e ad alta pressione: Locomotive e locomobili per la

Marina e ad aria dilatma.


IV. Macchine e Strumenti applicati allAgricoltura ed allIndustria. Appendice: Vocabolario
tecnico di Meccanica nelle cinque lingue: Italiana, Francele, Inglese, Tedesco e
Spagnuolo.
DI

GIUSEPPE A. BOIDI
Prolauore alla Scuola Tecnica Governativo di Moncenilio, di Dlugno Geometria: 9 Meccanica applicata del R. Albergo di Virt,
d'Anhiu-nura e di Diegno Topograco e delle Macchine al IL Illilulo Tecnico Prolulionale di Torino.

TRATTATO PRI MO
Irincipii Generali di Meccanica applioala alle Macchine:
Disegno e Costruzione degli Organi che compongono le Macchine in generale.
Vocabolario tecnico Italiano-Francese, e viceversa,
contenente i termini usati in ispecie nella Meccanica pratica.

Con Atlante di LIII Tavole.

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TORINO
VINCENZO BONA, TIPOGRAFO DI S. M.

1873

PROPRIET LETTERARIA

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7.5].

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Nel comporre e nel fare di pubblica ragione questo mio lavoro,


disegnato gi per una serie di lezioni, che io dettava agli operai mac
chinisti nelle scuole serali, mi studiai di rispondere, come seppi meglio,
ai programmi governativi per linsegnamento del disegno delle macchine
agli alunni dellIstituto tecnico professionale. E ad un tempo mingegnai di
disporlo e d'accrescerlo in guisa da soddisfare al desiderio de numerosi
lettori, i quali han gi spiegato tanto benigno favore verso le altre opere
mie. In questo lavoro come negli altri ho cercato d'essere pi utile che
nuovo; sebbene nuova affatto ne sia riuscita la forma. Esso il primo
Trattato della terza Parte del Programma prefissomi nellimprendere le mie
pubblicazioni. Nellordinameuto del piano di questo lavoro ho avuto un
doppio scopo, cio di dare allItalia un lavoro, di cui mancava affatto (come
gi feci col Corso compiuto di Disegno geometrico, ecc), e di fornire ai
costruttori, agli allievi ingegneri e specialmente agli studenti di disegno
tecnologico applicato alle macchine, negli Istituti tecnici e nelle Scuole
d'applicazione degli Ingegneri, un libro, che potesse servire di norma al
linsegnamento del disegno. Quindi conveniva che contenesse una serie di
disegni, prima degli organi e poi delle parti principali, di cui si compon
gono le macchine,fserie graduata tanto rispetto alle difcolt di esecu
zione nel disegno, quanto rispetto all'importanza, che ciascuno di essi

organi ha nella composizione delle medesime, avanti di intraprendere la


descrizione compiuta dei principali sistemi di esse. Il proposito di far
disegnare delle macchine sovente complicatissime, senza che prima lalunno
abbia studiato la ragione della loro forma, e ne abbia disegnate separa- tamente le parti, mi pare n il metodo pi ragionevole, n il pi utile, n
il pi speditivo. Di questo falso sistema dovetti accorgermi non solo
quando maccinsi al difficile cmpito d'insegnare agli altri dl disegno
delle macchine, ma ben da quando intrapresi tale studio per mia istru
zione, e vidi che questo insegnamento era per ordinarlo mal conce
pito, e peggio dato, siccome sono tutti quelli che vengono impartiti
in generale coi cattivi o nessun metodo seguito nelle scuole di disegno,
delle quali i pi non hanno unidea netta e precisa, perch non hanno
ben determinato lo scopo di ognuna di esse, e sempre confondono listru
zione preparatoria colla principale, laccessoria collessenziale, lartistica

VI

colla tecnologica, solo perch vha fra esse qualche punto di contatto, come
lo hanno le cose tutte del mondo. Il merito principale di siffatte scuole,

i pi lo fanno consistere nella nitezza delle linee o nella leccatura delle


tinte e dei disegni, bench a vero dire questa sia una parte secondaria,
che basta non sia trascurata; perch voler nella scuola insegnare il di
segno come si fa nelle ofcine e un errore, altra essendo la via che si

batte per apprendere a disegnare, ed altro il disegno dellofcina, in cui


si deve credere che chi disegna gi sappia. Perci i metodi saranno di
versi come diversi sono i fini.
Il metodo dinsegnare in queste scuole, poche eccezioni fatte, con

siste nel servirsi di un armadio pieno di cartoni, sopra i quali stanno


attaccati disegni di macchine, che il pi delle volte non forniscono una

compila descrizione n di un organo n di una macchina, epper non


potrebbero servir di guida alleffettiva costruzione delloggetto, che lo
scopo principale del disegno. Siffatli esemplari sovente sono di varii au
tori, che tengono sistemi differenti; e vengono poi distribuiti agli alunni
senza ordine, perch per darli con ordine ve ne dovrebbe essere una
serie per ogni alunno(), e si espongono per giunta senza istruzione
orale preparatoria, salvo poche parole delle man mano allorecchio di
ciascun alunno.
Il disegno insegnato in questa guisa senza metodo, senza base
scientifica e, ci che pi monta, senza un concetto direttivo, preciso, de
nito ed uniforme, non si presta certo ad un corso di lezioni orali tanto

necessarie, le quali dovrebbero sempre precedere nelle scuole di disegno


le esercitazioni grache. Una serie di lezioni coordinate fra loro (senza
innoltrarsi troppo nella parte scientifica, ch cmpito della scuola di
meccanica), procaccerebbe le cognizioni necessarie ad intendere per bene

i disegni che si fanno, e darebbe tutte quelle nozioni, le quali, quan


tunque non facciano parte della meccanica teoretica, non si possono
trascurare parlando di macchine: farebbe insomma conoscere agli alunni,
con ordine, gli organi principali, che occorrono nella composizione delle
macchine; dimostrerebbe colla meccanica geometrica la ragione della forma
voluta dallorgano per soddisfare a un dato problema; insegnerebbe e
porrebbe in evidenza, come dalla sua precisione dipende la perfezione
del lavoro dell'organo, poich da cotali condizioni dipendono appunto la
precisione e la durata del moto della macchina, ond che il disegnatore
deve conoscere appieno le parti della macchine, sulle quali il lavoro
della resistenza e gli attriti si spiegano con maggior intensit, afnch
adatti loro, oltre la forma, il metallo e la spessezza conveniente. Infine si
farebbe in modo che il lavoro della mano sia un mezzo per esprimere con
chiarezza e precisione il lavoro della mente ed il concetto dellintelletto.

(') Onde val meglio che ognuno abbia un trattato,_il quale presenter il van
taggio di poterlo consultare e riandare le cose studiate, impossibile coi cartoni.

VII

Unaltra pecca grave di queste scuole che dordinario si ammet

tono gli alunni a disegnare le macchine senza che abbiano fatto un corso
preparatorio, non dir gi compiuto, di Geometria descrittiva, che sarebbe
cosa eccellente, ma solo di Disegno Geometric0 elementare, nel quale siasi

l'allievo abituato a risolvere con facilit un certo numero di problemi gra


ci di geometria, che ad ogni momento si presentano alla mano di chi di

segna, facilitano per eccellenza luso della riga e del compasso per la
determinazione delle linee, e portano grande economia di tempo, e abbia

specialmente una qualche istruzione teorico-pratica sulle proiezioni orto


gonali. Ove i giovani non abbiano qualche cognizione dei principii di ar
chitettura, tanto indispensabile per determinare con grazia, non solo le
parti delle macchine, ma gli organi stessi, e alcuna nozione sulla teoria e

pratica della determinazione delle ombre per sapere almeno disporre sul
disegno i cos detti tratti di forza, torna quasi inutile linsegnamento del
disegno delle macchine. In tutte le cose vi sono sempre due parti, che
non debbono mai andar disgiunte, un sistema di ragionamenti e uno dope
razioni; la prima si perfeziona collo studio della teorica, la seconda con
un ordine di convenienti operazioni, che costituiscono la pratica. Questa
senza la teorica e cieca, e quella senza questa sarebbe inutile. In ne
non vi si indica, ditl'erente dai cartoni sopra citati, allalunno volenteroso
di studiare un libro, come si usa negli altri rami dinsegnamento, in cui
possa trovare quellistruzione. che per difetto di tempo o di buon anda
mento della scuola non potesse avere.

Per lunga esperienza ho dovuto persuadermi di qual debole giova


mento sia alla costruzione delle macchine edarchitettura il disegno di

sgiunto dai dati della scienza e della pratica. Ho cercato quindi di unire in
questo mio lavoro luna con laltra, corredandolo di tutte quelle nozioni,
formale teoriche e pratiche, tabelle con molta cura calcolate, ove sono
raccolti idati dellesperienza, che sono indispensabili ai costruttori di mac

chine, per abbreviare e rendere pi spedito il lavoro, mirando per


sempre a formare un corso generale, anzich trattenermi su cose parti
colari. Lesperienza dimostra che si dimentica con facilit quanto abbiamo

appreso nei modi ordinari, ma difcilmente si scorda quanto abbiamo


imparato disegnando.
Perci ho procurato che questo lavoro, oltre che una copiosa rac
colta di disegni, riuscisse nello stesso tempo ancora un ampio prontuario
di meccanica per i costruttori, e gli alunni ne acquistassero luso con
temporaneamente allapprendimento del disegno onde potesse riuscir loro
doppiamente utile.
Ho distribuito il lavoro, incominciando con unintroduzione, che
comprende le denizioni generali, le divisioni dei principii di meccanica
applicata, e la conoscenza e la resistenza dei materiali impiegati nella co
struzione delle macchine, indicandone le propriet chimiche e siche e
la loro provenienza. Poi sono passato alla descrizione e costruzione degli

VIII

organi principali, che compongono tutte le macchine pi usitate. Per


ciascuno ho cominciato dalla definizione, poi ho indicate coi rispettivi
nomi le parti di cui si componeva, e poi ne ho indicate le principali
variet. Nei modelli ad ogni organo ne ho sempre scelto uno dei pi sem
plici e comuni come tipo, e lho esposto nel disegno e nel testo col mag
gior numero di particolarit possibile, allinch lo studioso ne potesse acqui
stare unidea compiuta; quindi sono passato alle diverse variet, delle
quali, per economia di spazio, non sempre ho potuto dare nedisegni tutti i
particolari. Quando gli oggetti non erano di grande importanza al dise
gno, e bastava un disegno dimostrativo, per non moltiplicare di troppo le
tavole ho ricorso alle incisioni in legno intercalate nel testo. Inne,
sapendo di quanta importanza sia il linguaggio tecnico e quante diffi
colt esso presenta nell'uso, ho terminato il mio lavoro con un piccolo
vocabolario dei termini adoperati nella meccanica pratica, in francese ed
in italiano, e viceversa.
Ho procurato in tutto lo svolgimento del libro di seguire un me
todo facile, piano, chiarito per esempii e per applicazioni, perch mi
pare pi adattato per le persone, a cui esso destinato, le quali si sup
pone che abbiano gi qualche istruzione, fosse pure semplicemente pratica.
A svolgere con pi vantaggio il mio programma ho consultate le
opere di tal genere pubblicatesi in Francia, in Inghilterra ed in Ger
mania, prendendo in esse quanto trovai di pi conveniente e di maggior
giovamento al mio scopo In molti di cotesti libri rinvenni pregi speciali
di dottrinae di pratica; ma nessuno riscontrai disposto secondo le norme
didattiche e chio potessi per intero seguire.
Essi per lo pi sono raccolte di formole e di disegni da consul
tarsi da quei che sanno, piuttosto che libri da darsi ai principianti affinch
si abituino a studiare con ordine, per riuscire ingegneri e costruttori
istrutti e capaci di dirigere le pi ampie e complicate costruzioni.
In ultime non ho badato n a spese n a fatiche, perch il lavoro
riuscisse compiuto tanto per lordine e disposizione delle tavole quanto
per la nitezza dei disegni, ed altres pel numero degli esercizii teorici
e pratici, adattati anche a quelli, che non hanno compiuto un corso re
golare di studii, i quali non di rado, guidati dal loro ingegno naturale
e dalla pratica, riescono eccellenti industriali. Senza allontanarmi di troppo
da limiti, che mi sono prestabiliti, m'adoperai a che il libro potesse es
sere accessibile nel suo genere anche ai meno agiati. Tuttavia, se non
ostante la mia buona volont, le lunghe fatiche e le molte spese non
fossi riuscito appieno a soddisfare il desiderio de miei lettori, porlo spe
ranza che non mi verr meno il favore benevolo, onde gi fui cou
fortato nelle mie pubblicazioni, a cui fu sempre ed scopo precipuo li
progresso della scienza e il decoro della patria.
LAUTORE.

IX

I N D I G E
ANALITICO DELLE MATERIE

INTRODUZIONE. - Principi! generali di Meccanica teorico-pratica.

ARTICOLO I. -- Denizioni generali o Propriet dei Corpi


.
.
.
.
Fan.
Meccanica - Sue Divisioni - Stato dei Corpi - Propriet dei Corpi - Caduta
- Massa - Volume - Peso - Peso assoluto, relativo e specico - Regole pra
tiche - Determinazione del Peso specico di un Corpo - Densit dei Gas Tabella del Peso specico di alcuni Corpi solidi, liquidi e gasosi - Esercizii

sul Pesi specici - Mobilit. - Moto - Inerzia - Quiete - Forza - Misura delle
Forze - Dinamometri.
ARTICOLO Il. - Del Moto e delle sue Variet .
.
.
.
.
.
.

Considerazioni sul Moto - Spazio - Tempo - Velocit - Direzione - Ostacoli Differenti generi di Moto - Moto uniforme - Regole pratiche - Esempii di
alcune Velocit riferite al minuto secondo - Moto rotatorio - Regole - Eser
cizii sulle Velocit angolare ed assoluta - Moto vario - Moto uniforme acce
lerato - Moto uniforme ritardato - Caduta. dei Corpi - Regole pratiche -

Esercizii sul Moto accelerato e ritardato - Tabella delle Altezze corrispondenti


a differenti Velocit, le uno e le altre espresse in centimetri.
ARTICOLO III. - Centro di Gravit - Equilibrio dei Corpi pesanti, loro Stabilit

27

Centro di Gravit - Determinazione pratica del Centro di Gravit. - Regole

di Guldin - Equilibrio dei Corpi pesanti - Stati diversi di Equilibrio - Sta


bilit dei Corpi.
ARTICOLO IV. - Composizione e Scomposizione delle Forze .
.
.
.

Composizione e Scomposizione delle Forze.


.
ARTICOLO V. - Moto parabolico - Forza centrifuga - Moto dei Gravi sui Piani
inclinati..............
Moto parabolico - Forza centrifuga - Regole pratiche - Esercizii sulla Forza
centrifuga - Moto dei Gravi sui Piani inclinati.

ARTICOLO VI. - Del Pendolo semplice e composto

Pendolo semplice - Oscillazioni - Regole pratiche - Pendolo composto Pendolo di compensazione - Esercizii sul Pendolo semplice e composto.

ARTICOLO VII. - Lavoro meccanico - Inerzia - Quantit di moto - Forza viva

Lavoro meccanico - Unit dinamica - Cavallo-Vapore - Rappresentazione

graca del Lavoro - Massimo Lavoro dei Motori - Tabella delle quantit di
Lavoro medio e giornaliero prodotto dai Motori animati in differenti circo
stanze - Esercizii sul Lavoro meccanico - Inerzia - Quantit. di moto Forza viva.

ARTICOLO VIII. -_ DellUrto e Conitto dei Corpi


DellUrto e Conitto dei Corpi.
ARTICOLO IX. - Macchine semplici
.
.
.

Coppia o Momento meccanico - Leva - Regole - Sistema di Leve - Leva a


ginocchio - Della Leva sica e della sua Costruzione - Costruzione della
Leva - Esercizii sui tre generi di Love.
Il

44

ARTICOLO X. - Della Carrucola ssa e mobile e delle Taglie

.
.
.
Pag.
Della Carrucola - Carrucola mobile - Carrucola mobile a tratti di corda pa
ralleli - Carrucola mobile a tratti di corda convergenti - Sistema di Carru

n...

cole - Taglia 0 Bozzello o Polispato - Taglia di Smeaton - Regole pratiche Esercizii sui sistemi di Carrucole.

ARTICOLO XI. - Del Tornio o Verricello

Del Tornio - Sistemi di Tornii - Volanti - Verricello chinese - Sistemi di


Ruote - Disposizione delle Ruote - Regole pratiche - Esercizii sui Verricelli
composti.

ARTICOLO XII. - Del Piano inclinato .


.
.
.
.
.
.
.
Piano inclinato - Regole pratiche - Esercizii sui Piani inclinati.
ARTICOLO XIII. -- Del Cuneo
.
.
.
.
.
Cuneo - Regole pratiche - Ese?cizii sul Cuneo.

73
.

75

ARTICOLO XIV. - Della Vite e della Chio ciola


.
.
.
.
.
.

Della Vite - Uso della Vite - Applicazione della Vite - Esercizii sulla Vite.
ARTICOLO XV. - DellAttrito
.
'
DellAttrito - DellAttrito radente - Coefciente dAttrito - Angolo dAttrito

- Mezzi per diminuire 1Attrito - Tabella dei Valori del corrispondente dAt
trito delle Supercie piane secondo le esperienze di Moria - Regole pra
tiche - DellAttrito volvente o di rotazione - Tribometri - Attrito composto Regola - Tabella dei Valori del corrispondente dellAttrito degli Assi in
movimento sui loro cuscinetti - Esercizii sullAttrito.

ARTICOLO XVI. - Misura dellEfelto duna Macchina mediante il Freno dina


mometrico .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Freni dinamometrici - Esempii.
ARTICOLO XVII. - DellElasticit dei Corpi

Elasticit di trazione o tensione - Elasticit dinessione - Elasticit di


torsione.

ARTICOLO XVIII. - Della Rigidezza delle Funi e delle Catene

<i
Esempii sulla Rigidezza delle Corde e delle Catene.

ARTICOLO XIX. - Della Resistenza dei Mezzi ossia dei Fluidi


.
.
.

Esempii sulla Resistenza dei Mezzi.


ARTICOLO XX. - Dei diferenti Materiali impiegati nella Costruzione delle Mac
chine
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ferro. - Stato sico - Colore, Odore e Sapore - Densit - Dilatazione Tenaeit - Duttilit e Malleabilit - Stato elettrico - Azione chimica del

lAria. - Azione chimica dellAcqua - Azione degli Acidi - Ainit - Leghe


importanti - Delle diverse qualit di Ferro in commercio - Ferri molli Ferri duri - Mezzi per conoscere la qualit del Ferro
.
.
A cciaio. - Stato sico - Acciaio fuso - Acciaio damascato - Colore Densit - Duttilit e Malleabilit - Stato elettrico - Azione chimica del
lAria - Azione degli Acidi - Leghe importanti - Tempera - Mezzi per cono
scere la qualit dellAeciaio .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ferruccio o Ghisa. -- Stato sico - Colore - Densit - Malleabilit e

100

103

Duttilit - Azione chimica dellAria - Azione degli Acidi - Leghe - Usi

105

Rame. - Dilatazione - Colore, Odore e Sapore - Densit - Dilatazione Tenacit - Duttilit e I\Ialleabilit - Stato elettrico - Azione chimica del
lAria - Azione chimica dell'Acqua - Azione degli Acidi - Affinit - Usi Qualit del Rame in commercio .
.
.
.
.
.
.
.
.
Slag no. - Stato sico - Colore, Odore e Sapore - Dilatazione - Tena
cit - Duttilit e Malleabilit - Stato elettrico - Azione chimica dellAria Azione chimica dellAcqua - Azione degli Acidi - Afnit - Leghe princi
pali - Usi - Qualit di Stagno in commercio .
.
.
.
.
.

107

Zinco. -- Stato sico - Colore, Odore e Sapore - Densit - I)ilatazione 'Ienacit - Duttilit e Malleabilit - Stato elettrico - Azione chimica del

lAria - Azione chimica dellAcqua - Azione degli Acidi - Afnit - Usi Qualit di Zinco in commercio

..

109

Piomb o. - Stato sico - Colore, Odore e Sapore - Densit - Dilatazione Tenacit - Duttilit e Malleabilit - Stato elettrico - Azione chimica del

lAria - Azione chimica dellAcqua - Azione degli Acidi - Afnit - Usi Qualit del Piombo in commercio - Leghe principali
.
.
.
.
110
Delle Leghe. - Leghe di rame e ottone, rame e zinco e piccolo, bronzo,
rame, stagno e zinco

111

XI

Tabella. - Peso dun metro quadrato di foglio di latta, di ferro lami


minato, di rame, di piombo, di zinco, di stagno e di argento. secondo le
spessezze
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Pag. 116

Tabella. - Peso (lei Ferri quadrati e rotondi per la lunghezza di


un metro
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
117
Mastici e Leghe accessorie - Mastico per la ghisa, pel piombo, con minio.
con bianco di zinco, Serbat, di calce - Leghe fusibili.
ARTICOLO XXI. - Resistenza dei Materiali alla Rottura
.
.
.
.
117
Resistenza alla estensione o trazione - Determinazione del Modulo di Tena
cit - Regole.

Tabella delle Resistenze assolute o di trazione per 1 centimetro quadrato di


sezione di alcuni legni, metalli, ferri e pietre
Esercizii sulla Resistenza per trazione
.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

121

.
.

ARTICOLO XXII. Della Resistenza alla Compressione ossia allo Schiacciamento 123
Resistenza allo schiacciamento - Per i legnami da costruzione - Per il ferro

lavorato - Per il ferro fuso - Determinazione del Modulo di schiacciamento


- Tabella delle Resistenze assolute, negative o di schiacciamento per l centi
metro cubo di alcuni legni, metalli e pietre - Muri maestri - Regole - Eser
cizii sulla Resistenza alla compressione.

ARTICOLO XXIII. - Della Resistenza alla Flessione .

129

Resistenza alla Flessione - DellAsse neutro -Del Momento di rottura - Con


dizioni per aver una buona sezione - Resistenza dei Corpi prismatici contro
la rottura per essione secondo il modo con cui sono caricati.
Tabella delle Resistenze relative a alla essione per centimetro quadrato
di sezione di alcuni materiali .
.
.
.
.
.
.
.
.
134
Regole pratiche - Esercizii sulla Resistenza alla essione.
ARTICOLO XXIV. - Solidi di egual Resistenza .
.
.
.
.
.
.
136

ARTICOLO XXV. - Resistenza alla Recisione o allo Scorrimento

138

))

Coefciente di Resistenza alla Recisione.

ARTICOLO XXVI. - Della Resistenza alla Torsione

140

Resistenza alla torsione - Regole pratiche - Esercizii sulla Resistenza alla


torsione.

TITOLO I. - Disegno e Costruzione degli Organi meccanici.

ARTICOLO I. - Penetrazione dei Solidi ,.


.
.
Pag. 143
ARTICOLO 11. - Dell'Elica cilindrica e conica e delle Viti a pane triangolare,
D 149
quadrangolare e cilindrico
.
.
.
.
.
. _ .
.
.
Denizione dellEtica - Descrizione dellEtica cilindrica - Sviluppo dellEtica
- Descrizione d_ell'Elica conica - Denizioni della Supercie 0 Piano elicoi
dale - Descrizione della Supercie elicoidale - Solido elicoidale - Del Serpen
tino - Della Vite a pane triangolare - Chiocciola - Costruzione - Della Vite
a pane quadrato - Delle Viti a due o pi pani - Della Chiocciola.

ARTICOLO III. - Chiaoarde o Caoiglie

154

Chiavarde - Uso - Testa - Corpo - Vite - Diverse specie di Chiavarde Chiavarde impiombate - Chiavarde a testa incastrato - Chiavarde a due

dadi - Chiavarde a doppio, vite - Chiavarde scorrevoli - Chiavarde a gancio Chiavarde a testa emisferica o a goccia di sevo - Chiavarde a orecchiette.
1)
156
Regole 6 Formato pratiche .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Regola pratica - Vite a pane triangolare - Diametro - Della Vite - Regola

pratica - Passo del Pane o Filetto - Profondit del Pane-Diametro del Nocciolo.
Tabella delle proporzioni da darsi alle Viti ed alle Chiaoarde a letto o pane
)) 158
triangolare .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dadi - Proporzioni dei Dadi - Regola pratica - Altezza 6 Spessezza dei Dadi -

Proporzioni della Testa delle Chiavarde.


Tabella delle dimensioni principali delle Chiaoarde e Dadi a pane triangolare 159
Proporzioni delle Viti a pane quadrangolare - Passo e proporzioni del Pane Regola pratica - Dimensioni dei Dadi.

XII
Tabella delle dimensioni delle Viti, Chiacarde e Dadi a pane quadrato Vite da legno

Pag. 160

Tabella delle dimensioni delle Viti da legno a testa schiacciata ed emisfe


rica. serie della manifattura dei fratelli Japy .
.
.
.
.
162
Viti a martello.
ARTICOLO IV. _ Madreoiti
.

Madrevite - Filiere doppie od a cuscinetti - Madrevite a due cuscinetti -

163

Madrevite ordinaria inglese - Madrevite a tre cuscinetti - Maschio da vite.


Regole pratiche. - Proporzioni delle Madreviti e dei Cuscinetti - Pro
porzioni dei Cuscinetti - Proporzioni del Corpo e delle Braccia delle Madreviti
Tabella relativa alle dimensioni dei Cuscinetti per formare le Viti e le Chia

165

oarde
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
166
Tabella relativa alle dimensioni delle Filiere proprie per formare le Viti e
_
le Clliaearde .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.

ARTICOLO V. - Gianture di Lastre fatte con Viti

166"

Viti in forma di Chiavarde - Forme varie delle Viti - Giunture fatte con
Viti - Biette o Congiunzioni con biette.

ARTICOLO VI. - Chiedi a cappello a ribadili e Ohiodatnre o Inchiodatare .


Chiodi - Solidit delle lnchiodature.
Tabella sopra le Resistenze delle Inchiodatare .

1643b

v 166c

Tabella sulle Inehiodalnre delle Macchine a vapore


.
.
Chiodatura delle caldaie a vapore - Formazione degli spigoli.

166"

TITOLO II. - Alberi, Giunti fissi e mobili.

ARTICOLO 1. - Degli Alberi e degli Assi

Pag. 167

Alberi - Classicazione - Alberi in legno - Perno a corona - Perno a pe


duccio - Perni in ferro - Albero verticale in legno.

Alberi verticali in metallo .

170

Albero poligonale in ghisa - Albero cilindrico in ghisa - Albero semplice

in ferro - Albero di Grue - Albero verticale duna Grue stabile - Albero


girante colla Grue - Albero verticale in lastra di ferro.
Alberi in ghisa ed in ferro
.
.
.
.
.
.
.
.
u fall'l2
Alberi in ghisa - Alberi in ghisa vuoti - Alberi rotondi vuoti - lnnesti

degli Alberi in ghisa vuoti formati in due o tre parti - Albero in ghisa
massiccio - Albero massiccio con nervature -Alberi motori in ferro - Albero
ripiegato.
Regole e Fermate pratiche

173

Tabella del Diametro dei Perni degli Alberi sottomessi a sforzi di torsione l'75
Regola pratica - Lunghezza degli Alberi - Sezione degli Alberi.
Diametro degli Alberi in ferro fucinato (1 casa) - Diametro degli Alberi
in ferro (2 casa) - Diametro degli Alberi in ghisa (1 caso)

178

Diametro degli Alberi in ghisa (20 caso) - Tabella dei Diametri degli Alberi
di trasmissione d'una grande lunghezza in ferro facinato

ARTICOLO 11. - Giunti ed Innesti ssi e mobili

179

180

Giunti ed Innesti - Varii sistemi dInnesti - Giunto o Chiavetta - Giunto

innesto semplice verticale - Giunti a mezzo ferro con Manicotto - Giunto a


mezzo ferro con Dente a coda di rondine. - Giunto a cima a cima - Mani
cotto a collare - Giunti dAlberi in ghisa vuoti - Giunti con Manicotti in

due parti - Giunto ad artiglio - Giunto a disco - Giunto a disco e Blatta a


coda di rondine - Giunto a disco senza bietta.

Regole e Fermate pratiche


.
.
.

a 184

Tabella delle Proporzioni di alcuni Giunti

186

Giunti mobili - Giunto dOldham - Giunto olandese o di Cardano - Giun


tura cardanica delle Elici.
l90
ARTICOLO III. - Innesti e Imbracamenti
.
.
.
.
.
.
.
.
Imbracamento per rendere girevole l'elice - Imbracamento compiuto - Im
bracamenti a denti od artigli con ruota dentata - Imbracamenti per frizioni.

Anrrcor.o IV. - Sostegni, Sedili, Seggi e Sloggi

XIII
Pag. 194

Sostegni - Sostegni per gli Alberi orizzontali - Staggi - Castelletti - Sedili


con cappello - Descrizioni - Lubricazione dei Cuscinetti - Composizione del

Cuscinetti - Sedile coi Cuscinetti ottagonali - Sedile a quattro Chiavarde Sedile a suola verticale o a mensola - Sedile sostenuto da Mensola - Sedile
verticale e laterale - Sedile pensile - Sedile a due rami.
Formole e [tegole pratiche .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
n 200
Dimensioni dei Cuscinetti rapportati al Perno - Dimensioni rapportate alle

Chiavarde.
Tabella delle Dimensioni principali dei Sedili per Perni di 0,030 a 0,500 203
Tabella delle Dimensioni principali dei Sedili (seguito) .
.
.
.
204
ARTICOLO V. -- Sostegni a bronzina e Collari .
.
.
.
.
.
.
205
Bronzina - Bronzina compiuta - Cardine delle Turbine - Forma della. Tur
bina di Fourneyron - Cardine della Turbina Fontaine - Bronzina a mensola -

Cardini delle Grue - Cardine girante in ghisa - Cardine in ferro fuso e ro


vesciato - Cardine duna Piattaforma - Cardine sferico - Dei Collari - Col

lare cilindrico - Collare conico - Bossoli a guida.


Regole e Formato pratiche

213

Tabella dei Diamelri in millimetri di Cardini in ferro ed in acciaio per


carichi dati di 10 a 100,000 chilogrammi
.
.
.
.
.
.
215

TITOLO III. -- Organi per la Trasmissione e Trasformazione del Moto.

Annoor.o I. - Trasmissione e Trasformazione del Moto in generale .

Pag. 216

Trasmissione del Moto - Trasformazione del Moto - Trasmissione equabile

del Moto fra due assi paralleli.


Arrxcor.o Il. - Delle Ruote dentate - Principii generali - Imboccamenti

218

Ruota e Rocchetto - Linea dei Centri - Circonferenza primitiva - Denti Forma dei Denti.

Delle Curve generate dalla rotazione duna Curva sopra unaltra

) 221

Evolvente circolare - Cicloide - DellEpicicloide - Posizioni degli Alberi.


ARTICOLO III. - Ruote dentate, rette o cilindriche - Descrizione di due Ruote

cilindriche che imboccano esteriormente .


Lunghezza dei Denti - Spessezza dei Denti.
Descrizione d'una Ruota dentata
.
.

226

)228

Sostituzione di un arco di circolo all'arco epicicloidale - Costruzione - Im


boccamento di Lalxire.

Costruzione pratica di due Ruote dentate cilindriche

230

ARTICOLO IV. - Imboccamenti ad Eooloente circolare


.
.
.
.
.
o %l
Inconvenienti degli Imboccamenti a epicicloide - Vantaggi dein imbocca
menti ad evolvente circolare.
Aarrcor.o V. - Imboccamento coi denti elicoidali
.
.
.
n 233

Costruzione delle Ruote elicoidali - Imboccamenti duna Dentiera o Cramastro


e dun Rocchetto - Della Vite perpetua - Costruzione della Vite perpetua
che imbocca con un Rocchetto - Vite tangenziale.
n238
Regole pratiche
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Proporzioni delle varie parti duna Ruota dentata - Dimensioni del Denti -

Spessezza dei Denti - Passo dei Denti - Dimensioni della Corona - Dimen
sione delle Razze - Numero delle Razze - Lunghezza e Spessezza del Mozzo.

Tabella delle Dimensioni da darsi al passo ed alla spessezza dei Denti dun
Imboceamenlo, quando si conosce la pressione, che deve sopportare .
245
Tabella delle Proporzioni da darsi alle Razze delle Ruote
.
.
.
247
ARTICOLO VI. - Imboccamenti conici o d'angolo
.
.
.
.
.
.
ve
Imboccamento a lanterna.
ARTICOLO VII. - Dei Modelli in legno

Modelli delle ruote dentate - Modello della Corona - Del Mozzo - Delle Razze -

Modello duna Ruota dentata dangolo.

252

XIV
Regole pratiche -- Tabella dei Diamelri comparativi da darsi ai Modelli in
legno degli Organi aventi una forma cilindrica, che si fanno in ghisa
torniti o non lorniti .
.
Modo di servirsi della Tabella.

Day. 254

ARTICOLO VIII. - Trasmissioni del Moto per mezzo di Puleggie e Tamburi con
Cingoli .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.

7)

Puleggie - Razze - Corona - Disposizioni delle Puleggie - Coraggio senza

Guida - Trasmissione con Puleggia di rinvio - Coreggia mezzo incrociechiata


con Puleggia di rinvio - Caso generale degli Assi incrocicchiati - Imbraca
mento a cingoli - Delle Funi 0 Corde - Gomena - Delle Corde metalliche -

Resistenza delle Funi.

Funi cilindriche in fili metallici ed in canape della fabbrica Nercal e Oomp.

di Londra pel servizio dei piani inclinaliper le miniere e per la marina

Puleggie estensibiti.
ARTICOLO IX. - Dei Coni a puleggia o Pnleggie coniche e Tamburi
ARTICOLO X. - Trasmissione con Puleggie e Catene
.
Delle Catene - Coreggia a catena - Catena a cuneo.

Regole pratiche

267
269
270

))

Determinazione del rapporto dei Diametri delle Puleggie - Determinazione


della larghezza delle Coreggie.

Tabella per determinare la Larghezza delle Goreggie, la Pressione snin assi


delle Pnleggic, conoscendo la forza da trasmettersi e larco abbracciato
dalle Coreggie
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Velocit delle Coreggie - Tenditore applicato alle Coraggio - Congiunzioni
delle Coregge - Proporzioni delle luleggie.

))

Tabella delle Dimensioni principali delle Pnleggie in ghisa senza rilieei dai
))
due lati della corona impiegate per la trasmissione del Moto
Dei Coni a puleggia.
Regole pratiche per la Costruzione delle Catene, Uncini ed Anelli
.
Degli Uncini - Degli Uncini semplici - Uncini a doppio occhio od Anelli -

Orecchi ed Occhi.
I) 286
ARTICOLO XI. - Degli Eccentrici, dei Boccinoli e delle Palmole
.
Eccentrici - Costruzione - Eccentrico intermittente e variabile detto anche
a onde - Dei Bocciuoli - Delle lalmole.
Regole pratiche
.
.
.
.
.

'
.

Regole pratiche per la costruzione dei Boccluoli - Palmole.


ARTICOLO XII. - Delle Manooelle in ferro ed in ghisa .
.
.
.
.
Manovelle - Manovella motrice semplice in ferro - Delle Manovelle semplici

I)

298

in ghisa - Manovelle motrici occupate.

Regole pratiche
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
l) 300
Diametro del Bottone della Manovella - Dimensioni delle Manovelle in ferro Mozzo - Proporzioni delle Manovelle in ghisa.

ARTICOLO XIII. - Delle Bielle o Aste di rimando

))

Bielle o Aste di rimando - Delle Bielle in ferro fucinato - Della Testa delle
Bielle - Dei Cuscinetti - Delle Bielle in ghisa - Costruzione delle Bielle in
ferro - Bielle in ghisa - Delle Bielle in legno.

Regole pratiche - Proporzioni delle Bielle in ferro

i;--1._ v

Tabella dei Diametri delle Aste e Carpi delle Bielle in ferro fucinato
Tabella delle Dimensioni delle Teste delle Bielle in ferro fucinato

Proporzioni delle Bielle motrici in ghisa - Sezione del Corpo -roporzioni


delle Teste.

Tabella dei Diametri e Sezioni del Corpo delle Bielle in ghisa


.
l)
Tabella delle Proporzioni relative ai Cuscinetti e alle Teste inferiori delle
.

ARTICOLO XIV. - Dei Bilancieri e dei Parallelogrammi .

Bielle in ghisa

l)

Bilancieri - Bilancieri semplici - Bilancieri doppii - Bilancieri in ferro Bilancieri in legno.


\

ARTICOLO XV. - Modo di mantenere rettilineo il movimento di un punto nel


sistema articolato
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
))
Tracciamento del Parallelogramma - Bilanciere senza Asse di rotazione

))
ARTICOLO XVI _ Cilindri e loro Costruzione
.
.
.
.
.
.
.
Cilindri - Cilindro a vapore - Cilindri a vapore con Camicia o Involucro Cilindri doppii con Inviluppo - Cilindri a vapore oscillanti - Cilindri delle

XV

Locomotive - Cilindri delle Trombe ad acqua - Cilindri ad aria - Cilindri per


azione e lavoro esteriore.

Regole pratiche - Calcolo dei Cilindri sottomessi ad una pressione in


teriore .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Rag. 335
Tabella comparativa delle Resistenze proporzionali dei diversi Corpi di
tromba impiegati nell'elevazione dell'acqua in alcune citt
.
.
n 339
ARTICOLO XVlI. - Scatole di Chiusura o Bossoli a Stoppa. metallici ed in cuoio 342
Bossoli a stoppa o stufng-box - Bossolo a stoppa a coprimento.
347
Regole pratiche
.
.
.
.
.
_
.
.
.
.
.
ARTICOLO XVIII. -- Stantu per Cilindri a vapore, ad acqua o ad aria .
349
Stantuf o Emboli - Stantuf per Macchine a vapore - Stantuf delle
Trombe - Stantuf ad acqua - Stantuf con Bordatura o Guernitura in ca
napa - Stantuf per Trombe idrauliche.

Regole pratiche
.
.
..
.
.
.
.
.
.
.

ARTICOLO XIX. - Delle Traverse e Guide delle Aste degli Stantu


Regole pratiche
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
ARTICOLO XX. - Dei Tubi, loro Unioni e Costruzione .
.
.

%t
'JU

Tubi - Unione dei Tubi in ghisa - Unione dei Tubi in lastra di ferro

Unione dei Tubi di bronzo- Raccordamenti e Attacchi per Diramazioui


Tubi in ottone ed in rame e loro Raccordamcnti - Tubi in lastra di ferro

incatramati o Tubi di ferro e 10r0 Raccordamento - Tubi di piombo - Tubi


in pietra, in terracotta, in legno ed in cartone incatramato.
Il
372
Regole pratiche
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tabella delle Dimensioni e del Peso dei Tubi per condotte in lastra e bitume
fabbricati da Chamcroyc e Comp. .
.
.
.
.
.
.
.
) 373

ARTICOLO XXI. - Otturatori o Apparecchi di Chiusura, Robinctti o Chiavi, Val


vole. ecc. .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
376
Chiavi o Rubinetti - Rubinetto a cannella.

Tabella delle Dimensioni principali dei Robinetti o Collaretti di Tipo


inglese

379

Rubinetto a tre acque - Delle Valvole - Valvole coniche - Valvole a sfera Rubinetti-Valvole o a Valvola - Robinetto a cateratta - Rubinetto a sistema

dOrleans - Delle Valvole a cappello


Regole pratiche
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tabella delle Dimensioni principali dei Robinetli a doppia Valvola .
Tabella delle Dimensioni principali dei Robinelti del signor Thiebaut
Costruzione delle Valvole
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.

ARTICOLO XXII. - Colonne - Cavalletti - Castelli e Intelaiaturc .

Cavalletti o Castelletti - Delle Colonne in ghisa - Colonne in ghisa piene


- Colonne in ghisa accoppiate - Colonne in ghisa piene con nervature - Co
lonne in ghisa vuote - Colonne con nervature e nocciolo cavo - Intelaia

ture o Castelli per la Trasmissione del Moto.


.
Regole Pratiche
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
395
Proporzioni delle colonne piene - Colonne con nervature - Proporzioni delle
colonne vuote.

Tabella delle Esperienze sullo Schiacciamento della Ghisa

Tabella per calcolare le Colonne in Ghisa Piene


.
.
.
398
Tabella delle Pressioni, a cui hanno potuto resistere Colonne in Ghisa Piene
di Diametro ed Altezze diverse
.
.
.
.
.
.
.
.
401

Tabella dei Diametri delle Colonne in Ghisa Piene e dAltczze variabili e


)1 402
delle Pressionipche possono portare .
.
.
.
.
.
.
Tabella delle Pressioni, a cui hanno potuto resistere con sicurezza Colonne
Vuote in Ghisa
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
,
404
ARTICOLO XXIII. - Dei Volanti Regolatori .
.
.
l07
Volanti regolatori - Volanti ad imboccamento in ghisa - Azione della Forza
centrifuga sul Volanti.

Regole pratiche
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tabella dei Corjlcienti numerici, che servono a determinare il Peso dei Vo

413

lanti secondo il sistema della Macchina e il Grado della Regolarit


4l5
Tabella delle Velocit Circonferenciali della Corona di un Volantc,presa la
media del Diametro c della Velocit di Rotazione.
.
.
.
.
418
Tabella che serve a Determinare la sezione della Colonna di un Volante

in Ghisa

I)

XVI

ARTICOLO XXIV. - Delle Tinte Naturali e Convenzionali dei oarii Materiali, di


Pag. 424
cui sono composte le Macchine
.
.
.
.
.
.
.
Colori - Tinte naturali - Tinte convenzionali - Mattoni ordinarii - Mattoni
apiri o refrattarii - Pietre da taglio - Ghisa o Ferro fuso Acciaio - Stagno

- Cuoio - Legno - Rame - Bronzo - Ottone - Composizione delle Tinte Na


turali - Acciaio - Rame - Ottone - Bronzo - Ghisa o Ferraccio - Cuoio o
Gomma elastica - Legno - Muratura in Mattoni - Pietra - Piombo e Acqua
- Ghiaia e Terra - Acqua dolce - Acqua salsa - Gomma elastica - Terra Dei Disegni acquarellati.
VOCABOLARIO TECNICO TALIANO-FRANCESE e FRANCESE-ITALIANO, contenentei
termini usati in ispecie nella Meccanica-pratica.

INTRODUZIUNE
Principii generali di Meccanica teorica-pratica.

ARTICOLO I.

Denizioni Generali 0 Propriet dei Corpi.

1. Meccanica. - La meccanica quella. parte delle matematiche, che


tratta delle leggi del moto e dell equilibrio dei corpi e del modo (1 applicarle

per mezzo delle macchine.

La parte, che tratta del moto, dicesi dinamica dalla voce greca dgnamis
(forza); quella che tratta dellequilibrio statica dalla voce greca sta (sto).
Allorch trattasi di uidi la statica prende il nome di idrostatica e la dinamica
di idrodina-mz'ca.
v
2. Sue Divisioni. - Essa dicesi speculativa, teorica o razionale, se tratta
unicamente dei principii senza la loro applicazione, escludendo nei corpi ogni
loro propriet; si dice pratica ed istrumcntale, quando considera i corpi tali
quali si presentano in natura escludendo ogni concetto puramente idealcfl).
La meccanica applicata tratta della stabilit delle costruzioni e della teoria
dinamica delle macchine, delle relazioni tra il loro movimento e delle cause

che lo producono.
.
Idraulica chiamasi quella parte, che studia il modo di innalzare, dirigere,
condurre liquidi ad uno scopo presso. Essa si appoggia sulle prop0sizioni
della meccanica. razionale e sui dati dell'esperienza.

(I) La meccanica pu considerarsi ancora come arte, e la professano coloro, i quali non sanno dar ragione
delle sue leggi, ne del princlpli, sui quali sono costrutto le macchine. Gli arteci ed i fabbrlcatori di macebine la
professano per mestiere.
1

K.

2
La meccanica usuale od industriale tratta delle propriet delle macchine
e dei processi impiegati per costruirlo. Essa comprende la meccanica geome
trica delle macchine, la loro teoria dinamica e la loro costruzione.

Sotto il nome poi di tecnologia meccanica essa tratta delle conoscenze


concernenti gli strumenti detti anche macchine utensili o stronzentali od
operatrici (outils) , le quali, mosse da. apparati di trasmissione, eseguiscono le
diverse operazioni dell industria. Tali sono le macchine da lare, da tessere,

da piallare, i laminatori, ecc.


Chiamasi cinematica 0 meccanica geometrica quella parte della meccanica,
che tratta del moto dei corpi e dellintensit e della durata delle forze, che

modicano il movimento, facendo astrazione dalla materia, di che sono composti.


Dicesi macchina in generale ogni apparecchio atto ad utilizzare lazione delle
forze sia come motore, sia come strumento (I). Le parti delle macchine si chia
mano organi, e si possono classicare in due specie, cio in principali esecondarii.
Principali sonoquelli,che operano ciascuno isolatamente, ed il cui insieme co
stituisce la macchina; secondarii invece quelli, che adempiono ciascuno iso

latamente una delle funzioni, il cui insieme costituisce propriamente lorgano


principale,al quale appartengono. I primi si chiamano parti della macchina,
ed i secondi pezzi o semplicemente organi. Comporre una macchina vuol dire
disporne convenientemente le diverse parti. Comporre una parte di una mac
china vuol dire disporre convenientemente diversi pezzi od organi della mede
sima. Comporre un pezzo od Organo vuol dire determinare le forme e dimen
sioni dellorgano secondo le funzioni, a cui deve soddisfare, e le resistenze,
che debbe vincere.
3. Stato del Corpi. - La maggior parte dei corpi tanto semplici quanto
comp0sti si presentano o allo stato solido (come i legni, le pietre, i metalli),
0 allo stato liquido (come l'acqua, l'alcool, lolio), o allo stato aeriforme 0

gasoso (come laria, l'ossigeno, lidrogeno, ivapori). Ai gas ed ai liquidi si da


il nome generale di uidi (2).
Molti corpi possono presentarsi successivamente sotto i tre stati secondo i varii
cambiamenti della temperatura. Lacqua, uno dei corpi pi sparsi nella natura, ci si

presenta abitualmente allo stato liquido, passa congelandosi allo stato solido, ed assume
lo stato aeriforme trasformata che venga in vapore. Un gran numero di altri corpi
sono ridotti ad arte sotto queste tre forme, e l'analogia ci rende proclivi ad ammettere

potersi ottenere altrettanto con tutti i corpi, purch si possa disporre di mezzi sufcien
temente energici; dissiparono ogni dubbio le esperienze del sig. Despretz, il quale

ottenne di liquefare e volatilizzare il carbone, il pi apiro fra i corpi conosciuti.

4. Propriet. dei Corpi. - Per propriet dei corpi sintendono le loro

diverse maniere di presentarsi ai nostri sensi, e si distinguono in generali ed


in particolari. Le prime sono quelle, che spettanoatntti i corpi in qualunque
stato si considerino, e sono: limpenetrabitz't, lestensione, la dioisibtlit, la

porosit, la eompressibitit, lelasticit, la mobilit, linerzia.

(1) Non bisogna immaginare, che una macchina aumenti una forza data, mentre al contrario essa la diminuisce
per le resistenze dette passive. Questo inconveniente delle macchine sl esprime in meccanica dicendo: si perde
in forza quello che si guadagna in tempo, e reciprocamente si guadagna in forza ci che si perde in tempo.
(2) Il calore prOduce un fenomeno singolare, al quale si dii il nome di stato sl'croiduIe, spccnlmente studiato dal

Boutlgny, e che si forma quando si versa un quuldo su duna lastra Incandesceote.

3
Le propriet partiClari sono quelle, che si presentano soltanto in certi
corpi o in certi stati dei corpi, cio: la solidit, la uidit, la tenacit, la
duttilit, la malleabilit, la durezza, la trasparenza, il colore, ecc.
Limpenetrabilite la propriet, per la quale due corpi non possono occupare st

multaneamente la stessa porzione dello spazio. Lestensione la propriet, che ha


ciascun corpo di occupare una porzione limitata. dello spazio. Dioisibilit la pro
priet, che possiede ogni corpo di poter esser ridotto in parti distinte. Porositt quella.
propriet, che hanno le molecole dei Corpi di lasciare fra loro degli interstizi detti pori,
iquali sono di due specie, cio pori sici e pori sensibili; i primi non sono mai appa
renti, mentre i secondi si scorgono nei legni, nelle spugne, ed in gran numero di
pietre. La compressibilit la propriet, che hanno i corpi di poter esser ridotti ad
un volume minore per effetto d'una pressione, ed e una conseguenza della porosit;
i liquidi la posseggono in piccolissimo grado. Lelasticit la propriet, che hannoi
corpi di riacquistare la loro forma ed il loro volume, allorch ha cessato dagire la

forza, che alteravane la forma ed il volume. La mobilit e la propriet, che hanno i


corpi di poter passare da un luogo allaltro. Chiamasi immobilit la permanenza nel
medesimo sito. Linerzia una propriet negativa, cio linettitudine della materia a
passare da se stessa dallo stato di moto a quello di quiete, o viceversa.

5. Caduta. -- Tutti i corpi abbandonati a se stessi cadono sulla terra se


guendo la linea verticale o il lo appiombo. Questa tendenza si chiama. gravit

ed dovuta. allattuazione della terra, ossia allattrazione reciproca fra la massa


della materia del globo terrestre e quella dei corpi. Essa opera su tutti i
corpi, qualunque sia la condizione, in cui si trovino (Vedi del Moto Accelerate).

6. Massa. - La massa dei corpi e la quantit di materia, che essi contengono,


ovvero la quantit della sua inerzia.
_
7. Volume. - Il volume dun corpo il posto occupato da esso nello spazio.

Il volume pu variare, ma non la massa; la massa assoluta di un corpo non


si pu determinare, ma. si pu sempre determinare la massa relativa.

8. Peso. - Ilpeso di un corpo si ottiene moltiplicando la sua massa M per g o


met. 9,81, valore della velocit, che acquistano i corpi a termine del primo

secondo della loro caduta), perci si avr P :Mg e M :E-.


Esempio. - Ammettendo che la massa dun corpo sia eguale a 4, il suo peso P
sar 4 x 9,81 ': Cg. 39,24.

La massa di un corpo si ottiene dividendo il suo peso per g. Cos un corpo


di peso P:Cg. 39,24 avr per massa M:

:4 (2).

9. Peso assoluto, relativo e specico. - In qualsiasi corpo bisogna


distinguere il peso assoluto, il peso relativo e il peso specico.

(I) Valore corrispondente alla latitudine geograca di Parigi adottato nei casi pratici ovunque come Iiis0ih
dell'accelerazlone della gravit.
Al Polo i corpi cadendo percorrono nel |o minuto secondo metri
4,9l573.
'EQUBIOIO I
n
D
I
n
a
n
,8905L
Sotto il parallelo 45
.
n
.
n
4,90502
(2) Non si deve confondere la massa col peso, poich la relazione fra questo e quella non regge che pei soli
corpi posti in un medesimo luogo; infatti la stessa massa, portala alle regioni polari o sotto l'equalore oppure
ad una grande profondit, ove la forza di gravit varia, non darebbe Il medesimo peso. Ci dimostra laccelera
mento delle oscillazioni del pendolo a secondi andando verso il polo, onde la necessit di allungarlo perch
batta i secondi veri.

4
Il peso assoluto di un corpo la pressione, che esso esercita sullostacolo,
che ne impedisce la caduta, la quale risulta dalla. pressione della gravit sulla

massa del corpo, perci il peso dun corpo prop0rzi0nale alla sua massa.
Il peso relativo di un corpo quello, che si determina colla bilancia, ossia
il rapporto tra il peso assoluto del corpo ed un altro peso determinato sciolto
per unit come il gramma.
'
'
La densit o gravit specifica 0 peso specico dun corpo la quantit di
materia, chesso contiene in un dato volume, 0 il numero delle unit di peso,

che pesa. lunit di volume di questo corpo paragonato con altro di ugual
volume preso per termine di confronto. Si dice perci pi denso quello fra due
corpi, il quale sotto lo stesso volume contiene pi massa, ovvero quello che
contiene la. stessa massa in minor volume.
Ne segue perci: 1 Che la densit di un corpo e il rapporto che esiste
tra la massa ed il volume del medesimo; 2' Che le densit di due corpi stanno
in ragione diretta delle loro masse, ed inversa dei loro volumi.

Per convenzione fu sciolto quale unit di peso il Chilogramma e quale unit


di volume il decimetro cubo; perci la densit di un corpo il numero', che
esprime qu'anti Chilogrammi pesa un suo decimetro cubo; cos il peso dun
decimetro cubo di acqua distillata, al maximum di densit, cio alla temperatura

di 4 centigradi, essendo un Chilogramma, la densit dellacqua uguale ad uno.


Da questa denizione si ricava in generale, chiamando d la densit, P

(I) il peso del corpo in Chilogrammi e V il volume del corpo in deeimetri cubi,
la seguente formola, per mezzo della quale, conoscendo due termini, si potr
sempre trovare il terzozd :%, donde P:d,-V e V:-%.

Impiegando questa formola si possono risolvere tre specie di problemi, cio


1 dato il peso ed il volume dun corpo, trovarne la densit; 2 data la densit

ed il volume, trovarne il peso; 3' dato il peso e la densit, trovarne il volume.


1 Esempio. - Il peso di un pezzo di ferro di Chilg. 35,046, il volume di decim.
cubi 4,5: quale sar la sua densit ?

Soluz. e=-5954= 7,788.


2 Esempio. - Qual il peso dun pezzo di ferro, il cui volume di decim. cubi 4,5?
Soluz. La densit del ferro essendo 7,788, la seconda formola precedente da P:
7,788 x 4,5 : Chil. 35,046.
3 Esempio. - Qual il volume dun pezzo di ferro, il cui peso di Chilogr. 35,046, la
densit :7,7780?
Soluz. La terza formula precedente dar. V=C ' 5.7%486 =dec. cubi 4,5.
9

REGOLE - Dalla solzione dei suesposti problemi si pu dedurre le seguenti


regole:
I. Dividendo il peso assoluto di un corpo per il suo volume il quo;iente
esprime la sua densit;
2. Il peso assoluto di un corpo uguale al prodotto della sua densit pel
suo volume;
(I) Siccome Il peso P di un corpo proporzionale alla sua massa ed all'intensit della gravita g, cosl si pu
prendere per misura dipeso il prodotto Mg, cio supporre P:3Mg nella formula M:%, in quale servea trovare la
Musa quando sta noto il peso.

5
3. Il volume dun corpo uguale al quogiente del suo peso assoluto diviso
per la sua densit.
l0. 0sservazioni. t In pratica si pu senza alcun inconveniente supporre, che la den
sit dellaria ordinaria sia eguale allunit invece di 0,9987, che la media nel nostro
clima; dippi alla temperatura ordinaria dellatmosfera si pu senza grave errore trascu

rare linuenza della dilatazione sulla densit dei corpi.


2' Fai gas e i vapori si ritiene quale unit di densit quella dellaria atmosferica alla
temperatura di 0 cent. e sotto la pressione di una sua colonna di metri 0,16. Per
rapporto allacqua la densit dellaria a 0 e sotto la pressione di metri 0,76 secondo Biot
ed Arago 71%: 0,001290, e pi rigorosamente 0,00l299541, per rapporto al mercurio
.
C

1
:0,000096

Secondo le esperienze pi recenti di Regnault 1 litro daria a 0 e sotto la pressione


di metri 0,76 pesa gr. 1,203l87, un litro dacqua al massimo di densit gr. 1000,00, e
un litro di mercurio a 0 gr. 13505,93.

Per rapporto allacqua la densit dellaria a 0 sotto la pressione di met. 0,76


0,001293187, e per rapporto al mercurio 0,0000951 (Vedi la Tabella seguente).
11. Determinazione del Peso specico di un Corpo. --Sec0ndo il

principio dArchimede un corpo solido, immerso in un liquido, perde una parte


del suo peso eguale al peso del liquido che egli sposta, perci, se esso pi
leggiero del liquido, galleggia sul medesimo immergeridovisi nch il peso

del liquido spostato eguain il suo. Quindi le densit del corpo solido e del
liquido stanno fra loro come la parte immersa del primo sta al suo volume totale.
Perci, se un corpo ha un peso specico uguale a 1/5 di quello del liquido,
esso galleggia per 4/5 del suo volume ed un quinto sar immerso spostando
esso un volume di liquido pesante come tutto il corpo. Su questo principio ri
posa la ricerca dei pesi specici. Onde, per far galleggiare un corpo speci
camente pi pesante dellacqua, lo si collega con un altro, che ne sia spe
cicamente pi leggero.
Facendo P il peso assoluto del corpo pi pesante,

pi leggero

n ed m i loro pesi specifici si ha: P (mi) 11:]; (1-1:) m.

Dai principii su esposti risulta che: 1' se il corpo ha la medesima densit


dell'acqua, immerso in essa, rimarr sospeso in qualunque posizione, e il suo
peso assoluto uguale alla massa d'acqua.spostata, quindi il suo peso specico

sar uguale ad 1; 2 se il corpo sar pi denso, immerso nellacqua cade al


fondo; 3 se galleggier sar pi leggiero. Quindi si determina la densit di
un corpo pesandolo prima nellaria. per ottenerne il peso assoluto e poi pesan
dolo nellacqua trattenendolo con un lo; sottraendo il secondo peso dal primo,

la differenza esprimer la perdita di peso, edividendo per questultimo il peso


assoluto si avr la densit o peso specico.
Esempio. - Qual sar il peso specifico di un corpo, che nellaria pesa Cg 2,555

e nellacqua Cg. 1,212?

'

Soluz. Peso assoluto

Cg. 2,555

Peso nellacqua .

Cg. 1,212

2 555
Il suo peso specifico sar: 3g=i,902. Diterenza Cg. l,843
)

Quando il corpo galleggia sullacqua se ne determiner la densit attaccan

dovene un altro pi pesante, per esempio del piombo, dopo di avere deter

6
minuto il peso assOluto delluno e dell'altro; poi si vedr quanto il piombo perde
del suo peso e quanto perdono entrambi, e da. questa perdita complessiva si
sottrarr quella del piombo; la differenza sar la perdita del corpo, di cui si
vuol sapere la densit. Dividendo il peso assoluto per questultima, si avr il
peso specico del corpo.
Esempio. - Qual sar il peso specico di un pezzo di legno di pioppo, il quale
galleggia sullacqua?
Soluz. Peso del pezzo di legno . . . . . . . . . 200 grammi
Peso dun pezzo di piombo attaccatovi . . . . 600 )
Perdita di peso del pezzo di legno nellacqua

54

Perdita di peso dei due corpi insieme nellacqua 450


Onde quella del legno sar .
450-54:396

Il peso specico del legno sar.

20,405

Per trovare il peso specico dei liquidi, si pesa un corpo (che non assorbisca
il liquido) prima nellaria, quindi nellacqua e nalmente nel dato liquido. La
perdita di peso del corpo nel liquido si divide per la sua perdita di peso nel
l'acqua e si avr il peso specico di questo liquido.
Esempio. - Qual sar il peso specico duna soluzione salina data?
Soluz. Preso un corpo lo si pesa nellaria, e trovasi ad esempio 15 grammi, indi nel
lacqua ti, e nella soluzione 9,75; quindi risulta che nellaria perde 4 grammi e nella solu
zione data 5.25. Si conchiuder che il peso specifico della soluzione sarl'%r:zi ,319.5(1).

A questo ne si usano secondo i casi tre metodi, cio quello della bilancia
idrostatica, quello degli areometri e quello della boccetta; i quali tutti riduconsi
a cercare prima il peso assoluto del corpo, indi quello di un egual volume dacqua.
12. Densit. dei Gas. - La densit di un gas, o il suo peso specico il
rapporto del peso dun certo volume di questo gas a quello di un egual volume

d'aria prendendo il gas e laria ambidue a 0 ed alla pressione di metri 0,76.


Onde per conoscere la densit dun gas bisngna conoscerne il peso dun certo vo
lume a 0 ed alla pressione di metri 0,76, indi quello di un egual volume daria alla

stessa temperatura ed alla medesima pressione, e dividere il primo peso pel secondo.

Seguendo per tal operazione il metodo di Regnault, si sospender al piatto duna bi


lancia la vescica, che serve a pesare il gas, e la si equilibra con unaltra vescica dello
stesso volume ermeticamente chiusa, che si sospende allaltro piatto. Queste due ve

sciche dilatandosi contemporaneamente spostano sempre unuguale quantit daria e quindi


le variazioni di pressione e di temperatura dellatmosfera non hanno alcuna inuenza
sulle posate. Quando si ha riempito la prima vescica d'aria e poi del gas, di cui si cerca
la densit, la si colloca in un vaso di zinco circondato di ghiaccio, onde la si trovi alla

temperatura del ghiaccio fondente, ed avendo cura di non chiudere la chiavetta se non
quando il gas introdotto esso pure a 0' si evitano le correzioni di temperatura. Final
mente si valutano i pesi dei due gas alla pressione di metri 0,76 dietro il principio che
essi sono proporzionali alle pressioni (2).

(l) Il peso specico delle leghe e del miscuglt non pu aversi esattamente da quello dei singoli corpi mescolati
O legati, succedendo soventi in tali casi una chimica compcnetrazione; Infatti mescolando un litro l'acido sollorico
con un litro d'acqua, la miscela ottenuta non ha la media densit; lo stesso dicasi dell'alcool.
Le sostanze di egual nome hanno spesso una densit assai ditlcrente. I metalli variano secondo il grado di
purezza, e secondo che sono fusi, battuti, tornti, contati, ecc.
Per i legni ha molta inuenza la natura del suolo, In cui sono cresciuti, e la stagione, In cui furono tagliali_
(2) Pel gas, che intaccano Iottoue, come il cloro, invece della vescica a chiavetta si adopera un vaso, che chiu
delt con turacciolo smerigliuto.

T A B E L L A I.
mao SPECIFICO DI ALCUNI CORPI SOLIDI, LIQUIDI E GASOSI.
a:
.__...

Di:ssrri

NOME "El 00

Dammi

sie'ico

NOME DEI coma

dildecim.c.

Solidi

DBNI

.l.l'fl.

NOME ma coma

di declm.c.

Solidi

laminato . . . 22.0600
-_= passato alla liera 21.0117
E luci_nato.
. 20.3366

(3.1153.

dllldwim<cl

Solidi

Diamante pi greve,
un po color di rosa
Diamanti ipileggieri

Legno di faggio
1d. frassino
ld. tasso .

3.5310
3.5010

0.8520 i
08150
0.8070

2' puricato

10.5000 -Flintglas inglese .

3.32.03

Id.

olmo . .. .

08000

3 lucmato .

10.3617

Spato uoro rosso

3.1011

Id.

melo .

0.7330

O fuso .
Tunsteno

10.2581
17.0000

'lormalina verde .
Zaro del Brasile

3.1555
3.1308

1d.
Id. _

arancio . .
abete giallo.

0.7050
0.6570 1|

. .

13.5080

Asbeslo duro

2.0058

Id.

tiglio .

0.6010

11.3523

Marmo di Paros

2.8376

ld.

cipresso .

0.5080

Palladio .
110010 .
A_rgento fuso

11.3000
11.0000
101713

Quarzo-diaspro onice.
Smeraldo verde
.
Perle .
. . . .

2.8160
2.7755
2.7500

Id.r
Id.

cedro. _
pioppo bian
cod|S agna

05610

Bismuto luso

9.8220

Calce carbonizzata cri-

1d.

sasso rossa

01828

Rame in lo
lian_1e fuso .

8.8785
8.7880

stallizzata.
Quarzo-diaspro

Id. pioppo 0rd. .


Sughero . . . . .

0.3830
0.2100

llloliddeno

8.6110

Corallo

Arsenico .

8.3080

Mercurio .
. Piombo fuso

Nwhelio fuso

2.7182
2.7101

2.6800

Cristallo di rocca puro

2.6530

'

Liquidi

Mercurio. . .' . - . 13-5980

8.2700

Quarzo-agata

8.1000

Feldspato limpido

Acciaio non battuto .


Cobalto l'uso

7 8163
7.8110

Votr0 di S. Gobain
2.1882
Porcellana della China _ 2.3817

Acido solforico
111. 3201050

1.3100
1.5500

0.5200

Ura_nio

2.0150

1d.

(secondo R

2.5611

gnault)

133-50503
.

Ferro in barre

7.7880

Calcesolfata cristallizz.

2.3177

Acqua del Mar Morto .

1.2103

Stagno fuso.

7.2011

Porcellana diSvres .

2.1157

Acido azotico

1.2175

Ferro fuso .
Zinco fuso

7.2070
6.8610

Solfo nativo
Avorio

2.0332
1.0170

Acqua di mare
Latte . . . .

10263
1.0300

Antimonlo fuso

6.7120

Alabastro

1.8710

Acqua distillata

1.0000

Tellurio .

61150

Antracite

1 8000

Vino di Bord .

0.0030

5.0000

Allumc

1.7200

_Jodio .
. ,
Spato pesante .

Cromo

.
_

10180
4.4300

Litautrace compatta .
Jaiso, ambra nera _

1.3202
1.2500

-Gwrgone di Ceylan .

Id.

di Borgogna

0.0015

Olio doliva .
Etere muriatico

0.0153
0.871

1.1161

Succinooambra gialla . 1.0780

llubino orientale .

12833

Le mo di quercia .

_To azio orientale .

1.0107

Satin .

0.9726

Bitume liquido, detto

3.0011
3.5610
3.5180

Ghiaccio nello stato di


fusione
. . . .
Potassio .

0.0300
0.8651

nafta
. .
Alcool assoluto
Etero solforico .

Za ll0 orientale.
I.Topazio di Sassonia .
Berillo orientale .

Olio essenziale di te

1.010

robentina .

0.8607

0.8175
0 712
0.7155

DENSIT di alcuni gas a 0 e sotto la pressione di 0m'76, essendo 1 quella dellaria.

Aria . . . .
Gas idriodiw

, Gas uosilicco
Gas cloroborico

1.0000 Acido uoborico .


11-13 2 Acido solforoso

2.371
2.231-

I Ossigcne . . . .
1 Deulo_ssido dazoto

3.5735 l Gianogene

1.806

1 Idrogeno bicarbonato

3.120

Gas clorocarbonco

Idrogeno fosforato

1.761

1.1057
1.0388

0.072

Ossido di carbone _.

0.057

Azoto .

0.0780

. lrotossido di azoto

1.520

3.300

i Acido carbonico

1.521

Idrogeno arsenian
Cloro .
. . . .
Ossido di cloro (dcn-

2.605
2.170

I Acido idroclorico .
Idrogeue protofosfoi rato
. . . . .

12171 1 Idrogeno carbon.delle


paludi .
1.211
ldrogene-

siti: calcolata). .

2.315

I Acido -idrosulforico

1.1012

(densit calcolata)

| Ammoniaca .

. I 0.5067

0.555
0.0688

DENSIT di alcuni gas a 0 e sullo la pressione di 0L'76, essendo quella dellaria 1


secondo le ultime sperienze di Rdgnault.
Peso dillltro

DENSIT 1

Peso di 1 litro

DENSIT
-gr.

Aria

1"e'oam

moooo l Ossigeno . . .

Idrogeno .
Azoto .

. ' 0080578
1.256167

006026 E Acido carbonico


0.117137

1.120802
1.077111

110563
1.521101

DENSIT di alcuni vapori ridotti pel calcolo a 0 ed alla pressione 019,76.


NOME DEI conrr

osnsrrix

NOME DEI conrr .

onnsrri.

NOME DEI CORPI

DENSIT

Vapore di idrogene ar

Vapore di percloruro di
slagno .

Vapore di fosforo .

4.3550

9.200

- di etere ossalico_ .

5.087

8.716

- di essenza di terebentina .
-- di protocloruro di

- di iodio . . . _.
- di percloruro di uinio . . . .

6.856

_ dimercurio

6.976

F ----

di
di
di
di

arsenico
. .
clorurodisilicio
etere idriodico .
canforaordinar.
etere henzoid

6.301
5.939
5.4749
5.468
5.409

semato .

2.095

5.013

,
2.645
2.312
2.219

fosforo

- di prolocloruro dl

-- dl solfuro di car. bene . . . .


- d1acido fluoborico

4.875

- di elgreidroclorjco

- dinal'lalina

4.5280

- dmc_xdo clorocxa

- di cloruro diboro.
- diidrobicarbonato
dicloro .
- di etere solforico .
- nitroso

3 942

mco . . . .
di alcoleassoluto.
di acidoidrocianico
dico ma
dicar one .

3.443
2.586
3.180

2.1228
1.0133
0.9476
0.6235
0.4220

In genere si pu ammettere che la densit del vapore dacqua, ed una pressione qualunque,
i 4/5 di quella dellaria alla medesima temperatura e alla stessa pressione.
Tabella del peso di un metro cubo di alcuni corpi , la cui densit variabile entro certi limiti.

NOME DEI conrx

50
da

. .

NOME DEI cono:

PES

da
01m .

1 Sostanze domgme mmerale.

Mattone .

Chilg. cun;.
iovana distillata.

Creta bianca

tenera .

. 1142

1713

1000
1014

pezzi di scoglio assoluti 1713


rocciaepietraquasidum 4142

1999
2284

di mare . . . .
| Terra 0 sabbia di macchia . . .
[Stabbio macero . . . . . . .

1028
614
828

1042
643
857

duroscoglioepietmdum 2284
compattissima, detta cli
\ gaart,presso Parigi . 2499

2427

514

Torba

secca

fabbricare

1471

1285

1000
Pietrada

100

1214

i ume, circa
di pozzo . .

a
cani. ]

.
1000

, A6 a
i
q
'

' '
umida. .
Terra vegetale . . . .

.
.

.
.

. 785
. 1214

1285

catello,brecce . . . . . . -. . 2199
Calce uoricata, spato-uore .
. 3084

1428

Calce uoricata, calcarifera, gesso o

. 1642

Argilla e terra da stoviglie


Marna .
. . . . . .

.
.

1656
1571

na e asciutta
1399
ne e umida .
1900
fossile argilloso. .
1713
di ume umida .
1771
Ghiaia con ciottoli . . . . . . . 1371
Terra rassa mescolata di ghiaia e
di 88. bili. .
. . . . . . . . 1860

Terra con molta ghiaia .

Melma o fango .

. .

1357

gabbia
"
'

Terra mescolata didpiccole pietre . 1910


Argilla mescolata i tufo ._ . . . 1990
Terra grassa mescolata di ciottoli . 2290

Scaglie di roccia . . . . .
Cemento di terra cotta .
Rosticci o scorie di fucina .
Scorie di alti f(lltellll
eia .

Pozzlana ' i del Yivarese


Trass, specie di

di calce e di

1756
1642

Pietra da gesso cotta e postata. . . 1199


id.
setacciata ocrivellata 1242

1228 ;
1257 l

1428

1799
1856
1485

Lacqua per impastare pesa . . .


328
Pietra da gesso impastata umida
1571
id.
asciutta .
1399
Lacqua evaporata pesa . . . . . 171
Lacqua combinata per cristallizzazione pesa . . . . . . . . . 157
M r f
d. rottami di pietre
2240

343
1599
1414
186

cemento .

u 0 resc 1 mattoni . . . . 1870


Barite . . . . . . . . . . . . 4284

E
l
l
.
1

157

4626 .

Quarzo, pietra molare o da macine

. 1571
1171
771

1713
porosa .
. . . . . . . . . 1242
1228 I Quarzo, pietra molare compatta sca985 ;
gliosa . . . . . . . . . . . 2485

1285
\
2613

128585
1 1

2656

Quarzo
uarzo ialino
arenario
. . o . ietra
. . I.) i . ia .d.a 2642

Qfaboricare

. .

. . .

. . 1928 2070

Quarzo arenario da far pianciti la-

. 1071

Pietra pom_ice .
. . . . . . .
Calce Viva quando esce dal forno
estinta 1n pasta tta
.

sabbia .

2299 \

. . 1085 1128
.

28701
31841

pietra da gesso cruda ealabastrica 1899

1etra pomice di

Olanda e di An ernach .

Malta

2713,

Alabastri, marmi, lumachelle, broc-

1085

stricati.

. 1427

2613

557
800
1328

928
857
1428

Quarzo resinoso pechstein, 0 pietra


bituminose. . . . . . . . . . 2042
Quarzoo selce piromica viscosa.
2570

2656
2927 \

2813

1856

2142

Diaspro

1656

1813

Feldspato petrosilicioso .

scoria di fucina .

1128

1214

Aan1te o

scorie di forni fusori ,1856

1942

2356
2570

2742.

2699

2742 -

Pordo, o , serpenti-no vario

2756

2927

ietra-paragone.

nona DEI CORPI

"350
da

NOME DEI coam

Chilg. Chilg.
Talee, steatite sbiadito

SQI entin0 .

1
i

2613

PESO

i
,

da

Chllg.

Chilg.

2784

4 Legni,

2730

2856

Castagno che fa i marroni .

Pie ira ollaria .

2742

2856

Arancio

Granito .

., .

2356

2956

Abete comune

2799

3056

. . .
. . .

2570
1056

2927
1780

Acacia (falso) . .
Acaju . . . . .

1813

2784

Acero sicomoro

a tettoie ardeS1e .

27421

2856

. .- .

. y.

. .

657

.' .

700

.. .

528

Pietra da stoviglie .

Mica . .
Amianto .
qchisto

.
.

.
.

.
.

: STOSSO&_DO .

' Trematode, pietra di Volvie

giallo aurora

.
.

671

785
785

643

628

757

Id.

screziato

543

557 ,

928

2642

2756

3056

Albero di Giudea

635

Tu
Lava vulcanici
del Vesuvio

1713
1216,

1382
28112

Albicocco
Alloro
di S .agna
. .

. .

814
771

Scof vulcaniche . . . .

735

880

Lita trace

942

1328

Oro da24 carati, fuso, fucinato . .


Argento da 12 denari, fuso, fucinato

n
n

19065
11494

Platino passato er liera .

. .

21039

rosso
assatouso
per .liera
. . . . .
ll'ia110, ottone fuso . .
S:gato per hera

,,

772%
85
12223
2203

. - . '. -. ' .
fuc1nato

'
7183

battuto e temperato

78 1 3

Ferro

, _

Accmwl
Stagno

non temperato

_ _ _, _

,,

puro di Cornwal fuso .. ..


nuovo, fuso, battuto .
no, fuso, battuto .
comune, fuso .

. . . .

543

800
828
885
914

%3

923 '
1328 ,

- - , -

571

741

CM; inoscwo
- - - ' '- - - - -=- ggalgo Cedro del Libano . . . . . ., .

757

557

4;. 1.
600

. . . . . .,.
1314
.
7M

743 1,

'
1. a ' - '
Bldt dl Olanda
'

1% a c9m.ule

Id.
. .

dellelndie
.

Ciriegio comune _ . . . .V . .l .

.
'
'
'

.'
7
L

. .. . 857
600

5.
'
700
0,2

,,

7915
8439

Piombo fuso . . . . . . . . .

11346

Faggio ' ' ' ' '

{ggg

FrassmoSpinose
. . . . .
Frondi
Gelso
Id. o senza
moro spine
. . .

9 di rottami,

Per tramezzi

U ""
umido secco

Ebano delle Alpi

.
'

. . . . . . .
v Mercurio
3 uadrellz",
liquido.
o mattoni
. . . di. esso
. .

Id.

. l59

_ dl America .

. _.

543
1338

557
1342 |

12

Lance - - - - - '

43

45

Mandorlo

so fa

0m,0937

id_

2|

47

Melagrano o melogranato . .

id.

23

20

Melo

0m,1083
lung.

largh. grosl

al cento

m
m
m '
Mattone Borgogna 0,226 0,108 0,054
di

Montereau 0,2l'7 0,108 0,050

' ,Sarcelles

0,210 0,088 0,047

241

428

208

214

180

184

Mattoni alleg ianti


. compos idipo vere
vulcanica . . . . . 0,189 0,115 0,045

44

Ardesia quadrata forte . . . . .

45

36

38

Id.
id.
g160018. . . . .
Il metro quadrato i tavolette di le-

22

23

gnibianchi adoperate percoperture

Id.

id.

na

- Tegole diBor ogna di grandi dimenI. sioni di 0", 8sopra 0,244e0,0135 .


Canali di Borgogna id. id. di 011,352
Tegole
Id.
di ice. dimensioni
= di 0,224 sopra 0,1 2 e 0,014 . . .

Canali di Borgo na id. di 0m,352


Te ole di Sarce les di 091,257 sopra
0, 62 0 0,018 .

112

116

245

. Mattoni o quadrelli a sei facce di

1301'30f5118 - . - - . . - - Mattoni o quadrelli a sei facce di


Sarcelles . . . . . . . . . .

34
64

800;

600
600

i
685 1

di Africa

Olivo .

. .

. .

.
.

728

743

. .

.. .

914

928l

.
.
.

. ,.
. .
_

.
.

.' .
.; ,
_ ,

7_43
057
814

942 E
714
323 ,

.
.
.

, ;_

371

414

528

614

_
,'

700
628

714

. .

.'

930
043
571
685
900

1220
1015
585
700
914

Id. dei cacciatori . . . . . . .


Tasso di Olanda . . . . . . : '.

743
771

dOlanda .

Platano dOriente .
Id,
dOccidente
Quercia verde .
Id.
secca.
Salice 0 micio
Sambuco.
Sorbo . . . .
Id.

.
'.

.
.

di S a na.

Thuya del a

hina.

. .

814

557

571

600

Tiglio . . . . . . . . . . . .

557

Tuliperp, randalbero del Canad .

471

Vinco, ve rice
Vite
, , , .

, .

Id.

5,3 Prugne o susino

Canali di Sarcelles 0"325

. . .
. .;

130

1357 ;

Nocciuolo . . .
Noce di Francia .
Id.

'

1242
942

Pioppo dItalia

162

47

159

'

328

- - - . - - - -. - . .

.
.
.

225
385

.
.

,
828_

Nesp010

Olmo . . . .
Pero . . . .
Pino del Nord

223
379

857
,

15

1328

id,

1y
,

. ._ ..A . ... .I

0111,0812

871
6
57
98
5

785
8

0m,0677 di grossezza

17

.. .

Ginepro . . . . . .
Guj_aco o legno santo.

di 0m,487

om,afse ..

814
871

.
.

Zinco

f_uso_ . _.

,,

824

Aylande o omma del Giappone


Bagolaro o oto . . . . . . .
LIe nogi 1I\:Irancia
. .

Id.
di. s. Lucia
.
7287 Cgresso
8!mml.d a1 e
7307 CI amato '
7515
tgn ' - ' -

),

Alno od on ano . . . . . . . .

detto da saldatura sottile

7829

di Virginio

. .
.
2 Metalli.

800
914 ,

Id.

557

Lava, litoidi, basalti .

Rame

Id.

.
.

.
.

.
.

.
.

543
1314

485 1
'
1328

10
PESO DELLE VERGHB DI FERRO CXLINDRICHE E QUADRATE
AL METRO CORRENTE.
3

c
!
E g 2_

1' E s 0
del ferro colla sezione

a E
7; 2 E

CL _

, E a ="

2 % -:-1

g %3

-:

quadrata

circolare

millimvlri

chilogrlrnm

chilogrammi

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10

0,0078
0,031
0,070
0,124
0,195
0,280
0,382
0,499
0,631
0,780

0,0066
0,022
0,044
0,092
0,152
0,212
0,288
0,380
0,488
0,612

J 12
11

0,943
1,123

13
14
15
16
17
18

1,318
1,528
1,755
1,996
2,254
2,527

19

'
1
1

20
21
22
23
24
25
26

1
:

27
28
29
30

I,_ ,

PEso
del ferro colla sezione

quqdraln

circolare

millimetri

chilogrammi

chilogmmmi

31
32
33
34
35
36
37
38
39
40

7,495
7,985
8,494
9,016
9,555
10,108
10,678
11,263
11,863
12,480

5,872
6,248
6,668
7,060
7,488'
' 7,920
8,36
8,8
9,300
9,788

0,732
0,868

41
42

13,111
13,759

10,276
10,776

1,020
1,188
1,368
1,556
1,750
1,968

43
44
45
46
47
48

14,422
15,100
15,795
16,504
17,230
17,971

11,300
11,836
12,384
12,936
13,504
14,080

' 2,815

2,200

49

18,727

14,680

3,120
3,439
3,775
4,126
4,482
4,875
5,272

2,244
2,688
2,944
3,204
3,512
3,816
4,124

50
55
60
65
70
75
80

19,500
23,595
28,080
32,955
38,220
43,875
49,920

15,292
18,502
22,024
25,842
29,968
34,412
39,160

5,686
6,115
6,559
7,020

4,448
4,784
5,136
5,504

85
90
95
100

56,355
63,180
70,395
78,000

44,202
49,556
55,218
61,159

i, _H_Al i

4,

_,

PESO DELLE LASTRE DI METALLO CILINDRATO

_ per 1 metro quadrato di supercie.

maso DELLE LASTRE 01

' 5.

ferro

mmc

piombo

zinco

millimetri

chilogrammi

chilogrammi

chilogrammi

chilogummi

1/4
112
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
311
12
13
14
15
16
17
18
19
20

1,947
3,894
7,788
15,576
23,364
31,154
38,940
46,728
54,516
62,304
70,092
77,880
85,668
92,256
100,234
109,032
116,820
124,608
132,396
140,184
147,972
155,760

2,197
4,394
8,788
17,576
26,364
35, i 52
43,940
52,728
61,515
70,304
79,092
87,880
96,668
105,456
114,244
123,032
131,820
140,608
149,396
158,184
166,972
175,760

2,838
5,676
11,352
22,704
34,056
45,408
56,760
68,112
79,464
90,816
102,168
113,520
124,872
136,224 ,
147,576
158,928
170,280
181,632
192,984
204,336
215,688
227,040

stagno

argento

'5

1
1
"
, :
,
1
f
'

1,715
3,430
6,861
13,722
- 20,583
27,444
34,305
40,166
47,027
53,878
60,749
67,610
74,471
81,332
88,193
95,054
101,915
108,776
115,637
122,498
129,359
136,220

chilogrammi

chilogrammi

1,825
3,650
7,300
14,600
21,900
29,200
36,500
43,800
51,100
58,400
65,700
73,000
80,300
87,600
94,900 _
102,200
109,500
116,800
124,100
131,400
138,700
146,100

2,652
5,305
10,610
21,220
31,830
41 ,440
52,050
62,660
73,270
83,880
94,490
105,100
115,710
126,320
136,930
147,540
158,150
168,760
179,370
189,890
200,950
211,200

_____=

il
Esercizii sui pesi specici.

1 Problema. - Qual sar il peso duna colonna in legno di faggio tutta cilindrica di
metri 0,35 di raggio e metri 2,50 di altezza?

Solaz. Dalla formola si ha P = Vd onde il volume sar,

R 1 x A :3.1416 x 0,1225 x 2,50 x 0,962105; ora dalla formola P :Vd avremo m. e. 0,962113

x0,8520:0h11g. 0,819,91

2 Problema. - Quale sar il peso duna trave di quercia lungam. 3,25 avente per
base o sezione un rettangolo di met. 0,55 er m. 0,40.

Salate. Dalla formula si ha P:Vd', il vo urne sar essendo dati i lati del rettangolo
P x L x A :V : 0,40 x 0,55 x 3,25 x 1,01 : m. c.- 0,72215: Chilog. 722,15.
3 Problema. - Qual sar il peso dun albero-cilindrico di ferro fuso, lungo_m. 2,25 e
di met. 0,05 di diametro?
Soluz. Dalla formola P:VD: 1/4 3,1416x0,0025x2,25x7,2070 : tonnellate 0,03183963512

:Chilo . 31,83963512.
4 Pro lama. - Qual sar il diametro duna. colonna cilindrica. di ferro di m. 2,50 dal
tezza, il cui sso assoluto di Chilog. 21?
il raggio del cilindro, A laltezza, E il peso, D la densit del ferro,
Solaz. Sia
si avr P:wR2 AD, da cui R:

_, e sostituendone i valori numerici si ha


WAD

R :

: [/ 09343:dec1m. 0,19.

. 5 Problema. - Qual sar il raggio di una sfera di ferro fuso del peso di 24 Chilogr. ?
Solae. Dalla formola P:VD si avr :7% misura del volume in decimetri

,, a : 7 3370
cubi; facendo R il raggio della sfera, il suo volume sar 43R3 dunque A3R_

x 24 4 x 3,1416
72 >< 7,2070 ed E _ |/maleci):
72 .
da 11. R 4axv,eovo
dec' 0,794
3 ______ i _ _. -_-_-_

._

60 Problema. - Laltezza interna dun cilindro pieno dalcool di m. 0,369, ed il suo


diametro di met. 0,246: si domanda il peso dellalcool, ammettendo, che ilsuo peso_spe
cifico sia uguale a 0,863? ,
Solae. La. formola. P :Vd d P:wR* Ad:3,1416x(l,23)x3,69x0,863:0hi1g. 15,1365.
7 Problema. - Qual sar il prezzo di un tubo di ferro fuso, il cuidiametr0 interno
di 9m,245, della grossezza di 0'",014 e della lunghezza di 2134?, supposto che il peso
della ghisa sia 7,207 ed il prezzo dogni Chilogramma sia di L. 0,20 .
Solaz. Denominando Red r i raggi esterno ed interno del tubo, A la sua lun hezza,

il volumeella hisaV=i (R'-r):3,1416 x 2154 x0,003626:24 metr. cub.,


, e il
prezzo: .
, .
.
,
8 Problema. - Un tubo cilindrico di bronzo ha la. lunghezza di m. 0,75 il diametro in
terno di m. 0,36 e le pareti della. grossezza di m. 0,08. Sup ceto che il peso specico

del bronzo sia 8,46, qual il peso di questo tubo 1 quan o vuoto, 2 quando
pieno dacqua a 4 gradi.
'
Solaz. Si chiami A laltezza del tubo, R il raggio esterno, r linterno, D-il peso spe
cico; il peso del tubo vuoto sar
,
j
P:wAD%R-T):Cg. 701,657
6 il peso dello stesso pieno dacqua
+1 7"A:C . 777,997.

9 Problema. - Qual sar il costo dun intela1atura e castello duna macchina in ghisa,
il cui modello di melo e pesa 65 Chilog. (i)?
Solaz. La densit del legno di melo star a nella della. ghisa come il peso del mo
dello star al peso dellintelaiatura, perci 0,
:7,2070::652:0hi10g. 639,06, che
pagasi 5 lire al Miriagramma, onde si avr L. 63,906 x L.5: a 319,55.
_
10 Problema. - Qual sar il peso approssimativo che deve sopportare un trave armato,
sul uale sta un muro di rottami, pietre, ecc. lungo 4 met., alto 3 e spesso 0,50 (2)?
So uz. Cercasi il volume del muro e si avr 4 x 3 X 0,50:m. 0.6; ore un m. e. di

muro pesa 2240 Chilog. perci 2240 x 6 : 13440 Chiiog., peso da sopporterei dal trave.

(l)ll peso d'un oggetto qualunque in metallo si ottiene approssimativamente dal peso del modello,moltiplicando
questultimo col rapporto, che vi tra il peso'specitico del metallo e quello della materia di cui formato il mo
dello stesso.
Nel calcolo del costo delle macchine bisogna considerare, oltre alla materia ed al peso delle singole parti, la
relativa mano d'opera. Perci, fatto il disgno del lavoro da eseguirsi, le parti, che lo compongono, wngano di
vise in varie classi; la prima contiene quelle, che richiedono il massimo lavoro per ciascun Chilograunna, e lul
tima quelle, che richiedono il minor lavoro per ogni Chilogramma. In seguito a questa divisione calcolosi il peso
d'ogni classe e si moltiplica coi prezzi unitarii ad essa corrispondenti.
[2) Il peso dei materiali da costruzione si ottiene moltiplicando il loro volume per il peso medio

metro cubo.

di un loro

12
13. Mobilit. - La mobilit la propriet, che hanno i corpi, di poter
passare da un luogo allaltro.
14. Moto. - Chiamasi moto lo stato di un corpo, che cangia di luogo.
Mobile chiamasi il corpo posto in moto.
Il moto in un corpo pu essere parziale e generale, assolata 0 relativo, reale ed ap
parente.
Il moto assoluto in un corpo sarebbe il suo spostamento rispetto ad un altro, che

si trovasse nello stato assoluto di quiete. Il moto relativo di un corpo non altro che
il suo moto apparente, cio il suo moto rispetto ad altri corpi, che si suppongono ssi,

mentre in realt essi pure cambiano di luogo. Tale il moto duna barca rispetto alle
rive del ume. perch queste partecipano colla barca al doppio moto di rotazione e
di traslazione della terra nello spazio.

15. Inerzia. - Linerzia non che una propriet negativa, cio linetti
tudine della materia apassare da s stessa dallo stato di quiete a quello di
moto, ed a modicare il moto, da cui trovasi animata.

Tutta la materia essendo da per se stessa inerte per porla in moto neces
saria una causa esterna, che lo determini.

16. Quiete. - La quiete la permanenza di un corpo in un medesimo


luogo.

La quiete pu pure essere assoluta e relativa. La quiete assolata sarebbe la pri


vazione di ogni moto. In tutto luniverso non trovasi alcun corpo in questo stato.
La quiete relativa apparente, cio lo stato di un corpo, che ci sembra immobile
rispetto ai corpi circostanti, ma che realmente ha moto comune con essi. Per esempio

un corpo, che rimanga sempre nello stesso posto in un battello, che si muove, in
quiete relativamente al battello, ma in realt. in moto relativamente alle rive; quindi
la sua quiete e soltanto relativa.

17. Forza. - Chiamasi forza ogni causa capace di produrre il moto o di

modicarlo.
fPer caratterizzare una forza devesi considerare: 1 Il suo punto dapplica
zione ossia quello ove essa viene applicata, 2 la sua direzione, o la linea
che tende a far percorrere al proprio punto dapplicazione, 3 la grandezza
o intensit del suo valore relativamente ad unaltra forza presa per unit.
La forza dicesi viva, allorch produce realmente un moto; morta, quando questo moto
non si effettua.
l
La forza muscolare , la gravit, le forze magnetiche od elettriche, la tensione dei
vapori, lespansione dei gas sono forze. Quelle che provengono dallelasticit di alcuni
corpi, come dalle molle di acciaio degli orologi, dalla gomma elastica e simili, diconsi
forze di statuto.
.

Secondo i casi la forza si denomina pure trazione, attrazione, gravit, peso, ten
sione, pressione, ripnlsione, sforzo.
Chiamasi forza motrice, causa, potenza o semplicemente motrice quella. forza, che
tenta produrre un determinato eetto. Resistenza quella, che si oppone alla forza mo

trice. La prima tende ad accelerare ad ogni istante il moto e si dice'aooeleratrioe; lul


tima a rallentarlo, e si chiama tardatriee, (l).
Esse possono agire istantaneamente, come nein urti e nellesplosione della polvere, o

per tutta la durata. del moto: nel primo caso si dicono istantanee o impresse, nel se
condo continue.

(I) Nelle macchine la polenza deve vincere la resistenza dirella e le reslsleuze ladrcllc, gli ullrlll, la rigi
deaa delle corde o catene, la resistenza dell'aria, ecc. Bisogner dunque sempre lmpiegare una forza motrice supe
riore alle resistenze da vincersl, e ci esclude qualunque possibilll del moto perpetuo.

13
18. Misura delle Forze. - Una forza qualunque si misura dal suo effetto.
Leffetto, che una forza suol produrre sopra di un corpo, consiste nelleser
citare sul medesimo una pressione od una trazione mettendo il corpo stesso in
moto, perci si pu ritenere uguale alleffetto prodotto da un peso conve
niente. Una forza, qualunque essa sia, pu sempre esprimersi in Chilogrammi.

Infatti suppongasi una corda avvolta su duna carrucola, alla estremit della
quale siasi applicato un peso di 50 Chilogrmmi per opporlo ad una forza di
pressione o di trazione, si dir che questa forza di 50 Chilogrammi; un'altra
di 100 0g. sar doppia, una di 150 sar tripla della prima.
Ipesi ofroogo il mezzo pi semplice ed il pi comaneper la misura delleforze.
19. Dinamometri. - Vi sono degli strumenti appositi, con cui si pu mi
surare la grandezza di una forza o quella della resistenza da essa superata.
Tali strumenti diconsi dinamomolri o misuratori delle forze.
Un dinamometro pi comune perch semplicissimo quello rappresentato dalla Fi

gura 1.Esso si compone di una robusta molla d'acciaio ripiegata nel suo mezzo; all'estre
mit A ssato un arco di ferro graduato, che passa liberamente
in unapertura praticata nellestremit superiore A, e termina con

un uncino; anche a questa estremit B attaccato un altro arco


di ferro, che passa in unapertura fatta in A e termina parimenti
con un uncino.
Per misurare lintensit di una forza costante, che agisce collin

termediario di una corda per tirare un corpo, quella di un ca


vallo p. e., che tira una corda a cui attaccato un peso, si di
vida questa corda in due parti, e le due estremit si attacchino,
una alluncino in B, laltra alluncino in A invece del peso P; in

questo caso la forza di trazione sar esercitata attraverso il dina


mometro, la sua molla per etl'etto di questa trazione si chiuder,
e le sue estremit A e B si avvicineranno pi o meno. Allora sulFio I.
larco, al quale attaccato luncno B, si legge il numero dei gradi, che misurano la
essione della molla; se il dinamometro graduato numericamente, si sa subito a quanti
Chilogrammi di peso equivale la essione osservata : se poi non lo fosse, si sospende per
uno dei due uncini, ed allaltro si attaccano dei pesi nch la molla si chiuda di un
egual numero di gradi; allora per via di fatto conosceremo quanti Chilogrammi ci vo
gliono per produrre una tensione uguale a quella esercitata dalla corda sul dinamometro.
Supponiamo che ci vogliano 500 Chilogrammi, noi diremo che lo sforzo fatto del cavallo
per tirare il peso, a cui attaccata la corda, di 500 Chilogr.

Vi sono anche altri dinamometri, ma tutti sono poggiati per sopra lo stesso prin
cipio: lelasticit di una molla di acciaio e sempre quella, che serve per ter
mine di paragone a valutare la forza muscolare degli animali.

'

Il dinamometro rappresentato dalla Figura2 si compone di una molla ripie


gata in elica, e chiusa dentro un cilindro. Unasta la traversa in tutta la sua
lunghezza, e termina nella parte inferiore in un dischetto, sul quale fissata
lestremit della molla; laltra estremit di questa bacchetta poi munita di
un anello.
Per misurare una forza con questo dinamometro lo si ssa colluncino, che
nella sua parte superiore, e allanello inferiore si applica la forza, la quale
produrr leffetto di far uscire fuori dal cilindro una parte pi o meno lunga
dell'asta, secondo la sua intensit; un indice esterno indicher su duna scala

segnata sulla supercie del cilindro la pressione esercitate.


Questo dinamometro pu anche servire come una bilancia per pesare i
corpi.

Oltre adescritti usasi pure comunemente anche il dinamometro di Regnier,


il quale si compone duna robusta molla dacciaio di forma elittica A B, colla cui ela
sticit si misura la forza in due maniere differenti (Fig. 3).

14
La prima diretta a schiacciarla comprimem
dola nella direzione dellasse minore per avvi
cinarne le estremit; la seconda a stirarla
nella direzione dellasse maggiore con che si

tende ad accorciare lasse minore.

Laccorciamento dellasse minore si ottiene con


forze mediocri; mentre si richieggono sforzi e

nergici operando nellaltra maniera.


Nel mezzo d un lato della molla havvi sta

bilmente annesso un quadrante i, ed allop


posto lato il braccio duna leva angolare e mobile
Fig. 5.

intorno ad un perno fisso nel quadrante mede


simo. Laltro braccio f della leva, raccorciandosi

- lasse minore della molla in D, sospinge la lancetta _o lindice x, il quale nel girare sul .
perno P scorre sul lembo del quadrante, dove sono segnali i gradi di due scale differenti;

la scalag h di pressione in Chilogrammi serve a misurare piccoli sforzi; la scala E Fdi


trazione si adopera per la misura deigrandi sforzi.

ARTICOLO II.

Del Moto e sue Variet.

20. Considerazioni sul Moto. - Nel moto, oltre la forza da cui


generato, bisogna considerare: 1 lo spazio percorso dal mobile, 2 il tempo
impiegato a percorrerlo, 3 la. velocit con cui il mobile si muove, _4 la dire

zione che prende, 5 gli ostacoli, che si oppongono al moto.


21. Spazio. - Lo spazio traversate dal corpo la lunghezza della lino
percorsa durante il moto, che dicesi traiettoria.
22. Tempo. - Il tempo la durata del moto dal suo cominciamento al

suo termine calcolato in minuti secondi.


.
23. Velocit. - La velocit lo spazio percorso nellunit stabilita di
tempo, che dordinario il minuto secondo; si dice perci pi veloce quello
fra due o pi corpi, il quale percorre il medesimo spazio in meno. tempo, o

che percorre pi spazio nel medesimo tempo.


Esempio. - Due corpi si muovono, il primo percorrendo sempre ogni secondo 1 metro,
ed il secondo 3 metri; il_ secondo sar dunque tre volte pi veloce del primo.

24. Direzione. -- La direzione la linea, secondo cui il corpo si muove,


la quale pu essere retta o curva; nel primo caso il moto si dice rettilineo,
, nel secondo curoilineo.
Nel moto 0tiii7ilitt60, se la curva persersa la circonferenza di un circolo,

'il moto circolare; se unelisse, elittico; parabolico, se percorre una parabola.


Allorch la traiettoria una curva chiusa, il moto pu progredire nello
stesso verso e passare pi volte nello stesso punto: esso dicesi allora ri
cettivo e la traiettoriaprcnde il nome di orbita. Se il corpo ritenuto
invariabilmente da un asse, intorno a cui gira descrivendo in tutti i suoi
punti tanti circoli concentrici posti sur un piano perpendicolare allasse, il
moto rotatorio. Il moto dicesi ancora progressivo o di traslazione , quando
progredisce sempre nello stesso verso, e alternativo od oscillatorio quando
va ora per un verso ora per lopposto.

15
Talvolta un corpo possiede contemporaneamente il moto di traslazione e di
rotazione, come le ruote dei carri e dei pirosca..

Il moto ancora permanente, continuo od intermittente.


Il moto duna locomotiva sulle guide e progressivo, quello dello stantuo alternativo,
ed ambidue sono permanenti; mentre la valvola (cassetto, tiroir), che lascia adito al
vapore di agire ora sopra ora sotto lo stantuffo, dotata di moto intermittente.

25. Ostacoli. - Le resistenze, che si oppongono alla forza generatrice


del moto sono utili, passive o notevoli. Le prime sono quelle, che le forze

della materia, su cui opera la macchina, oppongono al movimento degli


organi, che le sollecitano. Le seconde sono le forze, che derivano dall'azione
dei varii organi della macchina per opporsi al movimento: tali sono l'attrito,
la rigidezza delle corde, delle catene, delle coreggie o cinghie, lo scontro
dei uidi, e simili.
26. Differenti Generi di Moto. - Il moto si distingue: 1 riguardo
al numero delle forze, da cui prodotto; 2 alla velocit, con cui il corpo
si muove.

Il moto riguardo al numero delle forze pu essere semplice e composto: semplice,


quando generato da una sola forza; composto, se prodotto dallazione simultanea di

pi forze.

Il moto rispetto alla velocit pu essere eqnabile od uniforme, inequabile o vario.

27. Moto Uniforme. - Il moto dicesi eguabile od uniforme, se il corpo


cammina sempre colla stessa velocit, cio se in tempi eguali percorre spazii
eguali.
Esempio. - Un corpo, che percorra 16 metri al primo minuto secondo, 16 al secondo,
16 al terzo, ecc., avr un moto uniforme.

Chiamando S lo spazio, V la velocit e T il tempo, si avranno pel moto

uniforme le formole seguenti:


1 S:VXT; 2

:%; 3

:%. La prima formola ci fa conoscere, che

nel moto uniforme si ottiene lo spazio corrispondente ad un tempo qualunque,


moltiplicando la velocit per il numero dei minuti secondi trascorsi nel
nwvimento.
La seconda formola ci fa vedere, che la velocit, colla quale un corpo si

muove, e in ragione diretta dello spazio ed inversa del tempo, perch il valore
d'una frazione e in ragione diretta col suo numeratore, ed inversa col deno
minatore.
La terza formola ci esprime, che il tempo equivalente allo spazio diviso per
la velocit.
.
1 Esempio. - Qual lo spazio percorso in unora da un convoglio della ferrata,
che progredisce con un moto uniforme di 12 metri per minuto secondo?
Soluz. Dalla formula 1' S: VXT si avr: 12x60x60 :43200 metri.

2" Esempio. - Quale sar la velocit media di un cavallo, che in unora, 10 mi


nuti, 5 secondi ha percorso 9510 metri?
. _ V
__ i
9510 _2,26
_
.
Soluz. Dalla seconda formola s1. avra.
T :-*-4205
metri.
secondi

3 Esempio. - Quanto tempo impiegher un pedone a percorrere 7420 metri,


dato che abbia la velocit di metri 1,60?

Soluz. Dalla terza formula si avr: T : zs=463l. secondi ossia 1 ora, 17

minuti, 17 secondi e 30 terzi.

16
REGOLE, - Dalle formole e dalla soluzione degli esposti problemi si possono

dedurre le seguenti regole:


I. Moltz)alicando,la velocit di ogni minuto secondo per il numero di
minuti della durata del moto si ottiene lo spago,
2. Dividendo lo spazio per il tempo, il quoziente esprime la velocit;

3. Dividendo lo spazio per la velocit il quoziente indica il tempo.

ESEMPI DI ILCUNE VELOCIT RIFERITE IL MINUTO SECONDO.


Pedoni

Cavalli al passo .
a
al trotto .

al galoppo

.
.

.
.

.
.
.

_.
.
.

.
.
.

.
.
.

.
.
.

.
.
.

.
.
.

.
.
.

.
.
.

.
.
.

.
.
.

1
2
4

Carri per trasporto di merci .


Carrozze da posta. . . . .

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

0,8
3

Cavalli da corsa inglesi


liroscafi
. . . . .

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

20
5 '

12

12

10

16

20

Treni celeri speciali (100 Chilom. allora).


La maggior parte dei umi . . . . . .

.
.

.
.

.
.

.
.

30
1

. . . . _ .
. . . . . .

.
.

3
15

.
.

.
.

Treni di merci sopra_ una ferrovia


Treni (li passeggieri ordinarii

Treni diretti

Venti ordinarii . .
Venti temporaleschi
Uragani

.
.

.
.

. . .
. . .

50

l)

570

Palle da cannone di 24 libbre . . . . . . . . .

Aria sotto la pressione di unatmosfera etuente in uno

780

Palle di schioppo
y

. .

spazio vuoto .

. .

. . .

305

500

Suono a 0 centigr. .

332

.
.

. .

. .

. .

. .
. .

.
.

.
.

.
.

.
.

. .

Vapore alla tensione di unatmosfera efuente nel vuoto


Luce . . . . . . . .
Elettricit nei fili di rame

da metri 1,4 a

a
a

. . metri 310,098,000
. .
da metri 30000
. . . .
)
30

a 60000

a
9,81

a 1435
3625
448

Velocit di rotazione della terra intorno al solo.

29400

Stantut'fo di una tromba idraulica . . . . . .

del cilindro di una macchina sollianlo .

.
.

.
.

0,30
0,60

1,10

di una macchina a vapore .

. .

di una locomotiva .

320

Ruota idraulica, alla periferia .

1,50

Macina (la grano, alla periferia

Macina da cenci (Olandese delle Cartiere) alla periferia


Ali dei ventilatori
. . . . . . . . . .
Sega circolare
. . . . . . . . . . . . . .

Lama di sega da travi.

7,50
36
10

da ebanista. . . . . . .
Sega a nastro . . . . . . . . . . .
Disco di una pialla per legni . . . . .

.
.
.

. . .
. . .
. . .

10
t)
12

Carro di una pialla per legni per giro . . . . .


Tornitura dei cilindri di g isa dura alla periferia .

.
.

Tornitura meccanica dei pezzi di ghisa, alla periferia


D

ferro

Pezzi di hisa nel tornio a mano, alla periferia

0,0017
0,01

0,08

0,12

. ._

0,12

.
.

.
.

0,1f1r
0,18

nel lavoro di nimento, alla periferia .

0,28

0,00

erro

nella tornitura, alla periferia .

Foratura dei cilindri di ghisa: movimento di rotazione

nel punto di applicazione dello strumento

9.2
5

'

Volo dellaquila
. . . . . . . .
Caduta libera dei gravi dopo il primo minuto secondo .
Suono nellaria (a 16' centigr.) .
. . . . .

nellacqua.
. . . .

nel legno di uercia . . . . . . . . . .


Velocit di rotazione ella terra sul suo asse, allequatore
Velocit del moto diurno a Torino

1.7

17

28. Moto rotatorio. - Il moto rotatorio quello, che descrive un


cerchio attorno ad un asse come quello dei volanti delle macine, delle ruote
idrauliche; esso quasi sempre uniforme. La retta, attorno della quale si
effettua il movimento, dicesi asse di rotazione. Chiamasi velocit angolare
ed anche al centro nel moto uniforme lo spazio o larco espresso in gradi

percorso da un punto in un minuto secondo. Un corpo, che nel muoversi


attorno ad un asse descriva nello stesso tempo un arco doppio di gradi di
quello descritto da un altro corpo, si giudicher di velocit angolare doppia
di questo, quantunque la velocit assoluta effettiva sia molto differente.
I diversi punti di un corpo, che ruota attorno ad un asse, hanno tutti eguale
velocit angolare, per cui le loro effettive saranno in ragione dei raggi.
I punti inegualmente distanti dall'asse hanno diametri differenti, e perci
diverse le velocit assolute ed alla circonferenza di questi punti: sar massima
di quelli, che sono allestremit del corpo, e minima per quelli, che stanno

sullasse stesso, quindi le velocit angolari sono in ragione diretta degli


archi ed inversa dei raggi, o in altri termini: le velocit angolari stanno in
ragione diretta delle efetlz've ed in ragione inversa dei raggi.
Nelle arti importa quasi sempre di conoscere a qual velocit effettiva equi
valga langolare. Le velocit effettive sono come le lunghezze degli archi
retticati e descritti nellugual tempo.
Infatti pongasi una retta 0B perpendicolare allasse di rota
zione di un corpo in un punto 0 (Fig. 4): questa retta, a guisa
dun raggio duna ruota, descriver in un tempo noto, come in
un minuto secondo, un angolo BOA, che sar tanto pi grande,

quanto maggiore sar la celerit del movimento. Facendo OD

uguale allunit di misura lineare, si chiamer velocit angolare

Fitl' 3

lo spazio percorso in un minuto secondo dal punto D. Un punto B, posto ad una distanza
doppia dal punto 0, avr descritto una circonferenza od un arco doppia di quella del punto
D. La ragione della circonferenza al raggio sempre la stessa, e quindi dividendo i raggi
OD e 0B per le loro circonferenze o gliarchi avranno lo stesso quoziente, cio -QA%
CD
AB
0A
1
2
. .
.
.
. .
:W 0 -ED_:-- ovvero _. qumdr veloctt angolare clnamam Il quo
ziente, che si ottiene dividendo la velocit assoluta di un punto qualunque di un corpo
per la distanza di esso punto dallasse.

Ogni qualvolta si parler della velocita effettiva od assoluta di un moto di


rotazione bisogner sempre determinare il raggio.
Sia'r il raggio della circonferenza descritta da un punto che si considera,
n il numero dei giri descritti da questo per minuto, lil tempo della durata.
dunintiera rivoluzione del corpo, v la velocit angolare ew lassoluta.
Dalla propriet dimostrata superiormente si ha pure che: w:v::r:l della proporzione
.
_ _lu_ _
w
_
21m
nvr
_
3011
per 0111 w:vr[l], 1)_ r [2], r__ u [3], v_
(i) o v__ 30 [4], n___-' [5].
l

(I) Dovendo sovenli determinare la velocit angolare d'un corpo, conoscendo n numero dei giri descrilll per
minuto, lo spazio descritto da un punto, che sarebbe distante l metro dallasse, sar 27r per ciascun giroI e per
conseguenza 27m e per 1: giri, cio per 24m 0 in un minuto 0 60 secondi lo spazio perc0l'l in un secondo
2711

111 _

sar
60

50

18
Quando la velocit angolare costante il moto di rotazione uniforme, e chiamando
a larco percorso da questo punto posto a imetro di distanza dallasse, partendo dalla

sua posizione iniziale, et il tempo impiegato a percorrere quest'arco, si avr: :vt [6];
questa formola contenendo tre quantit dar luogo pure ai tre problemi delNum. 27.
i Esempio. - Quale sar la velocit assoluta dun punto distante dal suo centro
di rotazione metri 0,40 essendo la sua velocit angolare uguale a 3 (considerandolo come
numero astratto)?

Saluz 10:0",40 x3:i,20 metri.


2 Esempio. -- Quale sar la velocit angolare di un punto distante dal suo asse
di rotazione 0,40, essendo la sua velocit assoluta di metri 1,20?

__1122_
Soluz. w_
0,40 _3 metri.30 Esempio. - Quale sar la distanza dun punto al suo centro di rotazione, la cui
velocit assoluta di metri 1,20, e langolare di 3?
--mgg :0,40 metri.
Soluz.y r:

4 Esempio. - Quale sar la velocit angolare di un punto che fa 45 giri attorno


al suo centro di rotazione per minuto?

Soluz. v

:-3l3fuw- :4,7124 metri.

5 Esempio. - Quanti giri far un punto attorno al suo asse di rotazione, se la sua

velocit angolare uguale a 5?


'
' -Soluz. n: 5X30'- giri 47 74
3,1416,"

REGOLE, - Dalle forniole e dagli esempi esposti si possono dedurre le seguenti


regole:
.
,
, _.
I. Moltiplicando la velocit angolare di un punto per la sua distanza
dall'asse o pel ' suo raggio, il prodotto d la velocit assoluta;
2. Dividendo la velocit assolata di un punto per la sua distanza dal
lasse, il quoziente indica la sua velocit angolare;
3. Dividendo lo spazio percorso 0 la velocit assoluta per la sua velocit

angolare il quoziente esprime la distanza del punto dallasse di rotazione;


4. .Moltiplicando il numero dei giri per minuto per il rapporto della cir
conferenga al diametro ossia r e dividendo il prodotto per 30 si ottiene la.
velocit angolare;

5. Moltiplicando la velocit angolare per 30 e dividendo il prodotto pel


rapporto della cz'rc0nfcrenqa al diametro, ossia 2, z'l'quop'cntc esprime il
numero dei giri;

6. Dividendo lo spazio percorso da un punto per la sua velocit angolare,


il quoziente segna la durata del moto.
Eserclzli sulla velocit. angolari ed assolute.

1 Problema. - Quale sar la velocit angolare e quale l'effettiva o della periferia


di un volante di 3 metri di diametro, il quale fa 200

irl al minuto primo?

Solaz. La velocit. effettiva m_ xgx" _ 3141 g03X200 * metri 31,41495;


La velocit angolare o:w)w ossia o:-?

: metri 20,944.

2 Problema. _- Quante rivoluzioni al minuto far una ruota idraulica, la cui ve


locit. alla periferia e di 5 metri, se il suo diametro e di 8 metri? e quanto tempo
impiegher in un giro?
60 5
x
Solaz. Dalla formola si ha n:l6zll,937,
quindi
Ogni rivoluzione si compier in 1-163:5,0264 minuti secondi.

__ M,___._

19

3 Problema. - _Uu treno percorre 48 chilometri allora, ed ha le ruote motrici della


locomotiva dl metri 2,66 di dmmetro; quanti giri faranno le ruote motrici?
Solaz. In unora ercorrendo una distanza di 48x1000:48000 metri, la circonfe
renza delle ruote t4igtl)0% locomotiva :3,1416x2,66:metri 8.3566, quindi il numero dei

. . allora
,
._
4800__0 _
gnu
sera. 8,3566 _5743,9628,
ed al mmuto
8,3566><60
- 95,732'7.
_

4 Problema. - Quanti metri sar distante un cannone, se dal momento che si

visto la luce delle sparo a quando si udito la detonazione passarono 10 secondi?


Solaz. Dalla formola S:TXV dunque sapendo che la velocit. del suono di 340 m.
avremo S:340x10:metri 3400 distanza cercata.

5 Problema. - Sapendo che il moto diurno a Torino di 329 metri, qual sar lo
spazgyolperqprlo dalll_q 6fdel nattiuoTallpr 6 gella. sera di queea citt?
.
onz. a a so 1 a ormoa : x14212800.
ri ucen o in anno secondi il tem p oav r e m o
12x60:720x60:j43200x329:me61
6 Problema. - Quale sar la strada percorsa da un piroscafo in 24 ore, il quale
posmede una velocit di 5 metri per minuto secondo?

Solar. ltiducendo le ore in secondi si avr 21x360:8640 minuti, ore S=TXV,

dunque 8610x5:metri 43200 o 43 chilometri circa.


7 Problema. - Quale sar la velocit media dello stantuffo duna macchina a
vapore, supposto che faccia. 20 corse do pie per minuto secondo percorrendo nel ci

lmdro metn 1,50 mentre il volante fa 1 giri?


Solaz. Spazio percorso dallo stantuffo in una corsa sem lice essendo m. 1,50, in una
corsa doppio. 1,50x2:3, in un minuto far 1,50x2xl2: metri, per minuto secondo

si avr v:-llglllzmetrl 0,60.


8 Problema. - Quanto tempo occorrer (per toruire la supercie convessa dun
tubo di

hlsa lun 0 3 metri. se la. velocit

elio strumento (outis) nel suo punto di

applicazwue e di ,05 per minuto?


Solar. Dalla formola T:% si avr T:,% :60' od unora.
9 Problema. - Quale sar la velocit angolare e leffettiva o alla periferia d'una
macina che ha 3 metri di diametro e fa 200 giri al minuto?
L Eoluz. Si avr wd:3,1416x32me1ri9,4248; velocit assolutao 10 :'2-23 x9,4248:

gl><a,1ne:ar,nc; velocit angolare o o:-}= llzeompu.


2

10 Problema. - Un ventilatore fa 800 giri al minuto, il suo diametro di In. 1,45;


quale sar la sua velocit angolare ed alla periferia?

Soluz. Si avr d:3,1416x1,45:4m,55532; velocit assoluta o w:36%)- x4,55532


:T x4,55532:40x1,51844:60m,6576; velocit angolare o_ r _ig.g=ee,eoaa
.

29. Moto vario. _ Il moto vario od ineqaabile quello di un mobile, che


percorre in tempi eguali spazi disuguali. Bench di questo moto esistano molte
specie, non se ne considerano che due, cio moto uniformemente accelerato
e moto nniformemenle ritardato. Un corpo ha un moto uniformemente acce_
lerato o ritardato, quando percorre nelle successive unit di tempo una di
stanza sempre crescente o decrescente prop0rzionale.
I
Il moto di un corpo che cada, fatta astrazione dellaria, uniformemente
accelerato; uniformemente ritardato il moto di una pietra lanciata verti

calmente dal basso in alto.

'

30. Moto uniformemente acceclarato. - Nel moto uniformemente ac


celerato, non essendo eguali gli spazii percorsi in tempi uguali, la velocit non
pi lo spazio percorso nellunit di tempo come nel moto uniforme. In tal caso
devesi intendere per velocit, ad un dato istante del moto, lojspazio che partendo

da questo istante sarebbe percorso dal mobile in ciascun minuto secondo, se la


forza acceleratrice cessasse ad un tratto, cio se il moto divenisse uniforme.
Perci dicendo che un mobile ha una velocit di 00 metri dopo 10 minuti secondi
di moto uniformemente accelerato vuolsi dire, che, se la forza acceleratrice, la quale

agi fluo e. quel punto, cessasse dopo 10 secondi, il mobile in virt della propria inerzia
continuerebbe a muoversi percorrendo uniformemente 60 metri ogni secondo.

20
Perci nel moto uniformemente accelerato, qualunque ne sia lincremento di
velocit, si vericheranno queste tre leggi:

'
1 Le velocit nali sono in ragione diretta dei tempi impiegati ad acqui
starle, ovvero le velocit crescono proporzionatamente ai tempi; cio dopo un
tempo doppio, triplo, quadruplo, la velocit acquistata parimenti doppia, tripla
o quadrupla.
Infatti leffetto della forza continua, che produce un moto accelerato, pu essere
paragonato a quello-di una serie (1 impulsi eguali succedutisi ad intervalli di tempo

uguali ed innitamente piccoli. Ciascuno di questi impulsi producendo ad ogni intervallo


una velocit costante, questa si aggiunge a quella, che il mobile possedeva gi nellin

tervallo precedente.
La velocit va quindi crescendo costantemente di quantit uguali in tempi uguali.
Indicando con V la velocit nale acquistata in un tempo T, e con v la velocit
debita nellunit di tempo ossia la velocit dopo il primo minuto secondo, si avr
V:o:: T: 1, da cui si ricava V=v XT[1].

Esempio. - Un corpo, che possiede un moto uniformemente accelerato, acquista


nel primo minuto di corsa una velocit di 5 metri: qual sar la velocit acquistata dopo
un quarto dora o 900 minuti secondi?

Soluz. V=v x T :900 X 5-4500 metri.

2 La velocit al termine di un certo tempo, nel movimento uniformemente


accelerato, uguale alla velocit primitivapi il prodotto del tempo in secondi

per laccrescimento della velocit per secondi.

Supposto che nel momento, da cui sincomincia a contare il tempo t il corpo pos
sedesse una velocit C, e che aumenti di 9, allora la velocit acquistata dopo T secondi
0 nale sar espressa da V:v+g><t [2].
Esempio. - Quale sar la velocit di un corpo al termine di 8 secondi, sup
ponendo che la sua velocit primitiva sia eguale ad 1, e che aumenti di 3 metri per
ciascun secondo?

Solaz. V:v + 9 x t: 1+ (3x8):25 metri.

3 Lo spazio percorso uguale alla sernisomma delle velocit estreme mol


tiplicata per il tempo in secondi.
Si calcolcr lo spazio percorso in un tempo t da un mobile, che si muova con un
moto uniformemente accelerato, osservando che, se il corpo dovesse percorrere il me
desimo spazio s in un tempo uguale t con un moto uniforme, la sua velocit dovrebbe

essere uguale alla media tra la velocit iniziale e la velocit nale del moto unifor
memente accelerato.

infatti, ammettendo che il corpo possegga una velocit iniziale 11 al principio del
moto accelerato, e che w sia la velocit acquistata dopo tsecondi, la sua velocit media
sar v__gi, e lo spazio da esso percorso per ciascun secondo s:ulux t[1|.
Esempio. - Qual lo spazio percorso dopo 4 secondi da un corpo, la cui velocit
al punto di partenza di 2, ed al termine di questo tempo di 6 metri?

Soluz. S: 2;6 x4:16 metri.


4 Gli spazii percorsi da un corpo con un moto uniformemente accelerato
sono proporzionali ai quadrati dei tempi impiegati a percorrerli.
Infatti segnando con g:9m,80881a velocit acquistata dal mobile alla ne del primo
minuto secondo, supposto che cada liberamente, lo spazio percorso in questo secondo
sar (l-92%; dopo due secondi la sua velocit sar 2g, quindi lo spazio percorso
in questo tempo sar 2X%124X'%; dopo 3 secondi la sua velocit sar 3g e lo

21
spazio =3x%:9x%, e, per analogia, dopo 4 secondi la sua velocit sar 4g e lo
spazio 4 x 4% :16x%; dunque lo spazio dopo 1 secondi sar s:t x'->;g=tx-g- [2]
9 8088_ 01012
. . rappresentando il. tempo 001. numeri. 2, 3, 4, 5, ecc., gli. spazu..
o t g x _-2
perci vi saranno rappresentati dai quadrati di questi numeri 4, 9; 16, 25, ecc.

Ricvando dell'equazione v:gxt il valore di 1:?- e sostituendolo nellequazone[2]


1
si ottiene unaltra espressione dello spazio, quindi si avr s=-%,od s:-g [3].
dalla quale si ottiene 1192298; v:l/2Xg>da cui si ricava che t: V, se
9

gnando con a laltezza o lo spazio percorso nel moto accelerato della caduta dei gravi.
Da ci si pu ricavare le seguenti formole, le quali servono alla soluzione dei varii
problemi, che si riferiscono al moto uniformemente accelerato:
__
s
__
v:gxt', (1)v:l/2gxa; a: %_ xt ovvero a:4,9044><t; a:g; t:V 20

--g .

5 Gli spazii percorsi in ogni singolo tempo stanno come i numeri dispari
naturali 1, 3, 5, '7, 9, ecc.

'

Infatti essendo gli spazii descritti nei tempi totali in ragione dei quadrati di questi
tempi, ne risulta, che si avranno gli spazii descritti in ogni singolo tempo successivo

ed uguale sottraendoli dallo spazio totale descritto; cosi 4-1:3; 9-4:5;16-9:7, ecc.

31. Moto uniformemente ritardato. - Le leggi per il moto uniforme


mente ritardato sono le stesse come nel moto uniformemente accelerato, colla
sola differenza che in questo col crescer del tempo la velocit resta sempre minore.

1 moti uniformemente accelerati ed uniformemente ritardati sono prodotti


duna forza costante, la quale agisce come potenza e come resistenza secondo
che il moto accelerato o ritardato, e perci lincremento ed il decremento
della velocit succede sempre collo stesso grado (N. 30).
Applicando quanto si detto ad un corpo lanciato verticalmente in alto con una
data velocit iniziale, ne consegue, che questa, per effetto della gravit, verr dimi
nuita in ciascun minuto secondo di metri 9,81, cio di quanto verrebbe accresciuta,
se il corpo discendesse. Se dunque un corpo venisse scagliato verticalmente in alto
con una velocit di 4x9,81 metri ossia di metri 39,24, fatta astrazione dalle resi

stenze, la sua velocit sarebbe di metri 3 x 9,81 alla ne del primo minuto secondo.
2 X 9,81

secondo

1 X 9,81

GX'ZO

quarto

cio il corpo si arresterebbe alla ne del quarto minuto secondo, dopo di che ridiscen

darebbe raggiungendo ancora in capo a 4 secondi la velocit di 4 x 9,81 metri.


E pertanto chiarissimo, che un corpo lanciato allins impiega tanto tempo a
salire come a discendere.
Se per esempio un grave scagliato verticalmente verso l'alto ricade dopo 10 se00ndl,

(I) La velocit dovendo nel maggior numero dei casi, che si riferiscono alla caduta, essere delerminuta dallal

' ' 1 nella formula v-;gt, onda a: L1!


'1 0 l 11'Ire ttazza, se ne deduce questo secondo valore
col sostttu:re
.,
,B
_1 "a
- ,
9
per cui v=gxy 2521/29 ; questa operazione Chiamasi la determinazione della velocit dovuta ad unaltezza
9
di caduta.

22
esso avr impiegato 5 secondi nellascendere e 5 nel cadere, epper avr toccata lal
tezza di 5 x 5x 9281: metri 122,625.
Consegue pure dal n qui detto, che un solido lanciato verticalmente in alto

I avr in ciascun punto la medesima velocit che acquisterebhe cadendo liberamente


in quel punto dellaltezza, che ora. gli rimane a percorrere, e che ivi posseder effet
tivamente nella susseguente caduta.

Sia dunque v la velocit iniziale di un corpo gettato in alto, o la velocit nale


di un corpo cadente, e la. relazione fra questa velocit e e laltezza percorsa a per

le equazioni del Numero 30 data dalla formata a =-;; oppure p:t/2_g

La velocit, che deve possedere un corpo al termine di un certo tempo nel


movimento uniformemente ritardato uguale alla velocit primitiva meno il
prodotto del tempo in secondi per la diminuzioue della velocit in secondi.
In vero, se un corpo dotato della velocit iniziale 0, in un moto unifor

memente ritardato esso si riduce ad una minore velocit V: questa sar


naturalmente, supponendo g la perdita. per minuto secondo, V=C-gXt.
1 Esempio. - Un corpo parte con una velocit di 22 metri per secondo, e questa
velocit diminuisce successivamente di 2 metri per secondo: quale sar la velocit di
questo corpo al termine di dieci secondi?
'
Soluz. V222-(2x10):2 metri.

2' Esempio. - Quale sar lo spazio percorso al termine di 4 secondi da un


corpo, che al punto di partenza aveva una velocit di 6 metri, la quale nellultimo momento
si trovava ridotta a soli 2?

6+?
Soluz. S:

x 4:10 metri.

Da questo esempio e quello citato alla pag. 20 vedesi, che, a condizioni eguali, lo
spazio percorso lo stesso nel movimento uniformemente accelerato o ritardato.

32. Caduta. dei Corpi. - I gravi cadono verso la terra con moto uni
formemente accelerato; e quando siano lanciati verticalmente in alto, la stessa
forza toglie loro successivamente dei gradi di velocit, e quindi essi si ele
vano con un moto uniformemente ritardato.
Applicando perci tutte le leggi del moto uniformemente accelerato, si vedr che
igravi, al principio della caduta loro, percorrono in, un minuto secondo di tempo
met. 4,9044; in due secondi met. 4,9044x4 :19,6176; in tre secondi met. 4,9044x9:44,1396;

in quattro secondi met. 4,904x16:78,4704; in cinque secondi met. 125,6100: questi


numeri sono precisamente i prodotti di 4,9044 per 4, 9, 16. 25, ecc., ossia per i quadrati

dei numeri naturali, perci, esprimendo con 1 lo spazio descritto in 1 minuto secondo,
quello percorso in 2 secondi risulta 4, in 3 secondi 9, in 4 secondi 16, e cosi degli
altri; questa progressione essendo la medesima qualunque sia il tempo della caduta

osservata, si dedurre, che nel moto uniformemente accelerato gli spazii totali sono in
ragione dei quadrati dei tempi impiegati a descriverli, o, in altri termini, delle velocit
acquistate.
Gli spazii descritti nei tempi totali essendo in ragione dei quadrati dei tempi, ri
sulta che si avranno gli spazii descritti in ogni singolo tempo successivo ed eguale
sottraendo dallo spazio totale quello descritto precedentemente. Siccome poi 4-1:3,
9-4:5, 16-9:'7, ecc., cos gli spazi percorsi in ogni'singolo tempo saranno comei
numeri dispari naturali 1, 3, 5, '7, 9, ecc., il che fa vedere, che la velocit aggiunta

successivamente in ogni tempo alla forza motrice 2, quindi equivalente al doppio dello
spazio descritto nel primo tempo, ossia eguale a 9,808.
Da ci viene che, se itempi dosservazione sono . . . . . .

1,

2,

3,

4,

le velocit corrispondenti in metri saranno . . . . . . . . . 9111808, 10%, 294, 391112;


gli spazii percorsi alla ne di ciascun tempo saranno . . 4"9, 1961, 44m}, 78m4;
gli spazii percorsi durante ciascun tempo saranno. . . . . 4m9, 14m'7, 24""5, 34m3.

23
Vale a dire, secondo questa tavola, che i tempi stanno fra di loro co'nm i numeri
1. 2, 3, 4, ecc.;
le velocitstarannoancheessecome
.............1,2,3,4;
gli spazii percorsi staranno come i quadrati, ossia .- . . . . . . . . . . . 1, 4, 9, 16;
e gli spazii percorsi in ciascun tempo come i numeri dispari. . . . . . . l, 3, 5, 7.
Questi principii sono applicabili a tutti i corpi, qualunque sia il loro peso, perch

la gravit agisce sempre uniformemente, sovra/tutto quando la caduta. succede in uno


spazio vuoto daria.
Queste leggi della caduta si dimostrano col calcolo e collesperienza. Serve per le

esperienze la macchina di Atwood (1), cos chiamata dal fisico di questo nome, professore
nel 1782 alluniversit di Cambridge. Essa specialmente destinata a rallentare la velocit
della caduta. Si compone di una colonna di legno l, alla sommit della quale si trova una ,

carrucola a traVersata da un asse, le cui estremit riposano sopra un congegno bb chiamato


tribometro, e destinato a diminuire lattrito dellasse
stesso nelle sue rivoluzioni, e fare che la carrucola possa.

girare pi speditamente. Nella gola di questa carrucola


passa un sottile cordone di seta, alla cui estremit sono

attaccati due cilindri di ottone mm' di egual peso; una


scala di centimetri segnata sopra un regolo portadue
scorsoi AB, i quali mediante una vite di pressione pos
sono essere fermati in unfpunto qualunque dei regolo.
Lo scorsoio A porta un piccolo piano destinato ad arre
stare il movimento del peso m quando scende, laltro
B formato da un anello,che lascia passare solo il
peso m, e serve ad arrestare un piccolo peso formato
da una lastrina metallica, la quale gli si aggiunge per

farlo discendere.
Un meccanismo di orologeria H, fissato alla co- .
lonna, serve mediante un indice o lancetta a misu
rare il tempo, e ad ogni minuto secondo fa sentire
un suono abbastanza forte da poter servire a contare

quanti secondi passano dal principio al termine del


lesperienza.
.

'j
r. . . . -.

Uso della macchina Atwood. -- Essendo uguali i

due pesi mm' sospesi alle due estremit del lo, la


carrucola rimane immobile, perch le due forze, che
ad essa sono applicate, si fanno equilibrio; ma se ad
uno dei due cilindri si aggiunga un piccolo peso,
run-u,

l'equilibrio si turba, ed il lo si metter in mo


vimento, facendo girare la carrucola, e quanto pi
il peso aggiunto sar grande, tanto pi veloce sar la

discesa di uno di questi cilindri, e lascesa dellaltro.


in tal guisa potendo diminuire a piacimento la velocil del peso discendente, abbiamo tutto lagio di
studiare gli spazii che esso percorre, in confronto coi
tempi impiegati a percorrerli.
- >
Conoscendo il rapporto fra il tempo e la velocit,

si pu anche geometricamente determinare la ve-

,
mm,l;._.
, H .',,.,',,,,,ll
lilli. ..|I
I

mi
| u.|

,
"
" _-_
' '

Fig' 5'

locit, che ha un corpo in un momento qualunque della sua caduta per moto unifor
memente accelerato, quando si sappia quella che ha alla ne del moto, o in un istante
qualunque del moto. Infatti, ove si rappresenti colla linea CA (Fig. 6) il tempo della durata
del moto, e colla linea AB perpendicolare ad AC la velocit che ha il corpo alla ne del

(I) GalileoI che fu primo a sludlare le leggi di questo moto, si servi del piano inclinato; oggi mesi oltre alla V
qui descritta anche la macchina del signor Merlo.

24
moto, e si congiunga C con B: se con Ce si denota un altro tempo del moto, la retta em"
a
condotta parallelamente ad AB rappresenter la velocit, che ha il
corpo alla ne del tempo ce; perch dalla geometria sappiamo, che la
retta cm" proporzionale a Ce, come AB lo ad AC. Qualunque altra
.retta cm" condotta da un punto c della A0 rappresenter la velocit
del corpo giunto in quelpunto e.
Per stabilire qual relazione passa tra lo spazio descritto, il tempo e
la velocit nale si ammette, che la forza di gravit agisca ad inter

"1"
m"
B

valli niti di tempo: egli chiaro, che la sua azione in Ognuno di


questi tempuscoli pu riguardarsi come istantanea ed il moto come
uniforme, sicch potremo esprimerle col prodotto della sua velocit

>

per il tempo, ossia con altrettanti rettangoli, imperocch in geometria


Fig. 6.

il prodotto di due quantit rappresenta larea di un rettangolo. Procu


riamo dunque di tracciare questi rettangoli, e poi sommandoli, avremo lo spazio totale de
scritto dal corpo.

Rappresentato il tempo della durata del moto con la linea CA, dividiamola in piccoli
tratti ca, ab, bo... corrispondenti ad altrettanti istanti. AB rappresenta la velocit nale, le
rette am, bm'... rappresenteranno le velocit,che ha il corpo in ciascuno di questi istanti,
ed i vari rettangoli descritti sulla gura rappresenteranno gli spazi percorsi nei detti inter

valli di tempo. Se ammettasi che glimpulsi della gravit sul mobile si succedano con molta
rapidit, in modo che possa la sua azione considerarsi come continua, allora i tempi diver
ranno cosi piccoli, che i rettangoli si confonderanno quasi con una linea retta, sicch la
loro somma comporr il triangoloGAB, che perci potremo prendere come misura dello

spazio descritto dal corpo.


Ora, siccome larea di un triangolo si ha moltiplicando la base per la met dellaltezza,
o viceversa, cos nel caso nostro si avr la misura del triangolo ACB moltiplicando la met
di A0 per AB; ci vuol dire che nel moto uniformemente accelerato lo spazio descritto dal

corpo uguale alla met del prodotto della velocit per il tempo impiegato ad acquistarla.
Esempio. - Quale la velocit acquistata da un corpo alla ne di 12 secondi?
Soluz. V:lx9,81:i"7, dalla quale si ricava la la regola.
Allorch un corpo cade da. un'altezza A, la velocit, che ha acquistata. alla. ne
__

.._.

della caduta, e data dalla formola V:V29A ossia V:l/19,62XA, la quale ci d. la


regola 2.
Esempio. - Qual la velocit acquistata da un corpo dopo una caduta di 65 metri?

Soluz. V:VQ,52 x 65 : metri 35,7.


a

da cui
Dalla
deduciano
formola la
precedente
3 regola.V:V2gA, si ha: V:2gA, quindi A:%;ossia

Esempio. - Un corpo animato da una velocit espressa da 35 7; qual laltezza A.


dalla quale Caduto per acquistare questa velocit?
Soluz. A: gu;)a:65 metri, altezza della caduta.

Esempio. - Quale sar l'altezza di una torre, sapendo che una pietra ha impie
gato 5 minuti a cadere?

Soluz. Dalla formola a:J2Lxu si avr A:4,9044x25:122,50.


RE(;0LE - Dal n qui esposto si ricavano le regole seguenti:
1. La velocit acquistata da un corpo, che cade liberamente in un tempo
dato, si determina moltiplicando il tempo in secondi per 9'" 8088.
2. Si moltiplichi laltegqa data per 19,62, e la radice quadrata di questo
prodotto esprimer la velocit in metriper ogni secondo allane della caduta A.
3. Si divida il quadrato della velocit per il numero 19,62, ed il Quo

25
{l'ente esprimer laltqua, dalla quale un corpo caduto, essendo nulla la ae
locz't -iniqiale.
4. Moltiplicando 4,9044 pel quadrato del tempo, che un corPo ha impiegato
a cadere, il prodotto dar l'altegqa.

Esercizi!

ulmoto accelerato e ritardato. '

1 Problema. - Da guale altezza caduto un grave in 6 minuti e qual velocit ha


acquistato in questa ca uta?

Soluz. Dalla formola s:

x ti si avr 3:4,905 x(6,50)::207,236. Dalla form01a

o: x t si avr 4229,81 x6,5: 63m,765.


I
_
.
Problema. - Quale sar la profondit d'un pozzo, in cui, lasc1andovi cadere una
pietra, questa giunge al fondo in tre minuti secondi?
Solaz. Dalla formola s:o x t2 si ha 4,9044 x 9:44,1396.
3 Problema. - Un grave cade da unaltezza di 100 metri: quale sar la velocit,
acquistata alla ne di questa caduta, e quanto tempo avr impiegato? /
_
Soluz. Dalla formola o :l/ 2 ><g x 5 o o:l/2 x y x a, si avr o:V 2x9,808x100

= o: l/1962 :44m,29.

29

.
o
44 .
,,
La durata Si ha dalla formula l:_ :1808:4 ,5.

4 Problema. - Un corpo ha raggiunto una velocit di 30 metri dopo 9 secondi


di moto uniformemente accelerato: qual lo spazio percoggo? 12
Soluz. Si avr dalla formola s:-Q2t sostituendo s:_2_
x
2180 metri.

5 Problema. - Sapendo che una pietra lasciata cadere da un areonauta ha im

piegato 8 minuti secondi nella sua discesa, a quale altezza era lareonauta?

Soluz. Dalla formola a

0 4,9044 X 12 : 4,9044 x 64: m. 314,40616.

6 Problema. - Ad un convoglio della ferrovia, che ha una velocit di 10 metri per se


condo, si chiudono i freni in guisa che perda 0,50 di velocit er secondo; quale sar la
velocit dopo 4 secondi, dopo quanto tempo si fermer e qua e sar lo spazio percorso
dallistante. in cui comincxa lazione dei freni. a quello, in cui cessa il movimento?
Soluz. Dalla formola V:o-9 xt si avr che la velocit dopo 4 minuti secondi

V:lO

X4:8 metri. Afnch il convoglio possa fermarsi, bisogna che o:gxt,

. ._iM1Q
._
. metri. percorsiswalcoler
..
_
_101___
qui:1di
t_ y --05:20880011d1,p81'8\78181
s_
29 os_r2_xo,5_100
me n.
7 Problema. - Una palla dun mortaio lanciata verticalmente in alto con una
velocit di 500 metri: domandasi laltezza, a cui arriver, ed il tempo, che trascorrer
prima che la palla ricade nel mortaio, fatta astrazione dellaria.

Soluz. Dalla formola s=2c-e quindi s:2xgo :4587,15, imperocch per avere il
tempo impiegato nel duplice movimento della palla Bisogna osservare, che la durata della
ricaduta ne e la met. Ma la palla discendendo riacquista la stessa celerit iniziale e,
con cui stata scagliata; dunque per conoscere la durata della caduta baster sapere
quanto tempo sia necessario perch un grave giunga alla velocit di 500. Ora dalle

quazione t:-gil : 9 Sci :50,37 secondi, cio la palla comincier a discendere dopo 50,37
secondi, e perci rimarr complessivamente in moto per due volte 50,97 secondi ossia
per 101.94 secondi.
_
8 Problema. - Un corpo in virt del suo peso ha. percorso in 10 minuti secondi
un piano inclinato della lunghezza di 42 metri: quale era la sua velocit nel primo
minuto secondo?
5
2

4
Soluz. Dalla farmela o: -- si ber-166 :0,42.
9 Problema. - Un corpo parte da un luogo A colla velocit di 100 metri, ed essendo
soggetto ad una ritardazione uniforme di metri 0,5 quando esso arriva in un altro luogo
B non possiede pi che la velqcitgdi 2lronoetri; quale sar lo spazio, che separa A e ?
o -v
- :9996 metri.
Soluz. Dalla formola s:-A-2i--._2
x 050-

Per evitare i calcoli relativamente ai problemi sulle altezze e le velocit cor


risp0ndenti, le quali hanno numerose applicazioni, diamo la Tabella, la quale
contiene tutte le velocit acquistate da un corpo dalla caduta. di un centi
metro no a dieci metri.
4

TABELLA DELLE ALTEZZE CORRISPONDENTI A DIFFERENTI VELOCIT.


I

LE UNE E LE ALTRE ESPRESSI! IN CENTIMETRI.

1
1
, VII-0'

I
l

ALTEZZA

"'

41.11111

WL0'

11.73111

""'

ALTEZZA

"W

ALTEZZA

CI'I'

corrispondente

CT'

corrispondente

CIT

carrilpoudenle

CT

corrinpondcula

CIT\

corrispondunle

I!

(I

2)

i)

I)

il

(I

CCnl.

cantina.

con.

ceulim.

cen1.

centim.

cenl.

cenlim.

cenl.

cenlim.

1
2
3

0.001
0.002
0.005

57
58
59

1.65
1.71
1.77

165
170
175

13.88
14.73
15.61

445
450
455

100.94
103.22
105.53

725
730
735

267.94
271.64
275.38

4
5

0.009
0.013

60
61

1.84
1.90

180
185

16.51
17.45

460
465

107.86
110.22

740
745

279.14
282.92

0.019

62

1.96

190

18.40

70

112.60

750

286.73

7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17

0.026
0.034
0.043
0.051
0.062
0.074
0.087
0.101
0.115
0.131
0.148

63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73

2.02
2.09
2.15
2.22
2.29
2.36
2.43
2.50
2.57
2.64
2.72

195
200
205
210
215
220
225
230
235
340
245

19.38
20.39
21.42
22.48
23.56
24.67
25.80
26.96
28.15
29,36
30.60

475
480
485
490
495
500
505
510
515
520
525

115.01
117.44
119.90
122.39
124.90
127.44
130.00
132.58
135.20
137.84
140.50

755
760
765
770
775
780
785
790
795
800
805

290.57
294. 43
298.32
302.23
306.17
310.13
314.12
318.13
322.17
326.24
330.33

18
19
20
1 21
22
23
24
25
26
21
28

0.166
0.185
0.204
0.225
0.247
0.270
0.994
0.319
0.345
0.372
0.400

74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84

2.79
2.87
2.95
3.03
3.10
3.18
3.26
3.34
3.43
3.51
3.60

250
255
260
265
270
275
280
285
290
295
300

31.86
33.15
34.46
35.80
37.16
38.55
39.96
41.40
42.87
44.36
45.88

530
535
540
545
550
555
560
565
570
575
580

11349
{1.5.90
148.61.
151.
154.20
157.01
159.86
162.72
165-62
168-55,
171.48

810
815
820
825
830
835
840
845
850
855
860

334.45
338.59
342.75
346.95
351,16
355.41
359.68
363.97
368.29
372.64
377.01 '

1
'

I
1

I
1
4

29

0.429

85

3.68

305

47.42

585

174.45

865

381 .41

30

0.459

86

3.77

310

48.99

590

177.44

870

385.83

i 31

0.490

87

3.86

315

50.58

595

180-46

875

390.28

32

0.522

88

3.95

320

52.20

600

183.51

880

394.75

j
1
.

33
34
35

0.555
0.589
0.624

89
90
91

4.04
4.13
4.22

325
330
335

53.84
55.51
57.21

605
610
615

186.58
189.68
192.80

885
890
895

399.25
403.77
403.32

. 36

0.660

92

4.31

340

58.93

620

195.95

900

412.90

37
33
39
10
41
42

0.697
0.735
0.775
0.816
0.856
0.899

93
94
95
96
97
98

4.41
4.50
4.60
4.70
4.80
4.90

345
350
355
360
365
370

60.67
62.44
64.24
66.06
67.91
69.78

625
630
635
640
645
650

199.12
202.32 '
205.54
278.79
212.07
215.37

905
910
915
920
925
930

417.50
422.12
426.77
431 _45
436.15
440.88

43

0.942 11 99

5.00

375

71.68

655

218.69

935

445.63 1

.,

44

0.986

11 100

5.10

380

73.61

660

222.05

940

450.41

45

1.032

5.62

385

75.56

665

225.42

945

455.22

46
47

1.078
1.125

110
.[I 115

6.17
6.74

390
395

77.53
79.53

670
675

228.83
232.25

950
955

460.05
464.90 .1

48

1.17

1| 120

7.34

400

81.56

680

235.71

960

469,78 1

49
50
51
52

1.228
1.274
1.325
1.378

1
1
E
1

125
130
135
140

7.97
8.61
9.29
9.99

405
410
415
420

83.61
85.69
87.79
89,92

685
690
695
700

239.19
249.69
246.22
249.78

965
970
975
980

474.69
479.62
484.58
489,56

53
51,
55

1.431
1.486
1,541

}i
11
-

145
150
155

10.72
11.47
12.25

425
435

92.07
94.25
96,46

705
710
715

253.36
256.96
260.60

985
990
995

494.57
499.60
50466

56

1593

1| 160

13_05

440

98.69

720

264.25

1000

509,75

105

li
4

!
1
1

E
1

27
ARTICOLO III.

Centro di Gravit; Equilibrio dei Corpi pesanti; loro Stabilit.

33. Centro di Gravit. - Il centro di gravit di un corpo il punto


pei quale passa costantemente la risultante dellazione della gravit sulle sue
molecole in tutte le posizioni, che questo pu prendere. Perci esso quel
punto, che soppoggi_ato da un sostegno, e capace di tenere tutto il corpo in
equilibrio, e pu ancora chiamarsi centro della massa o delle medie distanze.
Tutti i corpi sono sottoposti allazione della gravit. Essa attrae tutti i corpi verso

il centro della terra, e la resistenza, che fa. lequilibrio alla gravit per annullarne
leffetto, uguale al peso del corpo. Essendo ogni corpo sulla supercie della terra
lontanissimo dal centro di questa, si ammette che la gravit agisca parallelamente
su tutti i corpi; la sua direzione data dal lo a piombo.

Il centro di gravit varia di posizione secondo la natura e la forma dei


corpi.
Per centro di simmetria duna gura (1) intendesi qualunque punto, in cui
un piano qualsiasi che la contiene taglia la gura in due parti uguali.
Infatti considerando uno qualunque dei piani seganti, i momenti della due parti
del corpo per rapporto a questo piano sono eguali, come composti degli stessi momenti
elementari; ma, siccome questi momenti sono di segno contrario, la loro somma o il

momento totale della gura e zero, ci che non pu aver luogo se il centro di sim
metrianon sopra il piano come deve trovarsi su qualunque pianosegante: lintersezione
comune di questi piani il centro di gravit. della gura.

Dalla denizione risulta, che il centro di gravit, nei corpi di forma re


golare, in generale il centro della gura.
Tutte le gure, che hanno un centro di simmetria, hanno il centro di gravit
in questo medesimo punto.
.
1 Il centro di gravit. d'una linea retta trovasi nella sua met.
Per trovare il centro di gravit di due rette si uniscono i loro centri di
gravit cio ipunti di mezzo, poi si divide questa terza in due parti eguali
reciprocamente pr0porzionali al peso delle due prime o della loro lunghezza,
nella met di questa sar il centro di gravit delle due rette o dei corpi da
esse rappresentati.
Per trovare il centro di gravit di tre o pi rette si opera nella stessa
guisa o come per la composizione delle forze parallele (N. 39, pag. 33).
2 Di un triangolo qualunque, per esempio ABC, nel punto X dintersezione
delle due mediane 00 e BP (Fig. 7).
infatti consideriamo larea di un triangolo ABC siccome composta .,>_
duninnii di elementi (cio liste'lle) paralleli al lato BA, il cui

centro di gravit dovr trovarsi sulla linea OC condotla dallangolo


C alla met del lato AB; il centro di gravit di tutti questi elementi,
ovvero dellintiero triangolo, dovr trovarsi in un punto della retta CO.

(I) Talora il corpo, di cui vuolsi rintracciare il centro di gravit, presenta in tulle la sua eslenslone una
spessezza uniforme e minima in rapporto alle allre sue dimensioni, per cui si pu nsslmiiurlo ad una semplice
supercie.

28
Potendosi in secondo luogo considerare larea del medesimo triangolo ABC siccome
composta di uninnit di elementi paralleli al lato AC, il loro centro di gravit dovr
essere posto sulla linea BP condotta dallangolo B alla met del lato AC. Ora il centro

di gravit del medesimo triangolo ABC si trova posto contemporaneamente nella linea
OC e nel'la-BP, ma queste due linee non hanno di comune che il solo punto X distante

dal vertice C dei due terzi della media C0 partendo dal vertice; queslo'sar il centro di
gravit del triangolo, il quale pure il centro del circolo inscritto.

3 Del perimetro o della. supercie di un parallelogramma


ACBD nel punto dintersezione E delle due diagonali

_
AB, CD (Fig. 8).
4 Di intrapezio ABDC sulla met della retta, che unisce il centro di

gravit dei due triangoli ADC e ACB, in cui vien decomposto per mezzo di
una diagonale AC (Fig. 9).

Trovisi col metodo su esposto il centro di gravit dei due


triangoli; congiungendo questi si avranno i punti E, F, i quali

congiunti mediante una retta EF, e conducendo per met dei due
lati paralleli del trapezio la retta GM, questa taglier laltra retta

FE in un punto 0, e questo sar il centro di gravit del trapezio,


ovvero segnando con a e b i due lati paralleli e la sua altezza con la,
la distanza dal centro di gravit sar x:-3h

5 Del perimetro o della supercie dun poligono regolare nel centro del
circolo inscritto o circoscritto al medesimo.
6 Della circonferenza o del circolo nel suo centro. .
' . \
7' Dun arco di circolo sul raggio del circolo perpendicolare alla corda.
di questarco distante dal centro :ll-cs; r essendo il raggio, c la corda ed I la
lunghezza dell'arco.
8 Dun segmento di circolo la distanza dal centro di gravit sar .z:-1l2x_as;
essendo a la lunghezza della corda, e la supercie del segmento.
_ .
9 Dell'elisse o della sua supercie nel punto dintersezione dei due assi.
10 Duna supercie parabolica limitata da una retta perpendicolare alla
scissa sullasse ai 5); della sua lunghezza partendo dal vertice.
_
Per determinare il centro di gravit di varie supezycz'e _si opera nella stessa
guisa colla sola differenza, che il peso, che si suppone applicato al loro centro,

sar proporzionale alle medesime.

'

11" Di due archi diperbole simmetrici per rapporto al centro delliperbole


stessa.

12 Delle faccio 0 della supercie o del volume d'un parallelepipedo nel punto
dincontro delle due diagonali.
13 D'un prisma nel mezzo della retta, che congiunge i centri di gravit
delle due basi.
14 Duna piramide nel quarto da basso in su della retta, che unisce il vertice '
col centro di gravit della base.
.
.15 Dun tetraedro su duna retta,che congiunge il vertice col centro di
gravit della. base.

16 Dun cono nel quarto del suo asse partendo dalla base.
Per determinare il centro di gravit di oam'i volumi si prendono delle quan

tit ad essi proporzionali, e si opera come per la composizione delle forze

29
parallele. In diversi casi si pu pure determinare la posizione del centro di gra
vit dellinsieme delle gure per_mezzo dei momenti di ciascuna linea, di eia-i
senna supercie o di ciascun volume.
Infatti si trova il centro di gravit di due corpi A e B uniti
_ fra di loro mediante una verga AB inflessibile (Fig. 10) som

mando assieme Ie loro masse, poi dividendo per questo nu


mero la distanza dai centri di gravit di quei due corpi sopra
lasta AB, e portando il numero corrispondente al peso mag

giore sullasta partendo dal centro di gravit del corpo di peso minore o viceversa.

(I
p,,_._ ,,,_'

Sia il corpo A:a 3 Chilog., B:2 Chilog., si divider la retta AB in 3+ 2 o 5


parti eguali e se ne prenderanno due partendo da A, owero 3 partendo da B; il punto
0 sar il centro di gravit domandato, nel quale si potr considerare riunita una
massa eguale a 3+2:5; se vi fosse un terzo corpo D del peso di 4 Cg., si divider
la retta DC in 4+5:9 parti uguali e portando 5 di queste da I) verso C si avr il
punto F, il quale sar il cercato centro di gravit dei tre corpi.
-

17 Della supercie o del volume di un poliedro regolare nel suo centro.


18 Della supercie o del volume d'una sfera nel suo centro.

19 Del segmento di una sfera, la distanza del centro di gravit da quello


della sfera :-_(

); essendo k laltezza del segmento ed r il raggio.

20 Della supercie laterale, o della supercie totale o del volume dun ci


lindro retto a base circolare nella met del Suo asse.
21 Della supercie o del volume dellelissoide di rivoluzione nel suo centro
della sfera.

34. Determinare prettamente il Centro di Gravit. - Pratica

mente si determina il'centro di gravit di un corpo qualunque sospendendo


successivamente il corpo ad un lo 0 ad una funicclla essibile per un punto,
attorno al quale si metter in equilibrio. Prolungando la direzione del lo nelle
due posizioni, il centro di gravit cadr sulla direzione del lo, quindi nel

punto d'intersezione della direzione dei due li sar il centro di gravit.


35. Regola. di Guldin. - Dal teorema di Guldin risulta, che larea di una
supercie di rotazione generata da una curva piana uguale al prodotto della
lunghezza della linea generatrice per la circonferenza, che descrive il centro di
gravit della curva (l). Il volume di un solido di rotazione il prodotto della;
supercie generatrice per lo spazio percorso dal centro di gravit di questa
supercie durante la rotazione.
' Esempio. - Qual il centro di gravit di unasta AB (Fig.ll) di spessezza uniforme,
lunga 3 metri e pesante 30 Cg., supposto che il peso P sia di 45 Cg. e quello di Q 25 Cg.?
Soluz. Dal momento statico si avr lequazione PxAC
=QxBC+P><CS, la quale servir a determinare il

'

punto dappoggio C, che sar pure il centro di gravit


1 ,,
dellasta caricata; difatti si ha AC:QXBLl_X.S_C,
quindi avendo AB:metri 3. AS=SB:metrii,5tl, quindi AC=.z, si avr pure BCI3-r
e 3G: a metri 1,50-x, perci 451=25 (3-9:) + 30(l,15 - a); 451275 - 25x+45 - 30x;
105x:120; x:l,H; cio il centro di gravit S dellasta caricata si trover distante
metri 1,14 da A od a sinistra del suo mezzo.

(l) Vedi le nostre Nozrom m Geomrrnu lamor, pag. 30 e Si.

30
36. Equilibrio dei Corpi pesanti. - Lazione della gravit si riduce
ad una forza unica verticale, diretta dallalto al basso e applicata al centro di
gravit; cos, perch abbia luogo lequilibrio, basta che una forza sia distrutta
dalla resistenza di un punto sso, pel quale passi la sua direzione.
Si distinguono due casi dequilibrio, secondo che il corpo pesante sostenuto da un
sol punto dappoggio o da parecchi, cio 1 quando il centro di gravit coincide col

punto dappoggio e trovasi nella verticale, che passa per questo punto; 2 quando la
verticale, condotta dal centro di gravit, passa nellinterno della base, che sempre

il poligono, che si ottiene congiungendo fra loro con rette i punti dappoggio.
Le torri di Pisa e di Bologna per la loro inclinazione allorizzonte sembrano minac
ciare di cadere; ma il loro centro di gravit trovandosi in una verticale, che passa entro

la base, sussiste lequilibrio.

37. Stati disfarsi dEquilibrio. - A seconda della diversa posizione del


centro di gravit relativamente al punto dappoggio si distinguono tre ge
neri dequilibrio: stabile, instabile e indiferente.
'
Lequilibrio stabile, quando un corpo deviato dalla sua posizione primitiva
vi ritorno. da s stesso tosto che non vi si opponga alcun ostacolo. Un corpo
si trova. in simile equilibrio, quando in tale posizione, che il centro di gra
vit si trovi pi basso che in qualunque altra.
Lequilibrio instabile o labile quello di un corpo, il quale, deviato da questa
sua posizione, tende ad allontanarsene maggiormente.
Questo stato si presenta quando il corpo posto in modo che il suo centro di gra
vit si trovi pi alto che ogni altra posizione; perch, se il centro viene abbassato per
uno spostamento qualunque, la gravit tende a farlo discendere sempre pi.

Equilibrio indiferenie quello, che persiste in tutte le posizioni, che un corpo


pu prendere.
Si ha questo genere dequilibrio quando nelle diverse posizioni del corpo il suo centro
di gravit non n rialzato n abbassato, come succede nelle ruote dei carri sostenute

dal proprio asse, o in una sfera posta su dun piano orizzontale. Nulladimeno in un
corpo girevole intorno ad un asse, come un volante od una ruota, possono darsi tutte
tre le condizioni dequilibrio, non per contemporaneamente. lnlatti, se il centro di gra

vit sull'asse della ruota, questa in equilibrio indillerente; se il centro di gravit


e direttamente al dissotto dellasse della ruota e nella posizione pi bassa, lequilibrio

stabile; se inne il centro di gravit verticalmente al dissopra dell'asse, lequilibrio


instabile; in tutti gli altri casi il volante girer, nch il suo centro di gravit sar

venuto nel posto inmo.

38. Stabilit dei Corpi. - La stabilit di un 00rp0, cio la sua capacit


di star ritto pel solo effetto del suo peso, dipende principalmente dalla posizione
del suo centro di gravit.

_F._\,_

La stabilit di un corpo sorretto da un piano orizzontale e in generale tanto mag


giore: 1 quanto maggiore il peso del corpo a parit delle altre circostanze; 2 quanto
il punto della verticale incontrata dal centro di gravit e lontano dal perimetro, e quanto

pi ampia la base stessa; 3 quanto pi il centro di gravit e vicino alla base. Perci
di due muri, quello costrutto con materiali specicamente pi pesanti avr. maggiore

stabilit. dellaltro in proporzione dei rispettivi posi.


I muri a scarpa o muniti di contrafforti avranno maggiore stabilit dei muri di forma
parallelepipedo. costrutti con uguale qualit di materiali, perch nei primi la base

riesce pi ampia e il centro di gravit pi basso.

'

Un corpo appoggiato sopra un piano (Fig. 12) star fermo nella sua base, quando la ver

ticale CO passa pel suo centro di gravit C, e quindi cade entro la sua base.

La teoria del centro di gravit serve a spiegare molti

fenomeni, come quello delle citate torri di Pisa e di Bo


logna, dei funamboli e del modo di caricare Conveniente

mente le navi ci carri. Nelluomo e negli animali cambia


di luogo quando essi rimuovano qualche parte del loro
corpo o quando portano qualche carico.
'
v

|g. 12 4

In generale tutte le gure e i corpi omogenei ed curitmetici intorno ad


un punto, ad una linea o ad un piano hanno il lor centro di gravit in quel
punto, su quella linea, su quel piano.

ARTICOLO IV.

Composizione e Scomposizione; delle Forze.

39. Composizione e Scomposizione delle Forze. - Talvolta il moto

d'un corpo prodotto da parecchie forze, che agiscono simultaneamente


sopra il medesimo; esse diconsi componenti, e possono essere sostituito da una
forza unica equivalente, che chiamasi risultante, la quale da essa sola sa
rebbe capace a produrre listesso effetto.
Allorch due o pi forze agisc0no nello stesso punto, fa d'uopo considerare
la loro grandezza (o intensit), la loro direzione e la giacitura del loro punto
dapplicazione, onde possono aversi i seguenti casi:
1 Se sono uguali ed agiscono sulla stessa linea in senso opposto, si fanno
equilibrio.
Esempio. _ Se due uomini tirassero una fune attaccata ad un carro in una me
desima direzione colle forze di 8 e il, e due altri la tirasscro in direzione opposta ai
primi colla forza uguale a 12 e 10, il carro non si movercbbc perch la risultante sarebbe O.

2 Se sono uguali od inuguali ed agiscono in linea retta nel medesimo


senso, la risultante uguaglier la loro somma.
Esempio. - Se due o tre uomini e due cavalli tirano un carro nella stessa dire
zione colla forza di 12, H, 20, chiaro che un uomo od un cavallo, il quale tiri nella

stessa direzione con una forza uguale a l*2+ll+20:46, sarebbe la risultante.


3' Se sono ineguali ed agiscono sulla medesima retta in senso contrario,

la risultante uguale alla loro differenza diretta nel senso della maggiore.
Esempio. - Se due uomini tirassero una fune in una medesima direzione colle

forze di 8 e H, e due altri uomini la tirassero in direzione opposta alla prima colle
forze di 9 e 10 sarebbe la stessa cosa, come se i due primi tirassero la fune con
una forza risultante uguale a (8+14)-(9+10):2%-19:3.

4' Se sono uguali od inuguali ed agiscono nello stesso punto in direzioni


diverse formando un angolo retto od altro, la risultante uguale alla dia

32

gonne del parallelogramma, i cui lati rappresentano le forze in direzione ed


intensit, e che chiamasi pamllelograymma delle forze.
Esempio. - Suppongasi che P e Q (Fig. 13) agi

l|e- l5.

scano sur un punto dun corpo in guisa che le loro


direzioni sintersechino in un punto A,e per com
prendano un angolo BAC; si potr prendere A come
loro punto dapplicazione comune. Anche la direzione
della risultante dovr. dunque passare per questo

punto, ed essere compresa nellangolo formato dalle direzioni delle due prime forze.
Poniamo, che le forze P e Q sieno uguali ed operino per un ugual tempo e" con
tinuamente: il corpo, sollecitato da due forze uguali, non percorrer. ne la direzione

AP n AQ, ma una tragettoria rettilinea, che ne sar la risultante e divider langolo


BAO per mezzo. Ma se per una delle forze, per esempio la P, crescesse, la tragettoria
del punto dapplicazione verrebbe maggiormente rimossa dalla direzione dellaltra
forza Q, e la direzione della risultante si accosterebbe pure maggiormente alla direzione

' della componente maggiore, come AD: dunque la risultante riuscir tanto pi grande
quanto pi si avvicineranno tra loro le direzioni delle componenti no ad uguagliare
la loro somma, quando le direzioni venissero a coincidere, e la loro diferenza, quando
andassero scostandosi cos da riuscire direttamente opposte, limiti estremi, in cui si
trover. sempre compresa la componente.
,

Rappresentiamo ora due forze P e Q (Fig. 14)


li egual valore
rette AB ed AC:
questa forza in
punto materiale

in grandezza ed in direzione con due


sar chiaro che, se P operasse da sola,
un certo tempo spingerebbe in B il
A; se invece agisse da sola la forza Q,

il punto arriverebbe in C.
Nel caso poi, che le forze P e Q agiscano in
lftg. u.

siamo, figuriamo infissa nel corpo A una retta non

pesante AB: evidentemente nel tempo suddetto, per effetto della forza Q il corpo dovr
trovarsi in G, e la retta AB avr presa la posizione CD parallela ad AB.
Ritenendo intanto, che il corpo A si muova liberamente lungo la retta AB, esso,
nel tempo ripetuto, arriver in fine di questa retta e si trover cosi non in C, ma in D,

essendo CD:AB. Si intende del pari facilmente che a met del detto tempo la retta AB
dovr trovarsi in EG (ritenuto AGIGC ed FG parallela ad AB), e che il corpo sar in

I nel mezzo della FG.


Ora siccome ACDB un parallelogramma ed AD una linea retta, diagonale del
parallelogramma, ne consegue, che se al corpo A si volesse applicare una diagonale,

essa rappresenter tanto in grandezza quanto in direzione la forza risultante. Facendo


agire nella direzione della diagonale, ma in senso opposto, BS, uguale in gran
dezza alla risultante espressa dalla diagonale, essa far equilibrio alle componenti
P e Q.

Esempio. - Si dimostra ancora esperimentalmente, che la risultante di due


forz'e, le quali formano un angolo fra loro, uguale alla diagonale del pa
rallelogramma descritto sulle due rette rappresentanti il valore e la direzione
delle forze date.
Siano AD e AC queste rette fermenti un angolo qualunque ACD: la diagonale AB del
parallelogramma GABD sar la loro risultante (Fig. 15).
A\
C
Non vi forse teorema di meccanica, che abbia tante dimo

strazioni quanto quello di cui trattiamo; una tal verit ba

Bi.

\\\

stantemente comprovata anche dallesperienza.


Infatti suppongasi sopra un piano (Fig.l) un oggetto, A,

al quale per mezzo di due fili sottilissimi e essibili, poggianti

su due carrucole b e c, si attaccano due pesi: ad un terzo filo


che passa per la carrucola a si attacca peso tale che man
tenga loggetto A in equilibrio. Poi, nella direzione dei tre li, c
si tracciano tre rette proporzionali a questi tre pesi, e com-
piendo un parallelogramma AbAc, si riconosce che la diago

nale AB trovasi sul prolungamento del filo Aa, e sar precisa


mente uguale alla retta AB.
Per convincersi meglio di ci, si sostituisca un peso unico
Fig- 6
ai due, che passano per li e c, attaccandoio ad un filo nella direzione di Ali : il corpo A
rimarr ,in equilibrio, e sar dimostrata lequivalenza della diagonale alle due componenti.
Se due forze P e Q (Fig. 17) agiscono ad angolo retto
sopra un punto, la loro risultante si otterr facilmente; infatti
si costruisca il rettangolo ACBD, dove AB rappresenti la

f01_18 P ed AC:BD rappresenti la Q: siccome la diagonale AD


esprime in grandezza ed in direzione la risultante R, e siccome

il triangolo ABD:ACD ed rettangolo avente per ipotenusa

AD:R, cosi si avr. R:P*+Q: R:/ P+Q, ed altresi

l"ig. n.

che P:/R-Qq, e Q:VRg-P. Si determiner la direzione della risultante costruendo


la gura coi lati dati e con quello trovato, e misurandone gli angoli.
Quando poi le due forze P e Q non opereranno ad angolo retto sopra un punto,
se ne avr. la risultante per una costruzione graca. costruendo la gura in iscala colla.

maggior grandezza possibile. Per mezzo del rapportatore o della tavola delle corde o
dun goniometro qualunque si costruisce langolo, sotto cui si osservato che agi
scono le forze, indi sui lati dellangolo, che segneranno le direzioni delle forze, si pren
dano delle porzioni, che ne esprimeranno la grandezza, rappresentando tanto per l'una
che per laltra un Chilogramma con una stessa lunghezza di un millimetro o di un cen

timetro, ecc.

Siano per esempio la forza P di 90 Chi


logrammi, la Q di 15, e langolo sotto cui
esse agiscono di 40'; si faccia allora lan
golo (Fig. '18) CABILO; poi sulla direzion.
della P si prenda una lunghezza AC='20
millm., se si adotta per unit il millm., e

siccome Q:l5 Cg., si far'ABza 15 millm.;'

condotta poscia CD parallela ad AB e BD


parallela ad AG , risulter il parallelo
gramma ABDC, la cui diagonale AD indicher la grandezza e la direzione della forza

risultante; forza unica, la quale imprimerebbe il medesimo movimento delle due forze
P e Q ed agirebbe nella direzione della diagonale del parallelogramma, i cui lati sono
disposti secondo le direzioni delle forze P e Q. Siccome inoltre per lazione di questa

risultante il corpo dovrebbe percorrere lo spazio AD, mentre P lo farebbe avanzare di


AB e Q di AC, la diagonale AD rappresenter anche la grandezza della risultante, posto

che i lati AB ed AC del parallelogramma esprimano quelle delle componenti P e Q.


Perci, se si prendono sulle direzioni delle forze due segmenti rispettivamente pro
porzionali alle grandezze delle forze stesse, poi si costruisce il parallelogramma avente
per lati adiacenti quei due segmenti, e dal loro termine comune si tira la diagonale,
egli evidente che volendo ottenere qualche esattezza bisogner costrurre la gura
su duna grande scala.
I
-
Per trovare la risultante diptre forze date B, C, D agenti

ad angolo (Fig. 19) sopra un punto dato A di un corpo si cerca


prima la risultante AN fra due delle tre date cio fra AB ed
AC; indi fra la terza AD e la trovata AN si otterr la AP, che
sar la risultante delle tre forze date B, C, D. Nella stessa
guisa si potr trovare la risultante di quattro, cinque o pi
forze formanti fra di loro degli angoli ed agenti sul medesimo
punto.

'

234

Se due forze AB, CD (Fig. 20) agiscono su due punti diversi di un corpo e in dire
zione inclinata, si, trova la loro risultante prolungando le rette AB e CD, che le rappre
-

sentano, dalla partedella loro convergenza tino allincontro

in un punto M; poi facendo MN:AB, MP:CD e compiendo


il parallelogramma MNOP, "la diagonale di questo cio MO
sar la risultante, la quale prolungata, occorrend, taglier la
A0 nel punto X. Prolungando la retta MX e facendo X H: MQ,

la XH rappresenter la grandezza e la direzione della risul


tante richiesta. Se la forza AB agisce sopra un punto A

posto nella linea AC, supposto che questa rappresenti una


solida asta, la forza data agir sopra tutti i punti di della linea,
se anche non giacessero nella direzione di essa forza. La

,
F3- 20

quantit de'etto, o il momento (linerzia, che la forza esercita


-

su ciascun punto, ad esempio F, e uguale al prodotto della

perpendicolarell F abbassata sulla direzione della forza per la forza AB. Quandg il
punto si trovasse nella direzione della risultante, come lo il punto X, le forze ABXGD
dovrebbero agirecon uguale ed opposta energia, ma X0 essendo sopra AltlxXG per
pendicolare aCM, si avr AB XXO:XG, Vale adire che i momenti delle forze ri
guardo al punto X sono eguali tra loro. Questo principio valido per tutte le forze, le
quali danno una risultante, perci due o pi forze staranno in equilibrio'allora soltanto
che la loro risultante e uguale a zero, il quale avr luogo solo quando la risultante di

una parte delle forze ha lo stesso punto dapplicazione_della risultante dellaltra


e che queste risultanti siano eguali e in direzione opposta fra loro.
La risultante di due o pi forze agenti ad angolo sopra un medesimo punto
minore della somma di tutte le componenti, quanto maggiore langolo formato

parte
'
tanto
dalle

forze medesime, perch in tal caso esse agiscono, se non del tutto, almeno in parte, in
senso contrario, e perci una distrugge una parte-dellaltra. Questa considerazione ci

suggerisce di far agire le forze possibilmente sotto la stessa direzione, o almeno con
l'angolo minore possibile.
5 La risultante di tre forze convergenti nello spazio uguale alla diagonale

del parallelepipedo formato dalle quanti e direzioni delle forze medesime.


Esempio. -- infatti suppongasi tre forze P,
P', P" applicate ad un punto A (Fig. 21), e di
Sposte in piani diversi; la loro risultantc.sar la
diagonale del parallelepipedo,che ha per suoi lati

le tre rette AP, AP, AP", le quali rappresentano


l'intensit e direzione delle tre forze. Infatti, se
al punto A sul prolungamento della diagonale AB

F,g_ 2|_

si applica una forza uguale alla diagonale stessa,


esso rimane in equilibrio, e ci dimostra che la
nuova forza uguale ed opposta alla risultante R.

Se le tre componenti fossero a due a due perpendicolari fra loro, il parallelepipedo


costrutto su queste tre forze parallele rettangolo, ed il quadrato della risultante
equivale alla somma dei quadrati delle tre componenti. Facendo P:3, P'=6 e

P":2 le. loro risultante R:|/2+3.+6.:|/1521

6 La risultante di due forze parallele dirette nello stesso verso parallela


alle compmenti, ha la medesima direzione, uguale alla loro somma, e di

vide la rdtlta dapplicazione in parti reciprocamente proporzionali.


Esenrpi'o. - Suppongasi unasta AB (Fig. 22) sospesa nel mezzo a guisa di bilancia, e

B A
HIF:ZH:HQ
i
mg. 22.

divisa nella sua lunghezza in 10 parti uguali. Al dissolto di ogni


punto di divisione vi sia un piccolo anello per potervi attaccare
piccoli pesi, dei quali ci 'scrviremo come forze. Se si sospende
due di questi pesi ad ugual distanza dal centro, la sbarra rimane,

in equilibrio ed orizzontale, come lo dimostra la figura: ci vuol dire che la risultante

35

delle due forze rappresentate dei pesi passa per il punto di sospensione, e vi rimane
elisa: per provare poi che-questa risultante uguale alla somma delle due componenti,
baster sospendere lasta ad un dinamometro. e si vedr che vi produce lo stesso ef
fetto, come se vi si sospendesse un peso equivalente ai due attaccati in A e B, pi il
peso della sbarra stessa. '
"

Se invece noi vogliamo mantenere in equilibrio la sbarra (Fig. 23), sospendendo da

una parte tre pesi e dallaltra sei, noi dovremo porre i primi ad una distanza D dal
centro doppia di quella G deisecondi.
Ci dimostra. che, raddoppiando i pesi, si debbono avvicinare di una met al punto di
sospensione, onde la risultante non cambi di posizione; ovvero si
possono ridurre a met, ed allora perch la sbarra reati in e'qui- FE D . -CJT-i-r-i
librio occorre portarli ad una distanza doppia dal punto di so- F - E
spensione. Da ci si vede dunque che i pesi e le distanze dei loro
i '
punti di applicazione da quello di sospensione della sbarra sono

due cose, che stanno fra loro in ragione inversa, ossia cre-

"

"

F2a'

scendo luna, decresce laltra. Ora, siccome il punto di sospensione non rappresenta
altro che il punto di applicazione della risultante dei due pesi, resta provato che questo
punto divide la_ sbarra in parti inversamente proporzionali alle forze, che si suppongono
applicate alle sue estremit. Che poi la risultante sia parallela alle componenti si capisce
di leggieri; poich, se non fosse anchessa verticale come le componenti, sarebbe obliquo,

ed allora si decomporrebbe in'due forze, una verticale, laltra parallela alla sbarra,
che per effetto di questultima dovrebbe spostarsi orizzontalmente (l).

La. dimostrazione di questo principio emerge chiara dal numero antecedente


e dal ragionamento qui appresso:
Abbiasi un numero qualunque di forze parallele tuttejn un piano: si determina la loro

risultante scemponemiole a due a due, finch si arrivi ad averne due sole, delle quali poi
sar facile di determinarne la risultante, che sar quella di tutto il sistema. Quando le forze
date non si trovano tutte sullo stesso piano, ma (Fin. '24) applicate a tre punti
A, B, C dello spazio, connessi fra loro mediante tre
'
vergheinflessibili AB, BC,CA,tali da formare un trian
golo, la risultante sar sempre uguale alla loro somma

e passer per un punto D posto nellinterno del trian


golo ABC. Per fissare la posizione di questo punto ri

spetto ai treverticidel triangolo ABC si scomporr le


due forze P e P','sostituendone ad_esse una terza Q,

eguale alla loro somma, ed applicata in M sulla linea


AB, e cosi si ridurr il problema alla ricerca della risnl- '
tante delle due forzeQe P", giacenti nello stesso piano;

(1) Fin qui noi abbiamo considerato le forze parallele come rappresentate dei pesi, che noi sospendevamo agli
uncini della sbarra, ossia_abhiamo considerato il caso, in cui le forze date siano perpendicolari alla sbarra, sulla
quale agiscono; rimane adesso a vedere se i ragionamenti fatti restano veri anche nel caso, in cui le forze, restando
sempre parallele fra loro, abbiano un'inciinpzione qualunque sulla sbarra. facile il convincersi della generalit
delle leggi dimostrate, quando, invece di sospendere ipesi'diretlamente ain uncini, noi ve li sospendiamo per
mezzo di funi sottili, le qualici permettonodi far agire obliquamenie i pesi sulla data sbarra; basta che le dire
aloni delle due funi siano parallele fra di loro, onde si verichi sempre che il punto di applicazione della risul
tante divide la sbarra in parti inversamente proporzionali alle forze su' di essa applicate. Vi ancora un altro caso
da considerare, ed quando le forze non sono due soltanto, ma tre, quattro... il problema della composizione non
diventa per questo pi difficile, e si opera su quattro forze, come si opererebbe su due. Ammettiamo infatti che
alla solita sbarra (Fig. 25) siano applicate quattro forze, rappresentate da altrettanti pesi sospesi ai punti F, D, C,
A, considerando i due primi a sinistra, FD, si vede come ad essi se ne pu sostituire uno'soio uguale alla loro
somma ed applicato al punto E, imperocch passiamo a quella parte della sbarra adattare lo stesso ragionamento
che abbiamo tenuto nel cercare la risultante di due forze parallele applicate alla estremit deilinliera sbarra, ed
allora si vedr, come essendo il peso F met di quello D, dovr la loro risultante passare per il punto E, che
divide in parti inversamente proporzionali la distanza FD. Ripetendo lo stesso raglonnmtnto, sull'altra met della
sbarra sostituiremo ai,due pesi C e A un terzo peso equivalente alla loro somma, ed applicato al punto B.

36
questa poi passer in un punto D della retta MO, che la divide in due parti MC e CO, in
versamente proporzionali alle forze P e Q. Lesperienza comprover lesattezza di questa
dimostrazione, poich, se si attacca al punto D un peso R uguale alla somma dei tre P,

P, P", e che mediante una carrucola E si agisce in direzione contraria ad essi, il triangolo
rimarr in equilibrio.

7 La risultante di due forze parallele dirette in senso contrario parallela


alle componenti, passa dalla. parte della forza prevalente fuori della retta dap
plicazione, e forma. colla stessa retta prolungata dei segmenti, i quali sono re
ciprocamente proporzionali alle forze stesse. Esempio. - Due riersone dotate di differente forza come i numeri 7:4, p. e., dovendo
'
"
portare un peso P applicato ad unasta MN (Fig. 25)
di metri 1,10, in qual punto dovr collocarsi il peso
onde i portatori possano esercitare una fatica propor
zionata alle loro forze?
Soluz. Dividendo la sbarra in due parti inversa

?
Fig. 25.
mente proporzionali alle due forze e supponendo la
M superiore, si divider l,l0 in undici parti uguali ed alla distanza di 4 parti verso M si
metter P, che sar distante da N di 7 partio 0,70, e da M 4 parti o 0,40, cio avremo
M:N ::7 :4.

ARTICOLO V.

Moto Parnbolico, Forza Centrifuga,


Molo dei Gravi pei Piani inc'linati.

40. Moto Parabolico. - Dicesi moto parabolico quello di un corpo, la


cui traiettoria una parabola.
Il moto dei proiettili, quello del getto dacqua duna fontana sono moti parabolici.
Il moto parabolico viene prodotto dalla contemporanea e continua azione di due
forze di differente (1) natura, o tormenti un angolo fra loro, delle quali una produce

un moto uniforme, laltra un moto uniformemente crescente e decrescente.


_

infatti suppongasi un corpo nel punto A (Fig. 26), il quale fosse

f DIZF spinto da una forza nella direzione di AF con un moto uniforme,


e dapunaltra forza, cio dalla gravit, venisse portato nella di
rezione di AQ con un moto uniformemente crescente; la prima
di queste due forze gli far,percorrere in tempi uguali gli spazii
uguali AB, BO, CD, ecc. La seconda gli far percorrere invece
nei medesimi tempi uguali gli spazii disuguali AB', BC', CD', ecc.
proporzionali ai numeri i, 3,6, 9. Perci per leffetto della

gravit il corpo si abbassa nel primo minuto secondo di AB ossia


metri 4,905 e sar giunto in M, ossia avr percorso la diagonale AM

del parallelogramma ABMB'; dopo due secondi la forza di proie


zione avr portato il corpo in C, e questo sar sceso da unaltezza

Fili- 26-

quadrupla di quella, con cui si abbassato nel primo minuto se

(I) Le forze, dalle quali pu risultare comunicazione del moto, sono; in la forza di ripulsione, che agisce nella

spinta dell'orto; 20 quello di attrazione.

37
condo, cio tino a 4, e per leffetto del moto composto dopo due secondi si trover in N, per

analogia dopo tre secondi sar giunto in P sulla retta orizzontale passante per 9; i punti
M, N, P giaceranno sulle diagonali dei parallelogrammi ABMB', ACNC', ADPD nellorbita

del corpo slanciata; AMNP pu riguardarsi come tale orbita. Una tale curva sar una
parabola.
. '

Si dimostra anche in via esperimentale, che tutti i corpi lanciati oblique


mente 0 parallelamente allorizzonte descrivono una parabola.
Si tracci sopra un piano (Fig. 27) una para
bola Babcd, che abbia il vertice nel punto B,
vicino al quale termina una curva AB di legno,
avente una scanalatura conformata in modo che,

ponendovi entro una palla, questa cada in basso


e giunta al punto B ne esca con una velocit
orizzontale, che varia a seconda dellaltezza,dalla
quale si lascia cadere. Ponendola successiva

mente in diversi punti della scanalatura, si


giunger a comunicarle una velocit tale da
farle percorrere la parabola tracciata sul nostro
piano.

Fig. 27.

La velocit di un corpo, che cade al suolo percorrendo una parabola, va sempre cre-'

scendo. Ci naturale; la gravit agendo continuamente su di esso vi accumula sempre


nuovi gradi di velocit, e col calcolo si dimostra che, decomponendo in ciascun istante
della caduta questa velocit in due componenti, una orizzontale e laltra verticale, la

componente orizzontale e costante, mentre quella verticale va continuamente crescendo,


ed uguale alla velocit che il grave avrebbe acquistato, se fosse caduto per eii'etto della
sola forza di gravit dal principio del moto no a quellistante.
Se per il corpo, invece di essere lanciato orizzontal- o
mente ed obliquamente dallalto in basso. lo fosse in
Idirezione obliqua dal basso in alto (Fig. 28), allora de

componendo la sua velocit in due componenti, una


orizzontale AM, laltra verticale A0, si capisce bene
come la gravit andr continuamente diminuendo la com
ponente verticale, restando costante quella orizzontale,
ed il corpo descriver un arco di parabola ascendente,

||
;
1
I

|
I

G;
Hg, 23,

seguitando a salire nch si annulli questa componente verticale; ammettendo che ci


accada nel punto G , ivi gli rimarr ancora la componente orizzontale CM', che congiunta
colla gravit gli far descrivere un secondo ramo di parabola CO discendente e simme-
trico al primo.

Questi principii ricevono una grande applicazione nel tiro delle armi da fuoco, studio
che prende il nome speciale di balistica; per nella pratica bisogna tener conto della
resistenza, che laria oppone al moto dei proiettili, e dellattrito, che essi soffrono stri

sciando lungo le pareti della canna del fucile o del cannone; queste resistenze l'anno
si, che la curva da essi descritta non e precisamente una parabola, ma una curva un

poco diversa (t).

41. Forza, centrifuga. - Il moto rotatorio prodotto dal concorso di


due forze, che chiamansi forze centrali. La prima di queste, rappresentata dal

raggio conduttore attorno ad un centro sso, tende ad avvicinare il corpo al

(l) Dalle cose dette si comprende anche la ragione, per la quale nel fucili, nei cannoni ed In altre armi da fuoco
la linea di protezione ossia l'asse della canna non parallela alla linea di mira, perch le canne da fuoco sono coniche
e non cilindriche; rimane pure spiegato il perch bisogna variare l'inclinazione della linea di mira l seconda della
distanza, a cui trovasi l'oggetto, che si vuol colpire. infatti quanto pi lo scopo trovasi lontano, tanto pi noi 60
vremo mirare alto per compensare labbassamento, che subisce ti proiettile prima di giungeni.

' lasse
38 di rotazione, e chiamasi forza

'

centripela; l'altra, diretta in ogni mo

mento perpendicolare su quel raggio, e che tende ad allontanare il corpo dal


Centro, rappresentata dalla sua tangente, dicesi forza centrifuga.
Se allestremit di una fune sosppndiamo un secchio d'acqua, poi, impugnato il capo

opposto della fune, imprimiamo al secchio un moto rotatorio, il recipiente si mantiene


pieno per la forza centrifuga, abbencb, giunto che sia al punto culminante della circon
ferenza che gli si fa descrivere, esso si trovi perfettamente capovolto.
Un cavallerizzo, il quale sta ritto sul dorso dun cavallo percorrente la circonferenza

di un circo, non si pone in posizione verticale, ma incline bens il corpo verso il centro del
circo tanto pi, quanto maggiore la velocit del cavallo; ed appunto la forza centrifuga,

' che lo costringe a prendere questa posizione per non cadere. Varie utili applicazioni si
fanno della forza centrifuga.

'

Da alcuni anni simpiegano delle macchine a forza centrifuga per asciugare pronla
mente i tessuti, che dal loro ufcio si chiamano idro-estrattori.
Lo sforzo, con
la forza centrifuga tende ad allontanare il corpo dal centro, si
ottiene dividendo il quadrato della velocit di rotazione posseduta dal corpo per il rag
gio della circonferenza descritta.
'

Sia AC lo spazio descritto attorno ad un punto 0 (Fig. 29) in un


minuto'secondo: decompongasi la forza AC in due, luna AD nella
direzione del raggio vettore, laltra AB perpendicolare al medesimo
formando un rettangolo ABCD; la prima AD rappresenter lo sforzo

necessario per ritenere il mobile nella circolazione o la forza centri


fuga,che tende ad allontanarsi dal centro,e la seconda AB esprime la

velocit,con cui il punto progredirebbe tangenzialmente,quando ve


nisse abbandonato dalla rotazione, e perci dalla propriet del circolo

F'B- 29-

si avr an:cn ; = CD = DE ot*:ilixiiii, ovverol)zAD (Aa-Ao)=inxAE-tf


per cui)+f-*-ADXAE oC=ADXQr; chiamando f il raggio dallultima equa
_ i

'

zione si ricava AD_-_A_C o AD: v ..


2r

'

'

"21

Dalla misura di questa velocit V si pu, desumere quella della forza che la produce.
Diflatti sia V la velocit uniforme, che il corpo descrive in un tempo determinato ossia

4X4
' in un minuto secondo : 4 metri, il il diafnetro:8 metri, sar AD:
22 metri;
.
8
la forza centrifuga quindi farebbe percorrere in tal caso al corpo lo spazio di 2 metri in un
secondo, laddove la gravit gli farebbe percorrere pure in un secondo metri 4,9; il cam

mino percorso in 'causa della forza centrifuga non sarebbe quindi che %=-g-i- di
'

"

'

quello, che descriverebbe perlefletto della gravit. Ma le forze acceleratrici stando fra loro
nello stesso rapporto delle velocit medie, che esse producono in tempi eguali, e per anche
come gli spazii in questi percorsi, nella supposizione del caso nostro la forza centrifuga non

i
. .
._._ della forza dl gravita
. operante_ su l medes:mo corpo ossia

sarebbe che 2,45

l
2,45 . del suo

peso.
,
.
Suppongasi ora 1 il peso dun corpo e % laltezza, dacui'esso cadrebbe nel primo
minuto secondo, o la velocit media impressagli dalla gravit in questo tempo; F la
forza centrifuga, ed S lo "spazio descritto nel primo minuto Secondo, ossia leffetto di

questa, si avr F:P: :S:-g- , da cui F:.-2l<i.'_Sostituendo a V la sua espressione


"V'_V

.
.
,_2PV_PXW
precedente trovata T_r- , la forza centrifuga sara F_- dg . ___>_(b_
Da questa equazionesi deduce, che la forza centrifuga cresce in proporzione del
pero del corpo ed in ragione diretta del quadrato della sua velocit. Se due corpi di

39
ugua massa compiranno in tempi uguali lo stesso numero di rivoluzioni, ma le cir
conferenze che descrivono saranno diterenti, sar maggiore la forza centrifuga per
quel corpo, che descrive la maggiore circonferenza. '
-

Esempio. - Quale sar la forza centrifuga, che tender a staccare una palla di ghisa
pesante 10 Chilogr., posta allestremit dun raggio di metri 1,40 ed animata da una

velocit di rotazione di i? metri per ogni secondo?


QOCZ xlmxl_fli
So uz Dalla l'ormoh avremo F
l

'

:"

9,8ix1,50

<VW

"

REGOLA, - L'qetto della for;a centrifuga si ottiene "moltiplicando il


peso pel quadrato della velocit, e dividendo questo prodotto pel raggio di
curvatura del moto moltiplicato per 9,81. '
Esercizii sulla forza. centrifuga.
1 Problema. - Quale sar lo sforzo della forza centrifuga di un corpo pesante
40 Cg., il quale descrive una circonferenza di 4 metri di diametro 200 volte per minuto?

Soluz. Si ha lavelocit V:)-lz 29054X344E 241m,86 , Quindi la forza cen


_i42><441.86)1
trifuga sar F: JL><JL
rxil _
2X981 :Ch110gr. 3o7,23
2 Problema. geso duna macchina (locomotiva) com reso (Anello dellacqua
e del tender di 15000 hilogl'., edessa percorre con una ve ocit i 12 metri sulle
guide in ferro un arco di 200 metri di raggio; quale sar lo sforzo della forza centri
fuga, che tende a rovesciare in fuori la macchina?

. ,

n_lsoooxll2l
200x981 :1I01 Chilogr.

Soluz. SI avr. dalla formola F-

42. Moto dei Gravi per iPia.ni inclinati. -- Ogni qualvolta un corpo
soggetto alla sola azione del peso si trova disposto su dun piano inclinato.

egli scende lungh'esso con un moto uniformemente accelerato, e perci il piano


inclinato non sosterr che una parte di questo peso, e laltra operer come forza
motrice, che far discendere il corpo lungo il piano.
Si determina la forza, che fa discendere il

grave, rappresentando col triangolo ABC la se


zionc del piano inclinato; AB sar la sua altezza,

BC la sua base ed AG la sua lunghezza. Hap


presentando con 0 il centro di gravit di un

corpo, con Il la direzione della gravit, con OD


la grandezza di questa, si pu docomporre la_

forza OD in th parallela al piano ed DE perpen


Fl;.(. 30

dicolare al piano AC; la forza DE viene eliminata


dalla resistenza del piano inclinato, mentre la forza Ell produce un moto lungo il me

desimo, e dicesi gravit relativa per dislingnerla dalla gravit assoluta 00.
Ora, considerando che i due triangoli rettangoli ABC,OED ovvero OGD, sono simili,
essi danno la proporzione OD:DE::AC:AB, cio la gravit assoluta sta allagravit re

lativa come la lunghezza del piano inclinato sia allaltezza di questo. Supposto che un corpo
cadendo da A pel piano inclinato sia arrivato in N, esso dovr essere giunto nello stesso

_ tempo in M ed in Q cadendo da A liberamente, poich a motivo della similitudine dei iri


angoli Alltl e ANB si ha AB : AN: : AC:AB; queste due proporzioni avendo un rapporto co
mune danno UD : DE ::AB : AN 0 01) :GO : : AB : AN; donde risultache la_grarit relativa fa
percorrere al corpo lo spazio ON lungo il piano inclinato nello stesso tempo che la gravit
assoluta gli fa_percorrerc lo spazio AB cadendo liberamente (i).

(I) Applicando questa dimostrazione al diametro verticale AB di un _clrcolo ed in tulle le corde AN, AN, AQ,che
partono da unestremit di detto diametro, si vedr che questi sono spazii percorsi in tempi uguali, ossia le della V

40
Perci nel moto dei piani inclinati si ha: 10 la forza che produce il moto sta al peso Q

come l'altezza h del piano inclinato sta alla base b; 2 la pressione N del corpo, che preme
perpendicolarmente il piano inclinato, sta al peso, come la sua base sia alla sua lun
ghezza 1, quindi P:Qll(lL-;N:P-l.

Perci nel moto dei piani inclinati la forza sempre direttamente proporzionale al
peso del corpo che si muove, ed allinclinazione del piano, e cresce col crescere di quesli
due elementi.
'
Lattrito del corpo sul piano inclinato uguale al prodotto della pressione N pel
coefciente/dattrito, quindi lattrito :Q->-<g-xj. Nel moto ascensionale devesi superare la.
forza P e lattrito, mentre nel moto discendente la forza la differenza d'ambedue; perci
si avr: la forza che produce il moto in ascesa :QKZXI+P, quella che produce il moto

in discesazqtbl": -P.

Esempio. - Qual sar la forza occorrente per far salire un peso di 600 Chilogr. per
un piano inclinato lungo 12 metri, il quale ha 1] di questa pendenza, supposto che il coef
ciente dattrito sia di ls ?
Soluz. Base del piano inclinato:l/l*-t:Hm,tl; la forza PIGOOX:SO Cg.;

lattrito poi due movimenti:t300x_1_11-129_5 x%:74-7; la forza per farlo ascendere sar
:74,7 +50 :ltCG-,'l; quelfa per farlo discendere :7t,7-5(l:2408,7.
Quando il coefciente d'attrito fosse di 1 l 15 , lattrito sarebbe : 600 x

>< 15:390r.,83,

mentre il corpo tende a discendere con una forza P :600 x 15=.60 Chilograrnmi.
Perci nel moto ascendente la forza traente dovrebbe agire in opposizione al moto con
50-39,83:l00s-,17, qualora non dovesse accadere nel moto nessun acceleramento.
Nelle strade ordinarie, e specialmente nelle strade ferrate, la pendenza essendo

assai limitata, la. base pu ritenersi come la lunghezza. Chiamando e il rapporto fra
l'altezza e la. base si avr: la forza per ascendere: Qf+Qc, e la forza per discendere
_%FQxf-QXc. In questo caso QX/ la forza necessaria per vincere lattrito, e Q quella
incenrrente per farlo ascendere. Quindi, se il rapporto della pendenza fosse uguale al
Irapporto dattrito, la forza per far ascendere il corpo sar doppia dellattrito, e quella
_per farlo discendere sar:Q (l).
ga.
e.
1

ARTICOLO VI.

2.

Del Pendolo

cmplice e composto.

43. Pendolo semplice. - Chiamasi pendolo un grave qualunque sospeso

ad un punto, attorno al quale pu oscillare.


(

corde rappresrnlnno gli spazii percorsi da un corpo nel medesimo tempo, in rul egli percorrerebbe liberamente il
diametro AB, onde dicesl, che la rada/a lungo il d'amelro verticale e la caduta lungo una delle corde, che hanno
un termine nel suo calremo Inferiore sono isocronr, oun dl ugual durata.
(I) Nelle lerrovle lnclinate l a 200 si tiene costantemente il coefciente dattrito di 230*; Per una tal pendenza, od
anche per una minore, lo sforzo necessarlo al Veicoli per ascendorc o discendere uguale a quello per una strada oriz
zontale, colla dllerenza, che nella strada orizzontale lo sforzo uniformemente ripartito nei due viaggl, mentre. nella
strada inclinata lo sforzo complessivo si applica solo nell'ascesa. Quando il rapporto della pendenza 2 volte pi
grande del rapporto di attrito, la forza per far ascendore un corpo sar tripla di quella dell'attrito; se il corpo
discende per un piano inclinato, la forza per lratlenerlo coopera collatlrito.

41

Si distinguono due sorta di pendoli, cio il pendolo semplice, ideale 0 ma


tematico ed il pendolo sico o composto.
_
Il pendolo semplice quello, che risulterebbe da. un punto materiale pesante,
sospeso per un lo inestensibile e privo di peso ad un punto sso, attorno al

quale potesse oscillare liberamente.


Un tal pendolo impossibile, esso propriamente teorico e non serve che a deter- '
minare per mezzo del calcolo le leggi delle oscillazioni del pendolo sico.

Dicesi pendolo composto o sico ogni corpo, che possa oscillare attorno ad un
punto od asse sso, che non passa pel suo centro di gravit.
Quando il pendolo oscilla attorno ad un punto, questo prende il nome di centro di
sospensione; quando oscilla attorno ad una retta orizzontale, questa retta si chiama asse

di sospensione.
il pendolo composto il solo, che si possa costrurre; la sua forma pu_variare al

linfinito. La forma pi comune per quella di una massa metallica lenticolare o sferica,
sospesa ad unasta mobile intorno ad un asse orizzontale; tali sono i bilancieri degli

orologi. i pendoli composti sono sospesi, o per mezzo di un coltello come quello delle
bilancio , ovvero per mezzo duna sottile lamina dacciaio, che per la sua essibilit si
curva leggerissimamente ad ogni oscillazione.

44. Oscillazione. - Chiamasi oscillazione. o bat


tuta di pendolo (Fig. 31) il passaggio del pendolo da una
estremit m allaltra n dellarco mn, il quale misura lam
piezza delloscillazione; la lunghezza del pendolo semplice
la distanza dal punto di sospensione A al punto materiale
M (l). Il tempo impiegato dal pendolo nel trasferirsi dalla
posizione m alla opposta n chiamasi durata della oscil
lazione.
hg. S)i.

Si rappresenta con I la lunghezza del pendolo espresso in metri. con 9 lintensit


della gravit ossia 9,8088 cio la velocit acquistata in un primo minuto

secondo da

un corpo, che cada nel vuoto, con l il tempo espresso in minuti secondi, e con il rapporto

;del diametro colla circonferenza uguale a 3,1416. Ora la meccanica razionale cinsegna,
che esiste fra questo quantit la seguente relazione: t=w V_gl_(2), dalla quale si dedu
cono le quattro leggi seguenti:

(I) Sar facile rendersi ragione del movimento oscillatorio d'un pendolo considerando un pendolo semplice
A _M, di cui A sia il puntodi sospensione ed iii il punto materiale. Infatti se il pendolo sarin riposo sulla retta
A MI l'azione della gravit sar distrutta; ma se vlcne trasportato in m, la forza di gravit G si decomporr in due
forze: una diretta secondo il prolungamento 116 del lo e l'altra secondo la tangente n Bdeliarco miti e. La componente
n C e distrutta dalla resistenza del punto A, mentre la componente 11: D sollecita il punto materiale a discendere
da m con un moto uniformemente crescente verso M- in M avr acquistato la massima velocit e quindi a motivo
della sua inerzia continuer a muoversi e a cagione della resistenza della retta n A percorrer l'arco M m con un
moto Uniformcmente decrescente in forza dell'azione contraria della gravit, e si avr mM:Mn; ritornando allora
il pendolo verso n si ripete gli stessi fenomeni, ed il pendolo tende cos ad oscillare continuamente descrivendo
degli archi uguali a destra e a sinistra del punto M. In realt per avviene che due cause tendono continuamente
a rallentare" movimento ed anche a distruggerlo, cio la resistenza del mezzo, in cui Il pendolo si muove, e l'attrito
che si produce all'asse di sospensione.
T

(2) Se langolo 4 un po' considerevole, si prender per il tempo delle oscillazioni l: l/

U.

(4+ 1?),
9

durata che cresce un poco la grandezza dell'ampliiudine.


Huygcus ha dimostrato, che, se invece d'essere sospeso ad un lo, il punto materiale scorresse su d'un epicicloide,
il tempo delle sue oscillazioni sarebbe esattamente 1:.1/

(V. la Cine'mque del Luouun).

42
10 Per un medesimo pendolo le piccole oscillazioni sono isocrone, cio si compiono

sensibilmente in tempi uguali, quando le ampiezze non sorpassano il limite di due o tre
gradi al pi.

2 Per pendoli della medesima lunghezza la durata delle oscillazioni uguale, qualunque
sia la sostanza, della quale sono formati , siano essi di piombo,oro, ferro, sughero, ecc.

3 Le durate delle oscillazioni per due pendoli di differente lunghezza stanno fra loro come
le radici quadrate delle rispettive lunghezze, od in altri termini le lunghezze di due pendoli
sono proporzionali ai quadrati delle durate delle loro oscillazioni.
infatti sia T la durata dell'oscillazione di un pendolo di lunghezza L, si avr T:zrl/f [
qumd: stare la proporzione t.T .. 1r

Mg .WV_g--,CIO t.T .. l/ l

: l/ L

Manche l:L :: tz : T, cio, se la lunghezza del pendolo diventasse 4, 9,16 volte pi grande,

la durata delle oscillazioni diverrebbe 2, 3, 4 volte maggiori. Risulta da ci che il un


mero delle oscillazioni fatte da due pendoli in un medesimo tempo in ragione inversa dei
tempi delle radici quadrate delle oscillazioni, quindi in rapporto inverso delle radici
quadrato delle lunghezze. Segnando con N ed n il numero delle oscillazioni si avr il

rapporto N :n :: l/ :|/ oppure N : n' :: l: L.


4 In diversi luoghi della terra, la durata delle oscillazioni per un medesimo pendolo o per

penduli di egual lunghezza, in ragione inversa della radice quadrata dell'intensit della gra
vit. Perci si potr col pendolo rilevare laumento della gravit dallequatore andando
Verso i poli e quindi lo schiacciamento della terra.
Baster risolvere lequazione nellalormolatzzrl/ rispetto a g: innalzando i due
membri al quadrato si trova t'=w'

Moltiplicaitdo per g e dividendo per ti si avr

g = 2.1 . Risulta che per conoscere gbisogna conoscere l, lunghezza del pendolo com
posto, etdurata delle sue oscillazioni; si terminer cercando quante oscillazioni compia
in un numero conosciuto di minuti secondi, e dividendo questo numero per, quello

91
delle oscillazioni (1). Dalla medesima formula si pu ricavare questaltra, l:

,la
Il

quale serve a trovare la lunghezza del pendolo, le cui oscillazioni abbiano una durata
nota. Volendo ad esempio conoscere la lunghezza del pendolo che batte i secondi, vale
a dire del pendolo, le cui singole oscillazioni corrispondono ad un minuto secondo, basta

sostituire a i l'unit, a g il numero 9,8088, ed a f il numero 3,1416, o la lunghezza quale


risulta di m. 0,9938 (2).

Nella pratica si calcola la lunghezza e dun pendolo semplice, che oscillercbbe nello stesso tempo di un pen
19 + iii
dolo composto, colla tomoia a =
I ,di cui I, la lunghezza del pendolo, compresa tra il centro di sospen
sione Id, il quoziente del momento d'inerzia della massa per rapporto ad un asse parallelo all'asse di sospensione,
e passando pel centro di gravit divisa per la massa.
(il Operando in tal guisa si determina il valore di g in diversi punti del globo, e per mezzo del calcolo si
deduce aucccuvamente dal valore di g, per ciascun luogoI la corrispondente distanza dal centro della terra, e per
conseguenza la forma di questo.
(2) La lunghezza del pendolo, che batte i secondi, vale a dire che compie le sue oscillazioni in i",
.

valore cgrrispondenu
I

sotto l'equatore
0
alla latitudine di 26'

di
'

a Roma
a Pisa
a lili;n0

41, sa, o"


43, 42', ti)"
28, 0",0t
4s', so', 43",
6I, 51 s",

in

or no

a Parigi
a Londra

metri 0,090923
I 0.99t528

9,78
9,7"(i0

.
.
-

. o,ooam
i 0,9952a2
- g,ggggoo

9,8026
9,11031
2,gggt

.
-

- 0,903827
. 0.901022

o,soss
9,xna

. .

alla latitudine di

60,

0,99-i79l

9,8291

ai Poli

90,

. 0,9960t8

o,aat2

48
t Esempio.- Quale sar la lunghezza di un pendolo, che in un minuto secondo faccia
due battute?

Soluz. Le lunghezze dei penduli essendo in ragione inversa dei quadrati dei rispettivi
numeri delle battute si avr, segnando con L la lunghezza del pendolo a secondi e con l
quella del cercato: L:l :: n : N2, ovvero 0,994 : l :: 2 : 4 oppure 0,994 : l :: 4 : i,
(

dunque 1' :

= m. 0,2485, lunghezza del pendolo, che di due battute per secondo.

2' Esempio. -- Quante oscillazioni far un pendolo in un minuto prima essendo lungo
due metri ?
Soluz. Sostituendo nella proporzione L : l : :n1 :l\" i rispettivi valori,si avr 0,994:2:1n':60

ovvero 0,994 1 a i; m ; 3600, perci w: V36m ;W :|/ nso,so :42,3, ossia il


pendolo far 42 battute e 3 decimi in un minuto prima.

REGOLE, - Dai suesposti problemi si deduce che:

i. Dividendo la lunghezza del pendolo, che batte i minuti secondi, pel


quadrato del numero delle battute che si vuole, il quoziente esprime la lun
ghezza del pendolo cercato;
2. Si ottiene il numero delle battute d 'un pendolo dato, estraendo la ra

dice del quoziente dal quadrato del tempo moltiplicato per la lunghezza del
pendolo a secondi e divisa per quella del pendolo dato.

45. Pendolo composto. - Nel pendolo sico, oltre il peso della massa
sospesa, vi ancora da considerare qualche altra parte dotata di peso proprio,
che inuisce sulle sue oscillazioni.
Si pu considerare un pendolo composto come un pendolo semplice, quando la lente sia
portata da una verga assai sottile e da un filo metallico; ma dordinario essendo esso com
posto di verghe pesanti (Fig. 32), ciascuno dei punti materiali a,b,c,d, di

questo sistema giusta la terza legge del pendolo tende a compiere le sue
oscillazioni in tempi tanto pi lunghi in quanto sono pi lontani dallasse di
rotazione; ma siccome ttte le parti sono collegate insieme e perci costrette
a compiere le loro oscillazioni in egual tempo, cos ne risulta, che il moto
dei punti elevati sar ritardato dal pi lento oscillare dei punti sottostanti,
mentre il moto dei pi bassi sar accelerato dalle pi rapide oscillazioni dei
superiori: ne segue dunque, che nel pendolo vi deve essere un punto B,

che non so'tlra n accelerazione n ritardo. Un tal punto si chiama centro


di oscillazione, e oscilla precisamente come farebbe lestremo pesante di un
pendolo semplice di lunghezza 0; questa distanza sar la lunghezza del pm-

',

dolo comporta, che si introdurr nel calcolo del pendolo fisico. La posizione Fie- 52
del centro doscillazione dipendendo dalla forma e dalla densit del pendolo e dalla
posizione del punto di sospensione, riesce difcilissimo lassegnarla.

ila se si osserva,che,sospendendo il pendolo pel centro di oscillazione, il punto di


sospensione diventa centro dscillazione ed il pendolo impiega lo stesso tempo, qualunque
sia quello dei due punti citati, a cui sospeso, si comprende, che una tale propriet

serve a determinare praticamenteilcentro di oscillazione; a tal effetto usasi il cosi detto


pendolo a rovesciamento, il quale si compone di unasta munita di due coltelli ossia di due
assi prismatici di rotazione: uno dei coltelli sso, laltro e scorrevole lungo lasta.
Seguitando a fare scorrereil secondo coltello n tanto che si sia trovato il punto, in cui

oscilli con uguale celerit, qualunque sia quella dei due coltelli cui sospeso, quello sar
il centro di oscillazione, e la distanza fra i due assi di sospensione sar la lunghezza del
pendolo semplice, che oscilla nello stesso tempo del pendolo composto dato. Colla teoria
del movimento dinerzia si pu calcolare il centro doscillazione dun pendolo composto.
i penduli somministrano il mezzo pi semplice per misurare il tempo, dividendolo

44
in momenti uguali colle loro oscillazioni; essi vengono applicati ain orologi per renderne
il moto equabile; il primo ad applicarlo fu il sico olandese Huygens nel 1657.
Le variazioni di temperatura producendo delle differenze nella lunghezza del pendolo

. sico per la dilatazione cagionata dal caldo, esso osciller pi lentamente nella stagione
calda e pi celeremente nella fredda, e da ci risultano delle irregolarit nelle applica
zioni del pendolo specialmente ain orologi; si cercato di ovviare a questi inconvenienti

col pendolo di correzione o di compensazione.


Pendolo di compensazione. - Un tal pendolo viene rappresentato
dalla Fig. 33: esso formato di tre verghe dacciaio A, A, A, e da due verghe di
zinco Z, Z. Perla dilatazione delle tre verghe dacciaio, labbassamento della

lente A doppio di quello che si avrebbe se fosse portata da unasta sola.


Ma le aste di zinco non potendosi allungare che verso l'alto, e siccome
la dilatazione del zinco e doppia di quella dellacciaio ne avviene, che

queste porteranno in su la lente precisamente di quel tanto, di cui si sarebbe


abbassata per la dilatazione delle aste dacciaio; quindi si eleva per le aste ZZ

e si abbassa daltrettanto per le aste dacciaio A A A, onde il centro di gravit


della lente B sempre alla stessa distanza del punto di sospensione S.
il pendolo pu altresi servire qual misura di velocit.

Esercizi! sul pendolo semplice e composto.

l Problema. - Quale sar la durata dunoscillazione dun pendolo semplice lungo


un metro?

___

Soluz. Dalla proporzione t: T:; |/ l

___-_

:|/ L, ammmettendo chelesprima la lun

ghezza del pendolo in secpndi, e posto t':1", si avr

l:T::|/ 0,9939:1/T;T:1 |/ 0,9939:1,004 secondi;


2 Problema. - Qual la lunghezza del pendolo, che deve fare due oscillazioni
per minuto secondo ?

Solar. Avremo l : L :: ti: '1, perci l : 0,9939::(%) :l, quindil: 0,9939 :minuti 0,2485,
4
cio il pendolo domandato avr una lunghezza uguale alla parte del pendolo a se
condi, conforme alla legge dimostrata sopra. _ _

3 Problema. - Un pendolo fa 80 oscillazioni in un minuto: quale sar la sua lun


ghezza?
_ '
_
Solaz. Si avr L: I :: n : N1;quindi L essendo la lunghezza del pendolo a secondi,

0,9939 : z :; 802 :602, per cui 1; 099 6400-00 = metri 0,559.


'4 Problema. - Un albero lorologio ha centimetri 0,08 di diametro: qu_ale sarla sua
velocit alla periferia, se un pendolo, che d 408 vibrazioni in cinque minuti, durante
la rivoluzione dellalbero ha compito due oscillazioni?
_
_
Solaz. Trovisi la durata di due oscillazioni, che sar pure quella (1111118 rivoluzione: ai

avr -24508&:1,47. Chiamando v la velocit, si avr o:


.
locit demandata.
'"

:0,1'709, ve

ARTICOLO _VII.

Lavoro meccanico, Iuerza, Quantit di moto, Forzn.vva.

46. Lavoro Meccanido. - Lavorare vuol dire vincere in un certo tempo


delle resistenze ognora nascenti; cos il limare, il segare, il piallare, il trascinare,

45
lavoro. Il lavoro meccanico risulta dalla semplice azione di una forza sopra
una resistenza, chele direttamente opposta e che vien da essa continuamente
distrutta facendo camminare il punto dapplicazione di questa resistenza nella
sua propria direzione-In seguito a questa denizione il lavoro meccanico di '
qualunque motore il risultato di due fattori indispensabili: 1" lo sforzo e la
pressione esercitata; 2. lo spazio percorso 0 la celerit. Il lavoro cresce col
crescere della pressione, ovvero leffetto meccanico di unaforza proporzionale
alla sua intensit ed allo spazio percorso durante la sud azione, ossia questo
efetto in ragione composta diretta della forza e dello spazio, che il suo
punto dapplicazione percorre nella sua direzione.
Segnando con P il peso, con S lo spazio, con L il lavoro, con R la re

sistenza e con s il suo spazio si avr sempre P:R::s:S, per cui si avr
L=PXS=RXS.

'

Se, per esempio, la pressione esercitata di 4 Chilogrammi colla velocit di 1

metro, il lavoro sar espresso da 4 x I: 4.


Se la velocit doppia, il lavoro sar espresso da 4 x2=8, cio sar raddoppiato,
e se la velocit sar. duplicata ossia eguale a due metri, e la pressione divenuta di

8 Chiiogrammi, il lavoro sarespresso da 8x2:16, ossia sar quadruplicato. Cosi


il lavoro meccanico ingrandisce costantemente colla pressione e colla velocit.

47. Unit. dinamica. - Si adottato per unit di lavoro meccanico la


pressione e la trazione di un Chilogramma esercitata per lo spazio di un
metro, che prende nome di chilogrammetro, e si scrive ch.m.
Cos, quando lo sforzo esercitato di 20 Chilogrammi e lo spazio percorso dal suo
punto dapplicazione di 2 metri, il lavoro sar espresso da 40 eh. m. ossia 40 Chilo

grammi innalzati allaltezza di 1 metro.


Perci quando si parler. di un lavoro di 80 Chilog., sintender con ci l'eetto
della pressione o_ della trazione di 80 Chilog. esercitata lungo lo spazio di un metro
ovvero 1 Chilog. lungo 80 metri, ovvero 20 Chilog. per lo spazio di 4 metri, ecc.
Il lavoro o leffetto utile dei motori e delle macchine dogni specie si riferisce a
questa unit. comune, fatta considerazione del tempo, il che importantissimo per
poter arrivare al confronto della potenza dei motori. Infatti si.dice duna macchina
che essa d un eetto utile di tanti ohilogrammetri in un tempo dato, mentreun
cavallo od un uomo ne danno tanti nello Stesso tempo.

48. Cavallo-vapore. - Per i motori di grande potenza si stabilita una


maggiore utilit di lavoro, che deriva dalla prima, e prende il nome di ca
vallo-vapore.
La forza di un cavallo-vapore equivale per convenzione a75 ch.m._ che percorrono
un metro per minuto secondo. Cos, quando si trovato, che la poten2a di un,motore
di 720 ehm, dividendo 720 per '75, il quoziente da 9 cav.-vap. per espressione della.

forza del motore,


'
Rappresentazione graca del lavoro. - Il lavoro meccanico essendo sempre
misurato dal prodotto di una forza, e di uno spazio, lo si potr rappresentare collarea
di un rettangolo, di cui lascissa AB (Fig. 34) sia la base, ed esprima lo spazio percorso dal
punto dapplicazione della forza; lordinata A0 rappresenter allora
la grandezza della forza. Ora larea dun rettangolo essendo uguale
a ABXAC, questa esprimer pure la misura del lavoro..

Quando la forza fosse variabile, il lavoro sarebbe espressodallarea


dun trapezio mistilineo ADCB (Fig.35), avente per base lo spazio S,

e i punti della curva DEE, ove le ordinate o perpendicolari termi


nano, rappresenterebbero lintensit della forza corrispondente a

quel punto dello spazio percorso. Ora siano AD....PE....CB


queste perpendicolari, e fatta AE=BF, uguale approssimati
vamente alla media aritmetica delle loro lunghezze, il rettan
golo M\BH esprimer pure la quantit del lavoro. Il metodo
pi semplice di calcolare l'area di una gura mistilinea

quello di considerarla scomposta in trapezii rettilinei, ov


vero con maggior approssimazione impiegando la l'ormola di
Simpson (1).
.
l-ig. 51

49. Massimo Lavoro del Motori. - I motori ordinariamente impiegati


nelle industrie sono gli uomini, gli animali, l'aria, lacqua, il vapore ed il gas.
Il vapore, laria, lacqua ed il gas sono motori sottoposti solamente alle

leggi siche; al di la di esse possono continuamente, cio senza interruzione,


continuare la loro azione. Ma ci non succede per gli uomini e per gli ani
mali, che si stancano alla ne di un certo tempo, e sono costretti quindi a
riposarsi.
Il lavoro meccanico delluomo e degli animali, che si pu chiamare lavoro
giornaliero, ha per valore il prodotto dello sforzo esercitato, per la velocit
ed il tempo durante il quale pu essere continuata la loro azione. Ma vi
uno sforzo, una velocit ed una durata dellazione, che danno il maggior
valore possibile al lavoro giornaliero di questi due motori animali, e che

prende il nome di massimo lavoro.

TABELLA DELLE QUANTIT DI LAVORO mamo E GIORNALIERO ruonorro

DAI MOTORI ANIMATI IN DIFFERENTI CIRCOSTANZE.

0
W.

_ -

n .

PESO vuocrra
elevato
o nono
per
medio

NATURA DEL LAVORO

1 Elevau'one verticale dei pesi

__.

__

, . .,

I.AVOIO DUIATA
del
per
zuouo
giorna

QUA NTI'I'
m annuo

tatlo

secondo

secondo

"ero

giornaliero
w.

Chilog.

Metri

Cllllog.

Ore

Chilog.m.

f'Un uomo salendo un dolce pendio,ouna scala,

tl

senza carico, consistendo il suo lavoro nel


i

portare il peso del proprio cor o .

65

0,15

9,75

280800

18
20

0,20
0,47

3,60
3,40

6
6

77760
13440

l
50100i

Un uomo alzando dei pesi con una une ed una


carrucola, e facendo discendere la fune a
vuoto . . . . . . . . . . . . .
iUn uomo alzando dei pesi con la mano. .

Un uomo alzando dei

ig

esi portandoli sulle

alle llh somatit i un dolce pendio, o


ando scarico .

l'zl";'w;.

" . ._

05
"; ,

0,04

2,60

_-

- ' IMI_
LI, _

47
PESO

vsaocrri LAVOIO DUM'N

elevato
NATURA DEL LAVORO

QUANTIT l

del

ououo

per

per

Luana

murano

medio
fauo

secondo

secondo

giorna
"ero

giornaliero

Chilog.

Metri

Chilog.

Ore

Chilog.m.

60

0,02

1,20

10

43200

0,10

1,08

10

38880

60

0,15

9,00

959900

12

0,70

8,40

251120 .

1%
8

7,20
6,00

8
8

207360
172800

0,60
0,75
.
1,10

3,50

158000

70

0,90

63

10

2168 000

Un uomo trasportando del materiale con una


carriuola montando una rampa di ),,, e tor
nando scarico .

Un uomo alzando della terra con la pala al


laltezza media 1m 60 . . . . . . .

2,7

2' Azione sulle macchine


e strumenti
.Un operaio girando una ruota a pinoli, o a
tamburo:
1' A livello dellasse della ruota
.

2' Verso il basso della ruota, 0 a 24.


Un operaio camminando espingendoo tirando

orizzontalmente in modo continue.


Un operaio agendo su di una manovella
, Un operaio esercitato spingendo e tirando alterrietivamente nel senso verticale

Un cavallo attaccato ad una vettura andando

al passo .

Un cavallo attaccato ad una vettura andando

44

2,20

96,8

4,5

1568160

,Un cavallo attaccato a maneggio, al passo .

al trotto .

45

0,90

40,5

1166400 i

30
60
30
14-

2,00
0,60
0,90
0,80

60
36
27
11,60

4,5
8
8
8

972000
1036800
777600
322560

65

1,50

0,75

10

3510000

a prenderne dell'altro.
. . . . . 100
Un uomo trasportando del materiale con la
carriuola e tornando scarico per ripren

0,50

50

10
-

1800000

0,50

30

10

1080000

10 - 0,75

30

756000

65

0,50

.
32,5

702000

l dellaltro . . . . . . . . . . . 50
fUn operaio gettando la terra con la pala a 4

0,33

16,5 10

594000

vUn
Un
Un
Un

. .

. .

cavallo attaccato a maneggio, al trotto .


bue attaccato a maneggio, al passo
mulo attaccato a maneggio, al passo .
asino attaccato a maneggio, al passo .
3 Trasporto orizzontale dei pe_si

Un uomo camminando in una strada orizzon


tale senza carico, consistendo il suo lavoro

nel trasporto del peso del proprio corpo

,Un uomo tras orlando del materiale con una


carretta a ne ruote, e tornando, scarico

derne dell'altro

, Un viaggiatore merciaiuolo trasportando il


carico sulle spalle
. . . . . . .
. Un operaio col carico sulle s alle, e che torna
I scaricoaprendernedella tre.
. .
Un operaio trasportando del materiale sopra

60

una barella, e tornando scarico a prenderne

metri di distanza orizzontale.

2,7

l
0,68

1,8

10

61800

Un cavallo trasportando del materiale sopra

una carretta, al passo, continuamente col

700

1,10

770

10

Un cavallo attaccato ad una vettura, al trotto,


continuamente col carico .
. . . 350

carico

. .

930

770

4,5 12474000

Un cavallo trasportando un carico in una car.


retta, al asso, e tornando scarico a pren
derne de laltro .
. . . . . . 700
Un cavallo col carico sul dorso, al passo. 120

0,60
1,10

120
132

10
10

15190000
4752000

Un cavallo col carico sul dorso, al trotto.

L2,20

176

4135000

. .

80

27720000 ,
j

__' 7 _ % l

48
Dalle precedenti Tabelle risulta, che un uomo, che agisce su duna manovella, la de

scrivere all'estremit di questa uno spazio di met. 0,75 per minuto secondo ossia
60 x 0,75:45 metri per minuto; ora supponendo che la manovella abbia un raggio di
0,75, che corrisponde ad una circonferenza di 6,98 x 0,35:2 met. 199 nel punto dap
45 - = 21 giro per minuto
plicazione, luomo capace duna velocit ordinaria di
2",199
circa.
.
Onde, percorrendo un cammino regolare di met. 0,75, lungo il quale esercita uno
sforzo di P Chilogrammi,un uomo produrr un lavoro per ogni secondo di 0,75 X8=6

oh. x 60":360 ehm. per ogni minuto e di 360 ch'". >< 60:21600 ch". per ora,e,sic
come pu esercitare questo lavoro per otto ore al giorno,durante questo tempo produrr
172800 ch'", numero della tabella.
Si pu dunque stabilire per lavoro giornaliero, che un uomo agente su di una ma
novella capace d'innalzare costantemente 8 Chilogrammi allaltezza di met. 0,75 per

ogni minuto secondo; ma allorch un uomo non deve agire che momentaneamente sulla
manovella duna grua, d'un varicella, dun argano, pu sviluppare per qualche istante
una potenza molto pi considerevole.
Dalle esperienze fatte' in inghilterra su di una grua di scarico si vede che un uomo
ha potuto innalzare in 90"allaltezza di met. 5,03 un peso di chilg. 475,57, cosi riducendo
in chilogrammetri il lavoro si avr

{135.7252113 =26,50 ehm.

per secondo per lavoro

90"
sviluppato.

>

'

Nulladimeno luomo non potendo sviluppare una tale forza che in uri tempo brevis

simo, quantunque il peso e la velocit indicato sulla tabella siano quelle che meglio
convengono, se il caso esigesse che la forza da applicarsi all estremit d una mano-.

vetta fosse di 12 chilogram. invece di 8, allora-la velocit dovr diminuire e diverr


--':meL 0,50 in luogo di met. 0,75. Cosicch allorquando si vuol guadagnare in
forza si perde in velocit, e reciprocamente se vacisi guadagnare del tempo ed andare

pi velocemente, questeccesso di velocit non potr attenersi che a spese del carico.

Esercizii sul lavoro meccanico.

1 Problema. - Un Irlandese dotato di una gran forza con qualche difcolt. arrivato
ad innalzare allaltezza di m. 5,03 un peso di

hilog. 1666,25 in 132 minuti secondi: qual

sar il lavoro fatto da questuomo per ognig;ecgnto?

Soluz. Si avr L_:.;lX_S-: Chiiog.l@66_m_x_ :63,49 chilogm.


2 Problema. - Due cavalli tirano una carrozza colla velocit di m. 1,50 esercitando
una trazione di 96 Chilog.: qual sar il lavoro di ciascun cavallo per minuto e per ora?
Soluz. Si avr 4:P x S:-: '72 chilogm. per secondo, quindi in un minuto

primo si avr 72x 60:4320 0 25920 chilogm. allora.

'

3 Problema. - Volendo sollevare un carico di 25 quintali allaltezza di m. 10 qual


sar. il lavoro dinamico, che si dovr. spendere?
' .

Soluz. Dalla formoia si avr. 1.:P x S=2a x 100 x 10:25000ch110gm. Se questo lavoro
si dovesse eseguire in un minuto primo si avrebbe m:5,5550-'9"cavalli-vapore.
4 Problema. - Qual sar il consumo del lavoro per minuto secondo per mantenere
il movimento dun maglio pesante 3th Chiiog. battendo 100 colpi per minuto e solle
vandoio ad ogni colpo di m. 1,50?
_ '
.
_

Soluz. Lo spazio percorso dal maglio in un minuto essendo di 100 x 1,50:m. 150
ed il lavoro richiesto essendo di P x S : w :750chilogrammetriossia- 550- = 10
cavalli-vapore.

5 Problema. - Si s into per9 m. una locomotiva sulle sue gurde impiegando un


lavoro meccanico di 180 c ilogrammetri: quale sar la misura de la resistenza, che essa
patisce, posto che la grandezza della forza. sia appena spiciente a mantenere il moto 1

Soluz. Essendo P x S : 180 chilogm. avremo P : lgO-: _gl : 20 chilogm.

49
6 Problema. - lmpiegando un battilpalo (berta) con un maglio pesante 450 Og., che
cade allaltezza di 3 111., fu piantato ne suolo un palo,il quale negli ultimi 20colpi
disceso nel terreno '7 cent.: qual eso potr sopportare senza sprofondarsi?
Soluz. Segnando con P il peso el maglio e con S lo spazio percorso 0 laltezza, da
Cui cade il lavoro meccanico del battipalo, si avr ad ogni colpo 5 x P; indicando con
R la resistenza del terreno e come lo spazio, che percorre ad ogni colpo il palo nel

suolo, il lavoro del palo sar ad ogni colpo R xs, lavoro uguale al gi espresso del ma
glio (l) , onde si avr 450 x3:Rx -02%-. Risulta cosi che la resistenza del terreno ossia
il carico, che il palo potr sostenere senza approfondarsi nel terreno, sar

'

IiE;_-w(oingoz342857 chilogm. (2).

7 Problema. - Una tromba idraulica a sem lice effetto fornisce in un minuto 30 litri di
ac ua allaltezza di 20 metri: qual sar le etto del suo lavoro meccanico?
oluz. Si avr 30 x20:600chilogm.

'

50. Inerzia. - Allorch un corpo in riposo od in movimento, esso tende


a. rimanere in questo stato, nch una causa qualunque viene a--modicarlo
(N 15). Tale forza, che si oppone al cambiamento di stato della materia, una
resistenza, che chiamasi inerzia. Questa forza dinerzia inerente alla materia

si rivela nella resistenza, che un cavallo deve vincere nel primo momento
che incomincia a trascinare un peso, il quale moto, una volta che la resistenza
vinta, continua facilmente; e ancora la forza dinerzia, che allorquando un
cavallo, che trascina un carro, vuol fermarsi, tende a conservare lo slancio

della vettura o del carico e respinge il cavallo e gl'impedisce di arrestarsi


istantaneamente.

Lo sforzo per vincere linerzia cresce in ragione del quadrato della velocit
impressa al carico, ed espresso dalla formula 1 : m;
.

; ora, Siccome la
a

__10 e g l__
__ 9,81, la formula. diventa
,1 __22<2_
massa m__2><9,81.
Esempio. - Data una vettura, che pesi compreso il carico 6000 Chilogrammi, e

sia animata da una velocit di tre metri per secondo, quale resistenza presenta linerzia
nellarrestarsi?
Soluz. I: 6000x2
1 =2752 Chilogrammi circa.

51. Quantit. di Moto. e Lo sforzo, che un corpo in movimento pu


esercitare su di un corpo in riposo, equivale in chilogrammetri al prodotto
della massa del mobile per la velocit; questo prodotto si chiama quantit
di moto (N 14).

Se un corpo di massa M animato da una velocit V, la quantit di moto sar


espressa da MV; ma siccome M: , MV sostituito da p_;Y-,

Ci che distingue la quantit di moto dalla quantit di lavoro dei motori si , che
nei lavori meccanici si fa entrare lo sforzo del motore, mentre nella quantit dazione

agisce la macchina.

52. Forza. Viva. - Quando_una forza motrice imprime ad un corpo una


certa velocit, il risultato della sua azione si chiama forza viva; essa nu
mericamente il prodotto della massa del cerpo pel quadrato della velocit, che
gli impressa (N 17).

il] Sempre inlesn, che non vi siamo perdite di laimru a causa dellurlu.

. (2) Per maggior sicurezza stante le perdite di lavoro si far sostenere al pan Solamente l|8 o I[IO di questo peso.

50
Rappresentando con M la massa di un corpo e con V la velocit impressa,
f2
MV ossia P_;_
sar lespressione della forza viva di questo corpo.
La forza viva. il doppio dell'eetto sviluppato dalla gravit.
Infatti quando un corpo di peso P cade da unaltezza A, il corpo ha acqui
stato al termine della caduta. una velocit V, che abbiamo veduto essere uguale
I

a i/' 29K, dalla quale si ricava A : g-g, e leffetto PA della gravit espresso
PV

. .

MV

allora da y-; ora ponendo Mg invece del suo valore P, la formola diViene-2_zcom

leffetto meccanico dovuto alla gravit e uguale alla met della forza viva.
Se il corpo ha gi una velocit e, e se la medesima viene innalzato. no al valore
2

di V, a questultima corrisponder la forza viva 1%; il corpo per avendo gi la forza


viva g? corrispondente alla velocit a, laumento di forza viva sar 2123-9- (Vi-v9).

1 Esempio. -- Qual lavoro deve sviluppare lesplosione della polvere di un cane


none per dare una velocit di 500 metri al minuto secondo ad un proiettile, che pesa
3 Chilogrammi?
Soluz. Tralasciando leiletto esercitato contro la canna ed altre resistenze, dalla for
: 38266 chilogm. : 3?72566 :500,7 cavalli-vapore.
mola abbiamo i? I
2 Esempio. - Una locomotiva pesa 15000 Chilogrammi : qual lavoro dovr svilup
pare il vapore per trarla dalla quiete ad avere una velocit di 10 metri per secondo, supposto
che debba muovere soltanto la massa della macchina senza vincere le resistenze?
Soluz. Dalla formola si avr

1%;110'216452 oh. m. "3:52 :1019 cavalli-vapore.

3 Esempio. - Se la locomotiva del problema antecedente dovesse percorrere una


distanza di 200 metri per poter acquistare la velocit di 10 metri, e se lattrito risul
tasse di 1m del peso della locomotiva, quanto lavoro dovrebbe impiegarsi lungo questa
distanza, tanto per vincere lattrito, quanto per dar moto alla macchina?
Soluz. Si avr la resistenza costante dellattrito 2%.g_0:75 Chilog.z il lavoro assor
bito da questa resistenza sulla distanza di 200 metri sar 75x200:15000 chgm. e il la
vero necessario per mettere in moto la macchina dell'esempio antecedente sar 17000g0_
2x9,81

: 76453 perci, 15000+76425 chgm. : 1219 cavalli-vapore. Da questo risultato ap


pare, che per mettere in moto le locomotive simpiega un lavoro superiore al quintuplo
di quello, che occorre per superare la resistenza prodotta dallattrito.
Se il tempo impiegato in questo movimento di 40 secondi, e se la macchina agisce
costantemente, leiletto sar 1-_g :30,5 cavalli-vapore. Se nellistante che la loco
motiva raggiunge la velocit di 10 metri, questa velocit deve rimanere costante, non
si avr a superare che lattrito, onde leiietto sar 75_,10 : 10 cavalli-vapore.
4 Esempio. - Qual distanza potrebbe continuare a percorrere questa locomotiva
a causa della forza viva accumulata, nch il suo moto fosse esaurito dellattrito?

Soluz. La forza viva della locomotiva essendo di 76452 chilogrammetri, e la resistenza


costante di 75 chgm., la distanza cercata sar di 7-(-2: met. 1019, 3.

51
ARTICOLO vm.

Ibellllrto o Conitto dei Corpi.

53. DollUrto o Conitto dei Corpi. - Quando un corpo in moto ne


incontra uno immobile, oppure dotato di moto differente del suo, succede lurto,

cio i due corpi si premono a vicenda, tendendo ciascuno a penetrare nel


luogo dellaltro.
Lorto dicesi centrale quando il moto dei due corpi diretto secondo la retta, che passa
pe due centri di gravit, altrimenti dicesi eccentrico; esso diretto, se nel momento dellin

contro la sua direzione riesce perpendicolare alla supercie dei due corpi nel punto di
contatto; in caso contrario dicesi obliquo.
Lurlo presenta fenomeni diversi secondo che icorpi sono duri, molli od elastici.
Urtandosi due corpi perfettamente duri in direzioni all'atto opposte, lintiera quantit
di moto dopo lurto uguale alla forza maggiore di uno dei due corpi meno quella del

laltro, cio uguale alla dtl'erenza della loro quantit di moto; di maniera che, espri
mendo con F lelfetto ovvero la quantit di moto dopo lurto, con M'M' le rispettive
masse e con V'V' le velocit dei due corpi, che si urlano, si avr F:M xV-M'xV.
Quando i corpi hanno la stessa direzione, la resistenza capace di impedire il loro moto
dovrebbe essere uguale alla forza di uno dei corpi, pi quella dellaltro, cio uguale alla
somma delle loro forze o quantit di moto; dunque F:M x V+MxV'. Questa legge vale
per tuttii casi, sia che luno dei corpi si muova contro laltro, o che stia in riposo. La stessa
quantit di moto trovasi pure dopo l'urto. Perci si avr:
1 La direzione, che risulta dellorto pe due corpi, e la medesima di quella, che
aveva maggior quantit di moto prima dellurto;

2 La velocit, colla quale due corpi si muovono dopo lurto, pu trovarsi dividendo
la quantit. di moto per la somma delle due masse;
3 La quantit di moto dei singoli corpi dopo il conitto e la medesima per ambidue,
e pu trovarsi dividendo la quantit di moto per la somma delle due masse;
4 La quantit di moto dei singoli corpi dopo lurto si trova moltiplicando la massa

di ciascuno per la velocit comune.


1 Esempio. - Quale sar la quantit di moto dun corpo, la cui massa di 5 0g.,
e la velocit di 3 metri?
Soluz. La sua quantit di moto sar 03. 5 x 3:0hilg. 15.
2 Esempio. - Come si distribuir. dopo lurto la forza di 15 Chilg. di un corpo,
la cui massa di 5 Chilg., che incontra una massa di Chilg. 25?

'

Soluz. La forza di 15 Chilg. si distribuir equabilmente nella massa di 5+25:30


e si avr per ciascuna unit di massa una velocit::0,5, velocit di ambi icorpi
30
dopo lurto.

Se il corpo, che possiede la massa di 25 Chilg., possedeva prima dellurto una velocit
di 2 metri, si movesse incontro allaltro, la quantit di moto sarebbe 25lx2:50e1ef

fetto dopo l'urto sarebbe 50-15:35; per conseguenza la velocit dopo lurto sarebbe

:3-5:metri 1,167.
Se i corpi si movessero nella stessa direzione, leiletto dopo lurto imperterebbe 50+15
.
,
:65,e la velocit dopo lurto sar di 2%: metri 2,166.
Nel primo caso la quantit di moto avanti dell'orto era di 15, e lo stesso sar di ambidue
i corpi dopo lurto, essendo questa eguale a 25><0,5+25x0,5:2,5+12,5:15.

Nel secondo caso si aveva prima dellurto 25 x 2-5 x 3:50-15:35; e lo stesso sar
la velocit di ambidue dopo lurto, essendo eguale a 5x2,167 +5 x 1,167 ::29,167+ 5,833

:metri 35.

52
Nella stessa guisa si trover il terzo caso: 25 x 2,167 + 5 x 2,167 :54,167 +10,833:m. 65.

Lurto fra due corpi molli ammette tre casi diversi: 1 il corpo spingente
duro e laltro molle; 2 il corpo spingente molle e l'altro duro; 3 ambidue'

sono molli; i quali per si riferiscono tutti alla medesima soluzione.


In tutti questi casi la quantit di moto di ciascuno dei corpi, che sincontrano, agisce
sopra quelle parti dellavversario, che gli stanno pi vicine; e siccome nel corpo molle
queste possono cedere in diverse direzioni senza comunicare tutto limpulso, che loro venne

impartito a quelle, che loro stanno immediatamente dietro e che ad esse oppongono una
resistenza proporzionata alla propria quanlil di moto, ne nasce per quelle, che vennero
colpite nel primo istante, unazione, che tende a portarle lateralmente e quindi a cangiare

forma alcorpo: una parte dellimpulso viene distrutta dellavversario, e la sua azione si fa
via via minore per la continuata ripetizione della medesima causa, ogni volta che gli pre-'
senta unnuuvo strato di molecoladel corpo molle da spostare; cos potr succedere, che per

il gran numero di questi venga di mano in mano assorbita per intiero la forza del corpo
attivo. Letetto succeder evidentemente pi presto, se i corpi saranno ambidue molli.

Incontrandosi due corpi perfettamente elastici i fenomeni sono diversi, se


condoch ha luogo uno o laltro dei seguenti.casi; 1 uno di essi si muove e
laltro sta fermo; 2 tutti due si muovono in direzioni opposte; 3 essi si muo

vono nella stessa direzione.

Tutti questi diversi risultati convengono nel principio fondamentale, che lazione
dopo lurto resta eguale a quella, che prima del conitto esisteva; i corpi attivi ricevono
un impulso in senso contrario della loro azione. Nel primo caso il corpo, che si muove

contro quello che sta fermo, torna indietro colla medesimayforza, con cui arrivato; nel
secondo ambidue i corpi vanno indietro, ma ognuno con quella velocit, che era propria
dellantagonista; nel terzo essi andranno di concerto muovendosi nella primitiva dire
zione, ma ognuno colla velocit dellaltro.
'

Un corpo elastico, che colpisce un piano duro MN (Fig. 36)


in direzione obliqua OC, viene da esso rimbalzato in direzione

,
' lia- 50.

tale CD, che langolo DCN da questa direzione formato col


piano sia uguale a quello OGM formato col piano medesimo
dalla direzione OC, in cui veniva il corpo elastico, e che
ambedue queste direzioni siano comprese nel medesimo
piano.
\
Si dir dunque, che un corpo elastico urlando con un piano

duro fa l'angolo di riessione UCN uguale a'quello d'incidenza DCM; e che luno e laltro si
trovano nel medesimo piano.
Cadendo il corpo elastico nella direzione FG, perpendicolare al piano lllN, ein verr
rimbalzato nella stessa direzione Cl", ed inmodo, che gli angoli MCF, NCF riescano eguali.

ARTICOLO 11:.

Macchine semplici.

Chiamansi macchine i congegni destinati atrasmettere nel modo pi conve


niente lazionedei differenti motori; esse hanno quindi per iscopo di comunicare,
di dirigere, di accrescere, di diminuire, di regolare, ed in generale di modi
care il moto prodotto dall'azione delle forze di potenza. e di resistenza, e di

facilitarne l'applicazione.

'

,
53
Le macchine si possono dividere in Semplz'ci e comma-te. Ancorch il numero

delle macghinefsia innito tanto per lo scopo quanto per la materia, di cui
sono costrette ,, e_per la loro combinazione e disposizione delle parti (agendo

con esse la potenza da. una parte mentre la resistenza si oppone dallaltra);
coll'intermedio di pezzi mobili essi,_ tutte per nel loro stato (lequilibrio e
di moto si riducono a poche che diventano gli elementi dogni combinazione,

per cui si chiamano macchine semplici.


Le innite altre formate da due o pi macchine {semplici si dicono macchine

composte.

'

'

Per poter calcolare leffetto di una qualsiasi macchina composta, cio il rappm-to
tra la potenza 0 forza motrice e la resistenza od il carico da moversi, bisogna conoscere
previamente leffetto di ciascuna delle macchine semplici.
Una macchina non pu produrre da per s sola nessun effetto utile; essa non fa

che ricevere e trasmettere in modo conveniente allo scopo presso la quantit di lavoro,
che su di essa viene esercitato dalla forza motrice.

Le macchine semplici sono sei: '1 la Zeva, 2 la carrucola, 3_ il tornio o

verricello, 4 il pitmo inclinato, 5 il cuneo, 6" la vite.

A tutto rigore vle 7kacclziazp elementari si riducono alla leva ed al piano

inclinato, potendo i Verricelli e le carrhcole ridursi alla prima, ed il cuneo


e la vite al secondo.

'

54. Coppia. o Momento Meccanico. - Si chiama coppia l'insieme di


due forze uguali e -pa'rallelle agenti in senso opposto, come applicate allea
stremit duna rotta inessibile; laperpcniiiqolare innalzata tra la direzione di
due forze parallele si chiama braccio di leva della coppia, e il prodotto di una
forza pel suo braccio di leva dicesi momento meccanico o statico,
Suppohgasi una verga B-D (Figi 37) inessibile,

N_

mobile intorno al punto G, e ad una _sua estremit B

\,

si applichi un peso P, allaltra D una forza. Supf 3;


quel
pongasi
peso;
pure
in che
questo
cncaso*il
quellapunto
forza Dvogliosi
si abbasser
sollevare
in P
D', ed il punto B salir in B', descrivendo ambidue
nello stesso tempo un arco di circolo con velocit u
guale,giacch suppongo (10:08. Il lavoro della forza
applicata in D sar misurato dal peso sollevato mol

.
,

Fig. 37.

_ .
2ii''f

tiplicato pel suo spazio, il qual prodotto devessere riguale a quello della forza molti

plicata per lo spaziodel suo punto di applicazione;_fna siccome questi due spazii sono
uguali, cos ne viene di conseguenza che il valoreassolu'to dellaforza devessere uguale a
quello del peso;immaginiamo adesso' che il braccio CD della verga si prolunghi in A, e
che a questa nuova estremit si applichi la forza, che prima agiva in B, certo che il punto
_ A nel medesimo tempo descriver un arco AA maggiore di 88', e perci la velocit in A} _
sar maggiore di quellapin B: si potr adunque con una forza minore ottenere lo stesso
effetto, giacch_dovendo sempre sussistere uneguaglianza fra il prodotto del peso per la
velocit, ed il prodotto del valore assoluto della forza per lo spazio del suo punto di ap
plicazione, ammettendo che uno di questi due fattori aumenti, dovr diminuire laltro. Si
deve qui avvertire, che questo vantaggio di forza va a scapito del tempo; applicando in A
una forza minore di quella, che era applicata prima in D, noi verremo a raggiungere lo

stesso effetto, impiegandovi un tempo maggiore, perch il punto A descrive un arco di


circolo AA' maggiore di quello DD. Questavvertenza ci porta a stabilire il gran principio,

che quanto si perde in tempo, altrettanto si guadagna in, forza, o viceversa: principio, sul
quale fondata tutta l'economia delle macchine, e dimostra impossibile il moto perpetuo.
Se AC, per esempio, doppia di CD, con una forza met di quella applicata in D produl*v
remo lo stesso effetto, ovvero applicandovi una forza uguale, otterremo un effetto doppio;

54
seguitamlo a prolungare il braccio CA, applicando la data forza a punti sempre pi distanti
del centro C, si verranno ad ottenere effetti sempre maggiori, relativamente alla resistenza,
che trovasi applicata all'altra estremit della verga. Questo maggiore o minore valore, che
pu prendere una forza, quando opera per azione mediata, chiamasi momento.
La velocit, con la quale agisce la forza nei diversi punti di applicazione D, A..., pro
porzionale agli archi di circolo DD', AA', che sono descritti nello stesso tempo, ma questi

archi di circolo sono proporzionaliai raggi CD, CA, ossia alle perpendicolari condotto dal
centro sulle forze stesse, perci il momento di una forza si ottiene moltiplicandola per la

detta perpendicolare.
Questo prodotto, che, come abbiamo detto superiormente, si chiama momento meccanico,
poi distinto in statico e dinamico, secondo che produce equilibrio o moto. I

55. Leva. - Chiamasi leva una verga o sbarra inessibile retta o curva,
tutti i punti della quale possono ruotare intorno ad uno sso detto punto
dappoggio, fulcro od ipomoclio.

La verga pu avere qualunque forma ed essere diversamente ripiegata, perci si


distingue la leva diritta o rettilinea, la leva curva o curvilz'nea e la leva angolare, cio
quando le due braccia in quella di primo genere sono inclinate ad angolo nel punto,

cui corrisponde il fulcro, e talvolta in quella degli altri due generi dove . applicata la
resistenza o la potenza.

Qualunque leva soggetta all'azione duna potenza P e duna resistenza R:


la distanza fra la potenza e la resistenza ed il punto dappoggio, si dicono
bracci di leva. Nella Figura 38 0 il punto dappoggio della leva, P la
potenza, ed a il suo braccio di leva, R la resistenza e b il suo braccio di
leva.
Si distinguono tre generi di leva secondo le diverse posizioni della potenza,
del punto dappoggio e della resistenza.
'
' "
La leva dicesi di primo genere (Fig. 38), quando il
" "
suo punto d'appoggio 0 posto fra la potenza P e la
resistenza R; di secondo genere (Fig. 39), quando la re
sistenza R interposta fra il punto dappoggio 0 e la
potenza P; di terzo genere (Fig. 40), quando la potenza
P _ posta fra il punto dappoggio 0 e la resistenza R.
In ciascuna di queste leve semplici la potenza e la
resistenza stanno fra di loro in ragione inversa della
loro distanza dal punto d'appoggio, vale a dire che per
ottenere equilibrio, il momento della potenza P><a, ossia
il prodotto di questa potenza pel suo braccio di leva,
Fig. 40.
deve uguagliare il prodotto R><b della resistenza per il
suo braccio di leva, per il che abbiamo la seguente proporzione inversa:
P: R: : b:a. In questa proporzione, conoscendosi tre dei quattro elementi,
R><b
dei quali formata, si potr sempre determinare il quarto e si avr P : v--,

__ P><a
_ P><a __B><b_
b , b_ R , a_ P .

R_

.
4' Esempio. - Una resistenza uguale a i? Chilg. posta alla distanza di 12 centim.
dal punto dappoggio: qual il peso della potenza da applicarsi all'altra estremit alla
distanza di 48 centim. dal punto dappoggio per attuare lequilibrio?
Soluz. Si avr dalla prima farmela P:VW , onde gli? ::3 Cg., potenza ne
48
cessaria per l'equilibrio.
%' Esempio. - Una resistenza rappresentata da 15 cg. posta alla distanza di

55
8 centimi dal punto dappoggio: a qual distanza bisogner porre una potenza di 12 cg.
per equilibrare la resistenza?
Soluz. Dalla formata a:m si ottiene 15138 210 centimetri, quale distanza fra
,
P
la potenza ed il punto dappoggio.

3 Esempio. - Una potenza di 30 rg. posta alla distanza di 18 centim. dal


punto dappoggio :n quale sar il valore della resistenza da applicarsi alla distanza di 6
centim. dal punto dappoggio?
__Pa si ha Q-1_8
Soluz. Dalla formula R:
:90 cg., resistenza cercata.
4' Esempio. - Una potenza di 30 cg. applicata alla,distanza di 18 centim. dal
punto dappoggio: quale devessere la distanza fra il punto dappoggio e la resistenza di
90,00 per avere lequilibrio?

.
3090
x18
Soluz. Dalla formola b_ PA-l- s1. ricava
:6 centim., distanza fra la resi
stenza ed il punto dappoggio.

REGOLE. - Dalla soluzione degli esposti problemi si pu dedurre le seguenti


regole:
I. Itloltiplicando la resistenza pel suo braccio di leva, ovvero la distanza
da essa al punto d'appoggio, e dividendo il prodotto pel braccio di leva della
potenza, il quoziente sar la potenza cercala;
z. Moltiplicarido la resistenza pel suo braccio di leva, e poi dividendo il
prodotto per la potenza, il quoziente esprimer il braccio di leva della potenza;
3. Moln'plicando. la potenza pel suo braccio di leva, e dividendo questo
prodotto per il braccio di leva della resistenza; il quoziente espmer la resi
sicura, che fa equilibrio colla potenza;
4. Moltiplicando la poten;a pel suo braccio di leva, e dividendo questo
prodotto per la resistenza, il quoziente esprimerci la lunghezza del braccio di
leva della resistenza.
'
Applicazione. - Si cerchi la potenza necessaria per bilanciare un peso di 80 Cg.
su ciascuno dei tre generi di leva.
.

Supponendo: 1 la lunghezza totale di ciascuna leva eguale a 60 centimetri; 2


la distanza fra la resistenza ed il punto dappoggio nella leva di primo e di secondo
genere uguale a 10 centimetri, ed in quella di terzo eguale a tutta la lunghezza della

leva; 3 la distanza fra la potenza ed il punto dappoggionella leva di primo e terzo


genere uguale a 50, ed in quella di secondo eguale a 60 centimetri; si trova per la

leva di
| a

Primo genere: P :59%1_0-: 16,


Secondo genere: P :ia!lzclllzl3,
Terzo genere:

P I 825921196.

\
50
Quindi risulta: 1 Che si favorir una delle due forze allungando il suo braccio
di leva, e viceversa; 2 Che la. leva di secondo genere la pi favorevole alla potenza
e la meno vantaggiosa alla velocit; 3 Che la leva di terzo genere la meno favo
revole alla potenza, ma la pi favorele alla velocit; 4 Che nella leva di primo ge
nere la potenza pu essere uguale, minore o maggiore della resistenza.

Lago di ferro per sollevare le pietre e la carrucola sono leve di secondo genere; il
peso per Vero dire vien leggerito di poco, ma si ha il vantaggio di vincere una resi
stenza proporzionalmente pi forte.

Della leva angolare. - Le condizioni dequilibrio in ogni genere di leva si deter-_


minano osservando che due forze, potenza e resistenza, tendano a far ruotare l'asta
con energia eguale al prodotto della forza per la rispettiva perpendicolare abbassata
dal fulcherosulla rispettiva direzioneattorno allipomoclio, per cui i loro momenti

'

i.

l II:'I._ .n

56

-. ..c.

.
.'--.-.-' _

di rotazione ed i prodotti di ciascuna devono

'

'

essere uguali ad N. Abbassando quindi dal


fulchero C'(Figura 41,) della leva le perpen

dicolari CE e CF sulla direzione delle forze PR


e C, queste moltiplicate rispettivamente per
le prime, danno nellequilibrio prodotti uguali,

ossia le due forze sono in ragione inversa delle


perpendicolari; cosi si ha P:R::CF:CE. Le
Ii;.; n.
'
perpendicolari CE e 01 si chiamano braccia di
forza, le qualivanno distinte dalle braccia di leva. Allorquando le forze agiscono per
pendicolarmente alla verga, le braccia di forza coincidono colle braccia di lva, e in

questo caso la potenza e la resistenza sono in ragione inversa delle braccia di leva.

56. Sistema. di Leve. - Pi leve combinate insieme formano un sistema


dilcvc.
'

.
Sia la leva a due braccia-AB (Fig. 42) 001 fuichero in C collegata colla leva ad un braccio-D1? gi
revole intorno al punto F. Su'ppongasi che in E slavi
applicato un carico Q, ed in A agisca la potenza P.
Per calcolare leffetto di questa combinazione scrivasi
lequazione dequilibrio per ciascuna delle leve, che
la compongono. A tal uopo suppongansi svincolata
le due leve, ed affinch AB sia in equilibrio bisogner

|.- ,_. .-_>


*
che nel punto B operi una forza diretta 2?6780 il basso.
Parimenti sul punto D della leva DF dovr agire una forza diretta allins e tale
da tenere in equilibrio il peso Q. Ma evidente per se stesso, che la forza che tira in
gi il punto B e quella che tira in su il punto D dovranno essere uguali, poich, se
lequilibrio dovr stabilirsi in tutto il sistema, dovr BD trovarsi in perfetta quiete,

e quindi le forze agenti sui punti B e D dovranno compensarsif

'

Chiamando S ciascuna di questeforze, avremo per la leva AB: P :S::BC:AC e per


la leva DF: S : Q :: EF: DF ed avremo P x AC:S x B0 e S x DT:Q >< EF.Moltiplicando

fra loro i membri corrispondenti delle due equazioni si ottiene P x AC x S x DF:S


x BC x Q x EF, e dividendo per S ciascun membro si ha P x AC x DF:Q x BC x EF,
. P
BC x EF
BO x EF
da ClllonxF e P:mXQ.
y
_.

Nella
guisa
si pudicalcolare
dt1n
sistema
di leve qualunque,
e si
vedr
che'stessa
in tutti
i sistemi
lieve, cioletietto
in quelli,
dove
il braccio'minore
edil braccio
della resistenza di una leva si collega col braccio maggiore'della leva seguente, dovr

sempre per lequilibrio essere il prodotto della potenza e dei bracci maggiori uguale
al prodotto della resistenza e dei bracci minori, ed in altri termini: la potenza dovr

stare alla resistenza come il prodotto dei bracci minori sta a quello dei bracci maggiori.
Il prodotto della potenza pei successivi bracci di leva presi alternativamente luno
si e laltro no, partendo da quello su cui agisce la potenza, deve uguagliare il pro
dotto della resistenza per i rimanenti bracci di leva, cio per i bracci presi alternati
vamente luno si e laltro no, partendo per da quello, a cui applicato il carico.

Consegue da quanto si premesso, che il vantaggio meccanico del rapporto tra la


potenza e la resistenza dun sistema di leve o di qualunque combinazione dorgani
si ottiene moltiplicando insieme i vantaggi meccanici corrispondenti ai singoli organi

di cui componosi la macchina.


_Esempio. - Suppongasi nella Figura, che

BC:I decimetro, EF:2 decimetri, IK:1 de


cimetro , AC:8 decimetri , DE:]2 decimetri,
illi::ltl decimetri, e non tenendo alcun conto degli

. .

attriti sr avr P
I
rn;.. i.'.

lx2x.l

8-"x''2xlo x Q; ovvero P : 80

di Q, 0 Q ;-480 P, cio il vantaggio di forza sar di


480 volte la resistenza potendo una forza P tenere

57
in equilibrio un carico 480 volte pi grande (1). Duuqde a misura che si aumenta il
numero delle leve dun sistema disposte tutte col braccio pi lungo per un verso, si
aumenta la potenza, ed allappoggio di questo principio che Archimede si gloriava
di dire: Da nbi consistom, et cwlum_terramque mooebo (Dammifnor della terra un

punto solo: Ed io coordiner la terra o il polo).


Esempio. - Il sistema delle leve soventi impiegato, e parecchie macchine non
si compongono daltri organi. Suppongasi di avere a calcolare lo sforzo esercitato da un

ponzone [t e lo spazio da esso percorso nellazione della macchina per forare le lastre
metalliche nella Fig. 44. Essa si compone di due leve, le quali hanno i loro fulchcri
in o e 0'; allestremit P della prima agisce la potenza, ed allestremit della seconda sta

assicurato un ponzone dacciaio Il. Supponiamo che un braccio della prima a sia uguale a
metri 2,64, laltro 11:0,08, il braccio a' della seconda:0m,72, il braccio b:0m,06, e la

potenza P:20 Chilogrammi.

Soluz. Chiamando a: lo sforzo della resistenza in opposizione alla data potenza si avr

0,72 x2,61 x20 117920 C".


la proporzione 20 : z: :0,06X0,08 20,72X2,64, da cui si ha x:-w-Omxm)g
per pressione esercitata. Per conoscere lo spazio
percorso dalla potenza P per far percorrere un

centimetro al ponzone, bisogna rammentarsi che


gli spazii percorsi dalla potenza e dalla resistenza
hanno il rapporto inverso alle due forze. Ma la po
tenza e la resistenza stanno nel rapporto di 20 a
7920 ovvero dii a 396; per cui, mentre la resistenza
percorre un centim., la potenza ne percorrer 396.

' '

'

' ,.|g_ _

57. Leva a. ginocchio. - La leva a ginocchio e 00mposta di due braccia


congiunte tra loro mediante unarticolazione 0 (Fig. 45), e dun fulchero im
mobile B. Se una forza P si far agire sul punto M nella
direzione MD, ne conseguir una pressione sul punto G
della leva AC, la quale si eserciter pure nel punto A e

perci sul piano, che preme gli oggetti in K.


Infatti sia BD perpendicolare ad MD e BE perpendicolare ad
A0: la condizione deqnilibrio da quanto si disse superiormente
sar PxBD:QxBE ovvero P:Q::BE:BD. Ma a misura che
AC e BC s'avvicineranno disponendosi in linea retta, BE andr

diminuendo a poco a poco no a ridursi quasi a zero, ed allora


si avr P : Q: : quasi 0 : BD cio P potr trascurarsi in confronto
di Q 0 reciprocamente; si potr cos con qualsiasi forza P eser
citare sugli oggetti K una pressione relativamente enorme (2).

Fig. "'5

Perci una tal leva viene impiegata nel torchio monetario dei sigg. Ulhorn e Thon
nelier, nei turchi tipograci, ecc.

58. Della. Leva Fisica e della. sua. Costruzione. - Nella leva sica il peso della
leva inuisce sullequilibrio delle forze applicate ad essa. Il suo peso si deve considerare

(I) Calcolando separatamente il vantaggio di ciascuna leva si vedr, che per la leva AC essendo AC:8 declmetri
")

e BC:1 dosimetro, il vantaggio 8. Similmente per la leva or il vantaggio e espresso da ' =6, per la leva
th dal numero 10. Moltiplicando tra loro questi vantaggi separati risulta il vantaggio meccanico della macchina
intiera :8><6><10:480.
(2) Se la forza P agisse nella direzione ab sull'articolnzione a del ginocchio, il problema sarebbe ridotto al pa
rallelogrammn delle forze. infatti suppongnsi che ab rappresenti una forza 1: costruendo i parallelogrumma Ba Ab,
Bo ed Aa rappresenteranno le componenti della forza 1" e quindi anche le pressioni, che perctl'etto di questa ver
ranno ad esercitarsi tanto in A contro Il corpo da comprimersi, quanto sul punto sso li. Da qui si vede, che quanto
pio sar ottusol'angolo BaA, tanto pi grandi saranno le pressioni, crescendo le componenti M e AB.

58
0

come una forza diretta verticalmente dallalto al basso, il cui punto dapplicazione e
il centro di gravit della leva; per cui la distanza orizzontale fra il fulchero e il centro
di gravit e il braccio di leva di questo peso.

59. Gestruzione della. Leva. -- Fissato per mezzo di linee geometriche


la lunghezza e la posizione della leva, indi in a il fulchero o perno, in b e c
i perni, su cui si articolano le aste mosse dalla leva, le quali devono esser

disposte perpendicolarmente
alla posizione media diquesta,
si determineranno le pres
si0ni sui due perni b e c;
la pressione in o sar la loro
somma, e si avr allora per

ogni perno d=0,151/P, es


sendo d il diametro in centim., P la pressione in Chilogr.
Se la leva ha una spessezza costante, la formula sar quella duna parabola
ordinaria (Vedi Della Resistenza), il cui asse ab, e il vertice nel centro del
perno b, onde rappresentare una resistenza costante. Dordinario per si sosti
tuiscono ai lati della parabola delle linee rette. Nel disegno precedente uno dei
bracci triplo dellaltro; per cui, se la pressione in c :'l, la pressione in 6
::3, e quella in a :4, debbono dunque le sezioni di questi perni stare come
1:3:4: ed i loro diametri come le radici di questi numeri, cio come 1:1,73:2.
Gli alberi, che portano le ruote ed i volanti vanno pur considerati come
leve, il cui peso inuisce sullequilibrio delle forze applicate;
Esempio. - Suppongasi che si vogliano determinare le pressioni, che sostengono i
perni A e B dun albero orizzontale, che porti un volante C ed una ruota dentata D. Se lalbero
fosse simmetrico, il peso si ripartirebbe ugualmente sui due perni, ma dordinario questa
condizione non si verifica; per cui il peso dellalbero si terr sempre applicato nel suo
centro di gravit s.

S'immagini il peso
delvolante3000Cg.,
la sua distanza da
A di metri 0,30, la

distanza da B di
metri 1,58; il peso
della ruota dentata
450 Cg., la distanza
da A met. 0,58, la

distanza da B metri
l-ug. 47.
1,30, il centro di
gravit s 250 Chilogr., la distanza da A met. 0,68 e da B m. 1,20 (Fig. 47).
Soluz. Sostituendo alla resistenza presentata dal perno in A una forza .r, che agisca
verticalmente dal basso allalto, si supponga che lalbero possa girare intorno al sostegno B;
si avr una leva, in cui il peso del volante, della ruota dentata e dellalbero tendono a pro
durre la rotazione dallalto al basso, e la forza z dal basso allalto. Ma siccome per lequi
librio dovr sussistere leguaglianza fra i momenti statici di queste due forze, si avr:
1,88Xz:3000><1,58+450x1,30+250x120, dunque a:_ 163%:2092 Chilogr.
7

Questa forza mrappresenta la pressione richiesta in A. Si otterr quella in B sottraendo


la forza A dalla somma 3700 Chilogr. di tutti i pesi della pressione in A, e si vedr eguale
a 708 Chilogrammi.
,.

59
Esercizii sui tre generi di Leve.

10 Problema. - Un peso di 100 Chilogr. e stato applicato allestremit duna leva


di primo genere alla distanza di 45 centimetri dal fulcro; quale forza, agente pure in
direzione verticale alla distanza di metri 1,50, sar duopo per equilibrarlo.
Solar. Chiamisi a la potenzla richiesta, e si avr la proporzrone 150:45::100:z,

dalla quale si ottiene aII-XRg :30. Dunque collo sforzo di soli 30 Chilogr. si equi
libreranno i 100 del dato peso:

2 Problema. - Il peso di 160 Chilogr. posto allestremit di una verga oriz


zontale distante 11 centim. dal fulcro, e deve equilibrare la. forza di 20 Chilogr.z quale
sar la. lunghezza della verga?

Soluz. Rappresentando con a: il braccio di leva della potenza, per la legge dequi
librio su esposta si avr: 20: 160:: 1122:, da cui w:%:881a verga. dovr avere
la lunghezza di 88+11:99 centimetri.

'

3 Problema. - Unasta, che deve servire di leva, e lunga metri 0,90, e deve por
tare ad una delle sue estremit. un peso di 500 Chilogr.; allaltra estremit si ha un
pesodi 60 Chilogr. da opporglisi; il punto dappoggio distante 20 centim. dal pggo
di 500 Chilogr. Quanti Chilogr. bisogner aggiungervi onde possa fare equilibrio e
?
Soluz. Sia a: il peso da aggiungervi, e si avr laproporzione 20 : 70 : : 60+.z) :500, ossia

500x20:(60+w)x70, per cui si avr: 500x20:(60+z)x70, o 1000:40+7w; 7w:580;


x:Chilogr. 82,857.
4 Problema. - Con una leva lunga 10 metri si vuol alzare un peso di 480 Chilg.
impiegando una potenza di 30 Chilogr.: quale sar la distanza di questo peso del suo
punto dap oggio?
.
Soluz. alla solita proporzione, segnando con a: la distanza cercata, avremo:
30:480::(10-z) ::o, ovvero xx30:480x(10-w); onde z:9,412 e 10-w:metri 0,588.

5 Problema. - Unasta lunga 10 metri appoggiata alle sue due estremit, e


porta un peso di 3000 Chilogr. alla distanza di 4 metri da un suo estremo: quale sar.
la. pressione, che sopporta ciascun appoggio?
Soluz. Sia .e il peso sopportato dallappoggio pi distante dal eso, 3000-z sar
quello che sopporta altro, perci si avr : 614:: (3000-40) : w, ovvero xw:4x(3000-zc),
onde a:1200, e 3000-w:1800.

6 Problema. - Un corpo, che pesa 198 Chilogr., posto allestremit duna leva.
alla distanza. di 10 centimetri dal fulcro, mentre lasta, che forma laleva stessa, pesa
12 Chilogr., e questo peso concentrato nel suo centro di gravit favorisce lazione della
utenza. col braccio di 85 centim.: qual potenza si richiede per lequilibrio esercitando

a. sua azione alla distanza di 160 centim.?

Soluz. Cerchisi la porzione y del cor o, che sar equilibrata dal peso di 12 C_h11g.
della verga, che agisce alla distanza di
centim. dal fulcro, e si avr la propozwne:
y:122285: 10, per cui y:lO2 Chilogr. Il peso dunque, che alla forza rimane da reg:
gore, sar 198-102:96 Chilogr. La potenza. a: richiesta a tal uopo per lequilibrio si
avr. dalla proporzione z:96:: 0:160 da cui 92:6 Chilogr. Dunque con so 0 6_Chilg.
si far equilibrio a 198. Vedasi da ci in alcune circostanze qual vantaggio S1 posso.
ottenere nel far concorrere il peso della leva in aiuto della. potenza.

7 Problema. - Con una potenza di 40 Chilogr. ap licata perpendicolarmente ad


una leva di 120 centim. si vuole equilibrare il peso di 9

verga. biso ner a plicare il fulcro?

Chilogr.: a qual punto della

Solita. e due orzo stanno nel rapporto di 40:920, ovvero come 1:23. Dividendo
quindi la verga in 24 parti eguali, di cui 23 formano la lunghezza del braccio della
potenza, ed 1 quello della resistenza; e dividendo 120 centimetri in 24 parti si ha per
quoziente 5 , per cui il punto dappoggio dovr essere collocato alla. distanza di 5 centim.
alla resistenza. e 115 dalla potenza.

8 Problema. - Una leva di secondo genere lunga metri 2,50; alla distanza di
' metri 0,90 dal punto dappoggio sta attaccato un peso di 960 Chilogrammr: quanti up
mini ci vorrebbero per equilibrar quel peso, supposto che losforzo di ogni uomo sia

di 130 Chilogr.?

"

_ _ _

Soluz. Dal teorema generale si avr la roporzione 2,5010,90::960:P, da cui si ri


cava che P:345,6 Chilg., i quali divisi per 1 0 mostrano che tre uomini bastano, poich

il loro sforzo complessivo risulta di 390 Chilogr., maggiore di 345,6 potenza richiesta
per lequilibrio.

9 Problema. - Una leva di terzo genere lunga 2,60; il peso attaccato alla sua
estremit. ascende a 20 Uhilogr.: a qual punto della. verga. dovr un uomo esercitare
tutta la sua forza per equilibrare-questo peso?
Soluz. Supponendo la forza delluomo di 130 Cg., come nel problema. antecedente,
e chiamando a: il braccio di leva, con cui si esercita la forza, si avr: 130:20:22,60:x,
donde si ricava a::metri 0,4. Il punto domandato distante 4decim. dal fulcro della
leva di terzo genere.
_

10 Problema. - Su duna leva angolare ACB, di cui il


braccio CB di metri 2,5, ed A0 di m. 0,4, qual peso si dovr

7_

impiegare per equilibrare un carico Q di 45 Chilogr., che


tira verticalmente, posto che la leva pesi 10 Chilogr. e che
il braccio di leva del peso della leva sua di metri 0,08; quale
sar inoltre la pressione sul fulchero C?
Soluz. Dalla solita. proporzione si ha P x AC:G xCP+Q XCB,

:Asafg quindi0,4xP:10x0,08+45x2,@5,quindiP; 8 ]2l : 30,125


.

Chilogr. La. pressione sul fulchero si otterr componendo

le due forze, che a iscono luna in G:10 Chilogr. e laltra


_

'

m Q:45 Chilg., e a. orizzontale P:30,125 Chilog.; la pres

F'2- "9

sione sul _erno sar dunque la risultante R di queste forze,

cio n. (G+Q)Z+P :Maozs+4amo,ees:oegoe Chilogrammi.

ARTICOLO X.

Della Carrucola ssa e mobile, e delle Taglie.

60. Della. Garrucola. - La carrueola od anche puleggia o troclea o egl


cese consiste in un disco circolare AB (Fig. 49) di legno o "di metallo girevole
attorno ad unv asse C, che la compenetra nel centro, munito sulla sua circonfe
renza di una incanalatura, che dicesi gola, capace di ricevere una fune PBAQ,

la quale abbraccia ed accavalca una parte della sua circonferenza staccandosi


nei anchi a seconda della direzione delle due tangenti; lasse tenuto da una
staffa N ordinariamente in ferro, detta anche cassa. La carrucola si distingue
in fissa e mobile.
Le carrucole sse girano attorno al loro asse senza. cambiare di posizione; esse pos
sono considerarsi come una leva di primo genere a braccia, uguali, perci di nessun
vantaggio meccanico.
1 Lequilibrio della carrucola si ha quando la potenza uguaglia la resistenza,
20 Le tensioni della fune, alla quale sono applicate la potenza e la resistenza, sono
uguali fra loro;

3 Le velocit delle due forze sono uguali, ma in senso contrario ,


4 La pressione R o carico sul punto d'appoggio a tratti di
fune inclinata sta a una delle due forze P e Q applicate alla corda
come la sottesa BA dellarco abbracciato dalla fune sta al raggio CB
della carrucola.

Infatti unendo il punto A con B si avr un triangolo isscele


ACB simile a CPR, e per conseguenza GR 0 RCP' o P::AB:AC.
Perci risulta che la maggior pressione sul punto d'appoggio G della
carrucola ssa esiste quando le due forze agiscono parallele (i).

(I) La troclea o carrucola ssa, ancorch non sia dalcun vantaggio meccanico, facilita il movimento, impiegando
delle corde o delle catene, cambiando la direzione della forza motrice o della potenza, della perci di rinvio,
essendo molto pi agevole di tirare dall'alto al basso che dal basso all'alto; inoltre il peso del motore in questa
guisa va in aiuto alla potenza.

61
61. Carrucola. mobile. - La carrucole mobile o bozzello quella, che non
solo gira sul proprio asse, ma cambia contemporaneamente di posto nello spazio,
e con essa. il carico, che applicato al suo centro C per mezzo della staffa.
La carrucola mobile (Fig. 50), per poco che si rietta sul modo, con cui
trasmessa lazione della potenza alla resistenza, si riduce evidentemente ad una
leva di secondo genere. Il tratto di fune'y attaccato ad H rappresenta il
fulcro B della leva, C il punto dapplicazione della resistenza,
. ed A quello della potenza rappresentata dal tratto di corda a:.
Allora si avr che il braccio della potenza AB sta a quello
della resistenza CB, come Q: P; ma AB il doppio di
CB, cosi la forza P dovr essere met del carico Q. Ma anche
in questorgano si perde in velocit quanto si guadagna
in forza, poich a Qualunque altezza si sollevi il carico, la
potenza deve percorrere uno spazio doppio della resistenza.
Perci nella carrucola mobile una_forza gualunquepu sempre
far equilibrio ad una resistenza di grandezza doppia, quando
i tratti di fune sono paralleli
Nella carrucola mobile bisogna pure distinguere se i tratti
di corda sono paralleli ovvero divergenti.

62. Carrucola mobile a tratti di corda. paralleli.

- Se si riette sulla Fig. 51, si vede che ciascuno dei


tratti di corda d ed y, che abbracciano la carrucola AB,
sostiene met della resistenza. Q, posto che siano paral
leli fra loro, e lestremit della fune essendo raccoman

data ad un uncino L, questultimo porter una met del


carico Q, perci allaltra estremit del tratto a: baster
che sia applicata una forza P uguale alla met di Q,

onde tenere in equilibrio lintero carico, fatta per sempre

astrazione delle resistenze. Le carrucole mobili vengono

FG- 5"

nella pratica ordinariamente adoperate ad innalzare dei pesi con poca forza

combinando insieme parecchie carrucole sse e mobili, ronde la potenza a


gisca con maggior facilit tirando da alto in basso.

63. Carrgcola mobile a tratti di corda conveg;entil - Quando i


tratti di corda e: ed y non sono paralleli (Fig. 52), il vantaggio di forza mi
nore, la fune abbracciando un arco della rotella minore della semicircpnferenza,

' ein tanto


questopicaso
piccolo,
la leva
quanto
di secondo
pi grande
genere non
la loro
coincide
divergenza;
pi col, P"

'

diametro della rotella, e perci si avr che per lequilibrio la


potenza sta alla resistenza come il raggio della rotella sta
alla corda dellarco abbracciato dalla fune, principio enun
ciato superiormente.
Infatti segnando nella Fig. 52,il carico 0 colla DF, e costruendo
il parallelogramma ADBF, AF:FB:BD:AD rappresenter la po
sono
tenza uguali,
P, e si poich
avr quindi
cAB-l-FAB=AFD+FAB:
P:Q::AF:DF. Ma gliadangoli
un retto,
cAB ed
essendo
AFD

Fig.ii2.
:'

cB perpendicolare,z_rd FB; dunque i triangoli AcB ed FAD sono simili tra di loro, e per
conseguenza si avr AF : I)F :: Ac:AB, donde P><AB:QXAc, che quanto si voleva di

mostrare. Perci nella carrucola mobile la potenza pu essere uguale, maggiore o_minare
della resistenza allo stato (l'equilibrio. Infatti
.

62
71' Se larco abbracciato dalla fune di 60 gradi, la corda corrispondente a questo
arco si confonde col lato dellesagono inscritto ed uguale al raggio, per cui la po
tenza uguaglia la resistenza,
2 Se larco e minore di 60 gradi, la corda riesce pi piccola del raggio, e quindi
la resistenza minore della potenza;
3 Se larco supera 60 gradi, la corda diventa maggiore del raggio, e quindi la re
sistenza pi grande della potenza,
4' Giungendo larco ad nguagliare la scmicirconlerenza, la corda si confonde col

diametro, e la resistenza risulta doppia della potenza, perci quandoitratti di fune sono
paralleli, si ha il massimo effetto.

64. Sistema di Carrucole. - Pi carrucole combinate insieme, in parte

sse ed in parte mobili, o tutte mobili, formano un sistema di carrucole.


Quando parecchie carrucole mobili sono combinate con una carrucole ssa nel
modo indicato nella Fig. 53, si ha un sistema di carrucole. Ora, sapendosi che nella
carrucola mobile la potenza sta alla resistenza come il raggio della rotella sta alla
sottesa dellarco abbracciato dalla fune, il rapporto delle due forze in equilibrio nel
dato sistema si valuta. nello steso modo del sistema di leve.
Se i tratti di ciascuna fune sono paralleli, le corde o sottese uguagliano i dia
metri delle rispettive carrucole, quindi il doppio del rispettivo raggio; per cui nel
caso nostro la potenza. sta alla resistenza come 1 ad 8, oppure al numero 2 preso per

fattore di s stesso tante volte quante sono le carrucole, e la potenza nyuaglia la rest
__ _ _3 stanza dtoiea per la potenza di 2, indicata dal numero delle car

_ Q
rucole, ovvero P_ 2

__ 4 _ 1
, e per conseguenza Pw 2-.

Infatti suppongasi il peso di 4 Chilogr. sostenuto per mezzo di


un sistema di tre carrucole mobili ed una ssa: la corda AP non
sostiene che la met del peso di 4 Chilogr., e la parte della corda
QR sosterr l'altra met; ma questa met del peso sostenuta da
QR divisa in due parti uguali tra AP' ed R'Q; dunque R'Q' non

sostiene che il quarto del peso di 4 Chilogr., e questo quarto e


ancora diviso in due parti uguali tra A"P" e R"Q"; quindi R"Q"

, 4 C non sostiene che 'la del peso di 4Chilogr. Quandoi tratti di fune non

sono paralleli, SI ha per lequrlrbrro, che la potenza sta alla T681


Fl8- 55-

utenza come il prodotto dei raggi delle rotelle sta al prodotto delle sot

;ese degli archi abbracciati dalla fune di ciascuna carrucola.

impiegando pi duna fune si possono combinare diversamente

le carrucole fra loro in modo da produrre quelle'elto meccanico, che


si verr, come lo indica la Fig. 54. in alcuni dei varii sistemi di car

rucole il peso delle casse 0 stalle combatte lazione della potenza, in


altri invece contribuisce con la potenza ad equilibrare il peso principale
0 la resistenza Q.

Bisogna per distinguere i varii sistemi di carrucole propriamente


detti, ove simpiega parecchie corde, iquali sono combinati con varie
carrucole mobili e sse, ma in stalle separate dalla taglia 0 polispoto,
che pure un sistema di carrucole sse e mobili formanti due gruppi
distinti in apposita incassatura con una sola fune continua; esse sono

duso generale nelle arti per sollevare pesi.

65. Taglia. 0 Bozzello o Poltspato. - Fra i sistemi di carrucole pi


comunemente usati (I) per facilitare il moto e l'innalzamento dei corpi si fa
notare la taglia.

(I) L'unlnue di due taglie ad una o pi carrucole congiunte con corde chinmasi coppia o paronro.

Le carrucole nella taglia possono avere lo stesso asse od assi


differenti; nella Fig. 55 hanno lo stesso asse BC e B'C'; la fune, che
savvolge sulle carrucole, ha comunemente i tratti paralleli, perch
ciascuna carrucola ssa e della stessa grandezza della mobile cor

rispondente. La corda e attaccata in M, ed il peso FF' si sospende


alluncino M'. La corda parte da M, attornia la carrucola di BC', e
risale nella direzione pq alla prima carrucola della taglia ssa; essa
s'avvolge attorno di questa, e ridiscende nella seconda carrucola
80', per risalire ancora per p'q' alla seconda carrucola della taglia
ssa; poi ridiscende e si avvolge attorno alla terza, risale nella

terza carrueola superiore p"q", dove viene tratta nel senso di UN


dalla potenza posta in N. La trazione del punto N' fa raccorciare
tutte le corde comprese tra le due taglie, e perci elevarne la mo
bile B'C; il peso, innalzandosi duna distanza FF' la taglia mobile,

s'iuualzer daltrettanto, epperci, siccome sempre parallelo a


80, bisogna che ciascun tratto della fune si raccorci duna lun

ghezza ugualc, e per operare questo raccorciamento bisogna, che la


fune tirata dalla potenza N' nel senso NN' sia duna lunghezza u
guale alla somma dei raccorciamenti delle corde.
Se chiamasi n il numero delle corde, h il raccorciamento di
ciascuna, ed II la distanza NN', si avr evidentemente Il:nh, e

siccome h pure lo spazio percorso dal peso FF', si avr FF':%,


cio il cammino percorso dal peso uguale allo spazio percorso dalla
potenza diviso pel numero dei tratti correnti di fune o per il doppio del

, .

numero delle carrucole, ovvero Q:2x3xP:xP, e quindi P: 2x3 . Se la tagl|a conte


nesse 4 carrucole, sarebbe Q:2X4XP ovvero Q:8xP; onde Q:2xnxl, e P:-2-_n .

1' Esempio. - Quale sar la resistenza necessaria per equilibrare una potenza di
125 Chilogr. applicata a due taglie di 3 carrucole mobili?

Soluz. Si avr [I]126X2X32750 Chilogrammi.


2 Esempio. - Quale sar la potenza necessaria per equilibrare un peso di 176 Cg.
con due taglie di quattro carrucole?
Solua. P:

122 Chilogr., potenza richiesta.

66. Taglia di Smeaton. - Quando si vuol (fare al paraneo una


gran possa, si aumenta il numero delle carrucole, ma allora la sua di

sposizione presenta qualche difcolt. Il celebre Smeaton immagino una


forma di taglia, che porta il SUO nome, o in cui ciascuna delle due casse

porta dieci carrucolo disposte a cinque a cinque, come nella Fig. 56,
ovesse sono vedute di profilo senza fune. Ciascuna cassa ha due ordini
di carrucole, ma nella superiore, che ssa, quelle dellordine pi alto

hanno un diametro maggiore di quelle dellordine inferiore, e la cassa


di sotto disposta a rovescio. Le carrucole sono segnate nella Figura coi
numeri 1, 9, 3, ecc. secondo lordine, con cui sono avviluppate dalla
corda. In questa macchina il peso sostenuto dalla cassa inferiore aggiunto

a quello della cassa istessa uguale a 20 volte la potenza.


Infatti, nellipotesi che ciascuna staffa contenga dieci carrucole,

come il caso della nostra Figura, facile intendere che con questo
taglie una data forza Q:2xm<P.
In tutti i sistemi di taglie, che abbiamo descritti, le carrucole gi
rano sopra assi separati, e non possono mai essere cos bene aggiustate

64
che non freghino anche spesso contro i anchi della cassa. Ne risulta un attrito con
siderevole, che fa perdere alla macchina una parte della sua efficacia pel consumo della
forza, che deve vincere lattrito.
' In ciascuno di questi sistemi non si calcola che la potenza necessaria all'equilibrio;
per produrre il movimento bisogner impiegare un eccesso di frza a cagione degli
attriti _e della rigidezza delle corde. Nelle taglie comuni con due o tre carrueole per

cassa tali resistenze possono ritenersi uguali a 113 o 1,'2 del carico, cosicch nel calcolo si
prenderanno sempre /3 o 3/g di Q invece di Q'. Se le carrueole sono in maggior numero di
queste, la forza crescer fin tanto che si giunge a non aver pi alcun guadagno. Il peso
della taglia inferiore si considerer sempre nel calcolo come parte del carico.

6']. Taglia di White. - Se nella taglia (Fig. 57) le carrueole fossero tutte di ugual
diametro, esse roterebhero con velocit proporzionali alle lunghezze di corda, che pas
-- >-
sano su ciascuna di esse; cosicch quando la prima carrueole della cassa
mobile farebbe un giro, la prima della cassa fissa ne farebbe due, la
seconda della cassa mobile ne farebbe tre, e cosi di seguito. Se
_invecei diametri delle carrueole fossero precisamente proporzionali
alle lunghezze di corda, che passano su ciascuna di esse, farebbero
le loro rivoluzioni tutte nello stesso tempo, e nulla si apporrebbe al
farle girare intorno al medesimo asse, oppure a praticare sullo stesso
disco varie gole, i diametri delle quali seguissero la serie dei numeri
dispari i, 3. 5, ecc. per la taglia inferiore, e la serie dei numeri pari
2,4, 6, ecc. per la taglia superiore. La fune si avvolgerebbe succes
sivamente su ciascuna gola, ed opererehbe nello stesso modo come se
le gole fossero scolpite in altrettante rotelle separate capaci di rotare

indipendentemente le une dalle altre. White su queste considerazioni


costrusse la taglia (Fig. 57), che porta il suo nome. I vantaggi di questa
macchina, quando costrutta con precisione, sono grandissimi, perch
lattrito poco considerevole, anche quando si tratta di vincere grandi
resistenze; ma nella pratica ha tali inconvenienti, che ne diminuiscono
di molto lutilit, e sono: 1 La difcolt di formar le gole di giuste
Fig. 57.

proporzioni, per le quali si deve tener conto anche del diametro


della corda, onde per una stessa taglia non pu servire che la stessa

corda e di un certo diametro, e per poco che i diametri si scostino dalla giusta pro

porzione la corda si tende disugualmente e si rompe; 2 La corda facilmente esce


dalle gole: tutti inconvenienti, che fanno usare una tal macchina, bench ingegnosissima,

raramente.
Talvolta la taglia invece di portare tutte le carrueole sullo stesso asse, le ha disposto
le une sotto le altre cogli assi paralleli e di differente diametro, come 0, 0, O"; la corda

attaccata allocchio e della cassa fissa, e passa sulla prima carrueola della cassa mo
bile C'D'; poi, accavalcando questa prima, risale sullaltra eguale 0", dalla cassa ssa
ridiscende sulla vcarrueola pi grande I, come lo dimostra la Figura, dalla quale si
vede,-come precedentemente, che, onde la resistenza Q si innalzi duna quantit qua

lunque m', bisogna che ciascun centro P si sia innalzato daltrettanto, e chei due tratti
di fune, che la portano, si siano raccorciati di 2><m; se vi sono 211 tratti di corda, o n

carrueole, bisogner che laccorciamento totale, e per conseguenza lallungamento NN',


I

sia uguale a 211 volte m o m:

. E qui si possono ancora darle due disposizioni

21:
differenti: o la corda si attacca alla cassa fissa, ovvero alla taglia mobile; nel primo

caso occorrono in ambe le taglie lo stesso numero di carrucole, mentre nel secondo ve
n' una di meno (Fig. 59).
Y
Anche in questa taglia (Fig. 59), come nella Fig. 58, mentre agisce la potenza P, i

tratti di corda e d e b a si dovranno ra'ccorciare tutti duna lunghezza uguale allo spazio
percorso dal peso Q, onde sar evidente, che la potenza 1 ne percorrer nello stesso
tempo uno cinque volte maggiore ossia uguale alla somma degli accorciamenti delle
corde, che girano sulle carrueole mobili. Da qui ne viene, che in ciascun sistema
di carrueole a tratti di fune paralleli la potenza P sta alla resistenza come lunit al

65
numero dei tratti di fune paralleli, compresi fra la taglia fissa e
la mobile. Si avi per le due Figure: P:Q::lz5, cio il van


raggio di una taglia mobile e due volte
maggiore del numero delle carrucole, che
ne formano il sistema, senza aver riguardo
al numero di quelle portato dalla taglia fissa

indispensabile alla direzione delle corde.


Nelle taglie, dove la cassa inferiore con
tiene una carrucola di meno dellaltra, cio

non ne contiene che due (Fig. 59), il carico


sar distribuito sulle cinque corde a, b, c,
d, e, ed in tal caso saranno cinque le forze,
che vi dovrebbero agire verso lalto per te

nere in equilibrio il carico 0; avremo dun


que: Q:5><P:(2x2+l)l. Se la cassa in

feriore contenesse 3 carrucole, e nella cassa


superiore ve ne fossero 4, sarebbe:

Q:7XP: (92X3+1)P; quindi per analogia


indicando con n, come sopra, il numero

y1

delle carrucole della taglia inferiore, e per


conseguenza con n+l quello delle carru

cole poste nellaltra, si avr: Q:(QXn+1)P;


_

e P:_Q--.

Fig. 50.

'

2n+i

Il primo sistema di taglie ha il vantaggio sul secondo di


non occupare tanto spazio e di essere quindi pi facile a ma
neggiare. Allincontro ha lo svantaggio meccanico di avere le

corde oblique ed incrociate, quindi pi facili ad allungarsi e


suscettive di altri maggiori inconvenienti.
'
Fig. 58.

REGOLE. - Da quanto si disse risulta che:


,
I. Dividendo il peso da innal;arsi ovvero il carico pel doppio del numero
delle carrucole mobili, il quoziente esprime la potenga necessaria per equi
librare questa resistenqa (r); _
2. Aloltiplicand il numero delle carrucola mobili per la potenqa appli
cata, il prodotto esprime la resisterqa necessaria allequilibrio;
3. Aloltiplicando la resistenga per il raggio della carrucola, e dividendo
il prodotto per la corda dell'arco abbracciato dalla fune, si ha la potenza
nella carrucola mobile a tratti di fune convergenti.

Esercizii sui Sistemi di Carrucole.

1 Problema. - Quale sar la forza necessaria per equilibrare 192 Chilogr. con un
sistema. di 4 carrucole mobili, i tratti di fune essendo paralleli?
. _
Soluz. Se chiamasia; la forza richiesta, si avr x:1921:1:2x2x2x2, do. CUI s1 de

duce che z:l2 Chilogr.

2 Problema. - Si vuol sollevare un peso di 472 Chilogr. con un sistema com


posto di 6 carrucola tutte mobili, i cui tratti di fune sono tutti paralleli; quale sar. la
potenza per equilibrare questo peso?
_ _

Soluz. Chmmisi o: la forza richiesta, e si avr: 25:1:z4'72zz, da 01.11 51 deduce:


z:l4,75 Chilgr., potenza, che equilibrer il carico proposto.
' <

(I) Salvo il caso che la carrucola inferiore ne contenesse una di meno, perch allora si seguir la regola enunciala
superiormente

66
3 Problema. - Si vuole far alzare un peso di 864 Chilogr. da due uomini, capaci
ciascuno di uno sforzo di 48 Chilogr.; di quante carrucoie deve essere composta la
taglia a tratti di fune paralleli per aver lequilibrio?
'
Soluz. Sia a: il numero dei tratti di fune, che si riferiscono allincassatura delle car

rucole mobili, e si avr 96:864111 :z, da cui si deduce: m::9. Si richiede quindi
una taglia, che presenti 9tratti di fune all'incassatura delle carrucole mobili, er cui
queste debbono essere in numero di 4, le sse di 5, onde attaccare il capo del a fune
allincassatura delle carrucole mobili ed avere cosi 8+1:9 tra_tti per lequilibrio. Se
invece il peso da sostenere fosse di 768 Chilogr., si avrebbe z: i% :8, la cui met da
il numero delle carrucole mobili, e laltra met quello delle carrucole sse (1).
4 Problema. - Quale sar lo sforzo necessario per alzare un peso di 100 Chilg.
impiegando due taglie, una ssa e l'altra mobile, che si compongono ciascuna di tre
carrucole?
Solaz. Sia a questo peso per le uilibrio, e si avr dalla proporzione
6:1 :: 10 :z:Chilogr. 16,666 ,
peso occorrente per far equilibrio a 100 Chilogr., fatta sempre astrazione de li attriti.
5 Problema. - Con due carrucole una fissa e laltra mobile, coi trat i di fune
paralleli si vuole alzare un peso di 250 hiiogr.: quale sar lo sforzo in Chilogrammi

della potenza?
Solaz. Da quanto si disse al N 62 si avr P:-%-, e tenendo conto delle resistenze
passive, le quali si possono valutare ad 1[10 del carico, si avr.

_e_
10 X _.
2

_M>Q_
XQ__
10X2 _Chilogr.
137,5.

ARTICOLO XI.

Del Tornio o Verricello.

68. Del Tornio. - Un tornio o verricello o oeroeekz'o o barbera semplice


si compone di un cilindro b, il cui asse si appoggia per le due estremit su
due sostegni M ed N, che gira su due cuscinetti o plamacciaoll ordinariamente
in bronzo, ed al quale si comunica il moto con una manovella A. Esso , secondo

le circostanze, ora orizzontale ora verticale (Fig. 60-64).


I!

Il vantaggio meccanico, che presenta. un

,.
"

verricello semplice, dipende dalla lunghezza

della manovella in confronto del raggio del


cilindro, vale a dire, la potenza P sta alla
resistenza Q come b, raggio del cilindro, sta
__ a C, raggio della manovella. Perci qualun

_ differenze, che questa opera con sforzi in


termittenti, mentre i tornii e le ruote ope
"- "' rane in un modo continuo.

F''g . oc.

Infatti. suppongasr. che la corda, che regge

il peso B, e la leva sollecitata dalla potenza siano poste nello slcsso piano normale allasse
del verricello (Fig. 61); ci posto, le due forze P e Q si possono ritenere applicate alle
stremit della,leva falcala m0n, che pu considerarsi rettilinea come P'On; lequilibrio

Il , si. 'ha l\:


,
. . nel noslro caso N=iti
i
, e umi]!
da cui
li) Avendo dimoslraio superiormente che P: _w
_
2P
402 '

N:4,5, cio si richiederebbe 4 carrucole e mezza, e qucslo al olliene uumcnlando di uno il numero delle car
rucola sse, cio prendendonc 4 mobili e 5 sse.

sussister quando i braccidi leva saranno in ragione inversa della in


tensit delle forze P e Q, perci si avr P : Q:: 11' : m', onde il prodotto
del raggio del cilindro per la resistenza diviso per il raggio della mano
_

><n'

vella rappresenter la potenza, e s: avranno le formole P221--;


n
r

1 |

Q: P);m ;n:P_(-; m':i;l

Esempio. - Quale sar la potenza da applicare allestremit


duna manovella di metri 0,75 di raggio per equilibrare una resistenza

Fi8- 6

di 50 Chilogr. posta allestremit di una corda avvolta attorno ad un cilindro di metri 0,25
di raggio?

,
, 0 0,75 : 0,25 : : 50 Chilg.
. : P__O
_ 0,25x50
Soluz. Si. avr P :50::0,20:0,70,

: m,oo Cliilg.

Se il sabbie AB piantato perpendicolar


mente nel centro duna ruota 1) (Fig. 62), alla
quale si avvolge una fune, con cui opera la po- _

lenza nel senso pi del cilindro, allora dicesi


asse della ruota. Quando la ruota gira l'angolo
PoP, il cilindro descrive lo stesso angolo pcp,
ed il punto P descrive larco PP', che misura lan

golo nello stesso tempo, che p descrive larco pp',


ossia hanno descritti spazii proporzionali ai raggi _
porzione collaggiunta del raggio della corda, _

dalla quale deriva lequazione

)1

pp

I? -Rj-'-,
r+m

supponendo il il raggio della ruota, 1 quello del cilindro ed m il raggio della corda;

Talora la circonferenza delle ruote e


armata di caviglie, e la mano dun operaio

fa girare la macchina; tale la ruota del


timone delle navi (Fig. 63). In questo
caso per il calcolo va compresa nel raggio
delle ruote la met della caviglia, ove si

suppone che operi la potenza.

Si distinguono varie altre specie di


tornii; quello a slanghe, quello a ma
nubri, il timpano , che alla circonferenza
della ruota porta dei gradini, su cui
ordinariamente un uomo preme col piede
ponendo in moto la macchina per eiTetto del suo peso, la ruota e pinoli, il timpano
a tamburo, dove nella cavit del tamburo un uomo ed un bue od un cavallo sarram

picano continuamente. Quando il cilindro verticale prende il nome di organo e se ne


distingue due specie principali, cio
quello che si fa girare a braccia
dagli uomini per mezzo di stanghe,

e quello a maneggio,munito di braccia


di trazione, a cui si attaccano ca
valli, buoi od altri animali.
Nellargano comune indicando

con p la forza, con cui un manuale


tira uno dei capi della fune, e con
Q la resistenza, si dovr avere

PxB'+pxr:rxQ. Dalla proporzione superiore si ha pure che PXm=an', e si ottiene


0

PzT-XQ ovvero P:%xQ, essendo r ed R i raggi del cilindro e della ruota, vale a
dire i bracci di leva della potenza e del carico.

68
Nella pratica tuttavia, per ottenere il movimento, la forza dovr averepna grandezza
notabilmente maggiore di quella data dallequazione dequilibrio, dovendosi nel movi
mento vincere lattrito dei perni contro i loro cuscinetti e la rigidezza della corda, la quale

consuma una parte non trascurabile della forza. Tutte queste quantit perci debbono ti
gurare nel calcolo; onde, se si rappresenta con E la pressione dei perni prodotta dal peso
stesso F della ruota e dallazione delle forze P e Q, con a il raggio del tornio e con f il

coefciente dattrito, la grandezza dellattrito sar uguale ad fxE:f(F+P-t-Q), e dovr


riguardarsi come unaltra forza applicata alla circonferenza del perno. Tenendo perci
conto dellattrito si avr per lequilibrio: PXB:QXr+fXExa; perci P:Q%L>-a'

Si terr conto della rigidit della corda aumentando il braccio di leva r del carico di una
met della grossezza della corda stessa, ovvero calcolando a parte la resistenza S dovuta
K + Q)<tl2

alla rigidit della corda colla formula S:

, e comprendendola nel carico Q; K


_,.

esprime un coefciente fisso dato dallesperienza (Vedi Della Resistenza dei Man).

In pratica si considera il valore della forza complessiva della resistenza dovuta allat
trito ed alla rigidit della corda uguale ad 1/3 del carico, e nei casi pi favorevoli, quando
la rigidit sia poca, si pu ritenere tra 1/i e 1/; del peso Q. Si usano secondo i casi le se

_ r

_4><"

___5><

-6xr

guentr formale. P-R- (Q+ Q)-_3xR xQ, oppure P_4rxR ><Q, ovvero P_5xQ XQ.
Quando occorrer anche tener conto del peso della fune si osserver, che la potenza
potr diminuirsi a misura dellaltezza,'a cui verr portato il carico, e perci in ragione

della lunghezza avvolta sul cilindro; cioper muovere il carico con velocit costante la
zione della potenza dovr essere pi grande al principio del moto'e andar diminuendo no
al termine di esso.

69. Sistemi di Tornii. - Diconsi sistemi di tarati o di eerrieelli le


loro composizioni, in cui concorrono due o pi verricelli, ovvero in cui la po

tenza applicata all'estremit d'una manovella, la quale, essendo posta sull'asse


dun rocchetto, si trasmette ad una ruota, che gira sullasse del cilindro, ed

attorno alla quale avvolta una corda, che porta la resistenza, onde a. questi
appartengono lasse ripiegato, i sistemi di ruote, la barbera daferenzz'ale
ed i votanti.
70. Albero od Asse a gomito o ripiegato. -- Lasse ripiegato ABC (Fig.65) e posto
in moto mediante una forza alternativa, che agisce dallalto al basso e viceversa oppure

in qualunque altra direzione pro


ducendo un moto circolare; lazione

della potenza si esercita colle braccia


dei gomiti AB come sulla manovella
del tornio, il cui cilindro e rappre
sentato dallasse stesso , e sopra
laltro gomito o ruta si opponela
reazione della resistenza. Talvolta
Fig. 65.
_
allestremit di questa ruota corri
sponde il punto dappoggio, mentre la resistenza congiunta allasse medesimo, e nel moto
si avanzano insieme, come nei legni a vapore e nelle locomotive, dove le ruote motrici
trovano nei primi lappoggio sullacqua, e nelle seconde sulle rotaie, mentreil loro asse,
che rappresenta quello del tor'nio, avanzandosi con un moto progressivo,assieme al legno
ed alla locomotiva stessa, la potenza applicata al gomito dellasse lo fa girare in un verso
mentre la resistenza reagisce, in virt del punto dappoggio nel verso di far ruotare in

opposta direzione lasse medesimo.

.
' Nellequilibrio dellasse a gomito la potenza sta allaeresistenza come il raggio della ruota sta

al braccio del gomito o della ritanoaella (i).


.

.
- ,: ,'i"<.

4,.0 ..".
'

(I) Giova notare, riguardo allasse ripiegato, che nel moto la potenza col girare del gomito o della manovella agisce
J

69
71. Volanti. - Alla classe dei tornii appartengono 1 cos detti volanti, i quali sono
grandi lruote pesanti animate da una rotazione continua, che servono a regolare

il movimento nelle macchine ed a renderlo perci uniforme. Il centro di gravit. dei


volanti deve coincidere col loro centro di rotazione, altrimenti la ruota sarebbe a
ciascun istante spinta pi da un lato che dallaltro, ed il suo movimento non potrebbe
riuscire n regolare, n uniforme.
Molti esempi sincontrano nelle arti e nei mestieri delluso dei volanti. Cosi lar
ruotino ha la sua mola munita dun volante, il quale modera le perdite ineguali di
velocit, che quella subisce mentre egli aila ed arruotai ferri e gli strumenti (Vedi

Dei Volanti).
72. Verricello chinese. - 11 verricello chinese o burbero diferenziole o bipartita
consiste in un subbio diviso in due parti di differente raggio A e B (Fig. 66), il quale
passando da un cilindro allaltro abbraccia
una carrucola mobile, a cui si appende il
carico Q ; al girare della macchina si

svolge in senso opposto la. fune dal cilindro


minore e savvolge sul maggiore B. Questo

verricello molto in uso nella China e chia


masi perci verricello chinese.
.
Le condizioni dequilibrio sotterranno
riettendo, che lo sforzo della. resistenza si

divide in due parti eguali sui tratti della


fune, e che col tratto avvolto al cilindro di

raggio minore si oppone alla resistenza,


mentre allaltro raggio la favorisce. Da ci
si deduce, che nel verricello chinese la po
tenza sto alla resistenza come la semidife
renza dei raggi dei due cilindri sta alla lunghezza della manovella.

Infattisiano Il ed 1 i raggi dei due cilindri A e B, ed L la lunghezza della manovella, cui


applicata la potenza P, la tensione di ciascun tratto di fune z edy uguale a-12 :Q,quella del
tratto di fune appartenente a B favorisce il carico 0, mentre laltra del tratto avvolto ad A

1
lo contrasta. La tensione del primo tratto ha per momento Qr, mentre quella del se
condo tratto ha --QR*, il momento della resistenza risulta dunque
t

I.

"gQT-QRWQ-

e quello della potenza ed LP per lequilibrio si deve quindi vericare

_ 1

. .. i

LXP-Q(R-r), ovvero P.Q.. 2(P1

.
r) .L, 0 P_

(R-f)
2xL

xQ.

linconveniente di questa macchina di richiedere una eccessiva lunghezza della


corda quandosia considerevole laltezza, motivo per cui se ne fa poco uso.
Il vantaggio meccanico, che risulta da questo sistema, nello stesso rapporto che
la semiditlerenza dei due raggi del cilindri al raggio della manovella. Questo rap
porto esprime nello stesso tempo lo spazio percorso della resistenza comparativamente
a quello percorso dalla potenza.
.

1 Esempio. - Quale sar la potenza necessaria ad equilibrare 145 Chilogr. su dun '
verricello chinese, i cui cilindri hanno uno metri 0,25 di raggio e laltro metri 0,15, e la
manovella,su cui agisce la potenza, lunga metri 0,50?

con braccio variabile, e quindi varia il rapporto della potenza alla resistenza nello stato d'equilibrlo, anzi vi hanno due
posizioni. in cui lell'etlo della forza nullo. Parimenti nella locomozione, passando il punto d'appoggio sulla periferia
della ruota, la macchina diventa nna leva di Secondo genere, e varia anche per questa circostanza Il rapporto della
potenza alla resistenza, la quale trasportata sull'asse.

'70
"'
_
Soluz. Applicando la formula avremo P: 145:: ...)'
"
di :50 ovvero P:gl45zz-o- :50; da
_w)
-

cui si ricava P: 145x5 _ r ,


50

_-H,o0.

2 Esempio. - Qual peso si potr sollevare con un verricello chinese formato di


due cilindri, uno di 15 centim. di raggio e laltro di 22 centim., se la manovella ne ha 42,

e la potenza disponibile di 45 Chilogrammi?

Soluz. Dalla formola avremo P : Q : :

: L , quindi Q =_I-Ix-Ii , ovvero

2
Q:

(T_)

= 4- :540 Chilogrammi.

2
.
3' Esempio. - Qual lutile delleffetto meccanico di un verricello formato da due
cilindri, l'uno di 20 e laltro di 10 centim. di raggio, e mosso da una manovella di 50 centim.

di raggio?
Soluz. Lutile meccanico si otterr dalla formola superiore, e si avr 50:

2:10,

ciol Chilogramma applicato allestremit della manovella far equilibrio ad una resi
stenza di 10 Chilogrammi sospesi alluncino della carrueola mobile; ma per il carico non

sinnalzer che ad una quantit eguale alla decima parte dello spazio percorso dalla ma
novella.
4" Esempio. - Quale sarebbe lutile meccanico nellesempio precedente, se i ci
lindri fossero posti su assi differenti, e portassero un doppio ingranaggio, il raggio della
cui ruota fosse uguale a 30, e quello del rocchetto a 50 centimetri?

.
.
Soluz. Lutile meccanico :50 :

20 - l

30
.
.
.
)x 5 *60, Il che vuol dire che l Chilg.

posto allestremit della manovella far equilibrio a 60 Chilogrammi, ma la resistenza non


sinnalzer che la sessantesima parte dello spazio percorso dalla potenza.

'73. Sistemi di Ruote. - Chiamansi sistemi o congegni di ruote le come


binazioni degli assi della ruota. I pi semplici sono quelli, in cui il moto da
un tornio allaltro avviene per mezzo di coraggio e difuni in causa dellattrito
tra queste e le ruote, che abbracciano, come nella
Fig. 67; nella seconda Figura le funi sincrociechiano
I=>

e ruotano in senso opposto, come indicano le freccie.

Un tal sistema di trasmissione di movimento per

mezzo di coreggie senza ne tese sopra ruote o tam


buri si suol adoperare in tutti quei casi, in cui sia
grande la distanza tra gli assi delle ruote, e piccola la
velocit da trasmettersi. La comunicazione del moto
ha luogo da se in forza dell'attrito, che per tensione
della eoreggia si esercita tra questa e la circonferenza

della ruota, e che impedisce alla prima. di strisciare

Et 7
sulla seconda. Soventi volte a trasmettere un movi
mento si usano catene, i cui anelli aerrano apposite prominenze disposte sulle
periferie delle ruote. Ma il caso pi frequente e che merita di fermare latten
zione e quello, in cui, invece di ruote collegate da cinte di cuoio e catene, si
adoprino a trasmettere un movimento ruote dentate dette ingranaggi, special

mente quando la forza da trasmettersi da una ruota allaltra sia considerevole,


e queste non siano molto distanti fra loro. La ruota, che d il movimento
allaltra, si dice ruota movente o conduttrice, e quella, che lo(riceve, ruota

71
cedente o condotta. In ogni incastro di due ruote disuguali la ruota mag
giore, che gira pi lentamente, dicesi ruota lenta, e laltra, che si rivolge
pi spedita, ruota celere 0 rocchetta, e i suoi denti all 0 pinne. Le ruote
dentate si possono considerare come due dischi cilindrici cogli assi paralleli
e le loro supercie convesse in contatto. Se luno di essi gira intorno al suo
asse, anche laltro roter in senso opposto al primo a causa dellattrito, in
guisa che le velocit dei due cilindri alla periferia sono uguali fra loro.
infatti siano 00' i centri dei cilindri (Fig. 68) ad una

distanza invariabile, A il loro punto di contatto, ed il movi


mento duna d'esse nel senso AN, che obbliga laltra a ruo

tare nel senso opposto AA", in guisa che tutti i punti delle
loro superficie vengano a mettersi in contatto senza scorri
mento; si avr che, allorch la prima ha girato dun angolo a,
la seconda avr ruotato dun angolo a' tale, che il suo arco
Flg 68
AA e uguale allarco AA' della prima, poich i diversi elementi piccolissimi della circon
l'erenza 0 debbono essere applicati su elementi della stessa lunghezza della circon

ferenza 0'. Si determiner il rapporto della velocit angolare di un punto del rocchetta a
quello della ruota osservando, che i due archi AA e AA" debbono essere percorsi nello
stesso tempo; onde, essendo 1 il raggio del rocchetto ed E quello della ruota, si avr AA'=ar
.
a
e AA":a'R, ma Siccome
AA:AA", a'l:ar, SI. avr . a':a::r:R o _,:l,;
dunque le vie
a
r
locit angolari del rocchetto e della ruota sono in ragione inversa dei raggi delle due

circonferenze.

Perci quando la ruota avr fatto un giro o descritto 360, il rocchetto avr descritto
360'xl:. Se B doppio dir, il rocchetto avr fatto due giri mentre la ruota ne avr
fatto un solo, e quando la ruota avr fatto n giri, il rocchetta ne avr fatto n', in guisa che

il numero dei giri fatti dal racchette e dalla ruota nello stesso tempo avranno fra loro la
.
11' : A-;
il questi. numeri. sono .in ragione
.
.
relazrone
n , :n x R; 0 T
inversa
dei. raggi..

inversamente, conoscendo il rapporto della velocit da darsi al rocchetta ed alla


ruota, volendo, ad esempio, che il rocchetto faccia 620 giri mentre la ruota ne far 9 e che
la posizione dei centri 0 ed 0' sia data, si divider la distanza in due parti proporzionali ai
numeri 0 e 20: la maggiore former il raggio della ruota,e la minore quello del rocchetto.
Nel maggior numero

dei casi del verricello com


posto, la. potenza P appli

cata all estremit duna


manovella R, che, postasul
lasse dun rocchetto b, tras
mette questa potenza ad
una ruota il, che gira sul
lasse del cilindro r, attorno

del quale avvolta una


corda, che porta la resi
stenza. Sovente per, in
lig, ce.
vece duna coppia din
granaggi, ve ne sono due, come nella Fig. 69, ed allora la ruota il porta sul suo asse
un secondo rocchetto b', il quale incastra con una seconda ruota a', che fa sistema
col verricello r, sul quale savvolge la corda, che sostiene la resistenza Q.
In un verricello composto di una o pi coppieydingranaggi, bisogna mettere
nella regola, oltre al rapporto fra il raggio, la manovella ed il cilindro, il rapporto

fra i raggi dei rocchetti bb' e quelli delle ruote aa', a pel caso della Fig. 69 si avr
P : Qz:bxb'xr:axaxlt, ossia la potenza sta"alla resistenza come il prodotto dei raggi
del rocchelli e del cilindro sta al prodotto dei raggi delle ruote e della manovella.

72
Se nel rotismo vi fosse una ruota dentata senza rocchetto, nellapplicare questo

teorema non si deve computare nei fattori aa'..... poich farebbe le veci duna carru

cola ssa, che trasmette la forza colla stessa intensit che la riceve, come farebbe una
leva a braccia uguali. Una tal ruota non serve che a cambiare la direzione, in cui

girano le ruote seguenti; perci in qualunque rotismo le ruote dei numeri impari gi
rano in un verso, e le ruote dei numeri pari girano in direzione opposta.

'74. Disposizione delle Ruote. - Nei casi pi comuni le ruote sono dis

poste in modo, che lasse, su cui agisce la potenza per mezzo della ruota motrice
o di una manovella, porta la piccola ruota detta rocchetta, che incastra
colla ruota grande posta sopra l'altro asse ponendola in moto. il secondo asse

pu alla sua volta portare un rocchetto, il quale trasmetta il movimento ad


una ruota posta sopra un terzo asse,
e cos via. Questo si fa particolar
mente per non dare alla ruota ed
al rocchetto delle grandi proporzioni.
Impiegando un sistema consecutivo
di ruote e di rocchetti, si avr che
la manovella A di raggio R fa muo

vere il rocchetto a di raggio r unito


alla medesima, il quale fa ruotare la. ruota B di raggio R', e questa fa ruo
tare il secondo rocchetto b, che gli unito, il quale partecipa il suo moto
alla ruota Q di raggio R, la quale fa pure muovere il rocchetto e di raggio r,
che pone in moto la ruota D di raggio R'", e questa pone in moto la ruota
0 di raggio R"" (Fig. '70), moto, che tratteremo molto completamente nel
corso di questo Trattato.
REGOLE, - Dai su esposti esempi si deducono le seguenti regole:

_ l. Moltiplicando la resz'stenga o il carico da sollevarsi per il prodotto


del raggio del cilindro e per i raggi del roca/retti, e dividendo il prodotto
del raggio della manovella per tutti i raggi delle ruote, il quogiente esprime
la potenza da applicarsi allestremit della manovella per far equilibrio alla
resistenza ;
.
2. Moltiplicando la poten;a per il raggio della manovella e per i raggi
delle ruote, e dividendo questo prodotto per il raggio del cilindro e per i
raggi dei rocchettz', il quoqiente esprime la resistenqa, che sar equilibrata
dalla potenza data;

3. Moltiplicando fra di loro i raggi dei rocchetli e del cilindro, e di


videndo questo prodotto per i raggi delle ruote edella manovella, il quo/{l'ente
esprime il rapporto fra la potenqa e la reszstenqa.

Esercizii sul Verricelli composti.

'10 Problema. _ Qual peso si potr equilibrare con un tornio, di cui il raggio
del cilindro e di metri 0,25, e quello della ruota di metri 1,80, impiegando una potenza

di 290 Chilogrammif?
_
_
Soluz. lndicando' con r il raggio del cxlindro e con R quello della ruota, con P la
potenza e con Q la resistenza, s1 avr dalla2&;olorzione P:Q::rzR' sostituendovi
i valori cogniti 290:Q::0,25:1,80, quindi (22- X
L: 2088 Chilogr" peso da e

quilibrarsi colla potenza data.

73
2 Problema. - Quale sar la lunghezza da darsi alla manovella, sulla quale deve
agire una potenza di 125 Chilogr., per equilibrare un peso di 800 Chilogr., impie
gando un argano avente un cilindro di metri 0,15 di raggio?

Soluz. Stabilendo la proporzione del problema antecedente e sostituendo i valori


cogniti si avr P:Q::rzR, onde risulta 125:800::0,15:R230_0122 = O",96, lun
ghezza da darsi alla manovella.
.

3 Problema. - Qual peso bisognerebbe attaccare alla corda della ruota d'un
tornio, se a quella del suo cilindro sta appesa. una resistenza di 4700 Chilogrammi,

affinch il peso della ruota, che ha una velocit di metri 73 '/s(per minuto, imprime. alla
resistenza una velocit. di 120 metri ogni 15 minuti ovvero i 8 metri er minuto?
Soluz. Su unendo o: il peso richiesto, si avr (dal N 51 e52), che mx 3 13 :4700x8,
per cui m:0 ilogr. 512,72.

4 Problema. -- Si vuole alzare un masso di pietra pesante 9680hllogrammi Im


piegando un verricello, al quale va unita una ruota, il cui raggio sta a quello del
verricello come 2 a 9: qual potenza bisogner applicare alla ruota ?'
Soluz. Sia a: questo peso, e per lequilibrio si avr la proporzione 9:968::2:z
dalla. quale ricavasi che x:215 ila Chilogrammi, cio per alzare il masso di ietra. c
vorr un peso maggiore di 2151/9 Chilogr., facendo anche astrazione dein at riti.

5 Problema. - Si vuole alzare un carico di 4000 Chilogrammi impiegando una


grue con un verricello, al guaio va unito un paio dingranaggi, i cui raggi delle
ruote sono uguali 11 metri ,40 e metri 0,45, nello della manovella a. metri 0,32,
quelli dei rocchetti a metri 0,08 e 0,10, e que o del verricello a metri 0,09: quale
sar la potenza da a plicarsi alla manovella?

Soluz. Dalla rego a superiore avremo P:Q:: rxr'Xrc :RXR'XR", dalla quale si
.

Q><r><r'xr

4000x9x10x8

ricava, che P :__ RxRme :

45x40x32

h.l
. .
= 50 C 1 ogr . , potenza n 0h resta .

ARTICOLO XII.

Del Piano Iuclinato.

75. Piano In'clinato. - Il piano inclinato una supercie piana, che


forma un angolo pi o meno acuto col piano orizzontale.
Le questioni relative a questorgano meccanico si riducono alla ricerca delle con

dizioni, sotto cui un carico posto sopra di esso vi pu rimanere in equilibrio o pu


essere posto in movimento.

Allorch un corpo trascinato lungo un piano verticale, il suo peso sostenuto per
intiero dalla potenza, e perci questa uguaglia il peso, che si solleva, o la resistenza. In

vece quando il corpo trascinato sopra un piano orizzontale, questo piano sostenendo il
peso, non si richieder che una forza bastante per vincere lattrito, che si sviluppa nello
scorrere del corpo sul piano.
Ma se il corpo trascinato su dun piano inclinato, la potenza necessaria per innal
zarlo star in un certo rapporto collmclinazione del piano.
Infatti, se si rappresenta col triangolo rettangolo
ABC la sezione verticale di un piano inclinato, di cui
il cateto AC sar la base, il cateto AB l'altezza, BC
lipotenusa o la lunghezza, sulla quale trovasi il
, corpo, il cui centro di gravit sia M, e se ne rappre

sentiamo il peso Q colla retta MX, che pure la dire


zione della gravit, una forza P, espressa da M1 e di
retta secondo MD parallela al piano, deve trattenerlo

sulla 80 risultante di P e Q, ovvero la MO dovr es-

F"" 7

sere perpendicolare alla 80; vale a dire, che rappresentando con MX il peso dun corpo
oppure la resistenza R, chiaro che la MI uguale alla Oli, e dovr rappresentare la p0<
lenza P. I due triangoli simili ABG ed OMX daranno le seguenti proporzioni: 0X : MX :.
BA: BO, ovvero, essendo OXIIMIP ed MX III, si avr P: Q::BA:BC.
710

'

74
Quando nel piano inclinato la potenza agisce parallelamente al piano, essa sta alla
resistenza come l'altezza del piano sta alla sua lunghezza.

Dalla proporzione superiore facendo AB-Ia, (2le ed MX, o il peso del corpo,=Q, si
a
avr la seguente formula: P:Qx
T.

Se invece la potenza agisse in direzione MF' parallela alla base del piano inclinato.
restando la MX uguale al peso, la risultante sar rappresentata dalla MG e la potenza dalla
Ml]. Ma HM:GX, il triangolo MGX simile al triangolo ABC, onde si avr CX:MX::AB:AC

ovvero P: 0 ::All : .\C; perci nel piano inclinato, in cui la potenza agisce parallelamente alla
base, per l'equilibrio la potenza deve stare alla resistenza come laltezza del piano sia alla sua
base; perci dalla proporzione si avr la formola: Q: P xil.
L'attrito del corpo sul piano inclinato uguale alla pressione Q moltiplicata pel
coefciente d'attrito, quindi si avr la formola: attrito:Q x

l'_><L

l .
Nel moto in ascesa chi deve superare questo attrito la forza P; nel moto in discesa
.
.
.
.
.
b
la dill'erenza
dambidue;
nel puma
caso la forza, che produce Il. movrmento,
e:Qx->I+P;
nel secondo =Qxb--f - .

1' Esempio. - Quale sar la potenza occorrente per far equilibrio a 1000 Chilogr.
su dun piano inclinato di metri l,20 daltezza e metri 4- di lunghezza, supposto che questa
forza agisca: l parallelamente alla lunghezza del piano; 2' parallela alla base delmedesimo?
Soluz. Supponiamo, che il piano inclinato sia lo stesso della Fig. 71. Nel primo caso
avremo dalla proporzione P:Q:: AB :BC, sostituendo i valori cognti P:10001:l,20:4, ossia

l000x1,20
P:__ =300 Chilogr., potenza richiesta.
Per la seconda risposta bisogna conoscere la base del piano inclinato; ma considerando
il triangolo rettangolo ABC si otterr: M]: l/BC-ABI:\/l-J,MI Vl4,56:3,82 circa.
Perci si avr P: Q : : AB : AC. ovvero P :1000: : 130:3,82, onde

P: 1-0-0258-32_0: Chilogr. 314,14, potenza cercata.


, .
2" Esempio. - Quale sar la potenza necessaria per fare equilibrio ad un carico di
5275 Chilogr. posto su dun piano inclinato, la lunghezza del quale di 45 e l'altezza ver
ticale di 4 metri?
5275x4

Soluz. Dalla proporzione superiore avremo: P= T: Chilogr. 06,66, potenza


richiesta.
3 Esempio. - Un peso di 525 Chilogr. posto su dun piano inclinato di 15 metri
di lunghezza e 3 daltezza: quale sar la resistenza, che far equilibrio alla potenza?
525x3
Solus. Si avr: Q:

15

2105 Chilogr., resistenza cercata.

4 Esempio. - Quale sar la pressione esercitata da un grave, che pesa 5014 (13.,

posto su dun piano inclinato lungo 25 metri ed avente per base 13 metri?
Solar. Si avrzi:m:(lbilogr. 2607,28, pressione domandato.

REGOLE, - Dal n qui detto apparisce che:


I. La resistenga, moltiplicata per laltezza del piano e divisa per la sua
lungheqqa, d la potenza necessaria per mantenere il corpo in riposo nel piano
inclinato;

2. La potenza moltiplicata per la lunghegga delpiano e divisa per laltegga,

'uguaglid la resistenza,
3. La .potenga moltiplicata per la base del piano inclinato e divisa per
ila sua lunghezza uguaglia il carico su questo piano o la resistenza.

75
Esercizii sul Piani Inclinati.

1 Problema. - Qual peso bisogner, impiegare per mettere in moto un grave


di 100 Chilog-r. su dun piano inclinato avente 6 metri di lunghezza e 4 daltezza, se

la potenza agisce parallelamente al piano inclinato?


Soluz. Sia a: questo peso. e dalla proporzione su eriore avremo la seguente equa
zione: a: x 6:100x4, dalla quale si ricava z=Chi ogr. 66,66, peso richiesto per far

equilibrio a 100 Chilogrammi.


2 Problema. - Un corpo su d'un piano inclinato di 27 metri di lunghezza e 12
daltezza tenuto in equilibrio da un peso di 68 Chilogr., tirato parallelamente al
piano inclinato: quanto peser il corpo messo su questo piano?
Soluz. Sia a: il peso, e si avr: le2:68x27; 2:153 Chilogrammi.

3 Problema. -- Supposto che un cavallo vada alg>asso salendo su per una buona
strada in pietrame asciut a avente il 2 per 030 di pen enza. qual sar il maggior ca
rico che potr. tirare?

Soluz. Dalle formule su esposte si avr: P 2] X Q +--fo La forza di un cavallo,


che vada al passo, si valuta in media a '70 Chilogrammi, per isoliti carri da trasporto,
onde f: 1/m,

er cui si avr:

2
l
.
.
'70 :-5Q +-160- Q:-2<Q, donde Q:25 x70:1750 Chogrammr.

Un cavallo potr dunque tirare su questa strada no a 1750 Cl)ilogr., _mentre. se-au
desse allingi, con pochissima forza potrebbe trascmare qualsras1 carico, essendo in
tal caso fx Q:aQ.
4 Problema. - Qual forza sar necessaria per far salire un peso di 600 Chilog.
su di un piano inclinato, se la pendenza di questo sulla lunghezza di 12 e l'altezza
di 1 metro, il coefciente dattrito essendo di ?

Soluz. Cerchisi la base del piano inclinato, e si avran%5: V1211- ii: 11m,95. Lat
trito tanto nellascesa quanto nella discesa sar:60x-f2-X: Chilogr. 74,7 e la
forza P:600x-112-:50 Chilograrnmi.
La forza per farlo salire sar:74.7+50:0hilogrammi 124.7:

la forza per farlo discendere:74,7-50::0hi103rammi 24,7 (I).

ARTICOLO XIII.

Del Cuneo.

76. Cuneo. - Il cuneo un prisma triangolare, e pu considerarsi come


formato di due piani inclinati congiunti insieme alla loro base.

(I) Quando il coecienle dallrllo fosse , lallrllo sarebbe 600><

44.95
4
42 x -_
45 : 59, 8 3, menlre il corpol ende
1

4
a discendere con una forza P=600 ><T2- :50 Chilogramml; perci nel movimenlo in dlsvesa la forza lraenle do
vrebbe agire In opposizione al molo con 50--3933: 10.|7 Chllogramml, qualora non dovesse accadere nel molo
nessun acceleramenlo.

'76
Lo spigolo ABC, che unisce gli angoli dei due piani
inclinati, dicesi taglio e lo del cuneo; le due faccio AC
e BC adiacenti ai suoi anchi, e la faccia AB opposta al

tagliente prende il nome di testa del cuneo. La retta. con


dotta dalla met della testa tagliente chiamasi asse del

cuneo.
Quest'organo meccanico, tranne che per esercitare
delle pressioni, non si adopera come una vera macchina,
ma. serve piuttosto per disgiungere le parti di un corpo,
o per separare due corpi attaccati insieme spingendo
sempre il suo tagliente fra. luna e laltra. parte da
staccare.

Due casi si presentano nel cuneo, come nel piano in


clinato: le due resistenze possono agire in direzione per

pendicolare ai anchi del cuneo, o possono invece essere


dirette orizzontalmente, cio perpendicolarmente all'altezza del cuneo.

Rappresentisi colla, retta PC la potenza P applicata sul mezzo D della testa del cuneo
e ad esso perpendicolare: questa forza, formando il parallelogramma PECF, rester decom
posta nelle due CE e CF, le quali tenderanno rispettivamente a tenere in equilibrio le re
sistenze, che si trovano sui piani inclinati ADC e BDC, agendo parallelamente ai due piani

stessi. In questo caso sappiamo [N 75], che la potenza sta alla resistenza come laltezza
alla lunghezza del piano: dunque. per la faccia del cuneo sar: CEz-%::AD:AC ossia
2XCE : Q :: AD : AC. La stessa proporzione si avrebbe per la faccia 80, poich le resistenze,
che si oppongono alle due faccie, si suppongono eguali. Ora essendo le forze CE e F0 ov
vero 2><CE equivalenti alla potenza P , sar: P: Q :: AD : AC.
Se l azione delle pressioni si esercitasse perpendicolarmente alla loro base
comune rappresentata dallasse DC del cuneo, allora si avrebbe [N '75], per ciascun

Q ::AD : DC, e quindi P : Q : 2 AD : DG.


fianco del cuneo % : -2Dunque nel cuneo isoscele la potenza sta alla resistenza come AD, met della
testa del cuneo, sta al lato A0 del medesimo, e si avr. perci P : Q : : AD : AC.

Se il cuneo fosse equilatero, risulterebbe AD:%, e per conseguenza P : Q: :1 :2,


cio nel cuneo equilatero la potenza sta alla resistenza come l a 2.
Quando la forza Q 0 le resistenze operano perpendicolarmente ai anchi del cuneo,
la potenza sta alla resistenza come la larghezza del dorso sta alla lunghezza del anco del cuneo.

1' Esempio. -- Quale sar la resistenza, che si potr tenere in equilibrio con una
potenza di Chilogr. 80 impiegando un cuneo, la cui grossezza AB di 8 centim. ed il lato
AC di 20 centim.?
Soluz. Sostituendo nella su esposta proporzione P: Q:: AD: ACi valori dati, si avr:
80:0 : :4: 20, onde ricavasi che Q:-Q_ag 2400 Chilogrammi.
2' Esempio. - Qual resistenza si potr vincere da una forza di 180 Chilogr., impie
gando un cuneo, la cui testa abbia 4 centim. di larghezza ed i cui lati siano lunghi 15 cen
timetri, non tenendo calcolo dellattrito?
.

Soluz. Dalla proporzione superiore avremo , che la potenza sta alla resistenza
come la met della testa del cuneo sta al suo lato, dunque 180 : Q :: 2 : 15, onde

Q:

:1350 Chilogrammi.

Si pu dunque conchiudere, che se in un cuneo ABC1a testa AB lito della lun


ghezza del lato A0, lutile meccanico nel rapporto di 10 a 1. Se il lato AB sar 1120
di AC, lutile meccanico sar come 20 ad 1, cio la potenza P da esercitarsi sul cuneo per
AB
produrre una pressione Q si otterr dalla formola P:QX_E.

- .

REGOLE. -- Nel cuneo isoscele, quando le pressioni sono perpendicolari ai


lati, si avranno le seguenti regole:
1. S'ottiene la potenza moltiplicando la resistenza per il rapporto fra la
larghegqa della testa ed uno dei suoi lati, o per il quoziente della testa di
visa pel lato;
2. .Moltiplicando la poten;a per la Iunghe;qa del lato e dividendo il pro
dotto per la met della larghe;qa della testa si ottiene la resistenza.
Nel cuneo isoscele, quando le pressioni sono perpendicolari allasse, si
avranno le seguenti:
1. Moltiplicando la larghezza della testa per la resistenza e dividendo il
prodotto per laltezza, si ottiene la potenza;
.
2. Moltiplicando la larghezza della testa per la potenza e dividendone il
prodotto per l'altezza si ottiene la resistenza.
Esercizii sul Cuneo.

.
1 Problema. -- Quali saranno le proporzioni da. darsi ad un cuneo, astrazione
fatta. dellattrito, per poter superare con una forza di 120 Chilogr. una resistenza di
1000 Chilo ramm1'!

Solnz.

ne sono i casi da. distinguere: 1' Quando la. resistenza viene esercitata in

direzione er(pendicolare ai lati del cuneo, ed allora. si avr che la testa stara al
lato:zP:6; unque la testa star al lato::l20:1000 ovvero ::12: 100 oppure :: 6:50
0 : : l :8 1/s ; 2 Quando la resistenza si eserciti orizzontalmente, cio in direzione per
pendicolare alla tezza del cuneo, allora. si avr che la testa. slam all'altezza :: P : Q,
dunque la testa star all'altezza, sostituendo, :: 120 : 100 o :: 1 :8 La .

2 Problema. - Usando un torchio a cuneo, cos chiamato. perch formato dun


cuneo tronco, che scorre fra. due ceppi, luno sso e laltro mobile, si vuol trasmettere
lazione contro la sostanza da 1premersr; la resistenza, su cui si deve agire, e di 1800 Cg'.
ed il rppporto fra la testa de cuneo ed i suoi lati Uso. Quale sar la potenza oc

corren e.
Soluz. Si avri8i&tta1 astrazione sempre dellattrito, P: 1800: :l :30, dalla. quale
x
ricavasi che P :_-3Of:60
Chilogrammi. Volendo un risultato pratico, questo di
p;nder dei pezzi: se sono levigati, piallati o greggi bisogner moltiplicare il risul
to trovato per 3, 4 o 5; cos nel caso precedente, sup onendo la supercie ben levr
gata, la potenza reale da applicarsi al cuneo sar 60x :180 Chilogrammi.

ARTICOLO XIV.
Della Vite e della Chiocciola.

'77. Della. Vite. - La vile un cilindro, sulla supercie del quale si

avvolge a elica un solido prismatico in rilievo detto pane della vite; linter
vallo uniforme, che conserva lelica nel suo
avvolgimento, dicesi passo della vite, ed i varii
avvolgimenti spire; il cilindro dicesi mastio o
maschio (Fig. 73 e 75). Alla. vite va ordinaria- .
mente unito un prisma avente una cavit cir-
colare dello stesso diametro della vite, nella
quale scavata una scanalatura spirale capace

'3!.'t
'at

a ricevere esattamente il pane della. vite, la quale

chiamasi madreoile o chiocciola, che secondo la

forma, che le vien data prende il nome di dado


l-ig. 76

della vite (Fig. 74 e 76).

,- ..-..----_-_

78
Secondo poi che il pane della vite generato da un triangolo ovvero da un qua
drilatero, la vite si chiama a pane acuto o triangolare (Fig. '75), ovvero quadrangolare
o a pane quadro 0 piatto (Fig. '75). Le prime a pane triangolare si fanno ordinaria
mente in legno, usando il triangolo equilatero per le viti mezzane, ed il triangolo

isoscele rettangolo per le grosse. Quelle a pane quadrangolare si fanno quasi sempre
in ferro. Nelle viti a pane rettangolare si fa generalmente il passo eguale al doppio di
quello delle viti a letto triangolare, sebbene abbiano un maschio dello stesso diametro.
Si fanno pure delle viti generate da un semicircolo o a pane tondo. Secondo la
direzione della spirale le viti si distinguono in destre o sinistre, e, secondo il numero

delle spire partenti dalla. base del cilindro, si dicono viti semplici, doppie, triple, ov
vero a due o tre pani. Quando la vite ha pi pani, laltezza del passo lo spazio
percorso da un punto qualunque di esso nel senso dellasse mentre la vite descrive

un giro.

Colla vite si trasforma il moto circolare in un doppio moto: circolare attorno all'asse,
e nello stesso tempo rettilineo nel senso dellasse. Suppongasi un cilindro MNPQ (Fig. '17),
nel quale si sviluppi la supercie in
nalzando su una delle generatrici NQ
delle perpendicolari NM, QI eguali

alla circonferenza del cilindro retti


cato; suppongasi in seguito, che si
divida la distanza NQ in un certo

numero di parti uguali, e che si con

P_'____pq

ducano le parallele aa, bb, cc', ecc.,


unendoi punti N con a, a' con b, ecc.,
in guisa che, se avvolgesi nuova

b}; mente il rettangolo NQM'P' sul ci


lindro, lestremit a venga a con

giungersi con a', b con b', e cosi di


seguito: in tal guisa si avr una curva continua sulla supercie del cilindro detta elica.
lmmaginando un punto scorrevole su questelica da N in a', facendo un giro compiuto at

torno del cilindro, questo punto avr percorso nel senso verticale dellasse la distanza M'a',
che il passo della vite. Nel movimento descritto il punto disceso per un piano inclinato
Na'M formato dalla linea Na' avvolta sulla supercie del cilindro, che una spira dell'elica,
ed No sar laltezza del piano inclinato o il passo della vite; onde si potr facilmente cal
colare la lunghezza d'una singola spira. Didatti, essrndo la spira, come si scorge nella

Figura superiore, NMa lipotenusa dun triangolo rettangolo, i cui calati sono luno la cir
conferenza della vite, e quindi :2wr, e laltro il passo a'N, si avr la lunghezza Na=l,
dallequazione seguente l:2r+a'; quindi l:l/4wr+a. Dunque nella vite si deve
considerare un piano inclinato, di cui il pane la lunghezza in rilievo del piano stesso, mentre
il passo ne laltezza, e la periferia del cilindro eguaglia la base del piano medesimo.

78. Uso della Vite. - La vite si usa in tre differenti modi: 1 Tenendo fissa la chioc
ciola, e facendo girare il masto mediante un braccio di leva 0L (Fig. 77); 2 Assicurando
stabilmente il mastio, e facendo girare la madrevite; 3' Disponendo il mastio in guisa da

prendere un moto di rotazione intorno a due perni, ed abbassare ad alzare la chiocciola.


Onde dalla genesi precedente risulta, che la vite si compone di parecchi piani inclinati
eguali in tutte le loro parti e riuniti in un solo avvolto al cilindro, perci tanto nella prima
maniera, quanto nella seconda e nella terza, si riduce sempre a muovere un corpo su di un
piano inclinato mediante una potenza, che agisce parallelamente alla base. Ci posto,
indicando con 1' il raggio medio ossia la distanza tra il mezzo del pane e lasse della vite,
e quindi con 211 la periferia media della vite (o base del piano inclinato), e con a laltezza
del passo avremo: P:Q::a :2, come nel piano inclinato [N' 75]; cos nellequilibrio della

vite la potenza sia alla resistenza come il passo (altezza del piano) sta alla circonferenza del
cilindro (base del piano).

La potenza per non esercita la sua azione direttamente sulla periferia del cilindro,
ma mediante un braccio di leva come L0 (Fig. 77) parallelo alla base. Per il che, indicando

79
con R la lunghezza del braccio di leva, e sostituendolo nella proporzione precedente ad 1,
si avr P: Q::a:2:R; nellequih'brio della vite la potenza sta alla resistenza come il passo

alla circonferenza descritta dall'estremit della manovella. Da ci vedesi che il vantaggio mee
canico, che si ha mediante una vite, ,espresso dal numero delle volte, che il passo della
medesima contenuto nella circonferenza descritta dal punto dapplicazione della potenza,
2wR
.
a
onde Si avr P:WQ, e Q:
P.
(I

Anche nei casi, che la vite sia immobile, e che sia mobile invece la madrevite, come

nel torchio dei legatori da libri, risulter evidente la legge esposta.


t Esempio. - Quale sar la potenza necessaria per produrre una pressione di
6750 Chilogr. col mezzo di una vite, il cui passo sia di 2 centimetri, e la circonferenza di
60 centimetri?
6750x2
Soluz. Dalla proporzione superiore avremo P:67502:2160, onde P:-0_-:225 Cg.,
.
.
.
.
. .
60
potenza teoricamente necessaria, e l'utile meccanico dovuto alla vite e uguale a :30 03.
2' Esempio. - Qual la potenza necessaria per avere la stessa pressione movcndo
la vite con un braccio di leva lungo metri 0,36?
Soluz. Si trovi la circonferenza descritta dalla leva, e si avr 72X1:26,1952, per cui
.
.
6750x2
.
.
Si ottiene P_m_hilogrammi 59,68.
Lutile meccanico :gll)?-zchilogrammetri 3,0976.

Il rapporto tra la 'potenza e la resistenza nella vite multipla o a piu letti sar ancora
lo stesso; giacch in tutti i casi indicati ad ogni giro della vite la resistenza, che questa

destinata a vincere, verr superata lungo uno spazio uguale al passo della vita stessa, quindi
s'introdurr nel calcolo laltezza dei due o tre letti o pani, ovvero il passo comune.
'79. Applicazione della. Vite. - Nella pratica irisultati teorici ottenuti per la

vite vanno modicati pi che per qualunque organo meccanico, in causa dell'attrito.
che fortissimo in questorgano (l).

(i) Ove si tenga calcolo dellattrito si determiner la potenza da applicarsi


ad una vite a pane quadrangolare considerando il pane della vite come un
piano inclinato, in cui la potenza aisca in direzione parallela alla base. ben-

,.1

M'

che due siano le pressioni, che si esercitano contro il piano, cio la resi

b
stanza Q (Fig. 75) uguale a TQ,e l'altra1 che viene esercitata dalla compo

bP
7'

, // /////
////

mente della potenza P parallela alla base, la cui grandezza e %P, ci che si ot-

tiene loan scomponendo la forza 1" come indicato dalla Fig. 78. La pressione
6
totale sostenuta dal piano inclinato o dalla supercie delletica :-. Q + %P'; onde, indicando il coclcienlg
b

d'attrito con f, si avr f(-r Q + T P

Indi sommando questa resistenza colla componente itQ del carico

Q, che tende a far discendere la viteI si avr il complesso delle resistenze, che si oppongono all'azione della forza
a
b
che tende a far salire =-l_ +Qf(T Q + % P'

Ma nella scomposizione indicata dalla Fig. 78 la com

ponente della potenza, che tira in su la vite, =TP'; per lequilibrio sar dunque

{L o: -:- Q+f(% Q + -_P'), dacuist ha i (_--f __)= (i +f><%)Q; quindi

P = (__Jle'
Ora nel caso nostro ponendo 21r invece di b, ed r il raggio medio, si otterr P'= ( 0+, XTX Xf )Q.
2 X 1 X 1- h x f
Ma ordinariamente la potenza P non e applicata immediatamente al cilindro della vite, ma agisce sopra un braccio

80
Che lattrito tra la vite e la chiocciola possa spesso superare la pressione del carico
da sollevarsi, si pu facilmente argomentare da ci, dice lUber, che quando la vite sostenga
una pressione o sopporti un carico, non facile che per letletto di questa pressione o di
questo carico essa prenda a girare ritornando indietro, sebbene la potenza cessi dagire.
Ed e precisamente su ci, che si fonda luso delle viti, che servono a collegare od a tenere
unite tra loro due parti duna macchina o dun ordigno; senza di ci mancherebbero del

loro e'etto.
L'equilibrio nella vite a pane rettangolare, tenendo calcolo dellattrito, suppo
nendo la forza P agente sulla circonferenza media del letto, si ha, secondo che essa
agisce in senso contrario alla resistenza o nello stesso senso, per la seguente formula:

f:e
P=-_ xQ, nella quale Q la pressione lungo lasse, fil coefciente dattrito,
]=exf
ed e il rapporto tra il passo e la media circonferenza della vite, ossia linclinazione

del letto.

Esempio. - Quale sar la forza necessaria per spingere od estrarre una vite di
ferro girevole entro una madrevite dello stesso metallo, se il coefficiente dattrito f20,17,
e linclinazione del letto e :0,04?

Soluz. Applicando la iormola superiore si avr

.
.
0,17+0,04
_
per la forza da spingere la vite P:6okon XQ_O,QQQ,

.
Oli-0,04
_
e per la forza da estrarre la vite p__j,o>20 XQ-_O,129 Q.
Ossservazione. Se non tiensi calcolo dellattrito si dovrebbe porre f:0, il che darebbe
una forza per spingere la vite :Q,ed e:0,04 Q. Da ci si avrebbe che la forza P calcolata

senza attrito sta a quella calcolata coll'attrito come 0,01:0,212 ossia come i a 5, per cui
lattrito in questa vite equivale a circa 4/5 della forza impiegata.
Nelle viti a spire triangolari lattrito alquanto maggiore che in quelle a spire piatte,
perci le prime richiedono maggior forza.
Nella pratica si calcola il diametro interno da darsi al mastio della vite, secondo la
teoria della resistenza assoluta, positiva e negativa, in base alla pressione od alla trazione,

che dovr sostenere, e lo si tiene circa il doppio della misura corrispondente alla sicu
rezza, a motivo del moto rotatorio, che dovr ricevere (Vedi Della Costruzione delle Viti).
La vite prende anche varii nomi secondo il suo uicio , e dicesi di pressione, di
chiamata, micromatica, secondo che serve a premere, ovvero a trarre, o a misurare le piccole
spessezze. La vite combinata col tornio forma una macchina conosciuta sotto il nome di vite
perpetua.

di leva il, come abbiamo visto superiormente, e questa forza potr essere tante volte minore di i", quante volle r
"
.
e contenuto nel braccio il; altrimenti P si dovr valutare ad __"- I", e con la grandezza della forza motrice neces
r(a+2XwX/xrle

orario a superare un carico Q sar =P

. Chiamando P" la forza, che bisognerebbe impie


B(2Xer.r-f+a)
gare per tenere in equilibrio il carico Q, cio per impedire che la vite avesse a relrocedcre per eletto dl questo
b Q + %P"), perch in tal caso dalla forza motrlce % Q
caricoI dovrebbe essere
P": -l- Q [(T
b
-2
bisogna sottrarre l'attrito dovuto al carico Q. In questo caso sarebbe P": vgI-:T><Q=-2E"_r+_;{<Lt.l-.Q;
su
1 x (a - 2 1rlr)
x Q. Supponendo a:2rfssrebbe P": 0,cio
Il (2 ,r 1 +[ X a)
basterebbe l'attrito a produrre l'equilibrio, altrimenti la vile darebbe indietro ohbcdcndo alla trazione del carico.
la forza agisse sopra un braccio dileva R, P":

81
Esercizii sulla Vite.v

l Problema. - Quale sar la

800 Chilogr., impiegando una vite

utenza occorrente a far e uilibrio ad un

eso di

i 10 centim. di diametro, i cui passo d 2-cm.,

astrazione fatta dellattrito?


Soluz. Si avr dalla proporzione P:Q2:22rrovvero

P = 800 : . 2 : 10 x 3,1416 :10_x3%6-= Chilogrammi 50,92.


2 Problema. - Quale resistenza si potr equilibrare im iegando una potenza
di 100 Chilogr., il passo della vite essendo di 2 centimetri, e a forza agendo alle
stremit duna manovella lunga metri 1,50?
Soluz. Cercando la circonferenza descritta dalla potenza, che sar
1,50x2=3; 3x3,1416:9,4248, e stabilendo la proporzione 100:Q::2:9,4248, si avr:
.
00x9,4248
.
. 471,24, res1stenza
.
'
:_27:Chilogrammi
cercata.

3 Problema. - Una vite di 35 centim. di circonferenza, ed avente il passo di


3 ce_ntim. daltezza, messa da una potenza posta all'estremit dun braccio lungo
80 centim.; quale sar la potenza da applicare allestremit del braccio di leva per
alzare un eso di 8000 Chilogrammi posto sopra la vite?
.
Soluz. ndicando con P la potenza avremo dalla proporzione P: 8000: :3:169x3,1416 ,
4000
'

onde P25202_65_47,7m, cio per alzare gli 8000 Chilogrammi bisogner applicare al
braccio della macchina un peso di 48 Chilogrammi circa.
4 Problema. - Qual potenza bisogner impie are per avere una pressione di
100 Chilogr. con una vite di ferro, il cui asso di
centimetri, il raggio medio di
6 centimetri, se la forza agisce sopra un raccio di leva lungo 60 centimetri, essendo
il coefciente dattrito uguale a 0,12?

6(3+2x3,1416_x6x0,12) x1000_
Soluz. Dalla formola superiore avremo P:-Wssszab;wj-_Cg 20,1

.
.
axQ
3x1000
.
.
N on calco I ando lattr1to

s1 avrebbe P:_-_-2xer : _m:


2.x3,1416x60 0 h 11,30. 7,96, oro 1 a
forza domandata dovr essere 201 , ossia circa due volte e mezza maggiore di quella,
che abbisognerebbe, se mancasse lattrito. Se la vite invece fosse di le no, il coef
ciente corrispondente essendo 0,2, si avrebbe P:%%%?:0g. 28,4,
quindi senza lattrito sarebbe necessaria una forza tre volte e mezza maggiore.

ARTICOLO xv.

DellAttrito.

80. DellAttrito. - Per attrito intendesi lareSistenza, che si oppone al


movimento o scivolamento di un corpo in contatto dun altro.
Comunemente si distinguono tre specie dattrito, o piuttosto tre casi, nei quali
lattrito si manifesta sotto condizioni speciali e con energia a norma di quelle. Se un
corpo striscia sopra un altro e presenta costantemente i medesimi punti allazione
dellatro,'lattrito dicesi di prima specie, cio attrito radente. Quando invece un corpo

rotondeggiante rotola sopra un altro in guisa che i punti dambidue, che si toccano,
vanno successivamente variandosi, si ha lattrito della seconda specie, che dicesiyattrz'to
voloente o di rotazione. Quando inne una supercie convesso. gira in una concavo. o
inversamente, come ad esempio, una ruota attorno al suo asse, o un asse sopra il suo

appoggio, si ha lattrito di terza specie od attrito composto o degli assi. Questultimo


non differisce essenzialmente dal primo, imperciocch in ambidue i medesimi punti

delluno dei due corpi si presentano costantemente allazione dellaltro, ed in ambidue


la forza, che li muove, agisce nella direzione della resistenza, laddove nel caso dellat

trito di seconda specie la forza agisce come un braccio di leva.


11

-"

82

81. DellAttrito radente. - Abbiamo un esempio di questo attrito nel


moto di una slitta o di un corpo qualunque, che si muova in guisa da non
cambiare mai la supercie di contatto colla strada, su cui si appoggia e su
cui vien fatto scorrere. Lattrito radente e il pitorte di tutti, ossia quello,

che sciupa maggior forza.

'

Dalle molte esperienze eseguite dal sigg. Moria e Coulomb su tutti i materiali,

che simpiegano nella costruzione delle macchine, e sotto pressioni comparative a


quelle, che hanno luogo nella pratica, con tutte le materie lubricative in uso, si
sono dedotte le seguenti regole:

1 L'attrito radente cresce in ragione della pressione, cio lattrito di un corpo, che
pesi il doppio od il triplo di un altro, eserciter quindi una pressione doppiao tripla
del primo.

Colluumento della pressione le prominenze e le cavit s'impegnano di pi le une


nelle altre.
2 Esso indipendente dallestensione della supercie.
Infatti collaumeuto di supercie aumentano bens le scabrosit, ma diminuisce
proporzionalmente la pressione divisa sopra un maggior numero di punti, onde lattrito

rimane costante.

Se la supercie di contatto molto estesa, la pressione debole; questa legge viene


modicata in causa dell'adesione.

3 L'attrito non varia col variare della velocit.


Infatti con una maggiore velocit pur maggiore il numero delle parti, che
vengono a contatto nello stesso tempo, ma esse non sincastrano profondamente, per

mancanza di tempo, onde laumento dattrito per un lato compensato dalla dimi
nuzione dellaltro.

La velocit non deve essere per tale da produrre riscaldamento, ch con ci cresce
rebbe lattrito.
4 Lattrz'to maggiore al momento, in cui s'inizia il moto, che durante il moto stesso.
Infatti le asperit delle supercie di scorrimento avendo avuto nel primo caso

maggior tempo di addentrarsi nelle cavit dell'altro che nel secondo, la resistenza
sar pi grande in quello che in questo caso.

Questo il motivo, per cui lattrito radente prova delle variazioni secondo la durata

del combaciamento, crescendo per un certo tempo, dopo il quale rimane costante.
5 Lattrito fra i corpi omogenei e maggiore che fra i corpi eterogenei.
Infatti fra le asperit di materie omogenee deve esistere maggiore corrispondenza
che tra le eterogenee, e perci maggiore attrito.

Si trova infatti che fra metallo e metallo e fra legno e legno si ha un attrito maggiore

di quello che fra metallo e legnol Per la stessa ragione si mette nei punti delle macchine,
ove hanno luogo i movimenti, metalli diversi. Nei corpi di struttura brosa, come nel
legno, lattrito maggiore se le fibre sono parallele, minore se sono divergenti.
6 L'attrito tanto maggiore, guarito maggiore la scabrosit delle supercie scorrevoli.
Perci si cerca di diminuire la ruvidezza dei corpi con sostanze grasse, che ne
riempiano le cavit ed appianino le supercie in guisa, che lo scorrimento succeda
quasi per intero fra le materie untuose.

82. Coefciente dAttrlto. - Lattrito in eguali circostanze sta in ra

gione della pressione perpendicolare alle supercie, che si fregano, per cui
si esprime col rapporto, che ha colla medesima. I su citati esperimentatori
ottennero la misura dellattrito di strisciamento col seguente metodo:
Due tavole o lastre A et) (Fig. 79) di quella materia, di cui si voleva determinare la

grandezza dellattrito reciproco, erano poste luna sullaltra per modo, che la prima A

potesse scorrere sull'altra tenuta ferma sul


tavolo ed esattamente orizzontale. La lastra D

si caricava di pesi mediante la zattera A so


vrapposta alla lastra superiore, e veniva tirata
da un peso R sso alla corda, che accavalca
la carrucola C. La grandezza del peso B, che

si doveva applicare, dava la-misura dell'at


trito. Infatti, se il peso R capace di dare
alla lastra D un moto uniforme, la forza mo
trice li deve essere esattamente eguale alla
resistenza al moto, cio all'attrito; se la forza
_ ne fosse stata minore, non si sarebbe prodotto il movimento; se invece fosse stata mag
giore, il moto della lastra sarebbe stato accelerato.

Operando su due tavole di legno di quercia ben piallate, risulta, che quando la lastra
D insieme al suo carico A esercitava sullaltra una pressione di 100 Chilogr., la grandezza

dellattrito sul principio del moto era di 50 Chilogr. Ma per mantenere il movimento in
cominciato bastava porre 34 Chilogr. nel piatto l, afne di vincere l'attrito. L'atlrito R
durante il moto era dunque uguale a M Chilogrammi.

Se la tavola superiore esercitava una pressione di 200 Cg., risultava R:2x34 Cg.;
alla pressione di 300 Chilogr. si aveva lt :lx3t Chilogrammi.
Si vede da queste esperienze, che lattrito fra due pezzi di quercia durante il moto re
stava sempre >-1%) :0,34, cio circa 1}; della pressione, mentre al principio del moto era

il
100 _i
- 2 del peso.
Nella stessa guisa si assegn pure per gli altri corpi il numero esprimeute il rapporto
fra lattrito e la pressione. Questo rapporto, che indica la resistenza al moto in ragione
della pressione, prende il nome di coefciente d'attrito.
Indicando con [il coelliciente dattrito, e con 0 la pressione esercitata da un corpo, si
avr le formule IL:fo; f:% ; Q:-'/-. Dunque l'attrito o la resistenza, che oppone,

uguale alla pressione perpendicolare alla supercie moltiplicata pel coeiciante d'attrito.
Per conseguenza, indicando con L il lavoro e con 11 la velocit 0 lo spazio percorso 1'
.
.
. .
>< Xv
in un minuto
Esempio.secondo,
- UnaSIslitta
ottiene
guernila
la formula
di ferro
generale
pesa 250
L:Chilogr. e scorre su duna strada
orizzontale con una velocit di metri 2,50 per minuto secondo: qual sar lattrito ed il
lavoro da essa consumato, se 0,35 il coefciente dattrito?
Soluz. Dalla formula superiore avremo l:fo ossia 0,35X250:(1hilvg|187,50; onde

l'elletto perduto per un minuto sar 87,50X2,50:218,75 chilg.m., ossia 2 cmalli e '.a circa.
83. Angolo dAttrito. Quando un corpo viene collocato su dun piano inclinato
in guisa, che sia sul punto di discendere lungo il medesimo pel suo proprio peso,

langolo 4 formato dal piano inclinato collorizzonte chiamasi angolo d'attrito, ed


uguale allaltezza del piano inclinato divisa per la base del piano stesso.
I mattoni, per esempio, si sostengono sopra un piano mediorrvmente liscio, sotto
un angolo di 40, il che darebbe un attrito di 0,84, supposto che il piano abbia per

base 100 e per altezza 84. Con questo metodo si determina lattrito {delle terre, della
ghiaia ed in generale delle materie sciolte in particelle pi o meno minute, il quale
per varia per lievi circostanze.
84. Mezzi per. diminuire lAttrlto. - I mezzi per diminuire lattrito sono i
seguenti: 1 Diminuire la pressione fra le pareti, che si fregano; 2 Lisciure quelle
parti, e comporta di materiale pi duro che sia possibile; 3 Interporvi lo strato di

qualche sostanza untuosa e grassa, le cui parti non abbiano che una debole coesione;
4 Procurare che le materie, che si fregano, siano di natura diversa; 5 Aumentare
per quanto possibile il momento statico di quella. parte della forza motrice, la quale

immediatamente destinata a vincere lattrito.


\

84

TABELLA DEI VALORI DEL COEFFICIENTI! nerrmro DELLE SUPERFICIE PIANE,


SECONDO LE asrnmnnzn DI Monm.

d "

IMPIORTO .

e 'atlrilo alla presslone


/"W

INDICAZIONE

DISPOSIZIONE

STATO

delle

della

delle

SUPERFICIE STBOIICCIANTI

F I Il II Il

SUPERFICIE

2':

2 ;
Ez-g.

durante
il movimenw

;as
I

sopra querela
'
Querela

Parallele. . . .
P
1g. l
v erpenicoari
. l_ Id. . _

ll.ltlllfll..
Quercia sopra olmo . . . . .

Parallele. . . .

Id.
Olmo sopra quercia . . . . .

Id.

Perpendicolari
Frassino , abete , faggio ,
sorbo sopra quercia . . . .

Naturale. . . .
11\IInt di sapone secco
aurae...
Bagnata
dacqua. . . ,

,
0,

0,48
0,;2
0
0:25

Naturale_ _ ,

9,43

0,19

Id.

0,38

Id.

0,69

0,43

tinte di sa one secco

0,

0,25

Natura e. .

0,57

0,45

Parallele. . . .

0,3% %20,40
'

Ferro sopra quercia . . . . .

Id.

Ghisa sopra quercia . . . . .

Id.

Bagnate d'acqua . ..
Unle di sa one secco
Natura e . .
Bagnata d'lcqlu . . .
Unle di sa one secco

I, Ottone sopra quercia . . . .


Ferro sopra olmo . . . . . .
Ghisa sopra olmo . . . . . .

0,62

Id.
Id.
Id.
Cuoio a_piatto

0,65

0,65
D

0,26
0,21
0,49
0,22
0,19

Natura e. . . .
Id.
Id.

0,62

3,2;

0,62
0,25
0,20
a

Emme dl-cqua . . I

0:79

, ' 039 ,

Cuoio a piatto.

Id.

. 0,29

Parallele. . . .

Naturale. . . .

0,74

0,27

0,47

0 IO

Cu010 concreto sovra quercia AdOP-Iddliallco


_

sopra una su
Cuoio nerol percie iena
pulito, o
di quercia. .
coreggia ( sopra un tam

buro di quercia

Perpendicolari
.

Cuoio conciato so ra

o sopra bronzo

hisa

. .

ghisa . . . . . . . . . . . . .
-

i nero
ulit
Cliiicoola
di Ighisg.s?lir

.
A P
"'

Bagnata d'nrqin . ..

Id.

Bagnata d'acqua. . .
lle d'0|10_, SQIIO.

grasso dl P0f-

0,12
0,28
0,38

Unluosc e con acqua

Unte dOli0 .
COO (li b118 per guarnimento di stantuffo sopra

- 1 Patto.
l C
l Naturale.
Bugnmc -cqu-.. ..

0.36
0,23

0,l5

0,62

"

Canapa in li 0 in corda

Parallele. . . .

Naturale. .- . .

0.52

sopra quercia . . . . . . . .

Perpendicolari

Bsmle d'cll - - .

0,33

Treccia

di

canapa

sopra

quercia . . . . . . . . . . . . l
Quercia e olmo sopra ghisa .

Parallele

0,50

0,87

0,38

Id.

.Bsle dd- .Naturale . . . .

Id.

Id.

0,44

.
.
.
.

Id.
Id.
Id.
Id.

Id.
Id.
Id.
Id.

0,t9

t6 1


0,18
0,18 1
0,I5 2

I
l

Ghisa sopra bronzo . . . . .


Bronzo sopra bronzo.
hisa . .. . . .

Id.
Id.

Id.
Id.

0,152
0,20
0,22

Bronzo sopra erro . . . . . .

Id.

Id.

0,163

l Pero selvatico sopra ghisa .


Ferro
Ferro
Ferro
Ghisa

sopra ferro . .
sopra hisa .
sopra ronzo .
sopra ghisa .

.
.
.
.

.
.
.
.

.
.
.
.

.
.
.
.

' '

% Naturale. . . .

85
RAPPORTO
ell'allriio alla pressione

W \_

INDICAZIONE

DISPOSIZIONE

STATO

delle

delle

delle

dopo
partenza
qualche
tempo

del
contat o
durante
SUPIIFICII

SUFIIIFICII STROIICCIAITI

il movimento
alla

Unte nel modo


ordinario con
sego , olio ,
grasso di por
co, ecc. . .

Quercia, olmo, pero selva


tico, ghisa, ferro, acciaio

e,

bronzo,

stropicciando

luno sullaltro, o fra loro


stessi . . . . . . . . . . . . .

Un poco unte .
spalm con me _

Quercia, olmo, carpino ferro,

ghisa e bronzo, stropic-

,,

Id d,olio o di
'
d-pr
grasso

ciando
sullaltrodue
. . .a . due
. . . .luno
. . .
Calcaria tenera. detta calcaria
i

notica, bene spianata e

'

mobile sopra. se stessa . .


Calcaria dura detta mu

schelkalk, bene e innata


sopra. calcaria noli ica . .

Naturale. .

0,07 a 0,08
0,15
}

"

0,65

Id.

0,67
0,65

% Mattone ordinario sopra cal-

carie. oolitica . . . . . . . .

Id.

Quercia sopra calcaria colitica . . . . . . . . . . . . . .

'Il legno colle


bre verticali

Id.

0,38

Ferro fucinato sopra Id. .


Muschelkalk sopra muschel

Parallele. . . .

Id.

0,69

kalk . . . . . . . . . . . . .
Calcaria oolitica sopra mu-

Id.

0,38

schelkalk . . . . . . . . . .

Id.

0,65

Id.

0,60

' Mattone ordinario sopra mu

schelkalk . . . . . . . . . .

Il legno colle

Quercia sopra muschelkalk


erro battuto sopra mu-

schelkalk . . . . . . . . . . . I

bre verticali
Parallele. . . .

Id.

Id.
Id.

M d'wt'I---

0,38
0,25

0,30

Malta di 3 parti

,
Calcaria oolitica sopra calcarie oolitiea . . . . . . . .

di sabbia ed 1
Id.

dmalceidrau
11ca . . . . . .

a le supercieconservano qualche untuosit;


b quando il contatto non sia durato tanto tempo da consumare lintonaco;
allorch il contatto sia. durato un tempo sufciente per esprimere l'intonaco
Q
e ridurre nuovamente le supercie allo stato untuoso;
, dopo un contatto di 10 a 15 minuti;
,
le supercie si corrodono quando svanisce lintonaco;
mHO"&. le supercie conservano ancora un poco di untuositil;
le supercie essendo un poco untuose;
quando lintonaco continuamente rinnovato e uniformemente ripartito,
questo rapporto pu abbassarsi no a 0,05.

REGOLA. -- Si ottiene la quantit di lavoro consumato dall'attrz'to di due

supetjcie piane scorrenti una sull'altra su d'una lunghezza data moltiplicando


la pressione in Chz'logrtzmmi pel coeiciente d'attrito dato dalla Tabella cor
rispondente alla natura dellav supercie scorrevole; il prodotto o il valore
dellattrito moltiplicato per lo spazio percorso dalle supercie, dar il la
voro cercato in chilogrammetri, che diviso per 75 dar la forza assorbita
espressa in cavalli-vapore.

86

85. DellAttrlto volvente o di rotazione. - Facendo rotolare un


corpo cilindrico sopra una supercie piana ed Orizzontale sincontra una re
sistenza (bench assai tenue in confronto a quella di strisciamento), la quale
nasce dalla deformazione, che la pressione produce nel punto di contatto si
nel corpo premente che nella supercie premuta.
Il Coulomb istitu delle esperienze per riconoscere linuenza
esercitata dal diametro sullattrito nel moto volventepper mezzo
di cilindri lavorati e di differenti grandezze, ed abbracciati da
una funicella (Fig. 80), la quale sosteneva ai due capi due
piatti di bilancia carichi di pesi. La misura dellattrito si ot

tiene con due prove: rompendo dapprima lequilibrio coll'ag


giungere il piccolo peso ad un capo e poscia allaltro della
cordellina: se fra i pesi addizionali nei due casi passa poca dif

I-ig. so.

ferenza, la media da la misura dellattrito, altrimenti si esamina


quale circostanza produca il divario. Quando il cilindro era di
legno dolmo e posava sopra una tavola di quercia D, ponendo

in ciascuno dei piatti un peso di 500 Chilogr., e perci premendo il cilindro contro
il sostegno con una forza di 1000 Cilogr., bisognava aggiungere altri 10 Chilogr. in
uno dei piatti, onda il cilindro cominciasse a muoversi; esso aveva 163 millimetri

di diametro. Ma se il cilindro aveva 325 millim., bastavano 5 Chilogr., il che prova


.
,
.
__
__
. __
__1_
10
l
5
che nel primo caso lattnto era di

1000 o 100 , e nel secondo di

1000 o 200 della

pressione.
Dalle numerose esperienze eseguite nel modo descritto si sono potuto stabilire le

seguenti regole:
1 L'attrita oolvente segue la ragione diretta della pressione, cio se la pressione sul
cilindro e doppia, tripla, ecc., la resistenza dattrito diventa doppia, tripla, ecc.;
2 Lattrito in ragione inversa del diametro o del raggio del cilindro, che rotola,
talch facendo muovere un cilindro di raggio o di diametro doppio dun altro, si ha
sotto egual pressione un attrito uguale alla met del primo;

3 Lattrito volrente varia anche secondo la natura dei corpi, che si fregano. Ci
lindri di egual diametro e di dierenti materie presentano sotto la stessa pressione
di'erente ostacolo al moto sulle stesse 0 differenti supercie. Le altre circostanze
annoverata nellattrito radente non presentano inuenza variabile, compresa anche

le materie untuose.
Conosciuta nel modo su esposto la resistenza, che presenta un cilindro di data
materia e del diametro di ununit di misura. nel rotolare sopra una supercie di
materia parimenti data, Ove si conosca il coeciente d'attrito dei corpi, fra iquali ha
luogo, lattrito volcente dei cilindri di dijerente diametro fra le stesse materie si ot
tiene moltiplicando il coeciente stesso per la corrispondente pressione divisa pel loro
diametro.

Dal su esposto risulta, che per rendere pi facile il movimento convenga far rotolare
un corpo, anzich lrascinarlo. Le ruote dei carri sulle guide delle ferrovie hanno ordina
riamente per coefciente dattrito 0,02, dal che si vede quanto sia piccolo lattrito di rota
zione in connato di quello di strisciamento. Risulta ancora, che lattrito volvente tanto
minore, quanto pi grande sar il diametro. -

86. Trihometri. - I t;-ibometri (1) sono apparati, che si usano per dimi
nuire possibilmente lattrito dei perni, e consistono nel far appoggiare il perno

il) Chiamami pure lribometri gli apparecchi, coi quali i sici ml i meccanici studiarono le mric specie daitrll,
lquali ilierlscono nella loro costruzione secondo i casi.

87
a (Fig. 81) duna macchina sulle circoaf'erenze AB e CD di
due ruote parallelo sse vicinissime tra di loro invece dei
cuscinetti, le quali girano con molta facilit sui rispettivi
cuscinetti m n. Tra lasse a e gli orli delle due ruote del tri
bometro, che lo sostengono, non vi che un attrito vol
ventc debolissimo, in causa del quale le due ruote girano
Flg. 81.
col girare dell'asse. Un tal apparecchio applicato alla mac
china Atwood (N 32). Altre volte si sopplisce col far-girare lalbero od il perno

in una corona di rotelle dette ruotepazze 0 falli, e cos si sostituisce al moto


radente il volvente.
87. Attrito composto. - Laltrilo composto, il quale partecipa delle due specie
precedenti, dello pure attrito degli assi e dei perni, succede quando un asse o perno gira
entro un cilindro cavo, o viceversa quando un cilindro cavo gira intorno ad un asse o perno
sso. Le sperienze istituito in tal modo hanno condotto alle seguenti regole:
1 Lattrito di terza specie risulta, come i due precedenti, proporzionale alla pres
sione; onde aumentando o diminuendo la pressione, saccresce o scema nell'ugual
rapporto la resistenza al fregamento;

2 Lattrito composto aumenterebbe a dir vero in ragione del diametro dei perni o
degli assi, se un tal aumento non fosse compreso nel calore dedotto dall'esperienza ;
3 Questa specie dattrito varia secondo la dircrsa qualit delle materie, che si fre
gano nel moto di rotazione ;

4 [attrito riesce tanto pi grande, quanto meno gli assi e le cavit dei cuscinetti
sono lecigate;

5 Lubricando le superficie, che si fregano con parecchie sostanze, l'attrito diventa


minore;

6 La velocit non ha sensibile inuenza su questa specie d'attrito, al pari di quella


delle altre due.
Lattrito di terza specie espresso da un certo rapporto della pressione, a cui
proporzionale, ed questo rapporto, che prende il nome di coellciente dattrito. La
resistenza poi uguale in ogni caso al prodotto di questo coqglciente per la corrispon

dente pressione.

Il coefciente delle diverse materie frcgantesi insieme si determina collespericnza.


Nelle esperienze dei diversi meccanici non si riscontra quasi mai risultati identici per la
difficolt dell'rsatta coincidenza di circostanze nellistitnirle.
Questo rapporto non altro che un coefciente, per il quale bisogna moltiplicare la

pressione esercitata da un corpo su dun piano per ottenere la resistenza causata dall'al
lrilo sia nel principio del moto, come durante il movimento, che si la colla lormola
. .

del N' 82, eioe L:

X xv

. .

indicando, come la SI e detto, con L il lavoro assorbito

dellattrito, con Q la pressione in Chilogrammi e con o la velocit 0 lo spazio percorso pe


minuto secondo dal punto di contatto.
'
1' Esempio. - Qual sar lo sforzo necessario per alzare una chiusa in quercia
di una cataratta di 1 met. di larghezza su metri 0,05 di spessezza e metri 0,35 daltezza, che
chiude un oricio di metri 0,30 d'altezza, ed il punto di mezzo trovasi a metri 1,50 al

disopra del livello dellacqua?


Soluz. Supponendo che il montante o stante della cataratta sia in quercia ed abbia
metri 0,08 di spessezza su metri 0,12 di larghezza e 2,30 d'altezza, di cui metri 1,00 im

merso nellacqua, la supercie premuta dallacqua sar uguale a m. 1 X0",35=m. q. 0,35.


Laltezza della colonna dacqua,che preme nella met essendo metri 1,50, la pressione

esercitata eguaglim metri q. 0,35X1,50X1000 Cliilg.:b5 Chilg. Lattrito della cataratta


quando incomincia a salire sar [Tabella pag. 84] 0,71x525 Chilg. Il peso della cateratta e
della porzione del montante immerso nellacqua e sensibilmente uguale al volume dall'ac
qua, cbe sposta. Il peso della parte non immersa dellasta uguale a

88
000(0m,08)x0m,12x0",7=6,05 Chilg. Lo sforzo necessario per alzare la cateratta sar

dunque uguale a, 373+6,05:379,05 Chilogr.; e quando il moto incominciato la resi


stenza per vincere lattrito non sar pi che 0,95x525 Chilogr.=i3l,25 Chilogrammi.
2- Esempio. -- Qual sar lo sforzo occorrente per sollevare una cateratta in ghisa
di 3 metri di lunghezza su metri 0,45 daltezza, formante un oriicio inclinato a 40 di
metri 0,40 di luce'ed il cui mezzo immerso allaltezza di 0m,60 al disopra del livello

dell'acqua?

'

'

Soluz. Supponendo che per una conveniente disposizione del contrappeso, il peso
della cataratta ochiusa sia equilibrato dallapparecchio, nel movimento della chiusa non
si deve vincere che lattrito della medesima nella sua canalatura di guida. Si avr super

cie premuta dall'acqua : 3mx0,45=1m1,35. L'altezza del livello sul suo mezzo di
metri 0,60. La pressione totale: 0111,60 >< 1111,35 x1000:810 chilo". Latlrito, sul principio
del movimento, sar 0,314x810:251 Chilog.

3 Esempio. -Qual sar lattrito della guida dellasta duno stantullo a vapore in .
ferro l'uso pesante' 50 Chilogr., la quale si muove in una canalalura di bronzo lubricato con
strutto di porco ?
Solus. Lattrito dalla Tabella pag. 85 : 0,07><50 Chilogr.: 3,50 Chilogr.
4 Esempio-Qual sar il lavoro consumato dalla guida dellasta del problema
precedente, se la sua corsa di metri 0,68?
Solai. La corsa essendo di metri 0,65, questa quantit di lavoro
0,1 4x50 Cg.x0",65:4,55 cg.m , e, se lo stantuilo facesse 100 corse al minuto 1', la quantit

di lavoroconsumato in i" 4,55 cg.m.xlglz 7 chilg.m. 58.


5 Esempio. - Quale sar il lavoro consumato al minuto secondo dellattrito del

perno d'una ruota idraulica sottomessa ad una pressione di 12000 Chilogranimi, suppo
nendo il raggio del perno in ghisa di metri 0,10, il cuscinetto in bronzo lubricato con grasso
di porco, e che'la ruota faccia cinque giri al minuto primo ?

Solu_z. L'altrito dei perni in ghisa sui loro cuscinetti in br0nzo si ha dalla Tabella pag. 89;
ora, il coeilciente essendone uguale a 0,07, avremo 0,07 X 12000: 840 Chilogr. Lo spazio

m
.
percorso dalla circonferenza del perno per ogni secondo sar 6,28x20",10x5 : 0m,0523.
Dunque la quantit di lavoro consumato dallattrito sar 8481M'txW,0523:4tchilg.m.

REGULA, - Per ottenere la quantit di lavoro consumato dallattrito dei


perni sulle loro incassature o degli orecchioni sui loro cuscinetti moltiplicasi
la pressione esercitata sui cuscinetti jenendo conto del peso dellalbero e della
sua armatura, dello sforro della potenza e della resisten';a pel cogciente
d'attrito: il risultato di questo prodotto moltiplicato peij la velocit degli
orecchioni per minuto secondo esprimer la perdita di fa no, la gule divisa
per 75 dar la forza assorbita espressa in cavalli-vapore (ij.
(i) il Ilcdtcnbacher d le seguenti formole secondo i casi: Per il lavoro assorbito dall'attrilo dun perno cilin

"><d><Qxf

drlco orizzontale l. = ---9TO-- chdogrnmmelri; nella quale ti indica il diametro del perno in centimetri, Q la
pressione del perno contro i suoi cuscinetti in Chilogrammi,E il lavoro assorbito, [' il coeicicnte dattrito, n il
numero dei giri del perno per minuto. Per il lavoro consumato da un perno cilmdrl'co verticale:
n><d
2 Q'l chilogrnmmetri; nella quale Q indica la pressione, che agisce .in una direzione
.
L: _9'f
(Q+ -5per
.
,
pendlcolare all'asse del perno, Q' la pressione nella direzione dellasse del perno, ed n, d, I, E rappresentano le stesse
quantit che nella formula antecedente. Per il lavoro assorbito dell'attrito dun perno conico."

'

L :: -3 X mm ' X

n><dyf
seri/3

chilogrammetrl; nella qualeQ indica la


(lhllogramml, che agisce, nella
. pressionedn
_

direzione dell'asse del cono, p l'angolo tra il lato e lasse del cono, ed I, n, E come nel numero antecedente. lrr
nXdXQ></'

il lavoro assorbito dall'atlrlla d'un perno" emiefrrico: L:

chilogrammelri; nella quale Q la pres


l9|0
.
zione, che agisce nella direzione dell'asse dellalbero, d il diametro della sfera in centimetri; le altre ledere rap
presentano gll stessi valori che nelle termale antecedenti.

89
TABELLA nnr v.u.oru nnr. convmcmrm: DELLATTRITO DEGLI ASSI
IN MOVIMENTO SUI LORO CUSCINE'ITI.

1 Secondo il Momu.

INDICAZIONE
degli

n.s PPORTO
dellallrilo alla reazione
/\/\_,\;.

NATURA DE_GL 1uromrcm

cusciuem

_/ Olio doliva, grasso di porco, sego, o


Gligrasso
stessimolle
intonachi,
. . .e .le . supercie
. . . .

(
Ghisa

bagnate dacqua .

Asfalto

. . . . .

Supercie unte . . . . . . . .
\ Supercie unta e bagnate dacqua.

.
.

grasso ordinario

grasso conlinuo,

0,07 a 0,08

0,054

0,08

0,054

,,

0,14
0,14

Olio doliva, grasso di porco, sego, o

grasso molle
Bronzo

0,07 a 0,08

0,054

Supercie unte . . . . . . . .
Supercie unte e bagnate dacqua
Supercie pochissimo unte. . . .
Senza intonaco . .. . . . . . .

.
.
.
.

0,16
0,16
0,19
0,18

a
b

(S)lio ograssotdi

Bronzo

Gay? i

Supercie unte, o bagnate dacqua


gp_percie pocc_unte
. . . .
10 o grasso
(si_percie
unte 1 porco
. . .

/
Ghisa
s

l Bronzo

Olio o sego

;
i Ghisa
; Gayac
I
I Gayac

10. . . . .
Bronzo 2 -Grasso di porco

.d.

olrco

uper cie un e 0 io, o i grasso di


porco . . . . . . . . . , . .
Supercie unte con mescolanza di gras
so di porco e di piombaggine . . .
Olio doliva, sego, grasso di porco, o
grasso molle . . . . . . . . .
Olio doliva, grasso di porco, o sego .
Grasso tto. . . . . . . . . . .

Gaya'c

Ferro

. .

Grasso di porco .
Supercie unte .
I Grasso di porco

0,090

0,10

0,14

0,07 a 0,08
0,07 a 0,08
0,09

0.054
0,

0.19

n
=

.
g,ig

,
0,09

0,045a0,052

0,12
0,15

0,07

2 Secondo il COULOMB.
mmcu_mnn

mvponro

/-fl,',f
uni

cuscinetti

NATURA neomnroxucm

'

daflfl

P'em0N

Senza intonaco
ego .d_. . .

.
.

.
.

.
.

.
.

0,155
g,(llg.5

rasso 1porco . . . . . . . . . . . . .
Rame, _ Supercie
unte di sego non liquido . . . . .

Ferro

Olio doliva

Supercie da molto tempo unte di sego


Sego
uper ._.
me un
.t.e 6..
1 sego
. compresso
. . . . . .. .
Supercie
ego . . da
. molto
. . . tempo
. . .unte
. . di. sego
. .

G ayac

; Q:gga

,1

. . . . . . . . . . .

,
0,127

0,130 ;
0,133 1
,
,0.

Ga
Olmo
ac 1 Supercie
ego . . unte
. . di
. segc
. . non
. . liquido
. . . .

:Bosso

ego . . unta
. - . di. sego
. . non
. . liquido
. . . .. .
Olmo ; Supercie
' Legno
Non esprime la qualit degli intonachi

Ferro

l_

77 f_

i upercie unto di sego non liquido .

'

a le supercie cominciando a corrodersi;


b i legni essendo un poco unti;

c le supercie cominciando a corrodersi.


12

0,050
0,043

__.

i
,

0,050
0,050 ;

__,7 i

il

90
Eserciin sullAttrito.

1 Problema. - Quale sar la forza necessaria per sollevare una chiusa da mo.
lino verticale in legno di quercia_del peso di 15 Chi ogr., contro la quale si esercita

una pressione di 350 Chilogrammx? '


Soluz. Il coeiciente dattrito della quercia sulla quercia bagnata dopo un certo
tempo di contatto 0,71. Questo coefciente dccresce col movimento no a 0,25, onde
lo s orzo dovuto alla pressione al principio del movimento sar 0.71x350 Cg.:248 Cg.

Questo sforzo durante il movimento sar ridotto a 0,25x350:87,50. Lo sforzo totale


domto alla pressione per sollevare la chiusa sar al (punto di partenza 248+15:263 Cg.,
e durante i movimento Chilogr. 87,50+15:102,5 Chilogrammi.
2 Problema. - Quale sar lattrito di un telaio oriuontale di ghisa, che scorre
in canalature di ghisa unto dolio, e quale la perdita di forza dovuta aquest' attrito,
supponendo che il telaio scorra di metri 0,65, che pesi 80 Chilogr., e che faccia 150
corse al minuto?
Soluz. (1 Il coefciente dattrito della ghisa entro la ghisa con patina durante il.
movimento
di 0,08x80ng.:6,40 per attrito del telaio; ora

: 10,4 chilogrammetri,
forz_a dovuta alla perdita per lattrito.
3 Problema. - Quale sar il lavoro consumato dallattrito duna ruota idraulica,
che unitamente al suo albero pesa 20000 Chilogr., posto che la ruota faccia. 8 rivolu

zioni per minuto, e che il perno in ferro fuso abbia 30 centimetri di diametro, e giri
su cuscinetti di bronzo?
'
Soluz. Per semplicare il calcolo si pu supporre, che tutto il carico sia portato
da uno dei emi. Quando sia lubricato dolio o di sego, il coefciente dattrito sar
uguale a 04%, quindi lattrito R:0,08x20000:16000 Chilogr. La circonferenza del

perno essendo 3,14x3, la sua velocit sar 31-453xs :126 millimetri. La quantit
di lavoro consumato dellattrito er minuto secondo sar 16000 Cg. x0,126:201,6 cg.m.,

che diviso per '75 d 2,688 caval i dinamici o a vapore,


4 Problema. - Quale sar il lavoro consumato dellattrito duna ruota idraulica,
il cui effetto utile 3514 chilo rammetri 0 48,2 cavalli dinamici nelle seguenti circo

stanze: il rag io della ruota

di metri 4,55; lo sforzo esercitato dallac ua sulla

circonferenza. ella ruota verticale, che agisce dallalto in basso, uguale a 372 Cg.;
la resistenza del rocchetto agisce dal basso in alto ed pure uguale a 1372 Cg.
circa; il peso della ruota di 25000 Chilogr.; il raggio dei perni in ghisa, che gi
rano su cuscinetti di bronzo lubricati con grasso, di met. 0,118; la velocit alla circon

ferenza della ruota di metri 2,63?


Solar. Il risultato dello sforzo esercitato dall'acqua e quello trasmesso dal roc
chetto sono circa uguali e diretti in senso contrario, e perci essi si elidono. La
pressione sui perni sar dunque eguale a 25000 Chilogr. +1480:26480 ChilogrammI.
l coefciente dattrito fdei cuscinetti in bronzo coi perni di ghisa uguale a 0.08
(Tabella pag. 89), e l'attrito R per conseguenza sar 0,08x26480 Chilg.:2llS,-19 Chilg.

Lo spazio percorso in un minuto secondo dalla circonferenza del perno i


metri 2,63x %-fd-:0,0B4L La quantit di lavoro consumato dellattrito dei perni
sar in un minuto secondo 2118,4x0,0341:72,2 chilogrammetri, circa un cavallo
vapore.

5 Problema. - Determinare il lavoro consuwato per minuto secondo dai perni '
in ghisa duna ruota idraulica, che muove un laminatow, alla Framont, il cui raggio

esteriore di metri 4,57 gira sopra cuscinetti di bronzo con lubricazione di grasso,
supposte le seguenti circostanze: 1 che la quantit di lavoro trasmesso alla circon
ferenza sia uguale a 4500 Chilogr. ;2 che lo sforzo verticale esercitato dalla ruota den
tata del primo rocchetto, il cui raggio metri 3,05, sia diretto dal basso in alto ed
uguale a 2930 Chilogr. Il peso dellacqua contenuta in ciascuna cassetta sia circa di

5,5000 Chilo rammi; e che il peSO della ruota idraulica con quanto sop orta il suo
albero sia
Chilg.; che la velocit della circonfereza della ruota sia imetri 2,30,
il re gio del perno metri 0,21.

oluz. Si calcoli la pressione sul perno, che sar


86687 Chilogr. 5500 Chilogr.-2930 Chilogr.:89257 Chilogr. Lattrito del porno lu

bricto con grasso R:O%02x89257 Chilogr.:7l40 Chilogrammi. Lo spazio percorso 3


dalla circonferenza del perno uguale 9. metri 2,30x
:0,106. La quantit di lavoro
consumato dallattrito di questo perno per minuto secondo sar
7140x0,106::756,8 chilogr.m.:lO,25 cavalli dinamici o a vapore.

(I) Quando l'oggetto deve muoversi orizzontalmente, non si ha che II vincere lattrito, ma molte. volte fa duopo

conoscere la perdita di forza, che risulta dell'attrito di due supelcie piane; si ottiene questa quantit moltipli
cando lo storno dovuto allatlrito per la velocit del corpo per minuto secondo.

91
ARTICOLO XVI.

Misura dellEetto utile di una Macchina mediante


il Freno diuamometrieo.

88. Freni dinamometrci. - Si chiamano con un tal nome gli appa


recchi, che servono a misurare con sufciente esattezza leffetto utile duna
macchina animata dal moto rotatorio, come duna ruota idraulica, d'una

macchina a vapore, ecc.


Uno dei freni pi generalmente usato quello di Prony (Fig 82). Esso consta di un
braccio di leva BC, alla cui estremit va unito un pezzo di legno D tagliato inferiormente ad

arco di cerchio, che si applica sullal-

bere A della macchina, di cui si vuol


misurare il lavoro, e duna catena EE

composta di altri pezzi di legno articolati


con cerniere di ferro, le quali a guisa di
collare abbracciano la periferia dellal
bero. La catena tenuta da due chia,
verde a vite, che attraversano il braccio
Fig. 82.
di leva 80, le cui estremit sono tenute dai due dadi FF. Allestremit Cdel braccio di leva

sta sospeso un piatto G destinato a ricevere dei pesi. Degli arresti HK vengono disposti in
modo da impedire che ruotando attorno allalbero la leva si discosli di soverchio dalla po
sizione orizzontale, nella quale deve essere mantenuta. Stringendo fortemente lalbero fra
i pezzi di legno ossia fra le mascelle del freno col chiudere i dadi EE, lattrito dellalbero,

che pu essere accresciuto a piacimento, impedisce alla leva di ruotare quando e scarica
collalbero, se non vi fossero gli ostacoli HK. Essendo la macchina in moto colla sua ve

locit normale, si chiudono le viti e si preme cosi maggiormente il collare sulla periferia
dellalbero sino al punto, in cui il fregamento diventa capace di sollevare il braccio della
leva caricato dei pesi G posti sul piatto allestremit della leva BC. Col crescere dellat
trito chiudendo le viti diminuise la velocit della macchina; allora si d nuova acqua alla
ruota 0 nuovo vapore alla macchina, ed in generale si spinge la forza motrice con nuovo
vigore, alline di ricondurre la macchina alla velocit normale, con cui deve lavorare. Du
rante alcune prove si giunge ad equilibrare lo sfregamento del collare sullalbero o la
resistenza R col carico G della leva nello stesso tempo, che la macchina agisce colla

sua velocit nornale. In tale stato la macchina sviluppa tutta la sua forza, con cui deve
operare il lavoro, e continua la rotazione dellalbero, sostenuta per mezzo dellattrito, che
agisce nel senso della rotazione stessa; il braccio di leva carico del peso G si man

tiene in posizione orizzontale con piccole oscillazioni. Tenendo conto del numero delle
rivoluzioni stesse in un secondo e della carica P, si hanno i dati per valutare leffetto di
namico o la quantit di lavoro, di cui capace la macchina.
Infatti consideriamo lattrito l come la resistenza, r il raggio dellalbero A, e G il
peso posto nel piatto, compresovi il peso proprio e quello dellapparecchio ridotto al
punto 0 (il quale si otterr appoggiando la stanga BC od un coltello nel punto situato
direttamente sopra il centro di A ed attaccando C ad una bilancia), e segnando con L la
lunghezza del braccio AC, la condizione dequilibrio della leva orizzontale sar R:G ::l.:r,
quindi Q: G>;L ovvero la forza, che lalbero potr trasmettere sar P:R: G<L , ed
il lavoro consumato dallattrito o leetto utile per minuto secondo, che lalbero a pari
numero di giri, e talvolta lazione del freno, potr trasmettere a qualunque organo

lavoratore.
Indicando con n il numero dei giri fatti dall'albero in un minuto, la velocit alla sua

Periferia sar v --_ 2* _;l>g .Sostituendo a v questespressione si ottiene:

92
GxLx2xxrxn _ 2nlt XG__ 7an
va=li><v=

21rll
. il prodotto

60><r

60

_ 30

esprime la

60

velocit, che prenderebbe il punto G di applicazione del carico, se la leva BC avesse a


rotare cpllalbero, e chiamando V tale velocit, risulta P><v:fxv:GxV.
1 Esempio. - Qual sar leffetto utile duna macchina idraulica, se, applicando
allalbero motore della medesima un dinamometro, il cui braccio di leva e metri 4, e lal
bero girando liberamente, cio non mettendo in moto alcuna macchina, fa 15 giri per
minuto, e il peso necessario a mantenere in moto una tal macchina, compresovi il piatto,

sia di 150 Chilogrammi? '


Soloz. Da quanto si disse superiormente avremo qual effetto utile al secondo per questa
ruota 3,14X4g1_5_x_1_50 :12,56 cavalli. Se si accrescer o si diminuir la pressione
75x30

chiudendo i dadi delle viti EE, si dovr aumentare o diminuire contemporaneamente il


peso per mantenere la leva in posizione orizzontale, osservando ogni volta il numero dei
giri dellasse, e per mezzo della suddetta formola se ne calcoler leffetto e si verr a

sapere quale sia la velocit pi favorevole, ossia che d maggior effetto utile. Ora suppo-
nendo, che con un pi forte attrito che nellesperienza precedente si possa sostituire al
peso di 150 Chilogr. uno di 162, perch la leva rimanga orizzontale, e lalbero faccia in tal
o
caso solo 13 giri al minuto, leffetto utile della ruota sar

3>lgll :11,75 ca

valli, perci la prima velocit di 15 giri al minuto offrir un maggior effetto utile che non
lultima.

Mettiamo ora in moto col mezzo della ruota l'apparato di trasmissione del lavoro alle
diverse macchine dellopifcio, a cui applicata la ruota idraulica, senza che le macchine

lavorino. Se in questo caso il peso P di 170 Chilogr. e se l'asse fa solo 11 giri al minuto,
p effetto utile
- prodotto dall
, , asse della ruota sera. ancora -L-Tg;<)
314x4x1lx170f :10,44 caValh..
Osservazione. - Supponendo che mediante questa trasmissione vengano mosse 40
macchine operatrici,-come torni, macchine per piallarc, telai e simili, si avr P:43 Chilg.,
e se lasse fa ancora 10 giri al minuto, leffetto utile ancora disponibile sar
L>S%3-Iz,io cavalli. Risulta quindi che il massimo effetto utile, che il motore
potr somministrare, sar :12,60, e che leffetto utile richiesto al movimento del mecca

nismo di trasmissione =12,60-10,44:2,16 cavalli, e quello che serve al movimento


delle macchine e di 10,14-2,40=8,04 cavalli.
2 Esempio. - Qual sar leffetto dinamico duna macchina a vapore, la quale si
sottoposta alla prova con un freno, di cui il braccio CP di metri 4,04(Fig. 82), e faceva

colla velocit normale 29 rivoluzioni per secondo equilibrando il peso G,.che, unitamente
al peso del braccio di leva ridotto al suo centro di gravit e a quello del piatto, era uguale
a Chilogr. 96,28?
Soluz. lloltiplicando il doppio del braccio di leva 0 metri 8,08 pel rapporto 3,1416, si
avr la circonferenza del circolo di raggio CP o il braccio di leva eguale a metri 25,38, che

sarebbe lo spazio descritto nel movimento. Per avere la velocit bisogna determinare lo
spazio riferibile allunit di tempo (N 23), cio al minuto secondo, la quale va moltiplicata
per metri 25,38 e pel numero 29 delle rivoluzioni fatte in un minuto primo diviso per 60,

che da 2'326-29_ :12,26. il peso equilibrato di Chilogr. so,a5xle,aouso,os, che


esprime il momento dinamico della macchina in altrettanti Chilogrammi portati allaltezza
di un metro per secondo di tempo. Dividendo questo risultato per 75 (N' 48), si avrebbe il

momento dinamico 15,72 espresso in cavalli a vapore (1).

(i) I dati di questo esempio sono desunti da un esperimento su d'una macchina a vapore ad un sol cilindro senza
bilanciere, senza condensazione e senza espansione, stata consegnata dal fabbricante come della forza di 15 cavalli, la
tensione del vapore si manlenne di 3 H2 atmosfere, il diametro del cilindro era di niet. 0,557, la corsa dello stantuffo di
i incl:, lesperienza dur parecchie ore.

93
ARTICOLO XVII.

[DellElaslicl dei Corpi.

89. Elasticit. - Chiamasi elasticit quella tendenza, che hanno certi


corpi di riprendere la forma primitiva, cessando d'agire su di loro una forza
qualunque, che l'alterava (N 4). Un corpo solido 0 gazoso dunque elastico quando senza cambiar natura cede
ad una forza, che gli oppone una resistenza e che esso tende continuamente a respiri

gore. Cos, quando dicesi che un uido e elastico, intendesi che il suo volume pu
essere ridotto colla compressione, ed inversamente aumentato col cessare di quella.
Lelasticit nei solidi si manifesta in quattro modi diversi: per trazione o tension
per torsione, per inessz'one e per compressione.

I corpi, qual pi qual meno, possiedono un certo grado di elasticit; il diverso


grado di elasticit, di cui sono (letali, li ha fatto dividere in corpi perfettamente ed fm
perfettamente elastici, mettendo trai primi quelli, che riprendono completamente la loro
forma primitiva, quando si cessa di agire su loro, e fra i secondi quelli, che non la
riprendono che solo in parte.
I gaz sono i corpi, che possiedono lelasticit in un grado emineme, mentre nei

liquidi ev appena sensibile.


90. Elasticit. di trazione o tensione. - L'elasticit di trazione o
tensione si manifesta nei li, nelle lamine e nelle sbarre, sulle quali esercitasi

uno sforzo alle loro estremit nel senso della loro lunghezza. Fra i moderni

esperimentatori sullelastieit va distinto il signor Wertheim, a cui devesi


la quarta legge (I).
il Savart adoper un apparecchio composto di un sostegno di legno, al quale si so
spendono le aste ed i li, che si vogliono sottoporre ad esperimento. Si attacca alla loro
estremit inferiore un bacino destinato a ricevere dei pesi, e sulla loro lunghezza si

segnano dei punti, di cui si misura precisamente la distanza per mezzo di un catetometro (2).
Per studiare lelasticit di trazione S. Grawe
santi, che fu il primo ad assoggettarla ad espe
rienze, si servi dellapparecchio, che presenta la
Fig. 83. Il lo metallico am, del quale voleva
provare il grado di elasticit, era teso orizzon
talmente tra due morso sse a e b. Una lamina
di rame C, sospesa liberamente al mezzo del (ilo
ab, sosteneva un piatto B carico di pesi, i quali
iorzavano il filo ad allungarsi e gli facevano fare
un angolo; un ago sospeso per il suo centro di
gravit ad una puleggia mobile posta nel centro

di un quadrante, messa da un filo di seta accavalHg- 3'


calo sulla sua gola e teso da un peso P, serviva a misurare sulla circonferenza del quadrante
labbassamento del punto m, corrispondente al grado di elasticit del lo metallico amb.
(i) Bench debba:i a llegnault la dimostrazione delle variazioni di volume, che prova un vaso in forza dell'ela
slicii delle sue pareti, quando vien premuta la massa liquida, che lo preme, al signor Wertheim dobbiamo i se
guenti risultati: i Che i cambiamenti di volume sono, come cambiamenti di lunghezza, proporzionali ai carichi;
2 Che la variazione dell'unit di sezione di una sbarra stirata alle due estremit 2|5 della variazione dellu
nit di lunghezza; 5' Che le variazioni dellunit di volume sono 5 delle variazioni dell'unit di lunghezza;
40 Che la variazione dell'unit di volume di una massa premuta su tutti i punti della sua supercie uguale alla
variazione dell'unit di lunghezza di una sbarra tirata solo nel senso della sua lunghezza.
(2) Regole dottone diviso in millimetri, al quale si pu dare una posizione verticale per mezzo di un piede con
viti di livello. Un cannocchiale posto ad angolo retto col regolo scorre nel verso della sua lunghezza, e porta un
nunio, col quale si misurano i cinquantesimi di millimetri (V. la Fisica del Cuor).

94
Questi esperimentatori pervennero a determinare, quando non si oltrepassi i limiti,

in cui i corpi non riprendano pi la forza primitiva, che la trazione delle aste e dei
li sottoposta alle quattro seguenti leggi, che regolano lelasticit di tensione:
1' Per una medesima sostanza e per un medesimo diametro l'allungamento delle aste e dei
[ili proporzionale alla forza di trazione ed alla lunghezza ed in ragione inversa dell'area di

una sezione fatta perpendicolarmente al lo;


2' Per aste 0 li della medesima lunghezza e della medesima sostanza, ma di differente
grossezza, gli allungamentt' sono in ragione inversa dei quadrati dei diametri;

3' Che per una medesima sostanza e per una stessa diametro l'allungamento proporzionale
alla forza di trazione ed alla lunghezza;

4' Quando una lamina o sbarra si comprime nel senso della sua lunghezza operando alle
sue due estremit, l'accorciomento, che essa prova, uguale all'allungamento, che avrebbe
subito, se invece di una forza comprimente aglsse una forza stirante.
.
Lesperienza ed i calcoli istituiti in proposito hanno dimostrato, che quando i corpi
si allungano per trazione, crescono di volume.
Wertheim, il quale istitu moltissime esperienze sullelasticit dei metalli, riconobbe
che l'elasticit decresce, quando la temperatura si eleva da 15"a200", eccetto per il ferro

e lacciaio, la cui elasticit cresce no a 100 e poi diminuisce, trov che in generale
tutte le cause, che aumentano la densit, fanno crescere in pari tempo lelasticit ed in

versamente.

91. Elasticlt. dinesslone. - L'elasticit di essione od inessione


quella, che si manifesta in tutti i solidi, che, ridotti in lamine sottili e tenuti

fermi per una loro estremit, dopo di essere stati pi o meno ricurvati, ritor
nano alla loro forma primitiva, quando vengano abbandonati a se stessi.
Questa propriet eminente nellacciaio temperato e nella gomma elastica, e trova
numerose applicazioni nellindustria.

Un esempio di elasticit di essione lo abbiamo


prendendo (Fig. 8l) una sbarra L di ferro e ssandola

g
Fig. 84.

per una estremit orizzontalmente, caricando laltra


estremit no con un peso capace dimprimerle una
inessione n'c'. Togliete questo peso, e la sbarra t'a

cendo un certo numero di oscillazioni, riprender la sua posizione orizzontale in virt


dellclaslicit, che si in essa sviluppata, per lo allontanamento delle molecole prossime
alla sua supercie superiore, e per lavvicinamento di quelle prossime alla supercie
inferiore.
ll Coulomb determin, per mezzo di esperimenti, che lo spostamento dellestremit no
della sbarra proporzionale al peso, di cui si scarica, e che il peso, il quale produce un
certo incurvamento, proporzionale alla larghezza della sbarra; se questa diviene 2, 3, ecc.
volte pi larga, lincurvamento sar una met, un terzo, ecc, e per avere la stessa ines

sione bisogner duplicare, triplicare il peso.

92. Elastioit. di torsione. -- Lelasticit di torsione si sviluppa in un


lo metallico, quando, essendo sso in una estremit, si torce con uno sforzo,
che si opera allaltra estremit; cessando questo sforzo, ritorna al suo antico

stato, dopo di aver fatto un certo numero di oscillazioni.


Chiamaci angolo di torsione lo spostamento, che subisce un raggio della base
inferiore, riferito ad un raggio sso della base superiore.
a,:/_h
Immaginiamo (Fig. 85) un lo A, nel quale in forza della torsione le

' "

molecole dalla loro posizione parallela allasse del cilindro vengono spostate
per disporsi in altrettante eliche bb'...; prendiamo di mira nella base infe
riore una molecola b; essa trovasi trasportata in b, e langolo b ab', latto dal
raggio ba col nuovo raggio ab', ci che si chiama angolo di torsione.

Gli esperimenti fatti dal Coulomb sullelasticit di torsione dei fili fles
sibili ed a sezione circolare furono dal Savart ripetuti sopra verghe rigide
di ottone, di rame, di vetro, di legno, a sezione circolare, quadrata, rettan

95
golare e triangolare. I risultati conformarono le leggi stabilite dal Coulomb; anche il signor
Werlheim ha studiato l'elasticit di torsione servendosi di un apparecchio pi perfetto di
quello usato dal Savart, e facendo esperimenti su 65 verghe di varie sostanze vuote e mas

siccie, aventi tutte le sezioni le pi comuni. Egli ha determinato le variazioni di volume,


che per leffetto della torsione subiscono i tubi pieni di liquido, ed ha potuto anche con
statare che una torsione, quantunque piccola, sempre accompagnata da un all'alto per
manente: un filo metallico torto non riprende mai completamente la sua posizione.

Lelasticit, qualunque sia la causa, che la produce, ha sempre un limite, oltrepassato


il quale, il corpo, che stato allungato, piegato o torto, non riprende pi la sua primitiva
gura.

Le leggi della torsione dei li sono state determinate dal Coulomb, sico francese, nel
l806 per mezzo dun apposito apparecchio, che chiamasi bilancio di torsione, e sono le
seguenti:

1 Le oscillazioni sono sensibilmente isocrone, quando non oltrepassino un piccolo numero


di gradi,

2' Per un medesimo lo langolo di torsione proporzionale alla forza, che lo produce;
3 Per una medesima forza di torsione e per li del medesimo diametro l'angolo di torsione
proporzionale alla lunghezza dei li;
P Per una stessa forza e per una medesima lunghezza dei li langolo di torsione in

versamente proporzionale alla quarta potenza dei diametri.

ARTICOLO XVIII.

[Della Iligdezza delle Funi.

93. Funi. - Le funi sono organi meccanici e fanno parte di parecchie


macchine, come nelle carrucole, nei toruii, nelle trasmissioni del moto, ecc.
Esse nel moto devono essere continuamente piegate secondo una data cur
vatu'ra in alcune parti, e raddrizzate in altre; in tali successive variazioni

si richiede una forza per vincere la resistenza, che esse oppongono per essere
piegate, e per la quale si perde porzione dellazione dinamica della potenza
motrice: questo chiamasi rigidezza delle funi.
Infatti, se una fune perfettamente essibile fosse accavalcata ad un cilindro o ad
una ruota (Fig. 86) con all'estremit due corpi egualmente distanti, deve sussistere l'e

quilibrio, perch in tal caso le due forze parallele ed uguali P e O


sono egualmente distanti dal punto dappoggio A; baster perci un
piccolo peso da una parte per produrre il moto. Per dordinario DV

questa forza Q non avr solo a vincere linerzia del carico e dellat
trito del perno contro il cuscinetto A, ma ben anche la resistenza f
dipendente
dallimperfetta
corda. di questa BE, f_.'
La rigidezza
della cordapieghevolezza
far si, che della
la parte
" i . I.
su cui agisce il carico, non si adatti esattamente al cilindro, ma E

prenda una direzione obliqua BE. Siccome per il carico 0 agisce


in direzione verticale, cosi il suo 'punto dapplicazione andr sup

,
' l'p .

'

I-lg. se.

posto non pi in Il, ma in D, essendo ED una retta verticale e

perpendicolare ad AD. Il peso Q operando alla distanza AI) dal fulcro 0 centro di rota
zione A, per lequilibrio si dovr avere PXAC:QXAD; cosi bisogner accrescere la

forza I della medesima proporzione, sedendo cui, a causa della rigidezza, cresce la di
stanza dal punto dapplicazione del carico.
'

96
Dalle varie esperienze risulta, che nelle funi nuove la distanza dal punto di ap
plicazione del carico supera lanaloga distanza del punto dapplicazione della forza
duna met. del diametro della fune stessa. Nelle funi usate si pu valutare ad 1[3 , e
nella funi vecchie tra /i e 1/5 .
La rigidezza duna fune varia: 1 Secondo la tensione o il peso, da cui stirata;
2 Secondo il vario metodo di fabbricazione; 3 Secondo la sua grossezza; 4 Secondo
il raggio del cilindro, attorno al quale deve avvolgersi.
-

Con esperimenti istituiti mediante appositi apparecchi risulta, che, poste le altre
condizioni eguali, la rigidezza delle funi e prossimamente proporzionale alla forza, da
cui sono tese.
I
Lesperienza ha fatto pure conoscere per questo riguardo ci che segue: 1 La

rigidezza delle funi cresce in ragione della loro grossezza ovvero del loro diametro;
2 Diminuerrdo il diametro del cilindro, su cui si avvolge la fune, cresce in proporzione
la rigidezza della medesima; 3 La velocit non inuisce a far cambiare la resistenza
prodotta dalla rigidezza delle funi.
4
Dai varii calcoli ed esperienze si rilevato, che nei casi generali pu adottarsi la

seguente formula senza commettere gravi errori: S :

, nella quale S esprime

la rigidezza della fune, P indica il peso o la tensione della corda, d il diametro della

corda, R il raggio del cilindro o della carrucola e 25 un numero sso. Uber inveCe
d la formula seguente S:K xll.l-- , nella quale K un numero sso dato dal
lesperienza ossia uguale a 0,186.
Sono tante le circostanze, che concorrono a rendere variabile la qualit di una
fune, che il calcolo esatto troppo complicato per la pratica; nulladimeno si osser

vato, che a pari circostanze le funi umide ed incatramate sono pi rigide delle asciutte
e bianche; cos pure le funi nuove ed attorte sono meno essibili di 'quelle usate e

poco attorte. Ma approssimativamente si trova la resistenza, secondo Redtenbacher,


impiegando secondo le circostanze le formole seguenti:
.
P><d2
.
.

per le corde di canapa 8:0,26x


-

Chilogrammi,

.
.
de
.
.
per le corde in lo di ferro 8:0,58X
D
Chilogrammi;

nelle quali P e la tensione in Chilogrammi della parte della corda, che savvolge; d il
diametro della corda in centimetri; D il diametro del cilindro o della carrucola. Si trova
il valore della forza da impiegarsi sul cappio della corda, che si svolge, per vincere
la resistenza P e la rigidezza della corda, colle formole seguenti:

da
per le corde di canapa S:P(l +0,26

) Chilogrammi,

1)
.
.
diI
.
.
per le corde in lo di ferro S=P(I+O,58) Chilogrammi.
Secondo Eytelwein la rigidezza delle funi usate si ottiene colla formula seguente:

s_-o,1as de
D .
1 Esempio. - Quanta forza si dovr impiegare per sollevare un carico di 300 Cg.
impiegando una carrucola di 36 centimetri di diametro, posto che la fune da usarsi
sia ancor nuova e grossa 42 millimetri?

Solar. Il punto dapplicazione della forza a met della grossezza della corda,
quindi la sua distanza dal centro della carrucola sar :iS+2,1;90,1 centimetri. La
distanza dal punto d'applicazione del carico deve superare la precedente di met la
grossczm della corda; sar dunque eguale a centim. 20,1+2,1:22,2. indicando la forza

300x222

con P avremo quindi 20,1x?:300x22,2; P=--2'1_ :Chilogr. 331,3. La ram


7

stanza prodotta dalla rigidezza della corda sar dunque 331,3-300:21,3.1mpicgand0


la formola S I K

. T: l8 + i22_ :20,i, si ha
Qf" , , siccome

97
S : 9%_3(10M3 :Chilogr. 11,40, e la forza da impiegarsi, non tenendo conto
dellattrito dellasse, sar P:300+HJO:3HJO. Calcolato in questa guisa S ha un
valore pi grande del primo, ma preferibile.

2 Esempio. - Dovendo sollevare un peso di 500 Chilogr. con una fune usata di
4 centim. di diametro, quale sar la rigidezza di questa, se il diametro della carrucola
di 40 centimetri?
Soluz. Dalla formola S: W = Chilg. 37,45, ossia la potenza dovr es

sere di 500 pi Chilogr. 37,45, o Chilogrammi 537,45.


94. Rigidezza. delle Catene. - Le catene presentano una resistenza nellavvol
gersi e nello svolgersi per l'effetto dellattrito, che provano gli anelli girando sul loro

asse; perci nella loro costruzione bisogna fare in modo, che la lunghezza di questi
'sia la pi piccola possibile relativamente al raggio della carrucole. o del verricello.
Le catene, che si ritengono pi vantaggiose, sono quelle piatte ad articolazioni, delle

qualiciascun anello o parte connesso da due caviglie allanello precedente o che.


segue.
.
Unaltra buona disposizione di catene e quella, che ha gli anelli oblungbi piani,
di brevissima lunghezza e perpendicolari gli uni agli altri, e che scorrono nella ca
nalatura della carrucole. o del tamburo. Le catene ad anelli torti debbono essere in
tieramente rigettato.

ARTICOLO XIX.

Della Resistenza dei Mezzi ossia dei Fluidi.

95. Resistenza dei Mezzi. - Dicesi resistenza dei mezzi quella. duplice
resistenza, che incontra un corpo, che si muova in un uido qualunque, sia

per leffetto dellattrito ancorch debole contro le molecole uide, che rasen
tano lateralmente il corpo, sia dalla resistenza assai maggiore prodotta dallo
spostamento delle particelle uide incontrate dal corpo, le quali nell'orto sono
poste in movimento, e tendeno sempre pi a diminuire la sua velocit.
La resistenza dei mezzi cresce:
1 In ragione della densit del uido, in cui si muove la macchina; giacch quanto
pi questa grande, tanto maggiore risulta la. massa del uido da essere rimossa, la
quale in virt dellinerzia oppone ostacolo in ragione del numero delle molecole.
Infatti facendo muovere nello stesso fluido due pendoli uguali, essi faranno nello
stesso tempo un egual numero d'oscillazioni. Ma se luno oscilla in un uido pi denso
di quello, in cui si muove laltro, il primo incontra maggior resistenza ed ridotto alla
quiete pi presto del secondo.
Ne segue da ci, che la resistenza, che un movimento incontrer nellacqua, sar
circa 800 volte maggiore di quella, che proverebbe nellaria, perch la densit di questul

tima allincirca 800 volte minore di quella dellacqua.


2' Cresce col crescere della velocit, anzi in ragione del quadrato della velocit.Si vede
parimenti che uno stesso corpo incontrerebbe nellaria una resistenza uguale a quella
oppostagli dallacqua, se nella prima si muovesse con una velocit un po pi di 28
volte pi grande che nella seconda, essendo 28:784, assai prossimo ad 800. Perle
13

98
stesso motivo il moto dei gravi cadenti da considerevoli altezze dovrebbe essere uni

formemente accelerato [N' 32], ma la resistenza dellaria lo altera e lo cambia dopo un


certo tempo in un moto uniforme. Lo stesso pu dirsi dei traini delle ferrovie (l) e del
moto delle navi.
3Cresce in ragione dellarea della supercie urlata dal corpo di massa uguale e di
forma differente, ovvero a parit di forma e di figura, se si dar al corpo unaltra po
sizione. La resistenza per un corpo di forma prismatica, prendendo per unit di supercie
il metro quadrato, uguale a 0,0759X.\xv, essendo A l'area e v la velocit. Per le
lastre sottili la resistenza in discorso alquanto pi forte, perci invece del coefciente

indicato vi si sostituir questaltro 0,0918. Poi corpi, che si muovono nell'acqua, il coef
ciente uguale a 52, onde si avr per ogni metro quadrato una pressione uguale
52><A><r2 Chilogrammi.

Nel caso che il fluido in movimento battesse contro un corpo fermo, la resistenza
sarebbe un po maggiore che nel caso nora considerato. Quando il corpo ed il fluido

sono entrambi in moto, e luno in un senso opposto all'altro, si dovr prendere la somma
delle loro velocit, mentre se andassero dalla stessa parte si prenderebbe la differenza
delle dette velocit. La somma o la differenza ottenuta dar la velocit, che si dovr

introdurre nel calcolo. Da apposite esperienze istituite sul convogli delle ferrorie risult,
che la resistenza opposta dallaria contro la locomotiva per ogni metro quadrato

per la velocit di 1 metro:0,t%2 Chilogr.,


id.

12 metri :H4><0,122:17,6 Chilogr.,

id.

20 metri: 400x0,122:48,8 Chilogr.;

in generale chiamando A la supercie, la resistenza sar :0,122x:\xv. La resistenza


delle'altre vetture, che vi sono attaccate, si calcola circa il 400/Q della resistenza, cui

la locomotiva incontra per metro quadrato.


La resistenza, che provano le navi, deriva specialmente dellattrito contro la su

perficie immersa nellacqua, e la cos della resistenza della forma ne considerevol


mente minore. Secondo il Navier la resistenza dellacqua contro una nave in movimento

uguale a 8,l><Axv:8,lxlprv Chilogr., nella quale 1 india la lunghezza della


nave; p la profondit, a cui pesca; v la velocit; le dimensioni sintendono in metri.
La quantit di lavoro consumato al minuto secondo nel vincere la resistenza del
mezzo si otterr moltiplicando la misura trovata della resistenza per la velocit v, e si

avr K><Axv><u.:l\'><Axv3 ovvero le><p><v3 chilogr.m., nella quale 1, p e v rap


presentano le quantit della formula antecedente, e K il coefciente numerico da im
piegarsi.

1' Esempio. - Quale sar il lavoro, che si dovr spendere per superare la resistenza
esercitata dallaria su dun convoglio ferroviario, che ha una velocit di 10 metri, sup

posto che la superficie della locomotiva urtata dallaria sia di 8 m. q., e che vi siano
attaccati l'2 vagoni, ciascuno dei quali presenti di fronte una supercie di 4 m. q.?

(i) bei convogli sulle strade ferrate la resistenza dei mezzi diventa considerevole per la grande velocit. L'aria
urla di fronte la locomotiva, ma lo scontro dei vagoni e dei carri non succede in ragione della somma delle loro
supercie anteriori, per essere disposti uno in seguito all'altro. Ma siccome tanto le locomotive quanto i carri del
convoglio hanno pressoch uguale supercie di riscontro, si suole adottare perci la seguente regola pratica per
valutare la resisienza dell'aria provata dei convogli lungo le strade ferrate: Troz-si la supercie del primo vagone
o della macchina e ad ogni 8 metri quadrati se ne aggiunga I per ogni vettura o vagone del convoglio, Indi mol
tlplirhis la somma pel quadrato della velocil espresso in Chilometri allora; si divida inne il prodollo per 200,
c dar la resistenza richiesta in Chilogramml.
'
Esempio. - Supponendo un convoglio composto di 40 vagoni, la velocit di 50 Chilometri all'ora, la su
perficie di scontro 8 metri quadrati, qual e la resistenza, che incontrer?
Soluz. Si avr m. q. 8+ lo: l8, che moltiplicato per (50)! o 900 dar 900xl8=l6200, che diviso per 200
d per quoziente 8| , che esprime in Chilogrammi la resistenza del mezzo. Se sofa il vento allora bisogner alla
velocit 50 aggiungere quella del vento o detrarla, secondo che questo ha una direzione opposta o cospirante col
convoglio, dal cui risultato si far il quadrato, che deve servire di moltiplicatore al numero esprimente la super

cie di scontro. Aggiungendo quella nascente dagli attriti si avr la resistenza di un convoglio sulla strada ferrata.
La resistenza della locomotiva si valuta dordinario di 7 per ogni 4000 Chitogrammi o per ognl tonnellata di peso

del veicolo; mentre quella dei vagoni si calcola meno di 5 Chilogramml per ogni tonnellata
I

'

99

Soluz. Tenendo per coefficiente 0,1'22 avremo per la resistenza contro la locomotiva
0,l22x8><10:97,6 chilogrammetri. La resistenza contro 12 vagoni uguale a
,
12 ( 0,1.x0,122x4xl0 ) : 12><19,52 :234,24 chilogr.m. Quindi la resistenza in complesso
dellaria uguale a 331,81 Chilogr. Il lavoro speso per minuto secondo nel vincere questa
resistenza sar : va :332><l0: 3320 chilogr.m. :.43,6 cavalli-vapore; e per muovere

il convoglio con una velocit di un sol metro basterebbe impiegare contro la resistenza
dellaria un lavoro:

:0,0i cavalli-vapore, perch questo varia in ragione della


1000

terza potenza della velocit.

2' Esempio. - Quanto lavoro sar necessario impiegare ogni minuto secondo per
imprimere una velocit di 5 metri ad una nave larga metri 7,5, e che pesca alla pro
fondit di metri 1,50?

Soluz. Il lavoro da impiegarsi sar per minuto secondo


P:8,lxlprv3:8,1x7,5x1,5x53:11390 chilogr.m.:t5l,8 cavalli dinamici.

ARTICOLO XX.

[lei ilill'ercnti Materiali impiegati nella Costruzione delle Macchine.

96. - La costruzione larte di comporre un insieme soddisfacente a certi


dati con determinati materiali (1).
Fra i metalli, che la natura e lindustria mettono a nostra disposizione, havvene
di quelli, che sono pi adatti ad un genere speciale di costruzione che ad un altro.

Le macchine essendo sempre apparati, in cui vi e movimento, vibrazione e resistenza


a sforzi di trazione, di pressione, di torsione e durto, i materiali, che convengono pi
particolarmente alla loro costruzione sono quelli, che riuniscono contemporaneamente
la tenacit per la resistenza e la docilil per lesecuzione; ma non sono i soli, im
perocch fuori del moto, delle vibrazioni e delle resistenze vi uninnit di funzioni,
che abbisognano di propriet particolari.
Si distinguono tre diverse categorie di materiali, e sono: 10 quelli del regno mi
nerale, come le pietre, le terre, i eetri ed i metalli; 2 quelli tratti dal regno vegetale,
come i legni, il caontekouc 0 gomme elastica, la gulta-pereha, le materie lamentose o
tessili e gli olii essiccatiei; 3 quelli tratti dal regno animale, che sono ienoi, gli olii

fissi, le corna ed i mini.


Ma di tutti i materiali tratti dal regno minerale solo qualche metallo riempie le
condizioni richieste per la costruzione delle macchine. Le terre ed i vetri non sono
abbastanza tenaci, perch troppo fragili; nulladimeno essi gurano in varie parti au

siliarie. Lo stesso dicasi delle pietre, le quali costituiscono eccellenti fondazioni per
le macchine sse, e dei mattoni, che servono esclusivamente quasi per la costruzione
dei fornelli; i vetri servono per la formazione dei tubi indicatori, dei livelli dellacqua
nelle caldaie, dei manometri a mercurio e dei modelli delle piccole macchine a vapore.
Ci poi, che riduce ad un piccolo numero i metalli impiegati nelle macchine, e la loro
carezza. In generale i metalli si possono ridurre ad uno stato di mollezza da poterli

(I) Le conoscenze accessorie allo studio dei materiali impiegati nelle macchine sono: la siologia regalate poi
legni; la mclallurgia pel metalli; l'archileltura per le forme; in mineralogia pe materiali in genere; la siologia
animale per i cuoi, i grassi, gli olil ecc.

100

'

lavorare facilmente; quelli, che convengono maggiormente anche e minore tenacit


per la. costruzione delle macchine, sono particolarmente idestinati a stare allumido,i

cosi detti inossidabilz', come loro, largento, il platino e lalluminio, ecc.; ma il lor prezzo
elevato li esclude quasi interamente, e sono impiegati in qualche eccezione e solo
quando la necessit lo fa sentire, come il platino nella concentrazione dellacido sol
forico e nella costruzione di alcuni strumenti ed apparecchi di sica e di chimica.

Essendo obbligati a rinunciare all'inossidabilit, si deve cercare tra gli ossidabili


il pi tenace e meno caro, e fra questi si trova il ferro, che, solo od in combinazione
collazoto e col carboni , costituisce lelemento principale delle macchine.
Dopo il ferro viene il rame, che, in grazia della sua grande attitudinea condurre
il calorico e della sua pi facile fusibilit, impiegato nella costruzione delle cal

daie; in lega collo stagno nella. costruzione dei piumacciuoli o cuscinetti, che soppor
tano gli alberi in rotazione; in lega col piombo nella fabbricazione di tubi, e col

nichel e col zinco per leghe di altre speciali applicazioni.


Fra i materiali tratti del regno vegetale i legni sono quelli, che in molti casi so
stituiscono con vantaggio i metalli, sia per ragioni economiche, sia per la loro tena
cit, la loro leggerezza e la facilit di lavorarli. Talvolta per la loro sensibilit alle
variazioni igrometriche dellatmosfera ed altri inconvenienti, cui vanno soggetti, ob
bligano a rinunciare al loro uso. Il caoutchouc, le cui qualit e propriet erano or son
pochi anni sconosciute, da qualche tempo viene impiegato in varie guisa nella co

struzione di macchine, e pi specialmente ove duopo delasticit, come nelle con


giunzioni, nelle parti soggette ad urti, ecc. La guita-percha succedette alla gomma
elastica: pur desse, impiegata nelle parti, ove lelasticit indispensabile. Le materie
jllamentose servono a fare la guarnitura o baderna degli emboli o stantuffi e dei bozzoli

a stoppa (stung-bozes). Gli olii essiccativi, coi quali si bagna la biacca od il minio
per far mastici o colorire metalli cssidabili, li preservano dallazione dellumidit.
I materiali tratti dal regno animale sono i cuoi per le coraggio, ch nora la gutta

percha non ha. potuto sostituirli, sebbene simpieghi nelle valvole e nelle giunture
dei tubi.
I grassi, i seghi e gli olii ssi servono a lubricare i cuscinetti dei perni, le guide
delle aste scorrevoli ed in generale tutte le parti scorrenti le une sulle altre.

Le corna e i crini o crine hanno poche applicazioni e di poca importanza. Perci


si vede che i materiali pi adattati alla costruzione delle macchine si possono dividere
in due categorie, cio in materiali fondamentali, come il ferro, il rame e le principali
leghe, che con essi si fanno, e in materiali accessorie, che possono essere rappresen
_ tati dai prodotti naturali della terra o da quelli dell'industria.
Lasciando questi ultimi nella denominazione delle generalit noi faremo conoscere
le propriet siche, chimiche'e meccaniche dei primi come quelli, che presentano un
interesse speciale per la costruzione delle macchine. E considerando che nellappli
cazione delle propriet meccaniche sono indispensabili dei calcoli per determinarne
la resistenza, mentre la teoria delle loro propriet siche e chimiche non che la sem
plice esposizione dei loro caratteri distintivi, divideremo questo studio dei materiali

adatti alla costruzione delle macchine in due parti distinte: la prima tratter delle
propriet sico-chimiche, e la seconda della. resistenza.

97. Ferro.

Il ferro il metallo pi conosciuto, pi comune e pi necessario allin


dustria, specialmente nelle macchine. Esso trovasi in tutte le sostanze: si
rinviene nei corpi organizzati, vegetali ed animali, ed sparso in grandi
masse, in loni, in diversi stati, cio: 1 nativo o schietto pi raramente;
2 ossidato; 3 combinato collacido carbonico; 4 combinato con terre. Nelle

sue numerose applicazioni nelle arti simpiega in tre stati, cio: 1" allo stato

101
di ferro dolce; 2 allo stato dacciaio; 3 allo stato di ghisa. Questi due

ultimi stati non sono altro che combinazioni di esso con piccole quantit

variabili di carbonio e silicio. Esso la causa principale dei diversi colori


delle terre.
Stato sico. - Il ferro alla temperatura ordinaria solido, ma ad una elevatissima
ammollisce, e si fonde a quella di 158 gradi del pirometro di Weedgwood, che corri
spondono a 9593 gradi del termometro di Reaumur. La sua frattura brosa uncinata
di color bigio chiaro risplendente; la sua. tessitura granellare e fogliacea. E dotato
di singolar durezza, e scintilla sotto la percosse dei corpi duri. Cristallizza in ottaedri
sorgenti gli uni sugli altri. Esso combustibile, e nella combustione si combina col
lossigeno, il quale lo priva delle qualit metalliche e lo converte in una polvere

rossa oppure gialla. e talvolta bianca conosciuta sotto il nome di ruggine di ferro,
la quale non altro che un ossido di ferro combinato collacido carbonico.
Colore, Odore e Sapore. - Il ferro di color bianco azzurrognolo tendente al
higio; col pulimento acquista una supercie risplendente. Stropicciato tramanda un
odore suo proprio, ed accostato alla lingua fa sentire un sapore astringente.

Densit. - La sua gravit specica varia tra 7,600 e 7,800 secondo lo stato di mag
giore o minore purezza ed il modo di lavorazione.

Dilatazione. - La dilatazione lineare del ferro dolce da 0 a 100 0,00118210 0


-8-15 , lo stesso da 0 a 300 e 0,00146842 o
Tenacit. - Il ferro tra i metalli, che mostrano in pi alto grado la tenacit:

un lo di due millimetri di diametro pu reggere senza rompersi un peso di 250 Cg.


Pu tuttavia variare grandemente secondo che la sua preparazione riusc pi o meno
perfetta. Il ferro, che ha una tessitura brosa, pi tenace di quello granellare.

Duttllit. e Malleabilit. - Nel ferro si mostrano pure nel pi alto grado la


duttilit e la malleabilit. Per la prima il ferro si presta mirabilmente a ridursi in

li ora cilindrici ora prismatici, a diverso numero di faccie, quali li richiede lindu
stria meccanica; per la seconda esso capace di stendersi in lamine pi o meno
grosse, quali sono quelle che servono ai costruttori meccanici per costruire le caldaie

a vapore, serbatoi dacqua ecc.; le altre pi sottili servono a far tubi, la latta, ecc.
Stato elettrico. - Il ferro attratto dalla calamita. Sotto linuenza di un ma
gnete, come sotto lazione di una corrente galvanica, il ferro si fa magnetico, per
temporaneamente; sottratto allazione della magnete o della corrente esso perde la.
sua virt. Questo osservasi in tutta la sua pienezza nel ferro puro detto ferro dolce;
nel ferro in barre del commercio, il quale contiene sempre una quantit pi o men
grande di carbonio, che gli da le propriet. dellacciaio, conservasi magnetico quando

per un'azione magnetica od elettrica. fu temporaneamente magnetizzato. Il ferro perde


la propriet dessere magnetico quando si porta a temperatura elevata (al rosso bianco),

e la ricupero. col rareddarsi. ammesso che un ferro coperto di ruggine formi un


elemento di pila, di cui la ruggine il polo negativo, ed il ferro il polo positivo; il
suo potere elettro positivo fa si, che, immerso nelle soluzioni di molti sali metallici, ne

precipita i metalli ridotti. Cosi il ferro immerso nella soluzione di solfato di rame si
cuopre duna patina di rame ridotto.
Azione chimica. dellaria. - Il ferro si pu conservare inalterato alla temperatura
ordinaria nellaria atmosferica priva dumidit; pel contrario nellaria umida si ossida
prontamente, si copre cio di ruggine.
Azione chimica. dellacqua. - Lacqua pura in contatto col ferro lo ossida rapi
damente, ma questo si altera. pochissimo quando lacqua contiene qualche millesimo di
carbonato di soda o di potesse. Da alcuni anni si preserva il ferro dalla ruggine coprendolo
dun leggierissimo strato di zinco, che poi prende il nome di ferro galvanizzato. La
limatura di ferro bagnata con acqua ed esposta allaria fornisce idrogeno libero. Di
pi lo sprigionamento dellidrogeno facendosi in presenza dell'azoto e dellaria ha per
effetto la formazione di alquanto ammoniaca, la cui presenza facile a provare nella
ruggine del ferro bagnando questa e scaldandola con un poco di potesse caustica.

102
Azione degli acidi. - Gli acidi, che non cedono facilmente ossigeno reagente sul
ferro in presenza dellacqua, determinano la decomposizione di questa, lo sprigiona
mento didrogeno e la. formazione di un sale a base di protossido di ferro; cosi avviene
cogli acidi solforico, cloridrico, acetico, ecc.
> Afnit. - Il ferro ha una grande afnit per lossigeno: ci si manifesta eviden
temente esponendolo all'aria umida ed immergendolo nellacqua.

Leghe importanti. - Il.ferro si pu unire col potassio, sodio, calcio e magnesio;


ma le leghe, che ne risultano, non hanno importanza veruna per lindustria.

Delle diverse qualit. di Ferro in commercio. - Onde un ferro sia di buona


qualit necessario che sia duttile a freddo, che opponga resistenza quando si vuol
rompere, che si possa lavorare e scaldare senza che si fenda, inne che si lasci ta

gliare a. freddo colle cesoie e colla lima. Quindi la variet della natura del ferro dipende
da. sostanze straniere, con cui in combinazione. Se il minerale e commiato col solfo,
si ha quella specie di ferro, che dicesi piritoso e marziale; se collacido carbonico, costi

tuisce il ferro epatico o carbonato; se collarsenico il ferro mispickel o solfo-arseniuro


di ferro arsenicale.

Le varie qualit di ferro si possono dividere in due classi, cio in ferro molle ed in
ferro duro. Da queste due classi derivano molte variet, che sono le seguenti:

Ferri molli: 1 Il ferro molle e tenace, che il pi duttile, cio quello, che si pu

piegare a freddo ed a caldo senza che si fenda;


2 Il ferro molle e crudo, il quale, se riscaldato, si piega facilmente, ed a freddo si
spezza; i ferri dolci troppo riscaldati sono di questo numero, e si dice che sono bruciati;

3 Il ferro molle e spezzabile, che pu lavorarsi a caldo; a freddo si pu piegare no


ad un certo punto, ma non resiste ad una forte pressione, e non atto a sostenere un
grave peso: il ferro tenero, che si annovera tra questi, dicesi bastardo.

Ferri duri: 1 Ferri dari/orti o tenaci, che possono piegarsi a freddo in ogni di
rezione;
.
2 Ferri duri e crudi, che si lavorano male, si spezzano a freddo sotto il martello, e
sovente si frangono a caldo, non accidentalmente, ma abitualmente: questi ferri somi

gliano a quelli male ainati, e quasi tutti i loro difetti dipendono dal carbonio, con cui
rimangono in combinazione;
3 Ferro duro e spezzabile, che si pu piegare a caldo in ogni verso, ma si spezza a
freddo, per cui detto ferro spezzantesi a freddo;
4 Ferro duro e roverino, che si piega a freddo, e si fende al calore rovente: il che
proviene dal solfo, che tiene in combinazione.
.
Il ferro molle e tenace e pi puro del ferro duro e forte; tuttavia si preferisce questo
ultimo, perch s'ammigliora riscaldandolo successivamente, mentre il primo deteriora e
si abbrucia per lazione del fuoco.
Mezzi per conoscere la. qualit del Ferro. -- Secondo le loro qualit i ferri hanno
tessitura differenti, quindi quelli buoni hanno una tessitura brosa distinta con voce
nervo. La spezzatura a grano no pure indizio di buon ferro; ma quando esso composto
di lamine grandi, isolate le une dalle altre, indica di essere spezzabile. Un ferro nervoso.
che si sottoponga ad un caldo andante per saldarlo, diviene granito, ed il grano tanto
pi grosso quanto fu maggiore il fuoco, a cui venne lavorato; lo si ritorna nervoso sti
randolo di nuovo con precauzione.
Ma questi esteriori caratteri non sono sufcienti per riconoscere le qualit del ferro,
ed mestieri di ricorrere ad alcuni assaggi, i quali si possono dividere in due classi:

1 Assaggi per esaminare la resistenza del ferro ad un colpo, e la sua spezzatura; 2 As


saggi per determinare il modo di comportarsi nel fuoco. Questi assaggi sono i pi impor
tanti e denitivi. I primi si operano nella maniera seguente: 1 Un uomo prende una
spranga con ambo le mani, la innalza sopra la sua testa, e la percuote con forza contro

un'incudine molto stretta: le estremit delle spranghe vengono piegate e ripiegate;


2 Le spranghe pi grosse si battono con un maglio di penna stretta, si curvano e si
raddrizzano; 3 Nellainamento per saldatura necessario sperimentare le barre prove
nienti dal taglio; se resistono inutile sperimentare le altre. Al contrario baster battere
queste di faccia contro lincudine essendo ordinariamente molto sottili. Gli assaggi al

103
fuoco sono pi importanti dei primi, poich manifestano tutti i difetti del ferro. Per questi,
che sono molti e varii, si sottopone il ferro a differenti gradi di temperatura, a. saldarlo
sopra se stesso ecc. In generale lattortigliamento del ferro, il forare le spranghe presso
gli orli si a caldo che a freddo, danno indizii sicuri. Quando il ferro non si salda. bene, si
fonde, si sfalda o si frange sotto il martello, si giudice che non di buona qualit, e
quindi non pu servire a fare degli organi meccanici soggetti a sforzi.

98. Acciaio.

Si d il nome dacciaio ad un carburo di ferro contenente delle traccie di


silicio e di fosforo, e nel quale la prop0rzione del carbonio e circa di 1 p. 100.
Esso contiene pi carbonio (1) che il ferro del commercio, e meno che la
ghisa. Secondo il Gay-Lussac le composizioni dei principali acciai sono le
seguenti:
.

Inglese

Francese

1 qualit.

Iserina.

l1 qualit

2a qualit.

Carbonio

0,62

0,65

0,65

0,94

Silicio .
Fosforo .

.
.

.
.

.
.

.
.

0,03
0,03

0,00
0,08

0,04
0,07

0,08
0,11

Ferro

99,32

99,27

99,24

98,87

100,000
100,000
100,000
100,000
L'acciaio pu c0ntenere inoltre delle piccole porzioni di manganese, di

alluminio e qualche volta delle traccie darsenico. I minerali di ferro magne


sifero sono adatti alla fabbricazione dellacciaio.
Stato sico. - Lacciaio pi duro del ferro, e pu prendere un bel pulimento;
la sua tessitura presenta una grana uissima, uguale e compatta, dun bianco gri
giastro smorto, senza alcuna apparenza di bre, di lame, n di faccielle: tanto
migliore, quanto pi na, pi bianca, pi pallida ed uguale e la grana. Esso ha un

suono piacevole.
Si'distinguono due specie dacciaio: Lacciaio naturale o di fucina, che quello,
che si ottiene direttamente dal minerale, ossia rainando la ghisa con un metodo spe
ciale, un aceiaio poco omogeneo ed assai impuro, e perci non adoperato che per
formare utensili agricoli, armi bianche, seghe, molle da vettura, la grossa coltelleria.
e simili, e lacciaio di cementazione, che fabbricasi con del ferro malleabile esponendolo
in contatto del carbone sotto linuenza di unalta temperatura, ossia scaldando il
ferro in isbarre entro un bagno di carbone, fuliggine e sul marino; questo acciaio per

non omogeneo, e presenta spesso inuguaglianze di carbonizzazione: perci gli si fa


ordinariamente subire due cementazioni onde renderlo pi omogeneo e per conseguenza.
suscettibile di maggior pulimento, e pu saldarsi con altro acciaio ovvero col ferro.

Acciaio fuso. - Sottoponendo lacciaio di cementazione alla fusione si ottiene pi


omogeneo; dopo la fusione esso si pu fucinare e lavorare a piacimento. Ma ad una

temperatura meno elevata che quello di cementazione esso assai duro e bianco, e
pu acquistare una straordinaria durezza. Dacciaio fuso si fanno gli strumenti, che
richieggono una durezza straordinaria, come le liere ed i cilindri per laminatoi, i
conii per le monete, le molle degli orologi, ecc.
,

(I) Il Mushet ha delrrlnln.1ln la porzione di carbonio, che si trova nellocchio; egli trov in tuo parli di acciaio
fuso duttile i,2 di carbonio, in 400 di acciaio fuso ordinario |,0, in 00 di acciaio duro t,t, ed In 400 di acciaio
fragile 2,0.

104
Acciaio damascato. - Si fabbricano molti strumenti taglienti battendo insieme
sullincudine delle barre dacciaio rovente e delle barre di ferro dolce; dordinario

questi miscugli diconsi sto/e dacciaio, e si adoperano per motivo deconomia. Gli stru
menti, che ne risultano, sono meno fragili che se fossero dacciaio puro, ma sono anche
meno duri. Le canne da fucile sono dordinario fabbricate con stoffe di questa natura.
Quando si intacca con un acido debole la supercie d'un oggetto fabbricato con
acciaio non omogeneo, si mette in evidenza la struttura eterogenea della materia, e
ne risultano non di rado dei disegni graziosi a vedersi, e che variano secondo il lavoro,

a cui fu sottoposto loggetto: si dice allora che lacciaio damascato dal nome di Da
masco, citt, in cui gli Orientali preparano da. immemore tempo quelle armi cosl

celebri nel medio evo.


Colore. - L'acciaio pi bianco del ferro; pulito, allorch si ricuoce, prende un color
differente secondo la diversa temperatura, a cui viene portato. Bianco alla tempe

ratura ordinaria esso si tinge in giallo di paglia a +220; in giallo doro a. +240";
in bruno a +255; in porporino a +265; in azzurro chiaro a +286; in azzurro din
daco a +295, ed in azzurro scuro o +315. Siccome ad ogni colore corrisponde un
grado particolare di durezza, elasticit e fragilit, cosi loperaio nella costruzione degli
strumenti si regola dalle apparenze su accennato di colore per dar loro le qualit
convenienti. Le diverse colorazioni sono cagionato da un leggiero strato dossido di

ferro sulla supercie dellacciaio.


Densit. - La densit dellacciaio un po minore di quella del ferro; infatti questa
ordinariamente di 7,8 a 7,9, mentre che quella dellacciaio e di 7,738, e dopo la
tempera di 7,704.
Duttlllt. e Malleabilit. - Lacciaio duttilissimo e malleabilissimo.
Stato elettrico. - Una spranga dacciaio posta a contatto duna calamita si magne
tizza con molta lentezza, e pi rapidamente strofinandola con uno dei poli della cala
mita. La corrente elettrica passando per una spranga dacciaio lo converte in calamita

costante, mentre nel ferro dolce e solo temporaria.


Azione chimica. dellaria. - Una lamina dacciaio si mostra meno ossidabile ed
aria umida quando col ricuocerla in un tratto pi o meno intenso le si diede il color
azzurro.
Azione degli acidi. - Una molto a lamina dacciaio azzurra resiste meglio alla
zione dellacido nitrico che se fosse bianca.
Leghe importanti. _ Lacciaio si combina con altri metalli. Unito 8 -5(1

d ar

gento diventa durissimo e molto adattato agli strumenti da taglio; combinato di 1 o 3

per 100 col rodio ovvero col platino uguale allacciaio doriente o damascato; com

bmandolo con

_1_
100

_7175_ di cromo serve pel rasoi. Secondo questo diverse combi

o 1000

nazioni prende il nome di acciaio argentato, radiata, plattnato e cromato.


Tempera. - Lacciaio possiede una singolare propriet, che lo rende prezioso sulle
altre sostanze metalliche, che servono alle arti, ed quella di poter prendere diversi
gradi di durezza senza che si cangi la sua composizione, ed unicamente per mutazioni

molecolari, che avvengono nella sua massa. Se si scalda un pezzo dacciaio no al


color rosso, poi si abbandona ad un lento raffreddamento, esso si mostra molle, cede
vole alle azioni meccaniche, compressibile sotto il martello, e facile a lavorarsi colla

lima, al tornio ecc. Ma se lo si riscalda no a rovente e lo si fa raffreddare istanta


neamente immergendolo in un liquido freddo, acquista una grande durezza. e diventa
fragile: si ha allora. lacciaio temperato; riscaldato di nuovo a rovente e lasciandolo
ra'reddare lentamente, riacquisto. la sua malleabilit. Si tempera ordinariamente lac
ciaio nellacqua fredda; ma quando si vuole ottenere una maggior durezza, come pel

bulini, per le lime ecc.,si mescolano collacqua degli acidi ovvero dei sali. Si tempera
pure nei corpi grassi, come lolio, il sapone, la cera, il catrame; si tempera pure nella

sabbia e nella cenere, ed anche per mezzo duna corrente daria


Lacciaio, gi portato al massimo grado di durezza, pu ricondursi adurezze minori,
purch se ne elevi gradatamente la temperatura. Ora, poich ad ogni colore, che esso
prende, corrisponde un grado di particolare durezza, elasticit e fragilit, cosi loperaio

105
si regola dai detti colori per dare la tempera conveniente agli oggetti, che costruisce (1).
Questa operazione, che distrugge col calore in parte lazione della tempera, dicesi

rieuoeere.
Il ferro del commercio non essendo quasi mai puro, ma contenendo una sensibile
porzione di carbonio, si mostra suscettibile di'essere indurito colla tempera e rammollito
col ricuocerlo.

La carezza dellacciaio e la facilit, con cui si rompe, servendosi della propriet,


di cui gode di combinarsi col carbonio, ha fatto immaginare di dare le sue qualit
alla superficie del ferro in guisa che intieramente conservi il suo nervo etutte le sue

propriet; questa supercie trasformata in acciaio ha una spessezza di un millimetro,


ma pu aumentarsi. 'lemperansi anche i lavori in acciaio per evitare che si curvino
colla temperatura a freddo. Questo modo di lavorare il ferro dicesi tempera" in car
toeeio o a pacchetto.
Per ben temperare lacciaio si esige molta attenzione e molta pratica.
Mezzi per conoscere la qualit. dellAcciaio. - Si riconosce il buon acciaio:
1 quando temperato ad un debole calore diventa durissimo; 2 quando la sua durezza

e tutta uniforme; 3 quando dopo la tempera resiste allurto senza rompersi, n perde
la sua durezza che dopo una ricotta intensissima; 4 si salda con facilit e senza fen
dersi; 5 nella sua rottura mostra una grana ne. ed uguale.

99. Ferruccio o Ghisa.

Chiamasi ferraceio o ghisa il ferro, che si ottiene nei forni fasorii reali
colla riduzione degli ossidi di ferro mediante il carbone, ossia del ferro com
binato con carbonio e silicio, e ben soventi fosforo, zolfo, manganese ed ar

senico in piccole quantit.


Stato sico. - Varie sono le qualit del ferraccio, che si ricavano da un alto forno,
e provengono dal maggiore o minor grado di carburazione del ferro. La ghisa si di
stingue dal ferro per la maggior fusibilit, fragilit e resistenza allo schiacciamento,
per la minore malleabilit, per la difcolt di poterla lavorare col martello si a caldo

che a freddo, e per limpossibilit di saldarla con se stessa.


Colore. -- Tutte le qualit di ghisa si possono ridurre a tre, cio la nera, la grigia
e la bianca: si distingue eziandio la marezzata (fonte traitee) o mista, che pi spe

cialmente manganesifera, e nella sua frattura si mostra macchiettata di bigio sopra


un fondo bianco; essa fonde tra 10500 e 1100".

Ghisa nera. Ha laspetto della piombaggine; quella, che contiene pi carbonio, ha la


frattura lamellare; capace di-essere improntata dal martello; di facile fusione, epperci

(1) Le indicazioni da noi addotte sono quello, che ha date il Regnault nel suo Corso elementare di Chimica. Po.
niamo qui in nota altre indicazioni, analoghe alle precedenti, quali si trovano nel trattato di Schuberth Humlbuch
ner lechnirchen Chemic.
+ 22t Primo indizio dl color giallo; temperatura conveniente per le lancette.
232 Giallo pagliarlno pallido; tempra dei migliori rasoi e degli strumenti chirurgici.
2i3 Giallo dorato; tempra del rasoi ordinari e dei comuni strumenti di chirurgia.
25% Bruno; tempra delle piccole forbici e dei bullnl, coi quali si lavora il ferro.
266u Macchle porporlne; tempra delle accette, dei hullni o scalpellt, dei ferri da piatta, del colletti da tasca
278 Colore porporlno, tempra del coltelli da tavola e dei grossi scalpelll.
288 Azzurro chiaro; tempra delle lame da spada, delle molto per gli orologi, o delle molte In genere.
295 Azzurro schietto; tempra conveniente per le lame sottili da sega e per tutti gli strumenti, che richteg
gono una grande elasticit.
3t6 Azzurro scuro, quasi nero; tempra, a cui corrisponde la maggior diminuzione della durezza e della fra
gilit dell'acciaio. Essa si adopera per le seghe ( delle quali e mestieri si possano aflare i denti colla
lima), e per alcune molto.

14

106
preferita negli oggetti di getto; reagita con acido cloridrico, lascia indisciolte alcune
parti cristalline di carbone gratoide; oltre allapplicazione accennata si impiega
eziandio alla fabbricazione dellacciaio cos detto di fucina. Le ghise nere sono le sole,
che possano essere rifuse pi volte senza perdere la loro propriet, anzi guadagnando

in resistenza.
Ghisa grigia chiamata pure ghisa da modellare e quella, che impiegasi nella co
struzione delle macchine. Essa di color variante fra il grigio chiaro e grigio scuro,
colla frattura granellosa, e debolmente duttile ed elastica; si lavora alla lima, si lascia

tagliare dalle forbici, e riceve limpressione del martello. Si pu fondere varie volte
senza che perda le sue propriet, purch sia riparata dallaria e si lasci raffreddare

lentamente. La ghisa grigia rareddataappena colata diviene bianca: ma questa pro


priet, che in certi casi dun grave inconveniente, pu pure rendere degli eminenti
servizii: cosi si fa qualche volta dei modelli detti a conchiglia, nei quali la sabbia e so
stituita da un involucro di ghisa fredda, che, ra'reddando rapidamente quella, che si
versa dentro, la imbianchisce.

Versando la ghisa grigia in una forma per gettare una parte di una macchina,
allorch si raffredda le dimensioni diminuiscono da quelle del modello; questa dimi
nuzione varia col variare della qualit della ghisa da 1[se a 1'/100.

Ghisa bianca. La ghisa bianca ha una lucentezza metallica, e qualche volta un


colore argentino, che volge al grigio chiaro con isvariate gradazioni. Questa ghisa

sempre lamellosa, e talvolta anche in modo da poterne misurare gli angoli; ordi
nariamente brosa e raggiata. I caratteri distintivi del suo colore possono dirsi esterni.

La ghisa bianca e fragile, si Spezza facilmente, per cui dicesi cruda, e sovente diviene
ancor pi cruda rifondendo, e gettata negli stampi si rompe prima di raffreddare.
Essa si fonde pi presto della grigia; e difcile a lavorare, e si usa unicamente per

la fabbricazione del ferro acciaioso e dellacciaio; essa altrettanto pi dura, quanto


pi chiara; riga il vetro e resiste alla lima, e la sua durezza pu eguagliare quella del
quarzo; elastica e sonora; non buona per le macchine a vapore, al pi pu servire
a far barre da graticole; esposta allaria, sossida'con maggior rapidit che la bianca,
perch pi porosa.
La ghisa prodotta colla legna e quella fabbricata col carbone cok si possono me
scolare, e si ottiene cosi una ghisa migliore che impiegandole separatamente, la quale
chiamasi ghisa tratta 0 ferraccio trotato.

Densit. - La densit, della ghisa bianca maggiore di quella della grigia; cosi
essa per la prima di 7,5, mentre che non che di 7,1 per la seconda.
Malleabillt e Duttllit. - La ghisa non suscettibile di alcuna estensione al
martello, tanto a freddo, quanto a caldo, e possiede pochissima elasticit.

Azione chimica. dellaria. - La ghisa resiste pi che il ferro allazione dellaria.


Azione chimica. dellacqua. - La ghisa grigia si lascia alterare pi facilmente
della bianca dall'acqua, ma molto meno del ferro e dellacciaio, specialmente dallacqua
di mare. La ghisa, che stata lungo tempo nellacqua di mare, perde la sua forza
di coesione, e si cambia in una specie di piombaggine nera, che tagliasi col coltello,

e particolarmente quando questazione attiva pel contatto del bronzo e del rame.
Azione degli acidi. - Bench la ghisa nera resista pi del ferro e dellacciaio
agli acidi, tuttavia lacido cloridrico la intacca, con svolgimento didrogeno e di com
posti idrogenati di odore disaggradevole; quasi lo stesso avviene per la ghisa grigia.
Leghe. - Essa non si lega cogli altri metalli.
Usi. - Nelle macchine a vapore essa forma tutte le parti sse, che sarebbe quasi
impossibile di eseguire in ferro, i cilindri, i condensatori, i cassetti, le colonne, le in
telaiature ed armature, gli embali, i bilancieri, itubi; adoperasi inoltre in un innit

di oggetti per gli usi domestici.

'

LItalia abbonda di miniere di ferro: il Piemonte nella valle dAosta; la Lombardia


nella Valtellina, Como, Bergamo e Brescia; la Toscana a Tallonica, a Cecita, Valpiana,
Pescia, ecc.

107

l00. Rame.
Stato sico. - Il rame puro fonde alla temperatura di 1150: ad una maggior
temperatura forma un vapore, che in contatto dellaria brucia con una amma verde;
capace di cristallizzare in ottaedri regolari.

Colore, Odore e Sapore. - Il rame ha un colore rosso lucente; inodoro ed insi


pido; pu farsi odoroso collo stronio; in questo caso svolge un odore ingrato, che si
qualica collaggiunto ramoso, e che si comunica alla pelle, siccome avviene a coloro,
che devono manipolare oggetti di rame.
Densit. - La densit del rame varia tra 8,85 ad 8,95, secondo che nel suo stato
normale, 0 che stato battuto o compresso.
Dilatazione. - La lunghezza di unasta di rame puro essendo I, la sua dilatazione
tra 0 e 100 e in media, secondo LAVOISIER e Lumaca, di circa g'2; SMEATON, rame bat

tuto -; Taouenroxv l-; DULONG e Par1r, da 0 a 100 52 , da 0 a300 -1;7 .


Tonacit. - Dopo il ferro il rame e il pi tenace di tutti i metalli. I risultati
dati dalle esperienze fatte su questo proposito sono i seguenti:
rame battuto . . . 2486 00

peso sopportato in 0g. da un cm. q.


rame laminato . . 2110 00
di sezione nel momentodellarottura.
rame fuso . . . . 1339 00
Duttilit'e Malleabilit.. - Il rame e pi duro che loro e largento, ma
poco sonoro. E duttilissimo e malleabilissimo; si lascia battere in fogli estremamente
Stato del metallo

sottili e tirare in li nissimi, ma in quest'ultima forma meno facilmente del ferro


a cagione della sua minore tenacit.

Stato elettrico. - Il rame e elettro positivo con loro, il platino, il mercurio e lar
gento; elettro negativo con lo stagno, col piombo, col ferro e col zinco. Secondo la
classicazione, che il Becquerel fa de metalli riguardo alla conducibilit, il primo.
Azione chimica dellaria. - Laria secca non attacca il rame; laria umida
lattacca, ma lentamente; si ricopre duno strato di verde 9riyio, che pare un idro
carbonato di deutossido; riscaldato in contatto dellaria si ricopre duno strato di pro
tossido, che si distacca nella percossione; riscaldato no alla fusione si ossida pi
prontamente; se lasciasi, che lossido si mescoli colla massa in fusione, questultima

prende un colore fosco e perde la sua duttilit. Per evitare questo inconveniente quando
si fonde il rame si ha cura di coprire la supercie della massa con polvere di carbone
per impedire il contatto dellaria, e lossido si decompone a misura che si forma.
Azione chimica. dellacqua. - Il rame decompone lacqua solo allo stato di

vapore.
Azione degli acidi. - Lacido solforico non attacca sensibilmente il rame afreddo,
ma si allincontro il suo ossido, epperci costituisce uneccellente sostanza per nettare

quello da questo; se caldo presso alla bollizione, lo ossida e lo discioglie con svolgi
mento di acido solforoso e formazione di solfato di rame.
Lacido idroclorico concentrato attacca il rame solo allorquando molto diviso,
come, per esempio, quando precipitato col ferro dalle sue dissoluzioni.
Lacido nitrico in contatto col rame e immediatamente decomposto in ossigeno ed
in deutossido nitroso, che in contatto dellaria si muta in vapori ranciati di acido ipo
ritrico, molesti ed insalubri alla respirazione animale.

Afnit. - Il zolfo, il fosforo e larsenico sono fra i metalloidi quelli, pei quali il
rame spiega un certo grado di affinit. Basta esporlo allazione del vapore di zolfo,
perch si faccia tosto ignescente e si muti in solfuro di rame; lo stesso effetto fa
cogli altri due metalloidi. Il rame in fusione in contatto col carbone assorbe una pic
cola quantit di questa materia e diviene agro efragile;dunque un metodo un po
vizioso quello di fondere il rame al forno alla Wilkinson, che i Francesi chiamano cubilot.
Usi. - Il rame si usa per la costruzione dei vasi da cucina dogni genere, per tubi,
per coperture, per focolari delle locomotive, pei lambicchi, ecc.
Leghe importanti. - Il rame forma varie leghe di somma importanza col zinco

e lo stagno, delle quali sono come basi il bronzo e lottone: aggiungendo poi a questa

108
un po' di piombo 0 nichel si forma una serie daltre leghe, le quali, bench di poca
importanza nelle macchine, ne hanno per nelleconomia domestica, come vedremo
pi avanti parlando delle leghe del rame.

Qualit. del Rame in commercio. - Le varie qualit di rame in commercio


sone generalmente assai pure, e linuenza, che esercitano su di questo metallo le
materie eterogenee, che sincontrano, cio il protossido, il ferro, il carbone, lantimonio

ed il piombo, e molto minore di quella del ferro. Le varie qualit sono ordinaria
mente specicate dal nome del paese donde provengono. Onde dicesi il rame di
Francia, dInghilterra, di Russia, di Svezia, della Norvegia, di Boemia, dUngheria, del
Per, del Messico, del Levante, ecc. La produzione del rame in Europa sale a circa
35,700 tonnellate; lInghilterra sola ne fornisce pi della met.
Il rame francese assai buono, fusibile, duttile, elastico, facile a fucinare, a fou

dere, a laminare e a tirare in li. La sua frattura duna grana na e brillante.


Linglese proviene particolarmente dalle miniere di Cornovaglia, e divide-si in varie

qualit, di cui solo la prima riunisce tutti i caratteri del buon rame e si presta a tutti
gli usi; la seconda e la terza non offrono che un metallo mal afnato, secco, duro e
fragile.
I rami di Russia sono generalmente puri e ricercati; si distinguono tra questi
i prodotti delle miniere del Governo, e sono i rami di Packlwf, di Gregori, di Nicolas
Domizio], di Laval, ecc.

I rami di Svezia sono di varie qualit; la prima uguale ai rami francesi, le altre
sono un po' inferiori, ma superiori alle qualit inferiori inglesi. Questi rami sono
generalmente dun bel rosso vivo, tutto uniforme, avente un riesso argentato nelle

parti pi salienti.
I rami della Norvegia sono inferiori ai precedenti, tranne quelli di Drontheim, che

possono essere assimilati ai rami di prima qualit della Svezia.


I rami della Boemia e dell'Ungheria sono assimilati ai primi rami della Svezia.

Sono purissimi e forniti di tutte le qualit. desiderabili.


I rami del Per sono nerastri, ferruginosi, solforosi, agri e fragili. Questo proviene
senza dubbio in maggior parte dai cattivi processi di rainamento adoperati in questo

paese.
I rami del Messico sono ancor inferiori a quelli del Per. Queste due specie di
rame vengono generalmente rainate in Inghilterra e poi mescolate cogli inglesi di

seconda e terza qualit.


I rami di Levante sono di due qualit, cio il rame tokat rosso ed il rame tokat
grigio. Il primo mediocre, bench suscettibile di acquistare per lafnamento una certa
elasticit e una duttilit uguale a quella dei rami di Svezia. Il secondo e carico di
ferro e di zolfo, ma afnato convenientemente pu fare i medesimi usi tanto al lami
natoio quanto al martello.
Le miniere di rame dItalia ne danno 1,100 tonnellate allanno. Le principali sono:
quelle di Monte Cotini nella valle di Cecina in Toscana; quella dOllemond, Saint
Marcel e Champ-du-Pray nella valle dAosta; quella di Traversella (Ivrea).

l0l . Stagno.

Stato fisico. - Lo stagno uno dei metalli conosciuti dallantichit. Cristallizza

facilmente, e la sua tendenza a cristallizzare tanto pi grande quanto meno puro.


Quando sineurva una spranga di stagno, si sente un rumore particolare, che dicesi

cric della stagno. Esso si fonde alla temperatura di 228. Lo stagno fuso e poi abbandonato
al raffreddamento cristallizza in prismi di otto faccie.

Colore, Odore e Sapore. - Questo metallo e quasi bianco come largento per
la sua lucidezza; ma il suo riesso un po giallastra; sviluppa un odore disaggra
devole allorch viene stropicciato, ed ha un certo sapore ingrato.

109
Dilataziona - Lo stagno si dilata pi o meno secondo la sua purezza; onde

lo stagno no 0,00228333

, lo stagno in grano 0,00248833 (l)z

Tenacit.. - Lo stagno pochissimo tenace; un lo di 2 millim. si rompe sotto


un peso di Chilogr. 15,7.

Duttillt. e Malleabilit. - Lo stagno lottavo dei metalli duttili ed il quarto


dei metalli malleabili. Martellandolo si pu_ridurre in foglie sottilissime.
Stato elettrico. - Lo stagno, secondo Becquerel, il settimo fra i metalli nel
l'ordine della conducibilit: esso starebbe rispetto alloro come 10000 a 1550.

Azione chimica dellaria. - Laria non agisce sensibilmente alla temperatura or


dinaria sullo stagno, ma elevando alquanto la sua temperatura si ossida rapidamente e

trasforma tosto in protossido di stagno, indi in acido stannico anidro.


Azione chimica dellacqua. - Lo stagno decompone lacqua al calore rosso,
appropriandosene lossigeno. Come il zinco pu_eziandio decomporre lacqua a caldo
in presenza degli alcali ssi con svolgimento didrogeno e produzione di stannato.

Azione degli acidi. - Lacido cloridrico caldo lo attacca con molta energia, mentre
che a freddo non ha alcuna azione. Lacidosolforico concentrato a caldo lo decompone
sprigionando dellacido solforoso. Lacido azotico lo ossida facilmente trasformandolo
in acido metastannico.
Afnit. - Lo stagno in quanto allainit per lossigeno e posto dalla classicazione

di Thenard nella quarta sezione.


Leghe principali. - Lo stagno si lega in qualunque proporzione col ferro; queste

leghe sono sempre fragili, e pi o meno fusibili secondo la maggiore o minore quan
tit di ferro, che contengono. Chiamasi latta una lamiera ricoperta duno strato di
lega di ferro e stagno: legato col rame forma il bronzo.

Usi. - Lo stagno essendo un metallo innocuo sulleconomia animale impiegasi nella


fabbricazione dun gran numero di vasi e utensili per gli usi domestici. Serve a stagnare

il rame; ridotto in foglie sottilissime serve a preservare un gran numero di sostanze


dallazione dellaria e dellumidit, per lamalgama degli specchi, e di saldatura pei
lattai. I suoi cloruri sono utilissimi per la tintura.
Qualit. di Stagno in commercio. - Lo stagno del commercio contiene ordi

nariamente una piccola quantit di piombo, di ferro, di rame e darsenico. LInghilterra


ne fornisce allindustria europea 4,000 tonnellate, la Sassonia 125, la Boemia 60 e le
Indie 3,380, ossia un consumo annuo di 7,565 tonnellate. Nel commercio si divide in

quattro qualit: 1 stagno ordinaria, 2 stagno ranato, 3 stagno granito, 4 stagno


granito in lacrime. Il pi stimato quello indiano di Malacca. I negozianti di stagno
giudicano la sua purezza fondendolo con un debole calore, ed esaminando laspetto

della sua supercie quando si solidica: il pi puro e pi bianco, il pi brillante


quello che presenta minori indizii di cristallizzazione; ma quello, che si ricopre di
ramicazioni cristalline dopo il suo raffreddamento o per l'azione degli acidi, e sopratutto
quando presenta una supercie dun bianco smorto indizio certo che contiene corpi
estranei. Esso trovasi in foglie, in bacchette, in tavola, in pani, in lingotti ed in
lacrime.
LInghilterra ne produce circa 4,000 tonnellate, e le Indie circa 3,380, oltre a quello,
che proviene dalla Boemia e dalla Sassonia.

I02. Zinco.

Stato sico. - Il zinco e un metallo solido alla temperatura ordinaria. La sua


frattura manifestamente cristallina, e mostra le supercie piane di prismi a quattro o
sei faccie o dodecaedri pentagonali: perci diamorfo. La sua tessitura lamellosa e

perpendicolare alla supercie. Il zinco destinato al laminatoio puricato mediante una


fusione. Esso si estrae dal suo solfuro'(blenda) e dal suo carbonato (giallaemina) col mezzo
della calcinazione, con carbone ed in apparecchi di varia foggia. Questo metallo e

110
duro, e si spezza sotto i colpi del martello; scaldato da +130" a + 140 si fa mallea
bile; a +204 ritorna fragile; si fondo a +412", ed a +500" forma un vapore, che si
accende in contatto dellaria e brucia con fiamma splendente di luce azzurrognola ed
abbagliante, convertendosi in ossido di zinco; si lascia attaccare dalla lima, ma in breve
la pone fuori duso.
'
Colore, Odore e Sapore. - Il zinco alla temperatura ordinaria di colore bianco

brillante, che volge leggermente allazzurro ; d'un odore tutto suo proprio e dun sapore
disaggradevole.

Densit. - La densit del zinco fuso e 6,862 , del fucinato 7,215.


Dilatazione. a La sua dilatazione lineare e 3:0 .

Tenacit. - Questo metallo ha pochissima tenacit; un lo di zinco di 2 millim.


di diametro si rompe sotto un peso di 12 Chilogrammi.

'

Duttilit. e Malleabilit. - Esso il pi duttile di tutti imetalli, tra 0 e 100.


Il zinco malleabilissimo; ma quando contiene, come quello del commercio, qualche
traccia di carbone, di piombo, di rame, di cadmio, di ferro, di manganese o darsenico
perde la sua malleabilit e si rompe facilmente alla temperatura ordinaria; a 100

pu essere fucinato, lavorato e tirato in li; ma ad una temperatura superiore queste


qualit afiievoliscono di modo che a 205 ritorna fragile cosi che si potrebbe polve
rizzare in un mortaio di ferro riscaldato a quellatemperatura.
Stato elettrico. -- Il zinco e il pi elettro-positivo di tutti i metalli, perci ha
una gran tendenza ad unirsi ai corpi elettro-negativi. Il ferro non agisce che formando
una coppia voltaica col zinco, nella quale questultimo diventa elemento positivo ed
acquista afnit. per lossigeno.

Azione chimica dellaria. - Laria secca e fredda non ha alcunazione su di


esso; al calor rosso lo ossida e lo muta in ossido di zinco, bianco di zinco altrimenti
detto. Laria umida lo ossida lentamente, ed il primo strato, che formasi, preserva il
resto.
Azione chimica dellacqua. - Il zinco decompone lacqua al calor rosso ossi
dandosi e sviluppando idrogeno; decompone lacqua a freddo, ma in presenza degli
acidi.

Azione degli acidi.

- Il zinco si discioglie nel maggior numero degli acidi

(solforoso, solforico, cloridrico, acetico, ecc.) allungati con acqua; la sua dissoluzione
accompagnata da svolgimento didrogeno. Esso a caldo pure attaccato dagli alcali
idrati (notassa, soda, ecc.)eziandio con svolgimento d'idrogeno.
Afnit. - Al calar bianco ha tanta afnit. per lossigeno che getta ardendo una

vivissima luce.

Usi. - Il zinco simpiega per coprire tettoie, tubi di condotta, ornamenti, sbalzati

o ricacciati ad alto rilievo come modanature, rosoni, ecc, per la costruzione delle pile
voltaiche, per la fabbricazione del ferro galvanizzato, dellottone, del maillechort o
argentano, del bianco di zinco, ecc.

Qualit. di Zinco in commercio. - Il zinco del commercio lungi dall'essere


puro, sovratutto quello in massa: il meno impuro quello in fogli od in fili. Le materie

estranee, alle quali dordinario associato, sono il piombo ed il ferro: qualche volta
il carbone, il rame, il cadmio e larsenico. Esso proviene specialmente dalla Siberia,

dallInghilterra e dal Belgio ove abbonda. LEuropa ne consuma in media 40000 ton
nellate allanno.
La maggior quantit del zinco proviene dal Belgio, che ne da 15,000 tonnellate
allanno, oltre a quello, che proviene dalla Polonia, dallInghilterra e dalla-Spagna.

I 03. Piombo.
Stato sico. -- Il pi0mbo assai molle, e si lascia facilmente piegare e segnare col
lunghia; fregato sulla carta lascia una traccia metallica bigia. Entra in fusione a 340;
sotto linuenza duna temperatura pi elevata si volatilizza sensibilmente; raffreddato
lentamente cristallizza in piramidi a quattro faccio ovvero in ottaedri regolari.

111
Colore, Odore e Sapore. - Questo metallo e di color grigio azzurrognolo; il suo
colore appannato ordinariamente quando ha subito l'azione dellaria ; tagliato di fresco
mostra. un vivo splendore metallico. Collo stronio manda un odore particolare detto
plumbeo; insipido.

Densit. - Il piombo ha la densit di 11,445; quello del commercio d'ordinario


l'ha solo di 11,352.
.
'
Dilatazione. - La sua dilatazione di 3_9- o 3',13 per metro.
Tenacit. - Il piombo ha pochissima tenacit, cosicch per questa lultimo dei
metalli. Un lo di 2 millimetri si rompe ad un peso di 9 Chilogrammi.
Duttilit. e Malleabilit. - Il piombo e pure duttile, e si pu conformare in li,
i quali non hanno che poca tenacit. malleabile, e facilmente si conforma in lamine

sia col martello, sia col laminatoio. il sesto per la malleabilit. al laminatoio e lul
timo per la duttilit alla liera.

Stato elettrico. - Il piombo, per rispetto al rame, e elettro positivo; rispetto agli
altri metalli, che lo precedono nella classicazione di tenacit, in generale elettro
negativo.

Azione chimica dellaria. - Il piombo si ossida in contatto dellaria umida, ma


quello strato dossido preserva il resto del metallo.
Azione chimica dellacqua. - Il piombo immerso nellacqua distillata a contatto
dell'aria si ossida in progresso di tempo, 'si muta progressivamente in. idrocarbonato

di piombo bianco; la presenza dun sale estraneo, ed in particolar modo del solfato di
calce, impedisce questa ossidazione.
Azione degli acidi. - Il piombo e corroso debolmente dellacido cloridrico con
centrato e bollente. Lacido azotico e il miglior dissolvente del piombo; lo intacca alla
temperatura comune, con isprigionamento di vapori rossi e formazione di azotato di
piombo solubile.

Afnit. - Il piombo rispetto all'alnit per lossigeno, secondo la classicazione


di Thenard, appartiene alla quinta sezione.

Usi. - Il piombo serve specialmente per fabbricare i tubi per condotti dacqua e
del gas; si adopera in fogli pi o meno grossi per formare coperte di terrazzi, doccia,
e fuso per formare i proiettili da fucile, tanto da guerra che da caccia.
Qualit. di Piombo in commercio. - Il piombo del commercio contiene gene

ralmente in piccolissima quantit i metalli seguenti: rame, antimonio, arsenico, zinco


e qualche volta qualche traccia dargento o di zolfo. Tutte queste materie tendono a
renderlo agro e perci non adatto a mettere tra le congiunture delle varie parti delle
macchine.
La produzione del piombo in Europa pu calcolarsi a 900,000 tonnellate, di cui
lInghilterra sola ne da circa 40,000.

Lindustria del piombo in Italia da qualche tempo molto sviluppata, specialmente


nella Lombardia, nella Toscana e nell'isola di Sardegna; queste provincie danno in
media circa 5,000 tonnellate di piombo allanno.
Leghe principali. - Il piombo si lega con quasi tutti i metalli, e legato col
zinco da una lega dotata duna certa duttilit. Il piombo forma collo stagno differenti
leghe, che sono meno brillanti, ma pi dure e pi fusibili dello stagno; la lega com

posta di parti uguali di stagno e di piombo forma la saldatura dei lattai. Legato col
l'antimonio serve pe caratteri da stampa.

104. [Delle Leghe.


Leghe del Rame. - Il rame si unisce con presssoch quasi tutti i metalli, e delle
leghe, che ne risultano, alcune sono di molta importanza per le arti e per l'industria
meccanica. Unito col zinco costituisce lotteme, collo stagno il bronzo. Agggiungendo
a queste due leghe tipe delle quantit variabili di piombo e facendo variare le pro

porzioni dei loro elementi, ne risulta una moltitudine d'altre leghe caratterizzate da
alcune propriet particolari.

'

112
Ottone. - L'ottone, che s'impiega nella costruzione delle macchine, e general
mente composto con 75 parti di rame e 25 di zinco. In generale si pu stabilire che
quanto maggiore la proporzione del rame, tanto pi queste leghe sono duttili e mal
leabiii, e tanto pi ne. apparisce la grana della loro frattura.
Le leghe di rame e di zinco hanno in generale una densit. maggiore della media
dei due metalli, e sono pi fusibili che il rame.

La densit dellottone varia tra 8,2 e 8,9. Il difetto di questa lega e dingrusara
la lima, difetto per, che si corregge aggiungendovi un po di piombo 0 di stagno.
Quando puro lottone adattato alla fabbricazione del lo e delle spille, e sop

porta molto bene il laminatoio ed il colpo del martello. Si presta facilmente ai lavori
del tornio, quando nella sua composizione vi entra dello stagno o del piombo; si pu

segare e trapanare anche quando ha una certa consistenza.


Diamo qui alcune composizioni delle differenti qualit dottone secondo l'uso:
Rame .
Zinco .

per lo
. 64

per martello
70

per tornire
65
33

statuario
91,22

36

30

Piombo .

1,6

1,57

Stagno

0,4

1,78

5,57

Ecco la composizione di alcune specie dottone del commercio e dalcune leghe,


che ricevono nomi particolari:
Rame
Zinco
Stagno
Piombo
1 Ottone di Hegermuhl .

70,16

27,45

0,79

0,20

. .
. .
. .
. .

71,89
70,29
65,80
64,80

27,43
29,26
31,80
32,80

0,85
0,17
0,25
0,40

0,90
0,28
0,28
2,0

64,45

32,44

0,25

2,86

7 Ottone da lavorarsi alla trala


8 Crisocallo . . .

64,20
88,00

33,10
6,00

0,40

0,40
6,00

2
3"
4"
5

Ottone
Ottone
Ottone
Ottone

dAugsburg .
dInghilterra
di Stolberg .
dei tornitori .

. .
. .
. .
. .

6 Ottone deglindoratori.

Rame, zinco e niccolo. - questa la lega ternaria, di cui dobbiamo linvenzione


ai Cinesi. Essa conserva ancora il nome cinese di pack-fong (rame bianco), tuttoch
le si diano altres altri nomi, quelli cio di argentano, di argento nuovo, di Matite

chort o Melchiar, di Alpacca. Nel pack-fong cinese trov Engstron unicamente rame,
zincoe niccolo. Fyfe vi trov pure ferro. Ora sono circa 100 anni si cominci afabbri
care in Subla una lega detta rame bianco {Weisshupfer), la quale si adoperava a fare
ornamenti darmi da fuoco, speroni ecc. Essa si preparava aggiungendo zinco alla lega

di rame e niccolo. Questa lega aveva la densit. :: 8,64, era bianca come largento e
riceveva una bella pulitura.

Pi tardi si fabbric a Schneeberg, da Geitner, una lega, che si chiam argentano,

argento nuovo (Neusilber), Maillechort o Melchior (l), e si componeva di rame 55,55, nic
colo 5,55, zinco 38,90. Questa aveva bianchezza argentina, era sonora, simile in tutto

al rame bianco, ma alquanto pi fragile. Una lega di rame 53,4, zinco 29,1 , niccolo 17,5,

(4) Questa lega e d'un colore bianco argentato, ma meno brillante di quello, molto dura, ma assai malleabile.
pu essere piegata pi volte ed impressa sotto Il bilanciere.
Il nichel, che dir il colore a questa lega, e un metallo grigio-bianco intermedio tra il bianco dell'argento ed
il grigio dell'acciaio; la sua struttura uncinale, e la sue tessitura brosa; e assai malienbile e duttile; la sua
tenacit grandissima, la sua densit media 8,5. Esso magnetico come il ferro. Laria secca non lo stiaccs,mn
l'aria umida i'ossida. Laria secca, alla temperatura rossa, lo converte in ossido. Alla temperatura ordinaria decom
pone l'acqua per messo degli acidi. Fonde pi facilmente del rame.
La lega di 60 di rame, 20 di nichel e 20 di zinco non proporzione rigorosa per il metilechori; essa e su
sceiiibile, come le altre, di modicazioni in rapporto col lavoro, a cui e destinata.
Finora ii mailiechort stato particolarmente impiegato nel fabbricare oggetti, le cui esecuzione esigere delle
maiieabilitii, come arnesi da tavola, strumenti da ato, compensi, ecc. Se s'impiega nelle macchine, sia per cusci
netti, sis per bossoli a stoppa, la composizione seguente le pi acconcia: rame 65, nichel 25, zinco t8.

113
ha bianchezza simile a quella dellargento, al,titolo di 800 millesimi, ma pi dura,
molto tenace, malleabile, ed ha una densit =8,556. Questa lega pu lavorarsi al mar
tello, purch sia ricotta a calore rosso di ciliegia.
La lega, di cui discorriamo, prese grande importanza come prodotto industriale,
dacch si riconobbe, che essa si appropria convenientemente a molti usi tanto nelle
arti quanto nelleconomia domestica, sostituendosi con molto vantaggio, specialmente
per modicit di prezzo, alle leghe dargento e rame. Quindi la sua fabbricazione prese

grande sviluppo specialmente in Germania ed in Inghilterra. La sua composizione non


sempre la stessa, e varia secondo gli usi, ai quali si destina. Diamo qui un cenno

sulle proporzioni, che si adoprano nella fabbricazione inglese a Birmingham.


In Inghilterra si fabbricano 6 leghe:
1 Largentcma ordinaria composto di
Ramo . . . . . . . 59,26
Niccolo

Zinco .

. 25,93

14,81

100,00
ed la lega della qualit meno pregevole: essa ha una tinta giallognola, e si destina

specialmente al lavoro della trala.

2 Largentano bianco si compone


Rame. .
Niccolo .
Zinco. .

di
. .
; '
. .

.
.
.

.
.
.

.
.
.

55,17
20,69
24,14

100,00
ed simile, quanto al colore, alla lega dargento e rame contenente 750/1000 dargento.
Si presta benissimo ad ogni sorta di lavori.
3 Lelectrum composto di
Rame. ..
Niccolo .
Zinco . .

.
.
'

.
.
.

.
.
.

.
.
.

.
.
.

51,61
25,80
22,59 .

100,00
e questa lega e la pi bella tra le sue congeneri, per la sua tinta leggermente azzurra,
simile a quella dellargento il pi forbito. Essa si conserva allaria senza alterarsi.
4 Una lega di
Rame.
Niccolo

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

Zinco .

. 20,01

'

45,71
34,28

100,00

e la composizione pi ricca di niccolo, che si possa ancora lavorare a freddo: meno


fusibile delle precedenti, colle quali ha comune laspetto argentino.

5 Una lega, che prende il nome


Rame . .
Niccolo .
Zinco . .

di
.
.
.

toutcnague e composta di
. . . . 45,71
. . . . 17,14
.
. . . . 37,15

100,00
identica al pack-fong comune proveniente dalla Cina: molto dura; diicile a la
vorarsi al tornio; ma ottima per gli oggetti di gitto.
6 La saldatura per largentano composta di
Argentano n 1 . . . 55,55
Zinco. . . . . . . 44,45
100,00
ed pi fusibile delle leghe precedenti: difcile a rompersi: la sua frattura di un

lucido smorto ed ha tessitura alquanto brosa.


Queste leghe si fanno tutte fondendo dapprima il zinco colla met del suo peso
di rame, e colando la lega in lastre sottili: fondendo separato il rimanente rame diviso
15

114
in piccole masse con tutto il niccolo; portato a fusione questo' miscuglio, gli si ag
giunge a piccole porzioni la lega di rame e zinco, agitandolo con asta di ferro, perch
riesca uniforme. La lega di rame e niccolo deve sempre tenersi coperta duno strato di
litantrace in polvere per evitare la sua ossidazione.
Il pack-fonp si pregia per la sua bianchezza, per lo splendore e la tinta argentina,
che acquista per mezzo della pulitura. Esso resiste assai bene allazione degli acidi
deboli in presenza dellaria. Cosi una lega di 50 di rame, 31,25 di zinco e 18,75 di
niccolo, trattata con acido acetico, non perdette del suo peso che quanto ne perde

in simili circostanze largento a 800 millesimi incirca. Essa non si ossida sensibilmente
in contatto dellolio, del burro, delle sostanze grasse alimentari, ecc.
Bronzo. - il bronzo e una lega di rame e stagno; impossibile determinarne le
propriet assolute, imperocch esse si modicano secondo le proporzioni dei suoi

due elementi. Le leghe, nelle quali il rame e predominante, comprese per esempio tra
le proporzioni rame 99, stagno 1, e rame 85, stagno 15, sono nervose, alquanto mal
leabili, capaci di bella pulitura, tutte si lavorano colla lima; pi domina lo stagno, pi

esse sono dure, ma fragili. per tesi generale, che la sua densit e pi grande di
quella dei due metalli, che lo compongono, ed pi duro del rame. Il bronzo pi
fusibile che il rame, e diviene malleabile colla tempera, come lacciaio, propriet sin

golare, alla quale debbonsi i piatti turchi ed i tam-tam chinesi, che si usano nelle
nostre bande militari.
La composizione del bronzo varia secondo luso, al quale destinato; eccone le prin
cipali variet:
Rame Stagno o Rame Stagno
Bronzo da cannoni .
. . . . . . . . . . . . 90
10
92,2
7,5
Id. da tam-tam e piatti turchi . . . . . . . . . 80
20
Id. da specchi per telescopi . . . . . . . . . . 67
33
66
93
Id.

da medaglie

95

piqu1lche millesimo

Id. da bussoli per le ruote delle diligenze . . . . 88


12
di lm
Id. pei cuscinetti delle macchine dei battelli a vapore 86
14
Id
idem.
per le locomotive . 80
20
Rame, stagno e zinco. - Queste leghe ternarie sono tanto pi nervose, malleabili,
facili a limarsi ed a lavorarsi al tornio e volgenti al colore rosso-giallo, quanto pi in
esse predomina il rame. A misura che diminuisce la proporzione di questo metallo e

discende verso i2/3 del peso totale della massa, e predominano il zinco e lo stagno,
esse si rendono secche, dure, fragili.

'

gi grandemente dura e fragile una lega contenente la met del suo peso di
rame.
Le leghe, nelle quali la quantit di rame non minore dei 2la della massa totale,
sono assai buone per gli oggetti di gitto.
Le leghe destinate al gitto delle statue e doggetti dornamento debbono essere

capaci di farsi compiutamente liquide, perch ritraggano fedelmente i particolari mi


nuti delle forme, e debbono inoltre prestarsi al lavoro della lima e del cesello. Per
questoggetto si raccomandano le seguenti proporzioni:
1
2
3
4
5
6
7

Rame

Zinco

Stagno

84
83
81
'78
73
70
65

Il
12
15
18
23
21
32

5
5
4
4
4
3
3

Le due prime sono di colore rosso-giallo, le tre seguenti hanno colore giallo-ran
ciato, le due ultime giallo-chiaro.
Alcune leghe resistono assai bene al fregamento, e possono perci adoperarsi con
vantaggio nella meccanica. Tale sarebbe la lega di rame 57, stagno 28, zinco 15; ha

colore bianco leggermente giallo; dura, non malleabile, si lavora alla liina; il suo
prezzo assai minore di quello del bronzo.

115

Per gli oggetti di gitto in bronzo, destinati ad essere indorati, loda il Darcetle leghe
seguenti:

Rame .
Zinco .
Stagno
Piombo
Densit

.
.
.
.
'.

.
.
.
.
'.

.
.
.
.
.

63,70
33,15
2,50
025
_8,395

82,00
18,00
3,00
1,50
8,215

64,45
32,44
0,25
2,86
8,542

70,90
24,05
2,00
3,05
8,392

72,45
22,75
1,87
2,95
8,275

Esse hanno tutte un colore, che si presta bene all'indoratura; si fanno perfetta
mente uide per la fusione, e si possono lavorare con facilit: ricevono bene l'indo
ratura a mercurio, senza esigere troppa quantit di amalgama per riuscire.
Poi candelabri ed altri oggetti delicati di gitto si commendarono dal Darcet le se

guenti leghe:
Rame

78,47

78,85

Zinco . . . . . . . 17,23
17,31
Stagno. . . . . . . 2,87
0,96
Piombo. . . . . . . 1,43
2,80
Per far la lega si comincia dal fondere insieme il zinco, lo stagno ed il piombo,
poi si aggiungono al rame quando questo in piena fusione, come abbiamo detto pi
sopra.
La colonna della piazza di Vendme in Parigi si compone di rame 89,16, stagno
10,24, zinco 0,498, piombo 0,102.

Come appendice a quanto dicemmo intorno alle leghe ramifere, diamo qui i risul
tamenti delle analisi di alcuni bronzi impiegati nella costruzione delle locomotive.
1 Metallo dei cuscinetti da sale di una locomotiva inglese, dei quali si riconobbe

ottimo il servizio e la lunga durata, e ci per esperienza di lunghi anni:


.

73,61

Stagno . . . . . .
Piombo . . . . . .
Zinco . . . . . . .
Ferro . . . . . . .

Rame .

9,45
7,05
9,00
0,42

2 Lega pei cuscinetti della leva, che determina il movimento dei tiratoi di una
locomotiva belga:

Rame . . . . . . .
Stagno . . . . . .
Zinco . . . . . . .
3 Lega da cuscinetti per le sale delle locomotive
Rame .

85,25
12,75
2,03
fabbricate nelloicina di Seraing:
86,00

Stagno . . . . . . 13,97
4 Lega per cuscinetti di sala motrice di una locomotiva belga:
Rame .
Stagno

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

89,03
2,44

Zinco .

7,82

Ferro .

0,79

5 Lega di un regolatore di una locomotiva belga:


Rame .
Stagno

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

86,82
12,58

Ferro . . . . . . . tracce
6 Lega per una scatola stoppata o bossolo a stoppa, per cui passano le aste degli
stantuf di una locomotiva belga:

Rame. . . . . . .
Stagno . . . . . .
Zinco e poco ferro . .
7 Lega per gli stantuf di una locomotiva di
Rame. . . . . . .
Stagno . . . . . .
Zinco.......

90,24
3,57
6,38
Seraing:
89,04
2,40
9,02

116

PESO DUN METRO QUADRATO DI FOGLIO DI LATTA DI FERRO LAMINATO, RAME, PIOMBO,
ZINCO, STAGNO ED ARGENTO, SECONDO LE SPESSEZZE.

g!
SPESSEZZA
dei
.
fogli.

.,

. ..

..-.. .._

#1w.___n

.v._

della
PESO
latta di

della
PESO
Ialla di

del PESO
foglio di

del PESO
foglio di

del PESO
foglio di

ferro.

rame.

piombo.

zinco.

stagno

del PESO
foglio di 5
argento.

l
l

l
|
'

lilllmetr.
1/4

Chilogr.
1.947

Chilogr.
2.197

Chilogr.
2.838

Chilogr.
1.715

Chil0gi'
1.825

Chilogr.
2.652

1/2
1
2
3
4

3.894
7.788
15.576
23.364
31.154

- 4.394
8.78
17.576
26.364
35.152

5.676
11.35
22.704
34.056
45.408

3.430
6.861
13.722
20.583
27.444

3.650
7.300
14.600
21.900
29.200

5.305
10.610
21.220
31.810
42.440

5
6
7

38.940
46.728
54.516

43.940
52.728
61.516

56.760
68.112
79.464

34.30'
40.166
47.027

36.500
43.800
51.100

53.050
63.660
74.270

62.304

70.304

90.816

53.878

58.400

84.880

9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20

70.092
77.880
85.668
92.456
100.234
l09.032
116.82)
124.608
132.396
140.184
147.972
155.760

79.092
87.880
96.668
105.456
114.244
123.032
131.820
140.608
149.396
158.184
16.9672
175.760

102.168
113.520
124.872
136.224
147.576
158.928
170.280
181.632
192.984
204.336
215.688
227.040

60.749
67.610
74.471
81.332
88.193
95.054
101.915
108.776
115.637
122.498
129.359
136.220

65.700
73.000
80.300
87.600
94.900
102.200
109.500
116.800
124.100
131.400
138.700
146.000

95.490
106.100
115.710
126.320
136.930
147.540
158.150
168.760
179.370
189.980
200.590
211.200

'
,
l
1
1
,
.

Per mezzo diquesta Tabella si pu calcolare il peso d'un foglio laminato de varii
metalli indicativi calcolandone la supercie, poi cercando la spessezza corrispondente
alla lastra, che, moltiplicata per questo numero, dar il peso in rapporto colla natura

del metallo.

'

1' Esempio. - Qual sar il peso duna lastra in ferro lunga metri 1,80 e larga 0,75,
' di 7 millim. di spessezza?
Soluz. Si avr per supercie 1,80X0,75:1,35 metri quadrati, che, moltiplicati per

il numero fisso della Tabella 54,516 corrispondente alla spessezza della lastra, dar
m. q. 1,35x54,516 73,60 Chilogrammi.
2 Esempio. - Qual il peso duna lastra di rame avente su tutta la sua supercie
una spessezza dargento, di metri 2,50 di lunghezza e 0,15 di larghezza, proveniente da
una placca di 2 centim. di spessezza, di cui '110 dargento, e che, dopo essere passata suc

cessivamente sotto il laminatoio, stata ridotta ad un quarto di millim. tutto compreso?


Soluz. il problema essendo alquanto complesso, bisogna decomporre la spessezza della
lastra in due parti, di cui una uguale ad 1/m, e l'altra a 9/to, poi prendere nella Tabella

1%) del peso corrispondente ad 1/4 di millimetro per il rame, che sar 2,197 x 9/10=1,9773,
e 1[m del peso corrispondente ad un quarto del millimetro per largento o

: 0,2652:

Perci il peso totale dun metro quadrato del foglio doppiato uguale a Chilogr. 2,2425.
Ora la supercie del foglio di metri 2,50><0,15 :0,375 m. q.; per conseguenza si avr
0,375X0g. 2,24,25 =0,811 Chilogrammi.

117
FERRI qu.4nanr n aoronnr, rea Uni-Lunormzzn or 1 mmc.

i
:

.
,
I
I

DIAMEIRI

Ferri quadrati.

Ferri rotondi.

DIAMEI'RI

Ferri quadrati.

0 m

raso

raso

0 m"

raso

Ferri rotondi.
vaso

in Millimclri.

in Ch,|,,gr_

in (;hi|ogr_

'in M:tlimetri.

in i;|,i|ngr_

in crmosr.

1
2
3
4
5
6
7

0.0078
0.031
0.070
0.124
0.195
0.280
0.382

0.011
0.022
0.044
0.092
0.152
0.212
0.288

31
32
33
34
35
36
37

7.495
7.985
8.494
9.016
9.555
10.108
10.678

5.872
6.248
6.668
7.060
7.488
7.920
8.364

2
,

8
9

0.499
0.631

0.380
0.488

38
39

11.263
11.863

8.820
9.300

il

10

0.780

0.612

40

12.480

9.788

11
12
13

0.943
1.123
1.318

0.732
0.868
1.020

41
42
43

13.111
13.759
14.422

10.276
10.776
11.300

,
'

14

1.528

1.188

44

15.100

11.836

15
16
17

1.755
1.996
2.254

1.368
1.556
1.750

45
46
47

15.795
16.504
17.230

12.384
12.936
13.504

18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30

2.527
2.815
3.120
3.439
3.775
4.126
4.482
4.875
5272
5.686
6.115
6.559
7.020

1.968

48
49
50
55
60
65
70
75
80
85
90

17.971
18.727
19.500
23.595
28.080
32.955
38.220
43.875
49.920
56.355
63.180
70.395
78,000

14.080
14.680
15.292
18.502
22.024
25.842
29.968
33.412
39.160
44.202
49..r
55.210
61.159

l
.i
I

2.200
2.244
2.688
2.944
3.204
3.512
3.816
4.124
4.448
4.784
5136
5.504

100

1
.
'
i

Per mezzo di questa Tabella si pu trovare il peso d'una barra di ferro qualunque:
baster. moltiplicare la lunghezza di questa per il numero della, Tabella corrispondente
al lato del quadrato della sua sezione o per il diametro della sua base, se cilindrica.

1' Esempio. - Qual il peso di una barra quadrata di metri 3,50 di lunghezza e
40 millimetri di lato?
Soluz. Si avr 12,480x 3111,50 : Chilogr. 43,68.

2 Esempio. - Qual il peso di una barra rotonda o cilindrica di metri 2,80 di


lunghezza e di 70 millimetri di diametro ?
Soluz. Si avr 29,968><2,80:Chi10gr. 83,91.

Se la barra, di cui si vuol determinare il peso, fosse di sezione rettangolare, si con


durr questa sezione a quella dun quadrato equivalente, trovando una media proporzio
nale fra i due lati, indi si cercher nella Tabella il numero corrispondente a questa media
come per una barra di sezione quadrata.
Esempio. - Quale sar il peso duna barra in ferro di sezione rettangolare, i cui
lati sono 81 millim. per 27 millim., e la lunghezza di metri 2,25?
2 .____.__

Soluz. Si avr 81 x27:2187, e l/2187:46,75 lato del quadrato; ora, questo nu

mero essendo compreso tra 46 e 47 della Tabella, i pesi corrispondenti per una barra di
1 metro di lunghezza sono Chilogr. 16,504 e Chilogr. 17,230.
Si vede facilmente, che il peso corrispondente 16,75 approssimato a 17 Chilogr., e
per conseguenza Cg. i7x2m,25:03. 38,25 peso della barra di sezione rettangolare.

118
Mastici e Leghe accessorie impiegate nelle macchine:
1 Mastico per la ghisa. Il mastice per la ghisa si prepara come segue: si mettono

insieme 20 parti di ghisa in grani, l-parte di or di zolfo, 2 parti di sale ammoniaco,


indi si mescola bene e si mette in un vaso, onde sia ben riparato dallaria e dallu
midit. Quando si vuole immasticare ununione in ghisa si stempera una certa quan
tit di questo miscuglio con un po dacqua o meglio dorina, indi se ne riempie le

connessure premendola fortemente a colpi di martello. Dopo qualche giorno, se la tem


peratura favorevole, il mastico ha fatto la sua presa, la quale il risultato duna
reazione chimica, che si opera tra il zolfo e la ghisa in granello mescolati nella dis
soluzione del sale ammoniaco. Il zolfo in contatto col ferro e col rame, ad una tem
peratura di 4000 gradi, attacca immediatamente questo metallo collo svolgimento di

scintille. La stessa reazione ha luogo lentamente a delle temperature inferiori sotto


linuenza del sale ammoniaco e dellacqua. Quello che contribuisce a rendere questo
mastico efcacissimo la propriet che ha di gonfiare durante la reazione delle ma
terie, che lo compongono, e di riempiere cos tutti glinterstizii, che fossero tralasciati
da chi lha applicato.

2 Mastino per la ghisa da usarsi nelle giunture a secco, composto di l Cg. di lima
tura di ghisa grigia. di 160 grammi di or di zolfo e l0 grammi di sale ammoniaco, il
tutto mescolato con dellacquavita sino a formarne una pasta poco dura.
3 Mastico per il piombo. E un semplice miscuglio di cerussa (biacca) e di minio, for

mante una pasta con dellolio di lino, di cui queste materie hanno la propriet di
accelerarne la disseccazione, facendogli assorbire pi rapidamente lossigeno, che esse
non assorbirebbero sole. Questo mastice simpiega- generalmente, con delle foglie di
piombo minute, nelle giunte, che sono destinate ad essere disfatte sovente.

4 Mastico con minio per giunture di rame, chiavi di riscontro, ecc., composto di
1 0g. di minio in polvere ed 1 Chilogr. di cerussa o biacca, formanti una pasta, che
non si attacchi alle dita.
.
5 Maslico con bianco di 'zinco per sostituire il mastico con minio, composto di
l Chilg. di zinco impastato assai consistentemente con dellolio di lino.
6 Mastico Serbat per sostituireil mastico con micio, che si secca un po pi presto.
Si vende belle preparato, ed composto di '72 parti di solfuro di piombo calcinato, 54 parti
di perossido di manganese, e 13 parti dolio di lino.
7 Mastico di calce per giunture grossolane non esposte al calore, fatto con bianco
di Spagna 0 con calce pesta, olio di lino e canapa sminuzzata.

3 Leghe fusibili. Le leghe fusibili si compongono generalmente di piombo, bismuto


e stagno, in diverse proporzioni determinate, secondo la temperatura, a cui debbono
fondersi.

Ecco alcune di queste leghe proposte dal dArcet:


Bismuto
Piombo
Stagno Temperatura di fusione
8
5
3
94

4'

100

150

165

ARTICOLO XXI.

Resistenza dei Materiali alla rottura.

105. Resistenza. - Chiamasi msislenza di un corpo lattitudine, che, in


causa della coesione, esso possiede di resistere alle forze, che tendono ad
alterarne la forma e romperlo spostandone le parti, cio quella forza, per cui
le sue singole particelle sono vincolate fra loro.

119
La forza, che tende a rompere un corpo, pu agire su di esso in cinque
maniere differenti: 1 tirandolo o per trazione; 2 comprimendolo o per eom-,
pressione; 3 piegandolo o per essione; 4 torcendolo o per torsione; 5 ta
gliandolo o per recisiowe (cisaillement) detta pure di scorrimento. Nel primo
caso la coesione si oppone direttamente alle forze, che stirano il corpo; negli
altri le forze agiscono indirettamente.
106. Resistenza. alla. estensione o trazione. - La resistenza alla
estensiOne, detta pure tenacit o resistenza assoluta, e quella forza, che, te

nendo unite le bre dun corpo, ne impedisce la rottura nel senso longitu
dinalc.
4

Se all'estremit dim'asta o dun lo, sospesi per laltra, sattacca un peso, questo
eserciter uno sforzo di trazione sullasta e sul lo, che li obbligher ad allungarsi e,
quando questo sia abbastanza grande, a strapparsi. Il peso, che baster a questultimo
olfatto, la misura della loro tenacit. Se le aste fatte della stessa materia avranno
una sezione darea doppia, tripla, ecc., anche la tenacit sar doppia, tripla, ecc. La
lunghezza dellasta non inuisce sulla resistenza assoluta di un corpo, e se la sezione
non fosse dappertutto uguale, si considerer sempre la minore.

Perci si dir che la resistenza dei corpi sottoposti allo sforzo di trazione diret
tamente proporzionale alla loro sezione trasversale presa perpendicolare alla loro lun
ghezza.

107. Determinazione del modulo di tenacit. - Si determina la resistenza


assoluta di parecchi corpi prendendo aste fatte dei medesimi di un centimetro qua
drato di sezione, sospendendole-liberamente ad unestremit e caricandole dallaltra
di pesi, nch si rompano. Il peso o la forza, che ha strappato un corpo, la cui sezione
sia uguale allunit di supercie (come il centimetro od il millimetro quadrato) si

chiama modulo di tenacit. Se la trazione venisse esercitata su dunasta di legno in


direzione perpendicolare alle bre la tenacit sarebbe minore.
evidente per se, che in pratica i corpi non dovranno caricarsi al punto che mi
naccino di spezzarsi, ma che anzi bisogna nrocurare, che non avvenga alcuna alte
razione nel loro stato, e per maggior sicurezza nel calcolare lo sforzo, a cui possono
reggere, non si deve tener conto che duna frazione del modulo di tenacit: sin

tende sempre che i materiali siano affatto omogenei. Questo sforzo si valuta poi me
talli e pei legni |/3 , per le pietre l/i del rispettivo modulo di tenacit.
Per maggior sicurezza, quando lo sforzo deve essere sostenuto non temporaria
mente, ma continuamente, si suol limitarldper i metalli ad 110 , per i legni e perle
pietre ad 1/10, per le funi e coraggio ad 1[3 della loro resistenza assoluta.
Prima che un corpo venga strappato da una forza agente nel senso della sua

lunghezza, esso subisce un allungamento. Dalle varie esperienze eseguite in pro


posito tal allungamento risult proporzionale alla grandezza della forza distraente ed
alla lunghezza del lo, ed in ragione inversa alla sezione del lo stesso (Vedi pag. 33).
Essendo quindi F la forza, A larea della sezione ed L la lunghezza del corpo, E il

..

..i.____F___1LXF

modulo di elasticit, a l allungamento, SI avra -E- . a .. L. A , a_ x-A_ .

Dalla

quale si deduce pure la misura della forza distraente F=Exi, e quella del mo
dulo di elasticit E: L . Osservando la dilatazi0ne prodotta in un corpo qual
siasi da un certo peso si potrebbe calcolare la forza da adoperarsi per distenderlo in
modo da raddoppiarne la lunghezza, se fosse possibile. La forza, che occorrerebbe a que
steeito, posto che l'area della sezione fosse = i, appunto ci che chiamasi il modulo di

P
elasticit: ditl'atti in questipotesi E uguale a -Il-:-x-{-.
1' Esempio. - Qual la sezione duna corda, che deve sostenere 600 Chilog. ?

120
Solar. Il peso, di cui si pu caricarlo con sicurezza essendo Chilg. 325 per centim. q.,
pel diametro medio la supercie della sezione sar

4x1
se Lisin III. ,3.
a_
_ |/
3,
_____

:centim. q. 1,85, ed il diametro

Ma qualora la fune fosse lunga, si dovrebbe prendere delle precauzioni, afnch non
si t0rca; ci, che a poco a poco la indebolirebbe.
2' Esempio. - Qual il peso, che pu sopportare senza alterazione una verga cilin
> drica di ferro del diametro di centim. 2,5?
2

ovvero 0,785XL (2! ,5)2 : lui-,00, e cen


4
timetri quadrati 4,90X650:3185 Chilogr. Conoscendo la resistenza 23185 Chilg., che
Soluz. La sezione cilindrica sar :

deve sopportare la verga di ferro, se ne determiner la sezione cilindrica dividendo, come


nel problema antecedente, 3185 per 666, e questa sezione diventa centimetri 4,90. Il

diametro si avr dalla formola o: |/Jlgizac,s


0,780

3 Esempio. - Quale sar il peso, che si potr far sostenere nel senso longitudinale
ad una sbarra di ferro rettangolare larga metri 0,03 e spessa metri 0,04?
Solar. Si cerca larea della sezione 0,03x0,04:12 centim. q., la quale moltiplicata
per il coefciente medio di sicurezza, dar centim. 12x050:7800 Chilogr., peso, che
questa sbarra pu sopportare senza essere alterata. Dal su esposto moltiplicando 7800 per

6 si avr il peso capace di romperla.


4' Esempio. -- Quale sar la sezione trasversale di una spranga di ferro capace di

resistere senza alterarsi ad uno sforzo di 7800 Chilogr?


Soluz. Si avr %g-= centim. ,17 per sezione trasversale cercata. Se questa
sbarra rettangolare, e si conosce una delle dimensioni, per esempio la larghezza eguale
a centim. 4, si otterr laltra dimensione dividendo la sezione di centim. H,l7 perla lar

ghezza centim. 4, e si avr 279,25 spessezza cercata. Se invece fosse quadrata, si avrebbe il
lato estraendo la radice quadrata dell'area della sezione trasversale.
5' Esempio. - Qual il carico, che potr sopportare unasta cilindrica di ferro bat
tuto del diametro di 3 centimetri?

Soluz. La sezione dellasta essendo =

zr : ii.
.
2 7,065 centim.
q. Ma per

maggior sicurezza, come si disse superiormente, bisogner calcolare il carico da 500 a


1000 Chilogr., quindi in media 800 Chilogr. per centim. q. Lasta potr dunque reggere
un carico : 7,06x800 : 5648 Chilogrammi.
'
Quando la trazione non dovesse essere permanente, si potrebbe spingerlo ad /3 del
modulo di tenacit, ritenendolo in media a 4500 Chilogr, e lasta suddetta potrebbe portare

7,06 x 4520 :10597 Chilogrammi.

REGOLE, - l. Per calcolare lo sforzo di trazione si moltiplica larea della


sezione trasversale del solido per il cogiciente di resistenza corrispondente
alla natura del corpo nella Tabella;
2. Per determinare la sezione trasversale, che deve avere un materiale,

onde sia capace di resistere ad una forza di [ragione data, si divide la resi
stenza per il coq'ciente della Tabella corrispondente al materiale.

121
TABELLA DELLE RESISTENZE ASSOLUTI! O.DI TRAZIONE

mm 1 camma. QUADRATO m SEZIONE.

_
QUALIT DEL MATERIALE

L08111.
Rovere
Rovere
Albero
i Abete,

forte nel senso delle bre


debole, idem .
. .
tremolo, idem.
idem .
. . .

' Abete dei Vogesi, idem .

MODULI)
,,

l0lllll.0
,,

ramarri

SICUREZZA

Chilog.

Chilog.

800
600
600 a 700
800 a 900

80
60
60 a '10
80 a 90

400

40

Pino_ silvestie dei Vogesi, idem .


Jrassino, idem.
. . . .
[ Frassino dei Vogesi, idem .
_ Olmo, idem . . . . .

248
1200
6788
104

24,8
12
-67,8
104

699

69,9

. i Olmo dei Vogesi, idem .


1 Fagio, idem

800

80

, l Tea , id., impiegato nelle costruzioni navali

1100

110

1400
690

140
69,9

560

56

720
57
42
160
125
94

72
5,7
4,2
16
12,5
9,4

440

40

300

30

6000

1000

2500

416

4000

666

. Bosso, idem .
; Pero, idem

1 Acajou, idem

. .

Albero tremulo dei Voges, idem . .


Albero tremolo lateralmente alle bre per
Abete, idem . . . . . . . . . .
I Rovere perpendicolarmente alle bre .
- Pioppo, idem.
. . . . . .
l.ar|ce, idem.
. . . . . .

'

. .
.
iscorrim'
. . . .

Roverc od

..

selli uniti insieme ad intagli 0 ca


tene . . . . . . . . . . .

abe_te'

1 Centine in tavole di campo ovvero in


' legname piegato
Metalli.

i
l

Pezzi retti formati da piccoli las

Ferro lavorato ; il pi forte in piccoli pezzi ..


o disteso

il pi debole in grossr pezzi: .

In barre per un termine medio .


Ferro

tirato nel senso della matura

4100

700

tirato nel senso perpendicolare

3600

600

3500
4500

600
750

diametro .
di diametro
a mill. 1 di
. . . . .

6000
9000

1000
1550

8000

1333

;
. il pi debole di un gran diametro .
Filo di ferro intrecciato o gomene . . . .

5000
3000

l laminato
l
1

Lamine di ferro forti e malleate in ambeduei sensi


Ferro detto di Tuban assai dolce .
. . .

,
Filo di
, ferro non
, ricette

medio da 1 a 3 mill. di
dellaquila di mill. 0,23
il pi forte da mill. 0,5
)
diametro .
. .

Catene in

ordinarie a maglie oblunghe

2400

400

ferro dolce

l rinforzate mediante puntelli

3200

533

1350
1250

225
217

10000
3600

1676
600

7500

1250

l Ghisa di _
ferro grigio

la pi forte colata verticalmente .


la pi debole colata orizzontalmente

fuso 0 dl cementazione tirato al martello

, A_ I www

in piccoli pezzi . . . . . . . .
il pi cattivo in grossi pezzi mal temprato
medio

Bronzo da cannone per un termine medio .


l

8,33
500

laminato nel senso della lunghezza .


idem di qualit superiore

Rame _ battuto .
-1 - ,
fuso .
lOttone no _
16

. . . . .

2300
2100
0260

3,83

350
433

l
i

2500

417

1340
1260

233
210

l
l0llllL0

QUALIT una MATERIALE

Centine 0 pezzi dunione in ferro lavorato ovvero


in ghisa grigia .

v Rame in

. ' .

..

TENACIT

sxoonzzza

Ch1109-

Chil9

2520

420

il pii_1 forte al disotto di un millimetro

mi non

7000

- 0m
c

medioil dapiuno
a due. mali.. di. dram..
idem
cattivo
. . .

5000
4000

l Ottone in

il pi forte al disotto di un millimetro

!i

l0llULll

.,.

di diametro

. _ .

._ ._ .

8336,67
_

li non
{
di diametro
. . . . .
ricotti
medio, idem . . . . . . . . .
Filo di
crudo non ricotto di millimetri 0,127 di
Mino
diametro
. . . . . . . .
i p
i idem non ricotto
. . . . . . . .

' Stagno fuso .

1176

8500
5000

1416
833
.

11000
3400

1033
567

300

50

i Zinco fuso . .
! Zinco laminato .

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

000
500

100
83

Piombo luso . .

128

21

135

22

di '4 millimetri di diametro


. . . .
Funi.
, Funi di canapa di Strasburgo di 13 a 14 millimetri

136

22,7

Piombo laminato .

. Filo di piombo di cappella l'uso passato alla trala

880

440

; Idem, di canape di Lorena . . . . . . . .


Jdem di canape di Lorena o di Strasburgo di 23

di diametro . .

650

325

millimetri di diametro . . . . . . . . .

600

300

i Idem di Strasburgo da 40 a 54 mill. di diametro.

550

275
220

l Cordaggi incatramati .

440

420

Vecchia fune di 12 millimetri di diametro

i Coraggio di cuoio nero .

Pietre.

Basalto dAlveruia. . .
Calcare di Portland
Idem bianca a grano ne
Idem litograca a tessuto

. . . . .
. . . . .
ed omogenea
compatto . .

. . . .
. . . .
'. . . .
. . . .

7700
6000
1440
3080

770
000
144
308

2090
1370
1050
800

229
137
105
80

.
.
.
.

.
.
.
.

.
.
.
.

.
.
.
.

.
.
.
.

impastato meno solidamente . . .


fabbricato nel modo ordinario . . .
dl calce grassa e sabbia di 14 anni .

.
.
.

impastato solidamente

idem cattivo .
; Cemenli
i

l.

20

>

i Idem a tessuto arenaceo e sabbioso


Idem a tessdutopoolitico
. . . .
i
.
i rovenza, en cotti .
Mamm
ordinari deboli . . . .
Gesso

210

. .

11,70
,

580
400
420

75

1,17
58
40
42

di calce idraulica ordinaria e sabbia


di calce eminentemente idraulica . .

.
.

900
1500

00
150

7.5

\ cemento di Poully di un anno. . . .

960

95

NB. Dalla Tabella si vede, che la resistenza assoluta dun lo metallico e tanto
maggiore quanto pi desso no.

Esercizi! sulla. Resistenza per trazione.


1 Esempio. -_ Quale sar il lato della sezione quadrata, che dovr darsi ad un

tirante di abete, che deve resistere ad una trazione continua di 20000 Chilogrammi?
Soluz. Il modulo di sicurezza per il legno dabete da 80 a 90 Chilogr., quindi
in media. 85 Chilogr. per centim. q.; larea della sezione della colonna. sar dunque

123
:235,29 centimetri quadrati, quindi il lato della sezione sar

uguale a.

V235,29 : 15,3 centim.


2 Esempio. _ Qual diametro si dovr dare alle quattro colonne di ferro lavorato
di un torchio idraulico, dato che la massima pressione, che questo pu esercitare, sia
calcolata di 150000 Chilogrammi?
, Solaz. Prendendo per modulo medio di tenacit. 4500 Chilogr, siccome qui l'azione
non continua, per sicurezza adotteremo il terzo di %uesto modulo, ed avremo lo sforzo,
a cui dovranno reggere le colonne, che di 1500
hilogr. per ogni centim. q. La
sezione, che dovranno avere insieme le quattro colonne per resistere allo sforzo com
plessivo di 150000 Chilogr., sar dunque _1

:100 centim. q. La sezione di una

1500_
colonna sar per, conseguenza il quarto o 25 centimetri quadrati, quindi il diametro

sar uguale a V

:5,64 centimetri.

3 Esempio. - Qual sar il diametro da darsi a quattro chiavarde, che chiudono


il fondo dun cilindro a vapore, il quale deve sostenere uno sforzo di 15000 Chilogr.?
Solaz. Ciascuna chiavarda sopporter uno sforzo di

__ 37so _

Lasezronedellachravarda66

__

23750 Chilogrammi.

/' 5,53x4

__

_5,53. Allora d_L _3-1-;6- ._ 0,03552, diametro

di ciascuna chiave. Ma siccome in una vite il diametro del cilindro massiccio, che porta
in rilievo il pane della vite, e in media le del diametro esterno, il diametro della

chiocciola uguaglia due volte quello della chiavarda, e laltezza corrisponde al dia
metro del tronco.
4 Esempio. - Quale sar la larghezza, che dovr avere una core gia di cuoio
della s essezza di millimetri 4,50 per resistere ad uno sforzo di 150 Chi 0grammi?
So uz. Una coreggia, che avesse un centimetro quadrato di sezione, potrebbe re
sistere ad una trazione continuata di 20 Chilogr. Dunque per reggere ad uno sforzo
di 150 Chilogr. la sezione della coreggia dovr essere : -2-6- :'7,5 centim. q. Sia ora
o: la lunghezza della coreg ia, avendo questa una spessezza di centim. 0,45, si avr

0,45xz:7; quindi x:cen im. 16,6.

'

Varii ingegneri impiegano nella pratica per trovare le dimensioni da darsi alle
coreggie la formola seguente: L: l%X_F_, nella quale

esprime la larghezza

della coreggia in centimetri, F la forza in cavalli a vapore, e o la velocit in centim.


per minuto secondo. Si soppone, che la spessezza naturale dun forte cuoio di bue per
le coreggie sia di circa 5 millimetri; la qual formola d luogo alla regola seguente:
Per ottenere la larghezza duna coreggia si moltiplica la forza in cavalli a vapore

per il numero costante 1500, dividendone il prodotto per la velocit: il quoziente esprime
la larghezza della coreggia in centimetri.

Esempio. - Sia F:2 cavalli a vapore, v:3 metri 0 300 centimetri per secondo:

1500x2
si avr L:

:10 centimelri.

300
Questa formola soddisfa mediante le condizioni seguenti: 1 Che la coreggia si svi

luppi senza scivolare sulla puleggia, che avvolge; 2 che non sia suscettibile dallar
garsi notabilmente; 3 che essa resiste allo sforzo di trazione, che deve trasmettere. Si

procurer, che il diametro della puleggia e larco di contatto siano nel rapporto di l a 3.

ARTICOLO XXII.

Della Resistenza alla compressione ossia allo schiacciamento.

108. Resistenza. allo schiacciamento. - La resistenza alla compres


sione, detta pure resistenza assoluta negativa, quella forza, che i corpi
oppongono all'essere schiacciati dalle forze, da cui sono compressi, ed tanto
pi grande, quanto maggiore la loro coesione.

124
La resistenza alla compressione proporzionale alla sezione trasversale del corpo (1),
come quella di trazione, ma solamente in questa si trascura spesso no ad un certo

punto anche il suo peso, se non aumenta sensibilmente il carico, mentre nella com
pressione entra nella valutazione del carico e modica il coefciente. Per fissare le
dimensioni delle colonne, pilastri, piloni, piedritti, puntelli, speroni, appoggi e sostegni
dogni genere, onde siano capaci a reggere carichi determinati, necessario conoscere
la resistenza allo schiacciamento. Lo stesso dicasi per determinare le dimensioni delle
.varie parti, che compongono le macchine ed i muri degli edici.

109. - Lesperienza insegna che, se grande laltezza del corpo premuto,


comincia a lasciarsi piegare, pel che diviene meno atto a resistere alla pressione. In
quanto alla resistenza negativa dun corpo, il quale abbia laltezza uguale alla spes
sezza, ossia la formacubica, lesperienza prova che crescendo laltezza e restando costanti
la lunghezza e la larghezza, la sua resistenza va scemando nel modo seguente:
110. Per i legnami da. costruzione, quando laltezza sia 12 volte_ la. spessezza.
la resistenza ridotta a -"/c ; quando sia 24, ad il: ; quando 36, ad 1/3 ; quando 48, ad lle ;
quando 60, ad 1/n.
111. Per il ferro lavorato, quando laltezza sia 12 volte la larghezza, la resistenza
ridotta a 5le; quando sar 24, ad 1/2 ; quando 36, ad l/|s.
'
.

112. Per il ferro fuso, quando laltezza sia 4 volte la larghezza, la resistenza
ridotta a le; quando sar 8 volte, ad 1/a; quando 36, ad l/lt; quando 80, ad 1[a .

Secondo il Rondelet un cubo di_quercia caricato secondo la lunghezza delle sue bre
si schiaccia sotto un peso di 385 a 463 Chilogr. per centimetro quadrato della sezione, e

questo peso di rottura resta approssimativamente lo stesso, nch la lunghezza del pezzo
non superi 7 a 8 volte la pi piccola dimensione della sezione trasversale. Linessione inco
minciaavedersi prima delle schiacciamento o della rottura, se la lunghezza del pezzo
abbia i0 a 12 volte la pi piccola dimensione.
Il ferro si comprime sotto un carico di 4945 Chilogr. per centimetro quadrato della
sezione, e sinette prima della rottura, quando la lunghezza del pezzo superi il triplo

della pi piccola dimensione della sezione trasversale.


4
La ghisa o ferro fuso si schiaccia sotto un peso di 10000 Chilogr. per centimetro quad.
della sezione trasversale, e sinetle prima della rottura, quando la lunghezza del pezzo
superi 10 volte la pi piccola dimensione della sezione trasversale: sino a questo limite
la resistenza resta quasi costante; avanti del punto, in cui linessione si manifesta prima
della rottura, la resistenza diminuisce notabilmente a misura del rapporto della lunghezza. '
Secondo'le esperienze di Hodgkinson la resistenza allo schiacciamento non cambia,
nch laltezza non superi 4 o 5 volte la spessezza; dopo il corpo incomincia a poco a poco
ad inattersi, e perde tanto pi di robustezza, quanto pi grande ne laltezza. Secondo lo
stesso autore le pietre presentano unegual resistenza alla pressione no a 12 volte la loro

spessezza; quando laltezza arrivi a 24 volte la spessezza, la resistenza ridotta a 96/133 e


circa 13 ; se l'altezza uguale a 30 volte la spessezza, a 75/133 0 circa /5 ; se 40 volte, a ma
0 circa 1la, La rottura succede quasi sempre ad una estremit.
113. Determinazione del Modulo di schiacciamento. - Si determina il mo
dulo di resistenza assoluta negativa o di schiacciamento cercando qual sia il peso,
che vale a tritolare un cubo fatto della stessa materia di un centimetro di lato. Dal
larea della sezione del corpo, che si considera, e dal rapporto tra la sua altezza e la

sua spessezza si potr dedurre da quanto si detto superiormente la resistenza alla


pressione.

1 Esempio. - Qual sar il carico, che pu reggere senza alterarsi una colonna
massiccia di ghisa, il cui diametro di 12 centim., e la cui altezza risulta di 36 volte la sua

grossezza?

'

Soluz. Trovisi la supercie della sua sezione, e si avr


6x3,1416 :36x3,1416:113,0976 centim. q. Il coeiliciente per ogni centimetro quadr.

(i) Quando nel solido la sezione perpendicolare alla forza comprimente varia, s'intender sempre la pl piccola.

' 125
della ghisa essendo di 2500, siavr per resistenza totale 2500x113,0976 :282750 Chilog.
La colonna avendo IalteZza 36 volte maggiore del diametro; la resistenza per lequilibrio,
senza far subire veruna alterazione al sostegno, sar '/.-, del precedente ed uguale quindi

a 50550 Chilogr. E il peso per schiacciarla sarebbe uguale a Chilogr. 36580X4:226200.


2 Esempio. - Qual peso si potr far sopportare ad un cubo in muratura di 50 cm.
di lato senza che si alteri?
Soluz. La supercie risultando di 2500 centim. quadr., il coefciente di resistenza alla
compressione di 4 Chilogr.; onde il detto cubo potr reggere 25l0x4: 10000 Chilogr.
senza diformarsi; esso sarebbe schiacciato dal_peso di 10000X10 ossia

Chilg.

3 Esempio. - Qual sar il peso, che si potr far sopportare con sicurezza ad una
colonna massiccia di ghisa di 8 centimetri di diametro e metri 3,84.daltezza?

Soluz. Si trovi il rapporto fra il diametro e laltezza, il quale risulta come quello del
problema antecedente, oSsia 384 : 8 : 48, perci il coeilciente, che si dovr prendere, sar
2 ,

M
: 50,2654x333 :'16730 Chilogrammi.
4

333. Onde la sezione sar

TABELLA m_n.uz nesxsmnzn assomma NEGATIVE o m scnuccmumia-o


PER 1 caro-mamo cono.

Qualit dei materiali.

"

Modulo di restaten_u.

Legni.
Quercia .
. .
Abete rosso o pino .
Abete bianco .
Pino dAmerica .
Olmo
. .
Quercia inglese .
. .
{ 1a fusione
Metalli.ad alto fornello

Ghisa grigia

2l

id.

' .

1 3' id. al fornello a


1a fusione
Ghisa bianca 2 id.
; . .
3 id. al fornello a
Ferro lavorato
.
.
Ghisa

Rame fuso .
[lame battuto .
Ottone . . .
Stagno colato .
Piombo .
. .
Bronzo da cannoni .
Pietre.

Modulo di sicurezza.

385
462
135

a 463
a 538
a 140
H8
90
271

38
46
13
11
9
27

10000 a 10200
. .

riverbero
. . . .
riverbero
. . . .

a
a
a
a
a
a

40
53
14
1,50
8,50
27,50

2000 a 2050

9900

1060 a 1980

._

11800 a 12400
15000
12500
18000
4945
0522 a 25200
4000
7295
11584
1087
540
25000

2360 a 2480
3000
2500
3600
. 989
1904 a 5040
800
1459
2316,8
217,4
108
5000 '
2m

1
I

9800 a

Basalto .
Pordo .

2000
2450

240

Gneiss .

Granito.

400 a

800

40 a

48

' Marmo .

300 a

1000

30 a

100

70

5 a

Gesso _.

350

50 a

Pietra calcare , .
Arenaria
Mattoni.
Cemento

80
80
40
30

a
a
a
a

1.

400
800
150
60

35

8
8
4
3

a
a
a
a

40
80
15
6

(1) Per il modulo di sicurezza non si devrt tenere. che 1|5 dl questo per i metalli, lo per l legnl o per le
pietre, e soltanto 20 pel muri e per le pietre di cau.

126
La resistenza allo schiacciamento duna colonna duna parete cresce quando
immurata ad unestremit, o tenuta salda nel mezzo, impedendo cosi che essa si pieghi.
Inoltre a parit di supercie la resistenza maggiore quando la sezione circolare,
che non quando sia di forma poligonale. La resistenza duna colonna 0 d'un pilastro
cavi e maggiore di quella di una colonna 0 di un pilastro massicci di pari altezza e
fatti di ugual quantit di materia.

Hodgkinson dopo varii esperimenti conchiuse, che per rompere una colonna massiccia
di ferro l'uso si richiede un carico di 10676 . _
ls,a Chilg., mentre per romperne una cava
necessario un carico di 10676.

da,o _. d13,0
_
I, 3
Cg., nelle quali ci e d esprimono m centim.i

diametri interno ed esterno, ed 1 esprime in cenlim. laltezza della colonna 0 del pilastro.
Per i magazzini e per le botteghe gli architetti stabiliscono ordinariamente due
colonne di ghisa invece dei pilastri di mattone, onde occupare un minore spazio. Le
due colonne sopporteranno allora un peso maggiore di 33,000 Chilogr., e peseranno:

0,785x(08)x2x384x7,20:278 Chilogrammi.
Se invece di due colonne massiccie si impiega una sola colonna vuota del diametro

di 16 centim. per sopportare lo stesso peso di 33,000 Chilogr., si arriva a diminuire


notabilmente il peso della ghisa.
Diii'atti, essendo il diametro della colonna di 16 centim. in luogo di 8 centim., il

rapporto fra laltezza ed il diametro e di 24 invece di 48.


_
Per conseguenza il numero da prendersi di 1000 Chilogrammi in luogo di 33000.
Ora 33000: 1000 :33 centim., sezione duna colonna massiccia equivalente a quella, di
cui bisogna cercare la spessezza, poich il diametro di questultima di 16 centim., e
la sua sezione uguale a 0,785x(16):201 centimetri.
Se da questa sezione si deduce quella di 33 centim., che si trovata, si hanno

168 cent. 06 per la sezione interna della colonna vuota.


Il diametro corrispondente ad una sezione interna di 168 centim. 06 si ottiene cosi:
168
D: V_0,786 =14,75.
Allora la spessezza della colonna vuota uguale a 16-,14,75::h25.

Ora il peso di una tale colonna avente laltezza di metri 3,84 eguale a
3,84x0,785(16 -14,'75) x7,20 : 91 Chilogrammi.
Questo risultato ci mostra, che havvi un gran risparmio di materiale impiegando le
colonne vuote in luogo delle massiccie.
Nei due casi precedenti non si sono calcolate le modanature della colonna, n lau
mento del diametro verso la sua base, per conseguenza il peso aumenta di circa 1110.

Muri maestri. - La stabilit dun muro in un fabbricato esige sempre, che la


verticale passante per il suo centro di gravit passi anche per uno dei punti della
sua base e che il terreno. sul quale stabilita questa base, sia ben compresso. La sta
bilit dei muri ancor pi assicurata dalle fondamenta, la profondit delle quali deve
essere spinta sino al terreno resistente. La spessezza delle fondamenta sorpassa dun

quinto, dun quarto e qualche volta della met quella dei muri. Il peso del muro
si ripartisce su tutti i punti della base, ed evidente che vi sar tanto minore com
pressione, quanto maggiore sar la superficie della base. Oltre questa maggiore spes
sezza, che si d alla base dei muri per assicurarne la stabilit, si da anche al muro

un leggiero pendio dallalto verso il basso di circa Non a 1[ma dellaltezza.


Lo sforzo, che i muri devono sopportare, proviene dalle travi e dai comignoli, il
cui peso ne produce uno, che agisce lateralmente dal di dentro allinfuori; ora ne

nasce che la stabilit d'un muro diminuisce crescendo la sua altezza, e perci la spes
sezza dei muri dipende dalla loro altezza, perch quanto maggiore sar questaltezza,

tanto pi si dovr aumentare il loro peso.


Il Rondelet, dietro queste considerazioni, determina la spessezza dei muri fabbricati
con rottami di pietre, pietre da taglio o mattoni per le fabbriche ordinarie, per mezzo
delle formule seguenti: chiamando S la spessezza da determinarsi, L la larghezza del

fabbricato o la distanza fra gli assi di due muri paralleli, ed A laltezza dei muri:

127
L+'IM , formola, che d la apessezza minima dei muri di facciata nei
24

1 S
0

:_____

fabbricati semplici.
Questa formola conduce alla regola seguente: Aggiungendo alla larghezza del muro

la met della ma altezza e dividendo per 24, il quoziente dar. la spessezza cercata.

Esempio - Si domanda la spessezza dun muro di facciata in una fabbrica semplice,


l'altezza del quale di 8 metri e la larghezza di 12 metri.
12 + 8la
: __-- =
6 .
S

24

0'", 6

2 La formula per determinare la spessezza dei muri dei fabbricati doppi diventa

-- ili
N

_-

48

3 Finalmente la formula, che da la spessezza dei muri intermedli odi tramezzo,


I

S :

in questa formale L' e A' rappresentano la larghezza e l'altezza dei muri

intermedii, i quali non hanno alcun rapporto colla larghezza ed altezza dei muri di

facciata.

Esempio. -- Determinare la spessezza dei muri di facciata dun fabbricato a due


piani della larghezza di il metri e dellaltezza totale di 10 metri nelle condizioni seguenti:
H 5 00 di altezza.
Piano terreno .
1 Piano
2 50
)
2 Piano
2 50

Altezza letale
10 metri.
Prendendo la seconda lormola per i fabbricati a due piani:
Il muro di facciata del piano terreno avr una spessczza

:OM,M.

il muro di facciata del primo piano 8': i%:0m,38.


Il muro di facciata del secondo piano S": -1vtg :0m,28.
_Si pu osservare che queste diverse spessezze, che sempre prudente per rinfor
zare, risultano da ci, che la larghezza del muro diminuisce a misura che esso si

innalza; cosi per il piano terreno bisogna porre nella formola laltezza totale di 10 metri.
mentre per il primo piano l'altezza non che di 10-5:5 metri, e nalmente per
il secondo piano laltezza non che 10-7,50:2m,50.
Secondo Rondelet, la spessezza dei muri isolati varia ordinariamente da 1/n a Via
della loro altezza, e quella dei muri per le abitazioni non deve superare /u della di
stanza fra i loro assi; per queste osservazioni si formata la tavola seguente:

Spessezza

Specie dei fabbricati.

dei muri
di facciala.

Spessezza
dei muri
divisorii.

Speasezza dei
muri di
sparlimeulo. {
l

mai. .

Casa daffitto. .
; Grandi fabbricati

H Grandi edici

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

.
.

mai.

0,41 a 0,65
0,65 a 095

mi.

mal.

0,43 a 0,54
0,54 a 0,65

mal.

mal.

0,32 a 0,48
0,41 a 0,54 ;

1,30 a. 2,90 0,65 a 1,90 I 0,65 a 1,95 l

,7-_
Secondo il Bedtenbacher le grossezze da darsiai muri di una casa o dun palazzo si
possono calcolare colle seguenti formale, chiamando I la larghezza del febbricola, ai , tu,

in le altezze dei piani, che lo compongono, si, sg, sa le spessezze del muro corrispondenti
ai singoli piani: 812% +_;l-; s;:-IO- +-a-l-ggl ; sir-T:)- + iggi'l.

128

REGOLA, - Si deler;ninala resistenza, che un materiale oppone senza alte


rarsi alla compressione, moltiplicando la seqione trasversale del materiale pel
cogciente di compressione corrispondente alla natura del materiale stesso,
modicato secondo la sua lunghezza.
'

Esercizi! sulla. Resistenza alla compressione.


_1 Problema. -- Qual pesongotr sopportare con sicurezza un pilastro di quercia
di ottima qualit di sezione qu rata, il cui lato 16 centimetri, supponendo questo
pilastro alto 12 volte il suo lato di sezione?
'
.

Soluz. Trovisi larea della sezione, e si avr 16x16:256; il modulo di sicurezza


sarebbe di 46 Chilogr. per ogni centimetro quadrato, ma, siccome la sua altezza e 12
volte il suo lato, cosi biso ner limitarsi a prenderlo l 5/a di _46, 0 38,33. Il pilastro
dunque
tra sopportare
x38,33:9812,48 Chilo rammi.

_ 2 .roblema. - Qual diametro dovr darsi a una colonna di ghisa alta 4 metri
destinata a sostenere un peso di 15000 Chilogramm'i?
_
'
.

Soluz. Il modulo di sicurezza della

timetro quadrato. Supponendo che il

hisa.

u ritenersi di 2000 Chilogrammr per cen

lame ro della colonna abbia da essere circa ll'io

dellaltezza, bisogner in tal caso ridurre ad I/|5 il carico indicato, cio ritenere il modulo
di resistenza uguale a 133 Chilogr. Afnch la. colonna regga ad un carico di 15000 0g.

dovr avere una sezione di -1

: 112,78 centimetri quadrati, quindi un diametro


133

d : V%ilszt/ 143,66: 19,9 centimetri quadrati. Questo diametro e quindi ,/o,tttl


ossia 33,6 volte minore dellaltezza appunto circa alla robustezza supposta.

_3 Problema. - Qual carico po r sopportare con sicrezza una colonna massiccia

di ghisa di 15 cent. di diametro, la cui altezza di m.%30, ospita. 30 volte il suo diametro?

Soluz. Trovisi la supercie della sezione, e si avr 4- : 1x_laxa11_419 :c.q.176.714


per supercie. Il modulo di sicurezza essendo er la ghisa 2000 Chilogrammi, e l'altezza
essendo di 36 volte il diametro, secondo il N 12 si dovr prendere 1115 di questa, perci
esso sar Chilogr. 133,33..., che molti licati er 176.714 centim. q. daranno per res1
stenza della colonna 176,714x133,33:23561,27262 Chilogrammi.
_

4 Problema. - Quale sar la spessezza da assegnarsi ad un muro di fonda


menta_da_costruirsi in

ietra calcarea, supponendo che la lunghezza e la larghezza

delledicio misurate es ernamente debbano essere 20 e 12 metri, e che questo muro


debba sostenere una pressione di 8000000 Chilogr.?
_
_
Solaz. Chiamando a: la spessezza da darsi al muro, la sua sezione (Flg_. 87) sr_com:
porr di quattro rettangoli, due dei quali avranno la lunghezza di 20 metri, e gli altri
due quella di 12-2z metri e per larghezza comune o spessezza 2: metri. Larea totale

di nesta sezione sar dun ne uguale a 2x20z + 2t12-227}2 OVVGP0 24040 + 2421'742
: z-4a metri quadr.
a il modulo di sicurezza della resistenza duna buona pietra
calcare pu ritenersr di 500 Chilogr. per ogni cent. q. .Quindi per una Sicurezza 20
volte maggiore si caricher ogni metro q. di -r_xz _:250000 Chilg., e la sezione
calcolata potr reg ere a (64z-4x)250000 Chilogr. Ma secondo il nostro problema essa

deve sostenere
Chilo r.; ereio si avr l'equazione:
250000 (04:: - 425 29800000

ossia

. .
quindi

04x --4a:I : 32,

,.

l6z-z:8;

16x 8 + x:,

a:16 .
a: :.16 + _

Dal quesito stesso permesso sup orre, che a: non .


dovr arrivare ad un metro; sar unque a: una

7
i

frazione, e pertanto -6- numerotrascurabile senza


incorrere in gravi errori. La spessezza domandato. si
potr quindi ritenere di _16 :-2- metro. Risol>
vendo lequazione di segndo grado Ida-29:8 si ha x-l6a: 18; a:-16z+64
:-8+64; z-8:2V56:I7,48; dunque w:8-7,48: metri 052
'
5 Problema. - %ual diametro dovr darsi ad una colonna di ghisa, supposto
che la sua altezza deb a essere 48 volte il diametro, per resistere con Sicurezza ad un

peso di Chilogr. 58807,8?

'

'

Salate. Conoscendo i carichi, che i materiali devono sopportare, s1 determina la I


loro sezione trasversale dividendo questa resistenza per il coefciente corrispondente

alla naturadei materiali ridotti secondo la loro lunghezza. Perci si avr

:centim. q. 170,6 sezione trasversale della colonna (313 e il coefciente di

resistenza. quando "la colonna e alta 48 volte), e V 1)l,;ss-g_ :15 cent., diametro cercato.
.

A
.
i
ARTICOLO XXIII.

129

Della Resistenza di Flessione.

114. Resistenza di Flessione. - Si chiama resistenza relativa o


trasversale o di essione quella, che un corpo oppone ad una forza, la
quale agisce perpendicolarmente alla sua lunghezza, come sulle travi ado
perate nella costruzione delle macchine, sulle verghe delle leve, dei bilancieri

e simili, che fanno parte di esse.


I corpi possono essere sottoposti allo sforzo della essione in diverse maniere. Una
trave per esempio pu essere incastrata in un muro per una sua estremit e caricata
allaltra dun certo peso; oppure essere appoggiata alle due estremit e caricata nel
mezzo; od inne col carico collocato in qualunque punto della sua lunghezza.

115. DellAsse neutro. - Incominciamo a considerare una barra o trave AB (Fig. 88)
disposta orizzontalmente, incastrata ad unestre

mit e caricata allaltra da un peso P, che agisca


perpendicolarmente alla sua lunghezza. Questa
forza P tender a piegare la trave o la barra
intorno al punto B e quindi a spezzarla. La resi
stenza, che la trave opporr a lasciarsi spezzare,
sar la resistenza della essione e relativa della
barra. Quando la forza P tende a spezzare la trave
AC (Fig. 80) piegandola, la resistenza presentata
da ciascuna parte della sua sezione si pu consi
Hg. se.

derare come una forza , che si oppone alla


rotazione del corpo AC intorno al punto (1. Ora, considerando leetto prodotto dal peso P
sulle singole bre della trave, si vede che le bre superiori ne saranno stirate ed allungate,

mentre le inferiori ne saranno compresse ed accorciate, e che questeiletto dovr riuscire


tanto maggiore quanto pi in alto o quanto pi in basso si troveranno le dette bre. Ma
tra queste due ve ne sar un certo strato, che non
soffrir n distensione n accorciamento. Questo
strato chiamasi strato di bre neutre, e la sezione di
csso con un piano longitudinale cd dicesi asse neutro

della sezione trasversale del solido. Se le bre sot


tostanti presentano allaccorciamento la stessa re
sistenza, che quelle superiori oppongono alla disten
sione, la bra neutra passa pel centro di gravit della

sezione della trave, qualunque forma essa abbia. Se


la resistenza alla compressione supera quella all'e
stensione (come nella ghisa), lasse neutro trovasi
al dissolto del centro di gravit; se ihvece lesten

sione supera la compressione, lasse neutro trovasi


al dissopra di esso.

Fig. 89.

116. Del Momento di rottura. - Ammettendo che la forza di ciascuna bra, ovvero

per ciascuna unit superciale della sezione, che si oppone allo spezzamento o rottura (sia
per trazione, sia per pressione) sia in qualunque punto della supercie la stessa uguale
a p, o piuttosto la resistenza media delle diverse bre, allora su tutta la trave agir una

forza Sp, indicando con S larea della sezione. evidente per s stesso, che la risultante
di questo sistema di forze parallele passer pel centro di gravit della sezione, epperci
alla met dellaltezza CD, quando la sezione sia rettangolare, circolare, od in generale abbia
una forma regolare. Perci la resistenza opposta dal corpo allo spezzamento non sar altro
che la risultante delle singole bre.
17

130
Supponendo sempre la sezione rettangolare avremo S :b><a, indicando con b la base

della sezione, e con a laltezza o spessezza della trave. La forza P applicata in A ha dunque
da superare in una trave rettangolare una resistenza totale Sp:bxaxp applicata alla
.
1
a
d|slanza CD
dal centro di rotazioneC: ed quindi, giusta il N 5l, che, onde
sussista lequilibrio, vale a dire. che non si produca rotazione intorno al punto C. il
momento statico o di rotazione della forza P dovr eguagliare quello della resistenza,
.
.
a
.
.
. .
. .
.
oss:a dovra essere PxAC:bxapr-g. La somma (ll questi momenti dmesr Il momento da

resistenza alla rottura. La rottura avviene quando il momento della forza P ossia PXI
giunge a superare il momento di resistenza suddetto. AC :l lunghezza.

Si hanno quindi per calcolare la resistenza relativa e le dimensioni della sezione


trasversale dei corpi incastrati ad una estremit e caricati dallaltra aventi sezioni di forme
diverse le formale seguenti, che si dedussero mediante il calcolo, per i momenti di resi
stenza alla rottura, indicando con K la forza, che varrebbe a rompere una barra colla se
zione di 1 cent. quad., coefciente, che determinasi collesperienza per le diverse sostanze,

e che pu chiamarsi modulo di resistenza relativa alla bra superiore. Indicando con E
i momenti di resistenza alla rottura E: lf),-><ba":

1 Onde si avr per calcolare le spranghe o travi di sezione rettangolare


i
Se il lato
aventi b per base ed a per altezza E :
bag e P : bxla x

ga-4

maggiore del rettangolo fosse posto orizzontale, esso sar la base b, ed il


Flg. 90.

minore a laltezza.

2 Quando la sezione sa un quadrato con a per lato, sr avr E : -6- 0;

K
P :_
a

a3

x .
t

3 Quando la sezione fosse pure un quadrato, ma avesse la giacitura colla


a3
' diagonale verticale si otterr E-K- x "al: e P: L x [xl/ET.
7
v

' 6
t/ 2
5

4 Quando la sezione un triangolo di base b e daltezza a, si ha


><az
K
.
. .
E;
XbXa, per cui P: 6 I
X 2-1; z'-: 2la a, centro dl gravita.

5' Se la sezione un triangolo, ed ha la disposizione della Fig. 94,


si trover E:-K_ ba; z :: l/;; a, posizione del centro di gravit.

12
a
6 Se la sezione un circolo, si ha E :
. .
K
1!de
d ndrametm
' al S:. avra'-' P :g
32 x h--V-_.
1

; quindi per un cilindro

7 Se il cilindro e cavo, e d e (1' sono i diametri interiore ed esteriore,

.
.
K
d-d"
. . _ Kw d-d'i
si avra E:-3-2- r X(-T), e qumdt Pw3-Qr md

8 Se la sezione un'elisse, risulta E=-K- x ba; per il che, essendo

.
'
K >< ba
'

'
2.
a l \ asse maggiore
e b lasso
minore,
5]. .avr
I )_.
__ __
32Xfl

9 Quando la sezione fosse unelisse vuota, si calcolerebbe


Kzr a3b-a'3b'
.
.
:
__ K
(a3b-o'3b')

E :-3(--), e perci SI avra l_

x -_--l_x--.

10" Quando si avesse la forma indicata dalla Fig. 99, si calcolerebbe


K

b(a3-a')

E__
___,,_
6 x

___._.__

b(a3-a'3)

,equmanm
-_-_--__--_---I
6
lxa
a

I
11

b,' a 'Ih.

11 Se la sezione sar un rettangolo vuoto, si avr E :


. .
K bXa3-b'xa'
,_ ,
e quindi P:(T). a:h, a _h.

>< -a-+-l:-vll
b 3 b '3__ la
12 Per una sezione a doppio T si trova E=-t!
3___ 13 ' (Vedi nota 2, pag. 132).
> e quindi P:-l6(- x biaj
-(El-al

bxa3

b'a'3

13' Per una sezione croc1forme E I x -_+_, onde st avra


b><a3+bo'3

K.

14 Per una sezione crocilorme con un cilindro nellintersezione, si ha


K ><0,580d+b(a-d)+b(a-'-d)b3
_

6
a
a 3
_ d)b.
3
eP:;K_se0,589d b +b(a 5_ d)b+(a
6

axl

Dalle formale su esposte ne derivano le seguenti regole pratiche:


1 Le resistenze relative di due travi di egual lunghezza, ma di sezioni, quadrate e
circolari, diverse, stanno in ragione della terza potenza dei lati o dei diametri di queste
sezioni, e perci una barra o trave, la cui sezione, quadrata o circolare, ha un lato od un

diametro doppio di unaltra,-pu portare a parit di lunghezza un peso otto volte maggiore,
e, se triplo, ventisette volte maggiore. Cos se il lato od il diametro sia 4 per uno di questi

corpi e 5 per un altro, le rispettive resistenze staranno tra loro come 41.: 53 :: 64 : 125.
2 Le resistenze di due barre o travi di egual lunghezza aventi sezioni rettangolari
diverse stanno fra loro come le larghezza e come i quadrati delle altezze di queste sezioni.
Un esempio potr chiarire meglio la cosa.
Esempio. - Se 1000 Chilogr. sono portati da una trave di 12 centim. di altezza ed 8
di larghezza, qual peso potrebbe portare una trave della medesima materia e lunghezza,
alto 9 centimetri e largo 7?

.
.
7
92
Soluz. Dalle su esposte regole sx avra 1000x x : 492 Chilogrammi.
3 Se una trave di sezione rettangolare invece di essere posta col lato maggiore della
sezione in piano si mette col lato minore, la sua resistenza cambia nel rapporto fra la lar
ghezza e laltezza.

4 Per sezioni di aree uguali la resistenza di una barra cilindrica sta a quella di una
barra quadrata come 5 a 6. Lo stesso rapporto deve esistere tra il lato del quadrato edil
diametro, se le due barre dovessero presentare la stessa resistenza.

132
5' La resistenza di una trave tubulare di lamiera a sezione quadrata sta a quella di un
tubo circolare, il cui diametro sia di spessezza uguale al lato del primo, e di eguale spessezza
come 1623w221 10,59 ad ugual supercie di sezione come 4 : 3 :: l :0,75.
6' Nei travi vuoti cilindrici od elittici di egual lunghezza, di cui la spessezza della parete
sia piccola rispetto al diametro, le resistenze stanno come le aree delle sezioni perle rispet
tive altezze. Per cui, se un tubo circolare, ad uguale spessezza di parete, ha un diametro
doppio di un altro, anche doppia la sua sezione, e quadrupla la sua resistenza.

7' Le resistenze di due travi simili stanno come i quadrati delle loro dimensioni
lineari, ossia come le supercie delle loro sezioni.

8 Per supercie uguali di sezioni la resistenza di una trave maggiore di quella di


una trave massiccia tanto pi, quanto pi grandi sono le dimensioni interne rispetto alle

esterne; dordinario per il diametro interno dei tubi di ghisa non si fa maggiore di 5/c del
diametro esterno (Vedi Dei Tubi).
9 Da quanto si disse risulta, che le macchine simili e fatte col medesimo materiale

sono relativamente tanto pi resistenti, quanto pi sono piccole, perch i loro pesi stanno
come i cubi delle dimensioni lineari, mentre le resistenze stanno come i quadrati di esse (i).

117. Sezioni pi convenienti. - Ancorch la resistenza di una trave sia tanto mag
giore quantov pi grande ne sia la sezione, vi sono per alcune circostanze da considerare,
le quali inuiscono particolarmente sulla resistenza alla essione, e, a pari grandezza

della sezione, importante linuenza:


i' Della gura. infatti di due travi della ste55a materia, ma una di sezione quadrata
e laltra di sezione circolare, equivalenti in supercie, la prima presenter maggior resi
stenza dellaltra al piegamento. Lo stesso dicasi di due corpi: uno, che abbia la sezione
di un cilindro vuoto, oppure una sezione rettangola tubulare, o crociforme, o a doppio T,

resiste meglio di un altro della stessa materia e della stessa supercie di sezione avente
la sezione circolare o rettangolare piena.
2 Della giacitura. Anche il modo di giacere dun corpo soggetto allo sforzo di essione
varia la resistenza. Un corpo a sezione rettangolare, ad esempio, resiste molto di pi, se
messo in costa che in piatto, cio col lato maggiore verticale ed il minore orizzontale. Lo
stesso dicasi, se avesse la sezione quadrata di egual supercie: lo sforzo, che potr reggere,

sar sempre minore della stessa supercie di forma rettangola messa col lato maggiore ver
ticale. Lo stesso pu dirsi inne di una sezione elittica in confronto di una sezione circolare.

3 Del modo, con cui viene applicato il carico, cio passa una diil'erenza nella resistenza
della trave, come vedremo pi innanzi, dallessere questa caricata allestremit, nel mezzo,

e se il carico vi egualmente ripartito su tutta la sua lunghezza, ovvero distribuito su alcuni


punti, ecc.

4" Del genere dappoggio. Ha pure molta importanza il luogo ed il modo, con cui il corpo
tenuto soggetto allo sforzo.
4

118. Condizioni per avere una buona Sezione. _ Le principali condizioni per
avere una buona sezione si possono ridurre alle seguenti:
1' La materia deyessere pi che possibile allontanata dallasse neutro (2);

2' Quando il materiale, di cui si compone il corpo, presenta la stessa resistenza alla
estensione come alla compressione, la materia deveessere simmetricamente disposta in
torno allasse neutro;
(i) Supposta una macchina qualunque A lalta ad una scala tripla di una macchina B; ogni sua parte peser 27
volte la parte corrispondente della macchina B, ma sar soltanto 9 volte pi resistente.
(2) Faibarin, ingegnere inglese, che costrussei primi bastimcnti in lamina di ferro,
considerando che la ghisa presenta una grande resistenza allo schiacciamento ed una
debole resistenza alla rottura per essione, per mezzo della teoria e dell'esperienza
stabili, che la forma pi conveniente da darsi a travi di ghisa quella di un doppio 1,
le cui proporzioni medie sono indicate dalla Fig. i023, disponendo il nervo maggiore
nel senso della maggior trazione, ed il minore nel senso dello schiacciamento, di
pendente dal modo, con cui la trave sar sostenuta e caricata, quindi facendo la

Fig_ 05.

spessezza verticale uguale ad i, si avranno per le altre spessezze le seguenti propor


zioni: i, i2, 10, 2, ti, 5, M. Quelle di ferro lavorato, presentando maggior resistenza
assoluta, si faranno in forma tale, che il nervo esposto alla distensione sia poco meno
della met dell'altro.

133
3 Se la resistenza alla compressione supera quella allestensione, si dovr dare al
corpo nella parte, che soggetta ad allungarsi. un corrispondente aumento di sezione.

Le travi rettangolari vengono ricavate dal digressamento di un tronco dalbero rotondo,


e quindi perdono della loro resistenza a motivo della perdita della materia, perci importa
moltissimo di sapere in qual modo da un dato tronco si possa ricavare una trave quadran
golare. che presenti la massima resistenza contro la rottura per via di piegamenio. Dalle
ricerche teoriche e pratiche venne dimostrato, che laltezza della sezione della trave deve
stare alla sua lunghezza nel rapporto di 'l a 5 (i).
119. Resistenza dei corpi prismhatici contro la. Rottura per essione,

secondo il modo, con cui sono caricati. - Supponendo che il peso "agisca per
pendicolarmente alla lunghezza, ed indicando con P Chilg. il carico corrispondente
alla rottura (per centimetro quadrato), che ha luogo nel punto del corpo ove lesten

sione maggiore, e con E il momento di resistenza alla. rottura, che corrisponde al


profilo del corpo, nel quale la maggior tensione ha luogo. Le espressioni di E sono raccolte '
nelle pag. 130 e 131.
Si trover. il peso pi grande, di cui la trave pu essere caricata, colle seguenti
formole:

i Il prisma incastrato ad unestremit e cari.


ceto dallaltra:

r\\\_ \g\ \\
->

E
-L

P-T,

2' il prisma incastrato ad un estremo ed il


peso uniformemente distribuito sututta la sua lun
ghezza:

E
3 il prisma incastrato agli estremi e caricato
nel mezzo:
E
P=8T
5

4' La trave incastrata alle estremit e caricata

uniformente in tutta la sua iunghezza


E
P:i2,
5' La trave appoggiata alle estremit e caricata
nel mezzo:
'
P=8

_E
1

(i) SI ha una lei sezione dividendo il diametro del tronco in tre parti uguali, indi
conducendo dal punti di divisione C e D (Fig. iii) le perpendicolari CE e DF, ed inne
congiungenalo tra loro mediante retle i punti A, E, B ed F della circonferenza. il rettan
golo AEBF sar la sezione della trave di maggior resistenza, che si pu ricavare da quel
tronco d'albero. Infatti facciamo AB=d, AE:BF=b ed AF:az pel noto teorema di
geometria, che nei 11' , ' , " _., ' n
4 dall J ' retto una perpendicolan
sullipotenusa, essa e media proporzionale fra i due segmenti di questa, e ciascun calcio
il medio proporzionale In tutto l'ipotenusa ed il suo segmento adiacente, si avr la pro
d
da
porzione AC:AE::AE:AB ovvero ; b:: I: : d; quindi M: -5-. Ma si ha pure

d
AD:AF::AF:AB, cio

idi

di

2d2

M:a:z _3 : -3-

Fig.iii.

:a:: luci; dunque a2:-_5-; e si avr pertanto

ovvero 69:09:: _:; --- o i : 2; da qui si avr 1b2:1a2::Yi:12, cio

b = a:: i : 4,4 :: 5: 7, quanto sivoleva dimostrare.

come

6' La trave appoggiata nel mezzo e caricata agli


estremi:
.

E
|
1

7 La trave appoggiata agli estremi e caricata


uniformemente:
,

E
P:8 T ;

8 La trave appoggiata agli estremi e caricata ad

ugual distanza dai due estremi:


E
l
:_ ovveroP-_-_ x _;
m
m
1
9' La trave appoggiata ai due estremi e caricata

ad inegual distanza da essi, cio il peso applicato a


distanze m o dai punti dappoggio, cosicch si avr
Hg. m.

m + n: I:

tI

P:_X->.

ma

Da queste espressioni risulta, che i pesi capaci di produrre la rottura nei nove
casi considerati superiormente stanno fra loro, seguendo lo stesso ordine, come
'

1:2 : 4 : 4 : 8?8: 12: -"_n : ! , cio una trave nella condizione del secondo caso porta
il doppio del peso, che porterebbe nelle condizioni del primo, nel terzo quattro volte<
il primo, ecc. Volendo tener conto del peso p della trave, supposta costante la sua
densit e la sua sezione, si metter P + /2 p invece di P. Se la trave avesse la forma

curvilinea o duna leva ad angolo (N 55), ovvero fosse disposta obliquamente, si pren
deranno come bracci di levale distanze orizzontali fra i punti dappoggio e quelli

di applicazione del peso.

_ ---_-,_ -

Il valore di K e il peso espresso in Chilogrammi corrispondente ad un ceptim; q.


di sezione del prisma o trave, che capace di rompere il corpo sostenuto ai due estremi
e caricato nel mezzo. Questi valori sono desunti dallesperienza; ma, poich essi cor

rispondono alla rottura, nelle applicazioni se ne dovr prendere solo 1li pel legni, lla poi

metallied 1/t per le pietre. ..'.


-..;

TABELLA DELLE assrsranzs annurva o m naserom:


van cammsrao quannsro m SEZIONE.

MODULO
di
assrsrsnza

QUALIT DEL MATERIALE

Le 0 di faggio

diif quercia -.

abete

r_" .

700 5 1100

70 a 100

550 a 1000

55 a

500 a 900

55 a, 90

se;
.I.<r .

I ; " olmo. . .*-?

Ghisa

Pietra calcare .
', Pietra arenaria

_- r Mattoni. ?:! .

,
. "

Ferro lavorato.

MODULO
_
di
3 f
SICUREZZA

."5-. _-."' .

. A pinood abe'te'osso.

;piho'.

tifi-33.1 '4}
:
7 f'."-"**W

480 a 1200

48 a 120 ,

480 a 960

48 a

96

400 a 800

40 a

80 -.

170034000

. . .

4000 a 6000

. .
. .

.
.

.
.

.
.

.
.

.
. ..

ix.i_ _'

. ",,_,,g.

150

48 a
40 a

120
55

13 a

23

600a1300 1
>

1300 a 2000

12 age-530
_ 10 a - 14

|
i

3 a

135
Ponendo i valori di E del N 116, secondo le varie forme delle sezioni della trave
nelle formole del N' 119, corrispondenti al modo, con cui le travi sono caricate, pog

giato, od incastrato, essendo noto il peso P e la lunghezza l e K, cio il coefciente


di rottura corrispondente al materiale, di cui sono formati, si avr la soluzione duna
infinit di problemi di pratica applicazione.
1' Esempio. - Una trave dabete lunga 2 metri, la cui sezione un rettangolo
di 20 centimetri di base b e 30 daltezza a, incastrata ad unestremit, qual peso potr
sopportare con sicurezza allaltra estremit?
2
Soluz. Prendendo la 1a l'ormola P: -b-xlasz
del N' 116 P:--, e sostituendo
il valore di E colla formola 1 del N 119, avremo, ritenendo per sicurezza quello di K

uguale a 10 Chilog.z : 20XQ1050 Chilogr.


200><6

Se questa trave fosse incastrata

, ed il carico uniformemente

distribuito su-ttta la sua lunghezza, si avrebbe dalla 2 formula del N' 119:

20X30X70

.
Chll0gl'.

Se invece l'osso incastrata alle due estremit e caricata uniformemente, si avrebbe


2

dalla formula del 4 caso: P: 12 (lgl) :12600 Chilogr.


QOUX
2 Esempio. -: Quali saranno i valori di a e b duna trave dabete di sezione
rettangolare incastrata ad una sua estremit, e caricata dall'altra dun peso di 500Cg.,
essendo lunga metri 1,50?

'

J.

bxaxK

Soluz. Facendo b : 5/1 di a, dalla formola 1 del N; 119 avremo P= _-6xl_- ,


a
.
.
.
. .
70X5><a\
70x5a3 _ 35a3 __ 703 _
cui sostituendo 1 relativi valori si avr 500m 1,50x1x6 -150x7x6 15x7 - 3 ,
3 ..___

a : l/ s . 4 :0,05936, e b " sar i% di a 0 0,0338.


3 Esempio. - Qual peso si potr far sopportare ad un albero in ghisa lungo
metri 2,85, avente un diametro di metri 0,20, sapendo che esso sarcaricato nel mezzo
ed appoggiato agli estremi?

Soluz. Non tenendo conto del peso, dellalbero avremo P:4 x _E- ossia
l
vrde3
..
.
.
.
.
P:4-W , e prendendo il valore di K uguale a 500 Chilogrammi, per cm
P:4>< 3143);@ X 29%(2L29- :5509 Chilogr. Quando si volesse farvi entrare il
peso dellalbero, si avr r:0,10; onde la sezione dellalbero sar uguale a

0,0314X%,85X7,20 Cg.:644 Chilogr. Perci il peso, di cui si potra caricare questo


albero (N 119) sar di 5509 Chilogr. + %i125187 Chilogr.

REGOLE PRATICHE,
alle regole
pratiche
seguenti:
V - Le formole su esposte conducono
'

l. Si ottiene il peso, che pu portare un corpo di sezione rettangolare


incastrato ad un estremit e caricato allaltra, moltiplicando la dimensione
della se;ione, trasversale del materiale pel quadrato della dimensione verticale
espressa in centimetri e pel cogciente di resistenga (variabile secondo la ma
teria); poi, dividendo questo prodotto per la lunghezza del materiale, il quo
riente esprimer il peso;

2. Si determiner la sezione trasversale quadrata, rettangolare o circolare


dun materiale incastrato per una sua estremit e caricato dallaltra moltipli

136
cando il carico espresso in Chilogrammi per la sua lunghezza espressa in
centimetri, dividendo questo prodotto pel cogciente numerico di resistenza
(variabile secondo la materia), e la radice cubica del quoziente esprimer in
centimetri il lato del quadrato ovvero il diametro del circolo della sezione.
Esercizil sulla Resistenza. di Flesslone.

1u Problema- Quanti Chilogrammi si potranno sospendere allestremit di una


sbarra. di ferro di base rettangola, di cui il lato verticale a di 4 centimetri ed il lato
orizzontale b:3, sapendo che dal piano dincastramento no al punto dapplicazione
del carico di metri 1,50?

.
bxa*xK e facendo _ K:2000 Chilogr.
.
Soluz. Applicando
la formata P-efl;6-avremo

_ 3x6x3x2000 _
P -

"320 Chilogr.

'
2 Problema. - Quali saranno le dimensioni da assegnarsi alle travi di quercia
di un ranaio incastrato alle due estremit, essendo la. camera lunga 9 metri, e sup

ponen o che vogliasi assegnare il rapporto fra le dimensioni della sezione di 7 a 5


asse nato nella nota della pag. 133?
oluz. Supponendo: 1" che il peso specico delle biade sia di Chilogr. 0,776; 2 che
esse siano scom rtite uniformemente con un altezza di metri 0,90; 3" che la distanza
tra le met di ne travi sia di metri 0,84, si avr che ciascuna trave dovr portare il
peso di un volume di biade uguale a 0,90x9x0,84 :6804 decimetri cubi, e quindi un
peso uguale a 6805x0,770:5280 Chilogr. Ora dal 4" caso del Nu 119 avremo P:12 l-;
sostituendo E colla formola E:-I6i- ba si avr P:12 ( Kba
--6-x-b_) , ma dovendo avere

tra i lati il rapporto di 5 a '7, avremo 5280 :l2(

;ed
6x7xl

6X7X90

a ___M..
a __ V 5280x6x'7x90
12x15_- :0,2217, onde b sar uguale a 0,154 circa.

_
3u Problema. - Una trave di ghisa appog lata alle due estremit avente la forma
dl un doppio T, come il N 12" a pag. 131, nel a quale a sia :metri 0,36, b:0,30,
a:0,24, ':0,09 ed 1:10.80, caricandola nel mezzo qual peso potr sopportare, com
preso anche il suo proprio?
Soluz. Dalla formola 6 del N" 116 e dalla 12a del N" 119 si ha

b'a'3+ b(a-a")
P:4x-__ax

- X 6 ; ritenendo K eguale a 1000 Chilogt. si avr, sostr

y__

tuendo 1 valori, P_4x

9x%3+30(363-245)
1000
_
_
.
36x1080
X
6
- 19022 Chilogr., alla quale si

aggiunger il peso della trave.

4 Problema. - Quale sar la sezione trasversale duna barra di sezione_ rettan


golare in ferro lunga metri 1,50 dal punto dincastramento al punto dapphcazwne
cl carico, che di 32 Chilogr., supposto K:100

32 150

Soluz. Si avr dalla formola ab: -*:

,
:48 cent., e, facendo a:3 c.,

3 _.

si avr i; : 16, e |/ 16:centim. 2,5, dimensione di b.

Per lo stesso materiale, posto nelle stesse condizioni, ma con sezione quadrata, si

avr b:zlx_o :48 cent., 0 b : |/1: centim. 3,6, lato della sezione quadrata
della barra.

ARTICOLO XXIV.

Solidi di ugual resistenza.

120. - Dioonsi solidi di ugual resistenza quei solidi, che per la lor forma
particolare, ancorch non abbiano in tutta la loro lunghezza la medesima
sezione, hanno per la stessa. resistenza alla essione.

137
v 121. - Siccome in una trave cilindrica o prismatica la rottura avviene nella sezione
dincastramento, ne segue, che se un corpo CAB, la. cui lunghezza sia l, incastrato in
BO dovr sostenere alla sua estremit A un carico P, lo
sforzo di questo carico sar maggiore sopra BO che sulle
altre parti. Suppongasi AD:

_: il momento di rottura

in D non sar che '/4 dello sforzo di BO, giacch questo


sforzo o momento varia in proporzione della maggiore o
7
minore distanza del punto-dapplicazione (N 54). Lo
6 5
stesso potr. ritenersi del cos detto momento di rottura o di rotazione in E, che non sar.
che |/o dello sforzo corrispondente in BO, posto 'che AE sia uguale

Ne viene per

conseguenza, che non occorre che un corpo caricato in questa guisa abbia dappertutto
unegual sezione, giacch si potr. diminuire sempre pi collavvicinarsi al punto dap
plicazione del carico, e perci baster, che la resistenza in D sia uguale ad un quarto e
quella in E ad un nono della resistenza calcolata in BC. Quando il corpo dovesse avere

dappertutto uguale laltezza o la spessezza, la larghezza in I) baster che sia 1/t e quella.
in E 1le della larghezza alla sezione BO, onde presentare su tutta la sua lunghezza la
robustezza conveniente.
Nel caso contrario, cio quando si voglia tenere la larghezza uniforme, che il
reso pi comune, bisogner variare laltezza, riducendola in D alla met ed in E ad

una terza parte di BO. Si ha quindi che le resistenze di due travi di egual larghezza
stanno come i quadrati delle loro altezze; e quelle di due travi di egual altezza stanno

come i quadrati delle loro larghezze. Essendo la resistenza : 1/2 x 1le :1/i (N 116),
quando laltezza sia la met, : /a x /a : I/a quando laltezza sia uguale .ad lla .
Perci le altezze corrispondenti alle distanze /a b saranno uguali ad axl/ ; aXt/ T/ ;

(6Xl/ '/z , ecc. Colle altezze trovate con questa regola costruendo m n, op ecc., ed il
profilo longitudinale di una sezione longitudinale del solido incastrato, questa linea
sar una parabola (N 40). A tal eetto si d la forma parabolico. alle sezioni longitu
dinali, alle mensole dei balconi, ai bilancieri, alle leve, ecc. (N 59), poich oltre del

vantaggio delleconomia del materiale si ha pure quello di non avere un carico


inutile.

Nei solidi di ugual resistenza contro la rottura per llessione, ammettendo che una
delle estremit sia incastrata e laltra libera e caricata, negligendo il loro peso in tutta la
lunghezza , essendo la larghezza :b, laltezza al

lincastramento 302 h, per determinare h per mezzo


dellequazione PI : -% bh, di cui K il coeiciente

di rottura per cent. q., la curva CmA una parabola,


che si pu sempre costrurre conoscendo l e b (1). Si
far pure h=y ed 1:1: per avere altre altezze.

Collequazione della parabola (essendo la larghezza costante) laltezza lm:y cor


rispondente ad una distanza se dal punto A, si avr y:h

, e perci, se se sar

uguale a /9 di BA, y sar:hxl/I /a BC, come gi si disse (2).

'

(1) Esempio. - Quale sar la forma duna trave, la cui massima sezione ha un'altezza nel punto d'incastramento
BC (Fig. 111) di metri 0,20, una lunghezza di 5 metri ed una larghezza 514 dell'altezza, cio di 15 centimetri?
Soluz. Si avr per le distanze orizzontali di 1 50 100 200 500 100
Id.
altezze di . . . . y 9,3 11,7 11,7 16,9 18,6

500 centimetri
20
id.

Id.
larghezza di .
5/1 il 7,0 8,8 11,0 12,6 15,9
15
id.
(2) Vedi nella 1* parte del nostro Coaso n| DISISGNO Gzonrrmco, Ne 297-298, pag. 51, 'luv. VIII, Fig.16, 17,18.

18

Se la larghezza del solido e in tutta la sua luni


ghezza uguale ad 1, per la determinazione dellaltezza
BB' : b si ha lequazione P l : -%- bh. La linea curva
BAB una parabola di secondo grado, che si traccier

colla regola solita portando le ordinate trovate col


lequazione precedente da ambe le parti della retta

I due solidi rappresentati nella Fig. lloronogapprossk


mativamente una resistenza uguale. La larghezza essendo b,

per determinare b e BBI : h si ha Pl::6 bh. Per la se


zione all'estremit libera si prender AA, : 1/a b.

Perla Fig. M7, nella quale tutte le sezioni sono


dei rettangoli simili, ed iL rapporto fra laltezza e la
larghezza deve essere il medesimo in tutte le se
zioni, si determiner la forma del solido colla

J _
seguente formola: PII-Kbblz, y:hl/if,
3_
z .-.. b

Le linee curve B1AB e D.\ O, sono delle

parabole di terzo grado.

'

' La Fg. 118 ha una forma approssimativa a quella


dei solidi precedenti. Determinato D D| :b e BBl 2h, si
ha Pl:bh, e per il profilo dellestr'emit libera

6
AA,':% h; EE, :/_3 b.
La Fig.119 rappresenta un solido di rivoluzione dugual

resistenza. Si determina il diametro BBl 2d coll'equazione


Pi : z-Kd; la linea BAB,, che forma una supercie di
rivoluzione, una parabola di terzo grado, di cui lequa
3 _

zione y:d V-?.


La Fig. 120 mostra un cono tronco d'egual resistenza,
che si ottiene con una lormola approssimativa, se prendasi
AA|I% BB|.

ARTICOLO XXV.
Resistenza alla Recisone.

122. - Le pi recenti ricerche fatte tanto in Francia quanto in Inghil


terra sulle resistenze dei materiali hanno condotto a considerare un modo
particolare igi resistenza detta dai Francesi zsz'stancc au cz'saz'llement, che noi

139
chiameremo resistenza alla recisione (1). Questa resistenza ha luogo quando
un solido sottomesso ad uno sforzo trasversale e ritenuto in tal guisa che

la rottura non pu effettuarsi se non per l'intiero scorrimento delle faccie una
sull'altra tagliandole secondo un piano comune, ovvero la resistenza, che

oppongono le diverse molecole dun solido allazione delle forze parallele alla
sua sezione trasversale senza esercitare n compressione n estensione.
Unabrasione o recisione di questo genere avvienenella foratura

delle lamiere, nella tagliatura delle barre di ferro per mezzo delle
cesoie, colle quali la recisione delle parti molecolari si effettua senza

scossa o rottura, perci le due parti del solido non si possono sepa
rare che scorrendo le une contro le altre, come avviene pure nella
recisione delle teste dei chiodi AA' (Fig. 1%) congiungenti due
lamiere prodotta dalla forza, che tende a fare strisciare le lamiere
una sullaltra. Questa resistenza proporzionale alla supercie reciso,

e secondo Laisle e Schiibler sarebbe per Ogni centimetro quadrato


per il ferro di qualit ordinaria 3000 Chilogrammi, per il ferro della
miglior qualit 4000 e per la ghisa 1000.
Fig. m.
Parrebbe prima di rendersi conto esattamente, che la resistenza
di una congiunzione disposta come la Fig. 122 sia superiore di quella a trazione longitu

dinale, e permetta realmente alle molecole di muoversi sensibilmente prima di separarsi,


ci che condurrebbe ad una_preliminare dillormazione della con

giunzione.

La resistenza alla recisione si mostrata sovente uguale e sovente


inferiore a quella di trazione, e per la pratica conviene piuttosto

aumentare le dimensioni dun pezzo cos caricato, che limitarsi a


quella, che corrisponde ad una semplice carica longitudinale. Il
sig_. Love, dallanalisi delle varie esperienze fatte in Inghilterra dal
sig. Edwin Clark e in Francia da Lavalley, dimostra, che non si deve

calcolare che sui /3 o sui 3/4 al pi della resistenza per trazione. Essa
rappresentata dalla formula SXR:T, chiamando con T lo sforzo
parallelo alla sezione, con 8 e con R' la resistenza alla recisione per
unit di sezione o coellcientc di recisione.

123. Coefciente di Resistenza alla. recisione. - Per i


corpi e. tessitura granellare la resistenza alla recisione pu ritenersi la stessa che per

trazione e per compressione, come si disse superiormente. Per i corpi brosi invece
varia, e si possono ritenere nella pratica i seguenti dati per unit, cio per ogni
metro quadrato di supercie della sezione presa perpendicolare alle fibre:
Per il legno di quercia.
.
.
.
.
.
150000 Chilogrammi.
Id.
di abete .
.
.
.
.
.
130000
id.

In riguardo ai chiodi per le caldaie e per le lastre inchiodate a caldo suscettibili, per la
contrazione delle teste rall'reddandosi, di stringere fortemente le parti, che si vogliono

riunire, si presenta una forza addizionale per lattrito delle parti chiuse. Cosi disposti
parrebbe, che questi chiodi non cedessero che sotto uno sforzo eguale a quello, che li farebbe
rompere longitudinalmente (Vedi Della Costruzione delle Caldaie).

(1) Qualcuno la chiama resistenza allo scorrimento. Nei corpl solidi brosi lo scorrimento pu effettuarsi in due
modi dierenlt, cio longitudinalmente o trasversalmente, secondo che la rottura riesce perpendicolare alle bre,
ovvero nel senso di esse.

140
ARTICOLO XXVI.

[Della Resistenza alla Torsione.

124. Resistenza alla. Torsione. -- Dicesi resistenza alla torsione


quella forza, che un solido prismatico o cilindrico oppone ad una forza este
riore e che agisce tangenzialmente alla sua supercie laterale tendente a far
girare tutte le sue molecole attorno al suo centro di gravit ed asse, che
passa per esso, senza che il corpo subisca veruna alterazione nella struttura
delle bre, che lo compongono. Essa agisce come un braccio di leva perpen
dicolare alla sua supercie (N 92).
Parecchi ordigni delle macchine ed alcuni strumenti della meccanica, sollecitati
da forze nel loro esercizio, oppongono a queste la resistenza alla torsione unitamente
alla resistenza alla essione: tali sono gli alberi, gli assi, i cardini e simili.

Gli alberi ed i loro pernii, oltre di andar soggetti alla pressione del carico applicatori
dalle ruote, patiscono lazione delle forze, che ne producono il molo sul rispettivo asse e
tendono a torcerli, cio a piegarne in linee spirali le bre nella loro posizione naturale e

parallela allasse, onde al girare dellalbero il suo estremo passa in altra posizione e quindi
la bra viene distesa ed allungata con una certa forza, diminuendo la sezione ed inde

bolendo la robustezza del corpo [N 92].


Supponiamo che il torcimento dun albero sia spinto ad un limite tale, che ne debba
risultare la rottura: questa potr avvenire in un punto qualunque della sua lunghezza,

essendo che le bre saranno soggette ad una tensione uniforme in tutta la loro lunghezza;
epperci la lunghezza del corpo non dovrebbe inuire sulla sua resistenza alla torsione,
ma nella pratica un albero pi lungo si rompe pi facilmente, bench resiste ad un mag
giore incurvamento delle bre.

Nei solidi sottoposti ad uno sforzo di torsione la resistenza non dipende dalla gran
dezza della sezione retta, e perci non cresce in ragione diretta di essa, ma, come nella

resistenza alla essione, proporzionale al cubo del lato della sezione o del raggio o del
diametro dellalbero, essendoch, come nello spezzamento, qui si dovr rompere una
doppia, tripla, quadrupla... quantit di bre, ma, col divenire doppia, tripla, quadrupla...
la sezione, anche la distanza dallasse di rotazione diventer doppia, tripla, quadrupla,
e lalbero prender una resistenza doppia, tripla, quadrupla... (momento di resistenza). Si
avr quindi che la resistenza per torsione d'un albero cilindrico varier in proporzione del
prodotto della sua sezione fr><rl moltiplicato per il suo raggio o per il suo diametro.
Seguendo ora con K il modulo di resistenza alla torsione, ossia la forza, che basta a
lacerare una bra superciale di un corpo, la cui sezione sia uguale allunit di area, col
calcolo superiore si tram, che la resistenza dun cilindro alla torsione espressa da
3 ovvero, impiegando il diametro d, da
3
'l ,....s _ \.
Infatti chia
I\]_v"r,'

mando P la forza, che tende a far girare il cilindro DC (Fig. _123) in

>

i-s
E

torno al suo asse C ed operi ad una distanza AC :a da questasse, il


momento di torsione o statico [No Si] sar uguale a P><a. Ma allo
sforzo di torsione, che ne deriva, deve opporsi la resistenza del corpo,
od essergli per lo meno uguale: si avr quindi per lequilibrio

de3XK

Flg. 125.

P><a : ---1-6-" ,
a____

"Xd3xK
da

cui

rwavasr

P :

16xa

d_l/ 16><an
wa

141
.

Per una sezione quadrata di lato l, sul quale il contrasto si esercita col braccio di
.
.
l3 .
.
.

azione di lunghezza a, si avr P:%; il lato della sezione per remstere ad un dato

a
sforzo di torsione, cio l, si ricava dellequazione stessa, e sar l':l/

4Po
K .

Ponendo per sicurezza, secondo Redtenbacher, nella farmela


a __
a __
6
6 x l/an
a __ invecedi K1/m del suo valore per il ferro lavorato,
V_;<l_az/:Z

16
ed /33 per il ferro l'uso, ed estraendo quindi la V;K' , si ha per un albero cilindrico
a ,_M_

3 __

di ferro lavorato d:0,291/an, e per uno di ferro fuso d:0,385VPX11. Le formale


della resistenza alla torsione vengono specialmente applicate a determinare il diametro

ovvero il lato degli alberi motori (V. Degli Alberi).


Dalle formole su esposte risulta, che la resistenza alla torsione in ragion diretta
del cubo del lato della sezione e nellinversa del braccio dazione, con cui si oppone il
torcimento; ci vale a dire, che la resistenza alla torsione espressa dal prodotto del

coeciente pel cubo del lato della sezione diviso pel quadruplo del braccio dazione della
forza di contrasto alla torsione medesima.
I valori assegnati dallesperienza. per ogni centimetro quadrato di sezione al coef

ciente di rottura per torsione K, bench i vaii esperimentatori siano poco daccordo
fra loro, sarebbero i seguenti:
Per il legno di quercia
Id.

faggio

Id.
frassino
Per il ferro battuto
.
Id.
fuso .
.

.
.

280 Chilogr.
320

id.

.
.
.

.
.
.
.
. . .

.
.
.

.
.
.

.
.
.

.
.
.

480
4500
3000

id.
id.
id.

1 Esempio. - Qual sar il peso P capace di rompere per torsione un albero in


ghisa di metri 0,15 di diametro, sapendo che la forza agisce allestremit duna leva
di metri 1,20?

_ dK _ 1(0,15)x5000000 _
'
.
16X1)20
H14065,5 Chilogr.
Soluz. Applicando la formula P _ 16x _
2' Esempio. - Quale sara il diametro di una barra, che deve rompersi sotto il

carico di 1000 Chilogrammi, agendo allestremit d'una leva di metri 0,45 di raggio?
z ______
3 H.zm
16><an _
16x1000x0,45 _0129
)
Soluz. Si avr dalla formola d : V
erK
_'
3,1416x5000000 _
'
3 Esempio. - Sopra un albero di ghisa di metri 0,18 di diametro sia una ruota
di metri 0,45 di diametro: che peso si dovr applicare all'estremit del raggio di questa
meta per far girare lalbero?

a __ si avr P Soluz. Dalla formale d:0,387 |/an

di

-0385><45

_0-_-385xa_-__183 22271 Cg.,

potenza richiesta.

REGOLE PRATICHE. -- Vedi Degli Alberi.


Il signor Morin designando con P, come sopra, la forza, che tende a torcere il solido,

con a il suo braccio di leva, con l il lato della sezione se il prisma. ha per base un
quadrato, con d il diametro dun corpo se un cilindro, o quello del circolo inscritto

se la. base un poligono, e con de (1 i diametri esteriore ed interiore se il solido e un


cilindro vuoto, ha trovato le seguenti formole, che inserl nel suo Aida mc'm0ire al n 426,
le quali servono a risolvere un gran numero di problemi di pratiche applicazioni.

142
_

F 0 B M A.

MATERIE

della

F0llll0lli Dl lllllltilllSl Pill1til.l ll.lllllll

sezmnr. raasvrnsauz

tw

' il corpo formato

LEGGIERI

___. _ ___._..

' Ferro 0 ghisa .

, Quadrato

P
13 : 31_5W
[

Leg"

Pa

Po
P -157 )(-)

3_
w.
52 423

,;

Pa

Ferro 0 ghisa .

Circolare

.-.-.
.

_fvsfr_*-_mis___.

.
!

'll;

ronr1

_
ecpzta
a

43:282-W

dIm-Ux

'

Pa
.
Pa
3.: _T_di: .-__
43 038
21 819
F erroog h_1sa . -_*:_-__-----,
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Ferro 0 ghisa .

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Pa
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I

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da-__f__

_37972_t
V?

"

18986 ,
7 i

_ l

Esercizi! sulla Resistenza. alla. Torsione.

1 Problema. -- Qual sar il diametro dun albero in ferro, sul quale sta ssa

una manovella di m. 0,40, allestremit della quale deve agire una forza P:140 Cg.'.'
Soluz. Applicando la l'ormola superiore avremo, prendendo il valore di K venti

1631460-25'
1 0 :m. 0,1081.

volte minore, cio invece di 4500 Cg. 225 Cg., a:

2 Problema. - Qual sar il lato dun albero di legno di quercia di sezione qua
drata, sul quale deve agire una forza P:350 Chilogr. alla distanza di metri 1,30?
Soluz. Prendendo il valore (i K:28, ossia un valore 10 volte minore del coef
ciente di rottura, si avr l':

%IY2.LIIIL 0,39l0.

3 Problema - Qual forza si potr applicare ad un albero cilindrico di ghisa

. della glrossezza di 18 centimetri, se questa dovr agire sulla circonferenza duna ruota
di me 1 0,45 ?
da

Soluz. Dalla tormola P : ix%K_


si avr

P:

16 x0,45

16 x045

- Cg. 9110,4555.

4 Problema. - Serveudosi delle formole date dal Moria, quale sarebbe il lato
da assegnarsi ad un albero in ghisa di sezione quadrata, il quale deve trasmettere
uno sforzo di 45,000 Chilg. operando allestremit di un braccio di leva lungo 111. 1,20?

Pa

Soluz. Impiegando la formola l: soo Si avr


3 ____._

,,_45000x1.20,
" 315000 ,_
*

3 __.__ __

45000><120
315000 _
V45x1,_20_
315 m 082
'

W'/amf\camvf

143

TITOLO I.

DISEGNO E COSTRUZIONE DEGLI ORGANI MECCANICI

ARTICOLO i.

Penetrazione dei Solidi.

125. - Dicesi penetrazione dei solidi la determinazione rigorosa delle


curve a doppia curvatura (I) generate dalle supercie di due corpi solidi, che
s'intersecano e compenetrano.
Una delle pi utili ed importanti applicazioni della geometria descrittiva al disegno
industriale si quella, che determina con rigore il contorno formato da due o pi
solidi, dei quali si conosce la generatrice; essa risolve uninnit. di problemi comuni
a tutti i varii rami dellarte di costruire, e specialmente della costruzione delle mac

chine, nelle quali oltre alla precisione del lavoro si deve ancora tener conto del c'en
sumo del materiale (2).
'
Le intersezioni delle supercie cilindriche o coniche sono curve, piane, ovvero a
doppia curvatura, secondo i casi; esse hanno importanti applicazioni nella costruzione
delle caldaie a vapore, nei tubi, nelle chiavi per lacqua, ecc. Il problema della loro

determinazione consiste nel cercare un punto qualunque di queste curve, indi ripe
tere la stessa costruzione per tutti gli altri.
1 Problema. - Determinare la curva d'interazione di due cilindri retti di uguale
diametro, i loro assi OH ed LK essendo posti sullo stesso piano e perpendicolari fra loro (3).
0

(t) Si chiamano linee a doppia curvatura quelle, I cui punti non sono tutti posti nello stesso piano.
(2) Noi supponiamo nel nostro lettore la conoscenza dei primi elementi della Geometria descrittiva, o che abbia

per lo meno studlato le proiezioni del nostro Coaso m Dlsscno Geonmmo, nozionl Indispensabili a chi vuole
occuparsi del disegno delle macchine, e disegnato i primi ordini d'architettura del Vignola. Onde Il disegno sia
rompiuto, specialmente nell'industria, allesallezza matematica deve unirsi la grazia artistica, privo della quale non
uri che una combinazione di linee tracciate da uno strumento automatico qualunque; oppure nel nostro paese
artistico per cecellenza si trovano non pochil che Il disegno l'intendono cos con grave danno della nostra
I'PUBIOIG
(3) Per facilitare agli alunni la distribuzione delle Figure come nelle nostre tavole, si sono segnate in margine
le distanze tra gli assi, partendo della cornice, in millimetri, al naturale. Onde al troveranno tutte le altre distanze
-tabilendo la proporzione segnata nell'angolo Interiore della tavola stessa. dicendo 522 millimetri lunghezza ab della
nostra tavola sia a 2t9 altezza no come la lunghezza della tavola da disegnarei sta alla sua altezza, e questa alla
"stanza dell'asse ovvero della linea di terra della gura da disegnarai.
Esempio. - Nel Il. Istituto Tecnico Professionale di Torino stabilito, che tutti Idisegni del corso debbano
uvere lo stesso formato, che di 475 millimetri per 325 di cornice Interna. Perci colla proporzione indicata supe
riormente viabiliremo lasse della l- Figura dicendo: la lunghezza ab del disegno originale sto alla lunghezza di
B75 millimetri del disegno da farsi come le distanza della cornice all'asse della I' Figura di 39 millimetri sta alla
cercata, e si avr: 525 : 475 :: 39 : a-; 1257,32 millimetri, distanza dall'asse alla cornice della II Figura. Nello
vstesso modo si operer per avere le altre distanze.

144
TAVOLA I
Figura I e 2.

Soluz. Per determinare la curva dintersezione di due cilindri se ne faccia la pro


iezione sul iano verticale (Fi . l) e sul piano orizzontale {Fig. 2), nella quale si ra

presenter i cilindro orizzonta e col rettangolo LMKI, ed il verticale col circolo AH


descritto dal punto 0': i due cilindri sincontreranno perpendicolarmente e saranno

rappresentati da due rettangoli NOQP ed ABDE, e le loro penetrazioni si

roiette

ranno verticalmente con due rette perpendicolari, che s'incontreranno in H'. creando
i varii punti della curva si riconoscer. facilmente che essi sono due piani perpen
dicolari fra loro e al piano verticale di roiezione, e le curve saranno due elissi uguali.

Si troverannoi varii

unti della curva racciando un numero qualunque di piani aa'b,

cc'd, ee'f, paralleli ai oro assi, i quali taglieranno i cilindri secondo le loro generatrici.
Per maggior regolarit si supporre. ripiegata la met. della base del cilindro NL'P sul
piano verticale, e si divider a sua circonferenza in un certo numero di parti uguali,
per esempio in cinque, come NLP, Na", a'e", e"e",
pei quali si condurranno

altrettante parallele allasse del cilindro orizzontale

, e quali saranno pure le traccie

di altrettanti piani, che tagliano il cilindro secondo la sua generatrice. Lo stesso si

far nel piano orizzontale, notando, che la proiezione della retta NO sia rappresentata
da NO'; perci le divisioni, che incominciano dal punto N nella proiezione verticale,

nella prorezione orizzontale incomincieranno dal punto N", essendo in detta proiezione
rappresentata da LK, che coincide con N'O'. Le traccie dei piani a"'c"" nella reiezione
orizzontale incontrando il circolo AH B, proiezione orizzontale del cilindro, ver icalmente
nei punti 0'", a'", sinnalzeranno tante linee parallele allasse, che saranno pure le traccie

di altrettanti piani, i quali incontrando le rette ce"aa" daranno i punt1ll', c, a', che

saranno quelli dintersezione dei due cilindri. Continuando nella stessa guisa si trover
una serie di punti, i quali uniti fra loro costituiranno la linea di penetrazrone domandata.

Fig. 5 e i.

2 Problema. - Determinare lintersezione_di due cilindri di ugual diametro, che si


eompenetrano perpendicolarmente, notando che il cilindro parallelo al piano orizzontale
forma col piano verticale di proiezione un angolo di 45 gradi.
Soluz. Per maggior facilit supporremo, che questi cilindri siano gli stessi del
roblema precedente, e di cui abbiamo gi le due proiezropi (Fig. 1_ e 2;. Disponendo
la proiezione orizzontale {Fig. 2) in guisa, che faccia col piano verticale di proiezione

un angolo di 45 gradi (Fig. 4), si sser lasse 00', poi, innalzato. dal punto H" una
retta a lui parallela incontrando la LK, questa determiner il unto H' dinterse
zione delle due curve formate dalla penetrazione dei due cilin r1; operando nella
stessa guisa si otterranno i punti 0', a', ecc., che uniti fra loro come nel problema

antecedente ed innalzato tutte le altre traccie dei piani aralleli a Klf, che incontrano
quelle dei piani paralleli alla linea di terra, daranno al rettantt_puntr della curva, che

81 vorr. Lo stesso dicasi della curva

steriore, che sinterseca in H'" come se. si avesse

a fare la proiezione obliquo di due eltssi iv. il DISEGNO Gnomnrraroo pa . 88, 'lav. XV,
Fig. 19, dove si tratta di un circolo, ma uttavia il metodo lo stesso .

3 Problema. - Determinare l intersezione di due eilindridi diverso diametro, che


.gi compenetrano perpendicolarmente, ed i cui essi sono paralleli ai due piani di pro
iezione.
_
l'ig. 5 B 4:.

Soluz. 1 cilindri essendo di differente diametro, la curva dintersezione sar a

doppia curvatura. Conducendo una retta aa'c'db qualunque, come nelle Fi ure antece
denti, e, considerando questa retta come la tracma d'un piano parallelo ag 1 assi nelle
due proiezioni, questo ta lier il cilindro verticale nella proiezione orizzontale secondo
le generatrici a"c". Si 0 err la proiezione verticale di queste ultime immaginandosi
il lpiano della base NP ripiegato sul piano verticale; per cui ai descriver il semicircolo
N P collo stesso raggio del cilindro, di cui rappresenta la base dai punt' , g, ecc.
si condurranno tante parallele allasse IK, che saranno pure parallele alla
neratrice,
ed altrettanti piani, che incontrando il cilindro ed in ari tempo quelli disposti secondo
la generatrice el cilindro verticale determineranno a trettantr punti dincontro della

penetrazione dei due cilindri, e proiettando i punti i' o k' si avranno sullasse IK _'i
punti i e il, che saranno i vertici della curva di penetrazione.
4 Problema. - Determinare lintersezione di due cilindri retti di digerente diametro,

Fig. 7 e 8.

che si compenetrano ad angolo retto ed hanno gli assi nello stesso piano, supponendo
che il cilindro parallelo al piano orizzontale ma inclinato sul piano di proiezione ver
ticale di 53 gradi.
Salite. Supponendo che anche questi due cilindri siano gli stessi del problema re
cedente, di cui abbiamo gi le due proiezioni, si dispon a la proiezione orizzon ale

della_Fig. 6 in guisa che lasse IK, che nel piano sar

0'

formi un angolo di 53

gradi col piano verticale di proiezione; per lasse 00' si effettuer la prorezxone ver
leale facendo correre le linee dalle prorezioni il" come nelle Fig. 5 e 6, e cosi si otter
ranno dai varii

Flngl0

unti dincontro e, i, m le proiezioni dei due ci indri delle Fig. '7 e8,

che saranno qua le oblique delle curve di penetrazione.


5 Problema. -- Determinare lintersezione di due cilindri dinegual diametro,
che compenetranri formando gli assi un angolo di 75 fra loro.
Solnz. Supporremo che gli assi dei due cilindri siano contenuti nello stesso iano.
e che questo era parallelo a piano verticale di proiezione. Disposti gli assi F

in guisa che facciano fra loro lun 010 di 73, si formino

, KH

roiezioni dei due

cilindri conducendo le rette AD e B parallele allasse KH, ed N , PQ parallele ad


FG: descritti sul prolun amento dei due assi due circoli, i cui diametri siano DE e
Q0, questi saranno pu_r e due basi ripiegata sul piano verticale. Divisa la circon
ferenza del cilindro minore OeGdQ in quattro parti uguali, od in altro numero

145
qualunque, si condurranno le rette secondo le generatrici del cilindro dt, fa, le quali,
incontrando quelle sul cilindro maggiore, daranno ipunti m, a, n; queste saranno
le traccie di altrettanti piani paralleli allasse del cilindro e perci alla generatrice, i
uali incontreranno quelli condotti nellaltro cilindro maggiore alla stessa distanza
dallasse, poich rs:Q2 02 :Q0, i cui punti dintersezione saranno pure quelli
delle curve dei due cilindri; abbassando tutti questi punti sul piano orizzontale si
avr. pure la proiezione di detta intersezione sovresso.

6 Problema. Determinare la curva di enetrazione d'una sfera in un cilindro,

TAV. I.

Fig. n e 42.

essendo il centro di quello nello stesso piano de l'asse di questo.


Soluz. Sia c il centro dellaproiezione orizzontale del cilindro ABDE, e C", 0'" i
centri della sfera, dal uali si descriveranno due circoli aventi lo stesso raggio della sfera,
che saranno pure le (due proiezioni di essa; diviso larco di circolo massimo men in
un certo numero di parti uguali, si faranno passare pei punti di divisione tante linee
parallele al piano orizzontale, che saranno pure altrettanti piani paralleli, e taglie
ranno la sfera; fattane la proiezione orizzontale, essi saranno tanti circoli concentrici,
i quali incontreranno il cilindro nei punti e'f', 9', dai quali innalzato tante parallele
alla generatrice, esse incontreranno i piani paralleli corrispondenti alla proiezione
Verticale, e si avranno nellincontro dei inni orizzontalii punti e, f, 9, che formano
la curva dintersezione della sfera col ci indro.
7 Problema. - Determinare la curva formata dalla penetrazione d'un cilindro
in un toro, indi determinare la sezione, che sarebbe fatta da due piani, di cui uno

Hg. la e u.

N'T' parallelo al piano verticale, e l'altro T'E' perpendicolare ai due iani di proiezione.
Il toro un anello generato da un circolo, che si muove attorno ad un asse sso
restando sempre alla stessa distanza da. questo in guisa, che ciascuno de suoi punti
descrive una circonferenza, mentre il circolo mobile e la retta sono costantemente nel
medesimo piano.

Solnz. Sia dunque un anello proiettato orizzontalmente ra presentato dei circoli


A'E'B, F'G'K', e verticalmente dalla Figura. 13 ACBD, ed HjB la base del cilindro
verticale data. Se si condurr un piano orizzontale ab, esso taglier il cilindro secondo
- un circolo proiettato sulla sua base stessa, e lanello secondo due altri circoli, di cui
uno solo rappresentato dall'arco 'b3b ed incontrer il cilindro nei punti f'b3, ' che
saranno la Iprmezione verticale dei due punti / e b2 della curva superiore. Se dissotto

al piano A

ed alla stessa distanza di ab si conduce una linea. orizzontale cd, che rap

presenta un secondo piano orizzontale, questa taglier lanello secondo due circoli, che
si proieftteranno orizzontalmente sui primi e per conseguenza si avranno ancora in b3

ed in f' le proiezioni di altri due punti, e e apparterranno alla. curva inferiore: questi
unti si proietteranno verticalmente in d ed in e. Vedesi pertanto che, conducendo
ne iam orizzontali ad uguale distanza da AB, si determineranno nello stesso tempo
qua.- ro punti della curva cercata. Per ottenerne i punti estremi m, n si far passare
un piano On per lasse del cilindro e qluello della supercie anulare; si far. descri
vere a questo piano un angolo attornoa asse 0D, che prender la posizione OD' pa
rallela al piano verticale; in questo movimento il punto n', che rappresenta una gene
ratrice del cilindro, descriver un arco di circolo e verr a porsi in r'; questa generatrice

ripiegata si proietter verticalmente secondo la retta rp, la uale incontrer il prolo


dellanello nei punti 12 od r, che apparterranuo ai limiti ella curva, esi rimet
teranno nella loro vera posizione per mezzo delle parallele rn e pm e della pro
iezione verticale nn' della generatrice n'. Per ottenere i punti, ove ciascuna curva e
tangente alle generatrici estreme LM ed HI, baster osservare, che si proiettino in
11' ed in 12, che sono le proiezioni orizzontali di queste due rette; descrivendo poi

degli archi di circolo coi raggi OH' e OL' si troveranno, come_ si disse superior
mente, le loro proiezioni verticali. Inne si determinerannoi unt1 di contatto, come
j, 2, ecc. sulle orizzontali, che terminano il contorno apparen del toro circolo gene
descrivendo la circonferenza P's'j' con un raggio uguale alla distanza dal centro del
ratore allasse, cio uguale a DP; le intersezioni 2' ed j' saranno le proiezioni oriz

zontali di questi punti.


Egli evidente, che il taglio del piano TE si proietter verticalmente sulla sua
traccia CD, ma che quello de piano N'I sar rappresentato in questa proiezione nella
sua vera forma. Per determinare questultima conduciamo ad uguale distanza da AB

due

inni orizzontali

ed ili: le loro sezioni nel toro saranno proiettate orizzont l

men e secondo i circo i g'o' ed h'g', i quali, tagliando il piano N'T' in oed in 9, colle
proiezioni verticali o, , 7:, ecc., daranno quattro punti della curva domandata. La stessa
traccia NT incontra i circolo A'E'B' nel punto N, che proiettato in N sopra AB sar
un unto estremo della curva,
a-circonferenza P'sj tagliata da N'T nel (punto 3, che si proietter vertical
mente sulle orizzontali UP e Cl per avere in 8 e l i punti di tangenza di queste
linee colla curva di sezione.
Inne si otterranno ancora i punti 1 ed il descrivendo dal centro 0 un circolo
T'c tan ente ad N'T', e roiettando lintersezione o' nei punti c ed 41:, che si condurranno
sulla re ta DC, median e le rette orizzontali ict ed ex.

8 Problema. - Disegnare la penetrazione duno sfera a d'un prisma retto gno


drangolan, il cui asse passaper il centro della. sfera.

Soluz. Il centro della sfera, essendo dato perle sue due proiezioni, si trova sullasse
C'CO' del prisma verticale ABA'B', che si prole ta orizzontalmente er mezzo del

uadrato

A"_C"B"Q', e la sfera secondo il circolo LH"'K'H"; epperci tut e le faccio la. orali del
prisma essendo ugualmente distanti dal centro della sfera. lincontro si far secondo

19

m. la . 46.

146
tanti circoli minori u
Tl\v.

ali. Ora la faccia verticale del

risma CBC'B' proiettata nel

II

Fig. L; e m.

inno orizzontale in C" " taglia la sfera secondo un circo o minore, il cui diametro dii
uguale a d'h'; dun ne il prolungamento dei piani dellepqnattro faccie taglia la_ sfera
secondo quattro circo i n nati, perclie ugualmente distanti dal punto 0. Ora i circoli,
che hanno per diametro li, sono obliqui al piano verticale di prmezwne, erci le loro
roiezioni sono elissi; er determinare queste elissi si traccia dal punto.
un circolo
uguale ad HLH'K, che sar la proiezione verticale della sfera, ed anche un circolo
massimo della medesima. lnnalzate dei punti dii due perpendicolari sulla retta LK.,

si avranno i punti d ed Il, che saranno due punti dellelisse dh ossia l'asse minore di
nella che incontra la faccia B' C' nel(piano orizzontale e 0B, 0 B' nel piano verticale.
indi, fatto centro in 0 con un raggio li, si descriver un circolo, col quale si avranno
ideqllelisse;
unttro punti
dintersezione
del della
prisma
f, g,
che sarannodistante
gli assidalmaggiori
ma. siccome
lincontro
sfera
si i,
fa I,egualmente
centro,

unendo i punti a e b con una retta si otterr pure il punto c, e nella stessa guisa
i punti
ed l, ovvero innalzando dalla met delle {acne le rette t, i, ie descrivendo
dal pun o 0" un circolo, che abbia per raggio Oc; si otterranno pure i punti estremi
cab dellincontro sui uattrc s igoli conducendo altri piani; collo stesso metodo si

potranno ottenere tanti punti e e si vorr.


Fig. 17 i m.

9 Problema. Determinare la curva din_tersezione dun cilindro, che compenetra


una sfera, il cui centro fuori dellasse del cilindro.

Solnz. Sia la proiezione orizzontale del cilindro dato il circolo D'E'NL', XZVY la
sua proiezione verticale, ed A13 il diametro della sfera :conducendo un piano cd parallelo
al piano verticale. esso taglier il cilindro secondo le due generatrici, che Si miet
teranno verticalmente colle due rette GI ed H K e la sfera secondo un circolo proiettato

orizzontalmente sulle sue traccie c'd', che si descriveranno dal punto 0 con un raggio
met di c'd': le intersezioni delle linee Gl, HK con questo circolo saranno tanti punti

della curva cercata.


I piani a b ed ef tangenti al cilindro daranno per nesta due punti EF ed ML,
in cui le due ultime sono tagliate dal solido; in gu1sa c e qualunque piano al di l
di cf' ed al di un di a'b non potr dare alcun punto. Il piano D'N' passante per lasse
del cilindro taglier la sfera secondo un circolo, la cui proiezione sul piano verticale
incontrer in D, N, gli, le generatrici DD, NN', ale quali le curve sono tangenti.
Fig. ID e 20

10 Problema. - Determinare la penetrazione di un cilindro nella sfera, se l'asse


di quello passa pel centro di questa.
Solnz. Sia il circolo di diametro A'B' la

reiezione orizzontale del cilindro, ed il

circolo, che ha per diametro E'D', quella de la sfera: si avr nella proiezione verticale
AB la proiezione del cilindro, di cui CF e lasse; quella della sfera sar proiettato
dal circolo, che ha per diametro ED. Il cilindro compeuetrer la sfera secondo un
circolo minore della medesima, il cui diametro sar uguale a quello del cilindro ed il
piano parallelo alla linea di terra; perci la penetrazione sar nellincontro della cir.
conferenza ED colle generatrici del cilindro; lo stesso dicasi in ab.
Fig. 2| e 22.

Il" Problema. - Determinare la_ curva di penetrazione di una sfera con un prisma
esagonale retto, il cui asse passa per il centro de/la sfera.
Soluz. Il centro della sfera data dalle sue due proiezioni si trova sullasse CC'del

prisma verticale proiettato orizzontalmente secondo lesagono regolare D'E'F'G'H'I';


perci tutte le faccie laterali del prisma, essendo egualmente distanti dal centro della
sfera, la taglieranno secondo circoli minori della sfera uguali. Ora le faccia ver

ticali proiettate su E'F' t

liano la sfera secondo un circolo, che ha per diametro a b',

e sar. rappresentato dal 01I'COO EFML descritto dal centro 0 col raggio oc.
Gli archi L.\i ed EF compresi tra gli spigoli EL ed FM sono i soli, che indi
spensabile di tracciare.
_

Le intersezioni delle faccie D'E ed FG' colla sfera SI proietteranno evidentemente


secondo unelisse, di cui lasse maggiore_dg non altro che un diametro del circolo,
che abbiamo descritto, nel quale lasse minore la proiezione verticale ef del dia

metro orizzontale proiettato in c'f'. Ma, non avendo bisogno che delle parti FdG ed
MgN_ di

nesta curva, si fpotr. descriverle nel modo, che segue:

E evxdente per se, c e i punti F e G posti sullorizzontale DG appartengono


all'elisse; perci dividendo le rette EF ed FG in un numero di parti uguali, su ciascun
punto di divisione segnato su EF sinnalzerapno delle perpendicolari. che saranno
comprese tra queste linee ed il circolo EcF, poi si porteranno le loro differenti lun

ghezze sulle verticali corrispondenti condotte da tutti i punti ottenuti su FG; cosi,
per esempio, laltezza 1h sar portata da 1' in li per avere due punti dellarco FdG. ecc.
a curva M gN si pu evidentemente tracciare collo stesso processo, e gli archi DE e
KL della seconda elisse nello stesso tempo dei due primi, quando si effettuano le stesse
Fig 23 e 24

divisioni sulle corde DE e KL.


12o Problema._- Determinare la_curca generato dalla penetrazione dun cono retto
in una sfera, il cui centro cade fuori dellasse del cono.
Soluz. Sia DS lasse del cono, la sua base il circolo AL'B', e la sua proiezione
verticale il triangolo ABS; siano anche 0, (3' le proiezioni del centro, ed i circoli E'K'F,
EGF quelle della sfera. Si avranno le curve, secondo le quali i due co i si compe
netrano. conducendo un piano ab (Fin. 23l, il quale taglier la sfera secon o un circolo,
di cui ab il diametro, il quale si descrivere facendo centro in C nella proiezione
orizzontale: la sua sezione nel cono sar anche un circolo con cd per diametro, il quale
si descrivere, dal punto 5' colla met. di cd per raggio; la circonferenza incontrer la.
prima in o' ed in f proiezioni orizzontali dei due punti della curva inferiore, che ven

147
trono tagliate dalla sfera. Questi punti saranno visti in proiezione verticale in a, in b ed

TAV. 1.

in f. Si scorgere facilmente che la seconda curva, che vedesi pe due punti di proiezione,
non si u ottenere contemporaneamente alla prima, ma si costruir nella stessa guisa,
operan o per in modo. che ciascun piano orizzontale tagli i due solidi secondo due
Circoli, che sincontrano, e che si potranno riconoscere dopo che si saranno trovati i

punti limiti ma, che ora determineremo.

Fxg. 23 e 24.

Immaginiamoci un piano passante per lasse del cono e pel centro della sfera, che

sar rappresentato sul piano orizzontale dalla linea CL', che congiunge i centri C'S'.
Supponendo ora che questo piano giri attorno alla retta 00' per venire parallelo al
piano verticale, in questo momento i punti 8 ed L traccieranno degli archi di circolo
Ber porsi in 5 ed Li; Iper conseguenza lasse del cono si proietter secondo la. verticale

81, e conducendo Se 1 si avr il combaciamento della generatrice SUA, il quale


incontra la sfera nei punti p ed r.-Facendo ritornare il piano nella sua primitiva

osi

zione, questi punti descriverann'o attorno alla retta CC de li archi di circolo orizzon alo,
che avranno per traccia verticale le rette po ed 1 para lele alla linea di terra; questi
archi toglieranno la generatrice S'L' in n ed in m', e e si

roietteranno verticalmente in

te ed m. Osservisi che, se si traccia sulla Fig. 24-i circo i delle sezioni fatte dai piani
po ed rq nei due solidi, questi non faranno altro che toccarsi gli uni in m, gli altri
in n', per cui si pu conc nudere che tutti i piani orizzontali compresi tra po ed rq
non daranno dei_punti appartenenti alla curva cercata, erch i circoli di sezione non
si tagliano pi. E essenziale d'ottenere i punti posti sul a generatrice A8 e B8, che

si trovano sul piano verticale, la cui traccia A'B ; e siccome questo piano taglia la sfera
Secondo un circolo proiettato

se tracciasi questo circolo dal centro 0 sulla proiezione

verticale, sincontrer colle re te A8 e B5 in quattro punti, i quali saranno 1 punti di


contatto colle generatrici estreme delle due curve di penetrazione del cono.

T\\'. Il.

13 Problema. - Determinare la penetrazione d'un prisma quadrangolare parallelo


al piano orizzontale con un cono tronco retto a basi parallele.

r.-_;. 1 r '2.

Solaz. Sia ABDC la proiezione verticale del prisma, MN lasse del medesimo, ed abcd

la proiezione orizzontale, il cui asse ma: il trapezio HILO sar. la proiezione verticale
del tronco di cono rappresentato sul piano orizzontale dai circoli lo, M, e l3p
lasse del cono. Supponendo ora il cono tronco tagliato col piano A'B della faccia el

prisma, la sua sezione sar un circolo di raggio uguale ad A'B'; supponendo un altro
piano condotto (per lasse del prisma MN, esso taglier il cono tronco secondo un cir
colo di r gin 'l); nalmente se si considera lo stesso cono tagliato dal piano %as
- sante per a base inferiore del prisma. si avr dalla sezione un circolo di raggio F,

che si descriver sulla proiezione orizzontale dal punto p coi raggi pb'. pd', pe' uguali
a B'A', C'D' ed E'F'; questi circoli incontrando la proiezione orizzontale del prisma ci
daranno i varii punti e, t, a, proiettando i quali verticalmente sui piani corrispondenti

si otterranno i punti S, T, V, che determineranuo la linea della penetrazwne nel


piano Verticale; nella stessa guisa si operer per ottenere itpunti RVX; nel piano

orizzontale la curva sar determinata dai due archi di circolo ormato dal piano AB e
compreso tra le faccie del prisma al, dc, come si vede nella Figura stessa.

14 Problema. - Determinare la penetrazione di un prisma aadrargolare parallelo al


piano orizzontale eformante un angolo di 45 gradi col piano ver icale con un tronco di cono.
Soluz. Supporremo per maggior facilit che il cono tronco ed il prisma siano

uell

del problema antecedente: tracciando la proiezione orizzontale come nella Fig.

, in

Fig. 3 _e i.

guisa per che lasse ma faccia colla m'n' un an 010 di 45, si disegni il rapezio
HILO come nella Fig. 1, e condotte le rette A"
e CD parallele distanti tra loro
quanto la spessezza del prisma, poi innalzate dai punti a e e due linee parallele allasse,
si avr nei punti A"ACC' una faccia del prisma e con le rette innalzato nei punti
a, t, e i punti X, V, R, che formeranno la linea di penetrazione del prisma col cono.
15 Problema. - Disegnare la penetrazione di un cono tronco retto con un cilindro,

i cui casi si tagliano perpendicolarmente.


Solnz. Si disegni il tra ezio HILO, la cui base superiore H1 sia uguale al dia
metro della base superiore cl cono, ed L0 al diametro della base inferiore; ci, segnato
lasse del cono PQp e lasse verticale del cilindro MN erpendicolari fra oro, si trac
cier la proiezione verticale del cilindro ABDC, indi a proiezione orizzontale abcd,
il cui asse mn; dal centro p con un raggio uguale a QL si descriver la proie
zione della base inferiore, e con un raggio PH da lo stesso centro p la proiezione della
base superiore. Si otterranno poi i varix punti della curva di penetrazione operando
come si l'atto per la penetrazione dei due cilindri (_ roblema 5, pag. 144), cio sup
ponendo la met della base del cilindro ripiegata su piano verticale, poi divisa in un
certo numero di parti uguali; lo stesso facciasi sul piano orizzontale come nei n_u
meri 1, 2, 3, 4. 5 e 1, 2, 3', 4', 5', ecc., notando per chela retta AB nel piano Ol'lZ
zontale si confondo con mn. Facendo passare per questi varil punti di divisione. tanto
nella proiezione verticale, quanto nella orizzontale, altrettanti piani, essi tazlieranpo
il cilindro secondo la sua generatrice. Descritto ci dal punto p un circolo con un raggio
l"A si avranno i punti estremi della curva, e escrivendo dal punto P" come centro un
circolo di raggio N P ossia uguale a quello della base del cilindro si otterranno sull'asse

i punti della curva MN, e nellintersezione della retta CD con HL ed 10 in C'D' si


avranno due altri punti della curva; volendo ottenerne altri si condurranno per punti 1,
2, 3, 4, 5 tante linee parallele allasse MN corrispondenti nella proiezione orizzontale
alle rette dei punti 1 e 1", 2' e 2", 3' e 3", ecc., dai quali, innalzando tante linee paral
lele allasse, che sincontrino colle orizzontali, si avranno dei punti della curva
quanti se ne vuole, come R, r', 1", ecc.

l".g. 5 o 6

148
TAV. il.
Fig. 7 e 8.

16 Problema. - Disegnare la

enelrazione di un cono tronco retto con un cilindro

parallelo al piano orizzontale ed ob zqno al piano rerticale.


Solnz. Suppongasi che il cono ed il cilindro dato siano quelli del problema antece
dente, che langolo sia di 55 gradi e lasse ma disposto in guisa che faccia colla linea
di terra un angolo di 55: si disegni la lproiezione orizzontale come nella Fig. 6. indi
si determini la verticale col trapezio H LO; condotto lasseM N del cilindro econ
dotte due parallele distanti dallasse quanto il raggio del cilindro stesso, ed innal
zando dai varii unti a, c, m', a', m" tante parallele allasse del cilindro, queste incon

m. 9 e lo.

trando le altre etermineranno la curva di penetrazione e lelisse, che forma la pro


iezione obliqua della base del cilindro stesso.
17 Problema. - Determinare la curva di penetrazione di un cilindro con un cono
retto, i cui assi sono contenuti nello stesso piano perpendicolare al piano orizzontale.
Soluz. Sia il triangolo ACB la proiezione verticale del cono, il circolo descritto
dal punto c col rag io ac:AD' la sua proiezione orizzontale, db la proiezione della
base del cilindro e EBD la sua proiezrone verticale: si otterr la curva di penetra

zione dividendo la distanza FB in un certo numero di parti uguali, per esempio in


sei, come nei punti G, H, I. L, M, B; conducendo per questi varii punti tanti piani, essi
taglieranno il cono secondo altrettanti circoli concentrici in c', i quali avranno per
raggio la distanza dei puntrl, G, H, I, L, ecc. all'asse del cono; segnato lasse del
cilindro 00' e fattane la g>rmezione orizzontale in o, con un raggio DO fatto centro in
o si descriver il circolo il , il quale rappresenter la proiezione orizzontale del cilindro,
la cui circonferenza taglier 1 circoli concentrici in g. h, i, l. m, dai quali, innalzate
tante parallele allasse del cono, queste incontreranno le traccie dei piani orizzontali
nei punti F, G, H, 1, L, M, N, B, che saranno tanti punti della penetrazione cercata
Fig. H e l2.

18 Problema. - Determinare la curva di penetrazione di un cono retto con una


sfera, il cui centro posto nell'asse del cono.

Soluz. Determinata la proiezione verticale A cB del cono. se ne far la proiezione


orizzontale descrivendo dal punto c un circolo il col raggio u uale a quello della
sfera, indi un altro punteggiato di raggio ac uguale ad AH, c e sar la proiezione
della base del cono; ora, siccome l'asse del cono passa pel centro della sfera, esso
taglier questa secondo un piano FG e DE, e le loro sezioni saranno due circoli minori
concentrici ed aventi il centro sullasse del cono di diametro D E ed FG, i quali. descritti

dal punto c, daranno il circolo de per la proiezione superiore ed fy per quella inferiore
n; I3 u.

19 Problema. - Determinare la proiezione orizzontale e verticale di un dado esa


gonale (vedi pag. '77).
Soluz. I dadi sono prismi quadrangolari od esagonali ovvero ottagonali, deri
vanti da un emisfero tagliato con piani perpendicolari al piano della base, entro la
uale sta incavata a basso rilievo la chiocciola della vite de le chiavarde. Sia AB lasse
el cilindro della chiavarda e CDEF lemisfero, da cui dobbiamo derivare il dado
ELGHIF: facciasi la proiezione dellemisfero cd; divisa questa in tre parti uguali nei
punti 1 e 2, e condotte le rette c2 ed 1d, queste saranno le traccie di due piani per

pendicolari al piano orizzontale, che tagliando lemisfero determineranno le faccia del


dado; questo emisfero o sfera, che vogliasi considerare, sar tagliato dai piani secondo
dei circoli minori di diametro lei, i quali formano un angolo col iano di proiezione
perci questo sul piano verticale di proiezione sar unelisse, in qua e si determiner (Il

descrivendo sul diametro yd un semicircolo dyl; si divida la circonferenza in un certo


numero di parti 1, 3, 4, 5, y, 6, 7 8, ecc.; abbassate da questi punti tante perpendi
colari al diametro 1d, dai punti ', 3, 4'. 5',
6', 7', 8' si elevano tante linee parallele
allasse del cilindro BA, le quali incontran o le parallele orizzontali fatte passare
nei punti di divisione del circolo descritto collo stesso raggio HD ovvero portando
le varie altezze corrispondenti alle ordinate 3'3, 4'4, 55, reo. daranno i varii punti
della circonferenza ehttica, che rappresenta la proiezione dun circolo obliquo al piano
di proiezione. Condotta ci la retta LH1F, essa former la faccia del dado. Nella stessa
511188 si determiner la tra faccia; onde la faccia superiore del dado sar una porzione
el velo sferico e le faccia laterali porzioni di circoli minori della sfera.
Flg. 15 e la.

20 Problema. - Determinare la proiezione orizzontale e verticale del dodo del


problema precedente, se una delle sue faccie parallela al piano di proiezione corticale.
Solaz. Diviso il circolo abcdef della(proiezione orizzontale in sei parti u ,uali ed
unitele fra loro a due a due come ac, b , bf....., questi saranno i diametri i altret
tanti circoli minori, i cui piani determinano le faccie del prisma DDAA', AA'BB' e
BB'CC', delle quali una parallela al piano verticale di proiezione, e perci il circolo,
di cui la faccia parte, si descriver dal centro 0 col diametro fd; per le due faccie
DD'AA' e BB'CC' si operer come nel problema antecedente. cio descrivendo sul

diametro ae dal punto i un semicircolo, dividendone la circonferenza in otto parti


uguali oppure in un altro numero qualunque. abbassando tante perpendicolari al
diametro ac, e dai piedi di queste altrettante linee di reiezione arallele allasse:
ortando al disso ra ed al dissotto del diametro H1 le unghezze 1 questa ordinate
2, 3, 4, ecc. su le rispettive linee di proiezione. si avranno i varii punti dellelisse,

c e rap resenta il circolo obliquo al piano e di cui la faccia del dado fa parte. Della
;:hi_avar a cilindrica, che passa pel dado, non occorre parlare essendo facili le sue pro

6210111.
(I) Vedi la parte II del [ssano GIOIII'IICO Tav. XV, Fig. 9.

149
21 Problema. - Disegnare il raccontamento d'un cilindro con un prisma otta
gonale, di cui il cilindro inscritto nel prisma molto maggiore del dato.
Soluz. Un tal raccordamento si fa quasi sempre nei tiranti detti aste di rimando
o bielle delle macchine a vapore, ed ha luogo per mezzo di una su erflcie anulare

avente per

eneratore il circolo RB descritto dal punto 0, il

nate

TAV. Il.
Fig. I7 e l8.

tangente alla

faccia crlin rica C ed allestremit della parte pr1smatica D.


er ottenere le curve
dintersezione M, N di questa supercie colle faccie del prisma ottagonale bisogner
tagliarla con piani orizzontali sufcientemente avvicinati luno allaltro, come in E,
T, G, G', B, e riunire con linee continue i punti d'incontro delle rispettive sezioni. Le
linee delle sezioni della supercie anulare saranno tanti circoli concentrici, come

vedesi dal disegno stesso nei punti o, f, 11, g ed f, g, b. Le linee di sezione delle faccia
del prisma sono delle rette id, cb ed et, le quali si confondono colle traccie oriz
zuntali dei piani segnati; i unti dincontro delle perpendicolari elevate da questi L,

I, G, H sono tanti punti del acurva di raccordamento cercata.


22 Problema. - Determinare il raccordamento della tparte cilindrica dun tirante
(biella) colla parte quadrangolare o rettangolare della tee a.

Fig. 49 e 20

Solnz. Questo raccordamento comunemente, come vedesi dal disegno, ha luo o per
mezzo d'un prisma ottagonale avente per base una parte della sfera come nei pro temi
antecedenti, N 19 e 20, segnando nelle faccio laterali od inclinate al piano una porzione

di cilindro elittico, ossia quattro unghie cilindriche elittiche, le cui intersezioni sono degli
archi delisse proiettati verticalmente in BA, A'C, FE, FD, ed orizzontalmente in ca,
ca'. fe, e'f'; si determiner lelisse innalzando nel piano orizzontale una perpen
dicolare gli ad ac; fatto alt uguale ad AG e fatto centro in a con_un raggio ah
si descriver larco M, di cui la corda M uguale a ca; colla retta il come iametro
si descrivere, il semicircolo img, che viene diviso in un certo numero di parti uguali,

come l, 2, 3, 4, 5, 6, 7, ecc.; da questi punti si abbassano tante perpendicolari al


diametro h; portate le lunghezze delle ordinate sulle parallele al diametro partendo
dallasse minore ac, si otterranno i noti g, r, 3, ecc. della curva cercata, e ortando
la lunghezza alt nellelevazione verticale in GA da 91' in QQ' e da rr in R', ecc.,

si otterr, una serie di punti della curva cercata. ngtttlld0 la costruzione per le
altre linee curve si perverr a compiere il disegno rie icsto.
_
23 Problema. - Disegnare il raccordamento dell'estremlt dun regolo con un
duca cilindrico.
Soluz. Si determini lasse 00'o, poi conducasi perpendicolarmente ad 00 la retta

Fig. 1" c 22.

ed; dal centro o con un rag io uguale a quello del disco, che dordmario _uguale

ad una volta e mezzo la met della larghezza del regolo ed, si descriva la Cltttlf0
renza boa, e poi la circonferenza col raggio al approssimativamente u uale alla met.
di oc; segnata la retta BE e la spessezza ED del regolo e culla retta

l< la spessez_za

del_ disco cilindrico, prolungando questa retta quanto la spessezza del disco s1 avr in
G Il centro dun circolo, di cui un quarto G1 ella circonferenza. forma il raccorda:
mento del regolo col disco; divisa questa circqnferenza in. un certo numero di parti
uguali, lper esempio in 12, si far passare er tutti questi punti dl_divtsion_e tanti
piani 0 inee parallele a quella di terra; fa te centro in o con un raggio O'G s1 descri

vera la circonferenza gg'g". la cuale taglier il regolo net punti g, g, da cui inco
m_1ncra il raccordameuto; facendo per questi due punti passare una retta g g perpen

dicolare ad ed e portando dal punto g' in li la distanza 0"3, Si ottiene Il centro b per
descrivere la circonferenza la g, che determina il raccordamento nel piano orizzontale:
Per averlo nella proiezione verticale baster proiettare sul piano orizzontale tutti i
nani, che passano pei punti I, 2, 3, 4, 5, 6, che saranno altrettanta circoli descritti
_:il punto o coi raggi uguali alla distanza dallasse ai punti I, 2, 3, 4, 5_, ecc.;questt
circoli taglieranno la circonferenza lcg nei punti I, m, n, o, p, 3, r, s,_dat qual: tonal

lande tante linee parallele allasse 00' si otterr nellincontro elle linee orizzontali
una_se_rie di punti, che costituiranno una curva simmetrica, di cui una parte sola CI
costtturr il raccordamento cercato.
.
_
. _
Qui-sta soluzione dimostra, che qualunque sia la forma degli or ani meccanici e
la combinazione dei solidi. che li compongono, essa pu sempre

etermmarsr con

tutto il rigore geometrico scomponendoli nei corpi elementari, che concorrono alla
loro formazione. Bench non sempre nella pratica si ricorra a tali costruzroni, per
necessario che il costruttore si assuefaccia ad analizzarli minutamente ed a rendersi
ragione anche delle pi piccole variazioni di forma delle parti, che compongono una
macchina.

ARTICOLO II.
DellEllca cilindrica c conica, e delle \iti a panetrangolal'c.
quadrangolare e cilindrico.
TAV. III.

126. Denizioni dellEtica. - Chiamasi elica o spirale rampante una


linea a doppia curvatura generata da un punto, che si muovepattorno ad una
linea retta avanzandosi su dun piano inclinato all'orizzonte. Essa dicesi rego

Flg. I.

150
lare, se nel suo movimento sinnalza duna quantit costante e prepor2ionale
allo spazio percorso nella proieziooe della sua base; irregolare nel caso con
trario; cilindrica, quando si suppone generata da un punto. che giri attorno
alla supercie laterale di un cilindro; conica, se il punto generatore si avvi
cina allasse o si- allontana proporzionalmente da esso, e la curva viene_descritta

sulla supercie di un cono circolare. La linea: attorno alla quale succedono


i movimenti, dicesi asse dellelz'ca. La porzione di curva corrispondente ad
un intiero giro chiamesi giro dell'allora o spira. La distanza, che separa le
due estremit duna spira, detta passo dell'elica: essa regolare, se gli
spazii percorsi dal punto generatore nei due sensi conservano il medesimo
rapporto fra loro; irregolare nel caso contrario.
Fili. | r 2

127. Descrizione dell'Ellca. cilindrica. - Dato il passo AA' e la base (111' desert
vere l'elica cilindrica regolare.
Soluz. Formisi la proiezione verticale ABCD ed orizzontale aa'a" del cilindro, il cui
asse sia 00' ed a; dividasi la circonferenza aa'a" della sua base in un numero di
parti uguali qualunque, per esempio in 12; dai punti di divisione l, 2, 3. 4, 5, 6

della base sinnalzino altrettante linee parallele allasse 00'o; divisa pure laltezza del
sso AA' nello stesso numero di parti, ossia in 12, da ciascun punto di divisione l,
, 3, 4, ecc. si conducano altrettante linee orizzontali, le quali incontreranno le prime
nei punti 1. '2'. 3, 4, ecc ; riunendo successivamente questi diversi punti, si avr la
curva A1'2'3'4 ecc., che sar la proiezione verticale dellelica. La inet di questa curva
tracciata in linea piena. come appartenente alla parte anteriore A'l 2'3' ecc. del cl

lindru, mentre laltra parte simmetrica '7'8910' ecc., ess, mio descritta sulla parte poste

riore del cilindro, e punteggiata.


Ripetendo l0 erazwne per laltezza A'D si avr una seconda spira dellelica. Se si
volesse lelica a destra a sinistra, si dovrebbe incominciare dal punto B, come appare
dal disegno stesso.

Fig. 5 m.

128. Sviluppo dellEltca. - Tanto il cilindro quanto il cono si possono svilu

pare. su supercie piane, e la base del cilindro e approssimativamente uguale a3,l-l 6


del suo diametro. bia dunque AB una retta, su cui si vuole sviluppare la circonfe
renza del cilindro ABCD: si otterr. lo sviluppo dellelica tracciata sul cilindro por
tando su questa retta AB le lunghezze retticate degli archi 1 e 2, 3 e 4, 5 e 6 ottenuti
colla divisxone del circolo o base del cilindro aa'a"o, ed innalzando da ciascun unto
l, 2, 3. 4, 5, ecc. delle erpendcolari,su cui si porteranno le distanza verth ali l'l, 2'2",

3'3". 44", ecc. della

ig. 2, le quali non sono altro che le distanze, verticali dei varii

, punti della curva alla base del cilindro; questi sono posti sulla retta CA, che rap

presenta una porzione dello sviluppo dellelica, la quale, come abbiamo visto al 1\' 77,
sempre una retta rappresentata dallipotenusa d un triangolo rettangolo, che ha per
base la circonferenza sviluppata del cilindro, e per altezza la lunghezza del passo.

Linclinazione di questa retta sulla lese fa v:dere la salita dellelica. Diverse eliche
tracciate sul medesimo cilindro collo stesso passo, ovwro unelica continua, che fa. pi
rivoluzioni, si rappresenta CUlIO sviluppo per mezzo duna serie di linee parallele, la
cui distanza uguale a quella del passo.
Flg. 4.

129. Descrizione dellElica. conica. - Dato il coro intiero ovvero tronco. er


quro [delle sue due proiezioni ABCD ed abcd e l'altezza AE del passo dell'elica, de er
mmar a.
Solar. Lelica conica non dierisce dalla descritta che in quanto tracciata sulla
supercie d'un cono invece dun cilindro, e perci si operer nella guisa suaccennata.

Sia ABCD la proiezione verticale duna parte del cono ovvero del tronco, le cui basi
AB e CD sono rappresentate sul piano orizzontale dai circoli concentrici, che hanno
per diametro ab e. ed ovvero er raggio oc ed 0a; la circonferenza maggiore essendo
divisa come nel cilindro in 1 parti uguali, si riuniranno tutti questi punti di divi
sione al centro o per mezzo dei raggi I, 2, ecc., che incontreranno la circonferenza
interna ed nei punti e, e, f, g, h, i, l, m, n, o', {1; quindi, proiettando questi sulla

base superiore DC del tronco di cono e quelli su la base inferiore AB, e nunendoli a
due a due 1' con l", 2' con 2", 4' con 4", ecc., si otterranno altrettante generatrici
del tronco di cono concorrenti al vertice quando il cono fosse compiuto; divisa, come
nel problema sub-cedente, lal'ezza del passo AE in 12 parti uguali, si condurranno
altrettante parallele alla base 1, 2, 3, 4. 5, 6, '7, 8, 9, 10. ecc., le quali incontreranno
le generatrici nei punti 1'", 2'", 3"'.4"', 5'", ecc.; e riuniti fra loro i punti di divisione
essi determineranno lelica conica. Abbassando i varii punti dellelica della proiezione
verticale, si avr sullorizzoutale nellincontro dei rispettivi raggi una spirale d'Ar
chimede H, 2, 3, 4, 5, ecc. Nella Stessa guisa si opererebbe per tracciare eliche
poste sopra sfere od altre supercie di rivoluzione. I numeri 1, 2, 3, 4, 5, ecc. sono i
centri per descrivere lelica nella pr01ezione Orizzontale.

La natura e l'industria ci ollrono molli esempi di queste curve, come nei convulvi e

151
nei attacchi di tutte le piante arrampicanti, nelle conchiglie, nelle come degli animali,

T.-\V. ili.

nelle vili, nei cavatappi, nei succhielli, nei cnvnstracci, nelle scale e nelle corde.
130. Denizione della Supercie 0 Piano elicoidale. - La superficie eli
ctdule una supercie sghemba generata da una retta ABab, che percorre le due
eliche cilindriche concentriche conservandosi costantemente perpendicolare allasse:
questa rette dicesi generatrice della supercie elicoidale.

Descrizione della. Supercie elicoidale. - Data l'altezza del passo A0 ed i


raggi concentrici A0, 08 dei due cilindri, descrivere la supercie elicoidale.
Soluz. Descritti i due circoli dal punto o coi raggi 0a ed ab; divise le circonfe

renze in un certo_numero di parti uguali, per esempio in 12, come nei problemi ante
cedenti. e condotti dal punto a tanti raggi pei varii punti di divisione, si avr pure

la circonferenza del circolo minore divisa nello stesso numero di parti uguali dai r etti
raggi. Dlv_lSll p01 anche laltezza del passo A6 in 12 parti uguali, e condotte da. questi
Vulll gli1lltl altrettante linee parallele alla AF. esse saranno incontrate dalle varie linee

l. 2.

, 4, 9tc.. che dai varii punti della proievione orizzontale s'innalzano parallele

allasse nei punti 1', 2'. 3'. 4', 5. 6'. ecc., iquali, uniti tra loro, daranno una supercie
elicoidale dal punto A, estremit della retta AB; ripetendo loperazione sul circolo

mi0re 1161 punti 1".2", 3', 4", ecc, si otterr lelica generata dall'altra estremit B,
ccl>illo_tesso passo della prima, e le due eliche formeranno i limiti della supercie

e con ae.

131. Solido elicoidale. - Chiamasi solido elicoidale un solido gene

rato da un rettangolo ABCD, il quale, percorrendo due eliche cilindriche


concentriche, si conserva sempre in un piano perpendicolare allasse 000.
Date le basi acdetghi. bc'd'e'f'g'h'i', il passo A H. ed il rettangolo generatore
ABCD, determinare la proiezione verticale di un solido elicoidale.
Saluz. Conoscendo le basi acdefghi e bcd'e'f'g'li'i' dei due cilindri concentrici,
di cui lasse comune. 000. si traccier la proiezione verticale di unelica posta sulla
supercie esteriore del cilindro maggiore col metodo del problema precedente; por,

determinata laltezza AC del rettangolo generatore ACDB, che sar uguale alla s es
senza. che si vorr dare al solido. si far passare per il punto c una seconda e ica
uguale; e parallela alla prima. Nella stessa guisa si determiner una terza elica Bi F'G'
su cilindro interno, e poi una quarta parallela a questa. le uali avranno lo stesso
asso dell'elica esteriore..Le linee ab. cc'. dd'. ee'. ecc. saranno e varie posizioni della
atee del rettangolo generatore sulla proiezione orizzmtale. che noi abbiamo supposto
parallela alla linea di terra, ma che potrebbe per formare un angolo qualunque.

132. Del Serpentino. - Dicesi serpentina un solido generato da un


circolo ovvero da una sfera, il cui centro descrive unelica attorno ad un

cilindro. Nella pratica un tubo piegato seguendo un'elica cilindrica. I ser

pentini sono sovente impiegati sia come tubi, sia come molle a tondino
(boudins).
_

Dato il diametro della sfera generatrice o del tondino. il passo ed il raggio d.l

cilindro, che contiene lelica percorsa dal centro della medesima, descriverla.

Soluz. Traccisi un circolo di raggio ao, che sar la base del cilindro, sul quale
deve trovarsi lelica generata dal punto proiettato verticalmente in A ed orizmntal
mente in a; divisa la circonferenza descritta col rag io ca. si otterranno i punti
1', 2', 3'. 4', 5. 6', ecc.;, divisa laltezza del asso AB ne lo stesso numero di parti l.
2, 3, 4. 5. 6, ecc, ed innalzando tante para lele allasse nei punti (lintersezione colle

Orizzontali, si otterranno i varii punti delleliva. che si potr continuare indenita


mente secondo il numero delle s ire, che si vogliono avere. Dai differenti punti
i', i", i", 1" ecc. di questelica si escriver una serie di circoli abbastanza vicini gli
uni agli altri. poi, conducendo due curve tangenti alle circonferenze di queste. si

otterr

la proiezione del serpentino. come vedes1 nella Fig. 10. La proiezione orizzontale

del se_rpentino sempre compresa fra due circoli concentrici, di cui la distanza dalle

due circonferenze uguale al diametro della sfera generatrice. Nella Figura si sup
posto un tubo, come vedesi dalle due sezioni esterne.

133. Della. Vite (Vedi N '77, pag. 77) a. pane triangolare. - La

vite e detta a pane triangolare quando generata da un triangolo isoscele.


di cui due vertici descrivono sullo stesso cilindro detto nocciolo e nello stesso

piano del triangolo due eliche, che rappresentano la base del pane della vite;
il terzo vertice tracciato su dun cilindro concentrico al primo, che forma

la parte pi saliente del pane.

F4. o e 7.

152

mv. in.

_
Problema. - Descrivere una vite colla relativa chiocciola, a

ano triangolare,

essendone dato il triangolo generatore ovvero laltezza del passo ed i diametro.

Fig;ii e 42.

Soluz. Fissata la linea di terra si descriveranno due circoli concentrici dal punto
o coi raggi ab, oa, i quali saranno la proiezione orizzontale del nocciolo e del
lestremit del pane: essi rappresenteranno la base del cilindro interno ed esterno,
su cuison descritte le eliche, che formano la vite, aventi per raggio oa, ob, che nella
nostra Tavola per economia di spazio abbiamo descritto solo per met, cio nella parte
anteriore; Diviso il circolo esterno in parti uguali, come a l, 2, 3, 4, 5. 6, ed uniti i
punti di divisione mediante rette col punto o, si otterranno altrettanti punti di divi
sione sulla circonferenza minore nei punti I, 2', 3'. 4', 5', 6. proiezione del cilindro
minore o nocciolo della vite. Divisa laltezza del passo, il quale comprende sempre un

pane ed una scanalatura, nello stesso numero di parti, in cui sarebbe divisa lintiera
circonferenza. ed innalzato altrettante parallele al asse 000 dai varii punti 1, 2, 3, 4

ed 1, 2', 3', 4', ecc, come nei problemi antecedenti, queste incontrando le linee paral
lele, in cui e stato diviso il passo, daranno i punti al", 2", 3", 4", 5", 6", ecc, che
formeranno una spira sul cilindro esteriore; poi, innalzato altrettante parallele nei
punti di divisione della seconda circonferenza, si otterr dai punti 1', 2', 3', 4', 5', ecc.

una spira sul cilindro minore, e ripetendo loperazione si otterr un numero di spire
qualunque, a seconda della lunghezza della vite.

. Fig. 42 bis,

Nella pratica del disegno, quando si hanno a descrivere molte spire, si prender un
assicello sottile ovvero un pezzo di cartone e si taglier secondo una spira,segnandovi

sopra lasse ed il passaggio delle altre linee parallele allasse, i, 2, 3, 4, 5, onde poterlo
porre a posto, e questo servir come un tirocurve per descrivere le varie spire; bisogner
per farne due: uno per le spire interne e laltro per le esterne.

Flg. lo bis.

Rigorosamente parlando il contorno della vite e formato dallunione di varie eliche


' generate dai vari punti del lato del triangolo, e perci da linee leggermente curve, come

vedesi dalla Fig. 13 bis; ma nella pratica del disegno non se ne tiene conto.

134. Chiocciola. - La chiocciola si descrivert nella stessa guisa e collo


stesso metodo della vite, colla sola differenza, che, se questa avr il passo da
destra a sinistra, quella lo avr in verso contrario, il pane saliente della vite

dovendo riempiere la parte cava della chiocciola e viceversa; dovranno perci


essere uguali. Siccome nella chiocciola non si pu vedere che la parte poste
riore, nel disegno la si suppone spaccata con un piano, che passa per il
centro della base.
Flg. ti! e H.

Costruzione. - Disposta la proiezione come si vede nel disegno, supponendo la


chiocciola spaccata per mezzo ossia secondo un diametro. come si disse superiormente,
e divise le due circonferenze in parti uguali, per esempio a, I, 2, 3, 4. E), 6, e o'. 1',
2', 3', 4', 5', 6. da questi punti di divisione sinnalzeranno tante linee parallele allasse

00'0, le quali incontrando le

arallele, che passano

ei punti di divusume del passo

della vite, daranno nei punti i), 2", 3", 4", 5, 6" ed i ", 2'", 3"',ecc., che formeranno la

curvatura delle spire, che ne costituiranno la chiocciola. La proiezione della chiocciola


rappresenta una spirale dArchimede, e si descrivere collo stesso metodo dellelica conica.

135. Della. Vite a. pane quadrato. f Una vite dicesi a pane quadrato
o rettangolare secondo che generata da un quadrato ovvero da un rettan

golo, del quale due lati paralleli appartengono a due cilindri retti concen
trici, e gli altri due descrivono delle eliche attorno al loro asse.
Hg. ili e w.

Problema. -- Descrivere una vite a ano quadrangolare collo relativa chiocciola,


essendone dato il diametro AE, il passo G ed il quadrato generatore del pane AB CD.
Soluz. Condotto lasse 00'o, e portata un certo numero di volte laltezza del pane
uguale ad AD, come OH, HL, LM, MN, NP. PQ, QR, si condurranno per questi punti
tante linee parallele a quella di terra; descritta la pr01ezione orizzontale, come nella
vite e pane triangolare, si divider-pure la circonferenza in un certo numero di parti

uguali, per esempio in 12, e nello stesso numero si divideranno le due altezze del
quadrato generatore, che formano il passo della vite, come nei punti i, 2". 3", ecc.,

poi, innalzando dai varii punti di divisione del circolo minore e maggiore tante linee
parallele allasse. queste, incontrando le linee orizzontali, daranno i punti (linterse

zione l", 2", 3", 4". ecc. ed 1'"; 2", 3'", 4'", ecq., che determineranno le varie spire, che

formano il passo della vite. Tracciato una spira, se ne traccier_una seconda, poi una
terza e cosi di seguito, tanto gel cilindro esterno, quanto per l'interno.
Per le chiocciole si operer

nella stessa guisa, sempre per badando che il passo

delle spire vada in verso opposto a quello della v1_te, a cagione che nella chiocciola
spaccata non si pu vedere se non_ la arte posteriore, e nella sua reiezione orizzon
tale non pi unaspirale dArclume e,. ma, perch tagliata para lelamente ad un
lato generatore del quadrato o dun rettangolo, la sua sezione si presenta secondo una
linea ad perpendicolare alla supercie del cilindro.
v

153
Problema. - Descrivere una vite a pane circolare conoscendone il diametro, lal
tezza del passo ed il raggio del circolo generatore del pane.

TAV. III.
Fig. 49 e 20.

Solaz. Condotto lasse 00'o e descritto dal punto o un circolo col raggio del noc

ciolo, quello della proiezione dellelica esteriore si segna come nel serpentino lelica
percorsa dal centro della sfera o del circolo generatore; poi dai varn punti ottenuti
dellelica A", 1", 2", 3", 4", 5" si descriveranno tanti circoli col raggio dato A0; con

ducendo delle tangenti alle circonferenze di tutti questi circoli, 81 avranno le vane
spire della vita a pane circolare. Un tal genere di vite per poco usato nellindustria.

136. Delle Viti a due o pi pani. - Quando nellimpiego della vite

TAV. IV.
Flg. i e 2.

si ha bisogno di molta forza e leffetto di questa deve essere molto celere,


impiegando una vite ad un sol pane 0 letto, come le descritte, il passo ne
dovrebbe essere molto grande, e perci il pane riuscirebbe duna grossezza

sproporzionata al diametro del cilindro, e la chiocciola per abbracciare molte


spire dovrebbe farsi molto alta. Si ovvia'ad un tale inconveniente impiegando
le viti a due o pi pani, i quali savvolgono attorno allo stesso cilindro paralleli
fra loro. Quando la vite triangolare ed ha un sol pane il passo uguale
alla base del triangolo o, se quadrangolare, al doppio del quadrato generatore,
ma quando a due o a tre o a quattro pani il passo due, tre, quattro
volte la base del triangolo o del quadrato generatore.
Problema.- Dato il diametro del cilindro AB e laltezza del passo O'C, deecriere
la cite a due letti colla relativa chiocciola.

Fig. 4 . 2

Solaz. Fissata la posizione dellasse O'O e determinata la linea di terra AB si


sser. ad arbitrio il 'UDO 0, centro della base del cilindro, poi con un raggio 0B si
descriva il circolo a 8 ovvero un semicircolo, come nel nostro disegno, diviso in otto

od altro numero di parti uguali e perci in 16 lintiera circonferenza; indi diviso il


passo 00, il quale nella vita a due pani comprende sempre quattro altezze del pane,
in altrettante parti, e condotte per queste tante linee parallele ad AB, si avranno le altezze delle varie eliche, che formano la vite, elevando da tutti i punti della divi
sione l, 2, 3, 4, ecc. ed 1', 2', 3', 4', ecc. della circonferenza a48 tante arallele alla
linea O'O, le quali, incontrando le orizzontali l", 2", 3", ecc. nei punti 1 ', 2', 3', 4'",
5", 6", '7'", 8'", daranno i varii punti dellelica, che forma un letto o pane della vite,

che ha origine in A. Nella stessa guisa si operer, per quello, che ha origine in 0'.

137. Della. Chiocciola. - Per descrivere la chiocciola si operer come


per le chiocciole delle altre viti, salvo la speciale avvertenza fatta sulla vite

Fig. 8 e 4.

pe due letti, e che perci il passo comprende quattro altezze del pane.
Problema. - Dato il diametro AB del cilindro, laltezza del passo od il quadrato
generatore del pane, castrnrre la vite o tre pani.

Fil. 5 e 6.

Solar. Il disegno, che presentiamo nella nostra tavola, e una vite a tre pani, i

quali hanno origine da tre

unti equidistanti presi sulla circonferenza della base del

cilindro. Sar bene che i principianti studino la costruzione di questa vite separata
mente formandone lintiera pianta, e, per meglio distinguere i tre pani, dGIIIIGBI'I
con colori diversi fra loro prima di porli in bello sulla tavola. Avvertendo, quanto
gi si disse superiormente, che in questo caso il passo sar u uale a tre volte
laltezza. del pane in rilievo, e tre volte la scanalatura o lo spazio ra pane e pane.
Onde dividendo la circonferenza della base in 24 parti, laltezza del asso sar. pure
divisa in 24 parti. Condotte, come nella costruzione delle altre viti, a trattante paral
lele per ciascun punto di divisione, poi innalzando da
uesti varii punti tante
linee parallele allasse 00' nellincontro colle linee orizzonta i, si avr. una serie di

punti, i

uali costituiranno i varii contorni dei pani della vite. Ripetendo loperazione

sul cilin ro minore o nocciolo, vi si otterr il prolo della spira.


Problema. - Dato il diametro CD del cilindro ed il quadrato generatore del pane,

descrivere la chiocciola della vite a tre pani.


Salate. Descritti sulla proiezione orizzontale due circoli concentrici coi raggi OE,
OC uguali il primo al nocciolo della vite ed il secondo al cilindro esterno, si divi

der la sua circonferenza in 24 parti uguali, poi, ssata, come nelle altre viti, laltezza
del passo 04, si divider. questo in quattro parti uguali, essendo laltezza del passo

uguale a sei altezze ugua i e C4, perch la chiocciola essendo a tre pani compren
der 24 parti come sarebbe divisa la circonferenza se fosse intiera; indi sollevando

da_ ciascun punto altrettante line parallele allasse, questo incontrerannp le parallele
orizzontali nei punti 1", 2", 3", 4" e formeranno il contorno della chiocciola.

Fig. 7 e 8.

154
ARTICOLO III.

Chiavarde o Cavigle.
TAV. III.
m. a . 49.

138. Chiavarde. -- Le chiavarde s.ono aste o specie di grossi chiodi di


ferro portanti ad una delle estremit una capoccia di varia forma chiamata
testa; laltra estremit. hanno guernita. dun letto o dunelica in rilievo per
ricevere il dado o chiocciola; la parte compresa tra la testa e Ielica chiamasi
corpo.
Uso. - Le chiavarde servono a riunire insieme due o pi parti piane
sovrapposte attraversato da parte a parte da un foro, nel quale passano; chiu
dendo il dado la testa preme una delle parti da congiungersi, e il dado l'altra,
rendendole solidarie come fossero un sol pezzo (l).
La vite differisce dalla chiavarda in quanto che la parte coperta dalla
spira occupa sovente tutta la lunghezza del corpo. Essa non ha dado, ma la

parte, che viene introdotta in un foro cilindrico, porta il verme o chiocciola,


che ne fa le veci. Altre volte s'introduce semplicemente in un foro appo
sitamente preparato, ed ella formasi da se stessa. la chiocciola, come nelle
viti da legno.
Testa. - La testa ordinariamente prismatica a base quadrata o esagonale od emi
sferica, secondo i siti, ove viene impiegata. Quelle aventi la forma d'un disco o cilindriche
od esagonali sono le pi comuni, e simpiegano nelle parti pi massiccio delle macchine
le teste esagonali vengono generalmente usate in tutti gli altri casi, specialmente quando
sono in vista, e sempre poste in guisa da poterle chiudere tra le ganasce duna chiave;

quando si tende a celare la chiavarda, come nei carri delle locomotive, si fanno emisfe
riche. La sua spessezza varia da illa a la del diametro del corpo della chiavarda e la sua

larghezza e doppia del diametro.


Corpo. - Il corpo delle chiavarde generalmente cilindrico, ma pu essere quadrato
od esagonale. Quando il corpo cilindrico, indispensabile di munire la sua estremit di
qualche cosa, che gli impedisca di girare nel buco mentre si chiude il dado. A tal ne

si termina da un lato versola testa con un prisma a base quadrata, che sinoltra nella sua
lunghezza in un buco quadrato, ovvero formando una scanalatura mezza nel corpo cilin
drico e mezza nel pezzo da riunire, e introducendo in essa un piccolo corpo detto piccolo
prigionieroocopiglia,il quale impedir alla chiavarda di muoversi nel chiudere il dado. Il suo
diametro e sempre uguale alla parte, che porta la vite, misurata esteriormente. In quanto
alla lunghezza non si possono stabilire regole assolute; essa dipende dalla spessezza dei

pezzi da riunire. Tuttavia vi sono certi limiti, dai quali non si deve allontanarsi nella
pratica. Cos le chiavarde da 8 a 20 millimetri di diametro debbono avere raramente pi
di 4a 10 centimetri di lunghezza; quelle da 20 a 40 millimetri non debbono oltrepassare
1 metro; quelle da 45 a 60 millimetri possono arrivare fino a 2, e quelle di '80 millimetri
tino a 5.
Vite. -- La vite della chiavarda ha ordinariamente il pane triangolare, bench possa
essere quadrato o rotondo: il pane triangolare presentando maggior attrito si pi sicuri

cheidadi non si schiudono. Nelle piccole_chiavarde si fa uguale ad un decimo del diametro


del nocciolo con un diametro esterno uguale a quello della chiavarda protratto su d'una
lunghezza di tre o quattro volte la spessezza del dado.

Diverse specie. di Chiavarde. - Le chiavarde prendono denominazioni


diverse secondo il loro ufcio e la forma particolare della loro costruzione,

(i) Soventi si sottopone al dado un disco detto piattino o rosetta, per poter chiudere con pi forza, senza che
quello, girando, guasti il piano sottostante.

155

onde si dicono chiavarde di fondaz'oae quelle destinate a collegare le parti


sse duna macchina col massiccio in muratura, su cui deve posarne larma
tura, come colonne, cilindri, castelli, intelaiature di varia foggia, e si pos

TAV. [V.

sono dividere in due classi, cio 0 a chiavetta ovvero colla testa.


Il c0rpo delle chiavarde viene pure modicato, secondo le varie circostanze, in quadrato,
cilindrico od irregolare, con dado apparente o nascosto od a orecchiette, ecc., come si

disse pi sopra. Ad esercizio dei nostri alunni ne abbiamo addotti varii esempii.
Le chiavarde a chiavetta sono quelle, che si usano quando si vuole ssare una lastra

F ig. 9.

C a sostegno sul massiccio in muratura o su dunarmatura in legno, e che si possono


introdurre solo dalla parte superiore come la chiavarda B; sono per conseguenza senza
testa, ma ad una delle estremit portano un foro rettangolare, entro il quale sin
troduce una bietta e, che ha la spessezza s:0,2d ovvero 1/5 del diametro della chia
varda, e per altezza verticale a:0,9d essendo d il diametro della chiavarda; afnch

eSsa poi nel chiudere il dado E non isgrani la pietra e la chiusura sia pi solida si usa
mettere tra la pietra e la chiavetta una lastra di ferro ovvero di ghisa F larga una
volta e mezza circa la lunghezza della chiavetta. Poi mediante la Chiusura del dado E

si rende tutto il sistema solidario.


Le dimensioni di queste chiavarde variano colle applicazioni. Un diametro di 25
a 30 millimetri basta per tenere la lastra di fondazione duna macchina della forza di
2 a 8 cavalli, e di 35 a 50 millimetri per le macchine, che hanno una forza superiore a
10 cavalli; il loro numero per variabile colla forma della lastra, e sono pure va
riabili le loro dimensioni; vi sono dei costruttori, che usano aumentare alquanto il dia
metro inferiore per supplire allo sforzo del buco rettangolare della chiavetta, ma sar

sempre meglio aumentare alquanto il diametro del corpo.


Problema. - Disegnare una chiaoarda di fondazione a chiavetta.
Soluz. Fissata la spessezza della pietra ovvero della trave A, su cui si vuol ssare
la piastra C, si determiner lasse della chiavarda B, poi, portato il diametro indicato

dalla quota met a destra e met a sinistra, si avr il corpo; si disegner. il dado E,
come alla Tav. Il Fig. 13 e 15, indi il contorno della lastra O, la spessezza.della piastra F
e la chiavetta e, come indicano le misure scritte sul disegno.

Chiavarde impiombate. - Si chiamano chiavarde impiombate (bouloa scel

Fig. 40 e H.

lemmt) quelle, che si ssano mediante il piombo fuso nella pietra. Esse sono formate
a guisa di piramide tronca B, sugli spigoli della quale si sono praticate tante intac
cature o denti b, onde sincorporino meglio col piombo fuso e, dopo averle introdotte
in incavature appositamente preparate nella pietra, che deve formare il basamento

della macchina ssata alla lastra D e ritenuta dal dado E.


Problema. - Disegnare una chiavarda di fondazione impiombata.
Soluz. Fissato lasse e la larghezza dellapertura appositamente preparata nella
pietra A, si. porter_ la misura del diametro superiore _met da una parte e met _dal
altra, e si costrurra la forma piramidale, che va chiusa nel piombo fuso, poscra il
grolo della lastra D, indi il dado E che in questo caso ha _la forma quadrata bench
ordinario abbia la forma dun prisma esagonale colla facc1a superiore alquan o curva.

Chiavarde a. testa. incastrata. - Queste chiavarde si usano quasi sempre per

Fig. |2_

collegare le suole dei sedili A ed altri sostegni cogli stanti dellarmatura della mac
china B, coi quali esse debbono tenere solidamente collegato il sedile; la testa 0 fa
sempre il piano dello stante B ed quasi sempre rettangolare o quadrata. Quando

serve a ssare sedili di trasmissione del moto, si lascia nel foro della suola A una
pertura oblunga dello spazio D, il quale serve a trasportare il corpo A a destra. o a
sinistra secondo il bisogno per disporlo perpendicolarmente allasse, prima di chiudere

il dado E invitato nella chiavarda F; ma, onde non faccia cattiva gura visto superior
mente, massime quando la chiavarda non si trova nel mezzo dellapertura, si mette sotto
il dado una rosetta G, la quale avendo un diametro maggiore del raggio circoscritto
al dado e al diametro maggiore dellapertura oblunga, qualunque sia la posizione del

corpo della chiavarda rispetto allapertura, questa sempre coperta.


Chiavarde a. due dadi. - Soventi per semplicare la forma dei sedili si fanno
delle chiavarde, che servono a doppio scopo, cio a ssarli sul loro sostegno ed a

chiuderne il cappello o copriralla. A tal ne si fa il corpo della chiavarda lettato

m. 45.

156
TAV. IV.

o a vite alle due estremit, perch possa ricevere un dado superiore E e laltro inferiore

Fig. 45.

E, ed un rigono D nel mezzo con un dente e sporgente per impedire alla chiavarda

H}. H.

di girare mentre si chiudono i dadi. Da una tal disposizione risulta che, chiudendo il
dado inferiore E, si ssa il sedile B sul suo sostegno A senza far girare la chiavarda
e senza agire sul cappello C, il quale chiudesi poi a volont chiudendo il dado E.
Chiavarde a. doppia. vite. - Un tal sistema ordinariamente impiegato pei
focolari delle locomotive, colle sue armature T poste nella parte superiore. Le chiavarde
sono invitate nella spessezza della lastra di rame G, che forma il piano superiore del
focolare vicino alla testa A', e portano pure la vite allaltra estremit, nella quale

Fig. 15.

viene invitato un altro dado C, che si chiude sulla parete esterna.


Chiavarde scorrevoli. - Nella composizione delle macchine vi sono delle chia
varde, le quali pel loro ufficio debbono essere facilmente cambiate di posto colle parti
delle macchine stesse che esse collegano, come i sostegni dei torni scorrevoli e simili.
Le parti A della macchina, nelle quali queste chiavarde si debbono muovere, sono so
venti tagliate a scanalature pi o meno lunghe, le quali, ritenendo la testa rettango

Fig. 06.

lare B, lasciano il passaggio al corpo della chiavarda, il quale pu scorrere nel corpo A
e poi chiudersi a volont mediante il dado D contro la lastra E quando la parte, cui
la chiavarda destinata a tener ferma, al posto voluto.
Ghiavarde a gancio. - Questo genere di chiavarde viene impiegato tutte le
volte che si ha bisogno di sospendere sotto un piano un altro corpo qualunque, come
per ssare le palette delle ruote idrauliche ai loro bracci, quando sono in ferro come
nei battelli a vapore. Essa si compone del corpo A rettangolare uncinato inferiormente
per ritenere la lastra B contro il corpo 0 e cilindrico superiormente, dove la chiavarda
passa nel corpo 0. Su questo sta la rosetta D onde il dado E si possa chiudere senza che

eserciti attrito contro la lastra C, come gisidisse superiormente.

m. 41.

'

Ghiavarde a testa emisferica o a goccia. di sevo. - Questa chiavarda,


pi economica di quelle colla testa esagonale, viene soventi usata per ssare i co
perchi dei cilindri a vapore, o quelli delle valvole a cassetto. La Fig. 17 fa vedere
come simpedisca al corpo A della chiavarda di girare mentre si chiude il dado B

mediante il dente e, il quale posto in unapposita incavatura praticata nella lastra


C. Un tal sistema, presentando una maggior regolarit. nella parte superiore della testa,
si adatta ottimamente quando la supercie va soggetta ad esser bagnata. dallacq un,
potendo con questa disposizione mediante una buona coloritura preservarla completa

Fig. 4: ._ Il).

mente dallossidazione.
'
.
Chiavarde a orecchiette. - Queste chiavarde sono impiegate come viti di
pressione per collegare le parti di alcuni apparecchi, sui quali non si deve esercitare
una gran forza, e che si debbono muovere soventi, il che si fa sempre a. mano e senza
usare strumenti di sorta, potendosi colle dita prendere il dado B e chiuderlo a piaci

mento. La parte inferiore 0 a occhietto si adatta in altri ganci od al corpo di altre


chiavarde, secondo le varie circostanze. Oltre a questi si costruisce uninnit daltri

sistemi di chiavarde, che il giovane meccanico potr facilmente studiare osservando


le varie macchine, che si muovono nelle ofcine degli stabilimenti industriali.
Si disegnino per esercizio le chiaoarde descritte superiormente: Fig. 12 a 19.

REGOLE E FORMOLE PRATICHE.

i39. Le viti sono moltissimo usate nella costruzione delle macchine, sia come mezzo di
chiusura 0 di collegamento, ed allora chiamansi chiavarde, sia come organo mobile

(N' 18 e 79). Perci si desidera da lungo tempo, che a maggior comodit dei costruttori si
adottasse un-sistema uniforme_in tutta lItalia per le dimensioni a darsi loro, secondo gli usi
pi comuni; che ne risulterebbe una grande economia non solo nella costruzione,ma nella

157

riparazione delle stesse. In Inghilterra questo scopo si gi raggiunto in


gran parte, merce lintervento dellabile costruttore G. Witworth di Man-

"T"

chester, che no dal 1841 present uninteressante memoria allIstituto

degli Ingegneri civili, alla quale un pure una tavola delle dimensioni prin

cipali da assegnarsi alle varie specie di viti, che furono adottate da pa- '
recchie Societ industriali.

Il Witwrth si specialmente occupato a determinare il passo, la spessezza


e la forma del pane delle viti in rapporto del diametro. Egli cerc di stabi
lire proporzioni tali, che, conservando al pane la potenza necessaria, pre
sentasse nello stesso tempo la maggior solidit e potesse servire tanto
per la ghisa quanto pel ferro. Le proporzioni stabilite da questo esperimen-

:
'

tato meccanim sono in generale quelle adottate nella pratica da quasi


tutti i costruttori dInghilterra, della Francia e della Germania.

Fis- 424.

LArmengaud d le seguenti regole, che per la loro semplicit sono assai comode
nell'uso e non si allontanano da quelle del su citato autore.

Viti a pane triangolare. - Cercando di stabilire nella costruzione delle viti le mi


gliori condizioni possibili di solidit e durata, si avr riguardo specialmente: 1 al diametro,
2 al passo, 3' alla spessezza del pane, 4 al diametro del nocciolo.
Diametro della vite. - Per fissare il diametro duna vite bisogna conoscere almeno .
approssimativamente lo sforzo, a cui deve essere sottoposta, al quale si deve aggiungere il

modulo di sicurezza corrispondente a quello del ferro, onde non si possa rompere per lo
sforzo di trazione, n curvarsi nella chiusura, e si calcola il suo diametro colla formale

d,_ Px400 ovvero d .:1% V P : l,ll /nella quale


'
d rappresenta il diametro del
"
81
cilindro in millimetri e P il peso o la pressione totale sulla sezione in Chilogrammi (l).
Regola pratica. - Perci si avr che il diamelro del cilindro esterno d'una vite o
duna chiavarda uguale a 10/, della radice quadrata dal peso totale in Chilogrammi, preri
dendo le unit della radice per millimetri (Fig 124).
Esempio. - Qual sar il diametro da darsi a 6 viti, che debbano fissare il

coperchio d'un cilindro a vapore, nel quale la pressione totale ed eil'ettiva e di 2460 Cg.?
Soluz. Dividasi 2460 per 6 e si avr la pressione sopportate da una, ed impiegando
la formula superiore si avr d:% x I/l: mill. 22,5 per diametro.
-

> Passo del

ano o Filetto. -- Avuto il diametro, il passo si calcola colla seguente

formola p : 0,0 x22,5 + i : millim. 2,8.

Regola pratica. - Il passo della vite uguale a _8/100 del diametro della vite pi
I millimetro.

Esempio. - Quale sar laltezza del passo nella vite dellesempio antecedente di
millimetri 22,5 di diametro?
Soluz. Si avr p :0,08x22,5 + I :millim. 2,8.
Profondit del pane. - Secondo il citato autore Witworth segnando con a questa
altezza si avr a:%o ovvero a:%o X 2,8:1,74, ovvero I millim. e 3/4 per la vite
del problema antecedente.
Diametro del nocciolo. -- Il diametro del nocciolo si deduce naturalmente dalla
lormola indicandolo con 11', cio d : d - 2h, vale a dire sottraendo il doppio dellaltezza
del pane dal diametro esteriore.
Esempio. - Qual sar il diametro d' del nocciolo nellesempio antecedente?

Soluz. Si avr.d' : 22,5 - (2xl,77) : millim. 18,96.


Con queste l'ormole si calcolato la seguente tabella per diametri di 5 a 80 millimetri.

(4) Per maeslma sicurezza si considerato Chilogrummi l,03 per millimetro quadrato.

158
TABELLA DELLE PROPORZIONI DA DARSI ALLE VITI ED ALLE CHIAVARDE
A FILETTO 0 PANE TBIANGOLABE.

__

o. .Hensfre.m,-,_r_

,.

DIAMETRO

reso

russo

ruoronnrrl

DIA_METRO

esteriore in

o pressione

del pane in

del pane

_m"" """"

.
m1llim.

.
.
1n Ch11g.

. .
millim.

.
. .
m m1111m.

chiavarde in fondo
a, mmc

9
d'una lunghezza

1,

d,

di 100 millim.

20
45
81
126

1,4
1,6
1,8
2,0

0,8
1,0
1,1
1,3

15

182

2,2

17

243

2,4

20

324

22,5
25
30
35
40
45

410
506
729
992
1296
1640

.E

50

"

55
60
65

delle _, ire 3,,

3,2
5,5
7,7
9,9

71,4
62,5
55,5
50,0

1,4

12,2

45,4

1,5

14,5

41,6

2,6

1,6

16,7

38,4

2,8
3,0
3,4
3,8
4,2
4,6

1,8
1,9
2,1
2,4
2,6
2,9

19,0
21,2
25,7
30,2
34,7
39,2

35,7
33,3
29,4
26,3
23,8
21,7

2025

5,0

3,2

43,7

20,0

2450
2916
3422

5,4
5,8
6,2

3,5
3,8
4,1

48
52,4
56,8

18,5
17,2
16,1

70
75

3969
4556

6,6
7,0

4,4
4,7

61,1
65,5

15,1
14,2

80

5184

7,4

5,0

69,9

13,5

7,5
10
12,5

l
1

NUMERO

Dadi. - Nei dadi si debbono considerare il numero e la di


sposizione delle faccio; perci si dicono dadi a quattro, a cinque, a sei
e ad otto faccie, dadi torniti, sagomati ed a cappella, secondo i siti ed

F. V

(
_"_

_ __

il genere di lavori, in cui vengono impiegati (Fig. 125).


Proporzioni dei dadi. - Soventi si d ai dadi a sei faccia la
forma dun esagono regolare di diametro doppio di quello delle chia
varde corrispondenti, ma tale proporzione li fa deboli per le piccole
dimensioni e troppo massicci per le grandi. Infatti per una chiavarda
di 5 centimetri il diametro esteriore del dado da angolo ad angolo
sarebbe di 10 millimetri, e la spessezza tra il lato e la parte, che

portala chiocciola, sarebbe troppo piccola, mentre per una chiavarda


di50 millimetri il diametro del dado essendo di 100 millimetri, vi

Fis- 125sarebbe una spessezza di 18 millimetri tra i lati del dado e la parte,
che porta il letto, spessezza troppo grande per la forza della chiavarda. Per evitare di
impiegare materia inutile si potr determinare colla seguente formula: D :1,4 d + 5 mill.

nella quale D esprime il diametro del circolo inscritto nellesagono in millimetri, e d


rappresenta, come nelle altre, il diametro esteriore della chiavarda pure in millimetri;
perci si avr la seguente
Regola pratica. - Il diametro del circolo inscritto nel dado esagonale uguale di
prodotto del diametro dell'asta per 1,1 aumentato di 5 millimetri.
Esempio. -- Qual sar il diametro del circolo inscritto in un dado esagonale per
una chiavarda, il corpo della quale di millimetri 22,5?
Soluz. lmpiegando la formula superiore si avr D :1,4x22,5 + 5 : millimetri 36,5.
Ma nel disegno pi facile tracciare un esagono, conoscendo il lato od il raggio del
circolo circoscritto, che quando si ha il diametro del circolo inscritto, perci si potr im
piegare la farmela seguente, rammentandosi che il rapporto fra i due diametri di 1000 a
866, e che D' : Dx1000/w : (1,1 d + 5) 1,15, ossia il diametro D' del circolo circoscritto

uguale a quella del circolo inscritto moltiplicato per 1,15.

159
Se il dado fosse quadrato, il che accade raramente nelle buone costruzioni, il diametro
D del circolo inscritto sarebbe uguale al lato del quadrato, onde si avr D=36,5x1,15:42
millimetri.
Altezza 0 spessezza dei dadi. - Laltezza 11 del dado o della testa della chiavarda
una condizione essenziale nella costruzione; in Inghilterra ed in Francia, ove _si sono
fatte un gran numero di esperienze per ridurre nch fosse possibile le dimensioni delle
varie parti delle macchine, si riconosciuto che, se laltezza del dado uguale alla met
del diametro della chiavarda, la vite resiste sempre pi allo sforzo che il suo corpo stesso;
ed solamente quando laltezza e solo 'la del diametro che la vite cede prima del corpo
od asta della chiavarda. Ci prova Iinutilit di dare al dado una spessezza od altezza
considerevole, eccetto il caso che venga applicato ad organi in moto ove sia suscettibile a

provare delle vibrazioni.


In generale si faccia l'altezza II uguale al diametro stesso dell'asta della chiavarda,
e nelle circostanze ordinarie pu farsi Il :t,2 a 1,411; e meglio per mettere due dadi di
minor altezza, che sono meno soggetti a schiudersi.

Proporzioni della testa delle chiavarda. - Per non moltiplicar troppo le


chiavi bene fare la testa della chiavarda della stessa forma e dello stesso diametro del
suo dado; perci per la forma esagonale si avranno le seguenti proporzioni:
D =l,4d + 5 e D'=Dxl,l5.

Si pu tenere la stessa proporzione per le teste di forma quadrata, ed il diametro D


sar uguale al lato del quadrato.
Per laltezza 11' della testa della chiavarda baster farla uguale alla met del diametro
.
.
D
.
c1rcoscnlto, e sar allora II:--. In conformit delle esposte regole venne calcolata la
2
seguente

TABELLA DELLE mmsrvsrom PRINCIPALI DELLE CHILVAHD! E mm


A PANE TBIANGOLARE.

DIM]ITRO
- e, 8
chiavarda
in
.

mm A SEI FACCIE
Diametro del circolo
_
inscritto
circoscritto

ALTEZZA
del dado
i
millillnetri

NUMERO
delle
s ire nena
paltezza

Tgas; A
;
,
chiavarda,
altezza. in_ l

millimetri

in millimetri

in millimetri

5
7,5
10
12,5

12
15
19
22

13,7
17
22
20

5
7,5
10
12,5

3,6
4,7
5,5
6,2

6
7,5
9,5
11

mllllmetrl \

|;

15
17,5
20
22,5

1
i
1

26
29
33
36

35
36
38
42

15
17,5
20
22,5

6,8
7,3
7,7
8,0

13
14,5
16,5
18

25
30
35

i
3

40
47
54

46
54
62

25
30
35

8,3
8,6
9,2

20
23,5
27

45
40

l,

50
55

l
l

68
61
75
82

78
70
86
94

45
40
50
55

9,8
9,5
10,0
10,1

34
30,5
37,5
41

60

89

102

60

10,3

44,5

96
103
110
117

110
118
126
134

65
70
'75
80

10,5
10,6
10,7
10,8

48
51,5
55,0
58,5

,
l

65
70
'75
80

Proporzioni delle Viti a pane quadrangolare. - Anche per


le viti a pane quadrangolare ci pare, che le proporzioni assegnate dal
citato Witworth siano le migliori tanto pel passo quanto per la pro

porzione del pane.


Passo e proporzioni del pane. - Per formare un passo di
vite conveniente, il quale presenti la resistenza necessaria senza es

sere suscettibile di schiudersi nellapplicazione, il precitato costrut


tore da la seguente i'ormola: p : 0,09d+2 millimetri (Fig. 126).

Regola pratica. -- Il passo uguale a 8/100 del diametro aumen


tato di 2 millimetri. Quando la vite e dello stesso metallo del dado, il
passo si divide naturalmente in due parti, una saliente e laltra in
cavala, e la spessezza del pane si ha dalla formula s : 1[i]! ovvero

Fig. 126.

6:0,045d +1.

La profondit a del pane, un po' meno che la met del passo, uguale a 19120 della
spessezza ossia a 219/40 8.
Dimensioni dei dadi. - Le regole seguite poi dadi a pane triangolare non si
possono applicare a quelli a pane quadrato, per la loro struttura stessa questi non rap
presentando a passo uguale che la met della resistenza dei primi, ed in conseguenza di

questa considerazione si dovrebbe dare ad essi unaltezza doppia dei primi; ma tali pro
porzioni sono inusitate nella pratica.

L'Armenga_ud cercando direttamente la resistenza dei pani prendendo per base lo sforzo,
a cui il corpo della chiavarda sottoposto, ha trovato la seguente formola: d I I, I/ P, e

che in pratica laltezza del dada deve comprendere dodici pani circa, ovvero
H : l,08 d + 24 millimetri.
Una tale altezza data alla somma dei pani considerati secondo la loro posizione da una
resistenza uguale al corpo della chiavarda.

Il diametro del dado calcolato come quello della vite a pane triangolare:
sia D:l,ld+5, D'Il,15D.
Le su espresse proporzioni si possono riassumere nella seguente
TABELLA DELLE DIMENSIONI DELLE VITI, CHIAVARDE E DADI
A PANE QUADRATO.

l
l1

DIAMETRO
in

- .

PEOSO
-

p
-

PASSI
in

. presa-10mm

mlllmet

Ch110g"

20
25
30
35
40
45
50
55
60
65
70
75
80
85
90
95
100
105
110
115
120

324
506
729
992
1296
1640
2025
2450
2916
3422
3969
4556
5184
5852
6561
7300
8100
8930
9801
10712
11664

74
NULIBRO
delle
ne a

- -

PROFONDIT

ALTEZZA

SPESSEZZA

lunghezza

e o

in

in

etto

in

m"" di 100m111. millimetri millimetri millimetri


3,80
4.25
4,70
5,15
5,60
6,05
6,50
6,95
7,40
7,85
8,30
8,75
9,20
9,65
10,10
10,55
11,00
11,45
11,90
12,35
12,80

26,31
,52
21,27
19,41
17,85
16,52
15,38
14,38
13,51
12,73
12,04
11,42
10,86
10,36
9,90
9,47
9,09
8,73
8,40
8,09
7,81

1,80
2,02
2,23
2,45
2,66
2,87
3,19
3,30
3,51
3,73
3,94
4,16
4,37
4,58
4,80
5,01
5,22
5,44
5,65
5,87
6,08
-

45,6
51
56,4
61,8
67,2
72,6
78
83,4
88,8
94,2
99,6
105
110,4
1158
121,2
126,6
132
137,4
142,8
148,2
153,6
__A

1,90
2,12
2,35
2,57
2,80
3,02
3,25
3,47
3,70
3,92
4,15
4,37
4,60
4,82
5,05
5,27
5,50
5,72
5,95
6,17
6,40
_"

,
:
,:
l

161
Il signor Redtenbacher nella sua raccolta di formole d le seguenti per la determina
zione delle viti e dei dadi: .
3___
Pertl_e vitil
gdl/gt/P;n:t/d8+it58d;d,z n-2
n
papane mango are (D'205+L4d; h% DI:033+0,911.

._

3__

4,

_
n-t

Per le viti
a pane quadrangolare

d:/9VP; 1::1/1l/48+168d;d,:

d
7

D,:O,5+t,4d; h:D,:0,5+t,4d;
delle quali si chiama P lo sforzo in Chilg., che agisce su ciascun centim. quadrato di se
zione della chiavarda; d il diametro della chiavarda; d il diametro del nocciolo della

vite; 0' il diametro del cilindro cavo, che contiene la chiocciola; h laltezza del dado; n
il numero dei pani della vite su duna lunghezza 11, e ritenendo che il carico per ogni
centimetro di sezione sia uguale a 103 Chilogr., ossia di 1,03 per mill. quadr. (pag. 157).
Per maggior comodit e speditezza nella costruzione delle macchine alcuni autori
hanno cercato di stabilire delle dimensioni proporzionali tra le varie parti degli organi
meccanici prendendo una parte per unit; e noi le esponiamo ai nostri lettori.

Dimensioni proporzionali. - Tanto le chiavarde quanto i dadi essendo sempre in


ferro, se chiamasi 1 il diametro del corpo, si avr per dimensioni proporzionali delle altre
parti, secondo Julh'en:
.
,

essezza . . . . .
i Testa e dado quadrato i SDiagonale
del quadrato
.
,
2 Testa e dado esagono

100
2;%6

S essezza .
. . . . . . i 00
Diametro del circolo circoscritto 2100.

140. Viti da. legno. - Si chiamano viti da legno quelle, che si adoperano

TAV. V.
Flg. t a 8.

come le chiavarde per riunire due pezzi di legno fra loro, ovvero un pezzo
di legno con una lastra metallica, colla differenza, che queste non hanno
dadi, ma sintroducono in un foro appositamente preparato un po minore
del loro diametro. Esse portano un letto tagliente, epperci preparansi da
s stesse la chiocciola. Si fabbricano da manifatture apposite, le quali non
si occupano daltri lavori, e perci, oltre a fabbricarle con molta perfezione,
le fanno ad un tenuissimo prezzo. Quella dei sigg. Japg e Beaneowrt in
Francia lavora da pi dun secolo quasi allo stesso prezzo del metallo.
Delle viti di grossezza ordinaria se ne distinguono due forme principali, cio

quelle a testa o eapocchia piatta e quelle a eapoechia emisferiea od a goccia di sera.


A queste si potrebbero aggiungere le grandi viti da corazza, dette dai francesi tire

fonds, di cui la testa prende varie forme e lunghezze secondo le circostanze, e le


viti a martello.
La forma del pane delle viti da legno ordinaria generata da un triangolo scaleno.
la cui base quasi i quattro decimi del passo, e langolo al vertice di 50 gradi circa.

La perpendicolare' abbassata dal vertice sulla base la diyide in due parti ineguali,
che stanno fra loro come l a 2; la parte minore posta verso la testa, e la maggiore
verso laltra estremit. Per le varie qualit viene modicata soventi la costruzione
secondo luso. cui sono destinate le viti stesse.

1 Problema. - Disegnare una vite da legno essendo dato il diametro AB.


Solaz. Condotto lasse 000 e ssato il diametro della vite, lo si divider in sette parti
uguali, delle quali cinque formeranno il diametro del nocciolo, e le altre due laggetto

Fig. 4 e 2.

del pane; poi, per maggior facilit, si porter. un certo numero di parti uguali al
settimo de diametro a lungo l'asse 00', quindi sinnalzeranno dai varii punti a, o,
o, 6 e 7 altrettante linee, che incontrando quelle orizzontali daranno una seme di punti

per far poi passare a mano il prolo e contorno del pane, come si operato per la
costruzione delle altre viti, Tav. III e IV.

2 Problema. - Disegnare una vite da legno colla capoeehia piana.


Solaz. Traccisi lasse della vite 00', indi la parte cilindrica A, che non deve por
tare il pane, poi la capocchia a cono tronco C, e nalmente la parte lettata B al

quanto conica verso lestremit. Si traccier il letto seguendo la re ola del problema
antecedente, formando il taglio f per potere per=mezzo del cacciaviti arla girare, tanto
per introdurla nel foro, quanto per estrarla. Il nostro disegno in iscala doppia del
naturale, onde il giovane meccanico possa bene comprendere la forma della vite.

21

Fig. 8.

162
TAV. V.
Fig. 4.

3 Problema. - Dice niri lo spaesato di due pezzi di legno uniti per mezzo di due
piti _dta legno colla capoeo in a goccia di seno, nel quale si regga il foro, da cui e tolta
la m e.
Solaz. Se nata la spessezza dei due pezzi da riunirsi A e B si segneranno gli assi

00', O"O"',

05, poi operando come nel problema antecedente si otterr un numero

sufciente di punti per disegnare le viti, avvertendo, come si disse per le chiavarde,

Fig. 5.

che qualche volta mettesi sotto la testa della vite una rosetta in ferro g, e che per
disegnare lo spaccato del foro C si disegneranno le spire in senso contrario a quelle
della vite, come si fatto per le chioccmle.
4 Problema. - Disegnare l'unione di due pezzi di legno mediante una vite da legno
con capoeehia piatta.
Solaz. Determinata la spessezza dei due legni D ed E e lasse A0 della vite, si
determiner la grossezza di questa ssando la spessez_za della testa e la lunghezza della
parte lettata, e poi si disegner come nei problemi antecedenti.

Fig. 6.

5 Problema. - Dise nare due viti a testa piatta, le quali riten ano una lastra
d'impiallaeeiatura (blinda di ferro su dun pezzo di legno colla re ativa proiezione
orizzontale.

Soluz. Determinata la spessezza della lastra F e del pezzo di legno B, su cui si


vuole ssarla, si traccicranno gli assi delle viti C ed E e del foro D, por, operando
come nei problemi antecedenti, si disegneranno le viti ed il foro.

Fig. 1.

Si far la proiezione orizzontale ab assando da ciascuna vite il diametro della


testa FF' ed indicandone mediante due linee parallele il taglio f.
6 Problema. - Disegnare una grande vite da legno o tire-fond.
Solaz. Determinato lasse, il diametro e la lun bozza della vite, dopo aver dise

gnate le altre sar facile a disegnare anche ques a. La capocchia sormontata da


un prisma quadrangolare, per oterla chiudere colla chiave inglese invece del cac
ciavite, col quale non si potreb e esercitare che pochissima forza, mentre colla prima,

che ha un braccio di leva maggiore, la forza esercitata anche maggiore.

TABELL DELLE DXMENSIONI DELLE VITI DA LEGNO A TESTA SCHIACCIATL ED EMISFERICA,


SERIE DELLA MANIFATTURA DEI FRATELLI JAPY.

.r..

l o

DIAMETRO

l-1

del corpo

, E
2

10
r 11
I 12
13
1 14
15
16
. 17
i 18
19
2)
21
1 22
23
24
25
26
27
, 28
,29
30

_._

-;

/T_,\\
passo

schiacciata

. ..-__

TIPI

emisferica

delle lunghezze
in millimelril

M\

/w\

esleriore interiore

diametro

altezza

diamelro

altezza

milllm.

millim.

millim.

millim.

milllm.

millim.

milllm.

1,5
1,6
1,8
1,9
2,1
2,4
2,7
2,95
3,3
3,7
4,1
4,6
5,1
5,6
6,2
6,9
7,6
8,4
9,1
10,0
10,8

0,8
1,1
1,1
1,4
1,4
1,5
1,5
1,9
2,4
2,4
2,8
3,0
3,7
4,0
4,3
4,6
4,8
5,7
6,1
7,0
7,0

0,6
0,8
0,8
0,9
1,0
1,0
1,25
1,4
1,4
1,5
1,7
1,8
2,2
2,4
2,65
3,05
3,05
3,45
3,45
3,75
3,75

3,4
3,5
3,7
4,0
4,3
5,2
5,7
6,0
7,0
8,2
9,0
9,8
11,0
12,8
13,5
15,0
16,5
18,0
20,0
21,0
22,5

0,9
1,0
1,0
1.0
1,2
1,4
1,6
1,8
1,8
2,4
2,6
2,8
3,0
3,6
3,9
4,2
4.6
5,0
5,5
5,6
6,0

3,0
3,2
3,7
4,0
4,3
4,6
5,2
5,7
7,0
8,0
8,5
10,0
10,7
12,0
13,0
14,0
15,5
17,5
19,0
20,0
22,0

1,4
1,6
1,8
2,0
2,2
2,4
2,6
2,8
2,8
3,8
3,8
4,2
4,8
4,8
5,3
6,5
6,5
6,0
7,0
.7,0
8,5

i
'

5, 7 e 10.
5, 7, 10 e 13
5, 7, 10, 13 e 15.
5, 7, 10, 13, 15 e 17.
5, 7, 10, 13, 15, 17 e 20.
5 a 17, 20, 25 e 30.
5 a 17, 20 a 35.
5 a 17, 20 8. 40.
5 a 17, 20 a 45.
5 8, 17, 20 a 50.
10 a 17, 20, 55 e 60.
13 a 17, 20, 60 e 70.
20 a 70, 80, 90 e 100.
20 a 70, 80, 90 e 100.
25 a 70, 80, 90 e 100.
35 a 70, 80, 90 e 100.
40 a 70, 80, 90 e 100.
40 a 70, &l, 90 e 100.
45 a 70, 80, 90 e 100.
50 a 70, 80, 90, 100 e 110. ,
50 a 70, 80, 90, 100 e 110. \

163
141. Viti a. martello. - Si chiamano citi a martello una specie di viti da legno,
aventi un pane di forma particolare, la cui sezione quasi un triangolo rettangolo,
la quale permette che si piantino nel legno come i chiodi, invece di far uso del cac
ciaviti, che si deve per usare per estrarle. La lunghezza di tali viti non pu oltre
passare i tre o quattro centimetri.

TAV. 1.
Fig_ 9_

Non avendo avuto altro scopo nel porre la vite da legno nella nostra tavola che quello
di presentare ai nostri alunni disegnatori un esercizio, onde apprendano a disegnarle,
stante la continua necessit, che si ha di doverle rappresentare nei disegni di costruzione
per il grande uso, che se ne fa, crediamo inutile lestenderci oltre, non dovendoci occupare
della loro costruzione nelle ollcine, stantech si traggono a bassissimo prezzo dalle fab
briche,che non si occupano daltro, come si disse superiormente, ed hanno ollicine con

apposite macchine (1).

ARTICOLO IV.
Madreviti.

142. Madrevlte. - Dicesi madrem'te ed ancheliera (2) uno strumento,


che serve ad intagliare il pane delle viti su cilindri in ferro ed in ottone od
altro metallo appositamente preparati.

FI- 9 e 49

Si distinguono due specie di liere, e sono quelle semplici e quelle doppie od a

cuscinetti. La liera semplice non altro che una piastra dacciaio temperato con due
o tre o pi buchi, sulla supercie dei quali scolpito il letto, che serve a tagliare
il pane sui cilindri, che vi sintroducono, e soventi si trovano due o tre tagli nel con

torno del foro per lasciar passare i ritagli di ferro formati nello scolpirsi della vite; ma
questa non serve che per viti di piccolissima dimensione, e di pi ha il difetto di
far rompere qualche volta la vite prima che sia terminata.
143. Filiere doppio cd a. cuscinetti. - Di queste liere ve ne sono varii
sistemi con due o tre cuscinetti or mobili, or ssi. La. liera ordinaria o a due cusci

netti quella, che pi. in uso e che trovasi pressoch in quasi tutto le ofcine e
grandi e piccole, perch riunisce maggiori vantaggi nella pratica.
Madrevlte a. due cuscinetti. - Quella, che noi presentiamo, ci parve riunire Fis- 40, H. H bis

i maggiori vantaggi, che nella pratica ed in questo genere di liere si possano avere.
' La Fig. 10 ci fa vedere, che i cuscinetti a a' sono guidati da unincanalatura, in cui
scorrono, e regolati da due viti di pressione d d' in una direzione perpendicolare
allasse dei due bracci B e B, che nella Fig. 10 sono tronchi per economia di spazio,

ma che si vedono nella. Fig. 11, particolarmente il braccio B', che intiero. Questa
disposizione permette di avere il cilindro da formarne la vite sempre nel centro dello
strumento, condizione essenziale per la buona riuscita del lavoro. I cuscinetti quali
si trovano nella Fig. 12 sono nella disposizione, che debbono avere negli ultimi colpi
per terminare la vite. La Fig. 12 una sezione verticale fatta sugli assi delle viti di
pressione, supponendo una vite F sottomessa allazione dei cuscinetti nella seconda

volta, che si ripassa. La Fig. 11 bis fa vedere linterno del corpo della liera. e la di
sposizione della scanalatura b, nella quale si adatta la linguetta e dei cuscinetti.
Da questa sezione si scorge pure, che la scanalatura inferiore non continua su tutta

la lunghezza, ma interrotta quanto la lunghezza dei cuscinetti per poterli togliere


e cambiare. La Fig. 11 una sezione fatta seguendo la linea 5-6 nel mezzo del corpo A
della liera.

(i) Mediante i sistemi del signor Sloan americano una donna operaia basta per guidare 20 di queste macchine
utensili, le quali producono in media trenta grosse di l viti, che si vendono in ragione di lire t,t5 al Cliilg.
(2) Non si deve confondere la trala colla filiera: quella serve a ridurre i metalli in li, mentre questa serve
ad intagliare il letto sul cilindro, su cui vuolsi fare la vite.

.-.- I Q. - _--..-,-s_-,,_

164
TAV. V.

.
Da queste varie Figure appare, che il carattere particolare delle liere risiede nella

disposizione stessa dei cuscinetti, che si schiudono egualmente, ciascuno per mezzo
di una vite di pressione d a testa rotonda, ed il cui asse perpendicolare a quello
dei bracci B. Questa disposizione ha il vantaggio di rendere il corpo ed i bracci per
fettamente solidari e fucinati nello stesso pezzo, oltre alla forma graziosa e perfetta
mente simmetrica in guisa, che il suo centro di gravit corrisponde perfettamente al

centro della gura. I cuscinetti, oltre della scanalatura per far uscire il ferro tagliate
dal cilindro, sono ancora tagliati obliquamente, perch presentino un angolo acuto e

tagliente al cilindro da lettare. Questo sistema, oltre allessere solido, esige pochissima
cura e pu facilmente ripararsi dai guasti prodotti nelluso.

m. o, 11 = 12.

Prqblema._ - Diseynare una )lliera_ a due cuscinetti con una sezione, che passa per
le viti di premono, e unaltra per manici.
Salate. La costruzione del disc no 'uon presenta alcuna diicolt, bastando con
durre due assi perpendicolari 09' e 0 0', fissare a destra e sinistra di questi due distanze
uguali ai raggi dei due bracci e delle chiocciole, in cui si debbono muovere le due
Viti di pressione; poi, trasportando le altre misure indicate dalle quote segnate sul

disegno, sar facile compire 11 tutto. Lo stesso si operer per le sezwni (Fig. 11 e 12).

su. 15, 14 e 15.

Madrevite ordinaria inglese. - La madrevite ordinaria inglese duna costru


zione molto economica e pu, per ragione della sua semplicit, rendere importanti servigi

nelle ofcine applicandola no ad un certo limite. 1 cuscinetti a sono adattati con iscana
latura a coda di rondine in quella praticata nellinterno del corpo A, il quale fuci
nato colle due braccia B; un rigonamento cilindrico b stato praticato su dun lato

per ricevere una vite di pressione c; i piani inclinati della coda di rondine sono soppressi
allestremit il per introdurre od estrarre icuscinetti. Questo sistema ha linconveniente

di non conservare il centro dapertura dei due cuscinetti nel centro dellaigura dello
strumento quando si avvicinano ovvero si aprono, cosi pure di tendere a rovesciarsi quando
si opera: inconvenienti, che impediscono di usarlo in grande estensione.
Fig. 15, N e 16.

Problema. - Dise_qnare una madrevite ordinaria inglese.


Soluz. Fissata la linea 1-2, che passa per lasse della vite di pressione. se ne con

durr una seconda, che faccia con essa un angolo di 29_gradiz nesta dar. la direzione
delle due braccia; portando la met della distanza indicata da la quota del disegno
sotto e sopra della retta 1-2, e conducendo due parallele, queste sseranno le altezze
del corpo A; innalzato poi due altre linee distanti fra loro 80 millim., si avr la lun

ghezza del corpo della madrevite se uendo le altre quote. oyvero costruendosi unap
posita scala e misurando le vane
nella Tavola. Si determiner. la
facendo correre le linee dal corpo
per la sezione longitudinale, Fig.
Fig. 16 e 17.

al re parti non quotate per non far troppa confusione


sezione trasversale (Fig. 15), operata sulla linea3-4
medesimo A della madrevite. Lo stesso si eseguir
14, fatta secondo la linea 1-2.

ladrevite a tre cuscinetti. - Un nuovo sistema di madrevite a tre cuscinetti


quello rappresentato dalle Figure 16 e 17. Noi labbiamo rappresentata in piano colla
Figura 16 ed in sezione secondo lasse dei due manici BB'. Essa si compone di tre cusci
netti, di cui uno a sso ed aggiustato nel corpo A dellistrumento, il quale, come nelle
liere ordinarie, e lucinato in un sol pezzo colle due braccia BB'. 1 due altri cuscinetti

4' ed a sono mobili, cio si possono avvicinare od allontanare dal primo per mezzo dun
doppio cuneo di ferro b, che termina_da una parte filettata in un dado c, le cui faccio sono
numerate, alline dindicare la quantit, di cui si deve far girare allorquando si vuol chiu

dere il cuneo. Le due parti oblique di questultimo non sono ugualmente inclinate a causa
della ditlerente posizione dei due cuscinetti, i quali debbono contemporaneamente essere
della stessa quantit. Tutto lapparato coperto da una lastra di ferro d traforata nel
suo centro da unapertura elittica e tenuta ssa per mezzo di tre piccole viti v, v, 1). Con
questo sistema, che il suo inventore Witworth chiam guidestock, si pu lettare delle
viti e delle chiavarde tanto bene quanto colle macchine da lettare. l pani riescono nitidi,

molto regolari e perfettamente tagliati, senza sbavature nel metallo. I cuscinetti sono
formati da una madre di profondit doppia di quella della vite e dun diametro maggiore
di quello del cilindro da lettare, ci che produce unazione molto vantaggiosa dal prin
cipio fino al fine delloperazione, evitando cos glinconvenienti degli altri sistemi. Quando
sincomincia a lettare il cuscinetto fisso serve di guida e dappoggio pel due altri che si
tagliano,e perci questi due primi sono differenti per la loro forma e direzione.

165
Maschio da vite. .- Il maschio da vite, chiamato dai francesi tureud, un utensile

dacciaio temperato avente la forma duna vite alquanto conica tagliata con tre o quattro
sezioni parallele allasse ovvero a spire allungate e pi profonde che il letto, in guisa da
produrre un gran numero di spigoli acuti per tagliare il metallo, incavando unelica simile
a quella dellutensile, e produrre cosi il pane nel dado della vite. Dall'esattezza di questo

primopanc dipender quella del dado, che si costruisce. Quello rappresentato dalla Fig. 19
serve specialmente per fare i cuscinetti per le madreviti, e perci va costrutto in buon
acciaio non temperato, e dopo la sua costruzione viene temperato per renderlo pi duro
ed atto al suo ufcio.

REGOLE PRATICHE.

H4. Proporzione delle Madreviti e dei Cuscinetti. - Dopo aver esposto i sistemi
di liere a due cuscinetti, che ci parvero i pi convenienti e da adottarsi nelle ollicine,

seguendo lArmengaud abbiamo cercato di stabilire delle proporzioni fra le diilerenti parti
di questo utensile, onde siano abbastanza solide pel lavoro, che debbono eseguire,ed evitare
che siano troppo massiccio e cagionino uno spreco inutile di materia. Le dimensioni dun
madrevite, secondo il citato autore, debbono essere determinate dal diametro del cilindro
e della vite da eseguirsi; ma, per non moltiplicare troppo gli utensili, generalmente si usa
che la stessa liera serva, mediante il cambiamento dei cuscinetti, almeno per tre viti di

diametro diverso. Perci per base del calcolo si prender sempre il diametro della maggior
vite, che si potr fare con detta liera. Chiamando d il diametro del cilindro, su cui si
vuol fare la vite, e rapportando tutte le dimensioni dello strumento]a questo diametro come
unit, dopo una lunga serie dosservazioni pratiche si stabilirono i seguenti valori:

1 Proporzione dei Cuscinetti:

Spessezza di ciascun cuscinetto, misurato nel senso dellaltezza dei pani


della vite, ovvero .

h : 0,65 J

Lunghezza nel senso delle viti di pressione . . . . .


Sporgenza della linguetta . ,.
Spessezza della medesima .' .
Larghezza dei cuscinetti . . .
La porzione della circonferenza abbracciata da ciascun cuscinetto si fa

p :0,86 d
g : 0,13 il
r:0,17 d
c : 0,10 d
in generale

uguale ad un arco di 90' a 100, d essendo il diametro della vite da costruirsi.

2 Proporzione del corpo e delle braccia della Madrevite:


6 T." 0,5 (l
Spessezza del corpo della cassa .
.
;: 0,7 d x 3 millim.
Diametro delle braccia vicino alla cassa .
.
Lunghezza delle braccia, o raggio della liera dal centro no

allestremit

L:l3,5d

La sezione s del corpo della cassa sar uguale almeno a


,

quella delle braccia e per conseguenza la larghezza l:%


\

ovvero rapportandosi d1rettamente


a d SI. avra,
Diametro della vite di pressione

. ..

. .

d
9 x2m,01)
I: .f (x2_(i
,e :0,06 4.

TAV. V.
th. l8 e III.

166
Esempio. - Quali saranno le proporzioni da darsi ad una liera, colla quale le viti
maggiori, che si possono fare, siano di 35 millimetri?

Soluz. Dalle proporzioni suesposte si avranno i seguenti dati:


1 Per i cuscinetti: h:23mm
2' Per la cassa e le braccia: e :17,5
b : 27m,5
L I 472mm

p : 30mm
0 : 38mm;

ti :

21mm

Seguendo le stesse norme si possono trovare le proporzioni convenienti delle filiere e

dei cuscinetti per qualunque diametro di vite dato.


Per maggior comodit dei costruttori, il cui tempo _ sempre prezioso, e per evitare ad

essi lincomodo del calcolo, abbiamo riunito nelle due seguenti Tabelle tutte le propor
zioni tanto delle liere quanto dei cuscinetti, conoscendo il diametro massimo del cilindro,
su cui si vuol fare la vite.

TABELLA RELATIVA ALLE DIMENSIONI DEI CUSCINETTI PER FORMARE


LE VITI E LE CHIAVABDE.

-_V W

dl|llel|lollllsiglo

_ _

larghezzaudel

i..llriitfuo di.iii.i.la
5

5,5

IL

altzza o spesppzm

lunghezza

.'..ii.i..l

l.iiiiif"

q)iinehsiioni dilingiietle a nervature

,.

65532132351? d,,,;",:;g,,,,,

3,2

1,3

1,6

6,5

2,5

13
17

2,6
3,2

3,3
4

16

22

10

11

15
20

16
22

10
13

25

27

30

33

19,5

26

4,6

5,8

35

38

23

30

5,2

6,8

40
45
50

44
45
55

26
29
32,5

34
38
42,5

6
6,4

7,5
8

TABELLA RELATIVA ALLE DIMENSIONI DELLE FILIERE PROPRIE PER FORMARE


LE VITI E LE CHIAVARDE.

1
I

1
11

il

diametro massimo lunghezza delle


diametro delle
spessezzl
larghezza del corpo diametro delle
del cilindri, che braccia del centro braccia vicino alle
del
all'angolo
viti di pressione
possono Ilettarsi
alle estremit
filiere
corpo della liera
11 apertura
dei cuscinetti

millimetri

millimetri

67

10
15
20
25

135
202
270
337

millimetri

6,5
10
13
17
20

millimetri

2,5

millimetri

9
13
18
23

6
9
12
15

5
7, 5
10
12,5

30

405

24

15

35

472

27

1 7,5

millimetri

27

18

31

21

40

540

31

20

36

24

45

607

34, 5

22 , 5

40

27

50

675

25

'

45

30

166
ARTICOLO V.

Guuturc di lastre fatte Icou \"Y.

145. Viti in forma. di Chiavarde. - Quando la lunghezza del fusto TAV. V bis
2, a, 4, 5,
delle chiavarde non eccede le tre a quattro volte il loro diametro, partico e,m.1, I,8,9,10,H.
larmente quando servono ad unire insieme lastre metalliche, allora si chia
mano comunemente nelluso, come si disse al N 138, semplicemente viti;

e si d il nome di china-verde a quelle, che hanno la lunghezza del corpo otto


0 dieci volte il diametro del fusto.

Forme varie delle Viti. -- Talvolta una delle loro estremit. ritenuta per mezzo
duna bietta, mentre l'altra lettata a vite munita di dado (Fig. 1, Tav. V bis). Altre
volte prendono forma, come le chiavarde, di doppio dado (Fig. 13, Tav. IV) colla die
renza che una delle loro estremit invita colla chiocciola fermata in uno dei pezzi da
congiungersi; a met della lunghezza del corpo trovasi una specie di rigonatura avente
la. forma di un dado rettangolare, la quale serve loro di testa, e dopo questa continua

il pane della vite come vedesi nella Fig. 2, Tav. V bis. Altre volte ancora prendono la
forma della Fig. 3 celle testa a segmento sferico; ovvero la lor testa ha la forma dun
cono tronco come la Fig. 4. In certi casi poi il corpo prismatico quadrangolare colla
testa pure quadrangolare, cogli spigoli superiori smussati, ovvero la parte del fusto,

che passa in una delle lastre metalliche da unirsi, ha la forma prismatica od alquanto
appiattita, come vedesi dalle Fig.6 e6 bis, ed poi ritenuta in un buco di forma. ret
tangolare per mezzo di due tasselli. In altre circostanze da ultimo la vite non
porta dado di sorta, ma solo la sua testa prende la forma d'un dado esagonale, e

trova la chiocciola in uno dei pezzi da unirsi come nelle Fig. 6 e '7; tale pure la vite

della Fig. 2.

f, 5:

Nel disegno, quando le viti sono in piccola scala, invece di delinearvi i pani a spire,
per maggior semplicit e speditezza si indicano come nella Fig. 8 mediante linee paral
lele alternate tanto nella loro grossezza quanto nella loro lunghezza.

146. Giunture fatte con Viti. - Nellimpiego ordinario delle viti per le
giunture delle lastre metalliche difcilmente esse vengono sottoposte a sforzi
laterali, cio a sforzi di scorrimento trasversale e di recisione, ma si solo a sforzi

di pressione: quindi a 560011d3.d6i casi si prenderanno speciali precauzioni,


dando alle parti da congiungersi forme particolari ed adattate alle circostanze.
La Fig. 9 rappresenta una giunture con risalto ed incastro a chiave, e la Fig. 10
unaltra con un disco riportato internamente; con questa ultima disposizione la vite
non pu essere soggetta ad alcuno sforzo laterale o di recisione, mentre il contrario

accadrebbe col primo sistema. Il metodo del disco riportato pu in molti casi essere
utileed a raccomandarsi per la sua semplicit e sicurezza. Il disco si fa di ferro bat
tuto, e si tornisce con diligenza; gli incavi, che devono riceverlo, si fanno attorno al

-.,>

foro per le viti, con che resta assicurata l'esattezza della sua posizione. Nelle grandi
di costruzioni il disco si fa anche di ghisa, anzi talvolta si sostituisce al disco una testa
vite, che resta di una forma intermedia. fra la testa e il dado della vite e guisa della Fig. 2.
Le giunture rappresentate dalle' Fig. 9 e 10 servono fra le altre cose a collegare nelle
ruote idrauliche alla corona delle ruote le razze, tra cui stanno le pale. La Fig. 11
rappresenta un altro sistema di giunture a coprigiunte iricastrate.
Pei collegamenti dei vasi di ghisa con pareti piane si usano frequentemente nerva
ture, in cui si fanno passare le viti. Nelle congiunzioni fatte in questo modo le viti

passano completamente dentro ai vasi, ovvero stanno met dentro e met. fuori, 0 intie

ramente fuori, come nella Fig. 12.


147. Biette e Congiunzioni con Biette. - Le bielle sono specie di cunei,
che si usano con diverse forme. Uno o ambidue i proli della bietta formano
"
.

, 15..

." J. h:f.

i;

166
collasse dei due pezzi da congiungere un angolo molto vicino a 90 gradi.
La tangente trigonometrica di questangolo dicesi pendenza del profilo della
bietta; se questangolo esiste solo da una parte, ed nullo dallaltra, la bietta
dicesi ad una sola pendenza; se la bietta a due pendenze, la somma di
queste pendenze dicesi pendenza totale della bietta.
Per le biette, che debbono presentare molta stabilit, la pendenza si fa piccola, da

1130 ad 1150, ed anche ad 11100, della sua lunghezza; ma per quelle, che devono per
mettere un movimento un po considerevole ai pezzi congiunti, la si fa assai mag
giore, cio da 1124 a 1112, ed anche ad 116.
Le biette servono a congiungere le diverse parti delle macchine, e si usano con

varie forme e disposizioni, secondo la forma e la disposizione delle parti da congiun


gere. Nelle giunture con biette vi sono sempre almeno tre pezzi, cio i due da con

giungere e la bietta.
Una continua applicazione hanno le biette nel ssare le ruote, 0 dischi, e manovelle,
o leve ecc., agli assi o alle razze. Nella maggior parte di questi casi le biette agiscono
nel verso della loro lunghezza, e non trasversalmente.

ARTICOLO VI.

Chiodi a cappello o ribadt e Chiodatuve.

148. Chiodi (rz'oet). - Si chiamano chiodi, o bullottom' da cal


daie, nella costruzione delle macchine, dei piccoli cilindri in ferro
aventi un'altezza doppia o tripla del loro diametro, con ad une
stremit ordinariamente una capocchia di forma varia a seconda
dei casi particolari, e che si fa mentre si fabbricano (Fig. 13,
14,15, Tav. V bis) (Fig. I), ed all'altra estremit opposta ribaditi

dopo che furono introdotti nel foro ad essi destinato (Fig. 16 e


17); perci bisogna che siano molto maggiori della lunghezza
del foro medesimo.

Le Fig. 15 e 16 rappresentano un chiodo alla met della scala desecuzione: la testa ha

una forma intermedia tra quelle coniche e le sferiche, ed la pi conveniente e


quella, che viene generalmente adottata. Essa ha il vantaggio di conservare tutta la
forza necessaria, senza impiegare troppa materia e senza far comparire il chiodo
troppo massiccio; la si stampa colla matrice, o con un bilanciere od altra macchina (1).

Quando le capocchie si fanno a mano coi martelli ordinarii e non coi magli, il
che avviene di rado in Germania, ma sovente ancora in Inghilterra specialmente per

(I) Le varie Figure portano segnate le proporzioni, in cui vengono generalmente eseguite

prendendo per unit il diametro del fusto del chiodo, d.

lfI;v.\_.
1

166
le macchine a vapore, la seconda capocchia, cio quella di chiusura, si fa a forma
conica, ovvero dun segmento di paraboloide. La Figura 16 rappresenta la congiun
zione di due lastre di 12 mm. di spessezza con un chiodo proporzionato in tutte le
sue parti} (Fig. Il). Ma, se si adopera il maglio, si d generalmente alle capocchie la
forma sferica (Fig. III e Fig. IV) ovvero di steroide (Fig. V) e si cerca di aumentare il
diametro del fusto vicino alla capocchia, il che ne accresce notevolmente la forza, come

vedesi nella Figura.


La forma varia anche secondo le circostanze; la Fig. III rappresenta un chiodo

colla capocchia incassata come quelle che si usano nel rivestimento delle navi. Nelle
inchiodature delle travi dei ponti conviene badare molto alla scelta della forma dei
chiodi. Quelli, che hanno una parte della testa incastrata, sono considerati di maggior
convenienza.

149. Solidit. delle Inchiodature. - Nelle inchiodature si avr speciale


riguardo, che i chiodi, a seconda del genere di lavoro, siano molto resistenti

nel verso del maggiore sforzo a sostenere; nelle travi dei ponti e simili co
struzioni saranno di preferenza grossi, in altre invece preferibilmente molto
numerosi, come nei vasi di poca pressione interna, nelle navi, nei gasometri,
ecc.; in ogni caso un attento esame degli sforzi, che devono sostenere le in

chiodature, servir a determinare il costruttore nella scelta della loro dispo


sizione.
Nullameno si possono distinguere due specie di chiodature, cio le chieda
ture di forza e quelle di chiusura; tra le ultime sono comprese quelle delle
caldaie a vapore.
Le chiodature di forza si fanno talora dopo aver semplicemente sovrapposti i lembi

delle lastre da congiungere (Fig. VI), e talora col chiudere le lastre a congiungersi
tra due coprigiunla (Fig. VII). Questo sistema molto in uso specialmente per le travi

dei ponti.

.1u

Fig. vx

Fig. vu.

150. Proporzioni dei Chiodi. - Senza guida di_regole sse,i varii costruttori di
caldaie hanno adottato delle serie di chiodi o bullettoni corrispondenti approssima
tivamente ad un certo numero di spessezze delle lastre in uso, limitando la distanza
di essi in ragione delle dimensioni necessarie alla testa, afnch le congiunzioni
riescano solide e compatte. Qualcuno volle stabilire delle regole in proposito, fissando

il diametro dei chiodi a. due volte la spessezza della lastra; ma questa regola pochis
simo seguita da costruttori, non potendo essere dun'applicazione generale, poich da

dei chiodi troppo piccoli per le lastre sottili, ed eccessivamente grossi per le lastre di
una spessezza considerevole.
Supponendo costante la grossezza b delle last_re, chiaro che la forza di una cone
giunzione con chiodi non pu mai rendersi tanto solida quanto ciascuna delle lastre;
ma tuttavia, adottando buone disposizioni, si pu rendere bastantemente grande per
procurarsi sufciente solidit.
Nelle formale generalmente adottate per le chiodature di forza chiamasi o la grossezza

delle lastre; d' il diametro del fusto dei chiodi; a la distanza degli assi di due chiodi
successivi duna stessa la; b la distanza tra lestremit della lastra e la retta, che
contiene il centro dei chiodi no allorlo della lastra; i il numero delle le di chiodi

in una delle lastre; q: il rapporto della resistenza della. chiodatura a quella. di ciascuna

TV. V bis

166"I
lastra, che conviene prendere, quando vuolsi che la parte di lastra contenuta tra essi
e il lembo della medesima abbia la stessa resistenza.
1 Per le chiodature semplici (Fig. VI) si avr:

..
_equ1ndx

__a-d_
d__
1
__
d
4;).
a
_l____l+l_l-
i1rd

2 Per le chiodature coi coprigiunte (Fig. VII) si ha


un
22 1 i

5_2z5(5)+0

4__01
0"8

40

441
:20(0)

s,

_14.

154

2zwd
Nello sviluppo di queste formule conviene aver riguardo alle cose dette sulla resi
stenza alla recisione o scorrimento, specialmente pei chiodi e per le lastre supposte
della stessa bont rispetto ai materiali della loro costruzione.
La seguente tabella contiene i risultati di queste formole per i : l, e i : 2. fa
cile far lo stesso calcolo per un maggior numero di le di chiodi, ma conviene ri

cordare ci che si disse riguardo le chiodature con coprigiunte. Se le formule des


sero per b un valore minore di 1,5 41, converrebbe tuttavia di far 0: 1,5 al ; in questo

caso il calcolo farebbe vedere che il valore di b, che basta per riguardo alla resi
stenza della lastra, non basta per la buona disposizione delle capocchie di chiusura.
TABELLA SOPRA LE RESISTENZE DELLE CHIODATURE.
W_

11
=

1,5

2,0

2,5

3,0

4,0

42121212121|21|2
o 95: 1,03

2,20

2,01

4,33 4,51

7,03

0,43 10,35

8,65 14,31 14,05 24,11}v

43

E: 0,30 0,30 0,30 0,88 1,57

1,57 2,45 2,45 3,53 3,53 0,28 0,23

411 = 0,30

0,53

0,52

0,05

0,50

025%: 2,20

3,51

4,33

7,15

7,43

12,05 10,35 10,21 14,31 25,02 24,11 44,21

1.:!

0,72

0,01

0,70

0,05

0,70

0,72 0,83

'

E&>
11:

1.2;

= 0,70

0,70

0,77

1,77

3,14

3,14 401

4,01

7,07

7,07 12,57 12,57

0 : 0,50

0,72

0,05

0,70

0,72

0,83 0,70

0,30

0,70

0,00

5:

0,83

0,01

I risultati delle esperienze di Fairbaim sulle chiodature semplici e doppie saccor


dano con questa tabella. In generale la solidit delle chiodature riesce maggiore coi

chiodi grossi distanti, che con quelli piccoli pi vicini. Per le travi dei ponti e per

. '

_
*

166

altre simili costruzioni questa considerazione di molta importanza. Anche per le


caldaie a vapore bisogna. aver riguardo al valore di Q).

TABELLA SOPRA LE CHIODATURE DELLE MACCHINE A VAPORE.

l
L

ES

Q) 2

',<

Allena I)mmelro

Altezza

Diametro

0.6 al

0,8 a

2d

1,8 a

gg,

"1

Peso di

a.

sem

_ I

doppie

100

100 Teste

Ch0d_

d_ Oh. d_.

mm.

mm.

mm

mm.

mm

mm.

Kg.

Kg.

3
4
5
6
7

8,5
10
11,5
13
14,5

5
6
7
8
9

15
18
21
23
26

7
8
9
10
12

17
20
23
26
29

20
25
30
34
39

27
30
33
36
39

45
50
55
59
64

1,28
2,25
3,52
5,16
7,27

0,81
1,43
2,11
3,03
4,41

8
9
10
11
12

16
17,5
19
20,5

10
11
11
12
13

29
32
34
37
40

13
14
15
16
18

32
35
38
41
44

43
48
52
57
61

42
45
48
51
54

68
73
77
82
86

9,92
13,08
16,88
21,34
26,52

6,04
7,84
9,87
13,22
15,12

Il 13
14
15
16
17
18

23,5
25
26,5

14
15
16
17
18
19

42
45
48
50
53

19
20
21
22
24
%

47
50
53
56
59
62

66
71
'75
80
84
89

57
60
63
66
69
72

91
95
100
104
109
113

32,50
39,23
47,00
55,63
65,29
75,91

18,22
22,98
27,25
32,57
37,40
42,59

Peso di

29,5
31

151. Chiodature delle Caldaie a. vapore. - Nelle chiodature delle caldaie e va


pore occorrendo specialmente di impedire le fughe, non conviene porre i chiodi assai
distanti fra loro; tuttavia per le lastre pi sottili conviene usar chiodi proporzionata
mente pi grossi e porli pi distanti, che per le lastre pi grosse, come gi si disse.

Del resto queste chiuda/ture possono farsi semplici o doppie, ed anche moltiple.
Nelle Fig. VIII e IX si ha una chiodatura. semplice senza coprigiunte: i lembi si

'
i .

tagliano o perpendicolarmente al piano della lastra, ovvero inclinati alla lamiera con
'

un angolo did8 30',


che corrisponde alla pendenza di 1/3 circa. Nella. Fig. X si ha
una chiodatura,d0ppia con coprigiunte.
B

th-L.d.ihd

l
Fig. V111.

Fig. lX.

Fig. X.

Se, invece di fare la giunta. delle lastre nel verso delle generatrici o perpendicolar
mente ad esse, si fa in direzione oblique. secondo eliche, come suole il Wright in In
ghilterra, in questa guisa aumenta alquanto il rapporto di q); per sarebbe a vedere,

se questaumento di resistenza compensi laumento di spesa desecuzione.


La Fig. XI rappresenta le congiunzioni o. due le di chiodi, senza coprigiunte, e 10.
Fig. XII quelle con coprigiunte.

166
Per le chiodature semplici, secondo il Lemaitre, conviene prendere:
d:4+1,56

a:10+2d

b:1,5d
Con che per le ordinarie dimensioni delle lamiere q) oscilla fra 0,65 a 0,58. Per le
chiodature doppie prendasi a : 20 + 3 d.

Fig. Xl.

Sovente per

Fig. Xl].

usasi anche a:10+2d, nel quale caso il raddoppiamento della

chiodatura non serve punto ad aumentarne la resistenza, ma si rende pi salda lu

nione e pi difcili le fughe.


Nei gasometri sincontrano piccole oscillazioni nella grossezza delle lastre e nella
chiodatura. In alcuni di questi di sperimentata. bont, i chiodi col diametro di millime
tri '7 9.7 1/2 son posti a freddo a distanza di 25 mm. uno dallaltro, e lasciando 13 mm.
tra la la dei chiodi e lorlo delle lamiere. Le fughe vengono impedite da una striscia
di panno imbevuta con vernice di minio.
Per la. fabbricazione dei chiodi bisogna adoperare il ferro delle migliori qualit, af

nch possa resistere alle grandi trasformazioni occorrenti. Luso dille macchine
sembra. per questo riguardo essere assai vantaggioso, perch il ferro rovente ricevendo

la. forma di chiodo in un colpo solo, e perci in brevissimo tempo, pare che man
tenga meglio quella struttura, che lo rende pi resistente.
TAV. V bis

152. Congiunzioni diverse. - Per unire le grandi lastre di ferro o di rame, tanto
a supercie piana quanto a supercie curva, si usano sovente i metodi di congiunzione

Fig. 25 e 26.

rappresentati nelle Fig. 25 e 26, Tav. V bis. In tal modo si ha l'unione di tre lastre,
delle quali una assottigliata. verso lestremit, e laltra trovasi piegata, come lo di
mostra la Fig. 27.

Per rendere solidarie due lastre parallele assai vicine simpiegano delle chiavarde
come quelle segnate nella Fig. 19, che tanto una quanto laltra sono di rame e
adoperate attorno ai focolari delle macchine a vapore, e specialmente delle loco
motive, e la cui lamiera interna di rame devessere di maggiore spessezza del

lesterna di ferro. Nelle nuove macchine si usa far nella chiavarda un piccolo foro,
che va quasi no alla parete esposta al fuoco, il quale serve a mantenerla fredda, e
per avvedersiin tempo dei cedimenti avvenuti pel bruciarsi o pel rompersi della chia
varda stessa. Nella Fig. 20 la chiavarda di ferro, e le due lamiere sono mantenute alla

debita. distanza da. un tubetto pure di ferro, che avvolge la parte di mezzo della chia
varda, e talvolta aperto per poter mandarle attorno dellacqua fredda.
La Fig. 18 della Tav. V bis fa vedere un sistema desecuzione di chiodature imma

ginate da Lemaitre: esso indicato per mezzo duna sezione verticale; da una parte si
vede la. matrice A, che riceve la testa a del chiodo, e dallaltra il punzone dacciaio o
stampa B, che incavato per spingere la chiodatura b, e che si muove in una ghiera

di pressione C, la quale mantiene le due lastre da unire fortemente avvicinate durante

1669
loperazione. Per mezzo di questa macchina, la pressione esercitata talmente consi

derevole, che in certi casi basta un sol colpo per formare la testa dei chiodi e la chiodo.
tura. Basta solo preparare il chiodo come nella Fig. 13, e metterlo caldo nella mac
china della Fig. 18 colla testa sulla matrice, perch rimanga come il descritto nella

detta Figura e quelli delle linee punteggiate nella Fig. 13.


In qualche stabilimento si adottato alcune volte dei chiodi detti a testa piatta,
cio in parte piatta ed in parte conica, come quello rappresentato nella Fig. 14. Questa
disposizione permette di ridurre alquanto laltezza della testa, lasciando pi di spes
sezza verso lorlo.
In Inghilterra specialmente si usa per le caldaie delle locomotive di fare i chiodi
colla testa smussata, come nella Fig. 17.
La testa tutta affatto piana, e la sua altezza e ridotta a. causa dun cono smussato.

che penetra nella parte conica della lastra, e cresce la sua resistenza evitando lan
golo retto. Nello stesso tempo allestremit opposta il cono 0' inchiodato nel secondo
foglio. La lastra permette egualmente di diminuire la spessezza della chiodatura este
riore. Questo sistema ha qualche vantaggio nella pratica, ma pi costoso per la
maggior mano dopera.
La Fig. 22 un esempio di un altro modo di congiunzioni applicato al focolare nelle

antiche locomotive: vi si impiegato il doppio ferro dangolo. Da un lato la lastra


esteriore G' unita con gli angoli inferiori F, e dallaltra colla lastra di rame G;
questa riceve lazione del fuoco, e, inchiodato langolo superiore F', viene riunita alla
prima per una la di chiodi. Questa disposizione evita di curvare le lastre di metallo;

ma esse formano una giunta di pi, onde un tal uso ora abbandonato. Si pure im
piegato, per lo stesso oggetto, una lastra di rame due volte ricurvata H (Fig. 21)
per riunire due lastre G e G'. Gli effetti della dilatazione o della contrazione, che il
focolare della caldaia pu provare, non inuiscono pi sensibilmente sulle giunte, per

ch il foglio intermedio H pu cedere per la parte curva.


Le Fig. 19 e 20 fanno vedere altri esempii di giunture egualmente impiegate per le
caldaie delle locomotive o per qualche altro sistema di caldaia o focolare. La parete

esteriore G supposta piana e in lastra; la parete interiore G' un po ricurva, e per


l'ordinario in rame. Si riuniscono, sia con tubi d (Fig. 19), che traversano le due spes
sezze, sia con lunghi chiodi (Fig. 20), che traversando delle ghiere a manicotto in

ferro f, formano contrasto alle due foglie per mantenerle alla fissata distanza.
Nelle Fig. 23 e 24 abbiamo disegnato lesterno e l'interno dun fragmento di fondo
di caldaia cilindrica composto di segmenti in lastre, afne di mostrare che, in certi

casi, i chiodi debbono unire tre spessezze di lastra. evidente, per esempio, che la
calotta esteriore I, che forma il fondo estremo propriamente detto, la quale general
mente una porzione di sfera, e i due settori e fusi JJ',i cui estremi sono sovrapposti,
sono tre spessezze: in questi casi i chiodi vanno fatti pi lunghi. Nella stessa guisa
si eseguisce la giunta dei fusi colla parte cilindrica le della caldaia.

Quando bisogna riunire un maggior numero di lastre, si assottigliano alquanto gli


orli, afne di diminuire la spessezza totale, come si vede nelle Fig. 26 e 27. Nellan

golo delle intersezioni dei lembi dei due fogli M ed M vi sono necessariamente quat
tro spessezze di lastra; nondimeno i chiodi i, che si trovano in questangolo, non
hanno per lunghezza del gambo tra le due teste che tre volte circa la spessezza
delle lastre. Questa forma sferica composta di segmenti non viene quasi pi usata.
Il fondo delle caldaie come dei bollitori si fa dun sol pezzo di lastra forte dandoglit
una forma di calotta o conca battendola a caldo.
153. Formazione degli Spigoli. - Nella formazione degli spigoli, o si piega un
lembo di una delle due lamiere, e si ssano le due lamiere ad un ferro dangolo. come

alla Fig. XIII. Una delle lamiere ha un lembo piegato allinterno; nella Fig .XIV pie
gato allesterno; in queste due Figure, come nelle due Fig. XIV e XV, la larghezza di
questo ferro dangolo sarebbe necessaria. Nella Fig. XIII e adoperato un ferro d'an

golo di forma ordinaria, cos pure nella Fig. XIX. Ma in questa le lamiere terminano
in forma di cuneo.
La inchiodatura fatta come nella Fig. X colluso dun solo coprigiunte utile pei
tubi di condotta, come da camino, ecc. Il coprigiunte devesi riguardare rispetto alla

n".

T\V. V

166"

resistenza alla trazione come una lastra, onde la congiunzione, quantunque abbia due

le di chiodi diversi, si considera come quelle ad una la. Ma quando effettivamente a


due le di chiodi (nel qual caso bisogna, che quando hassi un coprigiunte sianvi quattro

Fig. X111.

Fig. XIV.

Fig. XV.

Fig. XVI.

le di chiodi), la resistenza devessere maggiore, che quando ve n una sola la; da


altra parte il maggior pericolo di rottura delle caldaie e dei tubi essendo nel verso
delle generatrici, nella costruzione delle caldaie e dei tubi conviene usare due le di
chiodi per le congiunzioni nel verso delle generatrici, ed una sola nella direzione
trasversale.
Nelle buone fabbriche di caldaie si fa questo per diametri maggiori di metri 1,50,

e per le tensioni un pograndi; del resto laumento di resistenza si ha solo nella chio
datura con due le di chiodi mettendoli pi distanti che in quelle ad una la (vedi
la formula a pag. 1661). Nei tubi pel fumo delle caldaie di Tornwall-Kossel si adoprano
i coprigiunte, sia nel verso delle generatrici che nel verso trasversale, e sono ferri

ad angolo T colla costola rivolta allinfuori, che servono ad aumentare la resistenza.


Nella Fig. XIX lo spigolo formato col mezzo dun ferro dangolo di lamiera (assai

conveniente per casse di sottili pareti). La Fig. XX differisce dalla Fig. XIX solo in ci,
che i lembi delle lamiere sono piegati in modo da coprire tutto il ferro dangolo. A
maggior consolidamento bisogna saldare i lembi delle lamiere sopra il ferro dangolo:

nella Fig. XIX il ferro dangolo posto come nella Fig. XX; ma rivolto allesterno.

Fig. xvn.

Fig. xvm.

Flg. XIX.

Fig. xx.

154. Formazione degli Spigoli e dei Vertici. - Le giunte delle lamiere, che ce
corrono nella formazione dei vertici, sono le pi difficili. I vertici presentano un aspetto
diverso, secondo che si adopera una o laltra delle congiunzioni pi sopra vedute.
155. Condizioni principali duna. buona Ghiodatura. - Secondo Molinos e Pron
nier, una buona chiodatura deve soddisfare alle seguenti condizioni:

1 Al freddo, il diametro del chiodo non deve essere minore di quello del buco di
021,001 a 0",0015; oltre questo limite difcile che il rigonamento del chiodo basti
per riempiere compiutamente il buco.
2 Afnch la testa sia convenientemente battuta, bisogna che la lunghezza del
chiodo sorpassi la spessezza della lastra duna lunghezza sufciente.
3 La temperatura del chiodo, al momento che vien messo a posto, deve corrispon
dere circa al colore bianco, ed al termine della operazione devessere ancora rosso-scuro.

_"" 4 Le teste debbono essere perfettamente concentriche relativamente allasse del


chiodo.
5 Il rapporto fra la lunghezza del chiodo e il suo diametro sar sempre piccolo,
afnch il rigonamento prodotto dallo schiacciamento si faccia su tutta la lunghezza.
Secondo i citati autori una comitiva di chiodatori pu porre in un giorno entro
solidi disposti orizzontalmente, il che pi favorevole, come le travi dei ponti:
Chiodi col fusto di 18mm di diametro da 200 a 250
)

20mm

1:

180 a 200

o
a

1)
1)

22"
25mm

a
1)

100 8. 125
90 8100

Sui corpi posti verticalmente questi numeri vengono ridotti ai 3r4.

'

167
TITOLO II.

ALBERI. GIUNTI FISSI E MOBILI.

ARTICOLO I.
Degli Alberi e degli Assi.
TAV. VI.

145. Alberi. - Nelle macchine si chiamano alberi alcuni solidi cilindrici


o prismatici sovente un po' entisati nel mezzo ed animati da un moto circolare
continuo od oscillatorio, che servono di sostegno ad altre parti, come alle ruote,
che d'ordinario girano con essi, ai bucciuoli, ecc. comunicando il moto ad altri

organi dellapparecchio e sopportando sforzi di torsione e di essione.


Si chiamano, bench impropriamente, assi degli alberi (I) di piccolo dia
metro, che sostengono dordinario delle ruote, le quali girano liberamente
senza che lasse sia obbligato a ruotar con esse, qualunque ne sia il movi
mento. Essi sono sostegni sottomessi a sforzi di pressione o di essione.
Classicazione. - Gli alberi si possono classicare sotto tre rapporti: 1 Ri
guardo alla loro posizione, e si distinguono in alberi orizzontali, verticali ed obliqui;
2 Riguardo alla materia, di cui sono formati, e si distinguono in alberi di legno, ghisa o
ferro; 3 Riguardo alle loro funzioni, e si distinguono in alberi primi motori, alberi

di grande comunicazione ed alberi di comunicazione secondaria. Qualche volta gli alberi.


considerati nel senso della loro lunghezza, sono o dun sol pezzo, oppure di pi parti;
questa disposizione proviene sia dalla troppa lunghezza dellalbero, che ne rende la
costruzione difcile, sia dal bisogno di rendere ssa una parte mentre che laltra e

mobile. Onde ne deriva unaltra classicazione in alberi semplici o accoppiati o con


giunti, retti o ripiegati. Il corpo degli alberi pieno ovvero vuoto, mentre quello

degli assi sempre pieno.

,
Si distinguono in un albero tre parti principali, e sono: il corpo, la portata ed i
perni (2).
'
Il corpo consiste in un cilindro ovvero in un prisma quadrangolare o poligonale
regolare, la cui lunghezza e almeno sei volte il diametro; e la grossezza variabile
tra i due punti dappoggio, ma maggiore nel mezzo anzi che alle sue estremit:

' perci la sezione longitudinale degli alberi presenta due archi di parabola. Questa
forma ha per iseopo di rendere lalbero in egual modo resistente su tutta la sua lun

ghezza alla essione (vedi Solidi di egual Resistenza, pag. 136). Il corpo degli alberi
essendo sottomesso, come abbiam detto, a due specie di sforzi di essione e di torsione,
la loro resistenza va calcolata con questo doppio scopo.

Le portate sono diversi cilindri o prismi regolari dun diametro superiore a quello
del corpo e duna lunghezza variabile. Esse sono i punti di congiunzione dei mozzi,

sui quali stanno calettate le razze delle ruote; gli alberi hanno sempre almeno due
portate, una che riceve il moto e laltra intermediaria, che lo trasmette.

II) Per asse deve inlendcrsi una linea geometrica allorno alla quale si ellellua In rolazione di un corpo.
12) NB. chiameremo in queslo nostro corso perni i due cilindri di ferro o d'acelalo di minor dlamelro dell'al
bero, su cui si muove orizznlalmenle; cardini gli slessl cilindri posti nella parte Inferiore e superiore d'un albero
vertlcdc. Quando per Il superiore quael della slassa grosseua dellalbero e gira In un collare lo chiameremo
collo. Orecchlonl diremo quel pernl posti perpendlcolarmenle alla supercie dun cilindro, esula all'eslremll d'un
diamelro, come quelll, su rul onclllanoi clllndrl a vapore e sappogglano al loro all'uslo i pezzi darllgllerla.

Fig I a 25.

168
TAV. Vi.

Si chiamano'pernz due cilindri di diametro inferiore posti allestremit del corpo


dellalbero, i quali sincastrano nei sostegni, in cui girano. Quando il moto tende a
far uscire lalbero dalla sua posizione nel senso della lunghezza, i perni sono muniti
alle loro estremit di un cordoncino o listello in risalto, che impedisce lo spostamento.
In questo caso, quando sono grossi come gli alberi, i perni si dicono colli. Quando
gli alberi sono troppo lunghi si fanno girare su sostegni intermedi, e quelle parti, che

posano su di questi, sono pur dette colli. Gli assi non hanno mai pi di due perni,
e qualche volta uno solo, che dicesi bottone a motivo della sua forma particolare mag
giore all'estremit: esso viene tenuto a suo posto da una piastra forata con un buco
di diametro minore, e quindi obbligato di girarle sotto. Negli alberi verticali il
perno superiore si chiama anche collo e linferiore dicesi ,cardzne. Di qualsiasi ma
teria si faccia l'albero, i perni si fanno, eccettuato qualche raro caso, sempre in
metallo, cio ferro, ghisa od acciaio, materiali pi adatti per resistere agli sforzi, ai

quali i perni sono esposti e particolarmente allattrito dei cuscinetti odelle bronztne,
su cui girano. La forma. dei perni deve essere quella dun solido di rivoluzione: soventi

sono cilindri terminati da una calotta sferica, o a goccia di sevo, quando non hanno
alcun listello, oppure in forma di un cono tronco. Negli alberi verticali ordinariamente
il cardine si costruisce dacciaio l'uso della stessa forma dei perni.
146. Alberi in legno. - Gli alberi in legno, oltre dessere economici, sono prefe
ribilmente impiegati nei motori idraulici per trasmettere grandi sforzi, massime
quando la portata e distanza fra i due perni grande, e questi sono suscettibili nel loro
moto di ricevere degli urti. Si d al corpo ordinariamente la gura di un prisma

ottagonale regolare colle teste cilindriche leggiermente coniche attorniate da cerchi


di ferro, che talvolta si ripetono lungo di esso anche nei punti ove si ssano le razze

delle ruote motrici.


Talvolta gli alberi invece di farli dun sol pezzo si formano con quattro o cinque
uniti fra loro sia longitudinalmente per avere la resistenza necessaria per la forza da
trasmettere, sia a cima a cima per avere una data lunghezza.

Fig. 1 2.

1 Problema. - Disegnare un albero in legno per una ruota idraulica con tutte
le rispettive sezioni per poterlo eostrnrre.
.
Soluz. Conducasi anzitutto una linea, che formi lasse dell'albero, ci, determinata
la resistenza colle formole e ssato il diametro, si descriver un qua. rato CDEF; in
questo si traccier l'ottagono GHILMNOP; da tutti i vertici fatte passare tante linee
parallele allasse, esse daranno le rispettive faccia del prisma, che formano il corpo
dellalbero, come vedesi nella parte A. Allestremit b si dar la forma circolare e

leggiermente conica. I perni B sono fusi ciascuno con quattro ali e, che servono loro
dappoggio, ed una lun a coda 41. Per incastrare lalbero si perfora il centro del cir
colo, che ne forma una elle estremit, con un buco profondo quanto la lunghezza del
erno, come vedesi nello spaccato indicato da A'; nella parte conica si praticano quattro
ntagli in forma di croce piu larghi della spessezza delle ali, ma della stessa lun

ghezza; introdotti il perno e le ali neglintagli appositamente preparati, si fascier la


parte conica b con cerchi di ferro f 'f' alquanto conic1, che simboccano caldi a
forza di colpi di martello; poi si me ono da ciascun lato delle ali robusti cunei in
legno e, che uniscono solidamente i perni colla parte conica. Si aumenta ancora la

solidit di questa estremit con picco e biette in ferro conccate per punta nellalbero.
come vedem in g e 9' (Fig. 2).
2 Problema. Disegnare un albero ottagonale in legno formato di quattro parti

unite ra loro, e coi perni in ghisa, colle rispettive seziom e proiezioni tanto del perno
quan o dellalbero.
Solnz. Il disegno, che qui presentiamo, appartiene ad una ruota idraulica, che fa
sette giri al minuto. La Fig. 3 rappresenta la gura longitudinale dellalbero; dalla
estremit B si vede il perno al suo osto, mentre laltra estremit B' mostra lal
bero preparato per riceverlo, come ver esi dalla Fig. 5, e la Fig. 4, ta lio sulla linea
l-2, fa vedere come siano uniti fra loro i quattro ravi. Le Figure 6 e
fanno vedere
il erno colle sue alette, nel senso longitudinale ed in prospetto. Il erno si ssa
ne lalbero nella stessa guisa del problema precedente, cio chiuden e fortemente
le estremit mediante forti cerchi in ferro messi a osto a caldo quasi a color rosso.

poi piantando a forza di colpi di martello piccole biette tra il legno e le alette del
Fin. 8, 9 0 IO.

perno. Talvolta invece di quattro alette il perno ne porta otto, ossia una per an 10,

come quello dellalbero Fig. 8, il cui perno rappresentato dalle Figure Il el2.

al

bero rafgurato da queste Figure appartiene ad una ruota idraulica della forza di
venti cavalli. La Fig. 9 rappresenta una sezione fatta sulla linea 3-4, e la Fig. 10 lo

stesso albero visto per una sua estremit. Esso nellestremit E porta una ruota den
tata, mentre la ruota motrice sta sulla parte A. Il perno T porta nel suo prolunga
mento (i otto alette, che, come gi si disse superiormente, sono pi corte del raggio

169_
del circolo inscritto dallalbero almeno 15 o 20 millimetri; le estremit

oi si chiudono

TAV.'VI;_

solidamente mediante cerchi di ferro ecc., come negli alberi precedenti. sistemi nora
veduti presentano grandissima difcolt, quando per una causa qualun ne 0 di rottura
o_di consumo si deve cambiare il perno; erci ven ono soventr modi cati col fare il_

FB- H _ '2

perno e la parte, che si prolunga ne_lla baro, in erro, e le alette fuse attorno ad
un nocciolo l'oggiato a ursa di tubo attraversato dal perno medesimo e ssocon esso
mediante robuste viti, ischiuse le quali riescir sempre men difcile loperazione del

cambiamento del perno.

Tale la disposizione del perno ad alette della Fig. 13, la quale ne rappresenta uno
come quello della Fig. 1, ma con laccennata modicazione, che sovent e alette sono
in tutta la loro lunghezza egualmente alte, invece di avere la forma conica (Fi .'14).

Fig._ B.
-

Esse sono ritenute a posto mediante quattro osei chiavarde ii, le quali hanno 1 loro
dadi f incastrati nel corpo dellalbero.
Approttiamo di questa Figura per far vedere una disposizione impiegata alcune

volte per ssare la ruota dentata primo-motore B, quando essa stessa non porta i suoi
organi di trasmissione. Il mozzo della ruota poligonale come lalbero, anzi qualche
volta si fa quadrato nel punto, dove essa si applica. Essa viene centrata mediante le

viti d, che sappoggiano su piastre di ferro appositamente incastrate nel corpo dellal
bero. Quando questa ruota deve avere grandi proporzioni, viene ordinariamente divisa
in due ed anche in pi parti.
'
La Fig. 14 rappresenta unaltra disposizione differente di perno ad alette pi

Ha "

robusto e solido del precedente. Le quattro alette b, di cui il disegno ne fa cono

scere la lunghezza, sono disposte perpendicolarmente e legate fra loro "e col perno
mediante una specie di cilindro, per cui la base del perno O solidamente appoggiata
e sostenuta; esse sono attraversate alle lro estremit da quattro chiavarde a, che
servono a ssare il perno allestremit dellalbero e si chiudono mediante dadi in

ferro d incastrati nel legno dellalbero A.

Il perno C, uguale a quelli visti superiormente e fuso colle alette b, si prolunga


in forma di cono a nel corpo dellalbero A. Tutto il sistema ritenuto solidamente, .
oltre alle chiavarde, da tre cerchi in ferro o c 0 posti in opera riscaldati, onde raffred

dandosi possano chiudere pi solidamente le alette ed il perno ad esse unito.


Perno a. corona. - Qualche volta invece d'un perno ad alette si mette un perno a

corona, cos chiamato dalla sua forma speciale, come vedesi nelle Fig. 15 e 16, di cui
la prima rappresenta il prospetto, e la seconda una sezione secondo la linea 1-2. Quando gli alberi debbono trasmettere grandi sforzi, per non indebolirne il corpo, se lalbero
cilindrico, si usa unire ad essi questa specie di perno fuso con un disco fatto a guisa

m. la e W.

di robusto cerchio, il quale si adatta alla forma dellalbero, a cui viene ssato mediante

viti, e lo abbraccia solidamente. Le Figure 15 e1_6 rappresentano un tal perno adattato


ad una ruota idraulica della forza di parecchi cavalli. Quando lalbero ha la forma
dun prisma ottagonale si forma una specie di coperchio, che si adatta alla sua forma,

col quale fuso il perno C, che si unisce ad una specie di manicotto ottagonale D,
che abbraccialalbero A, e n congiunto collestremita mediante biette, o cunei in
legno a chiusi pi solidamente mediante altri cunei in ferro b b, che tendono a spac
care i primi, operando cosi un fortissimo stringimento, e consolidato con otto viti di

legno o. Il coperchio F portante il perno C si unisce al manicotto D per mezzo di


otto chiavarde d. Si centra mediante lincastro g operato sul coperchio, il quale si adatta

ad una incassatura analoga fatta sulla faccia del manicotto, come scorgesi dalla Fig. 15,
che ne rappresenta il prospetto dalla parte posteriore al perno; la Fig. 17 fa vedere I- "I. '8-0 9
una sezione angolare, che segue le linee 3 e 5. Per diminuire le pressioni esercitatev

sulle chiavarde si sono praticati degli intagli sul contorno del coperchio F a coda di
rondine k h h....., nei quali vengono introdotte altrettante biette.

. ,: t
Perno a. peduccio. - Il sistema di perni impiegato comunemente quello a Fin-20. 2'. 22 25
peduccio, detto dai Francesi talon, di cui le Figure 20, 21, 22, 23 ci fanno vedere come
costrutto e come viene ssato nellalbero stesso. La Fig. 22 ci presenta iLanco del
perno, la Fig. 23 il suo prospetto visto per una proiezione perpendicolare al suo asse,
e la Fig. 20 una sezione, che passa per lasse dellalbero. Il_perno e rintanato da

una parte prismatica quadrangolare e dal peduccio P, e viene ssato allalbero dopo .
avergli preparato l'incassatura mediante biette e cerchi imboccati a forza allestremit
dellalbero, come negli esempii precedenti.
'

22

170
TAV. VI.
Fig. 24.

Perni in ferro. - Tutti i perni descritti finora, come pure i diversi sistemi d'ap

plicazione agli alberi, sadattano ai motori duna potenza considerevole e per soppor
tare grandi sforzi; ma quando trattasi dalberi di piccoli motori, come per molini,

cartiere e simili, basta la disposizione indicata dalla Fig. 24. La parte del perno, che
sintroduce nellalbero, ha una forma leggiermente piramidale ed solidamente tenuto

sso mediante una bietta a, che attraversa il perno e lalbero da parte a parte.
Fig. 25.

147. Albero verticale in legno. - Prima di tralasciare gli alberi in


legno daremo un esempio dun albero d'una grue. Negli alberi verticali bi
sogna distinguere quelli, che sono sottoposti ad uno sforzo di pressione, che
tende a farli piegare, come nelle grue, e quelli, che nelle ocine servono a

trasmettere il moto dai piani inferiori ai superiori per mezzo di ruote d'angolo, e

che sono solo sottoposti ad uno sforzo di torsione come gli orizzontali, ep
perci la loro resistenza si calcola come in questi ultimi.
Gli alberi verticali sottoposti solo alla pressione 0 assi, che vogliansi chia
mare, vengono pure designati col nome di cardini, bench sotto questo nome
debba intendersi il perno, su cui si muovono, e dividonsi in due generi distinti,

cio in ssi e mobili; essi sono costrutti tanto in legno quanto in ferro ed
in ghisa. Di questi tratteremo pi diffusamente fra breve.
L'albero verticale ed asse, che vogliasi chiamare, di cui la Figura 25 rappre
senta lelevazione e la Figura. 26 una sezione trasversale, e tratto da una grue

posta in una fonderia di ghisa, e che serve per muovere le forme e trasportare i
crogiuoli, che contengono il metallo in fusione. Essa consta dellalbero A formato di
una robusta trave in quercia di sezione quadrata, le cui estremit sono armate dei

rispettivi perni in ferro a e b, i quali debbono resistere a considerevoli sforzi laterali;


quello inferiore a, e particolarmente il cardine, sopporta tutto il carico verticale ed e

ritenuto da un mortaletto in ghisa c impiombato in un masso di pietra e da un


collare sso in una trave del tetto dell'edicio. Lintelaiatura, che costituisce la forma
generale della grue, completata dalla traversa o stante orizzontale B e da quella
inclinata C formata di due travi parallele collegate fra loro mediante opportune chia
varda eee, come si scorge dalla sezione fatta sulla linea l-2 Fig. 25. Lasse porta
ancora due sostegni a mensola in ghisa D cogli opportuni cuscinetti per ricevere i
perni del verricello e delle ruote dentate, che servono ad alzare i pesi e lo fanno
muovere per poter vincere le grandi resistenze con una piccola potenza.

148. Alberi verticali in metallo.

TAV. VII.
Fig. 4 o 1

Albero poligonale in ghisa. - Gli alberi verticali in ghisa possono essere pieni
ovvero vuoti, stabili o mobili, di forma cilindrica ovvero poligonale. Lesempio, che
qui proponiamo, appartiene ad un molino da grano, di cui la Fig. 1 rappresenta la

proiezione verticale, e la Fig. 2 una sezione parallela al piano orizzontale secondo la


linea 1-2; P e il perno in ghisa fuso col resto dellalbero; T il collo, che fa le voci

Fig. il.

del perno superiore; il disco B e ssato mediante viti e, e' di pressione al corpo ottan
golare dellalbero, sul quale appoggiasi la ruota motrice.
Albero cilindrico in ghisa. - Questalbero riceve il moto mediante una grande
ruota posta in N, e lo trasmette al piano inferiore mediante una ruota dangolo posta
in N', ed al piano superiore mediante ruote poste sul suo innesto: Esso di ferro fuso,

ed ha il cardine Q in ferro fucinato e ritenuto mediante chiavette. La parte M e il


Fig. 0 o 5.

sito, ove si pone il manicotto per linnesto.


Albero semplice in ferro. - Esso ha la forma cilindrica e leggiermente conica;
verso il suo cardine porta una specie di cono tronco B, sul quale si ssa la ruota; sotto
di essa si mette il cardine c; superiormente il colloha forma di un bottone; pi ab
basso in D si mette la ruota di trasmissione del moto ed altre parti dellapparato.

171
Albero di Grue. - Questo un albero in ghisa ed in ferro duna grue a catena
di Galle invece della catena ordinaria; la sua resistenza massima e di 3000 0g. Lasse A

TAV. VII.
Fig. 6, 6 blu e 7.

unasta cilindrica in ferro, sulla quale sono distribuite le varie portate necessarie per

ricevere la traversa B, la saetta inclinata C e larmatura D per le ruote ed i rocchetti.


che formano il macchinismo per avvolgere la catena. Il cardine a ed il perno b sono
ssi nelle loro bronzine c e et. une fermo nel suolo, e laltro nell'armatura o del tetto
od altro trave del softto dellofcina. Larmatura composta duna traversa B formata

di due lastrein ferro collegate con chiavarde ad un bracciuolo in ghisa rovesciato E


fuso con un tubo, che investisce lalbero. La saetta 0 si unisce allalbero per mezzo
dun manicotto, che lo abbraccia ed diviso in due parti unite fra loro con viti, appog
giandosi ad una specie di collare o disco formato dallalbero stesso.

Nei sistemi di grue del signor Newstadt questa saetta C forma una' specie di
guaina pel deposito della catena, che ha gi servito al tiro per alzare la resistenza.

Albero verticale duna Grue stabile. - Per le grue stabilite fuori degli

g. 8 e 9.

opicii, come quelle poste sulle rive dei umi o dei porti di mare per caricare e sca

ricare le navi, siccome non si pu avere alcun appoggio per le loro estremit supe
riori, si stabiliscono degli alberi verticali detti pure fusi, parte incastrati nel suolo
e parte sbalzati fuori. sui quali si attacca la saetta, che con altre parti forma un brac
ciuolo, il quale porta il braccio orizzontale, che costituisce la cos detta colata della
grue. Bisogna per distinguere due sistemi diversi, cio quelli, in cui lalbero o fuso

e immobile e la grue gira attorno ad esso, e quelli, in cui la grue gira con esso.
Lalbero, che presentiamo in sezione verticale, che passa per lasse, quello duna

grue ssa. Esso consta dun tubo cilindrico A in ghisa avente la forma di due tronchi
di cono sovrapposti per la loro base maggiore, di cui la parte inferiore terminata
da una suola piatta armata. di quattro nervature b, le quali, dovendo portare tutto il

peso dellapparecchio e del carico, debbono essere resistenti agli sforzi trasversali.
Essa incastrata in una pietra M. La parte superiore, che sta fuori del suolo, termina
al contrario per una specie di bronzina, che riceve un perno a, attorno al quale

gira tutta la parte mobile. Questa forma chiamasi a navetta afusata, ed atta a re
sistere ai generi di sforzi, a cui va sottoposta; i suoi punti dappoggio sono la pietra M
ed il suo oricio sostenuto da una piastra in ghisa B, che esso attraversa. Le propor

zioni di questalbero vennero calcolate accuratamente dal succitato signor Newstadt ;


per una grue di 10000 Chilogr. di portata, e che ne pesa 2000, la volata di 5,200.

Le spessezze della ghisa sono cosi collocate, che non lavorano ad una pressione mag
giore di 400 Chilogr. per centimetro quadrato, qualunque possano essere la direzione
e lintensit degli sforzi.
Albero girante colla. Grue. -- Questalbero, dun sistema inverso del prece
dente fatto in guisa, che gira con la volata della grue, e non differisce dei gi

descritti che in quanto esce fuori un terzo circa della sua lunghezza dal suolo.
La Fig. 10 rappresenta lalbero visto in parte esteriormente ed in parte tagliato
seguendo lasse perpendicolare alla volata; la Fig. 11 unelevazione esteriore nello

stesso piano. Le Figure 12, 13, 14 e 15 sono sezioni trasversali fatte in diversi punti.
Esaminando tali Figure si riconosce facilmente la conformazione generale di questo
albero. Come lantecedente esso formato di due coni tronchi vuoti A, traforato late

ralmente da quattro aperture b ed e, rinforzate nellinterno da un panello d, che esiste


su tutta laltezza e si raccorda nella parte inferiore colla massa, che contiene il car
dine in ferro a. In tutta la lunghezza esistono poi varie piccole nervature, che legano
il panello di mezzo col fuso, che forma lalbero. La parte superiore fuori del suolo
termina in una forchetta, i cui rebbii servono a ssar la chiavarda f, alla quale si
attaccano i tiranti, che poi vengono sostenuti dalla saetta C, il cui piede fuso col
lalbero stesso; dalla parte opposta presenta i sedili B occorrenti per ricevere le varie
parti del macchinisrno per sollevare i pesi, ulzio, al quale destinata la grue.
Comparando questo albero mobile collaltro sso si osserva anzitutto, che il primo

regolarmente simmetrico e rotondo, mentre lultimo, ancorch la sua forma sia cir
colare, presenta una resistenza massima alla essione. Infatti lalbero sso deve resi
stere ugualmente in tutti i sensi, "poich la grue si muove attorno ad esso, mentre

m. m, n, 42,
45, H e 15.

172
TAV. VII.

lalbero mobile, essendo solidario alla grue, e sottomesso ad una essione in direzione

ssa. Tuttavia nella costruzione dell'albero, tenendo conto di questa circostanza per
alleggerirlo e conformarlo pi particolarmente al suo modo principale di resistenza,
bisogner evitare di dare a questo principio tutta lestensione, di cui sarebbe suscet
tibile come macchina fissa, imperciocch, quando si orienta il carico, la grue va sog
getta a ritardi nel moto, che danno luogo a momentanei cambiamenti di direzione nel
senso degli sforzi trasversali; se lalbero si trovasse troppo debole nel senso perpen
dicolare alla resistenza, potrebbe derivarne una rottura.
Fig. l, 47 e I8.

Albero verticale in lastra di ferro. - Dello stesso costruttore dellalbero


precedente pure quello, che presenta la particolaritdi essere costrutto tutto in lastre

di ferro. Esso appartiene ad una grue della portata di 20000 0g. dello stesso sistema
gi descritto. La sua volata. o distanza tra lasse e larpione di sospensione di m. 8,50
e laltezza di metri 12 al dissopra del suolo. La sua struttura generale, come vedesi
dalla Fig. 18, quella dun doppio T con un panello formato di due pareti A'A, il
cui intervallo b serve per raccogliere la catena durante la salita del peso. Le pareti
sono inchiodate ad angolo retto per mezzo di lastre piegate ad angelo e e dei rinforzi
d piegati a T col lato B formati a pi spessezze di lastre sovrapposte; cio a cinque

nel mezzo ed una sola o due alle estremit. La parte superiore si apre a forcella per
ricevere i due tiranti della saetta, che sono ssati alla chiavardaf' per mezzo di dadi.
i quali, chiudendosi contro i rami della forcella, hanno per appoggio rigido il tubo f
incannato dalla chiavarda f". Il canale b, il quale deve ricevere la catena di Galle,
guernito di liste in legno e coperte di lastra in ferro sottile, che restringono alquanto
limboccatura del canale b, che fa l'ufcio di guaina, forma pi conveniente per lin

troduzione e luscita della catena.


_
,
La saetta C duna costruzione identica a quella dellalbero, vale a dire non
altro che una trave compsta di quattro pareti solidamente connesse e ritenute

con cantonate di lastra di ferro ed inchiodate direttamente contro lalbero. Il cardine a;


che termina lestremit inferiore di questo, in ghisa ed unito allalbero per mezzo
dun disco,col quale fuso con due piani paralleli, che servono ad inchiodarlo col
lalbero stesso. Unaltra parte importante il tamburo in ghisa D, per mezzo del quale
_ si_fanno eseguire i movimenti dellalbero intorno allapertura posta sulloricio della
fossa, in cui posto il suo piede. Questo tamburo rapportato in due parti attorno
"allalbero formato di due dischi 9 ed h riuniti fra loro per mezzo dun mozzo avente
la forma del corpo dellalbero, che lo attraversa. e col quale legato con chiavarde.
Il disco 9 esattamente cilindrico e cinto dun cerchio di ferro i tornito esteriormente.
sul quale ruotano, per diminuire lattrito, le girello disposte a corona attorno allori
cio, per cui esce dal suolo lalbero. Il disco h pure tornito esteriormente e circon
dato da una ruota dentata, laquale vien legata per una catena disposta orizzontal
niente ad un macchinismo sso, pel cui mezzo si pu orientare la grue. Questo

apparato e dun vantaggio incontestabile per gli apparecchi di grandi dimensioni.


Moltecose rituarrebbero a dirsi in proposito, ma i limiti, che ci siamo pressi, non ci

permettono di occuparci del calcolo e daltra osservazioni tecniche.


Le due parti coniche dellalbero si ammettono ad una parte cilindrica i, che cor

risponde al piano del buco nel suolo, OVe trovasi posta la lastra servente di guida
superiore. Siccome lalbero si muove con un moto, di rotazione, la parte i tornita e
guidata nel suo movimento da. un collare formato di girelle impernate in una corona
circolare dugual diametro dellalbero; cosi il moto radente, che lalbero eserciterebbe
contro lapertura della lastra ssa nel suolo, si cambia in moto volvente, acciocch

quando gira non gli si opponga una resistenza di soverchia energia, e sia facilitato il
moto di rotazione.
Il cardine in ferro (L non presenta alcuna particolarit; esso guernito di una

specie di calotta in acciaio innestata a coda di rondine, e che forma lestremit del
cardine, che posa sulla bronzina o ralla.
Una grue avente un albero uguale al descritto stata costrutta dal signor New
stadt nel porto militare di Cherbourg, ed calcolata per alzare pesi di 15000 Cg. La

sua portata o distanza dallasse dellalbero a quella dellarpione di sospensione di

173
metri 8,50, e laltezza verticale dalla sommit della saetta al livello del suolo di 10 m.
Questa grue si fa muovere mediante un apposito meccanismo, che le va unito per
orientare il suo carico.

REGOLE E FOBBIOLE PRATICHE.


149. Nelle macchine gli organi pi suscettibili dessere sottomessi agli sforzi di torsione
sono gli assi mobili, o gli alberi animati da un movimento di rotazione, e maggiormente

quelli primi motori 0 di prima classe, come gli alberi orizzontali dei battelli a vapore, gli
alberi, che portano i volanti nelle macchine, gli alberi delle ruote idrauliche, ecc. Quelli
invece, che portano dei grandi ingranaggi od altri organi destinati a trasmettere la potenza
senza urti e senza volanti, sono classicati alberi secondi motori 0 di seconda classe. Inne
gli alberi, che non portano che delle puleggc o degli ingranaggi di poca importanza, si

comprendono sotto il nome di alberi di terza classe.


Nellimpiego delle formole per calcolare le dimensioni degli alberi sottoposti a sforzi
di torsione si avr riguardo a ciascuna di queste tre classi dalberi.

In quasi tutte le macchine i perni dellalbero motore sono quelli, che sopportano tutti
gli sforzi della potenza ed il contrasto della resistenza; quindi in pratica il loro diametro

e una delle prime cose da calcolars. Linglese Buchanan, il quale ammette che un albero
in ferro fucinato di qualit media per trasmettere la forza di un cavallo-vapore con una
velocit di 1 giro per minuto con qualche sicurezza, tenendo calcolo degli eccessi dovuti
al volante ed agli urti, che potrebbe ricevere, dovrebbe avere 16 centimetri di diametro,

stabil la seguente lormola:


D3:%xm;

indicando con I) il diametro del perno, con C la potenza da trasmettersi in cavalli-vapore.


con N il numero delle rivoluzioni dellalbero per minuto e con m un coetlciente variabile;
formola, che fa vedere che il cubo del diametro del perno proporzionale alla forza tras

messa ed in ragione inversa della sua velocit di rotazione, e che perci la resistenza d'un
perno proporzionale al' doppio del diametro, ovvero che un cubo doppio dun altro
capace di resistere ad uno sforzo otto volte maggiore, essendo il cubo di 2 uguale ad 8.
Il medesimo ha trovato pei perni in ferro fucinato le seguenti formole:
'

a ______
Per il perno dun albero di 1 classe D3 : % x(16)3, per cui I) :l/% X 4096;
3 _

idem

e classe o3

x219'l, e o:

x 2m;
3

idem

3 classe o3 : % x1090, e o:

_____

x 1000.

Le formule per determinare i perni degli alberi in ghisa dedotte dal succitato autore
sarebbero le seguenti:

.
am
E
Per un albero primo motore 0 di prima classe 03 = -%- x6859, e I):
x6359;
3

idem

20 classe D : kg- x 3375, e I):

x 3375;
3

idem

3 classe D3 :% x 28, e I):

x 1728.

Regola pratica. - Dalle formole superiormente esposte pu dedurre la seguente


regola pratica: per determinarei perni degli alberi in ferro ed in ghisa baster dividere

la forza della macchina espressa in cavalli-vapore (di 75 chilogrammelri) pel numero delle
rivoluzioni dellalbero per minuto, e moltiplicare il quoziente pel numero sso corrispondente
alla classe dell'albero ed al metallo, di cui formato, poi estrarre la radice cubica del prodotto,
ed il risultato dar il diametro in centimetri.

174
ititenendo per coelciente degli alberi primi motori, se in ghisa, 6800 e, se in ferro,

4370, si potranno risolvere iseguenti problemi. Per gli alberi in legno la resistenza a parit
di condizioni '/i di quella degli alberi in ghisa, cosi conoscendo il diametro bisogner

a __
aumentarlo del rapporto di l/411 ovvvero moltiplicarlo per 1,6 per avere il diametro
dellalbero in legno.
,
1 Esempio. - Qual sar il diametro del perno in ghisa ed in ferro dun albero

primo motore per trasmettere una forza di 10 cavalli con una velocit di 20 rivoluzioni per
minuto?

Soluz. lmpiegando le formole superiori si avr


a
__
per il perno in ferro D :
x 4370 :centim. 12,9, diametro cercato;
il .____.__
per il perno in ghisa D:

x 6800 : 15 centim. di diametro.

20 Esempio. - A qual potenza corrisponde il diametro d'un dato perno quando si


conosce il numero delle rivoluzioni dellalbero per ogni minuto?
Soluz. Supponendo, come nellesempio precedente, che l'albero faccia 20 rivoluzioni al
minuto, il diametro del perno in ghisa uguale a 15 centim. e quello in ferro a centim. 19,9,
indicando con F la forza in cavalli-vapore, dalla lormola F: D s N si avr, sostituendo
i valori numerici,

.
. _ _ (15)3x20 _
. .
per quello in ghisa. F _ _6800 __ 10 cavalli circa,
e per quello in
. ferro._ F _
__ (12,9)3x20
4370
_ 10 cavalli. cnca.
Regola pratica. _ Per ottenere la potenza in cavalli-vapore corrispondente al perno
dun albero, di cui si conosce il diametro ed il numero delle rivoluzioni per minuto si fa
il cubo del diametro, indi si divide pel coefciente sso 0800 per la ghisa e 4370 pel ferro, ed il

quoziente moltiplicato per il numero delle rivoluzioni d la forza espressa in cavalli.


Per gli alberi di seconda classe le formule e regole sono le stesse che le precedenti,
solamente che il coefciente m per la ghisa sar 3280 e pel ferro %108.
.
1' Esempio. -- Qual diametro dovr darsi al perno dun albero di seconda classe,

il quale deve trasmettere una forza di 24 cavalli con una velocit di 20 rivoluzioni per
minuto?
3 __.._._

Soluz. Se il perno sar in ghisa si avr D :

x 3280 : 16 centimetri; se invece

3 __.____

sar in ferro D : V% x 2108 : centim. 13,8.


Si calcoler gli alberi di terza classe analogamente, ponendo solo il coelliciente 1640

per la ghisa e 1051- per il ferro.


2 Esempio. - Qual sar il diametro dun albero di terza classe destinato a tras
mettere una forza di due cavalli con una velocit di 36 rivoluzioni per minuto?
3

Solnz. Si avr pel diametro del perno in ferro D :

x 1054 :cent. 3,8, e per

3 .__-__

quello in ghisa o : l/26_ x 1640 : centim. 4,4.


Per abbreviare le operazioni nella pratica, considerando che la lormola di: % x m.
3

si pu mettere sotto questa forma : %l- : oppure -:;-1 : %-, si divide il coefciente m

dellalbero in ghisa pel cubo dei numeri successivi 1, 2, 3, 4 ecc. rappresentando il dia

175
metro dei perm in centimetri, Si avra una serie di numeri corrispondenti -; onde 6859

C
diviso successivamente pe cubi i, 8, 27, 61, ecc. dar i numeri della seconda colonna della

Tabella seguente. Lo stesso dicasi degli altri coefcienti, che divisi pure per questi cubi
daranno la terza, quarta, quinta, sesta e settima colonna della stessa,

TABELLA DEL DIAMETRO DEI PERNI DEGLI ALBERI SOTTOMESSI A SFORZI DI TORSIONE

==-

DIAMETRO |
in

ALBERI IN GHISA

ALBERI 11v ranno

I"

centlmetfl

1 motore

2 motore

3 motore

1 motore

2 motore

3 motore

1
2
3

6859,00
857,38
254,

3375,00
422,00
125,00

1728,00
216,00
64,00

4096,00
512,00
132,00

2197,00
274,62
81,36

1000,00
125,00
37,00

107,17

52,74

5
6
7

,
31,75
20,00

27,00
15,62
,84

8
9

13,32
9,41

10

11

21,00 1

64,00 ,

,31

15,62

13,82
8,00
5,04

32,70
19,90
12,20

17,56
10,17
6,11

8,00
4,62
2,91

6,59
4,63

3,57
2,37

8,00
5,62

4,29
3,13

0,86

3,38

1,73

4,10

2,20

5,15

2,54

1,30

3,08

1,65

1,95
1,37 ,
1,00

0,75 l

12

3,98

1,95

1,00

2,37

1,50

0,57

13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26

3,12
2.50
2,03
1,67
1,40
1,17
1,00
0,86
0.74
0,64
0,56
0,50
0,44
0,39

1,54
1,21
1,00
0,82
0,68
0,58
0,47
0,42
0,36
0,32
0,21
0,24
0,21
0,19

0,78
0,61
0,51
0,42
0,35
0,30
0,25
0,22
0,17
0 6
0,14 .
0,13 1
0,11 ,
0,10

1,86
1,43
1,21
1,00
0,&
0,70
0,60
0,51
0,44
0,39
0,34
0,30
0,26
0,23

1,00 I
0,80
0,65
0,53
0,45
0,31
0,32
0,26
0,24
0,21
0,18
0,16
0,14
0,13

0,45
0,36
0,29
0,24
0,20
0,17
0,15
0,13
0,11
0,09
0,08
0,07
0,06
0,05

21

0,35

0,17

0,09

0,21

0,11

0,04 ;

28

0,31

0,15

0,08

0,19

0,10

29

0,28

0,14

0,07

0,17

0,09

;
1

30
31

0,25
0,23

0,13
0,11

0,06

0,15
0,14

0,08
0,07

32
33
34

0,21
0,19
0,17

0,10
0,09
0,08

1)

0,13
0,12
0,11

0,06

35

0,10

10

0,10

11

i)

36
37

0,15
0,14

0,09
0,08

l
1

1
1
,
1

38

0,13

11

0,07

11

39
40
18A

0,12
211
0,11

D
30

40

0,06
54
0,05

g.

n
7. u

"

Regola pratica. - Secondo questa tavola la regola per determinare il diametro del

perno dun albero primo motore si riduce alla seguente: Dividasi il numero delle rivoluzioni
dell'albero per minuto pel numero dei cavallivapore, poi cerchisl in una delle colonne della
tabella il numero, che pi savvicina al quoziente trovato, avendo particolarmente riguardo alla
natura dei perni, ed il numero corrispondente nella prima colonna d il diametro in centimetri.
1" Esempio. - Quale sar il diametro d'un perno di un albero in ghisa primo motore
duna macchina a vapore della forza di 12 cavalli con una velocit di 33 rivoluzioni per
minuto?

l'76
Soluz. Applicando la regola su esposta si avr --:-2 : 1,65; questo quoziente

l',65 si approssima a quello di 1,67 della seconda colonna della tabella, e questo numero
corrisponde a 16 della prima colonna, per conseguenza il diametro D del perno di
16 centimetri.
Se il perno dovesse essere in ferro bisognerebbe cercare il quoziente nella quinta
colonna, e si trover che sar compreso tra 1,86 e 2,43, e per conseguenza il diametro del
perno sar compreso tra 13 e 14 centimetri, ossia 135 millimetri.
2 Esempio;- Si domanda il diametro del perno di seconda classe o secondo motore,
sul quale havvi una ruota d'ingranaggio capace di trasmettere una forza di 15 cavalli con
una velocit di 40 rivoluzioni per minuto.
'
oluz.Sr avr - : -s- :2,67; questo quoziente SI approssima a 2,51 nella terza
colonna e trovasi compreso tra 3,13 e 220 nella sesta colonna della tabella: risulta che il

diametro corrispondente deve essere di 11 centimetri per il perno in ghisa, e compreso tra
i) e 10 centimetri o 95 millimetri circa pel ferro fucinatu.
3 Esempio. - Un albero di terza classe dovendo trasmettere una forza di 4 cavalli
con una velocit di 48 rivoluzioni per minuto, si domanda il diametro del perno tanto in
ferro quanto in ghisa.
R
48
Soluz. Applicando le regole su esposte si avr
: 12; questo numero nel
C _ 4
"
lultima colonna della tabella compreso tra 15,62 e 8: il diametro corrispondente per il
perno in ferro allora compreso tra 4 e 5 ossia 45 millimetri; si Vedr pure per la quarta
colonna che il diametro del perno supposto in ghisa compreso tra 5 e 6 centimetri ossia

51 millimetri.

'

La lunghezza dei perni degli alberi e sempre maggiore del loro diametro: quelli per

alberi grossi sono lunghi 1,211 01,111, quelli pei piccoli possono essere di 1,5d a 2d. Cosi
il perno dun albero in ferro di metri 0,06 ha metri 0,12 di lunghezza. Quando gli alberi
debbono resistere a sforzi di torsione e di pressione laterale, si prender per diametro dei

perni la maggior dimensione trovata per questi due sforzi.


Il Redtenbachnr d le seguenti formule pei perni degli alberi di trasmissione:
Perno in ghisa:
11 :0,18 V P

1:0,81 +1,21d
perno in ferro t'ucinato:

11 :0,12 t/_

1:0,8'l +1,21a
B : 428 + -3%g ;

perno in acciaio:
d :U,09 t/_,
indicando con P la pressione, che agisce sul perno in Chilogrammi; con 11 il diametro del
perno in centimetri; con I la lunghezza del porno in centimetri, e con B la maggior pres

sione per centimetro quadrato di sezione.


Lunghezza degli Alberi. - Non vi son regole assolute per la lunghezza degli
alberi: essa varia in ragione dei varii organi, che l'albero deve sopportare ed in ragione
della distanza, a cui va trasmesso il moto impresso dal motore. Ciononpertanto raro che
nella pratica la lunghezza superi metri 3 a 3,50 per gli alberi in ferro, e metri 4- a 5 per
quelli in ghisa. Vi sono per degli esempi dalberi in ghisa lunghi 10 met.: in questi casi

si porranno dei sedili intermedii agli estremi per diminuire la portata dellalbero.
Quando lalbero non va che pochissimo soggetto ad uno sforzo di essione e la sua
lunghezza non maggiore di 1 a 2 metri, avr sulle estremit un diametro dun decimo
maggiore di quello pel perno, e da questo diametro, come base, sineomincier la sua

forma parabolica. Si potr aumentare di /3 a /1 per gli alberi in ghisa pieni quando sono
lunghi da 2 a 4 metri.
Sezione degli Alberi. - Per calcolare le dimensioni da darsi alla sezione dun

177
albero sottomesso a sforzi di essione si calcola la somma M dei momenti delle forze
esteriori, che tendono a rompere lalbero in questa direzione. Facendo questo momento
uguale a quello d'elasticit'a E P [N' 116], se ne ottiene unequazione, che d le dimen

sioni di questo profilo. Per P non si deve calcolare che la decima parte del coeiciente di
rottura m (V. la Corlruzione dellAsse dei Bilancieri).

Per costrurre gli alberi, che devono essere sottomessi tanto alla torsione quanto alla
essione si determina dapprima il diametro, che deve aver l'albero per resistere alla tor
sione, poi si adatta allalbero un rinfarzamento, che da solo sia capace di resistere al
momento della essione.

Sia
a .___

d: .6 V_N
n

il diametro, che lalbero deve ricevere per trasmettere, con n rotazioni per minuto, un
eti'etto di N cavalli-vapore; M il momento.di essione, in chilogrammi-centimetri, al quale
una sezione determinata dellalbero esposta: se il rinforzamento dell'albero deve essere
anulare, per la determinazione del diametro esteriore si ha la l'ormola
3_____

32M
P

Se si fa il rinforzamento con quattro nervature, si ha per la determinazione di ho di b:


3

6M

Il:

b:

6Mh
PW-v

Bisogna servirsi della prima di queste formule, se vantaggioso adoperare il rapporto


h
7:7, e cercare h; della seconda formola, se laltezza di h adottata, e se devesi cercar b.

Per gli alberi, che non sono sottoposti che allo sforzo di torsione il citato autore, am
mettendo che tutti gli alberi, costrutti col medesimo materiale, siano sollecitati al mede

simo grado di forza, d le seguenti formole:


Alberi in ferro fucinato:
4 a __

Alberi in ghisa:
a

a:qan/Pn

a __
11:12
n

a=o%svrn
_
d : 16

a __
n

39
T:90)

a
.

indicando con P la forza in Chilogrammi, che produce la torsione dellalbero; con R la


lunghezza in centimetri del braccio di leva, sul quale agisce la forza P; con d il diametro

dellalbero in centimetri; con 1 la lunghezza dellalbero in centimetri; con N leetto in


cavalli-vapore, che trasmette lalbero; con n il numero delle rivoluzioni dellalbero per

minuto, cono langolo di torsione dellalbero in gradi, e con T il coefciente di torsione.


Queste regole, quando gli alberi non siano eccessivamente lunghi, danno ottimi
risultati.

Le quattro tabelle seguenti contengono questi risultati:


1 Caso: quando il e P sono dati si forma il prodotto P B e si trova nella seconda
colonna il valore di d.

'2" Caso: essendo dati N ed n si cerca il quoziente -1:- ed allora il valore di d e


dato dalla seconda colonna.
23

178
074372720 DEGLI ALBERI 18 marzo rucxmro (1 caso).
3

__

4:0,297/93
P in Chilogrammi, d ed E in centimetri.
1

,93

"v

'

A" _

alr.ald'raia

li -__*7 *_.__'_M

ralallr>a

7
.
1
i
.

3,4
3,8
3,0
4,0
4,2
4,4
! 4,0
4,8

Il

l! 5705
7 0450
7200
\ 80007
7 8856i
97707
i 77787!
707407

5,2
5,0
5,4
5,8;
0,0 77
0,2
0,4
0,0 7,

74000
70073
75307i
77974
79454
20992.
22000
24300?

__

328
437
379
499
507
722
.7 7707
900

2
2,2; 7
2,7
2,3 l
2,4
2,0 7,
2,8
3,0

7077
2249
7973
2024
3037
3492
3700
4534

7,0
7,4
7,2
7,0
7,8
80
8,2
8,4

" 27947
8,8
777 37920
9,2
29889
9,0
34055
9,4
, 35208!
9,0
38589
9,8
47000 70,2!
9,0
,. 43509

7l 7344

3,2

,,
2725 I 5,0____ i ,_,_
12891\ ,____,|
0, | m,__,yi
200707 8,0
7:la, 40777 >, 70,4

l;_f

DIAMETRO DEGLI ALBERI IN FERRO FUCINATO (2 caso)

:4V_N_

3_

117

d diametro dellalbero in centimetri; N eletto in cavalli-vapore, che trasmette l'albero;


n numero delle rotazioni dellalbero per minuto.
l

3 7
il

0,0750
0,0798
0,0278
, 0,0305
|7 0,0377
0,0527

d .

__

_N_

77"

, [ 3 7 ,,

7 1

Il

.
7.
.|
|.

7,0000
7,2098 7
7,5800 7
7,9507
2,3030
2,8397

72
73
74
75
70
77

7
[
17

9,5 7 3,3770 l

78

I 22,778

7
7
,
,7

3,00
3,25
3,50
3,75
4,00
4,50

0,7587
0,7982
0,2438
0,2959
0,3559
0,4274

7 0,0723 7

5,00

0,4950

0,0907 7 5,50
0,7248 I 0,00

0,5780
0,7093

0,5
7,0
7,5
8,0
8,5
9,0

-n

70,0
3,9040
77,0 \ 4,0240

79
20

___,_,-.

0,7545
7,9902 22
24
70,755
20
72,088 7 28
75,000
78,940 30
32
34 1

,
7

_-_ .__,_,_.

.-____ i

DIAMETRO DEGLI ALBERI IN GHISA (1 caso).


3

_.

7 :0,385 V9 3
P in Chilogrammi, d ed E in centimetri.

,PR

alra

722
747
780
273
242
308
], 473
385
574

aira

;=._. _.___ _(

2,0
2,7
2,2
2,9
2,4
2,0
2,8
3,0
3,2

7
l
!
|

I7l
l

089
3,4
878
3,0
902
3,8
7748 | 4,0
7299
4,2
7493 | 4,0
4,7
7700
7939
4,8
2797 | 5,0

,l _

dPBI

..

2405
2707
3079
3422
3787
4778
4597
5040
5573

._ ..._.__

1
7
,:7
7

5,2
5,4
5,0
5,8
0,0
0,2
0,4
0,0
0,8

. ._.2_, ,

__ b: .

7|,Pala

77 0073 7,0 7
I 0543! 7,2
7703_ 7,4 il
7 70907 7,0 7
8320 7,8 ,
8970 8,4
8,0 7
; 70390
9000I
8,2
| 77750| 8,0 7

77852! 8,8
72783
9,0
73053l 9,2
745037 9,4
75570
9,0
70503\
9,8
77533
70,07
78399! 70,2,
79083| 70,47

77

179
mmxrao oneu ALBERI IN GHISA (2 caso).

3:16V_N_

3___

Il

N eelto in cavalli-vapore; a numero delle rotazioni per minuto; 11 diametro dell'albero


in centimetri.

14"""' '

0.,|101,105,13
; 0,00000 f. 3,00 {.l 0,0070 1l 0,0 , 0,4213 li 12 li. 2,000 I 22

I}

[1 0,00333
0,01047 1| 3,20
3,00 0 0,0337
0,1030 ..

7,0
7,0 .

'

0,0303
0,0700 l,

13
14

0030 00| 033 1 091 903823 .


a

'

, 0,02220
0,03002 !

4,00

0,00

0,1730
0,2003

= 0,04002

0,00

0,2442

i 0,00274 |

0,00

0,3240 ,

ad

0,0 |

1,1000
0,0 1 1,4240
|

{1.

3,370
4,201 1
:5

24
20

l 3

17
13

3,000 l
0,000
1

32 .
34
1

10,0 0 10740

10

11,0

20

1,0030

Gli alberi di trasmissione duna grande lunghezza, specialmente quelli delle lature
e delle tessiturc, devono essere costrutti in maniera che l'angolo di torsione diventi pro
porzionale alla lunghezza ed indipendente del diametro dellalbero. Per questi bisogna
prendere:
4 __

4 __

0:12
,

. .

=0,70|/ va.
I

L angolo di torsione diventa. a _ m.

La tabella seguente contiene i risultati della formula per 11.

TABELLA DEI DIAME'IRI DEGLI ALBERI DI TRASMISSIONE DUNA GRANDI LUNGHEZZA


IN FERRO FUCINATO.

d____

d:0VL
7!

N effetto in cavalli-vapore; 11 numero delle rotazioni per minuto; 11 diametro dellalbero


in centimetri.
l-

_N_

, l 1

1|

3,00
3,20
3,70
4,00
4,00
0,00
0,00
0,00

,
|
;
,

'

13

Il

0,0020
0,0303 i
0,1013
0,1002
0,2010
0,3100
0,3013
0,1100 '

,___,_,________

, , 0 | ,
,

0,0030
0,0004
0,0072
0,0000
! 0,0123
1 0,0100
0,0303
0,0430

il

0,0
0,0
7,0
7,0
3,0
3,0
0,0
0,0

0,4310 l.
, l 0,7073
1,3030
1,3700
\ 2,4330
3,1320
l 4,0401

:! 1,0000

, |.

10
11
13
14
10
10
17
12

0,0020
0,2000
7,7341
1 11,2220
10,0000
22,1341
20,4340
30,0020

13
10 1 1
22 l
24
20
23
30 I
20 1

180
Gli alberi di trasmissione, che devono resistere allazione d'una forza viva, non vanno

calcolati dietro le leggi statiche, ma dietro quelle dinamiche. Se, per esempio, un albero
munito dun volante e deve ricevere la forza viva di questo senza rompersi, bisogna che
. . .
1 T2
.
la quantita di lavoro T -- V [ N 52 ], che necessaria per produrre la rottura dellal
bero per torsione, sia maggiore della forza viva del volante (espressa in Chilogrammi ed
in centimetri).
Sia Q il peso dellanello del volante in Chilogrammi; C la velocit in centimetri attorno
alla circonferenza del volante; g:9,81x100:981 centimetri, laumento della velocit

nella caduta dei corpi per secondo: si ha lequazione

v>4iict_
T9

29

ARTICOLO II.
Giunti cd Innesti ssi e mobili, Imbracamenli.

TAV. Vlll.

150. Giunti ed Innesti. -- Sotto questo titolo sintendono quegli organi


fatti a guisa dastucci o manicotti (manchons), che appartengono alla tras

formazione del moto rotatorio equabile o non equabile, e simpiegano a comu


nicare il movimento tra due alberi ovvero a congiungere le parti d'un albero
di trasmissione poste sul medesimo asse, che si possono riguardare come il

prolungamento uno dellaltro, sia che i loro assi siano collocati sulla stessa
retta, sia che abbiano direzioni parallele od inclinate, 0 sia che cadano in

piani differenti. Essi non sono sempre destinati a formare giunti ssi, ma
anche solo temporanei, ovvero a congiungere le due parti dun albero in
guisa, che, senza renderli completamente solidari, esse si trasmettano il moto.
Varii sistemi dInnesti. - Fra i molti sistemi dinnesti ne distingueremo tre
specie principali, cioi giuntissi o mobili, glz'mzestz' mobili e glznnestz' ad imbracamento.

Giunti si chiamano tutti quegli organi, i quali servono ad unire le due parti di
un albero in modo rigido e da formare una sola linea.

Fig. l,2e3.

Innestz' mobili quelli, che congiungono due parti d'un albero solidarie fra loro, ma
senza rigidezza, onde si dicono anche articolazioni.
[maestri a imbracamento, o semplicemente z'mbracatoz', quelli, che si fanno per col
legare due parti dun albero, fra le quali la comunicazione del moto si pu interrom
pere e ristabilire senza scomporre la macchina e merce di un semplice cambiamento
di luogo di alcuna delle sue parti.
Fra le innite forme di sistemi diversi di questimportantissimo organo noi sce
glieremo i tipi principali di ciascuna specie cominciando dei giunti ssi, passando
poi ai mobili, e nalmente cOnchiudendo cogli imbracatoz': cos ne descriveremo prima
ipi semplici e poi a mano a mano i pi complicati.
Giunto a chiavetta. - Prima di descrivere i giunti a manicotto propriamente
detti porremo sotto gli occhi dei nostri lettori due giunti semplicissimi, che si e'ettuano
tra le estremit di due alberi scnza alcun altro organo ausiliare. Essi sono usitatissimi
per congiungere alberi mossi a piccola velocit, oppure a congiungere le aste degli
stantqu delle trombe nelle macchine a vapore e simili. Il primo, che serve per un albero
orizzontale, consiste nel terminare una delle estremit A dellalbero o dellasta per

un rigonamento cilindrico, e laltro per una ghiera B, il cui diametro interno sia
uguale a quello dellestremit A, che deve entrai-vi. Queste estremit sono ambedue
traforate da unapertura rettangolare, per la quale si fa passare una bietta e, che
serve a tenere unita la parte A colla parte B, le quali si possono disgiungere togliendo
la bietta o chiavetta, e ricongiungere rimettendola. Un tal sistema ha il vantaggio

di non aggiungere peso a quello dell'albero; ma non deve impiegarsi che per alberi
soggetti a piccolissimi sforzi.
0

181
Problema. Disegnare il giunto dun albero orizzontale o Metto.
Soluz. Conducasi lasse, che passa cl centro dei due alberi da congiungersi, poi,

TAV. Vlli.

seguendo le quote della Figura, sar acile disc nare la parte cilindrica B, nella. quale
sintroduce lestremit dellalbero A ritenuta da la bietia c, che compenetra le due
estremit dellalbero da congiungersi.
.
La Fig. 1a rapppresenta l esterno del giunto;

Fig. i, 2 e 5.

La Fig. 2 la sezione trasversale, la quale intendesi fatta dalla parte A della Fig. 1 ;
La Fig. 3a lo spaccato lon itudinale fatto sullasse nel senso della lunghezza del
l'albero o della generatrice. e quote. che non sono segnate col met., sintendono in
parti proporzionali al diametro dellalbero indicato con d:100 parti.

Giunto od Innesto semplice verticale. - Questo giunto, analogo al gi

FIR. l.

descritto, pu servire per alberi di maggiore importanza, e viene usato specialmente

nei molini per unire gli alberi in ghisa con quelli in ferro, che comunicano il moto
da un piano allaltro. In questo innesto lestremit dellalbero A ha un foro ben liscio
nellinterno per ricevere lestremit dellaltro albero B, il quale si ssa mediante due
_ biette o e g poste in senso perpendicolare fra. loro; una ghiera in ferro 1 rapportata a
caldo esteriormente allestremit dellalbero di ghisa, afne di consolidarlo e renderlo
pi atto a resistere contro lo sforzo esercitato dalla chiusura delle chiavette o blatte c eg,
le quali chiudonsi o dischiudonsi secondo che si vuol congiungere o disgiungere i
due alberi. Un tal giunto va adottato sol quando lalbero in ferro non deve trasmettere
che una parte, cio un quinto od un sesto della forza dellalbero in ghisa, che sormonta.

Giunti a. mezzo ferro con manicotto. - Quando gli alberi non sono suscet

m. Ii, e e 7.

tibili dessere frequentemente disgiunti, come sarebbero quelli, su cui bisogna soventi
cambiare gli organi di trasmissione, si fa uso di un manicotto (manchon) o astuccio A
dun sol pezzo, nel quale le due estremit. dellalbero D e C vengono riunite. A tal
ne si tagliano le estremit delle due parti dellalbero da riunire con un piano, che
passa pel suo asse, e se ne leva una parte, le cui proporzioni sono indicate sul disegno
in parti proporzionali all'albero, si sovrappongono le due estremit in guisa, che alla
parte tolta da una si sostituisca quella dellaltra. Questo metodo vien detto a mezzo

ferro. Le due parti si ritengono una sull'altra mediante due o tre viti, e poi tutto il
inezzo ferro viene introdotto in una specie di tubo o manicotto in ghisa perforato

esattamente uguale al diametro dellestremit delle due parti dellalbero. Tutto il


sistema chiudesi mediante una chiavetta e, che viene introdotta a forza in una sca
nalatura praticata met nel manicotto e met nellalbero. La difcolt maggiore nel
porlo in pratica di ottenere la concentricit delle due parti congiunte dellalbero,

la quale fa si, che i meccanici ne facciano poco uso.


Problema. - Disegnare un giunto di duepartz'd'albero a mezzo/erro con manicotto.
Soluz. Condotto l'asse, che passa per il centro dellalbero, si stabilir su di esso la
lunghezza del manicotto e del mezzo ferro, ed in questi unti sinnalzeranno tante
ger endicolari; portate al dissopra ed al dissotto de lasse e distanze uguali al raggio
el albero e del manicotto sar facile costruirne le Figure.
La Fig. 1 esterna vista nel senso della lunghezza;
La Fig. 2 il prospetto del giunto visto dalla parte dellalbero B;
La Fig. 3 lo spaccato del manicotto sullasse del giunto nel senso longitudinale.

Giunto a. mezzo ferro con dente a. coda. di rondine. - Alcuni costruttori


hanno modicato il sistema antecedente formando nel mezzo ferro una specie di dente

Fig. 8 o 9.

a coda di rondine nelle due estremit B e C delle due parti da riunirsi; ma un tal
giunto sempre di difcile esecuzione ed esige del tempo e dellabilit: esso perci

alquanto costoso. Nel manicotto oltre alla. bietta si mettono pure due viti di pressione 1).
.Problema. - Disegnare l'innesto di due alberi a mezzo ferro con coda di rondine.
Soluz. Condotto lasse al solito e ortate le rispettive misure indicate dalle note
del disegno, non sar difcile costrur o. dopo lantecedente. La Fig. 8 rappresen a il

prospetto visto dalla estremit B, e la Fig. 9 lo spaccato del manicotto A.


Giunto a. cima. a. cima. - Diconsi giunti a cima a cima quelli, in cui le parti
dellalbero da congiungere sono poste una contro laltra ed hanno praticata una sca
nalatura met nelle parti AB dellalbero e met nel manicotto, nella quale sintro

duce una bietta o. Il manicotto ha una spessezze alquanto maggiore nel mezzo per
resistere agli sforzi di essione, che potrebbero esercitarsi nel punto di congiunzione
dei due alberi.
'

Hg. W e Il.

182
TAV. VIII.
Fig. 12 e 13.

Manicotto a. collare. - Questo genere di giunti viene impiegato specialmente


per congiungere le parti di due alberi quadrati, e si fa in ghisa od in ferro fucinato.
Esso pu classicarsi fra i manicotti a guscio (cognilles), ed formato di due stae

M, M' a guisa d'anello in ferro ripiegate ad angolo retto e collegato per mezzo di viti
o chiavarde b attorno alle due estremit dellalbero, che abbracciano a guisa di collare.
Tali manicotti si applicano come mezzo per girare gli alberi nei torni scorrevoli o a
carro, siano essi cilindrici o prismatici; le due ganasce, che formano la ghiera, non

hanno sempre bisogno davere la forma dellestremit dellalbero, poich, quando; le


viti siano strettamente chiuse, la rotazione impressa dallurto del ginocchio del disco

del turno fa. si, che l'albero si gira.


Problema. - Disegnare un manicotto a collare per la congiunzione dun albero
quadrangolare.
Soluz. Condotto lasse, che passa per quello dellalbero, sar. facile, mediante le
misure scritte sul disegno, delmearne un altro.

La Fig. 12 re presenta la congiunzione del collare esteriormente, e vi si scorge


la disposizione de le viti b, b, b.
La Fig. 13 fa vedere come le due staffe piegate ad angolo retto abbracciano lal
bero mediante la chiusura delle chiavarde b, b.

Mg 14 .- 1:1.

Giunti dalberi in ghisa vuoti. - Queste congiunzioni si fanno, come quelle


dei tubi, a cima a cima; le estremit delle due parti dellalbero sono munite di due
ghiere AB, le quali si combaciano ed incastrano perfettamente e sono tutto allin
terno perforate da un certo numero di buchi, pei quali passano tante chiavarde a, a.
Queste ghiere sono generalmente ancora sostenute da quattro o sei nervature b, b'
disposte allestremit di due diametri perpendicolari fra loro. Talvolta. per per sot

trarre le chiavarde allo sforzo di scorrimento trasversale, che potrebbe risultare da


una tendenza o spostamento angolare fra le due parti, si fanno nelle due ghiere dei

denti, i quali sincastrano a vicenda per met da ciascun lato e rendono impossibile
qualunque variazione.
Problema. - Disegnare il giunto d'un albero vuoto in ghisa.
Soluz. Nel nostro disegno presentiamo una sezione longitudinale fatta nel scusa
dellasse dellalbero; onde non sar difcile disegnarsi cominciando dal condurre l'asse,
poi ssando il punto del giunto, conducendo delle parallele allasse distanti fra loro
quanto il raggio dellalbero, sempre seguendo le quote scritte sulla Figura. La Fig. 14
rappresenta una sezione trasversale fatta fuori della ghiera.

Giunti con manicotti in due parti. - Per potere interrompere facilmente


una linea dalbero stabilita sia per cambiare gli organi di trasmissione, come ingra
naggi e puleggia, sia per modicare e trasportare i punti dappoggio ecc., simpie

gano di preferenza dei manicotti divisi in due parti, i quali possano mettersi e levarsi
senza sforzo e senza discendere le due parti dellalbero dai loro sostegni. Quando si
ha da costrurre una linea dalbero un po lunga, la quale per sua natura sarebbe

difcile a mettersi a luogo tutta in un pezzo, usansi con vantaggio i manicotti in


due parti. Considerati sotto questo aspetto generale si possono dividere in tre tipi
principali e distinti, e sono:
1 Il manicotto ad artigli, i quali sono tagli perpendicolari allasse dellalbero

formanti denti, che imboccandosi a vicenda, favoriscono lo sforzo di rivoluzione;


2 il manicotto a guscio, il quale fatto in forma di ghiera diviso in due parti,
che si riuniscono mediante chiavarde;
3 Il manicotto a disco, che somiglia allantecedente, ma il sistema di collega

m. 19, 20 e 21.

mento sostituito per unioni sse.


Giunto ad artiglio (gmfes). - Dei varii sistemi di giunti in uso il pi antico
questo denominato ad artigli, le cui applicazioni sono comunissima. Esso si com
pone di due parti in ghisa M M' tagliato in maniera che il dente o artiglio di una
parte saliente si adatta esattamente nella parte cava dellaltra e viceversa, formando
cosi una specie dingranaggio o imboccamento, i cui denti, che corrispondono a

segmenti di circolo, occupano ciascuno un quarto di circonferenza. Queste due parti


cilindriche in ghisa sono adattate all'estremit dellalbero, che debbono unire, in modo

che una sora la. parte M per penetrare in quella di M' duna quantit uguale alla
profondit del dente o dellartiglio; tale disposizione ha lavventaggio di non lasciar

183
cadere la met dellalbero quando si disgiunga la met M' del manicotto dalla prima,
restando sostenuta dal rigono del primo albero o contro la sponda o maschietto dei
cuscinetti, che li sostengono. Affinch possano girare senza scivolare queste due parti

TAV. VIII.
Fig. 19, 20 e 21.

sono ssate sul loro asse rispettivo col mezzo di due chiavette e, ed afnch durante

il moto non si possano spostare sono ritenuti da viti e, e', le cui teste uguagliano
la supercie del cilindro. Se gli alberi non portano alcun collarino aggettato, ed av
viene raramente che labbiano ambidue, si metteranno allestremit del manicotto le
due viti y, 11/, le quali facciano pressione sullalbero, sempre per atesta rasa oinca
strato nel manicotto per non lasciar sporgenza esteriori, le quali possono essere causa

di gravi accidenti, e sono ordinariamente quadre. onde qualsiasi chiave basti a


chiuderlo.
Problema. - Disegnare un giunto ad artiglio ed a dente.
Solnz. Condotto al solito lasse si sseranno le varie distanze delle parti, che
formano il manicotto e le altezze, conforme alle quote segnate sul disegno, poi con
parallele allasse sar facile costruire il manicotto della Fig. 19.
l 1tLalveduta di prospetto mostra come siano disposti i denti a settore, che formano
a ig io.
Lo spaccato rappresentato secondo una sezione eseguita secondo lasse; ma gli
alberi si vedono intieri e non ispaccati.

Giunto a. disco. -- Dicesi giunto a disco quello, che si effettua mediante


due dischi posti allestremit delle due parti dellalbero da congiungersi, i
quali vengono ritenuti'uno contro laltro con viti e talvolta anche con biette
a coda di rondine. Questi sistemi di manicotti sono assai comodi nella
pratica.
Giunto a. disco e blatte. a. coda. di rondine. - Il signor Blondel, meccanico di Fig. 6, H e in.
Rouen, che si molto occupato degli organi relativi alla comunicazione del movimento,
e particolarmente degli alberi primi motori, ha adottato in varie trasmissioni da esso

eseguite un tal sistema di giunti. Questo, senza avere il merito della semplicit e
della facilit desecuzione, per ingegnosamente combinato. Esso si compone di due
dischi torniti M, M' fissati lun contro laltro mediante due e talvolta quattro viti e
colla testa incassata, e sono inoltre rattenuti da. due biette o cunei e tagliati a coda

di rondine incastrati per met in ciascuno dei dischi e legati fra loro con una chia
varda y, che passa da una parte allaltra e tende a ravvicinarle. Una tale disposizione
permette al costruttore di postare su ciascun albero le chiavette in ferro o, c', le quali

sono alquanto coniche, ma in senso contrario, e per conseguenza quella dellalbero A


conica. da destra a sinistra, e quella dellalbero B da sinistra. a destra. In questa

guisa si comprende facilmente, che allorch il giunto chiuso per mezzo della vite
e impossibile, che il manicotto possa scivolare a destra ovvero a sinistra, onde essa

presenta una grande sicurezza. Con questo sistema si evita qualunque parte saliente
dellalbero, che nello stesso tempo facilissimo da congiungere e da disgiungere.

Problema. - Disegnare un giunta con disco e Metto a coda di rondine.


Solita. Dopo aver condotto al solito gli assi che assano per lasse dellalbero sar
agevole il disegno, conoscendo le varie quote i cos ruzione, rappresentando lesterno
colla Fig. 16, nella quale si vede la disposizione esteriore della bietta a coda di rondine.

Da questa Figura essendo una sezione trasversale fatta

erpendicolarmente allasse

secondo il piano dei dischi, si vede la disposizione delle

ne viti e, o e della chia

varda y, che ritiene le due biette.

Sezione dei dischi nel senso dellasse dellalbero, per cui si pu vedere la dispo
sizione delle due viti e, v' e della chiavetta e.

Giunto a. disco senza. hietta. - Talvolta invece della bietta a coda di rondine
si uniscono i due dischi mediante quattro o sei viti; questo giunto per la sua semplicit
presenta molta facilit nella costruzione. Esso consiste, come il descritto, in due dischi

M, M' di ugual diametro e perfettamente piani, che si possono combaciare, perci quasi
sempre fusi nello stesso modello e perforati nel mezzo per ricevere le parti A e B

dellalbero da congiungere. Essi sono aggiustati in guisa, che la parte B dal lato del
cuscinetto penetra di qualche centimetro nel disco M, onde essere sostenuto quando
viene disgiunto dallaltro disco.

Fig. 22 e 25.

184

TAV. Vlll.
Fig. 22 e 23.

La rigidezza. dellalbero per la resistenza allo sforzo di rotazione si ottiene mediante


due chiavette e c ineastrate per met nellalbero e per met nel disco. I dischi sono
alquanto incavati per impedire il contatto delle parti salienti. La supercie convesso.
dei due dischi leggiermente curva da formare una puleggia in guisa che pu ser
vire a trasmettere il movimento mediante cingoli.

Problema. - D_isepaare un giunto a dischi semplice, che possa, in caso, servire

lit puleggia di trasmissione.


Soluz. Condotta, come negli altri giunti, una linea, che passa per lasse delle parti
degli alberi da con iungersi, si porteranno le rispettive distanze tanto per la lun
ghezza Iquanto per a spessezza, e si otterr facilmente il disegno.
La ig. 22 rap resenta il disco veduto dalla parte dellalbero A, per cui si osser
vano tutte le viti b disposte sulla circonferenza, e la testa della chiavetta o.

La Fig. 23 lo spaccato fatto secondo lasse dellalbero non riuscir men facile dopo
aver disegnato i giunti antecedenti.

REGOLE E FOBI\ICLE PRATICHE.

151. - Ancorch sia quasi impossibile stabilire delle regole fisse per determinare
le proporzioni dei vari'sistemi di giunti ed innesti fra le due parti d'un albero, atteso gli
inniti loro sistemi diversi, tuttavia per dare un qualche indirizzo ai costruttori ci faremo
ad esaminare alcuni dei tipi principali contenuti nella nostra Tavola. lncominciando dalle

dimensioni pi semplici e comparando le loro dimensioni rispettive col diametro del


lalbero, a cui appartengono, il quale deve sempre servire di base, e designeremo con
71 il diametro del perno dellalbero;
d' il diametro del corpo di questalbero nella parte maggiore dellentasi;

e la spessezza del manicotto o ghiera;


D il diametro del manicotto;
L la lunghezza totale;

1 la met della lunghezza dellalbero compresa nel manicotto; ;


c la lunghezza della chiave o chiavetta di chiusura;

3 la sua sporgenza fuori della supercie dellalbero.


Giunto a chiavetta. - lncomincieremo da questo segnato nella Tavola colle Figure 1.

2, 3. Supponendo dato il diametro 71 del perno dellalbero preso vicino allestremit di


quello, che regge, il quale deve connettersi nellestremit dellaltro, si otterr la parte in
rilievo e facendo e:0,4 d, e la lunghezza L: 2,5 71. La chiavetta, che unisce le due parti,
avr per larghezza della sua estremit superiore e : d, e della sua estremit inferiore
c' 20,8 71. La spessezza della chiavetta 8 si avr facendo 820,2 71; il maggior diametro di

ciascuna parte dellalbero nel punto massimo supposto d': 1,2 71.
Giunti d'alberi in ferro ed in ghisa. - Nellinnesto disegnato colla Fig. 4 il diametro D
dellalbero in ghisa uguale al doppio di quello della parte dellalbero in ferro, che deve
penetrare, la cui lunghezza L espressa da L:1,6d; la larghezza della ghiera f, che
inviluppa lestremit dell'albero in ghisa, uguale allo stesso diametro 71, e la sua spes
sezza ad 1/5 di questo diametro.
I Giunto a met ferro. -- Biteuendo sempre le stesse denominazioni la lunghezza idi
ciascuna delle due parti tagliate a mezzo ferro, che formano il giunto dei due alberi, e

uguale al doppio del diametro 71 del loro perno; la lunghezza L del manicotto in ghisa, che
labbraccia, uguale a tre volte il diametro; impiegando una sola chiavetta o nervatura, le

si d per larghezza c:0,4 d, e per spessezza 0:: 0,1 d;'se applicansi due chiavette o due
nervature, che allora vengono messe in direzioni diametralmente opposte, laggetto re
stando sempre uguale, si ha e : 0,3 71.
Giunto a coda di rondine. - Fig. 8 e 9. In questo sistema la lunghezza del manicotto

uguale a quattro volte il diametro del perno, e la sua spessezza alla met di questo dia
metro. La parte saliente delle due parti estreme, che formano il giunto a coda di rondine,

e anche uguale alla met di questo diametro, e langolo (linclinazione del piano obliquo
del dente colla verticale di 40 gradi.

185
Giunti a cima a cima. -- Fig. 10 e 11. Anche in questo sistema si fa ordinariamente la
lunghezza del manicotto uguale a quattro volte il diametro del perno, e la sua spessezza

TAV. Vlll.

media non meno della met ossia e: 0,5 il. La larghezza della chiavetta, che ssa il mani

cotto entrando mct nella sua spessezza e met nellalbero, si far colle stesse proporzioni
precedenti, cio: c: 0,411 e 320,111, lasciando uno spazio tra le due estremit di 3 a

4 millimetri.
Giunti ad artiglio o ad incastro. - Fig. 19, 20 e 01. Supponendo in questi generi di
giunti, come quelli fusi dun sol pezzo, che il diametro del perno sia conosciuto e che tutte
le parti del manicotto gli siano proporzionali, si fa la lunghezza totale per gli alberi in
ferro L :4 d, e perci la met sar l: 2 d. La spessezza della parte estrema del nocciolo
e uguale 0,5 il, che fa naturalmente per il diametro corrispondente D:'7 d.
Pel diametro maggiore 0 delle parti dentate, che simbracano tra loro per la lun

ghezza 1, si ha D' :3d ed l: 2 d. Per conseguenza la lunghezza resta 1": d. Gli aggetti o
lunghezze S dei denti sono uguali alla met del diametro ossia 8:0,5d; lestensione
superciale di ciascuno di loro uguale ad /4 della supercie del circolo risultante dalla
sezione.
Per le chiavette ovvero le nervature, che ssano il manicottonnestato sulle due estre
mit dellalbero, si avr come larghezza c e come spessezza s: 0:0,3d ed 320,? 11. Si la
scieranno come negli altri 4 o 5 millim. tra una estremit e laltra, ed il dente posto alle
stremit dellalbero per penetrare nellaltro per assicurare la coincidenza dei centri sar

qualche cosa menu di '/1 d.


Giunto a disco. - in tali sistemi ciascun disco ha per lunghezza 1 ed 1' nel mezzo e alla
circonferenza: 1:2 d e l':d; perci ne risulta che il giunto formato dai due dischi avr
per lunghezza totale L:4d e per lunghezza totale della supercie esteriore LI"2 d. In

questa guisa si fa la spessezza e :0,5 d, per diametro medio del dente D :2 d, e per dia
metro esteriore del manicotto 0 :1,5 11. Per maggior chiare2za delle su esposte propor
zioni le applicheremo ad un esempio.

Problema. - Quali saranno le proporzioni da darsi a ciascuna parte dun giunto a


disco di due alberi in ferro, che hanno 0, 100 di diametro?
Soluz. Applicando le suesposte regole si otterranno le seguenti proporzioni:

l : 200 millimetri
l' : 100

D : 200

L : 400 millimetri
L' I 200

D' : 450
)

congiungendo i due dischi con cinque chiavarde, il cui diametro e uguale ad '/3 di quello
del perno. Se invece di cinque ne fossero quattro, esse avrebbero '/4 di quello ossia 1]; d.
Sistema Biondel. _ Nel sistema Blondel, Fig. 16, 17 e 18, le dimensioni del giunto dif

feriscono alquanto dalle precedenti, ad eccezione del diametro esteriore, che solamente
uguale a 4d, e la lunghezza totale ridotta a 3,5d. l cunei a coda di rondine, che uniscono
i due dischi, hanno per spessezza e' 2 d, per lunghezza 0 profondit nel senso del raggio
del disco p:0,1 11, per larghezza,nel mezzo esteriormente avranno a:d, e per larghezza

tra le due basi parallele b:1,5 d.


Il diametro delle chiavarde di collegamento sar di 3/10 d.

Ritenendo qual tipo daccoppiamento dei due alberi quello indicato dalla Fig. 107, le

Fig. 127.

Fig. 22 e 20.

186
varie dimensioni si potranno determinare impiegando le seguenti formule tento razionali

quanto empiriche:
a
: 12

in ferro fucinato,
n

Diametro degli alberi

d : 16

in ghisa;

Diametro allestremit dellalbero d': l,25 d;


Lunghezza del manicotto L :2,7 + 1,9 il;
Spessezza del metallo del manicotto e: I]; + 1/i d;

Larghezza della chiavetta o bietta e :0,9 e;


Spessezza della biella s 21/2 c.
TABELLA DELLE PROPORZIONI DI ALCUNI GIUNTI.

L _

DIAMETRO

DIAMETRO

LUNGHEZZA

SPESSEZZA

DIAMETRO

dell'albero

allestremit

del giunto

del giunto

dellalbero

centim.

centim.

centim.

centim.

centim.

g,gg

4,06

8,88

1,58

3,50

4,69

9,83

1,75

14
15
16
17
}3

al DL
DIAMETRO

, LUNGHEZZA

allestremit I

(M
SPESSEZZA

del glunto

del giunto

centim.

centim_

27,40

4,83

31,20

5,50

3500
38,80

6,13
6,83

centim.

16,25

18,75

3,75
4,00
4,50
2,28

5,63
6,90

11,25
13,15

2,00
2,33

gjog

7,90

15,05

2,66

gp

25,00

40,70

7,16

g',gg

9,42

16,95

3,00

223

27,50

44,50

7,83

21,25
23,75

l
l.

glgg

10,60

18,85

3,33

22%

30,00

48,30

8,50

,
9,00
0,50

11,90

20,75

3,66

26
28

32,50
35,00

i
;

52,10
55,90

9,16
9,83

13,75

23,60

4,16

30

;
E

37,50

59,70

10,50

{(11

I
I

152. Giunti mobili.


Nella meccanica pratica soventi si ha bisogno di unire due parti dun albero ov
vero due alberi fra loro, i quali possono essere o paralleli 0 concorrenti, e qui hanno
luogo due diversi sistemi di giunti. Nel primo caso impiegasi il giunto d'Oldham, e nel
secondo il giunto olandese.

Giunto dOldham. -- Il giunto di Oldham, rappresentato nella Fig. 128, serve a


trasmettere il moto tra due alberi paralleli Ao, Bb;
ma qui lalbero condotto gira sempre con la medesima
velocit dellalbero conduttore, come tosto dimostre
remo. Ciascuno dei due alberi porta alla sua estremit

una forcella FAF, GBG: i quattro rebbii di queste


forcelle hanno in F, F, G, G quattro fori, i quali si
trovano tutti nello stesso piano perpendicolare alle
lunghezze dei due alberi, nei quali fori scorrono libe

ramente le quattro braccia della croce CDDEE. Se


ora si fa girare lalbero Aa, girano insieme con esso
la forcella FAF e lasta ECE della croce, e quindi
anche laltrasta DCD, la quale, essendo sempre per
pendicolare alla prima, si muover sempre con un
Fig. 123
angolo eguale a quello descritto da essa; e per conse
guenza gli angoli descritti dai due alberi saranno sempre uguali, e sempre uguali le velo
cit angolari di essi.

187
infatti le due circonferenze GgGy, F/Ff (Fig. 129) rappresentano quelle, che i rebbii
delle due forcelle descrivono intorno agli assi Aa, Bb; in FF
sono le estremit dei rebbii della forcella conduttrice, in GG

quelle della forcella condotta; lasta DD della croce in tutte


le posizioni della macchina passer sempre pel centro B,
Ialtrasta passer pur sempre pel centro A, epper il centro

L,

C della croce si trover sempre sulla circonferenza di un


circolo di diametro eguale alla distanza AB dei due centri,
poich langolo DCE retto, e i suoi lati passano sempre per
le due estremit del diametro AB (Vedi Fig. 128).
Cosi costruito il giunto di Oldham, e giunto a croce,
sarebbe troppo debole quando avesse a trasmettere grandi
sforzi; ma allora alle due forcelle si sostituiscono due robusti dischi di metallo calettati

perpendicolarmente alle estremit dei due alberi, ed in contatto tra loro; nelle due faccio,
che si toccano, si scolpiscono due profondi solchi secondo due diametri, che in tutte le

posizioni del meccanismo si trovan mantenuti in direzioni tra di loro perpendicolari da una
croce, le cui due aste di sezione rettangolo, collocate in piani differenti, scorrono ciascuna
entro uno di quei solchi, senza sporger punto al dissopra della supercie del disco.

Giunto olandese. - Il giunto olandese o di Cardano od universale serve a riunire le


estremit di due alberi, i quali sono suscettibili di formare un angolo qualunque tra loro,
sia accidentalmente, sia duna,maniera continua anche durante la trasmissione del moto.
La Fig. 130 rappresenta un giunto universale. Per

comprenderne la propriet si osserver, che, quando il


moto di rotazione impresso allalbero Aa, questo
conduce con s la forcella ACc posta alla sua estre

mit, cosicch le braccio della croce Cc e Ud pos


sano girare sui loro perni rispettivi postialle estremit
dei rebbii della forcella ACc; il sistema, che riunisce
lasse Bb colla croce Dd, simile; ma, siccome le quat
tro braccia della croce sono unite solidariamente tra
loro e non formano che un sol pezzo, evidente che
quelli, che servono di sostegno ai rebbii della forcella

fissa sullasse Bb girando imprimono un moto di rota-

9 30

zione allasse Aa. La propriet, che questo sistema ha


di trasmettere il moto di rotazione, anche quando i due assi variano langelo, che fanno

tra loro, risulta dalla disposizione descritta superiormente. In effetto i due assi potendosi
inclinare secondo una direzione qualunque attorno allaltro asse, uno pu sempre consi
derarsi come fisso, a causa della doppia rotazione possibile attorno ai perni e ai due
assi rettangolari fra loro, ossia secondo una linea tracciata in un piano di un azimuto

qualunque, per cui permette di ottenere tutte le inclinazioni possibili, ci che la pro
priet caratteristica di questa giunture. Perci la giunture di Cardano, che spesso invece
della forma descritta ha quella della Fig. 13! o quella rappresentata nella Tav. IX, sovente
impiegata come sostegno

lasciando una libert as


soluta dinclinazione in
tutti i sensi alla parte
sorretta attorno al centro

della croce. Gli assi delle


braccia della croce cc',
dd' possono appartenere
ad unintersezione delle

due braccia avente una


forma qualunque M ,
bench quella sferica a
dempia alle condizioni

di resistenza pi conve
nientemente,perchillor

m. tal.

188
punto dintersozione si confonde con quello degli assi A e B prolungati. Se l'angolo for
mato dai due assi si avvicina a 90', la rotazione duno di essi tende a torcere i perni e a
far girare la croce, e lapparecchio non pu pi servire. Anzi anche avanti a questo limite,
quando langolo non gran cosa maggiore di 90, gli attriti e la torsione, che si producono,
l'anno si che con questo giunto non si possono trasmettere grandi sforzi, anzi non si deve
impiegare quando langolo dun asse collaltro prolungato e superiore a 45", o che lan
golo misurato tra i due assi inferiore a 135'; in tal caso si supplisce con un asse

intermediario, che riunisca i due primi.


Quando non si pu disporre dun asse intermediario, e l'angolo dei due assi infe
riore a 130, simpiegher la doppia giuntura di Hooke (Fig. 132), che componesi di due

giunture olandesi, la cui riunione permette la trasmissione del


moto, qualunque sia langolo dei due assi. Talvolta simpiegano
TAV. IX.

pure delle giunture triple.


Giunto di Cardano (l). - Fra i varii sistemi di giunture,

Fig. I, 2 e 5.

che si posseggono nella meccanica pratica per collegare il moto


di due alberi, i cui assi sono suscettibili di variar direzione, e
perci formar un angolo fra loro, la giunture cardanica, della

Flg. t52.

quale rappresentiamo due modelli (Tav. IX). Le Figure 1, 2, 3 rap


presentano la pi semplice, e le Figure 4, 5, 6 corrispondono ad

una costruzione pi accurata. Gli alberi A e A', che si vogliono congiungere per una giun
tura variabile, portano rispettivamente fisse su ciascuna estremit le forcelle B, B', che
per mezzo di due articolazioni vengono a congiungersi ad un circolo C allestremit di due

diametri perpendicolari per mezzo delle chiavarde I), di cui 0' pu essere conservato
d'un sol pezzo, e traversa il circolo C, come pure i rebbii della forcella B da parte a parte.
Considerato geometricamente, questo apparecchio costituisce due assi, che sono le chia
varde stesse, che si tagliano perpendicolarmente, ed attorno alle quali i due alberi A, A'

possono descrivere degli archi di circolo duna certa amplitudine nei due piani egual
mente perpendicolari, come si disse superiormente.
Supponendo lalbero A perfettamente rigido ed animato da un moto di rotazione si
comprender facilmente, che il circolo C, solidario a questalbero per mezzo della for

cella B, gira con esso e nello stesso tempo obbliga al moto circolarei due rebbii della
forcella B' portanti il secondo albero A', di cui esso fa intimamente parte. Legali in questa

guisa due alberi, possono variare di direzione senza punto tralasciare di trasmettersi il
moto rotatorio. Quando lalbero suscettibile dessere inclinato, sia continuamente ovvero
accidentalmente, deve essere indipendente dai due apparecchi, motore e mosse, e costi
tuire un vero intermedio tra gli organi di questi, i quali debbono conservare la loro
rigidit, simpiega una doppia giuntura. Un tal apparato malgrado i suoi vantaggi non
per senza inconvenienti, n applicabile in tutti i casi. Lo sforzo di torsione trasmesso per I
mezzo delle due forcelle, che sono d'un raggio assai corto, e le chiavarde sostengono uno

sforzo di scorrimento proporzionato; perci non si potranno trasmettere con questo ap


parato che sforzi relativamente deboli, ed altrettanto meno considerevoli in quanto che si
vuole avere un numero maggiore di deviazioni, perch la resistenza di un tal giunto dimi
nuisce in ragione della deviazione dalla linea retta.
Prendendo per base della costruzione le forme e le dimensioni delle Figure 1, 2, 3, si

vedr facilmente che ben lungi dellammontare il limite dell'inclinazione, esso non per
metterebbe di estenderlo oltre 25 gradi, ossia quanto risulta naturalmente dallavviciua
mento delle due forcelle contro il circolo C; perci il limite degli angoli possibili dei due
assi dipender dalla forma e dalla resistenza delle parti, che compongono il giunta, la
quale ultima conduce a restringere questo limite anzich ad estenderlo, e perci nel dare
una forma a preferenza dunaltra bisogner tener conto della potenza da trasmettere (2).

(I) Medico, losofo e matematico italiano di grande rinomanza nel secolo XVI. Nacque a Pavia il di 2| settembre

452t, e mor volontariamente di farne a Roma il di 2| settembre 1576, afne di non smentire la predizione, che
aveva fatto dell'anno della sua morte.
(2) Nella trasmissione oblique la velocit dei due alberi, ancorch sia evidentemente uguale m ambidue in

un

determinato tempo e numero di rivoluzioni, non lo per un periodo minore di una rimiuzlone, ossia se la velocit
\
,

189
Le Fig. 1, 5 e6 ci fanno vedere una giunturu cardanica duna costruzione pi studiata
e conveniente ad un meccanismo di accurata costruzione. Le forcelle B', B sono costrutto

TAV. lX.
Fig. 4, s e 0.

per mezzo di due robusti dischi cilindrici in ghisa torniti esteriormente ed imbiettatisugli
alberi A ed A', i quali hanno la forma di veri seggi col rispettivo cappello a ritenuto da

ehiavarde e dai cuscinetti in bronzo b per i perni, i quali sono uniti fra loro per mezzo d'una
specie di croce in ferro lucinato C, che sostituisce il circolo della disposizione precedente,

ma anche in questo il numero delle inclinazioni possibili dei due alberi e assai circoscritto.
Giuntura. Gardanica delle alici. - Le Figure 7, 8, 9 rappresentano una
giunture cardanica applicata ad uno degli alberi giganteschi, che regolano le alici

Fig. 7, 8 e 9.

prepulsive dei maggiori bastimentl a vapore da guerra. Questa stata costrutta


nelle ofcine di Indret per la connessione delle sale ripiegato duna macchina marina
della forza di 900 cavalli sulla linea degli alberi dellelice. Questo macchinismo
degno dosservazione per la cura apportata nella sua costruzione e per le sue propor
zioni; esso composto sullo stesso principio delle Figure 1. 2, 3precedenti.
La Fig. 7 la veduta esteriore del giunto.

La Fig. 8 un taglio trasversale del giunto fatto secondo un piano passante per
il centro dei perni; la parte dellasse A e la parte ripiegata portano tutte quelle
altre, che non possono essere fucinate con esso, perci si connette loro la forcella B,
potente organo in ferro fucinato, che trovasi fissata per mezzo di due chiavi a al
secondo albero A', la cui forma generale cilindrica. I rebbii di queste due forcelle

sono armati di quattro perni D e D' alquanto conici e ssati per mezzo dei dadi b; essi
sono congiunti ad angolo retto per mezzo dun circolo in ferro C formato in due parti
nel senso della sua spessezza, nelle quali sonsi praticate delle aperture circolari per
postare i cuscinetti in bronzo e dei perni D; le due parti del circolo, il quale deve
in effetto essere in due parti per poter riunire le varie altre, che formano il giunto,

e sono solidamente riunite per mezzo di otto chiavarde d a teste e dadi incastrati
e disposti a due a due da ciascun lato dei perni D.

Per congiungere le due parti degli alberi, che portano lelice nei bastimenti a

Fig. 10 e H.

vapore di minori dimensioni, dordinario usasi un manicotto a due ginocchi. Quello

rappresentato colle Figure 10 e 11 stato eseguito nellofcina dei sigg. Nillus di


Havre per un legno di 160 cavalli nominali. Esso sicompone di due manicotti in ferro
a orecchio B e B' imbiettati sulle estremit degli alberi A e A', che trattasi di con
giungere; uno dei due manicotti porta due robusti perni a ginocchio a aventi la

forma conica, imbiettati su ciascun orecchio e terminati dallaltra parte in forma di


oliva, i quali penetrano nei buchi aperti nelle orecchie dei manicotti posti uno contro
laltro allestremit delle parti AA dellalbero da congiungersi, in guisa dassicurare
non la rettitudine degli assi, ma almeno la concordanza dei centri. Leffetto di questa
giuntura quasi analogo al descritto, e sintende abbastanza dal disegno. Ci che

importa di prendere in considerazione sono le proporzioni adottate comparativamente


alla potenza da trasmettersi, di cui il diametro dellalbero lespressione esatta. La

Fig. 12 potr servire a compiere la serie di questi congegni; quello da essa rappre
sentato non ditierisce dal primo che per le sue dimensioni in rapporto collalbero.
Esso appartiene ad una macchina costrutta da Mazeline e Comp. per le maggiori bat
terie galleggianti della marina francese, e serve a legare direttamente lasse ripiegato

della macchina, di cui A lestremit ad A' la. prima parte dellalbero maggiore.
Questo sistema di giunto riunisce le stesse propriet della. giunture. cardanica, ma
entro limiti pi ristretti e con minore complicazione del macchinismo.
Esercizii. - Si disegnino i vari sistemi di giunti, Fig. 1, 2, 3, 4, 5, 6, '7, 8, 9,10, 11
e 12 della Tao. IX.

dellalbero conduttore e uniforme a quella dell'albero condotto, il periodicamente variabile nella durata d'un giro.
Ma considerato esclusivamente sotto il rapporto pratico questo difetto di poca entit anche sotto una inclinazione
di 60 gradi, limite superiore a quello possibile ad ottenere; colla giunlura presa, per esempio nelle Figure 1,
2, 5, la variazione si ripete perlodicamente quattro volte per giro, e dividendo un quarto di rivoluzione In sol
tempi uguali ossia in tanti angoli di 45 gradi, la velocit uniforme seguir una progressiva, di cui Il primo termine
un angolo di 17 gradi e l'ultimo di 15 circa.

Fig. 12.

190
ARTICOLO III.
lamenti a imbracamenln.

TAV. X.

153. - Gli innesti a imbracamenio e disbmcamento, o semplicemente


imbracaioi, come si disse al N" 150, sono quelli, che si fanno per collegare
due parti dun albero, fra le quali la comunicazione del moto si pub inter
rompere e ristabilire senza scomporre la macchina e merc di un semplice
cambiamento di luogo di qualcuna delle sue parti.

Si distinguono negli imbracamenti quelli, la cui modicazione del moto


si fa ad arbitrio del macchinista, e quelli, in cui la. macchina lo e'ettua da

se stessa ad istanti determinati.


Talvolta designasi ancora col nome dimbraeamento un macchinismo desti
nato a cambiare il senso della rotazione dun albero oduna ruota, che i
francesi chiamano changemeni de marche.
Fra gli innesti a imbracamento vanno compresi ancora tutti quei macchi
nismi, coi quali si pu mettere in moto o fermare una macchina o parte di
essa, ovvero che hanno per ufcio di riunire in un tempo determinato lo
sforzo di due motori della stessa ed anche di differente natura per concorrere
a produrre un dato effetto, come riunire in un determinato tempo un motore
idraulico con una macchina a vapore od altro motore.
Gli imbracamenti ordinarii sono apparati di natura dierentissima, ma che si
possono ridurre ai quattro seguenti tipi: imbracamento rettilineo, imbracamenio per

sollevamento, manicotti dimbracamento e cingoli dimbracamento.


Nei primi vanno comprese le aste d'eccentrici, la culissa di Stephenson, ecc;
nei secondi il sedile a sollevamento, il treno, il treno complementare, il treno mul
tiplo; nei terzi il manicotto ad artigli retti od obliqui, i coni a frizione, le tenaglia di

imbracamento, limbracamento a vite, quello istantaneo, lautomotore, ecc. I cingoli


simpiegano in due maniere differenti: le coreggie o cingoli a rallentamento, ovvero
spostevoli: nei primi comprendonsi lasse di sollevamento, il iirasaccki (I), la puleggia
di espansione, il verricello a spirale; appartengono al secondo metodo la variazione di

senso e di velocit di rotazione, il cono complementare ecc.


Flg. 7, 2,3, 4 e 5.
Gli imbracamenti a manicotti dentati od artigli o ugnature rette od oblique sono
ipi comuni ed i pi antichi sistemi; simpiegano su linee dalberi di trasmissione
formato in due parti come AA', Fig. 1, di cui una parte A, animata da un moto di
rotazione continuo, comanda laltra A', che pu rendersi a volont. indipendente.

Questorgano e formato di due manicotti-in ghisa BB' calettati ciascuno allestremit


di caduna parte dellalbero, di cui una B per mezzo duna chiave di chiusura a,
che lo rende completamente solidario allalbero, e laltra con due nervature e chiavi

duna certa lunghezza , sulle quali il manicotto B', che pu scorrere per tutta la
lunghezza restando invariabilmente legato allalbero A' nel movimento circolare.
Leffetto del macchinismo fondato sulla struttura delle faccio dei due manicotti, onde

quella del primo ha la faccia divisa in dodici denti cc', e quella dellaltro invece dei
denti ha due segmenti (Fig. 4, 5, 6), i quali dividono la circonferenza in quattro parti
uguali disposte in guisa che tanto i denti o segmenti c quanto glintervalli vuoti 0'
hanno esattamente le medesime forme e dimensioni. Perci ravvicinando il mani
cotto B' allaltro B sincastrano come se formassero un sol corpo restando calettati
sul loro albero rispettivo; lalbero A girando fa necessariamente girare laltro, ma

separando B' da B lalbero A cessa di ruotare essendo disgiunto dal manicotto, che
gli comunicava il moto.
.

(I) Cosi detto perch impiegaai soventi nei mulini per far salire al piano superiore i sacchi pieni di grano per
mezzo della forza del motore.

191
Linstallazione di un imbracamento deve sempre farsi, per quanto possibile, fra
due sedili, e vicini il pi che si pu, ossia a distanza non maggiore della lunghezza

TAV. X.
Fig. 1, a 0 s

della corsa del manicotto mobile. Ancorch il giunto sia eseguito con molta esattezza,
pure sempre sensibile il suo spostamento dalla linea retta dellasse. Rimediasi ad un
tale inconveniente lasciando nellalbero dalla parte del manicotto sso B un dente

nel suo centro, nel quale il secondo albero A penetra duna quantit uguale alla
lunghezza dei denti dei manicotti; con ci assicurasi la perfetta coincidenza dei
centri.
Condizione indispensabile di un tal organo e il modo di fare scorrere il manicotto
mobile, ossia il mezzo dimbracarc e di disbracare con facilit e prontezza. A tal e'etto
il manicotto B' porta una gola d, nella quale si adattano con leggiero attrito due
tasselli e ssi ai rebbii duna forcella in ferro 0, detta anche tenaglia dimbracamento,

che forma due braccia di leva, cui l'asse D serve di punto dappoggio; questa forcella
pu ricevere un moto oscillatorio sia per mezzo della mano, che agisca sopra lim

pugnatura posta ad una sua estremit, sia mediante appositi meccanismi. Facendo
descrivere un arco di circolo alla forcella C, sincastra o imbraca o disbraca il mani

cotto B senza punto sospendere il moto dellalbero A; facendo scorrere il manicotto B'
fintantoch sincastri in B, lincastramento, che operasi per mezzo della forcella, non
si oppone al movimento di rotazione, ed i denti quando si trovano ad una conve
niente disposizione s'imboccano gli uni cogli altri con una rapidit proporzionata
alla pressione esercitata sul braccio di leva della forcella.
Lazione dimbracare e di disbracare durante il moto non esente dinconvenienti,
e per conseguenza non deve aver luogo che dietro certe condizioni che faremo cono
scere. Quando si trattasse duna forza considerevole da trasmetters da un albero

allaltro non bisogna fidarsi a disbracare durante il moto, per0h pu essere che la
forza dun uomo non sia suiciente per far scivolare il manicotto sotto lo sforzo
circonferenziale trasmesso, e, se non si pu effettuare con grande prontezza, i denti
sincastrano nelle parti pi deboli e si possono rompere, come accade soventi; per
evitare'questo inconveniente i loro fianchi possedono linclinazione duna curva
elicoidale, come le Figure 1, 4, 9 e 10. Questa forma non conviene a quegli alberi,
che sono suscettibili di girare in due sensi, perch essa farebbe. disbracare girando
in un senso opposto.

Imbracamento per rendere folle e pazza. letica. - Lelice propulsiva dei

Flg.'el'

bastimenti a vapore deve essere disposta in guisa da poter essere a piacimento resa

pazza o staccata dallalbero, che la mette in moto; talvolta per essa inamovibile,
ma porta un imbracamento, per mezzo del quale pu collegar letica collalbero motore
della macchina, oppure lasciarlo libero. La. forma di tali imbracamenti varia secondo la
disposizione e la potenza della macchina, ed il servizio particolare del naviglio. Lim
bracamentorappresentato dalle Figure 7 ed8 copiato da una macchina per un naviglio
della forza di 160 cavalli. Lalbero A, venendo dalla macchina, porta un manicotto B,
che corrisponde con un altro simile 8' calettato sulla parte A, che porta Felice; le

faccie di questi due manicotti sono guernite di denti c aventi la forma di settori, che
sincastrano gli uni negli altri esattamente; inne il manicotto B' munito duna

gola d, nella quale entrano i rebbii della forcella C, il cui asse D e sostenuto da un
sostegno a inchiavardato su dun pezzo di legno E della carena. Si fa scorrere mediante

un braccio di leva 0' posto su questasse.

'

Imbracarnento compiuto. - Colle Figure 9 e 10 rappresentiamo ai nostri lettori


un imbracamento compiuto. La faccia dei manicotti fornita di quattro denti con un
contorno curvilineo, ma invece di una curva elicoidale, che darebbe necessariamente ai
denti una forma ungulare, e per conseguenza poco resistenti. Essi sono generati da una

curva fermata di due archi di circolo raccordati fra di loro a gola rovescia. e perci
gli angoli resistenti sono di circa 90 gradi. Questa disposizione dimbracatura e pre
gievole per la sua buona organizzazione, e distinguesi specialmente per la sua doppia

intelaiatura E fusa in un sol pezzo, e per le disposizioni della leva C per imbracare
e disbracare. Queste. leva e articolata per mezzo d'una chiavarda D sostenuta da due

orecchie fuse colla intelaiatura ed aperte dalla parte del manicotto B' secondo un

lig. 9 e 10.

192
TAV. X.

Flg. 0 e 10.

anello, nellinterno del quale sono ssati per mezzo delle viti f due tasselli o biette e,
che sono adattati nella gola del manicotto, le quali servono a farlo scorrere; dopo il
manicotto la leva diviene nuovamente unasta retta e termina in unimpugnatura g
per aerrarla, la quale munita dun saliscendi la, per cui mezzo si ssa nelle due
posizioni d'imbraeamento o disbracamento. Il chiavistello formato di un asta
piatta con impugnatura tenuta mediante due sta'e contro la leva principale, e che
termina per una calettatura praticata nella leva 0, nella quale sta una molla a spirale
j, che si dilata o si comprime secondo che si tira il saliscendi o si lascialibero. All'e
stremit del chiavistello sta ssato una specie di ritegno Il, che saggrappa ai due
cilindri l l' fermi su duna apposita orecchie ssata sulla cassa E, e termina contro

uno di essi a seconda della posizione del manicotto. Quando si vuole spostare il ma
nicotto si tira il chiavistello il, il quale si trova libero e perci si pu far articolare
la leva; latto scorrere il manicotto nella posizione richiesta, si lascia che il chiavistello
o la molla o elica j lo faccia risalire, ed il ritegno k viene a porsi tra idue pinoli l l'
nella posizione del disbracamento, come si supposto nella Fig. 9, oppure contro

quelle 1' per limbracamento; disposto cosi rester sso secondo la volont del mac
chinista.

Mg. 11, 12 e 13.

Imbracamento a denti od artigli con ruota dentata. - In certi casi uno


dei manicotti lorgano di trasmissione, cio la puleggia ovvero la ruota dentata.

sulla. quale sono formati gli artigli o incastri, che debbono corrispondere con quelli
del manicotto mobile. Quello che qui presentiamo colle Figure Il, 12 e 13, impie
gato in unofcina meccanica per raccordare due parti di una trasmissione, che cor

rispondono rispettivamente ad un motore a vapore e ad una turbina idraulica, motori,


di cui lo stabilimento si dispone ad arbitrio; l'albero in ferro A viene dalla macchina a
vapore e trovasi sulla stessa linea del secondo albero A' in ghisa posto dal lato della
turbina, e colla quale la congiunzione sopera per mezzo del manicotto B', che viene
ad incastrarsi cogli artigli o denti in ghisa del rocchetto B calettato sullalbero A;
questo rocchetto sincastra con una ruota calettata sn4dun albero A parallelo, che
trasmette il moto alle macchine motrici. Come negli imbracamenti precedenti il ma
nicotto B' porta una scanalatura (2, nella quale sinnoltrano due piccoli dischi e appar
tenenti a due leve CC' calettate sullestremit dellalbero D; uno dei due bracci di
leva prolungato con unimpugnatura allestremit per fare scorrere il manicotto. I
denti e sono in numero di otto da ciascun lato; essi hanno la forma duna gola ro
vescia elicoidale molto pronunciata, in guisa da dare agli angoli salienti una grande
resistenza. Il rocchetto ed il manicotto sono calettati sul loro albero rispettivo ciascuno

mediante due chiavette a e b; quella b del manicotto, che non forma. punto la chiu
sura, adattata a coda nellalbero.
g. H e lS.

Imbracamenti per frizione. - Glimbracamenti per frizione hanno per base


la propriet del cuneo con quella dellattrito; essi constano quasi sempre di due coni,
uno convesso e laltro concavo, che simboccano esattamente; nullameno presentano

delle notabili differenze nelle varie disposizioni delle parti e nella costruzione.
La pressione in questi imbracamenti pu essere costante ovvero arbitraria. I
principii dellimbracamento per frizione dipendono dalla soluzione del
problema:

seguente

Esempio. - Data una forza da trasmettere, determinare il grado di conicit dei due

organi e la pressione capace di dar loro una chiusura tale, che possano resistere, senza
scivolare luno sullaltro, alla forza tangenziale da trasmettersi risultante dal loro diametro
e dalla loro velocit di rotazione.
Soluz. Il primo elemento di questo problema e lintensit dellattrito ossia il rapporto,
che esiste tra il peso, che fa appoggiare idue organi luno sullaltro, con una pressione
normale alle loro supercie in contatto e lo sforzo, che bisogner esercitare per farli

scivolare luno sullaltro. In questo proposito si sa che lattrito di due corpi dipende dalla
differente natura delle materie, che li compongono e dallo stato delle loro supercie in con
tatto, secche e umide, ovvero pi o meno lubricate, N' 80, 81, 82, 83. Nel caso nostro per
non si cerca punto di lubricare le supercie, che anzi cercasi una forte aderenza tra

193
loro, e la loro funzione non punto di l'regarsi le une colle altre, ma di aderire insieme

senza scivolamento; perci saranno perfettamente liscie, ma non tornite e d'una per
fetta conformit, che produca il pi intimo contatto. Dordinario le supercie in contatto
sono in ferro fuso e perfettamente secche, perci bisogna conoscere il coefficiente dattrito
della ghisa su ghisa.

Si pu ritenere, che il rapporto tra la pressione e lo sforzo da esercitarsi scivolando


di circa 95/100 ossia /i .
Ne risulta, che, se supponiamo per esempio due lastre di ghisa perfettamente piane una

sullaltra e caricate dun peso di 100 Chilogr., ci vorr uno sforzo equivalente a 25 Chilogr.
per produrre lo scivolamento nella direzione del moto, fatta ipotesi, che il contatto abbia
durato un certo tempo, perch durante il movimento questo sforzo diviene un po minore
(Vedi la Tabella pag. 84).
,
Designando con fil coefciente dattrito o rapporto tra lo sforzo e la pressione nor
male, con E la pressione normale, e con P la pressione accidentale, si avr E I fP, in cui
E e precisamente lo sforzo tangenziale corrispondente alla potenza da trasmettersi collat

trito dei due coni senza che possano scivolare l'uno sullaltro; il che vuol dire come E debba
essere pi piccolo di [P. Supponendo per un istante che esista luguaglianza, come supe
riormente, si trover il valore della pressione minima, che la corona C deve esercitare

sullaltra
Supponendo
normalmente
che lo alla
sforzo
supercie
da trasmettersi
o in contatto,
dalla circonferenza
e si avr P dei
: due coni sia uguale

a 110 Chilogr., questa carica avr per valor minimo P : 61%;- : 400 Chilogrammi.
Richiamando le propriet del cuneo isoscele, N 76, Fig. 72, si avr P : Q : : AD : AC,
cio la potenza sta alla resistenza come A D met della testa del cuneo sta al lato AC del mede

simo, e per un cuneo conico circolare si dir: come il raggio della base alla generatrice. 7
Applicando la propriet del cuneo all'imbracamento, di cui si vuole determinare la

resistenza o carico iniziale Q per mezzo della pressione P delle due corone, bisogner cer
care la lunghezza della generatrice del cono, che dipende dal raggio della base e dal-,

langolo di conicit dato ai due coni.


Segnando con 1 il raggio e con I la generatrice si avr per la pressione Q dal teorema
citato, che P : p::l:r, da cui p: l ; e siccome abbiamo veduto che P: %, la for
.
. .
. .
. .
Er
mola, che contiene tutti I termini del problema, dmene la seguente: Q= , nella

quale noi abbiamo chiamato E lo sforzo da trasmettersi alla pressione dei coni dimbraca
mento; 1 il raggio della base del cono; ila lunghezza della loro generatrice; fil coeli
ciente d'attrito; Q la pressione esercitata sulla corona mobile, che determina lequilibrio

tra lattrito e lo sforzo da trasmettersi. Un esempio chiarir meglio quanto abbiamo esposto.
Esempio. - Quale sar la pressione, da esercitare su dun imbracamento conico
a frizione, il quale deve trasmettere una potenza di 25 cavalli 0 1875 chilg.m., se lalbero,
che lo porta, fa giri l01,7 per minuto, notando che la frizione ha luogo secondo una
superficie di cono tronco di metri 1,200 alla base maggiore sopra 0',120 di larghezza, e
che la generatrice fa un angolo di 15 gradi sull'asse?
Soluz. Per valutare lo sforzo diretto da trasmettere alla circonferenza dei coni si osser
ver, che questi sforzi debbonoesserc basati su duna velocit circonferenziale calcolata

sulla circonferenza media della lunghezza di contatto, essendo questa velocit necessaria
mente diversa per ciascuna zona della nappa conica. Coi dati, che si hanno, si pu calco
lare la lunghezza della generatrice dalla base al vertice del cono, ed il diametro modro._
La lunghezza della generatrice i partendo dalla base maggiore, che ha 0",600 dll83810,

.
on
uale

"

0 600
0 600
l=__:---_.-=m
318

sen.l

0,2o88

_ '

il raggio medio della zona di contatto corrispondente ad una generatrice di 60 millimetri

..

di meno e percio uguale a

- 0 000

0,600 x %_- :0,5844;


,

25

194
TAV. X.

e la velocit circonfereuziale di questo circolo e uguale a


v ___ 2 n x 0534 x 10t,7 :6m,229 per 1,,_

Per conseguenza lo sforzo corrispondente a 1875 chlgr.m. o E : __6,229


1875 -300 Chilg.

Ora che conosciamo tutti i valori dei dati, che debbono entrare nel problema, il coefciente
Er M 300 Cg. x 0,000
.
d'attrito essendo uguale a 0,25, si avr Q : - _-0,25__-x
2m,318 :310 Chilogr.
Questo risultato ci fa conoscere, che la corona conica mobile [3' deve rappresentare, pel
suo proprio peso e per quello, che gli si aggiunge, sulla corona fissa B un carico totale o
una pressione di 310 Chilogr., e ci per stabilire lequilibrio tra lo sforzo, che debbono

trasmettere, e l'attrito delle loro superficie di contatto.


Il peso della corona conica, ove sia orizzontale, potendo essere gi circa questo, av
viene che, aggiungendovi quello del braccio di leva e quello del peso posto alla sua
estremit, si arriva facilmente al carico necessario per rendere superiore il momento

d'equilibrio, in cui le due supercie sono per scivolare una sullaltra.

Fig. 14 e la.

Imbracamento a. frizione. - La Fig. 15 rappresenta un giunto ad imbracamento


per frizione, il quale serve a congiungere due alberi posti sulla stessa. linea. Lalbero

motore A e quello posto in moto A' terminano fuori dei loro sedili a uno sullaltro;
alle loro estremit dei due coni B e B', che sono calettati, uno pu scorrere e laltro

sso. Il cono mobile B porta sul mezzo una gola d, che abbracciata da. una forcella E
fissa. su dun asse orizzontale F, che pu oscillare sui seggi bb' ssati sulle loro suole

in ghisa c ferme su di una base di fondazione in muratura; il detto asse munito


duna leva E' collegata per lestremit ad unasta C, la cui estremit superiore passa
in un dado in bronzo, per mezzo del quale, alzando od abbassando il braccio di leva. E'

ed E, si opera la chiusura dei due coni, la quale dipende unicamente dallo sforzo
esercitato sullestremit. della leva.
Fra i numerosi sistemi dimbracamenti le circostanze diverse possono solo indurre
alla. preferenza nella scielta.

ARTICOLO IV.

Sostegni,

Sedili o Seggi, Staggi.

154. Sostegni. - Si dicono in generale sostegni quelle parti sse delle


macchine, che servono di appoggio ai perni degli alberi principali e di tras
missione, e sui quali girano; essi si possono dividere in due classi principali,
e sono: quelli, che sostengono gli alberi orizzontali, e quelli, che sostengono
gli alberi verticali.

155. Sostegni per gli alberi orizzontali. - Tra questi bisogna di

stinguere, secondo la loro varia disposizione, i sedili, gli stayyi ed i castellelli.


Sedili. - Chiamansi sedili ed anche seggi i sostegni degli alberi oriz
zontali stabiliti sopra unpiano orizzontale 0 inclinato duna maniera qualunque,
di cui lo spazio tra lasse o perno ed il piano dell'armatura, su cui sono s
sati, pochissimo.
Staggl. - Si dicono staygi 0 sedie pensili tutti quei sostegni d'alberi
0 assi orizzontali stabiliti sotto 3. piani generalmente orizzontali, come solai,
seppalchi ecc., i quali, ssati superiormente, inferiormente sostengono lalbero.
In questi vanno compresi i sedili a mensola, cio quelli ssati ad un piano
verticale, da cui sporgono infuori, come pilastri, muri, colonne ecc.

195
Castellettl. - Si dicono castellettt o semplicemente sostegni quelli, che
sostengono il perno dun albero posto ad una distanza considerevole dal piano
orizzontale, sul quale sta sso, per mezzo di sostegni, le cui forme e dimen'
sioni variano secondo le posizioni dell'asse, la resistenza da opporsi e le
forme delle parti contigue.

TAV.XL
"

In tutti questi tre generi di sostegni bisogna distinguere tre parti: 1 il corpo,
2" i cuscinetti, 3. il cappello.
Corpo. Il corpo consiste in una massa di ghisa avente forme diverse. secondo le
circostanze, la quale ad una delle sue estremit racchiude i cuscinetti, ed allaltra si
unisce ad un piano o base detto suola, lastra, che serve a legare il sostegno colle altre

parti sse della macchina od al suolo per mezzo di chiavarde, secondo i casi e la
distanza, che esiste tra il piano, su cui si appoggia, e lasse dellalbero.
Cuscinetti. Si dicono cuscinetti o piumacciuoli due corpi in ferro ed in acciaio e
pi comunemente in bronzo di forma cilindrica poligonale con allinterno una con

cavit cilindrica destinata a ricevere il perno dellalbero, che lascia girare liberamente.
La loro disposizione deve essere tale da poterli facilmente cambiare quando la neces
sita lo esiga.
Il cappello a copriralla la parte superiore, che si collega col corpo mediante una,

due o pi chiavarde o biette, le quali si chiudono all'uopo, onde il perno non abbia
troppo giuoco e giri con minore attrito, ne possa menomamente spostarsi dalla sua
linea dazione durante il movimento.

Sedili con cappello. - indispensabile per maggior solidit, che il cappello si


colleghi col corpo del sedile per mezzo di scanalature appositamente preparate. Esso
si mette ai sedili, staggi e castelletti, quando vi e pericolo che nel moto il perno esca

fuori del cuscinetto, su cui posa. Si lascia il cappello tutte le volte, che pel suo peso
e per la natura. delle resistenze il perno non pu uscire dal suo cuscinetto, come nelle
ruote idrauliche.

Descrizione. -- il sedile, che qui presentiamo, si compone delle tre parti sopra ma, 4,2,5,4,5,6,
citate, cio: del corpo A, che fuso colla sua suola per ssarlo solidamente mediante
chiavarde, che si chiudono a dadi; dei due cuscinetti 138', che abbracciano il perno dellal

bero, in guisa per da non impedire che giri liberamente; del cappello G, che copre i cusci
netti e li mantiene chiusi convenientemente. Esso destinato a ricevere un albero motore,
e si ssa per mezzo della sua base o suola F all'armatura della macchina o su di un mas
siccio in muratura secondo i casi. Abbiamo sciello un esempio di grandi dimensioni per
tener cura anche nelle pi piccole parti delle sue forme speciali, come esige una
costruzione accurata, allne di poter sopportare uno sforzo considerevole. Il corpo A di

questo sedile alquanto elevato perch racchiude comodamente i due cuscinetti BB'; il
suo cappello G penetrato leggiermente dal cuscinetto superiore B'; lincastramento

limitato da ciascun lato da una specie di guscio a, che posa sul corpo in guisa da lasciare
alquanto spazio accanto alle chiavarde; la pressione esercitata dei dadi si effettua su
due punti e non sul perno. Si sostituiscono talvolta i due gusci con assicelle in legno,

delle quali si va diminuendo la spessezza a misura che si consumano i cuscinetti. Si


deve evitare nella costruzione del cappello, che esso sia portato esclusivamente dal cusci
netti, potendo risultare da un tal sistema due gravi inconvenienti, cio: 0 di premere
troppo sul porno, 0 di chiudere inegualmente le chiavarde e cagionare la rottura del
cappello.

I cuscinelti debbono, senza essere ssi nel corpo del sedile e nel cappello, essere
tenuti al loro posto in guisa, che non si possano muovere sotto linuenza del movimento

di rotazione del perno.


Per ottenere questo doppio risultato si sono impiegati molti sistemi, che faremo cono.
scere a suo luogo. Vi sono bens certi vantaggi del costrurre i cuscinetti cilindrici alle

sterno, poich un tal metodo economico e permette di lisciare linterno del sedile
sul torno; esso tuttavia presenta maggior facilit nel cedere al moto di rotazione, e perci,
quando lo si adatta, si evita questo inconveniente lasciando in uno dei cuscinetti una

196

Tav. Xl.
Flg. l, 2, 3, 4, 5, 6.

spina, che entra in un incastro alluopo preparato nel suo corpo. in quanto alle scivo
lamento nelsenso dellasse del perno si usa fare ai due cuscinetti due labbra, che abbrac
ciano il corpo del sedile, ma che per non lasciano vedere se il cuscinetto combacia
perfettamente con esso; soventi si rimedia a questo difetto lasciando nel mezzo della

spessezza del cuscinetto una nervatura, che rientra nel corpo del sedile stesso. Comu
nemente si fanno le due labbra e si d esteriormente al cuscinetto una forma prismatica.
Nel disegno, che presentiamo, il cuscinetto inferiore ha la forma di un semiottagono quasi

regolare, e quello superiore ha la forma d'un rettangolo duna larghezza uguale al circolo
inscritto nellottagono. In questa maniera si ha il vantaggio di poter fare il cappello

quasi piatto e di permettere la sua congiunzione col corpo del sedile al dissopra del
piano dei cuscinetti. Il labbro del cuscinetto inferiore semicircolare, ed il superiore ha
la forma rettangolare.

Le chiavarde d, che ritengono il cappello attraversando il corpo del sedile da parte


a parte, hanno la testa incastrata in unincavatura quadrangolare praticata nella parte

inferiore della.suola o base del sedile stesso. I buchi si lasciano generalmente nel getto, poi
si rettificano; ma i sedili piccoli meglio gettarli pieni e poi forarli a freddo con un tra
pano. l buchi m praticati nella suola per il passaggio delle chiavarde si fanno alquanto
allungati per poter facilmente postare a perpendicolo allasse il sedile. Ordinaramente i
sedili, che hanno dimensioni alquanto grandi, si erigono su duna lastra duna spessezza
proporzionata alla loro forza tra una calettatura tagliata a coda di rondine, e si ssano

per mezzo di due bielle.


Dordinario si fa un raccordamento della suola col corpo alto a dare una certa resi
stenza agli sforzi, che deve sopportare, e nel quale passano pure i due cilindri, che conten

gono le chiavarda.
Il raggio della curva di raccordamento sar quasi uguale alla distanza dal centro del
perno al piano della suola, meno una leggiera dill'erenza per formare il piano inclinato:
con un tal metodo si ripartisce la resistenza in maniera pi uniforme e si diminuisce

la spessezza della suola.

Lubricazione dei Cuscinetti. - La lubricazione dei cuscinetti di molta im


portanza, e ha dato luogo a molte combinazioni, le quali hanno tutte per scopo
di rendere loperazione facile, regolare e costante. A tal ne si sono fatti molti
sistemi di questi sedili, che per la loro forma speciale si dicono sedili lubricatori.

In generale per il cappello sormontato da una ciottoletta H ora coperta, ora scoperta,
nella quale sta una miccia o lucignolo di cotone b, il quale fa lufcio dun sifone e lascia

cadere a goccia a goccia lolio sul perno. Il foro, pel quale passa la miccia di cotone.
attraversa il cappello ed il cuscinetto superiore e termina. in unincavatura conica,
dalla quale partono quattro scanalature c o rigagnoli, che sincroeicchiano sulla super
cie del cuscinetto, e perci la lubricazione si effettua su tutti i punti pel moto del
perno stesso. Siccome i cuscinetti sono formati di due parti separate, la comunicazione
da una allaltra si ottiene per mezzo di quattro smussature z'praticate nella giuntura
dei due cuscinetti e che formano un canaletto angolare, per mezzo del quale lolio

circola parallelamente allasse del perno.

La ciottoletta per la lubricazione pu essere fusa tutta in un pezzo col cappello


(Fig. 10 e 12, Tav. Xl), come si potr scorgere nei varii disegni, che diamo nelle nostre
Tavole, ovvero fusa in ottone o bronzo, come nella. Fig. 4 e 5, Tav. XI. separatamente

od unita col cappello G o rapportata per mezzo duna vite sul medesimo, avente un cane
letto pure in bronzo b, che porta lolio nellinterno dei cuscinetti; la ciottoletta
'chiusa da un coperchio j a cerniera.
Composizione del Cuscinetti. -_ I cuscinetti, che si mettono nei sedili, staggi
e sostegni, sono generalmente in bronzo, composti di 20 parti di rame e80 di stagno.
Qualche volta per maggior economia se ne sono fatti in ghisa, in ferro ed in legno
duro; se ne fanno pure in metallo ad antifrz'zz'one, composto generalmente di 4 parti

di stagno, 6 parti ed un quarto di zinco, ed una parte dantimonio; la quantit dan


tlmonio, come pure la proporzione degli altri metalli, e variabile secondo il grado di
durezza, che si vuoi dare alla lega, la quale ha il vantaggio, che nello stato di fusione

pu essere versata nei siti ove ha luogo il fregamento.

197
Problema. - Disegnare un sedile per mezzo delle convenienti sue proiezioni _onde
tulle le parti siano ben comprese per eseguirne la costruzione, cio: 1 la facciata,
2 il anco, 3 lo spaccato trasversale, 4 la. pianta. 5 lo spaccato longitudinale, 6 la

TAV. Xl.
Fig. l, 2, a. i, a, o.

proiezione del corpo senza cappello.


Soluz. Condotta la linea di terra XY si flsseranno sulla medesima tutti gli assi
delle varie proiezioni PQ, P'Q', ecc.; indi nelle Figure 1, 2, 3, _4, 5, 6_ Si sta:
biliranno gli assi delle chiavarde pq, p'q', p"q", 71"g e si sser la huca_ dei centri
X'Y'; avuti questi punti principali, per.mezzo delle quote se nate sul disegno sar
facile fissare le altre parti prendendo le varie distanze in icate dalle quote sulla

sca a.
Si avr dalla Fig. 1 il prospetto e dalla Fig. 2 la proiezione orizzontale del cap
pello, delle varie chiavarde e della. ciottoletta.
La Fig. 3 fa vedere il anco del sedile.
La Fig. 4 rappresenta lo spaccato, sullasse del quale scorgesi la spessezze dei

cuscinetti eia forma della ciottoletta di lubricazione o sifone e degli intagli o


canaletti nel cuscinetto.
Dalla Fig. 5 si raffigura lo spaccato del sedile, per lasse del quale scorgesi la

disposizione della chiavarda, che ritiene il cappello, la. posizione dei cuscinetti nel corpo
del sedile ed il canatetto, che conduce lolio sul perno.

La Fig. 6 la proiezione della suolo. del sedile tolto il cappello, quindi vedasi la
disposizione dei canalettl srcondo la proiezione dellintersezione rettangolare del cusci
netto, onde la lubricazione si faccia su tutto la lunghezza del perno.

Sedile col Cuscinetti ottagonall. _ Un altro sedile quasi simile al descritto


e il presente. colla sola differenza, che ha il cuscinetto di forma ottagonale.

La Fig. 7 ci rappresenta il prospetto, dal quale scorgesi che il cappello e appog


giato sui cuscinetti e viene compresso mediante le due viti f9.
La Fig. 8 mostra la proiezione del medesimo visto superiormente al cappello,

La Fig. 9 il anco,
La Fig. 10 lo spaccato sull'asse nel senso longitudinale,
La Fig. Il la proiezione orizzontale del sedile senza cappello,
La Fig. 12 una sezione fatta sullasse nel senso trasversale.

Sedile a. quattro chiavarde. - Questo sedile si distingue dai descritti per

TAV. Xll.

avere quattro chiavarde, che ne ritengono solidamente il cappello; esso pure fuso

Flg. 4,2 . s.
coll'ossatura della macchina, e per conseguenza senza suola; le chiavarde sono a
due dadi, di cui linferiore serve di testa. Esso viene ordinariamente impiegato nelle

macchine a vapore orizzontali, perci a bilanciare lo sforzo trasversale dellazione, a cui


trovasi sottoposto, il sedile e solidamente appoggiato da due rinforzi a, che sono formati

dalla continuazione delle nervature dellossatura. Tal disposizione, oltre ad essere con
veniente per la resistenza del sedile, e pure indispensabile, afnch la pressione oriz
zontale non eserciti alcuna inuenza sulla sezione trasversale delle chiavarde, le quali
per la loro condizione si presentano sfavorevolmente alla resistenza quando la macchina
per un accidente qualunque esercitasse uno sforzo massimo in tal direzione.
Luso delle quattro chiavarde pure giusticato dal diametro del perno e dalla
forma del sediltesso, il quale disposto simmetricamente in rapporto alla spessezze

degli stanti, di cui occupa il mezzo; per il che, volendo usare due sole chiavarde,
bisognerebbe forare lo stante, ci che cagione. vari inconvenienti, che si evitano tutti

disponendo una chiavarda per parte della spessezze dello stante. Questo sedile faci
lissimo a mettere in opera, ed in tutte le sue parti come i descritti (Fig. 1, 2, 3, 4,
5 e6, Tav. Xl), ad eccezione del cuscinetto inferiore B. la cui forma. circolare invece
di essere poligonale.
I

Per economia di materiale la faccia superiore del cappello e piana e guernita


di due nervature c, che si raccordano colla rigonatura circolare, su cui posano i dadi;
unaltra rigonatura centrale vi unisce la ciottoletta dellolio. D'ordinario nei sedili
di grandi dimensioni come questo si mette soventi doppio dado a ciascuna chiavarda

del cappello, per impedire che si schiude a causa del moto vibratorio impresso dal
moto della. macchina; ci indispensabile nelle macchine locomotive e nelle macchine
dei battelli a vapore.

198
TAV. XII.
Fig. 4, 3 e 6.

Sedile a suola verticale e a mensola. -- Questo sistema viene applicato quando


e per mancanza di spessezza o di piano non puossi postare orizzontalmente la suola b fusa

con due nervature laterali e formale dal prolungamento duna delle faccie. Dordinario
vi si lascia un dente dalla parte posteriore d, che serve d'appoggio sulla traversa I, uni

tamente alle chiavarde c. I cuscinetti sono giustati cilindrici e ritenuti nel corpo del sedile
mediante nervature nel senso dell'asse del perno e denti verticali. Le chiavarde, che ser
vono a ritenere il cappello, sono ssate mediante viti, le cui chiocciola sono formate nel
corpo stesso, e superiormente vi si adatta il dado, che ritiene il cappello.

Fig. 7. 8 e 9.

La Fig. 4 rappresenta il prospetto o la proiezione verticale, la Fig. 5 il piano, e la


Fig. 6 lo spaccato sullasse. Crediamo inutili ulteriori descrizioni per chi abbia disegnate
e ben comprese le Tavole precedenti.
Sedile sostenuto da mensola. - Questo sedile usasi specialmente per sostenere gli
alberi di trasmissione; esso viene ssato su duna mensola in ghisa I, la quale si ferma ad
un muro ovvero ad una colonna pure in ghisa. In tali applicazioni bisogna diminuire la
larghezza totale del sedile sia per laspetto che per Iaggetto della mensola, la cui portata e
qualche volta considerevole a causa dei diametri delle puleggie e delle ruote dentale. Gli
alberi, che sono destinati a sopportare una grande velocit, hanno la portata dei cuscinetti

considerevolissima e doppia del diametro dellapertura BB; l'adattamento cilindrico;


esso rallenuto da tre nervature c e d, di cui una penetra nel corpo del sedile, e laltra si
unisce col canale, che conduce lolio, le quali sono abbastanza distanti delloggetto delle
estremit per poterle tornire, ed aggraziarne con una modanatura il troppo oggetto. Stante
la sua larghezza piuttosto considerevole e la sua posizione sulla mensola, relativamente al

suo panello, ha bisogno duna certa forza, onde meglio adattargli quattro chiavarde.
Il coperchio della ciottola dell'olio munito dun manico a molla e, che, appoggiandosi
contro un piccolo dente f, lo tiene costantemente chiuso. Il cappello in questi casi non va
soggetto ad alcuna resistenza, perch tali alberi d'ordinario sono posti superiormente
nelle ocine e messi in moto per mezzo di cingoli, che li tirano verso il basso.
n; IO. n, a, 45.

Sedile verticale e laterale. -Questo sedile ditTerisce di poco da quello a men


sola, e sapplica contro una parete verticale, mentre i cuscinetti conservano la loro

apertura orizzontale, e perci perpendicolare alla suola. Qualunque possa essere la posi
zione di un sedile, si deve sempre poter togliere il cappello senza muovere lalbero dal
suo posto. Impiegando un sedile ordinario sarebbe quasi impossibile la lubricazione senza
ricorrere al ripiego di un tubo ricurvo. II sedile rappresentato dalla Fig. 10 soddisfa
a tutte le esigenze del caso. Il corpo A ha la sua posizione orizzontale, ed fuso perpen

dicolarmente colla suola b, che si applica contro la faccia verticale duna lastra in ghisa
ssa per mezzo delle chiavarde cc' ed appoggiata pure sopra una gola rovescia d fusa

colla lastra, in guisa che la sua posizione diviene invariabile, indipendentemente dalle
chiavarde c e dallo spazio, che possono avere nei proprii buchi. Perci questa disposizione
fa si che si pu sopprimere una delle chiavarde del cappello, e sostituirla con una
bietta e, servendosi di punti di contrasto del cappello e della gola f fusa appositamente
colla suola, e dello spazio libero, che possono avere nei loro buchi. La chiavarda conserva la
sua forma ordinaria e passa libera nel buco appositamenie preparato nella semi
colonna, evitando lincastramento della testa o della chiocciola nel co e del sedile. Cosi

riducendo laggetto del sedile per quanto sia possibile, il cappello non penetra che una
piccola quantit secondo due piani tagliati ad angolo di 45', che coincidono con due
angoli del cuscinetto. Delle forme esteriori del cuscinetto lottagonale la pi conveniente

per conservare agli angoli del corpo del sedile una resistenza sulliciente colla minor lar
ghezza; essa permette anche di poter tagliare facilmente il cappello.
TAV. XIII.
Ft|. l, 2 e Il.

Sedile pensile. - La Fig. I ci fa vedere un sedile pensile, di cui la Fig. 2 rappre


senta una sezione verticale fatta sulla linea I-2, e la Fig. 3 da la gura in scala mag
giore della parte inferiore del sedile, nella quale vedonsi gli incastri occorrenti per instal
lare il cuscinetto; anche in questa il cappello e ritenuto per mezzo duna biella paral
lelogrammica B, dal contrasto del dente C del braccio di sospensione, e dallaltro col dente
F nel corpo del sedile. Le nervature longitudinali, che sappoggano a tutta la lunghezza
del braccio di sospensione A, si prolungano su tutta la lunghezza del sostegno del sedile

tino in F, e servono a consolidare il cappello: questa forma specialmente adottata per i


sedili, che si fanno qualche volta in legno, cui questo esempio specialmente adattato.

199
La forma, che si d ai sedili in ghisa, quella delle Figure 8 e 9, e si compone del
corpo del sedile A fuso con un corpo cilindrico B, il quale sattacca ad una tavola C, che

TAV. XIII.
Fig. 8 e 9.

trovasi legata per mezzo di due nervature piatte D in forma di saetta; questa si unisce
a due dischi a, che sono attraversati dalle chiavarde, che uniscono il sedile pensile al
soppalco. Questa struttura semplice e per conseguenza sovente impiegata con molte

variazioni secomlo le circostanze. Talvolta vi si uniscono contemporaneamente due sedili


uno opposto allaltro, e qualche volta tre. Siccome la stabilit obbliga di restringere nch
possibile laggetto del sedile, si cerca di ravvicinarc al massimo il suo asse a quello

della colonna, e perci dordinario non impicgasi che una chiavarde b per fissare il
cappello E, di cui una delle estremit addentala con un dente c fuso colla colonna. La
pressione della chiavarda prende il suo punto dappoggio sul cuscinetto superiore, eperci
ritiene solidamente il cappello sotto il dente 0. Quando si vuol togliere il cappello bisogna
levare intieramente la chiavarde spingendala dallalto al basso, onde il cappello sia

libero dal contrasto del dente e. A tal fine la chiavarde mobile porta una testa, che prende
la forma del contorno del sedile. il cuscinetto superiore ha la forma ottagonale onde con
trasti meglio.
La Fig. 9 fa vedere, che il sedile ha minore spessezza del diametro del cilindro B,

ma che i cuscinetti hanno un aggetto da ambe le parti, onde possano avere una
grande portata. La colonna B vuota per non aumentare il peso del sedile; le nerva
ture D, le quali hanno una spessezza di 15 a 18 millimetri, la sostengono negli sforzi
laterali. In generale, meno la proporzione delle parti, che formano il sedile, la suola pu

esser guida per trovare le proporzioni dellinticro sostegno. Facciamo per osservare
essere buona regola, che la distanza tra le due chiavarde un non deve mai essere minore
dellaltezza dal centro della sezione dellalbero alla suola, ma bens superiore.

Sedile a due rami. - Dordinario per gli alberi corti o sostenuti solamente in due Fig. 1, s, o e 1.
punti della loro lunghezza simpiegano sedili pensili a due rami. il modello dato dalle
Figure 4, 5, 6 e 7 ne rappresenta una di questo genere; i due rami, che ne formano il
corpo principale UD, sono uniti alla suola C, la quale sta fissata al soppalco ovvero ad

una trave mediante sei chiavarde E. Le sezioni di questi due rami hanno la forma di un
T, come vedesi dalla Fig. 6; ancorch le sue chiavarde siano fissate nel corpo del sedile,
si possono per render mobili operando i rigonamenti opportuni per praticare i buchi,
che passano da parte a parte.

il sistema a doppio ramo, tutte le volte che la localit e la combinazione del macchi
nismo lo permettono, da preferirsi allaltro dun sol ramo. Potendo per la sua forma
simmetrica essere pi leggiero e di uguale resistenza, esso presenta inoltre il vantaggio,
che, quando per un accidente qualunque lalbero uscisse dai suoi cuscinetti, ne sarebbe
impossibile la caduta in causa dei due rami pensili. Se lalbero, che sopporta, deve tras
mettere una resistenza considerevole, bene che la suola unisca i due rami; se invece

sopporta un albero piccolo, la suola pu dividersi in due parti, che formano il piede di
ciascun ramo, come nella nostra Figura. Talvolta, quando lalbero non sia superiore a 5 o
ti centimetri, si usa costruire tali sedili mediante una lastra di ferro ricurvata della spes
sezza di 2 centimetri, sulla quale mediante viti si fissa per rapporto un sedile in ghisa.
Castelletti. - I castelletti fanno lo stesso atticio dei sedili ordinarii, e dilleriscono Fig. 10, H, 42.45.

solamente da quelli per la maggiore altezza dal centro dellalbero al piano della loro base.
Il corpo A fuso col cavalletto formato di due pannelli in ghisa BB sostenuti da due ner
vature rettangolari b, che si raccordano a guscio colla suola c, e internamente del cavalletto

per mezzo duna nervatura cordonata a. Il corpo AA da ciascuna parte contiene due semi
cilindri, entro i quali stanno fissate a viti le chiavarde d, che debbono ritenere il cap
pello F. La suola c si fissa ad una costruzione in muratura mediante due o qualtro chia
varde, secondo la maggiore o minore resistenza, che debbono opporsi. Il cuscinetto in

bronzo colla forma ottagonale, come lo fanno vedere le proiezioni nella Fig.12, che ne rap
presenta lo spaccato superiore; la Fig. 13 mostra la sua proiezione orizzontale, e la Fig. 11
la sezione fatta sulla linea 1-2.
1 castelletti vanno solamente impiegati quando gli sforzi da trasmettersi non sono
grandi; in ogni caso, a misura che gli sforzi sono maggiori si ricorre a castelletti pi

solidi per la loro costruzione, pei quali possono servire di modello i disegni delle
Figure 15, 16,11, e specialmente quello delle Fig. 18, 19 e 21.

200
Il castelletto rappresentato dalle Fig. 15, 16 e 17 capace di maggir resistenza del
TAV. Xlll.
Flg. te, lo e 41. descritto: i cuscinetti BB' hanno una forma ogivale; il cappello G ritenuto da due
viti cc' lettate. da due parti, cio da una per fissarlc nel corpo del castelletto, e dal
laltra per invitare i dadi, che ritengono il cappello. La Fig. 16 ne fa vedere lo spaccato
m. m, 09,20, 2|.

fatto secondo la linea l-2, e la Fig. 17 la proiezione orizzontale.


Castelletto a cuscinetti parziali. - Questo per la sua struttura pu servire di
modello alla forma da darsi al castelletto quando deve servire a sostenere sforzi conside
revoli. Esso tratto da una macchina per laminare, che deve resistere non solo allo
sforzo, che oppone il ferro per distendersi, ma ancora a tutti quelli prodotti dagli attriti
degli organi della macchina. I perni degli alberi essendo alquanto grossi si farannoi

cuscinetti divisi in quattro parti, delle quali due a poste al dissopra e due al dissotto
del perno, che abbracciano per circa un quarto della circonferenza; le altre due b poste
accanto ne abbracciano ancora meno.
Questa disposizione dei cuscinetti divisi 0 porzioni di cuscinetti ha per iscopo di evitare
di cambiar troppo soventi l'intiero cuscinetto, essendo pi facile ed economico, anzich
il cambiarlo tutto, cambiarne solo una parte; devesi per fare attenzione, che stante la

grande resistenza si consumano molto facilmente, e perci vanno cambiati spesso; il


consumo si compie inegualmente attorno alla circonferenza, ma specialmente sopra e
sotto i cuscinetti a; i cuscinetti b non servono che a guidare il perno naturalmente.Questi

segmenti di cuscinetti non hanno alcun labbro, ma solo dei denti salienti, che si calet
tano in apposite calettature praticate nel corpo del castelletto. Il cappello B, assai robusto,
e ritenuto da quattro chiavarde c portanti nella parte superiore i loro dadi, e delle chia
vette nelle estremit opposte, e si appoggia sul corpo A per mezzo delle assicelle in legno d,
che non lasciano spazio libero di sorta, ma che permettono, diminuendone la spes

sezza, di diminuire lo spazio, che si produce dal consumo no a quando necessario di


cambiare il cuscinetto.
Si osserver anzitutto che il centro del perno essendo ad una distanza considerevole

dalla base, per non aumentare inutilmente il peso del castelletto si rinforza il corpo del
medesimo per mezzo di nervature sulle quattro faccio, e che, attesi gli sforzi, a cui questo
castelletto sottomesso, si pu darvi poca spessezza in proporzione della sua altezza.
Lattenta osservazione ed un grande esercizio nel disegno e nella costruzione delle
macchine insegner ad apportare quelle modificazioni, che in quasi tutte necessario
praticare per soddisfare il speciali bisogni.

FOBMOLE E REGOLE PRATICHE.

156. - Per determinare le dimensioni delle differenti parti, che costituiscono un sedile,
bisogna conoscere il diametro e la larghezza del porno, che lalbero deve ricevere. Ancoreh

non si possa stabilire una relazione fissa tra il diametro del perno dellalberoe quello delle
chiavarde di chiusura, potendo uno stesso albero corrispondere ad un'infinit di sforzi di

trazione diretti, mentre resiste ad uno sforzo di torsione, che per una stessa forza
varia secondo la distanza, alla quale questa agisce dal centro di rotazione; tuttavia
risulta, che qualunque siano qtteste distanze, leffetto resta costante come la forza rispetto
al sedile. Onde per formare una serie di sedili 0 seggi, dei quali tutte le proporzioni siano
stabilite avanti, non si potr far altro che adottare una serie di chiavarde corrispondenti a
quelle dei differenti diametri dei perni, salvo il fare un calcolo diretto per vericare lo sforzo
di trazione per ciascuna applicazione quando si trova una circostanza eccezionale. Da

quanto si disse, rapportando tutte le parti dun sedile al diametro del perno dellalbero
ovvero a quello delle chiavarde del cappello, si sono stabilite alcune formale pratiche, desi
gnando colle lettere:

I) il diametro del perno dellalbero, il quale naturalmente lo stesso che il dia


metro interiore del cuscinetto;

201
d il diametro delle chiavarde, che ritengono il cappello sul sedile;
. L la lunghezza 0 portata del cuscinetto, che identica a quella del perno;
e ed e' la loro spessezza minima e massima;
[ed f' la spessezza massima e minima del labbro esteriore del piumacciuolo;
L' la larghezza del corpo del sedile;
1 ed F la larghezza e la spessezza della suola (semelle);

C e C le spessezze del cappello;


E la distanza tra le chiavarda;

E la distanza delle chiavarda di fondazione.


Dimensioni rapportate al Perno. - Spessezza dei Cuscinetti. - Ammettendo che
i cuscinetti siano in bronzo si potrebbero dedurre le proporzioni delle varie parti dal
diametro dei perni; ma una mi regola darebbe dimensioni troppo deboli pe diametri
piccoli, e troppo massiccie pe diametri di qualche grossczza. Esaminando le proporzioni
adottate dai migliori e pi accreditati costruttori dei varii paesi, quelle generalmente

adottate nella pratica, facendo D diametro del perno uguale a 100 parti, sono:
e :0,07 D + 4 millim.; e' :0,11 D + 4 millim.
La spessezzu media diviene circa la undicesima parte del diametro del perno au
mentato di 4 millimetri.

Aggetlo e Spessezza delle labbra 0 battenti del Piumacciuolo o Cuscinetto. - Bench queste
dimensioni non siano duna grande importanza, per conveniente stabilire il loro
valore, ailine di avere una certa armonia in tutto le parti dun sedile, e si pu adottare
tanto per l'aggetto quanto per la spessezza fed f':0,1 D, cio la decima parte del dia
metro del perno.
.|
Portata dei Cuscinetti. - La lunghezza dei cuscinetti corrisponde esattamente a quella
dei perni dellalbero,che abbracciano, la quale non sempre proporzionale al diametro, ma
varia da una a due volte il suo diametro, secondo le diverse applicazioni dellalbero stesso.

Si ammette per, come la pi ordinaria, la proporzionedi una volta e mezza, ossia


L 21,5 I).

Larghezza del Sedile. - La larghezza L' del corpo del sedile e uguale alla distanza
compresa tra le labbra 0 battenti del cuscinetto. Essa generalmente espressa dalla por
tata totale diminuita della somma delle spessezze delle pareti, che formano il labbro,
cioL':L-2f.
Quando la portata e uguale a 1,5 D, la larghezza del corpo diviene naturalmente
L' : 1,3 D.
Quando i cuscinetti non aggettano fuori del piano del sedile, allora il labbro siucastra
nel corpo di questo, e la lunghezza l. e uguale alla portata del cuscinetto.
Spessezza del Sedile. - Le parti, sulle quali si adattano i battenti dei cuscinetti, sono
rilievi appositamente preparati, e che formano una specie di rigonatura con esterior
mente lo stesso contorno dei battenti ed anzi un po di pi, afnch, se i centri non
coincidono esattamente, i battenti ad incastro si possano centrare senza doverli tagliare.

Questa parte saliente permette pure di aggiustare i contorni dei cuscinetti senza essere
obbligati di tagliare il corpo del sedile sulle faccio esteriori. Si pu anche aumentare ed
ingrandire la portata, in certi limiti, senza far subire al corpo le stesse variazioni, ci
che permette di economizzare il peso senza alterare la stabilit dellinsieme. Nel disegno
della Tav. XII, Fig. 1, 2, 3, 4, noi ammettiamo che la spessezza del corpo pr0priamente
detto sia 1:1,05 D, e loggetto da ciascun lato

L'-l _ (1,3-1,05)D
e "
a

: 0,125 D.

Larghezza della Suola. - Qualche volta si d alla suola una larghezza, che eccede

molto lo spessezza del corpo, ma salvo i casi particolari, che si possono presentare nella
pratica, essa non devi! essere che poco pi grande senza che possa compromettere meno
mamente la stabilit del sedile.
Noi facciamo questa larghezza uguale al diametro del perno, aumentato dun quinto,
cio 1 = 1,2 D.
96

202
Spessezza attorno alla chiavarde del Cappello. - Per determinare questa spessezza, che
designeremo con r', bisogner considerare che la grossezza delle chiavarde non propor
zionale al diametro dei perni, i quali vanno relativamente pi robusti peri piccoli alberi,
che per i grandi; se non si tiene conto di questa particolarit, la resistenza laterale del
sedile per i grandi diametri sarebbe troppo debole applicando la stessa regola dei piccoli e
calcolando la spessezza dal centro delle chiavarde; qualuane sia il diametro di questi
il corpo del sedile conserva sempre il suo aspetto esteriore in tutte le dimensioni posbili,
anche nei sedili a quattro chiavarde, nei quali faremo vedere un inconveniente, che in
tali casi diviene molto sensibile. La spessezza r' del labbro esteriore del cuscinetto
al centro di ciascuna chiavarda, e perci della semicolonna, che lattornia. pu essere
uguale a 1100 del diametro D del perno aumentato di 5 millim., ossia 1"=0,35D + 5 mill.

Questo valore r' applicato alla forma del sedile, Fig 1, 2, 3, di cui abbiamo portato
il disegno nella Tav. XII; troppo debole per i sedili, il cui cappello penetra pressoch
no al centro del cuscinetto.
.
Distanza dei centri delle chiavarde. - Questa distanza E determinata dalla somma di

quelle di D, e ed r', alle quali essa corrisponde esattamente. Con questa addizione si
pu facilmente eseguire il disegno di tutti i sedili duna serie, e si trova
- E : l,8-l +18 millimetri.
Distanza delle Chiavarde della Suola.- Il collegamento della suola col corpo deve formare
un tutto perfettamente rigido; le chiavarde, che ssano il sedile, dev<mo sopportare uno
sforzo uguale a quello delle chiavarde del cappello, ed hanno come tali lo stesso diametro.
Per conseguire questa rigidezza ed economizzare il materiale impiegato nella costru
zione, bisogna diminuire pi che possibile la distanza fra le chiavarde e conservare con
temporaneamente un imbasamento sutliciente nella suola, il che si ottiene portando la
distanza delle due chiavarde della suola ad essere un po maggiore del doppio di quella
del cappello, percio si potr adottare la relazione seguente:
13' 24,25 D + 42 millimetri,
valore, che sar meglio restringere anzich sorpassare.

Dimensioni rapportate alle chiavarde. - Spessezza del Cappello. - La spessezza


minima del cappello deve essere dalla parte delle chiavarde, la maggiore si trover sul
lasse del sedile. Supponendo, come nelle Figure 1, 2, 3 ecc., che non vi sia la chiusura
del cappello libera, cio che il cappello non posi intieramente sul perno, ma su due punti
dappoggio laterali, si potr ridurre notabilmente la sua spessezza senza tema di romperln
per l'effetto dinuguale chiusura. Designando con C e C' la spessezza massima e minima
del cappello, e con d il diametro delle chiavarde, si avranno, secondo lArmengaud, le
seguenti lormole pei sedili a due chiavarde: C :9. d, e C' =2,15 d.

Altezza 0 Spessezza del Sedile. - La spessezza C" del corpo del sedile al dissopra dei
cuscinetti, quando non dipende dallaltezza del centro data, la quale deve uguagliare quella
massima (1' del cappello, e C" : 2,t5 d.
Pei sedili a quattro chiavarde si avr 0:2,2 d +10 mi]! ;C' e C":2,4d+10 mill.

Spessezza della Suola. - La forma del sedile nelle Figure 1, 2, 3, Tav. Xll dispensa
dal dare alla suola una grande spessezza, e la spessezza F non si fa che vicino alle sue
chiavarde, attorno alle quali si opera pure una rigonatura per supplire allindebolimentn
accagionato dal foro, e si ha per i sedili a due chiavarde: F=d+ 5 millim., cio la spes

sezza della suola uguale al diametro della chiavarda aumentato di 5 millim. E per quelli
a quattro chiavarde F: 1,3 il + 5 millimetri.

Spessezza della ghisa attorno alla chiavarda. -- Questa dimensione non ha importanza
che per il diametro del dado, e segue una regola uniforme pei sedili a due e a quattro
chiavarde. Il diametro della semicolonna, che porta la chiavarda, bisogna che sia uguale
almeno a quello del circolo circoscritto al dado, ossia almeno al doppio di quello della
chiavarda. Cos facendo il raggio della semicolonna r:d+3 millim., la spessezza del
metallo e 0,51! + 3 millim., ossia uguale al diametro aumentato di 3 millim.
Per mezzo delle suesposte formole si sono calcolate le seguenti Tabelle, le quali danno
le dimensioni dei sedili proporzionali ai diametri dei perni ed al diametro delle chiavarde.

203
TABELLA DELLE DIMENSIONI PRINCIPALI DEI SEDILI PER PERNI DI 011,030 a 019500.

DIMENSIONI EAPPORTATB AL DIAMETRO DEL PERNO.

DIAMETRO

4/"_\

\ .

ad

Lunghelm

.
Dmama

Perm_

d'

1 11511in1

I Czrfdi

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dalla

Perno.

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Suola.

Corpo.

Cuscineuo_

Cappe"o_

Suo|._

L'

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millim.

millim.

millim.

milllm.

milllm.

Larghezza

Spessuzza

|I

Spessezza

DISTANZA
de"e
chiavude

tra

Nl\.

millim.

millim.

30

45

39

36

31

15.5

73

169

35

52.5

45.5

42

36

17

82

190

40

60

52

48

42

19

91

212

45

67.5

58.5

54

47

21

100

233

50

75

65

60

52

22.5

110

254

55
60

82.5
90

71.5
78

66
72

57
63

24
26

119
128

275
297

I
1

I
1

65
70

97.5
105

84.5
91

;
;

78
84

68
73

28
29.5

137
146

318
339

'

75
85

97.5 1
I
110.5 {

90
96
102

78
89

31
35

156
174

382

80

112.5
120
127.5

90
95

104

84

33

165

360
403 .

135
142.5

117
123.5

1
1

108
114

94
99

36.5
38

183
192

424
445

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;

100

150

130

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120

105

' 0

202

467

110
120
130

165
180
195

143
156
169

I
I
i

132
144
156

115
126
136

4.5
47
50.5

220
238
257

517 1
554
592 1

140

210

182

168

147

54

275

617

150
160

225
240

195
208

180
192

157
168

57
51

294
312

679
722

f
1
1

170

255

221

204

178

64

330

764

180
190

270
285

234
247

216
228

189
199

68
71

349
367

807
849

200

300

260

240

210

75

386

892 .

210
220

315
330

273
286

252
264

220
231

78
82

404
422

934
977

230

345

299

276

241

85

441

1.019

240
250
260
289
270

360
375
390
405
420

312
325
338
351
364

288
300
312
324
336

252
262
273
283
294

89
92
96
103
99

459
478
496
514
533

1.062
1.104
1.147
1.189
1.232

-1

1
-

3
1
,

290

435

377

348

304

106

551

1.274 .

300
310
320
330
340
300

450
465,
480
495
510
525

390
403
416
429
442
455

360
372
384
396
408
420

315
325
336
346
357
367

110
113
117
120
'124
127

570
588
606
625
643
662

1.317
1.359
1.402
1.444
1 .487
1.529

360

540

468

432

378

131

680

1.572

370
380

555
570

481
494

444
456

388
399

134
138

698
717

1.614
1.657

585

507

468

409

141

735

1.699

600

520

480

420

145

754

1.742

615
636

533
546

492
504

430
441

148
152

772
790

1.784
1.827

645
660
675.

559
572
585

516
528
540

451
462 ,
472

155
159
162

809
827
846

1.869
1.912
1.954

390
400

'

410
420
430
440
450

460
470
480
490

500
.i.'

1
1

690

598

552

483

166

864

1.997

705
720
735

611
624
637

564
76
588

493
504
514

169
173
176

882
901
919

2.039
2.082
2.124

750

650

600

525

180

938

2.167

_A

I
f
i

NE. - Le dimen:lnni 01110 per quesla Tabella sono calrolate. sul perno. che ha 0,I40 millm. per diamelro,come

aveme due chiuvarde al cappello ed alla suola; le dimemioni superlorl a questo diamelro sono calcql|g per
il caso, che abbia quallro chimarde al cappello ed alla suola.

204
TABELLA DELLE DIMENSIONI PRINCIPALI DEI SEDILI (JGUUO).

v
DIMENSIONI

DIAMETRO

rapportate al diametro del perno.


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_E e

CUSCINETTI.

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spsem

N _,\

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7
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88
88

115
115

205
ARTICOLO V.
Sostegno a Bronzina e Collari.
157. Bronzina. - Dicesi bronzina, nominando la parte per il tutto, il

sostegno, su cui gira il perno inferiore degli alberi verticali. Ancorch le sue
forme ed i sistemi variino allinnito secondo le circostanze, onde sia suscet

tibile di tutte le retticazioni, esso si compone quasi sempre di quattro parti


distinte, e sono: 1 il padellz'no; 2 il bossolo; 3' la bronzz'mz; 4 la mila.
Il padellz'no (polette) in ghisa E ha ordinariamente la forma cilindrica, e si
unisce alla suola, onde- fuso, la quale porta i fori per ssarlo colle chiavarde, e
forma la base del sostegno.
_
Il bussola (gobelet) D, formato dun cilindro in ghisa, che posa sul padellino,
tornito interiormente per ricevere la. bronzina, tenuto sso da quattro viti, per

mezzo delle quali si pu regolare la posizione del cardine, e perci centrare tutto
lalbe 0.
L bronzina (crapandine) C, cilindro in ghisa, ma per lo pi in bronzo, liscia
interiorment-e, dello stesso diametro del cardine, d'ordinario fatta. a ciottola supe

riormente per ricevere lolio per la lubricazione del cardine, esteriormente si adatta
nel bossolo, e posa quasi sempre su duna vite e su duna leva per alzare od abbas
sare il cardine e regolare la posizione verticale dellalbero.
Balla (graa) I, dado in acciaio temperato posto sul fondo della brnzina, sul quale
gira il perno.

158. Bronzina compiuta. - Descrizione. - La bronzina formata dal sostegno o


padellino E, che riceve la parte inferiore dun albero verticale, si compone, come il

sedile, che sostiene il perno dun albero orizzontale, delle parti essenziali sopra citate, le
quali dilferiscono soventi una dallaltra nella forma e nella disposizione, secondo le appli

cazioni speciali, che se ne fa nelle macchine ovvero nella trasmissione del moto. Il
cardine, che sostituisce il perno nellalbero verticale, gira sopra un dado d'acciaio detto
rulla tenuto sso in un cilindro o ghiera in bronzo detto branzino; questa quasi sempre
congegnata lateralmente con viti o con leve comandate da ruote dentate, e ci per porla

sulla verticalit, o per alzarla od abbassarla. Tale il disegno, che presentiamo come
tipo ai nostri lettori. La Fig. 1 rappresenta una sua proiezione verticale esterna, la Fig. 2

una proiezione orizzontale vista superiormente e supponendo tolto lalbero. La Fig. 3


una sezione della Fig. 1 fatta sullasse, nella quale vedesi il cardine A, che ha la
forma cilindrica in ferro tucinato e acciaiato (a pacchetto, N 98) allestremit inferiore, e

certe volte intieramente in acciaio come la ralla', su cui gira; la parte superiore leggier
mente conica per conficcarla meglio nellalbero B, col quale fa corpoe gira, obbligata
anche da unapposita nervatura a. I cardini rapportati hanno il vantaggio su quelli

fusi o fucinati collalbero di poterli eseguire in metallo pi duro, e perci pi resi


stente e di maggior durata, e di poterne diminuire notabilmente il diametro, e quindi

anche la perdita cagionata dallattrito, il quale in ragione del diametro e del peso, che
sopporta, e della velocit, con cui si muove; di pi pu essere facilmente cambiato. A tal
ne si pratica unapertura rettangolare b attraverso allalbero ed allapertura superiore
del cardine, per la quale si fa passare una bietta b, che serve a fissare il cardine stesso
allalbero.
Per maggior semplicit desecuzione meglio fare un buco oblungo b nell'albero
superiormente alla parte conica del cardine.
'
La bronzina C, come abbiamo detto superiormente. destinata a ricevere il cardine, e
cosi essa si compone dun cilindro in ghisa o meglio in bronzo tornito e'steriormente,e
ben liscio interiormenle, nel fondo del quale sta un piccolo dado t detto dai francesi grain,
grano, raila, ritenuto da una piccola nervatura [formata dun pezzo di ferro. Questa ralla

di metallo pi duro che la bronzina; ancorch essa sopporti tutto lalbero, duna durata
considerevole, ed facile il cambiarla senza dover cambiare la bronzina, la quale non
sopporta che la pressione laterale.

TAV. XV.
l"tg. t,l e 5.

206
TAV. XV.
Hg. l, 2 e s

Il cardine poggia per mezzo della sua base sulla superficie della rolla, sia totalmente,
sia in parte, secondo la variet della sua forma. Il miglior sistema sarebbe di farlo
coincidere il pi esattamente possibile su tutta lestensione della sua estremit, affine di

diminuire lattrito e renderlo di maggior durata. In generale conviene adottare di prefe


renza la forma delle superficie in contatto, una leggiermente convessa, e laltra leggier
mente concava, Fig. 3, affine di lasciare anche un po di spazio per la introduzione dellolio.

Perch lalbero conservi la sua verticalit non basta cheil cardine sia solidamente
appoggiato sulla ralla in acciaio, ma bisogna ancora che questa si adatti bene nella bron
zina e sia tenuta ferma nella medesima durante il moto. Altino di poter ben postare la
bronzina nella verticalit dell'albero essa viene adattata in un bussole in ghisa D fornito

interiormente, la cui base posa sul fondo duna specie di scatola E,detta padellino; su quattro
punti posti allestremit di due diametri perpendicolari si fanno quattro facciette piane ed
oblunghe nel senso verticale destinate a ricevere la pressione delle viti laterali F, i cui

dadi in ferro 9, di forma quadrata, sono incassati ovvero fermati nella spessezza stessa
delle pareti del padellino; per mezzo di queste viti si pu regolare la posizione. della

hromina, e perci del cardine e di tutto lalbero.


Il padellino si ssa solidamente su dun massiccio in muratura o in pietra mediante le
chiavarde a dadi d. In certi casi si pu sopprimere il bussola in ghisa, e con ci dirnuire
alquanto il volume del padellino; allora la pressione delle viti contrizzatrici F si effettua di
rettamente sulla bronziua. Siccome bisogna spesso sollevare od abbassare,afline di regolare
esattamente la posizione del cardine e dellalbero, di necessit si nellobbligo di alzare

ed abbassare la ralla, e perci bisogner schiudere le viti per portare questa allaltezza
conveniente, e per conseguenza l'albero verticale suscettibile di discentrarsi. Questo
inconveniente non ha luogo col hossolo, il quale lascia che si alzi od abbassi la bronzina

restando sul fondo del padellino e senza spostare la verticalit dellalbero.


Alcuni costruttori, per semplificare la costruzione di questorgano, ssano la bronzina
sul padellino, e tralasciano i mezzi per sollevare lalbero. Un tal sistema pu essere am
messo per assi, che non sopportano ruote dentale, e che si possono alzare od abbassare
senza alcun inconveniente, ma nel maggior numero dei casi essenziale di fissare

rigorosamente la posizione dellalbero, e farla rimanere invariabile. Tale sarebbe, in un


molino da farina, lasse verticale chiamato ferro della macina, del quale non solo si deve
regolare lattrito del perno e la posizione dellingranaggio, che sia SII di esso, ma si
deve ancora regolare che non si avvicini troppo o troppo poco alla giacente, perci si

nella necessit di elevare ad abbassare lalbero, e per conseguenza la sua bronzina ed il


cardine.
Il sollevamento dellalbero si escguisce mediante unasta verticale in ferro G, che
attraversa il centro del padellino, e va ad appoggiarsi al dissotto della bronzina. Questasta
generalmente ssa, e perci infeormente si fa quadrangolare e superiormente cilindrica,
con una piccola nervature, che passa nel fondo del padellino ed impedisce allasta di
girare sopra s stessa.
Si possono impiegare diversi processi per far salire o discendere lalbero e mantr
nerlo nella posizione, che deve occupare, particolarmente quando esso deve portare
delle ruote dangolo. Nella costruzione di questi organi si porter unattenzione speciale
sulla facilit di lubricare i perni, ed in maniera continua,atlesa la piccola supercie

comparativamente al peso; se queste superficie non sono ben lubrificate, si riscaldano


facilmente, ed allora lattrito aumenta in considerevole proporzione.
Allorch tanto i perni quanto le branzino sono alla portata delloperaio, baster fare
nella parte superiore della bronzina un vuoto anulare a guisa di ciottola, come gi si disse,
con due piccoli canali 1' praticati verticalmente su tutta l'altezza della parete, e abbastanza
piccoli, onde l'olio possa scolare a poco a poco; alluopo pu anche servire il canaletto,
che ha servito,per introdurre la nervatura trasversale f posta in fondo della bronzina; lo

stesso si operer sulla supercie della ralla, cio vi si formeranno due piccoli canali per
pendicolari in guisa, che lolio possa spandcrsi su tutta la sua supercie durante la rela
zione del cardine.
Affina di poter cambiare facilmente la ralla dal fondo della bronzina, siccome non basta
dopo tolto lalbero rovesciare il bossolo, si lascia nel centro della medesima un buco e, nel

207
quale sinvita un ferro munito allestremit di unimpugnatura. Ancorch la bronzina sia
ben adattata nel bossolo, potrebbe essere trascinata a ruotare col cardine: perci si procura
di premunirsi contro questo inconveniente ssando in essa una vite di pressione h inssa

TAV. XV.

nella parete del bossolo, ed a tal ne si praticher un canaletto nella bronzina, onde si

possa alzarla od ahbassarla senza svitare la vite. Le branzino costrutte come la descritta,
esigentio un lavoro considerevole, costano assai in confronto di quelle pi semplici; perci
quando sono destinate ad un albero leggiero, il cui utlicio non esige una grande precisione,

si possono sopprimere le viti centrizzatrici e lasta di sollevamento, e cosi il macchinismo


reso pi economico.
tieneTalora
ad una invece
mola dun
della
molino
disposizione
da farina.suLadescritta
scatola principale
si adotta A,
la nella
seguente,
qualeche
sonoapparcon

Fig 5

tenute tutte le varie parti, che compongono la bronzina, in ghisa fusa con una corona a

incastrata nella piastra di fondazione B, la quale fissata su dun massiccio in muratura,


dove praticato un vuoto, che racchiude il meccanismo, che serve a sollevare la macina.
Il perno C dellasse della macina l) gira sulla ralla in bronzo b, ed e adattato nel
suo bossolo in ghisa e, il quale s'innalza collasse della macina. Questo movimento si
effettua indipendentemente dalle altre parti, potendo il bossolo scivolare nel cilindro d, il

quale fissato invariabilmente sul fondo della scatola A, ma pu obbedire lateralmente


alle quattro viti di richiamo o centrizzatrii e fissate nel corpo principale A. Affinch poi il
movimento verticale del bossolo e si possa effettuare senza lo spostamento laterale del
cardine, essendo necessario alquanto spazio pel suo centramento, gli si dato la forma di
un prisma ottagonale, forma, che ha pure linterno di d, entro cui scorre. Per sollevare

lastuccio e, e perci l'asse della macina. si fa uso duna vite E, la cui estremit ha pure
la forma ottagonale ed .invitata nel mezzo duna ruota dentata orizzontale F in guisa da
formarne il dado. Questa ruota munita dun perno f, clte'ha il suo punto d'appoggio sulla
muratura. Facendo girare la ruota, il peso dellalbero e della macina la mantiene costan
temente alla medesima altezza, e la vite esce dalla sua chiocciola, ore invitata, seguendo
il senso del movimento della ruota, ossia la chiocciola non si sposta nel senso verticale,
ma solamente la vite, che si innalza o si abbassa spingendo o lasciando discendere il
prisma e, e per conseguenza anche il ferro della macina. Questo movimento si eseguisce a
mano per mezzo di una manovella, che si adatta nellasse di un rocchetta traboccante colla

ruota F, il cui asse ritenuto attraverso alla lastra di fondazione B Tutta la parte posta
superiormente della lastra di fondazione munita di un coperchio in rame g sagomato a
rosone per dilenderla dalla polvere, che facilmente si depone su tali organi.
Unaltra disposizione usata pure nella costruzione dei mulini, e che non ditl'erisce gran

m. a . 1

che dalla precedente, quella rappresentata dalle Figure 6 e 7. In questa le ruote, che
comandano la sito E, sono coniche invece desser cilindriche, dovendo muoversi lateral

mente. La manovella si fissa sulla superficie verticale della costruzione in muratura invece
di effettuare il moto superiormente alla lastra B. Infatti lalbero orizzontale h del roc
chetto F' e quello, che porta il volante, manovella, colla quale si regolano le macine.
Unaltra diti'erenza , che la vite E, invece dessere invitata nel mezzo della ruota in ghisa F.

ha una chiocciola speciale in ferro 1' incastrata nel mezzo della ruota, e che porta ugual
mente quattro viti centrizzatrici e invitate nelle chiocciole in bronzo poste nella parete

interiore della scatola A. Qui si soppresso il prisma ad astuccio e; il bossolo in bronzo


o bronzina b spinto direttamente dalla vite E adattata nel bossolo d, sul quale agiscono

le viti centrizzatrici e, come si vede dalla proiezione orizzontale.


Qualche volta nei mulini a grandi macine si applica la disposizione rappresentata
dalla Fig. 8. Ma, allinch il_lettore se ne possa fare unidea chiara, diremo apzitutto in che
consista il meccanismo dun molino dun paio di macine. La macina fissa,detta perci
giacente, attraversata dallestremit dunasla verticale A, che non gira, ma serve di

sostegno alla macina mobile e nello stesso tempo allalbero superiore Il, che costituisce il
vero organo di trasmissione. La parte inferiore dellalbero sso A riposa su duna bron
zina, contro la quale si esercita il molo della vite, che regola lo spazio tra le due macine.
Lalbero principale D trasmette il moto di rotazione della macina per mezzo dellanello B,
che si trova strascinato dal manicotto in ghisa bjissato con biette allalbero inferiore A. il
punto dappoggio di questo movimento preso sullalbero fisso A, il quale porta superior

tip. a.

208
TAV. XV.

mente un bossolo in bronzo a, nel quale penetra un manicotto incavato, che gli forma

Fig. 8.

perno, e costituisce la parte girante appoggiandosi sullalbero fisso A, il quale fa funzione


di una hronzina. Siccome tra il manicotto e lalbero D, che trasmette il moto, deve esservi

un po di spazio, particolarmente in vista del livello della macina, questalbero non possiede
che un punto dappoggio nel (sardine mobile G, il quale entra nella cavit praticata nel
manicotto. Il cardine, che ha forma conica, si adatta nella cavit dellalbero D, e perci si

deve dare la minor cavit possibile al manicotto, quindi il cardine cnon ha alcun moto
relativamente al manicotto B, girando con esso cosi come l'albero D, ed ha per unica fun
zione di reggere questalbero, lasciando al manicotto a ghiera B la libert di oscillare
leggermente secondo linfluenza della macina corrente.
.
Plg. 9 0 IO.

Quando lalbero verticale non porta ruote dentate od altri organi, che perla loro

costruzione particolare rendano necessario linnalzamento ed abbassamento dellal


bero, si usa la disposizione rappresentata dalle Figure 9 e W, nelle quali il bossolo e le
viti centrizzatrici sono soppresse. Il meccanismo allora consta solo del padellino E in
ghisa fuso colla suola, entro il quale si adatta la bronzina C, nel cui fondo si pone la ralla
in acciaio B tenuta ferma dalla biella; la suola del padellino ha un moto di traslazione
da destra a sinistra per mezzo delle due bictte, che si adattano agli spazii laterali mm fra
la suola e la lastra di fondazione A. Questo sistema per la sua semplicit pi economico
dei precedenti, e perci pi soventi adottato.
4
La Fig. 9 fa vedere una sezione longitudinale, e la Fig. 10 la proiezione orizzontale.
g.tl, 12 ti. H.

159. Gardlne delle Turbine. - I perni delle turbine (l) presentano maggior dif
colt di quelli di cui abbiamo parlato nora, in quanto che riesce difcilissima la lubri
cazione, particolarmente quando sono sottacqua, o, come direbbero i francesi, lorsqu'ils

sont noyes. Si possono per condurre nella condizione ordinaria rapportandoli fuori
dellacqua, e perci se ne distinguono due tipi principali. Prenderemo a considerare
quello della turbina Fourneyron, come perno sottacqua, e quello della turbina Fon
-taine, come perno fuori dellacqua.

160. Forma. della. Turbina di Fourneyron. - La turbina di Fourneyron ha lasse


sorretto da una bronzina posta inferiormente sul fondo stesso.del canale, e per conse
guenza essa si trova intieramente sommersa nellacqua, e cosi pure il cardine. Perci,
sia per la grande velocit, che ha ordinariamente il suo asse, sia pel carico conside
revole, che sopporta; la lubricazione riesce difcile ma nello stesso tempo indispen
sabile. Fourneyron ha immaginato una disposizione tutta speciale, colla quale la
lubricazione si pu mantenere convenientemente, mentre si riesce pure ad alzare ed

abbassare con facilit tutto lasse.

Le Figure Il, 12, 13 e 14 rappresentano il perno colla sua bronzina. eseguiti in varie

turbine, che fanno muovere le macine dei molini da farina e le macchine utensili di
varie ofcine. La Fig. 12 rappresenta una sezione verticale della bronzina parallela
alla leva di sollevamento colla parte inferiore A dellasse o albero della turbina. La

Fig. 11 una seconda sezione fatta perpendicolarmente alla precedente. La Fig. 14 e


una sezione orizzontale secondo la linea 1-2, la quale fa vedere ladattamento del
bossolo B nel suo cuscinetto D. La Fig. 11 rappresenta la ralla in acciaio, sulla quale
riposa il cardine. Lalbero A della turbina e guernito nella sua parte inferiore dun

disco a in acciaio, di cui la supercie inferiore concava e costituisce la parte


infregata o il cardine propriamente detto. E su questo disco che lasse si appoggia
in effetto, basandosi sopra una rulla in acciaio b; la parte superiore del bossolo B

perforata da un buco rettangolare pel passaggio della leva C, colla quale si solleva
lasse unitamente alla turbina con tutti gli organi di trasmissione. Qui il cardine

non impegnato nel bossolo in guisa, che questo possa essere ritenuto lateralmente
come avrebbe luogo per esempio nelle Fig. 1, 2, 3, ma al contrario e contornato da
una ghiera a, che gli forma un orlo saliente, il quale abbraccia la rallae nello stesso
tempo il bossolo B. Questo forma una disposizione inversa a quella abituale, in cui

il cardine lorgano penetrante. Vedremo pi avanti, che essa fu immaginata ed


applicata dal signor Fourneyron unicamente per facilitare la lubricazione.

(I) Le turbine sono ruolo idrauliche disposte orizzonlalmenle, delle quali parleremo a suo tempo.

209
Il bossolo B rappresenta esteriormente un cilindro ben tornito e scivolante con
TAV. XV.
leggerissimo attrito in una lunga canna 0 tubo D, il quale mantenuto al suo posto E Flg. 4|,12,15, u.
dalla bronzina, e terminato da due collarini, che gli impediscono di cedere al movi

mento verticale. 11 basamento del corpo E formato di due parti, che si riuniscono
per mezzo delle chiavarde d come due mezzi manicotti; esso porta anche in e i punti
dappoggio della leva C, che sta ssata direttamente sopra una base in muratura. Ma

prima dinoltrarci di pi a descrivere i mezzi di operare la lubricazione, riassume


remo il modo di funzionare di questorgauo.
La leva C, che prende il suo punto dappoggio sso in e sul basamento in ghisa E,
prolungata dallaltro lato duna quantit sufciente a diminuire lo sforzo da

esercitarsi per farla agire; questestremit va congiunta ad unasta lettata, colla


quale si pu sollevare facilmente per mezzo dun dado, che si fa girare. Ora, siccome
questa leva traversa il bossolo B e la canna D, quello si deve sollevare con essa, ed
il moto si effettua per il suo scivolamento nella canna D, ed ha per risultato di sollevare
lasse della turbina. Passiamo ora a ci, che si riferisce alla lubricazione.
Lolio condotto in un recipiente posto pi in alto che il cardine. e per mezzo di
un tubo F, che sbocca nella parte inferiore del bossolo B, nel quale si praticato un
vuoto I superiormente allapertura rettangolare attraverso la leva C. Per conseguenza
questa specie di camera si riempie dolio, il quale, venendo compresso, sinnalza

passando per i canaletti g praticati nel bussole da ciascun lato della calettatura no
nella camera f simile alla precedente, ma che trovasi precisamente sotto la ralia b.
Da questo serbatoio lolio sale per la pressione e perviene alla faccia superiore della

ralla in contatto col cardine passando pei canaletti h praticati sul suo contorno (Fig. 13
e 9). Esso in questa guisa pu venir fornito continuamente ed in maggiore o minor
quantit, ci che si regola con una maggiore o minore altezza del serbatoio, dalla
quale dipende la pressione eSercitata, ed intieramente isolato dallacqua, in cui

tutto lapparecchio e immerso. Ma siccome questolio deve essere rinnovato conti


nuamente e poter fuggire dalle stesse supercie di contatto, il disco in acciaio a,
che termina lestremit dellalbero, forato nel suo centro col foro 1' (Fig. 11), che

corrisponde alla cavit j praticata nel centro dellalbero A; e questa comunica colle
sterno per mezzo di un biico l, che attraversa lalbero. Seguendo una tal via, la sola, che
gli rimanga, lolio, sollecitate dalla pressione, pu abbandonare le supercie in con

tatto a goccia a goccia, secondo che arriva al centro del cardine. La spiegazione, che
abbiamo dato, e le Figure, che rappresntano il meccanismo in tutte le sue parti,

bastano a far comprendere il merito di questo cardine. Talvolta si sono fatte obbiezioni
per la sua complicazione, ma esse non reggono in confronto degli ottimi risultati
ottenuti, imperciocch, se si eccettua il cardine, di cui parleremo fra breve, nessuna
disposizione potrebbe meglio soddisfare allo scopo, che linventore si presso. Ci

rimane a fare alcune osservazioni sulla grande dimensione di questo cardine compa
rativmnente a quelle, che si adottano generalmente, e quelle determinate dalle regole
pratiche qui annesse. In effetto il suo diametro corrisponde ad una pressione di 70 a

80 Chilogrammi per centimetro quadrato invece di quella di 250 a 300 Chilogr., che
sovente si ammette. Ma in questo caso piuttosto la stessa disposizione, anzich la
resistenza al carico, che ha condotto a ssare il diametro. Basandosi sui nostri dati il

diametro potrebbe ridursi da 130 a 70 millimetri circa, dimensione troppo piccola


per soddisfare alle esigenze del nostro caso. Il Fourneyron ha adottato tali proporzioni
colla mira di evitare il riscaldamento e laderenza del cardine colla sua ralla.
innitamente preferibile, per un tal meccanismo, che funziona sottacqua, e in cui
per conseguenza torna quasi sempre impossibile poterlo visitare, di dare una grande

sezione al cardine, affine di diminuire pi che sia possibile la pressione per ciascun
centimetro quadrato di supercie in contatto, poich in tal caso si pu essere sicuri
della regolarit della lubricazione.
161. Cardine della. Turbina. Fontaine. - Viste
stabilire un cardine sott'acqua. e nel mantenerlo in
taine, costruttore di turbine, ha cercato di mettere il
e, dopo varii perfezionamenti, giunto ad ottenere

27

TAV. XVI.
le difcolt, che sincontrano nello
uno stato conveniente, il Fon
cardine sopra il livello dell'acqua,
quello, che qui presentiamo ai

Fig. 4 e 2.

210
TAV. XVI.
Fig. I e 2.

nostri lettori nelle Figure 1 e 2. Esso consiste in un albero cavo in ghisa A, sul
quale si appoggia tutta la turbina, e che ruota. con essa. Il suo secondo albero
pieno B, posto nellinterno del primo, completamente fisso, poich ha il punto di
appoggio superiormente alla turbina, e serve unicamente a ricevere la bronzina nella
sua parte superiore. Il cardine C considerato come solidario dellalbero cavo A, che
forma, come posto, in cui si adatta la'bronzina D, una parte oblunga, ma piatta
ed aperta da banda a banda abbastanza per riceverla. Da questa breve esposizione
sar facile immaginarsi come mzioni il meccanismo. Lalbero motore A guidate
in due punti della sua lunghezza e mantenuto indipendente dal suo cardine, di cui
egli stesso il sostegno nel punto dappoggio B. Esso guidato nellinterno del
lalbero, che prolungato al dissotto della sua concavit per riattaccarsi per mezzo

dun manicotto ad un albero in ferro pieno, che si prolunga superiormente ad una


altezza conveniente per portar gli organi di trasmissione. Pi sovente per, e per
quanto possibile, si mette sopra la cassa del cardine un ingranaggio motore, il
quale trasmette la maggior parte della potenza della turbina.
Il cardine cosi disposto ha dunque tutti i vantaggi attendibili dalla sua posizione
intieramente fuori dellacqua; pu essere visitato ad ogni istante, e la sua lubricazione

si effettua coi metodi ordinarii, oltrech per una simile disposizione si pu sollevare
tutta la turbina coi suoi accessorii. A tal effetto lasta, di cui il cardine fa parte,
incannata liberamente nella parte superiore dellalbero A, il quale perforato in

forma cilindrica per riceverla; essa fatta a vite, e munita dun robusto dado E. il
quale si appoggia sulla sua base superiore contro una bozza o rigonat-ura a formante
come il prolungamento della parte rotonda dellalbero nellinterno della gabbia.
Lintiero carico riposa su questo dado facendolo girare in guisa, che si pu ilssarne
laltezza per mezzo dellasta a vite; lalbero A lo segue inevitabilmente innalzandosi
od abbassandosi, secondo che si innalza o si abbassa il dado. Il cardine si mette a
posto introducendolo per la parte superiore dellalbero, che perforato. Ma, dopo
averlo postato per la sua lunghezza totale, compresa la parte, che porta la vite, e

non eccede laltezza della gabbia, si adotta una disposizione, che permette di farlo
uscire dal suo posto per questa stessa apertura e senza scomporre il meccanismo.
Infatti sarebbe impossibile far nuovamente uscire il cardine per lapertura centrale

dell'albero, quando questo sormontato da un albero verticale prolungato. In conse


guenza, per rendere facile la scomposizione del meccanismo in caso di riparazioni, la
portata a praticata nellinterno della gabbia e tagliata secondo la direzione dellasse.

e terminata da un cappello a', che forma come una specie di mezzo collare rapportato
con chiavarde. Perci quando si vuol togliere il cardine sincomincia a far passare
dei sostegni sotto la turbina al primo ingranaggio in modo da sostenere tutto il
meccanismo; poi si svita il dado E per far salire il cardine nello spazio, che vi deve
sempre esistere tra esso e lalbero prolungato. Quando il dado sar salito ad una
altezza conveniente per far salire il cardine e mettere in libert la bronzina D, tolta
questa si pu allora abbassare il cardine tanto che la sua parte superiore arrivi
allaltezza della parte facile a levarsi a', la quale, essendo stata ritirata, lo lascia

passare per lapertura della gabbia. Ora indicheremo la disposizione della bronzina D,
la quale da qualche tempo si molto perfezionata. Nelle prime applicazioni di questo
sistema di cardine il bossolo destinato a riceverlo si adattava nella parte superiore
dellalbero, a cui si ssava; ora si usa una disposizione molto pi preferibile. La
bronzina D un pezzo fuso a parte, che si adatta allestremit dellalbero sso B,

avente un diametro molto maggiore in guisa da presentare una grande capacit per
lolio, il che non poteva essere quando lalbero ne teneva luogo. La bronzina D ha
la forma di crociera, di cui il centro 11 forato da unapertura cilindrica e guernito di

una ghiera in bronzo c per ricevere e guidare il cardine, il quale posa su duna
ralla in acciaio (1 incassata nel fondo della bronzina D adattata nellinterno dellalbero
vuoto A, per cui e soggetta al moto di rotazione e di scivolamento. Quando si sollecita
la turbina, lalbero si muove nella ghiera in bronzo e, che fa lufcio di cuscinetto.
onde si pu concbiudere, che tutto e stato previsto nella costruzione di questo cardine,

il quale funziona regolarmente, e di facile conservazione, e presenta tutta la facilit

211
di cambiare le parti soggette a consumarsi indipendentemente dalle parti principali
del meccanismo.

TAV. XVI.

162. Bronzina. a. mensola. - In certe disposizioni delle varie parti duna macchina -m. s, a, s . 0.
avviene di dover trasmettere il moto da un piano superiore all'inferiore o viceversa
per mezzo dassi verticali, i quali, se si appoggiassero al suolo, diverrebbero troppo
lunghi: si usano allora dei sostegni a mensola come quello rappresentato dalle Fi
gure 3, 4, 5 e 6. Essi constano duna suola verticale in ghisa A, che si ssa ad un
piano verticale dellarmatura della macchina per mezzo di chiavarde passanti pei
fori a, a, a; a un bossolo a ciottola B, fuso colla suola e colla lastra di rinforzo disposta
orizzontalmente e nel fondo della ciottola, si adatta la bronzina cilindrica C, e in

fondo di questa un disco D avente superiormente una cavit a, nella quale si applica
la ratio in acciaio, ed inferiormente unaltra, nella quale passa lestremit della vite a,

che serve a sollevar lasse. Una tal disposizione deve serbarsi quasi unicamente per
alberi leggieri e di trasmissione, la cui resistenza sia piuttosto laterale anzich
verticale.

163. Cardini delle Grue. - I cardini delle grue sono duna grande importanza. Se
si considera il carico qualche volta enorme, che sopportano, si vede, che debbono
presentare una gran sicurezza. Essi hanno inoltre la particolarit essenziale, che la

Fig. 7.

loro velocit.
di questo
rotazione
pu essere
come del
nulla.
EsseInfatti
non sono
che
sostegni,
esotto
rapporto
si puconsiderata
fare astrazione
moto.
ircarichi

sopportati per unit di supercie sono molto al dissotto di quelli dei cardini ordinarii
animati duna velocit di rotazione apprezzabile, e colla quale si cerca di diminuire le

resistenze passive. Cosi, mentre il cardine Fontaine, descritto superiormente, sopporta


un carico, che pu essere valutato a circa 400 Chilogr. per centimetro quadrato, si
trova che il cardine di una grue non ne sopporta neppur 100. Il cardine della turbina
per gira con grande velocit, mentre quello della grue si muove stentatamente.

164. Gardtne girante in ghisa. - Lasse principale 0 albero in ghisa A si prolunga


fuori del suolo per il suo cardine B. Questultimo rattenuto nel bossolo C adattato
in una robusta base D in ghisa, e se ne regola il centro per mezzo delle chiavette
verticali a, che formano cuneo e penetrano fra il bossolo e la base, il cui fondo, sul
quale riposa il primo, porta due incavature per assicurare meglio il contatto. Questo
perno in ghisa, come lasse. nulladimeno munito duna suola in acciaio b, che vi
si adatta per mezzo duna nervatura a coda di rondine c, e posa. sopra due dischi in

acciaio fatti a guisa di lenti interposta tra il cardine e la ralla, che si applicano
al fondo della base e. Simile disposizione ha per iscopo di rendere la rotazione pi
facile impedendo che le varie parti in contatto si trascinino per lenorme attrito pro
veniente dal peso sul cardine. Infatti questi dischi per la loro forma speciale, oltre a
non poter essere trascinati nel moto, favoriscono la libert di movimento del perno.

Nelle grue le branzino hanno generalmente proporzioni piuttosto superiori al


bisogno, se si rapportano al diametro dei cardini, perch nel lavoro duna grue il

carico non semplicemente verticale, ma. agisce pure lateralmente con grande energia.
La rottura della bronzina potrebbe dar luogo a gravissimi inconvenienti, e perci
meglio abbondare nelle proporzioni delle varie parti, che la costituiscono, anzich

limitarsi alla sola resistenza necessaria. Per le stesse ragioni si daranno al cardine
proporzioni molto superiori a quelle, che si darebbero per egual carico in altre appli
cazioni. Il carico di questi perni, compreso quello della grue, pu salire a 30,000 03.
165. Cardine in ferro sso e rovesciato. - Questo cardine tratto da una grue
stabilita su di apposito carro, e che perci pu facilmente spostarsi facendola scor
rere da un luogo ad un altro. Essa si compone duna colonna centrale A fissata
allarmatura del carro; la parte superiore della. colonna B cava in guisa da invi
luppare la parte ssa A del cardine, che le serve di guida nel movimento di rotazione
sul perno C, che il carico mantiene facilmente al suo posto per la. pressione. Questa

disposizione ha. il vantaggio di poter facilmente lubricare il cardine. Il bossolo D


in bronzo e rapportato sulla colonna per mezzo del pezzo B, e, fornito della sua rulla
dacciaio a nella cavit b praticata nel centro, comunica colla ciottoletta c appar
tenente alla parte B, per la quale sintroduce lolio. In questo sistema gli sforzi

TAV. XV.
I'Ig. ti.

212
laterali, che pu provare la grue, non sono risentiti dal cardine, perch la parte
TAV. XVI.
Fig. 8.

mobile B imbocca con unapertura concentrica d nella parte superiore e della


colonna A.
.
166. Cardine duna. piattaforma. - Questo perno, tratto da una piattaforma in
ghisa costrutta in Inghilterra ed impiegata nelle ferrovie, ha la particolarit che invece

di essere la piattaforma semplicemente adattata ad un cardine conico o cilindrico


colla parte ssa nel disco, che sopporta, rattenuta e collegata ad esso per mezzo di
due chiavarde, che sostengono il carico. Pare che questa disposizione sia stata scelta
dal costruttore per poter alzare ed abbassare a piacimento la piattaforma. Il cardine C

congiunto con una parte cilindrica di maggior diametro del suo, e la sua parte
superiore da un largo disco a, nel quale penetrano quattro chiavarde b, che uniscono

il mozzo A della piattaforma. La bronzina cilindrica B in ghisa, ed ha per suola


quattro orecchie c, le quali servono a fermarla nella crociera ssa in ghisa D appar
tenente allarmatura circolare della lastra. La bronzina guernita duna ralla in

acciaio d, il cui collo superiore e vuoto in guisa da formare un bossolo e per ricevere
il collare della crociera, alla quale sono fissate le rotelle necessarie pel movimento
della lastra. Il bossolo essendo cilindrico pu facilmente permettere alla piattaforma
di salire o discendere duna certa quantit, operando sui dadi delle chiavarde. Questo
cardine intieramente coperto, e la sua bronzina non si pu visitare senza scomporre
la piattaforma; nulladimeno si pu lubricare praticandovi un foro obliquo f, che
porti alla ciottoletta g, e giri intorno al cardine terminando nella parte inferiore.

TAV. XV.
Fig. 16.

Questo pure un cardine a rotazione lenta; perci il suo diametro e relativamente


un po grande, massime se si osserva che tutto il peso sostenuto dalle rotelle.
167. Cardine sferico. - Talvolta simpiegano perni, che portano inferiormente
una sfera a, e la cui bronzina forma una specie dinvolucro b, che si chiude per mezzo
di una vite di pressione c, la quale serve pure ad attaccare la parte B allintelaiatura
della macchina. Tali forme sono generalmente impiegate nelle macchine, in cui la

pressione non e gran cosa, ma vanno soggette alle variazioni verticali, come nelle
macchine per fare le spole.

TAV. XVI.

168. Del Collari. - Un collare un vero piumacciuolo o cuscinetto


ordinario posto colla sua apertura nel senso di alto in basso per rattenere la

parte superiore dun albero verticale. Se ne distinguono di due forme prin


cipali, e sono: i collari cilindrici ed i collari conici.
Fig. 9 e IO.

[Collare cilindrico. - Le Figure 9, 10 e 11 rappresentano il collare dellalbero


verticale dun molino da farina. Esso rattenuto, come nella Fig. 3, per mezzo di
una lastra verticale L invitata generalmente ad un piano verticale in legno formato
da un anello verticale G unito nel fondo ad una corona circolare; collanello si con

giungono tre rami di forma rettangolare K, entro i quali scorrono tre cunei in bronzo
formanti cuscinetti, e che vengono orizzontalmente regolati per mezzo di tre viti di '

richiamo v, v, e invitate nel rettangolo H, H, H, che serve di dado. La Fig. 9 fa


vedere una sezione verticale secondo la linea 56.

Hg. u, 12 e ca.

Collare conico. - Un esempio di collare conico e quello rappresentato dalle

Figure 12 e 13, formato da una suola in forma di disco circolare A, nella quale sono
praticate quattro aperture ovali O, C, C, C per renderla pi leggiera, con un padellino

ottagonale B unito pel fondo colla suola e rinforzato nella direzione di due diametri
perpendicolari colle nervature a contrafforti b, b, 21, b e da una scatola in ghisa con
la forma esterna di un prisma ottagonale ed internamente cilindrica fatta a vite pei
due terzi della sua altezza, aine di ricevere il bossolo in bronzo F, che le forma

coperchio, il quale facendo pressione sul cilindro in bronzo H costituisce un bossolo a


stoppa unito al primo mediante due scanalature a. La parte superiore del coperchio F

po'rta una ciottola 7 per lolio. La sua forma ottagonale destradosso serve per poterlo
facilmente invitare e svitare mediante una chiave; a mano a mano che la stoppa si
consuma si chiude, e cosi il perno sempre in perfetto contatto col suo collare.

Quando la scatola consumata si pu cambiarla senza essere obbligati per questo


a cambiare il corpo F. Le viti di richiamo f, f, f, f servono a centrare il collare

213
sul suo perno, e si allungano nei vuoti g, g, g, g praticati e questeetto nella TAV. XVI.
scatola E dei collari; mm e una lento in bronzo, che impedisce allalbero di fregare Flg. n, la e ti.
contro la ghisa; il guscio b serve a legare meglio la scatola colla suola. La. Fig. 13}
rappresenta. una proiezione orizzontale vista superiormente; la Fig. 11 una sezione

verticale fatta secondo la linea 1-2 delle Figure 12, 13; la. Figura. esterna una sezione
della scatola e della suola viste isolatamente.
169. Bossoli a. guida. - Qualche volta, invece dei collari, per mantenere la
verticalit degli alberi s'impiega. una specie di guida detta dai francesi boitard, la
quale un vero collare formato dun cilindro in ghisa impiombatoo ssato con un

metodo qualunque nellapertura, in cui deve passare lalbero verticale, e contenente


tre cuscinetti, che abbracciano ciascuno un sesto della circonferenza, della. quale tre

sesti sono riempiti di stoppa grassa, che serve alla lubricazione. La. disposizione e la
forma di questa guida variano colle circostanze. Le Figure 14 e 15 ne rappresentano
le sezioni verticali; la Fig. 14 una di quelle guide, che si applicano nel centro del

disco inferiore delle turbine formato nel nodo duna crociera a tre braccia; in essa,
intorno al cilindro A, che forma il nodo, nel cui centro e lapertura. centrale, per la

quale passa lalbero B, stanno disposte secondo i vertici dun triangolo equilatero
tre cuscinetti a, che si possono spingere contro l'albero premendo le biette b guidate
da una piccola chiavarda d ssa sullo stesso cilindro A, e portante un dado f ed

un controdado 1'; gli altri tre spazii sono riempiuti di stoppa grassa. e, che serve
alla lubricazione; tutto lapparato coperto da una lastra e per preservarlo dalla
polvere.

La Fig. 15 fa vedere una disposizione ditierente nelle biette b, le quali sono rego
late da un dado d posto inferiormente o dissotto al cilindro A, chiudendo il quale si
spinge il cuscinetto a; la lastra e e la stoppa. c sono poste come nel precedente.

A questo articolo bisognerebbe ancora aggiungere le cassette delle ruote tanto


delle locomotive a. vapore, quanto dei carrozzoni, ma di esse parleremo nel secondo

volume dicendo precisamente della loro costruzione.

FORMOLE E REGOLE PRATICHE.

170. - Il cardine dun albero verticale un cilindro d'un diametro minore di quello
dell'albero rapportato alla sua estremit inferiore, e qualche volta una parte del
lalbero stesso; su di esso si muove tutto lalbero, e questo moto sottoposto a due
specie di sforzi o resistenze, cio ad uno laterale, proveniente dagli organi di trasmissione,
che lalbero porta, i quali danno origine ad uno sforzo orizzontale tendente a discentrare
il perno, e ad uno sforzo di compressione risultante dal peso totale dellalbero e degli
organi, che esso sopporta in proporzione della sua sezione trasversale. Al N" 408 abbiamo
visto sotto quali considerazioni si deve determinare la sezione dun solido sottoposto alla
compressione, e che in questa determinazione deve computarsi la nozione di rapporto
della sua lunghezza 0 altezza. 1 perni per sono troppo corti per prendere in conside
razione laltezza, la quale sempre al dissolto di cinque larghezza, e perci si appros
sima sempre a limiti di massima resistenza pratica dei corpi compressi; per conseguenza
si dovr considerare la sezione del perno, onde applicarle quella quantit di peso propor
zionale alle convenienze della costruzione ed al lavoro, a cui deve essere sottoposto.
Non tenendo conto della lunghezza si pu far sopportare ad un ferro con sicurezza un
carico di 600 a 800 Chilogrammi per centimetro quadrato. Ora, se vuolsi applicare pura
mente e semplicemente questi dati alla determinazione del diametro del cardine, si vedr
facilmente, che nel maggior numero dei casi si sar al dissolto delle proporzioni ammesse
nella buona costruzione, e che un cardine determinato in tal guisa, bench sia in rapporto
al carico, che esso sostiene, non sarebbe atto alle esigenze delle sue funzioni, ovvero se il

metallo non si schiaccier si riscalder per lattrito in ragione del carico eccessivo rela
tivamente allunit di supercie ed alla sua intensit.

m. n a la.

214
Converr perci fissare il diametro del cardine attribuendo alla sezione corrispondente
' un carico, sotto del quale la pratica ha dimostrato che la lubricazione si pu facilmente
mantenere,enello stesso tempo evitare un eccesso di diametro ed un cardine troppo

piccolo.

'

Lesperienza insegna relativamente alle proporzioni adottate nella pratica, che i perni
in ferro animati da un moto continuo di 50 giri per minuto debbono limitarsi a portare
un carico di 200 a 250 Chilogr. per centim. quadrato di sezione trasversale. Ammettendo

questo per base, e prendendo il tanto pi elevato di 250 Chilogrammi per centim. quadr.,
ossia Chilogr. 2,5 per millim. quadr., e rappresentando con P il carico totale in Chilogr.,
e con d il diametro del perno in millimetri, si avr
2

x Chilogr. 2,5:P, dalla quale si ha d:_-1;6.

Ma necessario aggiungere in questa regola una quantit addizionale, la quale


favorisca i perni pi piccoli, e conservi ad essi una dimensione, al dissolto della quale non
siano pi ammessibili in pratica.
Si scelto appositamente nelle operazioni precedenti il maggiore dei due limiti di

pressione, tenendo conto ancora della quantit addieltiva, per venire, a misura che le
dimensioni diminuiscono, al pi debole dato di pressione.
Ammettendo che P sia uguale ad 0, (1:5 millimetri, e prendendo in numeri intieri 2

per denominatore della frazione invece di t,96, la farmela diverr


d: l/ _2_ + 5 millim., ovvero d=l/O,5P + 5,
formola, che servir a determinare i perni in ferro fucinato, i quali saranno acciaiati
almeno per la parte, che posa sulla ralla. ll perno per pu essere eseguito in acciaio
fuso, onde se ne potr diminuire il diametro, quando specialmente questa condizione
richiesta per ridurre il lavoro assorbito dellattrito, ed in questo caso si pu ritenere di

circa i 6In del diametro dato della regola antecedente pel ferro; quindi la regola per
lacciaio

d=0,6 d : |/6,Ts+ 3 milllimetri.


Malgrado la semplicit di queste formale alcuni esempii chiariranno meglio la loro
applicazione.
1 Esempio. - Qual diametro si dovr dare al cardine in ferro di una macina,
sapendo che il peso, che esso porta, composto dellalbero lungo 2 metri, della sua
puleggia e della macina mobile, di t200 Chilogrammi ?
Soluz. Il cardine dovendo essere in ferro acciaiato, si trover per diametro:
d 2 l/0,5 x 1200 Chilogr. + 5 millim. : millim. 29,5.
Infatti ordinariamente il diametro dei cardini degli alberi delle macine dei molini da
' grano, il cui diametro di metri 1,30; ma se dovesse essere in acciaio fuso e temperato
si ridurr a
'

a= |/0,18 ><1200+3= millim. 17,7.


Riducendo per il diametro del perno si diminuir anche la lunghezza, la quale, come
si osserv superiormente, non deve eccedere da 4 a 5 volte il diametro, afnch lo sforzo

trasversale, che pu divenire gagliardo, non le faccia provare delle essioni sensibili.
2 Esempio. -- Qual diametro dovr darsi al cardine dunatnrbina idraulica, la
quale, compreso lalbero e lacqua, che la fa muovere, deve sopportare un peso di
10000 Chilogrammi?
Soluz. Applicando le formule antecedenti si avr per il perno in ferro:

a: |/0,5 x10000 + 5: millim. 75,7,


e per il perno dacciaio fuso:

d = |/0,18 x 10000 + a: millim. 45,4.


lmpiegando le esposte formole si calcolata la Tabella contenente una serie di dia
metri di perni in ferro ed in acciaio per un peso determinato, cio da 90 a 10000 Chilogr.,
bench un tal peso incontrisi raramente in pratica, salvo qualche cardine di grue, che
talora gli si pu avvicinare] cardini in ghisa vengono difcilmente applicati agli alberi

od agli assi, che posseggono una grande velocit nel loro moto, e solamente in casi speciali.

215
TABELLA DEI DIAMETRI IN MILLIMBTBI DI CARDINI IN FERRO ED IN ACCIAIO

PER CARICHI DATI DI 10 A 100000 cmr.oeaamn.

DIAMETRI

CARICHI

dei Cardini

'

DIAMETBI

CARICHI

dei Cardini

,W

in ferro

DIAMETBI

CARICHI

dei Cardini

in acciaio

In ferro

in acciaio

in ferro

in acciaio

millim.

millim.

112
114

67
68

110

69

119
121

71
'72

Chilogr.

milim

milllm,

Chilogr.

millim.

7
8

4
5

1500
2000

32
37,5

so -

5,5

2100

40
50

9,5
10

5,5
6

3000
3000

10,5
11

6
6,5

4000
4500

11,5

5000

10
20

60
70

80

millim.

Chilogr.

19
22

23000
24000

23

25000

44
46

26
27

26000
27000

'
|

49
52

29
31

28000
29000

I
I

55

33

30000

122
125

73
75

127

76

100

12

5500

58

35

32000 '

131

79

125
150
175

13
14
14,5

8
8
8,5

6000
6500
7000

60
62
64

36
37
38

34000
36000
38000

135
139
142

81
88
85

.
1

200

15

7500

06

39,5

40000 |

146

87

250

16

9,5

8000

68

41

42000

150

90

300 ,

17

10

9000

72

43

44009

350

18

11

10000

75

46

46000

156

93

400

19

11,5

11000

79

47

48000

'

160

96

450
500

20
21

12
12,5

12000
13000

82
85

49
51

50000
55000

163
170

98
102

600

22

13

14000

'

88

53

00000

178

108

700

24

14

15000

54,5

55000

185

111

800

25

15

10000 1

94

900

26

155

17000

97

91

'

99,5

153

91

56

70000 1

192

115

58

75000 1

198

118

59

80000

205

123

60

85000

211

126

63

90000

217

130

1000

27

18000

1100

28

17

19000

102

1200

29

17,5

20000

105

1300

30

21000

107

64

95000

223

134

1400

31

19

22000

109

65

100000

229

137

216
TITOLO III.

ORGANI PER Ll TRISMISSIUNE E TBISFOBMZIONE DEL MUTO."

ARTICOLO I.

Trasmissione e Trasformazione del Moto in generale.

171. Tramisstone del Moto. - Dicesi trasmissione del moto (N 14)


lazione delle macchine semplici combinate fra loro per mezzo di organi
meccanici composti di parecchi congegni e ordigni, come tornii, ruote, viti,
sistemi di ruote ecc., diretti a trasmettere la forza del motore conveniente

mente modicata allo strumento o macchina, che deve eseguire un deter


minato lavoro. Nelle macchine perci si dovranno sempre distinguere
almeno quattro parti, cio: 1 il motore 0 la potenza, come gli.uomini, gli
animali, laria, lacqua ed il vapore (1); 2 lorgano, che riceve direttamente
limpulso del motore; 3' i comunicatori, che servono a trasmettere la forza
motrice; 4 lo strumento, che eseguisce il lavoro. A queste si potrebbero

aggiungere i moderatori e regolatori del moto.


Cosi nella macchina, con cui larrotino lavora ed ailila i ferri e le lame taglienti dei
coltelli, il pedale e il prima mobile, su cui si esercita la forza del piede; il meccanismo e for
mato complessivamente dal iirante (nervo o biella), dalla manovella e dalla ruota inssa

sullo stesso albero della mala, la quale rappresenta lo strumento, per cui si agisce diretta
mente sulla materia o ferri da allilare e da arruolare.

172. Trasformazione del Moto. - La trasformazione del moto si


eifettua per mezzo degli organi, che per la loro forma particolare lo modi
cano secondo certi dati (Vedi Variet del Moto, N1 120 a 130), e cos
modicato lo trasmettono ad uno strumento atto ad eseguire un lavoro
proposto.
.
Nelle arti e nelle manifattura la specie del moto, che si produce, importa ordinaria
mente non meno che la velocit e la qualit del lavoro di esso. Bench questo elemento
inuisca in vero sulla quantit del lavoro ottenuto in un dato tempo, per ciascuna specie
di lavoro non pu assolutamente prodursi che mediante una determinata specie di moto.
La specie di moto, che si richiede per un determinato lavoro, pu essere di rado pro
dotta dalla potenza direttamente; quindi nasce il bisogno di disporre la macchina in modo,
che quelle parti di essa, cui applicata la potenza, imprimano alle altre un moto differente
e dato; nel che consiste il problema della trasformazione del moto.

(4) Gli uomini Generalmente s'impiegano nelle macchine, che esigono poca forza, come per girare le manovella
del loro", dei martiuetti ecc.; gli animali, buoi, cavalli ecc., quando le macchine non esigono un movimento
regolare; l'aria si utilizza per far girare i mulini a vepto, e per far accendere il carbone nelle oiiiclne per mez_zo
del ventilatori e dei maulci ecc.; l'acqua facendola cadere a battere contro le pale delle ruote idrauliche; il vapore
nelle macchine di grande e piccola potenza, ed ha sullacqua la preferenze di poter essere in tullii siti. Vengono
pure impiegati come motori l'elettricit e laria dilatata.

217
173. - Si distinguono tre specie principali di moto (N 40) secondo le varie guise
del muoversi del corpo in linea retta. ovvero in linea curva, cio:
1 Il moto rettilineo, o quello di un corpo, che si muove secondo una retta; .,

2 Il moto curoilz'neo, proprio di un corpo, che descrive una curva;


3 Il moto circolare, quello cio di un corpo, che percorre una circonferenza (I),

il quale non altro se non un caso del precedente.


Questi tre movimenti sono progressivi od alternati. Diconsi progressivi o continui.
quando si effettuano nello stesso senso, ed alternati od intermittenti, se si effettuano
in sensi diversi, o seguono la. direzione di va e vieni. Eglino si possono combinare
in differenti modi, e qualunque macchina e l'applicazione semplice o composta di

una o pi di questo trasformazioni.

, _
Rettilineo

|| moto rettilineo progressivo si trasforma in. . . . .

Circolare

Irowessivo

(i)

1nlemitlente

(2)

l Progressnvo

(3)

) Intermittente

(4)

CUPVI1"e l Interrnittente
Progressivo

(5g

/ liettilineo - Intermittente

(I)

.
2 C"lare

t Progressivo
lntermittente

(8)
(9)

Progressivo
Intermittente

(10)
(II)

f Rettilineo e lntermittente

(19)

lmerm'"eme

(13)

Progressivo

(I 4)

Il moto circolare progressivo si trasforma in . . . . .


c,\' curvmneo

Il moto curvilinm progressivo si trasforma in . . . .

Cirbolare

. Curvilineo % intermittente

, ,_ Rettilineo
Il moto rettilineo intermittente si trasforma in . . . .

'

Il moto circolare intermittente si trasforma in . . . .

'

(15)

lntcrmittente

(I'6)

- Intermittcnte

(H)

Curvilineo - lntermiltente

(18)

Circolare - Intermiltente

(19)

Circola're

_'

Curvilmeo - lntermittcnte

(20)

Il moto curvilineo intermittente si trasforma in . . . . - Curvilineo - lntermittente

(21)

In questo quadro si tenuto conto solamente di quelle variet di movimenti, che


nascono dalla natura delle linee descritte dalla direzione del moto; ma tanto il movimento
del primo mobile, quanto quello dello strumento pu essere cquabile oppure vario. Le
quislioni di trasformazione del moto nella pratica possono essere infinite, perci, non
potendoci noi occupare che dei principali organi proprii ad effettuare le trasformazioni;
che per entrano quasi sempre nella composizione dei meccanismi a ci destinati, riman
diamo i nostri lettori ai trattati speciali di cinematica (2) per le varie combinazioni.

(I) Il moto circolare, a cagione dell'uso frequenlissimo, che se ne fa nelle orli, merita di essere distinto da ogni
=:llro moto cunilineo.
(2) Etunri m (Innunm APPLICATA ALLE Mm, esposti da C. I. Giulio, seconda edizione. Torino, Stamperia
liuto, I8BM:
,
-
'Iiui1i: o: Lm'aau1'iqus ul' 'luisoni: nis itilcmlsni-:S, par C. H. Laboulnye. Parla, (86|.
'lmrrii nes Mimms.nrzs nmrannur LA 'I'ariomn aiourarqu: nss Onomss n CILLI BBS Ili:smucns mssm
per I. N. Hanlon de Guupillii-re. l.1ris, I864.

28

218
274. Trasmissione equa.biie del Moto tra due Assi paralleli. - Il moto
rotatorio tra due alberi si pu trasmettere per iscambievole attrito di due dischi, che
si dicono ordinariamente ruote, montati su due alberi, le cui circonferenze si tocchino.

Il contatto ha sempre luogo sulla linea dei centri (Fig. 133), per il che, se la prima
0 gira verso A', la seconda 0 sar trascinata verso A" senza

che vi sia nessuno strisciamento di una circonferenza


sull'altra. Da ci segue, che i punti A', A" delle due
circonferenze, che si toccavano, quando trovavansi sulla
linea dei centri in A, avranno descritto due archi AA',

Ar\" di Uguale lunghezza, che si sono sviluppati l'uno sul


laltro. Ma queste lunghezze esprimono pure gli spazii per
corsi nello stesso tempo dai due punti A' ed A" delle circonferenze delle due ruote, e quindi ne viene, che le velo

Flg. Isa.

cit assolute di esse sono eguali tra loro, epper, se le due ruote fossero uguali, esse com

pirebbero il loro giro nello stesso tempo. Ma, essendo una delle ruote maggiore dell'altra,
e le due circonferenze muovendosi colla stessa velocit assoluta, quella che pi grande
impiegher un tempo maggiore a fare il suo giro, e la durata delle rivoluzioni delle due
ruote sar direttamente proporzionale ai loro diametri ed ai loro raggi. Perci si pu
conchiudere, che quando due ruote si muomno per semplice attrito 1 le velocit assolute
delle due circonferenze sono uguali; 2' la durata delle rivoluzioni delle due ruote sono
direttamente proporzionali alle loro circonferenze ed ai loro raggi; 3' le velocit angolari

delle due ruote, ossia il numero dei giri fatti nello stesso tempo, sono inversamente pro
porzionali alle loro circonferenze ed ai loro raggi, cio, per esempio, se Ia'minore avr il

raggio uguale al terzo della maggiore, essa far tre rivoluzioni mentre laltra ne fa una
sola.

Per trasmettere il movimento con ruote a semplice contatto convien supporre, che

esse siano perfettamente circolari, la qual cosa, se difficile ad ottenere, ancor pi diffi
cile a mantenere. Infatti le due ruote a forza di premersi e di sof'fregarsi a vicenda deb
bono alla lunga logorarsi. Siccome la difficolt sta nell'avere una durezza e resistenza
uguale su tutta la superficie, esse si logoreranno in un punto pi e nellaltro meno, e
quindi, combaciando ora pi ora meno, la comunicazione del moto diverr irregolare ed
incerta: lo stesso dicasi quando non siano ben centrate. Per togliere questo inconveniente
si usa coprire le superficie delle due ruote con corpi elastici, come cuoio, gultapcrcha e
simili, e perci esse non si possono impiegare che per trasmettere leggieri sforzi, e vanno

assolutamente riget_tate quando si deve trasmetterne dei grandi e quando va accura=


tamente mantenuta la ragione delle velocit fra le varie parti, nei,quali casi alle ruote di
supercie liscia si sostituiscono quelle dentate.

ARTICOLO 11.

DELLE RUOTE DEITITE

Principi! generali, Imboccnmcutl.

875. Denizioni. -

Gli'imboccamenti o ingranaggi, che vogliansi

chiamare, sono ruote armate di denti alla circonferenza, destinate a tras


mettere il moto circolare da un albero allaltro. non aventi lo stesso asse.

e le cui velocit hanno un rapporto determinato.

ib

219
Gli ingranaggi sono gli organi impiegati pi frequentemente nella meccanica pratica
per comunicare l'azione motrice aumentata e diminuita dun dato grado, per cambiare
di velocit determinata (N 73), e talvolta per cambiare la direzione, in cui si fa il moto.

276. Ruota. e Rocchetto. - Quando due ruote girano intorno a due


alberi, e il moto di una si comunica allaltra, la prima chiamasi ruota, e la

seconda rocchetta; soventi per si da questo nome alla pi piccola delle


due (N '73), che la pi celere.
Ciascuna ruota deve girare in senso. opposto dellaltra, cio la conduttrice si
muove in senso opposto alla condotta ; cosicch in una serie di ruote, che si trasmettano
lazione della forza motrice dalla prima allultima, supposto che siano segnale succes
sivamente dai numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6 ecc., quelle che hanno i numeri pari 2, 4, 6 ecc.,

girano tutte nello stesso verso e in senso opposto. a quelle coi numeri impari l, 3, 5 ecc.
277. Linea. dei centri. - Chiamasi linea dei centri quella linea, che,

passando pe centri delle due ruote, li unisce.


Albero. ,- Chiamasi albero (N 145) o asse duna ruota lasta inessibile, che passa

pel suo centro, colla quale solidamente congiunta, e che serve atrasmetterlo il
moto per tutta. la sua lunghezza. La linea geometrica, intorno alla quale lalbero o
la ruota effettuano la loro rotazione, dicesi asse geometrico.

278. Circonferenza primitiva. - La circonferen2a, sulla quale succede

il contatto dei due denti, i quali agiscono normalmente l'uno come potenza, e
l'altro come resistenza, e dove incomincia dordinario la parte curva dei mede
simi, si chiama primitiva, e su di essa vengono divisi i denti. Il raggio della
circonferenza primitiva dicesi raggio primitivo ; quello prolungato no alle
stremit del dente dicesi raggio vero, il quale sempre maggiore del pri
mitivo.
.
Le circonferenze primitive hanno il loro punto di contatto sulla linea dei centri.
e la dividono in due parti proporzionali al numero dei denti della ruota e del rocchetta,
e perci alle loro yelocit; per il che, volendo che, mentre una ruota fa un giro su
s stessa, laltra ne faccia tre, si dar a. quella prima un raggio triplo della. seconda.
La. costruzione delle ruote dentate riposa sul principio suesposto, che le loro super
cie laterali sviluppino lo stesso arco durante la stessa durata. di contatto, bench le
loro velocit angolari (N 28, pag. 17) variino in ragione inversa dei loro diametri. -

' Infatti i diametri geometrici o primitivi di due ruote, che compongono un ingranaggio,
sono quelli di due circoli, che gurano due dischi tangenti, come gi si disse, e giranti
uno sullaltro. Nel punto di contatto dei loro circoli primitivi succede pure quello delle
due dentature. Perci f
1' Il numero dei denti di due mete, che imboccano fra loro, proporzionale alle circon
ferenze ed ai raggi o diametri delle ruote stesse. Onde, rappresentando con N il numero dei
denti della ruota di raggio B, e con 11 quello dei denti del rocchetto di raggio r, si avr
N : n : : li 21.
2' Le velocit di rotazione o il numero delle rivoluzioni didue ruote, che (incastrano

insieme, sono in ragione inversa dei loro diametri ovvero dei loro raggi o del numero dei loro
denti. Se per esempio una ha trentasei denti e laltra dodici, ed i denti delluna vengono
a porsi in contatto coi denti dell'altra, la ruota di 12 denti la tre rivoluzioni mentre la
prima ne fa una sola. Se si rappresenta con V la velocit di rotazione dell'albero, che
porta la piccola ruota ovvero il rocchetto, il cui raggio sia r, e con o la velocit dellalbero.
che porta la ruota maggiore di raggio B, si avranno le seguenti proporzioni: V :v : : r :B e
V :o : : n : N, dalle quali si potr determinare una qualunque delle quattro quantit cono
scendone tre (Vedi le Regole Pratiche sulle Ruote Dentale).

279. Denti. -- Si chiamano denti quei rilievi posti sulle circonferenze delle

ruote, i quali si comunicano il movimento imboccando gli uni negl'iutervalli

220 '
degli altri. In un dentebisogna distinguere la spessezza, la larghezza e
laltezza.
La spessezza di un dente misurasi sulla circonferenza primitiva; la somma della spes
sezza di un dente e d'uno spazio, che separa un dente dallaltro, chiamas passo della ruota
dentata o dell'ingranaggio.

La larghezzadun dente e la sua dimensione nel senso parallelo all'asse di rotazione.


Laltezza del dente misurasi nel senso del prolungamento del raggio della ruota,
Lati del dente sono le faccia perpendicolari allasse di rotazione, e si compongono
ordinariamente di due parti, cio quella fuori del circolo primitivo o di contatto, che chia
masi faccia, e quella di dentro, che dicesi anco.

280. Forma. dei Denti. + La forma dei denti delle ruote non arbitraria,

ma si determina geometricament_e, c dallesattezza di questa dipende il buon


andamento della trasmissione del moto.
Afnch la ragione delle velocit di due ruote, che fanno incastro, si mantenga
assolutamente invariabile dellistante, in cui due denti s'incastrano, no a quello, in
cui si abbandonano, bisogna che i denti abbiano unapposita forma determinata.

Infatti noi abbiamo nora considerato nelle ruote il numero dei denti insegnando
a determinarlo in modo, che le durate delle rotazioni abbiano tra loro certe deter
/-

minato

ragioni;

ma

non

abbiam per nulla

ricercato qual forma convenga dare ai denti


stessi, aceiocclt la ragione delle velocit di
due ruote, che fanno incastro, si mantenga
assolutamente invariabile, vale a dire perch,

camminando cquabilmente la ruota condut


trice, la velocit della ruota condotta si man
tenga sempre puntualmente la stessa, dal
listante, in cui due denti si aggrappano, tino

a quello, in cui si abbandonano. Facile


persuadersi che questa condizione non pu
essere adempiuta con qualsivoglia forma di

}
-.
,.\,g_ ,5,_

-M_
_
_

,/ >

denti; supponiamo infatti che la ruota A (Fi


gura 134) movendosi equabilmente intorno al suo
centro, comunichi il movimento alla ruota B,
col sospingere una caviglia o asticciuola b per
pendicolare al piano di essa, per mezzo dello
sprone rettilineo ad fitto nella circonferenza
della prima ruota secondo il prolungamento del
raggio Aa. Girando la ruota conduttrice, lo
sprone passer successivamente nelle posizioni

equidistanti ad, a'd', a"d", a"'d"', a" d", e impie


gher tempi uguali a venire dalluna allaltra;
lasticciuola b in questi successivi ed eguali in
tervalli di tempo sar sospinto da b in b', da b' in

I "z

W2

,/

a,

/{'7,1'7,/

//

//

/ f/
/

W //

/
//
\

b", da b" in b'", da b' in d", e desqriver cosi


spazii manifestamente crescenti, col crescere
della distanza Ab, Ab', Ab", Ab' ecc., cio col
crescere del raggio Ab. Il moto della ruota

B sar dunque accelerato mentre quello di A


equabile, e la condizione proposta non sar
adempiuta. Ma noi vedremo fra poco che, se
invece dello spr0ne rettilineo della Fig. A si
impiegher una palmola piegata secondo una
curva conveniente (Fig. 135), gli archi bb', b'b",

th, 153,

b"b"', b"d descritti in tempi eguali riusciranno


tutti eguali tra loro, e la ruota B ricever dalla A

221
missione
lo stesso movimento
si facesse per
equabile,
semplice
come
contatto
se la delle.
lras-

due circonferenze primitive aa'a"....., bbb".....


Lo stesso effetto si pu ottenere col dare
uno sprone a ciascuna delle due ruote, sia che
essi facciansi entrambi curvilinei come nella
Fig. 137, oppure unoreltilineo e laltro curvilineo
come nella Fig. 136; infatti una sola condizione
necessaria afnch la ragione delle velocit an
golari delle due ruote si mantenga costante; e

necessario cio che in tutte le posizioni dei due


sproni a'd', b'c', la comune perpendicolare NN
condotta nel loropnnto di contatto 111 venga
sempre a tagliare la linea dei centri AB nello
stesso punto
circonfe_
. . .T, dove. si toccano le due
. .

Hg. i5r..

rcnze primitive; p0icli allora le due velocita

angolari staranno sempre in ragione inversa


dei
ciodue
staranno
segmenti
in ragione
AT, 111 della
inversa
linea
dei dei
raggi
centri,
pri-

N\.
" -

e,
,i y

"/
'

/,-
- __\

\.

mitivi delle due ruote, che quanto dire che


queste si condurranno come se fossero a sem
plice contatto e non dentate.

'Ora, vi ha una innit di curvefditl'creuti,


che soddisfano a questa condizione, anzi, presa
.

ad arbitrio la curva di uno degli sprom, sem-

,.

1 .7-

4. ,%

/2

/,/

"

\\

t\ \

pre possibile di trovar per laltro una curva

.-

conveniente. Queste curve per non si adattano


tutte
e quelle
egualmente
generalmente
bene ai
usate
bisogni
sonodella
le seguenti:
pratica,

..>\

\__g

,2//
/,

z////

levolvcnte circolare, la cicloide e lepicicloide

Flg. 137.

Prima di venire alla descrizione delle curve citate daremo alcuni principii su
quelle di sviluppo.

281. Delle Curve generate dalla rotazione d'una Curva sopra unaltra.
Se si suppone che una curva piana AMB qualunque (Fig. 138) cambii continuamente
di posizione rispetto ad una seconda curva CM D ssa sopra
un piano in modo che tutti i punti della prima vengano suc- _
cessivamente a combaciare con la seconda, in una parola se

la curva AMB gira e si sviluppa sopra laltra CMD senza stri


sciamento di sorta, il primitivo punto di contatto M della
prima genera il ramo Mm o Mm' di una terza curva, in quale

. comprende una famiglia di curve estesa allinnito. Per


semplicit di linguaggio la chiameremo curva di sviluppa (i).

Distingueremo poi la curva mobile AMB col nome di


generatrice, e con quello di deferente la curva ssa CMD. il
punto primitivo di contatto M, che separa idue rami di contatto Mm, Mm' della curva di sviluppo, ne lorigine, ed
ci che si chiama punto di regresso (2).

F'- '

(I) Se il punto descrivenle M lusso posto al di fuori 0 al di dentro della curva mobile AltlB, al otterrebbe una
curva della medesima indole, e la sua generazione avrebbe una maggior generalit. Ma inutile l'impegnarci pi
estesamente in considerazioni che non abbiano un utilidirolto alle arti, per le quali balla l'ordine, che abbiamo
adottato.
(2) La Geometria chiama punti singolari di una curva quelli, che soddisfano l condizioni particolari della mede
sima, e sono i nodi, 1 punti multipli di regresso e diuessione.
,

222
Poich un arco piccolissimo della curva di sviluppo preso sopra ambedue i rami a
partire dal punto di contatto M si pu riguardare come perpendicolare alla tangente Tl\lt
comune alle curve CMD, AMB, la rispettiva normale nMN tangente comune ai due rami

Mm, Mm', e perci i rami di una curva di sviluppo sono tangenti fra loro nel punto di
regresso.

Se la generatrice una curva rientrante PmB (Fig. l39), essa potr svilupparsi ripe
. tutamente sopra la deferentc MPM', ed il primitivo
punto di contatto M torner a toccarla altrettante volte
segnando archi uguali alla generatrice PmB svilup
pata; ogni arco MM' della deferente compreso fra due
punti consecutivi di regresso si chiama la base della

curva di sviluppo MmM'.


Ora cerchiamo di ridurre queste curve denite in
un concetto generale, a quelle specialmente applica
l-ig. no.

bili ai casi particolari, che occorrono nella pratica


delle arti. A tale effetto distingueremo le curve di svi

luppo in tre classi principali:


te Se la curva generatrice si cangia in una linea rotta, la curva di sviluppo si dice
evolvente, e la deferente prende il nome di evoluta;
2 Se invece si cangia la deferente in una linea. retta, la curva di sviluppo del
genere chiamato cicloidale, e se inoltre la generatrice diviene un circolo, essa si distingue
specialmente col nome di cicloide;
3 Quando la generatrice e la deferente sono ambedue curve rientranti, ed in special

modo due circoli, la curva di sviluppo si chiama epicicloide o ipocicloide, secondo che
luno si sviluppa sulla convessit o sulla concavit dellaltro. Esaminiamo brevemente le
euolventi, le cicloidi e le ipocicloidi, e vediamo quanto sono importanti per le arti, e
quanta parte essenziale hanno nella costruzione delle macchine, ed in particolare delle
ruote dentate per la trasmissione equabile del moto.

282. Evolvente circolare. - L'evolvente circolare una curva piana ,


generata da un punto o estremit di una tangente alla circonferenza dun
circolo, che, ruotando su di essa, mette tutti i suoi punti in contatto colla
medesima, ovvero: la curva descritta dallestremit di un lo avvolto sulla

circonferenza d'un circolo, quando si svolga e tenga costantemente-teso.


Problema. - Descrivere per punti lecolcente di un circolo di raggio dato A0.
Soluz. Sia ABC la circonferenza dun circolo di raggio A0 dellevoluta, ed A
lestremit dun lo, che lavviln pa. Si prendano su (LIIGSG. circonferenza, partendo

dal punto A, dei punti a, b. e ab astanza vicini, afne e i loro archi possano essere
considerati come tante rette, e da ciascuno di questi punti si conducano delle
tangenti o delle perpendicolari ai raggi corrispondenti; ai punti a, b, e, ci, e, f s1

orti successivamente su

neste tangenti, partendo dal loro punto di contatto, le

nnghezze rispettive e retti cate d ti archi aA, bA, cA ecc., le quali determmeranno
i punti a, b'. 0', d' ecc. ; la curva, e e li unisce, sar una parte. della eyolvente. Con

tinuando a sviluppare il lo per tutti i punti di divisione segnati sulla circonferenza l,


m, n, o, p, q, r..., tanto che incontri il prolungamento dell ultima tangente Az, che _

passa per lorigine, questa tangente sar uguale allintiera circonferenza sviluppata
allevolnta. Continuando lo sviluppo per un secondo, terzo ecc; iro nello stesso senso
con operazioni analoghe si otterranno. spirale, che conorver ra le sue spire una
distanza costante uguale alla circonferenza sviluppata.
Prendendo i unti a, b, e ad ugual distanza sulla circonferenza, le tangenti sono
rispettivamente oppi, triple, ecc., della prima. Aa; e quando i punti sono ad una

piccola distanza, la curva si pu descrivere per mezzo d'archi di cmolo, che hanno
per raggio la lunghezza delle tangenti. Perci nella nostra Figura il punto a _avr
per raggio aa', e con questo si traccier il primo arco Aa'; dal punto b col raggio bb'
si descrivere. larco a'b, e cosi di seguito si otterr la curva A...i, che potr_essere
proseguita a piacere continuando l'operazione. come si disse superiormente; e e: avr:
1 la tangente d'unevolnta la normale della rispettiva evolvente;

2 la porzione della tangente condotta alla evoluta da un punto della evolvente


e compresa fra le due curve ed uguale allarco sviluppato dalla evoluta compreso tra
lori ine ed il punto di contatto;

levolnta il luogo geometrico dei centri di curvatura della evolvente.

283. Ciclotde. -- La cicloide una curva piana generata da un punto

223
della circonferenza dun circolo, che ruoti attorno al suo asse sopra una retta
indenita senza strisciamento.
Il primitivo punto di contatto dopo una rivoluzione torner a toccarla in un secondo
punto generando la curva continua detta cicloide. La parte della retta indenita

compresa tra i due punti di contatto dicesi base della cicloide. La perpendicolare
elevata sul mezzo della base, e che divide la curva in due parti uguali e simmetriche,
si chiama asse, e il punto_estremo opposto alla base vertice. La base della. cicloide
uguaglia la lunghezza della circonferenza sviluppata dal circolo generatore, e laltezza
uguaglia il diametro del circolo medesimo; perci il rapporto della base allaltezza

duna cicloide costante, ed uguale a quello della circonferenza al diametro (1).


1 Problema._ - Descrirere per punti (a cicloide generata da un punto della cir
conferenza dun circolo di raggio A0, che ruota sopra linea indenita DC.
ll Soluz. Si innalzi nel punto A una perpendicolare AD uguale al diametro del
circolo generatore, e perci uguale allasse della cicloide, e col raggio dato A0 al
descriva dal punto 0 il circolo generatore AD; portisi un certo numero di volta sulla
circonferenza di questo circolo, partendo dal punto A, una parte Aa assai piccola_ (2)
per essere cons1derata come linea retta, ci che chiamasi rettificare un arco; indi s
ortino su questa retta A0 le stesse parti e lo stesso numero, in cui stata divisa
a circonferenza nei punti Aa, gi. 0, d, e, /, g, h ecc., e da questi punti si innalzin0

tante perpendicolari. che incontrino la linea 00', che passa pel centro del circolo
generatore, e generata pure da esso nella sua rotazione sulla retta BO parallelo. alla
eta, e si otterranno i punti dincontro o, o', o", 03, 0, o, o,ecc., che sono i centri del

circolo generatore nelle varie posizioni corrispondenti ai

unti di contatto a, b, c, d...

Da ciascuno di questi centri Si descrivano delle porzioni i circonferenza, su ciascuna


delle quali si portano successivamente le lunghezze degli archi Aa', Ab, Ac ecc.
da a a a", da b a a", da o a b" e cosi di seguito sulle circonferenze dei circoli descritti

dai ppnti o, o', o: la curva Aa"a"c", che passa per questi punti, sar la cicloide
cerca a.
2Il Soluz. Si possono pure ottenere i punti di questa curva. er lincontro delle
linee orizzontali condotte dai punti di divxsione a, b, c, d ecc. cogi archi descritti dai
centri o, o, 0" ecc.

3e Soluz. Si ottiene pure la cicloide per punti (Fig. 2, parte sinistra.) invece di descri
vere gli archi di circolo rapportando successivamente le distanze, che esistono tra i punti
di divisione del circolo e le linee verticali sulle linee orizzontali passanti per queste_
divisioni artendo dalla linea verticale AO: cosicch per determinare le distanze ee',

17', 90'. h'. u", ll. mm', mi ecc. rapportandole da 1 ad a, da 2 in b, da 3 in c, da


0 in di, da 4 in i, da 5 in li, da 6 in m,_ecc., si otterr unaltra curva simile alla
prima. Quando il circolo

eneratore ha sviluppata la met della sua circonferenza, si

otterr il vertice o sommit ella curva CD'B D" punto corrispondente al diametro AD.
La lunghezza A0 della retta data uguale allo sviluppo della semicirconferema del
raggio A0. Continuando la descrizione si ottiene una serie dipunti, che formeranno una
curva simmetrica. per rapporto e. CD', _e che ha per base una retta doppia di AC e per
conseguenza uguale allo sviluppo del circolo generatore; unendoi varix punti fra. loro

a mano ovvero col tiraeurve (pistole!) si avr. la curva domandata. La, ciclorde la curva
geometrica generalmente impiegata pei denti dei cramastri e delle,viti senza fine.
2 Problema. - Dato il diametro AB del circolo generatore della cicloide, descri
verla col compasso per mezzo di archi di circolo ouccordati fra loro.
Soluz. Sia la retta A0 la base, AabcdefghB la met del circolo generatore_ nella
sua primitiva posizione: dividasi questo semicircolo in un certo numero di parti
uguali, er esempio in nove; si conducano le corde Aa, Ab, Ac, Ad, Ae, A] ecc ; ai

porti la unghezza degli archi sviluppati Aa, ab, bo ecc. da A in a, da_a' in b,_ da b
in 0' ecc. tante volte quante sono le

arti. in cui stato diviso il semic1rcolo; s1trac

cino pei punti o', b', c, d, e'. f', 141', ' tante linee parallele alle corde Aa, Ab, Ac, Ad,
Ae. cio pel unto a' una parallea alla corda Aa, pel punto b' una parallela alla
corda Ab, ge punto o una parallela ad Ac, ecc., si avranno nel loro incontr01 punti
i. 2, 3, 4, , 6, 7, 8, 9, che saranno i centri per descrivere gli archi Aa, ab. bo.
od ecc., i quali comporranno la linea curva, che forma la cicloide domandato.

Il raggio di curvatura in un punto qualunque della cicloide e doppio della nor


male nel medesimo punto compreso fra la curva e la base. -

(i) Se il punto generatore fossa posto internamente sul raggio, o esternamente sul suo prolungamento, geno
rerebbe pure una cicloide, la quale. non sarebbe la stessa di quella prodotta dal rulamenlo del cerchio. Nel primo '

tutto la base pi grande della lunghezza della circonferenza del circolo generatore, e perci la curva al' dica
cicloide allungata; nel secondo caso pi piccola, a si dice cicloide accorciato.
(2) Per maggior regolarit dell'operazione e" meglio dividera la circonferenza del circolo generatore In un certo
numero di parti uguali, a prendere per Al: una di questa.

224
Il circolo mobile dicesi pure epiciclo, ed il circolo sso deferentc. Quando l'epiciclo
dopo una intera rotazione sar giunto nella posizione primitiva, e il primo punto di
contatto si trover nuovamente in contatto colla deferente in un secondo punto, la
circonferenza del primo si sar intieramente sviluppata su quella del secondo, e perci

larco deferente compreso fra i due punti di contatto sar la lunghezza della base
dellepicicloide, uguale alla circonferenza dellepiciclo.

'

Quando il raggio dellepiciclo pi piccolo di quello del deferente, la base del


lepicicloide abbraccia un arco minore di 360, e la circonferenza dellepiciclo potr
svilupparsi pi duna volta sulla circonferenza del deferente, come nella nostra Figura,
il raggio dellepiciclo essendo la met del deferente, quello dellepiciclo si sviluppa.
due volte. Ma, quando lepiciclo maggiore del deferente, deve descrivere una o pi

giri 'avanti che il primitivo punto di contatto torni a toccare il deferente in un


secondo punto. In conseguenza lepicicloide avr uno o pi punti doppii, cio sinter
secher con se stessa.

284. DellEpicicloide. - Lepieicloide differisce dalla cicloide in quanto

che il circolo generatore, inveqe di ruotare sopra. una linea retta, ruota sulla
cir00nferenza dun cerchio sso 0 posto nello stesso piano, e il punto di
contatto genera una epicicloide retta o cilindrica; quando i due circoli sono
posti in piani differenti, ma conservano il medesimo angolo, la curva

, generata unepicicloide sferica: si suppone allora che il circolo generatore


si muova attorno dun centro sso ruotando sulla circonferenza dun circolo
immobile.
10 Problema. - Descrivere per punti une 'cicloid, conoscendo il raggio DO del
circolo generatore od cpiciclo, ed il raggzo DC cl cercalo sso.
1 Soluz. Si descriva il circolo sso di raggio _C D, e si divide la circonferenza del
circolo generatore DO in un .certo numero di parti uguali nei punti a', _b', c', d, 6' ecc. ;
si porti sulla circonferenza di raggio CD la lunghezza_ degli _arclu rett1_cati partendo
da D in a, da a in b, da b in c ecc.; per questi punti di dwunone s1 conducano i

raggi Ca, Cb, Cd, CB ecc, e si prolunghino no allincontro della circonferenza di


raggio CO generata dal centro 0 del mrcolo generatore nella sua rotazione intorno
al circolo sso, e si otterranno i unti ssi O, 0', 0, 03, che sono i centri suc
cessivi dei circoli generatori. Quan o sono in contatto coi punti a, b, c. (2, allora si
descrive da ciascuno di uesti centri degli archi di circolo di raggio 01); si porti
successivamente li arch .Da, Db', Dc'-da a' in ci, da. b' in b", da 0' in c= ecc, e la

curva, che passer per tutti questi punti, sar un'epicicloide.

2B Soluz. Si determinano egualmente i punti di questa curva descrivendo dal


centro 0 degli archi di circolo passanti pei punti di divisione a', b', c', d', e tagliando
gli archi, che esprimono le diverse porzioni di circolo generatore in a, bi, c, d, che

sono altrettanti punti dellepicicloide.

Si potrebbero pure determinare per mezzo di uno terzapoluzione, cio

ortando

successivamente le distanze, che esistono fra i punti di div1sione e, f, g de circolo


generatore ed i re gi del medesimo, ed i rag i Oh, Ci, Ok. che assanopei differenti

punti di contatto go circolo sso sulle circon erenze descritto da centro 0 e passanti
pei punti e, f, g, e rap ortendo le distanze ce', fj. gg, da 1 in a2, da 2 in W, (1213 in
01 ecc, come vedesi ne la costruzione della parte inferiore della. Figura. Quando il
circolo generatore ha sviluppato lintiera sua circonferenza su quella del circolo sso,

la curva intiera simmetrica rispetto ad Ae', che uguale al diametro del circolo
generatore.
2 Problema. _- Dati il raggio del circolo/Isso ed il diametro del circolo generatore,

descrivere lepiciclozde col compasso con archi di circolo raccordati fra loro.
.
Soluz. Sia 08 il raggio del circolo sso, ed AC il diametro del circolo generatore:
cerchisi il rapporto fra i raggi di questi due circoli, che nella nostra. Figura. sono
come 1 a 2; dividasl larco BA in un certo numero di parti uguali ad esempio 8.
indi presa. la lunghezza dun arco (n+ l ), essendo n il rapporto edl una delle otto
parti, in cui stato diviso il quarto della. circonferenza, si porter da B verso
A: nel nostro caso il rapporto essendo come la 2, si avr. (2+1)::3, prendendo

tre parti delle otto e portandolo da B verso A; se invece di stare come l a 2 stessero
come 1 a 4, si prenderebbe 4+ 1 o 5. e si otterrebbero i punti a, b, c, d, e, f, g, h ecc,
i quali uniti coi punti 1, 2, 3, 4, 5, 6 ecc. darebbero colle intersezioni di neste rette
i gunti I, II, III, IV, V, Vi ecc, i quali sarebberoicentri per descrivere g i archi 31',
l' ', 23', 34', 45', 5'6, 6'7', '718'. che formeranno con sufciente.approssimazione una
epicicloide ; ripetendo loperpzrone dallaltra parte della retta di simmetria 0 k si otterr
laltra met della curva mtrera BCE. Se fosse unipocicloide, si avrebbe allora (n-l).

225
Problema. per
- Dato
ra gto CA del
circolo eso
e nello AB del cireol0 'Mrotore,3' descrivere
puntiiluni?rociolotde
o epicicloz'ele
tnterqna.

TAV. XVII.

Solue. Si otterra una serie di punti dellipocicloide a plicando gli stessi metodi
insegnati per le_p1mclorde, cio d1videndo_ la circonferenza al circolo mobile in un certo
numero dl parti uguali, come l, 2, 3, 4, 5, 6, 7, ecc.; portando queste parti sulla

Flg. 6.

circonferenza del circolo fisso nei punti Al, 2',


4, 5', 6', 7',
unendo questi
punti col centro 0; descrivendo dal punto 0 con un raggio CB una circonferenza.
questa taglier le rette 01, C2', 03....., CE nei punti o, 02, o", 0*, 05, 06, dai quali

come centri si descriverennq altrettanti circoli collo stesso raggio AB del circolo gene
rotore, come vedes_i dalla_ Figura. Fatto nuovamente centro in C, si descriveranno
altrettanti archi di c1rcoh concentrici, che
ferenza del circolo generatore l e 9, 2 e 8,

ferenze descritte dai punti o, o', o, 03

assumo pel punti di divisione della circon


e '7, 4 e 6, i quali incontrando le circon

daranno nel loro incontro a, b, e,

altrettanti punti dellipociclmde ; ripetendo loperazione da D, e, f, g, h ecc., si avr

l'altra

arte della curva cercata.

nando il diametro del circolo generatore uguale

al quar o del Circolo fisso, le cxrcon erenze essendo nello stesso rapporto, quella del cir
colo generatore s_1 svulugper quattro volte come si vede nella Figura; se fosse uguale
allta met, 8145Vllllppel solamente due-volte, come abbiamo visto nellepicicloide

es orna

1g.

4 Problema. - Dato il r ggio del circolo


generatore e il raggio del circo o ssa, descri

vere col compasso per mezzo d'oro 1' di circolo


raccordati fra loro una epieiolode interna od
ipoeicloide (Fig. 140).
Soluz. Sia il raggio del circolo ,mobile
uguale ad V; di ,quel 0 del circolo sso: si
divida la circonferenza del circolo minore in
un certo numero di parti, per esempio in 12, e
si portino sulla circonferenza del circolo mag
giore da 0, i, 2, 3, 4, 5, 6 ecc.; essendo n il
rapporto tra i raggi dei due circoli, che nel
nostro caso- come 1 a 4, si avr (71-1) 0
4-1 :3; si prenderanno dun ne 3 delle parti,
in cui stato diviso il circoo minore, e si
porteranno da 0 a 1, da 1 a 2, da 2 a 3, ecc.;
unendo con 'rctte il punto 1 con 1*, il punto
2 con 2, il punto 3 con 3, il punto 4 con 42 ecc.
si otterranno nel loro incontro i punti I, II,
III, IV, V, ecc., che saranno i centri per de
scrivere gli archi l'2', 2'3', 3'4', 4'5', ecc., che
formeranno l'epicicloide domandata.
5" Problema. - Quale sar la forma del
Hg. 8.

l'ipoot'cloide generata da un punto A preso sulla


ci rconferenza di un circolo mobile di raggio CA
met di quello del circolo sso, e quel a gene

rata da un punto D esterno legato tncarzabil


mente al circolo generatore?
Soluz.- Quando il circolo generatore met
del circolo fisso, lepicicloide generata da un

punto della sua circonferenza una linea retta


uguale al diametro di lui. Come le icicloide

generata dal punto A del circolo mo >ile di raggio CA, dopo una mezza rivoluzione
si confondere. col diametro AB.

Se nel medesimo caso si ll6llt18 un punto D esterno, le ato invariabilmente al


circolo generatore, l'epiclcloi e descritta da questo unto sar allora unelisse DFEG,
che avr per asse ma giare la linea DE uguale a diametro del circolo sso AB,
aumentato di due voi e la distanza dal punto generatore D al punto A, e per asse
minore GF, che u uale a due volte la stessa distanza AD sul prolungamento del
raggio CA in tutte e osizioni, che si fanno occupare al circolo eneratore nella sua
ro azione nellinterno e] circolo sso. Lo stesso accadrebbe, se i punto fosse preso
nell interno del circolo mobile: 1 ipocicloide sar pure un'elisse, che si descrivere
con qualcuno dei metodi insegnati nel nostro Conso Pauraaaromo DI DISEGNO GEO

uarmco.

. 6 Problema. - Come si degert'eer uneptoicloide esterna generata da un circolo

I'lg. 7.

mobzle, che ruota attorno dun carcolo sso menare del mobile, che e interno?
Soluz. Quando il circolo AED pi grande del circolo fisso di raggio CA, la
costruzione sar analoga alle precedenti: dividasi il circolo sso in un certo numero
di parti uguali nei punti A, a, b, e, d ecc., e si porti ialunghezza di questi archi sulla
circonferenza del circolo mobile di raggio BA da A in a', b,
,
',
',
'.....; si
descriva dal punto 0 con un raggio Bo, uguale alla distanza dei centri dei due circoli,
una circonferenza, che taglier i raggi CA, Ca, Cb, Co nei punti B', B2 Bi ecc.; da
ciascuno di questi punti come centro si traccino col raggio AB delle circonferenze,
che saranno rispettivamente tangenti col circolo sso nei varii punti a, b, e, e,

fece.; dal.centro C si descrivono degli archi di circolo passanti successivamente

%l

__ J_

--r.

226
gai punti a', b', c', (l', ehe__taglieranno in a, W, c le circonferenze tangenti ai circoli

_ssi: riunendo _questi varu punti fra loro ci otterr. lepicicloide. Le altre soluzioni
al possono applicare anche a questo caso.

185. Posizioni degli Alberi. - Due alberi, che si trasmettono il moto

per mezzo di organi, possono stare lun verso laltro in tre diverse posi
zioni, cio possono essere: 1 paralleli, 2 concorrenti, 3 diretti in una
maniera qualunque nello spazio.
Tutte tra queste posizioni danno luogo a tre generi die_renti di ruote, cio piane
o cilindriche, dangolo o coniche, cghembc od elicoidali.
Si hanno pure secondo i casi l'imboccamcnto a vite perpetua o senza ne, ed a

vite tangenziale. In riguardo alla forma si hanno pure le ruote a lanterna e quelle a
corona.
Gli imboccamenti cilindrici, che incastrano tra loro, servono a trasformare il mo

vimento circolare dun albero in quello circolare dun altro parallelo. Gli imboccamenti
coniei, che incastrano fra loro, sono pure impiegati a trasformare il moto circolare di
un albero nel moto circolare di un altro concorrente, purch ambidue formino un

angolo tra loro nello stesso piano.


Nei tre casi i denti sono generati da una retta, che si muove sopra una curva direttrice,

che determinerrmo pi innanzi. Qualunque sia la superficie generatrice capace di questa


curva generatrice del contorno dei denti essa pure normale alla supercie, su cui siamo
i denti stessi.
Gli imboccamentl (ingranaggi) cilindrici incastrano pure col cramastro o dentiera, regolo

guernito di denti. Gli imboccamenti conici non incastrano che fra loro. Gli imborcamrnti
cilindrici, che incastrano colle dentiera, vengono impiegati per trasformare il movimento
circolare o rotatorio o intermittente dun albero in un altro rettilineo. Certe volte si usano
pure dei settori dentali.

ARTICOLO III.
Ruote dentate rette o cilindriche,

TAV. XVIII.

186. - Si dicono ruote dentale cilindriche quelle, i cui denti sono inta
gliati sopra una supercie cilindrica, paralleli fra loro e paralleli allasse della
ruota. Se ne distinguono due specie, cio: ruote dentate, che incastrano
esteriormente, e ruote dentate, che incastrano interiormente.
Descrizione di due ruote cilindriche, che imboccano esteriormente.

Fl|. I, 2 o 5.

Problema. - Dati i raggi AB e B0 dei circoli primitivi di due ruote cilindriche.


il primo di metri 0,228, ed il secondo di metri 0,399, il numero dei denti della minor-c

s-ogchetio) uguale a 24, calcolare il numero dei denti della maggiore, indi eseguirne
uegno. .
Soluz. Due ruote destinate a condursi reciprocamente non potranno formare un
imboccqxnento, se non a condizione che i loro raggio le loro circonferenze siano
pro rzronalr al numero dei denti, che debbono avere. Per conseguenza, volendo
cos ruire due ruote, che imbocchino fra loro, bisogner conoscere o il numero dei

denti di ciascuna ed il re gio di una di esse, ovvero il loro raggio o diametro ed il


numero dei denti di una

1 esse, oppure la distanza dei loro centri ed il raggio o il

numero dei denti di una di esse. o il numero delle rivoluzioni delle due ruote e la
distanza dei loro centri ecc. (vedi le Regole Pratiche).
Nel nostro caso, conoscendo i due raggi AB e B0 ed il numero dei denti u dell
minore, avremo AB:BC::u:N, ovvero, sostituendo i loro valori, 228:399 ::24:N.
l

trover. che N =42. Conducasi la linea dei centri, poi coi raggi dati si descrivano i
circoli primitivi. i quali divideranno la distanza dei centri CA in due parti, che
staranno come il numero dei denti di ciascuna, indi dividasi la circonferenza del
minore in 24 parti uguali e quella del maggiore in 42; condotte dal centro a tutti

227
questi punti di divisione altrettante rette, (queste segneranno la met del dente. ossia
i passo, che uguale sulla circonferenza i ciascuna ruota. Diviso poi il passo o la

TAV. XVI.

distanza fra i due punti di divisione in quattro garti uguali, si avr la met. dello

Hl- 3

spazio ed i lati o i due anchi di ciascun dente.

ra, se sulla linea dei centri AC e

sulla linea 03 considerata come diametro si descrive una circonferenza, il cui centro

sia 0, e si fa ruotare questa circonferenza attorno alla circonferenza primitiva DEE


della ruota, il punto di contatto B generer. come abbiamo vistp nel Problema 1,
Tav. XVlI, Fig. 4, unepicicloide Bl, che sar la curva conveniente a darsi ai denti
della ruota, e che si porter da ciascun lato di ognuna di queste divisioni, come
si disse a pag. 221 per la Fig. 136, e come si vede dal disegno.

Ora sup ongasi che si faccia ruotare lo stesso circolo di re gio 0B interiormente
della circon erenza primitiva GBH del rocchetto, e si otterr lepicxcloide retta BOA, come
alla Tav. XVII, Fig. 8, di cui una porzione Ba si prender per il anco del dente del
rocchetto; supponendo la curva BE fissa alla ruota ed obbligata a ruotare duna
maniera uniforme attorno al centro 0 nella direzione indicata dalla freccia, essa
soddisfar alla condizione indicata a pag. 220. Fig. 135, di condurre il anco Ba, che
solidario al rocchetto, facendolo ruotare colla stessa uniformit attorno al centro A,
ossia lo spazio percorso dal punto E sulla circonferenza primitiva GBH sar esatta
mente lo stesso di quello percorso dal medesimo punto B sulla circonferenza primi
tiva EBD.
.

187. Lunghezza del Denti. - Per determinare la lunghezza dei denti duna
ruota bisogner conservare alla curva epicicloidale una certa estensione, afnch
si possa condurre il anco del dente successivo, che trovasi in contatto: ci s'ottiene

limitando convenientemente larco di condotta, che larco descritto sul circolo pri
mitivo da un punto d dall istante che un dente incomincia a spingere laltro no
al punto che lo abbandona. Nella pratica per le ruote di dimensione ordinaria si
prende il passo dei due lati della linea dei centri, che corrisponde sempre ad avere
tra denti in contatto, ovvero ntanto che la linea o il anco Ba incontra cd; allora

si ha la curva BF trasportata in bf, ed essa si trova in contatto col anco nel punto
.f sulla circonferenza del circolo generatore di raggio A0. Cosi si otterr. il punto f
limite del dente portando da B in f sulla circonferenza descritta dal punto 0 come
centro la lunghezza del passo. Poi, descritta dal punto 0 una circonferenza di raggio Cf,

essa taglier tutti i denti della ruota nella lunghezza voluta; Teoricamente si deter
mina la profondit tra un dente e laltro del rocchetto descrivendo dal punto A come
centro una circonferenza tangente alla precedente; ma in pratica, siccome necessario

lasciarvi un po di spazio (giacca) tra lestremit dei denti ed il fondo cavo da un dente
allaltro, la circonferenza descritta con un raggio Aa un po minore di /i a ls della

lunghezza del dente fuori del circolo primitivo. Da quanto si disse precedentemente, se
la ruota dovesse sempre comandare il rocchetio senza essere a sua volta comandata
da caso, i denti della ruota avranno la forma indicata in J, e quelli del rocchetto la

forma della gura tinteggiata in K; ma, siccome generalmente si costruiscono le


ruote ed i rocchetti in guisa che si possano condurre mutuamente, bisogner dare
ai denti una forma tale, che il rocchetto possa a sua volta comandare la ruota.

A tal effetto sul mezzo 0' del raggio BO considerato come diametro si traccia
una circonferenza, che si far ruotare sulla circonferenza primitiva HBG del rocchetio:
il punto di contatto B generer lepicicloide BL, che quella, che conviene alla cur
vatura dei denti di questo rocchetto. Si sa pure, che il punto B descriver lepicicloide

retta B'O(l); facendo ruotare il medesimo circolo nellinterno di quello EBD, questa
epicicloide retta dar il anco dei denti della ruota, dai quali sar condotto come nella
parte curva. Operando poi come per il rocchetto, si limiteranno i denti di questa
col portare da B in f la lunghezza del passo, e far passare per il punto 1" una cir

conferenza descritta dal centro A.


Si limita pure il fondo dello spazio tra due denti della ruota per mezzo di un
circolo di raggio 09, il quale non sar affatto tangente per lasciare un po di spazio,
il quale sar. uguale al quarto od al quinto della lunghezza del dente fuori della
circonferenza primitiva, come si disse pi sopra. In questa guisa si otterr una
forma di denti tale, che soddisfa alle condizioni volute, perch le due ruote' si con

(i) Per questo moiivo si sceglie l'epiclcloide generale da un puth della circonferenza d'un circolo, il quale hl
per iiinmelm il raggio della mola e del rocchello.

228
TAV. XVIII.
Fig. t, 2 e i.

ducano a vicenda. Nella descrizione superiore abbiamo sempre supposto, che tanto la
larghezza dei denti, quanto lo spazio tra luno e laltro fossero uguali; ma in pratica
necessario un po di spazio, perch i denti imbocchino od incastrino con maggior
facilit. Nella costruzione si fa il dente un po minore dello spazio di un quindicesimo
a un ventesimo del passo per conservare maggior forza al dente; si former una specie
di guscio alla base arrotondando il fondo della parte cva, come vedesi nella Figura.
Osservazione. - Accade talvolta di dover impiegare un rocchetto dun piccolis
simo diametro per trasmettere uno sforzo considerevole, ovvero una ruota con un
gran diametro per trasmettere un piccolo sforzo. Nel primo caso larco di condotta

essendo uguale al passo da ciascun lato della linea dei centri i denti riuscirebbero
troppo lunghi, e perci diventerebbero troppo piccoli alla loro estremit: allora si
si prender larco dazione uguale ai 3/i ed ai 2la del passo, od anche alla met, se

necessario. Nel caso ove le ruote sono molto grandi per trasmettere piccoli sforzi si
otterr colla costruzione precedente dei denti troppo corti, ed allora prendasi larco

di condotta uguale ad 'una volta e mezzo la lunghezza del passo.


188. Spessezza. dei Denti. - La spessezza del dente dipende intieramente dallo
sforzo circonferenzialc (N124) misurato in chilogrammetri o in cavalli-vapore. Un dente

va considerato come un solido incastrato, e caricato allestremit del raggio primitivo;


ma. per maggior sicurezza si considerer posto allestremit, cio invece di prendere
per braccio di leva il raggio primitivo si prender il raggio vero.

La Fig. 2 fa vedere la sezione della ruota e del rocchetto passante per lasse zag,
dalla quale si scorge, che quando le ruote sono di piccolo diametro, la corona M, che
porta i denti, e fusa col mozzo P. e fatto a forma di guscio o scozia lo spazio
anulare Q, come pu scorgersi dalla sezione; nelle ruote duna certa dimensione la
corona M' viene unita al mozzo P' per mezzo di razze a doppie nervature, che si rac

cordano colle modanatura del mozzo.


La Fig. 3 ci fa vedere la proiezione esterna del rocchetto e duna porzione della
ruota.
Descrizione duna Ruota dentata.

TAV. XIX.
m. t, 2 e a.

Problema. - Descrivere una ruota deulala cilindrica, il cui raggio primitivo (

460 mm.; una porta 36 denti. la,ma spessezza parallela. allasse di 222 mm., ed il raggio
del suo albero di 122
indz farne la proiezione laterale e lo spaccato sull'asse.
Soluz. Condotte due linee perpendicolari AB ed ED, che sintersecano nel punto G,

centro della ruota, si divider il circolo ausiliario abcd in 72 parti uguali, dovendo la
ruota avere 36 denti, e. indicato. nelle Figure 2 e 3 la spessezza della ruota e la lun

ghezza del suo mozzo, si descriver il circolo, che forma la grandezza del buco colle tre
scanalature per le chiavette. che servono a ilssarla allalbero, e la spessezza delle razze,
portandopoi i raggi Cr, (31 sulla verticale Hl al dissopra e al dissotto del punto C,
ig. 3 a no di condurre per punti g ed r delle arallele alla linea AB; indi si deter
miner. la spessezza del mozzo M), la larghezza el piccolo listello 2a: e lovolo 2g, che
formano una modanatura;pei punti g, e si condurranno delle parallele alla AB, le

gnali daranno sulla retta

D i punti y, z, m; dal punto C coi raggi Cr, C , 02 si

escriveranno le varie circonferenze, che formano le


Si costruiranno le razze conducendo una linea

roiezioni delle cornici de mozzo.


N, da una parte no al circolo,

chedpassa in g, per la met dellarco ab. e dallaltra, che sia tangente ad e. La per
pen icolare Ce abbassata dal centro C su questa linea, come raggio, si descrive una
circonferenza; si avranno le stesse distanza per le altre razze; si porter la distanza Lf
sulla circonferenza, che passa per 9, da ciascun lato del ra gio CL, e la si riporter
poi a destra ed a sinistra di ciascun lato della razza. I prati i della razza si descrivono
con varii archi raccordati fra loro. Per tracciare larco MP si considerer, che il suo
centro dovr trovarsi nella. bissettrice Cd dellangolo formato dalle due razze; ssato

poi il punto P ove questarco si vuole che tagli Cd, sinnalzer in questo punto una
perpendicolare PR. ed il problema s1 risolver nel condurre una circonferenza tangente
a tre rette date MN, PR, SQ vedi il DISEGNO Gnomarmco, Tav. IX, Fig. 14), il quale
consiste in dividere langolo RM in due parti uguali colla retta OR, che taglia Cd
nel punto 0, centro del circolo, il cui raggio la perpendicolare Q0 abbassata da

questo punto sogra QS. La circonferenza descritta dal punto 0 colla distanza CO dar
li altri centri ' ecc., e la circonferenza, che asse. per M, dar tutti i punti di con
atto M M' ecc. Per tracciare i (piccoli archi tangenti a QS ed al circolo ng si

porter i raggio, che loro si vuol

are, so ra Cd da g ad b: per questo punto si ar

passare una circonferenza, ed in un pun o qualunque i si innalzer una perpendi


colare, sulla quale si porter la lunghezza gh; pel punto 'si far passare una parallela

ad SQ, la cui intersezione colla circonferenza hk_ sar i centro cercato. Da questo
punto si conduce un raggio Oh prolungato sufc1entemente e si abbassa una perpen
icolare sopra QS: cosi si avranno i punti_ di contatto. Ottenuti questi sar facile
ottenere le altre parti delle razze e dell1nttsra ruota.

_ 229
Quando il disegno duna macchina deve servire solamente per la dimostrazione
del complesso, a risparmio di tempo si pu determinare la parte curva dei denti
mediante archi di circolo, i cui centri si trovino sulla circonferenza del circolo ri
mitivo in mezzo dello spazio fra un dente e laltro, come vedesi nella parte infer ore
della nostra Figura. Si far la proiezione laterale della ruota mediante parallele alla
A_B; si avrai denti nella Fig. 2, la sezione sulla retta ED nella Fig. 3, e nella
Fig, 4Yla"forma delle razze viste in una sezione formata da un piano secondo le linee

TAV. XIX.
Fig. 5 bis,

189. Sostituzione dun Arco di circolo allArco epicicloidgde. - General


mente i denti delle ruote sono assai corti, e perci la loro curvatura pu essere con

siderata, senza errore sensibile, come un arco di circolo. Ma questo raggio non va
preso ad arbitrio, ed inoltre bisogna che il centro di curvatura sia posto convenien
temente. Il raggio comune degli archi per i denti della stessa ruota il luogo geo

metrico di tutti i centri.

Costruzione. - Date le circonferenze primitive M L, K1, conducasi pel loro punto di


contatto D una linea BC, che faccia colla linea dei centri AC un angolo di 75"; si abbassi
dai centri A e 0 sulla linea HG due perpendicolari E'A ed E'C: le distanze DE' e DE sono
le lunghezze dei raggi, ed E'E i centri degli archi, che nella pratica possono sostituire

lepicicloidc nel profilo dei denti. Descrivendo dal punto C con un raggio CE una circon
ferenza, e sopra di essa dal punto A con un raggio AE' una seconda, si avranno tutti i

centri per descrivere speditamente i proli dei denti.


TAV. XX
Problema. - Date le proiezioni verticale ed orizzontale duna ruota dentata cilin Fig. i, 2, s. i, s, s.
drica parallela ai due piani di proiezione, disegnare le proiezioni della stessa ruota
facz'eate un angolo di 30 col piano verticale.

Solaz. Per disegnare una ruota cilindrica avente una posizione obliqua dun dato
angolo, per esempio di 30, al piano verticale si traccieranno anzitutto le sue proiezioni

parallele a questo piano, come si vede.nelle Figure 1 e 2, seguendo in tutto le


norme, che gi vennero indicate nella Tavola antecedente; indi SI trasporter la sua

proiezione orizzontale nella Fig. 4 dandole_ uninclinazione rispetto alla linea di terra
uguale allan 010. che deve formare col piano verticale, supponendo, che il centro 0

di una delle ne faccio della ruota si trovi sulla orizzontale AB passante pel centro
della Fig. 1, e si otterr nella Fig. 2 innalzando dal punto 0' una perpendicolare a
guasta retta. Da questo si potr com rendere facilmente, che un punto qualunque a,
ig. 1, dovr sempre trovarsi nella ig'. 3sulla linea aa parallela ad AB; nella proie
zione orizzontale rappresentato da (1', Fig. 4; perci, conducendo la verticale aa',
essa conterr il punto considerato. Nella stessa guisa si otterranno tutti i punti b, c,
(1 ecc., Fig. 3, cio colle intersezioni delle rispettive verticali innalzate dai
unti b'.

c', d', Fi . 4, colle rispettive orizzontali partenti dai punti corrispondenti del a Fig. 1.
Infatti Si osservi, che i punti e', j, che si proiettano in a ed in b Fig. 1, hanno le
loro proiezioni verticali sulle linee aa, bb. Dunque esse saranno in e ed in fsulla Fig. 3,
e per conse nenza le rette ca e b saranno le proiezioni de li spigoli a'o' e b'f. Si
osserver, c e tutti i circoli, che anno servito a costruire a ruota, Fig. 1, si proiet
teranno sulla Fig. 3 in forma delissi, delle_quali facile determinare gli assi e le
posizioni, imperocch il piano F'G', che contiene questi circoli, essendo verticale, gli
assi maggiori sono uguali ai loro diametri e perpendicolari ad AB. e gli assi minori,

proiezioni dei diametri orizzontali, saranno tutti su questa linea. Cos,


e elissi

sopra e

rovenienti dai circoli primitivi, si porter. sulla verticale DE,

er ottenere
ig. 3, dis

issotto del punto C il raggio di 273 millim. di questo circolo, il cui diametro

orizzontale ij, essendo in i'j' sulla

ig. 4, si proietta in zj nella Fig 3; per mezzo di

questi due assi dunque si potr tracciare la e isso, proiezwne del circolo considerato.
Si vedr allora, che, conducendo le orizzontali gg, in prolungate no a questa curva,

si avranno le proiezioni dei punti 9, h ecc. posti sulla circonferenza primitiva. Se si


proietta nella stessa maniera i circoli. che limitano lestremit. ed il fondo dei denti

si vedr che basta condurre fino al loro incontro delle parallele ad AB per tutti
vertici de li angoli visibili salienti e rientranti, affine di ottenere le proiezioni di
tutti ques i punti. Si (pu ancora osservare, che, tirando le linee gC, LC, Fig. 3, case

saranno le proiezioni

ai raggi gC ed bC, Fig. 1, in guisa che, conducendole no al

circolo. che limita il fondo e e estremit, si rappresenter la grandezza e la posi

zione dei anchi.


Ora, siccome ci vogliono almeno tre punti
dente, si descriver una circonferenza ma,

er costrurre la curvatura di ciascun


_
ig. 1, che si proietter sulla Fig._3,

secondo unelisse, sulla quale si determinano i punti m, 1: ecc. per mezzo delle_onz
zontali mm, ma ecc. Quanto si detto per la costruzione della faccia F'G'_Si pu

evidentemente applicare alla H'l', che le parallela, e che contiene, come lapr1ma, lo
stesso numero di circoli, il cui centro comune in 0 sulla Fig. 4, e Si proietta in 0

sulla Fig. 3. Per ottenere le elissi, che debbono rappresentare e proiezioni di questi
dierent1 circoli, e

er conseguenza tutti i punti e, f k ecc., che appartengono alla

curva dei denti, si ara attenzione, che le direzioni , 1 ecc. dei anchi concorrano
tutte in 0. Inne si osserver con curai diversi piani, in cui si trovano i varii circoli
delle modanature, tanto della corona uanto del mozzo, La Fi .5 fa vedere una
sizionettgella ruota fatta sullasse DE, e a Fig. 6 lestremita'deli'a baro colla relativa
e 1ave .

230
TAV. XXI.

Problema. - Descrivere due ruote dentate cilindriche ina/erro fuso, che imbocca-no
internamente, di cui la maggiore, per la sua forma speciale

Fig. I e 2.

atta anche anulare, f01"

rito di 52 denti, ed ha 585 millimetri di raggio: il rapporto delle loro velocit di /i.i.
Soluz. Anche in questo problema, come nei precedenti, si osserver, che il numero

dei denti del rocchetto e de la ruota debbono essere esattamente in rapporto coi loro
diametri o coi loro rag i. La curvatura dei denti si determiner cogli stessi principii;

e si otterr. quella BL

ci denti del rocchetto facendo ruotare attorno della sua circon

ferenza primitiva GBH il circolo descritto dal centro 0 col raggio OB uguale alla met
di quello BO della. circonferenza rimit_1va DEE della ruota. Le operazioni da eseguirsi

sono quelle indicate nella Tav. X Il, Fig. 6 e '7. I anchi Ba o i lati dei denti della ruota
sono determinati dai raggi concorrenti dal centro 0. ai travera la curvatura BF dei

denti della ruota facendo girare nellinterno del circolo primitivo BDE la circonferenza
descritta dal centro 0' col raggio BO' uguale alla met del raggio BA della circon

ferenza primitiva GBH del rocchetto: la curva cosi ottenuta servir. a determinare
la forma dei denti, come nella Tavola citata. Tuttavia si osserva Sulla Figura, che i
denti del rocchetto, che rigorosamente potrebbero essere tagliati da un circolo pas
sante pel punto f e descritto dal punto A, si prolungano oltre, afne di restare pi
lungo tempo in contatto, e di resentare cosi un maggior numero di denti contem
poraneamente per ripartire le etto da trasmettere sopra un maggior numero di punti,

come gi. si disse altrove a pag._ 227, 1\" 187.


_
La Fig. 2 fa vedere una sezione passante per lasse di due razze della ruota.
190. Imhoccamanto dl Lahlre. - Uningegnosa applicazione dellimboccamenta
interno di due ruote e dell'epicicloide retta e quella descritta nella presente Figura 141.
DAD'D"A'D"' una ruota anulare immobile, nel cui
centro passa lasse di una manovella di braccio CO
eguale alla met del raggio primitivo della ruota; nel

lestremit 0 di questo braccio e impernata la ruota a


sprone BMC di raggio eguale a CO; nalmente in
M, proprio sulla circonferenza primitiva di questa se
conda ruota, tta una caviglia, dalla quale pende

il gambo o asta MV. Girando la manovella CO in


torno a C, il punto M descrive una ipocicloide, che ha
per deferente il circolo primitivo della ruota anulare,
e per epiciclo il circolo primitivo della ruota a sprone.
Or, siccome il raggio di questo secondo circolo la met
di quello del primo, la ipocicloide cosi descritta si con
fonde col diametro AA', e. se applicasi al moto alterna
Fig. L.

tivo di uno stantuffo duna macchina a vapore, il suo


gambo mai non esce nel suo moto dalla verticale VO.

191. Costruzione pratica di due Ruote dentate cilindriche.


TAV. XXII.
Fig. 0, 2, a, 4, 5,
6,7. a, o, no.

Problema. - Disegnare due ruote dentate cilindriche. di cui la ma iore coi denti
in legno di metri 0,388 di raggio, laltra coi denti in ghisa di metri 0,

l di raggio;

perci il rapporto fra le due ruote cara carne 3 a 4.


Soluz. Nei problemi antecedenti abbiamo considerato, che tanto la ruota quanto
il rocchetto fossero della stessa sostanza, perci tanto nelluna quanto nellaltro 1 denti
aVevano la stessa spessezza. Ma accade invece di frequente ne la costruzione prat'ca
dei rotismi, che una delle due ruote abbia i denti in legno, e laltra in ghisa. Allora
la spessezza di quelli della prima sensibilmente maggiore di quei de la seconda,
bench il passo sia lo stesso per le due ruote. Essendo il rapporto delle due ruote
come 3 a 4, trovata dalla resistenza la larghezza del dente, e supposto. che la ruota
minore od il rocchetto debba avere 36 denti. la ruota maggiore ne avr 48. Dividasi

il circolo primitivo descritto col raggio CB della ruota di_ metri 0,38 in 96 parti
uguali: ciascun punto di divisione rappresenter. la met. dei denti e dello spazio tra
un dente e laltro. Si divida quindi il circolo primitivo del rocchetto in '72 parti uguali,
e si avranno i punti di mezzo dei denti e dei loro spazii. Si descrivono darcentr1 O, 0'

i circoli generatori, che determinano la_ curva epicicloidale BF e BL; si prenda


U 1 del passo bo per spessezza dei denti di legno de, l "lai per quella dei denti in
g isa. e l/n si lasci per lo spazio, onde i denti imbocchino facilmente. Si conducano
per ciascun punto di divisione tanti raggi, che segneranno il anco dei denti della
ruota e del rocchetta, partendo dal loro Circolo primitivo; si portino sul prolunga
mento di questi raggi, e per mezzo di due mode li in cartone 0 latta appositamente
ta liati, le curve e ncicloidali BL e BF, limitandone_la lunghezza, come si insegnato

ne la Tav. XVIII, <ig. 1. Nel disegno qualche volta invece egli archi di circolo della
'lav. XIX, Fig. 3" si opera per mezzo di archi di circolo raccordati fra loro in guisa da

231
formare una curva, che savvicina approssimativamente allepicicloide, nel modo
seguente: sia la Fig. 10 un dente del rocchetto segnato ad una scala maggiore; facciasi
passare per il punto di cpntatto B una tan ente Bo al circolo primitivo; sinnalzi una
perpendicolare sul mezzo della corda Bn, c re passi per le due estremit della curva

TAV. XXII.
Fig. I, 2.5.1.5,
o, 1, s, 9. CO.

dei denti: queste due rette sincontreranno nel punto o, che il centro dell'arco di
circolo ann, il quale si confonde sensibilmente colla curva epicicloidale; lo stesso

arco viene ripetuto su tutte le divisioni del rocchetto collo stesso raggio Bo. Con una
operazione analoga si determina il raggio dellarco di circolo, che deve sostituire la

curva dei denti della ruota.


Dordinario nelle ruote coi denti in bgno si usa dare ai medesimi un'altezza

uguale ai 3/i , ed a quelli in ghisa unaltezza uguale al la del passo; in tutti i casi
per laltezza dei denti nelle due ruote non deve mai essere minore di quella deter
minata dai punti di contatto f, 1" posti sui circoli generatori delle epicicloidi. e de
scritti dai punti 0, 0'. Il re porto tra laltezza del ente ma ed il anco np come
4 a. 5, vale a dire, che, divi endo laltezza del dente in 9 parti uguali, bisogner pren

derne 4 per laltezza della curva. e 5 pel anco. Quando gli imboccamenti o dentatura
sono in ghisa, la spessezza pq della corona e uguale a quella n del dente, ed anche
qualche volta uguale solo ai suoi 3". ; ma. allora viene rinforzata internamente da una
nervatura. Quando identi sono in e no, necessario, che la parte t calettata nella

corona sia tenuta solidamente; porci si d. a questa una spessezza pq, che e sovente
doppia, di quella del dente. La parte del dente, che sincastra, deve adattarsi nella
ca ettatura della corona con gran precisione; essa ha una forma leggiermente pira
midale, ed ritenuta internamente da biette o copiglie o cavigli in ferro il, che la
attraversa, ovvero per mezzo di blatte in legno e tagliate a coda di rondine e cac
ciate a forza nella calettatura praticata allestremit del dente, come vedasi nella

Fig. 1 e nelle parti Fig. '7.

'

,Un altro sistema di dentatura in legno

struzione, rappresentato in T nella Fig. 3.

oco in uso, ma che

ure di buona co

eso consiste nel dare a dente una doppia.

portata, z, z' e permette di farne pi esile_la.parte incastrata con maggior resi


stenza, e perci la massa della corona in ghisa meno massiccia, condizioni ugualmente
importanti per la costruzione. La larghezza zy dei denti e uguale a2 03 volte. il loro
passo nella ruote in ghisa, e la larghezza della corona si confonde con quella dei
denti; mentre per le ruote coi denti in legno la corona, dovendodportare le calettature,
nelle quali si incastrano i denti, dovr avere una larghezza una volta e mezzo

a due volte la loro spessezza. In

neste due ruote, come si gi detto sopra par

lando degli ingranaggi a. grandi imensioni, la corona M' riunita col mozzo P' per
mezzo di razze Q, il cui numero varia tra 4, 6 e 8, secondo il maggiore o minor dia
metro delle ruote. Nellesempio da noi descritto ci sono 6 razze disposte in guisa, che
il numero dei denti resti divisibile pel fattore 6. ainch le nervature, che rinforzano
il mezzo di queste braccia. si trovino com rese fra due denti consecutivi. Le nervature
sono raccordate per semplici gusci o per istellini col corpo di ciascun braccio, come

- lmdicano le Fig. 5 e 6. che sono sezioni fatte secondo le linee l-2 della razza della
ruota. Certe volte il raccordamento si fa per semplici piani inclinatio smussature, ed
anche per maggior semg:licit talvolta le nervature si determinano a spigoli vrvi sulle
faccie delle razze (Fig. ).

La Figura 2 rappresenta la proiezione verticale della ruota imboccata col roccheo.


e da essa scorgesi, che la ruota portante i denti in legno ha la corona in larga dei
denti , mentre i denti del rocchett0, che sono fusi col a corona, hanno a stessa lar
ghezza di quella. La Figura 3 rappresenta una sezione verticale fatta nella ruota se

gnando la linea spezzata 3-4-5 della Fig. 1. Perci si suppone, che la sezione da una
parte sia fatta parallelamente alla razza e condotta nel piano 00 ovvero AA; in tal
guisa si evit:.toil raccorciamento cagionato dall'inclinazione della razza, mentre la
parte inferiore proiettata sul piano verticale come realmente si trova; ma nei di:
segni ad uso dei costruttori le proiezioni oblique, dando le dimensioni degli oggetti

in iscorcio, non si fanno quasi mai.

ARTICOLO IV.
Imboccamenll ad Evolvcnle circolare.
192. Inconvenienti degli Imboccamentl a, Epicicloide. - Nei varii imboc
camenti a ipocicloide, che abbiamo insegnato a descrivere, si osservato: l che la

forma dei denti duna ruota dipende dal diametro di quella, con cui imbocca; 2 che
la distanza dei centri delle due ruote o di rotazione e invariabile; 3 che la distanza

dei bracci di leva della potenza e della resistenza o dal punto di contatto dei denti
per rapporto ai centri delle ruote varia dallorigine no alla ne del contatto, onde

risulta che i denti si consum'ano inugualmente. subendo un attrito pi considerevole


da principio del contatto che verso il ne.

TAV. XXIII.
n;. i, 2 o a

232
TAV. XXIII.

193. Vantaggi degli Imboccamenti ad Evolvente circolare. - Gli incon


venienti sopra citati degli imboccameriti epicicloidali hanno condotto da qualche tempo
nella costruzione delle macchine limpiego di ruote dentate, il cui contorno ha la forma
di unevolvente circolare, colle quali si hanno i seguenti vantaggi:
1 La forma dei denti della ruota indipendente dal diametro di quella, colla
quale essa imbocca;

4
-

2 La distanza dai centri di queste ruote pu essere variabile: perci si possono


avvicinare od allontanare gli alberi senz! che le ruote cessino dimboccare rego
larmente;
,
3 La pressione sui denti essendo costante, il loro consumo uguale, e perci

il dente diverr pi sottile senza punto perdere la sua forma.


Dei suesposti vantaggi il primo importantissimo pei costruttori in quanto che
procura loro uneconomia di modelli; gli altri due riguardano specialmente alleco

nomia dei proprietarii delle macchine.


Limboccamento ad evolvente circolare nonostante i suaccennati vantaggi presenta
alcune difcolt di esecuzione, per cui soventi ritiene i costruttori dallapplicarlo.
Fig. I e 2.

Gli imboccamenti a evolvente sono basati su questo principio: dati i centri 00


di due ruote ed i raggi 0A e A0' dei circoli primitivi, supponendo pure 0B il raggio
dun circolo qualunque descritto dal centro 0, se alla' circonferenza di questo con

ducesi dal punto A una tangente AB, la quale si prolunghi indenitamente da


una parte e dallaltra, e se dal centro 0' si abbassi su questa tangente una perpendi
colare 0' C, che determini il raggio di un altro circolo, questi saranno i circoli, che
si prenderanno per la generazione dellevolvente ab e cd. che si descriver come si

insegnato nella Tav. XVII, pag. 222.


Si osserver che la curva ab, che proviene dallo sviluppo del circolo OB, e la
forma del dente ruota, che ha per raggio 0A, sono descritte dallo stesso centro 0, e
la curva cd presa per i denti del rocchetto, il cui raggio e A0; perci la forma dei
denti del rocchetto intiernmente indipendente dal diametro della ruota: cos pure

la forma dei denti di questa intieramente indipendente dal diametro del rocchetto;
dalla qual cosa risulta che questi imboccamenti , cos costrutti, possono ugualmente
imboccare con altre ruote ad evolvente, che abbiano lo stesso passo, ancorch variino i loro diametri, il che rigorosamente non pu aver luogo nellimboccamento epicicloi

dale, bench i costruttori lo facciano egualmente quando i raggi dieriscono di poco.


Le evolventi ab e da devono essere rapportate simmetricamente da ciascun lato delle
linee di divisione, che segnano la met del dente, onde, se si suppongono le due evol

venti Ab' e A0' in contatto nel punto A, sulla linea dei centri 00', si porta il passo fy
dei denti misurati col circolo primitivo da A in e sulla tangente comune B0, e dal
' centro 0' col raggio O'e si descrive una circonferenza, che segner il limite dei

denti del rocchetto. Il passo essendo egualmente da A in e, su questa tangente si


descriver dal centro 0, col raggio Oe, unaltra circonferenza, che limiter i denti

della ruota. Sar pure evidente che il fondo degli intervalli tra un dente e laltro
sar determinato dalle circonferenze di circoli descritti dagli stessi centri con raggi
minori, onde le estremit dei denti non lo possano toccare.

La Fig. 3 una costruzione, che indica: 1 che i punti di contatto A delle due
cvolventi, quando le due ruote girano sui loro assi, variano senza cambiare di posi

zione restando costantemente sulla tangente BO; cosi il punto di contatto A delle
volvente Ab' (Fig. 1), supponendo che il rocchetto rnoti nel senso indicato dalla

freccia, si allontana di pi in pi dal centro 0', mentre lo stesso punto dellevol


\ente Ac' della ruota condotta si avvicina al centro 00', conservando le stesse curve ;'
ma allora linclinazione della tangente comune BC cambia, e diviene per esempio BC
quando il centro 0 si avvicina ad 0".

Nella pratica invece di prendere il raggio OB ad arbitrio, e poi DC, si determinano


i circoli generatori delle sviluppanti e linclinazione delle tangente come BO, portando

sopra uno dei circoli primitivi, per esempio su quello del rocchetto, partendo dal punto
di Contatto A, preso sulla linea dei centri, una lunghezza Ai eguale al peso dei denti;
si conduce il raggio 10', sul quale si abbassa da A una perpendicolare Am, e la lun
ghezza m0 determina il raggio i del circolo generatore della evolvente pei denti

233
della ruota. Seguendo questultima regola i denti per le ruote grandi si scostano poco TAV. XXIII.
dai denti epicicloidali. Ma se sono dati, come nel primo caso sopradetto, i raggi OB

ed O'C dei circoli generatori sensibilmente pi piccoli che i circoli primitivi delle due

Fl|. I,

ruote, l'inclinazione della tangente comune diviene maggiore relativamente alla linea
dei centri, e si ottengono denti pi robusti allorigine, ci che torna molto utile per
le ruote, che debbono trasmettere grandi sforzi o che sono soggette ad urti. In questi
imboccamenti ad evolvente i anchi dei denti sono pressoch nulli, ed in certi bisogni

possono essere ridotti ad una continuazione della curva: questo fa si che il dente
conserva tutta la sua forza vicino alla corona, vantaggio che non esiste nellimboc
cemento epicicloidale, nel quale i anchi concorrono al centro, dando cos una spes
sezza minore sulla corona od origine che al circolo primitivo.
La F_igura 2 rappresenta la proiezione verticale della ruota separata dal suo roc
chetto; tutto le altre parti della ruota si costruiranno seguendo le norme insegnate

n qui.

ARTICOLO V.
Imhoccamento coi Denti elicoidali.

194. Imboccamento elicoidale._ - Questoimboccamento, detto pure


di W/u'te, meccanico inglese (I), o di precisione, consiste nel far imboccare

due ruote dentate cilindriche, le quali hanno i denti in forma di tante por
zioni deliche.
Esso consegne i seguenti vantaggi; 1 la velocit angolare delle due

ruote e in un rapporto costante, cio gli archi descritti dal rocchetto sono
uguali a quelli descritti dalla ruota, e gli spazii angolari sono pure uguali;
2 le curve, che conducono i denti in contatto, operano come due circoli,

che girano s'ullo stesso piano.


Gli imboccamenti elicoidali hanno inoltre il vantaggio che i denti restano
costantemente in contatto e non sono suscettibili di avere il giuoco degli
imboccamenti cilindrici ordinarii o conici.
La faccia 0 costola dei denti elicoidali pu essere determinata per mezzo
darchi epicicloidaii, ovvero per archi di evolventi circolari. Le supercie late

rali sghembe sono inclinate secondo eliche parallele fra loro, che si mettono
successivamente in contatto. In questa guisa il contatto ha luogo sulla costola
del dente nel movimento in tutta la lunghezza dellelica no alla costola
opposta.

Per ultimo tale imboccamento elicoidale ha altresi il vantaggio di poter

essere stabilito fra due assi paralleli e concorrenti allo stesso punto, e quindi
sostituire le ruote dentate parallele e d'angolo, ed anche fra due assi, che non
sono posti nello stesso piano.
195. Costruzione delle Ruote elicoidali. - La costruzione dellimboccamento di
White ad assi paralleli e quella impiegata parlcolarmenle per le macchine, ed in ispecie
per quelle di precisione, che richieggono un moto equabile.

(I) L'allrllo che hanno tra loro i denti, potendo cagionare una sensibile resistenza, si tentato soventi di coslrurre
ruote che ne fossero esenli In tutto od in gran parte; il primo, che pala aver clienulo l'inlento impiegando le ruote
elicoidali, il celebre malemallco iloolre,nalo nell'isola di Wiglil nel l655, merlo nel l705, lmenzlone che poi
and smarrila. Quesle ruote a denti elicoidali furono rinventole nei nostri tempi da Sheldrukee da While, che loro

diede il nome.
30

Figloi

Il] '

.q

234

T.\V. XXIII.

.
Problema. - Dato il raggio della ruota uguale a 135 mm.I e nello del rocchetta

la 83 mm.. ossia il rapporto della loro velocit ma coma'7:15, sapea a che la ruota deve

avere 30 denti, costrurre limboccammlo elicoidale tra due assi paralleli.


Fig .5, 4,

Soluz. Risolvendo la solita proporzione R:r:z N:n, si trover che il rocchetta


deve avere l4 denti; quindi, conoscendoi raggi primitivi 0A ed O'A delle due ruote
elicoidali, i quali sono-dati in rapporto col numero dei denti come negli imboccamenti
ordinarii, supporremo che questi raggi siano posti nel
inno verticale 80' onde 81
operer su questo piano combaciato (ig. 4) come si fa o per ottenere la forma este
riore o le estremit dei denti, vale a dire come per una ruota cilindrica ed a denti

epicicloidali. Dopo aver tracciato i circoli generatori ODA e AD'O','1e due curve Ab .
e A0 pel contorno dei denti ed ianchi corrispondenti Ad e Ae, ruota dentata descritta
sul piano B'C', che rappresenta la faccia 0 la base esteriore delle due ruote, si descri
vera la faccia opposta EF, che _parallela e che limita la larghezza della ruota. Deter
minati i denti nella stessa guisa della prima, supponendo che la loro divisione sia

rapportata indietro sul circolo primitivo duna quantit A A' pi grande che il passo dei
denti si ripeter, a partire da A' sul circolo primitivo della ruota lo stesso ,contorno
di quello ottenuto in Ma; lo stesso si far per portare sul circolo primitivo del rocchetto
il contorno dAn del dente_G._'lutti questi denti appartengono al piano EF, che sup
posto B'O, il quale Viene indicato da una linea punteggiata sulla Fig. 4, proiezione

comune dei due piani,_a meno che non si separi segna. una gura speciale il com
baciamento del piano EF, come si fatto pel piano 'C'.
Si osserva da questa disposizione, _che, se la curva Ai del dente A della ruota si
trova in contatto sul circolo primitivo col anco Gd del dente G del rocchetto nel piano

interiore B'C, essa fa muov'ere duna certa quantit nel senso indicato dalle freccia
la curva op osta A'z', e verr testo -a trovarsi esso stesso in contatto col anco corri
spondente 'il' dei rocchetto nel piano EF, vale a dire la curva Ai' resta legata colla
curva A z" per una supercie elicoidale, come il anco Gd con G'd', e tutti i punti
della prima supercie verranno successivamente ad appoggiarsi su di 'uelli corrispon
denti della seconda durante il moto di rotazione, in guisa che. alloro la curva Ai
sar. arrivata. in Mi, cio avr perc0rso uno spazio uguale ad AA'. la Curva A'i sar.
venuta a prendere il suo posto per trovarsi in contatto col anco G'd'. Ne risulta quindi
che i due denti consecutivi sono sempre in contatto sulla linea dei centri durante

uno spazio uguale alla distanza AA'.

Si determina la proiezione laterale, Fig. 5, delle due ruote per cercare le curve

formanti le costole vive delle supercie elicoidali, che legano "le due facie opposte
dei denti. Trattandosi di tracciare delle porzioni deliche, invece di cercare il asso e
dividerlo in rapporto allmtiera Circonferenza, baster dividere la larghezza B E del
limbobcamento in un certo numero di parti uguali, e di condurre pei punti di divi
sione delle linee parallele a B'O'; divisi gli stessi archi AA', .ee', ti" in tante parti

uguali conra gi, che_concorrono al centro 0, questo divisioni sono rapportate per la
chiarezza del isegno in I, 2, 3, 4. ecc, 1', 2', 3', 4', ecc. sulla Fig. 4. I punti succes
sivi l, 2, 3, 4, ecc., essendo proiettati sulle linee corrispondenti della Fig. 5, danno su

questi la curva l, 2, 3, 5, 6 corrispondente alla costola esteriore, che congiunge i punti


zi'. Si ha la stessa curva 1', 3', 5', 6'; evidente che la costola aa' del nudo dei denti

da la, curva aa' (Fig. 5), il cui passo uguale a quello della prima, ma posto su di
un diametro pi piccolo. Tutte e altre proiezioni laterali dei denti della ruota e del

rocchetto si tracciano nella_ stessa maniera, ma effettuando forme differenti in ragione


della posizione rispettivad1 ciascun dente in rapporto al piano verticale._
. Fig. 6.

Nella costruzione, per conoscere l'inclinazione esatta dei denti, si stabilisce una pro
porzione, i cui quattro termini sono: il raggio della ruota, la sua larghezza, la distanza

data AA' ed il passo cercato dellelica; per conseguenza si ha: AA': A0 : : B'E : m, che
da il passo della ruota} e geometricamente basta portare sulla linea M N (Fig. 6) una
larghezza uguale allo sviluppo dellarco AA'; se elevasi su questa retta allestremit 1\
una pupendicolare NL uguale alla lunghezza B'E delle ruote, la linea LM da lin
clinazione_media dellelioa corrispondente al circolmprimitivo, e portando da N in I
la lunghezza dellarco il" retticato, e da N in J quelle dellarco 66', si avranno le in

clinazioni LI, e LJ corrispondenti alle eliche, che passano per 1estremitz' ed il fondo e
_ del vano del dente. Si comprende facilmente che le eliche debbono avere le stesse incli
nazioni tanto per il rocchetto quanto per la ruota, che imbocca con esso, bench il

passo sia differente, perch il suo raggio piccolo, imperocch la proporzione


AA' o AG' : AO':: B'Eza: per il passo del rocchetto.
Quando le ruote sono poste sopra assi, che sincontrano, come per limboccamento
dangolo, le eliche appartengono a supercie coniche, che vanno tracciate collo stesso
metodo insegnato al N 129 dopo aver determinato la' forma dei denti per ciascuna

estremit sul chmbaciamento delle due faccie opposte.

. _

Questo imboccamento riesce utile quando con un rocchetto di sole due ali vuolsi

trasmettere il movimento ad una ruota intorno ad un asse parallelo a quello del roc
chetto. Esso proprio per trasmettere ad un albero una grande velocit, ma non gi
sforzi considerevoli. Brguet ha impiegato questo genere dimboccamento per far
O.

'

235
muovere leggiere macchinette con una velocit superiore a due mila giri per minuto
secpndo. Nulladimeno esso poco impiegato in pratica sia a motivo della difcile
sua costruzione, sia perch va soggetto ad alcuni grpvi inconvenienti, di cui non ci
sarebbe possibile render ragione senza entrare in considerazioni estranee allo scopo,
che ci siamo pressi.

196. Imhoccamento duna Dentiera o Cramastro e dun Rocchetto. - Si


chiama cramastro o dentiera un regolo di metallo perfettamente rettili-neo, una faccia
del quale fornita di denti, come quei delle ruote, che si fanno incastrare con un

rocchetto o con una ruota dentata d'un diametro qualunque (l). Questorgano serve
alla trasformazione del movimento rettilineo in un altro circolare e inversamente. A
questo ne l possono presentare tre casi: 1 il racchette, essendo calettato su d'un

albero sso, gira s_opra se stesso e comanda un cramastro, al quale comunica il mo


vimento di traslazione rettilinea; 2 le parti conservano la stessa disposizione, e per
il cramastro, che conduce il rocchetto eseguisce il suo movimento di traslazione, cui
riceve da un meccanismo a parte; 3 il cramastro pu essere sso, e lalbero del roc

chetto operare un moto di traslazione conservando quello di rotazione prodotto dal


lingranaggio, e lalbero in questo caso appartiene ad un meccanismo dipendente dal
cramastro.
In tutti i casi la costruzione dei denti si far sempre nella stesa maniera, cio

deve essere una cicloide, e quella'del rocchetto una evolvente circolare.


Sia AB un regolo dentate o cramastro: la descrizione dei suoi denti si far come
per qualunque altro ingranaggio, conoscendo la spessezza ab da darsi ai denti, che
variabile secondo gli sforzi da trasmettersi (Vedi le Regole Pratiche). Quando il cra
mastro ed il rocchetto dovranno essere dello stesso metallo, la spessezza dei denti

sar uguale pei due organi, e cosi lo spazio tra un dente e laltro, bench in pratica
si faccia un po pi largo, ainch possano liberamente passare.
Il passo comprende, come abbiamo gi detto superiormente, un dente ed uno
spazio o vano, che dividonsi al solito nel rocchetto sulla circonferenza primitiva, e si

portano nel cramastro sopra una linea tangente alla. circonferenza primitiva, chiamata
anche linea primitiva.
_
Sia 00 il raggio dun circolo primitivo dun racchette, che imbocca con un ora.
mastro, ed AB la retta primitiva di questo: determineremo il contorno dei denti del

rocchetto per condurre il cramastro, poi cercheremo la curvatura dei denti del cra
mastro per condurre il rocchetto. Il problema si riduce a far ruotare tangenziaimente
la retta AC sulla circonferenza del circolo primitivo 00, e in questo moto il punto
di contatto C genera una evolvente CD, che si traccier come al N0 182, e si ripe

ter. come nelle altre a', d' sui denti del rocchetto. Questa curva applicata al rocchetto
gode la propriet, che abbiamo osservato nelle" altre ruote, cio che facendo girare il

rocchetto intorno al suo centro, esso spinger costantemente il punto di contatto 0


secondo la retta AB con una velocit eguale a quella del punto 0 sulla circonferenza
primitiva del rocchetto. Per il che, dividendo questa circonferenza in tante parti

uguali quanti denti deve avere il rocchetto, ed in tanti intervalli, e se a ciascuna


divisione si rapporta la evolvente CD, tutte queste curve soddisferanno alla stessa
condizione; ed una di queste divisioni retticate verr. rapportata egualmente sulla
retta primitiva AB tante volte quante saranno necessarie per avere la corsa voluta
del regolo. A ciascun dente le curve sono poste simmetricamente per rapporto al
raggio, che passa per la met di esse, come vedesi in 04', afnch il rocchetto
possa condurre tanto a destra quanto a sinistra.

Si determina la lunghezza dei denti ragionando come per le altre ruote. Il dente
della ruota, cio che conduce, non deve abbandonare quello, sul quale agisce, se non

quando laltro, che lo segue immediatamente, sia venuto a prendere la sua posizione

(il Se si suppone, che due ruote dentale piane imbocchioo esternamente, aumentando il diametro d'una Indeli
nilamenle, il disco cilindrico, che porla i denti, potr considerarsi come un arco di raggio innito, e quindi diverr
una supercie piano, ed il suo molo circolare si trasformer in moto di traslazione. infatti nella proporzione
R: r :: v : V, li essendo uguale all'innito, V sar uguale a zero. Nella composizione delle macchine qualche volta
si fanno dei cramaslri curvliinel, ma in tal caso sono sempre porzioni di ruote dentale, qualunque sia il loro raggio.

TAV. XXIV.
Fig. I, 2 e s.

236
TAV. XXIV.
Flg. I, 2, 5.

primitiva, che nellimboccamento di due ruote corrisponde alla linea dei centri, e nel
cramastro al raggio 00 perpendicolare alla linea primitiva AB. Di modo che, suppo
nendo, che il cramastro si muova nel modo indicato dalla freccia, il dente E, che
agisce sul dente H del cramastro, deve spingere questo ntantoch il dente succes

sivo G sia venuto a prendere il suo posto; esso ha preso la posizione del dente F, e
per conseguenza ha fatto camminare il dente H no in 1; si vedr allora, che la cur
vatura dei denti in contatto in e sulla linea primitiva AB. in questo punto, che
si pu limitare il dente; ma in pratica quelli del rocchetto, che conduce, si fanno un

po pi lunghi del punto c, descrivendo dal punto 0 un circolo esterno, il quale taglia
le curve della stessa lunghezza. Per lasciare il passaggio alla parte curva dei denti

del rocchetto il cramastro deve avere il anco dei denti determinator mezzo di
perpendicolari ef, ed, gli, alla' linea primitiva AB passante pei_punti di divisione
portati su questa retta, che formano nello stesso tempo i lati dei denti, e si chiamano

anchi. La profondit dein intervalli deve essere rigorosamente limitata dalle rette
m, n tangenti alla circonferenza esterna del rocchetto; ma per impedire il fregamento
dei denti sul fondo del cramastro, lo si abbassa alquanto raccordando poi i anchi
con tanti quarti di circolo, che servono pure a rinforzare i denti alla base.
Nella pratica gli imboccamenti si costruiscono in guisa tale, che possano condursi
reciprocamente; perci si compir la costruzione precedente dando ai denti del cra
mastro la curvatura opportuna, afnch con esso'si possa comandare il rocchetto

con cui imbocca, soddisfacendo alla condizione d'un andamento regolare della circon
ferenza sulla linea primitiva, ed allopposto. Si osserver a questeetto, che, se col

raggio OC considerato come diametro si descrive il circolo OLC e lo si fa ruotare sulla


retta AB, il punto di contatto C generer una cicloide CK, che si costruir collo stesso

metodo indicato al N 183. Facendo ruotare lo stesso circolo nellinterno dun altro
primitivo GCI, lo stesso punto G generer unepicicloide retta, che si confonder col

raggio 00, come abbiamo veduto ai N" 184, probl. 5, e 190. Perci, se si d ai denti del
cramastro la curvatura CK, ed ai anchi dei denti del rocchetto la retta 00, si adem
piranno le condizioni cercate, ed imprimendo al cramastro un moto di traslazioneda
destra a sinistra. la curva OK si appoggier costantemente sulla retta 00, che le sar
tangente. Infatti trasportiamo la curva 0 K in C'L, ed il raggio 00 sar in 0L; ora, se nel
punto L si conduce la retta LO, il triangolo LOC rettangolo in L, ossia la retta 0L

sta perpendicolare alla LO: dunque 0L tangente alla curva LC'. Per conseguenza,
se il moto del cramastro regolare. quello del rocchetto lo sar pure, come si detto
altrove. La stessa curva OK va trasportata su tuttiipunti di divisione del cramastro,

come si fatto pel rocchetta.

'

Si determiner la lunghezza dei denti portando due volte la spessezza CM da C


in L sul circolo generatore OLC. e conducendo pel punto L una linea retta parallela

alla retta AB. Se per tutti i punti di divisione del cinolo primitivo dun rocchetto
si conduce una serie di raggi, che conducano al punto 0, si avranno i anchi i, j, k
1 ecc., il cui limite determinato per mezzo dun circolo tracciato dal centro 0 e
tangente alla retta nm; per lo stesso motivo indicato parlando del cramastro si
ugualmente aumentato il fondo degli spazii terminando i fianchi con archi di circolo,
che si raccordano colla circonferenza interna tracciata con un raggio minore di quello
della primitiva. Anche in queste come nelle precedenti invece di tracciare le curve per
tutti i denti se ne far un modello di cartone 0 di latta o di assicella sottile seguendo
rigorosamente la traccia descritta, e poi, servendosene come di un tiracurve, lo si

appresenter successivamente per met di ciascun dente, afnch riescano perfetti


temente simmetrici. Alluopo si usano anche degli archi di circolo pei punti, limit
dei denti, cosl che, supponendo che si voglia sostituire la curva dei denti del cra
mastro con uno di essi 00 del dente P, dovendo questa curva essere tangente in o
alla verticale op e passare per il punto r corrispondente ad L, lo si ottiene por

tando Lq da r' in 1. Se si conduce la corda or, e si eleva sul mezzo una perpendicolare
et, il suo punto dincontro colla sua retta pritiva A0 dar il circolo s dellarco cer
cato; lrasportando il punto a su tutta la linea AB, e conservando il medesimo rag

gio 03 si possono descrivere egualmente tutti gli altri denti. Simpieger un processo
analogo pei denti del rocchetto.

237
197. Della. Vite perpetua. - Dicesi vite perpetua una vite, il cui TAV. XXIV.
pane imbocca coi denti dun rocchetto, i quali hanno la sua stessa inclina
Fig. 4, s, e.
zione, e si trasmettono il moto,sott un angolo retto, per il cheiloro assi
sono perpendicolari.
La vite perpetua. e la ruota, cou.cui essa incastra, si possono considerare come
due ruote sghembe destinate a trasmettere il moto di rotazione tra due assi non
concorrenti in un punto e contenuti in due piani tra loro perpendicolari. Facendo

una sezione, che passi per lasse della vite e che sia per conseguenza perpendicolare
a quello della ruota, essa presenter laspetto dellincastro duna ruota piana con
una dentiera rettilinea, epper i proli si dei denti della ruota, che del verme della

vite vogliono essere determinati merc le medesime regole insegnate per questo im
boccamento. I dati si riducono al lavoro e perci allo sforzo da trasmettere. Quindi
si determina il passo del rocchetto, che sar pur quello della vite perpetua. Il raggio
del nocciolo della vita pu essere preso in frazione del passo, essendo pure dipendente
dallo sforzo, il quale si ottiene generalmente moltiplicando per 5 la lunghezza del
passo, e dividendo il risultato per 2.

Per una vita ad un solo pane il passo uguale a quello della ruota, ed il rap
porto della velocit. di rotazione fra la vite ed il rocchetto uguale al numero dei
denti del rocchetto stesso, poich a ciascun giro della vite la circonferenza del rocchetto
non avanza che dun dente. Perci, se la ruota ha 30 denti, la vite far 30 giri per
ogni rivoluzione del rocchetto. Per una vite a due letti il passo uguale al doppio

di quello della ruota, onde per un giro della vite passano due denti della ruota, e
perci il rapporto sarebbe 15; con tre diverrebbe 10 ecc. Inne, se la vite ha pi letti
o pani, il rapporto sarebbe uguale al numero dei denti diviso per il numero dei letti

stessi.

Quindi l'imboccamento della vite perpetua utilissimo per trasmettere velocit


di rotazione, il cui rapporto grande, a condizione che lo sforzo da trasmettere non
sia troppo grande relativamente alla poca supercie di contatto dei denti, e per la

scomposizione della forza cagionata a causa della loro direzione inclinata. Ordinaria
mente la vite comanda il rocchetto, ed in questo si tende alla riduzione della velo

cita a prottodello sforzo.

198. Costruzione della. Vita perpetua, che imbocca con un Rocchetto_


- Questa costruzione identica, come si disse superiormente, a quella del cramastro,
che imbocca col rocchetto. Supporremo la vite e la ruota tagliate da un piano, che

passa per lasse della prima e parallelo alla faccia della seconda, ed avremo una co
struzione identica alla antecedente, Fig. 4. Per la qual cosa. dopo descritto il circolo

primitivo GCJ e la retta tangente AB parallela allasse MN della vite, si cercher


la. evolvente CD per la curvatura dei denti della ruota e la cicloide OK per quella
dei denti della vite. Determinando la lunghezza della curva come nei casi antece
denti, la parte tratteggiata della Fig. 6 fa vedere bastantemente la descrizione e la
forma dei denti. In questa guisa limboccamento della vite perpetua e della ruota. 0
rocchetto si riducono allimboccamento d'un cramastro con una ruota.
Per rappresentare in disegno geometrico laspetto esterno invece della sezione dei
denti della vita bisogna conoscere il passo ed il diametro di questa e la spessezza di
quella, Fig. 5. Sia M'A' il raggio medio,- che misura la distanza dalla linea primi

tiva AB allasse MN, ed ab la larghezza della ruota: quando la vite a letto sem
plice (N 77) il passo uguale a quello della dentatura della ruota, e perci alla
spessezza del dente pi quella dellintervallo; una rivoluzione della vite fa dunque

girare dun dente la ruota, che quanto abbiamo supposto nella nostra Figura. Se
la vite avr, come abbiamo detto pi sopra, due o tre pani, il suo passo sar uguale
a due o tre volte quello della. ruota, ed una rivoluzione della vite far girare la ruota

di due o tre denti.


La ruota avendo una certa spessezza e dovendo imboccare coi pani della vite, e
indispensabile, che i denti della prima abbiano listessa inclinazione dei pani della
seconda, e perci linclinazione varia col passo o col numero di questi. Le parti

r
i

, .,. 911;;
238

I'

,/, 3 / f

TAV. XXIV.

laterali dei denti essendo semplicemente tangenti alla. supercie sghemba o rampante
del pane della vite, il contatto non ha luogo, rigorosamente, parlando, che per un

Fig. 4, N e G.

solo punto, il quale varia successivamente di posizione nel piano OBM di sezione. Rap
presentando i letti della vite si rappresenteranno le eliche-passanti pei vertici d, e
dei denti e quelle descritte pei fondi degli intervalli f, 9. Per esprimere meglio tali
eliche abbiamo trasportato questo punto a sinistra della Fig. 6, sulla quale la costru
zione indicata e determinata per mezzo della proiezione, Fig. 5, conforme alle regole

spiegate al N 127.
.g.

'

199. -- Si rappresenteranno esternamente i denti della ruota; Fig. 6, sviluppando'


una porzione della supercie del cilindro generato dalla linea primitiva AB attorno

allasse della vite, la cui supercie contiene lelica di contatto Aihlm; perci si porta
sulla linea retta E'A', Fig. 7, la semicirconferenza sviluppata AmE; nel punto E' si
innalza una perpendicolare C'E', che si fa uguale a CE, met del passo, Fig. 6, e,
tirando la retta C'A', si avr linclinazione ,reale del pane. Se da ciascun lato di m si

porta ma' ed mb' corrispondenti ad m'a ed m'b, e per questi punti si conducono delle
parallele a C'E', la porzione della retta pq, compresa fra loro, determiner la larghezza

e linclinazione dei denti della ruota. Dai punti pr si conduce pt ed rs parallele ad


E'A'; le distanze fa ed sq, che sono uguali, si porteranno sul circolo primitivo della
ruota, Fig. 6, da : in i e in g; dopo averli descritti si punteggier. il contorno corri
spondente a quello dei denti tagliati F e G. Baster poi ripetere nei punti t e 9 gli

stessi contorni, limitandoli sugli stessi circoli interni ed esterni.


Si otterr. la proiezione laterale della ruota e dei relativi denti proiettando i punti
14, v, a: in u'. v', a:', che ne danno la parte interna, ed i punti u, v, :v2 in m. 01,23,
che ne esprimono lesterna.
Limbodbamento della vite perpetua con un rocchetto si sostituisce soventi collim
boccamento elicoidale.
'

200. Vita tangenziale. - Impiegasi sovente nelle macchine di preci


sione una disposizione particolare della vite detta vite tangenziale, la quale

differisce dalla vite perpetua in quanto che invece dimboccare coi denti di
una rpota cilindrica, imbocca con porzioni di spire incavate sulla supercie
concava d'una scanalatura semicircolare dello stesso diametro della vite
operata nella spessezza del disco o corona della ruota.

REGOLE PRATICHE.
201. - Dietro il principio generale stabilito al N' 73, che due ruote dentale cilindriche
oconiche, le carrucole ed i tamburi impiegati nelle macchine per la trasmissione del

molo, onde lo trasmettano regolarmente e necessario che abbiano un rapporto esailo Ira i
loro raggi, i loro diametri ed il numero dei denti, percio il numero dei denti di due ruote
dentate, che imboccano fra loro, proporzionale alle circonferenze od ai raggi ed ai dia
metri delle ruote stessa.

Cosicch, rappresenlando con N il numero dei denti di una ruota di raggio R, e con n
il numero dei denti del racchette di raggio r, si avr la proporzione diretta N :n:: il :r,
col mezzo della quale si pu sempre avere luna delle quattro quanlil conoscendosi le

altre tre. Cosi

i' Conoscendo i raggi di due ruolo, che incastrano fra loro, ed il numero dei denti

della prima si determiner il numero dei denti della seconda.


Esempio. - Quale sar il numero dei denti di un rocchelto di 8 centim. di raggio, ,
il quale deve incastrare con una ruota di 12 centim. di raggio, la quale porta 75 denir?
Soluz. Si avr 4218::75:n: 7;8 =50 denli.

9' Conoscendo il numero dei denti di due ruote ed il raggio della prima, determinare
il raggio della seconda.

239
Esempio. - Due ruote iniboccano fra loro: la prima ha 75 denti, la seconda 50;
il raggio della prima ha 12 centimetri, qual sar quello della seconda?
'

Soluz. Dalla prporzine superiore si avr 75 : 50:: 12:r, dalla quale ricavasi
= -52%-12 = 8centim. di raggio.
202. - ll'numero delle rivoluzioni o le velocit di rotazione di due ruote, che imboc
cano insieme, sono in ragione inversa dei loro diametri, raggi o numero dei denti di queste

ruote. Rappresentando con V lavelocit di rotazione dell'albero, che porta la pi piccola


0 il rocchetto, il cui raggio 1 ed il numero dei denti a, e con a la velocit dellalbero,
che porta la ruota maggiore di raggio li ed il numero di denti N, si avranno le proporzioni
inverse seguenti: V:v::r: R, V : o :: n : N, dalle quali si pu ancora determinare l'una
delle quattro quantit-quando si conoscono le altre tre.

Cosi allorch si conosce il numero delle rivoluzioni per minuto di due ruote ed il
raggio della prima si determiner il raggio della seconda.
.

-- I

Esempio. - Una ruota ha 90 centim. di raggio e fa 25 rivoluzioni in un minuto,


qual raggio dovr darsi al rocchetto, che imbocca con essa onde faccia 60 rivoluzioni nello
stesso tempo?
Soluz. Dalla proporzione inversa superiore si avr 25:60:;1'220, dalla ricavasi'
i- : 22% = centim. 8,33, lunghezza del raggio domandato.
Quando si conoscono i raggi di due ruote ed il numero delle rivoluzioni per minuto

-della prima si determina il numero dei giri della seconda.


Esempio. - Una ruota ha 20 centimetri di raggio e la 25 rivoluzioni per minuto
. secondo, ed il rocchetta ha centim 8,33; quante rivoluzioni-far nello stesso tempo della
ruota ?
Soluz. Dalla proporzione superiore si avr 25 : a: :: 8,33;20, dalla_quale si ha
x _ 20x25 = 60, numero dei giri domandato.
_ 8,33
Le stesseregole si possono pure applicare quando si conosce la velocit della ruota e
quella del rocchelto ed il raggio di una di esse, ovvero le loro circonferenze od il loro
'

diametro; le stesse si possono applicare alle puleggie, ai tamburi messi in comunicazione


per mezzo di corde o coreggie, catene, ecc.
Qualche volta le ruote cilindriche, che formano un imboccamento, non si conoscono

che dalla distanza dei loro centri ovvero dal numero dei denti, che debbono avere, oppure
dal numero delle loro rivoluzioni; perci in questi casi vi una proporzione inversa
tra le distanze dei loro centri ed il numero delle rivoluzioni, ed una proporzione diretta
tra la distanza dei centri, la.somma dei denti delle due ruote ed i loro raggi od il numero
dei denti di ciascuna. lmperciocch, chiamando I) la distanza dei centri o degli assi di due

ruote l, 1, di cui il numero dei denti e N e n, e le cui velocit reciproche sono V e v, si


avr:

1 la proporzione inversa seguente: D: V+v:: Il : V;


2' la proporzione diretta D : N+n :: N : R 0 1.
Esempio. - Gli assi di due ruote sono distanti fra loro metri 0,455: una deve
fare 22 giri al minuto, l'altra 15,5; quale sar la lunghezza dei raggi di ciascuna?
Soluz. impiegando la prima proporzione si avr 0,455 :.22+15,5 ; : R :22, dalla quale si
vede l ; -__-0.455xn :met. 0,267, e metri 0,455:2'2 + 15,5 :: r : 15,5, onde Si ottiene
22 + 15,5
:= 0m;188;' ma quando si -trovato il raggio d'unaruota facile trovar
laltro, senza risolvere la proporzione: baster sottrarre il raggio trovato della prima dalla

distanza, che separa i due assi, cio M,455-0,267 20,188, ovvero 0,435'- 0,88 :0,267.
Esempio. -' La distanza tra gli assi di due rurite 'D:0,455; una di esse deve

portare 31 denti e laltra 44; quali dovranno essere le lunghezze dei loro raggi?

240
Soluz. Applicando la seconda proporzione si avr 0,455:31+44::B:44,'per cui si

ha n: %%?=aor, e 0,455:31 +44: si, perci i: T5-L = 0,188, 0.


pi semplicemente r : 0,455 - 267 2 0,188.
Questi problemi si possono pure risolvere gracamente dividendo la distanza in

tante parti uguali quante unit vi sono nella somma delle velocit delle due ruote, poi
prendendo per raggio del rocchetta un numero di parti uguali alle unit, che esprimono
la velocit minore, e per raggio della maggiore il resto.
.
Esempio. - Data la distanza tra gli assi paralleli di due ruote uguali, di cui una
deve fare 6 rivoluzioni e laltra t, quali saranno i loro raggi?

Soluz. Si divida la distanza di 16 centimetri in 6 + 4:10 parti uguali, e se ne pren


deranno 4 per raggio del rocchetto e 6 per quello della ruota.
Tanau.a Pan DETERMINARE ii. sommo DEI DENTI ovvnao 1L DIAMETRO on IL PASSO
DELLE nuora D'IMBOOCAMENTO, QUANDO 51 conosce una m qunsr1 DATI.

= "2.g

umano

. -s
11
IO
12
13
14
15
16
17
18
19
20
1 21
' 22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
, 32
33

3,501
3,183
3.820
4,138
4,456
4,774
5,093
5.411
5,729
6.048
6 336
6,684
7,002
7.321
7.639
7,957
8.276
8.594
8,912
9.231
9.549
9,867
10,186
10,504

sE i2

innimun ; g .3

35
34
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57

s "3

11,140
10,822
11,459
11,777
12,095
12,414
12,732
13.050
13,369
13,687
14,005
11,323
14,642
1 960
15,278
15,. 97
15.915
16,233
16.552
16,870 '
17,1%
17,506
17,825
18,143 I

59
58
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81

nunzrno

s ".8

unmrno

s
18,780
18,461
19,
19,416
19,734
20,053
20,371
20,689
21,008
21,326
21,644
21,963
22,281
22,599
22,917
23,236
23,554
23,872
24,191
24,509
24,827
25,146
25,4
25,782

82 26,419
26,100
84 26.737
85
27,055
86 27,374
87
27,692
88
28,010
89
28,329
90
91
28,960
92 29,284
93
29.602
94
29,920
95 30,238
96
30,557
97
30,875
98 31,193
99 31 ,512
100 31,830
101
32,148
102 32,467
103 32,785
104 33,103
105 33,421

2E Ea

DIAMI.TIIO

''='
107
106
108
109
110
1 11
112
113
114
115
116
117
118
119
121
121
122
123
124
125
126
127
128
129

34,058
33,740
34.376
34 695
35,013
35,331
35,650
35,968
36.286
36,604
36,923
37,241
37.559
37,878
38,196
38,514
38,833
39.151
39,469
39,788
40,106
, 40,424
1 40,742
il 41, 1

eg "Eg

cinismo ;

131
130
132
153
134
135
136
137
138
11
140
141
142
143
144
145
146
147
148
149
150
151
152
153

41
697
41,379
42.016
42,334
42,652
42,770
43.289
43,607
43,925
44,244
44,562
44.880
45,199
45,517
45,815
46,153
46,47
46,790
47,108
47,427
47,745
48,063
48.382
48,700

Uso della Tabella precedente. - Essa serve a determinare: 1' il diametro duna ruota
dimboccamento quando si conosce il passo della dentatura ed il numero dei denti; 2 il
passo dei denti duna ruota conoscendo il loro diametro e numero; 3 il numero dei
denti duna ruota quando se ne conosce il diametro ed il passo.
1' Esempio. - Qual sar il diametro duna ruota, che deve portare 63 denti, il
passo dei quali di 01150335?
Soluz. Cerchis nella Tavola il coeciente corrispondepte a 63 denti, che 20,053, il
quale rappresenta il diametro, e moltiplichisi pel passo dato, e si avr
20,053X0",0335 =0m,672 per diametro della ruota cercato.
I

2 Esempio. - Quali saranno i diametri di due ruote, una di 41 denti e laltra di

153, che debbono imboccare insieme, essendo il loro passo uguale a 0m 25!
Soluz. Cercato nella Tavola il diametro corrispondente a 41 denti, che si trova

13,050, lo si rmoltiplica pel passo, e d 13,05x0,025=0m,326, diametro della ruota,

che deve avere 41 denti. Per laltra si cercher il diametro corrispondente a 153 denti, e
si trover nella colonna dei diametri 48,10, e quindi 48,70X0,025=metri 1,217 pel dia

metro della ruota di 153 denti.

241
-\
,

Determinazione del passo d'una ruota conoscendo il diametro ed il numero dei denti.

1' Esempio. - Qual sar il passo duna ruota, che deve avere 63 denti, ed ha un
diametro di metri 0,672?
Soluz. - Cerchisi nella tavola il diametro corrispondente a 63 denti, che si trover
uguale a 20,053: indi dividasi 0",672 per 20,053, e si avr 0,672 : 20,053 : 0,0335 , passo
cercato.

2 Esempio. - Si vuole costruire una ruota dentata con 126 denti, che possa im
boccare colla precedente, e perci avente il passo di 0m,0335; quale dovr essere il dia
metro di questa ruota ?
Soluz. Cerchisi nella Tavola il diametro corrispondente al numerodei denti, cio a
126, e si trover 40,106, il quale moltiplicato pel passo dar il diametro della ruota cer
calo, e si avr 0,03135x40,106: metri 1,34 per diametro della ruota, che avr 126 denti

ed il passo dato di 0m,0335.


Trovare il numero dei denti d'una ruota quando si conosce il passo ed il diametro.
1 Esempio. - Qual sar il numero dei denti da darsi ad una ruota, il cui diametro
di metri 0,672 ed il passo di 0,0335?

Soluz. Dividasi il diametro dato per il passa, cerchisi a qual n_umero corrisponde il
quoziente nella Tavola, e questo esprimer il numero dei denti: se questo non si trovasse
si prender quello, che pi si avvicina, perci avremo 0,672 20,03% =20,053 = 63 denti.
2' Esempio. - Qual sar il numero dei denti, che deve portare una ruota di

metri 0,875 di diametro, la quale deve imboccare con una dentiera, il cui passo di
metri 0,025?

Soluz. Dividasi il diametro met. 0,875pel passo, e si avr 0,875:0,025=35, il qual


numero non si trova nella Tavola, ma il pi vicino 110, numero dei denti cercato.
203. Velocit angolare ed alla circonferenza delle Ruote. - Al N 28, pag. 17
e 18, parlando del moto rotatorio abbiamo gi dato le regole e gli esempii relativi alla

velocit angolare ed alla circonferenza, e l rimandiamo il lettore. Nella pratica si pu


facilmente avere la velocit di una ruota, che si muove con un moto uniforme. A tal ne

segnasi, con una matita, con colore od altra cosa qualunque un punto sulla circonferenza
della ruota, e si osserva quante volte questo punto viene a coincidere con un punto
fisso dosservazione fatto ad esempio sul muro in un dato tempo; quindi moltiplicasi il
numero dei giri per la circonferenza descrittta dal punto mobile, ed il prodotto diviso pel
tempo della durata dell'osservazione espresso in secondi dar la velocit alla circonferenza
della ruota; qualunque altro punto avr una velocit diversa e proporzionale alla sua
distanza dal centro del moto.
1' Esempio. - Quale sar la velocit alla circonferenza d'una ruota a volante, che
ha due metri di raggio, se in un minuto ha fatto 75 rivoluzi0nif

Soluz. Trovisi la circonferenza, quindi moltiplicando questa pel numero dei giri e
75x6.28x2m
dividendola per 60, numero dei minuti secondi, si ha V:
60
2 metri 15,66 ,
velocit cercata.

2 Esempio. - Una ruot ha metri 15,66 di velocit e 2 metri di raggio, si domanda


quanti giri far al minuto.

Vx60
Soluz. impiegando la formola N:

N _ 15m,66x60

6,28xh 085' o,as><a

risultano 75 giri.

Se parecchie ruote o carrucole sono sse su duno stesso asse, si determina la velocit
(conoscendo la velocit al centro dellasse) alla circonferenza di ciascuna di esse (vedi

pag. 18) moltiplicando successivamente la circonferenza di ciascuna ruota pel numero


dei giri dellasse in un minuto, e dividendo ciascuno di questi prodotti per 60.

Esempio. - Tre ruote o carrucole A, B, C sono poste sullo stesso asse: il raggio
della ruota A =metri 1,10, quello della ruota B=metri 1,60, quello della ruota
0 = metri 2,15, e la55e fa 12 giri per minuto.

31

242

'
Saluz. Applicando la formola superiore avremo: per la velocit alla circonferenza

della ruota A

V:

: metri l,38;

per la velocita alla circonferenza della ruota B


V : 6,28xl;),60x12 Imam l00;

per la velocit alla circonferenza della ruota C

v:

= metri 2,70.

204. Proporzioni delle varie parti-duna Ruota dentata. - Nella costruzione delle
ruote dentate bisogna calcolare:

1' le dimensioni dei denti;


2' la proporzionedella corona, che li porta;
3 le dimensioni da darsi alle razze della ruota.
Dimensioni dei denti. - Nel determinare le dimensioni dei denti si avr riguardo,
come gi si disse superiormente, 1' alla spessezza dei medesimi, 2 alla larghezza del vano
tra un dente e laltro, 3 al passo dellimboccamento, 4 al numero dei denti. 5 allaltezza
della loro faccia e costa, 6' allaltezza del loro fianco, 7 alla loro forma , 8' allaltezza
totale o alla lunghezza conveniente, che loro deve darsi.

Spessezza dei denti. - La spessezza dei denti dipende intieramente dallo sforzo,
che essi debbono trasmettere, e dalla materia, di cui sono costrutti, come si disse al N 188.

Lo sforzo deve considerarsi come se un dente solo dovesse trasmettere il massimo della
potenza della macchina.

Lo sforzo, che una ruota deve sopportare alla sua circonferenza primitiva,si ottiene
dividendo la quantit di lavoro, espressa in chilogrammetri, che essa possiede o chessa deve
trasmettere, per la velocit alla circonferenza primitiva.
1 Esempio. - Un rocchetto fa 6 giri mentre la ruota, che lo conduce, ne fa uno;

la distanza dei centri e di metri 2,30; il lavoro prodotto uguale a 940 chilogrammetri, e
la ruota ha una velocit di 5 giri per minuto. Quale sar la velocit alla circonferenza pri
mitiva e lo sforzo da trasmettere ?

Soluz. Si determini il raggio della ruota colle regole insegnate a pagina 241
1,917x2x3,14x5
.
. . . . .
940.
.

cio --T_=metri 1,003, quind| si divida lo sforzo m:937"8


2' Esempio. - Una ruota dentata ha 2 metri di raggio, e deve trasmettere alla sua

circonferenza primitiva uno sforzo di 500 chilogrammetri facendo 10 giri per minuto
primo; quale sar la pressione esercitata sul dente?
Soluz. Cerchisi la velocit per secondo alla circonferenza primitiva e si avr
6,28x2mx108"
60
=2m,09. Ora dividendo il lavoro per la velocit si ottiene lo sforzo,
500

.m.

quindi

2m,09 = 239 Chilogram., sforzo, che ogni dente deve sopportare.


Un dente un vero solido incastrato ad una estremit e caricato allaltra particolar
mente lea linea di contatto o sul circolo primitivo, ma il cui carico nella pratica si

deve per maggiore sicurezza calcolare come posto allestremit, cio devesi prendere per

braccio di leva il raggio vero invece del primitivo. Dalle nozioni elementari, che abbiamo
dato da pag. 130 a 133 relativamente alla resistenza dei materiali, si veduto, che lequa
zione d'equilibrio per i solidi di sezione rettangolare la seguente: P=K_aellb, la
quale si applica ai denti delle ruote.
x
P rappresenta la pressione in Chilogrammi allestremit del dente,
l
_
la lunghezza totale del dente in centimetri fuori della corona,
a

la larghezza del dente nel senso dellasse, o spessezza della ruota,


b

la spessezza del dente sul circolo primitivo,


K

resistenza specifica della materia, di cui costrutto il dente, in Chilg.


per centimetro quadrato.

243
In questa il coetlicinte K, che si determina tenendo conto del moto dei denti della
ruota, variabile secondo la natura del materiale, di cui costrutto. Seguendo le espe

rienze di Tredgold sulle ruote ben costrutte si adotta per valor medio di K il numero 150
per la ghisa, vale a dire la ghisa, che si rompe solo sotto un carico dil300a1400 Cg.
per cent. quadr. di sezione trasversale nelle ruote dentate, lavora solamente sotto una
Kxaxb __ 150xaxb __ 25xaxb

pressione di150 Chilogr., onde nella formola P =


I
6x1
_
6><l

I
tre quantit sono variabili. Nella pratica dordinario ha le seguenti proporzioni relative
fra loro: a varia tra 311 ed 81), ed l=l,2b a l,5b; quindi facendo a:l,bb ed l=l,2b,
e sostituendo questi valori nella formula antecedente, la formola diverr
P: ani_bbxb , :lleb, e 1::1l04, quindi b:0,098|/ __
P.
Adottando tra b spessezza ed a larghezza dei denti il rapporto uniforme indicato si ha
per le deboli pressioni dei denti un passo troppo piccolo, e per le forti un passo troppo
grande. Per stare nei limiti convenevoli di spessezza bisogna far variare il rapporto fra
bed 0 in conformit delle pressioni, cos si eviter pure davere un passo troppo grande;
si determina la lunghezza del dente, secondo il carico, che deve sopportare, nel modo

seguente:

'

1 Per un carico da 100 a 200 Chilogr. si fa a=3xb e allora b=0,1261/

a'
3
4
5
0
7
8'
9
10"

da 200:. 300
da 300:. 400
da 4003 500
da 50051000
da 1000a1500
da1500a2000
(13200033000
(15300035000
5000 e pi

,
,

a:3,5xb
a:4xb
a:4,5><b
a=5xb
a:5,5xb
a:6xb
0:6,5Xb
a:7xb
a:8Xb

i.

b:0,117|/
b=0,ilot/
5:0,104|/
b:0,008|/
b:0,0931/
3:0,080V
3:0,084V
5:0,0821/
5:0,077V

La lunghezza 1 del dente compresa tra l,2xb ed l,5xa, l,5xb, applicabile alle
leggiere pressioni, ed l,2xb alle forti pressioni. Sovente per diminuire lattrito e pro- .

durre un movimento dolce e nello stesso tempo facilitare le riparazioni, specialmente


per le grandi velocit, si fanno i denti in legno duro (vedi pag. 230, Tav. XXII), ed a tal

ne si preferisce quello di carpino, di viburno o di serbo. Pei denti in legno il coelliciente


devessere aumentato d'un terzo in_ ciascuna delle ultime formole, le quali diverranno:
1' Per un carico da 100 a 200 Chilogr. si avr b:0,l68l/ facendo a:3b

2
3
4

da 2003 300
da 3003 400
da 4003 500

b:0,150|/
3:0,1t11/
b:0,133|/i

0:3,5b
a=4b
:4,50

5
0
1
8'
9

da 500111000
da 1000 a 1500
da 1500 a 2000
da 2000 a 3000
da 3000 a 5000

'b=0,131|/
, 5:0,121V
b:0,110|/
3:0,112|/
3:0,100V

1:53
0:5,5b
11:60
3:0,53
210

10

5000 e pi_

a =8b.

b:0,103|/

Considerando in tutte queste formole come succeda quasi sempre che varii denti
imbocchino e che ciascuno di essi sarebbe capace di sopportare tutto lo sforzo, si ha piena
certezza che le ruote dentate costrutte con queste proporzioni non possono a meno di
essere capaci di un lungo uso.

244

Quindi dalle regole suesposte sar facile, quando si conosce lo sforzo, che deve sop
portare alla circonferenza, di ottenere il valore di b 0 la spessezza del dente, impiegando
il rapporto, che si adotta tra la larghezza e la spessezza, e tenendo conto della materia,
di cui sono costrutti.
1 Esempio. - Quale sar la spessezza b da darsi ai denti duna ruota in ferro fuso,
se un dente deve sopportare una pressione di 239 ,Chilogr. e la lunghezza a =3,5b?
Soluz. P =239 Chilogr. compreso tra 200 a 300, avremo dalla serie dei valori esposti -

11:0,1 17 t/ :o,111 |/239 = centim. 1,8 ovvero 18 millim. per larghezza del dente
cercato, e quindi per la lunghezza 1 si avr 1:3,5X18 =630 millimetri.
2' Esempio. - Quale sar la spessezza e la lunghezza da darsi ai denti in legno di

frassino duna ruota in ghisa, che debba sopportare alla circonferenza una pressione di
573 Chilogr. I

.
Soluz. P essendo uguale a 573 e perci compreso tra 500 e 1000, si avrebbe
0,098

ma, siccome i denti sono in legno, si deve accrescere dun terzo 0,098I/,

e quindi si avr b=0,131

: cent. 3,23 o mill. 32,3, quindi a=5x32,3= 161,5 m.

3 Esempio. - Una ruota idraulica di metri 4,20 di diametro fa 4,5 rivoluzioni per
minuto e trasmette una forzadi 25 cavalli con una ruota dentata di metri 1,05 di raggio;
quale sar la pressione sui denti di questa ruota, e quale la 'spessezza di questi denti?
Soluz. Riduoansi i cavalli-vapore in chilogrammetri, e si avr 25X75=1875 chilg.m.,
quindi, trovando la velocit della ruota alla circonferenza, si avr

1",63><2X3,14>_<1,5 _

_ 1875

V __-_ _T-- _ 0,777, per conseguenza P _ : 2411 Chilogrammi per

pressione su ciascun dente; quindi facendo b =6,5 la spessezza dei denti sar

b=0,081 |/2411 :centim. 1,1 =11 millim , e a=41x6,5 =zoemm,s.


4 Esempio. - Quale sar la pressione, che dovr sopportare il dente duna ruota
n ghisa di metri 1,06 di diametro, dovendo trasmettere una forza effettiva di 200 cavalli
on una velocit di 45 rivoluzioni per minuto, e quali saranno le dimensioni di questi
denti?
'_

Soluz. Cerchisi lo sforzo trasmesso in chg.m., e si avr: cavalli 200x75=15000 chg.m.;


per la velocit alla circonferenza della ruota si avr V:-?L00b863614x45 =met.,37 per
' minuto secondo; quindi la pressione sui denti P 2%.l :633 Chilogrammi. Facendo
1
,
,
a=8b si avr pei denti in ghisa b=0,0771/@* : centim. 6,12 ovvero millim. 61 ,2, e
a = 8x61,2 : millim. 489,6.

Passo dei denti. - A pag. 227_abbiamo detto che il passo duna ruota dentata in
ghisa misurata sulla circonferenzaprimitiva comprende: 1 la spessezza a del dente, 2' la
larghezza del vano, il quale uguale ad a aumentato di 'lioo nei casi ordinarii, ci che da
p=2,t a; cosicch applicando questa formolp iain esempii precedenti si trover nel 1

p:2,1xt8=milt. 37,8, nel 3' p_=2,1><37=dtl. 77,7, nel M=2,1x61,=mill. 128,5.


'\Quando la ruota dentata calcolata per portar denti in legno, come nellesempio
antecedente, essa deve imboccare con unaltra, i cui denti sono in ghisa e non hanno
che i 3/1 di spessezza di quelli in legno; in questo caso il passo uguale a
b+0,75b+0,16 = (1 +0,85) b=_1,85 b,
_
e si avr p =0,0323x1,85 :0,0598. Perci conosce?de il passo, che per due ruote, che
imbopcanq insieme sulla circonferenza primitiva, e uguale, si ottiene il numero dei
21rl ,

denti dunawruota colla formola seguente: N =

nella quale N rappresenta il nu

mero deidlnti della ruota, R il raggio di questa e p il passo dei denti misurato sulla cir
conferenza primitiva.

Esempio. - Qual numero di denti dovr darsi ad una ruota dun metro di raggio,
nella quale il passo uguale 11 metri 0,0278 ?
'

LJ

245
I
2xo1ti- :225 denti. Si com
Soluz. Applicando la formula superiore si avr N =
prender facilmente, che bisogna tralasciare la frazione, che vi pu rimanere effettuando
loperazione, la qual cosa modifica il passo duna quantit insensibile, perci in questo I

2"_R "'_o 0219 invece di o 0218


esempio adottando 225 denti, il passo p:
N _ 225 _
-
'
2 Esempio. - Quanti_denti in legno ci vorr per guernire la circonferenza d'una
ruota di due metri di diametro, il passo essendo di metri 0,0589 !
.3,14X2
Soluz. Applicando le formola superiore si avr N =

:105, numero dei denti.

0595

Quando una ruota ha i denti in legno e sovente indispensabile, per la regolarit della
congiunzione dei quarti della corona, di mettere il numero dei denti in rapporto con quello

delle razze, ed allora bisogner modificare il passo; in guisa che in questo esempio la ruota
dovendo portare 6 razze, perch il numero dei denti sia divisibile per 6 bisognerebbe che
fosse 106 o 108; adottando il primo nUmero, il passo aumenta un poco.
Iei evitare ai pratici di perdere il tempo in calcoli sovente noiosi abbiamo riunito
nella seguente'Tabella le spessezze ed i passi dei denti per le ruote dimboccamento adot
tando, secondo il blorin, il coefciente 0,105, e quindi si ha la formula:

spessezze a=0,1051/ per le dentature in ghisa, e a:0,145 l/ per le denta

ture in legno; considerando la larghezza costantemente uguale a ls della spessezze per le


dentature in bronzo si pu adottare il coefciente 0,131.
TABELLA DELLE DIMENSIONI DA DARSI AL PASSO ED ALLA SPRSSEZA DEI DENTI
DUN IMBOCCAMENTO QUANDO SI CONOSCE LA
' T

__,._

PRESSIONE, CHE DEVE QPPOBTARK

,_ ____,

RUOTE A DENTI IN GHISA


PRESSIQNE

in chilogrammi

"\A/

'

Speswzza dei I)enli

Passo dellingranaggio

Speuem dvi Deltll'

in millimetri

in millimetri

in millimetri

2,3

10
15
20
30
40
50
60
70

3,3
4,0
4,6
5,7
6.6
7,4
8,1 8,7

80
90

9.4
9,9

100
125
150
175
200

10,5
11.6 '
12,8
13.8
14,8

4,9
.

RUOTE A MNTI IN LEGNO

3.2

luso'detla Ruota i
in millimetri
,

5.9

6.9
8,5
9,7
12,0
13,9
15,6
17,0
18,4

4,7
5,6 '
, 6.4
7,9
9,1
10,2
11,2
12,1

8,7
10,4
11.8
14,4
16,9
18.9
21,8
22,4

19,7
20.8

12.9
13.7

%.9
25.3

22,0
24.4
26,9 '
29.1
31,1

14,5
16,1
17.7
19.1
20,2

26,8
29,8
30.7
34.8
37,4

225

15.7-

33,0

21.7

40,1

250
275
300

16,6
17,3
18.2

34,8
36,3
38,1

22,9
23,9 _
%.1

42.4
44,3
46.4

cm

su

50,1

29,0
3 ,4
35.5
37,2
41.0
43,8

53.6
59.9
65,7
69,1
75,8
83,0

45,8

84,7

1
,

400
'- 500
600
700
8"0
900

1000

19.6

41.2

21.0
23.4
25.7
27.7
29.7
31,5 -

43,2
49.1
54.0
58,2 62.4
66.1

33,2

69,6

Con questa Tabella e le regole date precedentemente si pu sempre determinare non


v solamente le spessezze ed il passo dei denti, ma ancora la loro altezza e la loro lunghezza,
essendo-queste in rapporto colla spessezza.
.'

246
205. Della Corona delle Ruote dentate. -Stabilite le dimensioni dei denti, da questi
come basi si possono dedurre le proporzioni delle altre parti. Quando le ruote hanno una
certa grandezza, i denti invece di essere posti sul contorno dun disco, come a Tav. XX e XXIII, si mettono sul contorno dun anello o corona metallica, che si unisce ad un mozzo
per mezzo dun certo numero di braccia dette razze (Tav. XVIII, XIX, XXI, XXII). La

spessezza della corona e uguale alla lunghezza dei denti, s:l, quando questi sono in
metallo. Nulladimeno in certi casi, per esempioquando vi di variazione di velocit ed urti,
come nelle ofcine da ferro, si fa la corona pi largo che i denti, e le estremit di questi

sono incastrate in tutto od in parte, in guisa che la resistenza dei denti aumenta. D'ordi
nario questo circolo esteriore uguale a circa la met della spessezza del dente. Tuttavia
non si dar mai alla corona una spessezza minore dei -"/i di quella del dente. Le corone
delle ruote piane e. ad angolo si muniscono in generale duna nervatura di rinforzo
internamente nel mezzo della sua larghezza, il cui aggetto soventi uguale alla spessezza
della corona stessa (vedi Tav. XIX, Fig. 4, e Tav. XXII, Fig. 8 e 9). Seguendo per le

regole suesposte, nella costruzione delle ruote con un gran diametro e destinate a tras
mettere piccoli sforzi si ottiene una corona molto sottile e suscettibile di dillormgrsi nel
rall'reddamento dopo il getto; si evita un tal inconveniente aumentandone la spessezza ed
il numero delle braccia, se fa duopo.
Quando la ruota in ghisa deve portare i denti in legno, allora la corona dovendo
essere trapassata dalle calettatpre, nelle quali i denti sono solidamente rattennti alla
corona con cunei in legno od in ferro oppure da cupilie, le si da una larghezza due volte
la spessezza del dente ed anche due volte e mezzo,quimli s:2a+5; quando la ruota
non deve trasmettere grandi sforzi baster farla larga 1,5 ossia una volta e mezzo.
206. Dimensioni delle Razze. - Le razze resistono come corpi incastrati con una
delle loro estremit e caricati dall'altra. Lo sforzo, che tende a romperle, quello eser

citato sulla dentatura, perci se questa fosse troppo debole, la ruota tenderebbe a ruotare
senza trascinare con se lalbero, e quindi la corona si ditlormerebbe e nalmente si rom

perebbe. Le dimensioni, che le si da in pratica, sono superiori a quelle _del calcolo


teorico, tanto pi che si deve tener conto del sestringimento, che setl'etlua nel raffredda
mento della ghisa, il quale, particolarmente nelle ruote piccole, che vengono fuse in un sul
corpo colla corona e col mozzo, se fossero troppo deboli rispetto alla corona, le farebbe
rompere. Quindi si pu ritenere nella pratica la seguente formola:
18a+30mill _
la larghezza lmlll-=
N

N esprime il numero delle razze ed a la spessezza. La larghezza dei denti a propor


zionale alla larghezza 1 dei denti, quindi si ha: a=0,l5re+2 millim. Le razze vanno
decrescendo verso la corona con un angolo uguale a due gradi circa. Esse ordinariamente

constano di due nervature: la principale porta nella direzione della rotazione e deve avere
una corrispondente trasversale; laltra impedisce le deviazioni laterali della corona.
207. Numero delle Razze. - Il numero della razze, che deve avere una ruota, non
e finora stato rigorosamente determinato, ma dallesperienza si raccoglie che per le ruote
di trasmissione lino ad I metro di diametro 4 bastano, per quelle di I metro a 2 ne sono

necessarie 6, per quelle da 2 a 3 metri ce ne vogliono 8, per quelle da 3 a 5 se ne mettono


da 8 a IO, e difcilmente si supera questo numero.
'
208. Lunghezza e spessezza del Mozzo. - Quando la ruota trasmette la totalit

della potenza dellalbero, su cui calettata, la spessezza S del metallo attorno allalbero
si calcola ancora prendendo per base la dentatura pi una quantit fissa addizionale per
lo sforzo della chiavetta, che ritiene la ruota sull'albero, la quale pi sovente la causa
della rottura del mozzo della ruota, e quindi si fa questa spessezza E=I,5+a+IO mill.

La lunghezza La portata sullalbero naturalmente ugualea quella della corona pi


una quantit proporzionale al diametro primitivo per maggior sicurezza: L=re+0,lOll.
La larghezza della chiavetta pu essere fatta persino uguale ad '/m del diametro
primitivo della ruota. Si bader bene che non sorpassi 1/3 del diametro dellalbero, ch in

questo caso se ne mette pi d'una, la cui spessezza sia circa la met della sua larghezza
ovvero uguale alla larghezza dei denti aumentata di circa '/ns del raggio della ruota, e la

grossezza del mozzo si fa uguale alla spessezza dei denti aumentata di 'la a '/5 del diametro
dellalbero.

247
Seguendo il Tredgold si avrebbe la seguente Tabella per proporzionare le razze secondo
gli sforzi esercitati alla circonferenza delle ruote, supponendole di1 metro di raggio ed a
6 razze, la cui spessezza supposta uguale ad 1/4 della corona.
TABELLA DELLE PROPORZIONI DA DARSI ALLE RAZZE DELLE RUOTE.

l
1

Sforzo tangenziale
della Ruota.

Larghezza
delle Razze

Larghezza totale
delle Nervature

in t.hrtogrammi

in centimetri

in centimetri

10
40

4.20
6,00

1,21
2,00

30

8,m

3,00

820

3122

336
430
580
730
870

lg62
.
11,64
12.12
13.00
13.80

6,80
8.25
8.73
9.70

1100

14,50

10,67

1210

15.50

11.64

1500

16,00

12,60

1750
2200
2300
2660
2840

16,50
17.00
17.50
18.00
18.50

13,68
1406
16.50
1700
17.95

3220

19,00

3500
____,

19,50
V 1_.

Osservazioni

i
|
'

_
_ _ di_ questa Ta .
Le dmensrom

bella sono quelle da darsialle

razze nel mezzo della lunghezza


compresa tra il mozzo e la
corona.
l

19.50

19,60
, U. __

Per applicare le proporzioni di questa Tabella ad una ruota dun altro diametro
ma avente anche sei braccia, bisogner moltiplicare questo numero per l/Tlll essendo
il raggio della ruota, di cui si vuole calcolare le braccia.

ARTICOLO VI.

Iinhoccnmcnli conici o dangolo.

209. Si dicono ruote dentale d'angolo o com'ch quelle, i cui denti sono TAV. XXV
intagliati sulla supercie di un cono nella direzione della. generatrice, e nelle
quali gli assi possono formare fra loro un angolo qualunque.Afnch gli imboc
camenticonici siano capaci di trasmettere grandi forze, come le ruote cilindri
che, necessario che i loro assi si trovino contenuti nello stesso piano, ed

in questo caso lincontro si fa nello stesso punto, che il vertice comune


dei due coni.
In certi casi, come nelatoi, si costruiscono delle specie {di ruote dangolo, i

cui assi non sono contenuti nello stesso piano; ma tali imboccamenti, i quali non
hanno che un punto di contatto, non si debbono costrurre che su piccole dimensioni
e per trasmettere piccolissimi sforzi. Potendosi per sempre sostituire loro gli imbocca
menti dangolo con tutti i vantaggi a questi annessi, noi tralascieremo dentrare nei

particolari di questo imboccamento.


Le ruote dangolo possono farsi in metallo od in legno, come le cilindriche, e la

loro forma geometrica. stabilita sugli stessi principii. Comunemente i denti sono in
tagliati suduna porzione del cono, perci tali ruote sono sempre in forma di coni tronchi.

1 Problema. - Daliin assi AB e A 6' ed il rapporto m a n, che nel nostro esempio


sar 2 a. 3, del numero dei giri, determinare i raggi delle due ruote.

Fig. 0.

248
TAV. XXV.

Solaz. Quando vuolsi trasmettere il moto circolare dun albero AB ad un altro AC


formante un angolo qualunque BAC. conoscendone il rapporto, per esempio come 2

a 3. si renderanno due punti a e o ad arbitrio, e da ciascuno degli assi sinnalzerannole


Fig. 2.

perpeni icolari a, bis, d; pi portando da o verso a due distanze qualunque, e da a


verso 0 tra delle stesse distanze, essendo il rapporto delle due ruote come 2 a3,
se ne porterebbe da una parte 3 e dallaltra 5 se il rapporto fosse da 3 a 5, e quindi.
le lunghezze roporzionalx a m ed a parti se il rapporto fosse come m ad n.Pei punti

'9 ed _/ si con nonno due parallele gli ed fk, i cui punti dincontro o determinanocol
vertice A la generatrice di contatto AD; le perpendicolari ok ed al abbassate dal
punto o sugli assi rap rasentano i raggi delle basi del tronco di cono dentato.
Nelle ruote dango o le velocit angolari sono in ragione inversa dei raggi: quindi

se si danno i due assi od il rapporto delle velocit -nm, si determiner la generatrice


di centatto portando sullasse AB una distanza Aa:m, e sopra AC ab=u; dunque

er i punti a e b si condurranno agli assi paralleli le parallele aq ebf: il loro punto


incontro 0 apparterr alla generatrice di contatto. Se er il punto osi abbassano delle

perpendicolari oc, od sullasse, si avranno due trian o i simili, che daranno la propor
zione od:oc:zoazob; ma si ha pure che oa:n ed 0 :m: sostituendo questi valori
nella proporzione antecedente si avr od : oc::a : m. Perci i raggi ad ed oc od i dia

metri 0 '. 09 corrispondono alle condizioni volute.


Flg. 5.

Sta iliii cosi i raggi dei due coni, che stanno fra loro inversamente come le velo

cita date, si potr determinare i due tronchi di cono, che formano le ruote. Nell' imboc
camento ad angolo biso na distinguere :
1 La generatrice i contatto ca 0 generatrice estrema per rispetto ai due coni;
2 La generatrice estrema del cono primitivo del rocchetto oh;
3 La generatrice estrema del cono primitivo della ruota oc;
' 4 I circoli primitivi complementari l' c' della ruota e del rocchetto oh;

5 I circoli primitivi complementari b'c' del rocchetto e c a della ruota interiori;


6 Le generatrici estreme dei coni estremi esteriori bo, ca;

'

7 La lun hezza dei denti c' c' tanto della ruota quanto del rocchetto, dipendente
dallo sforzo da rasmettersi e dalla proporzione della larghezza presa sopra un circolo

m. 1 e li.

primitivo medio fra il complementare.


i punti b ed a si otterranno innalzando una perpendicolare nel punto 0 sulla retta
di comune contatto, la quale, incontrando gli assi, determinai vertici b ed a; facendo
la stessa operazione nel punto o si otterr b ed a', vertici dei coni complementari.
Si ottiene lo sviluppo dei due coni, Fig. 4, conducendo una retta .zz perpendicolare
sempre alla linea di comune contatto. indi abbassando delle perpendicolari dalvarii
punti a'ina'. b' in b'; poi, descritto un circolo dal punto a" con raggio a"c.Fig. 3, e

enel punto b" un altro b'c, si sviluppa il circolo primitivo della ruota sulla cir
conferenza descritta dal punto a", dividendo la circonferenza primitiva in un certo
numero di arti u uali; portando queste parti sulla circonferenza si otterr lo sviluppo
del cono ( cdi il
renaso Gaouararco. ag.130, N. 584 Tav. XXVII) esterno della ruota,

nella stessa guisa si avr lo sviluppo de cono del rocchetto, della testa del cono e della
testa interna dellimboccamento, poi facendo ruotare un circolo D, che ha per diametro

be..raggio del circolo B. si otterr lepicicloide esterna c F per la curvatura dei denti
(Vedi a pag. 13). Nella Fig. 5 facendo ruotare il circolo che ha per diametro c'a' sulla

cirronferenza B', s'ottiene lepicicloide o G perla curvatura deide_nti del rocchetto, onde
possano trasmettersi il moto equabilmente. Premessi questi princxpii generali, passiamo

ad applicarli ad un esempio di costruzione di un imboccamento.


Flg. 6. .

' 2 Problema. - Dato un angolo BAC a ualc a 82, forqnalo dagli assi .di due
ruote. la velocit delle quali deve essere come a 2, costrurre limboccamcnto comco, e lo
sforzo da trasmettersi ai due assi uguale ad E.
I

Soluz. Operando come abbiamo veduto superiormente. si otterrai per la retta A D gene
ratrice un punto tale, che le perpendicolari as, at abbassate sugli assi saranno tra loro
come 2 a 3. Prendendo 011' Io; e tb:al si avranno idiametri primitivi delle basi dei

coni. Per il punto a conducasi la perpendicolare 00' e la eneratrice di contatto, e si


otterranno in questa guisa due coni oab e cab, che limi eranno le ruote alla loro
base. i quali si chiamano testa del coni inferiori. Dopo aver calcolato la spessezza dei
denti re ativamente allo sforzo E da trasmettere, come si fatto per gli imboccamenii

cilindrici. si prender una lunghezza aa', che pu variare fra3a 4 volte la spesssezza
d'un dente, secondo la natura dolmetallo impiegato per la costruzione e le condizioni,
con cui lavora il rocchetto. come si disse sopra ai condurr e1 punto a' una perpen

dicolare ad ma e alla generatrice di contatto AD, e del e parallele a'c e a'c' ad


e a'b', in guisa che a'k:ke ed a'k:ko'; conducas1 mc ed ne', e si formeranno
due coni mar: e nac',cbe limiteranno il rocchetto nella parte _superiore, i quali
chiamami teste del cono superiore. Le due linee, che riuniscono il punto A ai punti
b e b' passanti evidentemente pei punti c e c', sono le generatr1m primitive o e se
conda posizioni della generatrice di contatto. Dai punti o_e o' con 0a ed da per mg io
descrivansi due arcbiamed a:c', che si considerano come cxrconferenze primitive di ne
ruote cilindr che, e sulle quali si costruisce la dentatura col passo trovato corri
spondente allo sforzo, im legando lepiciloide o levolvente. Questi denti rappre
sentano le basi dei dent del rocchetto tagliato secondo la testa del cono infe

riore. Se consideransi

i denti colla ruota Ac, le circonferenze, che Il limitano

alla loro origine ed alla loro estremit. incontreranno la linea 09' 01 puntip e o;
per (L esti punti si conducano delle rette convergenti al punto dincontro deglbassi
ad a ' no allincontro di p', q' con o', b'. Poi con ma e no come raggi rapportati in

249
m'a" na" descrivansi due archi, che serviranno di base ad una costruzione analoga
a quella, che si fece colla testa del cono inferiore; i denti cosi ottenuti formeranno
lestremit superiore del rocchetta. Conducendo delle parallele alla generatrice di
contatto, estremit ed origine dei denti sulla mn, si otterranno i punti f e g, pe quali

TAV. XXV.

si condurranno le parallele ac ed a'c'; si potranno determinare queste parallele unendo


i punti 12 e g al vertice A, che daranno pure 1 punti f, y; il rocchetto sar cosintie

ramente determinato.
Il rimanente della costruzione appartiene alla geometria descrittiva; nulladimeno

indicheremo sommariamente

uello, che bisogner fare per compierla intieramente,

Prendasi un piano PQ' perpen icolare allasse AC, ed uno perpendicolare all asse AB,
esi rapportino sulle traccie di questi piani idiilerenti raggi, che hanno una estremit
sullasse e laltra nei punti p, a, q e f, a, 99 dal punto o; con questi raggi si descrive
ranno le circonferenze, che rappresentano il combaciamento o la proiezione del rocchetta

proiettato sul piano PQ. Sulle circonferenze ca e va, considerate come circonferenze
primitive, si costruiranno i denti operando come per le ruote cilindriche, come 10 in
dicano le linee punteggiato ae ed (16'; congiungendo le estremit dei denti con frazioni

della eneratrice, e proiettando ciascuna di esse sul iano verticale, tutto le opera
zioni indicate per la ruota A0 si ripeteranno sulla tra.

lAV. XXVI.
3 Problema. -_Dati due assi AB e A0 di due male, che sincontrano ad anyolo Fig. I, 2,5, 4, s, o.
retto, il raggio primitivo del cui rocchetta BD uguale a metri 0,220 e quello di
EF uguale (2 metri 0,440. descrivere le proiezioni verticali e lo spaccato sull'asse di dette
ruote quando una di esse M denti in legno.
Soluz. Si determini il posto, che i due raggi debbono occupare sui loro assi rispettivi,
come nellesempio antecedente; perci da un punto qualun ne B preso sullasse AB
sinnalza una perpendicolare ED uguale alraggio del rocc etto, e pel punto D si
conduce una parallela DL a questasse;preso sullasse A0 un 1punto qualunque E,
da questo sinnalza una perpendicolare F uguale al raggio de la ruota, e dal unto
F si conduce FH parallela a questasse. Il punto G dincontro delle due rette
H e

DL determina il punto di contatto delle due circonferenze primitive, i cui rag isono
(il e GK rispettivamente uguali a BD ed EF. Questi raggi si rapportano da.
in H
e.da K in L; ipunti H, G, L si congiungono al vertice comune A, e determineranno
il cono primitivo AHG ed AGL del rocchetto e della ruota; la retta. AG sar la ge
neratrice di contatto di questi due coni primitivi, i quali avranno le stesse propriet.

dei circoli primitivi di due ruote piane, come nellesempio antecedente, cio

le loro

velocit di rotazione sono in ragione inversa dei loro diametri, e questi sono diretta
mente proporzionati al loro numero di denti.
Ottenuti i coni primitivi, si descrive dai centri O, 0' (Fig. 2, 3 e 4,) sul prolun

gamento dei due assi dati, il circolo primitivo AHI e G'K'L'; si divide questo circolo
in tante parti uguali quanti sono i denti del rocchetto e della ruota, cio uno in 24
e. laltro 111 48, e si ottiene il passo su ciascuna ruota: sintende sempre che il asso
si determina preventivamente secondo. lo sforzo da trasmettere preso nella larg lezza
media del dente (vedi le Regole Pratiche); quindi, divisa ciascuna parte in due, si a
vranno tutte le, met dei denti e dei vani portate a destra, ed a sinistrale met della
spessezza del dente, tenendo conto, secondo le circostanze, quando i denti sono in legno
ovvero in ghisa. Il contorno esteriore dei denti si trova posto sopra un cono, le cui
generatrici sono perpendicolari a quelle dei coni primitivi, esi et engono innalzando

dal punto di contatto G sulla linea AG una perpendicolare B0, che incontra lasse
del rocchetto in B e quello della ruota in C; i punti B, C ed H, incontri cogli assi
sono i vertici dei due coni BHG e CGL. Ora, svilup ando questi coni sopra uno stesso
piano, si potr su questi eostrurre la forma esatta ci denti. Lo sviluppo della super
cie laterale dun cono sopra una supercie piana un settore, che ha per raggio la
generatrice del cono e per arco lo sviluppo della circonferenza della sua base. Ma
nel caso nostro inutile svilu are il cono intiero: baster descrivere da un punto
qualunque 15' (Fig. 5) col raggio G un arco di circolo acb sul quale, partendo da e,

Si porteranno le distanze u uali una a cc, spessezza del dente del rocchetta (Fig. 3),
e laltra alla s essezza ed

cl dente della ruota (Fig. 2); si opera lo stesso pel

ente

della ruota, cio dal punto 0' posto sul prolungamento di B'c si descrive col raggio
0G un arco di circolo fcg, sul quale si ortano le distanze rispettive eguali alle
prime cd e ce. Dopo si effettuano su questi ue circoli le stesse operazioni sopra descritte
pe denti delle ruote cilindriche; cosi sul rag io B'c considerato come diametro si

descrive il circolo tcj, di cui, ruotando sulla circonferenza fcy considerata come cir
colo primitivo della ruota maggiore, un punto descrive 1epicrcloide ok, la quale da
la curvatura dei denti della ruota; nella stessa guisa il circolo kcl descritto sul re gio 00 come diametro da, ruotando attorno al circolo cab, 1 epicicloide cm, e e
prendesi er curvatura del dente del rocchetta. Dopo tras ortate neste curve sim

metriche

a ciascun lato delle spessezze, si limitano i denti portan o su questi due

circoli generatori, dal punto di contatto c la. lunghezza on in ok eguale al passo

dei den i, ed allora da 0' e da B' come centri si descriveranno dei circoli, la cm cir
conferenza passi un po oltre, una del punto n, laltra del punto la; per segnare il
fondo del dente si tracciano dei circoli analoghi, che non sono affatto tangenti ai primi.
1 punti o e 12, che segnano il fondo e le estremit dei denti, si proiettano sopra una

linea BO in o' e 11'; si conducano da questi ultimi delle linee, c e concorrano al ver'
iceta, erappresenteranno una sezione verticale seguendo le generatncr estreme dei
en 1

'

'

I denti essendo convergenti allo stesso punto, il contorno interiore dei medesimi
non pu essere lo stesso che quello esteriore, e la differenza tanto pi grande quanto

32

250
TAV. xxvi. pi grande la larghezza Gr portata sulla generatrice di contatto. Del resto questo
contorno si determina come il primo: nel punto {r s'innalza sulla generatrice la
Fig. ti.

perpendicolare st, che termina sulla linea degli ass1_e che da la generazione ai due
coni, la cui supercie contiene il contorno delle facme anteriori dei denti. Per operare
come superiormente si sviluppano questi coni descrivendo dai punti s e 2' dei circoli

coi ra gi u uali ad re e ad M, come vedesi dalla

6, che di costruzione analoga

a quel a del a Fig. 5. Quanto si detto nora non r guarda che la costruzione dun
dente er ciascuna ruota; fattosene un modello, si porter. questo sui coni esteriori
delle ne ruote, le cui generatrici sono B6 e G0, per presentare le faccia esteriori

dei denti, in cui le generatrici sono ma e rt pel contorno delle faccie interiori degli
stesa denti.
_
_
Tuttavia, afne che loperazxone si faccia con una certa regolarit bisogner
tracciare sulla supercie curva esteriore delle due ruote, che contengono le genera
trici estreme passanti pei punti 0', della ruotae del rocchetto, una serie di genera
trici tutto concorrenti a vertice A , per mezzo di una specie di uadra apposita avente
la forma di un X, Tav. XXVII Fig. 10. ovvero avente la forma di un T, i . '7.
I denti essendo determinati, si termina la sezione parziale (Fig. 1) dellim%occamento,
dando il raggio agli alberi, la spessezza del mozzo e quella della corona. conica, secondo

le quote indicate.
Si osserver che identi di legno sono cale_ttati nella corona della ruota nella
stessa guisa, che per li imboccamenti cilindrici, facendo sem re concorrere i lati
della parte incastrata a medesimo vertice A. Questa. sezione col e tracce o combacia

mento (Fig. 5 e 6) basta per la costruzione; ma, quando si vuole rappresentare este
riormente limboccamento compiuto delle due ruote d'angolo, necessario determi

nare la proiezione dei denti; a tal effetto si tracciano questi denti su piani paralleli
alla base della ruota come lo indicano le Figure 2 e 3. Le divisioni essendo state fatte
antecedentemente sopra un circolo primitivo AH'I e L'K'G', per es rimere le met
dei denti e dei vani, ed inoltrei anchi, non rimane che a tracciare gli spigoli
esteriori e le parti curve ossia le costole.

Per il racchette si proietta in p sulla Fi . 3 il punto 11', che limita la estre


mit. dei denti (Fig. 1) e si descrive dal con ro O col_raggio op una circonferenza,
sulla quale si limitano le generatrici estreme. La posizmne di neste generatrici si

ottiene portando da ciascun lato delle linee di mezzo 170 del e distanze uguali a
on 0 op prese sulla Fig. 4; si conduce allora dai unta u e p una serie di linee, che
concorrano al centro 0; quindi si cerca il centro i un arco di circolo, che sostituisca
la curva epicicloidale passante pei punti era, e tangente al raggio e0. La Figura. 8u
indica che la costruzione consiste nel condurre in e una tangente ez, o al raggio e 0,
ed innalzare in mezzo alla corda ma una perpendicolare, che incontra questa tangente
nel punto 2, che sar il centro cercato. il raggio ez serve per costruzione graca dello
stesso arco. per la. curvatura esteriore di tutti i denti del racchette; si compie la

reiezione di questi denti determinando la curvatura interiore nella stessa maniera


dopo aver proiettati i circoli passanti pei punti a o p (Fig. 1). Si traccia in ne i
fondi dei vani proiettando i circoli che passano pei punti 111 e g] , osservando che la

Fig. 3 che si descritta rappresenta la faccia esteriore del rocchetto. La Figura 4


invece rappresenta 1 interiore, ed in questo caso non vi da rappresentare che i denti
della arte della base maggiore come se fosse una semplice ruota cilindrica. La

proiezione laterale (Fig. 1) dei denti del rocchetto sottiene proiettando successivamente
da una parte i tinti e sulla linea primitiva E L, e dallaltra parte i punti o p sulla linea
esteriore pp; al punto e si tirano delle linee concorrenti al vertice B per rappre
sentare i anchi, che terminano sulla linea pp', e poi punti u e p si fa passare le
curve tan enti a questi anchi nel punto 0. er rap resentare rigorosamente queste
curve, si ovrebbe determinare dei punti interme ii descrivendo dei circoli tra la
circonferenza. esteriore e la circonferenza primitiva, al punto u e p, e concorrenti
al vertice comune A; e si otterr la proiezione Intera e della parte interiore dei denti
colla proiezione dei circoli passanti peri punti 1, y'e p' avendo cura di far concorrere

i anchi o'y' al vertice s e raccordarli con curve assanti per e e 72'.


La Fig. 2 comprende nel suo primo quarto
la proiezione della. faccia esteriore
dei denti in legno della ruota ottenuti come nella Fig. 3. La costruzione per ottenere
il contro z dallarco, che gli costituisce la curvatura di ciascun dente, rappresentata
dalla Fig.8bia Questa proiezione serve a determinare la r01euope laterale( ig. 1) dei
denti di questa ruota, le lineee le lettere fanno vedere che operazmne identmaa nella
per la parte segnata del rocchetta. La stessa Fig. 2 comprende un secondo quarto N

"viso

pure in tre parti PQR; la parte P della ruota, vista dal lato opposto ai denti per fare
scorgere la proiezione delle faccio opposte del dente _in legno calettato nella corona,
il cui lato concorre al vertice C'R, rappresenta la faccia interiore della corona colle ca

lettature supponendo levati i denti, e il quarto Q fa veder la faccm esteriore di questa


stessa corona e delle sue calettature. La Fig. 6 rappresenta una sezione delle

razze

fatta secondo lalinea l-2 (Fig. 2). La Fi . 9 e una sezione della corona fatta secondo la
linea 3-4 passante per mezzo della ca ettatura colla pr01eZione laterale, le vedute
estremed un dente in le no.Le ruote dangolo come le cilindriche si ssano sui loro

alberi con biette e viti


di pressione.
Problema. - Disegnare la proiezione obliquo di 30 30' al piano verticale di una
TAV. XXVII. ruota 4
dangolo sapendo che l'angolo fqr_mato dalle geqeratriei del_ cono primitiva e di 3030'
gradi
ed
il rapgzo del circolo przmttzo0 del cono mferiore da 296mm, e che la ruota
l-ig. I, 2, a, -i, a, c.
porta 20 dente.
Soluz. Descrivasi colle regole del N l89. Tav. XX, la proiezione orizzontale e ver
ticale della ruota conica. seguendo le norme indicate, e si otterr nella Fig. 1 la pro

__._. __.*A _

251
iezione verticale e nella Fig. 2 la proiezione orizzontale.
zione orizzontale della Fig. 2 nella Fig. 4 dando allasse

nind_ si_tras_porta la prom


S 1'1n01111811011800112'1 ver

ticale CD, che si vuol dare alla ruota col piano, che nel nostro_caso di3t)0
vale come disporre la Fig. 4 in uisa, che la ruota E F faccia lo stesso
3030c011a linea di terra ma. onducasi oi una retta GH, che essa
della ruota e parallela alla. linea di terra, Ill(l innalzando al punto _S della

30, Ci che
angolo di
pel centro
F1g.4 una

perpendicolare .S S", il punto S", incontro della retta G H, sar la pr01ezmne del vertice del
cono primitivo obliquo; proiettando il punto 0'" sulla stessa retta GH in O "_' si avr la
proiezione del vertice del cono inferiore. Si avr pure _nel punto I la pr01ezione del

punto D centro del circolo

rimitivo della ruota; e preisttando nella stessa _gaus_a i

punti A' e B si avr. la

istanza U, e sulla. retta GH i centri dei varu circoli, i

quali proiettati come il circolo primitivo, determinano il contorno della r_uota,e sopr_a
di essi per mezzo di

aralieie operando come nella Tavola XX SI avranno i v_an_1 punti.

che formano il con orno dei denti UAB, e lasse minore dellehs5e, prmezwne del
circolo primitivo; conducendo dai punti Q e P della Fig. 1 delle parallele aila_HG si
avranno i punti (2', F, che determinerannolasse maggiore

reiettando 1 .punt_l_ M. N,

L, D; le direzioni si otterranno conducendo le generatrici, c e assano_pe1 vani denti


dai

unti S e 0"", e si potr facilmente avere la prmezmne oblique, Fig. 3.

e Figure 5 e 6 fanno vedere due sezioni della ruota: la Fig. 5 passa per l_asse

e per due razze, e la Fig. 6 una sezione tra una_ razza _e__laltra. Raccomandiamo

caldamente ai giovani costruttori ingegneri questl eserClzu di proiezwne Obllqtlai


perch loro necessario un grande esercizio nel_di
segno, senza delf%uale difcilmente potranno (115MB
pegnare il loro ti cio, e sprecheranno maggior tempo
e materiale in far costruzioni imperfetto, con danno
del proprio credito.

Imhoccamento a. lanterna. - Daremo ancora


come esempio di trasmissione angolare la Figura.

duna disposizione, che e sovente adottata nei mecca


nismi dei molini dantica costruzione. Essa consiste in
un tamburo chiamato lanterna formato di due dischi

AB, A'B' (Fig. 142), pel centro dei quali passa l'ai
bero e i cui contorni sono uniti fra loro per mezzo

duna serie di cilindri posti sulla loro circonferenza,


chiamati fusi; il tamburo messo in moto per mezzo
duna ruota. cilindrica munita di una serie di denti
posti sulla circonferenza duna ruota, ma perpendico
larmente al piano della medesima. La forma di questi
denti, particolarmente se hanno dimensioni un po

grandi, quella indicata pei denti delle altre ruote


Flg. ne.
dentate descritte antecedentemente. La loro costru
zione essendo piuttosto facile. crediamo inutile dedicarle una tavola speciale.
Quando tali ruote con denti perpendicolari al proprio piano sono piccole e costrutto

in metallo, si dicono ruote a corona.

TAV. XXV.
.'3.

" -4,.),
I : ti.
1,2,0,

ARTICOLO VII.
Dei Modelli in legno.
TAV. XXVIII.

210. - Si dice modello la prima esecuzione che si fa in legno duro, in

grandezza naturale ed esatta, dun organo, la quale deve servire al fonditore


per ricavarne la forma colla terra e colla sabbia per gettarlo in metallo. Tal
voltai modelli si fanno pure in metallo, in pietra, in gesso, in argilla. Quelli
in legno sono i pi comuni. Nelle grandi ofcine si eseguiscono in appo
sito lab0ratorio e da operai speciali, detti modellatorz'.
I modelli in legno si fanno ordinariamente con assicelle di legno duro secchie
simo, e poste una sullaltra, colle bre disposte in senso contrario, ed in tutte le dire
zioni. Per evitare qualunque alterazione di forma, la loro supercie deve essere polita,
e soventi anche colorita con piombaggine polverizzata. Quando il modello presenta
delle curvature, onde sarebbe difficile ,estrarlo dalla forma intero, si fa scomponibile

tanto il modello quanto la. forma stessa in varie parti , combinate in guisa che si
possano estrarre una dopo laltra senza guastare il modello e la forma in terra. e sabbia.
Modelli della Ruote dentate. - Se in tutti gli organi il modellatore deve avere
una grande cura nella costruzione del modello per evitare lo spreco della materia
ed un lavoro inutile, per nire lorgano, nelleseguirei modelli delle ruote dentate, a

causa delle proporzioni rigorose che devono esistere tra il loro diametro e il numero
dei denti della ruota, il modellatore deve tener conto non solamente del ristringimento
della ghisa, ma. ancora della quantit di materia, che deve essere tolta nel suo poli

mento sul torno o dal terebratoio (aldsoir), se loggetto concavo.


Le parti del modello debbono essere solidamente calettate, in modo che nel com
primerle battendovi la sabbia sopra non si diormino.

Per le ruote a denti in legno la corona dovendo essere traforata da un gran nu-
mero di calettature per ricevere i denti dette dai Francesi cabinets, invece di fare queste
aperture nel modello, che lo indebolirebbero troppo, si rapportano alla circonferenza
esteriore altrettanti denti salienti uguali alla forma e dimensione della calettatura

che vuolsi ottenere.


Tenendo conto di queste osservazioni proponiamoci lesecuzione dun modello
duna. ruota dentata cilindrica. Il modello come la ruota si compone delle seguenti
parti: della corona coi relativi denti, del mozzo colle sue portate e delle razze.
211. Modello della. Corona. _ Il modellatore prende assi della. spessezza di 25
Fig. I, e, s, t, :;, 0.
a 35 millimetri, taglia tanti segmenti A, A di corona. circolare avente il raggio della

ruota. e del rocchetto aumentato della tornitura quindi si sovrappongono e incollano


gli uni agli altri disponendoli in guisa tale che le unioni dei varii strati vadano uno
nel mezzo circa. dell altro, come vedesi dalle Fig. 1, 3, ntanto che si abbia la spessezza
voluta.

La. corona cosi costrutta resiste pi facilmente alle variazioni igrometriche che
una corona. dun sol pezzo.
Terminata cos la. corona, quando le unioni incollate siano perfettamente secche.

si ssa su dun torno a piatta forma per rendere circolare il contorno interiore ed
esteriore, e formarvi tutte le modanature, secondo le forme stabilite perla costruzione

nel disegno in grandezza naturale, che prima dincominciare il lavoro si deve sempre
fare il modellatore.
Preparata cosi la corona si eseguisce la divisione dei denti, quindi formati tanti
tasselli aventi la forma e dimensione dei denti, si ssano al loro punto di divisione
per mezzo di viti o di chiodi, per preferibile per la solidit del modello, invece

di applicarli semplicemente contro la corona , di praticare in questa ultima dei pic


coli intagli a coda di rondine e. piccola profondit come vedesi in B, Fig. 2.

212. Del Mozzo. - Dordinario il modello del mozzo si compone di pezzi di legno
formati ciascuno dun sol pezzo D 0 di pi pezzi quando ha una grande dimensione.

A questi due pezzi si da. prima sul torno la. forma conveniente, quindi si uniscono
facendoli comprendere la spessezza delle razze.

253
213. Delle Razze. - Il corpo di ciascuna razza0 (Fig. 4) anchesso formato di TAV. XXVIII.
assicelle minute, non solamente secondo il contorno esteriore ed apparente, che deve
avere la ghisa, ma anche in riguardo alle parti da incastrarsi nella corona e nel

mozzo. L'estremit a dal lato del mozzo D ha la forma di un settore corrispondente


alla sesta parte del circolo, perch la ruota porta 6 razze; le due faccie laterali b di
questa parte delle razze sono a scanalatura per poter essere calettate per mezzo delle
linguette incollate contro il mozzo. Questo metodo ha il vantaggio di far congiun
gere le razze tra loro con molta solidit; laltra estremit d e tagliate. circolarmente
per adattarsi alla forma della corona che essa compenetra; e perci la corona stessa
deve ricevere un intaglio analogo. Le razze, sul cui corpo 0 si rapportano le nervature

nelle quali deve praticarsi anticipatamente una scanalatura E ciascuna essendo ta


gliata secondo la forma indicata dalla Fig. 3, comprendono un

supplemento ef

a ciascuna estremit per incastrarsi nella corona e nel mozzo. Quando tutte le
nervature sono al loro posto ed incollate nella corona si rapportano le due parti del
mozzo D sulle due faccio delle razze e incollate negli intagli appositamente prepa
rati per ricevere le estremit delle nervature; indi si posta sulle faccie esteriori del

mozzo le portate coniche F, le quali servono di guida ai fonditori per porre il mozzo
nella sabbia 0 centro della ruota modellata. Afnch poi tutto sia perfettamente so
lidario, si fa attraversare il mozzo da una chiavarde centrale G, che permette di
cambiare al bisogno il diametro delle portate e per conseguenza quello dei buchi
della ruota dentata senza guastare il modello. Si pu dare maggior grazia alle razze
ornandole con qualche modanatura i, rapportandole nellinterno alle congiunzioni
delle nervature. Le razze, quando il modello terminato, si ssano per mezzo di

punte; la sezione Fig. 4 fa vedere la forma e il posto che debbono occupare queste
modanatura.
Si osserver che negli imboccamenti, che debbono imboccare senza essere limati,

il modello deve avere la forma precisa del dente, ma quando vanno limati parti
colarmente, quando i denti in ghisa debbono imboccare coi denti in legno, gli aggetti

si fanno pi forti senza che abbiano punto da indebolirsi per il loro polimento. Vedi
le Regole pratiche.
214. Modello duna. Ruota dentata dangolo. - Le osservazioni fatte pei modelli

delle ruote dentate cilindriche sapplicano alla costruzione dei modelli delle ruote
dangolo; tuttavia le forme speciali di queste necessitano certe osservazioni che le
concernono in modo speciale.

Le Fig. 7, 8, 9 rappresentano le due prime le proiezioni verticali ed orizzontali


dun modello duna ruota d'angolo, e la Fig. 9 la sezione dun modello in costruzione.
La corona A, come vedesi dalla Fig. 9, si compone di varii quarti sovraposti ed
incollati, ma disposti a gradi aumentando il lor diametro verso la base; dopo averlo
incollato e lasciato sufcientemente seccare, si mette tutto il modello sul torno, e si tor
nisce la supercie esteriore e interiore della corona cosi preparata, secondo il disegno

apposito e sopra un apposito tavolato in grandezza desecuzione; indi preparasi il piano


della base superiore bb ed inferiore del cono, perpendicolare allasse, quindi con una

specie di falsa squadra T, Fig. 10, di cui un lato bb corrisponde alla faccia piana b'b'
ed il secondo ab corrisponde allinclinazione della generatrice, si tornisce la faccia

esteriore a'b' della corona conica, la quale generatrice di contatto, che determinasi
colle regole insegnate superiormente. Determinata la faccia esterna, si determina
linterna che ha per generatrice la retta ye'. Preparata cosi la corona si preparano

le calettature per le razze C e loro nervature E. Le razze vengono postate mediante una
scanalatura circolare di alcuni millimetri nella corona come vedesi nella Fig. 9 in d 9,

e le nervature sincontrano per mezzo duna calettatura praticata nel senso della ge
neratrice del cono interiore segnata colla linea 90, Fig. 3.
Il mozzo ha la forma conica rappresentata dalle rette ma e po, che segnano la
profondit della sua scanalatura, che deve ricevere la nervature. Preparato cosi
il cono, che deve rappresentare la ruota dangolo diminuita della spessezza dei denti,

dividasi questa supercie in quanti sono i denti che si vogliono dare alla ruota, trac
ciando da ciascun punto di divisione, per mezzo della falsa squadra T, altrettante ge

neratrici, che indicano il posto dei denti o degli intain che debbono riceverli.

Fig. 7, s, 9, m.

254
La Fig. 11 una sezione trasversale della razza secondo la linea '7-8.
La Fig. 9 una sezione verticale fatta secondo un diametro 5-6, la quale fa ve

dere la costruzione della corona. A e dallaltra parte la corona nita e calettata colle
sue braccia C ed il mozzo D. La Fig. 13 una sezione del modello delle calettature,
che debbono eseguirsi sul contorno della corona quando vogliasi rapportare i denti.
In generale la met della ruota modellata in una cassa incastrata nel suolo dell'of
cina e detta cassa inferiore, laltra modellata in una cassa analoga detta cassa su
periore o controcassa, le quali bisogna che ambedue siano costrutte in guisa che si

possa togliere la cassa superiore da sopra il modello in legno senza guastare limpronta
nella terra lasciata da esso , indi togliere il modello in legno senza guastare lim
pronta della cassa inferiore.

Regole pratiche.
A norma dei pratici diamo una Tabella comparativa dei diametri per i modelli in
legno, affinch, nonostante il ristringimento della ghisa ovvero quella parte di materiale

tolto dallutensile dal torno 0d altra lavoratura, coincidano colle dimensioni reali che
vuolsi dare allorgano gettato.
TABELLA DEI DIAMERI COMPARATIVI DA DABSI AI MODELLI IN LEGNO DEGLI ORGANI
AVENTI UNA FORMA CILINDRICA CHE SI FANNO IN GHISA TORNITI 0 NON TORNITI.

DIAMETRO

PEZZI CHE NON VANNO TOKNIT1

PEZZI CHE VANNO TORNITI

/f'\_/\f"\ ,.""\/J
del

pezzo nlt

daggiungersi al

diameim da darsi

.
.
.
d,:el:elglolgn,

diametro da darsi

diametro pel modello

al modello

per " modello

1 m"

|
l

0,10

333
,

3
.

0,101

3333
,. '

0,105

33367

I3

0,40
0,50
0,60
0,70

4
5
6
7

0,404
0,605
0,606
0,707

8
10
11
12

0,408
0,510
0,011
0,712

sa

0,

sa:

1,00
1,10
1,20
1,30
1,40
1,50
1,60
1,70
1,80

10
11
12
13
14
15
16
17
18

1,010
1,111
1,212
2,313
1,414
1,515
1,010
1,717
1,818

10
17
18
19
20
21
22
23
24

1,010
1,117
1,218
1,319
1,420
1,521
1,622
1 .723
1,824

2.10

21

2,121

28

2,128

2,20

22

2,222

29

2,229

2.30

23

2,323

30

2,330

2,40
2,50

24
25

2,424
2,525

31
32

2,431
2,532

2,80

28

21828

35

2,835

2,90
3,00
3,10
3,20
3,30

29
30
31
32
33

2,929
3,030
3.131
3,232
3,333

30
38
39
40
41

2,935
3,038
3,139
3,240
3,341

l
1
l
[

33

33

3%

33

333

3,60
3,70

30
37

310%
3,737

44
45

3.044
3,745

l,

3,80
3,90

38
39

3,858
3,939

46
47

3,846
3,947

4,00

40

4,040

48

4,049

255
Spiegazione della Tabella. La prima colonna della tabella rappresenta il diametro che
deve avere il pezzo o lorgano da fondersi finito. I numeri della seconda colonna rappre
sentano il ristringmento, che fa la ghisa nel suo rall'reddamento. Cos un organo, che nel

modello aveva un diametro 1,010, dopo il getto in ghisa dolce, suscettibile di essere lavo
rata con facilit, non avr pi che di 1 di diametro.
1 numeri della terza colonna danno i diametri dei modelli relativamente al ristrin
gimento della ghisa.

Quelli della quinta colonna rappresentano non solamente il ristringimento della


ghisa, ma ancora la quantit di materia, che suscettibile dessere tolta dellutensile sul
torno nella sua pulitura.

Una tal quantit per variabile, ed maggiore peri grandi diametri, minore per i
piccoli. Qualunque sia loggetto fuso, esso non pu esserlo con tutta la precisione e il
rigore matematico qualunque siano le precauzioni prese alluopo. Infatti per quanta cura
simpieghi nella costruzione dun modello, nel ricavarne la forma nella terra le linee che
prima erano rette diverranno curve e cos pure le circolari, sia per lo spostamento prodotto
dalla sabbia, sia ancora perch il ristringimento della ghisa pi sensibile in certi punti

che in certi altri. Cos ad esempio in una ruota dentata si vedr sempre che il diametro
esteriore misurato sulla linea delle razze e sensibilmente minore di quello misurato tra
una razza ed unaltra. Nelle ruote di 3 a 4 metri pu elevarsi no a tre o quattro milli
metri. Perci nella costruzione dei modelli si avr riguardo a tutte queste considerazioni
puramente pratiche, se vuolsi che i pezzi fusi soddisfacciano ai bisogni richiesti dalle

varie combinazioni degli organi meccanici nelle macchine che lo sviluppo dellindustria
richiede.

Modo di servirsi della Tabella. -Se un pezzo od organo nito deve aver un diametro
compreso tra due numeri consecutivi della prima colonna della tabella, aggiungasi a
questo diametro il numero preso nella seconda colonna e che corrisponde al maggiore

dei due numeri consecutivi, per avere il diametro del modello, quando il pezzo non va
tornito.
Bisogner invece prendere il numero corrispondente della quarta colonna, se il pezzo
va tornito. Alcuni esempii chiariranno meglio le suesposte regole.

l Esempio. Quale sar il diametro da darsi ad un pezzo, che fuso non tornito deve
avere 4m,225 di diametro ?
Soluz. Questo numero essendo compreso tra l,20 e lm,30, il diametro del modello

sar 1111,225 +0m,13 : lm,238.


2 Esempio. Qual sara il diametro da darsi al modello dun pezzo, che fuso e tornito
deve avere l,?25 di diametro ?

Soluz. Come nellesempio precedente, se questo diametro sar compreso tra met. 1,90
e met. 1,30 della prima colonna, allora invece di leggere il numero contenuto nella se
conda colonna si prender quello della quarta, che d
lm,225 + 0,019 :1',244.

Per istruzioni pi particolareggiate vedi i Manuali del Modellatore e del Fonditore.

256
ARTICOLO VIII.
Trasmissione del moto per mezzo di Puleggic e Tamburi
con Cingoli.
TAV. XXIX.

215. Puleggie. - Si chiamano puleggia o tamburi una specie di ruote ci


lindriche in ghisa o in legno calettate su alberi orizzontali o verticali, che
agiscono indirettamente per attrito mediante cingoli o baltei, cio cinghie
a nastro, corde e catene, che abbracciano una porzione della loro circonferenza
per trasmettere il moto di rotazione da un albero a laltro.
La trasmissione del moto fra due assi posti relativamente a grande distanza con

cingoli o baltei la pi semplice e la meno dispendiose, ed da preferirsi alla tras


missione con ruote dentate, quando sia possibile
ben disposte, oltre di trasmettere il moto senza urti e
esigere che organi molto leggeri relativamente alla
gette alle cause di rottura delle ruote dentate, ed

applicarla. Se le puleggie sono


scosse, hanno il vantaggio di non
forza trasmessa, non vanno sog
inne sono un intermediario di

sicurezza tra la potenza e la resistenza; perch, in caso d eccesso o da una parte o


dallaltra, la trasmissione del moto pu cessare senza cagionare rotture, e vi sar al

pi scivolamento.
Le puleggie differiscono dai tamburi in quanto che esse non possono ricevere che
una sola coreggia o cinghia, mentre i tamburi potendo avere una lunghezza di pi
metri ne possono ricevere varie , e qualche volta fino a dieci o dodici, che trasmet

tono il moto ad altrettante differenti macchine; da qualche tempo per si preferiscono


tante puleggia quante sono le trasmissioni all'uso dei tamburi.
Alle puleggie come alle ruote dentate bisogna dare il diametro proporzionato
alla velocita, che si vuol ottenere (Vedi a pag. 219).
Le puleggie sono o piatte o scanalate. Le puleggie piatte hanno la loro parte ci
lindrica piana o leggermente convessa; le scanalate sono o piatte con due rilievi nel
senso della circonferenza, che servono a dirigere la coreggia, ovvero presentano una
scanalatura curvilinea o gola per ricevere una fune o una catena. Le puleggie piatte

sono sugli alberi, che le portano, sse o fatti, di diametro costante o variabile.
Le puleggie pazze o folti sono quelle, che non hanno chiavette 0 viti di pressione
per ssarle sullalbero, e sono libere di girare in tutti isensi, senza far girare lalbero
con se; esse hanno per ufcio di sospendere a volont il moto della macchina rice
vendo su di s la coreggia che trasmette il moto, posta sulla puleggia ssa.
Nelle puleggia bisogna distinguere, oltre le sse o folti, la. puleggia conduttrice c

la puleggia condotta, le puleggie guide e di rinvio (queste ultime possono essere sso
od oscillanti) e i tenditori.
Nei baltei bisogna distinguere il tratto che va e il tratto che viene, lo che dipende
dal senso, in cui gira la ruota: il primo dicesi conduttore, laltro condotto.

Dicesi puleggia conduttrice quella, che riceve il moto dallalbero, su cui trovasi
calettata, e lo trasmette ad unaltra, detta puleggia condotta, per mezzo dun cingolo.

Puleggie guide si dicono quelle, che sono poste per sostenere i cingoli quando la
puleggia condotta e la conduttrice sono poste a grandi distanze e sempre col loro asso
perpendicolare alla linea media della coreggia, o per cambiare la velocit.

Le puleggia di rinvio sono quelle poste in piani diversi da quello dellasse medio
della coreggia, e servono a cambiare la direzione dei cingoli facendoli formare angoli

sia nello stesso piano che in piani differenti.


Le puleggia fisseo di rinvio a diametro costante o variabile, che servono a tras
mettere il moto di rotazione da un albero allaltro per mezzo di coreggie, si com_

pongono come le ruote dentate di tre parti, cio: di una corona J, proporzionalmente
alla forza che trasmettono, molto sottile; di un mozzo M, e di un certo numero di
braccia 0 razze B, che legano la corona al mozzo: qualche volta per alle razze si sosti

tuisce un disco pieno, Fig. '7.


Razze. - Le razze, dette anche braccia della puleggia, si calcolano colle medesime

1..

'

257

regole. di quelle delle ruote dentate, avendo ,ie stesse forme; la forma della loro sezione e
sovente quella di unelisse, il cui asse maggiore e nel senso dello sfo'rzo,ohe si esercita
sulla circonferenza, o del moto di rotazione; questa forma o're minor resistenza allo

spostamento dellaria nelle grandi velocit. La resistenza da vincersi diminuisce col


crescere del numero delle razze, il quale pu variare da 3 a 6 ed anche a8 secondo la
maggiore o minore grandezza della puleggia. Il carico della puleggia sovente molto

leggero, e vquindi permette di dare alle braccia una sezione piccolissima; quindi
costruendole nel modo ordinario le razze si spezzano per ristringimento della ghisa

dopo il gitto. Per evitare questo inconveniente e conservare alle puleggie tutta la lor
leggerezza si da alle braccia la forma dun arco di circolo: in cotal guisa il ristrin
gimento della ghisa rareddandosi si effettua sulla lunghezza della razza, ed ha per
sola conseguenza di far leggermente girare il mozzo.

Quando _non si vuole ricorrere a questa curvatura delle razze delle puleggie, e
quando le puleggie sono dun gran diametro, si evita linuenza del ristringimento

fondendo il mozzo in tre parti. A tal ne si mettono nella forma dei pezzi di lastra
di ferro ssi n']la_sabbia tormenti tre serbatoi distinti per la ghisa nel mezzo della

ruota. Quando si ricorre a questo metodo necessariodi consolidare il mozzo rimet


tendo nelle divisioni delle lastre in ferro tagliate col contorno del mozzo, indi riunen
dole tutte insieme per mezzo di cerchi in ferro messi a forza a caldo da ciascuna
parte del mozzo.

Le puleggie di piccole dimensioni sono ordinariamente piene, vale a dire dischi


posti nel mezzo della larghezza della corona, 6 da una parte come nella Fig. '7.
Corona. - La corona delle pnleggie serve a portare la coreggia, che le abbraccia.
e lesperienza ha dimostrato che si pu fare molto sottile, anche tenendo conto della
robustezza necessaria per evitare lovalizzazione della ghisa nella fondita. La larghezza

generalmente quella della coreggia che deve ricevere, e anche rin po pi larga,
onde nelle-piccole deviazioni la coreggia sia sempre sulla corona; la corona si fa

pure leggermente convesa nel mezzo , afnch la coreggia si mantenga nella sua
posizione normale; questa leggera curvatura ha per eetto di produrre un certo

allungamento nel cuoio, il che d pi aderenza alla,coreggia; la maggiore spes


sezza nel mezzo aumenta la resistenza. Se la supercie della corona fosse piana, la
menoma irregolarit od inugnaglianza, sia nella trazione sia nel corpo della coreggia,
la farebbe oscillare nella sua corsa ed anche scavalcare. Nei molini simpiegano

soventi delle puleggia colla corona piana aventi lateralmente due rilievi a sponde
jj di spessezze uguale a quella della corona, le quali impediscono alla coreggia di
cadere. Tali puleggia vengono dordinario ssate ad alberi verticali, e ritenute da
una vite di pressione passante pel mozzo, la quale permette di variare la loro posizione.

216. Disposizione delle Puleggie. - Nella disposizione delle pulcggie

e coreggie a nastro bisogna considerare le quattro reciproche posizioni, che


gli assi delle medesime possono avere fra loro, cio:
1 Gli assi coincidono geometricamente e i piani delle pnleggie si confon
dono, 2" sono paralleli e i piani delle pulcggie non si confondono, 3 si ta
gliano a vicenda, 4 si muovono uno accanto all'altro, e sono incrocicchiati.
In tutti questi casi le coreggie vanno dalla puleggia della potenza a quella della

resistenza o direttamente o per mezzo di puleggia di guida dette di rinvio. In qualunque


disposizione per, onde la coreggia non iscavalchi, bisogna: 1 che la linea di mezzo
della coreggia sia posta in un piano medio della puleggia (l); 2-che la puleggia di
rettrice sia posta in guisa che la linea, nella quale il piano medio della puleggia di

rettrice taglia il piano medio della puleggia motrice si confonde colla linea di mezzo
della coreggia, od in altri termini che la linea di mezzo del tratto di coreggia con

[Il 1.1 piano medio d'una puleggia. S_'lnlende un piano passanle nel mezzo della spessezze della puleggia e per
pendicolare all'asse.
' '
'
'
b sezione media. [olandesi il circolo. nel quale il piano medio taglia la supercie della puleggia.
c Il mezzo della corggia. Dicesi la linea, che divide la'coreggia Iongiludinalmcnle in due parli uguali.
33

-S-

TAV. mx.

258
d_uttrice cada nel piano,,che passai pel centro della puleggialcondotta; Ovvero il tratlb

di coreggza, che parte dalla puleggia conduttrice sta perpendiclare allasse della puleg
yia condotta, onde la coreggia non iscavalchi.
Coreggie senza guida. - Nelle disposizioni di coreggie, nelle_quali le condizioni
precedenti sono adempite,pil movimento si effettua senza aiuto di puleggie di rinvio

o altre guide, e perci esse sono dette anche trasmissiohi che si cendzwno da s.
Le pi semplici sono quelle cogli assi paralleli rappresentate dalle Fig. 143 e 144.
'
.
La coreggia della Figura
143 si dice aperta, quelle. della .
144 incrocicchiata; entrambe
possono girare in tutte le di
rezxon1.
' Non si possono stabilire
trasmissioni di coreggie sen
za puleggia di rinvio o che si

conducan da se tra due pn


leggie, i cui assi coincidano
geometricamente, e traquelle,

i cui assisi tagliano a vicen


" _ da;allopposto_srvono molto
bene, e sono sovente adope- _
rate quelle rappresentate nelle
Fig. 145 e 146. Questultima trazione si conduce da s, quando le puleggie sono collocate
in guisa che soddisfano alle condizioni sopradette, cio che la linea di sezione 58 dei
piani delle puleggie tocchi amendue queste nel punto. di partenza delle coreggie; questi
punti nella Fig. 1,45 sono a e b, la coreggia deve dunque muoversi nel piano della faccia.

'
Allordh si voles
Fig. MS.

Fig. HA.

.
l
,1

'se eettuare ilmo


vimento nellaltra
direzione, conver
rebbe girare le pu
_ leggie sul loro as

se in ghisa chela
' lineadeiloro piani
toccasse nel punto

a' e b'. Ci si ot
tiene postando le
-puleggie di altret
tanto al di l del
punto dincrocic
chiatura K degli

"assi quanto era


trovansi al di qua
di esso. La tras

missione

di co

reggie qui rappre


sentata il 08.80
pi comune di

quelle che si con

ducono da se; in
esso si ha la corag
Fig. MS.

Fig. Ill.I

gia aperta, quan

do langolo B, che fanno i piani delle puleggie. e :0; la coreggia incrocicchiata,


quando il detto angolo pari a 180; nelle posizioni intermedie ha luogo una incro
cicchiatura parziale; se B = 90, la coreggia incrocicehiata per met (e viene detta
perci mezza incrocicchiatura); se B=45, la coreggia ha un quarto dincrociccliia

tura, e cos via via.

'

'
Y_'__:- ' _

i _

259
Allorch la coreggia parzialmente incrocicchiata e proporzionalmente corta, essa

viene al suo punto

partenza troppo facilmente tratta seco dalla puleggia. Per evitare

questo inconveniente bisogna, secondo il Redtenbacher, fare, che la minima distanza

pomibile delle due puleggie sia uguale a due volte' il diametro della puleggia mag
giore, vale a dire che langolo delle incroc_icchiature non deve superare 25; affinchv
poi la coreggia non venga troppo p'esto logorata, vuole il Viilker che la distanza

della puleggia non sia minore di lO|/bD, indicando conbla larghezza della coreggia
e con i) il diametro della puleggia conduttrice.
Trasmissione con Puleggia. di rinvio. - La trasmissione colle puleggia di rinvio '
regolare, quando ogni puleggia toccata nel punto di partenza della coreggia dalla

linea di sezione del proprio piano con quella della puleggia susseguente.
Le Figg. 147, 148 e 149 rappresentano un sistema di trasmissione con coreggie, le
cui pul'eggie hanno gli assi paralleli. Nelle Figure 147 e 149 le puleggia di rinvio giac

ciono nei

piani

, ;

cheletoccano am

bedue,
per diametri
ed hanno
la di-

'

_stanza dei piani


centrali delle pu
leggia motrici. Si
mile disposizione
permette il' moto

nelle due direzio


ni. Dordinario pe
r non si richiede

che il moto in un
sol senso, ed in

questo caso sui


ciente la_ disposizione pi semplice

!
Fig. m.

Fig. ma.

Fig. 41.9.

delle Figure 148

e149; dove gli assi delle due puleggia conduttrici coincidono, A e B sono puleggie
motrici; nei loro punti di partenza, vengono poste su piani paralleli e ad esse tan
genti ed adoperati come piani centrali delle puleggia conduttrici, che hanno per
diametro la distanza dei piani delle puleggie. Ove si consideri B come puleggia con

duttrice, nel qual caso si pu metterne una folle nellasse A, allora Ce D possono ser
vire di pu-leggie motrici. Un applicazione identica alla rappresentata s impiega
spesso nei latoi e nelle fabbriche a tessere, dove mediante C e D si mettono in moto
due diverse macchine. In simili casi
lasse A rattenuto sospeso al sof
tto, ed anche sotto il pavimento, e

porta nel suo prolungamento un


certo numero di puleggia, che met
tono in moto una doppia la di mac
chine utensili. La puleggia condut

trice B viene allora per solito divisa


in due puleggie conduttrici pi pie
cole, i cui assi vengono adattati
in vicinanza e paralleli aquello di A.
La Figura 150 rappresenta una tra
zione di puleggia angolare con assi,
che si tagliano a vicenda. La si

pu dedurre dalla disposizione 148


el49mediante la trasposizione del

l'asse B, ma anche in questo caso


come nellaltro si pu solo eettuare il moto in un sol senso. Si

Fig. su.

260
ottengono le puleggie conduttrici mettendole in piani tangenti ai piani centrali delle
puleggie traenti, e poi dando ad ogni singola puleggia conduttrice pel piano centrale
un piano parallelo agli assi A e B e tangente alle puleggie conduttrici stesse nei punti
di partenza delle rispettive coreggie. Volendo invertire la direzione del moto, si possono
bens conservare le puleggie e i loro assi comuni, ma bisogna spostare quelle su questo
di una conveniente quantit. In questo caso come nellaltra disposizione precedente,

non bisogna dimenticare che le pnleggie di rinvio girano in senso opposto, e quindi
non possono essere fermate sui loro assi , Fig. 151.

Coreggia mezzo incrocicchiata. con Puleggia di rinvio. - Le puleggie di


rinvio sono poste in guisa che sarebbe possibile la mezza jncrocicchiatura della Fi
gura 151, se la distanza fra le puleggie non fosse troppo piccola.
Per ottenere che la coreggia
nella sua direzione si mantenga al

posto bisogna che un tratto di que


sta coincida colla linea 85 di sezione
dei piani delle puleggie, poi da un

punto 0 scelto ad arbitrio su que


sta linea si traccino le tangenti'
ca e ab alle circonferenze delle
puleggie, e si ponga la puleggia
direttrice 0 nei loro piani in guisa
_
che tocchi le loro tangenti;
Il movimento pu effettuarsi in ambe le direzioni; tuttavia lasse della puleggia

Fig. iil.

direttrice ha nella costruzione una posizione incorpoda. la quale rende' difficile leet
tuamento della trazione, e quindi rende poco utile nella pratica una tale disposizione.

Le Figure 152
e segg. dimostra
no unaltra dispo
sizione della co
reggia
semi-in:
crocicchiata con
puleggia direttri

ce; anche in que


sta le puleggie
motrici giacciono

in maniera che le
linee di sezione 88
dei loro piani le
toccano ambedue,
ma la puleggia di

rettrice posta nel


piano della puleg

gia motrice. La
porzione della co
reggia, che parte
da A, viene come
nelle coreggie in

crocicchiate condotta obliquamente verso la puleggia B; la porzione allincontro,


'che sale in' su, viene condotta dellopposta puleggia C, la quale tocca la linea di
sezione SS ed una tangente condotta ad arbitrio da un punto di essa in A. In questo
caso il moto si puo effettuare in un senso solo, che quello indicato nella Figura

dalla freccia.
Questa disposizione di puleggia opportunissima per muovere una serie di ruote

poste in la e dipendenti da una ruota giacente, e quindi per i molini da frumento,


da materie coloranti, da grate, ecc.
.
Caso generale degli Assi incroclcchlati. - Quando le puleggia non possono

essere disposte in guisa che la linea di sezione le tocchi ambedue, allora bisogna ado

261
parare due pu
leggia di rinvio.
Il caso generale
di questa dispo
sizione, che in
m assima pu
considerarsi co

me caso genera
le di tutte le tre
zioni con puleg
gie di rinvio
rappresentato
dalla Fig. 158;
un applicazione
del medesimo e
pure quando la
linea di sezione
S S passa per il
piano passante
pel centro della
seconda puleg
gia, come vedesi
Fig. 155.
nella Figura l54,
nella quale occorre immaginarsilasse della puleggia B in un piano.parallelo a quello
della puleggia A, e quasi sulla linea di sezione SS: si piglino due punti ad arbitrio sopra
di essa co', esi tiri da questi le.tangenti ca cd, ca cb' alle sezioni delle puleggie. In

questo modo si ottiene nei piani cab e cab i piani di due puleggie direttrici C e C', che
agiscono direttamente, e che si possono disporre in guisa che tocchino le rispettive tan
genti delle puleggie. Il moto pu aver luogo in' tutte due le direzioni: Una sempli
cazione della tre.
zione di coraggio ,

(Fig. 155) si ottie


ne portando le pu

leggia

direttrici

sopra un medesi

mo asse geometri
co mm, il quale.si
fa parallelo ad am

bedue le puleggia
motrici (Fig. 1.55);
S S la linea di
sezione dei piani
delle puleggie, ac
ebcpianinormali
sulla dettalinea,

nei quali vengono


poste le puleggia

direttrici CC' in
guisachetocchino
le rette ac bc.

Una deviazione
obliqua succede

Fig. lb'5.

nelle puleggia direttrici: le freccie danno la direzione del moto; nel caso si voglia
effettuarlo nel senso opposto, conviene ordinare le puleggie direttrici C', C", che qui

sono punteggiata.
necessario, massime trattandosi di temi per esercizio, Osservare chela coreggia
invece di essere guidata solo da e in a e c' in a' pu portarsi anche da c in a' e da 0' in a',

262

-_

e che quindi si pu ottenere il movimento. anche nella direzione opposta: inoltre le pu


leggie direttrici, invece di essere-disposte perpendicolarmente, possono anche disporsi '
in direzioni,orizzontali in guisa che C cada nel piano della puleggia A, e c' in quello
di B , nel qual caso per conviene avere il dovuto riguardo alla grandezza dellarr '

gelo di deviazione (pag._lll).

'

'

Quando altres le puleggie motrici possono essere disposte in guisa che la


linea SS. di sezione dei loro piani tocchi una di queste, si pu, quando si abbia
sulciente distanza fra. i piani paralleli, nei quali giacciono gli assi di A e di B, ado

parare invece di quella della Fig. 154 la trazione eminentemente pratica della Fig.
.

157, nella quale


gli assi delle pu
leggie direttrici
sono paralleli al
la ruota A; il
piano B della
puleggia
pu
in questo caso
rinchiudere un

angolo qualun
< que col piano A,
se la distanza
A0 e grande in
proporzione del
la larghezza del

la coreggia (non minore di 40 vol


te tanto); allora

possibile dis-
porre le puleg
gia direttrici u
. na accantoallal

tra , invece di una sopra laltra, Fig. 157. Se per mancanza di spazio non si "pu uti
lizzare nessuna delle enunciate comode disposizioni, si cerchi almeno di portare le pu
leggia direttrici in uno dei piani principali e di farle parallele fra loro come indica la Figura 160 adoperabile nel moto regolato delle macchine a vapore giacenti. Si tiri
la tangente ab, e si ponga la puleggia direttrice0 nel piano rappresentato dalla nostra

'

Figura perpendi
colare per ab in
modo che essa toc
chi o'a sulla linea
di sezione di A e C;
si tracci quindi da
.a' la retta a' a" pa
rallela ad ac, e si
ponga nel pian0
parallelo Ac gran

de COSl tracciato la
seconda puleggia

direttriceC in gui
.
Fig. 45:.

e
Fig. iss.

sa che tocchi la li
_

nea di sezionediA
e C e il piano di
B: cosi diventano paralleli gli assi mm ed m' m', e vengono a stare in un piano pa
rallelo alla puleggia B.

*-

263

317. Imbracamento a. cingoli. - Nelle ofcine, ove il moto alle macchine utensili
,o efficienti si trasmette per mezzo di coreggie, che abbracciano delle puleggie sse, poste
in- varii punti sullo stesso albero, occorre di dover comunicare il moto o farlo cessare a

volont delloperaio. Questa operazione, per la gran velocit con cui si muovono lal
bcr e le puleggie, non potendosi produrre senza pericolo a mano, si ricorre ad un
apposito apparato che chiameremo imbracqmento a puleggia pazze 0 falli (Fig. 139),
_e consiste nel porre accanto allapuleggia ssa sullalbero una puleggia pazza, cio non
cal_ettata, e quindi trasportare per mezzo duna leva la coreggia dalla puleggia ssa

sopra la pazza, la quale bench lalbero continuia girare non punto obbligata a rotare
con esso, e quindi cessa lacqreggia di trasmettere ilmoto. Collo stesso braccio di leva
trasportando nuovamente la coreggia sulla puleggia ssa, il moto nuovamente tra
smesso alla macchina utensile. Questo torna assai comodo quando si rietta che
ordinariamente lalbero motore e posto vicino al Softto del laboratorio e fuori della
portata degli operai. Qualche volta per praticansi le trasmissioni anche in appositi
'canali sotto il pavimento. Una delle forme pi comuni di questo apparato quella
rappresentata dalla Fjg. 139, la quale ha il vantaggio di produrre il moto nei due
sensi opposti, a volont delloperaio.
,
4

_ Lapparato'consiste in leggieri bracci, che sono fusi,colle aste delle sedie pensili A
eB, e portano una spranga'piatta Cl) di ferro fucihato, che pu scorrere nella direzione
della sua lunghezza quanto occorre per il trasporto della coreggia da una puleggia

allaltrapermezzo
delle
dueforchette

'

\ , _ \ i

" -

direttrici E ed F

che fanno corpo


con essa. Lo scor

rimento della me
desima si effettua
per mezzo della

fune S S, che
senzaneegipssa -

da 6 ad 8 millim.;
ssata in m, essa

scorre a destra o a
sinistrasecondola

direzione, in cui la

corda viene tirata


e per

maggiore

facilit la corda
scorre nelle golea
e b delle girelle

a quelle annesse.
Due palle di ferro
' fusoKeK1,deldia
metro di 60 ad 80

millim., tengono
la corda sempre
alquanto tesa ed

Fig. Isa. '

oltrc dimpedire_ che sannodi, servono anche come manubrii alloperaio, quando vuole
trasportare la coreggia, e quindi debbono essere poste ad unaltezza geni si possa

a'rrivare facilmente.

'

Nel precedente esempip supposto che dalla puleggia posta sullalbero motore
principale parta una coreggia aperta sulla puleggia G, G', H, ed una coreggia incro
cicchiata sulla puleggia J, J', K,. Quelle segnate conG, G, J, J' sono puleggie pazze,He K

al contrario sono sse sullalbero. Dal cono a puleggia L va una coreggia sulla macchina
utensile o efficiente, nella posizione indicata si trova la 'coreggia aperta sulla pu
leggia pazza G, e la coreggia incrocicchiata in K sopra una puleggia ssa; e per
ci L spinti: dalla coreggia incrocicchiata, e gira nello stesso senso dellalbero
\

264

' '_

motore. Se noi tiriamo la palla K' di alto in basso, in modo che le palle prendano le due
posizioni punteggiate , ambo le coregge vengono trasportate nelle puleggia mobili
.l e G', e quindi K ed L devono fermarsi. Una maggiore deviazione della guida porta
la coreggia incrociata sopra la puleggia pazza K, J , ma la coreggia aperta sulla ssa
H, cos. che L viene fatta girare dalla coreggia aperta, e per conseguenza in circa
zione opposta alla precedente ossia a quella dellalbero motore.

Lapparecchiosemplice, solidoe facilmente applicabile, per il che merita di essere


preferito ad altri sistemi. Nella Figura 140 si vede rappresentato a parte il braccio. che
va fuso con lasse, e
nelle proporzioni dei

numeri inscritti ser


ve mirabilmente al

luso spiegato

pi

sopra. Considerando

la larghezza della
staffa
la
stalla
comeT unit
per la
1,
sprangaconduttrice,
la sua puleggia

tenuta alquanto pi
stretta, afnch la
Fig. I m.
corda possa correre
allingi senza impedimento. Una vite a testa, che trova la sua chiocciola in una delle

pareti della staffa T, serve desse alla puleggia Q; il piano centrale di questa non coin
cide col centro della spranga, afnch la fune S passi davanti alle forchette conduttrici.
In cotali apparati dimbracamento a'coreggie. che potrebbonsi chiamare anche
guide di puleggte, si trova non di rado, invece della corda G, una leva di ferro fucinato,

che viene dalla volta ed posta in modo da smuovere la spranga CD. Una tale modi
cazione per assai meno comoda di quella, che abbiamo descritto, impeiocch la leva
_dordinario non solo di difcile applicazione, ma eziandio riesce di grave impedi

mento alloperaio. Inoltre accaduto assai di frequente, che, m0vendosi gli operai con
rapidit, la leva abbia loro arrecato ferite non lievi; mentre allincontro la corda da
noi raccomandata insieme con le due palle di ferro pu essere facilmente sospesa in

modo da non recare incomodo, e, quando anche avvenisse, che un operaio urtasse nelle
palle, queste, poich.cedono, non possono cagionare male sensibile.

TAV. XXIX.

Problema. Disegnare una puleggia piano con sei razze ricurvo, il raggio essendo di
250 millimetri e la larghezza della corona di 120 mill.

Fig. 4, 2, s.

Solue. Condotte due perpendicolari a: g e 2', e si descriver dal punto dinterse


zione 0 un circolo di raggio di 0A:250 millimetri,poi portato sei volte il raggio sulla
circonferenza, Fig. 1, supposto le razze rette, si ssa vicino al mozzo la larghezza ma

che debbono avere, indi quella vicino alla corona p q, che sar un po minore in un
rapporto analogo a quello indicato per le ruote dentate.
Questo fatto, noi supporremo che la base mu sia il punto di partenza delle
razze. e partendo da questa si incomincia la curvatura in guisa che il punto A
arrivi.in d, met. dellarco AF sul circolo interiore della corona, indi si congiunge il
punto f preso sul circolo del mozzo col punto il per mezzo duna retta fd, nel mezzo
della quale sinnalza Una perpendicolare ok. e pel punto f si traccia la tangente fa,
che fa intersezione in o con o ; questo punto o il centro dellarco fg'd, che forma
lasse della razza, secondo la curvatura cercata. Se tracciasi ora dal punto d, come
' centro. una porzione di circolo avente per diametro la larghezza 1) g delle braccia vi
cino alla corona, e che portasi dopo la sua larghezza il nel mezzo in il' sopra oh non
rimane pi che a tracciare due archi di circolo mip' e ul'q' passanti pei punti
mini e tangenti allarco descritto dal punto (i; i loro centri sono i punti a e o.

E evidente che queste operazioni essendo fatte simultaneamente per ciascuna


razza, rimane da raccordarsi le razze col mozzo. il che si ottiene mediante archi di

circolo. Lo stesso si far rispetto alla corona. Questi raccorrlamenti, oltre di dare
maggior resistenza alla corona sono anche di gran eiletto contro la rottura delle razze
nel raffreddamento. La struttura del mozzo e come quella delle ruote dentate.

Problema. Disc non una puleggia collo corona a due .gpomle essendo il raggio
H:

i, 5, o.

uguale a 200 millime ri, e compresa

ultezzu dalle_ sponde di 230 millimetri . lo lur

g7zezzu della corona tra le due sponde di 95 mill., ll. mg io del mozzo di 60, e la
lunghezza del mozzo di 130mm con quattro razze mumte di nervature.
Soluz. Condotte due linee perpendicolari come nel problema antecedente e o" e
0

265
a: _1/ nel loro punto dintersezione 0 con un raggio di 230 millimetri si descriver un

TAV. XXIX.

circolo, che rappresenter la corona esterna della puleggia; con un raggio uguale a
200 se ne descriver una seconda, e cosi di seguito come vedesi nel modello.
La Figura 6 rappresenta una sezione fatta sulla linea 20, e la Figura. 5 il anco
della puleggia. Le razze della puleggia non sono sempre di sezione elittica: si da
loro diverse forme, e fra le tanto pure quella segnata colla Figura 6 bis. Queste
puleggie a due sponde simpiegano sovente, come gi si disse , ssandole ad alberi
verticali; le due sponde sono pure indispensabili quando gli alberi che comandano
non sono paralleli tra loro, il che fa che le coreggie hanno una gran tendenza a
scavalcare a causa delle obliquit delle puleggie, ovvero quando gli alberi sono ver
ticali e le puleggie orizzontali.
Queste puleggie, non trasmettendo che leggeri sforzi, sono come di gi si disse
calettato sul loro alberi mediante una vite di pressione invitata nel mezzo, e che per
mette di variare a volont la lor posizione; quindi non sono adatte a trasmettere grandi

Fig. 4, 5, 6.

sforzi.
Problema. - Disegnare due puleggia una ssa e laltra folle sullo stesso albero, con
una 8 onda, essendo dato il diametro di 450 millimetri e la larghezza della corona di
90 miltmetri.

Solaz. Le due puleggia A ed A' sono calettate sullo stesso albero 0. Quella se nata
A ssata sullalbero mediante una bietta c, e perci chiamasi puleggia ssa; a se
conda A' e inlata nellalbero liberamente, e il suo motoaffatlo indi endente da quello
dellalbero, e chiamasi perci puleggia fatto o pazza. Abbiamo gi etto che la dispo
sizione particolare di queste due puleggia ha per iscopo di dare il moto alla mac
china e di sospenderlo a volont, facendo scivolare la cinghia o coreggia dalluna
sullaltra sia per mezzo di una leva, ovvero per mezzo di un apparecchio automatico,
che fa il cam iamento da se in un tempo stabilito, e forma perci un 1mbracatoio.

21 8. Delle Funi o Gorde.-Diconsifzene o corda pi li di canapa e d'altra


pianta,od anche di metallo, ritorti insieme in vario numero ed in lunghezza
indeterminata, ad uso di stringere o reggere checchessia.
Le funi sono semplici o composte. Semplici o ansiere si dicono quelle formato di
due, tre, quattro li detti legnnoti contorti fra loro. Le composte sono quelle formate
con due o tre corde semplici o ansiere, che diconsi, relativamente alla corda che com
pongono, trefoli. Quando le corde debbono avere una certa grossezza, i trefoli vengono
formati con un certo numero di gherlini, i quali sono corde_ gi composte di tre o
quattro ansier a tre o quattro li 0 legnuoli. Lazione di riunire i trefoli fra loro
dicesi commettaggio.

Nellasse delle corde a tre o quattro trefoli rimane un vuoto, e cresce col crescere
del numero di quelli, che debbono essere considerati come i lati di un poligono rego

lare. Per riempierlo vi si pone unanima, specie di cordone di grossezza uguale al


diametro del circolo inscritto in quel poligono.

Gomena. - Le corde o funi si dicono canapa o gomene secondo che hanno un dia
metro di tre o quattro centimetri oppure maggiore.

Le corde sono cilindriche ovvero piatte; queste ultime servono nelle macchine come
le cinghie; esse si adoperano bianche ovvero incatramate. Le corde nelle macchine sono
meno impiegate che le coreggie, e sono in generale usate per trasmettere delle forze
a distanze considerevoli, o per innalzare dei pesi per mezzo dorgani a causa della faci
lit, con cui si possono avvolgere in spirale su varicelli, onde possono impiegarsi di

lunghezze anche rilevanti. Le corde impiegansi per trasmettere il moto su puleggie a


gola con vantaggio nei movimenti leggeri e rapidi, e particolarmente quando vanno
incrocicchiate; nel maggior numero dei casi quelle, che simpiegano nelle macchine,
sono di budella.
Le corde hanno poco attrito sulle loro puleggie, perci, oltre ad esser tenute pi tese

che le cinghie, vengono anche impiegate su puleggie a gola triangolare per impedire
che scivolino (Fig. 9, Tav. XXIX}. Le corde, quando hanno un diametro considerevole,

presentano una grande resistenza alla essione, e quindi assorbono una quantit di
forza utile. (Vedi N. 93 pag. 95).

219. Delle Corde metalliche. - Nelle corde metalliche i trefoli risultano dalla tor
sione di tre no a sei li di ferro, d'acciaio o di rame ecc., attortigliati attorno ad un
34

Fig. 7, 8.

266
anima di canapa: talvolta per il numero dei trefoli va no a8e 10. La torsione della
corda deve essere tale che i li dei trefoli deviino circa di 14 gradi dallasse dei tre
folo. I trei'oli poi debbono avere una eguale, ma contraria inclinazione sullasse della
fune. Maggior torsione necessaria specialmente quando la gomena deve avvolgersi

su dun tamburo o varicello per un uniforme tensione dei singoli li di metallo. Al


contrario basta una debole torsione ed anche nessuna quando non deve essere avvolta
su varicelli.

Le funi metalliche vengono sovente impiegate nellindustria come mezzo di tra


smissione a grandi distanze, e sono dette perci trasmissioni telodinamiche. Il signor

Ingegnere Ferdinando Hirn dellAlsazia si e specialmente segnalato in questo sistema


di trasmissione, per mezzo del quale egli trasmise il moto e la potenza alla distanza di
parecchie centinaia di metri.
Una trasmissione fu stabilita dal suddetto Ingegnere nello stabilimento dei signori
Haussmann, Jordaz, Hirn e Comp. a Lagelbach, vicino a Colmar, ad una distanza di

234 metri impiegando una fune metallica senza ne di 12 millim. di diametro, ab


bracciando una puleggia a gola di tre metri di diametro ,e facendo 90 giri per minuto;

la forza trasmessa non minore di 40 cavalli, ed opera ottimamente da parecchi anni (1).
Ma quando le distanze sono grandi, le puleggia di sostegno intermediario divengono

indispensabili essendo che sarebbe impossibile di poter tendere sufcientemente la


corda il cui proprio peso gi. sensibilissimo; quindi ne viene per necessit di
doverla sostenere con puleggie intermediarie, le quali presentano nella pratica delle
dilcolt a vincere, in causa dell'attrito cagionato dal fregamento delle corde colla

loro corona, al quale inconveniente rimediasi in parte guernendo il fondo della gola
della. puleggia con un nastro di gultaperca.

Resistenza delle Funi. -Diamo qui per norma al lettore una tabella delle varie
funi metalliche ed in canape relativamente alla loro grossezza comunicateci dalla gen
tilezza del signor Cav. Agudio, i cui risultati vennero in gran parte tratti dalle

varie esperienze da lui fatte sul suo sistema di trazione funicolare; crediamo inutile
di aggiungervi ulteriori spiegazioni, essendoch i titoli posti superiormente a ciascuna

colonna spiegano abbastanza il loro uso. (Vedi le Regole Pratiche).

(1) Oltre ai risultati ottenuti dai! applicazioni dei sistemi funicolari tanto per trazioni quanto per trasmissioni
teiodinomichc di iiirn si hanno pure quelle dei tre piani inclinati, che funzionano tuttora e da molti annicol sistema
funicolare di Liegi, di Liverpool, di Glasgow. in questi piani il convoglio direttamente tirato dalla fune; la fune
di Liegi funziona nelle condizioni pi sfavorevoli, e ad onta della grande rigidezza, che deriva dalla grandezza del
suo diametro di 42 millimetri, obbligata d'ineitersi dodici volte sull'apparecchio motore,giacch, essendo attac
cala direttamente al convoglio , essa risente istantaneamente per l'inerzia della massa in moto tutti gli aumenti
subitanei di resistenza della strada. Malgrado queste condizioni e quantunque assoggettata a una tensione di 15
chilogrammi per millimetri 0 di sezione, la fune di Liegi dura assai pi del doppio dei 5 anni di garanzia dati
dal costruttore per una trazione di 5100 tonnellate al giorno.
I felici risultati poi ottenuti dal signor Ingegnere Agudin sulla linea del Dnsino (') sono di gran lunga superiori
a quelli di tutti gli altri sistemi nora adottati, dai quali il suo si scosta essendo basato sul principio meccanico
della taglia, che s'impicgu a sollevare grandi pesi, e lo rende pi economico e sicuro dei praticati [in ora. Le
esperienze si fecero per molti mesi, alla presenza di commissarii inviati dal Governo italiano e Francese, delle
Societ industriali e scientifiche lorigine ed inglesi ecc., sopra un piano inclinato di 2100 metri di lunghezza con
25 a 50 millimetri per metro di pendenza, pressoch tutto in linea curva di 550 n 250 metri di raggio, ed a questo
ho assistito io pure colla sezione meccanica-costruzione dell'Istituto tecnico di Torino il 9 luglio 1864. il treno era
di 110 tonnellate, con una velocit variante da 12 a 18 Chilometri, il convoglio era rimorchian da un locomotore,
sul quale agiva una corda d'acciaio senza ne, composto di 4 lrefoii di sei li di 0,01 di diametro, sulla quale 11 Io
comolore faceva presa, e di 0,62 ciiiiog. di peso per metro corrente sottoposto ad una trazione normale di 20
Chii. per mill. 9, messa in moto da due macchine sse poste allestremit del piano con una velocit di 40 chilometri
all'ora. La corda o canapa posto in mezzo alla via ssa, dello dall'autore di aderenza, che sosteneva il convoglio,
era in li di ferro composti di 7 trcfoli di 10 li ciascuno con un'anima di canapa del diametro di 0,058, e del
peso di Chilog. 3,51 per metro corrente.
Un 1111 sistema verr applicato quanto prima sopra un piano inclinato del Mente Cenisio, sul declivio francese,
prendendo le mosse dall'attuale stazione di Lans-le-hourg, attraversando il ume Arrq, con una curva di 300 metri

di raggio percorrendo la china delle montagne con una pendenza variabile dai 10 al 55 per 100 no a raggiun
gere il punto culminante del Colle per rannodarsi ivi colla ferrovia Peli , prendendo uno sviluppo totale di metri
3175, coti'enorme differenza di livello di 700 metri.
() In Piemonte. vicino .i Villanuon accanto alla Strada Ferrata che va da Torino a Genova. Queste memorie mi vennero fornite dalla gentilcun del uni
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268
TAV. XXIX.

Problema. - Disegnare una puleggia per irasmettere il moto per mezzo d'una corda
a sezione circolare avente ire gole di ggggio diverso. Il diametro della prima uguale
' millim., quello della terzo a 200 millim.
Soluz. Condotte come per le altre le perpendicolari 212', mg', si descriverla cir
conferenza maggiore; portando questo raggio sulla medesima, si otterr 11 sito
delle razze; fissata la lunghezza di ciascuna tanto vicino al mozzo quanto nella
circonferenza, si uniranno questi punti mediante rette, che formeranno le razze. Il mo

F'3-9""bis' a 520 millim., quello della seconda a

dello che qui presentiamo

uno dei migliori sistemi, specialmente per la leggerezza

della sua costruzione; le razze B vi sono leggermente ovali e ricurvo relativamente al


piano della puleggia onde possa sostenere le tre gole, e per evitare le nervature ed
un impiego inutile di ghisa. Le _puleggie, che portano due o tre gole _di differente
grandezza, diconsi com a puleggia o puleggie coniche, come vedremo piu avanti.

La Fig. 9 lelevazione posteriore dalla parte dei bracci B. La Fig. 10 rappresenta


la detta puleggia vista di anco; la Fig. 11 una sezione verticale della Fig. 9 pas
sante per la linea zo, lasciando vedere la forma curva delle razze; la Fig. 11 bis
la sezione duna razza.

TAV. XXX.

220. Puleggie estensibili. - Si dice puleggia esieusibili un sistema


di puleggie, tamburi conici o cilindrici, il cui diametro pu essere modicato
a volont durante il moto della macchina ove sono applicate; certe operazioni
esigono di cambiare la velocit dun albero anche durante il lavoro. La corona
di queste puleggie composta di segmenti di corona circolare, che possono es
sere allontanati ovvero ravvicinati per mezzo duna disposizione particolare
della loro costruzione.
Le puleggie di questo sistema simpiegano solo per trasmettere sforzi leggieri, e
pi generalmente per far variare la velocit di rotazione determinata dun albero senza

interromperne il moto, e quando si vuole determinare la velocit, duna maniera ri


gorosa, come nelle macchine per fabbricare la carta, ci tanto pei cilindri quanto pei

divisori a estensione, che servono ad avvolgere il foglio senza ne che esce dalla
macchina, regolandone la trazione in guisa da non farlo rompere.
evidente che la rotazione dellasse di queste puleggia varia in ragione inversa
del raggio della corona. Queste puleggia sono munite dun cilindro di pressione o

teuditore a contrapeso per evitare lo scivolamento.

Fig. I, 2. 5.

Problema. - Disegnare una puleggia piana estensibile in ghisa formata di otto se


gmenti circolari, i quali si possono muovere contemporaneamente.
Soluz. In questa puleggia ciascun segmento terminato da un occhio O passante
per lasta B, formante le razze della corona della ruota I; al disopra dei segmenti 0 vi
sono pure delle alette H, che si uniscono a cerniera con piccole aste di rimando
(bielle) D, e allaltra estremit portano unaltra cerniera, che si adatta ad un collare,

che gira folle su d' una chiocciola F a dado munita di quattro impugnature, che
servono a farlo girare ed invitarlo sullalbero A", e per ravvicinarlo e allontanare il
collare E del mozzo M della ruota; facendo avanzare il collare, il diametro della corona

C aumenta, e inversamente quando ritorna indietro il diametro diminuisce.


_ Un secondo dado G, detto anche controdado a impugnature indipendente sin
vxta pure sull'albero, e serve amantenere il primo nella sua posizione , e ad impedire

_che la pressione della coreggia sui segmenti non faccia indietreggiare questultima
inopportunamente.
a Fig. -1 ci fa vedere la puleggia dalla parte delle impugnature e delle aste di
rimando;
Fig. 2 il anco della medesima; la Fig. 3 uno spaccato sullasse della
puleggia, conservando lalbero intiero.
Fig. 4. 5, 6.

Problema. - Disegnare una puleggia piana estensibile in ghisa farmela di sei se


gmenti messe in movimento per mezzo di ruolo dentale, il diametro essendo di 320 mill.
Soluz. Questa puleg la come la precedente pu variare il suo diametro senza
punto fermare il moto

alla macchina. Essa invenzione del sig. Chapelle ingegnere

meccanico costruttore, che gode_ da molto tempo una riputazione speciale nelle costru
zioni delle macchine per fabbricare la carta senza. ne.

Essa si compone di sei segmenti uguali e separati, portati ciascuno allestre


mit di unasta in ferro A, che sono luna lettata allaltra e ritenute da una
copiglia; ciascuna di questo aste avendo la vite alternatamente opposta, cio una

colle spire da sinistra a destra e l'altra da destra a sinistra, passano nei mezzi let
tati e formanti dadi di 6 piccoli rocchetti comici B, posti e mantenuti tra due delle
tre alette S fuse ed unite col disco D. Questi rocchetti imboccano insieme, e secondo
che girano in un verso o nell'altro, fanno salire o discendere le aste che traversano

269
i loro mozzi, e per conseguenza aumentano o diminuiscono il diametro delle pu

TAV. XXX.

leggia allontanando e ravvicinando i segmenti 0 dal centro.


Questo movimento si opera agendo con una chiave sui dadi esagonali E , che
fanno corpo col mozzo della ruota dangolo B; facendolo girare nel verso indicato
dalla freccia X, si aumenta il diametro, e tutte le ruote imboccano contemporanea
mente nel medesimo, perch i segmenti ai quali appartengono, per mezzo delle aste a

Fig. 4, 5, 6.

vite in direzione opposta, seguiranno la prima nel loro movimento; leffetto contrario
avr luogo, se si fa muovere il dado E nella direzione indicata dalla freccia X.

Il disco in ghisa D, che porta tutto il sistema e il contorno della cui faccia in
teriore perfettamente piano e fuso col mozzo M, prolungato sufcientemente

per impedire ai segmenti di girare coi mozzi dei tocchetti, forzarli a scorrere pei
punti aa sulla parte piana del disco, e restare sempre nel piano dello stesso circolo.
La Figura 4 fa vedere la faccia della puleggia dalla parte dei rocchetti conici.
La Figura 6 una sezione verticale seguendo la linea 1-2. La Figura 5 rappresenta
una sezione secondo la linea 3-4 dun disco senza i rocchetti ed i segmenti.
Gli alberi di queste puleggia nelle macchine del signor Chapelle per fabbricare

la carta sono sostenute da sopporti o castelletti di molta leggerezza ed eleganza; le


coreggie vi ricevono dei cilindri di tensione, sollecitati da un peso o tenditore, che

permette dinterrompere a volont la trasmissione, come gi si disse parlando delle


coreggre.

ARTICOLO IX.
Dei Coni a puleggia e Tamburi conici.

221. _ Si dicono coni a puleggia o puleggie coniche degli organi di trasmis


sione quelli che consistono in pi corone di puleggia fuse in'un sol pezzo e di di
verso diametro e formano,ordinariamente una progressione regolare perdierenza.
Lo scopo di questo ordinamento e di avere disponibili una serie di velocit va
riabili , e per realizzarne leffetto invece di effettuare la variazione per mezzo di un

sol cono che metterebbesi in rapporto con un tamburo cilindrico della stessa lun
ghezza, onde corrisponda allo spostamento della coreggia da una corona allaltra, si

adotta pi sovente questa variazione su due coni simili disposti coi loro diametri op
posti in guisa che il maggiore corrisponda al maggiore.
Una tal disposizione ha per oggetto di mantenere costante la lunghezza delle

coreggie, che li riunisce.

'

Problema. - Disegnare due coni a puleggia simili coi loro diametri opposti, che si
trasmettano il moto mediante un eln alo a nastro. di cui il raggio del cono maggiore

sia uguale a 250 mill. ed il raggio de minore a 1:10.


Soluz. Quando un come a puleggia costituito come si fa eneralmente da una serie
di corone di diametri differenti, 1 insieme rappresenta geome ricamente un cono tronco
reale, di cui le generatrici ef e gli passano per tutte le met delle corone, delle quali

i diametri gurano allora le sezioni trasversali equidista_nti del cono tronco. Qualunque
sia il numero delle sezioni ed il rapporto delle basi, p01ch formano una progressione

Ber differenza, si pu rappresentarla in principio per la serie naturale dei numeri 1,


, 3, 4, 5, 6, '7, 8, ecc.

Le Figure fanno vedere abbastanza le loro disposizioni. Disposti i due assi mg e


z'y' dei due coni, si divider la loro altezza con tanti piani paralleli e distanti fra
loro quanto la larghezza della coreggia; quindi, condotte due linee che uniscano i
raggi eg, fil estremi considerati nell'asse della coreggia, si otterranno tutti gli altri

raggi. Lo stesso raggio pu servire per descrivere la curvatura delle corone.


La Fig. 7 fa vedere il cono esternamente, e laltra Fig. 8 per una sezione longitu
dinale, dalla quale scorgesi che le corone delle puleggia sono fuse senza mozzo. La
minore fusa piena con un mozzo per poterla calettare sullalbero D, e la maggiore

fusa con un disco, il quale si congiunge ad un mozzo, che porta appositamente


delle alette a, mediante viti a dado. Quando il cono corto relativamente al suo dia

Fig. 7, 8.

270
'l'.\V. XXX.

metro, si sopprime uno dei dischi e si da allaltro una sufciente portata per poterlo
calettare sullalbero. Da questo spaccato si scorge che la spessezza del cono, e perci
delle varie puleggie, molto sottile, il che deve farsi tanto che sia possibile. Talvolta
si fanno anche dei tamburi comici, i quali ricevono le coreggie dalle puleggie a coni,
le quali si uniscono col disco, che forma la base del cono stesso. (Vedi le Regole
Pratiche).

Fig. 9. I.

Problema. -- Disegnare un cono a puleggia con sei corone senza dischi alle estre
mita e sostenuto nel mezzo da un mozzo. Il raggio della puleggia maggiore di 500

millimetri e quello della minore di 200.


Soluz. La Fig. 10 rappresenta la proiezione verticale mezza in sezione. Dalla parte

sezionata si scorge uno dei sei brucm B, che sostiene tutto il sistema, e s unisce
col mozzo M, che sta nel mezzo della lunghezza del cono; il calettamento sx fa me

diante una specie di manicotto in ferro D alquanto conico e formante una specie di
cuneo.
La forma interiore delle corone C sottilissian e leggermente conica; esse sono
sostenute dalle nervature delle razze C, che si accordano colle due puleggia estreme.

La Fig. 9 la proiezione per met delle due estremit superiori del cono.
lig. u. |2.

Problema. - Disegnare un_co_no a puleggia a frizione per_imbraoamenlo e disbra


aumenta con t_re corone, di_ cui il diametro della maggiore sia uguale a 325 mail, e
quello della minore a 205 mzll.
Soluz. Fig. 11 e 12. Questo cono gira liberamente o folle sullalbero orizzontale A.

il quale porta un manicotto conico B facente ucio di cuneo nello stesso tempo che
tennto fisso sullalbero A per mezzo duna bietta, e che per lazione del piccolo volante

D pu muoversi longitudinalmente sullalbero. Quando si vuole imbracare, si gira


il volante D, il cui mozzo forma chiocciola o dado sulla parte vitata dellalbero. Questo
volante massiccio porta sso nel suo mozzo,
r mezzo di quattro viti, un collare in

ferro E, che lega i manicotto conico E al v0 ante in guisa che girando spin e il ma
nicotto convesso per modo che penetra nel manicotto conico cavo; onde que lo tra

scinato dal manicotto conico del cono a tre velocit 0, infine per laderenza di queste
due parti del manicotto conico si trova obbligato nel moto circolare del cono 0. Questo
manicotto essendo calettato sull'albero A lo trascina seco e comunica il movimento

alla macchina; le'etto contrario si ottiene allor uando si schiude il volante affine
dallontanare il cuneo dal cono, e quindi esso si erma colla macchina stessa.

m. 13, H.

Problema. - Disegnare un cono a cinque puleggia. al quale ma pure unito un


rocchetta per porlo in moto; il raggio della puleggia maggiore 304 mzllimelri e 0,96

il raggio della minore.


Soluz. Questo cono A applicato ad un grosso tronco, e sopportato dallalbero E. che
riceve direttamente il moto dal motore. Esso ex compone dl cinque corone di differente

diametro di puleggia B. e dun rocchetto dentato 0 fuso col corpo del cono; la puleggia
i vicina a ucsto rocchetto munita d'una sponda a, afne di preservare la coreggia

i cadere sul 21 dentatura del rocchetto. Il cono formato, come abbiamo veduto prece
dentemente, da un disco in ghisa D portante un mozzo, e ssato mediante alette b
in ghisa fuse col cono; la Fig. 14 fa vedere I particolari di questa disposizione.
Questo cono, e in generale tutti quelli che si applicano ai torni con imboccamenti
non sono ssi sullasse E; essi girano al contrario liberamente con una velocit supe

riore a quella dellalbero. A tal eietto il rocchetto C, per una trasmissione qualunque,
mette in moto il disco principale ssato all'estremit dellalbero, ovvero una ruota
dentata rapportata su questo. In ragione dellattrito del cono sul suo asse E, si di
spone per la lubricazione un tubo in rame, per mezzo del quale si pu introdurre del

lolio nella gola d praticata nellalbero e che serve di serbatoio.

ARTICOLO X.
Trasmissioni con Pnlcggie e Catene.

222. Delle Catene. - Dicesi catena la riunione vicendevole di un certo

numero di anelli passanti gli uni negli altri, ovvero di nodi in ferro od altro
metallo, che formano una certa estensione in lunghezza, e conservano una

maggiore o minore mobilit fra loro secondo le diverse forme degli anelli.

._'|

271
_

Le catene simpiegano nelle macchine in tutte quelle circostanze, che le corde e

le coreggie riescono impossibili, tanto per lattrito quanto per la circoscrizione del
sito; esse per vanno soggette a rompersi e ad allungarsi.
Le catene nelle macchine s impiegano in tre maniere differenti, cio: 0 per se
spendere pesi, ovvero per trascinarli, oppure per trasmettere il moto tra due ruote o

puleggie, che agiscono indistintamente a qualche distanza. Noi tratteremo di prefe


renza delle prime, che si fanno in ferro fucinato, ed hanno molteplici forme. Le prin
cipali sono le seguenti.
1 La catena tedesca e ad anelli lunghi ed aperti, Fig. 141.
2" La catena inglese ad anelli stretti, Fig. 142.

3 La catena gomena a pinoli, Fig. 143.


4 La catena a nodi scorrevoli, Fig. 144.
5 La catena ad uncini detta alla Vaucanson, Fig. 145.
6 La catena di Gall, Fig. 146.

m. l iii.

Fig. HG.

La distanza dai centri degli anelli si chiama lunghezza di costruzione degli anelli
e organi della catena. Le catene si distinguono in catene ad anelli larghi e ad anelli
stretti.
La catena ad anelli larghi si distingue da quella ad anelli stretti per una maggior
lunghezza dei medesimi. Segnando con I la lunghezza degli anelli, e con il il diametro
del ferro cilindrico con cui sono costrutti, la lunghezza degli anelli larghi della prima
sar l:3, 5d, e quella degli anelli stretti della seconda l:2, 6d; nelle prime si pu

bollire un anello per congiungerlo allaltro, mentre impossibile nelle seconde, nelle
quali vengono semplicemente saldati. L'allungamento degli anelli della prima rende

la catena pi leggera. Le catene segnate N 1 Fig. 14] e N 2 Fig. 142 si chiamano


catene aperte, al contrario di quella a pinoli che chiamasi chiusa a cagione del piuolo,

che chiude in parte lapertura dellanello; questultimo non solo rinforza la catena, ma
inoltre le impedisce di aggrupparsi, e quindi essa la pi adatta per le ncore nella

manna.

272
La catena a nodi scorrevoli parimenti non pu aggrupparsi, ed inoltre presenta il
vantaggio particolare che prima di formarne la catena se ne possono bollire i singoli

anelli, avvegnach questi si ripiegano solamente nellatto della formazione della ca


tena; essa si costruisce molto bene mediante unapposita macchina inventata a Weis

senborn dAmerica.
La catena ad uncini o di Vaucanson non si pu adoperare che per piccole forze,
essendo che gli anelli sono solo ripiegati e non bolliti, e perci solamente atti per
trazione. (Vedi Tav. XXXI, g. 5, 6, '7).
La catena ad articolazioni detta di Gal], anche dorologio, e formata d una serie

danelli composti di due lastre piane forate alle estremit ed unite fra loro mediante
caviglie disposte a guisa di piuoli colla testa da una parte e ribadita dallaltra. Questa.
specie di catena. n ora non era stata adoperata che come catena di trazione, ma in
questi ultimi anni venne impiegata anche come catena di sospensione dal costruttore
Newstadt (v. pag. 172). Essa serve molto bene per le grue e simili macchine, in cui
la catena deve avvolgersi su dun tamburo o varicello; quindi potendosene formare

gli anelli assai piccoli permette di diminuire assai il meccanismo motore.


La catena ad articolazioni per essere utilizzata come catena di sospensione deve
trattarsi tanto pel calcolo come per la costruzione come se fosse di trazione. Essa si
adopera per trazione come per sospensione esponendola sopra una ruota dentata; i

cui pinoli o cavigli imboccano i denti della ruota per un mezzo giro, e dopo questo
labbandonano libera, Fig. 1, 2, 3, 4, 'lav. XXXI.
Una delle estremit della catena porta su il peso da sollevare, mentre la parte li
bera per maggior Comodit sintrocluce in una guaina 0 canale di lamiera o daltro,

nel quale viene spinta sempre pi innanzi nello svolgere dogni anello che viene dal
tamburo o varicello nellapertura del canale, quandanche debba salire in su ed
abbia il medesimo una forma curvilinea. Nelle grue dei porti, come quella citata a

pag. 172, il canale per la catena nellalbero della grue. Gli alberi delle grandi grue
si fanno dordinario in ghisa od in lamiera vuoti.
Lo sforzo maggiore durante il sollevamento del peso viene sopportato dellanello

della parte estrema della catena, che va sulla ruota 0 sul tamburo. Alle puleggia ed
ai tamburi, attorno ai quali si avvolgono le catene delle cinque specie enunciate, bi
sogna dare un raggio R:lO-l2d misurato no allasse della catena, mediante una

buona disposizione degli anelli. Per ottenere questa disposizione per le catene N. 1 si
fa il lembo della corona munito di due orli formanti un solo o due canali; nel primo
caso viene sempre ad appoggiarsi sul piano delle puleggia un sol anello, e nel secondo
caso, conforme luso pi recente a canale doppio, gli anelli vengono inclinati col piano

della puleggia sotto un angolo di 45. Questultimo incanalamento guida la catena


con molto maggior sicurezza che il primo. Le puleggie conduttrici ed itamburi della
catena articolata sono muniti di denti, che imboccano le caviglie delle articolazioni, e

quindi hanno per corda della sezione la larghezza l dellanello della catena. Le pu
leggie conduttrici o folli debbono avere da 16 a 30 denti, e i tamburi soli 8. Questi si
fanno in ferro fucinato e pel solito dun sol pezzo col loro asse.

223. Coreggia a Catena, catena a cuneo. -- Da qualche anno e venuta in uso in


molti luoghi la Coreggia a catena formata danelli in corame uniti con cavicchie di

lo di ferro ribadito. Siccome gli anelli di questa catena di corame possono essere
fatti e rifatti con ritagli di pelle, ed inoltre essa pu venire facilmente accorciata od
allungata, la si trova pi adattata e di minor prezzo che le coreggie ordinarie. Se
la coreggia catena deve sostituire una coreggia semplice, bisogner fornirle di tanti
anelli, che la larghezza totale sia uguale a quella della coreggia.
Un altro modo di coreggia a nastro a grande estensione e specialmente acconcia

per il moto delle macchine agricole e la catena a cuneo di Clissot, cio una catena
snodata di ferro, i cui anelli sono provvisti di un inviluppo di corame tagliato a guisa
di cuneo, che si adatta. nella gola della corona delle ruote avente una scanalatura

trapezoidale.
TAV XXXI

Fls- 4. 2, 5.

Problema. - Dise non una puleggia per trasmettere il molo impiegando una ca

tqna di 6ch. della ano e da orologio, es_sendo il raggio del circolo;vrimitioo di 183 ml
lzmetn, da 13 mill. il diametro da pzuolz della catena e di 32 mill. a distanza tra ossee

nuw- |_f..f ,t

273
asse, sostenuta da un sedile a mensola, che dista dal piano verticale, su cui sappoggz'a

TAV. XXXI.

allasse, di 293 mill.

Fig. i, 2, s, 1.

Soluz. Fissata la linea y:e, che forma lasse della Figura, e il punto 0 centro della
ruota, si condurr la per endicolare oz; quindi con un raggio di 183 mill. si descriva
la circonferenza del circo oprimitivo, che sar ure la circonferenza percorsa dallasse
della catena, e per conseguenza del centro dei pinoli. Trovate per mezzo del calcolo
(vedi le Regole Pratiche) le dimensioni della catena per la resistenza dello sforzo da

sopportare, e quindi la grossezza dei pinoli e la loro distanza, si divider la circonfe


renza primitiva in tante parti uguali alla stessa distanza, ovvero, conoscendo questa,
servir a determinare il circolo primitivo o la circonferenza primitiva. della puleggia,
che la deve sopportare; svilu pende ad ogni divisione un arco epicicloidale si avr la
curvatura i adatta pel len i della puleggia, e quindi, descrivendo altrettanti semi
circoli al isotto con un rag io uguale a quello dei pinoli, si former la puleggia
adatta per la catena di Gall. a catena, aggrappandosi coi suoi pinoli nei denti della
puleggia, nel suo moto tender a trascinare la resistenza. mentre lestremit opposta,
se la catena non senza ne, pu lasciarsi pendere liberamente, uando ess_a riceva il
moto dallalbero. Nella Figura abbiamo rappresentato lalbero del apuleggra sorretto

per una delle sue estremit da un sedile sopportato da una mensola in ghisa fissata
per mezzo di due chiavarde ad un piano ver leale.

La Fig. 1 rappresenta la proiezione verticale della puleggia e del sedile colla re


lativa mensola; la Fig. 2 la proiezione orizzontale della mensola col relativo sedile e
della puleggia met in sezione e met colla catena sovrapposta; la Fig. 3 rappresenta
un pezzo di catena vista sur un piano verticale, e la Fig. 4 un piuoto colla sezione

delle lastre, che formano le articolazioni dei membri della catena.


Problema. - Disegnare una puleggia per trasmettere il moto mediante una catena
di Vaueanson sostenuta da una sedia pensile, essendo il raggio vero della puleggia di

195 millim.
Solue. Condotte le rette m'p' e v'z perpendicolari in modo che sintersechino nel
punto 0, punto ove si vuole-che sia l'asse della. ulcggia, e stabilito per mezzo delle
relative formole il diametro del ferro, con cui vuo farsi la catena, eia lunghezza degli
anelli, Si proceder. a tr0vare la circonferenza primitiva della uleggia. Dordinario
per, essendo dato il mg io o il diametro della puleggia, converr cercare uanti denti

le si debba dare e le loro imensioni, onde corrispondano alla resistenza rie desta dalla
forza da trasmettere. Poi, operando

er la costruzione dei denti come nella puleggia

antecedente o catena. di Gal], cio svi u pando per la curvatura dei denti un arco epi
cicloidale, sar facile la costruzione de disegno.

La Fig. 5 fa vedere il prospetto della proiezione verticale della puleggia colla re


lativa catena di Vaucanson sovrapposta, fatta ipotesi che vada sopra unaltra. puleggia
quasi dello stesso diametro e celle. relativa sedia pensile.
La Fig. 6 ci fa vedere la proiezione orizzontale della puleggia met in sezione
passante per mezzo ad una razza e laltra met colla catena sovrapposta. La Fig. 7 fa

vedere la catena posta sopra un piano parallelo al piano verticale di proiezione.


Limboccarnento a catena serve, come si disse superiormente, a trasmettere il moto
circolare tra due assi molto distanti fra loro, e che debbano muoversi a piccola velo
cit e sotto sforzi considerevoli.

BEGO LE

PRATICHE

224. -- Luso delle puleggie, dei coni e dei tamburi per la trasmissione del moto nelle
macchine, come gi si disse superiormente, essendo divenuto quasi generale, essi insieme

colle ruote dentate costituiscono il numero maggiore dei modelli, e perci il materiale
principale delle ofcine dei costruttori; ma, afnch questi organi trasmettano il moto
con vantaggio, e necessario che soddisfacciano a varie condizioni importanti, oltre le

accennato, senza le quali sarebbe impossibile di soddisfare interamente allo scopo e


dusutruire di tutti i vantaggi possibili.
Le principali quistion relative allo stabilimento delle trasmissioni a cingoli in forma
di nastro si possono riassumere nelle seguenti: 1 Determinare il rapporto che deve
esistere tra i diametri esteriori delle puleggie, in ragione della velocit di rotazione
degli alberi che le portano; 2 calcolare le dimensioni delle eoreggie, in ragione della
forza da trasmettere, e perci il diametro assoluto di una delle puleggie; 3 trovare le

proporzioni delle parti principali di ciascuna puleggia, in rapporto alla larghezza della
coreggia.
36

Fig. 5, 6, 7.

274
Determinazione del rapporto dei diametri delle Puleggie. - Ai Nri 73 e 9201
abbiamo visto che due ruote dentate hanno la loro velocit in ragione inversa dei raggi
o dei diametri dei loro circoli primitivi. Le stesse relazioni esistono relativamente alle

puleggie, e quindi chiamando D il diametro della puleggia maggiore, d quello della mi


nere, N il numero delle rivoluzioni dellalbero che portala piccola, e n quelle dellal
bero che porta la grande, si avr la seguente proporzione: Dzd::N:n; da questa pro

porzione conoscendo tre quantit si pu sempre trovare la quarta.


Esempio. -- Qual sar il diametro duna puleggia, che deve fare 60 rivoluzioni

per minuto, se quella, con cui in comunicazione per mezzo della stessa coreggia, ha
un diametro di 0',80e gira con una velocit di 45 giri al minuto?

Soluz. Stabilendo la proporzione superiore 0,80:d: :60:45, dalla quale si ha:


0",80
x 45 :Om,60. Cosicch il diametro cercato della puleggia, che gira con maggior
d:
00
velocit, di0,60. Non bisogna ridurre troppo il diametro delle puleggie per non lo
gorare troppo presto la coreggia ed anche impedirne lo scivolamento; quindi meglio
stabilire la larghezza di queste e poi ssare il diametro delle puleggie.
Determinazione della larghezza delle Coreggie. - Le coreggie, che mettono
in comunicazione due puleggie, sono direttamente sottomesse allo sforzo da trasmettere,
il quale agisce per trazione longitudinale sulla coreggia, la quale deve essere in rela
zione colla sua sezione trasversale, vedi N 105, e si ottiene come nelle ruote dentate:
dividendo la forza trasmessa espressa in chilogrammctri per la velocit 0 lo spazio percorso
in metri per minuto secondo, misurata alla circonferenza esteriore della puleggia.
Conoscendo lo sforzo da trasmettersi, si trover la larghezza e la spessezza in ra
gione della resistenza della materia di cui formata la eoreggia, ordinariamente cuoio

di vitello, che si pu ritenere con sicurezza capace di resistere ad uno sforzo di 25


chilg. per ogni centimetro quadrato di sezione trasversale per il tratto che va; per quello
di montone 22 chlg., per quello (bianco) di cavallo 54 chilg., per quello di cavallo
(sottile) M chilg., di 54 chilg. per quello di vacca. Le coreggie di tela coperte di gomma

ovvero di guttaperca ed altre materie nora non sono sutlicientemente esperimentate.


Osservando lazione delle coreggie sulle puleggie si trover che lo sforzo che sono

capaci di trasmettere dipende particolarmente dellattrito sviluppato sulla supercie delle


loro corone, e per conseguenza da una certa tensione data alla coreggia, senza della
quale essa scivolerebbc senza far muovere la puleggia, e quindi non trasmetterehbe al

cuna forza. Quindi il problema che pareva molto semplice ora diviene complesso. in
fatti anzitutto bisogna sapere qual tensione dovr darsi ad una coreggia che deve tra
smettere una forza data, afnch lattrito prodotto sulle supercie delle puleggie sia

superiore a questo sforzo.


Poncelet e Morin hanno risolto il problema in maniera rigorosa; considerando lo
sforzo necessario per far scivolare una corda o coreggia, che savvolge attorno ad un

tamburo sso e che sostiene un peso dato, questo dovr essere uguale al peso pi uno
sforzo risultato dell'attrito sulla puleggia o sul tamburo, il quale cresce come la potenza

segnata dal numero dei punti in contatto, ovvero in altri termini il numero dei punti di
contatto crescono in progressione aritmetica e la resistenza in progressione geometrica.
Gli studii e le esperienze del signor Morin gli fornirono i seguenti risultati (1):

l quando le coreggie sono convenientemente tese, esse non scivolano, e trasmettono la


velocit in un rapporto costante ed inverso dei diametri dei tamburi: 2 nella trasmis

sione del moto da un asse ad un altro, tanto con corde quanto con coreggie senza ne,
la somma delle tensioni dei due tratti e costante; in guisa che, quando il tratto con
duttre si tende, il tratto condotto si distende della stessa quantit, e la somma delle
tensioni dei due tratti la stessa, anche quando la macchina in riposo.
Lo stesso Morin dedusse da queste esperienze una formola algebrica e per conse
guenza una Tabella, per mezzo della quale si pu calcolare la tensione delle coreggie e

U) Vedi pag. 497 Aido-mx'moire de Me'canique pratque dello stesso.


(2) Publicaliun indnslricllr, 'lom lX, pag. l0l.

275
delle corde in tutti i casi possibili. Dalle su fatte osservazioni si pu conchiudere che
le disposizioni pi generali delle trasmissioni colle coreggia, il rapporto dellattrito colla

trazione esercitata per mezzo della tensione primitiva s'avvcina molto ad essere pro
porzionale allangolo secondo, cui le puleggic sono abbracciate dalle coraggio, che or
dinariamente nella pratica varia tra 114 a 314 circa. LArmengaud ha stabilito una for
mula empirica, semplice, basata su queste considerazioni, che noi rapportercmo colle
opportune osservazioni.

Supponiamo che la Fig. 16'! rappresenti due puleggia in ghisa di ugual diametro, unite
per mezzo d'una
coreggia AB, che

abbraccia la met
della circonferen
za. Ammettendo
che la puleggia E

debba comandare
la seconda F, esse "_"

gireranno nella di
rezione indicata
dalla freccia, e la
parte A della co
reggia sar il tratto

conduttoreelaltra

"
.
ma .11.

Fig 67'

B il tratto condotto. La resistenza, che soppone alla rotazione della puleggia F, pu

compararsi col peso P sospeso ad una corda, che savvolge ad un tamburo dello stesso
diametro; lattrito sviluppato sulla circonferenza delle due puleggie deve essere uguale
almeno al peso P, onde la coreggia possa obbligare la puleggia a girare senza che suo
ceda scivolamento. Questattrito determinato da una tensione primitiva data alla co

reggia applicandola alla puleggia in riposo, e perci dipende dalla natura e dallo stato
delle supercie in contatto. Per ellettuando questa operazione puramente pratica, dice

Armengaud, non susa darle alcun valore; ma si tende tanto che si giudica capace di
produrre il suo effetto senza scivolamento; ci nullameno non tralascia daumentare lo
sforzo sul tratto conduttore durante la trasmissione; quindi necessario di saperlo va
lutare approssimativamente, in guisa da non far lavorare ad uno sforzo troppo grande,
non solamente afnch non si rompa, ma anche afnch non si allunghi considerabil

mente, come succede sempre per le coreggie nuove.


Rappresentando con P lo sforzo da trasmettersi, con a il numeratore della frazione,
che esprime il rapporto dellarco abbracciato collintiera circonferenza, e con e il de
nominatore della stessa frazione, il citato autore ha dedotto una formula empirica, colla
quale si pu determinare approssimativamente questa tensione primitiva, la quale si
riferisce esclusivamente alle coreggia in cuoio su puleggie in ghisa tornite e liscia come
.
.
,
c
a
, .
. .
.
.
sono dordmano: P I ( +75). Con P vien indicata la trazrone totale, che 1 due
tratti della coreggia devono esercitare sulle due puleggie per produrre sulla loro corona
un attrito capace di equilibrare lo sforzo P che si vuol trasmettere, senza scivolamento.
Ma oltre che questo attrito non farebbe che equilibrio allo sforzo circonferenziale, per
la disposizione che i due tratti costituiscono un sol cingolo senza ne, e che perci
durante la trasmissione mentre uno viene attratto laltro viene spinto, la loro tensione
primitiva deve essere aumentata dello sforzo da trasmettersi.
Infatti se la tensione totale primitiva non fosse che P', quella di ciascuno dei due
tratti sarebbe 1]? P'; ma, siccome la tensione totale del tratto conduttore durante la

trasmissione aumentata di P, perci diviene 1/2 P'+P; per conseguenza la tensione


totale dei due tratti e uguale a S=P'+P, valore constatato dallesperienza, che esso

conserva tanto in riposo quanto in moto.


La tensione di ciascun tratto in riposo sar in conseguenza della formola superiore
P'+P
.
. .
. .
T'=

, e quella massrma del tratto conduttore durante la trasmrssrone, come s1 e

276
.
P'
.
.
.
.
detto superiormente, T:-cf +P. Su questa tensrone massrma Si deve basare la resr
slenza delle coraggio, onde esse possano lavorare senza rompersi od allungarsi sensi

bilmcnte.
Esempio. - Quale sar la tensione massima duna coreggia disposta come nella
Fig. 167, essendo P 2100 chilg., ove le pulcggic siano dello stesso diametro e per con
seguenza inviluppino la met della loro circonferenza, e la coreggia diretta e non in
crocicchinta?

Soluz. Avendo P2100k, c:2, a=1, e -g-:


P':100 x

3 x -1-

da quanto si detto superiormente

2100 x -2i:210. La somma delle tensioni dei due tratti A e

1
5x2
10
B sar S=210 x100:310 Chilg. La tensione di ciascun tratto in riposo sar uguale
a T': %-: i55 Chilg.

.
.
210 +100=200_ clnlg.,
.
.
inne la tensrone
massima
T sar T: 7-2f
la quale cifra
ser
vir di base per determinare la larghezza della coreggia, conoscendo la resistenza per
trazione del cuoio, la quale nella pratica non si fa sopportar pi di 20 chilg. per cen
timetro quadrato. Quindi, supponendo la spessezza della corcggia di 5 millim. in tutta
. centim.,
.
x :20,5
la sua lunghezza, e la sua larghezza Cm
savr C I
X 2 : QOf-2
per larghezza della corcggin (1).

Coreggia incrocicchiata. -Se la corcggin fosse incrocicchiala, come vedasi CD


nella Fig. 167, le puleggic trovandosi abbracciate per una parte maggiore della circon
ferenza, il rapporto dellattrito colla pressione diminuisce, e si pu ottenere la stessa ade
renza con coreggie meno tese.
Supponendo quindi le puleggie abbracciate per /3 della loro circonferenza,cercando la
.
.
2
2
. .
1( 3,3
tensxone T, SI trover P'=100X<-3- >< 5-x'3-

: 163,3, e quindi T=- +100 : 181,6

chilg., ossia 18- ,16, ovvero 182 millimetri.


Riguardo alla trazione totale sugli assi delle pulcggie, essa inferiore alla somma
P'+P secondo il rapporto di ed a dl; per questo rapporto che devesi moltiplicare

d che lo stesso che fare il. pro


e-,
P'+P per avere questa trazione, sia S':P'+P X di,
dotto di P' + P per il coseno dellangolo e d f. Nellesempio presente le puleggie essendo
abbracciate er 2/3 della loro circonferenza, langolo ed] di 30 gradi e il suo coseno
uguale a 0,866; si ha per conseguenza S' : (163,3 +100) X 0,866 2228 chilg. Seguendo

questi dati, calcolata la seguente Tabella, che d la tensione massima supportata dalle
coreggc e le loro Iarghczze corrispondenti, per sforzi di 10 a 000 Chilg., supponendo

le puleggie abbracciate su di 1/;, l/,, /,, /3 o */4 delle loro circonferenze.

(I) da nolarsi che prendendo 20 chilg. per resistenza del cuoio e 5 millimetri per spessezza, la larghezza della
coreggia in millimelr uguale alla tendone T enunciato in chilogrammi.

277
TABELLA PER DETERMINARE LA LARGHEZZA DELLE UOREGGIE,
LA PRESSIONE SUGLI ASSI DELLE PULEGGIE, CONOSCENDO LA FORZA DA TRASMETTERSI
E LARCO ABBRACCIATO DALLE COREGGIE.
___ _ -_

25

1/+

9 =

_5--

i/!

mi
li

,,/4

,_\ ,

_\lk_,_

Pressione Larghezza Pressione Larghezza'lressione Larghezza PressionolLarghczza Pressione Larghezza


1?11?si

coi-liin

li)par:si

coi-(elltiio

"iipar:a

S,"

3"+ P

in miti.

'+1

in niill.

1+

03.

10
15
20

51
76
101

30
45
61

41
61
81

25

126

76

102

30
35

156
177

91
106

_40
45
50

202
227
253

121
136
151

55

278

|
1

166

60

909 i 182

65
70

328
354

75

63

122
142

i
|

76
89

163
183
203

101
114
127

224 1

139

1 cotinia

lpprn

codenaia 1

in iiiill.

11'-:82

in'eriii1I. j

(Dg.

,
i
i

21
31
41

26
40
53

78

51

66

93
109

62
72

79
92

124
140
155

82
92
103

106
119
132

171

Cg.

,
,

18
27
36

45

62

44

55
64

74
87

52
61

73
82
91

99
112
124

17
26
35

70 i|
78
87

113

100

136

123

158

109

149

104

133
144

172
185

118
127

161
174

103
122

309

190

233

154

198

136

186

131 l

323
346
366

203
215
228

248
264
279

164
174
185

211
224

146
155
164

199
211
223

139
148
157

i
,

386
407

241
253

295
310

i
1

195
205

251
263

290

173
182

200

236
248

ma

165
174

403 i 246
207

317

218

298

404
429
455

242
257
272

90
100

480
505

287
302

120
130

140

150
160
170

0
o

I
,

448

279

488

304

1 434 1 287

309

235 l 347

244

0
n

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,

465

1
,
l

395
422
448

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291
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261
278
296

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341 , 226

96 i

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165
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i in nii11.

Gg.

31
47
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25
38
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212

110

1/3

.-\_,4_,_

03.

__

ARCO ABBRACClATO 0 RAPPORTO DI i:- ESSENDO SUPPOSTO DI

.__. ..,

__..

446

313

471

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4..

226 ti

372
397
4%

191 i

219

922

.. 49

348

Tutto quanto si detto superiormente basato sulla supposizione che le coreggie


siano costantemente 5 millimetri di spessezza; ma siccome questa ipotesi non ha sempre
luogo, alcune volte sono pi spesse, altre pi sottili. Si potrebbe talvolta comporlc di

due spessezza sovrapposte, ovvero solamente sulle due estremit afne daumentarne la
resistenza. La sovrapposizione delle due spessezze bene devitarla, presentando nella
pratica gravi difcolt a cagione dellinugual tensione delle medesime, dovendo, nellin

viluppare le coraggio, una abbracciar un circolo pi piccolo dellaltra; mentrech pi


vantaggioso dimpiegare delle coreggie sottili per evitare la resistenza opposta dalla ri
gidezza.

Non potendo limitare in un modo assoluto la spessezza delle coraggio, oltrech


nello stesso tempo quella ssata nelle formale superiori, per trasmettere delle potenze
un po grandi diverrebbe duna larghezza straordinaria per poterla conservare, si mo

dicher la larghezza data dalla formola e quindi dalla Tabella, quando la spessezza sia
pi grande o pi sottile di 5 millimetri. A tal effetto baster moltiplicare la larghezza
data dalla Tabella per una frazione che ha 5 per numeratore e per denominatore le cifre
csprimenti in millimetri la spessezza totale che si supposto avere la coreggia.
Esempio. -- Suppongasi che, secondo le condizioni date dello sforzo a trasmet
tere e larco abbracciato dalle puleggie, la Tabella abbia dato 300 millimetri di larghezza
della coraggio avente la spessezza di 5 millimetri, c si possa portare questa a 8 mil
limetri; come pure che sia data la spessezza e sia da trovare la larghezza corrispondente.

278
Soluz. La larghezza sar ridotta a 300 x 2 :187m111-,5. Volendo poi avere la coreggia
di 250 millimetri invece di 300, numero dato dalla Tabella nelle stesse condizioni pre
cedenti in cui ha dato 5 millimetri, bisogna moltiplicare 5 X % :6 millimetri. Da
250
questo vedesi che anche nellusare i dati della precedente Tabella bisogna andar cauti,
poich un piccolo aumento di spessezza su tutta la lunghezza porta una riduzione no
tevole nella larghezza, la cui influenza si fa sentire su tutta la massa degli altri or

gani meccanici.
Velocit delle Coraggio. - La tensione delle coreggie produce evidentemente
una trazione sugli assi delle puleggie, e, se questa tensione considerevole, ne risulta
un attrito nocivo tra i perni ed i loro cuscinetti, ovvero collari. Conviene perci dare
alle puleggie dei diametri tali che la velocit alla circonferenza diventi considerevole

per far acquistare allo sforzo P un valore conveniente; si comprende facilmente che
ci deve sempre essere relativo al cuoio impiegato.
Per fissare quanto possibile la velocit, che le coreggie debbono possedere per
trasmettere un lavoro dato espresso in chilogrammetri, serve la seguente formula:
V:0,0065k+0",5; segnando con V la velocit in metri per secondo e con K il lavoro
da trasmettersi in chilogrammetri, il che si riduce a moltiplicare il numero dei chilogram

melri per 0,0065 e aggiungere un mezzo metro al prodotto: il risultato da la velocit cer
cata. Conoscendo la velocit della coreggia e il numero delle rivoluzioni, che deve fare
la puleggia, si potr facilmente conoscere il diametro di questa.
1 Esempio. - Quale sar la velocit d'una coraggio, che deve far muovere lasse
d'un torno assorbendo una forza di 0,9 di cavallo vapore, o 15 chilogrammetri, se il

diametro della puleggia calettata su questasse, supponendo che la coreggia sia incro
cicchiata, che la puleggia abbracci i 2/3 circa della circonferenza, e che debba fare
80 rivoluzioni per minuto secondo?

Soluz.Si avr per la velocit della coreggia per secondo V=(0,0065X15)+0'",5=0",597,


e lo sforzo diverr allora P: 15 =25k,1. La larghezza della coraggio, sia per lab

6591
bracciamento di 2/J e per questo sforzo, uguale circa a quella della Tabella precedente,
a 45 millimetri. Ma, poich lasse fa 80 giri per minuto, il diametro della puleggia sar
necessariamente euale a D:-9m : 0,142; cosicch esso non pu essere in

80 x 3,1416
feriore a 0",14. Questo esempio ci conduce ad applicare quanto si disse superiormente
in riguardo alla modificazione da far subire alla spessezza della coreggia, essendoch
per questa piccola forza piccolo il diametro trovato della puleggia, e quindi conviene
impicgare una coreggia di spessezza minore di 5 millimetri, ed adottando 4 per questa

spessezza, la larghezza aumenta in proporzione, e da 45 diverr 45 xii: 56 mill. circa


2' Esempio. - Quale sar il diametro della puleggia, lo sforzo alla circonferenza

e la larghezza della coreggia duna puleggia, che deve trasmettere una forza di 1500 chi
logrammetri o 20 cavalli, se la velocit da darsi alla coraggio, dalle regole suesposte,
uguale a 10,25, e la circonferenza della puleggia, che fa 60 giri al minuto, ab
bracciata per z/,,?

Soluz. Applicando le regole suesposte, si trover facilmente che il diametro della


puleggia sar D=3',26, lo sforzo alla circonferenza P:146 chilgm. e la larghezza della

corcggia C=265 millimetri.

225. Tenditore applicato alle Coraggio. - Diconsi lendllori dei ci


lindri sollecitati da contrappesi, che Servono a tendere pi o meno le coreggie
sulle loro puleggie per accresccrne lattrito anche quando si varia la posi
zione degli assi delle medesime, ovvero a sospendere il movimento senza ri
correre agli imbracamenti.

Nelle officine accade sovente di dover far cessare di lavorare una macchina senza

279
sospendere lazione del motore, particolarmente in quelle, il cui lavoro o la resistenza
variabile in ciascun istante, come nelle seghe meccaniche, nei mulini da grano e

simili. In questi casi vi si applica il tenditore.


Il tenditore ordinariamente formato duna puleggia posta allestremit dun braccio
di leva, il quale si muove attorno ad un asse sso che, sollecitato da un peso propor
zionale, esercita nelle sue varie posizioni una pressione laterale sul tratto di coreggia

conduttore.
Atiinch il tenditore sia capace di dare alla coreggia la tensione voluta, bisogner

trovarne lintensit, la quale trovasi nella maniera seguente:


Supponendo che il lenditore (Fig.167 pag. 275) eserciti sulla coreggia la sua pres
sione nella direzione della bisettrice gg' dellangolo hgh, formato dalliutlessione della

coreggia, essa sar uguale al prodotto della somma delle tensioni P'+P per il rapporto
del lato e della diagonale 23% del parallelogramma formato sulla coreggia inflessa.
Se invece questa pressione deve esercitarsi fuori della direzione della bisettrice
dellangolo hgh', per esempio secondo gj, essa sar uguale al prodotto del precedente
rapporto agi,; 91' si ottiene conducendo pel punto 9 una perpendicolare a 99'. In questa

costruzione le linee hg e gh' rappresentando ciascuna la met di P'+P, a ununit


qualunque, le linee gg e gj corrisponderanno, senza calcolo, alle quantit cercate.

Congiunzione delle Coraggio. - La riunione delle due estremit duna coreggia,


che costituisce linviluppo senza ne delle puleggia, devesi fare in guisa da poterle fa
cilmente attaccare e distaccare ciascuna volta che si vuol rettificare la tensione della
coreggia, il che accade sovente per le coreggie nuove, e quando si vogliono smontare
le macchine. Generalmente usasi congiungerle allacciandole con striscia di cuoio, che
passano in una serie di buchi praticati nellestremit della coreggia, ovvero chiudendo
unestremit sullaltra per mezzo di viti aventi la testa piatta.

226. Proporzioni delle Puleggie. - La larghezza della corona alquanto maggiore


di quella della coreggia, la spessezza nel mezzo un po maggiore che quella sui lati,
e quella di questi cresce col crescere del diametro della puleggia; quindi chiamando e
la spessezza in millimetri, C la larghezza della coreggia pure in millimetri ed R il raggio
della puleggia in millimetri, si avranno le seguenti relazioni e=(0,03 C) + 0,005 R, cio

la spessezza e uguale a 3/ma della larghezza C aumentata di 51,000 di R. Questo se


condo valore introdotto nella formula per aumentarne la spessezza in un certo rap
porto col diametro, avuto riguardo alla fondita.
La saetta della curvatura necessaria alla stabilit della coreggia essendo calcolata
fuori della spessezza e, si avr quindi per essa il seguente valore y =0,03 C. La larghezza

L della corona dovendo essere maggiore di quella della coreggia, si avr L=l,2 C.
Allinclinazione del piano interiore della corona computando dalla sua spessezza,
si d ordinariamente per valore z:0,06 C, spessezza

che

portasi internamente

nel mezzo della larghezza della corona. Sommando le tre quantit eyx, si ha la
spessezza totale della corona nel mezzo della sua larghezza con questa espressione

_1/' : (0,12 C) + 0,005 B.


Delle Razze.-- Le razze debbono essere calcolate, come quelle delle ruote dentate,
onde possano resistere allo sforzo totale, che si debbe esercitare sulla circonferenza;

del loro numero e della loro forma abbiamo gi parlato superiormente.


La loro resistenza si calcola supponendo che la loro spessezza sia uniforme e pro
porzionale alla larghezza delle coreggie. Chiamando a questa spessezza si avr a:0,12 C.
La loro larghezza vicino al mozzo si calcola come i solidi incastrati ad una loro estre

mit. Lo sforzo si trova rappresentato dalla larghezza della coreggia, il quale in eetto
equivale in Chilogrammi quanti millimetri ha di larghezza, supponendo sempre 20 chi
logrammi per resistenza del cuoio e 5 millimetri di spessezza. La spessezza a dovendo
.
.
.
. .
X E
pure gurare, riassumendo SI trova lespressione empirica b: (-g-l-C, la quale, sem
7

pliticata, prende la forma seguente

O_P;: 06-, e quindi b: V.


Risulta da
b:
6

280
questa ultima espressione che la larghezza delle razze delle puleggie non dipende che

dal loro diametro, e la loro spessezza proporzionale alla larghezza della coreggia.
Questa spessezza, supponendola uniforme, indi aumentandola vicino al mozzo, diviene

a20,18C.
Del Mozza-Le dimensioni del mozzo sono determinate colle stesse considerazioni
delle ruote dentate; la sua spessezza deve corrispondere allo sforzo, alla circonferenza
della puleggia ed allo sforzo della chiusura della biella, e vien dedotta dalle stesse
condizioni e dalla sua stabilit in ragione del diametro; quindi chiamando E questa
spessezza ed Il laltezza, si avr E'-"-O,3C e H=l,4C. Le dimensioni assegnate alle

puleggie sono indipendenti dal diametro dell'albero su cui sono caletlale, essendo che
nel maggior numero dei casi non trasmettono che una parte della forza totale dellal

bero. Conoscendo dunque la forza necessaria per far lavorare una macchina mossa da
una puleggia, di cui le dimensioni della coreggia sono gi state determinate, le altre

parti della puleggia si dedurranno facilmente. Un esempio dapplicazione servir a far


comprendere le regole precedenti.
Esempio. - Quale sar la larghezza d una coreggia, che deve trasmettere uno
sforzo P=55 chilogrammi, il raggio B della puleggia essendo uguale a 250 millim., e

il rapporto della circonferenza allarco abbracciato uguale a 2 2%?


Saluz. Servendosi della Tabella a pag. 277, essa dar per 55 chilg. presi nella prima
colonna a sinistra, 100 millim. di larghezza della coreggia, e nella colonna che corri

sponde alla frazione 2/3 indicante la porzione di circonferenza abbracciata si avr


(1:100 millimetri. Applicando le form'ole date si avr per la larghezza della corona il
prodotto di 100 mill. per 1,2: L: 100 x 1,2 = 120 mill. La curvatura yz 100 x 0,03=3
mill. La spessezza dellestremit della corona e = (100 X 0,03) + (250mill'x0,005):4m"-2.
Linclinazione della corona verso lasse x:100 X 0,06226 mill.; ed infine si avr la

spessezza massima della corona colla somma di y, e ed x, e sar y'=3+4,2 + 6 213mi"-,2.


Spessezz.a delle Razze. - La spessezza delle razze dalle dimensioni della corona si ha
a=100xl,12:12 mill. La larghezza vicino al mozzo sar secondo le relazioni stabilite

112V %96*Pozmlll, e la spessezza vicino al mozzo sar a':lOO x 0,18=18 mill.


Spessezza del mezzo. - La spessezza del metallo attorno allalbero sar uguale a
E=100X1,3:30 mill. e la lunghezza 0 portata H:100 >< 1,4:HO mill.

Il numero dei giri di questa puleggia essendo di 30 per minuto, la velocil alla cir
conferenza sar V = 0,500 x 1: x 30 =0",785. Questa velocit moltiplicata per uno sforzo
60
P da in chilogrammetri la potenza trasmessa per la puleggia, cio K=0,785x55243*6-,2
0 0,57 cavallo vapore.

186
l
90
6,1
5,5
4,9
4,8
4,3
80
7,4
2,4
24
3,6
9,6
3,0
14,4
112
80

"' 1""i
della
di
iAnctoeroFln\o,are_,_anvicciirqm;
\ aL
coraggio
della
lc2111,00
1m,50
1111,25
uv0111,75
1m,00
cr0m,25
0m,50
oivratoeuntrForma
wa;lgww.hi zaw
un:
l
DGHISA
DI
IN
CORONA
PEI
SIML
DELLA
LPSaetta
AunaEMscLSrlEaingTuEuna
mozzoirhaRZuzgeinzhoEsemazmdella

5,8
5,2
4,6
4,2
2,1
70
7,1
3,3
21
4,0
2,7
8,4
12,6
98
70
36
30
5,9
4,6
1,8
0,9
4,0
3,4
2,7
9
2,1
1,5
4302 48
3,6
4,5
1,2
6,2
4,9
4,3
3,7
2,4
40
12
3,0
56
7,2
4,8
1,8
40 60
6,5
5,2
4,6
4,0
3,0
3,3
50
1,5
15
2,7
2,1
6,0
9,0
70
50 72
5,5
4,9
4,3
6,8
3,6
60
1,8
3,0
18
2,4
7,2
10,8
84
60 84

7,3
120
6,7
8,6
144
6,1
7,2
5,5
4,8
14,4
21,6
168
36
4,2
120 168
108
5,8
5,2
90
7,7
6,4
5,4
2,7
4,6
3,9
10,8
16,2
126
27
3,3
90 120
6,1
100
8,0
6,7
3,0
6,0
5,5
4,9
4,2
30
12,0
18,0
140
3,6
100 3,6
140
9,2
7,9
7,3
6,7
4,2
8,4
6,0
16,8
25,2
196
42
5,4
4,8
140 160
192
9,8
7,3
8,5
6,6
7,9
9,6
4,8
224
48
19,2
28,8
6,0
5,4
160 180
216
10,4
9,1
5,4
8,5
7,9
7,2
10,8
54
32,4
6,6
252
21,6
6,0
180,

220
10,3
11,6
13,2
6,6
264
9,7
9,1
8,4
39,6
308
66
26,4
7,8
7,2
220 240
7,2
12,2
10,9
10,3
288
9,7
14,4
9,0
336
72
28,8
43,2
8,4
7,8
240 260
7,8
312
10,9
12,8
10,3
11,5
15,6
9,6
364
78
31,2
46,8
9,0
8,4 280
260
13,4
336
8,4
11,5
16,8
10,9
12,1
392
84
33,6
10,2
50,4
9,6
9,0
280 300
14,0
360
9,0
12,1
18,0
11,5
12,7
90
36,0
54,0
420
10,8
10,2
9,6
300

mill.
mlll.
mill.
mi,
mm,

[si
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g?
a:
c
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91
mtll.
64
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ml].
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111111.
,55
46
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5
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o,,,
,
T_ ;
:

della
principali
Puleggie
ghisa
dai
rilievi
lati
dimpiegate
delle
in
due
ti'Imun
la
del
rmacorona,
senza
moto.
eper
smnisisoinie

200
l
;
9,7
9,1
8,5
11,0
12,0
2406,0
7,8
280
607,2
24,0
36,0
6,6
200

282
Osservazione. -Quando le coreggic hanno una spessezza non maggiore di 1/5 ed /,

dei cinque millimetri presi n ora per base, le proporzioni date si possono conservare
senza modicazioni e senza che ne risulti alcun disavvantaggio in pratica; ma, allorch
questa spessezza arriva a l l/, ovvero al doppio ed anche pi, necessario di tener

conto di tale accrescimento, che corrisponde precisamente ad un aumento notabile di


forza da trasmettere. Le parti che dovranno specialmente aumentarsi per la maggior
forza da sopportare, sono la larghezza delle razze, la spessezza della corona e quella

del mozzo. Perci si potr seguire la regola seguente: Moltiplicansii termini proporzionali
di ciascuna relazione corrispondente (la quantit additiva ssa, quando se n' calcolata
una a parte) per una frazione, avendo per numeratore la nuova spessezza (in millimetri)
della coreggia e per denominatore 5 millimetri.
Esempio. - Se nell'esempio superiore la coreggia dovesse avere 8 millimetri di
spessezza, si otterrebbero le dimensioni di e, b e E nella seguente maniera:

Spessezza della corona e I; (100 X 0,03) + (250 X 0,005) =6""-,05


Lunghezza delle razze b=/Mx

E::l/21;O)335:58 mill.

6 x5

8
Spessezza del mezzo E:

X100 X 0,3=48 mill.

5
22". Dei Coni a puleggia. _Lo scopo principale dellapplicazione dei coni a
puleggia, come si disse superiormente, di ottenere una serie di differenti velocit, la

ceudo passare la coreggia da una puleggia allaltra di diametro differente. Quindi pos
sono succedere due casi distinti. Un cono pu comandare una puleggia o un tamburo
unico, ovvero due coni possono comandarsi reciprocamente.

Nel primo caso, la lunghezza delle coreggie prova delle variazioni molto pi sen
sibili che nel secondo, ancorch la differenza delle velocit ottenute sia molto minore;

perci questultimo metodo il pi sovente impiegato. Si vegga pi innanzi quali sono


nei due casi il rapporto delle velocit e le leggi del moto variabile, che i due assi si
possono comunicare.
10 Caso. - Una puleggia a tamburo semplice accoppiato con un cono. I diametri
estremi dun cono essendo dati, essi formano generalmente col diametro intermediario

una progressione per differenza, la cui ragione uguale alla differenza dei diametri
estremi, divisa pel loro numero, pi uno dei diametri intermediarii; cosicch, prendendo
per esempio il cono della Fig. 7, Tav. XXX, avremo i diametri estremi di 500 a 300
millimetri, e gli intermediarii essendo in numero di tre, ciascun diametro differisce

dallaltro, successivamente, duna quantit fissa ed uguale a 502_1139-0_=50 millimetri.


Supponendo ora che un cono comandi un tamburo cilindrico, la velocit di rotazione
del cono essendo uniforme alla velocit variabile comunicata al tamburo per ciascun

diametro differente del cono, esse formeranno una progressione per differenza srmile a
quella formata dai diametri; questa progressione sar la seguente 3. 3,5. 4,5. 5; la ve
calco

lealt del tamburo, comunicata dal diametro 3 preso per unit, sar

2 _E3 2

. 3. 3. 3 . 3.
Quindi ne deriva la regola seguente: Le velocit di rotazione trasmesse da un cono a un

tamburo cilindrico, od in altri termini, le velocit circonferenziali della corona sono propor

zionali ai diametri successivi del cono, la velocit di questultimo essendo uniforme.


I diametri successivi dun cono, formando una progressione regolare per differenza,

si trovano nella stessa condizione come se la coreggia si spostasse d'una quantit uguale
sopra un vero tamburo conico. Ora supponendo in effetto che questo sia, e che la co
reggia, senza cessare dicomandare il tamburo cilindrico, sia animata da un moto di

traslazione perfettamente uniforme, nel verso della lunghezza dellasse del cono o del
tamburo conico, la variazione del diametro, e per conseguenza di velocit, avr luogo
secondo tempi eguali, da cui sar facile a dedursi che le velocit saranno proporzionali

ai tempi, che la coreggia mette a percorrere la lunghezza dei tamburi conici. Quindi ne ri
sulta che lasse del tamburo cilindrico e animato da un moto uniformemente accelerato

283
o ritardato secondoch la coreggia sar posta dal pi piccolo diametro al maggiore, ov
vero dal pi grande al pi piccolo. Per conseguenza, sospendendo un peso a una corda
avvolta sul tamburo cilindrico, questo peso sar animato da un moto assolutamente della

stessa natura di quello che gli verrebbe comunicato cadendo liberamente per lazione
naturale del peso.
Se il tamburo al contrario comanda il cono, la sua velocit, che anche uniforme,
e le velocit di rotazione del cono formeranno una progressione simile, ma inversa
alla precedente, cio nelle stesse condizioni, prendendo per unit la velocit del piccolo

33--3111

diametro, si avr 3, 3,5, 4,5, 5, e e ve ocr

'

li

successwe comunicate a asse

dle

cono

sono dunque inversamente proporzionali ai suoi diametri progressivi. Se si suppone che


la coreggia si sposti sul cono andando dai piccoli ai grandi diametri, la velocit per rispetto
a quella delle coreggia subisce una diminuzione, la cui progressione decresce nella stessa

maniera dei termini della serie formati dallunit successivamente divisa dai numeri
.
l l l l 1
naturali i, 2, 3, 4, ecc. T, 5, -g, , g, ecc.

2' Caso. _- Due coni si conducono reciprocamente, e sono disposti inversamente. Uno
dei due coni avendo un moto uniforme, le velocit variabili comunicate allaltro saranno

espresse dal prodotto a termine delle due progressioni superiori disposte inversamente;
cio si avranno i diametri estremi essendo, come si veduto, 3e 5 a 300,500 millim.,

3 a_o 3 I 3,5
eg10,5_7
xTsz
X4_,5_13,5_)

exs__e_,
a 4 12
4i>x_3_:13,5:2 \x:1_>z
33,510,5733

93

e supponendo sempre che la velocit del cono che comanda sia uguale allunit. Un
esempio potr ssare meglio le idee.
Esempio. _ Supponiamo, Fig. 7 e 8, Tav. XXX, che il cono A che comanda faccia
25 giri al minuto: quali saranno le velocit che prender quello comandato A', traspor
tando successivamente la coreggia B su ciascuno dei diametri?
Soluz. Si avr

25 x -.=15 giri ' 25 x %:19,44 giri


25 x1:25 giri
25 ><%:32,14 giri \ 25 x 2241,66 giri.
Si vede che laccrescimento delle velocit molto grande; la maggiore e la minore

sono fra loro come il quadrato dei rapporti dei diametri estremi. Quindi si pu espri
mere in un modo generale il metodo da seguirsi per determinare la progressione delle
velocit dei due coni divisi in due tamburi conici, che si comandano pei diametri op

posti, dicendo che la serie delle velocit ottenute rappresentata dal quoziente, termine a
termine delle due progressioni per di/ferenza sovrapposte inversamente. Cosicch il diametro
di uno dei copi o le divisioni uguali dun tamburo conico dando la progressione l,2,
3, 4, 5, 6, le velocit ricevute da quello condotto saranno successivamente uguali a
16, g, g, g, g, il}, che si riducono alle seguenti: il primo termine condotto allunit

i,

12

1821.

30

..

2,443

, T, --, -2-, 30, che s: riassumono l, -,

1 ,

s, 15, so.

REGOLE PRATICHE.
DELLE CATENE, UNCINI ED, ANELLI.
228. - Le catene ben costrutto si possono, secondo il Redtenbacller, caricare no al
limite delasticit del materiale, cio fino a' tanto che la tensione masarma per centimetro

284
quadrato sia uguale a 0,4 X 7000=2800 Chilogrammi. In questa supposizione si ha, per

determinare il diametro del ferro degli anelli della catena, che debba sopportare un peso
P, le seguenti lormole. Per le catene ordinarie, Fig. Mi, 142, d =0,0i'ZI/; per quelle

a piuoli, Fig. 143, d:0,03ll/P Noi per, seguendo il Reuleaux, crediamo che per
maggior sicurezza si possano tenere le seguenti:

Per le catene i\ i e 2, Fig. ili e 142

a:o,aae 1/
P:0,42 1
Per le catene a piuoli, N" 3, Fig. 3

a:o,an/f
'
Per la catena a nodi N 4, Fig. l4i

P:tl,ild

a:o,mo |/ e
P 296 a'=
Per la catena a uncini o di Vaucanson, N 5, Fig. 145

a:o,s l/P_
P : i di.
Per la catena ad articolazioni o di Gall, l\ 6, Fig. 146, segnando con ila lunghezza
dogni anello e con 5 la spessezza delle lastre si avr

d
3:0,8(i+2)
0,35

""i+il/p
P = 8,35 (i + 2 i) 5.'-
3,

pel valore di i si prender il numero intiero, che pi si avvicina al seguente i: /, I/ P.


Degli Uncini. - Per unire le corde e le catene coi pesi da sollevare o trascinare

si adoperano degli uncini e degli anelli di ferro fucinato; i primi per meritano par
ticolar attenzione. Afnch soddisfacciano all'uso e siano capaci di sopportare senza
deformarsi le resistenze a cui sono destinati, bisogna che abbiano dimensioni mag
giori di quelle che parrebbe a prima giunta, bench la loro forma dipenda dal sen
timento pratico piuttosto che dalle formole teoriche, equindi i modelli riescono sempre
di grande utilit. Essi si possono dividere in aemplz'cie deppii.
Degli Uncini

semplici. - Le
Fig. 168, 169 rap

presentano

due

uncini semplici
colle singole pro
porzioni segnate.
Prendendo per u_

nit. d, il quale si
ricava dalla for
mola data da Mo
rin per determi
nare il diametro
del nocciolo delle

viti nelle chiavar


de, essendo P il pe
so in Chilogram

mi, d,:0, 691/ P.


i
Nel nostro caso pe
r P rappresenta

'

il massimo peso

Fig. ma.

285
' da farsi sopportare dallnpcino, perci si considerer come si considera uno sforzo di
trazione 2,811 nel perno della vite;

.
Quando_ 10 fosse il diametro dellapertura delluncino ed Il laltezza del corpo dellun
cino steso, allora la larghezza di Questo si prende uguale ai 2/3 di h, e quindi, conside
rando la solidit composta, si ottiene una tensione 10" nella gola delluncino, e la formola

71
d,

1,30

+ 5/4. La parte opposta al dosso delluncino in ferro avr una spes

sezza uguale a

, nel qual caso il circolo, che racchiude il corpo principale delluncino,

deveavere il diametro D:w+ 1,511. Le proporzioni pi usitate sono le seguenti:

{5- :0,6 0,7 0,8 0,9 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5
--- : 1,77 1,82 1,86 1,91 1,95 1,99 2,03 2,08 2,12 2,16
-Z, =1,06 1,27 1,49 1,72 1,95 2,19 2,44 2,70 2,97 3,24

%=3,72 4,00 4,28 4,59 4,88 5,18 5,48 5,82 6,15 6,48.
Descrizione. - Per ottenere una forma graziosa si descriva con

dal punto B,

2
che dista da Ala lunghezza

D, un circolo, e sopra AB
un semicircolo; si ponga

su questultimo il centro 0
del vano delluncino. Loc
chio delluncino, Fig. 4%,
va considerato come lasta

dun perno a forchetta, ed


haunalunghezzaunavolta ,
e mezza il suo diametro.
' Agli uncini di grandi di
mensioni,comequelliusati

nelle grandi grue nei porti


V di mare, i quali servono

' pure ad equilibrare il peso


della catena che sale nel
lapposito canale, e per vin

cere gli attriti delle girelle


nella discesa della catena

scarica, si appende un peso

addizionale qualunque.
Uncini a doppio oc
chio od anelli. - Lun
cino doppio va considerato
come composto di due un
cini semplici addossati uno
contro laltro; la grossezza
del corpo delluncino sem

plicescomparerapportando

le misure 11:, la, D ad unu

nit uguale a 0,7 6. Sulla

"

Figura si hanno scritte


tutte le proporzioni necessarie per descriverlo.

511

Orecchie od Occhl.
Fig. 150. Si possono consi-

I
1,52711

. ..
Fig. 172.

l
Hg 173

286
derare come la congiunzione di due parti interne (1 uncini semplici, e per conse

guenza le misure 10 ed la possono riferirsi allunit d.


Le Fig. 172, 173 rappresentano due anelli, uno rotondo, laltro semi-elittico, dei
quali per brevit diamo solo i numeri indicanti le varie proporzioni scritte sulla. Fi
gura, tutte rapportate al diametro d preso per unit; maggiori modicazioni nelle
lunghezze e distanze non crediamo di dover prendere in considerazione, poich vanno

determinate a seconda dei casi, e in questi giova assai la lunga esperienza ed il senso
pratico, senza cui non possono aversi buoni costruttori.

ARTICOLO XI.
Ilein Eccentriei, dei Bocciuoli e delle Palmole.

229. Eccentrici. --Si dicono eccentrici gli organi meccanici animati da


un movimento circolare, il contorno dei quali ha i suoi punti inugualmente
distanti dallasse di rotazione. Essi servono a trasformare il moto circolare
continuo in moto alternativo circolare o rettilineo alternativo.
Le loro forme sono pressoch innite: sovente s'impiega l'elisse, le curve dette a
cuore o eccentrici di Vaucanson, il triangolo equilatero curvilineo, le curve a foglie
a due o tre lobi. Il pi semplice ed il pi comune quello a disco circolare massiccio,

oppure a trafori, il quale si muove attorno ad un asse, che non passa pel suo centro;
le linee, che misurano le varie distanze dal centro di rotazione ai varii punti del suo
contorno, si dicono raggi pittori. Essi sono frequentissimamente impiegati nella com
posizione delle macchine.
Gli eccentrici si distinguono, secondo il genere di moto che trasmettono, in
eccentrici a moto regolare, intermittente o variato, ecc.
Nella costruzione delleccentrico bisogna considerare: 1 la corsa o cacciata o
mandata, la. quale sempre il doppio del raggio d eccentricit, che la distanza
che esiste tra il centro dellalbero e quella delleccentrico; 2 la velocit angolare
dellalbero e il numero dei giri, che deve fare per minuto.

Gli eccentrici come ogni altro organo meccanico dnno luogo a due quistioni
distinte: 1 Dato 1eccentrico, sapere qual moto sia esso capace di comunicare all'asta
scorrevole col rivolgersi attorno del suo asse; 2 Dato il movimento, che esso deve

trasmettere allasta scorrevole nel suo giro equabile, conoscere la gura del contorno
delleccentrico.
Un eccentrico pu in certo qual modo riguardarsi come un cuneo che gira; en

trambi i meccanismi sono destinati a produrre moto rettilineo; entrambi operano per
immediato contatto; entrambi possono servire a trasformare un movimento cquabile in
un altro molo equabile, oppure in un moto vario secondo qual
sivoglia legge; ma nei cunei il movente cammina in linea retta,

negli eccentrici ha un moto circolare, epper lazione dei primi


necessariamente limitata ad un tempo molto breve, salvoch il
cuneo non avesse un moto alternativo; quella dei secondi pu

continuare indefinitamente per lo stesso verso.


Per rischiarare meglio le idee supporremo in primo luogo che,
mentre leccentrico descrive equabilmente un giro intiero intorno
al punto 0, Fig. l'74, lestremit A della slanghetla debba sollevarsi

da A no in H con un moto equabile, e poi ricadere ad un tratto


nella sua prima posizione A. Dividasi laltezza AH in un numero
qualunque di parti uguali, per esempio sei, nei punti 1,2, 3, 4 e 5,
e la circonferenza di circolo descritto col raggio 0A in un ugual

numero di parti uguali nei punti 1' 2' 3 4' 5'; il contorno curvilineo

287
dell'eccentrico dovr esser tale che, quando avr fatto un sesto di
giro, esso venga ad incontrare la verticale AH nel punto 1', quando
avr fatto due sesti di giro venga ad incontrarla nel punto 2, e

cosi di seguito. Perci, conducendo i raggi 01', 02', 03', 04, 05', 0A
indefinitamente prolungati, si porteranno sopra questi raggi le
lunghezze 0B uguale a 01, OC uguale a 02, OD uguale a 03 ecc.,
e i punti B, C, D ecc. saranno sul cercato perimetro; unendoli
con una curva_continua ABCDEF, si sar costruito leccentrico

Fig. 475.

domandato. Il contorno di questo eccentrico sar formato da una spira curva detta spi
rale d'Archimede, N. 129, il cui passo sar uguale alla corsa, cacciata o mandata AH delle

stanghette.
Se si volesse che, durante una rivoluzione delleccentrico, la stanghetta si sollevasse

due volte equabilmenle no in H, Fig. 175, e due volte ricadesse in A, il perimetro curvo
anderebbe formato di due mezze spire ABCh, abcll, volte dalla stessa parte, e con le
loro origini luna in A, laltra in a.
Facendo le due mezze spire di passo disuguale, come si vede nella Fig.1'.'6, la stan
gbelta sar sollevata due volte per ogni giro ad altezze disuguali e ad uguali intervalli
di tempo; e variando col passo anche lampiezza delle due porzioni di spirale, come
nella Fig. 177, la stanghetta sar sollevata ad altezze uguali in tempi disuguali. facile
il comprendere ci che avverr impiegando gli eccentrici delle Fig.178 e 179, ne quali

Fig. ns.

Fig. 176.

Fig. no.

il contorno e sempre formato di archi di spirale d'Archimede, tutti di uguale ampiezza,


ma di passo ora uguale, ora disuguale.
In tutti questi esempii noi abbiamo supposto che alla ne di ogni salita la stan
gbetta dovesse ricadere liberamente nella sua posizione primitiva; ma per lo pi si

vuole chessa vi ritorni con moto equabile, come se nera prima allontanata. Allora, se
essa deve fare una sola andata ed una sola venuta ad ogni giro delleccentrico, il con

torno di questo sar formato di due mezze spire c0n lorigine comune, ma voltate in
verso contrario, come si vede nella Fig.180 e prender il nome di cuore. Se invece di
due mezze spire simpiegheranno quattro quarti di spira, come nella Fig. 181,1a stan
ghetta far due andate e due venute equabilmenle ad ogni gir0

dell'eccentrico; essa ne farebbe tre, se simpiegassero sei sesti di


spira, disposti come nella Fig. 182 che rappresenta una rosetta a

Fig. mo.

Fig. 18|.

Fig. '82.

tre lobi 0 foglie. In questultimo eccentrico, come in quello della Fig. 182, facile lo

288
TAV. XXXII. scorgere che tutti i diametri sono uguali fra loro, e che si pu impiegare un andivieni
a due caviglie B, E, in modo che la curva ED cominci a spingere allingi la caviglia
E, tosto che la curva 08 ha cessato di spingere allins la caviglia B; per produrre il
moto retrogrado dellandivieni non allora necessaria lazione di un peso o di una,
molla, ed esso pu, senzaltro artifizo, collocarsi in positura orizzontale. Si potranno
nello stesso modo formare altre rosette a quattro, a cinque o a pi lobi.
Fig. l.

1 Problema. - Descrivere un eccentrico capace di far percorrere al punto a con


moto uniforme asce_udenle o discendente in lznea retta la dl8llltl2tl uguale a a, lalbero

avendo un moto uniforme.


Soluz. Si stabilisce il punto di rotazione 0, che pure il centro dellalbero su cui sta
leccentrico; poi volendo far avanzare il puntoa no in a, in una mezza rivoluzione
d' una maniera uniforme e ricondurlo al posto primitivo al termine dell altra mezza
rivoluzione, la curve. che former l'eccentrico, sar simmetrida; quindi dal centro 0 si

descriver coi raggi

a ed Oa' due circonferenze che si divideranno in un numero qua

lunque di parti uguali, come l, 2, 3, 4, ecc., pei quali si faranno passare altrettanti raggi;
quindi, divisa. la lunghezza cm, o cacciata dalleccentrico in un numero di parti uguali

alla met. di quello in cui sono stati divisi i circoli nei punti 1', 2', 3', 4, ecc., si fa
ranno passere per questi punti altrettante circonferenze concentriche alle

rime. Tutte

queste circonferenze saranno successivamente incontrate dei raggi Ol, 2, 03, ecc.,
in b, c, d, e, ecc. La curva continua passante per questi punti sar la. curva esteriore

teorica delleccentrico conveniente per far percorrere la retta aaldal punto a in una
maniera. uniforme, essendoch ciascuna distanza eguale_ul', l'2, 2'3, ecc., percorsa
dal punto a corris onde successi vampnte e. spazii angolari uguali a' l, 12, 23, ecc., de

scritti dalleccentrrco nella sua rotazione.

In pratica non potendo agire su d' un sol punto, si gli sostituisce una girella di
raggio ai, la quale ha il suo centro nello stesso punto a.
Si comprende facilmente che, afnch la girella possa avere lo stesso moto del
punto, bisogner modicare leccentrico descrivendo da cadun punto o, e, d, e, ecc.,
della curva primitiva come centro, una serie d archi di circolo di raggio al; quindi
Fig. 2.

conducendo una linea curva tangente a questi archi, si avr il contorno delleceentrico
B, Fig. 2. Da quanto gi si disse superiormente la curva delleccentrico simmetrica
per rapporto alla linea da che passa pel centro; per conseguenza la prima parte del
leccentrico, che da a in a, spinge la girella e quindi lasta verticale A,allestremit
della quale questa applicata, affatto simile alla seconda parte, su cui la girella
in contatto discendendo da a' in a. In questa guisa la rotazione regolare e continua

dell' eccentrico B produce il moto alternativo e uniforme della girella e dellasta A,


che mantenuta da apposite guide verticalmente.

'

Nella pratica il corpo degli eccentrici ora formato d una lastra piena ore. a

y:

trafori secondo la grandezza desecuzione; esso per porta sempre un mezzo 0 come

quello delle ruote per ssarlo pi solidariamente sull'asse D. Quando a trafori for
mato duno. corona sostenuta da nervature o da razze nella direzione dei suoi raggi
vittori e raccordati col mozzo e colla corona mediante nervature.
La Figura. 2 fa vedere il prospetto delleccentrico colla relativa stanghetta od asta

Fig. 5, l, li.

mobile, ed il circolo punteggiato u"' la posizione che deve occupare la girella nel punto
pi elevato; la circonferenza punteggiata indica il circolo descritto dal punto i, che
potrebbe dirsi vertice delleccentrlco; la Figura 3 fa vedere il anco dellfeccentrico
colla relativa asta scorrevole e stanghetta, sezionando la staffa e non la girella; la
Figura4 fa vedere la sezione passante per l'asse della stanghetta e delleceentrico; la
Figura 5 una sezione trasversale passante pel centro di rotazione nel senso orizzontale,

lasciando intatto lalbero secondo la linea 1-2.


Fig. 6, 7, 8, 1), IO.

2 Problema. - Descrivere un eccentrico mosso da un albero con moto equabilc, il


quale per ogni rivoluzione sollevi il punto a in li con uu_molo equabilmente accelerato,
e lo lasci poi radtscendere da h in a con un moto egual:lmcute ritardato impiegando
tempi uguali nella salita e nella discesa.
Soluz. Se il moto del punto a dovesse_ essere equabil_e come nell eccentrico ante
cedentemente descritto, mentre leccentrrco fa, per cagmn d" esempio, la dodicesima.

parte dun giro, esso salirebbe o diseenderebbe_sem re_ della sesta parte di a l; ma
volendo che la legge del moto sia tale, _che_d_xv1den o in sei parti uguali la durata
della salita, li spazii descritti in questi se1 intervalli di tempo stiano tra loro comei
numeri 1, 3,%, 7, 9, 11 (30, 31) e similmente che, d}Vldendo in sei uguali tempi la du
rata della discesa, gli spazii descritti m questi sei tempi formino la serie decrescente
Il, 9, 7, 5, 3, 1, naturalmente la costruzione dey essere eseguita cosi: dividasi la
circonferenza descritta con raggio 0h 1m dodici parti uguali; come nellesempio

289
antecedente conducasi per tutti questi punti altrettanti rag i O], 021 03, ecc.; divi- TAV, XXXI],
dasi la cacciata o lo spazio aa' in 36

arti uguali, semma

elle un1th della serie o _

dei tempi; sidescrivano poi dal pun o 0 altrettante circonferenze che passano pel S. 0. h 8. 9. 40
primo, pel quarto, )el nono. pel sedicesimo, e pel venticin uesimo_ punto

(come Si insegnaio al N. 32 parlando dellalegge della ca uta dei

i_ divisione

ravi, cio che gli

spazii descritti nel primo, nel secondo, nel terzo e nel quarto minu o secondo stanno

fra loro comei numeri dis ari 1:3:5:7, e per conseguenza gli spazii descritti in uno,
in due, in tre, ed in quat ro minuti secondi contati facendqcapo dal. primo istante
della. caduta, vengano crescendo come i numeri 1:4:9:_16, cio come. il quadrato dei
tempi); poi, fatto centro in 0ycon un raggio 01, si taglrla linea 0o m b; con raggio
.04 si togli la linea 02 in c, e cosi discorrendo, nch_con un re. g10 011' si venga a.

tagliare la linea di mezzo 09: La curva abcdfg sar la met

al contorno dellec-

centrico domandato; ripetendo loperazione dallaltra parte della linea 0 9, che forma

lasse, si avr lintiera curva simmetrica fermento leccentrico.


_ In pratica, come ,nelleccentrico antecedente, con un raggio uguale a quello della
girella j facendo centro nei punti a, o, c, d, e, f, 9, si descriveranno altrettanti circoli,
indi con una curva tangente a questi circoli si otterr, come gi si disse, la curva da

darsi alleccentrico onde il punto a' e quindi la stanglietta A percorrendo la retta'a' ci"
abbia un moto equabilmente accelerato o ritardato.
,
La Fig. 7 ne rappresenta il prospetto, la Fig. 8 il anco e la Fig. 9 lo spaccato
sullasSe. La Fig. 10 la proiezione della sezione sulla linea 1-2.

3 Problema. - Descrivere un eccentrico, che faccia muovere il punto a secondo una Hg H H 5


linea retta aa' con un ynolo eqaabilmente accelerato no nel punto 4', cio per met della
corsa, e per laltra mela con un moto eqnabilmente ritardato, e la stessa legge segua nel

discendere.

' ,, ,5'
'

Soluz. In questo caso, descritto il circolo col raggio delleccentrico, si divide. la cir-,
conferenza in un numero di parti qualunque, per esempio in 16. Poi prendasi la retta
aa come diametro,e si descriva un semicircolo, il quale, si divider in un numero di
parti ug'u-ali alla met di quello in cui si sar. divisa la circonferenza descritta dal
punto 0 con un raggio Ca; da ciascun punto di divisione del semicircolo si abbasse-'
ranno altrettante perpendicolari sul diametro aa', e si otterranno i punti 1', 2', 3', 4,

5', 6', '7, per ciascuno dei quali dal (punto 0 come centro si descriveranno altrettante
circonferenze, che, tagliando i raggi 1,02, 03, 04, 05,ccc., daranno nei punti a, b, c,
d, e, f, p, Il, 2', attrettanti punti della curva domandata.
'

La Figura 12 fra-vedere il prospetto delleccentrico, la Figura 13 il anco e la Fi


, gura 14 una sezione.sull'asse delleccent_rico e dellasta di sollevamento, la Fig. 15
una sezione secondo la linea 1-2.
Nella costruzione delle macchine accade sovente che gli eccentrici hanno da muo
vere non pi un'asta verticalmente, ossia imprimere un moto rettilineo, ma da far
muovere un braccio di leva che descrive un arco attorno ad un centro di rotazione;

quindi bisogna. modicare le costruzioni antecedenti, afnch il punto possa percor

rere larco dato.

'

4 Problema. - Descrivere la curva dun eccentrico capace dimprimere al

unto

g, ;stremit del braccio di leva A, un moto uniforme percorrendo un arco di circa 0 aa' '
a o.
Solue.Dividasi larco art in un certo numero di parti uguali, per esempio in otto,
e per tutti questi punti 1', 2', 3, ecc., si faccia passare altrettante circonferenze, che

avranno per centro comune 0 centro del moto dellepocntricp; si descriva dallo stesso
punto un circolo, la cui circonferenza passi pel punto! centro dellarco, che il punto
dato deve percorrere, e questo si divider in un numero di parti doppio di nello in cui
stato diviso larco, che nel nostro caso sar di 16; prendendo una lung ezza ta e
ostando una delle punte del com asso in 1, si taglier. in 0, con un arco di circolo,
la circonferenza, il cui raggio 0 ' dal punto 4, sintersecher nella stessa, guisa in (1
nella del ra gio 03,- ecc. Tutti i punti 0, d, e, cosi ottenuti, determineranno lacurva
gomandata, c e avr la. propriet di comunicare al unto a un moto uniforme percor
rendo larco aa'. Infatti se si osserva, che langolo 01 e met di nello 2Oc, e che
per conseguenza quando il punto b e in 1', il raggio 00, allora in
b, descriver un
angolo-uguale a 'Ob per rendere tosto la posizione 02', si potr facilmente com

prendere che la

arte bo

ella curva far. percorrere al punto dato larco l'2' nello

stesso tempo e cola stessa velocit che la parte ab le innalza da a in 1', supponendo
sem re che lalbero delleccentrico sia dotato d'un moto uniforme, cosicch 1 angolo
3c essendo triplo di quello di 10b si vedr ancora che il punto a percorrer. lo

quzio 23' anche uniformemente.

Si vede pure da questa Figura che la seconda parte ilm della curva. non sim
metrica; e; quella abcd. Per rendersene ragione si osserver che larco rl, ad esempio,

uguale a lb,_e che allorch il puntdb, determinato dall intersezione della. circon
ferenza, passa in 1' con larco descritto da a non pu essere, come nel caso pre

37

Fig. 46,17, t8,

ti), 20.

290
cedente, posto relativamente ad a nella stessa maniera del punto b, essendo che il

TAV. XXXII.

Fig. In, 17, IS, raggio ca non passa pel punto 1'; lo stesso dicasi dellarco d2', che uguale a
quello 2'q, ecc. Si comprender pure facilmente che questa curva ara dovr. far di
la, 20.
scendere il punto dato seguendo larco a'a collo stesso moto uniforme, con cui e sa
lito pelle parte ad efy hl.
In questi due esempii descritti, il punto a si mosse sempre con uniformit ed il

cambiamento di direzione si fa ancora colla stessa velocit.


' .
Vi sono dei casi che questa disposizione ha i suoi inconvenienti, imperciocch, la
' curva dovendo far muovere un punto materiale, il quale offre una grande resistenza,

una tal forma pu cagionare degli urti da sconcertare tutto il meccanismo. Si rimedia
allinconveniente disponendo in guisa che il punto a si muova al principio ed al ne
della sua corsa con minore velocit, e perci allora lo spazio aa' si divider in parti
ineguali come nellesempio antecedente.
La Fig. 17 fa vedere un eccentrico del genere descritto, che fa muovere un braccio
di leva A, il quale allestremit ha una girella j, che percorre larco aa'. La. Fig. 18
fa vedere il anco e la Fig. 19 una sezione della medesima passante per lasse; la

Fig. 20 una sezione delleccentrico secondo la linea 1-2 lasciando l'albero intatto.

rav.xxxui

5 Problema. - Descrivere un eccentrico, il quale nel suo moto rotatorio

accia

annovera un punto dalo_a,,pon molo umforme con un riposo nel punto vicino all albero
Fig. t, 2, 5, 4,3. uguale ad un quarto da rwoluzzone, dellalbero stesso.
Soluz. Dividasi la circonferenza descritta. col raggio Oa in sedici parti uguali;
si unisca il punto 0 coi varii punti 1, 2, 3, 4. ecc.; poi siccome per un quarto di ri
voluzione il unto deve stare in riposo, e togliendo dal numero 16 quattro parti ne
riman ono 1', che da la met. uguale a 6, dividasi la cacciata aa' delleccentrico in

6 part uguali e dal _centro si descrivano altrettanti circoli concentrici passanti per
ciascun punto di divmione. Quindi, fatto centro in O, si descrivere un arco dai punti
segnati 14', 15', 16', 1, 2', che, avendo tutti i suoi punti egualmente distanti dal centro'

0, non imprimer moto di sorta alla stanghetta; poi, incominciando dalla seconda divi
sione, cio dal punto 2', 3, 4'. ecc., passando per le varie circonferenze come si fatto
nella Tavola, antecedente, si otterr la curva che soddisfa alle condizioni domandate.

La Fig. 2 fa vedere la forma, che si pu dare nella costruzione alleccentrico, cio


d'una lastra piana in acciaio od in ferro fuso senza nervature, calettata sullalbero D,

secondo le diverse applicazioni, che se ne debbe fare; la. Fig. 3 fa vedere leccentrico
di prolo; la Fig. 4 10 spaccato del medesimo sullasse, e la Fig. 5 la proiezione oriz
zontale duna. sezione sulla linea 1-2.

Fig. 6, 7, a, 9, IO.

6 Problema. - Descrivere un eccentrico, che faccia muopere un punto dato a con


un moto umforme come al precedenle, zn_ yuzsa cm) che 1l rzposo sia dun quarto di
rotazzone dellalbero, ma al a maggior dzslanza

a questo.

Soluz. Descrivasi dal centro 0 del moto una circonferenza di raggio 011'; si
vide. come nellesempio antecedente in 16 parti eguali; uniti questi punti di divr
sione l, 2, 3, 4, 5, ecc. col punto 0, si divider la cacciata aa' in sei parti uguali,
cio in un numero di parti uguali a met. di quelloin cui stata divisa la circonferenza
diminuita di quattro parti pel riposo, o_ssia Iii-4:12. Quindi facendo passare una
linea progressivamente per i varii punti dincontro dei raggi colle circonferenze l',

2', 3', 4', 5', ecc., si otterr il contorno delleccentrico domandato.


La Fig. 7 fa vedere la forma che pu avere il suddetto eccentrico considerandolo
sempre, come presenta il disegno, una lastra piana. sulla spessezza della quale sap

poggia una stanghetta A munita alla. sua estremit di una rotella ritenuta nella sua
staffa da una chiavarde a vite.
La Fig. 8 fa vedere il prolo delloccentrico colla relativa stanghetta A in ferro fuso
con nervature; la Fig. 9 una sezione che passa per lasse verticale; la Fig. 10 la proie
zione orizzontale della sezione trasversale 1-2.
7 Problema. - Descrivere un eccentrico capace d'imprimere un moto rettilineoed
Fig. H, H, B,
uni/orme ad un prgnlq dato a con due rl _osi di al); terzo di rivoluzione dellasse ciascuno,
M, t5.
uno nel punto pzu memo allasse 0 e altro ;mu lontano.
Soluz. Dopo aver descritti i due antecedenti sar facile la descrizione di questo;
tracciata dal punto 0 una circonferenza e dmsa in ventiquattro arti uguali, nei
punti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, si faranno passare altrettanti raggi; indi
ivisa la cacciata
delleccentrico in quattro parti uguali, si faranno, come sopra, passare per questi al
trettante circonferenze. e nell'incontro dei raggi 4, 5, 6, 7, ecc. Si otterr la curvatura
delleccentrico domandato.
La Fig. 12 fa vedere il prospetto delleccentrico in ferro fuso od in acciaio piatto

291
come gli altri due senza nervature; la Fig. 13 il anco, la Fig. 14 lo spaccato sullasse,
e la Fig. 15 la proiezione orizzontale della sezione inferiore fatta secondo la linea 1-2.

TAV. XXXIII.

230. Eccentrico circolare. -Fin da principio abbiamo gi detto che questo


leccentrico pi semplice e comune, il quale consiste in un disco circolare massiccio op
pure a trafori, obbligato a girare sopra un asse, che non passa pel suo centro. La corsa

dellasta che fa muovere sempre uguale al doppio della distanza dal suo centro al
lasse, ossia al diametro della circonferenza descritta dal centro stesso. In questi si
stemi deccentrici il movimento dellasta scorrevole ha sempre luogo senza interruzione
tanto andando come ritornando, ma duna maniera irregolare tanto al principio quanto
al ne della corsa, bench lasse delleccentrico sia animato da una rotazione regolare.
Questeccentrico n da principio fu impiegato nelle macchine a vapore per mettere

in moto le valvole a cappello nel cassetto distributore del vapore, e gli emboli delle
trombe dalimentazione della caldaia. Essi hanno sulle manovelle il vantaggio di non
aver bisogno di guide per le bielle, le cui articolazioni si consumano molto facilmente.
Hanno per linconveniente che il loro attrito nei collari assai notabile, e quindi
non sono adatti per trasmettere grandi sforzi.
Il disco attraversato da un foro dugual diametro di quello dellalbero, che lo
deve portare; -la posizione di questo foro determinata dalla corsa, che deve avere, o
dalla cacciata, la quale e doppia della distanza, che esiste tra lasse dell'albero e quello

delleccentrico; infatti se osservasi durante il moto continuo dellalbero lasse dellee


centrico descrive una circonferenza attorno allasse di questultimo, il cui diametro
il doppio della distanza fra i due assi.
8 Problema. - Disegnare un eccentrico circolare col relativo collare, essendo il

dia_rnetro dellalbero di 140 millim., il raggio d'eccenlrz'oz'l di 70 millim. colla relatzra


sezzone verticale 41 proiezione 07122071t0l6, con e senza collare.
Soluz. Gli eccentrici circolari che servono per trasmettere il moto regolare, parti
colarmente delle valvole a cappello del cassetto distributore del vapore, consistono ge
neralmente in un disco circolare B duna o due parti secondo i casi, contenente nella
sua circonferenza una gola rettangolare nella quale si adatta. un collare diviso in due
arti C che suniscono collasta K etta asta delleccentrico, e per mezzo della quale SI

ega la trasmissione del moto; altre volte invece della scanalatura vi si trova un ri
lievo EE come nella Figura 17. Questo disco perforato da un buco circolare di dia:
metro uguale a quello dellalbero A, sul quale deve essere calettato; la posizione di
questo buco si determina della corsa, che deve avere la arte dotata del moto alter
nativo: questa corsa e doppia della distanza fra lasse del albero e quello delleccen

trico, come facile a convincersene, osservando che, durante il moto circolare continuo
dellalbero, lasse delleccentrico descrive una circonferenza attorno dellasse di que

stultimo, la quale ha per diametro due volte la distanza da questi assi.


In questi generi deccentrici, dato il raggio 0A del mozzo delleccentrico, e la lun
ghezza della corsa totale da far percorrere al cassetto, questa corsa deve essere uguale

a tre volte laltezza delloricio dintroduzione, quando la parete del cassetto e uguale
alla larghezza dellorizio, e quando questo non deve essere chiuso in un sol periodo,
ma al contrario una prima parte 01/3 e percorso in un certo tempo, e i due altri terzi
duna maniera continua ed in un tempo posteriore, cio in guisa che vi sia un istante

di riposo tra il primo terzo e gli altri due, come vi pure un tempo di fermata tra
questi due ed il primo.
Costruzione. Quando lalbero retto, leccentrico si fa dun sol pezzo. Quando
invece lalbero ripiegato in due punti come nelle antiche locomotive, di necessit

bisogna farlo in due pezzi, particolarmente quelli che vanno calettati tra le due ri
piegature. Essi formansi dun disco, Fig. 16, diviso in due parti, riunite tra loro per
mezzo di due chiavarde a due dadi, ovvero con caviglie o chiavette, come si vede nella
Fig. 16, cio le due parti 133', le due chiavarde D' invitate nella parte B e congiunte

a chiavette nella parte B'. Questi eccentrici si costruiscono generalmente in ghisa, i


loro collari in bronzo od in ferro; ma quelli in bronzo sono i pi adattati e conve
nienti per tutti i casi, quando abbiano una spessezza sufciente. Sovente per econo
mizzare del metallo, senza diminuire la loro resistenza, si muniscono di nervature

che permettono di farli meno spessi, e per questo mezzo non solamente si risparmia
la. materia, ma si diminuisce il peso, il che da considerarsi specialmente nelle 10
comotive.
La Figura 16 fa vedere il disco diviso in due parti colle rispettive chiavarde. La

I-ig. 16,17,18,19,
20,21, 22.

' 292

TAV. xxx_m.

Fig. 17 il prolo del disco stesso, sul quale vedesi in rilievo una fascia, che com

penetra nel collare in bronzo; sovente per invece della lascia in rilievo la porta in
cavata ed il collare H vi si adatta dentro; il collare pure diviso in. due parti, che si
riuniscono mediante chiavarde a doppio dado e chiavette; il collare fornito di op
portune nervature e dun recipiente N per lolio necessario per la lubricazione; la parte

inferiore porta una specie di suola 1, contro la quale si unisce la corrispondente della
biella L. La Fig. 19 fa vedere il anco, e la Fig. 20 la proiezione orizzontale dello
stesso; la Fig. 21 una sezione nel punto 0 secondo la linea 3-4 del disco e del relativo
collare; la Fig. 22 una sezione del disco nella direzione delle nervature, secondo la

TAV. XXXIV. linea 5-6.

Fig. l, 2, a, 4.

9 Problema.- Data la corsa, disegnare la curva_da darsi ad_ un eccentrica ajine


di comunicare ad un punto dato un moto rettzlmco umforme con micrmzltenze.
Soluz. Condizioni eguali a queste sono quelle richieste, cio quelle degli eccen
trici destinati nelle macchine a va re a far muovere la valvola a cappello per atleta
tuare la distribuzione del vapore a le due estremit del cilindro con una certa inter
mittenza, ed hanno ordinariamente la forma dun triangolo equilatero curvilineo, che

ruota attorno ad uno dei suoi vertici come asse. Questo eccentrico differisce princi
palmente dagli eccentrici circolari in uanto che non vi si pu adattar collari: esso
. posto in una cassa o inquadratura, c e ha per lunghezza il raggio di ciascun lato
e per altezza due volte questo stesso raggio.
,
Sia Ob la cacciata delleccent-rico, e quindi nelle macchine a vapore la corsa totale
della valvola a cappello nel cassetto della distribuzione del vapore: descrivasi dal punto
0, con questa lunghezza per raggio, un circolo, e dividasi in sei parti uguali nei punti
b, 1, 2, 3, 4, a. Dai punti 5 e b presi a volont, con unapertura di compasso eguale

ad 00, si descrivano due archi Ob e 0a in guisa da formare un triangolo curvilineo


Oba, il quale sar il contorno delleccentrico B domandato, e di cui ciascun dei lati
uguale alla sesta parte della circonferenza. Couducendo due parallele a,1 e 4,2 tan
genti a due dei lati del triangolo B, si avranno le due pareti della cassa F.

Costruzione. Questo eccentrico si fa quasi sempre in acciaio e dacciaio


pure linquadratura. in cui si muove, ovvero di ferro con due lati paralleli, armati .

di due lastre di bronzo; esso ssato per mezzo di una vite 0 contro un disco A
calettato allestremit dellalbero J, come vedesi nella proiezione orizzontale Fig. 4 e
nella verticale Fig. 2 e 3. Quando leccentrico invece di esser allestremit dellalbero

posto nella sua lunghezza, si fa subire qualche modicazione alla costruzione su


periormente insegnata, il cui scopo devitare di tagliar lalbero per poter calet
tare leccentrico. Questa modicazione che differisce dalla Figura della Tavola in
ci che, invece di costruire un triangolo equilatero i cui tre vertici servano di
centro ai tre lati, s'inconiincia dal costrurre un mozzo a manicotto K duna spessezza
conveniente per poter ssare leccentrico nella portata dellalbero. Ci fatto, dal
centro di questo mozzo, con un raggio uguale al suo aumentato della corsa, si de
scrive larco opposto alla posizione dellalbero; da un punto qualunque di questarea,
con un raggio uguale alla. corsa o cacciata delleccentrico, pi il diametro del mozzo,
si descrive un altro arco, che incontra il primo e termina tangenziale alla circonferenza
del mozzo. Dal punto opposto come centro, collo stesso raggio, si descrive ancora un
arco di circolo, che incontra laltro e termina anche tangenzialmente al mozzo. In questa

guisa non sinterrompe lalbero, e ciascuna cosa pu essere lavorata separatamente.


Nella seconda parte noi vedremo che nelle macchine a vapore gli eccentrici triango

lari presentano leggerissimi vantaggi relativamente ai primi, e non sono come quelli
ammessibili per tutte le velocit. Per comprendere il modo dagire di questi eccentrici
supporremo che lalbero si muova nel verso indicato dalla freccia: la parte curva
ab delleccentrico agendo contro la parete superiore della cassa obbliga questa a sol
levarsi, in guisa che allorquando il punto 1 arrivato in L, cio che leccentrico ha
percorso 116 della circonferenza, questa parete occuper la posizione ma, ci che nelle

macchine a vapore indica che la valvola a cassetto si innalzata duna quantit


uguale alla met. della distanza 0L, e che per conseguenza si aperta lapertura infe
riore del cilindro a vapore, nello stesso tempo che si stabilita la comunicazione tra

laltro oricio e il tubo duscita. Continuando a muoversi leccentrico durante un se


condo sesto della circonferenza, la valvola rester, in riposo perch larco 1, 2, che

293
concentrico coll'asse, non cambia. durantetutto il tempo del suo contatto la posizione TAV. XXXlV.
della parete m n; ma dal momento che il punto 2 arrivato in L il, lato 02 dellec

Fig. 4, 2_, s, e. _

centrico in 05, e per conseguenza comincia a trovarsi in contatto colla par'ete infe
riore dellinquadratura, che si confonde colla linea 2-4; discen'dendo questo tipo a
tanto che larco 01 sia arrivato in 03, la parete inferiore dellintelaiatura occuper la .
posizione mn', che corrisponde allapertura del cilindro a vapore. Da questa disposizione
risulta che la valvola a cappello rimane in riposo tutte le volte che arriva allestre

mit della sua corsa tanto in alto quanto in basso, durante un sesto della circonfe
Irenza descritta dallecceutrico. 11 moto ascensionale e di discesa seettua mentre il
cassetto perorre i 216 della circonferenza, e la corsa della valvola a cappello nel
cassetto non uniforme, ancorch la rotazione delleccentrico sia regolare. Nella pra- .
tica gli angoli del triangolo sono leggermente arrotondati.

Eccentrico intermittente e variabile, detto anche a-onde. - Chiamasi con


tal nome un eccentrico che durante una rivoluzione del suo albero produce due o
tre, ovvero una serie di intermittenze; esso viene generalmente impiegato per far
muovere il cassetto despansione del vapore in maniera intermittente e variabile a

volont, allo scopo di determinare ed intercettare durante determinati istanti la co


municazione del vapore che viene dalla caldaia e gli oricii del cilindro. Questa dispo
sizione permette di far muovere la macchina per espansione e variare la dilatazione

del vapore a volont entro certi limiti, e per conseguenza di giovarsi della propriet.
espansiva del vapore per economizzarne una porzione determinata a seconda dei casi.

_10 Problema. - Descrivere un eccentrico a onde o a intermittenze. conoscendo il


raggzo del mozzo on e la lunghezza be della corsa totale da far percorrere alla valvola

a cappello (sapendo che questa c_o_rsa_ deve essere uguale a tre volte laltezza dellori

cio dmtroduzxone, quando 1 r111e_v1 estremi hanno la medesima larghezza che lori
c10, non dovendo essere fermato in un solo periodo ma al contrario una volta), da
vendo la valvola per un terzo della sua corsa fermarsi e quindi, quando avr crearsi
yli altri dne terzi, fermarsi un istante, cio tra il prima terzo e gli altri due o stesso
tempo di rzposo che ce cara tra i due ultimi ed il primo.
Soluz. Descrivasi coi raggi 0a ed Oc due circonferenze concentriche; uindi, pren
dendo gli spa21i angolari ad ed f{ corris ondenti ai tempi durantei qua1i il cassetto

deve restare in. riposo e quelli g

e_ efc e_corr1spondono al tempo che deve essere

in moto, Si dwrde in tre parti eguali ab nei punti i ed j, pe quali si fanno passare _

delle circonferenze concentriche ai primi. Net punti f, g, li si conducono i raggi e si


prolungano 111 f, 9 ed Il.
Siccome leccentrico deve muoversi tra due girelle G diametralmente opposte, es
sendo dato egualmente il raggio ae di quelle, si traccier dal centro e un circolo di
raggio uguale a quello delle girello sul prolungamento del raggio 00, e tangente

alla circonferenza con questo, e quindi un altro dal centro e, sul prolungamento
del raggio oc, e tangente alla circonferenza descritta col medesimo.
Tra i due punti il e le, compresi nellangolo dato goll, si fa passare una curva
kld, le cui estremit si raccordano tangenzialmente colle circonferenze on ed ai ane
di evitare i passaggi troppo repentini. Diviso lo spazioglt in un certo numero di parti
uguali, poi condotti pe punti di divisione l, 2, ecc., due raggi che si prolungano
no in 1'. 2' ecc., su ciascuno di questi raggi si descrive col raggio (le della rotella

una serie di piccoli circoli tangenti alla curva Md, e sottengono cos i punti r', s, t,
che indicano le posizioni successive che il centro della rotella suscettibile di pren
dere sulla linea ee' quando spinta da questa curva. Partendo da questi punti, su
ciascuno dei raggi corrispondenti, si porta la distanza ee' che variabile e si determine
ranno cosi le posizioni successive r', s', i' della seconda girella; eper conseguenza, dopo
aver descritto da questi ultimi punti come centri una serie darchi di circolo col

raggio della girella, si descrive la curva d'l'f tangente a questi archi, che si raccor
dano con le circonferenze di raggio co e jo.
Questa curva soddisfa alla condizione di rimanere costantemente in contatto colla

girella G mentre la prima parte dlk conduce la girella 6'; ora affinch le girelle
restino sempre nella stessa direzione e trasmettano il loro moto rettilineo alla valvola
a cappello del cassetto, i loro assi sono portati da staffe H solidarie alla casse 1, for
mate da quattro aste circolari e piatto nel mezzo, che le servono di guide sullalbero 0

allintelaiatura scorrevole. Una delle estremit della cassa e legato. con una biella in

Fig. 5, 6,7, 8.

%M
'lAV. XXXIV. ghisa ad una leva ad angolo, la quale fa muovere il cassetto. Per la disposizione data al
leccentrico e alle girelle la valvola a cappello schiude loritlcio superiore, il quale rimane
aperto durante che leccentrico percorre langolo aod, perch larco ad ed il suo op
posto cd, che sono rispettivamente in contatto colla girella GG', sono concentrici
.allasse 0. Ma il punto d essendo arrivato in a, se si fa girare lasse o nel senso della
freccia, leccentrico descrivere langolo day, durante il quale la sua curva saliente
dlk spinger la girella G da sinistra a destra, e per conseguenza la girella G spinta
nella medesima direzione scorrer sulla curva dl'y'. In questo punto il cassetto si
innalzato duna quantit uguale ad 113 della sua corsa, che corrisponde precisamente
allaltezza delloriflcio e', mentre completamente chiuso quando il raggio ok del
leccentrico e arrivato in oe. Giunto in questa posizione, il cassetto deve ancora
rimanere in riposo tanto che leccentrico continua il suo moto e descrive langolo
go]. Appena il raggio of pervenuto in oe, le girella ed il cassetto debbono agire
nuovamente afne di scoprire loricio inferiore.
Questo cambiamento si deve operare mentre leccentrico percorre langolo foc;
a tal eetto si formata la curva a'be' che si raccorda tangenzialmente colle circon

Fig' 5, 6, 7, 8.

n\

ferenze di raggio ok e oc. S'ottiene la curva opposta arnn nella stessa maniera che
si ottenuta la curva dl'g, opposta alla prima dl Il, come nella indicata costruzione,
afnch le due girelle rimangano in contatto col contorno esteriore delleccentrico.
Dopo aver descritto langolo foc, le girelle ed il cassetto resteranno nuovamente

in riposo il tempo che lasse o descriver eod, e allora la curva dlk si trover in
contatto colla girella G', e la spinger da destra a sinistra come ha spinto il primo

G da sinistra a destra, afne di obbligare la valvola a cappello a chiudere loricio e.


Se si suppone che leccentrico cosi costrutto sia composto di due parti uguali e so
vrapposte, luna ssa M sullasse O da una chiave, e laltra M' libera su questa ul
tima, si potr facilmente variare la posizione delluna per rapporto allaltra, e per
conseguenza far avanzare la curva despansione dlk, afnch il cassetto interrompa

la comunicazione dell oricio dentrata del vapore nel cilindro, e varii cosl il grado
della dilatazione despansione.
La Figura 8 e una sezione orizzontale, che indica le due parti delleccentrico e la

disposizione delle girello nella loro staa H e la cassa I.


La Fig. 6 fa vedere la proiezione orizzontale, e la Fig. 7 lesterno delleccentrico.

Fig.9, 9 bis. in, n.

231. Del Boccluoli. - Dicesi bocciuolo una piastra curvilinea qualunque, che
spinge la costa rettilinea duno sprone per un certo tempo mantenendosi ad essa

sempre tangente ntanto che lo abbandona.


Leccentrico differisce dal bocciuolo inquantoch il primo spinge unasta o sperone
con una data velocit senza mai abbandonarla, mentre il boccitmlo lo spinge quasi sempre
colla stessa velocit conservandosi la curva tangente ad una retta, che nel maggior

numero dei casi tosto abbandona repentinamente per poi rialzarla. Nullameno secondo
la varia gura del perimetro del bocciuolo la ragione della sua velocit e quella dello
sprone e perci dell asta che viene sollevata con essa, pu variare; quindi vi 80110
dei bocciuoli di ragione variabile e dei bocciuoli di ragione costante.
In certe industrie si adoperano con vantaggio dei pestelli o pestoni per stritolare
o polverizzare certe materie come la scorza della quercia nelle concierie, il gesso alle

fornaci che lo fanno cuocere, il riso per spogliarlo della sua pulla, vicino alle miniere
si adoperano per ridurre in polvere i minerali accompagnati da altre materie non me
talliche dette gunghe o matrici. Lorgano impiegato pel sollevamento dei pestelli sono
i bocciuoli, il cui contorno e quello dun evolvente di circolo, essendo la curva pi

conveniente per produrre un moto uniforme.

Problema. - Descrivere un bocciuolo conoscendo il diametro dell albero che deve


portarlo eguale a 0,0215, che pure il diametro del circolo generatore dellevolvente, il
quale comunemente uguale a quello del suo mozzo.

Soluz. Questi generi deccentrici debbono soddisfare alla condizione. di sollevare


un cagico ad una certa altezza, e quindi lasciarlo cadere pel suo proprio peso senza
ostaco o.
Sia A un albero in ferro, A0 il raggio del circolo generatore, e ad laltezza. alla
quale deve essere sollevata lo sperone , che fa cor o col pestello C. Sv1luppasi (N.182,
pag. 222) la circonferenza del circolo A0 per mezzo una serie di tangenti che danno

\l_

295
i punti o, d, e, ecc., di cui la linea che li riunisce forma la sviluppante bcdefgki. La TAV. XXXIV.
porzione bo si raccorda col mozzo e non appartiene pi alla sv11uppante, per la ra
gione che lestremit dello sperone non comincia ad essere in contatto col boccxuolo
che alla distanza data Aa. Da questo punto sinnalza una perpendicolare, sulla quale
si porta laltezza data aa. Se dal centro A, con un raggio eguale alla distanza Aa,
si descrive un circolo ami, questo arco taglier la curva in 1', punto del limite della

sviluppante del bocciuolo.


Si comprende facilmente che, se si fa girare lalbero A, sul quale calettato il bocciuolo,

e supponendo che sia posto nella parte inferiore, in guisa che il punto 0 sia in a,
esso sollever. lo sperone, il cui lato inferiore rappresentato da una retta ma, e lo
innalzer. con una velocit uniforme no in m'a'; il punto 1' sar allora arrivato
in a'. In questo istante continuando il moto rotativo, il bocciuolo abbandona lo spe

rone, e il pestello cade di tutto il suo peso. Si avrebbe potuto tracciare una evolvente
col circolo di raggio Aa, che determinerebbe un bocciuolo pi corto e condurrebbe il
pestello alla stessa altezza. In tal caso il bocciuolo avrebbe meno spazio angolare da

percorrere per una medesima altezza, il che permette di aumentare la velocit di re


tazione e per conseguenza il numero dei colpi in un tempo determinato.

La Fig. 9 fa vedere il prospetto dellasta C e del bocciuolo D; la Fig. 10 la proie


zione orizzontale dambidue; la Fig. 11 il anco collestremit dellasta munita del
relativo pestello.
Le chiavi ordinarie si possono pure

riferire al genere dei bocciuoli, le quali


girando nella toppa conducono innanzi
o indietro la stanghetta.
Il bocciuolo rappresentato nella Figura
applicato ad una macchina
destinata a polverizzare la corteccia di
quercia per le concierie. Queste scorze
sono contenute in una specie di cassetta

in legno E, che solidamente ssa al


suolo. I pastelli contengono alle loro estre
mit una punta mutabile n alquanto
tagliente. La parete dalla parte del pe

stello e verticale, mentre quella opposta


ha una curva elittica, che tende a ricon
durre le materie costantemente sotto il

pestello tagliente. Il pestello C guidato


nel suo movimento rettilineo tra due
.
I .
.
.
.

v
narramente
guide,
11 peso
da di
200quei
a 300
pestellr
Ch110gramm1,
vana
ordie_

' s\Q
i

\.

la lor caduta tra 45 ai 50 centimetri.


Fig. ma
232. Delle Palmole. - Si da il nome di palmole o lavatoi a quella specie di denti,
che, ssi ad una determinata distanza sopra un albero od una ruota, che gira con un
moto circolare equabile, servono a trasformarlo in circolare o rettilineo alternativo

Le palmole vengono specialmente impiegate nelle ferriere ed altre ofcine simili


per far muovere martelli meccanici e magli per lavorare i grandi massi di ferro.
I main sono grossi martelli col manico 0 ora in legno, ora in ferro, e la testa in
ferro K, mossi dalla forza dellacqua o del vapore, per via duna ruota. a palmole. Il

manico del meglio, quando di legno, fermato con biette nellocchio di un grosso
anello di ferro detto baga, da cui sporgono a destra ed a sinistra due perni a poppe,
intorno ai quali il maglio si muove con un moto circolare alternativo. Quando il ma
nico del maglio, come nella Fig. 12, di ferro fuso, esso non ha boya, ma si muove
sopra due perni c collocati allestremit di una specie dasso, che fa gruccz'a col ma
nico, ed 'di un sol gitto con esso. Il martello K per sempre in ferro.

Le palmole disposte intorno ad una ruota F incontrano nel loro giro lestremit
del martello, e la sollevano no ad una determinata altezza, dalla quale la lasciano

poi tutto ad un tratto ricadere sul ferro da lavorarsi L, che sta sul tasso I.
Quando lasse di rotazione del martello allestremit opposta a quella della testa,

Fig.

e, 7, x,
Io. li.

296

TAV. XXXIV. le palmole operano di sotto in su.come nellesempio citato, Fig. 12, aggrappando un
dente, che sporge al di la della testa, come nei magli detti frontali o di sollevamento;
ovvero operano premendo dalto in basso 10 sperone, o calciata, o stafa collocata alle

Fig l..

stremit della coda, cio di quella parte del manico, che sporge dietro alla boga, ed
allora il maglio dicesi ad altalena od a leva.
'
Problema. - Descrivere le palmole d'un maqlz'o a sollevamento, in cui la lunghezza
del manico del martello e di metri 1,86; il martello deve battere cinque colpi ad ogni ri

voluzione dell'albero, e il raggio della ruota su cui stanno le palmole da 97 mill.


Solaz.Qui valgono gli stessi principii esposti per le ruote dentate (N.180) e quindi
la curva della forma delle palmole un arco depicieloide generato da un circolo, che

ha perhdiametro la lunghezza del manico del martello cio 0:], che ruota sulla circonfe
renza a.

'

Per avere _la forma da darsi alle palmole, che debbono sollevare un maglio, si de
scrivere una circonferenza di diametro Ea, determinando una porzione ae de icicloide
generata dal dpunto a mentre questa circonferenza ruota sul" circolo Ea. er avere
la -lungl1ezza

Fig i: bis

ella palmola si prender, partendo dal punto a, sulla circonferenza

di raggio ef. Larco a'n che rap resenta lo spazio 'pereorso dallestremit del mar
tello durante il sollevamento, e escrive la circonferenza di raggio e]. Facendo centro
in E con un raggio En si descriver. larco pm che sar lun hezza delle palmole.yl due
proli delle po m_ole potrebbero non essere simmetrici, Fig.2, come generalmente si
fanno; si fanno_ sm1metrici er poterli voltare dal senso opposto quando sono consumati
%a u_na}parte; in quanto al a spessezza, essa si determina nella stessa guisa che per i

occmo i.

REGOLE

PRATICHE

Regole pratiche per la costruzione dei Bocciuoli. - La trasformazione del


moto circolare 'continuo dun albero in circolare o rettilineo alternativo frequente
mente impiegata nelle ofcine e specialmente negli opici per fucinare il ferro, pel moto

ascensionale dei magli, dei pestoni o pestelli e simili. Supponendo unasta C munita di
un pestello allestremit e in guisa che nella direzione verticale esso potr essere al
zato per mezzo di bocciuoli girando attorno ad un asse A, ed agendo su duna parte
saliente B, il pestello ricade pel suo proprio peso, per essere nuovamente innalzato per

mezzo d'un altro bocciu'olo, Fig. 183.

Nello stabilire un sistema di questo genere bisogna tener conto: 1 del numero in
dei bocciuoli da mettersi sullalbero; 2" della velocit angolare di questo albero, o del
numero n delle rivoluzioni che deve fare per minuto;3 dellaltezza li, a cui deve essere

innalzato il pestello; 4 del raggio della circonferenia primitiva da svilupparsi per ot


'tenere il prolo del bucciiiolo.
.
La corsa del pestello generalmente determinata prima, ed da essa sola che di

pende la velocit dei colpi sul ,corpo sottoposto.


'
w
il
numero
dei
bocciuoli
e
il
numero
delle
rivoluzioni
dellalbero
sono
dipendenti
luno dallaltro, ed il loro prodotto m il deve essere uguale alinumero deicolpi del pe
stello o del maglio; che si propone di ottenere per minuto. Quindi, dalo uno dei fattori,

sarii facile di dedurre il valore dellaltro.

Se disegnasi con 1 la durata (luna rivoluzione dellalbero, il tempo che passa tra
.

. .

'

..

.'

il prin0ipio di due levate consecutive sar espresso da z , ed il numero dei colpi per
.
.
T
60"
minuto
essendo uguale a ma, ne risulta
-:V-.
'

"l

'm n

Siccome vi sci/ente qualche resistenza passiva, che soppone alla discesa del pe
stello, SI aumenta m- di /6 o di i/; del Suo valore, per non esporre i bocciuoli al pe_
ricolp di essere rottinella discesa dal pestello, che debbono rialzare.
Si arriva a questo risultato aumentando il raggio del circolo primitivo,sul quale si
opera_pe,r la costruzione dei bocciuoli.
\

Cosi il tempo dunalzata e dato per /77n. La formula del tempo impiegato nella
discesa l 2 "_
-- -- 0 'gc._
--

quale TICBVHSl t ; l1,

< 7_

297
Il tempo 1', durante il "quale il bocciuolo agir sul pestello, dunque espresso da
l'-6l

vT. __

_2_h_

_. 7m

9,8l '

il raggio della circonferenza da svilupparsi per formare i bocciuoli si ha per mezzo


60h
della formola' f: t' x 6,28 ii'
Questo raggio non pu essere giammai inferiore al valore dato dalla formola; ma
non vi sono inconvenienti di sorta nel farlo pi grande, e si fa quasi sempre.
Talvolta si mettono pi bocciuoli sopra un mezzo come le palmole; allora si possono
considerare come i denti dun rocchetto, che deve condurre un regolo dentate; ma siccome

vi un piccolissimo numero di denti nella circonferenza, si pu dare ancora per condizione


che ciascun di essi agisca durante un dato tempo sopra un punto della circonferenza,
cio che descriva un arco dato, facendo in guisa che il pestello abbia tempo a ricadere

' avanti che un altro bocciuolo sia arrivato a sollevarlo. Quindi, seguendo il Moria, e chia
mando h laltezza a cui va sollevato il pestello, m il numero dei bocciuoli che agiscono sullo
stesso pestello durante una rivoluzione, n il numero delle rivoluzioni dun albero du

60 ii

rante un minuto 1, I:T la durata duna rivoluzione, r il raggio del circolo primi

.
.
,.
tivo da sviluppare, lmtervallo
d , una levata ad un , altra sarebbe

Ma osser

vando che le resistenze passive possono ritardare la discesa, si aumenter questo tempo
d'un 1[ti a 1[1 come si disse per non esporre il pestello a rompere il bocciuolo nella sua
l

discesa. Quindi facendo -m_ (1 +%) :t' e si calcoler il raggio 1 per mezzo della for
60h
mola 1': _-W_--_
,
- 2h

(t-

6,28.

Questa formola si riduce alla seguente regola pratica.

Dividasi la durata duna rivoluzione dell'albero a bocciuoli pel numero dei bocciuoli
che agiscono sul pestello; si aumenti questo tempo dun sesto, sottraendone la radice qua
drata del doppio dell'altezza della caduta divisa per 9,8l e si moltiplichi il resto per 6,28
volte il numero delle rivoluzioni dell'albero a bocciuoli in 1'. Poi prodotto dividasi l'altezza

moltiplicata per 60. Il quoziente sar il pi piccolo raggio, che si possa prendere pel circolo
da sviluppare. Si ricorda di nuovo che non vi sar alcun inconveniente prendendo invece
il pi grande.
Esempio. - Qual sar il raggio del minimo circolo da svilupparsi per fodmare i
bocciuoli (o palmole) dun mulino a pestelli, essendo laltezza Ii =0',40, il numero delle
palmole m=2, il numero n delle rivoluzioni dellalbero per minuto 1'; n=25, la dii
60
l __ q 9
'
'
_
rata d 1 una rivoluzione
t |__
_.-25 (1 +6)
__l ,40.
Soluz. Applicando la formola o la regola pratica antecedente si avr

.i_ _60M__
_
_
(l,40-0,285)6,28 >< a5 0mm
Dordinario il raggio che si adotta circa il doppio di questo limite inferiore. Tracciato
il circolo di raggio r trovato, si limiter la lunghezza della curva portando sulla tan
gente una lunghezza uguale alla caduta del pestello, e descrivendo un circolo dal centro

dellalbero del bocciuolo, che passerebbe per un punto determinato.


Palmole. --Si osserver che la resistenza da vincersi dalle palmole non solamente
il peso del martello, ma che bisogna tener conto della lunghezza del braccio di leva

articolato nel punto e. Trascurando il peso del manico c, e designando con T il peso
del martello, e con
lo sforzo sopportato dalla'palmola, si avr E=-OK_XP-. Infatti
supponendo cheil carico sia costantemente sopportato dall'estremit della palmola, come
dordinario, designando con a, b, c le tre dimensioni di questultima, cio la spessezza nel

verso dello sforzo, la larghezza presa perpendicolarmente alla direzione di questo sforzo,
38

298
ed inne la lunghezza della palmolu, e per ultimo trascurando il peso del dente, la
Ec
sezione alla base sar data dalla l'ormola ab:

, se le palmole sono in ghisa;

1250000
se sono in ferro, il divisore del prodotto Ec 1000000, ed inne, se esse sono in legno
di quercia, questo divisore si riduce a 100000.

ARTICOLO XII.
Delle Manovelle in ferro ed in ghisa.
TAV. XXXV.

Flg. 4, 2, a.

233. Manovelle.- Le manovella sono organi ssi sugli alberi motori, sui
quali esercitano uno sforzo di torsione costituendo un braccio di leva per
trasmettere il moto per mezzo di tiranti o aste di rimando (bielle), descri

vendo una circonferenza pi o meno grande attorno all'asse di rotazione.


Nelle macchine a vapore trasmettono il moto alternativo dell'embolo ad altre
parti della macchina, trasformandolo in rotatorio. Esse distinguonsi in sem
plici o accoppiate. Sotto il nome generale di manovelle si deve intendere degli
organi di differente forma e costruzione, ma le cui funzioni cinematiche sono
sempre simili.
Le manovelle sono in ferro fucinato ovvero in ghisa. Le prime vengono
di preferenza impiegate nelle macchine a vapore dei battelli e in quelle oriz
zontali oscillanti; e le seconde in quasi tutte le altre. Nelle locomotive le

manovelle fanno parte delle sale motrici delle ruote, dette pure assi m'pz'egati
(N.70), e sono sempre in ferro fucinato.
Nelle manovelle bisogna distinguere tre parti: 10 il mozzo, 2 la testq, 3 il corpo.
Il mozzo e quella parte della manovella, che riceve lestremit dellalbero motore,

sul quale calettata a forza, e a caldo per mezzo dun torchio idraulico.
Per testa di una manovella intendesi quella parte, che riceve il cosi detto bottone,

che rappresenta 1 appoggio o limpugnatura della manovella nei verricelli ordinarii


(N. 68) e sul quale si articola la biella o tirante o asta di rimando. Esso sempre in
ferro fucinato.
Il corpo si compone duna parte piatta o massa solida a sezione rettangolare, che
lega da un lato il mozzo e dall'altro la testa. Ciascuna delle facce di questa parte
si raccorda per mezzo di un circolo col mozzo e colla testa.
Manovella. motrice semplice in ferro. - Questa manovella appartiene ad

una macchina a vapore, e la sua forma quella ordinariamente adottata; quando in


ferro fucinato, essa non che una manovella ordinaria con forme particolari , e si
compone delle tre parti suaccennate, cio: del mozzo B, della testa od anche occhio b,
nel quale si ssa il bottone C, che rappresenta limpugnatura della manovella ordi
naria a braccia, e del corpo A, che unisce il mozzo alla testa.
Essa manovella costituisce un braccio di leva, per mezzo del quale tutto lo sforzo
del vapore sullembolo trasmesso allalbero; leccesso di solidit. in un tal organo
non mai nocivo.
_

Tutto lo sforzo della manovella rapportandosi specialmente sulla calettatura del


mozzo sull'estremit dellalbero, non si metter mai tanta cura nelleseguirla quanto
basta.
,
Il bottone C non deve essere meno solido; ma, siccome sottomesso ad uno sforzo
minore, pu farsi come ordinariamente si fa la parte che si unisce al corpo della mano
vella, vale a dire in forma di cono tronco, la cui estremit fatta a vite, e si ritiene per
mezzo dun dado f; qualche volta si pure usato il metodo indicato dalla Fig. 3,
esandolo per mezzo dun cuneo o bietta, che attraversa tutta la testa. Il primo metodo

preferibile, purch il dado non sia dimbarazzo nel movimento delle varie parti.

299
Problema. - Disegnare una manovella in ferro fuoinalo, la cui lunghezza da TAV. XXXV.

centro a centro uguale a 580 mill., formandone il prospetto ed il anco e lo spaccato.


. _Soluz. Se nato l'asse e ssati i centri, si descriveranno circoli c_oi rag i e diametri

Fig. 4, 2, 5.

l_l]dlC&tl nel isegno, quindi, facendo correre le varie linee, sar facile di eterminarne
il anco e lo spacccato. Si avr dalla Fig. 1 il prospetto, dalla Fig. 2 lo spaccato e
dalla Fig. 3 un altro sistema di unire il bottone alla manovella.
.
Delle Manovelle semplici in ghisa.-Le manovelle in ghisa sapplicano sempre

su alberi in ghisa. Queste manovelle sincontrano frequentemente nelle macchine a


bilanciere, a bassa e media pressione dei sistemi Watt e Wolf. Esse hanno proporzioni
pi robuste, e il corpo forma una massa piena e ordinariamente ornata di modana
ture e fondi, che non si fanno in quelle di ferro. Non ostante la preferenza che uno
deve accordare al ferro, si fanno un gran numero di manovelle in ghisa a causa del

leconomia e della facilit di costruzione.


0.
Problema 1. - Disegnare una manovella motrice in ghisa mostrandone il anco
ed il prospetto con qualche sezione.
_

Fig. 4, s, 0.

Soluz. Le Fig. 4 e 5 rappresentano uno dei migliori modelli di manovelle di neste


genere. Noi labbiamo supposta applicata nella stessa condizione della prece ente.
ci che ci permette di poterne studiare pi facilmente le modicazioni richieste dal
cambiamento di metallo, essendo che lo sforzo a trasmettersi, i diametri dellalbero
e del bottone, e il raggio del braccio di leva sono identici nei due casi.
Si osserver. anzitutto che oltre le proporzioni generali, che sono necessariamente
pi robuste, la differenza pi caratteristica principalmente nella forma del corpo A,
il quale ha la sezione indicata nella Fig. 6, che ci pare la pi conveniente, ma si
adottano anche altre sezioni come pu vedersi dalle Fig. 7 e 8, 9 e 10.
Colla ghisa si possono formare alcune cornicette decorative, molte delle quali hanno
la loro utilit per la pulitura dellorgano stesso. Infatti diicilissimo che un oggetto
esca polito dalla forma del getto; e quindi necessario ritoccarlo raddrizzando gli spi

goli ed arrotando le estremit; perci i listelli favoriscono quasi/aggiustamento molto


bene. Fissati i centri dellalbero e del bottone, si uniranno per mezzo duna retta,

che former lasse del medesimo; quindi seguendo le misure delle varie parti sar
facile eseguirne il disegno della manovella, e darle quella forma estetica, che non
punto nociva alle esigenze della statica.

Problema 2.-Disegnare altra manovella in ghisa con forma un podloerea dalla


precedente.
Soluz. La manovella in ghisa rappresentata dalle Fig. 7 e 8 quella duna macchina

Fig. 7, 8.

a va ore Watt, della forza di 20 cavalli. Il raggio di questa manovella corrisponde ad


l{5 ella lunghezza della biella, e la 1/2 della corsa dellembolo della macchina circa
i diametro del cilindro e. vapore, che di 620 millimetri. Le Fig. '7 e 8rappresentano
il prospetto ed il prolo nel mezzo del corpo della manovella C, e ci fanno vedere le

varie modanatura in esso praticate.


Il bottone B di questa manovella, o la parte che passa nellocchio o testa della me
desima, leggermente conico e fornito duna calettatura per introdurvi una bietta
munita di Vite ad una estremit per ricevere un dado.
Problema 3. - Altra manovella in ghisa con perno o bottone sferico.

Soluz. Le Fig. 9 e 10 danno la faccia ed il prolo duna manovella in ghisa alla


scala di 1/20 duna macchina a. sistema di Wolf della forza di 100 cavalli, il cui raggio
e di 1/6 della lunghezza della biella o tirante. Il bottone B sferico, come vedasi nella
Figura, aiiine di correggere gli sconci risultanti da un difetto di parallelismo tra i
punti estremi; le su er cie interno dei cuscinetti della biella di questa macchina
sono pure sferiche. el corpo della manovella vi e uno sfondo, e la calettatura dellal

bero motore si opera mediante tre biette.


Manovelle motrici accoppiate. - Le manovelle doppie od accoppiate sono quelle
pi ordinariamente impiegate nelle macchine a vapore pe battelli (N. 30, N. 148 e). Come
gi si disse, il corpo dellalbero interrotto nella sua lunghezza particolarmente quando
i punti dattacco non sono alle estremit. Gli alberi ripiegati due o tre volte secondo
i casi formano un gruppo di manovelle accoppiate per mettere in moto oltre gli or
gani principali della macchina anche le varie trombe ad acqua o ad aria, e le due o pi
paia di manovelle sono poste in piano perpendicolari tra loro e riunite tutte due per un
perno unico. Questa disposizione per nelle macchine, alle quali applicasi un volante,
e impossibile. Essa permette di far agire due macchine sullo stesso albero motore e

superare con faciliti punti morti. Lasta di rimando (biella) e lasta dellembolo o
stantuo a vapore di una macchina si trovano al punto estremo della corsa, mentre gli

liv. 9, m.

300
TAV. XXXV. altri son al minimo, e viceversa; in questa guisa sarriva ad ottenere una regolarit.
quasi perfetta del moto.

'

Nelle macchine per la marina, gli alberi e le manovelle sono sempre in ferro fu
cinato. Le loro proporzioni non differiscono da quelle dellemanovelle semplici in
ferro. In certi apparecchi, ove funzionano due macchine, le manovelle, ancorch paiano
simili fra loro, dieriscono per la spessezza in guisa che quelle poste alle estremit.

degli alberi motori intermediari tra le due macchine sono pi robuste, dovendo resi
stere a maggiori sforzi, che quelle sse sugli alberi delle ruote a palette.

Problema 1. - Disegnare una manovella motrice doppia in ferro.


' Soluz. Il disegno rappresentato dalla Fig. 11 gpartiene ad un albero motore duna
macchina di una nave duna forza nominale di
cavalli a vapore.

Le due manovelle A ed A', che compongono questi gruppi, hanno la stessa gura,
una posseggono nulladimeno delle differenti resistenze; questo apparisce a punto dalla
loro differente spessezza. Si considera in effetto la parte intermediaria della bere B come

suscettibile di trasmettere accidentalmente per linugual resistenza delle due ruote


uno sforzo superiore a quello dun sol cilindro, e si proporzionano per conseguenza
le-due manovelle, di cui le estremit di questabero sono munite. Ciascuna manovella

ssa sul suo albero rispettivo B e B' per mezzo di una bietta Fig. 13. Il bottone C
cilindrico, ssato solidamente ad una estremit nellocchio o testa della pi robusta
delle due manovelle, ritenuto da una bietta f, e innestato nellocchio della seconda
manovella, il cui interno guernito duna ghiera in bronzo 9, Fig. 12, la quale presenta
cosi un bottone o specie di perno, con due faccie piane, le quali hanno per oggetto

dimpedire che questa ghiera non iri nellocchio della manovella. Non si ren e il
bottone solidario nelle due manove le alne di lasciare allalbero una certa latitudine
per cedere alle variazioni, che possano avvenire nel movimento.
Fig. H, 45.

Problema 2. - Disegnare in sezione un sistema di manovelle accoppiate in ferro.


Soluz. Le Fig. 14 e 15 di questa Tavola rappresentano in sezione verticale una ma
novella a do pia azione in un unto qualunque dellalbero motore in una macchina

a vapore del a forza di 25 caval i. Il raggio di queste manovelle accogpiate uguale


a 1la della lunghezza della biella. La Fig. 15 rappresenta il rospetto ella manovella.
Il mozzo M, la testa T e il corpo 0 sono costrutti circa nel e proporzioni enunciate;
cos pure la bietta per rapporto al perno A dellalbero motore e al bottone della ma

novella. In ee' si vedono le dimensioni del corpo della manovella nel mozzo prolun
gato con due linee punteggiata, e in f la dimensione del corpo sulla testa. Queste
manovelle ricevono ciascuna una chiavetta 99, che attraversa lalbero e il mozzo.
Esse sono riunite per mezzo del bottone in ferro B, calettato nella testa T per mezzo
duna sua estremi . alquanto conica; b una chiavetta, che attraversa la testa ed il

bottone. Laltra estremit _cili_ndrica e del bottone passa nellocchio della testa del
laltra manovella, ed quindi congiunta con questa mediante una vite a dado b; d
rappresenta la spessezza dellocchio da ciascuna parte.

l'ig. la, n, l8.

Problema 3. - Disegnare un altro sistema di manovelle accoppiate.


Solnz. Le Fig. 16 e l'7 rappresentano 'un'altra manovella doppia formata dallalbero
motore duna macchina a vapore della forza di 8 cavalli, costrutta dal signor Farcot. Una
delle manovelle fa cor o collalbero, mentre laltra trovasi calettata; la parte A sezionata
fa vedere la corona el bottone e come ,connessa colla manovella er la sciareun po

di movimento allalbero. La Fi . 16 fa vedere una sezione fatta su corpo della ma,


novella pi sottile A. Si hanno a tri sistemi daccoppiamento di manovelle per mezzo di
giunti o manicotti ad altro sistema; per mezzo di biette si possono facilmente chiudere
od allontanare. Essi servono specialmente nei battelli, quando si vuole rendere le ruote
libere dando ad esse un moto di rotazione indi endente dal timone. Con un tal si
%tGiilil meccanismo non risente le scosse o g i urti, a cui pu andar soggetto il
ate o.

REGOLE PRATICHE.

234. - Una manovella pu considerarsi come un solido incastrato e sottomesso ad


una essione trasversale, e quindi le si potrebbe applicare la forma di calcolo, che con

viene a questa resistenza. Ma osservando pure che il diametro dellalbero e quello del
bottone rappresentano gi lo sforzo che la manovella obbligata a sopportare, alcune
considerazioni allatto pratiche, come la chiusura del mezzo, sia per s o per mezzo
delle chiavette, e quella del bottone nellocchio, obbligano a modificare notabilmente

i risultati forniti del calcolo in relazione alla resistenza diretta da trasmettersi. Quindi

sar molto pi semplice e molto pi pratico di rapportare, secondo lArmengaud, le


proporzioni di una manovella di questo genere ai diametri dellalbero e del bottone,

7-..-n=-.
v
' I.

,J w

301
questi essendo di gi determinati per mezzo del calcolo, considerando le differenti
Y parti del pezzo come in rapporto rispettivo con questi due organi principali. Al N 149
abbiamo dato le regole per determinare il diametro dun albero sottomesso allo sforzo

di torsione, e quindi non ci rimane da dire che qualche parola in riguardo al bottone
della manovella propriamente detto.

Diametro del Bottone della Manovella. -- ll bottone anche un solido sot


tomesso alla flessione trasversale, in condizioni all'atto analoghe a quelle, che noi ab
biamo usato per rispetto ai perni sottomessi ad uno sforzo di pressione.

Quindi gli si pu applicare la stessa forma di calcolo. Questa formula per il ferro

d=l/0,0085Pm+O,5.

La manovella disegnata nella Tavola XXXV, Fig. 1 e 2, in ferro ed appartiene

ad una macchina a vapore a condensazione della forza di 60 cavalli, che fa 25 giri


per minuto, con unespansione di /5 della corsa della valvola, la pressione etlettiva e

massima sullembolo di 9000 chilogrammi..


Lalbero motore di ferro fucinato; applicando la farmela conveniente si trova che

di 16 cent. Per il bottone, egualmente in ferro, in cui portata e lunghezza del collo e
uguale a 1,25 d, colla formula precedente 1: I/0,0085 >< 9,000k x 1,25 +05:10,3.
Prendendo per base questi due diametri 16 e 10 per lalbero e pel bottone, che
supporremo in ferro fucinato, daremo le proporzioni corrispondenti minime della ma

novella, successivamente in ferro fucinato ed in ghisa (dicendo minima, sintende che


non vi e nessun inconveniente aumentandola, se credasi opportuno, ma non si pu

diminuire).

'

'

Dimensioni delle Manovelle in ferro. - Le manovella in ferro fucinato sono


preferibili, bench siano pi costose di quelle in ghisa; esse sono meno suscettibili a
rompersi negli urti, pi leggiere e meno voluminose. Le parti sono proporzionali, prendendo

per, unit. il perno. La parte piena, che si riferisce al perno dellalbero, evidentemente
il mezzo, da cui ha origine il corpo del perno, la cui faccia geometrica si pu supporre
prolungata no ai centri. Quindi'designando con D il diametro del perno in millimetri,
con 0' il diametro della portata salienle, che riceve la manovella, con E la spessezze

del mezzo attorno di questa portata , con L la portata e lunghezza del mezzo, con A
la larghezza del corpo misurata ai centri del bottone e dellocchio del mozzo, con H

la spessezze corrispondente, si avranno le seguenti proporzioni pratiche adottate dei


migliori costruttori.

'

Mozzo. -La terebrazione del mozzo e il diametro della portata e determinato qui
in considerazione alloggetto che ne risulta per formare i collari dei perni; questo dia
metro-non potr essere inferiore a D=i,l D +10 mill.
La lunghezza del mozzo deve essere sufciente, perch la manovella sia convenien
temente appoggiata, e si avr L.-.l,2 D. Tuttavia, se circostanze particolari non ci ob
bligano, si pu ridurre L=D.
La spessezze E, essendo calcolata in guisa che la sezione L ><E sia almeno i/3 di
quella del perno, risulta dal valore superiormente attribuito a L: E=0,44 D.
Corpo. - La distanza, che separa lasse del mozzo, dal centro del bottone sempre

,uguale alla 1/3 della corsa delle stantu'o nelle macchinea vapore a bilanciere senza
espansione nel sistema di Watt. Per proporzionare il corpo, le cui faccio sono prolun
gate idealmente no alla linea desse, noi ammettiamo che la sua sezione, misurata in
questo punto, uguale a quella totale del mezzo, e si avr per conseguenza A X H:2
(L x E).

Ma da queste due dimensioni A ed il, dalla prima delle quali dipende particolar
mente la forma della manovella riguardata di prospetto, la quale deve essere fissata
a priori, risulta la forma pi conveniente per laspetto e specialmente per il rac
cordamenlo delle parti rette col circolo del mozzo. La Fig. 2 della Tav. XXXV se
condo la seguente relazione A:l,3 D. Per conseguenza questo valore, introdotto nella
formola precedente data per H: 1,30 x H=2 (l,2 D x 0.44- D); di cui H:0,8l2 D.
Per essere esatti, si avrebbe dovuto calcolare queste dimensioni per mezzo della
I nella quale P esprime lo sforzo totale trasmesso allestre
formola razionale P L:B-g_b,

302
mit del raggio L della manovella; il la resistenza specifica del metallo, o e b la spes
sezza e l'altezza o la larghezza corrispondente alle due dimensioni, che abbiamo designato

con il ed A; ma in questo caso bisognerebbe ssare prima un rapporto tra a e b, ed


oltre di avere un calcolo molto pi lungo, non si sarebbe neppur certi darrivare a
proporzioni convenienti tra il corpo e le parti estreme della manovella. Perci non di
rado tornano pi comode al costruttore le formule pratiche appoggiate allesperienza
anzich le teoriche, nelle quali non sempre si pu tener conto di tutte le circostanze,
che una buona costruzione richiede. Teoricamente i lati avrebbero dovuto formare
una parabola, ma in pratica non si fa mai.
Parli rapportate al Bottone. - Lo stesso metodo applicabile alla determinazione
delle proporzioni dellocchio, che dipende dal diametro d del bottone. Quindi designando
con il il diametro del bottone in millimetri, con (1' il diametro interiore dellocchio, con
i la sua lunghezza e portata, e con e la spessezza del metallo attorno dellocchio, a e li
sono le dimensioni della sezione del corpo prolungato fino al centro dellocchio. Quando

l'apertura e conica, come nella Fig. 3, dello stesso diametro del bottone,e quindi si
ha (1' :d.

Afnch la parte conica incastrata sia solida, basta che la portata sia circa di un

terzo di pi del diametro; perci si pu adottare l=l,3 d. La spessezza del metallo at


torno allocchio non deve essere inferiore al raggio del bottone; sar quindi e=0,5d.
Fissando la larghezza del corpo a:i,3d e la sezione a x h e /, di 2 (e xl), si ha

le dimensioni di li: h:0,675 d. Le citate Fig.i e 2 sono costruite secondo queste pro
porzioni, come vedesi delle quote stesse.
.
Proporzioni delle Manovelle in ghisa. - Applicando gli stessi metodi, si sono
date alle varie parti della manovella in ghisa le proporzioni minime adottando per unit
il diametro del bottone, che noi supponiamo sempre in ferro.
Diametro interiore del mezzo

D=t,i D +10""L

Lunghezza 0 portata .
.
Spessezza del metallo .
.
Larghezza del corpo .
.
Spessezza
id.
.
.
Diametro interiore dellocchio

.
.
.
.
.

.
.
.
.
.

.
.
.
.
.

.
.
.
.
.

L : l,2 D
E :0,525 D
A :1,55 D
Il : 1,22 D
d : d

Lunghezza e portata

1:1,3 d

Spessezza del metallo .


.
.
.
.
.
e:(),63 d
Larghezza del corpo .
.
.
.
.
.
a = 1,5 a
Spessezza
id.
.
.
.
.
.
.
h : 0,9 il.
Queste dimensioni del corpo della manovella sono rapportate ai lati dun rettan
golo, la cui sezione inscritta alle due estremit, supponendo che questa sezione
abbia una forma analoga a quella indicata nella Fig. 6; ma, qualunque sia la forma
curvilinea, non si deve ridurre la sezione ad unestensione minore di questa indicata.
Si osserver ancora che le dimensioni, nel verso dellasse dellalbero, son le stesse che
per le manovelle in ferro, e la ragione che in questa direzione pu essere utile di

non pi aumentare laqportata che presenta la manovella, qualunque siasi il metallo,


in cui si costruisce.
Proporzioni delle Chiavette o Bielle. - Le manovelle sono generalmente, come si disse
pi sopra, calettate sugli alberi mediante una chiavetta ed una chiave, che icostrut
tori accurati non tralasciano di fare in acciaio. Anticamente si facevano le chiavette
spesse e strette, ora si fa il contrario; infatti nel verso della larghezza che si esercita
lo sforzo, che essi sopportano. La larghezza della chiavetta non sar minore di

1/I a 1/f, del diametro dellalbero, e la sua spessezza circa nello stesso rapporto re
lativamente alla sua larghezza. Le proporzi0ni indicate non sintendono assolute, ma

possono modicarsi secondo le circostanze.


Le manovella accoppiate rappresentate dalle Fig. ti a 13, Tav. XXXV, offrono un
esempio di questi fatti, che si possono constatare sulla maggior parte degli organi che

entrano nella composizione delle macchine per la navigazione, i quali vanno soggetti
a sforzi imprevisti. Se si cerca di rendersi conto del modo, in cui lavorano le manovelle
accoppiate, si scorger facilmente che esse non dividono egualmente la resistenza che si

303
trasmettono; quindi naturale che le loro proporzioni siano in rapporto con questi
. sforzi differenti, e questo il motivo per cui l'una si fa pi piccola dellaltra. In ge
nerale per le proporzioni delle manovella accoppiate non differiscono da quelle delle
semplici in ferro.

ARTICOLO XIII.
Delle Bielle o Aste di rimando.

235. Bielle o Aste di rimando. - Bielle od aste di rimando si dicono TAV. XXXIII.
nelle macchine specialmente a vapore delle aste articolate ad una estremit
col bottone duna manovella e dallaltra collasta delle stantuffo, che servono

a trasformare il moto alternativo rettilineo o circolare in moto circolare con


tinuo; esse devono resistere alla essione laterale ed agli sforzi di compres
sione e di trazione longitudinale; perci si d loro quasi sempre la forma.

parabolica.

'

'

in una biella. si distinguono sempre le teste ed il corpo. Le bielle sono a due teste
o ad una forchetta ed una testa con forme differenti secondo la macchina, a cui vengono
applicate.

Delle Bielle In ferro fucina.to. - Le bielle in ferro sono quelle pi general


mente impiegate nelle macchine; esse, sotto molti rapporti, sono da preferirsi alle
altre. La bielle in ferro sono a due teste, o ad una testa ed una forcella. Le bielle a
due teste, Tav. XXXVI, Fig. 1, 2,3, 4,5, 6, 7, convengono specialmente per la trasfor
mazione del movimento ove lalbero, e per conseguenza la manovella, sono soggetti
a spostarsi ed uscire, uno dal suo asse, e l'altro dal suo piano di rotazione, sia per
ineguaglianza daderenza nei cuscinetti, sia in seguito a qualche movimento nella.
muratura di l'onda210ne. Le bielle colla testa a forcella si preferiscono particolarmente

nelle trasformazioni del moto bene stabilito e solido. Bench siano pi complicate
nella costruzione che le bielle a due teste, esse semplicano molto la loro sospensione
e la. guida scorrevole.
Le bielle, per rispetto alla materia, sono in ferro fucinato, in ghisa od in legno.

Del Corpo. - Chiamasi corpo della biella la. parte A posta tra le due teste della ITIG
desima; essa deve resistere agli sforzi della macchina prodotti dalla pressione totale
del vapore, che ha luogo sulla supercie dello stantuffo, cio dalla potenza della

macchina. Nella pratica la sezione alle estremit del corpo della biella in ferro uguale
al diametro dellasta in ferro dello stantuffo. la quale quasi sempre /.a del diametro
del cilindro e. vapore nelle macchine a bassa pressione ed a condensazione senza espan
lone. La sezione di mezzo, che entisata afne di meglio resistere agli sforzi di
essione e di compressione, cui va soggetta la lunghezza della biella, variabile e di
pendente dalle formole per la resistenza dei materiali; le si conserva sempre la forma
parabolica.

Della Testa delle Bielle. - La testa delle bielle in ferro, che riunisce la biella al
bottone della manovella, quando non fa corpo con essa, e a staffa. B con cuscinetti C' C
rapportati a sezione rettangolare. Tutte queste varie parti secondarie sono ssate alla
testa. per mezzo duna bietta e controbietta e 0.
Le teste fucinate col corpo, come nelle piccole bielle daccoppiamento, sono fer

mate allestremit di quello per mezzo di due bozze piatte forate nel mezzo per riporvi
i cuscinetti, i quali sono rattenuti e chiusi da una bietta.
La larghezza e la spessezza della testa sono uguali a quelle dei cuscinetti, meno
loggetto dei battenti dei medesimi da ciascuna parte del cuscinetto; la. testa sempre

pi resistente che lestremit del corpo della biella.


La calettatura praticata nella testa della biella ha per larghezza la. larghezza media

304

della bietta o e controbietta 0, pi una certa spessezza per supplire al consumo dei
cuscinetti e poterli avvicinare fra loro. Per riguardo alla spessezza'pdel .materiale,
che esiste tra la calettatura e lestremit. della testa sulla quale sappoggiano i cusci
netti, questa si fa un po pi forte che il raggio dei cuscinetti stessi.

La sta/a o cassa B serve a ritenersi cuscinetti contro lestremit della biella. Essa
quasi sempre formata con una porzione di lastra di ferro ripiegata, d_una spessezza
sufciente allo sforzo che deve sostenere, e perforata da una calettatura pel pas

saggio della bietta e controbietta. La spessezza maggiore della parete attorno alla ca
lettatura uguale a circa /3 del diametro dei cuscinetti. Se la staffa e in ghisa, questa
spessezza si lascier. solamente attorno alla Calettatura. La larghezza e uguale alla
lunghezza dei Cuscinetti meno la spessezza dei battenti, di cui munito ciascun cu

scinetto.

TAV. XXXVI.

Dei Cuscinetti.-I cuscinetti C C servono a raddolcire il moto di rotazione dei


perni e mantenerli in contatto, onde il movimento sia regolare; essi si possono, come

negli altri casi, fare in bronzo od in rame, col contorno esteriore ottagonale,qu,adrato
od ogivale.

Il diametro dei cuscinetti essendo quello del bottone della manovella, lo si deriva
da quanto abbiamo detto precedentemente. Qui si danno le proporzioni in modo ge
nerale, mandando il lettore alle regole pratiche per le formole opportune.

Per impedire al cuscinetto estremo della testa di'ditlormars sotto la pressione della
atia, nel verso dell'asse della biella, gli si da una spessezza nelle grandi macchine a
vapore uguale ad '/:i del suo raggio. La spessezza sui lati nel verso perpendicolare
al suo asse; ove lattrito meno sensibile, si suol ridurre ad un quarto di questul
timo; certi costruttori la fanno anche uguale.

La lunghezza dei cuscinetti uguale a quella del bottone della manovella, il


quale, come abbiamo visto superiormente, di /i pi grande del suo diametro; ibat- I
tenti da ciascun lato servono come negli altri per tenerli al loro posto. Laggetto di
questi uguale alla spessezza maggiore dei cuscinetti.

Delle Bielle a vile. -- Le biette c a vite servono ad operare la chiusura dei cuscinetti;
ordinariamente va loro sempre unita una controbietta a doppia ugnatura 0', Fig. 3;

qualche volta mettonsi anche due controbiette. Queste ultime servono a mantenere i
lati della stella egualmente distanti dal corpo della biella ed a legare il tutto alla me
desima anche quando venisse a rompersi la bietta a vite.

Dello Testo a forcella - Le testa a forcella, Fig. 1 e2, servonoa riunire la biella ai
perni della traversa del cilindro a vapore, ed hanno le articolazioni simili a quelle che
uniscono il bottone della manovella; il diametro dei cuscinetti uguale al maggiore

dellasta dello stantufo; la lor larghezza e uguale al diametro e la distanza tra i due
rebbi della forcella uguale ad /16 della lunghezza del corpo della biella.
Delle Bielle in ghisa. - Le bielle in ghisa non sono pi impiegate che nelle
grandi macchine sse a bilanciere, e particolarmente in quelle di Wolf 0 Watt a bassa
0 media pressione, ed agiscono sempre verticalmente, esse sono generalmente colla
testa a forcella. Quando il bilanciere ha due braccia, si fa pure la biella a due teste.
Lo sforzo, che dee sopportare, come quello delle bielle in ferro.

La lunghezza totale ordinaria duna biella motrice in ghisa, secondo Watt, uguale
a tre volte la corsa dellembolo motore 0 sei volte la lunghezza della manovella;
al minimo due volte la lunghezza della corsa. dellembolo.

La testa delle bielle in ghisa generalmente fusa col corpo e formata in guisa da
ricevere e ritenere i cuscinetti, e suniscs col bottone della manovella, il quale si an
nette mediante la chiusura che operasi per mezzo di lunghe biette in ferro; laltra

estremit si unisce con quella del bilanciere.


'
La sezione della parte, che lega la testa al corpo no allurigine della curva posta
al disotto del cordone, si fa generalmente un poeonica o a sezione circolare, ovale, ecc.,

essa d una larghezza eguale al raggio della manovella aumentata di quella del
mozzo e alquanto piana sulle due faccie, affinch il passaggio della manovella sia pi
libero nella sua rotazione.
'

La forcella sospesa al perno dellasseestremo del bilanciere a sta'a con cuscinetti

305
di rapporto e riuniti mediante biette come quelli delle bielle in ferro e colle stesse
prop0 rzioni.

Il diametro dei cuscinetti uguale ai M o alla 1]: del maggior diametro del bot
tone della manovella; la lunghezza e generalmente uguale al lor diametro, ed alla lar

ghezza dei rebbii della forcella; perci si comprende facilmente che ciascuno dei perni
non sopporta che la met dello sforzo esercitato sul perno della manovella; la distanza

tra irebbii circa l/m della lunghezza della verga della biella; ma qui bisogna avere
particolarmente attenzione alla parte del bilanciere, che va posta tra i due rebbii.
Il corpo delle bielle in ghisa concavo sulle quattro faccio e ornato con modana
ture, che formano il contorno delle curve paraboliche delle quattro nervature, ed invece
dessere, come quello delle bielle in ferro pieno, a sezioni cilindriche o rettangolari,
di sezione a forma di croce 0 circolare con cordoncini o astragali, che formano i

collari. Seguendo le proporzioni di Watt, la supercie della sezione trasversale fatta


nel mezzo del corpo della biella in ghisa uguale a l/2s di quella del cilindro a va
pore. e quella delle estremit, o allorigine della curva, a /'3:. Le proporzioni di tutte

le altre parti delle bielle in ghisa sono le stesse che per quelle in ferro, e si deducono
dal bottone della manovella, che si suppone sempre in ferro.

236. Costruzione delle Bielle in ferro. - A tre si possono ridurre i tipi princi
pali delle bielle in ferro, e sono: quelle a corpo cilindrico colle teste a forcella o senza,

quelle a corpo in parte cilindrico ed in parte aforcella, i cui rebbii occupano una lun
ghezza ugualeamet di quella del corpo; quelle piatte. che sono le meno frequenti, e
si adoperano specialmente nelle locomotive.

Problema. - Disegnare una biella in ferro a corpo rotondo con testa a forcella. '[,\V, XXXV|_
Soluz. Questo sistema quello pi comunemente impiegato, salvo certe variazioni F. ., 5 , 5 7
nei particolari, in tutte le macchine a vapore sse orizzontali o verticali articolate in " " " '6

modo diretto e non. ovvero a bilanciere. La Fig. 1 fa vedere che formata-dun corpo
principale A rotondo, alquanto entisato nel mezzo come gi si disse superiormente, ter
minato a una delle estremit da una forcella, i cui rebbii servono a formare una delle
articolazioni colla traversa, che lega questa allasta dellembolo del cilindro avapore;
laltra pi semplice formata da una testa piatta, che articolata col bottone della ma

novella, porta due cuscinetti CC avviluppati da una staffa in ferro B', ritenuti a posto
con chiavette a vite e e la controchiavetta adente i. La punta della chiavetta, che porta
la vite, e ordinariamente contenuta in una ghiera conica b in ottone. che serve di
unto di appoggio al dado e nasconde le giunte delle chiavette. Si rapporta pure sulla
esta della biella una ciotoletta o recipiente in ottone g chiuso con un coperchio, e con

tenente uno stoppino di cotone, che in virt della capillarit conduce delle goccia
dolio in un foro praticato nel centro per mantenere costante la lubricazione dei perni.
Nelle macchine orizzontali la ciotbletta si mette, come vedesi nelle Fig. 1, 2, 13.
14, 22, 23, sul lato superiore della staffa; nelle macchine verticali invece posta al
1 estremit, nella direzione dellasse, come si vede alla Tav. XXXVII, Fig. '7 e 8. Con

dotta la linea desse e stabiliti i centri dei perni, si fisseranno i diametri estremi e quel
di mezzo dellasta; quindi, con una riga essibile, si segner il contorno del corpo; poi
si traccer la parte piana, e dallaltra estremit, nel formare la forcella, si raccorder
la parte cilindrica colla parte piana mediante quattro ugnature; seguendo poi le

quote sar facile il compire lintiero disegno della biella.


La Fig. 1 fa vedere la biella in guisa davere i fori dei cuscinetti posti in un
piano perpendicolare a quello di proiezione verticale; la Fig. 2 la mostra posta sopra
il piano orizzontale di proiezione; la Fig. 3 rappresenta la chiavetta e e la controchia
vetta i; La Fig. 4 la ciotoletta per lolio segnata g; la Fig. 5 la sezione nel mezzo

del corpo della biella; la Fig. 6 la ghiera conica in ottone segnata colla lettera b; la
Fig. '7 una sezione passante pel mezzo dei rebbii e dei cuscinetti B, C, 0, nella quale

si scorge la sezione della chiavetta e controchiavetta ci.


Problema. - Disegnare una biella a forcella in ferro fucinalo.

'

Fig. 43, H, Ha. 16,

Soluz. Le Fig. 13 e 14 rappresentano una di queste grandi bielle motrici a forcella "m '9202"
d'una macchina a vapore a cilindro orizzontale, della forza di 25 cavalli. Nella Fig. 13
rappresentata in proiezione verticale, e nella Fig. 4 in proiezione orizzontale. Questa
biella ha nel punto a sulla lunghezza della forcella F un piccolo asse servente di perno
a unaltra piccola biella, in ferro per trasmettere il moto delle trombe. La lunghezza di

questa ultima da esse ad asse di cinque volte il raggio della manovella. Come si
scorge dalle varie Figure, il corpo e le teste sono in ferro fucmato dun sol pezzo, e
a staffa coi cuscinetti rapportati.

39

306
TAV. XXXVI.

La testa A, Fig. 13 e 14, si lega col bottone della manovella. Le due teste B, B
della forcella F vengono a congiungersi ad articolazione sull'albero della guida scor
revole ricevendo la testa dellasta dellembolo o stantuffo a vapore. La Fig. 15 mostra
una sezione fatta dallestremit dell'asta nella biella avente una forma prismatica

ottagonale; la Fig. 16 una sezione trasversale fatta secondo la linea S-6; la Fig. 17 una
sezione fatta perpendicolarmente ai rebbii della forcella. Le Fig. 18 e 19 ci danno le
due proiezioni della stalla, che serve a ritenere icuscinetti allestremit della biella
nella sua articolazione colla manovella, e le Fig. 20 e 21 quella, che serve a ritenere

i cuscinetti allestremit di ciascun rebbio della forcella.


Fig. 22, 23, 2|.
. 2o.
-

Problema. - Disegnare una biella piatta in ferro, la cui lunghezza da centro a


centro dei cuscinetti sia di metri 1,429.

Soluz. Il disegno che qui presentiamo il migliore di questo genere, ed usasi spe
cialmente nelle locomotive. La Fig. 22 tratta dalle locomotive di Sharp e Roberta;
anche questa come le antecedenti permette. qualunque sia il consumo dei cusci
netti, di conservare sempre intatte le distanze dei centri, una delle condizioni impur
tnnti, a cui deve soddisfare. Infatti i cilindri sono calcolati in guisa di non avere
che la distanza necessaria per gli stantutfi, hisognando che l'emholo alla ne della

sua corsa non possa urtare contro il coperchio; quindi la distanza dei centri dei cu
scinetti della biella. deve essere tale Che lobh nit. che essa prende non possa avere
uninuenza troppo sensibile sul moto dellem olo; percio. se il consumo dei cusci
netti potesse avere per effetto, sia d'aumentam che di diminuire questa lunghezza,

ne risulterebbe che i coperchi dei cilindri potrebbero venire rotti, o la regolarit del
movimento dellembolo alterata.
La distanza dei centri mantenuta mediante la disposizione particolare dei cu

scinetti, di cui il primo abbracciato dalla sta'ae resta invariabile nella sua posizione;
delle Chiavette a coda di rondine b, ssate met nel corpo della biella e met nella
staffa, impediscono che si possano farli salire o discendere, di pi esse sono attraver
sate da una chiavetta e e dalla controchiavetta f; questultima in contatto col cusci
netto inferiore, e lo fa salire per mezzo della chiavetta e; a seconda che va consuman
dosi, la sua azione tende ad aumentare la distanza dei centri. Se l'altra estremit
della biella avesse la stessa disposizione, la lunghezza da asse ad asse potrebbe al ter
mine dun certo tempo trovarsi sensibilmente accresciuta. Afnch la distanza resti
invariabile, bisogna necessariamente che il giuoco della chiavetta di questa sta'a abbia

per effetto di accorciare la biella della quantit, di cui stata aumentata laltra estre
mit; e quindi bisogna che la staffa possa discendere, invece di restar ssa come
quella della testa maggiore, ed ci che effettivamente ha luogo.
La posizione della staffa mantenuta per mezzo di chiavette, e con ragione i co
struttori di questa biella si sono occupati seriamente per impedire che ciascuna
sua parte non possa staccarsi. Tre viti di pressione soppongono allo scivolamento

delle chiavette nella testa maggiore, una cupiglia trasversale la rattiene nelle staffe.
Nelle piccole staffe si vedono solamente delle viti di pressione h. Le ciotolette o reci
pienti per l'olio l',l, servono come le prime a lubricare i cuscinetti. Questa biella pesa
80 Chilogr., scomposta come segue: Chilogr. 37,30 il corpo della biella, la staffa mag
giore 12,80, cuscinetti in bronzo 12,70. piccola staffa dellaltra estremit 2,60, piccoli
cuscinetti 1,50, quattro chiavette e controchiavette, viti di pressione a coda di rondine

Chilogr. 5,40, chiavarde coi loro relativi Chilogr. 0,70. La Fig. 22 fa vedere la detta
biella in piano, e la Fig. 23 in prolo; la Fig. 25 una sezione nel cuscinetto parallela

alla proiezione del piano della faccia della biella; la Fig. 26 una sezione peri cusci
netti, e la Fig. 27 rappresenta lestremit dellasta della biella, nella quale si vedono

TAV. XXXVII.

i due buchi per farvi passare le viti hh. Nel complesso per queste bielle sono assai
semplici; talvolta sono a due controchiavette come quella rappresentata nella Fig. 1

e 2 coi cuscinetti aventi una portata maggiore degli ordinarii prendendo nellaggetto
C la forma di una modanatura.
Fig. I, 2.

Fig. 3, 4.

t Problema. - Disegnare i tipi delle principali teste delle piccole bielle daccoppla
men o.
Soluz. Una testa di queste bielle quella disegnata nelle Fig;. 3 e 4. Questo mo
dello impiegasi sovente sia nei parallelogramm_x de le macchine a ilancierc er legare
le guide, sia come bielle motrici nelle macchme_ piccole. La testa intiera Efucinata
collasta e i cuscinetti che sono rapportati e. aggiustati a vite senza giuoco; per met

terli a posto s'incomincia a porre i cuscinetti attorno del bottone o del perno stesso.

307
e che si tr0vano naturalmente mantenuti per mezzo degli orli o labbri, nei quali TAV. XXXVII.
niscono i cuscinetti stessi; uindi si passa la biella, che nella sua apertura riceve i
Fig. 18, w, 20.
cuscinetti, ed pi grande da la parte esteriore dei medesimi; poi si introduce la chia
vetta, che penetra in un piccolo intaglio fattonel cuscinetto inferiore. e ritiene
solidamo tutto il sistema. Qualche volta oltre della chiavetta portano anche una vite o
superiore, che fa pressione come nelle Fig. 18, 19, 20 per non spostare il centro, e
quindi non far variare la lunghezza della iella.

Problema. -- Disegnare la testa d'una biella in forma di collare.


Solnz. Il modello, che qui presentiamo, ha una forma ele ante, e non differisce
gran che dai collari degli eccentrici, descritti alla Tav. XXXII , Fig. 18, 19. 20. Esso
applicato colle stesse roporzioni per condurre lapparecchio accessorie e leggiero duna
macchina a vapore; a sproporzione tra il diametro del pernoe quello dellasta deriva

da che la massa della testa in bronzo senza cuscinetti rapportati; infatti questa
testa fermata di due semicircoli c, fusi con alette, in forza delle quali si riuniscono
col mezzo di due chiavarde invitate in uno dei due. Quella inferiore porta un occhio
o ghiera, nel quale calettata a dente cilindrico e ritenuta da una chiavetta coll'asta
A; laltra met munita della ciotolet-ta g per la lubricazione. Un tal sistema si ado

pera ancora perle bielle motrici, poich

neste diverrebbero sproporzionato, quindi si

rapportano i cuscinetti con una staffa di erro esteriore.


Problema. - Disegnare la testa d'una biella o piuttosto lestremit dellasta del

Fig il e 6.

lembolo duna macchina a vapore oscillante.


Solnz. Il modello della presente Figura quello, che usasi specialmente nelle mac
chine della marina di sistema oscillante, dette specialmente di Penn, di cui varii co
struttori francesi fecero applicazione su grande scala. Nelle macchine a vapore oscil
lanti lasta dello stantuffo a vapore collegata direttamente col bottone della mano

vella, e quindi priva della biella; loscillazione del cilindro sostituisce lufcio di
questorgano nella trasformazione del moto.
Le Fig. 5 e 6 rappresentano la testa dellasta di questo sistema di una macchina

del Flambert, della forza nominale di 120 cavalli, a doppio cilindro, appartenente alla
marina francese, ed stata costruita dal sig. Nillas di Havre.
Queste teste si compongono di tre parti distinte:

1 Della ghiera in ferro A, tornita interiormente ed aggiustate. alla estremit


dellasta B, nella quale rattenuta per mezzo della chiave piatta a;

2 Dei cuscinetti in bronzo CC, che abbracciano il bottone delle due manovelle
accoppiate;
3 Del cappello in ferro 1), che sormonta i cuscinetti, e lega la ghiera A per

mezzo di due robuste chiavarde E.


La ghiera A e terminata con un piano nella sua parte superiore, sulla quale ri
posa, che sapplica esattamente alla base del cuscinetto inferiore 0. Il cappelloD ha la

stessa forma ed guernito dun recipiente o ciotoletta per la lubricazione. Icuscinetti


sono fusi con due orecchie nel verso trasversale per ricevere le chiavarde di congiun
zione E; essi si toccano esattamente onde nella chiusura, per un eccesso di strettezza,

l'articolazione non rimanga troppo rigida.


Dalla Figura 6 si scorge facilmente che queste chiavarde di congiunzione E sono
eseguite esattamente secondo le regole esposte pi sopra, trattandosi delle proporzioni

delle chiavarde e dei dadi a pane quadrato. Le dimensioni date aquesta testa di biella
corrispondono alla forza nominale di 60 cavalli per ciascun cilindro, il cui diametro
di metri 1,10.

Problema. - Disegnare la testa {lana- biella motrice impiegata specialmente per


la navigazione.

llg. 9, w, il.

Solnz. La biella, di cui le Fig. 9, 10, 11 rappresentano la_testadal lato della ma


novella, appartiene a una macchina costrutta dal sig. Nazelme_dx Havre, per il na

viglio a elice La Biche, di cui la Fig. 9 fa vedere il anco, la Fig. 10 il prospettoe in


Fig. il la sezione passante per lasse.
Problema. - Disegnare una testa di biella con due contwcltiacette, e la cui chia

Fig. |2, B, Il.

vetta si mucca mediante un dado a vite.


Soluz. Delle Fig. 12. 13 e 14 rappresentano la prima il anco, la seconda una se

zione erpendicolare ai cuscinetti per far vedere la chiavetta e colle relative contro
chiave te c c'; lasta A piatta ed un po arrotondata ai lati; la staffa B tiene come
nelle altre uniti icuscinetti 0.
Problema. - Diseynare una testa di biella coi relativi cuscinetti sferici.
Soluz. Un modello di queste bielle quello rappresentato nelle Fig. 15, iii, 17.

Questa testa ha la specialit di essere fucinata col corpo della biella; per togliere 1

Fig. te, io, n.

308
TAV. XXXVII.

cuscinetti non devesi far altro che estrarre la chiavette. Questo sistema sovente im
piegato nelle bielle daccoppiamento delle locomotive.
La forma sferica dei cuscinetti si adatta per correggere qualche difetto di paralle

lismo, che potesse esistere tra i due assi, i quali hanno pure essi una forma sferica.
Questa biella dunque formata dun sol pezzo fucinato colla verga senza altre parti
mobili per lintroduzione dei cuscinetti. Per porre questi al posto che debbono occu
pare, si passano successivamente pel vuoto o. che stato praticato a questo effetto.

poi si fanno scivolare da sinistra a destra nella parte interiore: scorrendo essi per
mezzo di due labbri formanti una scanalatura. restano naturalmente rattenuti.
La chiavetta e controchiavetta, per cui si effettua la chiusura, diiferiscono un poco
nella loro costruzione da quelle descritte nora. Qui la controbietta stessa quella,

che riceve la pressione del dado. Le bielle daccoppiamento nelle locomotive hanno
le testo con una disposizione opposta rapporto allasta cio a una delle estremit; la
chiavetta e controchiavetta si trovano tra lasta e i cuscinetti come nelle Fig. 15 e 16,
mentre che allaltra estremit questi. sono al contrario; i cuscinetti sono posti tra la

Fig. 2|. 22.

sta o corpo della biella e le chiavette. Una. tal disposizione necessaria per conservare
invariabile la distanza dei centri e la lunghezza della biella, ancorch si spingano da
una parte ovvero dallaltra i cuscinetti.
237. Bielle in ghisa. - Le Fig.2l e 22 rappresentano la proiezione orizzontale di
uno dei pi bei tipi di bielle in ghisa, di cui una estremit A munita. di una forcella
per riattaccarsi al perno del bilanciere per mezzo dei suoi rebbii, e laltra estremit B
semplice sunisce al bottone della. manovella. La sezione del corpo della biella C
croceforme, formata di quattro nervature perpendicolari fra loro e raccordate a guscio:
queste nervature nel verso longitudinale hanno la forma parabolica: i vertici della
parabola stanno nei centri dei cuscinetti, come vedesi dalla curva punteggiata nella

Fig. 21. La testa B si fa alquanto piatta. come vedesi dalla sezione nella Fig. 27, onde
nel suo movimento lascia facile passaggio alla manovella. I cuscinetti sono adattati
nellapertura ogivale lasciata in essa, e rattenuti e fatti avanzare mediante una sca
nalatura praticata nel cuscinetto inferiore; la chiavetta porta inoltre due piccoli fori
oblunghi, nei quali si fanno passare due viti j.j, onde la detta biella non si schiuda.

L'astragalo o collarino divide la parte piana dalla parte crociforme, la cui sezione
sulla linea 1-2 vedesi 9. Fig. 26, come quella fatta nel mezzo sulla linea 3-4 a Fig. 25.
Sulla parte piana si portano i rebbii della forcella, la cui sezione fatta sulla linea 5
e 6 vedesi nella Fig. 24. I cuscinetti posti allestremit dei due rebbii sono rattenuti
mediante una staffa in ferro come nelle altre bielle, e queste sono unite ai rebbii per
mezzo di una bietta o chiavetta posta tra due controchiavetta, come abbiamo veduto
TAV. XXXVIII. nelle Fig. 1 e 2 di questa Tavola.

i-ig. l. 2, a, i. s,
Problema. - Disegnare una biella in ghisa colle relative proiezioni e sezioni per
a 7.
comprenderne intieramente la forma.
Soluz. La biella in ghisa. che qui proponiamo a disegnare, appartiene alla mac
china motrice della zecca di Parigi costrutta nellolcina di Moulfarine. Il suo in
sieme differisce poco dallantecedente, e pu esser considerata come una biella tipo
perle sue belle forme ed eleganti roporzioni. Essa si compone come la descritta
della testa inferiore A. che si artico a colla manovella ed il suo prolungamento A'.

senza rigonature. dovendo ad ogni giro passare avanti alla manovella;

uindi il

suo corpo sagomato B ha una sezione crociforme, Fig. '7, e la testa superiore C a

forcella. Fig. 3. colla quale la biella si attacca al bilanciere. Tanto in questa come
nellantecedente si conosce di leggieri che la testa inferiore differisce pi particolar
mente da quella in ferro fucinato senza ghiera o staa, come negli esempii, che ab

biamo visto pi sopra.


La Fig. 1 rappresenta la testa dalla parte della forcella in proiezione verticale. Le
Fig. 2. 4 e 5 lanno vedere la biella alla scala di 1/10 della grandezza desecuzione.
La Fig. 2 mostra una proiezione della faccia della biella nel piano verticale; la Fig. 4
il anco della testa A, e la Fig. 5 una sezione per lasse perpendicolare a cuscinetto.
La testa inferiore A della biella intieramente chiusa per ricevere i cuscinettiin
bronzo a ed a, i quali vanno aggiustatl con molta cura e senza battenti per non au
mentare la portata del perno.

il primo di questi cuscinetti a fuso con un rilievo, che si caletta nella caletta
tnra praticata nella ghisa, e che gli impedisce di scivolare nel verso dellasse; la sua

u!

309
forma poi essendo un mezzo ottagono gli vieta di girare trascinato dallasse. IITAV. XXXVIII.
secondo quello posto pi sopra in a e costrutto esteriormente in guisa da ricevere Fig_ | 2 3' 4 5'
una bietta in ferro ed in acciaio 0, nella quale passa pure la bietta, che serve a chiudere tutta la testa. Questa chiavetta un po conica e abbastanza lunga per sop
perire _man mano chei cuscinetti vanno consumandosi; il suo lato inferiore, che porta

6 7

sulla bietta, orizzontale: per la sua poca comicit esso non suscettibile dassicu
rarsi per meglio mediante una vite.
La forma della testa veduta di prospetto elittica per darle allestremit maggior quan
tit di ghisa; essendo il contorno generalmente lavorato al tornio prende la gura di
una elissoide di rivoluzione tagliata con due piani verticali e paralleli, sulla quale si
pongono i cuscinetti.Queste faccie per bench lavorate, onde possano bene adattarsi
in contatto contro la base del bottone della manovella, si faranno un po convesse. La
parte che riceve la chiavetta ugualmente pi larga, come vedesi dalla Fig. 2, per
conservare alla testa la forza necessaria, malgrado le calettature, che vi sono praticate.

Questa parte si raccorda collasta A', che forma il prolungamento della testa della
biella. Essa cilindrica n presso il cordone f, ma tagliata da due facce verticali e
parallele, le quali diminuendo, come si disse superiormente, la sua sezione, facilitano
il passaggio della manovella nel suo moto rotatorio. Il cordone deve trovarsi abba

stanza alto per poter passare facilmente di sopra allocchio della manovella quando
trovasi verticale e nella posizione inferiore della corsa. Il corpo della biella a parte,

compreso tra i due cordoni f, f', si compone di quattro nervature, le quali si raccordano
a guscio o cavetto, e presentano nella loro sezione la Fig. '7.
La parte superiore E ha la testa a forcella, come si pu vedere nei suoi partico
lari, Fig. 1 e 3; i rebbii di questa forcella presentano due parti piane, sulle quali
si adatta le due pareti interiori della staffa in ferro F, che servono a ritenere idue cu

scinetti in bronzo e, i quali abbracciano gli altri cuscinetti ssati allestremit del
bilanciere. Ciascuna di queste staffe ' ritenuta al suo posto per mezzo della bietta c'
adattata tra le due controcbiavette a, icui lati esteriori sono paralleli e perpendicolari

allasse della biella.


Problema. _ Disegnare una biella del sistema Nillus, Fz'y. 8, 9, 10, 11 e 12.

Soluz_. Questa_biella applicata alla macchina, che somministra la forza motrice

Fig. 8, 9. 0. H.

-2 3'

alla ofcina del s1g. Nillas, e si scosta da. tutti gli altri sistemi usati.
La forcella di questa biella formata di due rebbii F, i quali portano ciascuno due
cuscrnett_r in ferro fucinato, e sono forniti di due aste a vite, per mezzo delle quali queste
due parti si uniscono al corpo rincipale in ghisa, che termina a questeffetto con due
ghiere cxlmdr1che E, e due da i G, onde si possono ssare le due teste solidamente

e regolare la loro posizione. [cuscinetti in bronzo e sono fusi con un battente e chiusi
dalla chiavetta C,_la cui estremit viene traversata da una piccola chiavettain rame e,
sulla quale sappl1ca il dado, che deve regolarla. Si comprende facilmente in questa
dmposrzrpne, che, _se a causa del consumo dei cuscinetti, quelli inferiori si avvicinano
al superiore o, chiudendo la chiavetta si pu sempre, per conservare la lunghezza

reale della_ biella, ridiscendere della


sta della biella F, schiudendo i dadi

uantit necessaria le due chiavarde ossia la te


e quindi chiudendoli nuovamente.

La Fig. 8 fa vedere una delle sezioni passanti pei rebbii; la Fig. 12 una sezione
trasversale fatta nel corpo della biella con proiezione dalla parte inferiore; la Fig. 13

la proiezione orizzontale della testa superiore senza chiavarde.


Dalle Figure si vede che questa testa differisce da quelle delle bielle precedenti;
inquantoch i cuscinetti che sono posti nella parte inferiore e i secondi nella supe
riore con piani inclinati si riconducono al centro per mezzo di chiavette a vite d e
per mezzo delle intermediarie 2', quando si chiudonoi dadi, che sormontano le ghiere
in ottone h. Questi cuscinetti sono ritenuti lateralmente, non solo per il loro adat
tamento a coda, ma ancora per la spessezza dei cunei o biette i, che vi sono in parte

incastrati. La forma della sagoma del corpo della biella si compone di quattro nerva
ture guernite negli angoli dun guscio.

Delle Bielle in legno. - Le bielle in legno simpiegano nelle macchine, dove Fig. H, 45, m, n.
si ha bisogno chesse abbiano una lunghezza considerevole, e per conseguenza in
8 9
metallo risulterebbero dun peso troppo grande, ovvero quando vanno soggette ad
urti ed a vibrazioni come nelle seghe meccaniche per ridurre i tronchi dalberi in ta
vole, e nelle trombe impiegate per estrarre lacqua dalle miniere.

310
'IAV. XXXVIII.

Le Fig. 17, 18, 19 e 20 rappresentano in prospetto, anco e sezione la testa supe


riore duna biella appartenente ad una sega per segare le tavole dai tronchi, e che
trasmette il moto del motore al portaseghe con una velocit non minore di200 ri
voluzioni per minuto.
Lasta A e in legno duro e leggermente essibile; la sua sezione rettangolare,

maggiore nel mezzo che alle estremit. Ciascuna testa propriamente detta si compone
duna staffa in ferro fucinato B avente la forma duna forcella, i cui rebbii sono molto
lunghi afne di poter abbracciare lasta in legno per una certa estensione, e ssarla
solidamente per meno di chiavarde. Afnch poi questi non abbiano a sopportare
tutto lo sforzo di trazione longitudinale, si ripiegano ad angolo retto le estremit
della stata incastrandole poi in apposito taglio fatto nellasta. I cuscinetti a sono in
bronzo ed assicurati a vite, poi chiusi da una semplice chiavetta, che leggermente
intagliata in uno di essi. Generalmente si cerca di farle leggiere il pi possibile,

mentre si fanno sopportare degli sforzi considerevoli, e quindi, per evitare che si rom
pano, non bisogna caricarle nella parte pi debole oltre di 40 a 50 Chilogr. per
centimetro quadrato di sezione.

m ti, in, m.

Problema. - Disegnare una testa di biella in legno.


Sol-ne. Le Fig. 14, 15 e 16 rappresentano in prolo, per faccia e per sezione la
testa duna biella in legno, tre uentemente impiegata nelle seghe meccaniche e nelle
trombe per estrarre lacqua dal e miniere.

Il corpo A di quella biella in legno molto forte, a sezione rettangolare pi re


sistente nel mezzo, come uelle in ferro; alle estremit la testa formata duna staffa
in ferro fucinato B, che a braccia per una certa estensione la biella in legno, alla

quale ritenuta solidamente per mezzo di tre chiavarde b. La chiusura dei cuscinetti
si effettua come nelle altre bielle. Nelle teste di queste bielle raramente si costruisce
il recipiente per la lubricazione, nondimeno si praticano sempre dei fori conduttori

dellolio attorno al perno. l cuscinetti sono rattenuti superiormente da unapposita


chiavetta e da una posita vite._Mplte altre variazioni sintroducono nella costruzione
delle bielle a secon a dei casi; 1 Sistemi pi comuni per sono quelli descritti.

REGOLE

PRATICHE

Proporzione delle Bielle in ferro. - Per costrurre una biella bisogna: t tis
sare la spessezza media o la sezione conoscendo il bottone della manovella; 2 deler
minarnc la lunghezza, poi secondo le circostanze della macchina, a cui viene applicata,
si cerca le forme pi convenienti per la disposizione e la proporzione delle parti.

Sezione trasversale del Corpo della Biella. - Senza pretendere di voler dare una re
gola generale per tutti) casi, che si possono presentare in pratica, per maggior facilit
ne faremo un esempio, il quale potr servire di norma per quasi tutti gli altri.

I diametri estremi e di mezzo del corpo della biella in ferro debbono variare a
cagione che la biella non solo esposta a sforzi di trazione, ma ancora a quelli di
essione. Quindi il diametro d', minimo del corpo della biella, si avr dalla seguente
espressione: d': Vi_go+ 0',4, nella quale P la pressione in Chilg., che la biella deve

trasmettere. Se in questa espressione si adotta per unit il millesimo,essa prende la forma


seguente: d.:I/+ 5. Questa farmela serve pure quando la biella avesse una sezione

piatta o rettangolare, purch corrisponda in supercie a quella del circolo di diametro 11'.
Sezione nel mezzo del Corpo. -- La quantit, di cui il corpo della biella dev'essere

maggiore nel mezzo per resistere ain sforzi di essione, varia col variare del rapporto
esistente tra i diametri estremi e la Sua lunghezza, il quale varia a sua volta colla lun

ghezza della corsa dello stantutlo o il raggio della manovella. Tale rapporto si trova
facendo entrare nella formula pratica la quantit r, cio la proporzione che esiste tra la
lunghezza del corpo ed il diametro e i diametri delle sezioni estreme gi prima determi
nati colla formula antecedente. Quindi, chiamando D il diametro del corpo nel mezzo della
30 + 1

sua lunghezza, noi faremo D=d'V

30

311
Questa formola pu evidentemente semplicarsi quando il rapporto 7 cognito.
Supponendo per esempio che la lunghezza sia 25 11', si avr D = 11' V 303; Q5 : 11' x 1,353.
Se il rapporto fosse come 10 a i, si avrebbe D:d'I/ggilzd' X 1,153.
Dalle formule suesposte e supponendo il rapporto tra la lunghezza ed i diametri
estremi 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35 volte maggiore del diametro estremo, sar facile de

terminare la forma di D. Applicando questi computi si calcolata la seguente Tabella:


DIAMETRI DELLE ASTE O CORPI DELLE BIELLE IN FERRO FUCINATO.

Pressione
totale

Diametro
Diametro nel mezzo della lunghezza del corpo
4
a,
11 rapporto tra questa lunghezza, 0 il diametro estremo d, essendo:

sull asta
t_ _t
inclgfllreswm

E '
chilogr.

d'
millim.

5:1
millim.

millim.

millim.

millim.

28

31

32 |

34

35

37 .

35
40
46
52
58

37
43
49
55
61

.
g1

39
45
52
58
64

41
47
54
61
68

42
50
57
64
71

i
1
1
1i

44
51
59
66
73

63
69
75
81
86
92

67
74
80
86
92
98

i
I,
1
1
1

71
77
84
90
97
103

78
85
92
99
106
113

1
11
e

81
88
95
103 1
110 1
118 1

91

98

104

109

115

97
102
108
113
118

104
109
115
121
127

110
116
123
129
135

1
,
1
;

116
122
129
135
142

|
I

122
129
135
142
149

129
124

138
133

147
141

155
148

130
125
135
140
145

140
135
145
150
156

150
144
156
161
167

159
153
165
172
178

;1
,
;
'

167
161
174
180
186

21025

150

161

184

22500
24025
25600
27225
28900
30025
32400
34225

155
160
165
170
175
180
185
190

167
172
178
183
188
194
199
205

,i
1

190
196
202
208
214
221
227
233

i;
;
1
1
1f
I

25

27

625
900
1225
1600
2025

30
35
40
45
50

32
38
43
48
54

2200
3025
3600
4225
4900
5625

55
60
65
70
75
80

59
05
70
75
81
86

6400

85

7225
8100
9025
101100
11025

90
95
100
105
110

13225
12100

120
115

15625
14400
16900
18225
19600

30:1 F 351 .

d' x1,0771d' >< 1,153 1 x 1,22571>< 1,2881d' >< 1,353 d' >< 1,4141d'x1,469

400

;
,1

15:1 1 A
20:1 i 25:1

1 10:1

1
1
;|
1
l1

173
1

179
184
190
196
202
207
213
219

millim,

;
'

millim.

,
|
,-

74
81
88
95
101
108

120
,
1

millim.

.
:

125

127
134
141
148
156

132
140
147
154 i
162 1

162
156

170
163

17
169 1

I
1
|

176
169
183
189
196

184
177
191
198
205

1
1

191
184
198 ,
206
213 5

193

203

212

200
206
213
229
225
232
238
245

1
i
1
1
.

210
216
223
230
237
244
250
257

219
226
233
240
247
255
262
269

l
,
1:

220 ,
1
1
1

228
235
242
250
257
264
272
279

=
1

36100

195

210

225

239

251

264

276

38025

200

215

231

245

258

271

283

294

60025

250

269

288

306

322

338

354

367

87025

300

323

346

368

386

406

424

441

287 1
l

La prima colonna di questa Tabella da la pressione totale supportata dalla biella


in Chilogrammi; la seconda i diametri d' delle sezioni estreme corrispondenti a queste
pressioni, e nelle colonne seguenti il diametro nel mezzo del corpo della verga se

condo i rapporti citati. Un esempio far meglio vedere luso della medesima.
Esempio. -Qual sar il diametro da darsi nel mezzo del corpo della biella in
ferro fucinato, se la lunghezza del corpo della biella dovr essere di metri 1,700 ed il

carico o la pressione totale, che essa deve trasmettere, e di 6,400 Chilogr.?

Saluz. Osservando nella prima colonna della Tabella che al carico 6,400 Chilogr.
corrisponde nella seconda ad un diametro estremo 85 millim., e che per conseguenza il

312
_ rapporto 1 esistente tra questo diametro e la lunghezza della biella uguale a 20, si avr
dalla colonna corrispondente a questo rapporto il numero 109 millim. per diametro cercato,
il quale non sarebbe che di 08 millim., se il rapporto 1' fosse stato solamente da 10 a l.

2' Esempio. Quali saranno i diametri duna biella in ferro, che deve trasmettere
uno sforzo di 10,000 (lg., ed essere lunga metri 2,10?
Solar. Cercando nella prima colonna la pressione data di 10,000, si trova che cor
risponde ad essa nella seconda colonna un diametro di 105 millim.; perci, dividendo

la lunghezza 2,100 per 105, si trova 20, onde il rapporto di 1 a 20 come nel pro
blema antecedente. Si avr 105 x 1,288 0,135240 pel diametro nel mezzo dellasta,
Conosciuti i diametri eslremi e quel di mezzo del corpo della biella, si lraccier il
contorno in forma parabolica, che la curva ndoilala degual resistenza (120) dal co

struttori per i corpi sottomessi a pressione laterale, come abbiamo gi visto per gli al
beri, e come vedremo pei bilancicri.
Proporzioni delle Teste. -- Dalle Fig. 1 a 12 scorgesi facilmente che lestremit
corrispondente alla traversa dellasta dell'cmbolo si divide in due rebbii, secondo la
disposizione stessa di questa traversa. La coslruzione della testa, che sunisce al bollone
della manovella, essendo la medesima che per la parte a forcella che sunisce ai perni della

traversa dellembolo, questa considerazione basta a stabilire i rapporti, che esistono tra
le varie parti di una stessa testa. Quella dal lato della manovella, per esempio, col bot

tone, che essa deve abbracciare, di applicarla alle teste delle due esiremil della

biella; al N. 234 sono state date le regole, che permettono di determinare il diametro
del bottone, quindi noi lo supporrcmo cogniio per rapportare ad esso le proporzioni.
Cuscinetti. - La spessezza e dei cuScinelii (Fig. 8 e 12) misurati nel verso della lun
ghezza della biella dev'essere resistente abbastanza per impedire che sovalizzino sotto
lo sforzo della pressione della stalla, vale a dire si suppone uguale a un quinlo circa del
diametro del bottone il per le piccole dimensioni, e a un sesto per le grandi, e si avr:
e:0,2d e a 620,15 d. Queste spessezze sono maggiori nella direzione dellasse della

biella che lateralmente, perch lo sforzo, e perci il consumo del cuscinetto, ha luogo
specialmente in quella dellasse dellasta, vedi Fig. 12. Quindi per questa ragione

si possono ridurre le spessezza laterali circa al ventesimo del diametro. Onde si avr:
e'=0,05d+1 millim.; la quantit addizionale di 1 millim. particolarmente neces

saria perle piccole dimensioni.


Nel maggior numero dei casi, ed in ispecie per i piccoli organi, si conserva la
spessezza dei cuscinetti uniforme, aine di poterli rivoltare a piacimento quali una ghiera
dun sol pezzo, come vedesi nelle Fig. 7 e 8.

La larghezza o portala l di ciascun cuscinetto uguale alla lunghezza adottata


per il bottone, cio di un quarto pi grande che il diametro, ailine di presentare una
quantit sullicienie di supercie per resistere pi lungamente al consumo senza sor
passare un certo limite a causa della p0rtala od aggello, che sporge dalla testa dellasta,
e si avr 1:1,25 d.
Afnch i cuscinetti stiano bene incassati nel loro posto, si ha cura di praticarvi da
ciascun lato un labbro o battente ben lavorato al tornio, il cui aggelto uguale alla

decima parte del diametro, e si ha s:0,l d+3 mill.


Sta/fa. - La sua larghezza B uguale alla portata d dei cuscinetti, meno due volle
la spessezza s' riserbata ai battenti di questi ultimi, la quale pu essere suilicienle con
il 1/10 del diametro d; e si ha per B il valore seguente:

B:l-2s', o B:1,25d-2(0,1 d):1,05d;


la spessezza massima della stalla sar eguale ad E:O,3d+2 millimetri; quella di
E:O,3d+2 millimetri; quello di E' dei lati, che si trovano nella congiunzione dei

cuscinetti, circa Hm pi sottile, onde si ha E:O,2d+2. luine'la [parla pi Spessa,

che intagliata per il passaggio delle chiavette, espressa per E": _4-;
Delle Biette. - La larghezza media b della chiavetta moltiplicata per la sua spes
sezza c deve dare una supercie di sezione capace di resistere allo sforzo dovulo alla
trazione e alla chiusura, e quindi per quesle dimensioni si avr: b:0,35d+5; c=25 d;

lo stesso dicasi per le controchiavelle o controbielle.


Linclinazione della faccia, secondo la quale in contatto con la controchiavetta,

313
sar da 5 a 6 gradi per rapporto alla perpendicolare tracciata sulla linea desse della
biella. La spessezza e la larghezza date allestremit della biella sono naturalmente de
dotte da quelle dei cuscinetti e della staffa. La sezione ha dordinario forma quadrata
o rettangolare, ed sempre pi grande che quella delle estremit dellasta; essa si
raccorda poi con questa, come vedasi nelle Fig. 1, 8 e 12, per mezzo darchi di circolo

formanii una specie di cimbia o apoge.


La distanza G, che vi deve esistere fra la caleitaiura, nella quale passa la chiavelta,
ed il piano del cuscinetto, uguale almeno alla met del diametro del bollone, dunque
G :0,5 il + J millim.
Lo stesso dicasi dell'aggelto 6' dei due rebbii della staffa dopo la controchiavella.
La larghezza della calellalura misurata nel verso della lunghezza della biella dovr es
sere uguale a due volte la lunghezza media b aumentata dello spazio necessario pel
consumo del cuscinello. Un esempio dapplicazione alla testa duna biella far vedere
meglio le relazioni delle date proporzioni.

Esempio. - Quali saranno le proporzioni in millimetri delle varie parti, che


compongono la testa d'una biella, che deve arlicolarsi con un bottone duna manovella
di 100 millimetri di diametro?
Soluz. Applicando tulle le formole sopra esposte si avranno in millim. le seguenti
misure per ciascuna parte, che compone la testa della biella:

e:20
s:l3
E'=22
c=25
e':6
B:105
E":27,5
6:25
l:l25
E:32
b=40
Colle formole su esposte si calcolato la seguente Tabella per le differenti teste
di biella in ferro, colle relative stelle e i loro cuscinetti in rapporto al diametro del
. bottone da 25 no a 200 millimetri.
DIMENSIONI DELLE TESTE DELLE BIELLE IN FERRO FUCINATO.

02

. E
i
2 G

CUSCINETTI

STAFFE

BIETTE

N\/\ W /W\

Spel- Spesseua
' 12 se.
Ma Portata

a 2

ma

giunlura

6'

i
1

25
30
36
l 40
45
l 50
l 60
70
80
l 90

5
6
7
8
9
10
12
14
16 l
18

Aggeho

,;_ s"" SP" Spesseua


ala Lunghezneri Spesseua
de"

bollenti

3 alla

"un" cm,nm-,

tura

biella

chiavetta

l.

E'

E"

2,2
2,5
2,7
3,0
3,2
3,5
4,0
4,5
50
5,5

31,?
37,0
43,7
50,0
56,2
62,5
75,0
87,5
100
112,5

5,5
6,0
6,5
7,0
7,5
8,0
9,0
10,0
11,0
12,0

26,2
31,5
36,7
42
47,2
52,5
63
73,5
84
94,5

9,5
11,0
12,5
14
15,5
17
20
23
26
29

7
8
9
10
11
12
14
16
18
20

8,7
10
11,2
12,5
13,7
15,0
17,5
20.0
22,5
25,0

13,7
15,5
17,2
19
20,7
22,5
26
29,5
33
36,5

6,2
7,5
8,7
10
11,2
12,5
45,0
17,5
20
22,5

17,5
20
22,5
25
27,5
2!)
35
40
45 ,
50 '

- ma

20 l 6,0

125.0

13,0

105

32

22

27,5

1110
1120
130

22
24
26

6,5
7,5
7,0

137,5
162,5
150,0

14
16
15

115,5
126
136,5

35
41
38

24
26
28

30,0
32,5
35

40

25,0

55 ,

43,5
50,5
47

27,5
32,4
30

60
65
70

i 140
150
160
170
180
, 190
200

28
30
32
34
36
38
40

8,0
8,5
9,0
9,5
10,0
10,5
11,0

175
187,5
200,0
212,5
225,0
237,5
250,0

17
18
19
20
21
22
23

147,0
157,5
168
178,5
189
199,5
210

44
47
50
53
56
59
62

30
32
34
36
38
40
42

37,5
40
42,5
45
47,5
50,0
52,5

54
57,5
61
64,5
68
71,5
75

35
37,5
40
42,5
45
47,5
50

75
80
85
90
95
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105

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13

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2
Il

314
Proporzioni delle Bielle motrici in ghisa. -Le dimensioni delle bielle in ghisa
sono basate, come quelle delle bielle in ferro, sullo sforzo che esse trasmettono alterna
tivamente, per trazione e per compressione, sforzo che trasmesso dalla biella del bi
lanciere. Si deve per tener conto della uguaglianza e della disuguaglianza dei bracci
del medesimo moltiplicando la pressione diretta sullo stantull'o per il loro rapporto in
verso. Le bielle delle macchine a bilanciere offrono questa particolarit, vantaggiosaper
la regolarit del movimento, di essere duna gran lunghezza per rapporto al raggio della

manovella, onde loro pu darsi una forte sezione nel mezzo e quindi una forma
elegante nella curva parabolica delle nervature. Questo sistema di macchine non si
adatta ad una variet di velocit che entro certi limiti; siccome il loro moto devessere
relativamente lento, sono meno soggette agli urti o ad altre vibrazioni.
Si pu prendere per tipo la biella rappresentata dalle Fig. i a 7 della Tav. XXXVIII,
perch trovasi in scala maggiore di quella della Tavola antecedente.

Sezione del Corpo. - Nella pratica si calcola che il corpo della biella non sopporta
verso le estremit un carico maggiore di 30 a 35 Chilogr., e solamente di 20 a 25 Chil.
verso il mezzo. Si gi osservato che vicino ai cordoni o astragali ff la sezione circolare,
ed ammettendo che si faceva sopportare per cent. quadr. un carico massimo di 35 Chi

logr. Si determiner il suo diametro tenendo conto della riduzione proveniente dalle parti
piane esistenti sulla porzione inferiore A colla formula seguente: D:Vg.
3

In questa formola D rappresenta il diametro cercato in centimetri, e P la pressione


massima sullo stantullo a vapore.

Esempio. - Quali saranno i diametri duna biella in ghisa appartenente ad una


macchina a vapore, in cui il diametro dello stantullo uguale a millim. 0, 82 e la pres
sione contraria uguale a 2 Chilogr. per centimetro quadrato?
Soluz. Si trova la pressione totale sulla supercie delle stantuffo

. a

P=

x a 210562Chi10gr.,

10362
=21, l. La Fig. 7 fa vedere la sezione del corpo
23,6
della biella avente la forma dun quadrato concavo nei quattro angoli secondo quattro
archi di circolo descritti dai quattro vertici come centri, con un raggio minore della
met dei lati. Tenendo conto di questa forma, si trova per diametro della sezione nel
e per conseguenza si ha D :

mezzo del corpo come lato del quadrato circoscritto D'=l/--), supponendo an
che la spessezza delle nervature e dei listelli misurata sui lati del quadrato circa 0,15
di questo. Ammettendo queste proporzioni e calcolando i lati del quadrato per mezzo
della l'ormola precedente, il carico corrispondente nel mezzo del corpo circa di 20 Chi
logrammi per centimetro quadrato. Si pu, senza cambiare sensibilmente il risultato del
calcolo, modicare la forma della sezione, come lanno certi costruttori formandovi dei

cordoncini con o senza listelli, o variando il profilo.

Proporzioni delle Teste. - Nella stessa guisa delle bielle in ferro fucinato, si
determineranno le differenti dimensioni delle varie parti d'una biella in ghisa, che deve
articolarsi col bottone duna manovella, conoscendone il diametro.

_ Sia 0 la larghezza dellapertura praticata nella testa per ricevere i cuscinetti, si


avr 0:4,25d-i-7 mill. Questa larghezza e anche quella esteriore dei cuscinetti. La

altezza m' ola distanza dal centro del bottone alla parte superiore dellapertura uguale
a m:0,9d+4. Laltezza m' o la distanza dallo stesso centro alla parte inferiore del
lapertura sar m':0,7d+2.

Questi valori danno la spessezza dei cuscinetti, misurati verticalmente sullasse della
biella, e cos pure la bietta bll:0,2d+2.

La spessezza totale della testa uguaglia la lunghezza stessa del bottone o dei cu

scinetti, la quale e uguale generalmente ad un quarto in pi del diametro, e sar:


L = 1,25 d.

315
Le dimensioni della testa, seguendo lintersezione che ha forma elittica, Fig.
si pu esprhnere coHe seguen n1nole:
Per lasse maggiore dellelisse X :2,70d + 4 mill.; per lasse minore x:2,25 11 x "l.
La larghezza 1nedia deHa chiavea c e la sua spessezza csono circa ugua a

c:0,35d+5, e c':0,25d.
Essendo ques organi sernpre per una gran parte deHa lorolunghezza soppoggia,
crediamo che sia inutile lo scostarsi da queste dimensioni.
Riguardo alla forcella 0 testa superiore, nelle quali le armature hanno la identica
disposizione di quelle descritte in ferro fucinato, si operi colle stesse proporzioni delle

medesime. Si osserver solamente che il diametro 11 del perno, al quale questa forma
si attacca, serve di base e proporzione dei cuscinetti, della staffa e delle biette. evi

dente per s, che, il bottone della manovella essendo stato calcolato; e i due perni
appartenenti al bilanciere dovendo resistere allo stesso sforzo, la via pi semplice di
determinare il loro diametro da quello del bottone della manovella. Quindi inutile che
nella loro portata eccedano il diametro, e basta fare L':d'. Quello che importa assai
di fare molto resistente la forcella, presa secondo la sezione 1-2 della Figura 1, e che

non deve essere inferiore alla sezione cilindrica massima del corpo della biella; il suo
interno formato duna curva dun raggio assai grande. La distanza dei due rebbii si
deve restringere finch sia possibile: essa ha per misura la grossezza dellestremit
del bilanciere, che determinasi dietro speciali considerazioni, che vedremo a suo luogo.

Conforme alle formole esposte, senesi redatte le due Tabelle seguenti calcolate
dall'Armengaud.

DIAMETRI E SEZIONI DEL CORPO DELLE BIELLE IN GHISA.

..__

.L. 4

.>*.

M
I

PESO

SEZIONE

DEL

"

41.1.11 ESTREMIT

CHILOGRAMMI

f\_/\,w

CORPO

AL CENTRO

Diametro

"

/-\,Nf\l

Diametro

28,57
34,29

6,5
7,1

50
60

;
-

10,0
11,0

1000
1200

%
1

1400

40,00

7,7

70

11,8

1600

45,71

8,2

80

'

12,7

l_

1800
2000

51,43
57,14

8,7
9,2

90
100

13,4
14,1

2200
2400
2600
2800
3000
3500
4000
4500
5000
5500

62,83
6857
74,29
80,00
85,71
100,00
114,29
128,57
142,86
157,14

9,6
10.1
10,5
10,9
11,3
12,2
13,0
13,8
14,6
15,3

110
120
130
140
150
175
200
225
250
275

14.8
15.5
16,1
16,7
17,3
18,7
20,0
21,2
22,4
23.5

6000

171.43

15,9

309

25.5

' 6500

185,71

16,6

325

25.5

200,

17,3

350

20.5

7500
8000
8500
9000
9500
10000

214,29
228,57
242,86
257,14
271,43
285,71

17.9
18,4
19,0
195
20,1
20,6

375
400
425
450
475
500

27.4
28,3
29,2
30.0
30,8
31,6

M
35P

__
20P

P
D , _ V 10

7000

_
D

P
W_
,6
- --_

316
\
PROPORZIONX RELATIVE AI CUSCINETTI E ALLE TESTE INFERIORI DELLE BIELLE IN GB1SA.

POSA DEI CUSCINETTI

E a

DIMENSIONI ESTERIORI DELLA TBSTA'


_'.:;_zr ,:,:::.;: .f v-e_._-.-___-z

i353

ALTEZZA

25

LARGHEZZA

ELISSE

de".

/"-"

5E

Larghezza

Dal
in centro
alto

Dal
in basso
centro

maggiore
Asse

minore
Asse

Spano

m'

a;

lmiti

mllltm

miltim

millim.

mtlhm

millim

millim.

millim.

65
68
72
75
78
80
83
86
88
90
1 92
1 98
102
106
110
114
117
120
1%
126
1129
132
134
137

88
94
97
101
105
107
111
115
117
120
122
130
135
140
145
150
153
157
161
165
168
172
175
178

63
'
69
'72
74
76
79
81
83
85
87
92
96
99
103
107
109
112
115
117
120
123
125
127

48
50
52
55
57
58
60
62
64
65
66
71
73
76
79
82
84
86
88
90
92
94
96
98

180
188
198
207
215
220
228
236
242
247
252
269
279
290
301
312
320
328
336
344
352
360
366
374

153
160
169
176
183
187
194
200
203
210
214
228
237
246
255
264
270
277
284
291
297
304
309
315

81
85
90
94
98
100
104
108
110
113
115
123
128
133
138
143
146
150
154
158
161
165
168
171

%
29
30
31
32
33
34
35
36
37
37
39
41
42
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53

140

182

130

322

175

54

i
|

100

382

Chiavetta ;

i
\

d |0:1,25d-1-7 m:0,9d+4{m':0,7 d+ 21X22,7 d+ 4|w:2,25 d+71:1,25 c:0,%d


I
-_

Osservazioni. - La prima di queste due Tabelle presenta nelle due colonne appo
site le sezioni s, che esprimono, non le sezioni effettive risu1tanti dalle due dimen

sioni D e D, ma bens quelle date dal quoziente della pressione o sforzo totale 1 per i
coefficienti 35 e 20, che noi abbiamo ammessi superiormente come basi. Noi abbiamo
detto in etletto, che le due sezioni del corpo potevano essere determinato in guisa che

il loro valore non sorpassi sensibilmente pi di 20 a 35 Chilogrammi per centimetro


quadrato, che quanto dire che queste sezioni espresse in centimetri quadrati doves
sero essere approssimativamente 1/35 a 1,120 dello sforzo espresso in Chilogrammi. Le fo_r

mole adottate per determinare D e D' corrispondono in realt a sezioni un po ditl'e


renti e un po minori, particolarmente riguardo alla sezione di mezzo.
Rapportandosi alla Fig. 5, Tav. XX1V, si applica la formula del diametro alla ii
gura formata dun quadrato, dai cui angoli si sono descritti quattro archi di circolo, i

quali hanno un raggio, che risulta dal rapporto fra il lato D di questo quadrato e la
spessezza del listello, separato dalle due cimbie, la quale spessezza di 0,15 D. Ne se
gue che questo raggio uguale

D-0,15D _D(t-O,t5)

__2___ __2_ 20,425 D.


Dunque la sezione effettiva ha per espressione la supercie del quadrato meno quella
dun circolo, il cui diametro uguale
11 0,15 13

a x 0,4% o 0 o, 85 D sia 0*:

=0,4325 D.

Applicando questo rapporto ai diametri di 10 cent. e 31,6 trovati per lo sforzo di 1000e

317
10000 Chilogr., si ha 0,4325 x t0 x10:43,25 cent. quad., invece di 50, ch ne risul
terebbe semplicemente uno sforzo diviso per20; e quindi 0,432,5 x 31,6 x 31,6 :432 cen

timetri quadrati, invece di 500 che indica la Tabella.

Questosservazione ha solo per oggetto di spiegare quello che avrebbe potuto pa


rere una inesattezza, essendo che il tanto di carico preso per base non era che una
approssimazione per stabilire la formola, e, in realt, non spostasi tanto da non potersi
ammettere nella pratica.

in effetto, essa diviene per centimetro quadrato nel primo caso


e nel

1
set: 0nd 0 w

00 =Chil., 23,12,

I Chilog. 23, 15..

ARTICOLO

Dei Bilancieri e del Parallelogrammi.

238. Bilancieri. - Si dicono bilancieri delle grandi leve mobili ines TAV. XXXIX.
sibili a bracci uguali aventi un moto circolare alternativo attorno ad un asse Fig. 4, 2,a,4.
sso od anche mobile, e nel verso della loro lunghezza una forma parabolica
simmetrica per rispetto al loro asse, ossia una curva d'ugual resistenza. Essi
servono specialmente nelle macchine a vapore a trasformare il moto alterna
tivo dello stantuffo in moto circolare continuo dellalbero motore per mezzo
delle manovelle e delle bielle (l).
I bilancieri si fanno in ghisa, in ferro fucinato, in lastra di ferro ed in legno.
Quelli in ghisa sono i pi comuni, quelli in lamiera si fanno solo per diminuirne

il peso. Questorgano e sovente applicato alle macchine a vapore a bassa pressione,


particolarmente del sistema Watt.

I bilancieri sono semplici o doppz'i, cio formati dun sol panetto Masque), ovvero
di due.

Bilancieri semplici. - I bilancieri semplici formati dun sol panello in ghisa


sono impiegati nelle macchine a vapore della forma. sotto di 100 cavalli, e sono i pi
comuni, perch meno soggetti a piegarsi di quelli in ferro. Essi sono a testa piatta.

ovvero sferica.
Bilancieri doppii. - I bilancieri doppii o a due panelli uguali e paralleli in
ghisa calettati sullo stesso albero e legati fra loro per mezzo di chiavarde colle faccia

interiori perfettamente piane simpiegano per le macchine di gran forza: essi per
sono preferibili ai primi, solo per le diicolt di gettare delle masse cosi grandi.

Ciascun paneilo considerato sopportare la met della pressione totale esercitata


sullo stantuffo. Le bielle, che si sospendono a questbilancieri, sono a due teste; i perni
a due assi si trovano nellinterno, invece dessere al di fuori.
Qualche volta questa specie di bilancieri sapplica a macchine a vapore di gr'an

forza per elevare il livello dell'acqua; essi non hanno n bielle n volanti, mai bracci

(I) In certe industrie, come quella del gioielliere, nella antica fabbricazione delle monete, per coniare le mc
daglie, nelle fabbriche dei bottoni in pacl'ong, degli ornati in lastra di zinco o d'ottone, di carta in rilievo, ecc., si
chiama bilanciere un apparecchio formato d'un castelletto di ferro iuclnnto o di getto in bronzo od in ghisa, nel
mezzo del quale sta la chiocciola d'una robusta vite e due, a tre, a quattro ed anche a cinque o sei pani, la cui
testa trapassata da un lungo braccio di leva, alle cui estremit stanno due pesanti lenti o sfere, per mezzo delle
quali con repentini movimenti si in discendere la vite, che comprime su appositi modelli in acciaio degli oggetti
che si vogliono fabbricare. Nell'orologieria il bilanciere l'asta della lente, che regola i movimenti del meccanismo.

318
inuguali: quello dal lato del cilindro a vapore pi lungo che quello dal lato dellasta
principale delle trombe; quindi la velocit, che comunicano a queste aste, e inuguale
per la dierenza dei raggi da ciascun lato dellasse doscillazione, ma tutti gli appa

recchi delle trombe equilibrano la differenza della lunghezza dei bracci.


Bilancieri in ferro. - I bilancieri in ferro si usano specialmente pei battelli a
vapore, e differiscono dagli ordinarii inquantoch hanno le teste a forcella; ai rebbii
si articolano le teste delle bielle, da una parte quella detta pendente, che riceve il
suo moto dellasta dello stantuffo, per trasmetterlo al bilanciere, e dallaltra quella
motrice in forma di T rovesciato, trasmettente il moto del bilanciere alla manovella
dellalbero motore. Questi bilancieri sono posti da ciascun lato della macchina nella
parte inferiore sulla lastra di fondazione; essi sono mobili sui loro assi ssi e forniti
di cuscinetti; quindi si regola la pressione su questi assi per mezzo di chiavette. Se

essi fossero in un sol pezzo e sullo stesso asse, oscillarebbero insieme, e non potreb
bero prestarsi agli sforzi di essione che hanno luogo, e quindi farebbero rompere la
biella. Il parallelogramma di queste macchine e quasi sempre del sistema Watt.
Quelli in lastra sono formati di varie lastre sovrapposte, con nervature nel loro
contorno e nel mezzo per rinforzo.

Bilancieri in legno.- I bilancieri in legno si adoperano specialmente in America,


e sono formati da una croce con tiranti, che ne
forma una specie di rombo, che agisce per trazione,
Questi bilancieri oltre allessere leggeri sono anche
piegati, eccetto che nelle macchine per segare ed

riuniscono le estremit, ci che


e le diagonali per compressione.
solidi. Presso noi sono poco im
in alcune altre, che si muovono

a grande velocit. Essi non presentano sempre la forma parabolica sul loro contorno
esteriore, e sono qualche volta composti di due panelli in legno armati di lastre di
ferro, e chiusi con chiavarde. Attesa la loro elasticit. non sono adatti a trasmettere
grandi sforzi.
Problema. - Descrivere un bilanciere in ghisa, la cui altezza di 0,55 e la lan

TAV. XXXlX. ghezza di met. 3, secondo la forma pi semplice e pi usitala.


Fig. 4 e 2.

Soluz. La struttura pi comune ha per base un panello l rinforzato nei suoi


limiti esteriori e sullasse geometrico orizzontale dalle nervature n, n', e fornito di
varie bozze nei punti, in cui vanno fissati ivarii assi per mezzo dei quali il bilanciere
comanda, o si trova esso stesso comandato e sopportato. La bozza principale quella

del centro, nella quale sadatta lasse D, per cui mezzo il bilanciere si a poggia
e oscilla sui sedili ssati sul castello della macchina. In seguito vengono e bozze
estreme, che ricevono li assi 0 ed 0' corrispondenti ai punti di sospensione dellasta
dello stantuffo e della iella. Varii altri punti darticolazioni intermedie per lasse 9,

da cui dipende il moto del parallelogramma, e per lasse g' fanno muovere lasta dello
stantuo duna tromba ausiare. Un numero maggiore di punti dattacco li si possono
stabilire sopra un bilanciere. ma sempre nella stessa guisa. La Fig._2 una reiezione
orizzontale del bilanciere, dalla quale scorgesi la spessezza del medemmo e la unghezza

dei perni. Lasse principale D cilindrin nella parte incastrata, e leggermente conico
prima
dili di
essere
ranno

darrivare ai due perni, sui quali il bilanciere oscdla, appoggwndps1 su due se


soste no. Bench un tal asse non trasmetta alcuno sforzo meccanico, esso deve
ben ssato nel bilanciere mediante una o due bictte; gli altri perni si ferme
nelia stessa maniera.

Problema. _- Descrivere un bilanciere semplice a teste mobili, la cui lunghezza to


Fa); 5, I.

tale di metri 5,488.


Solaz. Le Figure 3 e 4 rappresentano precisamente un bilanciere in ghisa a teste
sferiche e mobili. appartenente ad una macchina a vapore a. bassa pressmne, della

forza di 40 cavalli. La Fig. 7 ra presenta il prospetto longitudinale dalla parte, ove si


sospendono le articolazioni de parallelogramma, l'asta dello stantuffo, lasta della
tromba ad aria e nella della tromba aspirante e prementc per alimentar la caldaia.
Una delle estremit a rappresentata in sezione parallela al piano verticale al perno
mobile. Il manicotto mobile a fucinato con due perni sadatta liberamente sulla parte

cilindrica h del bilanciere, e fermasi allestremit per mezzo duna calotta sferica in
ghisa l, che sadatta nellestremit del perno a del bilanciere, e quindi di una chia
varda m colla chiavetta n intieramente incastrata nella calotta allestremit. del bi
lanciere.
La Fig. 4 ne dimostra la proiezione orizzontale. La Fig. 5 una sezione passante

per lasse del perno principale secondo la linea 1-2, la quale fa vedere il prolo della
nervatura posta sul contorno.

ai...

319

ARTICOLO
Modo di mantener rettilineo

il Movimento di un punto nel Sistema articolato.


1. noto che in generale nelle macchine a vapore il movimento rettilineo alter
nativo dello stantuffo si converte in moto circolare alternativo di un bilanciere, o
in moto circolare continuo di una manovella. Ora, se lasta dello stantuffo fosse at
taccata direttamente al bilanciere o alla manovella, il suo moto non potrebbe essere
rettilineo, come deve per impedire le fughe di vapore. Per evitare questo inconve
niente, si frappone allasta dello stantuffo e al bilanciere, o alla manovella, unasta
detta tirante o nerbo, biella, unita a snodo per le sue estremit allasta dello stantuffo
e al bilanciere, o alla mammella; onde basta far muovere nella direzione dellasta dello
stantuo il punto dunione di questa col tirante, il che pu ottenersi in varii modi;
ma noi tratteremo soltanto di quelli pi semplici e di uso pi frequente, rinviando,

per lo studio degli altri, ai trattati speciali di Cinematica.


2. Siano AP e BQ (Fig. 1) due bracci mobiliattorno ai punti A, B ed uniti a ad
p
articolazione col tirante PQ perpendicolare alle loro
'
- direzioni: prendiamo verso il mezzo del tirante PQ
un punto R, e cercando la traiettoria, che esso per
R
corre nel moto del sistema, troveremo una curva (detta
lemm'scala), che ha la gura della cifra 8 assai al
B
.
.
.
.
.
Q
lungata, dl cui due archi non molto lunghi, presr
sui due rami, che si tagliano in prossimit del punto
Fig. m.
(1 intersezione, son quasi rettilinei, ed uno trovasi

prossimamente sulla retta PQ. Dunque, se nel punto R si unisce a snodo' lestre
mit dellasta di uno stantuo diretta secondo PQ, e manifesto che, se la corsa
dello stantqu abbastanza piccola, il moto dellasta sar prossimamente rettilineo.
Ma invece di prendere il punto R comunque, converr prenderlo tale, che, in un moto
non molto esteso del sistema, la sua traiettoria si avvicini alla linea retta pi di quella

di qualunque punto di PQ.


Per far ci conducasi la retta PQ (Fig. 2) nella direzione dellasta dello stantu'o,
e su di essa pongansi i punti P, P', Q, Q', cos che PP' :QQ' sia la corsa dello stan
tuffo, e P Q la lunghezza del tirante; dai punti di mezzo delle lunghezze PP', Q Q' er
gansi le perpendicolari alla P Q', e su queste prendansi i punti A, B tali, che A P, B Q
siano le lunghezze dei bracci: chiaro con ci, che, venendo il braccio AP in AP,
verr. laltro BQ in BQ', e il tirante PQ in P'Q'. Venendo poi il braccio AP in Ap

nel mezzo dellangolo PAP', il braccio BQ verr in


B9, e il tirante PQ, venendo in pq, taglier la di
A rezione primitiva nel punto 0; questo punto del ti
rante trovandosi dunque sulla retta P Q al principio,
al ne e quasi nel mezzo della corsa dello stantuffo.
si scoster. pochissimo dalla retta PQ. e presumibil

mente meno di qualunque altro punto del tirante;


onde sar 9 il punto, al quale dovr attaccarsi le
stremit dellasta dello stantuffo.
Se i bracci AP, BQ sono assai lunghi, onde le
saette degli archi PP', QQ' descritti dai punti P, Q
siano assai piccole, e chiaro che, venendo il braccio
A P in A p, il braccio B Q verr in B 1 vicinissimo alla bissettrice dellangolo Q B (2', e
quindi potremo supporlo venuto in questa bissettrice medesima; cosicchle rette Ap,
B9 potranno riguardarsi come parallele,e itriangoli prs, bru come simili, e ne na
scer la proporzione

pr:qr::ps:qu,

320
e ritenuto che il punto Q sia nel mezzo dellarco Q Q', e manifesto che, per essere

Ps:Qu e le saette 123, fu assai piccole, si potranno aver per uguali le corde Pp,
Q q._0ra, noto nella geometria che la corda della met di un arco di cerchio (2 media
proporzionale tra la saetta dellarco intiero e il diametro del cerchio; dunque avremo
le equazioni
Pp:2.AP xps,

Qq:2.BQX qn,

' le quali. per essere P p:Qq, danno


BQ x gn:AP.ps, ossia BQ:AP: :pa:qu.
Dal paragone di questa proporzione colla (1) si trae la seguente:
pr:qr::BQ:Al,

onde segue che il punto 1 del tirante divide il medesimo in parti inversamente pro
porzionali alle lunghezze dei bracci.

Se i due bracci sono uguali, il punto r cade nel mezzo del tirante.
Questo caso e quello del meccanismo rappresentato co suoi particolari nella Tav. XL,
e dellaltro rappresentato nelle Fig. 3, 4, 5 della Tav. XLI.
3. In quanto al primo di questi due meccanismi necessario, per spiegarne chia

ramente lartizio e luso, aggiungere qualche nozione alle precedenti.


Siano A P C, B Q (Fig. 3) due bracci volubili attorno ai punti A, B e uniti a snodo
col tirante PQ: preso su questo tirante un punto qualunque R, eonducasi pei punti
A, E una retta, e da un punto qualunque di essa, p. es. D, le rette DE, D C parallele
alle APC, PQ, le quali rappresentino due aste unite a snodo nei punti 0, D, E. A
cagione dellesser parallele le rette CD e PQ, si ha CD : PR : : A0 : AP; e poich quelle

rette si mantengono sempre parallele, e manifesto che in qualunque posizione del si


stema gli angoli APR, A CD sono uguali; onde i triangoli APE, ACD avendo gli
angoli in P, C uguali e compresi fra lati proporzionali, sono simili; gli angoli P AR,
CAD sono uguali, e quindi i punti A,

R, D in linea retta; ed il rapporto %


A0
..
Perc10 le
AP'
traiettorie dei punti RD sono curve simili.
Difatti nella traiettoria del punto R
inscrivasi una linea poligonale, e con
ducansi dal punto A le rette passanti pei
costante ed uguale ad

vertici della. medesima sino ai punti cor


rispondenti della traiettoria del punto D ;

questi punti uniscansi a due a due come


nella prima linea poligonale. Conside
riamo due lati corri
spondenti, p. es. fg,

fg'. di queste due linee.


I due triangoli Afy,
Afg' hanno langolo in
A comune, e i lati, che _
lo comprendono, pro

porzionali; poich do
vendo essere (Fig. 3 e4)
A_g'__ A C A j'_ AC

A 9 _I 'KX
sar. pure

Aa' _ Af.
__A_f

Flg. l87.

dunque i due triangoli considerati sono simili, e quindi i lati fg, fg' paralleli fra
loro e proporzionali alle rette A P, A0; e perci i lati di una delle linee poligonali
considerate essendo;rispettivamente paralleli e proporzionali a quelli dellaltra, le due
linee sono simili. Questa conclusione indipendente della lunghezza dei lati delle due

321
linee poligonali: dunque essa sussiste continuamente, facendo decrescere la lunghezza TAV. XXXIX
di questi lati, e quindi anche vera al limite, ossia quando le due linee poligonali si
confondono colle due curve.
Segue da ci, che, se il punto B si muove per un certo tratto in direzione pros
simamente rettilinea, lo stesso fa il punto D; e le lunghezze delle traiettorie prossi
mamente rettilinee dei punti R, D, stanno fra loro come AP ad A0.
Ordinariamente in pratica, invece di prendere il punto D comunque, si prende in
D' nell'intersezione della retta condotta pe punti A, R, colla. parallela al braccio AP
condotta dal punto Q; ed il punto B generalmente quello, che divide il tirante PQ
in parti inversamente proporzionali ai bracci AP, BQ. Il meccanismo cosi disposto di

cesi parallelogramma di Watt, e adoprasi per mantener rettilineo il moto di due aste
attaccate luna in D', laltra in R.

Per disegnare in pratica. questo meccanismo colle convenienti proporzioni, ecco


come si procede.

Siano PK, OH (Fig. 187) le aste parallele di due stantuf, le quali debbano essere
attaccate ad un bilanciere mobile attorno al punto A. Conducasi dal punto Ala retta
A0' perpendicolare alle PK, CH, 6 la retta A0 tale, che langolo 0A0' sia la met.
di quello, che il bilanciere deve descrivere. Pmndansi sulle rette OH, PK le lun
ghezze uguali CD, PQ, e conducasi la retta DQ, che riuscir parallela ad A0; condu

casi poi la retta AD, 8 si segni il punto R, in cui essa taglia la PQ; su questa pren
dasi QK=Pm, e tirisi KB parallela ad A0; poi trovisi quella lunghezza X, che sta
ad AP come PR a QR, e, fatto centro in Q, con raggio uguale ad X, descrivasi un
arco di cerchio, che seghi la KB; sia B il punto dintersezione: da questo punto
conducasi la BQ, la quale rappresenti unasta volubile attorno al punto B, mentre le
rette A0, PQ, CD, QD, QB rappresentano delle aste unite fra loro a snodo. chiaro

che, attaccando le aste degli stantuf nei punti R, D, esse non potranno muoversi
che in direzione prossimamente rettilinea.
Se AP=P0, si ha PR:QR, e quindi AP:BQ; onde allora il punto B trovasi

nel prolungamento di 0D.


Questo appunto il caso rappresentato nella Tavola. XL.

4. Considereremo ancora un altro meccanismo usitatissimo, che si riduce a una


diversa disposizione dellantecedente, per mantener rettilineo il moto dellasta. di uno
stantuffo, e dicesi bilanciere senza asse di rotazione.
Sia AB la direzione dell'asta. dello stantuffo (Fig. 188), ed A e B le posizioni, che ha
alle estremit della corsa il punto, in cui
lasta dello stantutio si congiunge al ti
rante: dividasi per mezzo la lunghezza

AB, e dal punto di divisione 0 conducasi


la 0D perpendicolare ad AB. Da un punto
qualunque della 0D, p. es. D, conducasi
la retta BD rappresentante unasta unita

a snodo in B con quella dello stantutlo


e obbligata a scorrere coll'estremo D sulla
retta. 0D. Sullasta BD prendasi un punto
E, e quivi si unisca e. snodo sullasta BD
unaltrasta EF, mobile attorno al punto
F della DC. Lestremit dellasta dello

14

l
Flg. 88.

stantu'o, nel venire da B in A , descriver una certa curva , che si scoster pi o

meno della retta BA; affinch se ne scosti assai poco , obblighiamola a passare pel
punto 0; prendiamo adunque sulla CD la lunghezza CE':BE , e determiniamo il
punto F sulla retta CD, in modo che sia il centro del cerchio passante pe punti E, E';
perci, divisa per mezzo la. retta EE', conduciamole la perpendicolare LF: linterse
zione di questa colla OD sar il punto cercato.

Se il punto E nel mezzo di BD, il punto F cade in C, e il punto B si muove


rigorosamente nella direzione rettilinea AB, come facile dimostrare.
Per mantenere il punto D nella retta CD, quando l'angolo BDC non molto

grande, si prende 0D'=BD, e dal mezzo di DD' si conduce la HK perpendicolare a


41

322
CD; sulla HK si prende un punto K tale , che langolo DKH sia piccolissimo, cos
che larco di cerchio col centro in K contenuto dai punti D, D' si confonda prossima
mente colla sua corda D, D'; si pone un'asta volubile attorno al punto K ed unita a
snodo in D collasta BD: allora il punto D trovasi costretto a scorrere prossimamente

sulla retta CD.


Il meccanismo or descritto rappresentato colla forma, che gli si d. in pratica,
e con tutti i snoi parlicolari nelle Figure 6, 7, 8 della Tavola XLI.

Nelle Tavole XL e XLI abbiamo descritte le lemniscate dei punti, ai quali sono
attaccate le aste degli stantuf, immaginando tolte queste aste e ciascun sistema ri
dotto alla semplicit geometrica col supporto formato di linee rette, e ancora di quelle
sole, che sono indispensabili, come abbiam fatto nella dimostrazione antecedente.

Problema. - Descrivere e disegnare un bilanciere col parallelogramma di Watt.


TAV. XL
Soluz. Il parallelogramma di Watt, 0 articolato, un meccanismo destinato. come
Fig. 1, 2, s, 4,5,e. si disse,
a condurre lasta dello stantuffo duna macchina a vapore approssimativa
mente verticale. Esso si usa specialmente per le macchine sse delle ofcine, e si
compone di due vinchigli o staffe B proiettati di anco e di prospetto (Fig. 1 e 3);
l'estremit superiore di qUesti vinchigli munita di due piumacciuoli o cuscinetti
in bronzo per i perni D adattati all'estremit. del bilanciere A, e la parte inferiore
6 sostenuta da un asse, le cui estremit formano i perni EE, e sul quale ritenuta
la ghiera F a forma di T, colla uale, per mezzo duna bietta, si unisce la testa
dellasta a detto stantuffo del ci indro a vapore. E dalla linea percorsa da questo

asse F che dipende la direzione verticale dellasta. Due altri vinchigli G sono sospesi
al perno H, c e nellesempio da noi scelto posto nella met del raggio CD del hi
lanciere, e forma un secondo lato del parallelogramma, uguale e parallelo a DE.
Questi vinchigli ricevono alle loro estremit inferiori laltro a occhiello I, attorno
del uale ossono irare, e si riuniscono ai primi vinchigli B per mezzo di due ti
ranti JJ, c Iamat-i e parallele, uniti a cerniera sugli stessi perni E ed 1. Nel mezzo
dei vinchigli G si trova un altro asse K, sul quale passa. unaltra ghiera L, per sos
endere l'asta b dello stantuo della tromba ad aria, di cui la corsa, in questo caso,
E evidentemente eguale alla met di quella del primo stantuffo.

In M si vede un sedile pensile ssato sulla faccia inferiore dellintavolato df. Due
altri sedili uguali sono posti per reggere i perni O, 0', che servono di centro a due

guide N, N' (Fig. 4), posto una da una parte e Laltra dall'altra, le quali descrivono,
nel movimento alternativo del bilanciere, degli archi di circolo attorno al punto 0, e
le cui estremit sono articolate sullasse I. Per questa disposizione le aste a e 1) dello

stantuffo non deviano dalla verticale, come si pu riconoscere dalla descrizione pun
teggiata , specialmente dalla proiezione verticale (Fig. 1), e la guida posteriore, per
difetto di spazio nella tavola, stata soppressa, unitamente al sedile simmetrico di M.
La Figura 2 fa conoscere la posizione dei vinchigli, delle guide e delle aste parallele

II'. Per rendere la Figura pi intelligibile, si evitato lo scorcio delle proiezioni, e


supposto il bilanciere con una posizione orizzontale, lasciando i vinchigli verticali.
Nella proiezione laterale (Fig. 3), si distinguono le varie distanza dei vinchigli BB,
la spessezza delle estremit del bilanciere e la forma delle ghiere a T. Si vede pure
come nella Figura 2 che le aste parallele J, J sono posto tra queste ghiere ed i vin
chigli B, B. Nella. sezione verticale (Fig. 4), che d. la forma e la posizione dei vinchigli
G, G, si tagliato il bilanciere secondo la linea 1 e 2 (Fig. 1), e i triangoli e le guide
secondo la linea. 3 e 4 (Fig. 2). La sezione passa per lasse della ghiera e, che ssa la

posizione delle guide e dei vinchigli, afne di far vedere le spessezza; essa passa egual
mente per lasse della ghiera L per far vedere lunione dellasta b penetrante alquanto
nellasse trasversale K, afne dimpedire lo spostamento di questa ghiera.
Lalbero a. occhiello I, tagliato nella Figura 4 secondo la linea 5 e 6, nella Fig. 6

trovasi proiettato orizzontalmente ed entisato nel mezzo, indi forato da un apertura


oblunga per lasciarvi traversare lasta b, permettendo un movimento oscillatorio dei
vinchigli G, G. In ultimo la ghiera F e rappresentata in sezione nella Figura 5, im

boccato. nellasse E e collasta a.

240. Tracciamento del Parallelogramma. - Essenziale per poter


giungere a disegnare con esattezza questo parallelogramma si di ben
concepirne i movimenti, e di saperne determinare geometricamente i centri

e punti dattacco dei pezzi principali, di cui composto, operando per questo

323
sulle linee dasse. Il punto 0 (Fig. 1) la proiezione del centro di rota

TAV. XL
il
Fig.
|,2, a, 4, 5, o.
zione del bilanciere, di cui la linea CD lasse. La sua estremit D

punto di sospensione dei vinchigli B, che descrivono attorno di O larco di


circolo D2DD3, limitato dal doppio del raggio della manovella o alla met
del corso dello stantuffo a vapore, e conosciuto per mezzo della quota 454.
La linea orizzontale CD, che passa pel centro 0, divide larco DDD in due

parti uguali. Per determinare le varie posizioni dei vinchigli, delle guide e
dei tiranti paralleli per rapporto alla direzione CD del bilanciere, e far vedere,
che il punto E, estremit dellasta a, si muove vicinissimo, la verticale EE2

condotta dal mezzo della saetta dellarco DDD.


Il punto di sospensione dei vinchigli G dovendo essere nel mezzo del raggio CD
del bilanciere, si divider. questa lunghezza in due parti uguali nei punti H, e DH
sar uno dei lati del parallelogramma. Il lato adiacente, che rappresenta i vinchigli
B, deve avere la sua estremit inferiore sulla verticale DE, ed essere uguale al
raggio della manovella; descrivendo un arco di circolo dal centro D, con una lun
ghezza 454m per raggio, esso taglier DE in E, e la linea DE rappresenter questo se
condo lato. Conducendo dal punto E una parallela a CD, e da E una parallela a DE,

la linea H1 indicher la posizione dei vinchigli G, ed El quella. delle parallele J.


Attorno del centro sso 0 si muovono le guide N articolate in I.
Ma questo centro deve trovarsi sulla linea EE, e, nel nostro esempio, ad una di
stanza dal punto I uguale al lato DH, met di CD; per conseguenza baster tagliare

questa linea con un arco di circolo descritto dal punto I con un raggio DH. Vediamo
ora da unaltra posizione del parallelogramma, che il punto E appartiene sempre
sensibilmente alla verticale DE.
Supponiamo, per esempio, che il bilanciere occupi la. posizione di mezzo CD: il
punto H , avendo descritto un arco attorno di C, si trover in H , mentre il punto

I avr percorso larco II, per porsi sopra lorizzontale 01; ma la distanza da questo
ultim6 al punto H rester costante; bisogner dunque, per ottenere questa nuova po

sizione, descrivere da B, come centro, col raggio HI, una porzione di circonferenza,
che taglier larco Hl in 1. Quanto alla posizione dun punto E, si osserver che le
sue distanze dal punto D ed 1 sono costantemente le medesime; per conseguenza: se
da 1, con la stessa lunghezza H1 per raggio, si traccia un altro arco di circolo, esso

sar incontrato da quello , che si descriver. da D col raggio DE nel punto 0, che
posto sulla verticale DE*.

Determinando nella stessa guisa laforma e la posizione del parallelogramma, quando


il bilanciere occupa le posizioni esterne, uno si comincer che il punto E non abban
dona nel movimento sensibilmente la linea DE.
Le linee, che indicano questa posizione, sono disegnate in modo differente e colle
stesse lettere aventi le cifre 2 e 3 per asterischi, afne di meglio distinguerle. Nella

stessa guisa si operer per una posizione qualunque, che potr darsi al bilanciere.
Bisogna osservare che questa verticalit del punto E non esiste n tanto che langolo

percorso dal bilanciere non supera. i 40, perch, oltre la. linea descritta dal punto E,
che una curva a lunga inessione chiamata lemniscata (1), si scosta dalla verticale,

e non pu pi produrre leffetto, che si vuole ottenere, come si disse a pag. 320.
(I) La Iemniscala una curva avente approssimativamente la
gura della cifra arabica 8, generata da un punto posto sopra
una linea, le cui estremit con un movimento oscillatorlo per.
corrono due curve qualunque. infatti ubbiansi due curve qualunque
NPO, QRS poste sopra un piano in qualsivoglia posizione. Se si
immagine di dare ad una linea retta PQ presa maggiore della pi
corta loro distanza un movimento oscillatnrio continuo in modo
che l'estremit P scorra lungo la curva MO, mentre laltra estre
mit Q striscia sulla seconda curva (288, un punto M preso a piu
cere sulla retta stessa o un punto m preso sul suo prolunga
mento descrive in generale una curva CABCDMC o cabcdmc chiusa!
ed irregolare.

Flg. 489.

324
I centri 0 e C sono ssi, e i punti H ed 1 descrivono attorno ad essi degli archi
di circolo uguali; e che le lunghezze OH e 01 siano uguali sar. facile comprendere
dalla Fig. 3, Tav. XLI, ch , se si sospende il gambo od asta b delle stantuffo della
tromba ad aria nella met K di Hl , questo punto K seguir. sensibilmente la verti
cale, che passa per la met della saetta di uno degli archi. Che quanto dimostrare
le diverse posizioni indicate nella gura del parallelogramma.
Problema. - Rappresentare lunione dun bilanciere colla sua manovella per mezza
duna biella o nerbo in ghisa.

TAV. XLl
Fig. l e 2.

Saluz. Nella Fig. 1 si ha un bilanciere. che riceve ad un'estremit la biella B, la


quale fissata ad esso mediante la staa G , che abbraccia i piumacciuoli , e va ad
unirsi alla biella e controbiella, che attraversano tutto il sistema a forcella, e servono
per ravvicinare i cuscinetti, come si scorge nella Fig. 2, nella quale si vedono punteg
giato le estremit del bilanciere e lasse E. Il perno H sso nella manovella D per
riunire la parte inferiore della biella, i cui piumaccioli in bronzo le permettono un

libero movimento di rotazione su questo asse.


Per poter disegnare con precisione questo insieme di organi meccanici in una
posizione data , si determineranno anzitutto i centri del moto , e per conseguenza le
linee di mezzo dei tre organi principali, che descriveremo, supponendo data la posi
zione del centro 0 del bilanciere, la lunghezza CE del suo raggio, e quella della ma
novella OI.

La retta punteggiata orizzontale CF , condotta dal centro 0, indica la posizione


dellasse del bilanciere, che percorre lo stesso spazio al dissopra e al dissotto di questa
linea. Siccome il punto dattacco E descrive attorno di C larco di circolo MFN, di

cui la corda lunga il doppio del raggio della manovella , se da ciascun lato di FC
e distanti da questa retta la lunghezza HO, si conducono le orizzontali Ma , Nb, esse

Il punto G, ove la lemniscata si taglia con se stessa, si chiama nodo o punto doppio. chiaro che la lemnlscata
ha due punti di tiiessione, e forma due foglie distinte (LAB, CDM separate dal nudo. chiameremo poi retta gene
ralricc la retta PQ, ogni punto della quale e capace di descrivere la Iemntscatu; e direttrici le curve NPO e QRS,
che han servito di guida al suo movimento.
Or bene, la forma di una lemmscata dipende in generale dalla natura delle direttrici, dalla loro reciproca posi
zione, della lunghezza della retta generatrice, e dalla scelta su di essa del punto generatore, per cui esiste un
numero innito di lemniscale (lilli-reati tra loro. Per rendere ap
plicabile in atto pratico le Iemniscate d'uopo ridurre le loro
forme a condizioni di regolarit. Se le curve direttrici QAq e DAd
sono divise ciascuna in due parti simmetriche da un asse comune
Ari, vi saranno sempre due posizioni PQ, pq della retta gene
ratrice parimenle simmetriche intorno allasse medesimo, ed il
punto generatore srgncr due punti M ed in ugualmente distanti
da esso. Dunque la Iemniscatu corrispondente avr il nodo po.
slqu sopra l'asse, e le foglie simmetriche intorno ad esso, e
perci la nomineremo lemmscatn simmetrica. E, quando le di
rettrici si cangino in due circoli di raggio qualunque, giover n

dora distinguerla pi particolarmente col nome di lemniscala


Fig. 490.
circolare-simmetrica.
Inoltre, se le direttrici sono uguali e simmetriche rispetto anche ad un secondo asse Bb perpendicolare al primo,
nel punto di mezzo C vi saranno quattro posizioni PQ, P'Q, pq, p'q' della retta generatrice, simmetriche due a due
intorno agli assi Aa, Bb, e, se di pi il punto generatore preso sulla met della generatrice, avremo quattro
punti coi-rispondenti M, M', m, m' della curva ugualmente distanti da ciascun asse: dunque la curva avr il nodo
posto nella intersezione degli assi, e sar divisa da ciascuno in due parti uguali e simmetriche, e la chiameremo
lemniscala regolare. Qui pure, se le direttrici divengono due circoli uguali, la distingueremo inoltre col nome di
lemm'scala circolare-regolare.
Le lemnlscate simmetriche e le lemniscate regolari denite nella loro generalit non ricevono molte applicazioni
nelle arti; ma per le loro

numerose variet

le rendono proprie ad essere impiegate con successo nei lavori di

creativa sia isolatamenle o combinate con altre ligure reltilinec

curvilinee,

per il

che

gli

artisti

dovranno

esercitarsi sotto un maestro di disegno geometrica! fabbri-terrai se ne serviranno per ornamento delle cancellate
e delle ringhiere. Gli intursiutori potranno applicarle nelle gure dei loro mosaici. i pittori ne trarranno partito
nelle decorazionl. Gli ora se ne varranno per orna": e dar forma agli oggetti dell'arte loro, ecc.

Le lemniscate simmetriche e regolari, quali le abbiamo supposte generate, godono di una notabile propriet,
la quale merita una speciale considerazione. Queste curve, essendo chiuso ed intersecandosl, hanno i due punti
di inessione, i quali si contenderanno col nudo, e, Se si suppone condotta pel nodo una tangente ad uno dei
rami, questa si confonde sensibilmente col ramo stesso per un tratto pi o meno lungo, per cui la lemniscata
in pratica conosciuta pi specialmente col nome di cune a lunya lillusione. Di questa propriet stata fatta
una felicissima applicazione alla meccanica.

325
taglieranno larco MFN nei punti M ed N, che limitano la corsa: per conseguenza le
rette CM e ON indicheranno le posizioni estreme del bilanciere. Con questi dati sar
facile di trovare il centro 0 dellalbero della manovella: se si osserva che deve essere

TAV. XL]
Fls. l e2

sulla verticale condotta pel punto I la met della corda dellarco MFN , che abbiamo
determinato, alla distanza di 2320mm dallorizzontale CF, evidente che baster di

portare questa distanza da I a 0. La lunghezza EH della biella o tirante sar data


dalla distanza, che esiste tra i punti F e 0, e la circonferenza da questo punto, con
OH per raggio, segner la linea percorsa dallestremit H.

Suppongasi che la manovella abbia la direzione OH, e determiniamo la posizione


relativa del bilanciere e della biella, della quale noi conosciamo le lunghezze. Si sa

che in tutte le posizioni'il punto E non lascia larco di circolo MFN , se dunque da
H, con una lunghezza EH per raggio , si taglia questo arco in E, e si unisce questo
punto con B, EH sar sulla linea di mezzo della biella, e per conseguenza E0 su

quella del bilanciere.


Inversamente, quando si dar la direzione di questo, sar facile di trovare quella.
della manovella; onde si vede, che si potr, in siatta guisa, disegnare questi or
gani in una posizione qualunque, seguendo le quote delle Fig. 1 e 2.
Come larco di circolo LOK, tracciato dal centro F , con EH per raggio, incontra
la circonferenza L e K- descritta dal punto H, se si conduce FL ed FK, si avranno le
posizioni della biella quando il bilanciere orizzontale, ci che fa vedere che il punto
H descrive larco LJK, mentre che E percorre FM; e che al contrario descrive larco

LPK, pi grande che LJ K, quando lestremit E percorre due volte FN uguale a FM;
ora, come il punto H e costantemente animato dalla stessa velocit, ne segue che il

bilanciere impiega meno tempo a muoversi al dissopra dellorizzontale CF che al


dissotto.
Altro sistema di trasformazione del moto rettilineo in moto circolare e quello rap
presentato nella Fig. 10; il moto rettilineo alternativo dellembolo nel cilindro a vapore
comunicato mediante una girella G mobile sullasse A, che ne porta la testa o

Fig. l0.

gambo allestremit della biella B: essa ruota scorre in una guida, la cui lunghezza
e limitata dalla corsa AE dellembolo, o dal doppio del raggio 0a della manovella D,
ed il suo centro A percorre necessariamente una linea retta.
Il centro 0 della manovella si tr0va su questa linea ad una distanza dallorigine E

uguale alla corsa, in guisa che il punto A essendo uguale alla met di A'E, A0 sar
la lunghezza della biella B. Descrivendo da A, con questa lunghezza per raggio, larco
di circolo a0a', esso taglier la circonferenza, che descrive lestremit della manovella

in a e a': per conseguenza Aa, Aa' saranno le posizioni della biella a met della corsa.
Se si osserva , che il punto a percorre gli archi bb , bbb3b, ecc. , si vede, in tempi

uguali, che non sar lo stesso del punto A , imperocch, tagliando la verticale AO
cogli archi descritti bbb, ecc., col raggio 0A , i punti dintersezione corrispondenti
A,A,As, sono ugualmente distanti tra loro, e ci fa vedere che la velocit del punto A
meno grande verso le estremit della sua corsa che verso la met: la stessa appli
cazione ha pure luogo nelle macchine a vapore orizzontali. La Fig. 3 presenta un altro

sistema di trasmissione del moto , che destinato a dare all'asta dellembolo del ci
lindro a vapore una direzione sensibilmente verticale.

Il bilanciere, di cui noi abbiamo gi parlato, in questo esempio e sostituito da due


guide uguali A e A', mobili intorno ai punti ssi o e 0', e riunite verso l'altra estre
mit. in c e i, ad articolazione, per mezzo duna leva L, che posta sopra un asse o, al
quale sospesa lasta M dell'embolo (Fig. 4), la quale non si indicata sulle Fig. 4
e 5 per evitare la confusione di linee, che ne risulterebbe. Vi esiste sulla linea ai un
punto, che, nel moto, non esce, per cosi dire, della. verticale che passa per il centro 0

della manovella D, ed e in questo punto che si ssa la posizione dell'asse c, che in


questo caso si trova nel mezzo della distanza si, avendo supposto le guide A e A' di
egual lunghezza. Lo stesso asse e riceve ancora lestremit inferiore della biella B,
che, essendo legata per mezzo dell'articolazione colla manovella D, le trasmette un
moto circolare continuo. Nella Fig. 5 rappresentata in scala maggiore ed in unaltra
posizione la testa delle guide A e A' e la levata, che le unisce, per far meglio com
prendere la loro congiunzione. La Fig. 4 una sezione verticale perpendicolare allasse

Fig 5, 4, e.

326
TAV. XLI
Flg 5, 4, 5.

delle guide, e dalla stessa Figura si scorge, che queste guide e le leve sono doppie e
poste ad ugual distanza dallasta dellembolo. Per evitare lo scorcio della proiezione e
rendere il disegno pi intelligibile, abbiamo supposto, che la leva fosse posta verti

cale, e le guide girate attorno delle loro estremit e e i per portarsi orizzontalmente.
Si vede pure su questa Figura, che la testa dellasta M ricevuta in una staffa, nella
quale ssata per mezzo duna biella, e che lestremit della biella B formata come

quella delle Fig. 1 e 2 dei due rebbii della forcella, sulla quale unita in 9, che ab
braccia i piumacciuoli per girare liberamente sullasse c. I vinchigli L sono ritenuti
tra i dadib e sopra laggetto f, il quale porte delle rosetta in bronzo Z, che sono

ribadite, afne di potersi muovere sullo stesso asse o, e si uniscono alle guide Ae A
per mezzo di un semplice perno a bottone.

Problema. - Determinare i centri delle varie dparti del meccanismo syddescritto,


conoscendo il raygio della manovella, la distanza el suo centro 0 o la meta della corsa
dell'embolo (Fig. 3).
Soluz. Sia 00 la linea verticale, secondo la quale deve muoversi lasta dellem

bolo: portisi su questa linea, partendo dal punto 0, la distanza di l'700mm per se
gnare il punto a, met della corsa ce3, che uguale al doppio di_300mm, raggio della
manovella. Poi, afnch lo sforzo esercitato sulle guide non cambn la loro irez:one
cosi da imprimere delle scosse ai loro assx, le leve L devono essere verticali e al ter
mine di ciascuna corsa; perci supponiamo questa posxz:pne, dalla quale si determi
neranno i centri ssi o e 0'. Dopo aver portato la met. dl dei (e 390mm) da e3 in e e {8,

si conduce pel punto 1 una linea retta, la quale fa colla linea orizzontale, che passa,
in e, un angolo di 19 circa (1): onde il vertice formato dallfxntersezmne delle due
linee sar. il centro o della prima guida A. Da 0 con un raggio uguale alla distanza
0:, che d. la lunghezza di queste guide, si descrive un arco di Circolo limitato in i
e in is, che sar pure la traiettoria, che deve percorrere il punto 1 durante la corsa
dellembolo. Siccome la seconda A' uguale a questa, Si trover. la posrzrone del suo
centro 0', ta liando con un arco descritto da a o da 0 col raggio m3 la linea oriz

zontale con otta pel punto i, che far. colla retta 0 e 02 10 s esso angolo di 19.
Supponiamo ora la guida A in una posizione qualunque, quella ai, per esempio;
e determinismone le posizioni relative alle altre parti. Se da i, col raggio ec, si

traccia una porzione di circonferenza, essa incontrer in e larco eee, che'percorre il


punto e; per conseguenza, conducendo eo', si avra la posizione della guida A'. La met
della retta, che unisce le estremit e e 1', sar. il punto di sospensione a, posto sulla

verticale 00.
Se data la posizione ad della manovella, sar anche facile di trovare quella delle
altre parti; imperciocch, tagliando dal punto d con un raggio da la verticale 00,
lintersezione e sar il punto di sospensione dellasta M; e, tracciando da e, con ec' per
raggio, una porzione di circonferenza, essa incontrer gli archi ecc e iii in e e i,
punti dattacco delle guide e delle leve L. Quando i Punti 0 e e' si trovano a met

della corsa dell'embolo, le guide sono quasi orizzontali, come si scorge da|1a Fjg, 3, e
la biella occupa una delle posizioni d'0'.
Bilanciere senza Asse di rotazione. - Il moto rettilineo alternativo si tras
Fig. 6, 1, s, 9.

forma in moto circolare continuo sull'albero intermedio E (Fie- 6), Per mezzo della
biella C e della manovella D; ma, afnch la corsa delle stantuffo sia perfettamente
verticale, si lega lestremit dellasta B ad un sistema di leve articolate formanti pa
rallelogramma (V. pag. 321).
Questo meccanismo consiste in due guide G in ferro fucinato o battuto, che hanno
il lor punto d'oscillazione sui perni ssi i, e s'uniscono per laltra estremit verso la
met. del bilanciere H, per mezzo della traversa 11- Questi bilancieri sono anche in
ferro fucinato, e si riuniscono ad unestremit. per mezzo dunarticolazione allasse di

giunzione e, e dallaltra alla biella oscillante I, che ha il suo punto dappoggio sul
lasse o, i cui perni sono sostenuti da due sopporti in ferro, uniti per mezzo di viti

alle zoccolo dell'intelaiatura della macchina. La testa di questa biella oscillante di

(4) generalmenle ammesso , che, allinch l'asla dell'embolo nel molo si conservi quasi verlicale, bisogna
che l'angolo descrillo da ciascuna guida non sia maggiore di 40; dopo queslangolo il punto c incomincia a
scoslarsi sensibilmenle dalla verlicale, e perci si obbligali a dare alle gUide una lunghezza convenienle. Nello

esempio qui proposlo abbiamo Immaginato che lo spazio per00f50 dl 58', e la lunghezza delle guide, che noi
determinismo, la pi piccola, che si possa dare per ellenere un buon ell'ello.

327
segnata a parte nelle Fig. 7 e 8; essa porta dei cuscinetti, che formano larticolazione
attorno al perno 11, che lunisce collestremit del bilanciere H.

La combinazione di questo meccanismo tale che il punto dattacco ee segue co


stantemente una linea retta su tuttafla lunghezza della corsa, e si pu stabilire
geometricamente, come indicato dalla costruzione (Fig. 6). Supporremo, a tal ne,

che, dopo aver tirata la linea orizzontale i*p e la verticale eea, si porti da e in e e in
83 la met della lunghezza della corsa o il raggio della manovella, poi dai punti cc,
e si descrive. un arco di raggio ep uguale alla lunghezza del bilanciere H, che si prende

a volont, e che non deve essere mai minore di quella della corsa intiera dello stan
tuffo. Se portasi ugualmente questa lunghezza da c in p, la deviazione ppe esprimere.
lampiezza delloscillazione della biella H. di cui si pone il centro o al dissopra della
linea verticale tracciata, onde uguale alla distanza dei due punti 12 e p; poi pren

dasi in seguito il punto a, che riunisce le leve G e H, ed esso descrive necessaria


mente nel movimento del parallelogramma un arco di circolo, di cui bisogna trovare
il centro. A queste'etto, qualunque sia la posizione del bilanciere, il punto n rester
sempre ad ugual distanza dallestremit p e da,quella di e; se si tracciano successi
vamente le linee pc, pe, pe, che indicano le differenti posizioni del bilanciere, corri

spondenti a quelle di ece, dal vertice dell'asta dello stantuffo, si avr per ciascuna
di queste linee le posizioni n,n,nm, portando la distanza m, ed allora si potr fa
cilmente determinare il centro 77 dell'arco passante per questi punti.

ARTICOLO XVI.

Cilindri e loro Costruzione.

241. Cilindri. - Si dicono cilindri ed anche organi cilindrici tutte TAV. XLll
quelle parti, che nelle macchine funzionano essenzialmente in virt di questa Fig. 1,2, 5, 4.
loro forma particolare, sia internamente come cilindri vuoti, sia esternamente

come cilindri massicci o pieni.


Nella composizione delle macchine alcuni organi, tanto per la natura del
loro lavoro, quanto per la loro forma particolare, sono ordinariamente desi
gnati col n0me di cilindri, a dierenza di altre parti, che hanno.pure la
stessa forma.
I cilindri, che si adoperano nella comp0sizione delle macchine, si possono
classicare in tre serie distinte: 1 Cilindri cavi per lavoro interiore, come i
cilindri a vapore, i corpi di tromba ad acqua, ad aria, ecc.; 2 Cilindri pieni,
come rotoli, carri dei laminatoi, ecc.; 3 Cilindri cavi/o tamburi mobili, dis

posti per un lavoro esteriore, ovvero anche quelli destinati per un riscalda
mento interno.
Questi organi vanno considerati sotto il rapporto della loro struttura e
della loro resistenza.
Cilindro a. vapore. - I cilindri nelle macchine a vapore sono gli organi fon
damentali di questi potenti motori. Infatti nella loro capacit. interiore si muove un
embolo o stantuffo con leggero attrito, il quale spinto alternativamente dal vapore
alle due estremit, genera un moto alternativo, che per mezzo dorgani speciali tras
formasi in moto circolare continuo.
I cilindri a vapore sono ssi od oscillanti, posti orizzontalmente, verticalmente od

obliqui; essi sono semplici o doppii, a parete semplice o con involucro o camicia.
Un cilindro a vapore deve soddisfare alle seguenti condizioni: 1 11 vapore deve
avere alternativamente accesso e recesso alle due estremit del cilindro, e lembolo si

muove con leggero attrito nella sua capacit, e ne divide ermeticamente la lunghezza

328
TAV. XLII

interiore in due parti; 2 Il cilindro deve essere solidamente unito al corpo della mae

Fig. t, 2, 3, 4.

china, sia afnch serva di punto d'appoggio alla resistenza, sia per poter facilitare

lintroduzione e luscita del vapore; 3 Lembolo o stantuffo deve essere dello stesso
diametro interiore del cilindro.

In un cilindro a vapore bisogna distinguere: 1 Il corpo del cilindro con le due


aperture estreme dintroduzione; 2 I due fondi. di cui uno porta il nome di coperchio,
e laltro di fondo; il coperchio attraversato dellasta dello stantuffo, che qualche
volta prolungata in guisa che attraversa. il fondo opposto.

Descrivere esternamente ed internamente un cilindro a vapore semplice.


Le Fig. 1, 2, 3 e 4 della Tav. XLII, rappresentano i disegni dun cilindro a vapore
di costruzione semplicissima ed elementare, e che pu servire di tipo a tutti gli altri

sistemi di cilindri.

La Fig. 1 rappresenta la proiezione orizzontale superiore, e la Fig. 2 la proiezione


verticale esteriore del cilindro. Le Fig. 3 e 4 rappresentano una sezione verticale del
cilindro fatta sullasse, lasciando intatto lembolo, laltra orizzontale fatta sulla linea 3
e 4, supposto tolto lembolo. Dalla Fig. 4 si vede il corpo del cilindro principale A, il
quale un cilindro in ghisa cavo, terminato alle sue estremit da due battenti a chia
mati pure collari, i quali servono a ssare, con chiavarde, il coperchio B ed il fondo
C, facendo combaciare i battenti uguali, di cui sono forniti.

La forma varia secondo la posizione del cilindro verticale ovvero orizzontale e dalla
forma del complesso della macchina.
Quando il cilindro verticale, come nelle Fig. 1, 2, 3 ed, il fondo C fa corpo colla
lastra di fondazione, che si considera come la base ed il punto d'appoggio del cilindro,
mentre, quando orizzontale, la posizione del suo punto d'appoggio cambia, e il fondo

C un vero fondo rapportato, che non differisce dal coperchio B, se non che nel non
essere traforato nel mezzo; ma soventi anche sono uguali al coperchio, ed quando

lembolo del cilindro porta la controasta.


Linterno del cilindro in tutti i sistemi e perfettamente cilindrico, liscio e pulito,
per mezzo del terebratoio (ale'soir), utensile che serve a tornire i cilindri cavi. Le facce
dei battenti sono pure perfettamente piane, perch combaciano perfettamente. _Se inte

riormente indispensabile la massima precisione in tutte le sue parti, esteriormente


non importa, anzi per le varie forme, che possono prendere, sovente sarebbe impossibile
di poterli tornire; di pi sindebolirehbe il corpo del cilindro togliendo la crosta este
riore del getto della ghisa, la quale contribuisce molto alla sua solidit. Quindi
meglio, salvo nelle piccole macchine di lusso, in cui lestetica esterna si rende quasi
indispensabile, lasciare i cilindri esteriormente come vengono dalla fondita.
1 cilindri esteriormente sono muniti di vari risalti, specialmente quelli destinati a
contenere le valvole per la distribuzione del vapore. Il vapore proveniente dalla cal
daia si deve introdurre nel cilindro alternativamente per ciascuna delle sue estremit
in guisa da poter agire sulle due faccie dellembolo I), per far loro prendere un moto
alternativo rettilineo. A tal effetto il cilindro e fuso con due bozze esteriori longitudi

nali costituenti il rilievo dei due canali bb', che ad ogni estremit sono ripiegati in
guisa che sboccano nellinteriore; questi due canali, che sono perfettamente distinti,
terminano dallaltra parte in un piano perfettamente regolare unito al cilindro, sul
quale si unisce la scatola o cassetto a vapore, dove sbocca direttamente il vapore

proveniente dalla caldaia, e quindi ammesso nel cilindro per mezzo del cassetto di
distribuzione E, in cui sta la valvola a cappello , la quale per etl'elto del suo movi
mento alternativo e destinata a scoprire successivamente i due oriizii o buchi e dare
passaggio al vapore.
Indipendente da questi, un terzo orifizio, posto tra i due primi, e lorigine di un
altro canale d, chiamato condotta della scappamento, il quale, dopo aver contornato il ci
lindro per una parte pi o meno grande della sua circonferenza esteriore, termina in
una tubulatura o battente e, alla quale si adatta un tubo conducente nellatmosfera
il vapore. che ha agito nel cilindro. Lorifizio di questo canale in continua comunica
zione colla cavit del cilindro, mentre i due altri oritizii non si trovano che alternativa

mente, ed infine mentre il vapore penetra nel cilindro per mezzo del canale b'(Fig. 4),

329
quello, che si trova tra lo stantqu e il fondo opposto, pu fuggire , ripassando per lo TAV. XLlI
stesso canale b, per cui stato immesso, e, seguendo lapertura della valvola a cap Fig. 4, 2, s, 4.
pello posta nellinterno del cassetto, sintroduce nel canale centrale d, che conduce

nellaria libera, e che dicesi scappamento.


Tali sono le funzioni fondamentali dun cilindro a vapore, o piuttosto tale il
principio, il modo di circolazione del vapore, sul quale basato il sistema delle mac
chine a vapore , che noi intraprendiamo a descrivere, il quale suscettibile di ditte
renti forme, tutte per soddisfacenti allo stesso scopo.
I canali, per cui viene distribuito il vapore, sovente presentano delle grandi com
plicazioni nella loro forma: in tutti icasi essi poi debbono venire dalla fondita perfet
tamente puliti, senza screpolature o bolle daria, a cui sarebbe difcile il rimediare.
Si ha cura di restringere le estremit di questi canali, lasciandovi dei piccoli rilievi
specialmente sulla tavola del cassetto, per ottenere, mediante il lavoro della lima o

del bulino, un piano perfetto, sul quale deve scorrere la valvola. Questa retticazione
non indispensabile che per gli oriiizii dei canali b e b e per i lati della valvola a
cappello, i quali debbono aprirsi e chiudersi colla massima precisione in tempi de

terminati. In quanto agli sbocchi interiori di questi stessi canali non esigono che
una precisione relativa: basta che essi si perdano perfettamente nei fondi, in cui si
fanno penetrare, dovendo lo stantuffo avvicinarsi, al termine della corsa, per quanto

sar possibile al fondo, per ridurre ai minimi termini ci che dicesi lo spazio perduto.
Non bisogna per che lorilizio sia coperto, altrimenti, appena arrivato lembolo al
fondo del cilind
in quellistante, che quello del primo momento dazione del va
pore, i segmenti ellembolo impedirebbero il moto. La grandezza delle aperture del
canale dintroduzione del vapore deve essere uguale alla supercie della sezione del
tubo di presa, ed approssimativamente un decimo dellarea dellembolo.

Nel cilindro descritto bisogna ancora osservare il bossolo a stoppa f, detto dagli
inglesi stufng-boz, di cui munito il suo coperchio per impedire le fughe del vapore
nel passaggio dellasta dellembolo per il foro del coperchio del cilindro. Ma que
st'organo sar oggetto di studio dellarticolo seguente.
Cilindri a. vapore con Camicia o Involucro. - 1 cilindri a vapore con ca
micia. o involucro sono destinati ad operare colle identiche condizioni del cilindro

semplice precedente, bench presentino molta differenza nella loro costruzione.


L'embolo motore si muove sotto l'azione dun uido , la cui potenza motrice ri

siede nella quantit. del calore che contiene, e sotto linuenza del quale stato ge
nerato: quindi importa grandemente che questo calore non sia disperso, oppure per
duto pel ratfreddamento naturale , o per irradiamento, o pel contatto del recipiente,
ove il uido lavora. La ghisa, fra i metalli, e buona conduttrice del calore: un ci
lindro nudo, come quello descritto nelle Fig. 1 , 2, 3 e 4, ore allazione dell'aria
esterna una grande supercie refrigerante, e perci molto pregiudicievole alleconomia
della potenza motrice.

Impiegando un cilindro a pareti semplici, si avr cura di rivestirlo d'una camicia


o involucro in legno, con internamente uno strato di feltro od altra materia non con
duttrice, interposta tra linvolucro ed il cilindro. Quando si vuole raggiungere questa
economia ad un grado superiore, oltre di questo inviiuppo in legno, si costruisce il

cilindro con una doppia. parete, nel cui interstizio si fa passare il vapore sia dopo aver
operato nel cilindro, sia con un getto proveniente direttamente dalla caldaia.
Questa doppia parete si usa in due maniere differenti: sia fondendola unita al ci
lindro. sia introducendo questultimo in un altro cilindro in ghisa fuso separatamente:
questultima maniera, rappresentata. dalle Fig. 5 e 6, quella. impiegata pi tre
quentemente.
Linvolucro A, considerato separatamente, ha la forma dun cilindro semplice: esso
porta pure i canali distributori b, b e d, ed i battenti o collaretti a, coi quali si uni
scono il coperchio B ed il fondo 0. Internamente per questo cilindro non liscio: esso

ha due listelli in rilievo, che seguono la convessit della parete, lasciando alle due
estremit. una cavit. In questo caso il cilindro propriamente detto A viene ad essere
una specie di manicotto, regolarmente circolare, che porta due cordoni uguali a

42

Fig. 5 e 6.

330
TAV. XLll

quelli dellinvolucro , e che, introducendo il cilindro nella camicia, si adattano uno


contro laltro, e determinano il vuoto fra le due pareti: questo semplice contatto non
e per sufciente per impedire la fuga del vapore, quindi si riempiono di loto i due

spazii lasciati alle due estremit del cilindro (l).


Esaminiamo ora in qual maniera si possa stabilire la comunicazione tra l'interno
del cilindro ed i canali distributori, che appartengono allinvolucro. Questo difcile

problema risolto in differenti maniere dai costruttori. Nellesempio da noi proposto si


impiegato un processo molto semplice. Siccome il cilindro non supera che di pochis
simo i limiti della parete degli orizii dei canali b e b', esso leggermente intagliato,

essendo questi orizii e la giunta immasticata e disposta nel verso dellincanalatura ,


conservando nullameno tutta laltezza necessaria, afnch lunione tra la camicia ed
il canale riesca perfetta. Si procurer. per che questunione sia fatta in guisa tale
da poterla facilmente vericare.
Fig. 7:98.

Cilindri doppil con Inviluppo. - I cilindri doppii, secondo il sistema di Woolf,


possono essere disposti uno accanto allaltro, ovvero sovrapposti lun laltro. La prima

disposizione preferibilmente usata nelle macchine delle ofcine , la seconda nelle


macchine per la marineria, ove leconomia del combustibile di prima importanza.
Il sistema di Woolf consiste essenzialmente nellavere due cilindri motori di dif
ferente capacit, de quali il maggiore serve di mezzo di scappamento allaltro, indi ri
manda il vapore nel condensatore, dopo che esso ha lavorato successivamente nei due

cilindri.
Linviluppo, il doppio cilindro e lapparato di espansione, sono tu ti mezzi per cui
si ottengono i maggiori effetti economici, sia del combustibile, che
llutilizzazione
del calore.
'

Descrivere e rappresentare un gruppo di due cilindri verticali del sistema Woolf.


il sistema, che riunisce le principali condizioni soddisfacenti ad una buona ed eco
nomica costruzione, quello che rappresentiamo per mezzo delle Fig. 7 e 8, Tav.XLll.
La Fig. 8 rappresenta una sezione verticale (l-2), passante per lasse comune dei due

cilindri; la Fig. 7 una sezione orizzontale, fatta secondo la linea 3-4, condotta per
lorifzio dello scappamento. Esaminando queste Figure si riconosce, che il corpo prin
cipale dellinviluppo un doppio cilindro cavo con uno zoccolo inferiore a', per mezzo
del quale si fissa sulla lastra di fondazione G; le sue parti sono in libera comunica
zione, ed in ciascuna stanno disposti i due cilindri A' ed A", uniti fra loro con un pro
cesso analogo a quello descritto antecedentemente, cio masticati ed appoggiati su due
fasce g, che trovansi nelle aperture superiori dellinviluppo. Questo essendo fuso aperto

da parte a parte, lapertura inferiore viene chiusa con due turaccioli E ed E', che im
boccano in un battente, e sono saldati con mastice da ghisa. Quello segnato E, che
trovasi al disotto del piccolo cilindro, rilevato per non avere una capacit ed un vo

lume di vapore superui. I cilindri non hanno alcuna comunicazione diretta coll'in
viluppo, ma sono esattamente chiusi allestremit inferiore. Le aperture inferiori sono
chiuse da due turaccioli C e C', simili ai precedenti.

Prima di passare alla descrizione dei particolari, considereremo la disposizione


degli apparecchi per la distribuzione, i quali, a differenza del cilindro antecedente,
appartengono esclusivamente al cilindro invece che allinviluppo.
Ciascuno di questi cilindri munito di due canali b e b per il piccolo, e c, c' per
il grande, che termina nella parte superiore in una massa saliente, avente alle
sterno una forma rettangolare, per la quale una piegatura corrispondente riservata ,

allinviluppo; la massa di questa piegatura munita di due risalti per il combacia


mento esatto; il resto dello spazio si riempie di mastice ferruginoso, che compie l'unione
dellinviluppo al cilindro. La massa, appartenente al cilindro, e unita ad un collare
superiore, che la congiunge al piano superiore e cogli altri tre, che contornano la cur'
vatura dellinvolto; sulla supercie piana h c h' poi si ssa la testa, che riceve la sca

tola del cassetto, nel quale principalmente riservato il condotto dello scappamento.

(4) Qualche costruttore talvolta ha unito linvolucro col cilindro mediante un sistema di congiunzione a caldo;

ma con questo metodo qualche volta il cilindro, per etfetto del raffreddamento, si deforma e si ovulizzo.

"I...

I ..1-n.\

331
Nel piccolo cilindro la parte F disposta esteriormente pel movimento del cassetto, ed
attraversata dai canali b e b'; essa presenta l'oritizio intermedio d, pel quale avviene
lo scappamento, che in questo sistema di macchine si fa dal piccolo cilindro alla sca

TAV. XLll
Fig. 7 e 8.

tola del cassetto del cilindro grande. Questa testa ancora attraversata da un con
dotto j, col sedile della valvola j', e con un tubo riservato allinvolto, il quale con-

duce il vapore passato tra linvolucro ed il cilindro nella cassetta di distribuzione.


La testa E in rapporto col cilindro maggiore dillerisce dalla precedente solo in quanto

che essa comunica non colla camicia , ma col condensatore della macchina per mezzo
del condotto centrale d' che si biforca, involgendo il canale 0', e formando un tubo

centrale circolare e, al quale si adatta il tubo, che lo mette in comunicazione col


condensatore; questo tubo una colonna vuota, che serve nello stesso tempo d'ornato
e di sostegno per sollevare dal piano lunione fatta colla vite h'; cos pure la testa F,
e tutte le altre parti del cassetto di distribuzione; e per lo stesso motivo si mette sotto
la testaF unaltra colonna, che non serve ad altro che di semplice sostegno. Inne
questa testa di distribuzione F' e traforata da un quarto oritizio i, sboccante in un
tubo superiore col canale d della distribuzione vicina , pel quale il vapore, uscendo
dal piccolo cilindro, va nel cassetto di distribuzione del grande.
Riassumendo questa ingegnosa combinazione, apparentemente complicata, ma in

realt molto semplice, i due cassetti operano simultaneamente nelle due scatole e dis
tribuiscono il vapore nel loro cilindro rispettivo, nelle stesse condizioni di un cilindro

semplice; solamente il piccolo cilindro riceve direttamente il vapore vergine, che cir
cola nellinvolucro, e penetra nella scatola del cassetto per mezzo del condotto j;
mentre il cilindro grande agisce collo stesso vapore, che pel movimento ordinario del
cassetto opposto fugge pel canale centrale d, e si porta nel cassetto del cilindro

maggiore dalloricio i; ed inne, dopo aver lavorato sullembolo maggiore, rimandato


nel condensatore per mezzo del canale biforcato d'.
Quanto si detto fin qui crediamo che basti allo studioso per acquistare unidea
abbastanza chiara del disegno dei cilindri che presentiamo, senza entrare in maggiori

particolari, i quali richiederebbero minuti e speciali disegni, che si possono dare solo
in opere speciali.
Cilindri a. vapore oscillanti. - Il carattere speciale di questo sistema di

TAV. XLlll

macchine a vapore che il cilindro motore oscilla col movimento della macchina , e
per conseguenza permette allasta dellembolo di far lufcio della biella nelle mac
chine a cilindro sso, e perci di evitare anche il parallelogramma, articolando diret
tamente lasta A alla manovella dellalbero di trasmissione.
Si'atto sistema di macchine a vapore si applica come motore sso, ma molto pi

Fig. 1,2, 5,1.

usato nelle macchine per la navigazione dei navigli a ruote , applicazione che porta
il nome del costruttore inglese Penn di Greenwich.
Questo cilindro ha per carattere principale che i suoi due perni E, E', sui quali
oscilla , sono pure i soli punti della sua massa. che si muovano senza scostarsi dalle

altre parti della macchina, e sono perci stati scelti per lentrata e luscita del vapore,
bench una tal disposizione presenti un gran numero d'inconvenienti. Infatti bisogna
far passare il vapore nei perni, i quali sono gi sottomessi a sopportare un peso con
siderevole ed esposti a riscaldarsi per lintensit dellattrito. Nullameno esso pre
senta una tale semplicit nella composizione, che quasi il solo adottato dal costrut

tori. Due perni vuoti formati da due tubi incastrati nei rispettivi cuscinetti, come i
perni dun albero ordinario, vi sono in comunicazione: uno e, che deve condurre il
vapore dalla caldaia nel cassetto G, e laltro d dello scappamento, che conduce il va
pore che esce del cilindro, nel condensatore: il vapore condotto da. un tubo, la cui
estremit viene a terminare in un manicotto di bronzo, che penetra nel perno E, il
quale munito di un tessuto di stoppa. La stessa disposizione ha il tubo di scappa

mento 2 esso non differisce dal primo che per avere un diametro maggiore, come lesigc
la natura delle sue funzioni. I perni si muovono in questo manicotto con leggero at
trito, essendo essi sorretti dei rispettivi cuscinetti, i quali ne sopportano tutto il peso.
La tavoletta del cassetto e il cassetto stesso G non presentano alcuna. differenza dei

cilindri ssi che per la loro posizione; questultimo ssato lateralmente, per una

332
disposizione che facilita il movimento della valvola a cappello H, per la distribuzione
del vapore, oscillando col cilindro.
In questo movimento rettilineo alternativo, oscillando col cilindro, la valvola a

cappello discopre successivamente gli oriilzii a e b, che conducono il vapore , luno


nella parte inferiore, e laltro nella parte superiore del cilindro. Una molla I , posta
nell'interno del cassetto, mantiene la valvola a cassetto o a cappello costantemente
contro la tavoletta.
Quando il cilindro ha un diametro considerevole, si usa mettere unaltra massa
di ghisa simmetrica al cassetto di distribuzione, onde non ne sia alterato lequilibrio.
La testa H dellasta A contiene i cuscinetti, che abbracciano il bottone della mano
vella, come si fatto nella costruzione della testa delle bielle. Il fondo o la base in
feriore fuso col corpo del cilindro: solamente si praticata unapertura. nel mezzo
per far passare libero il terebratoio, che serve a lisciare il cilindro interiormente.
Questapertura chiusa con un coperchio in ghisa, fermato con viti sul fondo stesso.
Lo stantuffo B si compone dun corpo in ghisa, sulla supercie del quale pra
ticata unincanalatura per ricevere uno strato di stoppa i, con una fascia metallica,
formando cos una specie di molla, che combacia colla parete interiore del cilindro,

come si vedr. nellarticolo seguente.


TAV. XLlll
m. s, o, 7, s,
9, lo e Il.

Disegnare in proiezione obliquo un cilindro oscillante a vapore, e ci tanto nel piano


verticale quanto nell'orizzontale, prima esternamente, poi con una sezione longitudinale.

Nelle proiezioni ortogonali si sceglie ordinariamente il piano del disegno in guisa


che sia parallelo alle faccia delloggetto, e quindi ne risulta che queste rappresentano
gli oggetti nella lor forma naturale.
Vi sono per molti casi, specialmente nel disegno delle macchine, che alcune parti
di esse siano in un piano inclinato rapporto ad altre, e perci riesce impossibile di
avere un piano parallelo al piano del disegno o di disporle parallelamente ad esso
senza toglierle dalla posizione, che occupano con tutto il resto della macchina: e allora

queste parti vengono proiettate obliquamente o in iscorcio (1). Per ottenere queste
proiezioni oblique si disporranno da prima le proiezioni tanto orizzontali, quanto ver

ticali, in un piano ausiliare parallelo al piano del disegno collangolo dinclinazione,


che si vuol dare rispetto ai piani di proiezione, come le Fig. 1, 2, 5 e 6. Infatti,
incominciando dal disegnare le Fig. 1 e 2 collinclinazione voluta , sar facile il de

terminare i varii punti dei contorni della supercie esteriore del cilindro. I contorni
della Fig. 4 si troveranno nei punti dintersezione delle rispettive proiettanti con
dotte dei varii punti delle Fig. 1 e 2 corrispondenti a quelli, che si vuole ottenere

sulla proiezione
mente sul piano
dal determinare
coniugati afne

oblique. Tutte le parti circolari del cilindro proiettandosi obliquo


del disegno, si avranno altrettante elissi, delle quali sincomincier
lasse maggiore 2-2 e lasse minore l-l, indi lestremit di altri assi
di avere tanti punti quanti bastano per poter descrivere le curve

occorrenti, incominciando dalle prime esteriori e poi passando alle interiori, e cosi di

seguito. Per maggiore semplicit ed esercizio preparatorio agli alunni non abbastanza
esperti nel disegno si potrebbe far loro disegnare le Fig. 9,10 e 11, le quali rappre
sentano Ie estremit dellasta dello stantuffo sopra una scala maggiore. Fatto e capito
quest'esercizio, non riuscir dillcile disegnare le altre gure comprese in questa Tavola.
Cilindri delle Locomotive. - I cilindri delle locomotive vanno osservati spe
cialmente per le loro forme variatissime e complicate, anzich per le loro dimensioni;
e perci essi presentano difcolt complicatissimo nella fondita, essendoch loro vanno
unite uninnit. di parti, che negli altri cilindri vengono fuse separatamente,
indi rapportate; ma i limiti e lo scopo, che ci siamo pressi in questo lavoro, il quale
tende solo a dare le prime conoscenze delle varie parti, che compongono le macchine,
non ci permettono di trattare a lungo delle varie forme e disposizioni dei cilindri delle

(i) Pel metodo generale lo studioso veda il nostro Manuale 0 Trattato di Disegno Geomelrico, e specialmente la
nostra Guida per linsegnamento del disegno geometrica.

333
locomotive senza entrare in particolarit, che solo si possono trattare in opere spe
ciali, alle quali mandiamo il lettore.
Cilindri delle Trombe ad acqua..- Questi cilindri, detti pure corpi di tromba,
si distinguono generalmente dai cilindri motori a vapore per la maggior semplicit
della loro struttura, o almeno in quanto concerne il cilindro propriamente detto con

siderato in se stesso, inquantoch essi non hanno canali distributori, e giammai in


volucri. Bench si presentino certe circostanze, in cui il corpo di tromba deve essere
solidario con varie altre parti appartenenti al servizio dellapparecchio, o ad un ser
vizio qualunque, si arriva ad avere degli insiemi di parti molto difcili ad eseguirsi;

ma in questi casi non gi un cilindro propriamente detto, ma bens una riunione


di parti differenti. Bench anche in questi come in quelli delle locomotive non sia
tanto breve lassunto di passare in rivista le varie specie di cilindri, che usansi
nelle trombe idrauliche, ne daremo tuttavia un cenno dei generi principali, che si
possono ridurre a sei specie dierenti.
1 Cilindri fermenti corpi di tromba e. semplice etietto, dette dei fontanieri a due
ghiere, o scatole-con valvole indipendenti, poste alle due estremit del corpo di tromba.
2 I corpi di tromba 0 cilindri dimmersione, nei quali le valvole sono rappor
tate alla stessa estremit del cilindro.
3 1 cilindri dei corpi di tromba prementi, nei quali la parte superiore del ci

lindro liberamente aperta.


4 1 cilindri dei corpi di tromba prementi ed immersi, per le quali il cilindro
non traforato.
5 I cilindri, che formano i corpi di tromba a doppio effetto.
6 1 cilindri, che formano i corpi di tromba dei torchi idraulici.

Cilindri delle Trombe a semplice eetlo. - Questi cilindri ordinariamente non sono
sottoposti ad una grande pressione: perci, quando sono fusi in rame ed in ottone, basta

che abbiano qualche millimetro di spessezza, e dordinario da 60 a 80 o i(l0 milli


metri di diametro interno; superiormente sono chiusi da un coperchio con sopra
una scatola con guernitura, chiusa attorno allasta dellembolo da un dado. Non ci oc

cuperemo della costruzione delle trombe per ora, ma solamente del cilindro, che ne
forma il corpo. Questo cilindro e duna struttura semplicissima. Oltre del lavoro della
fonderia, il quale quello che vi pu essere di pi elementare, non ve n'ha altri
che la tornitura interna, lo spianamento dei battenti o collari,i buchi, le chiavarde; le

unioni si fanno mediante anelli di foglie di piombo. 0 di cuoio, e talvolta con semplici
rotelle di cartone interposte fra i due dischi dei collari della parte da unirsi.

Corpi di Tromba immersi. - Questo tipo specialmente rappresentato dalle trombe


ad aria a semplice ellettc delle macchine a vapore, ed ha per carattere principale
che la sua estremit inferiore pu essere liberamente aperta. Lo stantuffo formato da
un disco vuoto interiormente, munito duna valvola, e discende no al serbatoio

dacqua da elevarsi.
Questo sistema di corpi di tromba, speciale nelle macchine a vapore a conden
sazione, si fa ordinariamente in ghisa; esso semplicemente tornito allinterno
con un po dimboccatura per lo stantuffo, e per il battente o collare, che gli sta attorno.
Qualche volta vi si aggiunge una valvola al fondo del cilindro, disponendo i punti
dattacco in guisa da non impedire lintroduzione nel cilindro pel recipiente superiore.

Corpi di Tromba aventi la parte superiore libera. - Questi sono in qualche modo i
contrapposti dei precedenti. I cilindri delle trombe per glincendii ne possono essere i
tipi principali, i quali sono formati da un semplice cilindro contenente uno stantutlo
pieno, che si ssa sul canale daspirazione, al quale va annessa la valvola per mezzo
di chiavarde passanti per una ghiera ad orecchie fuse con essa; questi cilindri si
eseguiscono in ferro, in rame, e soventi in lastra, secondo la natura delle applicazioni.

Trombe ad Embolo pieno. - in questo sistema, che ha per tipo le trombe alimentari,
le pompe diniezione dei turchi idraulici, e in generale tutte quelle che hanno per

ufcio di premere un liquido sotto una pressione elevatissima, lo stantutio, che in


generale di piccolo diametro, e pieno, e non ha occhio come gli altri per unirvi
lasta, che anzi soventi essa stessa lormalo stantuffo.

334
Corpi di Tromba a doppia effetto. - Pu servire come tipo di questo sistema una
pompa ad aria duna macchina a vapore, come si costruiscono ordinariamente per le
macchine a vapore orizzontali; la tromba ha la medesima posizione 0 leggermente

inclinata a seconda della disposizione del meccanismo, che move lembolo. In questi
casi il cilindro e in ghisa, duna forma assai complicata e provvisto dun vasto cap
pello per le valvole, che soventi sono assai grandi, e dordinario fuse col condensatore.
Cilindri ad aria. detti anche cilindri solanti. - Essi vengono impiegati nelle
macchine solanti, che si impiegano specialmente nelle
zione moderna, e che ordinariamente si compongono di
zontale, il quale, muovendo direttamente per mezzo del
cilindro soiante, estrae laria per aspirazione, e la preme
che termina nel focolare, che deve alimentare.

fucina secondo la costru


un cilindro a vapore oriz
suo stantuffo quello dun
o ricaccia in un condotto,
'

Cilindri di cristallo perMacchine pneumatiche. - i cilindri delle trombe annessi alle


macchine pneumatiche impiegate per fare il vuoto, nein apparati di dimostrazione

nei gabinetti di fisica, sono ordinariamente in cristallo, materia poco suscettibile di


forte attrito, potendo acquistare un polimcnto perfetto. Lubrificate poi con olio, rendono
la chiusura ermetica, e lattrito leggerissimo. -

Cilindri per azione 0 lavoro esteriore. - Sotto questo nome si comprendono

tutti quelli, che girano attorno al loro asse di gura, e rigorosamente in virt della
loro forma cilindrica alla quale alcunaltra non potrebbe essere sostituita, mentre
si potrebbe al contrario ammettere una forma prismatica qualunque per i cilindri

ad azione interiore, i quali non possedono nel moto rapporto di sorta colla gura
della loro sezione trasversale. In questi si possono comprendere: li cilindri dei

laminatoi, 2 i cilindri dei molini per le canne, 3 i cilindri delle macchine per lare
la lana, 4 i cilindri delle macchine per follare i panni, 5 i cilindri delle calandra,
6 i cilindri dei laminatoi riscaldati.
Cilindri dei Laminatoi. - l laminatoi sono apparecchi destinati alla fabbricazione

di corpi duna struttura lineare a profilo costante, tanto per la prima fabbricazione
a caldo, quanto per certe operazioni susseguenti a freddo. I ferri lavorati vengono
considerati come materiale di costruzione; e come i ferri piatti, rotondi, quadrati e le

lastre si preparano e si fabbricano al laminatoio a caldo, cos pure altri ferri con
proli speciali, come i ferri dangolo, i ferri a T, i ferri pei telai delle finestre, le guide
per le strade ferrate, ecc.
I laminatoi lavorano a freddo quando trattasi di retticazioni o per dare forme spe

ciali ad oggetti minuti, i quali a caldo hanno gi ricevuto una forma approssimativa, come
le placche di piombo, stagno, zinco, le lastre di rame o di ottone sottili destinate a essere

stampate, i metalli usati nella fabbricazione delle monete. A questi metalli in foglio ed
in forma di nastri si fa subire questa laminatura a freddo onde ne sia retticate

ed eguagliata la spessezza colla maggior esattezza; e perci i laminatoi impiegati in


questoperazione debbono essere duna precisione eccezionale. Ancorch una tale ope
razione si faccia a freddo, non si pu compiere senza che la materia sia fatta ricuocere

una serie determinata di volte relativamente alla spessezza, a che si vuol ridurre, e
secondo il maggiore o minor grado di duttilit del metallo da lavorare. Da quanto si
detto fin qui si comprende facilmente quanto importi la precisione della forma dei ci
lindri nei laminatoi.
'
.
Cilindri pei Mulini da canne. -- I molini da canne sono dei veri laminatoi. Essi
sono formati da cilindri in ghisa scanalati trasversalmente e suscettibili della stessa
resistenza; essi vengono impiegati nella ofcine metallurgiche per la lavorazione del
ferro, e specialmente per tirarlo in barra di varia forma; il loro lavoro normale po

trebbe essere mantenuto entro limiti meno elevati, ma a causa delle resistenze acci
dentali, che questi cilindri possono incontrare, necessario di doverli fare di dimen
sioni piuttosto forti.
Cilindri delle Macchine a stampare. - Nelle macchine a stampare in generale e

335
specialmente a pi colori, essi lavorano con una pressione uguale al proprio peso, e
nel loro movimento tengono tesa la stoffa, e la mantengono in contatto coi cilindri
incisi, i quali dnno qualche volta il moto al cilindro premente; in certi casi poi
questultimo esso stesso condotto, in guisa che i rulli stampatori gli sono disposti

attorno, ecc.
Cilindri delle Macchine a lavare le lane. - Nelle macchine, che si usano nei lani
fici per lavare le lane, si adottano generalmente dei cilindri in ghisa analoghi a quelli
dei molini a canne, coperti per di uno strato legnoso o lamentoso, capace di pre

sentare quel po delasticit necessaria alluso.


Cilindri per le Macchine a follare i panni. - Le macchine per follarei panni, dette
a percussione, hanno generalmente i loro cilindri alimentari o dIivreurs analoghi ai
precedenti.
Tamburi delle Corde. - Le carde, che s'impiegano nei telai a tessere, hanno per
organo principale un tamburo cilindrico dun diametro assai grande, ed animato da

un rapido moto di rotazione; sono coperti su tutta la lor superficie esteriore di liste
di cuoio ornate di punte e denti pi e men fini, che diconsi nastri di corde.
La loro costruzione semplicissima: essa richiede particolarmente che la leggie

rezza vada unita ad una perfetta invariabilit di forma, che non deve provare alcuna
alterazione, come nelle essioni del contorno del cilindro.
Cilindri delle Calandra. -- La calandra una specie di laminatoio, che serve a im
primere le stelle o la carta, e a lucidarle; de due cilindri, tra cui passa la stoffa o

la carta, uno inciso, laltro e di carta, onde possa presentare lelasticit sufciente
allimpressione.
Cilindri dei Laminatoi riscaldati. - Questi cilindri sono cavi, e vengono ordinaria
mente costrutti con perni anchessi cavi, pei quali entra un getto di vapore; essi ven

gono specialmente usati per la preparazione della guttaperca vulcanizzata e nella fab
bricazione della carta in generale. Debbono pure essere capaci duna gran resistenza.

REGOLE PBA'IICHE
Proporzioni dei Cilindri. - l cilindri usati nelle varie specie di macchine sotto il
rapporto della loro resistenza si possono dividere in tre classi distinte: l' Cilindri, che
resistono ad una pressione interiore, come i cilindri dei motori a vapore, i corpi di
tromba ed i tamburi essiccativi riscaldati col vapore; 2 quelli, bench dun impiego
meno frequente, che sono sottomessi a una pressione esteriore, che agisce per compres
sione o schiacciamento, come gli apparecchi di condensazione; 3 quelli, che sono

sottoposti a sforzi esteriori tendenti alla rottura per flessione trasversale, come i cilindri
dei laminatoi.

Calcolo dei Cilindri sottomessi ad una pressione interiore.


Resistenza dei Cilindri motori a vapore. - Un cilindro a vapore senza involucro,
come quello rappresentato nelle Figure 1 e 2, 3 e 4, Tav. XLlI, resiste alla pressione
interna: 1 per mezzo della spessezze delle sue pareti cilindriche; 2 per quella del

suo fondo e coperchio; 3 per mezzo delle sue ghiere o battenti o collari unite per
mezzo di chiavarde. Siccome la resistenza totale dipende dalla resistenza delle varie
parti, converr studiarne separatamente la resistenza di ciascuna.
Resistenza del Corpo del cilindro. - Per lo studio della resistenza dei corpi cavi
agli sforzi interiori, e per la sua applicazione alle caldaie in lastra, si dovrebbe ap
plicare la formola teorica, che Serve a determinare la spessezza delle pareti di uri reci

piente cilindrico, la quale perfettamente applicabile ai cilindri a vapore, tenendo


conto della natura del metallo, che la costituisce; ma talvolta vi esiste una tal dille

renza tra la teoria e la pratica, che appena possibile di venir ad un avvicinamento,


che permetta lapplicazione dei dati generali ai casi particolari.

336
La formula, che da la spessezza dei recipienti cilindrici, in generale la seguente:
s: g-g, nella quale s rappresenta la spessezza cercata in centimetri, D il diametro in
teriore del recipiente, P la pressione interiore in chilogrammi per centimetro qua
drato, B la resistenza da assegnarsi al metallo sulla stessa unit di sezione trasversale.
Per applicare questa formola ai cilindri a vapore, secondo lArmengaud, neces

sario di modicarla per laddizione dun termine sso come per le caldaie in lastra,
e di tener conto che un simile cilindro sottomesso anche ad un certo consumo o
assottigliamento delle pareti, e per conseguenza la sua spessezza primitiva deve
essere aumentata in questa eventualit. Quindi per avere una formola pratica, pren-'
dendo per base lantecedente, si ammetter: 1 una quantit addizionale di un
centimetro, 2 si aumenter dun decimo la spessezza cosi determinata per un consumo
eventuale, 3 si terr 1300 per coefciente del punto di rottura della ghisa, e perci
ammettendo 120 pel valore di E, ci che deve considerasi indipendentemente delle

quantit addizionali precedenti, il metallo non dovrebbe resistere che ad un decimo


del suo coefciente di rottura.
Modicata secondo queste considerazioni, la formola generale superiore prender
la disposizione seguente:
PD
l,l
PD .

s _ 1,1 (2-R +1) .. 2 ><130 + 1,1 _ 0,00,423 PD +1,1.

La tradurremo in pratica applicandola a qualche caso particolare.


1 Esempio. - Si vuole costrurre un cilindro, che deve lavorare alla pressione
di 5 atmosfere (e perci ad una pressione elTettiva di 4- atmosfere, circa 4 chilogr. per

centim. quadr., deduzione fatta di qulla interiore); il suo diametro interiore e di 35


centimetri. Quale sar la spessezza da darsi alla parete ?
'
Soluzione. - Applicando la formola superiore si avr s : (0,00423 x 4k x 35) +
10,1 : 1,69, ossia uguale a 17 millimetri, come appunto il cilindro rappresentato
nelle Figure 1 e 2, 3 e 4 della Tavola XLll.

2 Esempio. - Calcolare la spessezza della parete di un cilindro di una locomotiva,


il cui diametro interiore e di 48 cent., e nel quale la pressione del vapore pu ele
varsi no a 8 atmosfere, ossia ad una pressione effettiva di 7 x 4,0333 = 7*,2331 per
centimetro quadrato, e trovare la spessezza delle sue pareti.
Soluzione. - Applicando la formola superiore si avr s : (0,00423 x 7,2 X 48) +
l,l =2,56, ossia 26 millimetri in numeri intieri. Questo risultato concorda colle

dimensioni date dalla pratica, che sono 27.


3 Esempio. - Determinare la spessezza delle pareti di un cilindro duna macchina
a vapore per la marineria, il cui diametro interno uguale a metri 2,10; la pressione

del vapore non deve oltrepassare 2 atmosfere e mezzo, e perci la parete non potr
avere un carico effettivo minore di 2 chilogrammi per centimetro quadrato della se
zione del cilindro.
Soluzione. - Ammettendo questa pressione di 2 chilogrammi, la formula ci dar:
s = (0,00423 >< 2k x 210) + 10,1 = 2,88 circa 0 29 millimetri.
Osservazioni. -. Questi risultati concordano colle spesseue date ai varii cilindri dai
pi accreditati costruttori. Nello stesso tempo si vede che essi hanno quasi tutti adot

tato una spessezza due volte maggiore, e che perci non pu pi avere alcuna relazione

logica colla resistenza diretta, ma che concorda perfettamente colle altre parti dei mec
canismi, da cui dipendono. Da queste varie formule risulta ancora, che la spessezza
in tutti i casi mantenuta in un certo rapporto col diametro. Quindi si pu stabilire,

che praticamente le pareti cilindriche dei cilindri a vapore, dopo averne calcolato la
spessezza delle pareti colle formole precedenti, qualunque ne sia il risultato ottenuto,
non dovranno mai avere una spessezza minore di 1130 a 35 del diametro interiore, quando

il cilindro deve essere posto orizzontalmente. Qualche riduzione di spessezza pu aver


luogo nei cilindri verticali,i quali, per linuenza del peso della lor massa, non
lasciano alcun timore dovalizzazione.

337
Cilindri con Involucro. - 1 cilindri con involucro trovansi in una specie dequilibrio
di pressione, poich linvolucro pieno di vapore, o almeno il maggiore sforzo di questo
agisce esteriormente, per compressione, nel momento della comunicazione col, conden
satore e durante lespansione. Perci le pareti di un cilindro con inviluppo potranno
essere diminuite di spessezza, e vi si potr applicare il massimo della resistenza. Di

questultima condizione si tiene conto, ma difcilmente si fa la riduzione nella pratica.


Resistenza dei Fondi e delle Ghiere o Corone. - I fondi vanno proporzionali conforme
alle pareti cilindriche, colla loro spessezza ordinaria aumentata da nervature o da
cordoni, come si fa abitualmente, senza punto parlare di quelli, che sono a doppia
parete, e che quindi offrono in tale condizione una resistenza pi che sufciente
alla pressione, che essi sopportano.
I collari o ghiere dei cilindri si possono considerare, riguardo alla loro resistenza,
come un solido incastrato ad un estremo e caricato trasversalmente, di cui la sezione
dincastramento ab espressa per la circonferenza del cilindro e per la spessezza del

collaretto, e la leva I e lo sforzo P per la distanza di questa sezione dal circolo, che
passa per lasse delle chiavarde; P' esprime la pressione totale del vapore sulla faccia

interiore del fondo. In quest'ipotesi lequilibrio di resistenza del collaretto avr per
espressione (vedi pag. 130) PL:Ilg. K esprime il coefciente di resistenza del me

tallo. I termini di questa espressione hanno dei valori determinati, che debbono essere
sostituiti. P e la forza totale, ossia il prodotto della pressione elementare P in chi
logrammi per centimetro quadrato sulla sezione del cilindro, il cui diametro D.
. .
DP
.
,.
.
Questo sforzo P' pu essere sostituito da :-4-. La sezione dmcastramento, di
cui b la spessezza del collaretto, ancora indeterminata; si ha per a, che non altro
che la circonferenza esteriore del cilindro, cio quella dun circolo di diametro D,

pi due volte la spessezza della parete cilindrica. Supponendo che la spessezza della
parete cilindrica sia di 1|20 D, il diametro esteriore sar l,lD: dunque la circonferenza
a sar : l,fnl); la distanza L e indeterminata, ma nelle condizioni ordinarie della
costruzione essa sensibilmente uguale alla spessezza b, ed allora riesce piuttosto
debole. Quindi si sostituisce nella farmela L con b, e P' ed a col loro valore prece

dente, e noi otteniamo:


1

nWP

14nnn

"

OPD- edimneb-P
3'

_amr

Da ci si deduce facilmente che per lo stesso cilindro, e riducendo al minimo


laggetto del collarino, la spessezza dovr essere maggiore di quella della parete cilin

drica nel rapporto di -2-32; ;-=2,727. Il che vale a dire che, ad ugual carico per la

resistenza del metallo, il valore dovr essere quasi tre volte la spessezza della parete
cilindrica, se si fanno i collaretti solamente dun quarto e dun quinto circa pi
spessi della emdesima.

Potrebbesi supporre che un tal collaretto dovrebbe essere considerato come sotto
messo ad uno sforzo di recisione o scorrimento (pag. 138) pi che ad una resistenza

dincastramento, visto la poca lunghezza del braccio di leva L dello sforzo, imperocch
le chiavarde sono, per modo di dire, tangenti alla sezione dincastramento; La questione
osservata sotto questaltro punto di vista ci conduce ai risultati seguenti.
La teoria sulla resistenza dei materiali dimostra che il carico, sulla sezione tras
versale dun recipiente cilindrico, met meno di quello, che corrisponde alla sezione

secondo la generatrice, e che la resistenza per scorrimento e i due terzi o i tre quarti
di quella della sezione longitudinale. E, siccome lo sforzo, che tenderebbe a produrre la
recisione del collaretto, e precisamente quello che agisce sulla Sezione trasversale del
cilindro o delle due spessezzc e e b, per essere in equilibrio di resistenza dovrebbe
.
.
. .
'
b
i
2
stare, ammettendo "I due terzi la recrsrone, nel rapporto seguente -2 ='Q- x -5 =
43

338

v
Consideratele cose in tal guisa, la conclusione meno soddisfacente della prece

dente e in contraddizione colla pratica, la quale suppone nulla la distanza L, il che non
; ma essa dimostra una volta di pi come sia necessario ravvicinare per quanto
possibile le chiavarde al corpo del cilindro, aumentandone il numero e diminuendone
il diametro. Si aumenter pure la resistenza del collaretto rinforzandolo con un ca
vetto nella sua intersezione col cilindro, il che anche sotto il rapporto della fondita si
rende indispensabile.
Resistenza delle Chiavarde. - Per la resistenza delle chiavarde rimandiamo il
lettore a pag. H8 e 156, considerando che il ferro possa resistere ad uno sforzo di
l00 chilogrammi per centimetro quadrato della sezione del corpo del cilindro: ci per
mette di valutare la sezione di tutte le chiavarde di un cilindro, di cui si conosce la

pressione interiore; ma bisogna nello stesso tempo cercare in quante parti questa se
zione deve essere divisa; cio quante chiavarde vi debbono essere, e qual sezione
debbono avere.
La distanza delle chiavarde una questione di pratica; ma per si cercher di
ravvicinarle fra loro onde l'unione riesca perfetta, e il cilindro sia ben chiuso in tutta
la sua estensione. In generale lo spazio, che separa una chiavarda dallaltra, e quattro
o cinque volte la spessezza duno dei collaretti. Un esempio servir meglio che una
pi lunga spiegazione in proposito.

Esempio. - Il diametro dun cilindro a vapore uguale a metri 1; esso deve la


vorare a una pressione iniziale di 4 atmosfere con espansione a condensazione. Si
domanda la spessezza delle pareti di questo cilindro, e il numero ed il diametro delle
chiavarde che debbono unire al cilindro il fondo ed il coperchio.
Soluzione. - La pressione ellettiva, che tende ad uno sforzo estensivo, non essendo
maggiore di 3 chilogrammi per centimetro quadrato, si otterr per spessezza delle pareti
cilindriche, secondo le regole date superiormente, s : 0,00423 x 3k x100 + 1,1 = 2,369.

Ma,avendo ammesso che in pratica questa spessezza non deve essere superiore a un trenta
cinquesimo del diametro, si adotter 2,80 ovvero Q8 mill. l collaretti saranno duna spes
sezza sutliciente di 30 millimetri, e se ne ridurr laggetto alla minor dimensione possi
bile. ll diametro esteriore del cilindro sar di metri 1,056, ammettendo che le chiavarde

del collaretto siano spaziate o distanti fra loro 5 volte la loro spessezza; esse avranno
una distanza di 150 millimetri da centro a centro, e, rapportando questa divisione
sulla circonferenza del cilindro, noi troveremo approssimativamente il numero delle
chiavarde facendo ma x 3Mw
= 22. Ora la pressione effettiva massima sul fondo
150
3,14l6 >< l00
uguale a
x 3k= 23562 chilogrammi. Per conseguenza, se il carico
4
specico delle chiavarde non che di 100 chilogrammi, esse avranno per sezione

23562
= 101,71, che corrisponde a 37 millimetri di diametro.

160 x 22
Questo diametro sarebbe troppo grande comparativamente alla spessezza della ghisa;
basta fare al pi il diametro delle chiavarde di 30 mill., e portare il numero di queste a 25.
Ciascuna di esse corrisponder ad un carico totale di %g: 949k,48 e di 133 chilogr.
per centimetro quadrato della propria sezione, il che non punto eccessivo.
In generale per duopo che il diametro delle chiavarde sia inferiore, anzi che
superiore alla spessezza del collaretto; ed in questo esempio sarebbe uguale; perci
si considera questa condizione come limite.

L'aggetto del collaretto pu essere ssato con una certa esattezza; inutile che
esso ecceda di molto il diametro del circolo circoscritto dai dadi, il quale circa il
doppio di quello della chiavarda.
Resistenza dei Corpi di tromba. - Un cilindro formante il corpo di una tromba
pu essere riguardato come resistente nelle stesse condizioni del precedente; le sue

339
dimensioni dipendono dalle stesse considerazioni. Ma lincompressibilil dei liquidi
pu dar luogo accidentalmente a sforzi molto superiori a quelli, che risultano dallan
damento normale, e, allorch si usano delle trombe prementi sottomesse a grandi pres

sioni, necessario dassicurarc la loro resistenza da un eccesso di spessezza con ner


vature convenientemente distribuite.

Siccome il metodo di calcolo per stimare la spessezza della parete di un corpo di.
tromba lo stesso che il precedente, dopo aver determinato le cifre della pressione
tendente alla rottura per estensione, non ne faremo dei nuovi esempii; ma unremo

piuttosto in una
trombe prementi.
lArmengaud, che
formola a ciascun

Tabella tutte le condizioni, con cui lavorano un certo numero di


Nella prima' colonna di questa si scritto il valore dato dal
prende il coefciente B della formale generale, applicando questa
esempio.

TABELLA COMPARATIVA
DELLE aesxsrnnzn rnoronzromu DEI DIVERSI CORPI DI TROMBA
IMPIEGATE NELLELEVAZIONB DELLACQUA NELLE crru

Pressione

Indicazione delle Macchine

leffeltiva

alle quali

m ehllgr'

L" e

be
rom

appartengono

Nuova tromba di Marly

Diametro Spza
.

VrseegdiltloR

punta

alla formola

per
cent_ q_

interiore

cilindrica

PD
/:E

Chilogr.
P

Metri
D

Metri
/

Chll. per cent. q.

16

0, 400

0, 050

64

r ma

s:::pia,
la rottura
supposta a :
1300 Chili

20, 3

Nuove macchine di

Chaillot . . . . . .

1,190

0, 040

54, 5

23, s

Macchine di Ivry (Farcot)


Vecchie trombe di Marly

9
16

0, 345
0, 200

0, 035
0, 040

44, 3
40

29, 3
32, 5

0,030

40

0, 035

35, 3

Macchine de' ponti di ce

(Farcot). . . . . .'
Macchine
(stabii. Cav)
di St.. . Ouen
. .
'

5
5, 5
"

0,480 i
0, 450

32,5
36, 8

'

\ s

' [valori inscritti nella quinta colonna giusticheranno il n qui esposto per le

trombe; essi si allontanano dalla teoria pi che i cilindri a vapore. Essa colonna
indica di'atli, che in queste differenti trombe il metallo lavora nei limiti di 64 a 35
chilogrammi per centimetro quadrato di sezione longitudinale del corpo, ci che cor
risponde circa da un ventesimo a un trentasettesimo del carico, che cagionerebbe la

rottura duna buona ghisa, come lo indica il numero dellultima colonna.


Corpo dei Torchi idraulici. - Se i costruttori possono conoscere perfettamente la
resistenza necessaria ai cilindri dei corpi di tromba, nellinterno dei quali la pressione
sarebbe di 10 a 20 atmosfere, non lo stesso per i corpi dei torchi idraulici, nei cui
cilindri si sviluppano delle pressioni tali che possono arrivare a pi centinaia datmo
sfere, ed in questa condizione la spessezza della parete sarebbe anche ad un piccolo

diametro interno una spessezza, sotto della quale la resistenza specifica del metallo
decresce sensibilmente.
Poche parole di spiegazione basteranno a dimostrare come sovente si costretti ad
ammettere spessezze tali che non sono condizioni sine qua non del problema. La p0

tenza dun torchio idraulico ha evidentemente per misura lo sforzo, che essa capace

340
di esercitare, prima che tutte le altre nozioni sulle sue dimensioni e sulle sue dispo
sizioni particolari. Questo sforzo, che designeremo con E, il prodotto della pressione

elementare P del fluido nel corpo del torchio e della sezione trasversale dello stan
tuffo premente, il cui diametro e D; e questo sforzo sar proporzionale a E: PD
per il torchio a costruirsi; ma questi due fattori sono variabili ed indeterminati.
Dallaltra parte la spessezza delle pareti del cilindro essendo sempre s: g, il
diametro interiore e in relazione un po pi grande che D; ma, supponendoli uguali
pel momento, questa spessezza proporzionale a PD, e per lo sforzo PD= da prodursi

si conosce che PD suscettibile di differenti valori della spessezza s.


Affinch questa spessezza s diminuisca o cresca dun certo limite conveniente,

bisogna che PD subisca la stessa riduzione o lo stesso aumento; ora per uno stesso
sforzo PD' il minor valore di PD corrisponder al pi grande del fattore D, che gura

nel primo prodotto alla seconda potenza, cio il corpo del torchio, capace di uno sforzo
determinato, pu essere stabilito in condizioni differenti.
Un piccolo diametro dello stantuffo e una gran pressione dnno una maggiore
spessezza delle pareti, e cos pure un gran diametro dello stantuffo e una debole
pressione.

Se non ci fossero ostacoli, che si opponessero afnch questa propriet fosse messa
a protto, la costruzione del corpo dun torchio idraulico non presenterebbe difcolt
particolari, poich basterebbe di dare al suo diametro dimensioni tali che fossero suf
cienti per ridurre la spessezza delle pareti al punto, in cui il metallo conserva tutta

la sua tenacit; ma, quanto pi il diametro e grande, tanto pi il volume dacqua a


comprimere considerevole per una corsa determinata, ci che prolunga, nello stesso

rapporto, la durata delle operazioni. Ora per questo motivo, che si praticato di
dare delle grandi spessezze ai corpi dei torchi idraulici, spessezze da 8 a 20 centimetri,
e facendo lavorare il torchio a enormi pressioni di 600 e pi atmosfere.
La fondita di un tal cilindro presenta grandi difficolt tecniche sotto varii riguardi.
Ma per fissare le idee sulle differenti soluzioni, che il problema in discorso pu pre
sentare, risolveremo la questione appoggiata ad esempii.
Esempio. - Calcolare le dimensioni di un corpo di un torchio idraulico, il quale
deve produrre uno sforzo massimo di 500000 chilogrammi, ammettendo prima che la
pressione interna non debba elevarsi oltre 50 chilogrammi per centimetro quadrato di
sezione delle stantuffo, ed in un altro caso che essa possa salire fino a 500.
Soluzione. - 1 Caso. Conoscendo lo sforzo totale e la pressione elementare, biso
1rdi

gner
trovare
diametro dello
stantuffo, elinterno
si avr T
sia
lm,l28
la illunghezza
del diametro,
del X cilindro e un poOVE
pi grande di
3 a 4 centimetri, ci che d per diametro interno D 115 a 116 centimetri circa.
Ammettendo ora che il metallo sulla sezione longitudinale del cilindro non sia
carico che a un quarto del coefficiente di rottura della ghisa ordinaria di buona
qualit, che 300 chilogrammi per centimetro quadrato, si otterr per la spessezza
PD _ 50k x 115
della parete cilindrica s = 2_R _ W : 9 58 ossia 96 millimetri.
2 Caso. - La pressione elementare dovendo essere ora portata a 500 chilogrammi
per centimetro quadrato, si avr per diametro dello stantuffo:
1rd2
-4--><5002500,000k e d:35,6
ossia 356 millimetri, cio pel vuoto del cilindro 38 centimetri.
k
La spessezza della parete diverr questa volta ai : 5-goxx3gg-c:
81,6,- ossia lenorme

spessezza di 316 millimetri.

_-_

W.S-. Il
_._ Y. ,, V

341

Da questi due esempii si vede che n luna n laltra di queste due soluzioni non
convengono per l'esecuzione di un tal torchio: nel 1 caso la pressione elementare sa
rebbe troppo debole, e condurrebbe ad uno stantuffo dun diametro esagerato, il quale
non funzionerebbe che con molta lentezza, e darebbe allinsieme della macchina delle
dimensioni estremamente inusitale; nel 2 caso questa pressione elementare sarebbe
troppo considerabile ed esagerata, e la spessezza della parete pel corpo affatto fuori
della condizione pratica. Devesi quindi: 1' abbassare questa pressione al disotto delle
cifre proposte, e ci conduce ad un aumento di diametro; Q accrescere il coefficiente
di resistenza del metallo, sostituendone un altro di qualit superiore. Si potrebbe,

per esempio, abbassare la pressione a 200 chilogrammi, ed innalzare il coefficiente


di resistenza a 400 chilogrammi. Il diametro dello stantuffo diverr:
i

11 x 200 = 500000; dove : d: 56,4. Il cilindro avendo secondo questo risul


4
200k 58
lato 58 centimetri di diametro interno, la sua spessezze sar s:m=5,
ovvero di 45 millimetri.

Tali sarebbero le condizioni da adottarsi per il corpo di un torchio idraulico, che


deve esercitare uno sforzo di 500000 chilogrammi. Avendo ammesso che il metallo sop
porti uno sforzo di 400 chilogrammi per centimetro quadrato, bisogna procurare che le
pressioni non superino la met di quello capace di essere sopportato, imperocch in
questo genere dapplicazioni lesperienza dimostra, che la rottura pu prodursi spesso

anche vicini) ai 600 chilogrammi per centimetro quadrato, mentre la ghisa di buona
qualit, con una debole spessezze pu giungere da 1300 a 1400 chilogrammi.
Cilindri cavi sottomessi ad una pressione esteriore. - Lasciando a parte i focolari
interiori e i tubi dei generatori tubolari, a pochi casi si riduce limpiego di cilindri
sottoposti a questo genere di resistenza.
Dopo numerose esperienze fatte in proposito tanto in Francia quanto in Inghilterra,
il Morin, che le discusse, ed il Fairbain, che le esegui, proposero la formula seguente

1>-S2
nella
- ,

1 qua e.

P rappresenta la pressione di schiacciamento_in chilogrammi per centimetro


quadrato;
A rappresenta un coefciente numerico dipendente dalla natura del metallo;
L rappresenta la lunghezza in metri del tubo o del cilindro sottoposto alla
pressione;
D rappresenta il suo diametro interiore in metri;
S rappresenta la spessezza del metallo anche in metri.
I tubi sottomessi allesperienza erano in lastra e costrutti con diversi sistemi, con
inchiodatura semplice, con coprigiunte, con doppia inchiodatura; le loro dimensioni

variarono da 102 a 363 millimetri di diametro, le lunghezze da 383 millimetri a


tm,524, e le spessezze da I a 6 millimetri circa.
Il valore del coefciente trovato colla formola superiore, ammettendo che essa rap
presenti la legge seguita per la resistenza dei tubi in questa circostanza, e introducendo
Ie,dimensioni di ciascun tubo e le cifre della pressione, alla quale esso si difi'ormato,
sar la misura esatta di questa resistenza, e potr servire di guida in un caso pro
posto per fissare le dimensioni di un cilindro sottomesso ad uno sforzo analogo. Il Moria,
avendo fatto i calcoli per ciascuna esperienza, delle quali fa conoscerai particolari, ha
troVato per coefciente di A,intendendo sempre tubi in lastra di ferro, un valore medio
di 400000, con una variazione da 300000 a 500000 circa.
Fece poi lapplicazione della stessa formola in varie altre esperienze. Il corpo
sottomesso all'esperienza era un cilindro in latta di 6 millimetri di spessezza, di Im,'l0
di diametro interno, e di metri 1,88 di lunghezza formato di due ghiere riunite da una

inchiodatura circolare a doppia fila di chiodi e inchiodata nella stessa guisa longitu
dinalmente. Questo cilindro si schiacciato ad una pressione effettiva di 5 atmosfere,

342
"
ovvero di chilogrammi 5,1665 per centimetro quadrato. Cercando il valore di A dedotto
dalla formola e da questa esperienza, si ha:
A:

P_IQ
s

dove A:

5",t665 x1m,ssl 1,10


= 458,670,
0,006 x 0,006

il quale coefciente maggiore delle medie esperienze di Fairbain. Ma il Morin fa os


servare che le due ghiere con doppia fila di chiodi servono come unarmatura capace
di aumentare di molto la resistenza, ritardando il momento di flessione.

Si pu conchiudere, che, quando trattasi di tubi bollitori composti di varie ghiere


di lastra robusta con varie punte inchiodato, da ritenere 500000 per coefciente,

e la formola, che permetterebbe di calcolare la pressione capace di determinare io


Se
schiacciamento, sarebbe P0 = 500000

'

Vediamo con un esempio quale sarebbe la pressione capace di schiacciare un


bollitore dun focolare in latta di 10 millimetri di spessezza e metri 0,80 di diametro
interno sopra una lunghezza di 1,50, che fosse avvolto nellacqua sotto una pressione
del vapore, che nelle condizioni proposte i regolamenti non permettono dinnalzare

sopra le 6 atmosfere.
La farmela d per pressione effettiva capace di produrre lo schiacciamento di un
cor p o c1m
'l' il r1co P"500000
x w*dl*
1m,50 x 0m,80_
, 67 sotto una p ressione esteriore
maggiore di 42 atmosfere. per probabile che lo schiacciamento si produca avanti
di arrivare ad una cos grande pressione; ma gi si sa che il pi leggiero difetto

di fabbricazione o dinuguaglianza di riscaldamento determina un principio di de


formazione, che, alterando la forma circolare, produce immediatamente lo schiac

ciamento completo. Per altre nozioni sulla pressione esterna del cilindri vuoti vedasi
le regole pratiche dellarticolo dei tubi di condotta d'acqua.

ARTICOLO XVII.

Scatole di chiusura 0 Bossoli a stoppa, metallici ed in cuoio.

TAV. LIV
Fig. 1, 2, 5,1.

242. Bossoli a stoppa o Stufng-hox (siccome dorigine inglese),


ovvero scatole di chiusura. - Cos di00nsi certi manicotti, che si adattano al

lapertura dei coperchi dei cilindri di lavoro interiore, per impedire la fuga
dei uidi chiusi in essi, che potrebbe succedere attorno allasta dein stan
tuf durante il moto.
Essi impiegansi specialmente attorno alle aste degli stantuf dei cilindri a vapore,
delle trombe idrauliche, e alle aste delle valvole a cassetto, dei torchi idraulici, ecc. Il

bossolo a stoppa si compone generalmente di due parti, cio della scatola e del cap
pello. La scatola generalmente fusa col coperchio del cilindro, nel quale si muove;
lasta dun diametro abbastanza grande onde possa ricevere la guernitura a stoppa
di canapa, che deve invilupparla.

Il cappello, detto anche compressore, serve a comprimere la stoppa contenuta nella


scatola: esso generalmente in bronzo, e sunisce colla scatola o bossolo mediante
due chiavarde, che servono a regolare la pressione, e perci la chiusura, la quale
deve essere abbastanza forte da impedire la fuga del vapore, o l'entrata daria at

traverso la stoppa, il che sarebbe causa di frequenti oscillazioni dellasta dello


stantuffo.

343
Bisogna aver cura dingrassare frequentemente la guernitura, e perci soventi si

TAV. LIV

costruisce sul cappello una ciotoletta per lolio o pel grasso. Se non singrassasse
sufcientemente, la stoppa per effetto dellattrito dellasta si riscalderebbe talmente
che brucerebbe.
In quanto alle dimensioni delle due parti del bossolo, esse dipendono natural
mente dal diametro dellasta, che le attraversa. La parte cilindrica del coperchio 0 cap
pello, che penetra nella scatola, ha dordinario il diametro uguale a una volta e mezzo

quello dellasta. Il diametro esteriore della scatola e uguale a tre volte il diametro
della medesima (vedi le Regole Pratiche). La materia, di cui si riempiono le scatole

o bossoli di chiusura, si chiama in generale guarnitura, paterna o baderna. Essa


varia a seconda della natura dei uidi da contenere, della loro pressione e della loro
temperatura.
Le guerniture si possono distinguere in tre specie differenti: 1 Le guerniture a
stoppa, che si applicano alle macchine a vapore ed anche alle macchine idrauliche,

allorch la temperatura lo permette, e puossi lubricare lasta; 2 Le guerniture me


talliche, che possono sopportare unaltissima temperatura, e celle quali lavorasi senza

che sieno lubricate; 3 Le guerniture in cuoio, usate specialmente per lacqua, lolio,
ed in generale pei uidi freddi.

Descrivere e disegnare lesterno e lo spaccato di un bossolo a stoppa da adattarsi alla m. t, 2, s, i


guarnitura dellasta della stantuffo d'un cilindro di una macchina a vapore verticale.
La disposizione generalmente adottata per la guernitura dellasta dello stantu'o

del cilindro duna macchina a vapore verticale, nel suo passaggio attraverso al co
perchio, si spiegata nellArticolo antecedente. Questa Figura non comprende eviden
temente che la parte centrale del coperchio a, e il bossolo in ghisa o scatola di chiusura

A, in cui nella sua lunghezza sia la stoppa attraversata dellasta delle stantuffo b.
Questa scatola tornita esternamente ed internamente, ed il passaggio dellasta si ef
fettua attraverso di una ghiera rapportata in bronzo e, sulla quale si appoggia la stoppa,
e pu essere facilmente sostituita quando essa per luso sia consumata. Il bossolo a
stoppa termina in una seconda ghiera, chiamata turacciolo o compressore, col quale

sesercita sulla stoppa la pressione necessaria per stabilire un contatto intimo collasta.
A tal effetto il bossolo A, il cui corpo cilindrico, munito nella parte superiore dun

f ,.i- a-w...-_

344
TAV. LIV

.4

orlo, che va allargandosi in forma elittica, presentando due specie d'alette per appli
carvi le chiavarde C, con le quali, per la chiusura dei dadi, si pu esercitare la
pressione necessaria. Quando la posizione e verticale, come nel nostro caso, allora

si d al compressore la forma di ciotola, nella cui cavit contiene lolio necessario'alla


lubricazione dellasta. Nulladimeno la stoppa propriamente detta, prima di porla nel
bossolo, deve essere impregnata di sevo. Le chiavarde di pressione sono ordinaria
mente tissate a vite nelle alette del bossolo, come si vede nella Fig. 4. Altre volte
invece portano una testa, e sintroducono nei buchi appositamente preparati per la
parte inferiore. Anticamente si usava di fare i bossoli molto lunghi afne di dare

una lunga corsa al turacciolo, ma attualmente si fanno pi corti.


Nel maggior numero dei casi i compressori o ghiere inferiori e superiori, che ab
bracciano lasta, si fanno di bronzo, afnch non si logorino facilmente, e lattrito

contro lasta riesca minore. Questi hanno, dalla parte della stoppa, un profilo uniforme,
come propose il Farcot. E cos sono pi convenienti di quelli usati dapprima, in cui il
prolo ha un sol lato, il che assai difcilmente permette il passaggio dei uidi intorno

alla sostanza destinata a produrre la chiusura; usasi per al presente di lasciare piana
la supercie interna degli anelli.
La Fig. 191 rappresenta una scatola o bossolo a stoppa verticale appoggiata oriz
zontalmente, e la Fig. 192 un bossolo a stoppa pensile. Le quote scritte sulle gure
sono in parti proporzionali, prendendo per unit d, diametro dellasta dello stantuffo.
Ripasseremo in rassegna, oltre ai descritti, che possono essere considerati come i

tipi principali dei bossoli a stoppa , anche quelli che prendono forme speciali a se
conda delle varie circostanze.
Bossolo a stoppa. a. coprimento. - Nelle ofcine dove per qualche genere
particolare di lavoro si fa molta polvere, ovvero per la posizione particolare dei ci

lindri i bossoli sono soggetti a ricevere bricioli di carbone od altri corpi nella. cio
tola dellolio o nel bossolo si usa costruire il compressore in forma di scatola a copri
mente 0 avente un coperchio.
Fig. 5, 6, 7, 8.

Disegnare un bossolo a stoppa a coprimento col relativo spaccato. (Figure 5,


6, 7 e 8). - Questa disposizione differisce dalle precedenti nella modicazione
della forma del cappello, il quale circolare, munito esteriormente dun estragan
B' abbastanza largo per coprire la ghiera della scatola allesterno, di cui per causa
delle chiavarde non possono vedersi che i dadi e le estremit. Questa forma dun
belleetto esteriore, e ripara tutto lapparecchio dalla polvere. Esso porta pure una

ghiera in bronzo con leggiero attrito contro lasta dello stantuffo.


Afnch l'anello mobile o cappello non prema eccentricamente lasta. dello stan

tuffo, bisogna por mente di chiudere in modo uguale le due chiavarde di pressione.
Nelle grandi macchine, come in quelle usate nella marina, si suole munire i due
dadi di due ruote dentate, nelle quali imboccano due viti perpetue ssate sopra un

medesimo albero, e fanno girare con questo le due chiocciole, che necessario si
chiudano egualmente. Nelle piccole scatole si ottiene facilmente lo stesso effetto, ta

cendo il cappello del bossolo a vite, in guisa che lasse dello stantuffo coincida. collasse
dellasta del medesimo, come si pu vedere delle varie gure, che rappresentano
lesterno e lo spaccato.
I-ig. 9 e lo.

Piccolo Bussola a stoppa con Cappello a vite. - Per piccole aste, in certe circostanze,
si fa uso di guerniture, nelle quali il cappello, invece di essere compresso con chia

varde, esso stesso fatto a chiocciola, e costituisce un vero dado montato sulla sca
tola a stoppa.
Questo sistema prende due forme o disposizioni differenti. La prima quella rap
presentata nelle Fig. 9 e 10, e consiste nel formare la vite allesterno del bossolo. ll
cappello 8' ne forma la chiocciola, lo schiacciastoppa o compressore propriamente detto
formato da una ghiera B, staccata dal cappello, la quale 10 fa che premere, in

guisa che questo dado libero di girare su se stesso; solamente, quando si vuole
rifare la guernitura, svitando il cappello a chiocciola, esso non attira con s il com

pressore della stoppa B, perci si riserva il modo di prenderlo per lesterno della
scatola; il pi semplice , come lindica la Figura, di conservarin alla parte superiore

345
un leggiero listellino onde non possa penetrare nel bossolo, e cosi si pu innalzare con TAV. XLW
un utensile qualunque.
La grossezza dellasta non il solo motivo, che possa far preferire l'adozione di
questo sistema di bossolo a vite. Bisogna anzitutto che il cilindro, od altro appa
recchio, a cui si vuol applicare il bossolo, si adatti alla costruzione della vite ed al
movimento del dado. Soventi perla forma e la resistenza da esercitare non lo per
mettono, poich bisogna osservare che il bossolo in ghisa, e la vite non riesce che

mediucremente, bench possa essere eseguita con cura, prendendo un passo piut
tosto grosso con un pane poco profondo ed ottuso. Ma negli apparecchi in rame ed
in bronzo, come nelle chiavi ad acqua ed a gaz (rubinetti), questo sistema viene

applicata con successo.


Nella seconda disposizione il bossolo filettato interiormente e tornito liscio al
l'esteriore: girando il cappello come nel primo discende per la ghiera filettata inte
riurmente, e preme la stoppa per mezzo della ghiera B, che in questo caso unita

al cappello.

'

Bussole a stoppa con Serbatoio a vapore. - Il carattere principale di questo bossolo


e quello di avere un recipiente posto nellinterno della scatola, fra due strati di
stoppa. Questo recipiente contorna lasta dello stantuffo, ed messo in comunicazione
col vapore dall'inviluppo del cilindro perlmezzo di un piccolo tubo, che parte dalla
bozza fusa col corpo del bossolo, il quale vapore esercita la sua pressione contro lasta,
e coopera col compressore allo schiacciamento delle guerniture: quindi, se vi fossero
delle perdite, si sarebbe tosto avvertiti per mezzo del fischio, che produrrebbe il vapore

del recipiente, e che di necessit sarebbe il primo a fuggire.


Bossolo a stoppa per Aste orizzontali con Serbatoi d'olio interni. - Per le aste oriz
zontali o molto inclinate lintroduzione dellolio necessario alla lubrificazione non si
pu effettuare per mezzo di una ciotoletla esteriore ed attorno dellasta come nelle
disposizioni precedenti; in esse bisogna far uso di un lubrificatore laterale messo in
rapporto diretto colla stoppa o haderna, come si vede dalle Fig. 11 e 12, che ne rap
presentano uno, il quale appartiene ad una macchina a vapore orizzontale. La scatola
A munita di una chiave lubrificatrice C, che si mette in rapporto collancllo D, che

Fig. Il 0 12.

abbraccia l'asta, e racchiude fra due strati di stoppa due anelli o gusci circolari, i

quali per mezzo d'un piccolo anello sono in comunicazione con due piccoli buchi per
dar passaggio _all'olio, che pu c<sispandersi e penetrare in tutta la massa della stoppa.
la quanto al turacciolo compressore o schiacciastoppa B, esso termina esteriormente in

una coppa sferica f, nel mezzo della quale havvi un anello, che ritiene lolio contro lasta.
Bossoto a stoppa unito a un Ghovoto o Ceppo scorritoio. - Le Figf 13 e 14 rappre
sentano una disposizione, nella quale la guernitura non offre nulla di particolare, ma
solo ricorda le Condizioni speciali, nelle quali la scatola a stoppa serve di punto d'at

Fig. 13 e H.

tacco del chiovolo dell'asta dello stantuffo, che centrale, come si presenta nella

locomotive e in qualunque macchina fissa. Ne risulta che lesterno di questa scatola


A rettangolare;e che le due facce orizzonlali Sono disposte per l'applicazione di due
chiovoli E, che si attaccano allarmatura ovvero al cilindro della macchina, come ve

dremo in un apposito capitolo.

>

Bossoto con guarnitura metallica per Asta orizzontale (sistema Million). - Le guer
niture a stoppa sono ancora le pi impiegate per le aste dello stantuffo a vapore; ma
qualche volta si prov di surrogarle con altri Sistemi, che hanno il merito di non
opporre una grande resistenza al moto scorrevole dellasta, e di esigere dei rinnova

menti meno frequenti della stoppa. Si usa in effetto la gnernitura metallica, quando,
come abbiamo gi detto, lo stantuffo a vapore a segmenti non funzionerebbe in
modo diverso.

La gucrniluta metallica dellasta di una stantuffo rappresentata nelle Fig. 15 e 16


non offre il carattere delasticil, che deve aspettarsi da un tal organo o da qualunque

altro apparecchio, chedeve fare un simile servizio. Questo sistema d'iniezione del
signor Nillion, ingegnere e fisico distinto specialmente pe suoi studii sui motori ad

aria calda.
44

Fig. 15 016.

346
Il bossolo formato duna lunga ghiera in ghisa B della grandezza del dia
metro dellasta, che essa deve guidare e mantenere nella scatola A fusa col coperchio a
del cilindro. La ghiera sappoggia verso la sua estremit anteriore con qualche ro
tella elastica e sulla ghiera in bronzo e, di cui lapertura del coperchio e guernita;

TAV. XLlV
Fig. 15 e 16.

essa sappoggia anche per un collaretto f sul collare della scatola o bossolo, contro del
quale fortemente compressa per mezzo dun cerchietto c chiuso, che preme diretta
mente una seconda guernitura elastica e; inne lestremit della ghiera fornita di
un dado D, che chiude una simile gumnitura e", della quale ora descriveremo luso.

Infatti, l'asta dello stantuffo scorre liberamente nella ghiera, il cui diametro interiore
tale che il moto set'fettua con leggerissimo attrito. La difficolt, che prova il va
pore ad insinuarsi tra la supercie della ghiera e quella dellasta nel piccolissimo in

tervallo si , che questo incessantemente occupato da acqua proveniente da quel poco


di vapore, che passa e si condensa, ci che gli impedisce duscire col movimento del
lasta dalla guernitura esteriore e", in cui installato. Riguardo alle due altre e ed e',

esse non hanno altro scopo che d'impedire la fuga tra la ghiera e la scatola A, e,
siccome non sono sottomessa ad alcuna mobilit, possono essere chiuso abbastanza
senza ostacolo. Si osserva, in effetto, un certo spazio conservato tra la ghiera diret

trice e la scatola o bossolo, nel quale sono ritenute per una pressione longitudinale,
che non impedisce di spostarsi eccentricamente, nei limiti di questo spazio, tra i due
pezzi. Lautore del sistema ha pensato che questa mobilit facoltativa potrebbe di
' venire utile affine di permettere alla ghiera B di cedere alla essione dellasta, se ne
produce, e di conservare a questasta la sua piena libert.
Di questo sistema di bossoli o scatole si sono fatte applicazioni importanti a
Parigi nella manifattura dei tabacchi. Esso applicato ad una macchina di 50 ca

valli, che lavora a quattro atmosfere e mezzo; il bossolo di questa macchina lavora
senza bisogno di cambiare alcuna delle piccole guerniture, che vengono solo pulite
di tanto in tanto. Esperienze fatte col dinamometro hanno dimostrato, che lattrito di

tale guernitura contro lasta inferiore a quello della stoppa, come era facile a
prevedere.
Fig. t7, t8, ti), 20.

Bossoli a stoppa per Cilindri oscillanti. - Queste guerniture nel principio non dif
feriscono da quelle, che convengono ai cilindri fissi, se non che per la maggior lun
ghezza comparativamente al diametro dellasta dello stantuffo, la quale, in ragione delle

oscillazioni del cilindro, sottomessa a sforzi laterali di una certa intensit, e perci
deve essere duna grande resistenza e leggermente guidata e mantenuta. Le Fig. 17,

18, 19 e 20 appartengono ad uno dei cilindri oscillanti duna macchina per la navi
gazione, sistema Penn, costrutta da Nillus: essa distinguesi specialmente per la lun
ghezza del bossolo A', poi pel coperchio al quale appartiene, e che a doppia parete
o e a'. Anche la guernitura a stoppa non pi estesa che per i cilindri ssi; ma il
corpo interiore A del bossolo forma una lunga guida rivestita interiormente di un

tubo in bronzo, nel quale scorre lasta dello stantuffo b.


ll bossolo a stoppa B guernito nella medesima guisa duna ghiera in bronzo,
della quale la ciotoletta di lubricazione in bronzo f fa parte; linterno di questa cio
toletta presenta una cavit rientrante affine di prevenire il versamento dellolio nella
posizione dinclinazione del cilindro.
Il modello di guarnitura rappresentato nelle Fig. 21, 22, 23 e 24-, copiato dal
Fig. 2|, 22,23, 2t.
Jacht francese lAquila. Questa disposizione un po pi complicata della precedente,
che procede in parte dalla guarnitura metallica, di cui tratteremo pi avanti, con
siste in un anello un po conico D in due parti unite per mezzo dun addentellato, che
abbraccia l'asta dellembolo b, sulla quale si appoggia la stoppa o baderna, la cui
pressione agisce sullaltra esteriore, che conica; forse questo anello chiudesi stret
tamente contro lasta, il cappello o compressore della stoppa B fuso colla scatola
di lubricazione, ed il suo interno munito duna ghiera in bronzo c'.

in questi apparati, in cui si richiede una propriet speciale, tutti i mezzi imma
ginabili furono messi in opera affinch lolio non si spandesse nel movimento della
macchina; vi si osserva inoltre un altro bacinetto in bronzo e posto superiormente
del bussola a stoppa e chiuso in un altro maggiore B.

347
Bossoli aguainll. - Pei cilindri delle macchine per la marina di sistema a

TAV. XLIV

guaina limpiego delle guerniture metalliche e specialmente necessario. Si sa che lo

Fig. 25 e 26.

stantuffo di queste macchine e anulare a causa della loro asta, che un manicotto
cavo, che attraversa il cilindro da parte a parte, il cui diametro non pu essere infe

riore alla met di quello dello stantuffo; questo manicotto ha ordinariamente un metro
di diametro. Per conseguenza una guernitura di canapa con tali dimensioni sarebbe
difficilissima a farsi e a mantenersi in buono stato da funzionare: quindi la guerni
tura metallica e da preferirsi.
.
La Fig. 26 rappresenta lo spaccato della guernitura adottata pei cilindri delle
macchine della nave il Castiglione, costrutta a lndret, e duna potenza nominale di

800 cavalli. La guaina b un manicotto in ghisa dun metro di diametro esteriore, e


di 40 millimetri di spessezza verso le sue estremit; la guernitura disposta pel suo
passaggio, nella scatola e bossolo A, unita al coperchio a del cilindro, e formata di
un certo numero di segmenti in ghisa sovrapposti, e di cui lesteriore, che conico,

riceve lazione di 24 cunei d disposti in guisa da ricevere il taglio dei segmenti e


formare il cacciagiunte. Queste parti sono tutte racchiuse nella scatola per mezzo

di un disco D invitato, nel quale sono fermate per mezzo di due viti a cuneo le
chiavarde e, con le quali si regola la pressione.

Tale disposizione di guernitura non la sola ammessa in questa applicazione


particolare; anzi vha uninfinit di altri sistemi differenti.

REGOLE PRATICHE

Bench le proporzioni di questi apparecchi non abbiano niente di assoluto, e l'abi


tudine alla costruzione sia sufficiente alluopo, tuttavia dietro i dati dellesperienza si
possono stabilire delle regole proporzionali secondo i varii diametri delle aste, le quali
serviranno a mettere una certa armonia tra i differenti modelli.
Cappello o Compressore della stoppa. - Il diametro D del cappello dipende sopra
tutto dalla spessezza, che necessario di dare alla guernitura attorno allasta; e questo

diametro e naturalmente uguale a due volte questa spessezza, pi il diametro dellasta


dello stantuffo; e siccome poi questa spessezza di stoppa non pu essere esattamente
proporzionale al diametro dellasta, il quale relativamente maggiore per le piccole
aste che per le grosse, conviene far intervenire, nel rapporto da adottarsi, una quan
tit fissa addizionale, come si fatto per altri organi.
Noi troviamo, riassumendo, dallesame di varii bossoli o scatole eseguite per varie

macchine dai pi accreditati costruttori, che la spessezza della corona a stoppa pu


essere rappresentata da m =0,Qd + 3 millimetri. Per conseguenza il diametro del cap
pello e del vuoto del bossolo diverr:
D = d + 2m : I,4d + 6 millimetri.

Laltezza h di questa parte cilindrica, che nelle macchine moderne e pi debole


che nelle antiche, un poco inferiore al diametro D; basta farla circa 0,8D, e sar
h=l,08d + 5 millimetri. La spessezza s pu essere basata su quella di m della guer
nitura, tanto per rispondere alla resistenza, che essa oppone alla chiusura, che per re

golarizzare la sua spessezza. Ammettendo per esempio che la spessezza di questa sia
circa 5|4m, si potr prendere per determinarla la soluzione seguente: e=0,2d+ 5
millimetri. Rimane in quanto al cappello o compressore di fissare le dimensioni della
scatola di lubrificazione, cio del suo diametro D" e della sua altezza g. Queste dimen
sioni sono suscettibili di variazioni, potendo essere basate sui dati seguenti:

diametro D" :: I,5d +10 millimetri


altezza 9 : 0,64 + 5 millimetri.

348
Chiavarde. - Il diametro 1' delle chiavarde deve essere in rapporto colla pressione,
che devono esercitare sulla stoppa, ma in rapporto determinato. In certi limiti due chia
varde bastano; ma, quando il diametro dellasta, e per conseguenza della guernitura,
' grande, se ne aumenta il numero piuttosto che il diametro, il che anche necessario

per ripartire la pressione pi ugualmente sulla stoppa, bench con pi chiavarde


sia pi dill'icile ben regolarne la pressione che con due; ma in tutti i casi, diicile

che il loro numero sia superiore a tre o quattro. Dopo avere rapportato la lun
ghezza della zona di stoppa al diametro dellasta, ed in seguito la spessezza del col
lare a a questa zona, questa ultima spessezza pu servire alla determinazione del dia
metro delle chiavarde, che sarebbe uguale a essa spessezza, quando non sono che
due. Per un numero maggiore, si potr prendere un diametro pi piccolo, ma senza
discendere no ad _uguagliare la somma delle sezioni. evidente che, per un nu
mero di chiavarde maggiore di due, il collaretto del cappello dovr essere circolare,

oppure avere altrettante alette quante sono le chiavarde, con cui vuolsi tenere il
cappello.
Per due chiavarde si avr d' =s=0,2d + 5 millimetri. In generale conservasi

due chiavarde no a 10 a 12 centimetri di diametro dellasta, tre da 12 a 20, quattro


per diametri superiori; ma difcilmente si supera questi limiti.
Per tre chiavarde, basterebbe fare il loro diametro circa d"=0,16d+5. Per
quattro si avr d"'= 0,14d + 5.
laquanto al diametro del circolo, sul quale sono poste le chiavarde, bisogner farlo
pi piccolo possibile, come norma generale in questi apparecchi.
Scatola della Stoppa. - Le dimensioni pi importanti di questa parte della guer
nitura sono evidentemente la sua altezza il, dalla quale dipende lestensione del con
tatto della stoppa collasta, quindi il suo diametro esteriore D', che, essendo dato il
diametro del vuoto, non sar pi che una questione di spessezza delle pareti.

Per le macchine a vapore a cilindro sso laltezza della scatola poco conside
revole: le si da incirca il triplo del diametro dellasta, che nei traduciamo in questa
guisa per favorire le piccole dimensioni: H=n2,5d + 25 millimetri. Il diametro mi
nimo esteriore, ammettendolo un po conico, si determiner ssando la spessezza
delle pareti.
,
Questa spessezza baster farla n=0,2d + 5 millimetri. Per consaguenza il dia
metro esteriore, che la somma del vuoto e delle due spessezze, sar:

a": a + 2n=(1,1d + e) + a (0,24 + 5) = 1,811 =- 16.


La spessezza delle alette od orecchie, in cui sono le chiocciole delle chiavarde,
deve essere abbastanza robusta per resistere alla formazione della chiocciola: essa non
deve

essere minore duna volta e mezzo il loro diametro, che sar uguale a 1,5n,

poich noi supponiamo che questa spessezza sia uguale al diametro d' delle chiavarde:
si avr per conseguenza e =0,3d + 7 millimetri.

Per le macchine a vapore con cilindro oscillante laltezza del bossolo o scatola a
stoppa molto considerevole relativamente al loro diametro, alline di assicurare meglio
la direzione dellasta. Ma dallesempio, che daremo, si vedr che questo aumento dal

tezza non porta aumento sulla guarnitura a stoppa propriamente detta, la quale anzi
conserva sensibilmente le proporzioni, che le abbiamo assegnate n qui.

liiassumeremo le regole n qui esposte con unapplicazione, determinando le varie


parti del'bossolo disegnato nella Fig. 1, Tavola XLlV, il quale ha unasta di 50 milli
metri di diametro.

Esempio. - Trovare le dimensioni delle varie parti dun bossolo o scatola a stoppa
da applicarsi al coperchio di un cilindro verticale.
'

Soluzione. Dalle regole suesposte si avr:


Spessezza del compressore .

. m : 0,2d + 3 = 0,2

x 50 + 3 : 13 millimetri.

Diametro del corpo . . . . D :1,4d + 6 =1,4 x 50 + 6 = 76


Altezza del corpo . . . . . h =,1,08d + 5 : 1,08 x 50 + 5 = 59

1)

349
Spessezza del collaretto .
Diametro della scatola

a = 0,2d + 5 = 0,2 x 50 + 5 = 15 millimetri


. D":1,5d + 10 : 1,5 x 50 +10 : 85
r

Altezza della ciotola >L .


Diametro dalle chiavarde

g = 0,5d + 5 = 0,5 x 50 + 5 = 30
d' 2 0,2d + 5 = 0,2 x 50 + 5 = 15

Altezza del bossolo

H := 2,511 + 25 .-: 2,5

Spessezze delle pareti

n = 0,2d + 5 = 0,2 x 50 + 5 = 15

Diametro esteriore

Spessezza delle alette

D' = 1,8d +16 = 1,8

x 50 + 25 : 150
x 50 +16 : 105

e = 0,3d + 7 = 0,3 x 50 + 7 : 22

Da questo esempio si potr facilmente desumere le proporzioni per una serie qua
lunque di bossoli a stoppa simili alla figura, che servi desempio, e di differenti diametri
lasciando di dedurre approssimativamente le proporzioni degli altri tipi, il cui numero
innito.

ARTICOLO XVIII.
Stantuf per Cilindri a vapore, ad acqua e ad aria.

243. Stantuf o emholi diconsi gli organi meccanici, che lavorano come
otturatori mobili nella cavit dei cilindri delle macchine a vapore , ovvero
nei corpi delle trombe. Gli stantu servono a far muovere i uidi, e tras
mettono a questi lazione del motore; quando poi questi sono motori, tras
mettono la loro azione per lintermediario delle stantu'o.
Lo stantuffo si compone di tre parti, cio: dellasta, del corpo e della guarnitura.
Il corpo un disco quasi dello stesso diametro del cilindro in cui si muove, con
una spessezza variabile secondo il sistema di guernitura. Il corpo degli stantui
empre metallico: si costruisce soventi in ghisa, e si compone di due parti, cio della

scatola e del coperchio. La scatola un disco munito nel mezzo dun rilievo sufciente
per contenere la ghiera conica di congiunzione dellasta collo stantuffo; il contorno
del disco leggermente concavo per ricevere la guarnitura.
Il coperchio e un altro disco pi sottile ugualmente forato nel mezzo, senza rilievo,
che serve a mantenere la guernitura sulla scatola. La forma e le dimensioni delle
scatole e dei loro coperchi, detti anche cappelli, variano secondo il genere della guer
nitura. La scatola si unisce al coperchio per mezzo di chiavarde invitate nella ghisa,
nellunione delle nervature, che servono ad unire il rilievo di mezzo della scatola colla
sua parete cilindrica.
'

La guernitura una composizione essenzialmente elastica ed uniformemente ri-


partita sul contorno del corpo, di cui la pressione sulla parete del cilindro, nel quale
si muove lo stantuo, sufficiente per rendere intieramente ermetica la separazione
delle due parti intercette, come canapa, cuoio, cotone, gomma, feltro, segatura, anelli

e settori di metallo, spinti da cunei e da molle, che li tengono in contatto contro il


cilindro con leggero attrito, secondo i casi.
Gli stantuf, forse pi che qualunque altro organo meccanico, presentano una
variet pressoch innita di sistemi e disposizioni speciali adattate non solo ai uidi
ed ai liquidi particolari, che si debbono trovare in contatto, ma anche per lo stesso

liquido o uido. Rispetto ai uidi ed ai liquidi, in cui debbono agire, si possono clas
sicare nel modo seguente:
1 Stantuf per macchine a vapore;

2 Stantuf per trombe idrauliche o ad acqua;


3 Stantuf per macchine pneumatiche o ad aria.
Ciascuna categoria si suddivide poi in varii altri sistemi.

TAV. XLV
Fig. 1, 2, 5

350
Stantuf per Macchine a. vapore. - Gli stantuf per le macchine a vapore
sono quelli di maggior importanza sotto varii riguardi, e li divideremo in due classi

distinte: la prima comprender gli stantu a guernitura o (materna lamentosa, e


perci leggermente espansiva: questa specie di stantuf si usa solamente per le mac
chine a bassa e media pressione. La seconda comprende gli stantu a guernitura me
tallica, la quale usasi per le macchine fisse, per le locomotive, ed anche per le mac'
chine per la navigazione.
Guernttura in canapa. - Nella prima classe possono essere considerati quelli con
guernitura semplice di canapa, posta dentro la convessit. del corpo dello stantuffo,
chiusa tra due dischi in ghisa.

Gli stantuf con guernitura in canapa non s'impiegano che nelle macchine a
vapore a bassa pressione, ove il vapore non stato introdotto nel cilindro che ha una.
bassa pressione, cio di unatmosfera, e al pi di una e mezzo, vale a. dire ad una
temperatura che non superi i 115 centigradi.
Questo sistema ha i suoi vantaggi, come il leggero fregamento, e quindi la con

servazione del cilindro, ecc. Ora quasi intieramente abbandonato, stante la maggior
temperatura usata nelle macchine ad alta pressione.
Guarnitura mista. - Per evitare un attrito troppo forte, e quindi il consumo del
cilindro, si immaginata la guernitura mista, cio parte in canapa e parte in me
tallo. Varii costruttori la preferiscono ad ogni altro sistema, e per qualunque pressione
che essa lavori, ha il vantaggio che la. si pu facilmente riparare.
Guernitura metallica. -- Ve ne sono un gran numero per gli stantuf delle mac

chine ad alta pressione, e specialmente per le locomotive: havvene delle eccellenti


e delle mediocri, ma in generale anche le migliori lasciano qualche cosa a deside
rare. Esse consistono in due anelli sovrapposti, e si compongono soventi di quattro
segmenti uguali spinti da molle contro le pareti del cilindro.

Stantuf delle Trombe. - Si sa. che una tromba e un apparecchio formato da


un cilindro, o corpo di tromba, nel cui interno si muove uno stantuffo, il quale nel
suo moto alternativo aspira, o estrae, o preme, o caccia qualche liquido, ovvero laria,

da un recipiente qualunque: le prime si dicono trombe idrauliche, le seconde trombe


pneumatiche; e quindi i loro stantuf si distinguono anche in due specie: stantuf
pei liquidi e ad acqua, e stantuf pneumatici.
Stantuf ad acqua. - Questi si possono dividere in due specie, cio: stuntu

pieni e stantu a cappella od a valvola. Gli stantuf pieni si suddividono in due ca


tegorie, cio: stantu pieni senza guarnitura e con guernz'tura.

Stantu pieni senza Guernttura. - Sono cilindri massicci uniti alla loro asta. per
mezzo di un occhio o cerniera, e si muovono in un bossolo a stoppa disposti in guisa
da intercettare la comunicazione tra linterno del corpo di tromba e laria esterna.

Stantu pieni con Guarnitura. - Consistono in un disco di ghisa o legno di una


certa spessezza, sulla. cui supercie convessa vi una cavit. per ricevere la guerni

tura di canapa, destinata a muoversi internamente nel cilindro.


Stantufo a cappella od a calcola. - Questo prende varie forme , secondo la mag
giore o minor importanza della tromba, a cui deve servire (V. Tav. LV, Fig. 19).

Stantuf ad aria. - Sono ordinariamente formati di anelli in ghisa o in legno,


guarniti di cuoio, e si possono dividere in due classi, cio quelli con valvole e quelli
senza, a. seconda delle esigenze del servizio.

Stantuf con Bordatura o Guernitura in canapa.


TAV. XLV
Flg. l e2.

Disegnare una Stantu/fo con Guernz'tura in canapa per una Macchina a vapore a bassa
pressione. - Le Fig. 1 e 2 danno il modello di una guernitura ordinaria in canapa
tale quale si applica da lungo tempo nelle macchine di Watt. Il corpo dello stantuffo
una scatola B fusa con un rilievo centrale per ricevere lestremit dell'asta. La sua
superficie convesso munita di una concavit anulare per ricevere la guarnitura in

canapa a. Sulla circonferenza di questa specie di scozia vi sono, ad uguali distanze,


delle aperture rettangolari, nelle quali si introducono dei dadi in bronzo e per le

351
chiavarde b, che servono a riunire il coperchio c colla scatola, ed a comprimere la
guarnitura nella scozia anulare.

TAV. XLV
Fig. t, 2, 5,1.

Per soddisfare a questo scopo bisogna che il coperchio (vedi la proiezione oriz
zontale, Fig. 2) e la scatola siano torniti e adattati con esattezza, e che uno penetri
nellaltro con leggero attrito. Il numero delle chiavarde 11 negli emboli di mediocre
dimensione, come di m. 0, 50 ad esempio, pu essere di 6. 1 dadi corrispondenti e sono
introdotti nellintaglio a coda di rondine praticato nel rilievo della corona della scatola,

la quale ritenuta mediante nervature, che uniscono questa corona al rilievo centrale.
Per evitare la schiusura dei dadi il coperchio munito dun cerchio piano in ferro c
con intagli disposti sulla sua circonferenza esteriore in guisa da corrispondere a due o

tre lati di ciascun dado; quando i dadi sono chiusi abbastanza, e il cerchio vitato sul
coperchio, tutte le parti resteranno completamente solidarie, e si muoveranno nel ci
lindro come se lo stantuffo fosse dun sol pezzo.
Quando la guernitura nuova, per alcuni giorni si andr via via chiudendo idadi
ntanto che sia sufficientemente compressa. Una guernitura di questo sistema e ben
fatta pu durare da tre a quattro mesi.
Descrivere e disegnare una Stanlu/fo secondo il sistema Maudslay con Guernitura in Fig. 5. n.1. a.
canapa.- in generale in tutti i sistemi setlettua la chiusura su tutta la circonferenza
egualmente chiudendo lentamente i dadi, che legano il coperchio alla scatola; ma un tal

sistema, oltre di essere lungo assai, esige molta cura. Per evitare questinconveniente,

e particolarmente per poter comprimere la guernitura egualmente senza scomporre lo


stantuffo, il costruttore inglese Mausdlay ha immaginato la disposizione segnata nelle
Fig. 5, 6, 'l e 8. Nel centro il coperchio ha una ruota in rame B, al cui centro av
vitato a guisa di un dado, che pu avvitarsi sulla porzione filettata dellasta in ferro T.

Un rocchetto ,T imbocca con questa ruota; lasse del rocchetta fucinato con la testa
quadrangolare per ricevere una chiave, per mezzo della quale si pu far girare sopra
s stesso.

Quando si fa girare il rocchetta ritenuto sopra il coperchio per mezzo della ghiera
b, la ruota B si trova naturalmente costretta a girare; ma, siccome il suo mozzo e
ssato sull'asta, ed un disco r lo ritiene al coperchio, questo obbligato di salire o

di scendere secondo il verso, in cui si fa girare lasse del rocchetta. Per chiudere
la guernitura in canapa o senza smontare il coperchio del cilindro, bisogna neces-'
seriamente che questo coperchio sia munito di unapertura con turacciolo, che si svita

per introdurre la chiaVe, quando lo stantuffo si trova allestremit della corsa. Sul
lorlo, che preme la guernitura per guidare il moto del coperchio e impedire che
giri, e formato nel fondo un rilievo cilindrico c, che penetra in un buco fatto nel ri

lievo B', fuso col fondo della scatola o corpo dello stantuffo B.
Descrive-re e disegnare una Stantuffo con Guarnitura mista; cio parte in canapa e parte
in metallo. - Gli stantuffi in canapa lavorano eccellentemente bene, se la temperatura
del vapore non troppo elevata. Nel caso contrario bisogna cambiare sovente la guerni
tura, ovvero ricorrere ad altre disposizioni. in alcuni sistemi la guernitura in canapa

protetta da due cerchii metallici uno introdotto in una cavit praticata nella circonfe
renza della scatola fermento il corpo delle stantuffo, laltro in una cavit simile,
in cui il lembo del coperchio comprime la stoppa Questa disposizione non offre
maggiori vantaggi di quella adottata dal signor Nillus, e rappresentata nella Figure 10
e 21, nelle quali non ha luogo alcun attrito colla parete del cilindro; la guarnitura
filamentosa agisce come molla per aprire i segmenti in ghisa D.

Per evitare le fughe, le due estremit dei segmenti sono riunite per mezzo di
una piccola placca o linguetta di metallo d, Fig. 23, incastrata nelle estremit dei

due segmenti. Solamente che da un lato la linguetta pu muoversi, mentre che nel
laltro e fissa per mezzo di due spilli f.
Negli stantuffi a grandi dimensioni il suddetto signor Nillus ha messo due segmenti

sovrapposti D e D', i quali, come lo indica la Fig. 21,, sono riuniti ciascuno separata
mente alle loro estremit per mezzo di linguette metalliche d simili a quelle del se
gmento unico. Nei dua casi, gli estremi del segmento, che toccano il fondo della scatola
dello stantuffo, sono ripiegati in forma di un tondino, affine di presentare una supercie

Fig. 9 e In.

352
TAV. XLV

pi larga formando meglio la scozia, nella quale le treccie di canapa sono compresse
per mezzo dellanello in ferro C e delle chiavarda b. A tal effetto questo sono invitate
nei dadi in bronzo e, tagliate a coda di rondine e impegnate nella cavit della stessa
forma praticate nei rilievi fusi colla scatola B della stantuffo. Lo stesso costruttore ha
impiegato due metodi dunione dellasta col corpo dello stantuffo. Quello rappresen
tato nelle Figure 9bis e 10bis simpiega quando la scatola fusa in un sol pezzo per

mezzo di un foro conico nel centro della scatola, e nel quale si adatta lasta T, la cui
estremit ha una forma analoga. Di pi questasta lettata immediatamente dissopra
della parte conica per ricevere la riunione completa di essa col suo stantuffo.
Fig. {Ibis e f0bfs.

Disegnare una Stanlu'o a Guarnitura metallica con anelli concentrici. - Fra i prin
cipali sistemi di stantuffi a guerniture metalliche uno dei pi antichi, e che tuttavia
usasi nelle macchine ad alta pressione, consiste nella semplice disposizione di due
anelli concentrici ssi da un lato, e battuti a freddo su tutta la circonferenza in guisa

da formare una specie di molla, che tende costantemente ad aprirsi.


Il succitato Nillus applic questa specie di anelli concentrici agli stantuffi
dei suoi motori ad alta pressione disponendoli come nelle Figure 9bis e 10 bis.
Questa disposizione, che ha il vantaggio di una grande semplicit desecuzione, e di

ridurre per quanto possibile il numero delle parti, si compone di due dischi simili
in ghisa B e C, torniti sul loro mozzo per tutta la lom circonferenza, e riuniti per mezzo
di quattro chiavarde a dadi b, che, quando sono chiuse, rendono lestremit a doppio

cono t dell'asta dello stantuffo completamente solidaria con essi, in guisa da for
mare un solo corpo. Ma, prima della chiusura denitiva, si pongonofra i due dischi
due anelli 8 ed a' appositamente preparati in guisa da presentare una certa elasticit.
QUesli anelli, che soventi si fanno in bronzo, in ferro od in acciaio, ma adesso pi

comunemente in ghisa dolce, sono pi sottili verso le estremit, cio verso la parte
separata, che dal lato opposto, e disposti luno dentro l'altro, in guisa che quel di
mezzo con la parte pi spessa corrisponda allapertura, che la parte pi Sottile degli
altri, e viceversa.
_
Per chiudere lintervallo, che lasciano, si pratica un taglio, nel quale si adatta
una piccola lastra come quella segnatad nella Fig. 23, che ssata sulla circonferenza
dellanello inferiore.
in questa guisa, qualunque sia leccentricit, che il circolo esteriore tende a pren
dere nel cilindro, quando lavora lo stantuffo, il passaggio lasciato libero dal taglio

sempre chiuso per la parte rapportata, che, a causa dello spazio laterale, che vi si
lasciato, non impedisce nulladimeno alle due parti dellanello di avvicinarsi. Bi5ogritt
notare che i due anelli non sono strettissimamente chiusi tra i due coperchi, che for
mano il disco dello stantuffo, e quindi possono perfettamente obbedire ai moti di espan
sione o di ristringimento, che il difetto di terebrazione del cilindro a vapore potrebbe
far loro subire.
Fig. H e fa.

Stantuf a segmenti spinti da cuoci. - Questo genere di stantuffi adottato da molti


costruttori. Ma ciascuno di loro differisce nel modo diverso di applicarli. Fra i varii
sistemi quello preferito in generale consiste nel prendere due anelli in ghisa di di
mensioni tali che non presentano unelasticit sensibile, cio aventi una sezione
normale di 4 a 6 centimetri quadrati circa, e tagliare ciascuno di essi in due, tre o

pi segmenti secondo le dimensioni del cilindro: si" pongono luno di sopra l'altro
in guisa che ciascuna connessura verticale di uno cada sulla met di quella del
laltro, e internamente nelle giunte si tagliano obliqui per poter introdurvi un cuneo,

che ne chiuda la congiunzione La determinazione dellangolo del cuneo ha una grande


importanza: quanto pi questangolo acuto, tanto maggiore sar la forza di pres

sione, che tende ad aprire i segmenti, e questa una delle migliori condizioni pos
sibili per avere espansione quasi illimitata; ma, siccome daltro lato la molla deve

reagire liberamente, chiudendosi allorquando lo stantuffo trovasi in un punto del


cilindro meno consumato, ne risulta che linclinazione delle due faccio deve essere
piuttosto grande, e che un angolo acuto si opporrebbe alleffetto libero della reazione.
Si e perno adottato un angolo di 90 gradi; ma dallesperienza ed accordi di molti

353
costruttori, noi siamo davviso che langolo di 75 gradi circa sia il pi conveniente da
adottarsi perch la reazione abbia luogo nelle migliori condizioni possibili.
\

TAV. XLV

Disegnare una Stantu/fo a segmenti secondo il sistema di Saharp usato sulle ferrovie
del Nord in Francia. - Le Figure 11 e 12 rappresentano il detto stantuffo luna per una

Flg.1le12.

sua proiezione orizzontale toltone il coperchio, e laltra nella proiezione verticale una sua
sezione passante per lasse. Questo stantuffo di costruzione semplice usato specialmente

nelle locomotive.delle ferrovie del Nord. il suo fondo vuoto nel mezzo, per ricevere
lasta T, e con quattro orecchie, le quali sono attraversate da chiavarde a testa qua
drata b, che legano il coperchio e al fondo, in guisa da tenerli chiusi trai due anelli

a e a. Ciascuno di questi anelli e fuso con un rilievo a, Fig. 11, abbastanza largo per
poter ricevere il cuneo E; la spessezza dellanello, a destra ed a sinistra del rilievo,
va aumentando gradatamente no alla parte diametralmente opposta. Lo stesso dicasi

del secondo anello a, munito del cuneo E' e della molla R', uguale a quello R. Cia
scuna di queste molle si compone duna lama piatta dacciaio piegata circolarmente
senza continuit, ma appiattita di prospetto al cuneo, con una maggiore spessezza in
questo punto per ricevere la vite o, colla quale si regola la posizione del cuneo, e lo
si mantiene chiuso nella giunta.

'

. Disegnare uno Stantu/o secondo il sistema Creusot. - Questo stantuffo, costrutto da


Schneider e Comp. nellofficina di Creusot, applicato pure alle locomotive della linea
del Nord della Francia. Differisce di poco da quello descritto, cio in qualche partico

Fig. 15 e u.

larit della costruzione, Fig. 13 e 14; le molle in acciaio B ed 11' agiscono sui cunei

E ed E', diametralmente opposti, per aprire gli anelli a e a', i quali sono contornati
a nostro avviso duna maniera pi razionale per lespansione. Le viti b, che uniscono
il fondo B col coperchio C, invece di essere invitate nella ghisa, sono invitate in dadi
in ferro e introdotte per le quattro orecchie del mezzo. Le teste delle quattro viti sono
ugualmente tenute chiuse per mezzo dun disco di lastra c incastrato nella spessezza
del coperchio, per impedire che gli anelli girino.
Questi sono muniti ciascuno dun piccolo ginocchio i, Fig.14, che penetrano uno
nel coperchio, e laltro nel fondo. In altri sistemi, come in quello detto dal suo
autore Vaucamp, i cunei sono spinti da molle a spirali cilindriche avvolte intorno a
cilindri posti su ciascun cuneo.
Descrivere una Staniu/fo con molle interne secondo il sistema Polonceau.-Nei cilindri
delle locomotive della strada ferrata dOrleans da molto tempo si usano questi stantuffi,

Fig. 15 e 16. .

con cunei e colle molle dirette al centro, di cui le Figure 15 e 16 dnno la dispo

sizione. La guernitura composta di due anelli in ghisa a e a', fissi ciascuno da un


lato e posti nel disco B, e del coperchio C. Questi anelli sono meno spessi verso
alle loro parti diametralmente opposte, afnch abbiano una certa elasticit, deter
minata dai cunei in ghisa E ed E', che tendono ad aprirli sotto lazione delle molle B
ed R'. Eglino sono composti di lame piatte e circolari in acciaio, dalle quali si regola la
tensione, e nello stesso tempo la direzione al centro per mezzo di viti; vi sono due

viti V per la molla superiore, e due altre V' per la molla inferiore, in guisa che il
centro per rapporto ai cunei E ed E' vi sta esattamente nella stessa condizione per cia
scuno dei due anelli o segmenti a e a'. Inoltre per la posizione di ogni cuneo in
rapporto al disco in ghisa dello stantuffo, essi sono regolati per mezzo delle viti v e a"
e muniti entrambi di un listello, che appoggia sulla corona del disco. Ne risulta da
questa disposizione che ciascun segmento trovasi concentrato per tre punti della sua

circonferenza inveve che per uno o due solamente, come abbiamo visto negli altri si
stemi pi sopra.
Lasta o gambo dello stantuffo invitata nel centro del disco in ghisa B, e di pi

forata per ricevere una chiavetta o copiglia in ferro m di 15 millimetri di diametro,


che deve attraversarla.
Disegnare uno Stantuffo del sistema Cockerill. - Fig. 17 e18. Questo sistema era
applicato alle macchine motrici delle antiche pompe pneumatiche della strada ferrata

atmosferica di San Germano presso Parigi. La guernitura del suo stantuffo composta
di un anello in ghisa a diviso in quattro segmenti, forati nella met delle giunture per
45

Fig. 17 e 18.

"

.m vv'1nxw

354

TAV_ XLV ricevere il cuneo E, Fig. 27, e riuniti per mezzo di viti v' e di due fascia metalliche
Fig_ ,7 e ,8.

E, Sulle quali agiscono le molle arcate 1, la cui tensione regolata per mezzo delle

viti 11. Nei ginocchi g trovasi una scanalatura praticata nel disco B, per guidarci
segmenti nellestensione dal centro alla circonferenza, sotto lazione delle molle

interiori.
Fig. 2| ,22,25, 26.
Fra la gran variet dei sistemi di stantuffi a espansione (self-aeting) questi hanno

le disposizioni pi elementari e nello stesso tempo maggior semplicit nella loro costru
zione, onde pare che abbiano il primato sugli altri sistemi pi complicati. Ne son da
notarsi quelli di Forsyth, ingegnere a Manchester, rappresentati dalle Figure 25
e 26 per sostituire la guernitura a segmenti e a molle interiori. Il corpo delle
stantuffo non altro che un disco in ferro P, f'ueinato collasta, oppure con un ri
lievo centrale, nel quale lasta invitata a chiavetta. La guernitura formata da un
anello A, Fig. 25, per gli stantuffi di maggior diametro. Nei due casi una scanalatura
circolare e disposta nellinterno dei due anelli per penetrare in un rilievo corrispon
dente praticato nella circonferenza del disco. Questi anelli sono fissi in un punto e
tagliati nellaltro per ricevere una linguetta rapportata sulla circonferenza del disco.

Il metodo impiegato dall'autore per ottenere questi anelli economicamente consiste


nel far gettare un manicotto duna certa altezza con alcune scanalature interiori con
venientemente spesse, perch il manicotto, quando terminato, presenti una serie di
anelli, iquali sono chiusi affine di aumentarne lelasticit, poi nel condurre questo ma
nicotto a un diametro un po pi grande che quello del cilindro, nel quale gli anelli
debbono lavorare. Il Nasenyth, ingegnere costruttore a Patrocroft (Inghilterra) molto
conosciuto pel suo sistema di maglia, propose di costrurre delle guerniture di stan

tuffi, che egli ha stabilito nei suoi magli, come indicano le Figure 21 e 22. Il corpo
P delle stantuffo in ferro battuto colla sua asta, ovvero fucinato con un battente o

corona, alla quale si unisce per un dente conico e un ribadimento. La guernitura si


compone d'un anello A, a sezione triangolare ed interrotto in un angolo, entro il quale
sincastra un anello in tutta la sua circonferenza della stessa forma. Langolo acuto

del triangolo nel basso in guisa che il movimento dascensione delle stantuffo (Fi
gura 22), ha una tendenza a chiudere lanello nella superficie interna del cilindro;

cio nella condizione pi conveniente per costituire una guernitura distaccata. Quando
al contrario le stantuffo discende, il fregamento dell'anello contro il cilindro conduce

questo nella posizione indicata dalla Fig. 22, cio


alle stantuffo di discendere liberamente. Molti altri
scrivere, ma per dovere di brevit rimandiamo chi
allo studio di opere speciali.
I

schiude la guernitura, e permette


sistemi vi sarebbe ancora da de
desidera crudirsi su questo punto
.
T

Stantuffi per Trombe idrauliche. - Per gli stantuf delle trombe idrauliche
convengono le cinture o guernitre in cuoio, specialmente quando il liquido a solle
varsi ha una temperatura inferiore a 30 gradi; per temperature maggiori si adattano
generalmente delle guerniture di canapa, come ad esempio per le trombe dalimenta

zione delle caldaie a vapore e per le trombe ad aria delle macchine a vapore.
i

Uno stantuffo pieno con cintura e guernitura a

falde di cuoio e quello rappresentato nella Fig. 193.


Le acque salate 0 acide dei pozzi soventi corrodono
le cinture di cuoio degli stantuffi; perci in tali casi
si adoperano d'ordinario cinture intieramente metal
liche con anelli di ghisa dolce. A Fahlun in Iscozia

dopo molte ricerche si riconosciuto come la sostanza


pi utile per le cinture in tali casi sia il legno
di betulla. Lunit, a cui si riferiscono i numeri

1
scritti nelle Figure, il valore di s : 4 V D + I _ 3,

in cui D il diametro delle stantuffo. Per gli stan


tuffi delle trombe dei pozzi si adatta quasi sempre
la cintura di canapa; in certi casi si adoperano
guernilure in cuoio a compressione.

'

355
Stantuf a valvola con Guarnitura in cuoio per trombe aspiranti. - Per gli
stantuf con cintura e guernitura di cuoio, quali adoperansi per le trombe aspi
ranti, fu trovato assai conveniente il modello, che
!

qui presentiamo nella Fig. 195. La cintura e com


posta di anelli conici di cuoio o di lino, i quali

sono inchiodati insieme a tre a tre. In ambidue


questi stantuf la pressione della cintura e prodotta
dalla pressione stessa dellacqua. Le valvole supe
riori sono di lastra metallica fra due strati di cuoio;
esse si aprono e chiudono a seconda del movi
mento ascendente o discendente dello stantull'o; il
corpo formato da un disco metallico dun dia
metro alquanto mnore nel mezzo e verso l'estremit

inferiore per ricevere la guernitura, come vedesi


dal disegno, che ne rappresenta lo spaccato o una

. ;|
'<H'
|
I
|
I

N-..--..-..dI

sezione passante per lasse.


Flg. t9t.
Disegnare una Stantu/fo a valvola dei fontanieri della pi semplice costruzione. - Noi
prenderemo per tipo quello che usasi per estrarre lacqua dai pozzi per uso domestico,

anzich per lindustria, e che esce dalle costruzioni meccaniche, e prende posto nel
larte dei fontanieri. Il sistema, che presentiamo, duna costruzione semplice ed eco
nomica. Esso formato dun corpo A di un pezzo di legno in forma di staa a, per

mezzo del quale viene unita lasta B, e che va sciello convenientemente, onde possa
sopportare di essere tagliato in tal guisa, e resistere al lavoro a cui destinato.
Il corpo cilindrico, armato allestremit inferiore dun cerchio in ferro b, e

guernito di un cuoio a guisa dimbottitura i), che semplicemente ssato alla


sua estremit inferiore per mezzo di viti,
oppure di chiodi; esso incavato secondo
unapertura circolare, che verso la sua
estremit inferiore va restringendosi, e

diviene in parte rettangolare e semicir


colare, sulla cui apertura si adatta la

7/
// W\

valvola C. Questa fermata di una sola


lama di cuoio, ssata per mezzo di chiodi

oppure di viti, ed armata nel suo con


torno in metallo, specialmente in piombo,

alne di aumentare il peso della valvola


per impedire che si innalzi di troppo, e
che cada indietro.
Lestremit B dellasta calettata
colla stoffa di legno per mezzo duna
chiavetta c. La stoffa viene ancora rin

forzata da un cerchietto d posto superior


mente, e da un collare e posto esterior
mente, che la guernisce dai lati. e si
ssa per mezzo di quattro viti. Non si
pu dissimulare che questo sistema di
costruzione parr difettoso, e non offre
tutte le guarentigie di solidit; il me
tallo, come il bronzo, lottone, che si

potr aver cura di stagnare per difen


derlo dallossidazione, particolarmente
Fig. 95.

quando lacqua destinata agli usi do


mestici, ha una grande superiorit sul legno.
Stanlui con Guarnitura in cuoio e a valvola di cuoio imbottito. - La Fig. 19 rap

presenta lo stantuffo di una tromba appartenente ad una macchina di Farcot.

356
\

TAV. XLV
Fig. 49.

Il corpo in ghisa A, il cui interno vuoto, eccetto il nocciolo centrale b e le ner


vature a, presenta nella sua parte superiore due piani inclinati, sui quali sono ap
plicate quattro valvole in cuoio C e C'; esse corrispondono ad un eguale numero di aper
ture determinate da due pareti e, la cui massa sufciente per poter ssarvi le val
vole esteriori C.
La guernitura di questo stantuffo formata da un cuoio doppio D, che si trova
chiuso contro il corpo conico A ritenuto da una parte da un anello in ferro d.
Questo cuoio, come per tutti gli stantuf, che ne sono muniti, fa leffetto uguale

a quello di un torchio idraulico; quando lo stantuffo discende, il cuoio tende ad ap


plicarsi contro la parete del corpo di tromba; ma importa poco che allora la guernitura
si congiunga perfettamente, attesoch in questo periodo delle sue funzioni lo stantuffo
a traforo non opera che pel suo spostamento passando attraverso alla massa dacqua;
ma, allorch esso sinnalza per la resistenza di essa, sintroduce nel corpo delle stan
tuffo, e il labbro del cuoio ha la forza di applicarsi contro il medesimo.

Il corpo di tromba, a cui appartiene questo stantuffo, non ha per cmpito che di
sollevare lacqua allaltezza di m. 3, 50. La disposizione delle valvole nel suo interno
formata da un solo strato di cuoio, che si trova compresso contro lo stantuffo e da
una traversa in ferro e fucinata con lasta B, che resta impedita nel suo corso al dis
sopra dello stantuffo per mezzo duna lunga chiavetta. Ma nello stesso tempo lo strato
di cuoio si trova presso una forte striscia di gomma elastica f, che si appoggia da
ciascun lato sulla placca di rinforzo delle valvole per obbligarle a chiudersi sui bat
tenti. Una striscia simile f agisce nella stessa 'guisa su ciascuna delle due valvole
esteriori. In ultimo lasta B porta una traversa g perpendicolare alla prima, e che ha

per oggetto colle sue estremit. e per due peducci g' di servire di battente alle
quattro valvole.
Fig. 20.

Disegnare uno Stantuffo con Guarnitura in canapa ed in cuoio. -- Noi prenderemo


per esempio di questo genere di stantuf quello delle trombe la doppio effetto, che
servono a mantenere lacqua alla citt di Chteauroux in Francia. Esso formato da
un disco in ghisa, la cui corona cilindrica presenta esteriormente una nervatura in
rilievo, la quale serve di punto dappoggio a due parti della guarnitura, che trovasi

effettivamente divisa in due parti affatto simili, ma intieramente indipendenti.


Ciascuna di queste due parti, che corrisponde a due sezioni simmetriche dello
stantuffo, formata da una zona di canapa D, compresa tra le nervature del corpo
ed un anello in bronzo a facente funzione di premistoppa; contro questo anello

sappoggia un cuoio E, e su questultimo applicata una rotella in ferro b: queste


tre parti sono sse e chiuse insieme per mezzo dun certo numero di chiavarde c
invitate nel corpo principale A. Linsieme dello stantuffo calettato collasta B per
mezzo della sua estremit conica e fissato mediante un robusto dado d invitato con
vite a pane quadro formata sullasta stessa.
Nulla stato trascurato per assicurare che lo stantuo adempia bene lufcio a
cui destinato: la sua chiusura gi operata in parte per mezzo della canapa, e

resta pi compiuta per la essione delle cinture di cuoio, che la sola pressione del
lacqua tende ad applicare alle pareti del corpo di tromba; la guernitura di canapa si
pu premere a volont solo a condizione che si prendano le precauzioni necessarie
per impedire lossidazione delle chiavarde.
Stantu con Guerm'tura in canapa per Trombe. - La guarnitura degli stantuf
per le trombe, che hanno il corpo perfettamente liscio, in cui non passa mai altro
che acqua, meno qualche corpuscolo solido, che trovasi accidentalmente in essa, fatta
con treccie di canapa, la quale presenta al movimento dello stantuffo un leggero attrito.

REGOLE PRATICHE
La guernitura degli stantuf la sola parte, dopo lasta, che sia suscettibile di

prestarsi ad un esame teorico, ed nello stesso tempo la parte, per cui essi riempiono

[l

il

357
le funzioni, a cui sono destinati. La guernitura deve in conseguenza determinare la
separazione, che divide incessantemente lo stantuffo dal cilindro che percorre; e questo

risultato deve ottenersi senza che lelasticit della guernitura dia luogo ad una
forte resistenza.
Fuori della pratica dei costruttori, non esistono dati teorici, che facciano cono
scere in modo soddisfacente le regole da seguire per determinare le due condizioni
principali, che servono di base a stabilire una guerniturai data, la sua potenza elastica

e la sua altezza, cio la larghezza dellanello di attrito, sia esso metallico o filamentoso.
l teorici applicano la regola seguente: La tensione elementare d'una guarnitura deve
essere equivalente,'al mininurn, alla differenza delle pressioni, che sono sulle due facce dello

stantuffo. Il che vale a dire che la guernitura deve essere capace di resistere alla pres
sione del fluido, che perverrebbe ad insinuarsi tra essa e la parete del cilindro, e che
tenderebbe ad isolarla premendola verso linterno del corpo delle stantuffo. Applichiamo
la detta regola ad un caso speciale.
Se ad esempio il cilindro duna macchina senza condensazione lavora col vapore
a 5 atmosfere, si doii1anda le dimensioni delle varie parti dello stantuffo.
Si avrebbe, secondo i dati del problema, che la guernitura dello stantuffo dovrebbe

premere le pareti del cilindro in ragione almeno di 4 chilogrammi per centimetro


quadrato di zona dattrito.

Per ammettere senza restrizione questi dati bisogna supporre che il vapore, che
pervenuto ad insinuarsi tra le pareti del cilindro e la guernitura insufficiente, ma
nulladimeno di una certa elasticit, abbia conservato tutta la sua pressione, il che non

ammessibile; poi dallo stesso principio verrebbe, che laltezza dattrito potr essere
qualunque, perch, se essa sottile, le si pu sempre dare una tensione sufficiente per

rispondere alle condizioni proposte. Questa altezza lungi da essere indifferente, perch
lo stantuffo non pu ridursi ad un sottile disco; bisogna al contrario che la larghezza

della zona dattrito sia in un certo rapporto col diametro, in guisa che conservi, nel
suo moto, una stabilit conveniente. Se questa larghezza e troppo ridotta, comparativa

mente al diametro, certo che, quando lo stantuffo spinto, la sua unione collasta
tender a sconnettersi. In realt, uno stantuffo avente una certa spessezza con una
guernitura duna tensione relativamente debole sosterr meglio la pressione, e si con

sumer meno prontamente che uno stantuffo a guernitura bassa e con molta tensione.
Perci ci vogliono dati pi rigorosi, i quali si possono dedurre dalla pratica dei co
struttori, e che insegnino laltezza che convenga dare alle stantuffo.
Per gli stantuffi metallici, laltezza della guernitura uguale, in media, a un ven

tesimo del diametro, pi altrettanti centimetri quante lo stantuffo sopporta atmosfere


effettive. Il che, supponendo n il numero delle atmosfere, pu tradursi cosi:
H : 0,050 + (n -- 1) centimetri.
Per gli stantuffi a segmenti e a cunei, questaltezza quella stessa della zona
formata di segmenti sovrapposti, e per gli stantuffi ad anelli, di tipo svedese o Hams
botton, la somma degli anelli presi isolatamente.
In quanto agli stantuffi a guernitura di canapa o di cuoio, applicabili alle trombe
ad acqua, non si fanno pi stretti che:

E: 0,3D + (n - I) centimetri.
I" Esempio. - Determinare laltezza totale dei segmenti duno stantuffo duna
locomotiva di sistema Polonceau, il diametro dello stantuffo essendo di 42 centimetri,

e la pressione assoluta del vapore essendo di 7 atmosfere.


Soluzione. -- Applicando la formola superiore si avr:
Il = 0,05 x 42 + (7 - I) = 8,t ovvero 81 millimetri.
Il costruttore ha adottato unalteZza di 77 millimetri.

358
2' Esempio. - Determinare laltezza dei segmenti di uno stantuffo duna macchina
di Chaillot, la quale lavora ad una pressione effettiva massima di 3 atmosfere, ei cui
cilindri hanno un diametro di metri 1,80.

Soluzione. - Lapplicazione della farmela superiore d questo risultato:


H = 0,05 x 180 + 3 = 12 centimetri.
h

Il costruttore ha adottato laltezza di 15 centimetri.

3 Esempio. - Determinare laltezza di una guarnitura in canapa, di uno stantuffo


di una tromba ad aria, il cui diametro e di 30 centimetri, adottando 1 atmosfera come
pressione relativa.

Soluzione. - Applicando la seconda formola si avr:


H' : 0,3 X 40 + 1 = 13 centimetri.
4 Esempio. - Cercare laltezza dello stantuffo duna tromba ad acqua, il diametro
del corpo essendo di 40 centimetri, e la pressione dellacqua compressa di 5 atmosfere.

Soluzione. - Si avr: H = 0,3 X 40 + 5 = 17 centimetri.


Osservazione. -- La tensione della guernitura una questione affatto pratica, che
non pu essere risoluta a priori per mezzo di regole. In generale la miglior guarnitura

sar quella, che per la combinazione della sua altezza, e della sua disposizione, e della
sua elasticit, operer la iniezione meglio col minore attrito possibile.
Calcolo delle Aste degli Stantuf. - Le aste degli stantuf si fanno generalmente
in ferro o di acciaio fuso. Esse sono soltanto o almeno principalmente sottomesse alla
estensione, e devono allora calcolarsi avendo riguardo alla resistenza e alla esten
sione; oppure esse sono anche prementi, e allora, se la loro lunghezza un po con
siderevole, devonsi calcolare come solidi compressi e soggetti ad incttersi. In questo
caso per non bisogna dare dimensioni minori di quelle, che occorrerebbero conside
rando lasta come sottoposta unicamente a sforzi di compressione.
a) Calcolo delle Aste sottoposte unicamente a sforzi di estensione. - Rappresenti D
il diametro dello stantuffo, ed n la pressione in atmosfere, che si esercita sullo stan

tuffo: sar la pressione totale del vapore sullo stantuffo =%o gD.
Supponiamo ora che la tensione non debba superare in alcun punto 6 chilogr.,
essendo lasta di ferro: bisogner determinare il diametro d dellasta colla formola:
d

- = 0,04081/n,
oppure, con bastante approssimazione, colla formola:
d _ 57 + 'ln
D _ 1000 '

Esempio. - Sia n=4, e si avr dalle formale %:0,0816; onde, se il dia


metro dello stantuffo sia 500, si avr il =40,8 :41" circa. La formola appros
simativa (273) ci darebbe in questo caso:

e_m+%_

a _ ooo- - 0,085
ossia, per D = 500', d 2 42,5 = 43"" circa.
Se lasta dello stantuffo si faccia di acciaio fuso, il suo diametro dovr farsi uguale
ad otto decimi di quello dato dalle formole precedenti.

359
Se l'asta dello stantuffo indebolita da una chiavetta, oppure lavorata a vite,
ecc., bisogna compensare il difetto della sezione con un corrispondente aumento del
diametro. Questa necessit ha, secondo le circostanze, condotto a dare allasta dello
stantuffo un diametro maggiore alle estremit. Il che obbliga a fare di due pezzi i
cuscinetti delle scatole a stoppa.
b) Calcolo dell'Asia per riguardo alla compressione e alla essione. - Mantenute
le precedenti denominazioni, e chiamando L la lunghezza dellasta, prendasi:

a
-=00573
D .

- _
L l/ n.
VD

I risultati di questa formola sono raccolti nella seguente tabella:

| 1, 5*
2, o
2, a

o. 070
o, 081
o, 091

o, 083
o, 096
o, 108

o, 093
o, 115
o, 128

o, 099
o, 115
o, 128

o, 150
o, 121
o, 130

o, 110
o, 127
o, 142

o, 114
o, 132
o, 148

o, 118
o, 136
o, 153

Questi valori convengono tanto per aste di ferro battuto quanto per quelle di ac
ciaio fuso (paragonate al calcolo delle staffe S 241 e al rapporto dei moduli di elasti
cit dei due materiali, tabella del S 2).

Esempio. - Un cilindro del diametro di 400 per macchina a vapore lungo


1000, e la tensione normale del vapore di 4 atmosfere: in questo caso, essendo
L
1000
4
2 2,5, si ha dalla tabella precedente, quinta colonna, terza linea,
B _ W

)_ 0,128,

donde d :0,128400 : 51', il quale risultato conviene ad unasta di ferro battuto o

d'acciaio fuso.

Le dimensioni della bietta, che serve a fissare lasta allo stantuffo/la quale deve
sempre farsi dacciaio, si determinano per modo che la resistenza allo scorrimento
trasversale sia di 4 a 6 chilogrammi per millimetro quadrato. La spessezza della chia
vetta non devesi far troppo piccola, affinch la pressione sulle faccie laterali non riesca
troppo grande. Pressioni di 5 a 6 chilogrammi per le locomotive riscontransi in co
struzioni, che hanno dati buoni risultati.

ARTICOLO XIX.
Delle Traverse e Guide delle Aste degli Stantuf.

244. Traverse. - Si dicono traverse, ovvero gioglzi, certi apparecchi, TAV. XLVI
che hanno per ideopo dassicurare il moto rettilineo dellasta delle stantuffo.
Essi dordinario si compongono duna traversa propriamente detta, unite. per
pendicolarmente allasta dello stantuffo, e le cui estremit sono unite a due
girelle, o a uno o due tasselli o cursori, scorrevoli tra. due o quattro guide.
Si distinguono diverse specie di guide secondo limportanza dell'asta, che debbono
mantenere nella linea del moto. Esse prendono pure forma secondo la disposizione

360
TAV. XLVI

delle parti e la. potenza della macchina, a cui sono destinate. Quindi le distingueremo
secondo le disposizioni principali delle macchine a vapore, cio in guide per le aste

delle valvole a cassetto, perle aste degli stantuf delle macchine a vapore verticali e
orizzontali, e delle locomotive, tenendo anche conto della. loro rispettive. forza.
Fig. 1 e 2.

Guide per lAsia della Valvola a cappella di una Macchina a vapore. - Le guide di
questo genere dasta sono formate ordinariamente da un semplice anello B, o ghiera
in bronzo od in ottone, entro il quale scorre lasta A, avente un gambo c terminato

in una vite D, la cui chiocciola formata nellarmatura della stessa.


Testa delle Aste degli Stantuf. - Le aste degli stantuffi sono generalmente unite od
articolate colle traverse e coi tasselli scorrevoli per mezzo di un occhio, che termina
in un manicotto in ferro ed in ghisa, nel quale entra lestremit dellasta, ed a cui
viene unita mediante una chiavetta o biella.
Fig. 5.

Il disegno della Fig. 3 rappresenta lestremit dunasta delle stantuffo duna mac
china a bilanciere.
,,
Questa articolazione formata dun robusto occhio A unito ad un manicotto, nel

quale entra lasta B, che s'unisce al medesimo mediante una chiavetta a, e duna
parte sferica aperta da una trasversale per ricevere l'asse, che forma larticolazione.
Guide con Cursore centrale. - Molti costruttori adottano, anche per le inacchine

d'una forza considerevole, un sistema di cursori altrettanto semplice quanto molto ra


zionale, a somiglianza di quelli usati nelle locomotive, nelle quali l'asta dello stantuffo
tenuta nella linea del moto per mezzo di due guide, poste nello stesso piano ver

Fig. 1 e 5.

ticale dellasta e molto vicino ad essa.


Disegnare qualche esempio di un Gursore centrale scorrevole fra due Guide. - Le Fi
gure 4 e 5 sono i disegni di una forcella in ferro A col cursore in ghisa appartenente
ad una locomotiva. Generalmente questi cursori nelle facce scorrevoli sono formati da

una lastra di una lega metallica, detta antifrlzione, e composta di stagno, piombo e
antimonio, gi accennata a pag. 196 nella composizione dei cuscinetti; il tutto rite
nuto da una chiavetta d, come appare dalla Fig. 4, che ne rappresenta met la faccia
Fig. 6.

esteriore, e met lo spaccato, e dalla Fig. 5, che ne rappresenta la testa.


La forcella a cursore della Fig. 6 tutta in ghisa meno le lastre di metallo anti
frizione, ed appartiene ad una locomotiva; ma potrebbe adattarsi anche per mac

Fig. '

chine fisse.
Le Figure 7 e 8 rappresentano un altro modello di cursore molto usato nelle Io
comotive: alla massa o tassello A, che costituisce propriamente il cursore, si trova

unita lasta dello stantuffo B, e linsieme colla biella forma il cursore. Questo in
ghisa, e appartiene ad una macchina a vapore orizzontale della forza di 8 a 10 cavalli,

costrutta nellofficina di Cail e Comp. Esso consta essenzialmente dun robusto tassello
rettangolare fuso con un manicotto cilindrico a, nel quale imbocca lasta B, tenuta
fissa per una chiavetta c, che aperta nella parte cilindrica b per ricevere il perno
di unione colla biella, la quale porta una forcella, i cui rebbii labbracciano. Il moto
alternativo si effettua senza incontrare le due guide E, tra le quali scorre il cursore A

guidato dai due rilievi d.


Vengono in seguito due altri perni b appartenenti a questo sistema particolare di
macchine, destinati a trasmettere il moto per mezzo di due bielle laterali alla tromba

del condensatore. Quindi si trovano le due parti aventi la forma conica c, per mezzo
delle quali la traversa termina, e che sono fisse in due cursori in ghisa, ovvero for
mano i perni di due girelle in ghisa D mantenute per mezzo delle guide E, entro le

quali scorrono o girano col movimento alternativo della traversa. Tanto le girelle quanto
i cursori sono muniti di due battenti per ritenerli lateralmente. Questi due perni cdi
loro cursori sono sottomessi ad uno sforzo particolare, che senza essere relativamente
molto intenso, influisce nulladimeno notabilmente, per il che si addivenuti a uno dei

perfezionamenti pi importanti nella costruzione delle macchine a vapore. Se osservasi


attentamente il moto di trasmissione tra lasta dello stantuffo e la manovella duna
macchina a vapore, si vedr tosto, che, per le varie posizioni oblique che prende la
biella, la traversa e sottomessa ad uno sforzo trasversale, che tende a premere or su

361
luna or su laltra delle due guide dei cursori, che la contengono, inferiore e superiore.

Per una macchina orizzontale la direzione di questa pressione varia con quella della
rotazione della macchina.

Questa pressione non che una debole parte di quella dello sforzo trasmesso
dellasta. Allorch la biella ha un rapporto conveniente di lunghezza colla manovella,
lo sforzo sar abbastanza intenso, perch in breve tempo i cursori e le guide si con
sumino; e quindi il costruttore deve porsi in guardia contro queste difcolt.
Il miglior mezzo per evitarla di dare ai cursori D o alla corona delle girello

TAV. XLVl '


'Flg. 7 e 8.

la maggior supercie possibile dattrito, e di tenerli molto lubricati, nel che precisa

mente consiste il miglioramento citato pi sopra. 1 larghi cursori sono preferibili, alle
girelle, che ore sono quasi intieramente abbandonate; la larghezza della corona delle

girelle nel disegno, che noi presentiamo, quella dei cursori proposti, e che sono
stati trasformati in girella solo per darne un esempio.

Sotto il punto di vista teorico, le traverse dovrebbero essere corte quanto pi si pu.
Vi interesse a ravvicinarle il pi che sia possibile ai punti dappoggio dellasta,
che quanto ha luogo ordinariamente, a meno che le si voglia utilizzare per far muo

vere qualche apparecchio ausiliare per mezzo di perni b. Del resto poche cose vi sono
a dire su questi organi: basta il disegno per farsene unidea esatta.
Camere di uno Stantuo d'una Locomotiva. -- Queste Figure rappresentano un tipo

Hg. e e IO.

di cursore, duso generale nella locomotive, e che pure stato imitato in un gran nu
mero di macchine sse. Questo cursore appartiene a un sistema di macchine per
viaggiatori, a cilindro esteriore, in circolazione sulla ferrovia da Parigi a Lione, co

strutte da Cali e Comp. Esso formato di una massa principale A, che sunisce coll_asta
B e colla biella, e di due piani scorrevoli C rapportati e ritenuti per mezzo di due denti
a fucinati nello stesso pezzo, che il principale. La biella essendo semplice, invece
dessere a forcella come quelle che dordinario si fanno nelle locomotive, la massa A
presenta un disco o per ricevere un buco b pel passaggio della chiavarde dunione.
Questa parte ugualmente fucinata con alette in rilievo d per ssarvi lasta dello

stantuffo della tromba alimentare, che si muove come quella a vapore. Dalla forma si
riconosce facilmente, che per la complicazione di queste parti, come lavoro da fuci
natore, non si pu, senza aumentare di troppo il lavoro, fucinare insieme i ritegni della
canalatura, tanto pi che il rapportarle non porta alcun inconveniente. Lasta B connessa
a cono e ssata per mezzo di una chiavetta e ritenuta da una copiglia f per impedire
che si disgiunga per l'effetto delle vibrazioni, a cui la locomotiva va continuamente sog

getta. L'asta in acciaio fuso di 60 millimetri di diametro, nella maggior grossezza, e


lo stantuffo a vapore di 40 centimetri di diametro.
Disegnare un Carsore con un semplice Sostegno. - Le Figure ti e 12 rappresentano
la faccia laterale ed il fianco di un cursore con una sola guida, disposizione adottata

Fig. H e 42.

da Duvoir, meccanico a Liancourt. Ma tal disposizione dimostra, che la scomposizione

degli sforzi pel movimento della biella fa pressione solo sulla guida inferiore, e
quindi un tal sistema solo applicabile, quando la macchina non cambia verso di
rotazione.
A questo effetto lasta delle stantuffo B termina a cono tronco, ed ssata da un
dado C nella massa parallelepipeda trapassata da una traversa in ferro A, le cui
estremit sono unite con due bielle laterali, le quali funzionano come una biella sem
plice ordinaria; questa traversa e fucinata con un peduccio a, che scivola sopra una
guida E, ornata di due sponde b, fuse collarmatura della macchina. Tale disposi
zione conviene anche per la lubricazione, giacch la guida ritiene nella sua cavit una
certa quantit dolio, essendo le due estremit della medesima chiuse dalla lastra e,
che viene rapportata per dar luogo nella costruzione al ferro della pialla per spia

narla. Questo sistema di guide semplicissimo e ingegnoso nello stesso tempo pu con
venire essenzialmerite per piccole macchine sse, sempre per che il verso della rota
zione non varii.
Disegnare una Traversa, le cui estremit formano il perno di due Girelle, che scorrono

fra due Guide. - Questa disposizione una delle pi usitate nelle macchine a vapore
46

Fig. t5. u, 45.

362
TAV. XLVI
Pig.15,14 e15.

dette a direttrice, che sono della forza di 20 cavalli almeno. Essa consiste in una vera

traversa in ferro avente la forma di un cilindro retto A, mantenuta unita perpendi


colarmente collasta dello stantuffo B, e munita alle due estremit di due cursori o tas
selli scorrevoli ovvero di due girelle D, per mezzo delle quali mantenuta tra le due
guide E esattamente parallela alla direzione del moto dellasta.

La Fig. 14 una veduta di faccia ovvero elevazione della traversa, che appar
tiene ad una macchina orizzontale; delle girelle D, per mezzo delle quali la traversa
mantenuta nelle guide, una sezionata secondo un diametro verticale. La Fig. 13

una sezione perpendicolare alla proiezione precedente, e fatta secondo lasse dellasta
dello stantuffo, della quale vedesi lunione.
Questorgano intieramente simmetrico partendo dalla sua met, che formata
da una sfera e lateralmente da unasta distinta in tre parti a, b e c, che vanno man
mano diminuendo gradatamente di diametro. La massa centrale destinata allunione
dellasta, ed forata da parte a parte da unapertura cilindrica ed uguale al diametro
di questasta, meno una leggerissima diminuzione, che deve servire di punto d'appoggio

alla chiavetta per la chiusura del dado c, ed alla quale soventi si sostituisce un orlo o
collaretto. Sia che si adotti un sistema ovvero laltro, indispensabile che questa
parte di traversa offra una massa per compensare lindebolimento del foro praticato
per lasta: se usasi il sistema della chiavetta, bisogna tener conto dello sforzo di
chiusura e della calettatura, che ne diminuiscono la sezione. Debbesi tener pur conto

che lestremit dell'asta si fa ordinariamente conica, come si disse sopra, e quindi


nel chiudere il dado si esercita sempre uno sforzo nella met della traversa: perci
bisogna farla abbastanza solida, afnch presenti la resistenza necessaria.
Le due portate a ed a pi vicine alla met sono due veri perni muniti di due

collari, pei quali seffettua lunione delle traverse e della biella in cui terminano, come
si vedr pi innanzi, per mezzo di una forcella, i cui due rebbii sono muniti di due
aperture o cuscinetti, che abbracciano questi perni, attorno dei quali la biella effettua
i suoi moti oscillatorii. su questi due perni che si dirigono tutti gli sforzi trasmessi
per mezzo dellasta dello stantuffo e della biella, che comunicano il moto alla mano
vella e allalbero motore della macchina; la loro resistenza deve dunque essere calco
lata in vista di questi sforzi, che agiscono trasversalmente, e bisogna classificare le

traverse, almeno per questa parte, fra i solidi incastrati e sottomessi ad uno sforzo di
flessione. La Fig. 15 rappresenta la proiezione laterale della girella D.
Fig. 16 e W.

Traversa a Calastrelli con chiusura a chiavetta. - Il sistema di traverse, che ci fac


ciamo a descrivere, sapplica alle macchine a vapore orizmntali, ma specialmente alle
verticali; esse scorrono fra due guide, che sono poste nello stesso piano, in cui la
biella eseguisce il suo movimento.

Descrivere una Guida per una Macchina a vapore verticale con due Cursori in bronzo
scorrevoli fra due Guide cilindriche con chiusure a chiavetta. - Il disegno delle Figure
16 e 17 rappresenta la traversa in ghisa di una macchina a vapore fissa, con ci
lindro verticale di cent. 25,5 di diametro; i cursori sono in bronzo, e si ssano per

mezzo di chiavette, le quali sono rattenute e spinte per mezzo di una vite di pressione.
Queste traverse presentano diversi punti interessanti: esse sono formate da una specie
di croce cilindrica, dentro cui entrano i due cursori in bronzo, i quali sono poi spinti
dalla chiavette; tanto i cursori quanto la traversa sono ornati di astragali o collaretti,
che ne rendono laspetto pi grazioso.
Fig. 18, 19 e 20

Descrivere una Traversa in ghisa. - La disposizione di questa traversa (Fig. 15 e 16)


applicabile tuttavolta che essa posta nel piano del movimento della biella; la sua
combinazione e la sua costruzione son meno perfette che quelle della precedente, ma
essa molto economica.
Questa disposizione eccellente; essa centralizza compiutamente gli sforzi risul

tanti dalla scomposizione del moto della biella. Nulladimeno per le macchine fisse non
guari in uso. a causa dellimportanza che prende la biella perla sua forma speciale.
La traversa D una specie di telaio in ghisa, di cui le estremit hanno due
specie di semicilindri concavi, posti perpendicolarmente, che abbracciano le guide E

363
cilindriche, entro cui scorrono. Nellinterno dellintelaiatura attaccato il manicotto A
unito coll'asta B, la quale unita colla traversa per mezzo della chiavarda a, che

TAV. XLVI
Fig. 18,19 e 20.

serve desse dellarticolazione colla biella F. Questa chiavarda ritenuta per mezzo
dun dado o con due linguette C poste diametralmente, che saggiustano in uno dei

gioghi della traversa ed al corrispondente manicotto, ed impediscono alle chiavarde di


girare su loro stesse cedendo al movimento della biella, e nello stesso tempo manten
gono lorizzontalit della traversa, rendendola solidaria col bossolo A.

Leconomia, che si ottiene, sta nella semplificazione del lavoro del fucinatore, che
si riduce al manicotto, il quale ritiene la solita forma. La traversa essendo in ghisa
una parte poco dispendiosa, e nessuna disposizione ha per rettificare la sua lunghezza;

ma, bench il consumo della ghisa sul ferro sia poco considerevole, e che si mantenga
facilmente lubrificata, nulla meno un tal sistema non deve applicarsi che nelle piccole
macchine. Le due traverse del giogo si uniscono fra loro mediante una nervatura e,
che da loro una solidit sufficiente. La Fig. 20 una sezione fatta sullasse della Fi
gura 18 e 19 della traversa in ghisa.

Disegnare una Traversa a Calastrelli con Chiavette di retticazione mosse dai Dadi
posti superiormente alla Traversa stessa.-- La costruzione della traversa rappresentata
nei disegni, Fig. 21 e 2%, offre varii punti interessanti. Essa formata da un nodo di
quattro perni a e b posti perpendicolarmente fra loro e fucinati colla massa cubica
centrale A, nella quale lasta B dello stantuffo viene calettata, e si fissa per mezzo
dun dado C, come nelle precedenti; idue perni a sono destinati allarticolazione
della biella colla traversa, e quelli segnati colla lettera b sono destinati a ricevere
icuscinetti scorritoi in bronzo D, per mezzo dei quali linsieme della traversa
mantenuto fra due aste cilindriche in ferro E facenti funzioni di guide laterali. Si
vede che la stabilit della traversa si ottenuta nel piano del movimento della
biella per la distanza estrema dei cursori D, e nellaltro verso, per la forma di questi
cursori, che sono cavi, e che abbracciano per met le guide fisse E. Quanto si disse
sulla spinta dovuta al moto della biella permette di comprendere, che linsieme della
traversa spinge costantemente sulle due guide E, secondo il verso della rotazione della
macchina, ove, per leffetto di questa pressione, il cursore D corrisponderebbe subito
ad una spinta, il cui risultato finale sarebbe di far deviare lasta dello stantuffo dalla

sua direzione normale, a misura che il centro della traversa si troverebbe spostato. E
per evitare questo inconveniente che i due cursori sono fusi con unapertura cilindrica,
dove vengono introdotti i due cilindri b fissandoli con una chiavetta F, la quale

permette di diminuire lattrito e facilitare la rettificazione del moto dellasta nel com
porre la macchina. Lapparecchio di rettificazione consiste in una chiavetta in ferro F,
che attraversa il perno del cilindro, e termina per unasta a vite, a cui va unito un

dado c, che permette dassicurarlo nella sua posizione; questo dado sappoggia sulla
testa d'un piccolo zoccolo in bronzo d, nel quale il corpo della chiavetta pu penetrare
fino a un certo limite ed avanzarsi.
Questa traversa, che pu essere data come esempio di buona costruzione, rilevata
da una piccola macchina della forza di 4 cavalli, costrutta da Cail e Comp. Una tal
forma si adatta non solo per le piccole macchine, ma ben anche per quelle di una
forza maggiore.

REGOLE

PRATICHE

Bench non si possano stabilire delle regole sse e determinate sulle proporzioni
delle varie parti, che costituiscono una traversa, si debbono per considerare dal co
struttore le condizioni dinamiche, in cui si trovano. Per tale effetto ne riporteremo
due esempii, che potranno servire di norma al costruttore in simili casi, gi dati dal
lArmengaud. Prendiamo a considerare per primo esempio la traversa rappresentata
nelle Fig. 13 e 14: essa appartiene ad una macchina avapore orizzontale con espan
sione e condensazione, duna forza nominale di 20 cavalli, la cui velocit di

Fig. 21 e 22.

364
,
48 giri per minuto primo, dorata dellespansione 14/15, costrutla da Farcot. Il dia
metro dello stantuffo di 001,415,e perci di 1353 centimetri quadrati di supercie;
la pressione di vapore e normalmente di 5 atmosfere. e la contropressione cagionata
dal condensatore di circa atmosfere 0,1; quindi si pu valutare senza errore la
pressione totale e massima su questo stantuffo a
(5 - 0,1 x 1k,0353) x 1353 = 6850*,469.
Per corrispondere a questo sforzo, lasta dello stantuffo, che in acciaio fuso, ha
50 millimetri di diametro lungo lintiero corpo, e si riduce a 30 allestremit nel noc
cioloo mastro della vite per ricevere il dado C.

'

Per conseguenza la resistenza o il carico di questasta e uguale al minimo a


6850 _._n X (50)
=3",49: o 349 chilogrammi per centimetro quadrato di sezione tras
'
4
versale massima. Nella parte lettata, ove il diametro si riduce a 30 millimetri, questo
!

carico sale necessariamente il 349 x

= 969 chilogr. per centimetro quadrato.

Perci vedesi da questesempio che, fuori di tutte le altre influenze che quella dello
sforzo di trazione, a cui questa parte quasi esclusivamente sottomessa, non si dovr

caricare lacciaio luso fino 1000 chilogrammi per centimetro quadrato di sezione tras-'
versale. Ma bisogna ricordarsi che lo sforzo, che lasta dello stantuffo dovr sopportare,

sar molto superiore, avendo noi preso per base la pressione iniziale fuori dellespan
sione. facile immaginarsi, che le dimensioni dellasta essendo date e' messe in
rapporto collo sforzo a cui sono sottomessa, si pu prendere direttamente il suo dia

metro dal medesimo per dedurre le dimensioni principali della traversa dal carico to
tale sullo stantuffo: queste dimensioni sono la sezione della massa centrale e il dia
metro dei perni o portate a.

La sezione della massa centrale, sulla quale si caletta lasta, quella di un solido
incastrato e sottomesso ad un carico, che agisce ad una distanza L dal punto di inca-
stramento (pag. 133). Questo carico la met dello sforzo totale del vapore sullo
stantuffo. In quanto alla forma di questa sezione, non punto quella circolare che
conviene prendere per base del calcolo, a causa del buco che la divide e che compli

cherebbe singolarmente loperazione, se se ne vuole tenere conto direttamente. meglio


supporlo rettangolare e composto di due parti disposte per met uguali da ciascun
lato dellasta, che quanto realmente ha luogo quando la massa centrale ha_la forma
cilindrica, e quindi condurla in seguito approssimativamente ad una gura equi
valente alla sua forma reale. Alla pag. 130 trovasi la formula da applicarsi in questo
Ra bl, e per lapplicazione che abbiamo preso a conside
caso, che la seguente PL : .6

rare si hanno i_dati seguenti:


'
6 50
.
' .
Sforzo tendente a produrre la rottura P =.-_82_= 3125 chilogrammi.
Braccio di leva di questo sforzo L = 10 centimetri.
Dimensioni della sezione di rottura nel verso delle sforzo b: 11 centimetri.

Carico specifico da attribuirsi al metallo (ferro fucinato) per centimetro quadrato


R = 500 chilogrammi.
. .
.
.
6 x 3425 x 10
0 n m d 1 la larg hezza trasversale di q nesta sezione a = _-__----=
500 X (H),
3 , 39,
ossia a circa
lato dell'asta
duna linea
considerabile
. massima.

v34 millimetri, che determinano una spessezza di 17 millimetri da ciascun


incastrata. Questa spessezza essendo segnata sulle Fig. 13 e 14 per mezzo
punteggiata, si vede quanto la forma sferica conduca ad una sezione
senza che per essa sia esagerata, particolarmente per la sua sezione
'

In generale si pu ammettere, che, quando lasta ben proporzionata, i punti


dattacco sono pi vicini che sia possibile, e lasta fissa per mezzo di un dado;

la massa centrale per la calettatura rimane colla forma cilindrica, e deve avere per

I
365
altezza almeno il doppio del suo diametro massimo, e per diametro 1,7 almeno di dia
metro massimo. Nel caso nostro, in cui il diametro dellasta di 50 millimetri, quello
della massa, se fosse cilindrica, sarebbe di mill. 50 x 1,7:85 su 50 x 2 :100

daltezza. Esaminiamo ora la portata a, considerata come perno sottomesso ad 'uno


sforzo. di pressione.
_
.
Si dimostrato che il diametro di un perno posto in questa condizione si deter
mina per mezzo della formula seguente (vedi pag. 173):
2 ,____

a -.: |/ ,0085 Pm + 0,5.


\

Il diametro dilferisce di poco dalla portata,nn uguaglia sensibilmente l'unit, e il


carico essendo, come superiormente, 3425 chilogrammi per cent. q., si trova:
2

.,._H__-___

a- = l/0.0085 x 3425 + 0,5 = 5,9.


Sono circa 60 millimetri, dimensione che di'erisce di 5 millimetri circa da quella
esistente, che di65. Ora bisogna notare, che questi perni possono essere aumentati
senza inconvenienti, mentre su di essi non si eseguisce che un 'moto oscillatorio

poco_ rapido e duna piccola ampiezza; perci devesi cercare di metterli in armonia col-_ '
linsieme della traversa e particolarmente colla massa centrale, anzich cercare di
ridurre il diametro il pi che sar possibile.
'
Per norma generale nella costruzione delle traverse si possono tenere le seguenti
regole adottate anche dal Redtenbacher:
Designando con
A la semilunghezza della traversa,

d il diametro della medesima,


c la lunghezza di un perno o estremit della traversa,

b ed Ii,le dimensioni della sezionedella traversa nel mezzo,


P la pressione sopra uno dei perni, si avr come per le leve ordinarie :

d=0,12'1/5;

l
%
I

3 _z

Per le traverse SI. pu prendere -5h__


- 3 -z
d -; E,
2 e su. avra. allora -h_
5 N 1,344
,
l/i

Questa formola d-i risultati numerici seguenti:

Per=4-s

9,10

g = 2,13 2,21 2,42 2,54 2,69 2,11 2,81

11

12

3,04 3,21.

Se si ha per esempio
A: 100, d=10, questa tavola da ha- = 2,90; PBIOIO

h=2,9 1:2,9 e b:

h=9,61.

Vi sarebbero alcune osservazioni a farsi sulla pressione risultante dal moto della
biella, ma, non essendo cose di prima importanza, le tralascramo per brevit.

366

ARTICOLO XX.

Del Tubi, loro Unioni e Costruzione.

T.-\V. XLVII
Fig t,2, s, 4

245. Tubi. - Si chiamano tubi degli organi aventi la forma di un


cilindro cavo, siano essi rettiline?o eurvilinei, i quali simpiegano per con
durre i uidi, come acqua, gaz, vapore, ecc., da un punto ad un altro,
oppure per distribuirli in diverse direzioni o recipienti.
Chiamasi condotta un numero pi o meno grande di tubi riuniti nelle loro
estremit, per formare un sol tubo, abbastanza lungo per corrispondere alla. via, che
deve percorrere il uido.

La sostanza, di cui si fanno i tubi, varia secondo lo scopo delle applicazioni. Essi
si fanno di metalli diversi come pure in legno, argilla, vetro, pietra, asfalto, cuoio,
gomma. elastica, ecc. Noi in questo trattato parleremo specialmente dei tubi metallici
per condotte dacqua, vapore, gaz.

Unioni dei Tubi in Ghisa. - Per unire i tubi di ghisa il modo pi comune
quello di munire una. delle loro estremit. di_appositi orli, bossoli o manicotti di dia
metro maggiore del tubo per imboccarli luno collaltro, oppure di costruire a ciascuna
delle loro estremit un collare e dunirli a vite: questi sistemi hanno il vantaggio,
che i tubi guasti si possono facilmente cambiare. Quelli a. vite sono da rigettarsi
l. dove le viti sarebbero soggette ad irrugginire, oppure a. sforzi accidentali come
nelle condotte delle acque e del gaz luce, per le quali i tubi debbono star nascosti

entro terra. In questi casi si adottano di preferenza le unioni a manicotto.


Tra le estremit di questi tubi si mettono ordinariamente delle liste o anelli ac

curatamente tornite o pialiate, che si comprimono fra. i diversi pezzi di tubi per impe
dire le fughe. Questi anelli per le condotte d'acqua e di gaz si fanno, come si disse, di

piombo, di cuoio, di gomma, di cartone od anche di treccie di canapa, imbevute di


catrame o di vernice di minio.
Per le condotte di vapore si usano altri anelli o diaframmi formati con treccie
di canapa; ma sono preferibili quelli formati con lo di rame ricotto o anelli tagliati
di una sottile lamina. di ferro dolce.
Per le unioni a manicotto lintervallo tra le estremit congiunte di due tronchi
consecutivi di tubo si riempie di piombo fuso. Talora si fa anche uso di una salda
tura di ferro, o in altri casi si adoperano con vantaggio delle treccie di canapa im

bevute in una miscela fatta con pece bollente e polvere di mattone. Per le lunghe
condotte bisogna tener conto dellaumento di lunghezza. prodotto dellaumento di
temperatura, affine di prevedere gli inconvenienti, che potrebbero nascere, e porvi

riparo. Questo si fa per via di condotti compensatori, che si frappongono di tanto


in tanto tra due tronchi consecutivi di tubo. Un utile compensatore lunione a
scatola, Fig. 3. Spesso di adoperano per compensatore dei tubi di rame piegati
a ferro di cavallo, i quali sinseriseono fra. due pezzi di tubo, come pure dei dischi
di lamiera di ferro incurvati e ehiodati.
Fig. 1,2. 5 e t.

Disegnare l'Unione d'una serie di Tubi a manicotto d'imboccamento ed a collari. - Le


Figure 1, 2, 3e 6, sono tre tipi di tubulatura in ghisa, nei quali sono rapportati i due
sistemi d'unione ad imboccamento ed a manicotto. La Figura 1 ne rappresenta la
vista esteriore alla scala di 1 a 10, e le Fig. 2 e 3 lo spaccato. in queste Figure la
lunghezza reale dei tubi, anche in iscala di un decimo, non si potuta conservare;

ma le vere lunghezze sono indicate dalle quote. Dalle stesse Figure si vede che per
le unioni ad imboccamento uno dei due tubi a riunire termina per una specie di ma

367
nicotto cilindrico B, rinforzato al suo estremo da un cordone, nel quale si adatta
lestremit dellaltro tubo che cilindrico, salvo un piccolo anello b poco rilevato de

TAV. XLVII

stinato a servire di punto di appoggio alla guernitura. Per fare questa guernilura, che

deve assicurare l'unione esteriore, il tubo maschio avviluppato in parte da una corda
compressa a colpi di martello n contro il cordone b, per mezzo duna specie di
scalpello in ferro. Quando la corda masticata occupa circa la met della lunghezza
del manicotto dimhoccamento, si procede con versare del piombo fuso, dal quale di
pende la solidit dellunione. Una tale operazione si eseguisce facilmente chiudendo

il contorno dell'unione con terra e lasciandovi superiormente un buco, per cui si versa
il piombo liquido, il quale riempir lo spazio d attorno al tubo, e appena raffreddato
si ricaccia a colpi di martello. Questo sistema di riunire i tubi lascia loro maggior li

bert di cedere alle v_ariazioni longitudinali dovute alla dilatazione e alla contrazione
del metallo pel cambiamento della temperatura, che se i tubi fossero uniti a cima a
cima col sistema dei collari. Ma se tutta una condotta fosse composta di simili unioni,
sarebbe dillcilissimo disgiungere alcuna parte, sia per una riparazione, sia per inter
calare un robinetto, o un ramo per una presa. Bisognerebbe rompere un tubo afne di

poter sboccarne laltro. quindi indispensabile di distanza in distanza ununione il


collare, nella quale i tubi non penetrano uno dentro laltro, ma solo combaciano.
Per preparare questa unioni, si lascia tra i collaretti A e A' un intervallo sutli

ciente da ricevere una rotella in piombo a posta sulle loro due facce con uno strato
di mastice formato con minio. Queste rotelle hanno la forma di un anello piatto, in
cui il diametro interiore e uguale a quello del tubo da raccordare, e lesteriore calco

lato in guisa che non possa toccare i buchi delle chiavarde, che hanno in generale

12 millimetri di spessezza uniforme; ma, quando i due tubi da congiungersi non sono
esattamente in linea retta, la loro spessezza variabile, sol che non deve essere nel

punto pi sottile inferiore a 10 mill. Le rotelle essendo introdotte tra i due colla

retti, si chiudono le giunte per mezzo delle chiavarde e, il cui corpo quadrato; cos
pure sono i buchi nei collari con chiavarde, che non girano durante la loro chiusura,
operata che sia la compressione

pi energicamente possibile; lunione in seguito

battuta per renderla pi perfettamente compatta ed ermeticamente chiusa che si pu.


Unioni del Tubi in lastra di Ferro. - I tubi di ferro formati con una la
miera. curvata e chiodata. si uniscono facendo entrare lestremit di ciascun pezzo di

tubo nell'estremit. del pezzo seguente, e inchiodando insieme le due estremit. come
per le caldaie a vapore, oppure inchiodando alle estremit. di ciascun pezzo di tubo
dei ferri dangolo, e congiungendo poi questi insieme per mezzo di viti.

I tubi di ferro tirato si congiungono insieme per mezzo di manicotti, che si fer
mano con viti. Nellunione dei tubi di rame e di piombo ordinariamente si ripie
gano alquanto in fuori le estremit, in modo da formare come degli orli, che si
congiungono poi con anelli di ferro vitati.
Unioni dei Tubi di Bronzo. - I tubi in bronzo si uniscono in diversi modi.
ma pi spesso con manicotti a vite.

Raccordamenti e Attacchi per Diramazioni. 7 Le disposizioni, che si appli


cano ai tubi retti, convengono egualmente ai tubi curvi indispensabili pel cambiamento

di direzione e alle braghe di presa perle diramazioni principali, Fig. 6 e 7. Queste con
sistono in certe porzioni di tubo fuse con una tubulatura, e che peri punti di divisione
principali debbono formare con lasse della condotta un angolo pi acuto che possibile.
Ma, indipendentemente da questa biforcazione importante per una condotta dacqua,

se ne fanno altre sopra tutto il corso di presa: certune di esse sono previste du
rante la posa dei tubi, mentre altre non si lanno che successivamente, secondo le
esigenze e la consumazione, e secondo le modicazioni che si presentano nello stato
della distribuzione.
lrami maggiori si fanno ordinariamente per mezzo dei tubi. che si uniscono
ad angolo retto col principale fuso preventivamente con questi, come j nella Fig. 5,
ovvero con turaccioli a vite f come si vede nelle Fig. 1, 3 e 4, nei punti segnati F

appositamente preparati. Quando si posa una condotta principale, prudente di porre

Fig

6 e 7.

14
"IA.

368
TAV. XLVII una di questi tubi nellintersezione di ciascuna via, perch 0 tosto o tardi se ne avr
bisogno, chiudendolo provvisoriamente con un turacciolo incastrato; si potrebbe anche
Fig. 1 e a
mettere semplicemente un tubo con un collaretto, che poi si sostituisce facilmente
con un tubo a diramazione, quando il caso lo esige.
Quando non si fosse presa alcuna di quelle precauzioni, e che non si volesse
sconnettere la maggior parte della condotta, si fa un foro del diametro voluto, e vi si
applica una tubulatura in piombo a doppio collaretto, come indicano le Fig. 6 e 7;

cio schiacciando il tubo in guisa da formare un collaretto colla sua estremit, e si


applica questo collaretto al tubo principale in guisa, che lo abbraccia con una
guernitura in cuoio, che chiudesi con un collare in ferro E.- Questo collare e com

posto di due parti semicircolari portanti ciascuna due occhielli forati per ivi farvi
passare una chiavarda e,

che indi chiudesi quanto basta per ottenere l'aderenza ne

cessaria. Questo metodo frequentemente impiegato per le diramazioni particolari,


specialmente quando i tubi della condotta principale non portano di gi i rilievi a
vite per attaccarvi le diramazioni; ma il lavoro che esige assai dispendioso, parti

colarmente quando ha luogo su grossi tubi di condotta a causa della dimensione, che
bisogna dare ai collari.

'

In questo caso si usa pure un altro metodo, che consiste nel bucare la ghisa,
fermando la vite, ed invitandovi un tubo in bronzo, di cui una delle estremit porta
un passo di vite, e l'altra termina in una parte conica, o in un collaretto, sul quale
si unisce la diramazione.
Per applicare con qualche buon successo questo sistema bisogna che la ghisa pre
senti una certa spessezza; di pi, per formare la vite sul sito occorre un utensile spe
ciale, che non sempre si pu avere a propria disposizione. Perci da qualche anno, nei
servigi del gaz e dellacqua nelle grandi citt, i tubi della condotta portano di gi un
rilievo coi fori a vite per lattaccamento delle diramazioni, come vedesi nelle Fig. 1,
3 e 4. Questi fori sono provvisoriamente chiusi con un turacciolo in ottone f, come

gi si disse superiormente. Quando trattasi di fare una presa d'acqua o di gaz, basta
svitare il turacciolo e sostituirvi un robinetto, che porta lo stesso passo di vite. Questo
quanto operasi per stabilire una condotta normale; nullameno per le esigenze di
certe localit si e obbligati di ricorrere ad altri sistemi. Quando si disgiunge una parte

della condotta sia per togliere un tubo rotto ovvero per intercalarne un altro dattacco,
bisogna unire la tubulatura tra due punti, che non si trovano a distanza con
veniente: in questi casi si impiega un manicotto semplice a conchiglia, come nei
giunti degli alberi in ghisa. Talvolta questi manicotti servono pure per riparare le

rotture di qualche tubo.

Tubi in ottone ed in rame e loro Raccordamenti.

1 tubi per la distribuzione del vapore nelle macchine, sia per la presa come per
lo scappamento del medesimo, come pure per lalimentazione dellacqua, per lo spurgo
dei cilindri, sono generalmente in rame ovvero in ottone. SI uniscono tra di loro
cogli organi speciali, che si mettono in comunicazione per mezzo di collaretti in ferro

mobili o ssi secondo i casi. Ma soventi son fissi, cio si rendono solidarii come parte
integrante del tubo stesso.
Disegnare la Tabulatura comunemente usata per stabilire la comunicazione dell'acqua tra
Fig. 5, 8 e I).

le locomotive e i rispettivi Tender. -- Negli apparecchi dalimentazione delle locomotive,


Fig. 5, 8, 9 e 10, con tender indipendente, i condotti od iniettori, che comunicano

colle casse dacqua e celle trombe alimantatrici poste sulla macchina, debbono essere
collocati in guisa da poterli facilmente disgiungere per separare il tender dalla mac
china. Questa unione deve possedere una certa elasticit per cedere alla variazione
desse che la macchina ed il tender provano, circolando sulle vie che offrono delle

curve numerose e soventi molto sensibili e anche certe irregolarit nel piano del li

369
vello. Le difficolt di stabilire delle giunte, che soddisfacciano convenientemente a TAV. XLVII
simili esigenze, con tubi, nei quali riposa in gran parte il lavoro regolare delle lo Fig. 3, s, o e 10.
comotive, non stato tanto facile a superare, anzi han dato luogo a molti tentativi.
Un sistema, che stato generalmente adottato, e ancora _molto in uso, quello rap
presentato dalla Fig. 5: ha per base lunione a giuntura sferica per corrispondere

a tutte le variazioni dellasse, e poi vi sono giunte libere con bossoli a stoppa per
soddisfare alle condizioni di schiacciamenti facili quando si vuole avere una lunghezza
variabile. Il complesso di questa tubulatura si pu dividere in tre parti distinte: le due
estreme A e B appartenenti al tender e alla macchina, e una intermedia C e D, che
insieme stabiliscono le loro relazioni nella condizione di mobilit richiesta.
Le due tubulature A e B, che sono simili e in bronzo, si compongono ciascuna
duna parte cilindrica e duna emisferica vuota con collaretti per le chiavarde dunione;
dal lato della macchina la tubulatura A imbocca col condotto A andando all'appa
recchio alimentare, e si trova sostenuta da un collaretto in ferro a fissato alle mac

china. La tubulatura opposta, che ritoccata anche da un orecchio o collaretto b at


tenante al tender, unita col condotto B, che va a una delle casse da acqua. La parte,

che stabilisce lunione delle due precedenti, composta di due tubulature C e D anche
in bronzo, terminate da una specie dimbuti, che penetrano uno dentro laltro per
mezzo di scatole a stoppa, di cui quella C fissata; le due altre sono unite, come nei
casi ordinarii, dai collarelti e e d.
Il sistema di chiusura della scatola a stoppa analogo a quelli descritti nella
Tavola XLV; ossia il compressore e formato da un semplice turacciolo cilindrico chiuso
per mezzo di un dado E invitato esteriormente alla scatola. Ma questo dado soddisfa
ad un altro scopo perla vasta imboccatura che possiede, e che si apre dal lato dellin
troduzione del tubo D. Questa struttura particolare stata immaginata in vista di feci

litare il raccordamento delle due parti, quando si deve stabilire lunione tra la mac
china e il tender, poich, facendo scorrere i due veicoli uno contro laltro, il tubo D

non pu a meno che imboccare nellimbuto, e perci mettersi al suo posto. In tutto le
disgiunzioni della macchina dal tender, la parte C, che piuttosto pesante, tenderebbe
ad abbassarsi e a forzare sullimbuto, se esso non fosse sostenuto altrimenti. Ma esso al
contrario sospeso alla macchina per mezzo duna catenella, che si attacca al collaretto

in ferro f invitato con un collare diviso in due parti g che labbracciano. In questa
stessa parte si osserva ancora un freno h, invitato sul collare e portante due lame a
molla fissate in una scanalatura formata nellesterno del dado, in guisa da impedire che
questo si divida o si chiuda per mezzo di una chiave o beccuccio, che simbocca
con una serie di denti i. Bisogna notare, che il tutto termina nella piccola tubula
tura j, dalla quale ne parte unaltra, che, nel momento in cui la macchina si ferma,

si fa passare in eccesso nellacqua del tender.


inutile aggiungere quanto una simile tubulatura esiga cura e precisione nella
sua costruzione, e quanto sia la medesima dispendiosa e delicata: la sua bont di

pende dalla precisione delle sue giunte, non potendovisi applicare alcuna sorta di
guarnitura elastica.

'
Tubi in Lastra di Ferro Incatramati. - Specialmente i costruttori francesi
Chaumeroy e Comp. hanno applicato il Sistema dei tubi in lastra di ferro, coperti este
riormente da uno strato di bitume di 1 o 2 centimetri di spessezza secondo il loro
diametro. Il modo di costruzione particolare doveva per conseguenza avere un me
todo dunione suo proprio, e perci vi si applic lunione a vite. Ma anche questa
ha i suoi inconvenienti, ed oralusasi generalmente lo stesso sistema di giunti come
pe tubi in ghisa. Le Fig. il e 12 rappresentano due unioni di tubi secondo l'an
tico sistema dei giunti a vite, sulle quali sono indicati i modi impiegati per riunirli
con altri tubi in ghisa, terminati da collari ovvero per imboccamenti, come avviene,

quando si deve riunire tubi di questo genere con quelli in ghisa. che portano delle
chiavi valvolate.

Questi tubi sono costrutti con lamiera o lastra pi sottile che quella dei tubi pel gaz:
pu essere di 1 a 2 millimetri di spessezza, secondo il diametro; la lastra viene prima
stagnola, poi ripiegata ed inchiodata; quindi, disposto sopra una tavola uno strato di
47

Flg. H e I?

370
TAV. XLVII
Fig. H e 42.

bitume mescolato con sabbia di torrente, si fa rotolarvi il tubo, il cui esteriore


bagnato di catrame; inoltre si mette nel tubo alcuni giri di cordicella per facilitare

l'aderenza del bitume, n tanto che ve ne sia una spessezza conveniente.


Disegnare un Tubo in lastra di ferro e bitume. - 1 tubi in ghisa non si possono

impiegare che usandoli duna spessezza molto superiore a quanto necessario per la
loro resistenza: perci in opera offrono sempre un peso considerevole. Molti co
struttori tentarono pi volte ed in varie guise di fabbricarne in lastra metallica,

afnch riuscissero molto leggeri e nello stesso tempo resistenti, e questi tubi si im
piegano con successo nelle piccole condotte di breve estensione, duso specialmente
nelle ofcine, nelle quali restano sempre in vista, e possono essere facilmente sorve

gliati e riparati. Quando trattasi per di una condotta grande, dove i tubi di ghisa non
possono essere sorvegliati e riparati facilmente, e necessario di assicurarsi e mettersi

al riparo delle inuenze esteriori tendenti a diformarli e distruggerli chimicamente,


giacch non, si possono difendere da queste cause di deperimento; in grazia della
loro spessezza per le possono sopportare per lungo tempo.
Fig. 5.

Tubi in Ferro, e loro Raccordamento. - Da qualche tempo si fabbricano dei


tubi in ferro saldati o tirati a caldo, che presentano tanta regolarit quanto ne pos
sono avere quelli fusi in ghisa, e sono di qualunque diametro fino a quello di
qualche millimetro, che sarebbe impossibile di poter gettare in ghisa. Questi tubi
sono applicabili nein apparecchi pel gaz, alle distribuzioni dellacqua, del vapore, nei
caloriferi e nelle macchine, e resistono alla pi alta pressione. Parecchi costruttori
speciali sono arrivati a fabbricarne oltre ai retti anche di angolari, con una perfezione
tale che il loro impiego divenuto molto comodo. Se necessario, si galvanizzano,
e perci divengono applicabili nelle varie circostanze.
-

La Fig. 13 rappresenta lunione di varii tubi secondo il sistema a vite. Le parti


rettilinee T sono invitate alle estremit, e due di queste dugual diametro sono

unite per mezzo di un manicotto come A, che forma dado. Siccome nelle congiunzioni
ordinarie non si pu ammettere, che le spire delle viti abbiano inclinazioni in verso
differente, il che condurrebbe a certe difcolt rapporto alla costruzione delle differenti
parti da riunire, lunione non pu aver luogo che facendo girare il dado, ovvero dopo
aver invitato il dado su uno dei due, si invita laltro.

Quando si hanno da unire due tubi di diametro differente, come T e T, il ma


nicotto di raccordo e ha la forma indicata sulla Figura.
Pel cambiamento di direzione ad angolo retto, se la circolazione del uido lenta,

e la perdita di forza viva non sia per ridondare a danno della corrente, si usano i
gomiti come B, formati di due parti cilindriche, che si uniscono ad angolo retto.
Ma nei casi contrarii, in cui si voglia evitare un cambiamento di direzione tanto
vivo, si applica un gomito curvilineo, il quale non presenta maggiori difficolt di co

struzione che quello ad angolo retto, la qual forma si eviter il pi che sar possibile.
La stessa Figura fa vedere limpiego di un giunto a quattro vie, ovvero un raccorda
ment a croce D, che presenta quattro portate a vite. Lunione a vite non la sola

duso pei tubi in ferro; se la natura della loro applicazione lo esige, si possono adot
tare alluopo dei collari, o riunirli con chiavarde.
Tubi in Piombo. --1 tubi in piombo non si usano per le grandi condotte, perch
sarebbero di un prezzo troppo elevato, particolarmente quando si dovesse dar loro spes
sezza tali da resistere alle grandi pressioni, stante la poca tenacit del metallo. Gli
antichi, che non potevano sostituirlo come possiamo far noi, hanno usato il piombo

anche nelle grandi condotte, come se ne trova infatti nelle antichit romane. Nei tempi
nostri si usa solo nelle piccole diramazioni e in tubi di un piccolissimo diametro
specialmente nei servizii particolari del gaz e dellacqua; i tubi in piombo in queste
circostanze sono di un uso estremamente comodo per la facilit, che otlrono di po
terli piegare in tutti i modi nelle distribuzioni interiori delle case. Salvo che per
certi diametri eccezionali, che non si possono eseguire altrimenti che con un foglio avanti

avvolto, i tubi in piombo si fabbricano premendo con un torchio idraulico il metallo


liquido attraverso ad una filiera, dalla quale il metallo esce in uno stato di tubo molto

371
irregolare, che pu essere per una gran lunghezza di un sol pezzo secondo il rapporto
del suo peso lineare e quello della massa totale del metallo in fusione, che uno pu
sottomettere alla pressione. La conseguenza di questo fatto , che la lunghezza del

tubo fabbricato in ragione inversa della sua sezione trasversale. Nei piccoli diametri
di 1 a 2 o 3 centimetri si pu ottenere dei tubi di pi di 20 metri di lunghezza di
un sol pezzo. Da qualche anno il fabbricante Sbille, specialmente per le condotte
dacqua potabile, fabbrica dei tubi stagnati internamente, per cui viene impedita la
formazione dei sali velenosi, e toglie parte della essibilit al piombo onde la spes
sezza del tubo, che si terrebbe nelle circostanze ordinarie, si puo diminuire di un de
cimo. La maggior mano dopera e lo stagno ne aumentano per di molto il prezzo.

Tubi in Pietra, in Terracotta, in Legno ed in Cartone.

Tubi in Pietra. - La forma esterna di questi tubi e generalmente quella di un


prisma quadrangolare: internamente hanno un foro di forma cilindrica, fatto da una

macchina speciale; si uniscono uno entro laltro con battenti piani 0 a collari, ovvero
a coni tronchi. Il loro prezzo quasi la met di quello dei tubi in ghisa dello stesso
diametro.
Tubi in Terracotta. - Si usano specialmente nellagricoltura: siccome non possono

sostenere che leggiere pressioni, non vengono impiegati che ove questa nulla: e
limpiego principale di essi si fa nella fognatura dei terreni o drenaggio. (Vedi l'Ap
pendice del nostro Trattato di Disegno Topografico).
Osservazione sull'impiego dei diversi sistemi di Tubi a seconda delle circostanze.
Quando trattasi di grandi canalizzazioni per una citt di qualche importanza, e che sono
indispensabili molte diramazioni, frequenti raccordamenti per mezzo di robinetti,
prese numerose ed eventuali e duna pressione elevata, la ghisa presenta dei vantaggi,

che difficilmente si possono ottenere con altra materia. Nulladimeno i tubi in latta in
catramati, sopra una grande estensione, possono presentare qualche vantaggio economico.

Quando per le acque da condurre sono di tal natura che i condotti in metallo si
conservano difcilmente, o si ingorgano facilmente di materie calcaree, si pu esami

nare se possono preferirsi i tuUi in carta, in legno o in terra cotta. Perci prima di
sciegliere bisogner fare tutte le considerazioni, non escluse quelle della natura del
terreno, in cui la condotta deve essere messa, della facilit dei mezzi di ripararla in
caso di rottura, delle spese di riparazioni, e simili.
Tubi in Legno. - I tubi in legno sono formati di tronchi di quercia, dolmo,
e simili, forati secondo il loro asse, aventi una lunghezza da 3 a 4- metri, con
10 a 20 centimetri di diametro interiore. Per diametri maggiori si sarebbe obbligati

di formarli di pi pezzi unendoli fra loro con varii metodi, che crediamo inutile
descrivere.
Tubi di Cartone incatramato. - Nella manifattura di Jalourau e Comp. a Asnires
vicino a Parigi si fabbricano dei tubi di condotta con cartone impiegato a fogli ov
vero in pezza senza fine, rotolandolo su se stesso fin tanto che abbia ottenuto una
spessezza sufficiente; durante lavvolgimento su se stesso il foglio si copre sulle sue
due facce duna composizione bituminosa liquida, la quale unisce fortemente le spire
sovrapposte; questi tubi hanno circa metri 1,50 di lunghezza, e si riuniscono fra loro
mediante manicotti in ghisa. Tubi di questa specie del diametro interiore di 75, 105,
135 a 200 millimetri hanno sopportato senza rompersi delle pressioni di 15, 18 e 24
atmosfere. Gli inventori di questo sistema di tubi fanno valere il poco costo compa
rativamente alla carezza di quello che costano d'ordinario gli altri in metallo; bisogna
osservare altres che sono compiutamente inossidabili, e che non possono dare origine

ad alcuna corrente elettrica, che li possa danneggiare.

723

REGOLE

PRATICHE

Parlando dei cilindri a vapore a pag. 342 abbiamo date alcune nozioni sulla resi

stenza dei cilindri alla compressione esteriore. Qui completeremo queste nozioni rela
tivamente ai tubi. Infatti i tubi delle caldaie o generatori tubulari offrono essenzial
mente il carattere dessere sottomessi a una pressione esteriore, che tende a schiac
ciarli. Nelle condizioni ordinarie della costruzione, essi sono duna resistenza molto

superiore allo sforzo capace di determinare lo schiacciamento; ma bene che il co


struttore conosca a quali limiti questo potrebbe effettuarsi. I risultati delle espe
rienze di Mans, ingegnere capo delle miniere, e rapportate dal generale Morin, in
cui dei tubi di rame si sono schiacciati, ed altri hanno resistito, sono i seguenti:

TUBI CHE SONO STATI SCHIACCIATI

/\

5 *
i E.

-;

,,

TUBI CHE HANNO RESISTITO


1

Dimenione dei Tubi

-=Sei

E, E ._
3

Diametro

E E

_g

s:

=- i

e.

i:

E I

E:

E 7. \Lunghezza

-'<

memo

';

_ 1

/w\

'.g

S'E

Spessezza

j\\\

Dimensione dei Tubi


w

Diametro
Lunghezza

Imam,

_
1

I
_l
10 : 3,00 0,15.0,17 0,003 ai 14

15

10 l 3,00

0,15

16,5 2,00 l 0,13 ! 0,003

3
24

1
1

9 3,30
12 3,30

0,06
0,16

0,0015;,8i 14 |25,5', 2,00 l 0,13 ; 0,0031


0,0015 ,9: 43
9 , 2,70 } 0,06 10,0015

l l, 9 3,50 0,16
1 __
i
_

|
i
l
00015410!
45 15 , 2,70 l 0,03 ;0,00131
ti i
I

0,003 vi 14

I
1 2,00

Spessozu

0,13 | 0,003

I,

Stabilendo un ravvicinamento tra questi risultati e la formola, che, secondo il Fair

bain, rappresenta la legge dello schiacciamento, cerchiamo che valore prenderebbe il


coefciente A, applicando questa formola a due serie, sia a quella del N 2 0 tubi
che sono stati schiacciati, sia a quella del N 8 o dei tubi, che hanno resistito.
Pel primofcaso si avr: A =P-D; di cui:

__ 10ltm- x 4*,033 x 3'" x 0,15 _

Questo coefciente prende qui un valore molto vicino a quello, che fu indicato per la.
resistenza allo schiacciamento dei cilindri in lastra, a pag. 342.
Venendo all8 serie si trova:

25,5 x 1,033 x 2 x 0,13

cosicch questo tubo, che ha resistito, non avrebbe potuto essere schiacciato che sotto

una pressione superiore a quella, che d questo valore di gi innalzato al coefciente A.

373
Da una esperienza fatta a Montiugon, un tubo in ottone si schiacciato sotto una

pressione di 18 atmosfere, ci che da, delle dimensioni di questo tubo, lenorme va


lore di 929700 per coefficiente di A. Perci si pu conchiudere, che il coefciente
conveniente per valutare la pressione di schiacciamento di questa natura di tubi di
circa 800000, trascurando le frazioni. Applichiamo la regola ad un esempio.
Problema. - Quale sar la pressione capace di schiacciare i tubi della caldaia di
una macchina locomotiva, che hanno le seguenti dimensioni: diametro interiore

metri 0,037, spessezza metri 0,0015, lunghezza del tubo metri 3,500.
Soluzione. - Segnando con D il diametro interiore del tubo, con s la spessezza
della sua parete e con L la larghezza del medesimo e prendendo P dalla formula su
periore si avr:

A : LD.L;eP
la

E:
A LD'

e sostituendo i valori si avr.

0,00l5 x 0,0015
P2800000XW : 13,9

per centimetro quadrato, ossia quasi 13 atmosfere. Le locomotive essendo costrutte per
lavorare ad una pressione effettiva di 7 atmosfere, i tubi sono in buona condizione di
resistenza.

TABELLA DELLE DIMENSIONI DEI rum DI concorra IN ranno.


FABBRICA DI BOUTEILLIAIN (raancu).
v___

..

. .

Tubi in ferro, lastra del Berry saldata con cppnqmnte sul mandrmo I
per generatori e condotte di vapore, con coliarettt e mboccalure alle| estremit
Diametro
Memo

Spessezza

Diametro
memo

millim.

millim.

millim.

40

Spessezza

I"

Diametro
memo

millim.

millim.

-,

millim.

70

2,50 l

100

3,25

2,50

105

3,25

45

'75

55
50

i 2

85
so

l 2,2,75
75 i,

60

i 2,25

90

.65

95

Il

'

2,25

de",acqua che si uniscano PN


mm di manicouo a vile. i

--_

i Spessezza

Tubi per condotte del gaz e i

millim.

millim.

25

se

129

|1

40
35

15

5o

20

110
120 ;i a,3,25
25 1I
-

Diametro interno

w_

374
TABELLA DELLE DIMENSIONI 12 DEL PESO per rum PER connorrn rN LASTRA E BITUME
FABBRICATI DA. CHAMEROY E COMP. (Fnarvcm).
.g._.. ..

._

H_..

Dlttlltltl 1
l
l
l
l

l
.

.imiinmm 0,035|0,042i0,0540,0080,0810,10s0,135,0,10210,189 0,210 0,244 0,211

Spessezza

<

dellaLastra i 0,9 1 0,9 ,'0,9

0,9 ' 1.0

Peso in
1l
chilogr.ml
4,00 5,00 i 6,00

:
l
7,50 , 8,50 i11,0014,00 17,00 22,00 1 25,00
l

I
Disastri

1,3

1,4 . 1,5

1,0

1,1

28,00

33,00

1,1 1 1,2

meni in metri 0,297 0,324,0,35020,400 0,450l0,500 0,550 0,600 0,700


l
l_r_

!
Spessezza

dellaLastra

1,8

I1

2,1 12,3 ,l

2,5 ; 2,7 2,9 , 3,2 3,4

3,7

4,1

5,0

Peso in
chilogr.ml

i
l

39,00 45,0052,0070,00,78,00 90,00 95,001100,00 125,00 155,00 210,00

Resistenza dei Tubi all'estensione. - Indipendentemente dalla resistenza allo schiac


ciamento, i tubi delle caldaie delle locomotive sono anche sottoposti allo sforzo di esten
sione, cio allo sforzo interiore del vapore contro le pareti della caldaia, a cui sono uniti
ed a cui servono pure di ritegno. Ammettendo che i tubi debbano in effetto sostenere le
pareti di fondo della caldaia contro la pressione effettiva del vapore, ciascun tubo sop
porter evidentemente una parte proporzionale di questo sforzo totale,che corrisponde

alla superficie di uno di questi fondi, diminuita della somma delle sezioni dei buchi
fatti per ssarvi i tubi.
Esempio. - Quale sar lo sforzo per centimetro quadrato dei tubi di una locomo
tiva, il diametro interno della cui caldaia di metri 1,45, e che contiene 464 tubi di

40 millimetri di diametro interno, la pressione effettiva del vapore essendo di 7 atmo


sfere, e ciascun tubo dovendo sopportare una parte dello sforzo?
__s
._,2
3,1416 x (145 -- 464 x 4) 7 x 1,0333
Soluzione. -. Si avr E =
= 166 chilogr.
4 X 464
Ma veramente non si possono riguardare come sopportanti una tal pressione i tubi
del centro, imperoch evidente che i fondi sono gi tenuti al loro posto, indipenden

temente dai tubi, dalle inchiodature col corpo cilindrico della caldaia, e questa pres
sione non potrebbe agire con tutta la sua intensit sui tubi lontani da questa inchio
datura ossia nel centro, ove la essione del fondo si manifesterebbe, se i tubi non si

opponessero. Nulladimeno, ammettendo anche questo sforzo di 166 chilogrammi circa


per tubo, la loro sezione sufciente per resistere in buone condizioni. Infatti il dia
metro esteriore uguale a 40 millimetri, e quello interiore a 37; si avr dunque
per sezione anullare metallica:
._.12

_2

3411.6..f_073l) : 181,42 mill. quadr.


Ora la rottura dellottone corrisponde ad un carico di 1260 chilogr. per centimetro
quadrato, circa la quattordicesima parte del carico precedente.

375
In generale, nella pratica, data la sezione S dun tubo, determinata dalla quantit
del fluido Q, che deve passarvi per secondo, e la velocit a, si ha S =%; dalla qual
formola si deduce, che il diametro a del tubo 11 = I/

Secondo luso, a cui destinato

il tubo, u espresso in centimetri, S in centimetri quadrati, e Q in centimetri cubi.

Per le condotte dacqua edel gaz la velocit ordinariamente di 1 metro per mi


nuto secondo, e per conseguenza u:100 centimetri. La spessezza dei tubi dipende
dalla pressione dei fluidi, che li attraversano, dei metodi di fabbricazione e da varie

circostanze pratiche. Se non si avesse a tener conto che della pressione interna, sa
rebbe facile a stabilire una formula razionale per determinare la spessezza da darsi alle
pareti. La quale per approssimazione potrebbe scriversi cosi: s: A (n - 1) d, indi
cando con e la spessezza, con d il diametrd interno del tubo e con n il numero delle
atmosfere, che rappresenta la pressione interiore. Per per una debole pressione in

terna questa formola d una spessezza tanto debole da non permettere in certi casi di
costruire il tubo, ovvero spessezze tali che non si potrebbero neppur costrurre par
ticolarmente se si tiene conto lazione delle forze accidentali. Le forze di questa specie
ed i metodi di fabbricazione non possono essere introdotti razionalmente in una for
mola, e non se ne pu tener conto che per mezzo duna quantit addizionale; quindi
si avr s=A (n-1) d+B: indicando" con B una quantit costante, il cui valore

determinato secondo la natura del metallo, di cui il tubo e formato. Dalla formale
superiore deduce le formole seguenti che sono quelle per la loro semplicit general
mente usate relativamente ai tubi per determinarne la spessezza, e nelle quali s
indica la spessezza della parete, d il diametro interiore del tubo in centimetri, n la

pressione espressa in atmosfere, alla quale i tubi debbano poter resistere con sicurezza
sufficiente.
Tubi in lastra di ferro

s:0,00125 (n - 1) d + 0,30 centimetri.

Id.

ghisa

s : 0,00400 (n - 1) d + 0,50

Id.

rame

s:0,00200 (n -1) d+0,10

Id.

piombo

s : 0,04000 (n - 1) d + 0,10

Id.
Id.

zinco . . . . . . s : 0,02500 (n - 1) d + 0,10


pietra naturale . . . s = 0,03230 (n - 1) d + 2, '70

Id.

pietra artificiale

s : 0,05380 (n - 1) d + 1,00

I tubi di condotta tanto per lacqua quanto per il gaz generalmente si provano ad
una resistenza di10 atmosfere; bisogner perci far n=10 per avere una spessezza
conveniente.

Le dimensioni delle unioni, che comprendono gli orli o collaretti, le viti, i mani
cotti, si avranno dalle formale seguenti:
Lunghezza del tubo .

L :: 200 + 5 d

Larghezza del collaretto (come nelle Fig. 2,3, 4) 1 + 1,8 8


Spessezza del tubo .
. . . . . . . . 0,33 + 1,17 s

Numerodelleviti . . . . . . . . . . . 3+?
Diametro duna vite o chiavarda . .
Manicotti, lunghezza interiore (come
gure2,3,4,6,7). . . . . .
Manicotti, diametro interiore . . .

spessezza del metallo .

. .
nelle
. .
. .

. . 0,33 +1.17 r
Fi
. . d+2s
. . d + 4,4:

. .

1,"2s

376

ARTICOLO XX.

0ttnratori o Apparecchi di Chiusura;


Rubinetti o Chiavi, Valvole, ecc.

TAV. XLVHI

246. Otturatori. - Si dicono otturatori degli apparecchi, il cui ucio


di stabilire od interrompere la comunicazione tra due o pi porzioni di un
condotto o tubo attraversato da un uido, come acqua, gaz, ecc. Si possono
dividere in quattro specie: 1 in robinetti detti anche chiavi od epistomie;
2 in valvole semplici; 3 in valvole a. cappello; 4 in valvole a cassetto.
Le chiavi o robinetti sono cilindri leggermente conici, che hanno la loro parte mo

bile dotata. di un moto circolare continuo ed alternativo attorno al proprio asse. Si


compongono di due parti distinte: una ssa, che il cilindro esterno detto cassa (bois
seau), e laltra. mobile contenuta nella prima o cilindro interiore chiamato chiave.
La chiave conica, onde presenti maggior aderenza colla cassa, e la conicitwaria se
condo luso ai costruttori; superiormente porta unimpugnatura, che serve per chiu

dere ed aprire la comunicazione. Il robinetto si dice a due o tre vie od acque secondo
che con esso si pu stabilire od interrompere la comunicazione fra due otre tubi
diversi. I robinetti si fanno in ottone, in piombo, in ghisa, e in certi casi speciali
anche in vetro e in gres, ecc.; la cassa e sempre fusa con uno o due collari per po
terla unire colla tubulatura per mezzo di viti.
Fig. I, 2, 5 e 4.

Disegnare un Robinetto a due acque colla sua proiezione orizzontale avente l'impugna
tura prima parallela, poi obliquo al piano verticale, coi relativi spaccati. - ll raccorda
mento di questa parte conica A colla tubulatura cilindrica B si fa per mezzo di due
gusci l) aventi unapertura quasi elittica, come vedesi nelle Fig. 1, 2 e 3, terminati
in due collari C da ambe le parti. La chiave conica E sormontata da unimpugna
tura F, per mezzo della quale si pu far girare a volont, ed ritenuta per mezzo
di un dado G nella parte inferiore della cassa. La Fig. 1 rappresenta il robinetto
visto di anco col collaretto di prospetto; la Fig. 8 la forma laterale della chiave;
la Fig. 9 quella della sua proiezione orizzontale vista di sotto senza limpugnatura;
la Fig. 7 una sezione orizzontale fatta sulla linea E; la Fig. 6 una sezione fatta in
un piano verticale secondo la linea 3 e 4.
Si vede facilmente da queste differenti Figure che, per rappresentare esattamente
tutte le parti di un tal

robinetto, si ,cerca, prima lintersecazione del guscio clit

tico D colla superficie conica esteriore A della cassa; poi lintersecazione della su
percie cilindrica dellimpugnatura F della chiave, quando questa posta parallela
mente al piano verticale, come nelle Fig. 2, 3,6 e 7: allora sinclina a questo piano
come nelle Fig. 4 e 5. Si pure determinata lintersezione dellapertura quadrangolare
H praticata nella chiave del robinetto colla faccia superiore di questo, ed inne lin
tersczione di un prisma colla sfera, che termina il dado G. Le operazioni per queste
diverse intersezioni sono indicate nelle varie Figure. Le Fig. 14 e 15 indicano la traccia
geometrica dellintersezione del cilindro orizzontale E' col cilindro verticale F della
chiave del robinetto. La curva dellintersezione che di questo cilindro si otterr facil

mente effettuando le operazioni indicate nella Figura, come si fatto nella Tav.l e 2.
Quando il cilindro orizzontale F, Fig. 14 e 15, inclinato al piano verticale, la
curva d'intersezione di questo cilindro con quello E cambia daspetto; in proiezione
verticale la sua costruzione sempre la medesima. Infatti si vede che se, come nella
Figura precedente, per ottenere un punto qualunque, si conduce un piano verti
cale d'e', parallelo allasse del cilindro, questo piano taglia il cilindro verticale se

377
condo due rette, che si proiettano verticalmente in df ed eg. Questo stesso piano TAv. XLvm
taglia anche il cilindro orizzontale secondo una generatrice proiettata orizzontalmente Fig_ H e ,,
d'e', onde si ottiene la proiezione verticale dopo aver fatto il ribattimento della base
h
del cilindro come lo indica la Fig. 14. Postando la distanza i i da h, Fig. 15, lorizzon
tale d, e, condotta per il punto 11', rappresenta l'intersezione del piano col cilindro

orizzontale. Si vede, che questa retta e incontrata dalle generatrici df ed eg nei punti
il, e; lo stesso sar per tutti gli altri punti della curva dbec.
Le Fig. 10 e 10bis rappresentano lintersezione di un cilindro a base elittica con p,,,_ 10. mm, ,, H_
un cono a base circolare corrispondente ad una supercie conica A della cassa, in
contrata dal guscio D. La Fig. 11 un piano visto al dissolto per rendere evidente lin
tersozione in proiezione orizzontale. Per determinare queste intersezioni non c altro

che da condurre un piano orizzontale qualunque, che da una parte taglia il cono se
condo un. circolo, e dallaltra il circolo secondo due generatrici. I punti dincontro di
queste rette colla circonferenza del circolo sono i punti delle curve dintersezionc.
Cosi, conducendo il piano ab, Fig. 10, si ha da una parte il diametro del circolo cd, che
si proietta orizzontalmente dal centro 0, Fig. 11, e dallaltra parte due generalrici, che
si proiettano in ab, e di cui si determina la proiezione orizzontale in a'b od in ab.

Dopo aver ribattuta la base de del cilindro in d, f', fg, ed aver portata la distanza,
Fig.10bis, da 9' in a' ed in a, Fig. 11, le generatrici ab' e ab incontrano il circolo di

diametro cd' in quattro punti h'i, che si proiettano verticalmente in In e in i', Fig. 10 bis.
Si ottiene nella stessa guisa i punti mn per mezzo dei punti orizzontali M. I punti
limiti della curva si ottengono naturalmente in p, q, r, s, dallincontro delle genera
trici esteriori del cilindro; in quanto ai punti i, u, vertici delle due curve, si possono

ottenere pel ribattimento della Fig.10bis, conducendo dal vertice S del cono una
tangente St alla base d'fe' del cilindro, e proiettando il punto di contatto t seguendo
la linea orizzontale xy, la quale rappresenta un piano, che taglia il cono secondo un
circolo, che si proietta orizzontalmente sulla Fig. 11. Se portasi allora la distanza lo
da 9' in x', e si tira le orizzontali z'y', si ottengono i punti tu' per mezzo del loro
incontro col circolo, che si descritto; questi punti si proiettano in tu sopra la Fig. 10.
Si vede che questa operazione all'atto analoga a quella relativa allintersezione
dei due cilindri.
Se il cilindro invece dessere a base eliltica fosse a base circolare, come avviene
qualche volta, si comprende benissimo, che loperazione per ottenere la sua interse

zione col cono sar esattamente identica alla precedente, e dar delle curve ana
loghe, purch il diametro del cilindro sia pi piccolo che quello della sezione del cono
corrispondente alla generatrice estrema inferiore; ma questa curva cambia, quando

il diametro e pi grande, come si vede nella Fig. 12 e 13. Lintersezione in questo


caso rappresentata dalle curve str e pug; il disegno indica abbastanza loperazione.
L'apertura H, praticata nella chiave del robinetto, e generalmente di forma ret
tangolare invece di essere circolare, come la sezione esteriore del tubo o della tubu

lalura della cassa, affine di fare la chiave meno voluminosa e pi leggera presen
tando sempre la stessa sezione. Questapertura rettangolare determina in proiezione
laterale, Fig. 6, una curva dintersezione abcd, che non altro che una iperbole risul
tante dalla sezione fatta per un piano verticale parallelo allasse del cono. Lopera
zione per determinare questa curva indicata nel disegno geometrico. Per rendere la

curva pi apparente, si suppone in queste Figure, che le generatrici del cono facciano
collasse un angolo pi aperto che sulla Fig. 7. La linea ab rappresenta il piano verticale,
nel quale contenuta la curva dintersezione. facile vedere che, se si conduce una
serie di piani orizzontali, si otterranno altrettanti circoli, che si proiettano incontrando
il piano eb nei punti l', m', 11', p', ecc. Questi punti si proiettano verticalmente, e si
ottiene il vertice o della curva, tracciando dal centro un circolo tangente al piano ab,
e proiettando questo circolo sul piano verticale. Seguendo questa costruzione, facile
vedere, che lapertura H e resa apparente, quando si guarda la chiave del robinetto
al dissopra come lo fa vedere la Fig. 9.
La Figura 16 rappresenta la proiezione verticale G del dado,._che ritiene la chiave

del robinetto nella cassa. Questo dado di forma esagonale terminato per una porzione
di sfera, il cui centro si trova sull'asse del prisma. Ciascuna faccia di questo prisma
48

378
TAV. XLVIII e del dado incontra la supercie della sfera secondo dei circoli uguali, che bisogna
Fig. 16.

determinare in proiezione laterale. Il diametro della sfera circa triplo o quadruplo

del diametro circoscritto al dado; per rendere la curva pi apparente sulla Fig. 16
noi abbiamo supposto questo diametro pi piccolo.
La sfera y e rappresentata da due circoli di raggio 0A, e il dado per mezzo di
un prisma esagonale, di cui lasse passa per il centro. La prima faccia a'b' di questo

dado incontra la sfera secondo un circolo parallelo al piano verticale, il cui dia
metro c'd'. Questo circolo parallelo verticalmente sulla Fig. 6 incontra gli spigoli ae
e bf dun prisma nei punti a e b; la parte compresa tra questi due punti rappresenta
lintersezione della faccia verticale a' b' colla sfera. Le due altre laccie a' g' e b' h'
sono inclinate al piano verticale, e tagliano anche la sfera secondo i circoli uguali ai
primi, come a Tav. Il, Fig. 13, 14, 15 e 16, ma si proiettano verticalmente secondo

delle porzioni delisse comprese tra i punti a e 9 da una parte, 6 e b dallaltra. Si ot


tiene il vertice di questa elisse conducendo per il punto i una tangente orizzontale al

lasse a i b, e proiettando i punti b, 1, h. S gi visto nella Tav. I, Fig. 9, che l'in


tersezione di un cilindro retto e duna sfera, il cui centro posto sull'asse del ci
lindro, da un circolo, che si proietta lateralmente secondo una linea retta. Cosi il buco
0', che attraversa il dado, essendo cilindrico, da per intersezione colla sfera un circolo

di diametro m' n', che si proietta verticalmente secondo la retta ma. Unoperazione
analoga si farebbe per determinare le stesse intersezioni, quando il dado fosse visto
d'angolo in guisa che due l'accie solamente fossero apparenti, come si vede sulla

Fig. 1. evidente, che la curva elttica b 1 h' corrisponde a quella b, 1, h, e deve


essere anche compresa tra le due stesse linee orizzontali passando per questi punti.
Flg. 17,18, li) e 20.

Disegnare un Robinetto a due acque o a due vie unito ai tubi di condotta, coi relativi
spaccati orizzontali e verticali. - Le Fig. 17, 18, 19 e 20 rappresentano precisamente
i disegni domandati coi relativi collaretti, per cui sattaccano ai tubi BI] di condotta per
mezzo di quattro chiavarde Il, che si chiudono a dado, e sono poste allestremit di due
diametri perpendicolari. Le chiavarde hanno una testa quadrangolare afne di poterle
tenere con una chiave dalla parte della testa, onde non girino mentre si chiude il

dado dallaltra estremit. Il robinetlo nella sua costruzione identico a quello esposto
superiormente, pi semplice per, perch mancanoi due gusci posti controi collaretti,
e che, mentre ne rinforzano lunione col tubo, lo rendono molto elegante nella forma.

La chiave E termina superiormente in dente quadrangolare e non con unimpugna


tura come quella superiore, giacch operasi in questa guisa quando non vuolsi lasciare
a chicchessia la libert di chiudere od aprire il robinetto. Costrutto in questa guisa, per
poterlo chiudere bisogna far uso delle tenaglia ovvero duna chiave, come si faceva

collimpugnatura nelle Fig. 2, 3, 4, 5, 6. La Figura 21 rappresenta il detto robinetto


visto di anco o di prospetto.
Fig. 1 e 2

Rubinetto a cannella. Disegnare un Rubinetto scaricatore a cannella ad una solo


via con beccuccio. - Questi rubinetti, Fig. 1 e 2, si mettono alle estremit delle con

dotte, e servono per estrarre iuidi e specialmente i liquidi nellaria libera invece di
formare Iotturatore sulla corrente d'una condotta. La chiave C fornita di unimpu
gnatura di varie forme, come a leva nella Fig.1 od altra, ed inferiormente rite
nuta nella cassa B mediante un dado e posto a vite inferiormente o d'una chiavetta,

che attraversa la parte inferiore della chiave stessa, come vedesi nella Figura. La cassa
termina in un tubo, il quale sintroduce a forza nel vaso, da cui si deve estrarre il
liquido, ovvero a vite, oppure in un collaretto, il quale si unisce con laltro posto al

l'estremit del tubo di condotta. Laltra estremit sinette verso la parte inferiore in
guisa da preparare luscita del uido nella direzione voluta. Soventi si fanno uscire
tali robinetli a cannella dalla bocca di mascheroni in bronzo, in ottone e in marmo,

ovvero dal centro dun rosone, non di rado dando ad essi la forma di teste di animali,
che dalla bocca versano il liquido. Susano specialmente pei bagni i robinetti termi
nati con testo e colli di cicogne, di cigni, ecc.

rv

379
TABELLA DELLE DIMENSIONI PRINCIPALI DEI BOBINETTI A COLLARETTI (TIPO INGLESE).

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millim.

Altezza Larghezza Chiave


a

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millim.

millim.

millim.

millim.

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30

98
110

8
8

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93

15
16

50

35

120

98

146

58

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130

150

61 |

40

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millim.

__
millim.

millim.

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47

19
22

6
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106

18

60

29

110

19

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43

150

125 I

20

73

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60

170

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70

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210

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10

155

27

120

62

220

113

70

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10

29

132

66

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_

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180
V

7
____|

Robinetto a tre acque (modello inglese). Disegnare un Robinetto a tre acque. Le Fig. 3, 4, 5 e 6 rappresentano, in sezioni verticale e orizzontale falle per lasse,

il lato di un rubinetto a tre vie adoperato specialmente per la condotta del vapore
nelle macchine per la marina. Questo genere di robinetti differisce da quelli che
abbiamo descritto, inquantoch la chiave mantenuta per mezzo di un compressore
a stoppa dalla parte della base maggiore, invece di essere ritenuta da un dado in
vitato allestremit opposta. La cassa B fusa con un fondo pieno, e la sua aper
tura superiore contiene una cavit con due alette b. Queste contengono le chiocciole
per ricevere le viti o, per mezzo delle quali si comprime le gueruiture con un com
pressore D. La chiave C cava, e la parte superiore c, che supera il compressore, ha
la forma quadrata in guisa da lasciare il posto necessario per limpugnatura, che deve
chiudere o aprire il robinetto.
La Tabella superiore riassume le dimensioni principali duna serie di robinetti di
questo genere da 30 a 100 millimetri di diametro allorificio. Le dimensioni non cam
biano, siano essi a due o a tre acque: in questultimo caso c un ramo daggiungersi
uguale alla met della distanza tra collaretto e collaretto del principale.
247. Delle Valvole. -Le valvole prendono differenti forme; esse sono coniche,
sferiche o a cappello. Le valvole coniche e le storiche sono generalmente metalliche;
le valvole a cappello sono metalliche, 0 in cuoio, o in caoutchouc. Per le proporzioni
vedi pagina 385.
Queste differenti specie di valvole devono soddisfare a varie condizioni essenziali:
1 esse debbono potersi aprire o chiudere facilmente ed in tempo utile; 2' chiuse,
debbono essere perfettamente aderenti alla loro base; 3 non debbono presentare
alcun ostacolo serio al passaggio dellacqua e dei fluidi. Nelle trombe lapertura delle
valvole e prodotta dalla pressione dellacqua, mentre nelle macchine a vapore que
stefletto s'oltiene solo per mezzo del contatto di certi organi mobili della macchina

colla valvola stessa.

TAV. 31le
Fig. 5, 1, 5 e 6.

380
Valvole Coniche. - Le valvole coniche prendono varie forme dipendenti dal
TAV. XLIX
luso, a cui sono destinate, e dalle circostanze e dai varii costruttori secondo i casi

particolari.
Le pi semplici sono quelle
formate da una specie di prisma
triangolare, la cui base inscritta

in un circolo, e che superiormente


terminano in un tronco di cono, che

chiude lapertura; le faccie laterali


sono incavate per dar passaggio al
lacqua; gli spigoli servono di guida
alla valvola nel suo movimento al
ternativo, come vedesi sulle Fig. 197
e 198; altre volte sono formate da

un cilindro B con quattro spigoli a


spira corrispondenti alle quattro a
perture sulla loro supercie laterale,

e superiormente terminano in un
tronco di cono A, il quale serve a
chiudere lapertura del tubo 13 sul

Fig. m.

collaretto C.

Valvole a sfera. - Altre volte le valvole sono formate da una sfera metallica,
la quale riposa sulla bocca del tubo, che non formata da un tronco di cono ro
vesciato, ma da una cavit avente la forma di segmento sferico a due basi, apparte

nente ad una sfera di ugual diametro della sfera formante la valvole; per la qual
cosa, in qualunque modo cada la sfera sul segmento, combacia perfettamente con esse,
e quindi chiude bene lapertura. La sfera contenuta in un tubo, ovvero fra quattro
guide, onde non pu muoversi che nel verso verticale. Questa specie di valvole sono
specialmente adoperate nella costruzione delle locomotive.
I-ig 1, s, o 10.

Rubinetti-Valvole 0 a Valvola. - I rubinetti a valvola pi usati nelle grandi


condotte dacqua hanno generalmente le forme rappresentate dalle Fig. 7, 8, 9, 10,11,
12.13 e 14 della Tavola XLIX. lncomincieremo dal descrivere quello rappresentato nelle
Fig.12,13,11 e 15 delle dal suo autore sistema del Thiebaut. Esso si compone di una
cassa in ghisa B, che presenta inferiormente una forma sferica, e superiormente unaper
tura cilindrica con due alette per ricevere le chiavarde e della scatola a stoppa B', e

alle due estremit due collari circolari per unirli coi tubi, che formano la condotta.
Nellinterno di questa cassa e praticata unapertura circolare destinata a ricevere

una sedia o battente in bronzo s, sul quale viene ad applicarsi la valvola conica S,
unita allasta a vite T. Quest'asta attraversa la scatola a stoppa D', e la chiocciola in
bronzo E, e riceve superiormente il piccolo volante a mano V, il quale fa lufcio di
una manovella o maniglia, che penetra per mezzo del suo masso in un dente rettan
golare e. La chiocciola E fusa con un rilievo cilindico lettato interiormente per

invitarsi sul cappello in ghisa B, e chiude il compressore a stoppa in bronzo d.


La valvola si apre facendo girare lasta a vite T, che si invita nella chiocciola E.
Per quando la valvola va applicata nel punto dunione ad angolo retto di due tubi
lo stesso costruttore ha dato le forme rappresentate nelle Fig. 8, 9, 10 e 11, nelle
quali si vede, che i collari della cassa B sono uniti con chiavarde coi tubi dar

rivo e di uscita, i quali sono posti perpendicolarmente luno all'altro. La valvola S ha

Fig. 7.

la sua asta a vite T, ed attraversa una doppia scatola a stoppa formata dal tubo a
battenti in ghisa :v e dal cappello B', sul quale sinvita il dado in bronzo E, che opera
la chiusura contro il tubo d.
La Fig. 7 rappresenta una sezione verticale di un rubinetto a valvole. In questo
modello la valvola S fusa con una specie di lanterna a tre rami formante guida
nellinterno del sedile s. Questa presenta la particolarit di avere il labbro esteriore

arrotondato, secondo un piano anulare inclinato, sul quale sta un guscio della forma

381
corrispondente, praticato nellinterno del corpo della valvola. Per questa disposizione

TAV. XLIX

la parte anulare si trova in contatto del fluido, che passa per lorificio centrale, dal
Fig. 7.

che, secondo lautore, risulta una soppressione quasi compiuta del consumo della
valvola, e quindi una durata maggiore.
Il cappello in ghisa B, che apre la cassa B, disposto per ricevere locchio o
ghiera in bronzo D attraversato per mezzo dellasta a vite T. La parte superiore di
questa pure a vite, e riceve il dado E. che chiude il compressore della stoppa d; la
sua parte esteriore presenta un rilievo fornito leggermente conico, e sul quale sap
plica il disopra della valvola, quando essa aperta, in guisa da impedire le fughe
della vite. A tal effetto essa munita duna scozia interna corrispondente allaggetto
della ghiera D. Lo stesso costruttore ha eseguito un altro modello, nel quale il com

pressore a stoppa sostituito da una specie di dado conico, che forma chiusa per
mezzo duna molla a spirale. In questo mdello lasta a vite, allestremit della quale
la valvola fisso, sale e discende senza girare; e il dado solo gira per mezzo duna
leva o di un volante a manovella fisso sullasta in bronzo posta sul prolungamento di

questo dado.
Robinetto a Cataratta. - Le Fig. 16 e 17 rappresentano una sezione orizzon
tale e verticale del robinetto valvola secondo Hubert, ingegnere civile a Parigi. La sua

Fig. 16 e 17.

costruzione abbastanza semplice: la sua scatola B fusa col sedile inclinato, sul quale
vien ad applicarsi la cateratta in ghisa S con fra mezzo una spessezza abbastanza

forte di cuoio per assicurarne il contatto, la quale spessezza ricoperta di un foglio


di lastra e per ripararla dalla pressione del liquido. Affine di assicurare il suo mo

vimento rettilineo, questa cateratta munita a un suo lato dun rilievo in forma di
forcella, che scorre tra due guide g, Fig. 17, in ghisa fuse colla scatola B e col cap

pello 8', nella cavit del quale questa cateratta viene a porsi, quando aperta.
Lasta a vite T passa in una ghiera in ghisa d, e sinvita nel dado in bronzo E;
al disopra questo dado ha le facce spianate per ricevere la manovella o il volante
a mano, per mezzo del quale si pu far girare a destra o a sinistra per aprire o chiu

dere la cateratta. Lunione di questa collasta ad articolazione afne di lasciare una


certa libert al moto della medesima ed assicurarsi delladerenza del cuoio colla ca
teratta. Sopra a questa praticata unapertura allungata chiusa per mezzo di una

' specie di turacciolo b', rattenuto da due dadi, che si svitano per pulire la valvola stessa.
Sistema d'Orleans. - Queste Figure 18 e 19 fanno vedere per mezzo di una se
zione verticale e orizzontale un sistema di valvole con una chiusura a cuneo, impiegato
specialmente dalla Societ della strada ferrata dOrleans per una condotta dacqua. La
scatola in ghisa B in due parti unite per mezzo di chiavarde a dado. Il cassetto in

bronzo S fuso con due battenti laterali s, che possono scorrere in due incastri pra
ticati per ciachn lato, le cui superficie di contatto vanno diminuendo verso il basso
in guisa, che il cassetto, discendendo sotto lazione dellasta filettata T, va chiu
dendsi sulla faccia del sedile della scatola. Questo metodo di chiusura del cassetto

costringe a lasciarvi un certo spazio per rapporto al dado E, che riceve il comando
della vite. A questo scopo il dado fuso con un quadro, nel quale sono impegnate
due alette piatte e, fuse in ghisa col cassetto, nelle quali passa liberamente la vite.

Delle Valvole a Cappello. - Le valvole a cappello a cerniera funzionano spesso


angolarmente per mezzo dunarticolazione fissa; esse sono generalmente adattate nelle
trombe, e duna costruzione molto accurata. Da qualche tempo viene loro sostituito le

valvole in caoutchouc o in cuoio con qualche vantaggio, le quali prendono varie


forme a seconda delle varie costruzioni e delle circostanze speciali.
Molti altri sistemi di valvole vengono adottati nella meccanica pratica a seconda
dei bisogni e dei casi: qun'di mandiamo lo studioso ad opere speciali per la ricerca
delle varie modicazioni apportatevi dei varii costruttori di macchine, e specialmente
dai direttori di condotta di gas e dacqua potabile nelle varie citt dEuropa e dAmerica.

Fig. 18 e 19.

382

REGOLE PRATICHE

Nello studiare le proporzioni dei robinetti noi seguiremo di preferenza le propor


zioni del tipo francese. 1 robinetti sono essenzialmente di quegli organi, che si pos

sono eseguire per serie tenendo le medesime proporzioni, basate su rapporti fissi e
semplici, che stabiliremo seguendo anche in questo particolarmente lArmengaud.
Consideraremo specialmente le Fig. 1, 2, 3, 4, 5 e 6 della Tavola XLVIII, nella
quale, essendo dato il diametro D delle aperture, si tracceranno due linee parallele, che
le rappresentano, e lo spazio interchiuso si divider in due parti uguali per mezzo

duna linea dasso ab. Sopra questa linea si determina la lunghezza L del robinetto,
facendola uguale a 3 volte il diametro, pi 50 millimetri: dunque si avr L : 3D + 50.
Per conseguenza un robinetto applicabile ad un tubo di 60 millimetri di diametro
interno avr per lunghezza 3 x 60 + 50 = 230 millimetri.
Dividendo questa lunghezza in due parti uguali, e conducendo una linea perpen
dicolare alla linea ab, si ha la linea (lasse della cassa. Lintersezione di questi due
assi il centro del circolo della sezione media della cassa, di cui si fa il diametro
D'=D+6.

I varii costruttori fanno in generale variare linclinazione del cono di un ottavo a


un decimo o a un dodicesimo dellaltezza della cassa. Noi per crediamo, che si possa

ridurre ad un sedicesimo, ossia dargli un angolo di 7 gradi al vertice. Cosicch le due


generatrici estreme della supercie conica interiore di questo e della chiave sono
condotte parallelamente a due linee punteggiate cd e dd, che per conseguenza for
mano ciascuna collasse verticale un angolo di 3 gradi e mezzo. Tracciato l'angolo
del cono, si d allaltezza li della cassa 2 volte il diametro aumentato di 35 millimetri,

e si avr il : 2D + 35. Onde per un rubinetto di 60 millim. laltezza della cassa sar
di 2 x 60 + 35 :155 millim. La spessezza s da darsi alla cassa, perch nella condotta
del vapore la temperatura non abbia una grande influenza sulla dilatazione e la costru
zione del metallo, il che coddurrebbe a perdite, ovvero ad una chiusura tale da impe
dire il moto della chiave, pu essere uguale ad un settimo del diametro, pi 2 milli
.
. .
t
metn; qumdt sar s= D x 2 millimetri, e nellesempio superiore s sar uguale a
%x 60 + 2:10,6. La spessezza s' del corpo del robinetto pu essere un po minore
senza inconvenienti. Basta farla uguale a un decimo del diametro con due millimetri
di pi, cio s'=0,lD+2; onde sar per esempio la spessezza attuale: s'=0,l X
60 +2=8 millimetri. I collaretti saranno molto ben proporzionali al corpo del robi
netto, e potranno ricevere comodamente le chiavarde dunione, facendo il loro dia

metro_ D" uguale a 2 volte quello delloricio, pi 40 millimetri,


I)" = 21) + 40
nella quale, avendo D = 60, si avr:
D" = 2 x 60 + 40 =160 millimetri.

La spessezza a" dei collaretti avr la forza necessaria per resistere alla chiusura delle

383
chiavarde, dandole un sesto del diametro delloricio con un aumento di 4 millimetri;
e si avr allora
'

..1l

3:

D + 4 millim. = 6-2- + 4 : 14- millim.

Per determinare le proporzioni della chiave, si determiner prima le due pi im


portanti, che sono quelle della luce, che deve dare il passaggio al fluido, quando
il robinetto aperto, e di cui la sezione deve essere uguale almeno a quella del
tubo di passaggio o di sgorgo. La forma di questa apertura e un trapezio, imperocch
essenziale che i suoi lati concorrano al vertice del cono. Bisogna per osservare
una condizione importante, cio, che, se si fa questapertura rettangolare, potrebbe ac
cadere che al robinetto non rimanga pi sufciente spessezza massiccia nella parte
inferiore di contatto tra lorifcio della cassa e la luce della chiave od apertura, che
sono uguali quando il robinetto chiuso dalla guardia, ovvero che ne rimanga una
parte tale che sia insufficiente. Il valore tecnico della guardia langolo, in cui bisogna
girare la chiave, contando da questa posizione per condurre in coincidenza gli spigoli
della luce della chiave e della cassa a quella, che corrisponde al momento che pre
cede immediatamente quello di comunicazione.
Adotteremo con varii altri costruttori, come producente una bella e buona esecu
zione, il rapporto di 2 a 3 tra il diametro dellapertura circolare e laltezza del tra
pezio. Si avr questaltezza uguale al diametro D, pi la met di questo diametro, ossia
h=D + 0,50=1,5D,
ci che fa per lesempio sciolto
h : 1,5 x 60 = 90 millimetri.
Essendo data laltezza, facile, affinch la sua sezione sia in rapporto colla superficie
del circolo, di determinare per mezzo del calcolo la larghezza l delleritcio. Questa
larghezza sar uguale alla sezione della luce presa nel mezzo della sua altezza, ossia
alla larghezza media del trapezio; si semplifica loperazione stabilendo le seguenti re
2

lezioni lx 1,5D =, dalla quale si ha 1:0,524 D. Cosi, prendendo un robinetto


di 60 mill. di diametro, si avr per le due dimensioni del trapezio h=1,5 x 60: 90 mill.,
ed 1:0,524 x 60 : millimetri 31,41. degna dosservazione questa proporzione am
messa tra le due dimensioni della luce della chiave, che porta a 27 gradi in media

l'angolo della guardia, e che e meno dun terzo dellampiezza totale della chiusura del
lapertura intiera. indispensabile che quest'angolo non sia mai minore in alcun caso.
Si opera generalmente la chiusura della chiave sia per mezzo di un dado, sia
per mezzo duna chiavetta. Questultimo mezzo non usato che per i robinetti per
lacqua di piccolo calibro, perch meno dispendioso del primo, ma ha linconveniente
di non permettere la chiusa che in deboli limiti. Il dado di chiusura, invece di appog
giare direttamente sulla cassa, esercita la sua pressione sopra una rosetta, o rotella,

che gira colla chiave. Questa rosetta forata da unapertura centrale per il passaggio
della vite, che termina la chiave. Il diametro determinato, conservando le proporzioni
indicate nelle Fig. 1, 2, 3 e 4, per rapporto allapertura della rosetta r, apertura che
si fa uguale alla met del diametro D, pi sette millimetri, cio:

r = 0,5D + 7 = 0,5 X 60 + 7 = 37 millimetri.


Le dimensioni del quadrato, che sormonta la chiave, sono un po arbitrarie; afne di
conservare una spesse2za di metallo utile, perch il quadrato resista allo sforzo del
limpugnatura nel chiudere ed aprire il robinetto, si pu dare al circolo inscritto c la
met del diametro D, pi 9 millimetri. Sia dunque c=0,5D + 9, e la stessa altezza
servir per quella della parte quadrata.

TABELLA DELLE DIMENSIONI PRINCIPALI DEI ROBINET'II A DOPPIA VALVOLA.


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110
119

24
23
29

71
73
31

4,3
4,3
3,2

3,3: 73
4
30
4,3 36

7
7,3
7,3

27
9,4 13
30
10,4 17
34,3 12
13,3

23
27

123
131

31
33

33
39 I 3,3
3, 3

4,4,37

3,1
3, 3

37,3 14
13,1 20,3
19,3
40,3

30

140

33

93

43

13,7

22

24

33
40
43
30
33
30

133
170
133
200
213
230

41
46
31
33
31
33

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113 7, 7
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143 i 9,3
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6
6,3
7
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110
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130
140
130
130

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10, 3
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12,3
13,1
14

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30
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73
32,3
90

13,3
21
23,3
23,2
23,3
31,4

24,3
27
29,3
32
34,3
37

23,3
29
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33

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290

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33

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190
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17, 3 120 42

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333 101
330 103

3,3

14,1

13

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47
49

127,3 44,3 49,3 31,3

213 i14,3 11
220 19
133 47,1 32
34
223 133 11,3 230 219,3 142,3 49,3 34,3 33,3
233 113,2 12 . 240 20, 3 130 32,4 37
39

113,233113

100

10,3

110.330

410

90
94

273 ;19

230,22,3133

, 230 24

130

37

32

34

32,3 37

69

Laltezza della chiave dipende naturalmente da quella della cassa; basta lasciarle
un aggetto o altezza sufciente per poter maneggiarla facilmente. Facendo questa
altezza uguale a 0,50 + 6 millim., sar = 0,5 x 60 + 6 = 36. Le condizioni estetiche
o daspetto e di comodit sono compiutamente ottenute. Nella Tabella che segue si sono
ammesse ed esposte in grandezza desecuzione sui dati che precedono una serie di
robinetti, incominciando da quello di 10 millimetri di diametro no a quello di 120
millimetri, in tutte le proporzioni, che sono tra loro nelle migliori condizioni di forma
e solidit.
.
'

385
TABELLA DELLE DIMENSIONI PRINCIPALI DEI ROBINETTI A DUE COLLARETTI
DEL SIGNOR THIEBAUT.

E E

E 2;

DIAMETRO INTERNO

CAesA

2 E

:A

DELLA CHIAVE

2E

o I:

CD ""

Nl\

-\_'\

3 0

..g _0
:

5Ci x

Q 3

31 g

millim.

millim.

millini.

10
13
15
18
20
23
25
27
30
35
40
55
60
45
50

75
100
102
105
110
115
125
131
145
150
170
230
240
200
215

18
25
27
28
30
33
35
37
39
44
54
70
80
50
55

55
70
75
80

250
250
270
280

85

a O5
_9;
slPe'

If'fe'

I'lOIG

l'IOIG

OCCHI o

Lar.
Altezza ghezza

4,

8 e
93

PESO

Altezza.

Q 53

Q %

D"

71

millim.

millim.

millim.

millim.

millim.

chilogr.

13
18
19
20
21
25
25
27
29
32
40
54
53
45
50

50
55
70
75
78
82
85
90
100
108
118
145
155
138
130

50
70
80
85
90
95
100
110
120
130
140
180
170
150

15
21
24
29
33
35
40
43
45
54
58
88
81
57
72

5
7
8
9
10
12
13
14
15
18
23
34
31
25
28

12
15
15
18
18
20
20
23
23
27
30
40
30
37

o, 50
1
I, 20
1, 50
1, 75
2, 25
2, 75
3
4, 30
5, 50
s, 70
18
15,
13.
10, 50
20

85
90
95
100

55
70
73
75

155
175
187
200

190
200
210
220

92
95
103
110

37
42
45
48

40
45
45
45

22
27, 50
31, 75
34

295

103

78

205

225 I 120

50

45

37

90

310

105

80

210

210 . 130

51

50

40

l
millim.

95

325

115

85

215

235 I 138

53

50

45

100

350

125

95

220

240 , 145

55

55

51

110

370

135

105

245

250 1 151

50

00

55

120

400

155

140

290

270 I 171

70

50

72

Costruzione delle Valvole. - Per costrurre delle valvole, che abbiano forme
e rapporti convenienti da adottarsi, afnch agiscano in buone condizioni, si faranno
le considerazioni seguenti. Prendiamo a considerare una valvola conica di una tromba
(Fig. 8, Tav. XXV) indicando con d' il diametro maggiore del cono e con d il minore, con

P' la pressione esercitata dallacqua per centimetro quadrato di superficie superiore della
2

valvola, e con q il peso della valvolazsi avr allora El; P' + q per espressione dello
sforzo, che esige il sollevamento di questa valvola. In una tromba il sollevamento della
49

,_,

386
valvola di pressione dovuto allacqua, che si trova al disotto: se dunque si segna
con p la pressione, che deve esercitare su ciascun centimetro quadrato della supercie
inferiore della valvola a cappello per vincere la resistenza diretta verticalmente da alto
in basso, si avr evidentemente

_
.'._'d1949
d1! _d,,
Tp__ T P +q, dalla quale ricavaSI p- P, (-d-) +a-z--t_
Lultimo termine, nel quale entra il peso della valvola, pu in tutti i casi essere tras
curato per rapporto al primo; si pu prendere, con unapprossimazione sufciente,

il 2
p :p'

. .
.
.
.
; per cui si vede che lo stantuffo deve produrre una presswne Interiore

molto forte, quando il diametro maggiore della valvola notabilmente superiore o pi


.
piccolo.
Nelle valvole ben fatte SI. prende generalmente

dal :1,2, e SI. ha per conse

P
.. . .
. .
guenza F:(1,2)=1,44. In queste COIIdIZIOIH mcomrpcra la sua corsa; lo stan
tuffo esercita sensibilmente uno sforzo di pi della met di quello, che dovr eser

citare un po pi tardi, cio quando la valvola sar alzata, e non avr pi per conse
guenza da sviluppare che una pressione uguale a p'. Nel momento dell'apertura della
valvola si produce un repentino cambiamento di pressione, il che d luogo ad urti o
scosse, che producono gravi inconvenienti.

Afnch la valvola possa nel chiudersi combaciare il pi esattamente possibile


col suo sedile, bisogna che le due facce di contatto siano perfettamente uguali, risul
tato che si pu ottenere adattando la valvola sul suo sedile con una fregazione di
smeriglio. Ancorch non si possa ottenere un contatto matematico, il quale certamente,
anche se si potesse ottenere, non resterebbe lungo tempo perfetto, bisogna aver tutte
le cure possibili onde i piccoli difetti di costruzione non generino inconvenienti pi
serii, rimediandovi col dare una larghezza conveniente alla sedia della valvola mi

surata secondo la generatrice. Una delle forme molto soddisfacenti e quella che si
ottiene colle seguenti proporzioni: cio dando al corpo di ciascuna valvola unaltezza
costante uguale a 12 millimetri; la larghezza del sedile aumenta colla grandezza della
valvola, la quale forma dei tronchi di cono molto allungati; per le grandi invece il

piano superiore deve essere piuttosto forte: cosi per le valvole, il cui diametro di
20 centim., il tronco di cono pu perfettamente essere sostituito da una supercie piana.
r

Supponendo che per mezzo della formula --= 1,2 e li: 1,2 c.d. si calcoli una
serie di valvole graduate in guisa che dal minor diametro, che generalmente si usa,
si vada fino al pi grande, sovrapponendo le une alle altre per ordine di gran
dezza, se si tagliassero con un piano passante per lasse comune, le intersezioni di

questo coi differenti tronchi di cono formerebbero un poligono, dal quale si po


trebbe cercare lequazione. Afnch lacqua, quando la valvola aperta, possa correre
senza difcolt e senza accelerazione di velocit dal tubo daspirazione e dal tubo di

pressione, indispensabile che la sezione anulare tra la sedia e la valvola, tanto che
quelle si trovano comprese tra lo spigolo superiore di questa valvola e la circon

ferenza interiore, e la sua scatola, sia equivalente alla sezione daspirazione. Indicando
con d il diametro della scatola della valvola, con A la distanza normale, che si deve
avere tra la supercie del corpo e la valvola e la sedia, quando la valvola alzata,
si avr per determinare d e A le relazioni:
_duz
4

Per conseguenza

dia."
4 :drrA:d

d : di I:1 +

4 2 ]

IP-=i
pl.

A:
)

e SI osserva che SI e stabilito come regola, che SI deve prendere 21,2, quindi
d":1,56d, A = 0,25d.

387

ARTICOLO XXI.
i Colonne, Cavalletti, Castelli e Intelaature.

247. Diconsi cavalletti, castelli o intelm'ature quelle ornature in ferro,

TAv_ L

in ghisa, in legno. ecc., che servono a unire fra loro le varie parti duna Fig_4,2,5,4,5,6,1_
macchina e a mantenere gli organi e le parti, che la costituiscono, invaria
bilmente al loro posto.
Queste intelaiature o castelli prendono forme diverse secondo la disposizione

delle parti della macchina, che sono destinate a unire, i pesi, che devono reggere, e
gli sforzi, che sono destinate a sostenere; e certo per, che, quando si sanno com
binare con grazia e semplicit, ahbelliscono laspetto della macchina, e la fanno pi
gradita. Per le grandi macchine a queste armature sovente fu data la forma di co
struzioni architettoniche di stile greco-romano con colonne dordine toscano, ma pi
specialmente doriche, Coi relativi architravi, fregi, cornici, frontoni, ecc. Le forme
dellarchitettura gotica per nel maggior numero dei casi si adattano meglio di quelle

dellarchitettura greco-romana, giacch il loro carattere esile conviene pi alla na


tura dei materiali per ordinario impiegati nella costruzione di simili armature, che

sono il ferro e la ghisa, mentre impiegasi pi raramente il legno e la pietra.


Bench lo studio della composizione dellintelaiatura duna macchina non possa
farsi che dietro la disposizione delle parti della macchina stessa, vi sono per dei
principii fondamentali, che sono generalmente seguiti nella composizione delle me
desime a qualunque specie appartengano, e che si deducono specialmente dalla resi

stenza dei materiali.


Le armature o intelaiature delle macchine a vapore si possono dividere in tre
grandi classi, che sono: 1 le intelaiature per le macchine sse. 2 le intelaiature per
le macchine dei battelli, 3 le intelaiature per le locomotive; a queste tre bisogna
ancora aggiungerne una quarta, cio le armature delle macchine utensili, le cui forme
ed il numero sono pressoch inniti. Le prime sono in legno ed in ghisa ssate
con costruzioni in muratura; le seconde sono in ghisa ssate sulla carena del
battello; le terze anticamente erano in legno ed in ferro, ora sono quasi esclusiva

mente in ferro, ssate sulle sale delle ruote; le ultime sono sempre in ghisa foggiate
in mille guisa differenti dipendenti dalluso e dalle forme delle macchine stesse. In

qualunque genere (1 intelaiature bisogna che vi sia accordo tra la resistenza e


solidit della costruzione e la forma estetica, che sempre possibile a conciliare, par
ticolarmente quando il costruttore si sar occupato un po dello studio dellarchitet
tura e degli elementi dornato. Dal disegnatore di tali armature richiedesi un facile

maneggio delle parti architettoniche e specialmente delle modanatura e delle com


posizioni delle cornici. Qualunque sia larmatura, i suoi primi requisiti saranno la sem

plicit di composizione, lunit di stile ed un carattere sovrattutto di convenienza in


guisa che la grazia estetica non urti colle leggi della statica: difetto, in cui soventi
cadono gli artisti di limitata istruzione, nei quali il sentimento domina sulla ra

gione, che la base di tutte le arti.


In questarticolo noi ci occuperemo delle intelaiature in generale, ed in partico
lare di quelle delle macchine sse.
Nelle inteiaiature delle
vengono vantaggiosamente
stenza che per la forma e per
quindi considereremo prima

macchine
impiegate
leconomia
le colonne

sse, nella costruzione delle ofcine e tetti,


le colonne in ghisa, le quali sia per la resi
dello spazio si preferiscono agli altri sostegni:
piene o massiccia, poi le colonne vuote.

388
TAV. L

Cavalletti. - Si dicono cavalletti od anche castelletti dei rilievi pi o meno


ornati e eventi la forma di cavalletti in legno, sui quali si fissano dei sedili per
alberi orizzontali, con dimensioni proporzionate allo sforzo ed al peso, che devono

sopportare dallalbero. Vedi Tavola XIII, Fig. 10, Il, 14, 15, ecc.
La Figura199 rap
presenta un cavalletto,

le cui forme sono di stile


gotico, fatto con molto
buon gusto e perizia,

il quale consta di due


colonne ottagonali vuo
te, entro cui passa una
chiavarde, per ssarle
al piano di fondazione
mediante

due

biette,

come fanno vedere le


due aperture rettango
lari vicino alla base.
Le due colonne hanno

base e capitello, e sono


sormontate da un arco
formato di cordoni o
nervature, le quali ter
minano in una specie
di capitello, su cui posa

il sedile per un perno


di un albero orizzon
tale. Larco rinforzato
con

nervature

tra

foro, che, mentre ne


accrescono la grazia,
ne aumentano assai la
resistenza. Le linee
punteggiata indicano i

varii punti, da cui sono


descritte le principali

i
l
I

l
t|.-I i]

lv,,,.,
.,'l/ ,
/

{
Fig. I99.

curve delle nervature.


Lateralmentevisonodue
altre gure, di cui una
rappresenta il cuscinetto
in bronzo, la seconda
una sezione trasversale
dellarco.

Delle Colonne in
Ghisa. - Colonne in
Ghisa Piene. - Si ap
plicano da molto tempo
nella costruzione degli
edizii colonne in ghisa,

le quali fanno lufcio


Fig. n.

di pilastri o sostegni, occupando minore spazio che quelle in pietra. Esse sono suscet
tibili d'ogni genere di decorazione, e quindi possono impiegarsi ovunque. In Inghilterra
usasi un sistema di colonne in ghisa piene, che permettono di variare a volont la

base ed il capitello, senza essere obbligati di sempre fare un nuovo modello. Esse con
sistono in un cilindro pieno A, Fig. 11, che forma il fusto della colonna, ed in un
capitello C ed in una base B, le quali si adattano al fusto per mezzo duna inca

389
vatura circolare. Questo sistema per non oltre la sicurezza duna colonna, in cui
base, fusto e capitello sono uniti in un sol pezzo.

TAV. L

Colonne in Ghisa accoppiate. - Nelle costruzioni, dove unitamente alle grandi aper
ture si ha bisogno di una grande resistenza o solidit. si suole da qualche tempo im
piegare delle colonne accoppiate come A'A, Fig. 12, unendole fra loro in due punti, cio
inferiormente e superiormente, per mezzo di due collari in ferro a. Questo sistema delle
colonne gemelle pare che vada man mano sostituendosi nelle costruzioni in muratura
allimpiego delle colonne semplici di maggior diametro, bench non siavi punto eco
nomia nel peso della ghisa delle medesime. Infatti, ammettendo che un carico di 30000
chilogrammi debba essere sostenuto da una sola colonna di 4 metri daltezza, due
colonne degual altezza sopporteranno ciascuna 15000 chilogrammi. Secondo la prima

Fig. t2

di queste due condizioni, nella Tabella rapportata a pag. 402 delle Regole pratiche,

trovasi che il diametro, che conviene alla colonna unica di 4- metri, per soppor
tare 30000 chilogrammi, sar di 123 millimetri, di cui la sezione corrispondente e
uguale a 110 millim. quadr. Per la seconda condizione la stessa Tabella da che per sop
portare 15000 chilogrammi occorrono 101 millimetri di diametro, di cui la sezione di

80 centimetri quadrati. l pesi essendo ad egual altezza, proporzionali alle sezioni, si avr
23 =0,76.
per i pesi comparativi della colonna unica e delle due colonne gemelle
80 x 2
Leconomia del peso sarebbe circa del 20 al 25 per 100, impiegando delle colonne
semplici. Bench le colonne gemelle siano legate insieme, tuttavia, siccome la forma
cilindrica pare che sia la pi atta a resistere alla compressione, non rimane meno

stabilito che a pesi uguali le colonne semplici saranno le pi resistenti.


Colonne Piene con Nervature. - Questa forma di colonne, rappresentata nelle Fi
gure 5 e 6, meno usitata delle precedenti, stata impiegata specialmente nella costru
zione delle camere sotterranee della stazione della strada ferrata di San Germano a
Parigi. La sezione del corpo A fatta sulla linea 1 -2 fa conoscere la forma delle due
nervature piatte, disposte in croce entisate nel mezzo come dovessero resistere ad una

essione trasversale; queste nervature si riuniscono alle estremit in forma di un


corpo cilindrico, che ne costituisce la base, con un plinto rettangolare B per appoggio
inferiore, e superiormente con una specie di capitello C avente un abaco per ricevere
le travature e gli architravi.

Questa forma di sostegni per la sua leggerezza si adatta molto bene negli edici
destinati ad oticine e laboratorii, nei quali le varie parti sono generalmente in me
tallo, mentre nelle costruzioni civili la muratura di maggior convenienza sotto

. molti rapporti. In questa specie di sostegno si tenuto conto dellestensione da darsi


ai punti d'appoggio della base e del capitello per poterli ssare mediante quattro
chiavarde, e si resa pi stabile la colonna inferiormente munendola di una specie

di dente cilindrico a, che sincastra nella pietra ane di impedire le variazioni late
rali. Delle nervature,invece che sieno rettangolari, si potrebbe smussare alquanto gli
spigoli. Nullameno facciamo osservare che questa forma di sostegni detti a biella

molto meno favorevole alla resistenza che le colonne vuote. Secondo le esperienze di
Hodgkinson si avrebbe che, a peso uguale, le due resistenze sarebbero nel rapporto
di 17 a 39. Nella maggior parte delle applicazioni tuttavia il carico sempre al di
sotto del coetliciente di sicurezza, e vi rimane pi che la latitudine occorrente per
adottare una tal variet di forma, che conviene particolarmente non tanto alla resi
stenza quanto alle esigenze della costruzione.

Colonne in Ghisa Vuote. - Quando una colonna in ghisa per sostenere un peso

considerevole, oppure per accordarsi collestetica del resto della decorazione, deve
avere dimensioni piuttosto grandi, la diviene di un peso considerevole: allora si suol
farla anzi che piena piuttosto vuota, tanto pi che ad ugual quantit di materia la

forma cilindrica una delle condizioni pi favorevoli alla resistenza. Tali sono in
generale le strutture di tutte le colonne applicate nella composizione della intelaia
tura delle macchine a vapore a bilanciere, nei grossi macchinismi dei molini e delle
grandi costruzioni in ferro.

Fig. 5 e 6

390
TAV. L

Disegnare l'esterno e lo spaccato d'una Colonna in Ghisa pel vCastello o Armatura d'una

Fig. 1 e 2.

Macchina. - Il modello, che si vede nelle Fig.1 e 2 della Tavola L, rappresenta una

colonna applicata al castello di un molino con un piano in ghisa, che sopporta la


cassa delle macine. La forma generale esteriore di questa colonna corrisponde circa
allordine toscano, eccetto che le proporzioni del fusto A sono pi alte comparativamente
al diametro: nella base B del capitello C soventi soppresso il plinto e labaco, onde
viene rotonda, afne di poter girare la colonna intieramente: il suo fusto e re
stremato come in architettura pei motivi di solidit ed estetici (vedi il nostro Vigneto
degli Studenti). Nelle costruzioni metalliche tutte le unioni debbono essere fatte con

molta cura: ciascun piano, che forma la connessione, deve essere spianato colla lima
ovvero al tornio, secondo i casi. Oltre alla precisione dei piani nelle unioni, le quali
riguardano la precisione dellinsieme e montaggio, bisogna per le macchine impiegare

dei procedimenti proprii a stabilire delle unioni rigide della colonna colle altre parti;
perci, invece di contentarsi della loro sovrapposizione semplice, che basta per la co
struzione in muratura a causa del gran peso che sopportano, il metodo impiegato

consiste nel passare in tutte le altezze delle colonne una chiavarda F, che lega con
temporaneamente la colonna e la trabeazione alla lastra di fondazione, la quale a sua
volta legata al massiccio in muratura, che forma il basamento di tutto il sistema.
Una lastra di ferro e serve dappoggio al dado d, e laltra estremit della chiavarda
dordinario ritenuta nella muratura per mezzo duna chiavetta.

Questo metodo non manca di solidit, ma presenta qualche inconveniente dal punto
di vista del mettere insieme la colonna, particolarmente se essa , carne questa, di
unaltezza relativamente considerevole; poi bisogna notare, che, se la chiavarda unisce
tutto il sistema colla sua chiusura, il sun dado non pu essere schiuso senza che

tutto il sistema sia scollegato. Perci da preferirsi il metodo Seguente, per mezzo
del quale si pu a volont togliere larchitrave, o la trabeazione, senza compromettere
Fig. 5 e 4.

la rigidit delle colonne.


La colonna, rappresentata nelle Fi. 3 e 4 in sezione verticale e sezione orizzon
tale, ofl're questa condizione d'indipendenza nellagguslamento, che in generale adot

tato nel mettere assieme le macchine, almeno come principio; in quanto ai particolari
desecuzione essi differiscono molto da una macchina allaltra.
In questa disposizione affatto speciale la trabeazione E, laquale ha un profilo
alto e pronunciato, riposa in piano sullestremit della colonna,

che presenta supe

riormente una cavit piramidale ed al fondo circolare, per ricevere la larga testa
della chiavarda F, che penetra fino al disotto dellastragalo, e si unisce per mezzo di

due chiavette e, che sono unite nella stessa calettatura, e debbono essere spinte in
verso contrario. Questa condizione indispensabile afne di mantenere la chia
varda nella direzione dellasse nel vuoto della colonna. Con un processo simile la

parte inferiore della colonna termina per una portata cilindrica b, che penetra nel zoc
colo o praticato nella lastra di fondazione D della chiavarda G, che riunisce queste due
parti per mezzo delle chiavette d. Questa suppone anche che la lastra di fondazione D
possegga i suoi mezzi particolari per ssarla sulla muratura; ma qualche volta la
chiavarda G, invece di arrivare solamente fin sotto la lastra di fondazione, attraversa
la muratura, e unisce la colonna, la lastra di fondazione e la muratura stessa. Limboc

cemento della colonna nel zoccolo della lastra di fondazione lascia un podi spazio
tutto allinterno per avere una certa libert nellunione delle varie parti. per una
considerazione dello stesso ordine che la testa della chiavarda superiore F rotonda,
afne di lasciare una certa facilit nel far girare la colonna e la chiavarda su loro

stesse, particolarmente quando si cerca di far incontrare le calettature praticate nel


fusto della colonna con quelle delle chiavarde per mettervi le chiavette. Faremo os
servare la resistenza considerevole duna colonna come quella rappresentata nella Fi
gura 1, comparativamente al peso, che destinata a sopportare. Il diametro esteriore

minimo di questa colonna uguale a 15 centimetri, e quello interno corrisponde a 11


centimetri; il rapporto di questi due diametri dunque inferiore a quello ammesso
nella formazione della Tabella a pag. 308, ed in altri termini la sua sezione effettiva pi
grande che quella del tipo similare della Tabella. Nulladimeno, se noi ammettiamo
questo tipo, la tavola indica 44000 chilogrammi. Ora la trabeazione, le macine e tutto

391
il peso del meccanismo, che sopporta, inferiore alla sua resistenza. Bisogna per
sempre distinguere le colonne applicate a costruzioni stabili ed inerti, da quelle appar
tenenti a meccanismi mobili, e per conseguenza suscettibili di vibrazioni, che bisogna
combattere colla maggior resistenza dei sostegni.
.

TAV. L

1'

Colonne con Nervature e Nocciola cavo. f- Questo modello (Fig. 7 e 8), impiegato

nella costruzione delle tettoie per le merci nella strada ferrata dellOvest in Francia,
presenta requisiti interessanti, e specialmente quello di servire anche di tubo per
la condotta delle acque piovane dal tetto. Questa colonna e formata da un tubo
cilindrico A, e da quattro nervature alquanto entisate nel mezzo b, le quali si
raccordano col capitello c e colla base B, entrambi con un profilo decorativo abba
stanza sviluppato. Il tubo, che forma il nocciolo della colonna, attraversa il capitello,
indi si apre sufcientemente, sia per ricevere le travature della tettoia, sia per ricevere
con facilit le acque del tetto, e comunica col canale, che le riceve; la parte
inferiore della colonna e il nocciolo formano una curva, che termina lateralmente in

un tubo, che si unisce col tubo scaricatore delle acque. Questa colonna si fa posare

sopra una pietra quadrata: una semplice punta a basta per centrarla e ssarne la
posizione; le quattro nervature b sono prolungate nellinterno della base b afne di
legare solidamente il prolo esteriore col nocciolo. Nel capitello invece sono disposte

diagonalmente per coprire le teste delle chiavarde.


Disposizioni diverse per ssare le Colonne metalliche. - Oltre ai metodi sopraccen
nati per fissare le colonne metalliche tanto al suolo sopra un piano di fondazione,
quanto sopra assiti, ve ne esistono uninfinit daltri, dei quli rapporteremo alcuni
esempii.

Fig. 200_

Le Figure 200, 201 c 202 indicano tre sistemi o disposizioni differenti di fissare le
colonne; in tutte tre le Figure 0 esempii queste sono ssate sopra un assito in legno,
ma gli stessi sistemi si adoperano anche nella muratura. La base della prima colonna,
Fig. 200, inserita in una lastra di fondazione di forma speciale, ritenuta da una
chiavarda incastrata in una trave, ovvero in un massiccio in

muratura, se trovasi

al piano terreno; la seconda colonna, Fig. 201, termina nella parte inferiore in una
ripiegatura, che serve a ssarla sopra un basamento in pietra da taglio per mezzo di

due chiavarde da impiombare; la terza colonna ha il suo piede posto nellinterno di


un cilindro di piccola altezza, la cui base perfettamente spianata, applicata sulla
lastra di fondazione, e legata con essa con una chiavarda, che attraversa il masso
di pietra, mentre nellinterno della colonna intorno esiste un po di spazio, che si

riempie di piombo fuso, quando la colonna ssata regolarmente, al qual effetto


viene praticato un piccolo buco nella sua estremit inferiore e nel suo piedestallo.
La parte del piedestallo, che supera il livello del pavimento e del solaio, quando
ne deve sopportare, pi o meno ornata secondo lo stile adottato per la costruzione

delledicio. Nella Figura 200 non vi che un semplice letto o listello cilindrico per
unire il corpo della colonna alla parte quadrata del piedestallo; nella Fig. 201 al li

Fig. 1 e s.

392
stello pure unito un toro; e la Fig. 202 rappresenta una colonna in ghisa vuota con
una base attica composta di due tori e tra listelli separati da una scozia.
Riguardo alla costruzione, i capitelli di queste colonne presentano delle disposi
zioni svariatissime secondo il lor modo dunione colle altre altre parti. Le Fig. 203 e 204

ha/

Flg. 205.

Fig. 204.

dnno esteriormente ed in sezione lunione della testa duna colonna colle trave in
legno e la base della colonna del piano superiore: una scatola in ghisa sovrapposta al
capitello abbraccia la trave, che sovente presenta un giunto interiore sulla colonna.
Quando impiegasi una trave metallica, si pu ridurre notabilmente la larghezza di

questa scatola. La colonna superiore si fissa direttamente sulla scatola per mezzo di
chiavarde, che attraversano la sua parte inferiore ripiegata. Riguardo ai capitelli si
possono adottare le varie forme, che larchitettura fornisce, e che non sempre si uti

lizza come si dovrebbe per ottenere delle costruzioni, che alla resistenza accoppiino
il buon gusto.

Lunione dei capitelli delle colonne in ghisa, colle travature dei soffitti, a causa
della loro esilit, esige sovente di sovrapporre una lastra sul capitello, la quale presenta
un maggior aggetto per potervi postare con pi sicurezza le travi del softto; bench
la semplicit sia il carattere principale di questa lastra, essa deve tuttavia accordarsi
collo stile della colonna. La Figura 205 d una disposizione, in cui si vede, come la
colonna pu essere impiegata col capitello romano. La Figura 206 rappresenta un ca
pitello pi leggere, nel quale la parte superiore, che ha la forma di una scatola,

allungata da ciascun lato per ricevere una trave. La Fig. 207 indica una disposizione
ancor pi Ieggiera e pi slanciata.

-'_

393
Intelalature o Castelli per la. Trasmissione del Moto. - Quando due o

TAV. L

pi ruote devono imboccare insieme, oppure nel punto in cui sincontrano due o pi
alberi di trasmissione, indispensabile, per ottenere un moto equabile e soddisfacente,
di mantenere rigorosamente invariabili le posizioni relative degli assi di queste ruote.
Per ottenere questo risultato si fa uso di sedili multipli, composti di un corpo in
ghisa, duna forma analoga e adattata a quella del castello della macchina, i quali
si ssano sopra una pietra di fondazione, sopra una trave contro un muro 0 sotto
un softto, per ricevere i collari ed i perni degli alberi, che debbono essere legati
gli uni cogli altri duna maniera invariabile. La costruzione di questi sedili mul
tipli non presenta alcuna difficolt; la lor forma generale resta determinata in cia
scun caso particolare dai dati stessi della questione. Spesso poi si ricorre anche ai
sedili a colonna, che vedremo pi avanti.

Quando si vuole stabilire una sedia per due alberi, sincomincia dal tracciare gli

alberi, i perni e le ruote e poi le lastre dei sedili. Indi si deducono le forme di questi
disponendo a seconda dei bisogni e delle circostanze i rispettivi cuscinetti, tenendo
le proporzioni dei corpi e dei cappelli applicate a quelle. Quelli per gli alberi ver

ticali sovente si presentano complicatissimi. Noi per la ristrettezze dei limiti, che ci
siamo pressi, non potendo portarne vari esempii, ne daremo un sol disegno tolto dalla

fabbrica dei tabacchi a Strasburgo, eseguito dal costruttore Bolland. Questo castello
a sedie multiple forma il punto dappoggio di un albero verticale, che, legato per
mezzo di ruote dangolo, ha due linee dalberi orizzontali posti in due piani dillerenti
e perpendicolari gli uni agli altri. Linsieme di questa intelaiatura (Fig. 13 e M),

formata di due co
lonne in ghisa A, che
si appoggiano sopra
una lastra di fonda
zione B, e sono col
legate fra loro per
mezzo di un archi
trave C e di un arco

D, sul quale sono


praticati i sedili del
lalbero verticale E;
larchitrave e l'arco
sono fortemente le
gati col muro vicino.

Lalbero verticale
D, come si vede dalla
sua disposizione,
posto sopra una bron

zina, il cui corpo F


e fissato sulla lastra
di fondazione B, che

porta al medesimo
punto il sedile G, su
cui il perno sappog
gia all'estremo del
lalbero orizzontale

I], il quale lalbero


motore. Esso porta
una ruota dangolo in
rapporto con quelle 1
dellalbero verticale,
che munito al di

Fig. 208.

sopra dellarchitrave dun altra ruota simile J, che comanda la linea degli alberi
superiori.
50

Fig. 43 e H.

394
TAV. L
Fig. 13 4 14.

Facendosi ad esaminare i particolari di questo macchinismo, dai quali derivano


le varie trasmissioni, si vede lesattezza delle forme quanto sono daccordo colla solidit

richiesta. Si sa che qualunque trasmissione per mezzo di ruote dangolo esige questa
precisione, e quanta solidit sia necessaria per eviterei cattivi effetti della spinta

oblique, per la scomposizione degli sforzi trasmessi secondo linclinazione dei denti.

..\.\1
.
,
4,;\\:\X

g:
_

11 111

\\.
\ \\ \ il "\M

;\

\. iflll\|l!it
i'"i,i*|iqll
Il'k

{, .0 \,\ "
\\\i l

Fig. 211.

33

11g, 1111111g; W

, il Iulilu

lita-1.11,:

_
.

Fig. 2I2.

Ma, se per maggior chiarezza prendiamo ad esaminare ciascuna parte consecutiva


dellinsieme, si vede che larchitrave C invitato sopra una lastra ssa nel muro K

per mezzo di chiavarde, che attraversano tutta la spessezza della lastra; essa porta pure
dei perni, sui quali si adatta larchitrave indipendentemente dalle chiavarde stesse.

395
Questo architrave limitato per due rilievi rotondi dirimpelto alla colonna, che ven
gono a giustarsi in piano per mezzo di un dente in ghisa a, che dipassa della quan

tit necessaria per penetrare nel vuoto del rilievo edassicurare il centramento della
colonna. Questo dente attraversato per mezzo dalla chiavarda b, che lunisce defini

tivamente con larchitrave mediante una chiave C, che attraversa la colonna, e per un
dado, che sappoggia sopra una chiavetta rapportata sullarchitrave.

Le colonne di questa intelaiatura sono composte dun fusto cilindrico e di un


piedestallo quadrato, la cui base porta una specie di collare in rilievo, che si adatta
nella lastra di fondazione B, e si fissa per mezzo di quattro chiavarde d. I piedestalli
portano un grosso rilievo con gli occorrenti attacchi per ricevere le arcate D, che

quindi vengono fissate per mezzo di chiavarde; con sistemi analoghi il bossolo
della bronzina ed il sedile G dellalbero orizzontale sono ssati sulla lastra di fonda
zione. Se si considera la perfetta solidariet di queste differenti parti, non si pu
mettere in dubbio, che, qualunque variazione tra gli assi nonostante gli sforzi delle
ruote dentate, e per la stessa ragione la facilit e la precisione del montaggio sono
assicurate, perch tutti gli aggiustamenti possono essere fatti prima, costruendo le parti

senza che sia necessario di rettificarle nel momento di porle al posto denitivamente,
quando siano essi ben fatti. Tutti i cuscinetti, la cui portata maggiore del doppio
del diametro, sono in bronzo con cavit esteriore adattata nel sedile in ghisa ugual

mente vuoto. Il bossolo della bronzina riposa liberamente nel suo sostegno F, fornito
duna doppia ralla in acciaio. Ciascun perno fornito di un apposito recipiente f per
ricevere lolio, che esce dai cuscinetti superiori. Lalbero verticale compreso tra le due
ruote I e J di 165 millimetri di diametro, sottomesso alla torsione, e gira con una
velocit di 69 giri per minuto.
Accade sovente, particolarmente nella costruzione delle ofcine, di dover far pas
sare una trasmissione trasversale orizzontale nel mezzo ad una piccola distanza al

disotto del softto. Allora si suol dare alle colonne, che reggono il softto, delle forme
particolari ed adatte al passaggio di questa trasmissione. Le Fig. 2 e 212 rappre
sentano il prospetto e lo spaccato trasversale di una di queste colonne, sulla quale
sono disposti qno o pi sedili per gli alberi di trasmissione.

REGOLE

PRATICHE

Proporzioni delle Colonne in Ghisa. - Nel trattare i principii generali sui


quali si appoggia la resistenza allo schiacciamento, si sono dette varie cose, che sa
rebbe qui inutile ripetere; ma prenderemo piuttosto a considerare subito la resistenza
delle colonne, siano esse piene o vuote, che si applicano alla costruzione delle mac
chine o negli edifici. Esse sono essenzialmente dei corpi sottomessi a sforzi di com
pressione o schiacciamento; quando per la dimensione della loro sezione molto
piccola per rapporto alla lunghezza, esse si trovano sottomesse a sforzi misti di com

pressione e di flessione, relativamente al loro modo di resistenza e quindi le loro di


mensioni vanno fissate in rapporto a questa resistenza dietro un coefciente di stabilit
tale da resistere non solo agli sforzi ordinarii della potenza, ma ben anche agli sforzi
accidentali, a cui potessero andar soggette. Prima dogni esperienza e dimostrazione scien

tifica, la semplice conoscenza pratica della questione indicata ci dice, che la solidit
di un pilastro, duna colonna, ecc., dipende dallestensione della sua base, o della
sezione disposta perpendicolarmente alla direzione dello sforzo. Ora le esperienze,
che permetterebbero di condurre un tal problema a principii sufcientemente esatti,
dovrebbero essere fatte su tipi simili per quanto sia possibile, oppure su pezzi tanto
variati quanto sono quelli suscettibili dincontrarsi in pratica. Dordinaro le espe
rienze finora si sono fatte su pezzi di materiali, che lasciano al problema la maggior
latitudine ed incertezza. Lingegnere francese Guetter, il quale possedeva cogni
zioni estese sullindustria dei metalli, e particolarmente sulla ghisa, ha trovato, che

396
un piccolo cubo di ghisa di 1 centimetro di spigolo stato schiacciato sotto le se
guenti pressioni :
Ghisa dolce e molto dolce

alla rottura di

Ghisa a grana chiusa . . .


Ghisa quasi bianca . . . .

.
.

.
.

9800 chilogrammi

100110
68000

Lo stesso esperimentatore ha fatto dei saggi sopra serie di prismi in ghisa a grana

grigia serrata, o quadrangolari, e triangolari di un centimetro di diametro o di lato,


le cui altezze variano, nei tre tipi, da 1 a 3 volte la dimensione della base; i risul
tati di queste esperienze sono indicati nella Tabella seguente.
l
ESPERIENZE DI GUETTER SULLO SCHIACCIAMENTO DELLA GHISA.

"

WWW-"W"
DIMEN310NI
W

NATURA DEI Parsm

Diametro

Cilindro .

Quadrangolare

Triangolare

,_ ,

_ .--.W

Classe ...1. "5...... '

LA norruns rea scauccruznro


N"

Per millimetro

o uno

Altezza

'Iotale

quudmo

millim.

millim.

chilogr.

chilogr.

10

10

8635

110

20
30

8400
7930

107
101

10

10600

106

20
30

10400
9992

104
100

l
i

10

4214

98

20

4000

93

..-.--__
30
- 3875

90

l0

10

Per conseguenza sono in generale i prismi pi certi, che hanno


resistenza, e a uguali dimensioni, i cilindri sono quelli, che hanno
resistenza.
Osservando che ciascun rapporto dellaltezza corrisponde ad un
differente, ci giustifica evidentemente lo sforzo differente, sotto del

opposto maggior
dato la maggior_
modo di rottura
quale si pro

dotto; Ciascun sistema di colonne o pilastri, pieni e vuoti, rotondi o quadrati con e
senza nervature, lunghi o corti, fissi incastrati a una o a due estremit, o articolati o
in un modo o nellaltro, ecc., dar un risul

tato differente, senza parlare delle varie qua


lit di ghisa, che possiedono il proprio carat
tere particolare, onde una resiste meglio allo

'1-_ _,._._ _-_ _-_ >Il

schiacciamento che alla flessione, e all'opposto


unaltra possiede queste due qualit ad un
grado diverso.

Noi considereremo tre disposizioni diffe


renti rappresentate nelle Fig. 213, 214, 215,

Fls- 215-

Fie- 2N-

Fio. 2l--

nella prima supporremo la colonna libera 0 ar


ticolata alle sue due estremit, nella seconda,
Fig.21l, articolata ad una sola estremit e libera
nellaltra; nella terza le due estremit incastrata.

397
La pressione capace di determinare la rottura secondo queste tre differenti ipotesi
.
113
[E
IE
.
nella prima 11 -l;, nella seconda 2n-li, e nella terza

111-1;, espresswne,

nella quale l indica laltezza del sostegno, supposto prismatico, I il momento di


inerzia (vedi pagina 130, 131, ecc.) della sezione trasversale, E il coefciente dela

sticit della materia, di cui formato il sostegno.


Una colonna verticale terminata per le sue basi semplicemente posate si comporta
presso a poco come se fosse incastrata allaltezza della sua base, considerando una pres
sione minore che quella corrispondente al primo caso. Poich Drewitz nelle numerose espe

[E

nenze sopra colonne di ghisa, sotto una presswne di 1: --l; non ha mai potuto con

statare la pi leggera deformazione, in quelle pure che dovrebbero essere considerate


come semplicemente articolate in una certa misura: si pu ammettere per conseguenza

per valore della pressione P, che si pu esercitare sopra una colonna nella direzione
del suo asse

P = 0,4 e

: 3,94 %.

[a]

Quando la sezione della colonna piena e un circolo di diametro d, questepressione

d per la ghisa E : 10000, per cui pu tenersi:

P=1937 iii-4

da

,_

o 1900 F , d: 0,15 |/l

t _

|/P.

[a]

Per il ferro battuto o fucinato si ha E : 20000, e si avr allora:

11
__
P I 3800 ,
d = 0,15 t/l- I/P.

[c],

Applichiamo questo formole ad un caso pratico.

Problema. - Quale sar il diametro duna colonna pieno in ghisa o in ferro fucinato,

sapendo che deve sopportare una pressione di 15000 chilogrammi, e la sua altezza deve
essere uguale 0 metri 4?
Soluzione. - Applicando le formale superiori, essendo P : 15000, 1:4 metri,
per una colonna in ghisa si avr:

_._._

d: 015 |/4000

.__._

1/15000 : 105 millimetri,


I

e per una colonna in ferro fucinato d: 91 millimetri.

Il valore di d e tanto minore quanto la lunghezza 1 della colonna e pi piccola;


tuttavia la sezione deve sempre conservare un valore molto grande, afnch la com
pressione prodotta sia inferiore al limite corrispondente a questo genere di resistenza.

Afnch poi la sezione non superi 6 chilogrammi per millimetro quadrato, limite del

398
coefciente di sicurezza tanto pel ferro che per la ghisa, bisogner che il valore di d
nei due casi non sia inferiore, e quindi:

d = 0,46 |/ e P : 4,713.

[D]

Sono queste ultime formole, che devono impiegarsi, quando le prime danno per va
nel caso delle colonne in ghisa, e, se si ha
23
32
per le colonne in ferro fucinato. Colle formole superiori [a] e [o] si calcolata la
seguente Tabella.
lore di d un valore superiore a

TABELLA PER CALCOLARE LE COLONNE IN GHISA PIENE.

a :

al

_
30
35
45
40

2000

3000

392
726
1986
1240

174
322
883
530

4000

5000

6000

7000

98
182
310
496

62
116
318
198

43
81
220
138

32
59
102
162

50

3027

1350

760

487

338

248

60
70
80
90
100
120
140
160

6278
11674
19850
31782
*47120
67853
92355
120627

2802
5170
8791
14125
21488
44642
81100
12062'7

1576
2906
4960
7944
12110
25111
46521
79364

1009
1861
3174
5022
7750
16071
29774
50793

701
1294
2209
3531
5403
11161
20718
35328

514
942
1618
2607
3962
8222
15190
25955

180 i 152669
200
188480

*152669
*188480

127176
*188480

81361
124006

49215
86235

41530
63180

1,
1

,,

La prima colonna verticale contiene i diametri, e la prima linea orizzontale le al


tezze. I numeri della 2, 3 e 4, segnati da un asterisco, sono stati calcolati per mezzo

delle formole ultime [0]. Le pressioni indicate, che sono quelle che si possono ammet
tere con sicurezza, sono notabilmente ridotte relativamente a quelle, che darebbero le

altre formole. Cos, ad esempio, dalle formole superiori [a] si avr per 11 il valore 180,
per l il d:180, e per l": 2000.
1900 ><180
Invece si ha

P:

20002

: 498636 chilogrammi,

valore. che pi che il triplo di ci, che d la Tabella. Ammettendo pel carico di va
lore precedente di P, la pressione nella sezione si avvicinerebbe a 20 chilogrammi per

399
millimetro quadrato, il che sarebbe superiore alla pressione corrispondente al limite

lelasticit.
In presenza di tanti caratteri proprii e distinti, non bisogna appoggiarsi solo
sulle esperienze, le quali non sono ancora state fatte in modo cos compiuto che i
dati scientici corrispondano ai casi pratici. Ciononpertanto, siccome bisogna avere un
punto di partenza, seguitando le esperienze del generale Moria ei risultati delle espe

rienze speciali fatte da Hodgkinson su alcuni tipi di colonne e pilastri in ghisa, lo


stesso esperimentatore avrebbe trovato, che la resistenza dei sostegni cilindrici, per
compressione, e quasi direttamente proporzionale alla quarta potenza del diametro in
ragione inversa del quadrato dellaltezza.
.
Questultima esperienza, relativa ai sostegni in ghisa, ha condotto a delle formule

empiriche, che, tradotte in misura metrica, sarebbero le seguenti:

Colonne piene:

ds,o
P = 10616 I;

Colonne vuote:

da.o _ d's,a
P = 10676 _.,_ ,

nelle quali
P

. rappresenta il carico di rottura in chilogrammi,

d e d'
l' . .

i diametri esteriori ed interiori in centimetri,


laltezza in decimetri.

Nulladimeno queste formole non sono applicabili, o per meglio dire non saccor
dano coi fatti osservati, che per sostegni, la cui altezza compresa tra circa 25 volte

e 120 volte il diametro.


Ma da osservare che queste formule, col loro esponente frazionario, non sono
che duna difcile applicazione.
.
Il signor Love, il quale si molto occupato nello studiare la resistenza dei mate
riali, propone le farmelo seguenti in sostituzione delle superiori, le quali si possono
applicare in pratica con una certa sicurezza:

BA
P = 1,45 +0,00331
(L)*,
D

nella quale P esprime il carico, che ha cagionato la rottura come sopra, R la resistenza
specica massima del metallo allo schiacciamento per centimetro quadrato, L e D la
sua altezza e il suo diametro in centimetri.
Sostituendo allarea A in questa formola il suo valore in funzione del diametro D,
e sostituendo B con 1250 chilogrammi di carico per centimetro quadrato, al quale si
trova che la ghisa pu resistere con sicurezza, si ottiene la regola pratica seguente,

che pu essere applicata alla determinazione delle proporzioni duna colonna in ghisa
piena da costruire:

D
P =1',85' n*1250
+ 0,0043
L"

'

400
Dai che risulta per le colonne rotonde piene, in ferro, questa seconda relazione,
nella quale si ammette che questo metallo non deve essere caricato, per compres
sione, di pi di 600 chilogrammi per centimetro quadrato:

D
P : 4,97 0* 600
+ 0,00034
L"

Desiderando restringere questo studio alle colonne in ghisa, il cui impiego, in mec
canica, del resto molto pi frequente che quello delle colonne in ferro, noi citaremo
solo le formole, che offrono la stessa disposizione nei due casi e non differiscono che
pel coefciente. Un esempio applicato alle colonne in ghisa,baster per mostrare come
si dovr operare per quelle in ferro.
Problema. - Qual carico potr sopportare con sicurezza una colonna in ghisa, il cui
diametro minimo uguale a 15 centimetri ed ha 6 metri daltezza?

Soluzione. - Applicando la formola precedente si avr:

P : 4,33 xP(13)1250.5_(1)_-_
+ 0,0043 x (300)* : 32213 chilogrammi.
:

Ma quando le colonne sono solidamente legate vicino al muro delledicio, nel quale
sono situate, e legate in un punto superiore e alla met dellaltezza, offrono un
grande accrescimento di resistenza.

Pr0porzione delle Colonne piene. - Le proporzioni delle colonne piene si


possono determinare colle formule superiori, le quali hanno pure servito a Moria, per
calcolare una tabella, colla quale si pu determinare senza calcolo la resistenza di
varie colonne, che noi riproduciamo modicando alquanto la sua disposizione.
Questa tabella corrisponde ad una serie di colonne cilindriche in ghisa di dia
metro differente e spesso in centimetri, come 5, 6, 8, 10, 12, 15,20, 25 e daltezza va
riabile e indicando i carichi, a cui possono essere sottomesse con sicurezza. Questa

disposizione giusticata per questo fatto che, particolarmente per le costruzioni


architettoniche, si trovano in commercio dei modelli gi fatti, per mezzo dei quali si

sceglie quello, che conviene meglio al carico, che si vuol sostenere. Un esempio
chiarir meglio la cosa.
Problema. - Si ha una pressione di 100,000 chilogrammi, che deve essere sopportato
da 12 colonne, di 4 metri 0 400 centimetri daltezza; qual deve essere il loro diametro?

Soluzione. -- Ciascuna colonna dovr dunque reggere circa 8333 chilogrammi.


Ora la tavola indica, per queste altezze nelle due serie dei diametri 8 e 10, 6349 chilogr.
e 14318 chilogr.; bisogna dunque che le colonne abbiano circa 9 centimetri, e se si
dovesse scegliere la colonna in una serie esistente, si prender il modello, che si avvi
cinalpi a questo diametro.
Colla formola, si ottiene direttamente il valore o lunghezza del diametro in fun

zione della pressione e dellaltezza, e si ottiene per mezzo del calcolo delle quantit
numeriche invariabili la relazione seguente:

f___,______

04 : (|/344 mv + 34,76 I") + 74


1000

100,000.

401
TABELLA DELLE PRESSIONI A CUI HANNO POTUTO RESISTERE COLONNE DI GHISA PIENE
DI DIAMETRO ED ALTEZZE DIVERSE.

Diametro : 50 millim.

Diametro : 60 millim.

Diametro I 80 millim.

fw\

/.A_,\\

Altezza

Pressione

Altezza

Pressione

Altezza

Pressione

Altezza

metri

chilogr.

metri

chilogr.

metri

chilogr.

metri

1, 00

8742

1, 50

9917

'2, 00

17630

2, 00

35014

1, 10

7929

1, 75

8169

2, 25

15234

2, 50

27548

Diametro : 100 millim.


/W_'\

Pressione

'

chilogr.

1, 20

7232

2, 00

6789

2, 50

13228

3, 00

21875

1, 30

6569

2, 25

5698

2, 75

11542

3, 50

17562

1, 40

5985

2, 50

4830

3, 00

10130

4, 00

14318

1. 50

5463

1, 60

4997

2, 75

4134

3, 25 E

8941

4, 50

11839

3, 00

3571

3, 50

7936

5, 00

9920

1, 80

4210

3, 25

3110

3, 75

7081

5, 50

8413

2, 00

3579

3, 50

2730

4, 00

6349

6, 00

7212

4,5, 50
00

5176
4290

I 2,2, 40
20 , 2665
3086
2, 60

2318

2, 80

2038

3, 00 '

1803

Diametro :120 millim.

3,
3,
4,
4,
' 5,

Diametro 2150 millim.

78781
67106
57306
49169
42435
36855 .

4, 00
4, 50
5, 00
5, 50
6, 00
6,50

Diametro : 250 millim.

00
50
00
50
00
50

39669
32679
27158
22793
19323
16559

3,
3,
4,
4,
5,
5.

6, 00

14285

6, 00

32216 7, 00

70249

7, 00

149630

6, 50
7,00

12442
10921

6, 50
7, 00
7,50

28339
25079
22321

7, 50
8, 00
8,50 1

63316
57273
51991

8, 00
9, 00
10,00

124936
105250
89490

8, 00

19973

9,00

47359

10,00

11 39682

00
50
00
50
00
50

Diametro : 200 millim.

140056
4, 00
' 124165 . 4, 50
110192
5, 00
98003
5, 50
, 87112
6, 00
' 78224
6,50

264758
240888
218837
198730
180560
164238

Colla formola del problema precedente si calcolata la Tabella che segue, la quale,
bench intieramente in rapporto con la prima, dfl'erisce solo nellesservisi preso per
punto di partenza le pressioni e le altezze, e da i diametri corrispondenti in mil
limetri. Ancorch tutti i diametri siano stati calcolati in questa seconda Tabella per
51

402
tuttiicasi proposti, bisogna per rammentare, che la formola dllodgkinson non tale
che i risultati delle sue esperienze siano sufcientemente esatti fuorch per sostegni,
di cui il rapporto del diametro collaltezza varia nei limiti di 25 a 120 circa. A tal
etfetto nelle tre prime colonne il tratto trasversale indica, che i punti dei diametri
trovati incominciano ad uscire da questi limiti.

TABELLA DEI DIAMETRI DELLE COLONNE IN GHISA PIENE E DAL'IEZZE VARIABILI


E DELLE PRESSIONI CHE POSSONO PORTARE.

PRESSIONE

DIAMETRI DELLE COLONNE IN GHISA, PER LE Amazzn DI:

/_\M

CmLOGMMMI
[

metro metri

10

metri

metri metri metri metri metri metri

metri

millim.

i
chilogr.

millim.

millim.

millim_

minim_

millim.

millim.

miltm,

1000

26

35

43

49

55

60

64

69

73

77

1500
2000

29
31

39
42

47
51

54
58

61
65

66
71

71
77

76
82

81
87

85
92 .

3000

35

47

57

65

73

79

85

91

97

102 I

6000

44

58

69

78

88

95 1 102

109

115

122

8000

__49_

63

75

85

94

103

110

117

124

131

15000
10000

60
52

76
67

89
90

101
90

112
100

122
112

130
117

139
124

146
131

154 I
139

20000

67 i 97

109

121

132 l 141

150

158

166

25000

73

117

129

140 l 150

159

168

176

30000
40000
50000

'78
87
96

95 109 123
104 _129 134
113 129 143

135
147
157

147 157
159 170
170 1 181

167
181
192

176
191
203

185
200
212

75000

115

131

147

163

178

191 204

215

226

238

100000

130

147

163

179

194

209 l 222

234

246

257

m1lllm

90

104

"_

millim.

Colonne con Nervature. - La forma della sezione a croce, che vantaggiosa per
gli alberi, vedi pag. 172, conviene pure per le colonne: laltezza a e la sp'essezza s
delle nervature si possono ancora dedurre per mezzo duna sem
plice trasformazione di sezione di diametro 11 della colonna cilin
drica piena equivalente; e si arriva alla relazione
s

311

_d. * .1_6 (_a) = 0,59


Questa espressione fornisce, con unapprossimazione sulliciente, il
valore di s. Riguardo alla resistenza della compressione si deve osservare, che la su
percie della sezione non discenda al disotto del limite su = 112, e che il peso non
sia superiore a P = 12 ca.

403
Probl. - Come si trasformer la colonna pieno del problema della pagina 397 in una
colonna a sezione di croce?

Soluzione. - Prendendo a : 1,5, d : 1,5 x 105 : 158, si ha la formola:


s

31:

d3

d3

: 1_6 (T) - 0,59

105x0,59x8

..

, SI avr dunque b : _2-;1-_ o 18 m1lhm.

Avendo per riguardo semplicemente alla resistenza alla compressione, e facendo il


coefciente 6 chilogrammi per millimetro quadrato, la pressione, che questa colonna
potr sopportare, sar P : 12 x 18 x 158 :31120 chilogrammi.
Delle Colonne Vuote. - Se, tra certi limiti del rapporto fra il diametro e la lun
ghezza, la difcolt della fondita delle colonne in ghisa non si opponesse, vi sarebbe
sempre vantaggio di farle vuote; infatti in considerazione degli effetti della essione,
i quali lanno abbassare di molto il coefciente della resistenza dun sostegno, una co

lonna vuota a peso uguale sar dun diametro maggiore che una colonna piena, e
etter meno. Ma, siccome non si padroni di ridurre indefinitamente la spessezza
duna colonna vuota, e il minimo di questa spessezza di necessit limitato in ra
gione del rapporto tra il diametro esteriore e la lunghezza, si costretti a limitare

altresi limpiego delle colonne vuote, oltre un certo diametro. Secondo Guettier, le
relazioni dei diametri dnno le spessezze e le altezze, da cui non bisogna scostarsi
aine di poterle costruire facilmente.

COLONNE

VUOTE

COLONNE

VUOTE

i:tlrgo

Lunghezza

Spessezza

I:trregzo

Lunghezza

millimetri

metri

millimetri

millimetri

metri

millimetri

2, 50

12

3, 00

15

'70

81

94

2, 50
3, 25
so

12
12
15

200

a, ca
a, 00

15
12

250

a, so

15

300

i
l

4, 50
3, 00

18
15

4, 50

18

5, 50

108

135

_l

162

SpessezzaJ

4, 50

18

;k

45, a50'
5

20

5a6
oa7

25
28

6 as

30 a 35

20

1.;

Fuori di questi limiti, si possono bens stabilire delle colonne vuote dun maggior
diametro esteriore e relativamente sottile, ma in tal caso si usa farle di varii pezzi.
Proporzioni delle Colonne Vuote. - Applicando secondo le formole di Hodgkinson,
pag. 399, lo stesso coefciente alle colonne vuote e alle colonne piene, si ammette, che
la resistenza di un sostegno vuoto _cilindrico uguale alla differenza di resistenza di due

404
pieni aventi rispettivamente per diametro il diametro esteriore e il diametro della cavit.
Non ostante la semplicit di questa regola generale, la sua applicazione ad un caso
concreto e quasi impossibile senza incertezza, e la determinazione dei diametri d'una
colonna vuota, per una pressione ed un'altezza data, non si pu ottenere col metodo

antecedente. Il metodo pi semplice, che pu condurre a questa determinazione, con


siste nel formare una serie di colonne per differenti altezze, nelle

quali i diametri

interiori ed esteriori, restando per ciascun tipo in un rapporto costante affine di de


terminare, per ciascun caso proposto, la pressione corrispondente, si basino sul teo

rema precedente: ssando questo rapporto a 0,8, e partendo da 10 centimetri come


diametro esteriore minimo, si ottengono delle spessezze praticabili in tutti i casi sotto
la riserva di non applicare mai interamente a ciascun modello di un sol pezzo quel

tanto che laltezza gli permette, tenendo conto anche delle esigenze della fonderia.
Cos chiaro che, supponendo una serie daltezze di 2 a 10 metri, la colonna
vuota di 10 centimetri di diametro esteriore non si pu pi fondere dun sol pezzo che

fino a 2 o 3 metri; quelle di 20 centimetri potransi gittare no a 5 o 6 metri, ed anche


di maggior lunghezza. Aggiungasi che per queste altezze, ed anche per altezze superiori,

sempre meglio di comporre le colonne di varii pezzi, qualunque sia il lor diametro.
La Tabella seguente d i risultati duna serie di colonne con un diametro va

riante da 10011 500 millimetri calcolati dallArmengaud con questo metodo, di 50 in 50


millimetri e con altezze da 2 a 10 metri di metro in metro.

TABELLA DELLE PRESSIONI


11 CUI HANNO POTUTO RESISTERE CON sreuaazza COLONNE vuora 1N GHISA.
(I rapporti tra i diametri interni ed esterni sono stati riconosciuti uguali a 0,8)

Draumr

Pressioni per le Altezza di :

/w\

Esterni

mill.

metri

.
metri

.
metr1

Interni

5
metri

6
metri

7
metri

8
metri

9
metri

10
metri

mill. chilogr. chilogr. chilogr.ychilogr. chilogr. chilogr. chilogr. chilogr. chilogr.l

100

80

17500 12000

7800} 5800

4000

3250

2500

1910

1600

150

120

44000

31000. 24600

18000

14000

11250

9500

7800

200

160

92409 83435 69533! 57293 46888 38505 32500 26000

22700

250

200

148314

138936

124707

108645

93150

79381

67662

57891

49810

300

240

216070 208092

193948

176260

156449

137706

120595

105503

92448

; 350

280

295756

288819

275647 257164

235539 212943

190963

170565

152059

400
, 450

320
360

387411
491121

381556
486158

369634 351653
475527 458568

322792 303972 278131


436063 409632 381089

252918
352009

229174
323566

1500

400

606911

602679

5932571577553

555743

466891

434579

3K700

528965

498810

Luso di questa Tabella non esige alcuna istruzione particolare. Ne daremo un esempio.
_
Probl. - Una colonna di 200 millimetri di diametro esterno e di 160 millimetri
interno, che corrisponde ad un rapporto di 0,8, e con 20 millim. di spessezza, capace di

405
sopportare con sicurezza una pressione variabile da 22700 a 92409 chilogrammi, secondo
che essa debba avere da 2 a 10 metri d'altezza; ma esso sar costruita in pi pezzi, se
condo che i processi della fonderia permetteranno, per ottenere una spessezza regolare.
Soluzione. _ Riferendosi alle indicazioni fornite dal Guettier, ed osservando nella

Tabella della pag. 402, relativamente alle colonne piene, si vede che una colonna piena
di 4- metri daltezza ha 123 millimetri di diametro, e corrisponde ad una pressione di
30000 chilogrammi. Nella Tabella superiore le colonne vuote della stessa altezza, ad
una pressione di 31000 chilogrammi, avrebbero 150 millimetri di diametro esteriore
e 120 di diametro interno.

Ora 123 millimetri di diametro della Colonna piena corrispondono ad una sezione
di 119 cent. quadr., e 150 a 174- cent. quadr., per cui la sezione effettiva anulare della
colonna uguale a 174 -113:61 c. q.
'
Ma, queste due colonne avendo la medesima altezza, i loro pesi sono proporzionali
alle loro sezioni, ed il rapporto di questi due pesi sar per la colonna vuota 61, e per
la colonna piena 119: quindi si avr 61 :119=0,51. Dunque la colonna vuota, che
corrisponde ad un carico di 31000 contro 30000, procurer uneconomia di peso di
49/100 sulla colonna piena, dilerenza piuttosto grande rispetto al risparmio del ma
teriale.

Colonne Vuote. -- Le dimensioni delle colonne vuote, secondo il Beuleaux, si pos


sono determinare facilmente per mezzo di quelle delle colonne piene equivalenti,
come abbiamo gi visto superiormente: designando con dl e 110 i dia

metri interiori ed esteriori della colonna vuota, e con (1 il diametro


della colonna piena, si prender:

=l

Il rapporto -- varia sovente da 0,7 a 0,8.

Per al: 0,5 0,6 0,7 0,75 0,8 0,85 0,9 0,95 della formola precedente data
0

-%-:1,016 1,035 1,07 1,10 0,14 1,20 1,31

1,32.

Il limite della formola, stabilita tenendo conto della resistenza speciale ai sostegni
caricati alle estremit, non tutto all'atto lo stesso trovato precedentemente, ma gli

si avvicina molto; il diametro do non deve essere inferiore a

0,46I/P
do _ _____
di

1 - (->
do

Per % = 0,5

di

a un carico superiore a

P : 4,71d,

d,

0,6 0,7

0,75

0,8

0,85

0,9

0,95

si ha

=0,75 0,64 0,51 0,44 0,36 0,28 0,19 0,10,

1
0

Vi _

:4,15 1,25 1,40 1,5! 1,67 1,89 2,29, 3,20.

1 - (

406
Probl. - Una colonna piena di 105 millimetri di diametro capace di sostenere un
carico di 15000 chilogrammi, come abbiamo visto a pagina 397. Si domanda ora il diametro

esteriore ed il diametro interiore d'una colonna vuota_ sottomessa allo stesso carico, nella
quale il rapporto di questi 'due diametri sia di 0,8, ainch la pressione per millimetro

quadrato sia di 6 chilogrammi.


Soluzione. -- Il diametro esteriore secondo do : 1,14 x105 = 120 millimetri;
linteriore d' =0,8 x 120 =96 millimetri: la spessezza sarebbe di 12 millimetri. Per

produrre una pressione di 6 chilogrammi per millimetro, la supercie della sezione per
il carico determinato dalla formola superiore dovrebbe essere

P = 4,71 x 120 x 0,36 : 24480 chilogrammi.

Probl. -- Una colonna in ghisa massiccia a piena e di metri 4,700 d'altezza e di


metri 0,235 di diametro esteriore, e deve resistere ad una pressione di 125000 chilogrammi:
qual sar il diametro interiore?

Soluzione. - Applicando le formole precedenti, si trover:

11, = d, |/1 0,000516

i2
d,,

si avr il, : 235 V1

_ 0,000516 x 125000 x 4700


235,
: 235 x 0,8543 o 201 millim.;

ma la formola

d, = 110 V1 - 0,2122 -dPT

d solamente

a. = 233 |/1 _ 0iz-L22gm00-0 = 233 x 0,721 3 139 millimetri,

che sono le dimensioni, con cui sono state costrutte nelle opere, a cui vennero appli
cate, le colonne di simili dimensioni.

Dai problemi esposti si vede chiaramente, con quali cure si deve esaminare tutte
le condizioni, afne di evitare gli errori per arrivare ad un criterio approssimativa
mente esatto per ciascun caso particolare.
Se si volesse calcolare direttamente s ed a, si avrebbe per la ghisa:

30
W

la
a
Pl : 0,0003 -PhT,
-he per conseguenza P = 3300 3%.

b:

Cosi ancora per questo valore di P, in ragione della resistenza alla compressione, non
si dovr mai passare il limite dato dallespressione P : 12 sa.
La diminuzione dellaltezza duna colonna e di riguardo assai importante dal
punto di vista delleconomia del materiale, poich, secondo la formola [a], le sezioni

407
delle colonne simili egualmente caricate sono direttamente proporzionali alle altezze,
supponendo queste colonne calcolate come sostegni caricati alle estremit. Questo ri
guardo pu giusticare in alcuni casi la scomposizione di una colonna

in due altre, 0 pi, allorquando ha per conseguenza una diminuzione


dellaltezza, che quanto si produce per unarmatura fatta da tre barre

m;%i 'Z;/a %z

in ferro, Fig. 371, che certi architetti stabiliscono nellinterno dei pi


lastri in mattoni, e la quale molto pi vantaggiosa che una barra

u-.
Lm'-

unica, poich il rapporto dei volumi cosi:


I

l/m

2 ,

cio

V3

.2 :0,866.

il

Bisogna per notare, che le colonne impiegate nelle intelaiature delle macchine hanno
generalmente delle dimensioni molto superiori a quelle fornite dalle formale prece
denti. Un tal aumento di materia si spiega assai facilmente per questo fatto, che le
colonne di questa natura si trovano sottomesse a sforzi di essione o di trazione, a
cui sono sovente esposte nello stesso tempo che ad urti e a vibrazioni. Cos le co
lonne in ghisa, che si trovano soggette a sforzi di trazione, come le trabeazioni di

quelle delle macchine a vapore verticali, debbono avere almeno una sezione doppia
di quella, che darebbero le formole [A] [a] [e] [11]. Nelle costruzioni architettoniche
si adottano ordinariamente dei coefcienti di sicurezza pi grandi di quelli, che ab
biamo usato nora.

ARTICOLO XXII.
Dei Volanti Regolatori.

248. Volanti Regolatori. - I volanti regolatori sono messe inerti TAV. L1 e Lll
di un certo peso, in ghisa od in ferro, di forma anulare di un diametro li
mitato, poste sullalbero principale ad una certa distanza dalla manovella,
ovvero su qualunque altro, che comunica col primo. In virt della sua inerzia,
il volante assorbe e rende successivamente le differenze, che esistono fra la

quantit di lavoro prodotto ed assorbito a ciascun istante Per regolare un


moto soggetto a variare ogni momento, come nelle macchine a vapore,
vedi pagina 69, essi si applicano ai motori a vapore, alle macchine utensili,

a rotazione, e simili (I).


Il volante diviene cosi un serbatoio di forza per la superflua energia della potenza;
conduce per qualche istante la macchina, e fa lufcio di motore in certe posizioni,
che si chiamano punti morti, ove la. biella si trova sul prolungamento della mano
vella, per il che le manca la forza per farla girare; ma il volante, in virt della. ve
locit acquistato. per la sua forza dinerzia, continua il suo moto di rotazione, e tra
scina con se la. manovella, la biella, il bilanciere, e fa loro passare questa disposi
zione: per conseguenza nelle macchine a vapore lo stantuffo obbligato ad alzarsi e

ad abbassarsi sia che trovisi in alto ovvero nel basso della corsa.
precisamente verso questo punto morto che il volante perde insensibilmente la

sua velocit per riguadagnarla negli altri punti, ed accumulare la forza in eccesso

(I) Il professore Leslie nella sua Philosophie Naturelle, voi. 4, pag. 152, l'ha giustamente comparato a un
serbatoio, che raccoglie delle correnti intermittenti, e le rinvia in un canale regolare.

408
TAV. LI

durante una porzione, e poi restituirla in tempo utile, cio nel momento, in cui il

lavoro della resistenza supera la potenza, aine di conservare al moto una regola
rit costante.
Siccome sull'albero del volante che stanno tutte le resistenze da vincere, cosi
sempre su di esso che si prende la forza per mezzo di puleggie, coreggia, ruote

dentate, ecc.
Un volante deve avere una forma tale da presentare la minor resistenza possibile
allaria, per evitare una consumazione inutile di forza; la corona deve farsi di ma
teria la pi densa che si pu afne di poter ridurre il suo volume il pi che

sia possibile.

'

In un gran numero di macchine sse il volante e sostituito da una gran ruota


calettata sullalbero motore delle manovella. Nelle locomotive, malgrado la sua as
senza apparente, il volante e sostenuto dalla ruote motrici, dalla cui massa messo
in moto, posto come nella disposizione delle manovelle, ad angolo retto, che serve

a far passare i punti morti.


I volanti possono essere semplici ovvero colla circonferenza munita di dentellature
con denti in ghisa od in legno, e trasmettono direttamente il moto, come le Fig. 1,
2, 3, 4, 5, ecc., Tav. LII. I volanti fanno ancora qualche volta lufcio di puleggia,
trasmettendo il moto mediante correggie poste sulla loro corona, oppure avendo la

puleggia semplicemente applicata alle loro razze, come nelle Fig. 10 e Il, Tav. LII.
I volanti, come le ruote dentate e le puleggia, si compongono duna corona, delle
razze e dun disco formante il mozzo.

Si distinguono ancora: 1 i volanti fusi in un sol pezzo; 2 i volanti fusi in pi


pezzi riuniti; 3 ivolanti a segmenti fusi separatamente dalle razze, e quindi riuniti;
' 4 i volanti colla corona fusa in pi segmenti con razze separate; 5 i volanti, le. cui

corona fusa in segmenti fusi colle razze ed il mozzo separato.


I volanti in ghisa di un sol pezzo non si applicano guari che alle macchine, la

cui forza non supera 12 cavalli. Per macchine superiori a questa forza simpiegano
quelli fusi in due parti col mezzo, ed hanno il doppio vantaggio della facilit di

costruzione e della facilit di trasporto.


Per le grandi macchine, in cui i volanti hanno un diametro di 5 a 8 metri,

essi si fanno colla corona divisa in varii segmenti; le razze si fanno rapportate; il
mozzo e fuso in un sol pezzo.

I volanti applicati alle macchine a vapore presentano tra di loro delle grandi
differenze, sia nella costruzione, sia nelle dimensioni, essendo pressoch innite le

forme e disposizioni delle macchine a vapore: quindi dipendono in gran parte dal
lidea del costruttore. Un volante di un gran diametro e di un peso considerevole
non pu essere costrutto come uno piccolo e leggero, il quale pu farsi di un sol

pezzo. Molte cause possono concorrere a moltiplicare le varie disposizioni, che sin
contrano in pratica riguardo ai volanti.

Fig. t, 2 e a.

Descrivere un Volante da applicarsi ad una Macchina a vapore della forza di 20 ca


valli con una velocit di 50 giri per minuto, fuso in un sol pezzo. - Facciamoci a dise
gnare e descrivere il volante esposto nella Tav. LI, Fig. 1, 2,3 e 4. Per la ricerca delle

dimensioni vedasi lesempio nelle Regole Pratiche. Determinate le principali di queste,


sincomincier dal condurre due perpendicolari; quindi si descrivono i circoli interiori
ed esteriori della corona portandoda larghezza trovata met al di dentro e met al di
fuori; internamente la circonferenza ha metri 3,50 di diametro. Dopo aver leggermente
sagomato il contorno esteriore della corona, come lo indica la Figura, le si aggiunge
ranno quattro cordoni a con poco aggetto, ma che facilitano il raccordamento delle
razze, le quali possono esser rette 0 curve. Al cavetto interno b bisogna aggiungere
un toro semielittico c pel raccordamento delle razze. Si vede, che i tondini a permet
tono di conservare la spessezza necessaria alla corona per disporre facilmente tutte le
altre parti.
Le razze hanno una sezione elittica, quindi si raccordano colla corona con una

curva di un raggio piuttosto considerevole per evitare che si rompono nella fondita e
ad assicurarne la solidit. In tutta la lunghezza delle razze i due assi della sezione sono

409
doppii luno dellaltro. Vicino alla corona lasse maggiore ha 0,6 di lunghezza di que

TAV. LI

stultima.
La larghezza delle razze aumenta verso il centro: laccrescimento stato determi
nato ai due lati con uninclinazione di 17 millimetri per metro circa per rapporto al
lasse geometrico, in modo per che le dimensioni, che ne risultano, dalla radice delle
braccia, convengono al raccordamento col mozzo.

il mozzo si compone di un nocciolo cilindrico, avente sulla sua supercie con


vessa un gran cavetto, ad un mezzo toro, per raccordarvi le razze. Afnch il volante
possa fissarsi comodamente sullalbero ed avere una sufciente resistenza, bisogna

dare al mozzo un diametro almeno uguale al doppio di quella dellalbero, che nel
caso nostro di 340 millim., ed altrettanto di portata. Ma ad ogni modo si migliora

molto questa costruzione fasciando il mazzo di cerchi in ferro d messi a caldo, i quali
si ssano all'origine del guscio. Questi cerchi sono una buona sicurezza, specialmente
se si prendono in considerazione la chiusura delle chiavette e gli sforzi considerevoli,
a cui questo pu essere soggetto in certe circostanze. Se per un eccesso di forza ov

vero per uu difetto di fondita venisse a rompersi, munito di questi cerchi continue
rebbe ugualmente il suo servizio.
Per unire meglio il mozzo colle razze e ripartire progressivamente la massa della
materia, ciascuna razza munita sulle due faccie duna nervatnra, di cui lorigine

corrisponde al guscio del mozzo, e viene a perdersi verso la met della lunghezza
delle razze. Non conviene prolungare queste nervature superiormente, ove la velocit
grande assai, onde la resistenza dell'aria non divenga nociva. Il votante si ssa al

lalbero mediante due o tre chiavette ripartite sul terzo della sua circonferenza, afnch
corrispondano alle razze. Si supposto il mozzo vuoto interiormente come usano
molti costruttori, afne di diminuire il lavoro daggiustamento. Ma, colle macchine

utensili necessaria, si pu evitare questo vuoto o cavit, tenendo il buco del mezzo
uguale in tutta la sua lunghezza.
.
Tutte le proporzioni ammesse in questo esempio, e cos pure le forme ed i partico
lari tutti, non hanno niente di assoluto, ma come sono il loro insieme daccordo

colle migliori condizioni della pratica. Si sa che per gettare un volante in ghisa di un
sol pezzo si obbligati a tagliare la corona in un punto qualunque nella forma, avanti
il getto, in guisa che pel suo ristringimento, che pi tardivo a causa del maggior

volume della sua massa, in confronto a quello delle razze, queste ultime non si sepa
rino. La soluzione di continuit che ne risulta, e che pu estendersi no a due cen
timetri di larghezza, poi rimboccata 0 unita per mezzo di un getto parziale con un
metallo facilmente fusibile, o per una lastra di ghisa ben unita e fissata in guisa che

le due parti non possano pi disunirsi, n variare di situazione.


Vi sono dei costruttori, che preferiscono lasciare la corona intatta, e praticare tre

Figi t.

tagli f al mozzo, come si vede dalla Fig. 1.


l volanti dovendo essere perfettamente equilibrati sul loro asse di rotazione, si ha
cura di equilibrarli. Aucorch un volante sia un solido di rivoluzione sensibilmente
omogeneo, e che si possa riguardare come equilibrato, quando per fisso sullalbero,
le parti, che a questo vengono unite, come manovella, eccentrici, ecc., sovente ne tur

bano lequilibrio. Si pratica, per questo, un vuoto nella corona in un punto conveniente,
che sempre quello opposto alla manovella, e che poi si riempie di piombo; talvolta
non si fa che ingrossare in certo punto la corona.

Nella Fig. 1 si ha il prospetto, nella Fig. 2 il prolo 0 anco, nella Fig. 3 una
sezione del volante fra due razze, nella Fig. 4 una sezione nelle razze verso la corona,
e nella Fig. 5 una sezione vicina al mozzo.
Descrivere un Volante diviso in due parti secondo il sistema di Forca! portante una
ruota dentata sul mozzo per la trasmissione del moto. - Per esempio di tal genere rap
portaremo il volante delle Fig. 6 e 7 della Tav. LI. Essa forma di volante il tipo,

che quel costruttore adatta generalmente a suoi motori a vapore. Questo delle Fi
gure6 e 7 appartiene ad una macchina della forza di 25 cavalli, con espansione e con

densazione. Le sue dimensioni sono assai ridotto per poterlo fare solamente in due
parti; ciascuna di esse si compone di due mezze corona e di tre razze. Queste due
52

Flg. 4,2, 8, 0 4

Fig. 6 e 7.

>_- >n

410
TAV. Li

met, in luogo di essere calettate direttamente sullalbero, sono rapportate su di un


disco in ghisa di un sol pezzo e unito per mezzo di chiavarde al mozzo.
Ciascuna met comprende in eltetto un semicircolo della corona A e tre razze B,

sse verso il centro ad un disco anulare C, circa della stessa spessezza delle razze,
che presenta dei cordoncini in rilievo a e a' per laggiustamento. Le due met sono unite

applicandole contra il disco D, composto di un disco circolare e d'una massa centrale


traforata pel passaggio dellalbero, che deve portare il volante; un controdisco E sta
applicato sulla faccia opposta, ed riunito per mezzo di dodici chiavarde b disposte .
a due a due di fronte alle razze. Questa costruzione esige molta cura. Le supercie
dei due dischi D ed E dei tondini a e a' della parte centrale sono lavorate in guisa,
che le unioni si fanno con molta esattezza, e senza perdita di spazio, poich non vi
cosa pi spiacevole che quella di vedere un volante a girare in un piano ditferente

da quello perpendicolare al suo asse di rotazione, ci che accade spesso, quando parli
Fig. 8, 9, IO.

colarmente non lo si pu, prima di porlo in opera, retticare sul torno.


La macchina, a cui appartiene questo volante, trasmette direttamente la sua potenza
per mezzo di due ruote dangolo, di cui una F applicata all'albero motore. Ma essa,
invece di essere applicata al mozzo per mezzo di chiavette come susa dordiuario,
legata esclusivamente al disco l), come se fosse fusa collo stesso: essa infatti im
boccata ad un cordone in rilievo appartenente al disco, e tenuta da sei chiavarde b,

che riuniscono le due met del volante coi due dischi D ed E, mezzo questo di economiz
zare una chiavetta, e che lo fissa sullalbero, rendendo cos pi solidarii albero e volante

per la trasmissione. Nella Fig. 6 abbiamo una parte della razza vista di faccia: la ruota
d'angolo calettata ad un quarto del disco D tagliato e tolto alne di lasciar vedere
la parte centrale e quella della razza, che si unisce al mozzo, come pure il punto,
ove le due met si uniscono. La Fig. 7 una sezione orizzontale passante per lasse
dellalbero. La Fig. 8 rappresenta specialmente la corona in sezione trasversale. Questa

sezione rettangolare in principio aumentata di due tondini decorativi, iquali esterior


mente hanno un aggetto considerevole: ci facilita, come abbiamo detto, il modo
di equilibrare il volante e spostare il centro di gravit della sezione, aumentando la
forza viva proporzionata alla massa in moto. La Fig. 9 fa vedere il sistema dunione
delle razze colla corona. La Fig. 10 una sezione sulle razze. Le Figure H, 1% e B

rappresentano le parti principali di un altro volante appartenente ad una macchina a


vapore della forza di 14 cavalli. Il diametro di metri 3,16, e fuso in due parti unite alla
corona ed al mozzo. Le tre unioni debbono essere sullo stesso diametro. Bisogna far

girare di un quarto di circolo la Fig.12, ainch si trovi in rapporto colla Fig. H, la


quale indica una delle unioni della corona. Lunione delle due parti del mozzo si ef
fettua
scuna
cerchi
biamo

semplicemente per mezzo di quattro chiavarde a disposte a due a due da cia


parte del mozzo; la giunta e piatta, senza battente; ma il tutto lasciato didue
in ferro b, e ci sar sempre una buona precauzione di sicurezza, come lab
l'atto osservare superiormente, fosse pure un volante in un sol pezzo. La

riunione degli archi della corona si effettua con una semplice giunta a cima a cima
con due tasselli piatti sopra e sotto, tagliati a T, ovvero a coda di rondine c, ed inca

strati da ciascuna parte e ssati per mezzo di chiavarde d; quattro chiavi in ferro c
permettono di chiudere queste unioni.
TAV. Lll
Fig. 4 e 2.

Volanti ad Imhoccamento in Ghisa. - l volanti con dentatura o ad imbocca


mento, oltre allufcio lor proprio di regolatori, costituiscono nello stesso tempo il primo
imboccamento di trasmissione. Le Figure 1, 2 e 2bis rappresentano un volante di questo

sistema applicato sullalbero di due macchine accoppiate a due cilindri, opera del
costruttore francese Pawell. La Figura 2 rappresenta una porzione della corona del

volante, e il sistema di giunti impiegati per unire la corona colla razza. La Fig. 2 bis
una sezione trasversale delle razze su scala maggiore. La Fig. 1 una sezione fatta
sullasse della razza, o secondo un diametro del volante.
Linsieme del volante si compone della corona A divisa in dodici segmenti, e del
mozzo centrale C luso in un sol pezzo, oltre a dodici razze, che si uniscono al mozzo

ed alla corona nellunione dei segmenti a due a due. Il giunto, la cui sezione ha quasi

la forma della lettera T, l'uso colla dentatura, che contiene 276 denti, ossia 23 per

411
segmento. Questo numero corrisponde a un passo di 90 millimetri, divisi quasi in
parti uguali tra il dente e lo spazio, che li Separa; la larghezza della dentatura di

TAV. Lll

373 millimetri. Questunione si eiTettua nei punti. che sono corrispondenti alle razze,
i quali terminano ciascuno per mezzo di un sostegno o rilievo a per laggiustamento

nel verso dei raggi e nel loro prolungamento per mezzo duna specie di grappa b, che
saggiusta in un taglio fatto appositamente nella corona, indi resa solidaria mediante
due chiavarde d, le quali attraversano nello stesso tempo il contromozzo D, che d
allinsieme la solidit occorrente.
Descrivere il Volante superiore tutto intiero colle relative sezioni, una delle quali pas
sante tra una razza e l'altra, ad una scala conveniente. - Il raggio del circolo primi
tivo di metri 4 e le altre dimensioni si dedurranno dai disegni della Tavola stessa.
Volante con Imboccamento a denti in legno. - Nel maggior numero dei casi i denti
nei volanti ad imboccamento, invece dessere in metallo, sono in legno, e corri
spondono ad una ruota di diametro minore, la quale armata di denti in ghisa. Le
Figure 3 e 4 ne fanno vedere un esempio, il quale appartiene a una macchina a va

pore con due cilindri. La corona di questo volante si compone di quattro parti, cia
scuna delle quali contiene due razze; lunione dei segmenti fatta per mezzo di due
denti in ferro uniti fra loro con chiavette, e di due cerchi in ferro a attorno al mezzo;
la struttura generale per piuttosto quella di una ruota dentata, anzi quella di un

volante, tanto per la forma data alle razze quanto per la loro unione col mozzo cen
trale. Tutta lattenzione del costruttore deve essere rivolta sul modo dincastramento per

ssare i denti in legno b, nella stessa guisa delle ruote ordinarie, superando una
ditcolt proveniente da questo che la corona non come per una ruota semplice, le
cui dimensioni sono strettamente ridotte alla forza di trasmettere e alla forza neces
saria per tenere solidamente i denti incastrati, ma invece aumenta la massa della ruota,

perch conservi tutta linerzia del volante. il modo, con cui le razze si uniscono, quello
dincastrarle nella corona, come sono rappresentate nella Figura, che una sezione tras

versale di questa. Essa corona e composta duna piastra anulare A fusa con un collaretlo
A', forata da una calettatura rettangolare per ssarvi i denti, affinch queste due parti
conservino la loro solidariet, malgrado la calettatura, che le separa intieramente; la
piastra penetrata secondo un triangolo, e quindi si taglia conformemente alla coda
dei denti. Ciascuno di questi ultimi si scompone nel verso della larghezza in due
parti, che sono messe a posto e aggiustate separatamente, ma cosi unite una ac
canto allaltra come se formassero un dente solo; se i denti fossero fatti in un sol

pezzo, bisognerebbe si fondessero quasi intieramente per ssarli nella corona a causa
della penetrazione della piastra anulare, che forma cuneo, e non si perverrehbe a fare
che riempiscano perfettamente la lorocalettalura, come si pu tagliandoli prima.
Ancorch una simile dentatura sia intieramente appoggiata sulla maniera di ssare i
denti, che per maggior precauzione si ha cura di far seccare per molto tempo avanti

di porli al loro posto; tuttavia essi possono colluso prima incominciare a muo
versi, e nalmente uscire dal loro posto: per evitare questo inconveniente si riten
gono per mezzo duna copiglia in ferro e posta nel dente disotto della corona A';
a tal effetto la piastra A perforata da altrettanti buchi corrispondenti ad ogni

dente, ed ha ciascuna calettatura fatta in guisa che la copiglia possa attraversarla da


parte a parte.
Per dare a questo volante una forma pi estetica e nel medesimo tempo il peso
necessario, il costruttore ha rapportato sulle faccie una sottile corona in ghisa D,

composta di otto segmenti, ssati contro la corona del volante per mezzo di chia
varde d. La corona e tirata al torno, e con un profilo composto di poche e ben intese
modanatura.
Questo volante stato applicato ad una macchina a due cilindri duna potenza no
minale di 40 cavalli, il cui albero fa 21 giri per minuto, ed il raggio della manovella
uguale a metri 0,90. Lespansione totale ti volte lammessione a pieno vapore, ed

ha le seguenti dimensioni:

Fig. 5 e 4.

412
TAV. L"

Diametro al centro di gravit della corona

Velocit corrispondente per 1" . . . . .


Peso della corona circa .
. . . . .
Peso totale . . . . . . . .' . . . .
Diametro del circolo primitivo della dentatura
Numero dei denti . . . . . . . . . .

metri 6,716

. .
)
chilogrammi
. . .
)
.
metri
. . . . . . .

7,381
6509
9345
7,035
340

Volanti con Dentatu-ra in Legno. -- Figure 8 e 9. Questo volante e stato costrutto

uellottcina di Stehelin e Comp.; esso appartiene a una macchina di Wooll' di 80 ca


valli, fa 28 giri per minuto, ed ha metri (3,22 di diametro del circolo primitivo della
dentatura; la sua corona pesa 10000 chilogrammi. Essa composta di sei parti, cia

scuna delle quali corrisponde a una razza; le razze si riuniscono tutte sul disco C, e si
ssano ciascuna con due chiavarde c; le unioni si lanno per mezzo di due denti chiusi
per mezzo di due biette d. La corona presenta una parte molto allargata A', nella
quale si sono praticate delle calettature per ricevere i denti; queste calettature (mor

taises) corrispondono a varie aperture a, che attraversano la corona da parte a parte,


e contengono ciascuna quattro denti, alternati con un piano corrispondente al vuoto; i
denti sono rattenuti con chiavi in legno b, che sono poste tra il dente e lapertura a.,
Il votante rappresentato nelle Figure 5 e 6 ha la corona A divisa in otto se
gmenti, e la struttura d'una ruota dentata ordinaria coi denti in legno, Tav. XXll,
pag. 230; le calettature lattraversano intieramente, eccetto che avanti alle razze. Queste

sono formate ciascuna in due parti uguali B simili poste luna contro laltra, e tra le
quali sono chiusi il disco centrale C, e le statie a fuse col segmento. Queste ultime

sincastrano per met nella parte superiore della razza, e sono unite per mezzo di sei
chiavarde b colla parte della corona. La riunione delle razze col disco C all'atto
simile, e seil'ettua per mezzo di un incastramento e di tre chiavarde c per ciascun
braccio. Si osserver, che sono stati praticati dei rilievi d corrispondenti ad appositi
intagli, per cui si possano incastrare, ci che ha per oggetto di sottrarre le chiavarde
e dallo sforzo di trazione o recisione, che la forza centrifuga sviluppa nel verso delle

razze. Le dimensioni di questo volante e le condizioni, con cui lavora la macchina di


Woolf della forza di 60 cavalli, sono le seguenti:

Espansione totale 4,5;

Velocit dell'albero motore per 1 minuto primo 24 giri;


Diametro medio delle curve del volante metri 5,932;

Peso medio di questa corona chilogrammi 7810;


Velocit circonferenziale 1 metri 7,453.

Volanti a Puleggia. - Nelle macchine a vapore duna potenza poco considerevole


impiegasi spesso da qualche tempo il volante come puleggia di trasmissione. 1 co

struttori Colas e Rachecourt l'hanno anche impiegata con molta arditezza a far muo
vere, per mezzo di larghe correggie o cinghie, dei grossi laminatoi. Questi volanti si

possono dividere in due tipi o forme principali, di cui la prima quella, per cui si
costruisce una corona abbastanza grande nel verso trasversale da poter ricevere di
rettamente la cinghia sulla sua circonferenza, come le puleggia ordinarie.

Laltra quella di fare un volante colla forma ordinaria, come i tipi dimostrati
nora, e quindi applicargli lateralmente una corona abbastanza larga per ricevere la
correggia, come nelle puleggie ordinarie. Talvolta anche, invece di usarne una sola,

se ne applica una per parte o facciata del volante. Del primo caso essendo facile farsi
unidea, non ne daremo uno speciale disegno; ne daremo uno del secondo, che noi

togliamo dalla macchina ssa dellofcina delle strade ferrate di Lione a Parigi co
strutta dai signori Lecomte e Delpche.
M. 10, H, 42, {3,
H e 15.

Descrivere un Volante Puleggia. - Il volante, che imprendiamo a descrivere, e


quello rappresentato dalle Fig. 10, 11, 12, 13, 14 e 15. Esso appartiene ad una mac

china a vapore ssa a due cilindri della forza nominale di 40 cavalli ad alta pressione
ed espansione variabile. La Fig. 11 rappresenta la met del suo prospetto e il modo,

413
con cui si sono fatti i giunti della corona delle puleggie doppie di trasmissione:

lunione si opera per mezzo di dodici chiavarde passanti da parte a parte nei sei oc
chielli b a nervature, di cui ciascuna puleggia munita, e che corrispondono ad ap

positi occhielli fatti nelle razze del volante. Ciascuna chiavarda serve ad unire le due
puleggie una da una parte e una dallaltra del volante. Lunione delle corone delle
puleggie e del volante sulle razze non si pu effettuare che allorquando si sono riu
nite le due porzioni della corona del volante, per mezzo dei tiranti d e delle chia
vette in ferro, come si possono vedere sul disegno, e la parte centrale del mozzo
si aggiunge per mezzo di due cerchi in ferro a a' posti a caldo da ciascun lato.
Il volante e ssato mediante una sola chiave sullalbero, nel quale penetra per una
spessezza di 20 millimetri. La modellatura e la fusione di questo volante fu efl'ettuata
come se avesse da essere di un sol pezzo, solamente preparando delle lastre in
ferro sottili, che stabilirono delle divisioni nel mozzo avanti di chiudere la forma. La
Figura 10 una sezione fatta secondo un diametro, e mostra il sistema dunione per
mezzo delle chiavarde del volante colle puleggie di trasmissione c c" e quello della

riunione delle due parti del mozzo per mezzo dei due cerchi a a, oltre allunione
delle chiavarde delle due puleggie sulle razze del volante puleggia, sulle quali si pos

sono porre quattro correggie. La scanalatura e e', posta nel mezzo di esse, desti
nata a operare la separazione delle due correggie, e le divide molto meglio che se si

avesse lasciato una separazione in rilievo. Il diametro di queste puleggia motrici di


metri 2,8; la larghezza totale della corona di ciascuna coppia di esse, la scanalatura
compresa, e di metri 0,55.
La Fig. 12 rappresenta una sezione della corona del volante x a:, il cui diametro
di metri 4. Il suo diametro medio e dieci volte il raggio della manovella. La spes
sezza della corona, nel verso dell'asse di rotazione, di metri 0,13. La larghezza, nel
verso del raggio, di metri 0,26: la sua spessezza dunque met della sua lar

ghezza. La Fig. 13 un taglio duna razza secondo la linea 1 e 3, Fig. 11. Le Fig.14
e 15 fanno vedere il modo dunione delle due porzioni della corona per mezzo del

'tirante d.

REGOLE PRATICHE
I

Proporzioni dei Volanti. - Lesame compiuto di questa questione interessante dei


volanti esigerebbe un lungo sviluppo, superiore al programma pressoci in questo
nostro trattato, che di avere specialmente riguardo a due ordini di fatti: la teoria
dei volanti propriamente detta, che permette di spiegare i loro eiletti meccanici, e

lapplicazione di questa teoria alla determinazione delle loro proporzioni, della loro
struttura e costruzione generale.
Prima di spiegare le condizioni pratiche, a cui deve soddisfare un volante, e indi
spensabile accennare collArmengaud le circostanze, che le rendono necessarie. Queste

si possono ridurre a due principali: 1 Alla disparit di resistenza, che presenta uno
stesso lavoro in tempi successivi alla sua produzione; 2 Alla disparit degli sforzi,
che trasmette lalbero motore, sia direttamente dalla parte della forza motrice, se

condo il modo dimpiego, sia a causa dellineguale ripartizione dovuta al modo di


trasmissione tra il ricevitore diretto e gli organi comandati.

Calcolo della Corona. - Un volante, rappresentato teoricamente per mezzo del


suo anello, agisce in ragione della sua forza viva, cio del prodotto della sua massa,
o del suo peso, e del quadrato della sua velocit. Siccome poi tutta la massa in moto
nella medesima condizione, la resistenza, che il volante oppone a un cambiamento

di velocit, in ragione della grandezza di questo prodotto, che potrebbe condurre


a dare al volante unenergia pressoch innita, afne di ottenere una regolarit per

414
fetta, essendo che un volante non produce un aumento di forza, ma anzi ne assorbe
per mezzo dellattrito, che risulta dal fregamento dellalbero, che lo sopporta, sui due

cuscinetti. Ma, indipendentemente da questo, che pu essere gi un motivo di non esa


gerare le sue proporzioni, un volante, la cui inerzia sorpassasse di molto la potenza

del motore 0 della macchina motrice, alla quale viene applicato, potrebbe, fermandosi
repentinamente, sviluppare degli sforzi reativi molto superiori alla resistenza degli altri
pezzi della trasmissione, e cagionare degli accidenti gravi.

Bisogner perci regolare esattamente linerzia di un volante per rapporto alla po


tenza degli organi, coi quali si trova in rapporto, bench poi questa regolarizzazione

subisca delle modificazioni nelle applicazioni. Riassumendo potremo dire, che il cal
colo di un volante basato sugli elementi seguenti:

l Lintensit degli sforzi variabili, suscettibili nel loro sviluppo, di determinare


delle deviazioni di velocit;

2 La velocit circonferenziale della corona, che dipende essa stessa dal suo
diametro e dalla sua velocit di rotazione;

3 Un coefciente variabile in rapporto al grado di regolarit, che si vuole


ottenere.

Pormola per determinare il Peso della Corona. - Si determina il peso del


lanello o corona dei votanti applicati alle macchine a vapore per mezzo della formula
seguente:

Nn

P:K--mv,,

nella quale, P rappresenta il peso cercato in chilogrammi,

la potenza della macchina in cavalli a vapore di 75 chilo:


grammetri,

m
V

il numero dei giri dellalbero del volante per minuto,


la velocit circonferenziale della corona per secondi sopra

di un cerchio medio,
un coefciente, che varia col sistema delle macchine, ed il

cui valore proporzionale alle irregolarit del lavoro


suscettibile a portare delle variazioni nella velocit
del regime,
un coefciente egualmente variabile secondo i limiti, nei

11

quali si vuole mantenere le variazioni di velocit.

Per lapplicazione di questa formola la maggior difcolt sta nella scialle da farsi
per il valore dei coefcienti K ed 11: il primo dipende da ciascun caso particolare, e
non pu essere determinato che per mezzo dellanalisi matematica, e il secondo deve
essere fissato, secondo il grado di regolarit necessaria al lavoro del motore.

Daremo una tavola riportata dallArmengaud, che contiene un certo numero di


valori di K, determinato da altrettante macchine di differente sistema. In quanto al
coefciente 17, Watt adottava ordinariamente 32 per le sue macchine a bilanciere e a
bassa pressione, e ci vuol dire, ammettendo che la velocit di rotazione della mac

china non debba variare in pi od in meno di 1/32 della velocit

media, calco

lata sul numero dei giri totali in un minuto, in cui la macchina sia regolata.

__..i45.

415
m'v- .

TABELLA DEI COEFFICIENTI NUMERICI, CHE SERVONO A DETERMINARE IL PESO DEI VOLANTI
SECONDO IL SISTEMA DELLA MACCHINA E IL GRADO DELLA REGOLARIT.
_IJ_u

Indicazione delle Macchine a inlio Pressione con Espansione


'

Valore

con o senza condensatore.

DI

__

RAPPORTO DELLA LUNGHEZZA DELLA BIELLA

40

VALORE m h n
FACENDO 1; =
A [a
50

60

Macchine a Bilanciere ad un solo Cilindro


Macchine a tutta
pressione con o senza
condensatore.

Biella ; 6 volte la manovella

:: 5

Macchina a 5 aimosfere di pressione


con espansione.

i)

: 4

5830

Espansione a 1/3 della corsa

1/4

.>
1/5
11

La biella : 5 volte

la manovella.

Macchine ad alta

233200

201500

349800

7200 298000 360000


7620 304800 381000
7845 314800 392250

432000
457200
470700
486000

11

116

8100 324000

405000

1/8

8450 338000

422500 507000

S espansione 8. 1/2
5 atmosfere )

1/3
1/4
'
n
1/5

pressione con espansuone, ma senza condensnlore.

La biella

5225 209000 261250 313500


5530 221200 276500 331800

7080
8185
0220
10230

283200
368800
7400
409200

354000 424800
409250
491100
461000 553200
511500 613800
|

espansione a 1/2

5 volte

la manovella.

6975 279000

1/3

6 atmosfere

l [4

8015

1 [5

0095 387800

1/6

348750

418500

7050 310888 39100 477000


10650

356600

445750

534900

574700 582000

426000

552500

639000

5540 221600

277000

332400

6030 241200

301500

36le

Macchine a due Cilindri, ad Espansione e Condensazione


Pressione : 4,5 atmo- S
sfero.

Espansione 4,5 nel gran ci


lindro solo . .

Biella : 5 volte la ma-

Es ansione 7,5 cominciando

novella.

ai 2/3 del piccolo cilindro

Macchine Dlrettricl a un solo Cilindro


A tutta pressione, con o senza con
(16D88101'8 .

C0n biella :

A 5 atmosfere

I.

. | [5

espansone 9 I

5 volte la mano-

con conden- '

vella_

Balore

corsa.

' -lllb d. -

)espanswnea ,

e a

"Sa

7020 304800 381000 457200i

e a

'

9000 360600 450000 540000

A 6 atmosfere, espansione a 114. senza .


condensatore
. . . . . .
8600 344000
Macchine simili alla. A tutta pressione con o senza
condensatore . .
. .
precedente a doppia
A 5atm08fere espansionea 1/5
manovella ad angolo
retto.

Ega)x?eonden-

l/10

430000 516000
}

1545

61800

77250

90700 ;

1850

74000

92500 1100001

2155 86200 107750 129300

Macchine con al- / A tutta pressione con o senza conbere motore ripie- i
densatore
. .
. . . .

478

a 1/5 663

19120

23900

28880

go uguali_

770

31200

39000

46800

7440

297600

372000

446400

szeiaasiife: Acfl,fi s
.

satore

32150 39780

Macchine oscillanti ed alla Pressione


5 atmosfere a condensazione, espansione a 1/3 della corsa
6 atmosfere senza condensazwne, espansione a l/2

della corsa
]

7290 291600 364500 437400;

Macchine a semplice elleth (Biella 5 volte la Menovella)

A tutta pressione, con o senza condensazione

24390 975600 1219500 1463400;

416
Ma ordinariamente si fanno i volanti con maggior energia, e il coeiciente n
in media uguale a 40, e pi particolarmente quando si ha duopo duna grande

regolarit. Daremo un esempio dellapplicazione della formola del peso al primo caso.
Prendendo per esempio, che trattisi di determinare il peso dellanello del volante, che
deve essere montato sull'albero motore duna macchina a vapore stabilita nelle se

guenti condizioni: La potenza utile sullalbero del volante sia di 20 cavalli; la ve


locit dellalbero per minuto di 30 giri; la biella 5 volte la manovella, e la macchina
a direttrice o senza bilanciere, senza espansione e senza condensazione. Ammettendo

ancora come dati, che lanello, di cui si cerca il peso, possa avere sul circolo medio
un diametro D =4 metri, e che la regolarit esige, che si adotti 40 per coetliciente,
od a uguale a 40.

Si avr per velocit circonferenziale:

an _ 3,1416__x 4 x 30 :
V :

m. 6,2832.

To

'60

lntroducendo questo valore, coin altri dati, nella formola del peso, e prendendo nella
Tavola il prodotto Kn, che corrisponde a questo caso particolare, si trova:
N

20

P: K" W =

X W x

chthgramuu.

Per determinare da questo peso la sezione della corona, sapendo che la ghisa pesa in
media 7,200 chilogrammi il metro cubo, si stabilisce:

3777

amam = "i
ossia 417 centimetri quadrati.
Siccome si deve cercare di diminuire per quanto sar possibile la spessezza della
dimensione trasversale dellanello alline di ridurre il pi che si pu la resistenza
dellaria, si d alla sezione una forma allungata, che noi supporremo, per la facilit
del calcolo, un rettangolo, di cui il lato minore sia il terzo del maggiore. Quindi, chia
mando l il lato maggiore, si avr:

lx T- : 411; da cui: l: |/M't x3 = 35,3


La larghezza dellanello nel verso del raggio sar dunque di 353 millimetri; la
sua spessnza di 117,67, ossia H8.

2 Caso. Se le disposizioni e il sito permettono di dare al volante 5 metri di dia


metro, invece di 4 metri, siccome la velocit circonferenziale proporzionale al dia
metro, e, secondo la formula stessa, il peso della corona in rapporto inverso col
quadrato della velocit, si avr allora:
2

3111 x

= em chilogrammi.

Cos, in questo caso, cio per un metro di diametro in pi, si guadagna sul peso

della corona l360 chilogrammi, e si riduce nello stesso tempo la quantit del lavoro
assorbito dellattrito dell'asse. Questo principio resta vero tanto che lo pu estendere,

417
e che uno non si avvicina di troppo alla velocit circonferenziale, per mezzo della
quale la forza centrifuga acquista unenergia capace di superare la tenacit del me
tallo e cagionarne la rottura.
in pratica la velocit circonferenziale dei volanti supera raramente 15 a 20 cen
timetri.
3 Caso. In conformit di questo principio generale, noi possiamo ammettere il

volante di 4 metri, calettato su di un albero vicino allalbero motore, il quale riceve


il moto per mezzo di un imboccamento, animato da una velocit di 45 giri al minuto,

ogni 30 giri della manovella. A diametro uguale, la velocit circonferenziale dellanello


o corona proporzionale alla velocit di rotazione, e il peso, secondo la formola,
inversamente proporzionale a questa velocit. Il peso della corona calcolato superior
mente per 4 metri e 30 giri subir la modicazione seguente:

3111 x 3B x

30 '2__ ,

d a111 x

'30 a __

.
.
_- mo chilogrammi.

Questo esempio suppone unesagerazione di principio, onde varrebbe meglio diminuire

un poco il diametro del volante dandogli un peso corrispondente, od anche un po


maggiore, il che ci permetter di apprezzare i vantaggi, che ci offre un aumento di ve
locit circonferenziale, sia accrescendo-il diametro, sia per mezzo della velocit rela
tiva, quando sia possibile lapprottarne.
Per compiere quanto precede, e che fa vedere delle applicazioni della formula del
volante, osserveremo, che questa formola suscettibile di prendere unaltra forma, sotto

la quale essa pu essere utilmente impiegata. in questa formula gura la velocit ro


tativa m e la velocit circonferenziale V, che si deducono una dallaltra, se il diametro

del volante e conosciuto.


Infatti se trattasi di calcolare il peso dun volante per mezzo del diametro 0 della
circonferenza media dellanello, che prima si stabilito, dalla sua velocit rotativa m
si ha evidentemente per velocit V,
D x x m

"_"_"

" v' " _am*

per quadrato di questa velocit.


Sostituendo allora nella formoia del peso, a V\ il suo valore, e riducendo per rap
porto alle quantit numeriche invariabili, si avr:

p _ K" ne1nN o2 m'


Sotto questa forma la regola diviene applicabile al calcolo del peso di un volante, di
cui dato il diametro, senza prima fare il calcolo della sua velocit circonferenziale.
Riprenderemo come esempio il primo, che stato proposto superiormente, ma

adottando 5 metri per diametro medio dell'anello, come labbiamo ammesso nel se
condo caso.
I dati essendo, cosi come si veduto

N : 20 cavalli, m : 30 giri; Kn = 2?3600;

D :: 5 metri,

si trova, come qui sotto, per mezzo della farmela trasformata:

__.v
i.
mm) x o,o<mu 20
x 5*. ..x .s303

r: 941'! chilogrammi.

>x-ava,-mvtmr ? vrr 1'

418

TABELLA DELLE VELOCIT CIRCONFERENZIALI


DELLA CORONA DI UN VOLANTE PRESE LA MEDIA DEL DIAMETRO
E LA VELOCIT DI ROTAZIONE.

CORONA

Velocit per secondo, alla circonferenza media, per 10 velocit di relazione per
da 10 a 100 giri per minuto

Cmcosrsnsnu
M11
A
111

[1 1DEL
01 1 1 1

108 15g 206

255

308 356 100 450

metri metri metri

metri

metri metri

r.

00

558

600

metri

metri

metri

metri metri

metri metri'

3,11
3,10
3,11
1,00
1,10
1,11
3,03
3,31
3,00
3,01
0,10
0,01
1,31
0,11
0,00
0,13
10,11
11,00
11,10
11,30
13,30
11,11
11,01
13,11
10,10
11,13
10,01
10,03
10,01
10,11
11,11
11,00
11,10
13,30
11,33
13,13
13,01
10,11
11,10
11,10

3,01
1,03
1,10
1,11
3,13
3,10
11,01
0,13
0,00
0,00
1,33
3,00
0,30
0,33
10,10
11 ,00
11,01
11,03
13,13
11,00
13,30
10,10
11,11
10,33
10,11
10,13
11,00
11,00
11,01
13,03
11,11
13,03
10,30

1,11
3,10
3,03
0,11
0,00
1,00
1,31
0,01
11,10
3,03
0,11
10,30
11,31
11,10
13,10
11,13
13,31
10,11
11,03
10,03
10,03
11,10
11,30
13,30
11,11
13,01
11,10
13,11
10,10
30,01
31,01
31,00
31,11
33,31
30,31
31,10
30,10
10,00
11,11
11,11
13,00
11,11
13,03
11,13

708

808

!
metri

1,00
1,10
1,10
1,30
1,10
1,30
1,00
1,10
1,00
1,00

3,00

5 1,00

1,10
1,10
0,00
1,00
3,00
3,13
3,30
3,13
1,00

0,13
10,11
10,00
11,10
11,31
13,33
1,30 11,11
1,13
3,00
3,13
3,30
3,13 10,01
0,00
0,1:
0,30
0,13
1,00 11 ,00
1,13 11,11
13,30
11,33
8,00 13,11
13 11,01
10,10
11,10
10,10
10,00
10,01
30,03
31,11

0,31
0,30
0,03
0,011
0,13
0,10
0,33
0,30
0,01
0,00
1,03
1,13
1,10
1,30
1,11
1,31
1,10
1,33
1,00
1,00
1,13
1,30
1,10
1,01
1,13
1,00
3,01
3,11
3,11
3,10
3,33
3,01
3,00
3,03
1,00
1,10
1,31
1,13
1,30
1,11
1,01
1,00
11,11
3,11

0,10 1,03
0,00 1,13
0,01 1,16
1,01 1,36
1,10 1,10
1,11. 1,57
1,13 1,08
1,33 1,18
1,11 1,80
1,10 1,08
1,31 2,00
1,11 2,30
1,00 1,51
1,01 2,71
2,93
3,11
3,10

1,36
1,11
1,57
1,70
1,83
1,08
2,09
9,22
2,33
2,10
9,01

3,10

1,33
1,33
1,13 3,01 1,33
1,01 11,08
3,11 1,19
331 1,15
3,33 1,71
3,13 1 ,97
3,01 5,21
1,11 5,50
1,31 5,70
1,31 0,02
1,11 0,18
1,00 0,55
3,10 6,80
3,30 1,07
3,30 1,33
3,00 7,50
3,30 1,85
0,011 8,12
0,111 8,38
0,11 8,01
0,01 8,80 11,11
0,01 9,16
1,01 9,13 11,10
1,10 9,60 11,11
1,10 9,05 11,13
1,00 10,211 11,10
1,03 10,11 13,00

1,31
1,13
1,01
1,01
1,10

1,33
1,31
1,01
1,03
1,00
3,11
3,13
3,11
1.011
1,10
1,11
3,10
3,30
3,00
0,10
0,00
1,01
1,10
1,03
0,11
0,01
0,03
0,11
0,01
10,11
10,00
11,00
11,30
11,10
11,11
11,31
11,00
13,33
13,11
11,11
11,33
11,01
13,31
13,11

1,33
1,01
1,10
1,30
1,30
1,13
1,03
3,11
3,30
3,13
3,00
1,03
1,10
1,10
3,13
3,30
3,03
0,11
0,01
1,33
1,10
0,11
0,10
0,10
0,01
10,00
10,31
11,00
11,13
11,01
11,31
11,01
13,10
13,11
11,10
11,00
13,11
13,30
10,03
10,03
11,11
11,01
10,33

metri metri

1,00

1,33

1,30
1,31
1,11
1,03
3,11
3,33
3,30
3,11
3,00
1,10
1,01
3,03
3,10
3,00
0 10
0,01
1,33
1,03
0,30
11,00
0,11
0,03
10,11
10,00
11,31
11,01
11,31
13,00
13,01
11,13
11,00
13,10
13,11
10,13
10,13
11,10
11,00
10,33
10,03
10,31
10,00
10,11
10,03

2,50

1,01
3,00
3,30
3,33
3,11
1,00
1,11
1,11
1,11
3,10
3,03
0,13
0,33
1,00
1,03
0,11
0,00
0,11
10,01
10,00
11,10
11,10
11,31
11,00
13,33
11,13
11,13
13,31
13,00
10,10
11,03
11,01
10,10
10,03
10,11
10,03
10,01
11,11
21,80

11 1 30
11,01

1,01
1,00
3,11
3,10
3,00
3,11
1,10
1,13
1,11
1,01
3,13
3,10
0,10
0,01
1,33
1,03
0,31
0,10
0,01
10,11
11,13
11,10
11,13
13,00
13,11
11,10
13,03
13,11
10,30
11,01
11,01
10,33
10,00
10,03
10,10
10,01
11,00
11,13
11,01
13,30
11,11
11,01
13,33

1,00
3,11
3,13
3,11
1,03
1,31
1,01
1,00
3,10
3,10
3,10
0,31
0,01
1,10
0,01
0,03
0,31
10,00
10,00
11,33
11,13
11,00
13,00
11,10
13,11
13,01
10,30
11,10
10,00
10,11
10,13
10,11
10,00
11,00

1,10
1,01
3,01
3,13
3,00
3,10
0,10
1,11
1,31
1,00
0,30
0,11
10,00
10,00
11,13
11,31
13,01
11,00
13,11
10,10
11,01
10,03
10,00
10,01
11 ,00
13,01
11,00
13,11
10,13
11,13
10,11
10,33
30,30
31,11
31,13
33,31
30,11 31,30
33,01
30,00
31,10
30,13
30,30
10,33
11,01

3,11
3,10
0,10
0,01 V
1,33
1,03
0,30
11,00
9,13 ,

0,03 '
10,11
11,31
11,31
13,01
11,00 4
13,11 ,
11,01
10,33
10,01

10,03
11,10 ;
13,30 j

11,01 ;
10,10
11,10
10,00
30,11
31,11
31,13
31,01
33,33
30,00
1,01
30,11
10,58

11,00
13,10
11 01
13,01
11,13 ,
10,11
10,13
31,00
31,31

419
TABELLA 0110 SERVE A DETERMINARE LA SEZIONE DELLA CORONA DI UN VOLANTE IN GHISA.
79:

__,__

,, i,

,_

L,V_____

SEZIONE DELLA CORONA 111 DECIMETRI QUADRATI PER PESI DI :

51

: 1;:

750

800

850

2 kilog. kilog. kilog, kilog. klog. kilog kilog. kilug. kilog, kilog. kilog. kilog. kilog.

100

kilog.

klog.

kilog.

11,00 0,112 0,000 0,001 1,105 1,020 1,511 1,100 1,000 2,210 2,101 2,052 2,010
1,10 0,102 0,002 0,001 1,001 1,200 1,100 1,001 1,000 2,000 2,210 2,111 2,012
11.20 0,368 0,552 0,100 0,021 1,105 1,200 1,110 1,051 1,012 2,020 2,110 2,001

0,001
2,010
2.5'18

0,015
0,011
2.763

0,500
0,215
2,011

0,151
0,110
0,101

,1,.10
1,10
1,50
1,00
1,10
1,110
1,110
2,00

0,010
0,515
0,201
0,210
0,200
0,215
0,202
0,221

900

150

0,510
0,115
0,112
0,111
0,000
0,000
0,010
0,001

200

250

300

350

400

450

500

550

000

550

700

0,000
0,001
0,500
0,552
0,520
0,101
0,105
0,112

0,050
0,100
0,100
0,000
0,050
0,011
0,501
0,552

1,020
0,011
0,001
0,022
0,100
0,100
0,000
0,000

1,100
1,105
1,001
0,001
0,010
0,000
0,011
0,110

1.300
1,202
1,110
1,105
1,010
0,002
0,000
0,001

1.530
1,110
1,020
1,210
1,110
1,105
1,011
0,001

1,100
1,520
1,110
1,001
1,000
1,220
1,100
1,105

1,810
1,150
1,021
1,520
1,100
1,050
1,210
1,215

2,010
1,001
1,100
1,051
1,500
1,110
1,000
1,020

2.210
2,012
1,015
1,106
1.000
1,500
1,512
1,100

91380
2,210
2,002
1,031
1,020
1,120
1,020
1,511

2550
2,001
2,210
2,012
1,050
1,012
1,115
1,051

U 390
2,525 2,100
2,050 2,505
2,210 2,318
2.000 2,210
1,001 2,001
1,001 1,011
1,100 1,010

7000 7 7700

7200

7300

7400

7500

7500

7700

7800

7900

2000

2700

2200

2300

k|0g kOSKUE- kilog. kilog. kilog. klog. kilog. kil(1g. kilog. kilog. kilog. kilog. kilog. kilog.

2400
klog.

2,00 1,000 2,110 2,101 2,052 2,010 2,005 0,015 0,501 0,150 0,010 1,200 1,121
2,25 1,100 1,001 2,101 2,051 2,551 2,150 2,011 0,110 0,010 0,500 0,100 0,020

1,012
1,120

1,000
1.322

5,001
1.519

5,201
J

2,50

1,501

1,101

1,010

2,111

2,201

2,110

2,010

2,221

2,000

0,115

0,052

0,528

0,105

3,881

1.058

4.131

2,15
0,00
3,221
0,50
0,15
1,00

1,110
1,020
1,221
1,100
1,001
0,001

1,001
1,110
1,000
1,200
1,110
1,105

1,100 1,020
1,020 1,100
1,100 1,002
1,000H,515
1,20071,111
1,21511,020

2,000
1,015
1,100
1,012
1,502
1,100

2,250
2,000
1,001
1,100
1,050
1,511

2,111
2,210
2,010
1,001
1,100
1,011

2,512
2,051
2,110
2,021
1,000
1,100

2,102
2,505
2,012
2,111
2,001
1,010

2,000
2,052
2,110
2,210
2,122
1,000

0,051
2,100
2,501
2,000
2,200
2,000

0,215
2,011
2,120
2,520
2,051
2,210

5,010
0,001
2,050
2,052
2,115
2,021

0,500
3,211
2,002
2,110
2,500
2,101

0,001
3,3811
0,120
2,005
2,111
2,512

0,850
0.530
0,201
0,001
2,020
2,052

2500

2750

0000

3500

3750

4000

4250

4500

4750

5000

5250

5500

3250

klng. kilng. kilog. kilog. kilog. klng. klng. klog. kilog. kllog. kilog. kilog. kilog.

'100
13;,
4,50
175
5.0,,
535
5,50
5,15
11,00

2,100
2,001
2,150
2,020
2,212
2,105
2,000
1,022
1,012

0,0000,010
2,001 0,122
2,101 2,011
2,550 2,102
2,100 2,051
2,015 2,520
2,210 2,111
2,111 2,001
2,020 2,210

1,001
1,001
1,120
1,101
0,001
0,100
0,011
0,150
0,010

5,250
1,010
1,000
1,120
1,200
1.000
0,010
0,052
0,500

7500

6000

5250

kilog.

kilog.

0,502
0,002
0,100
0,021
2,015
2,100
2,012
2,100
2,005

0,002
0,012
0,100
0,251
0,000
2,011
2,010
2,001
2,510

1,115
0,002
0,001
5,100
0,010
0,150
5,011
2,000
2,100

1,111 1,080
1,100 1,120
0,020 1,115
0,122 11,055
0,510 0,100
0,000,0,510
0,215 0,110
0,015 0,200
2,011 0,101

8000

3500

9000

9500 0,000 11,000 12,000 73,000 74,000 15,000 15,000 77,000

6500 7000

5,520
5,200
1,012
1,050
1,121
1,210
1,020
0,011
0,001

5750
kilog.

5,002 0,010 0,055 0,001 0,002


5,120 5,000 0,210 0,w0
5,151 5,100 5,012 5,001 0,110
1,005 5,110 5,050 5,500 5,015
1,015 1,000 5,088 5,010 5,500
1,121 1,001 1,012 5,502 5,202
1,220 1,121 1,022 1,520 5,021
1,000 1,220 1,121 1,010 1,005
0,000 1,052 1,201 1,121 1,005

78,000'

kilog. kilug. kllog. klng kilog. kilog. k1lug. kilog. kilug. kilog. kilog. kllug. kilog.

k1log.

kilng.

kilog.

6,85

i,598

{1,957

5,305

5,659

0,072

3,306

6,720

7,073

7,781

8,488

9,5%

9,903

77,318

12,025

72,732

11,50
0,15
1,00
1,50
0,00
10,50

1,121
1,251
1,105
0,001
0,502
0,000

1,151
1,505
1,121
1,120
3,868
0,011

5,101
1,012
1,100
1,121
1,115
0,001

5,111
5,210
5,052
1,110
1,121
1,101

5,101
5,501
5,002
5,010
1,001
1,121

0,121
5,005
5,001
5,005
1,010
1,001

0,101
0,222
5,000
5,000
5,250
1,011

0,001 1,102
0,550 1,205
0,010 0,011
5,005 0,101
5,5210,010
5,201 5,121

2,102
1,000
1,510
1,010
0,011
11,211

0,012
0,515
0,210
1,000
1,101
0,101

0,522 10,202 10,002 11,502 12,210


0,100 0,821 10,100 11,101 11,100
0,012 0,110 10,105 10,100 11,000 ;
0,252 0,012 0,101 10,021 10,010
1,100 0,200 0,012 0,001 0,011
1,201 1,002 0,021 0,012 0,002 1

9,00

3,793

3,038

3,081

3,930

0,175

5,021

0,656

6,912

77,003

5,895

6,386

6,878

7,3178

7,855!

8,351

3,801 ,

,50

3,025

3,257

3,090

3,73

3,955

l,188

4,021

1,655

5,179

5,585

15,0M

6,515

(7,980

7,546

7,911

8,376

1[0,00

2,87

3,0931

3,316

3,577

3,759

3,979

0,200

6,il

4,963

i,303

5,767

0,189

6,031

7,07l

7,576

7,059

10,610

420
Completeremo la costruzione dei volanti proponendo un caso speciale, che sar
quello del disegno della Tav. Li, Fig. 1 e 2, per applicarvi tutte le regole esposte.

Sia da costrurre un volante da applicarsi ad una macchina a vapore, che trasmette al


l'albero che porta il volante una forza di 20 cavalli, con una velocit per minuto di 50 giri.
La corsa della stantuffo a vapore di metri 0,90. L'espansione uguale ai 4/5 della
corsa. La biella uguale 5 volte la mattarello. Moto diretto o senza bilanciere e condensazione.
Ammettendo, di pi, che per la regolarit richiesta sia necessario limpiego del coef
ciente n : 50.

La ricerca delle dimensioni di un volante si divide in varie operazioni principali,


che si possono riassumere cosi: 1 Determinazione del diametro D e della sua velocit
circonferenziale, che sono dipendenti una dallaltro, quando la velocit rotativa o ango
lare data; 2 Determinazione del prodotto, PV', che si deduce dalla potenza del mo
tore, dal suo sistema, dalla sua velocit di rotazione e dal grado di regolarit, che si

vuole ottenere, indipendentemente dal diametro del volante, e dalla sua velocit circonfe
renziale; 3 Determinazione della sezione della corona, per mezzo del peso e del diametro.
Determinazione del Diametro. - Il diametro di un volante teoricamente arbitrario;

ma conviene cercare quello, che saccorda meglio col sito, che deve occupare la mac
china, facendolo del peso minore senza estendere di troppo i limiti della velocit 0
della forza centrifuga.

Per lo passato la regolarizzazione delle macchine a vapore era pi uniforme; at


tualmente si considera a priori il diametro del volante, facendolo uguale o a 3 volte e
mezzo la corsa delle stantuffo, per le macchine a bassa pressione ed a bilanciere, o a
4 o 4,5 volte per le macchine ad alta pressione ad un solo cilindro. Oggi che le mac

chine a bassa pressione sono quasi senza applicazioni, si adottano delle velocit molto
differenti; non si pu quindi stabilire una regola fissa per determinare il diametro del

volante. Nulladimeno prendendo i numeri stabiliti superiormente come punti di par


tenza, si pu cercare fino a qual punto uno se ne pu allontanare, e se necessario
di farlo a seconda dei casi proposti. Consultando la pratica, osservasi che le velocit
circonferenziali sono differenti, ma restano mantenute nei limiti di 6 a 12 metri per
secondo, eccetto che pei volanti duna considerevole energia, che condurrebhero a dei
pesi, che sorpassano le buone condizioni della pratica. Morin consiglia di non sor
passare in tutti i casi 25 a 30 metri per 1", velocit, a cui si giunge raramente.

Determinazione del Peso dall'espressione PV. - Dopo aver trovato il prodotto PV,
per una macchina, della quale non si pu fissare prima il diametro, n la velocit

del volante, la prima ricerca consiste in dividere questo prodotto PV in due fattori,
attribuendo loro il peso e la velocit dei valori convenienti. Siccome luno o laltro di
questi valori non sono assoluti, il metodo pi semplice consiste nel dare al raggio

del volante un rapporto con quello della manovella, come se il rapporto fra loro fosse
da 5: 1, per le macchine semplici ad un sol cilindro.
Per le macchine a doppia azione di uno stesso albero a manovella fermato ad
angolo retto dalle zanche di un albero ripiegato, siccome la forza viva del volante

ridotta circa al quarto, il diametro pu sopportare una parte della diminuzione, e si


pu quindi adottare il rapporto 3,5 :1 solamente. Nelle condizioni proposte pelyolante
della Fig.1 il coefciente K essendo uguale, secondo i dati della Tabella della pa
gina 415, a 7620, e avendo ammesso, che 11:50, si trova per PV:

PV = 7620 X 50 X 22 :: 152400.
Se si adotta, che la velocit circonferenziale sia uguale a 10 metri per 1", il peso del
.
. Ma il.
lanello o corona e uguale, secondo questi. dat1,. a >152400
100 a = 1524 chilogrammi.
diametro di questo anello ugualmente determinato, poich si deduce naturalmente
dalle velocit rotative e circonferenziali. E sar effettivamente:
10' x 60"

421
Soltanto il peso relativamente piccolo, e il diametro un po grande, ci che fa che si
pu adottare 3,50 per diametro definitivo dellanello o corona, e dunque le condizioni
si trovano cos modificate:

.\"

- 'PQ 534416 >,<_52 _

9'",165.

60
) i

20chilogr.

I .-- 7620 X 50

_ '

__ 1815 chilogrammi.

Sezione della Corona dedotta dal peso e dal diametro. - Si gi dato un esempio di
questa operazione a pag. 416, che rammentcremo qui per farne unapplicazione al
volante della Fig. 1, essendo lanello di sezione rettangolare. Riducendo le dimen

sioni lineari ad avere per unit il decimetro, affine di uniformarci all'unit di peso
della ghisa, di cui la densit e in media di chilogrammi 7,2 per decimetro cubo, si
avr per la sezione cercata:
1815c11110g1.

S : esx 3,1416 x7chosf.,2

: 2dq,20.

Per costituire questa sezione, le daremo la forma di un rettangolo avente i suoi lati

nel rapporto di 1 a 2; la spessezza della corona deve essere di 107 millimetri, e la


larghezza nel verso del raggio di 214 millimetri. Ma in ragione di quello, che deve ag
giungersi come cordone o toro pel raccordamento delle razze, noi adottiamo 100 e 200
per la spessezza e la larghezza primitiva della corona. S'incomincia dal tracciarei
circoli interni ed esterni della corona, portando la met della sua larghezza al di fuori

e al di dentro della circonferenza, il cui diametro uguale a metri 3,50. Quindi


dopo avere leggermente sagomato il campo esteriore della corona, come indica la

Fig. 1, le si aggiungono quattro cordoni a di pi delloggetto, ma che facilitano il


raccordamento delle razze, e possono essere retti o curvi. Poi conservando interior

mente dei gusci b, bisogna aggiungervi un toro semielittico c pel raccordamento delle
razze. il cordone ti permette di conservare alla corona tutta la sua spessezza per di
sporre poi a piacimento tutte le altre parti. Le razze in numero di sei hanno una
sezione elittica, e si raccordano colla corona mediante gusci ad archi di circolo con
un gran raggio, onde cogli angoli accrescerne la solidit specialmente nel getto della
ghisa. In tutta la lunghezza delle razze i due assi della sezione sono doppii uno del

laltro. Vicino alla corona, lasse maggiore ha metri 0,06 di larghezza di questultima;
la larghezza delle razze aumenta verso il centro, e laccrescimento determinato trac
ciando i due lati con uninclinazione di 17 millimetri per metro circa per rapporto
allasse geometrico, e cercando le dimensioni, che risultano dalla radice delle razze,
che si raccordano col mozzo.
Il mozzo si compone di un nocciolo cilindrico, come si disse a pag. 409, contornato

da un semitoro per il raccordamento delle razze. Afnch il volante sia perfettamente con
nesso da un grosso guscio e collalbero, e si ottenga una resistenza sufciente, bisogna

dare al nocciolo un diametro almeno il doppio di quello dellalbero in questo punto;


ossia di 340 millimetri, ed altrettanto di portata. Ma in tutte le guise si migliora molto
questa costruzione guernendo il mozzo di cerchi in ferro d, messi a caldo, fissi nel
lorigine del guscio. Questi sono unottima sicurt, particolarmente se si prende in con
siderazione la chiusura operata colle chiavette e gli sforzi enormi, che questa dal volante
pu essere chiamata a sopportare in certe circostanze. Altino di meglio legare il mezzo

con le braccia e ripartire progressivamente la massa della materia, ciascun braccio e


accompagnato, sulle sue due l'accie, da una nervature e, la cui origine corrisponde al
guscio del mozzo, e va perdendosi verso la met della lunghezza delle razze. Bisogna
per non prolungare le nervature fino nella parte ove la velocit molto grande, che

per la resistenza dellaria diviene nociva al buon mutamento del volante.

422
Il volante viene fermato sullalbero per mezzo duna chiavetta ssa per tutta la
lunghezza del mozzo, e di due altre minori poste ciascuna circa al terzo della circon
ferenza corrispondente alle razze. Il mezzo vuoto interiormente: questo sistema
usato da molti costruttori per diminuire il lavoro d'aggiustamento sullalbero. Ma con
buone macchine utensili si pu evitare questa cavit, e tenere lapertura del mozzo
perfettamente cilindrica, in guisa che dalle chiavette si pu far abbracciare tutta la
lunghezza del mozzo.

Facciamo osservare al lettore, che tutte le proporzioni ammesse in questo esempio,


tanto nelle forme generali quanto nei particolari, non hanno niente di assoluto; ma
nel loro insieme sono in accordo colle migliori condizioni della pratica. pratica ge
nerale, che per gettare un volante in ghisa in un sol pezzo, si usa tagliarne nella forma
la corona in uno o due punti, affinch nel restringimento di essa, che pi tardivo
di quello delle razze a causa della massa maggiore, queste non se ne distacchino. La
soluzione di continuit che ne risulta, e che si pu estendere almeno a due centimetri
di larghezza, poi chiusa per mezzo duna fusione parziale di metallo facilmente fon
dibile, o per una lastra in ghisa ben adattata, e ssata in guisa che le due partijnon
si possano pi disunire o variare di posto.
Alcuni costruttori preferiscono di lasciare la corona intatta, e tagliare in tre punti
il mozzo come in f della Fig. I, Tav. LI.

Bisogna anche aver cura di equilibrare le parti fuori del centro, che lalbero
suscettibile di ricevere, come ad esempio la manovella. A tal lino si pratica una cavit
nella corona in un punto conveniente, che si riempie poi di piombo. Noi descriveremo
una disposizione, per mezzo della quale lo stesso risultato ottenuto facendo questa
cavit senza riempierla, nel lato dove il peso distrugge lequilibrio. Il peso totale di
questo volante e di circa 2755 chilogrammi, diviso nella maniera seguente:

Peso della corona dopo laddizione dei cordoni e


del toro interiore
Peso delle 6 razze .

.
.

Peso della massa del mezzo

.
.

.
.

.
.

.
.

chilogr.

1980
506,250

268,875

Totale chilogrammi 2755,12?)


Esso supera il peso calcolato, che stato attribuito esclusivamente alla corona:
per conseguenza linfluenza regolatrice delle braccia e debole, e sar nulla, se si

aggiunge ancora chessa diminuita per la resistenza dell'aria: gli perci che si
indotti a fare questa sezione sottile o arrotondata.
Azione della Forza centrifuga sui Volanti. - Quando un corpo pesante eseguisce un
moto di rotazione pi o meno veloce attorno ad un centro sso, questo moto d ori
gine ad una forza, che tende ad allontanare da quel centro le molecole di esso
corpo, e chiamasi forza centrifuga (pag. 37). Nessuna parte nelle macchine e pi diret
tamente sottomessa a questa forza che il volante, che sotto la sua inuenza tende a
separarsene in parte.
Lanello o corona dun volante, che supporremo di un sol pezzo, tende a rompersi,
sotto lazione della forza centrifuga, in due parti e secondo un piano passante per
lasse di rotazione; la resistenza opposta a questo sforzo evidentemente quella del
metallo dellanello alla rottura per estensione, e sul doppio della sua sezione trasver
sale, non tenendo punto conto delle razze.

Si dimostrato nei principii di meccanica (pag. 38), che la forza centrifuga ha per
i

espressione F :: %-, nella quale formola P rappresenta il peso del mobile in chilo
grammi, V la velocit circolare in metri per minuto secondo o I", r il raggio del
circolo, che descrive, g laccelerazione dovuta alla gravit uguale a 0,8l, aggiungendo

in seguito, che il circolo descritto con un raggio 1' preso dal centro di gravit di
rotazione al centro di gravit del mobile. Nellesame del mobile considereremo un semi
anello, essendoch linsieme tende a separarsi in due segmenti; bisogna dunque cer
carne il centro di gravit, al quale si deve riferire la relazione precedente.

423
La corona di un volante e sempre assai ristretta, comparativamente al suo dia
metro, aflnch uno possa, senza errore notabile, immaginare tutto il suo peso con
centrato sul suo circolo medio, cio supporre, che tutti i centri di gravit dei se
gmenti elementari, di cui formato, siano posti su di questo circolo. Ci stabilito,

rimane a determinare la posizione del centro di gravit risultante, ossia in complesso


il centro di gravit, duna semicirconferenza. Ora il centro di gravit duna semicir
conferenza sappiamo che posto sul raggio perpendicolare al diametro e a una di
stanza a: dal centro: onde dalla relazione seguente si avr il valore ;c :
Da questa espressione si ottiene la velocit circonferenziale dellanello V sul suo
circolo medio, il cui raggio 1; la velocit circonferenziale del centro di gravit sar:
\

v?.:LY: V
[9

111

11 '

Se ora si viene all'espressione della forza centrifuga rapportata al centro di gravit,


adottando questa velocit e il raggio m, al quale essa corrisponde, e chiamando l il
peso del semi-anello, viene
P
(2V> ,
c I - x
'- {L
\ '
'
!l

il\
e r
gita"

Sostituendo a: col suo valore trovato pi sopra, si ottiene denitivamente:

,_ erv
n:

'

1:

grrr'

Tale in breve lespressione della forza centrifuga sviluppata nella met dun anello
di un volante, di cui il raggio 1, e la velocit circonferenziale V. Sar facile de
durre la relazione tra questa forza e la resistenza dellanello, che ha per base, come

abbiamo detto, il doppio della sezione trasversale. Se noi chiamiamo S questa sezione
in centimetri quadrati, e T la resistenza del metallo alla trazione per unit di su
percie, si avr ugualmente lo sforzo alla resistenza:

-_"_V ; _> 81.


gnr

La corona essendo in ghisa, la cui densit di 7200 chilogrammi per metro cubo, si
avr cosi il peso della met dell'anello:
l : 7200 x THS.

Supportend0 poi, che il metallo non sia sottomesso ad uno sforzo di trazione mag
giore di 200 chilogrammi per centimetro quadrato, il che corrisponde a T 2 2000000 chi
logrammi, e che si faccia gurare questa quantit numerica nell'equazione della resi
stenza, si ottiene una nuova relazione, nella quale si ha il valore della velocit

circonferenziale, che non deve essere sorpassata, come altres non dev'essere sorpas
sato il coefciente di resistenza attribuito al metallo. Ne diamo qui il calcolo:
2 x 7200
_ x anVf
9,81 x f

_ z >< eoooooo,
..g

144 x V.

9,8,

=40000,'

l24
e risolvendo il problema per rapporto a V, si viene ad avere:

40000><0,81 _- , 5| m ,19
v_l/_m_

per minuto secondo. Di modo che si osserva, questa velocit essere almeno il qua

druplo di pi della maggiore, che sincontra nella pratica, salvo certi rari casi, ove
la velocit del volante arriva no a 20 o 25 metri per secondo. Per tali velocit per
non si sia solo alla resistenza del metallo, ma si muniscono per sicurezza i volanti
di apposite armature.

ARTICOLO XXIV.

Delle Tinte naturali e convenzionali


dei varii Materiali, di cui sono composte le Macchine.

TA\'. Llll

249. Nella pratica, e specialmente nelle grandi ofcine, i disegni, che


si dnno d'ordinario agli operai e in special modo quelli degli organi ed

altre parti delle macchine, si fanno semplicemente lineari, e talvolta, per


farne intendere pi prontamente le forme, a leggero tratteggio, indicando

le varie specie di materiali con linee a tinte 0 colori convenzionali oppure


naturali.
Colori. - I colori usati nel disegno delle macchine propriamente si potrebbero
solo ridurre a tre, i quali si dicono colori principali, perch servono a formare tutti
gli altri, e sono il maso (carmino), il giallo (gomma gutta) e lazzurro (azzurro di

Prussia). Nulladimeno per maggior comodit. del disegnatore ndoperasi la. tinta neu
tra (I), la seppia naturale, la terra di Siena. il verde vegetale chiamati colori traspa
renti, perch lasciano travedere la traccia delle linee, che trovansi sotto di essi, afne
di distinguerli dai colori opachi o a corpo, che sono quelli risultanti da calcinazioni o

da ossidi metallici. i quali non coloriscono se non lasciando una patina di una certa
spessezza sulloggetto o gura a colorirsi, onde non si possono scorgere le linee del
disegno, che stanno sotto, come la biacca. il mtm'o, ecc. Siccome poi i primi colo
riscono lacqua, in cui si sciolgono, i disegni coloriti con questa diconsi coloriti

allaequarella.

Tinte Naturali. - Si adoperano quando gli organi e le macchine sono rappresentati


nella loro forma naturale, e con tutte le variet dei colori, che hanno in natura i di
versi materiali, di cui sono costrutti.

Tinte Convenzionali. - Talvolta invece dei colori. che imitano quelli dei mate
riali, si danno altri colori stabiliti preventivamente per rappresentare questa o quella
materia, indicando la materia rappresentata in un angolo del disegno. Si dicono co

lori convenzionali. Altre volte le tinte convenzionali si approssimano alle naturali,


di cui offriamo le principali composizioni (2).

Mattoni ordinarii: tinta rossastra composta di carmine e gomma gutta.


(l) La quale si olliene pure mescolando inchioalro di China, camino e azzurro di Prussia. Vedi il nostro
Trattato di Disegno Topograco, Parte seconda: Disegno colorito o all'acquarello. che di! pi compiuto di quanti
si conoscono di questo genere. Torino presso l'autore, ed l prlncipali librai d'Italia, -IS2.
(2) Non occorre ripetere che negli edilicl usasi dl colorire in russo. (camino) le parti di essi in progetto.
in color nero (inchiostro di China) le opere eseguite, in color giallo (gomnn galla) le opere da demollrsi. Vedi
il uoslrn Manuale di Disegno Geomrtrico,

425
Mattoni Apiri o Refrattarii: tinta rossastra pallida composta di gomma gutta e
carmine.

TAV. Llll

Pietra da Taglio: tinta grigio verdastra composta dinchiostro di China e indaco.


Ferro: tinta di azzurro di Prussia pallida alterata molto leggermente con inchie

stre di China e.parmino.

'

Ghisa o Ferro fuso tinla azzurro scura composta come la precedente, nella quale
domina linchiostro di China e il rosso (tinta neutra).
Acciaio: tinta azzurro ressastra, composta come per il ferro, ma nella quale do

mina di pi il rosso.
Stagno: tinta azzurra molto chiara e leggera, composta dazzurro di Prussia.
Cuoio: tinta rosse scura, composta di gomma gotta, carmine e inchiostro di China
Legno: tinta gialla ressastra, composta di gomma gutta, inchiostro di China e

carmine combinato in varie proporzioni a seconda delle varie qualit di disegno da


rappresentare.
Rame: tinta ressastra, composta di carmine e gomma gutta.
Bronzo: tinta gialle scura, composta di gomma gotta, carmine e inchiostro

di China.
Ottone: tinta gialla fermata di gomma gutta.

Descrizione della Tavola LI". - In questa Tavola abbiamo riunite alcuni oggetti
o parti di essi, che nelle macchine susane fare nelle varie materie indicate. Ogni
oggetto prima preparate con tinta neutra, indi colorito cella tinta naturale, afnch
il principiante potesse comprendere meglio il colore della tinta, e questa non gli si
presentasse alterata dalla tinta neutra; accanto ad ogni oggetto si posto le spaccato
del medesimo in tinta naturale.

Composizione delle Tinte Naturali. - Ferro. - Pel ferro si rappresentata la

Fig. I e 2.

testa d'una biella, Fig. l, avente la sezione rettangolare, che poi colle smnsso degli

spigoli si cambia in una sezione ottangelare, e nalmente in cilindrica. La Fig. 2,ne


rappresenta la sezione. Preparate il rilievo delloggetto colla tinta neutra, si con
tinuer a celerire con una tinta azzurrastra composta con azzurro di Prussia e car
mine, ed in certi casi con un pe'dinchiestro di China. Sarebbe difcile stabilire

in quali proporzioni questi colori debbano entrare nella composizione, luno per rap
porto allaltro, a causa specialmente della piccola quantit, con cui uno opera. Labita
dine del colorire e il cercare dimitare i modelli, che proponiamo, potr solo condurre

ad ottimi risultati. Faremo notare che si procurer, che lazzurro domini sempre sul
rosso e sullinchiestre di China.
Acciaio. - Per lacciaio si rappresentato lestremit di una biella circolare

liL'. 3 e 4.

avente al di sopra la sezione ottagonale sormontata da un dente rettangolare, Fig. 3.


La Fig. 4 rappresenta lo spaccato della medesima. Lacciaio, dopo averlo preparate leg
germente colla tinta neutra, si colorir con una tinta quasi simile a quella del ferro,
ma pi rossastra, senza inchiostro di China.

Rame. - Per il rame si scielte un corpo di tromba aspirante comune, detta dei

Fig. 5 e 6

fontanieri, Fig. 5. La Fig. 6 una parte del relativo spaccato. Dopo aver preparato

alquanto con la tinta neutra leffetto del rilievo, si seguiter a colerire gli oggetti in
rame con una tinta fermata col miscuglio di carmine, inchiostro di China e una de
bole quantit di gomma gotta, e preferibilmente di terra di Siena bruciata; facendo

per sempredominare sopra ogni altro colore il carmine.


Ottone. -- Per lottone abbiamo rappresentatola penetrazione di due tubi, i cui assi
sono perpendicolari in una sfera, Fig. 7, ed il rispettivo spaccato, Fig. 8. Dopo aver

Fig. 7 e 8.

preparato lelietto della gura con una leggerissima tinta neutra, si colorir con una
altra formata con gomma gutta e un po di carmine.
'
Bronzo. - Per il bronzo abbiamo scelto e rappresentato il compressore di una
scatola a stoppa, Fig. 9, ed il relativo spaccato, Fig.10. Dopo averlo delineate e pre
parato con tinta neutra, si passer a celerirlo con una tinta composta di giallo gomma

gotta, carmine ed inchiostro di China, facendo dominare or luno or laltro secondo


i metalli dominanti nella lega del bronzo. Alcuni usano mettere una Icggiera tinta di
54

Fig. 0 e IO.

426
TAV. Llll

cinabro (vermigliene) invece del carmine, e che in verit rimane pi brillante; ma la


tinta fatta col primo rimane facilmente macchiata, essendo il cinabro un colore opaco.

Fig. n c 12.

Ghisa o Ferraccio. - Per la ghisa e ferraccio abbiamo rappresentato la base duna


colonna, Fig. 11, ed il relativo spaccato, Fig. 12. Il colore della ghisa si compone
come quelle del ferro, facendo dominare maggiormente in confronto alla tinta del

ferro il rosso e linchiostro di China. Ma pi spediente adoperare la tinta neutra,


passandovi sopra una leggiera velatura di terra di Siena, specialmente nei riessi.
Fig. 15 e H.

Cuoio o Gomma elastica. - Pel cuoio e gomma elastica, che sovente viene impie
gato nelle macchine per tubi, cingoli, coreggie e guerniture di stantuf, abbiamo
disegnate nella Fig. 13 lunione di due tubi, i quali portano alle loro estremit due

collaretti, che si uniscono per mezzo di ribaditi ovvero con viti di pressione; il rela
tivo spaccato n la Fig. 14. La tinta brune scura con inchiostro di China, gemma

gatta e carmine. Si potrebbe pure usare un miscuglio di seppia e carmine.


Fig. 1:;

Legno. - Per rappresentare il legno abbiamo dato un pezzo di cornice unito al


lestremit di due tavole, Fig. 15, nel quale si pu vedere il legno lavorato esterna
mente, il legno tagliato secondo la bra e il legno segato trasversalmente. Bench
il legno, stante le sue variet, sia suscettibile di uninnit di tinte diverse e di
macchie, come le sono le varie nature del legno, nel disegno geometrico tuttavia si
usa comunemente impiegare una sola tinta per tutti, e quindi rimane piuttosto una
tinta convenzionale, anzich una tinta naturale. La tinta impiegata composta di

gomma gutta, di carmine e dinchiostro di China; comunemente per si usa la terra


di Siena bruciata, la quale, malgrado le leggere dillerenze, che passano da un fabbri
cante allaltro, da sempre una tinta brillante e duna convenienza perfetta negli spac
cati. Il vario modo di segnar le bre indica, se il legno tagliato per lungo o per

traverso.
Fig. lti.

Muratura in Mattoni. - Pel colore della muratura abbiamo disegnate una specie
di focolare, Fig.1, di quei che si fanno attorno alle caldaie delle macchine a vapore

sse rivestite internamente di mattoni apiri o refrattarii, e per far distinguere una qualit
dallaltra labbiamo disegnato met in sezione. La tinta dei mattoni ordinari sottiene pei
muri esterni con una di carmine pallida con un po di giallo, e della muratura in se
zione con una tinta di puro carmine. l mattoni refrattarii colla stessa tinta dei mat
toni ordinarii, ma invece del rosso vi domina il giallo, e alla loro sezione si dar una
tinta formata con giallo, carmine ed inchiostro di China; il giallo deminer sugli
altri due colori.
Fig. 17.

Pietra. - Per le pietre abbiamo rappresentato una cornice di basamento, Fig. 17,
parte in sezione, e parte no. Le pietre da taglio, come i legni, possono avere varie tinte

a seconda delle diverse qualit di pietre. Ordinariamente per dopo aver preparato
leffetto del rilievo con la tinta neutra, si da loro una tinta convenzionale composta di
indaco e inchiostro di China con un po di giallo, chnde dominare or un colore or

laltro secondo le circostanze; ma derdinario il dominante e linchiostro di China.


Fig. 18 e 19.

Piombo e Acqua. - Pel piombo e per lacqua abbiamo disegnato un recipiente ci


lindrico, Fig. 18, ed una parte piena, Fig. 19. Gli oggetti in piombo ed in stagno si co
loriscene con una tinta dindaco leggera, ovvero una leggera tinta dazzurro di Prussia
con una piccola parte dinchiostro di China, dopo averne preparato il rilievo colla

tinta neutra. Lacqua si celerir con una tinta dindace con un po di giallo per farla
tendere ad un colore azzurro verdognolo, indi si trattegger con linee ben orizzontali
e indeterminate.
Fig. 20e2'i.

Ghiaia e Terra. - La coloritura dei ciottoli e della ghiaia si fa quasi sempre in


sezione, come labbiamo indicata nelle Fig. 20 e 21, prima tracciando le forme dei
ciottoli con una certa irregolarit mediante la tinta neutra, poi colerendo i ciottoli con
tinta di indaco e terra di Siena, facendo dominare questultima nella ghiaia, e laz

zurro e linchiostro di China nei ciottoli; nel terreno invece dominer la seppia, ev
vero la tinta neutra e la terra di Siena, secondo la composizione del terreno, che si
vuole rappresentare, come si vede nel modello.
Acqua dolce si rappresenta con tinta azzurra leggermente tratteggiata, formata con
azzurro di Prussia.
Acqua salsa con tinta leggermente verdastra, composta dindace e gomma gutta.

427
Gomma elastica con tinta rossastra bruna, composta dinchiostro di China, carmino

e gomma gutta.
Terra con tinta scura, bruna, rossastra, composta d'inchiostro di China, carmino,
gomma gutta, ed indaco oppure terra di Siena.

Con le quali,v mediante un po desercizio e buon gusto, i principianti potranno


facilmente divenire capaci di imitare la tinta dei diversi colori materiali di costru
zione, modicandone, secondo i casi e le circostanze, lintensit e la composizione.

Dei Disegni acquarellati. -- Molti disegni, e particolarmente progetti destinati ad


eseguirsi, vengono sovente non solo ombreggiati allacquarello o a inchiostro di China,
ma inoltre coloriti con tinte, che imitano la natura della materia, di cui sono formate le
parti. Le ombre l'anno conoscere le forme degli organi, e i colori le materie, di cui sono
composti; il disegno ombreggiato e colorito diventa pi intelligibile esprimendo anche
il rilievo. Varii sono i metodi, che si possono seguire per colorire un disegno al

lacquarello. Il pi facile consiste nel determinare prima le ombre geometriche, indi


stendere una tinta dinchiostro di China secondo i limiti di quelle, quindi acquarellare
raddolcendo tutto le varie parti con inchiostro di China, e osservando opportuna
mente tutte le gradazioni secondo i varii effetti di luce e dombre proprie o rapportate
o riesse; ottenuto cos tutto lelfetto desiderato si stender sopra le varie loro parti

una tinta piatta del colore della materia, di cui formato loggetto.
Questo metodo pu bastare nei casi pi ovvii ed ordinarii. Lascia per a desiderare
sotto il rapporto delleffetto del disegno, che generalmente rimane senza vigore e di
un aspetto freddo e monotono.

Si ottiene invece miglior risultato non spingendo leffetto di chiaroscuro a inchiostro


di China no a che lorgano ola macchina siano fatti a tutto rilievo col solo inchiostro
di China; attenendosi col solo dare tinte dinchiostro le ombre principali, indi con
tinuando a crescere lombreggio col color naturale no a che abbiano acquistato tutto

leffetto desiderato: con questo sistema le tinte ed i colori riescono pi vivi e brillanti
e caratterizzano meglio la materia, di cui formato l'organo o la macchina.
Il terzo metodo consiste nel preparare i primi effetti di luce e dombra' dellog
getto con varie gradazioni di tinta neutra, indi seguitare a dar leffetto del rilievo

colle tinte 0 colori naturali: il disegno acquarellato con questo metodo, quando sia
eseguito con una certa franchezza, e da chi abbia un po' labitudine nel maneggio delle
time e dei colori, unitamente ad un podi buon gusto nel disegno, riesce oltre che
allo esprimere gli organi in tutto il loro effetto di rilievo, dunafreschezza di colo
rito da soddisfare anche l'occhio pi esercitato, e far comprendere le forme e le com

binazioni delle varie parti duna macchina anche ai meno esercitati nel disegno.
In generale tutti i disegni destinati ad essere acquarellati devono essere delineati
con linee chiare e non nere, come per un disegno a tratti e lineare; queste linee, stante

la chiarezza dellinchiostro, si possono fare anche pi grosse, aiiinch servano meglio


di guida al pennello nei contorni delle tinte.

ERRATA-COBRIGE

Correzioni

Errori

Pagina 4. 3 Esempio: densit :; 7,7780


Id.
22: se itempi dosservazione sono
1', 2', 3', 4',
Id.
23: i tempi stanno fra loro come i
numeri
1, 2, 3, 4 ecc.
I, 2, 3, 4
l. 4, 9, 16
I, 3. 5, 7
1 Problema: Con un sistema di 4
Id.
carrucole mobili
65, 2 Problema, Soluzione:
Id.
2 : I : : 142 : ai:
Id. 1 17, ferri quadrati e rotondi ecc., Dia
metri 0 parti ecc.
Id. 120, 2 Esempio, nella soluzione, ovvero
0,785 x D (2m,5)
Id. 154: Tavola. III
218: 274, 275, ecc.
Id. 222: accanto al N 282 in margine
manca Tavola XVII, Fig. 1;
223: in margine manca Tavola XVII,

densit f 7,788.
sono
1,

2M,

3,

41|,

come i numeri

e:

con un sistema di 8 carrucole mobili


12:12:472za:.
Diametri 0 lati.
ovvero 0,785 x D (2l, 5).
Tavola IV.
174, 175, 176, ecc.

al 1 Problema manca Fig. 2, al

2 Problema Fig. 3.
317: manca il numero dell'articolo
idem
319:
376: Articolo XX
id.
XXI
387:
id.
XXII
407:

Articolo
id.
id.
id.
id.

XIV.
XV.
XXI.
XXII.
XXIII.

(a) l'72 '


"\

'

Alberi ili Ghisa ed in Ferro...

" v148W). Alberi in ghisa. - Gli alberi in ghisa si fanno or vuoti or pieni, colla '
forma cilindrica, o prismatica. Quelli destinati a sopportare carichi considerevoli, che

TAV. VII.

tendono apiegarli, come nelle ruote idrauliche, ed hanno una certa lunghezza, sono
generalmente rinforzntbcon nervature, che ne aumentano laltezza verso la. met, 'e-.

ne accrescono di molto la rigidezza, imperocch potrebbe accadere che un albero in


ferro, duna resistenza sufciente in quanto_ alla. torsione, fosse troppo debole per
resistere alla essione; per conseguenza la ghisanome metallo si presta meglio che .

il ferro alle forme innite occorrentinei variieasi dellindustria.


Albero in ghisa vuoto: -. Lalbero in ghisa' di una ruota idraulica, che qui

Fig. l e 2.

presentiamo"; ha il corpo cilindrico A vuoto e rinforzato da quattro nervature.B fuse


con .esso e disposte secondo due piani perpendicolari ed aventi la lurina parabolica
(N 120) per presentare la stessa. resistenza su tutta la sua lunghezza. (Alle estremit

,rappresentato
guernito connella
quattro
ri0evere seguendo
i mozzi dellaiuo'ta.
Questalbero
Fig.imrvature_C
I; per meta per
Isezionato
una. linea spezzata
1-4 e 2-3._
La. parte esterna vedute. per unestremit sulla Fig. 2. Le nervature presentano
gesternamente i lati. dun quadrato; tutte quattro uguali, come vedesi. dalla stessa
Figura, esse v'aqno preparate per ricevere le chiavi i, che le ssano al mozzo ,E ,rap
presentato dalla parte tratteggiata del disegno, la quale porta le scanalature apposi
tamente preparate. I'prni sono fusi collalbero e poi torniti. Per disegnare questo
albero dopo_ aver tracciato il cilindro A, che forma. lalbero propriamente detto, si "
rappresenter la forma_ parabolica delle nervature come al N 120, cio supponendo due
- punti dati a, che saranno i vertici, e b posto verso lestremit, e supposta conosciuta
laltezza tu: e quella dibd. per rapporto allasse ma dellalbero. Dopo aver condotto.
la retta be parallela. a questasse si divide la distanza es in un numero qualunque '

di parti uguali rapirertandoqueste divisioni da b in 2' sul prolungamento di M, poi


-si uniranno i punti'l, 2, 3 per mezzo di rette al vertice a. Divisa la lunghezza ed
dellasse nello stesso numero di parti uguali, in cui stato diviso ca, pei punti di '
divisione;l', 2f, 3' sipnalzeranno altrettante perpendicolari, che riusciranno parallele
ad ne; i punti dincentr'ofghri di questo parallele colle linee, che dai punti 6, l, 2,
3, ci vanno concorrenti al punto a, appartengono alla parabola: uniti perci con una.
linea curva, essa sar. la forma della nervature richiesta. Siccome la nervature opposta
a simmetrica relativamente allasse, per tracciarln baster prolungare le verticali, poi _ rapportare su ciascuna diesse in a', k', 9, f' e b' le altezze corrispondenti ac, h3 ecc.
Lo stesso si far per disegnare la'prte sinistra dellalbero, cio,si porteranno le ver
ticali_alla loro rispettiva distanza e colle stesse altezze delle prime.
"

Albero rotondo vuoto. -, Questalbero'ppartienead una ruota idraulica rig'. H, 12 el5.


costrutto; in ghised in legno, e la'sua aimatura formata di quattro serie di razza
ssdteailalberoper quattro mozzi. Per facilitarne la. costruzione. 'necessario che

lalbero s'in' uniformemente rotondo e nello stesso tempo abbastanza iesistente allo,
sforzo
essione sotto. il peso ripartito su tutta la. sua estensione; e perci deve
avere un diametro relativamente assai grande, il che costringe a farlo vuoto. La
sua lunghezza totale di metri 5,74, compresi iperni C, che sono vuoti come lalbero;
il suo diametro nel-mezzo .,di 660 millim., e la spessezza di 50 millim. su tutta la _

sua lunghezza, eccetto nei perni, che sono attraversati da un buco di 46 millim.
di diametro, mentre il diametro esterno di uno di 2i0 e quello dellaltro di 320.
[Alle due estremit ed in due altri punti_interrnedii sono praticati dei fori equidi
" stanti cilindrici B degual diametro per ricevere i mozzi D delle quattro armature,

che riuniscono linsieme della ruota nellalbero. Le portate sono tornite, e i mozzi
.' della ruota hanno un buco cilindrico e si ssano allalbero per-mezzo di chiavette b.

L-estrernit opp'osta mquella rappresentata ha il perno prolungato duna portata per


ricevere la. ruota dentata per la trasmissione. Lai Costruzione dei mo_zzi D diversa
da- quella, che si usa abitualmente; afne di evitare lindebolimento delle razze cagio

nato dal foro delle chiavarde ecocrr'enti per 'ssarle al mezzo. Si sono fatte le dentel-,
_tature in forma di scatole, nelle quali si adattano le razze E rinforzate da una gioia b
22'(is)

'

'

'

172 (b)
in ghisa, che forma. co_ntrafforte alle scatole o staffe, che si vogliano chiamare. Cia
scuna razza ritenuta al suo posto per mezzo di quattro chiavarde e, che attraversano
delle alette, che fanno corpo colla scatola, e due lastre in ferro f, come si pu vedere
nella sezione secondo la linea l-2, Fig. 13. La difcolt, che sincontra nel gettare tali
alberi vuoti, fanno si, che luso in generale n assai ristretto. Si pufacilitare l'ope
razione gettandoli in due o tre pezzi, bench non senza alcuni inconvenienti.
' 148 (b). Innestl degli alberi in ghisa vuoti formati in due o tre parti. La Fig. 126 (a) rappresenta lunione delle due parti dun albero in ghisa cilindrico vuoto,

Fig. 12:; /u/.


rinforzato da quattro nervature su tutta la sua lunghezza di uguale altezza. Esso
appartiene ad una ruota idraulica. Sul corpo dellalbero MN vi sono 6 portate otta
gonali A per ricevere i mozzi, che ritengono le razze. Le due parti dellalbero si
uniscono per mezzo di due cimbe o gole, che vengono ad attaccarsi a due dischi EE

fusi collalbero e che imboccano tra loro mediante un incastro a battente circolare di
uno, che entra nellaltro, e ritenute solidamente una contro laltra mediante otto

chiavarde M; per impedire che lo sforzo di torsione sia sopportato tutto dalle chiavarde
vi sono su ciascun disco E otto intagli a coda di rondine, nei quali sintroducono

biette della stessa forma degli intagli avanti di chiudere intieramente le viti, e depo
la. chiusura si forzano a colpi di martello. Le due parti di questalbero non sono lunghe
ugualmente: quella, che porta la ruota dentata per la trasmissione, pi corta in
causa del maggiore sforzo di torsione; infatti la prima di metri 4, e la seconda

_ di 3,550.
La Fig. l26 (b) rappresenta linnesto delle parti dun alberodixna ruota idraulica

vuoto diviso in due, la cui sezione trasversale rappresenta un circolo, e la longitu

._,r
Fi;.'.. l2! /b/.

dinale una curva parabolica. Le due pa_rti portano alla loro estremit di congiunzione
due dischi DD fusi col corpo dell'albero, come nella Figura antecedente, e rinforzati
da otto modiglioni EE, ciascuno fuso colle due parti dellalbero. Queste entrano una
nellaltra, come vedesi nella parte sezionata, e si combaciano per mezzo duno smus
samento degli angoli vivi m e a. La parte rientrante rattenute da una vite di pres
sione o sulla parte gq. Si uniscono i due dischi per mezzo delle chiavarde b a testa
conica ed incastrata. In ciascun disco interiormente si sono praticate delle aperture
quadrate, nelle quali si adattano tanti tasselli quadrati in ferro 1, che entrano per
met della spessezza in ciascun disco; ma questi tasselli, oltre di avere per iscopo di
non lasciare tutto lo sforzo di torsione sulle chiavarde, hanno ancora. quello di far si,

(e) 172
che la pressione non si faccia di ghisa contro ghisa. Le due parti di quest'albero non
sono di egual lunghezza come nellaltro per la ragione detta nellesempio antecedente;
quella, che riceve interiormente laltra parte, di metri 4,130, laltra di metri 3,170;
il disegno e alla scala di l a 30 (vedasi a pag. 180 Dei Giunti ed Innesti, e pag. 182

TAV. Vll.

Dci Giunti dAlberi in ghisa vuoti).


Albero in ghisa massiccio. - Lalbero della Fig. 3 la rappresentazione
longitudinale dUn albero in ghisa pieno appartenente ad una ruota idraulica della
forza di 80 cavalli, ed formato di un corpo cilindrico D e di quattro nervature N

Fig. 3, 4 e 5.

disposte perpendicolarmente; le estremit A, A hanno pure la forma cilindrica. ma


dun diametro maggiore. La Fig. 4 una sezione fatta nel mezzo dellalbero, sulla
linea 9-10. La Fig. 5 rappresenta una sezione fatta sulla stessa linea 9-10. Sulle
parti A, A vengono a calettarsi i due suoi mezzi, che portano le razze della ruota;
perci ciascuno dei cilindri A munito di quattro appendici in rilievo l, l, l, l e
di altre quattro 1:, n, n, n. Le faccie superiori delle otto appendici sono nite cella
lima ed adattate ad etto scanalature corrispondenti nellocchio del mezzo, e calettate
solidamente per mezzo di biette. Le appendici 12 sono nel prolungamento delle ner
vature N, e tra 11 ed N su ciascuna nervature sinnalzer una specie di denti E,

contro i quali viene a posarsi il disco, che forma il mezzo della ruota idraulica.
Lalbero rappresentato dalla Fig. 6 appartiene ad una ruota idraulica della forza
di 25 cavalli, e fa sei rivoluzioni per minuto: tanto il corpo dellalbero quanto le sue

Fig. (3, 7 e 8.

nervature hanno la forma parabolica. La linea 5-6 ne segna la met. La Fig. 7 rap
presenta una delle sue estremit in iscala doppia, cio la parte, che porta il roc
chetto. La Fig. 8 nella parte punteggiata fa vedere la sezione sulla linea 1-2, e
nella parte_ tratteggiata la sezione fatta sulla linea 5-6. Le nervature sono raccordate
fra loro per mezzo di curve. Le parti T, T guernite di collarini una ad unestremit
e laltra allaltra, che manca, perch lalbero tronco, fermano i perni dellalbero
stesso. Per farsi unideachiara come la parte cilindrica si lega colle duplici nerva
ture, che costituiscono il corpo dellalbero, bisogna gurarsi un cilindro sormontato
da un cono di egual base: facendo scivolare questo lungo lasse delle nervature in

guisa che le loro estremit penetrino nel cene no ad una distanza assai vicina alla
base, le parti salienti delle nervature C C corrispondono alle scanalature del mezzo,

che porta le razze delle ruote idrauliche, e perci un tal rialzo terminato da due
piani inclinati ad angolo retto, sui quali chiudensi mediante biette le ruote per
unirla allalbero.
Albero massiccio con nervature. - Lalbero rappresentato dalla Figure 9 e

10 appartiene ad una ruota idraulica di metri 6,80 di diametro e metri 3,90 di lar
ghezza, mossa da una caduta dacqua alta metri 5,15, che da 1000 litri per secondo,
condizione, che corrisponde ad una potenza teorica di

:68,67 cavalli di

namici. Siccome la ruota non prende lacqua superiormente, perci l'effetto utile non
che circa i 10/mo, e eosl 68,67x0,70:48 cavalli. La forma di questalbere la pi
razionale e pi in rapporto coi metodi moderni.
La generazione dellinsieme di questa forma ha per base uniforme del fusto e
corpo il circolo; cos pure le parti estreme ed i perni costituiscono un corpo, dal
cui nocciolo A escono le nervature B, che vanno sempre pi aggettandosi verso il
centro. Il disco D calettate su duna porzione dalbero perfettamente cilindrica, e

si appoggia sul collarino a dellalbero, a cui ssato per mezzo duna chiave b.
Una tal forma si adatta molto bene per poter mettere insieme le varie parti della
ruota; dopo lestremit, cio dal perno C no al collarino a, pu essere tutto lavorato
al tornio. Lintere albero, di cui il nostro disegno rappresenta solo lestremit, che
contiene l'organo di trasmissione, ha in generale la. ferma dun fuse; i due perni
sono dugual diametro; la portata del disco e mezzo della ruota posta dalla parte

opposta a quella rappresentata, e per un pe' pi debole. Infatti lalbero essendo un


semplice sostegno, per mezzo del quale si trasmette la forza del motore, che si effettua
con una corona dentata ssata a quella. della ruota a palette incastrata con un
recehetto sso su d'un albero indipendente, ne risulta necessariamente una spinta

Fig. 9 e H).

172 (d)
TAV. XVII.

laterale, di cui laltro lato della ruota non risente che pochissimo, e che perci rea
gisce con tutta lintensit allestremit corrispondente alla corona dentata (Vedi Im

baccamento interno).

li disco o mezzo della ruota C duna disposizione particolare, come vedesi da


quella longitudinale della Fig. 9, e dal prospetto rappresentato dalla Fig. 10, il quale
presenta due sistemi di staffe o e d a guisa daddentellato, di cu'iuno piano per '
ssaryi le razze, e laltro conico, in rapporto collaserie dei tiranti in ferro, che
costituiscono le braccia propriamente dette, con quello delle aste e tiranti, che legano

. diagonalmente da un lato allaltro della ruota. Queste staffe sono formate da altret
tante cassette cave rettangolari, nelle quali sono ritenute per mezzo di biette passanti
per aperture rettangolari ed appositamente lasciate nelle staffe c e d.

148 (c). Alberi motori in ferro. - Gli alberi motori, la cui costruzione merita
particolarmente d'essere esaminata, a parte il calcolo della loro resistenza, sono quelli

primi-motori appartenenti alle macchine a vapore ed alle macchine idrauliche;- dopo


questi vengono gli alberi sottomessi a semplice carico, ma che servono dasso ed
organi di qualche importanza, come motori idraulici e veicoli delle strade ferrate. Gli
alberi retti, cio non ripiegati, detti pure di trasmissione, i quali vanno divisi indue
categorie di secondo e di terzo-motore, sono aste cilindriche in ferro fucinato, la cui

particolarit sta piuttosto nel modo di unirla fra loro (N 145). Per la ristrettezze. pre
ssaci in questo Trattato ci limiteremo di esporre uno sol albero ripiegato appartenente
ad una macchina di un bastimento a vapore: nel secondo Volume ci occuperemo di
quelli delle locomotive.
Fig. H.

Albero ripiegato ('70.e- La Fig. 14 rappresenta la parte ripiegata dun albero


motore dellelice di grandi navi appartenente ad una macchina a vapore della forza

nominale di 900-caralli. Esso formato di varii pezzi innestatl fra loro. La parte 'rap
presentata nel nostro disegno l'estremit opposta allelice formata, da. due ripiegature
ad singolo retto, che costituiscono le manovelle della macchina motrice a doppio cilindro.
_ Lalbero disposto nel senso longitudinale della nave; gli stantuf sono uniti diret

tamente ad esso, appoggiato a tre sedili posti sul basamento dei cilindri stessi, iquali
hanno metri 2,30 di diametro con una corsa. di metri 1,50.
,
'
Questalbero un capolavoro di. fucinatura per le varie funzioni che devono
adempiere le differenti_sue parti, fra le. quali vanno specialmente osservati i go

miti c rappresentati-dalla Fig. 14, proiezione della cima dellalbero. Da questa Figura
si vede che ciascuno di essi formatmd'i due manovelle c, di forma prismatia, sepa

rate da un perno (1, sul quale si adattano le aste di rimando (bielle); nel mezzo della
lunghezza dellalbero e da,ciascuu lato dei gomiti sono posti i treperni e, pei quali
lalbero posa sui tre sedili uniti allarmatura della macchina. Inne due parti fsono

destinate per gli eccentrici della distribuzione, e lestremit g e destinata allinnesto

collaltra parte dellalbero.',

._

Ancorch i due_g0miti siano postiad angolo retto afne di congiungere'lazione . '

degli stantuf e reg0lare la velocit. dellintiera massa, tuttavia si possono trovare


. dci'punti durante la rotazione, in} cuilequilibiio sarebbe sensibilmente alterato;e ,
per'ci dimpgdin_1ento alla regolarit-del moto della macchina: si rimedia ad un tale
\ . , inconveniente mediante un contrappeso annesso appositamente allalbero, bench per

Proiezione

a _tal effetto le due piegature si facciano alquanto. iirolungate_d'una certa quantit Il.
'Fig. 16, dal lato opposto al perno; ma questo non_esendo ancora suciente, si rap
-' porta tra il perno centrale e ciascuno dei due gomiti due dischi in ghisa F, Fig. 14
e 15, formati di due parti e riuniti con chiavarde, nei quali si praticano deivfuqti i,'
che si riempiono di piombo nei punti convenienti per ottenere lequilibrio. Lalbero in

tutte_lesue parti ha quasi la medesimasezione,- come se la stessa asta di ferro Messe .


potuto essere ripiegata sotto la forma voluta.
'
'
- < " - . 'L.
' .

Si fanno 'pure ripiegati gli alberi in ferro fucinato e sale delleruotmotrici nelle

leccmotiveaventi i cilindri nell'interno; ess_i portano due ripiegature, Che fanno_ly1f-


cio di due manovelle, con un perno comune. Quandole macchine han_noi-cilindri
esteriormente, la sala si fa retta, e ai calpttano,allestremit due 'manovelle.
'
I.

VOCABOLARIO TECNICO
FRANCESE

ITALIANO

contenente i termini usati in ispecie nella Meccanica pratica.

Aggiustamento, impiantamento, ajuatage. Aggiustare, ajuster. - Aggiuslatore, lima

tore, ajusteur, limenr.

Abaco, abaque.
Abbassamento, abaissement.
Abbruciare, ardere, brl1ler.
Accecare, accecato, fraiser. fraie. -Acceea

tojo , neapola, fraise, taille. - Accecatura, |


fraisure.
i
Accelerazione, acclration.
{

Accendere i fuochi, allumer les feux.

Acciaccatojo, bocard.
l
Acciaccare gli angoli vivi, paufrer.

Acciojare, rinacciajare, accialire, inaccialire,


acirer. - Aceiaja, acier. - Acciajo di ce.

mentazione, acier de cmentatinn. - Acciajo '


fuso. acierfondu. - Acciajo martellato, acier
mar-teli. - Acciaio naturale, acier nature]. ]
- Accijo vescicoso, di cementasione, spu-i

moso, acier poule.

Accoppiamento degli alberi, accouplement desl


arbres.
Acetato, actate. - Acetato dallumina, actate
d'alumine. - Acetato d'ammoniaca, ace'tate
dammoniaque. - Acetato d'argento, acetate ;
dargent.
'

Agguaylmro, addriuare, aacciare, mettere


a lo, dresser. - Agguagliatore, congegna
tare, ajusteur.
Agire, lavorare, fonetionner, marcher.
Agro, t'etrinO, crudo, aigre, cassant. - Agro,
pezzo dagro, masso dagro, lonpe.
Ala, pala, paletta, aube, ale, palette. - Ala
o pala dell'etice, aile d ludico.
Albero, asse, arbro. tute. _ Albero a doppia
zanca o manovella, arbre en vilebrequin. Albero dei bilancicri, arbre des balanciers.

- Albero della valvola di distribuzione, ar


bre du tiroir. - Albero dellelice, arbre de
1hiice. _ Albero del paralleloyramma,ar
bre du paralllogramme. - Albero di bilan
ciere,arbre on tourillon de balancier. - A lbcro

di eccentrico, arbre dexcentrique. -- Albero


di ruota, arbro de roue. - Albero esterno,
albero delle ruote, arbre ext-rieur ou de la

roue. - Albero intermedio, arbre de couche


ou intermdiaire. - Albero ad orecchioni o
fusi dei bilanci ri, tourillon dos balanciers.
- Albero oscillante, arbre oscillant dee ti
roirs. - Albero a zanca ed a manubri, ar
Acidicazione, aeidication.
bre on vilebrequin.
Acidimetro, acidimtre.
Alimentare, alimenter.
Acido, acide. - Acido carbonica, acide carbo Allentare, render latino, donner dujen, rendre
nique. - Acido nitrico, caotico, acide ni
gai.
trique. - Acido solforico, acide sulfurique.
Allume, alun.
Alta pressione, haute pression.
A cottimo, forfait, au raboie.
Acqua, eau. - Acqua di condensazione o di Altalena, bilanciere, balancier.
rigetto, eau de condensation. - Acqua sa Altare, ponte 0 spalletta della amma, autel.
tura di sali, eau sature de sels.
- Altare 0 ponte rovesciato, autel leuvers.
Aeromatico, acromatique.
- Altare, oponte, o spalletta dacqua, antel
Acromatismo, acromatisme.

Adagio! Rallentate la macchina! marchez dou


cement.

Addentellato, a. dent.
Addentellare, tagliare a dente, adenter.
Aderenza, adhrence. - Adesione, adhsion.
Adunco, crochu.
A ucciare le iastre del cilindro, planer la
ande du cy indre.
Affilare, ailer.
Afnamento, ainage. - Afnare, raffinare,

ainer. - Affinatore, rainatore, aneur. Afneria , raffineria, afnere. - Aineria

a riverbero del ferro, pnddlerie.

Altezza della luce ed oricio della valvola di


distribuzione, hauteur da lorice, de la. bar
rette.

Altezza di un dente, creux dune dent.


Alto fornello, fornello reale, haut fourneau.

Alsato, proiezione verticale, lvation.


Ambra, ambra.
Amiantare, amianter.

Amianto, amianto.
Ammanigliare, maniller.
Ammissione, admission.
Ancudim, enclume.
Anello, annean. - Anello a tite, anse e. vie. Anello, bronzina, coussinet. -- Anello di
fumaiuolo, cercle de chemine. - Anello o
collare delleccentrico, collier on bride de
laiguille.
Anemografo, anmographe.

Affinit, ainit.
Ausare, smentare, chanfreiner.
A/fusto da cannone, alft de canoa. -A'usto
da casamatta, at de casemate. -- A/fusto
da cannone da. costa, at de c0te.
Agente chimico-sico, agent chimicmphysique. Anemometro, anmomtre.

2
Anemometrografo, anmomtrographe.
Ancmoscopio. ane'moscope.
Angolo d'incidenza, anglo dincidence. -- An
gola di riessione, anglo de reexion. - An
golo d'attrito, anglo de frottement.
Anima, nocciolo, noyau.
Anncrimento delle forme, cendra e des moules.
Anticipazione della valvola di istribusione,
avance.

Antisfregamenlo, antifriction.

Antracite, anthracite.

Apertura, bocca, ouverture.

Attrito, frottement.
Augnare, amorcer. - Augnatura, amorce.
Arallare, avaler.

Avanti .' en avant!


A vapore, sotto caporc, col vapore, sous vapeur.
; Acme-ore, aviver.
'
| Azione e reazione, action et raction. - Azione
0 forza ccntrifugadetlelicc, action centrifugo
i de I'hlice. - Asione' chimica, acti0n chimi
que. - Azione dellolio), action de I'hlice.

- Azione el:ttro-maynetica, action _lectro


.

magntique.

Apparecchio, appareil. - Alimentatore o ali


mentario, appareil alimentaire. - Apparec
chio di espansione, appareil de dolente. Apparecchio motore, appareil'moteur. - Ap

orecchio per sollccare l'etice, appareil Iever Baglio a martinetto, bride de dressage, chape
'helice. - Apparecchio vaporatorio, appa

. vis.
Baglio delle ruote, bau de force.
Apparecctio tlislillatore, appareil distillatoire. Balzuolo di ferro per pala, plaque daube.
Appoggio, appoggialojo, porte, coussinet, sup l Banchina, acctement.
!Banco, 0 letto di torno, di forbicioni, etabli,
ori.
A1Pchetto di trapano da petto od a mano, archet. | bano de tour, de cisaille.
' Banda della luce di distribuzione, bande de
Arcola, arcade.
Arco, are. _ Arco di circolo, are de cercle. - ' Iorice du tiror.
iBanda o striscia di commeltitura di lamiere,
Arco di parabola, are de parabole.
Arcuttto sporgente (soryozzone), arc-boutant. \ bande de jonction des tles.
Area, aire. - Area di graticola, surface de ! Ilandella di sospensione, sospensore, ponture.
l Barbacane della spinta, butte. - Barbacane
grillo.
.
Areomctria, aromtrie.
! a palle per spinta dclice, butte boules.
Arcometro, aromtre, pse-sel.
Barometro del condensatore, baromtre du con
Argano, cabestan.
; denseur.
Argilla, BIQIQ.
t Barra, sbarra, spranga, verga, asta. barre. Aricggiare, ventilare, aror.
{
Barra di grattcola, barreau de grille.
Ariete a vapore, berta a vapore, marteau-pilon. ' Base del cilindro, table da cylindre.

Bastimenlo
cellulare o a com 1artimcnti, neL
Armatura, cintura di rinforzo, armature. vira double. - Bastlmento i ferro, navire
Armadura, ossatura della macchina, blis.
on l'er. - Bastimento misto o a forza au
- Armadura di trapano a mano, potence
siliaria, navire miste.
percer.
Bastone di ringhiera, main conrante. - Ba
Armarc con cantonale, garnir de cornires.
stone lisciatojo, o smerigliato, polissoir, ro
Arnese, cabillet.
Arrestare, fermare, stopper.
doir.
Battente, o mascellajo di boccaporto, biloire.
Arridatojo a vite, ridoir vis.
Battente, battitojo, feuillure.
Arrostire il minerale, griller le minral.
Battere, mazzerangare, damer. - Battere con
Arrotare, a/lare, a'uter.
maglio, cingler.
Articolare, articuler.
Batteria gallegyiante, batterie ottante.
Articolazione, articulation.
Artigiano, artisan.
Bottiferro, maglio, martnct.
Artiglio di torno, griffe.
Battimazza, frappeur.
Artista, artiste.
Baltilojo, guscio, o cassa di chiave dacqua,
A scanalature, . raies.
boisseau.
Ascissa, abscisse.
Beccatcllo, modiylione, console.
reil va oraloire.

Aspirazione, succhiamento, aspiration, succion.


Asse, sala, linea centrale, axe.

Assorbimento, absorption.
Asta. targa, tige. - Asta, albero duguaglia
tojo o tercbratojo, arbre d'alsoir. -Asla di
guida, direttrice, glissire, tige on barre di
rectrice. - Asta di stanluo, tige de piston.
- Asta di stantuffo immerso opremmte, tige
de piston alimentaire. - Asta di stantuffo di
tromba ad aria. lige de piston de pompe air.
Asticciuola di rinforzo, tir-ani.
Astana di rimando, nerbo, tirantc, bielle.
Astrolabio, astrolabe.
Astuccio, bagno, botte. -- Astuccio della ba

Bocchetta, bidone.
Berta, ariete, cacciastili, mout0n.

Biacca, bianco di cerussa, blanc da cruse.


Bianco di Spagna, blanc d'Espa ne.
Bicorno, incudine, bicorne; enc urne.
Bieco, mancino, serpeggiante. gauche.
Biella, zeppa, clavette . montonnet. - Biella,
linguetta, tramezzo, tenon, languette. tBiella, calzalojo, cuneo di legno, cale on
me.
Bilanciere, bilancino, balancier. -Bilanciere
laterale, balancier latral.
Bismuto, bismuth.
Bitta di rimorchio, bitte de remorque.
derna o della guarnizione, bolle etoupe. I?l:nda (solfuro di zinco), blando.
- Astuccio della valvola di distribuzione, Bocca del carbonilc. porte da soute. - Bocca
di guarnitura, porte de garniture. - Bocca
chemise du tiroir. - Astuccio del regolatore
delliniezione, botte du rgulateur dinjection.
d'ingresso, od adito della culdoja , trou
- Astuccio o premibaderna a lanterna,
dhomme. - Bocca di spaccio delle caldoje,
presse-loupe a lanterne.
trou de sol. _ Bocca di visita, spiotojo, re
Atmosfera, atmOSphre.
gard, trou de visite. - Bocca, oricio, aper
Altivole i fuochi! poussezles l'eux.
tura, orice. - Baccaportelta di carbonette.
Attizzatojo, riazolo dritto, lance a fan.
trou de charbon.
Attrazione, aitraction.
Bocciuolo, carne. - Bocciuolo di espansione.
Attrezzatura, grement. - Attrezzatura di
noce, tacco, ferma, o castagnola di eccen
ferro, grement en fer.
trico, carne da detente.

3
Bollire, saldare il ferro, souder. - Bollitura,
saldatura, soudure.
Borace, borax.

Borchia, bbia, fermaglio, arpese, agrafe.


Borra, poil de vache.
Bottone, bouton. -- Bottone o manico operno
d:lla manovella, bouton emerillou. - Bot
tone da trapano, frase, uarissoir.
Braccio, bras. - Braccio de manubrio, 0 ma
nirella, bras de manvalle. - Braccio del pa
ralleloyrarnma, tge du paralllogramme. Braccio di rimando delleccentrico, renvoi de

mera, o ripostiglio di valvola, bolle clapet,


soupape. - Camicia, cintura , involucro,
chemxse, enveloppe.
Camerino dei fuochisti, porte des chaueurs.
Camicia. o cassa, bolle, chambre. - Camicia,
o involucro del cilindro, chemise du cylindxe.
Campana del tubo di scarico, boule du tuyau
d'mson.
Canale, canal. -- Canale, tubo , condotta di
e resso, o di scarico del condensatore, canal

d evacuation da condenseur.
Gana a, chanvre.
Can eliere, chandeler.

mouvement de laguille.
Brayx'e estinta, escarbille.
'Cannello, ajutage. - Cannella di saldatore,
Branzino, coussnet, crapaudine.
chalumeau.
Bronso, bronzo. - Bronzo da cannoni, bronzo Cannoniera a vapore, cannoni1e vapeur.
Cantonata di ferro, odrnire.
. canoa.
lruciaturav scottatura, defornta;ione delle la Capacit, capacil.
Capillaritd, capllarit.
miere, hrlure, coup da feu.
Brunire, bx-unir -- Brunitojo, brunissoir.
Capocchia concessa, a goccia di sevo, tte en
Bucalamiere, emporte-pice.
gonne de suit.
,
Bucare, forer. - Bucare col bucalamiere, per Cappa di rotismo a denti, tambour deugre
auge.
cex l'emporlc-pice.
'
Cappello di piumacciuolo, chapeau de paliex.
Bucolare, u_7ello, tuyre.
Buco del piumacciuolo o rulla, buco o foro Carbonajo, charbonnier, soulier.
dellolio, lumire da coussinet, trou dhuilc. Carbone di legna, chal'b0h de bois. - Carbone
ammante o ammifero, carbone candela,
Bulino, cesello, scalpello, tagliuolo, burin, ci
seau, lxanchet.
charbon Ongue amme. -- Carbone fossile,
carbone di terra, litantrace, houille,charbon
Burinare, cesellare, scalpellare, burinor.
de terre. - Carbone da fucina , charbon de
forge. -- Carbone schistoso, charbon schisteux.
C
- Carbone secco, 0 magro, charbon magre.
- Carbone grasso, conglomerante, charbon
Cacciata delleccentrico, course de lexceutrique.
gras et collant. - Carbonina, carbonella ,
Cacciaviti, tour-nevis.
charbon menu.
Carbonile, soute charbon. - Carbonile ali
Caduta dei gravi, mouvemeut des corps tom
mentario, soule alimentaixe.
banls, chute des graves.
Carbonizzato, carbons.
Cala/"alare, mater la lamre.
Calandrino, saulerelle, fausse-querre.
Carretto, o tavola di terebratojo, chariot dal
Calastrello diagonale, entro-tolse.
son.
Carica, sforzo, charge, eort. - Caricare una
Calcagno, tallone, talon.
calcola di sicurezza, charger une soupape de
Calcatojo, calcatoire.
Calcola, o sdale, p:dale.
sret.
Caldaja a appia galleria, 0 a gallerie sovrap
Carrulcola, bozsello, taglia, yirella,pulcggia,
poste, chaudire . carneaux superp0ss.- Cal
pou w.
daja a galleria, chaudire carneaux. -- Cal Carta, 0 tela smerigliata, paper, ou toile meri.
daja alla francese, chaudire frangaise. - Cartone, carica.
Caldaja a lame dacqua verticali, chaudre Cassa, cassone, cofano, bote, core, caisse.
h lvmrs d'eau._ Caldaja a regresso diamma, Cassone, cofano, atrio del uoco , bolle feu.
chaudire retour de amme. - Caldoja di Castagnola, fermo,o tacco ellalbero, buttor,
on me de larbre. -- Castagnola, o tacco d'ec
locomotiva. chaudire de locomotive. -- Cal
centrico, bulloir on toc de lexcenlrique.
daja di Watt. chaudire de \Natt, on Mom
bereau. -- Caldaja marina. chaudire marine. Castello, armatura, intelajatura delIa mac
china, blis.
-- Caldaja tubulare, chaudire tubulaire.
Calderojo, chaudconner.
Catena, chaine. - Catena, asticciuola di col
Caldo, a caldo, rovente, ehaud, chaud.
legamento, lirant. -- Catena di Vaucanson,
Caldo bianco, calore bianco, chaleur suante.
chaine de Vaucauson.
Calibratojo, calibre.
Cateratta, cataracte.
Calettatura, assembla e.
Caterotta, vanno.
Calibro, modulo, cali re.
Calno dello scaricatojo, auge recevoir les d
Calore, chaleur. - Colore bianco, caldo bianco,
p ls.
chaleur blauche, au blanc. - Calore di bol Catrame fossile, catrame minerale , goudvon
minral.
limento, bianco, chaleur suante, blanc soudant.
- Calore irradiante, chaleur rayonnante. - Cattivo conduttore, mauvas conducteur.
Calore latente, colore rosso, chaleur rouge. Cavafango a vapore, cure-molle vapeur. -

-- Calore specico, chaleur spcique. - Ca


lorico, calorique.
Calori/Uro , calorifre.
Calorimetro, calorimhe.
Calcatoja, scarpa, bietta, cuneo, cale.
Camera, chambre. - Camera d'aria, soulure.
- Camera, cofano, serbatojo del vapore,
chambre de vapeur. - Camera del fumo, botte
fume. -- Jamera delle valvole di tromba
di sentina, b_olte soupape de pompe de cale.
-- Camera di valvola d'intercettazzone, botte
de aoupape darrt. - Camera di valvola di

Cava an_r/o a doppia scala, cure-molle deux


trm1es de godvts.
Cavalletto, chevalet.
Cavallo vapore, cheval de vapeur.
Cacnstoppe, sgorgatojo , tire-toupe, baguette
d.boucher.
Cavetto, guscio, cong.
, Caviglia, o chiavarda di collegamento, o di riu
: nione, boulon dassemblage. - Caviglia di
l fondazione, boulon de fondalion.
Cementazione, cmenlalion.

Cemento, stucco, mastice , ciment, masiic. -_


sicurezza, bollo de soupape de sret. -- C - f Cemento, o stucco ferrigno, mastic da fonte.

4
Cencrario, o braciajuolo, cendrier. - Cenere,

Circolo primitivo, o di scompartizione, cerclu


cendre. frasil.
primihf.
Centrare, trovare il centro, centrer.
Circonferenza senza sdrucciolamento, cercle
Centri di legno, cingl0t.
roulaut.
Centro, coup de poimeau.
Circumcoluzione, moto revolutiro, mouvement
Centro d'azione, di graritd, di pressione, di
autour dun centro.
rotasione, centra daction, de gravit, de pres Coke, o carbone fossile carboni:sato, coke.
sion, de rotalion.
Coda, masselotte. - Coda del maglio,o del bat
Ceppo d'incudine, billot d'enclume.
liferro, queue du martinet. - Coda della
Cerchielto, frette.
tromba, tuyau das iralion. - Coda, o lima
Cerchio, cercle. -- Cerchio, o corona di ruote
da strafare, ueue e mi. - Coda di rondine,
apale,jante de roue aubes. - Cerchiopremi
queue diron elle, ou daronde.
baderne dello stantuffo, couronne de p1len. Codolo, scie.
Cerniera , chiovolo, nocetta , charnire, joint, Coesione, cohsion.
.
touruant.
Cofano. camera del vapore, chambre, core
Cesello, ribuzzo, matloir.
vapeur.
Chiararda, caviglia, boulon. - Chiacarda o Co/fa, canestro di zavorra, manna lest.
caviglia di stringimento, boulon de sex-rage. Colatojo, cart.
- Chiavarda con testa a bullettonc, boulon Collare, gorgiera, collier.

champignon. -- Chiavarda a T, boulou T. Collegare con cavi lie, o chiavarde, boulonner.


-- Chiararda a testa quadra ,* boulon te Collo dellocchio
ella traversa, collet. de la
carre. -- Chiavarda a testa sbiecata, boulon
mortaise du T. - Collo di cigno, gomito di
. 1610 chaul'reine. - Chiarardu di fonda
tubo, con de cygne. - Collo, o braccio del
zione, boulon de fondation. - Chiavarda, o
lala dell'elice, bras daile dhlice. - Collo
chiodo ribadito, boulon riv. - Chiaoarda a
tubulare. con tubulaire.
testa piatta, bonlon . te plate. - Chia Collocare l'elice a posto,mettre lhlice en place.
rarda agancio, gancio a viteperpale, boulon Calmo della vasca, trop-plein de la bche.
crac, crochet daube.
Colonna, colonnetta, sostegno. colonne.
Chiare, chiavetta, zeppa, biella, clef, clavee, Colpo di stantuffo, coup de piston.
- Chiave ad astuccio da dadi, clef douille. Coltello perpigna di terebratojo, coussinet da
- Chiare da dadi, clefd'crou. -- Chiave da
lsoir.
dadi all'inglese,chiace a martello, clef lan Combinazione chimica, combinaison chimique.
laise. - Chiave da dadi ad astuccio. clef a Combustibile, combustible.
ouille. - Chiave da dadi aperta, clefouverte. Combustione, combuslun. - Combustione spon
- Chiave. regolatore o valvola asdmcciolo
tanea, combustiou spontanee.
dell'iniezione, rgulaeur. ou tirord'injeclion. Commeltitura, commessura, joint. assemblage,
- Chiave d'acqua, robinet. -- Chiave dacqua
aboutement. - Commeltitura a falda, piana,

a tre vie o a quattro vie, x-obnet trpis uu


quatre fois. - Chiave dacqua di alimento,
robinet alimentaire. -- Chiare dacqua di ci
lindro. mbiuet. da cylindre. -- Chiave dacqua
di estrasione e di scarico, robinet d'extrac

tion. - Chiave dacqua di sicurezza, robinet


de srcl. - Chiare d'acqua di stacca o di

unon des tles clin, frane boro]. - Com

mettitura a giuntura doppia, cart double.


- ommettitura a giuntura scorrevole,jonl
glissant. _ Commettitura di cima, o di testa,
cima a cima, bout boot.
Communicasione , transmissione , rimando ,
giunto, innesto di movimento, communicatiou

livello, robinet de jauge. -_ Chiare dacqua


per inje:ionedella sentina o stiva , robinet
de cale. - Chiave d'acqua per le ceneri, rof
binet des chau'eurs. -- Chiave dacqua per
paratia sta/ma, robinet de cloison, tanche.
- Chiare d'acqua er fondo di cilindro, ro
binet di fumi de cyfindre. * Chiave del seoo
o dellolio, robinet grasser.
Chiavetta, clavette. -- Chiavetta fessa, spaccata,
a molla. clavette fendue. - Chiavetta, o zeppa

de mouvement.
Compasso, compas. _ Compasso ad asta, od a
regolo, compas . verga. - Compasso a cile
scompartitore,partiture. compas vis.- Com
passo curvo, compasso da grossezza, compas
d'e' aisseur. - Compasso da diametri interni,
0 a vani, 0 a cavit, maltre de danse.
Compressibile, compressible.
Con tutta forza, con tutto vapore, . loule vole.
Condensare, esaurire, condenser, oprer lduc
di stringimenlo, o d'impiantamento, clavette
tion.
'
de dressuge.
Condensatore, condenseur. - Condensatore tu- .
Chiglia di ferro, quille en fer.
bulare, o per contatto, condenseur tubulaire,

Chiodaja, clouire.

ou par contact.

Chiodo, bullettone da caldaje, rivet. - Chiodo, Condensasiorte, condensation. - Condensa


chiavarda ribadita, boulon riv. - Chiodo a
zione per contatto, od a secco, condensalion
capocchia accecata, rivet t fraise.
par contact.
Chiorolo, o ceppo scorritojo, glissoir, charnim. Condotta, o regolazione del fuoco, durata del
Chiudimento, cxclusion du tiroir.
fuoco, chaufl', chaufl'age.
Cicloide, cycloide.
Condotto,conduit. Condotto, otubo degresso_
Cielo, volta, ciel. - Cielo, 0 volta di fornello,
o desaurimento, conduit dvacuation.
o di focolare, ciel de foyer.
Conduttibilitz, conductibilit.
Cilindro, cylindre. - Cilindro, corpo, camera Conduttore di calorico, conducteur de calorique.
di tromba, corps da pompe. - Cilindro oscil Conccare, spingere, o mettere in movimento,
lante, cyllndre oscillant. -- Cilindro da rifen
chasser, mener.

dere, rouleaux fendre. - Cilindro rove

Congegnatore, ajusfeur;
Congegnamento, ajustage. - Congegnare, aju
Cima a cima. bout.
\
stex. - Conguayliare, pareggiare, far com
Cimasa, comiche.
baciare, aeurer.
Cinghia, correggia, cingolo, courxoie.
Congiungimento, o commettitura a lembo. od
Cintura per vapore, canale annulare , canal
a labbro, joint collet. - Congiungimento
annulsure.
a manicotto, ad astuccio, a gotta, joint
Ciocca, sedile, paler. - Ciocca mobile0scor
douille.
retole, palier mobile.
Conguayliare, aleurer.
sciato, cyliudre renvex-s.

I)

Conjugato, collegato, connesso, conjugu.


Cono a cono, conico, cne cne, conique. Cono di sfregamento, cne de friction.

di cacciata, dent supplmentaire. - Dente


di ruota dentata, dent de roue en boia. Denti disposti ascaglioni, dents tages. - '

Contatore, compteur. '


Denti obliqui, o di schiancio, dents obliques.
Contrasibne, ristringimento, contractou.
Dentiera cremastro, crico. a dentiera, cric
Contrappeso della valvola di distribuzione,concremaillre.
I
_
tre-pmds du timir.
; Denudare il metallo, dcaper. - Denudazione
Controchiavetta, controbictta, contro-lavette.;
- Controdadn, contro-crou.
I
Contwchiodaja, boutrolle.
Contropeso, contra-poids. -- Contropeso dell'eccentrico, contn:-pids de lexcenlrique. Contropeso di raloola di sicurezza, contro- 1
puids de soupape de srel.
Contropressione, contro-pression.
Controspina, mandria de forge. - Controspina
a solchi, mandria . raes.
Contento, cerniera, cart.
Convertire il ferro in acczjo, cmenler.

del metallo, dcapage.


Diaframma d:l tubo di scarico dellatromba
ad aria, rliaphragme.
- .
Diagramma, o curva dindicatore, com-be din
dicateur.
Digmetro c'ettivo delle ruote, diamtre eeclif
es roues.
Difesa, battitojo, o scontro, gavde, main-cou
rante.
Digestore, digesteur.

Dilatasione, dilatation.
! Dinamica, dynamique.

Copiglia, cavicchia, goupille. _ Copiylia, 0' Dinamometro, dynamomtre.

vite imprigionato,

risonnier.

Coperchietto, chape p ate.

Di pianta, di casta, de champ, de camp. - Di


schiancio,

dongl.

Co;:erchio,couvercle. - Coperchio delcilindro, Disco, disque. - Disco centrale, tourteau. w


couvercle du c_vlindre. - Coperchio di bocca-
Disco a citi di torno, mandrin vis.
Di
portello di carbone, plaque de non do charbon.
sco universale, mandria univerael.
- Coperchio di tromba ad arza, couvorcle| Disegno lineare, dussm lnaire.
de pom e fa air.
; Disimbracare, disimboccare, disinnestare, de
Coppa, o imbuto del sera, gret graisser.
sembrayer.
Coppaja, coppa, disco del torno, mandrin.
!Dismanigliare, sconnettere, dmaniller.
Co rigiunte, o banda di commettitura, bande Disscccazione, essiccazione, asciugamcnto, s
e jonction.
! chage.
Copriralla, chapeau de palior.
Distillare,ristiller.-Distillasione, distillatiou.
Corno d'incudine, bigorne.
Distributore a sdrucciolo despansione, Iir0ir
Corona, convonne.
de dtente.
Corpo, cilindro, camera di tromba, corps de Ditale, virole.
pompe. - Corpo dl caldaja, corps de chau- Dormione,parameszale,scassa della macchina,
dire.
carlingue de la machine.
Corrente, tiro daria, tirage, appel.
Dritto del limone, lambot du gouvernail.
Carriera a vapore, paquebot.
Duttilit, ductilil.

Corsa dello stantu o, course du piston. - Corsa


della valvola
i distribuzione , course da
tiroir.
E
Corso di bordature, di fogli di lamiera. visure
de tle. - Corso di amma, courant de amme.
Corretta a vapore, corvette vapeur.
Ebollitojo, bouilleur.

Cosce (sop arti del torno), pozxpc.

Ebollizione, ebollimento, bullition.

Costiera 1ei bauli delle ruoteo dei tamburi,


longis de tambour.
Costola, rinforzo, modanatura, orlo, nervure.
Costola ad augnatura, costola augnata, biseau.
Costura, cucitura, commessura, couture.
Cotone, coton.
Crico a vite, crc vis.
Crocera, eroi: de Saint-Andr.
Crogiuolo, creusot.
Cucchiajo per squagliare il piombo e per altignerlo, cuillre sonder.
Culestrello, aslicciuola, entre-tvoise.
Cuneo, coin.
Cupola, cappello, capitello, dme.

Eccentricit, excentricit.
Eccentrico, aiguille, excentrque. - Eccentrico
a cuore, noix excontri ue on coeur.. '
_
Effetto dinamico, e'et ynamique. -' Effetto
utile, forza effettiva, lavoro, eet utile.

E/usso dei liquidi, scolo dei liquidi, cou


lement.
Eqresso, vacuation, duction.
Elasticitd, lasticii.
Elice, hlice. -- Elica ropulsore, elice pro
pellente, hlice propu sive.
Elicoide, hclicode.
Ellisse, ellips.
Embolo, piston plongeur.

Curro, rouleau.

Epicicloidc, picyclode.

Curva, bracciuolo, courbe.


Equilibrare, mettere in bilico, balancer, faire
Curcar le lamiere, cintrer les tles.
tourner.
Cuscinetto, rolla, coussnet. - Cuscinetto ma- Erezione, monta e.
drevite, mxe de pas de vis.
Esaurimento, ex ausion.
Cuscino di vapore, matelas de vapeur.
Esclusione, exclusion du tiroir.
Espandersi, dilatarsi, se dtendre.
Espansione, dilatazione, expansion, dtente, di
.)
latal_ion. -_ Es ansione ssa, dtente xe, 0u
da Uroir. spansione variabile, dtcnte
variable.
Dado. chiocciola. crou. -- Dado. o chiocciola Esplosione, exploson.
di sicurezsa, contre-crou'. -- Dado scorre- Espurgare, faire lestraction.
cole del settore guida, glissire da tourillon Essiccazio-ne del vapore, schage de la vapeur.
de 1iroir.
Etere, ther.
Dacanzale di fornello, sole, ou t_able de foyer. Evaporare, caporare, vaporer, vaporiser.
Densit, peso specico, densite', p01ds spcique. Evaporazione, vapox-ation.
Dentato, dent. - Dente, dent, ergot. - Dente

Fornello a manica. fourneau manche.


Fornelli soprapposti, o su due le, foyers su
F
perposs.
Forno, four. - Forno, fornetto, focolare,
Fabbro, l'orgeron. forgeur.
foyer. - Forno, o fornello fumitoro, fo_ver
Faccia, pan. - Faccia, o piastra di luce, od
fumivore. - Forno, o fornello a riverbero,
oricio del cilindro, bande du c_vlndre. fourneau reverbre. - Forno, o fornello da
, Faccia, opiaslra della valvola di distribu
riscaldare, four . rchau'ex.
zione, barrette, bande du tiroir.
Forza, force. -- Forza dedotta dallindica
Falda della valvola di distribuzione, recon
tore, pussance par l'indicateur. -- Forza di
vrement du tiroir.
iguarciamento, forco tendant dchirer. Falsarsi, storcersi, lre fauss, se fausser.
orzo effettiva, puissancxa eeclive. - Forza
Far rinvenire l'acciajo, raddolcire la tempera,
indicata, puissance par l'indicatour. -- Forza
revenir, {aire revenir, recuire.
,
nominale, puissance nominale. - Forza mo
Far vapore, aver vapore, fare monter, avur
trice, puissance motrice.
de la vapour.
Fossa da modellare, fosse . moulexu
Fasciatura, fodera, rinfoderamento, soulage, Frantumi di carbone fossile, menu.
bolle.
Fregata a vapore, frgate . vapeur.
Freno, ein. - Freno dinamometrico, fren
Fastello, pacchetto, massello, paquet.
Feltro, feutre.
dynamomtrique.
Femmina, femelle.
Fucina, forge.
Femminella, branzino, ora audino.
Fuga. alla, vena, -tr'apelamento docqua,fuile.
Fenditura, fessura, fonte, ssure.
- uga, trapelamento, scolo, fuitc.
Foriloja, passe doutil. -- Feritnja per chia Fulcra, portee, portage.
tetta, mortase. - Feritoja di guida, cou Fuligine, Buia.
lsse, guide xe.
Fumajuolo,chemne. -- Fumajuolo a cannoc
Fermo, scontro, battitojo, toc, buttoir, paquet.
chiale, chemine . coulisse.
Ferruccio, fonte da fer.
Fumivoro, fumivore.
'
Ferrata, cerchiate, legato con ferramenta, fer Fumo, fume.
Fuochi. indietro . poussez les l'eux au fond!
ret.
,
Ferratura, ferramenta, ferrement.
I'uoclusta,
scaldatore, chaueur.
Ferro, fer. - Ferro a T, fer T. -- Ferro Fuoco, feu.
, ,
angolare, o da cantonale, cornire. - Can
Fuori squadra,fs_iuss-_ uerre, oblique, dangle.
tonate di ferro a doppio T, fer en double Fusibile, fondabzle, quI le.

T. - Ferro da forno agrano dorzo, grain Fusibilit, fondibilit, fusibilit.


Fusione, liquefazione, squagliamento, fusion.
fer . cheval. - Ferro fesso in rerghe, fan Fuso, asse, sala, tourillon. - ,Fuso, collo di
ton. - Ferro galvanizzato, ferro zincato,
albero, pnrte das-bre. - Fuso con anima, o
fer galvanis, zingu. - Ferro martellato,
vuoto, creux, coul en creux. - Fuso del
sto/fa fucinata, ferro dolce, fer martel. torno, mandria du tour.

dorge. - Ferro di catallo, zampa doca,

Ferro a cantonale, a Z, covnire en Z. -

Ferro per scalafatare lo stucco, mastice, ci

seau masliquer. - Ferro piattino da cer


chi, capivolto, cerchio, feuillard. - Ferro
saldato, o masse/lato, fer soud, corroy. -

Ferro temperato in cartoccio,od in pacchetto,


fer tl'emp en paquet.

Galleggiante, otteur.
Galleria di cnldaja, cameau.

Galvanismo. galvansme.

Fiamma, vampa, amme.

Gancio a vite, sta/fa, trier. - Gancio a vite

Filo da cavo,

di rame, fil de cuivre. - Filo di ferro, l

per pale di ruota, boulmg cr_-oc pour nube.


Gas, gaz. - Gas esplodente delle cave, grisou.

di: fer. - Filo di ottone, l de lailon.

Generatore, gnratcur.

tre/alo, l de chauvre. - Filo

Fior di zolfo. eur de soufre.


Fluido, liquido, fluide.
Flusso, fondente dei forni, ux, fondant des
fourneaux.

Gettare in forma, couler.


Getto, zampillo,jet. - Getto dinjczione, o di
condensazione, injection. - Gotto in gusci,

de miroir.
Focolare, atre, foyer.
Foderare, o rivestire di feltro, feutre1.

rainure.
Ghiera, cerchietto, virole, fretta, douille. Ghiera del martello, abras.

Folle, girevole, sciolto, mobile, fou, folle.

Ghiotta, leccarda dolio, auge huile.

Fondere, liquefare, squagliare, fondxe.

Giardinetto del tamburo, jardin du tambour.


Ginocchio, bracciuolo, geuou, courbe.

coulage en coquille.
Foro di lente, o di specchio, foyer de lentille, Gola, cavetto, scanalatura, incavatura, gorge,

Fonderia, fon exie.


Fonditore, gettatore, fondeur.

Fondo del cilindro, fond du cylindre.


Forbicioni, foglialamiera, cisalle.
Forcella, faraone, inforcatura, enfourchement.
Forma, moule.

Forma da anime, forma di noccioli, bote


{aire les noyaux.

Girella, ulc_qgia, carro, poulio, galet. -_Gi


retta

sfregamento, roulette.

Girello-no. rondelle.
Giunto, congiugnimento, 0d innesto a mani
cotto. od astuccio, emmanchement d0uille.

- Giunte, giuntura, connessione universale,


joint univemel.
.
Formaviti, machino ltrer.
Giuntura, assembla e. - Giuntura ad astuccio,
Formare, fare una vite, ltrer. -Formarc il
amartelletto o a espansione.jont douille,
verme alle chiocciole, tarander. - Formare
glssant. - Giuntura, commettilura con car
le riti con cuscinetti a madrcviti, laraudcx.
tone, joint au carton. -- Giuntur'a scorre
- Formare un orlo, un risalto, burder.
vole, jm'nt glissant.
Formato con anima, o con nocciolo, creux, en Giuoco, libert, azione, allentamento. jeu. Giuoco, lasco, latino, ai, ayant du jcu. creux.
Giuoco longitudinale ella stantuffo nel ci
ornello dafnamento a riverbero, fourneau
lindro, libert du cylindre.
puddler.

7
Gola, o base del fumaqulo, culotte, ped de
chemine.
Gomito di tubo, coude de tuyau.
Gomma elastica vulcanizzata, caoutchouc vul
canis.
Gorgiera, collet.
Grate, piombaggine, piombagine, graphite.
Grand'occhio dei manubri, o manivelle, oeil
de manivelle da ctd de larbre.
Grano, cuscinetto, grain, coussinet.
Grano, gotto,anello diguarnizione della tacca,
o cocco della sprone, garniture denclanche.
Grasso, seno, graisse. - Grasso di majale,

Indietreggiare, andar indietro, marcher on


arrire.
Indurire un metallo,o serrar un grano, crouir.
Inerzia, inertie.
Innesco-re una tromba, allumer une pompe.
Inferriata, grille de foyer.

Grinzare, scalfire, gripper.

Irradiazione, rayonnemeut.

Ingorgo, ingorgamento, engorgement.

Ingrassare, oleare, graisser.


Injezione, injection. - lnjczione della stiva,
injection de la cale.
.
Ingresso, admission.
Innescare la macchina, purger.
Innesto, conlisse. -- Innesto poligonale, man
distrutto, saindoux.
chon dembrayage pans. - Innesto, ri
Greta di bocca, portello di carbone, grille de
mando, trasmissione di movimento, commu
eharbon.
nieation de mouvement.
Graticciuola, pigna dinna/atojo, crpine.
Intercettare, d.":tendre.
Graticola, grata, inferriata, grille de foyer. - Intervallo delle luci, entre-deux dee orices.
Gratinola automatica, 0 mobile, grille mobile. Introduzione, ingresso, introduction.
- Graticola girevole, grillo tournante.
Invitare, viser.
Gravi cadenti, corps tombants.
Involucro, enveloppe.
Gravit, peso_ pesanteur, poids.
Ipomoclio, portee, portage.
Grua, potenza, grue.
Grassume, untume dei colli, alberi, fusi, aree.
chioni, cambouis.
Guancialino di manovella, touche de manivelle.

Guardapetro, conscience.
Guarnire, o mettere una bronzina, un grano, Lama dacqua, lame d'eau.
Lumbicco. alambic.
un gotta, un anello, garnir.
Guarnizione, paterna, o baderna, garniture. - Lamiera di ferro, tle. -- Lamiera corrugata.
tle piisse, gaufire. - Lamiera di ritagli,
Guarnizione di canapa, garniture on chan
tle da re nuros.
vre. _ Guarnizione, guarnitura, paterna,
metallica, garniture mtailique.

Laminarc,

nminer.

Guida, scorritojo, guide. - Guida circolare, Laminatojo, laminoir.


are condncteur. -- Guida del parallelo Laminzr'onc, laminage.
grammo, guide du ralllogramme. - Guida, Lancia, coperchio di tamburo, canot-tambour.
Larghezza, o altezza della valvola di distri
o gamba di calvo a, uide de soupa .
buzione, hautenr da tiroi'r.
Guscio di caldaja, enve oppe de chaudiare. Guscio, o cassa di chiave d'acqua, boisseau Lastra da spianare, o specchio di verica
zione, o retticazione, marbre d'atelier. da rubinet.

Lastra dei tubi, o d'intestatura, plaque des


tubes, on de tele. - Lastra, o piastra di

fondazione, o di base, plaque de fundation.


Latta, fer-blanc.
Idraulica, hydraulique.
Idrodinamica, hydrodynamiqub.
Imbiettare, calzare, cuneare le ralle, o piu
macciuoli, dresser, calar les coussinets.
Imboccamento, o incastro di denti, engrenage.
Imboccarc, imbroccare a innesto reciproco,
engrener.
Imbracare, imbracciare, imboccare, embrayer.
Imbracatojo, imbracamenlo, innestamento, em
brayage.
Imbracatura rovesciata, innesto rovescio, em
brayage renvers.

Lotti, loppe, scorie, laitier.

Lavatura del minerale, lavage du minral.


Lavoro, travail.
Leccarda, auge huile.

Lega, alliage.
Legare, assicurare, stringere con chiarello,
clavetter. -- Legare, cerchiare, stringere

con ferramenta, ferreter.


Legna da ardere, boia (comme combustible).
Legnuolo, toron.
Lembo estremo di lamiere, about de tle.
Lembo, o collaretto, collarino. labbro.

Impiantamento, erezione, montage.

collerette, collet. -- Lembo sporgente, o lab

Impiantare, montare, mon_ter.


Impiantatore, montenr.
Impugnatura, poigno.

bro di cilindro, collette du cylindre. - Lembo,


orlo, labbro di tubo, collet ou bride de tuyau.

Incagliare, esser incagliato, engager, gommer,

tre engag, gomme.


Incanalotura, incastro, rainure.
Incastrare, incassare, mortaiser, encastrer.

Incastro, incasso, mortaise.


.
Incatenare, collegare, soutenir par destirants.

Leth d'impianto, plaque de fondation.


Leva. manovella, levier. - Leva dellinjczione.
lever d'injection. -- Leva dello sperone del
l'eccentrico, levier de la delanche. - Leva

di primo impulso, levier de mise en train.

- Leva di valvola di sicurezza, levier de


soupape de sret. -- Leva, menatojo, ma
Incavigliare, mettere chiavarde, boulonner.
nico di tromba, brinquebalie.
Inceneramento , cendrago, noir-cisseme'nt dea Lecar dinnesto. d.'-conjuguer.
Lima, lime. - Lima da sgrassare, quadrel
moules.
Inchiacettare, stringere, elavetter.
Ione. carreau.
Inclinazione, inclinaison.
i Limatore, limenr.
Incoccare, accoccrtre, senclancher.
|Limatura, limaille.
l Linea dei centri, o dei punti neutri, point mori.
Incorsatojo, bouvot.
Incrostazioni saline, incrustations salines.
-- Linea punteggiata, ligne ponctue.
Incudine, enclume.
Liquido, liquide.
Lisciare, smerigliare, roder. - Lisciare per
Indicatore, indicateur.
Indice galleggiante di manometro, bonhomme.
fregamento due metalli, adoucir.

8
Lisciatojo, o brunitojo, smerigliatojo, polis
soir, rodoir.
Listare, far un risalto, border.
Listello, pianettb, striscia daggiustamento,
baguette dajustage.
Livello, niveau. - Livello di muratore, archi
penzoln, niveau de magon.
Locomolita, locomotive.
Loto, o sarore di stagno, pote dtain.
Lubrica re, lubrer.

Lubricatore, vasetto dell'olio, lubreur, godet.

manche. - Manico della leva di primo im


pulso, allunga de la mise en train.
Manirotto , astuccio , mortaletto , manchon ,
douille.- Manicotto di sconnessione, dsem
bmyage.-Manicotto aviteper commettiture,
douille laraude.
Maniglia, manille.

Manicella, manubrio, manivelle.


Manometro, manomtre. - Manometro a mer
curio, ad aria libera, manomtre marcare,
. air libre. - Manomrtro a mercurio, ad

aria compressa ed a sifon:, manomtre 3:. mer


nique.
cure, a1rcomprim et sphon. - Manome
Lubricazione, graissage.
tro metallico a lamine di Desbordes, mano
Luce della valvola, orice du tiroir. - Luce,
mlre metallique . lamire de Desbordes. od orifizio obliquo, o di schiancio, orice
Manometro metallico di Bordon, manomtre
oblique. - Luce di chiave dacqua, trou de
metallique de Bordon.
robinet.
Montice, souiet.
Lutare, lotare, luter.
Manubrio, manette.
Luto, lut.
Marca di puntino, coup de pointeau.
JIarcare con gra/fetto, trousquiner.
-- Lubricatore automatico, lubreur mca

Marchio, forma, matrice.

Il

Martellare, indurire, serrare il grano, mar


teler.
Macchina, ingegno, machine. - Macchina a Martellatura, martelage.
combinazione di vapori, machine va eur Martellino, picche.
combine. - Macchina a campanile, mao ine Martello, marteau. -- Martello da spianare.

en clocher. - Macchina ad alta pressione.

marteau planer. - Martello di contrasto,

machine baule pression. - Macchina ad


alto bilanciere, machine balancier sup
rieur. -- Macchina ad aria scaldata. machine

Martello da fucina da fabbro, marleau il

sir chaud. -- Macchina ad astuccio, o fo


dero, machine fourreau. - Macchina a di
sco, machino disque. - Macchina a dop io

abaiage. - Martello da ribadire, rivoir. main.

'

Martinetlo, martinello, vrin. - Martinetto


a dentiera, o cremastro, martinello a vita,

cric a crmaillre, cric vis.

effetto, od azione, machine . double e et. Maschetla, coscia, sponda, mchoirn, jouo.
- Macchina a doppio astuccio, o fodero, Maschio, pernio, pergoir, scie. - Maschio da
vite, taraud. - Maschio di chiave dacqua,
machine double manchon. -Macchina a dop
noix, ou clei de robinet. -Maschio a bottone
pia trarersa. machine . double traverse. del raggio del arallelogramma, tour-illon
Macchina a doppi0 cilindro, machine double
da bras de l'appof - Maschio, o pernio' di
cylindre. - Macchina a movimento di leva
manovella. bouton de manivelle. - Maschio,
angolare, machine mouvemont de sonnette.
o pcrnio del manubrio della valvola di di
- Macchina a movimento planetario, roue

plantaire. - Macchina a semicilindro, ma

stribuzione, bouton de manivelle du tnoir. -

Maschio, o pernio a molinello, bouton m


1illon. - Maschio per piegare il ferro, man
drin 51 colonne. - Maschio portornirc,goujon.
a stantuffo annulare, machine piston an
-- Maschio uguagliatojo, louche.
nulaire. - Macchina atmosferica, machiue
aimosphrique. - Macchina, attrezzo, uten Massellato, corroy,
sile. outil, machine. - Blacchm ausiliaria, Massellatura, il massellarc il ferro, coxr0yage
du fer.
machine ansiliaire. - Macchina a vapore
marina, machine marine. - Macchina con Massello, pacchetto, masso, paquet, lopin.
bilanciere a snodatura oscillante, machine hlassimo di densit, maximum de densit
Mastice, stucco, mastic.
bulancier libre. _ Macchina d'acciaccare, bo
card. - Macchina da contornare. o pialla da Mastico. o stucco di biacca, o cerussa, mastic
la cruse. - Mastico, o stucco pel rame.
contorni, machine raboter. -Macchina da
mastic pour le cuivrc.
piallare, machine . plancr. -- Macchina da
uguagliare, o terebratojo, machine percer. Mastiuolo, ago darpione, goujon, tenon.
- A[acchina a scanalare ed incastrare, ma Matarozza, matterozza, masseiote.
chine mortaisei. - Macchina di Wolf. o a Mattone, brique. - Mattone refrattario, mat
tone apiro, o infondibile, brique riracairo.
media pressione, machine mo_venne prossion.
_- Macchina locomobilc portatile, machine lo Mazza da fucina, martoau devant.
comobile. - Macchina semirotatica, machine Mazzeranga, dame.
Mazserangare, damer.
dormi-rotative. -- Macchina rotatoria, ma
chine rotative. - Macchina da curvare le Meccanismo, mcanisme. - Meccanismo, con
gegno di rimando, o trasmissione di movi
lamiere, machine cintrer les iles. - Mac
mento, renvoi, on transmission do mouvemenr.
china so/ante, macchina mantice, snferie.
-- Meccanismo di primo impulso a mano.
Macchinetta a vapore di primo impulso, ma
mise en irain.
chine de mise en train.
Macchinista, meccanico ingegnere, mcanicien. Mensola, peduccio, support, console.
Mercurio, argento vico, mercure.
Madrevite a piastra, lire.
chine demi-cylindre. - Macchina a semplice

e/fetto, machine simple e'et. - Macchina

Magaz:ino del carbone, acute charbon.

Metacentro, me'tacentre.

Maglia conduttrice, menoite, chapc.


Maglio, battiferro a vapore, martean vapeur.
Malleabile, mallable.
Malleabit, mallablit.

Metallo bianco, mtal blanc pour conaainet. Metallo da spe0chi , mtal de miroir. Metallo giallo, mml de muntz. _ Metallo,

Maneggio, manovra della macchina, manoeuvrg.

Mettere a caldo o rovente, mettre chuud.


- Mettere infondo, emboutir. - Mettere in
innesto, embrayer.

Manico, impugnatura, manetta, maniglia, p01

gne, manette, manche. - Manico di maglio,

o bronzo da campane, mial de cloche.

Mezza forza! adagio, adagio! marchez douce


meni.
'
Miniera, cava di carbone fossile, houillre.
Minio, minium.
Modanatura. moulure.
Modellamento, moulage, moulure. - Modella
mento con sabbia asciutta, o da stufe, mou
la e en sable sec.

Mo ollare, o formare la forma, mouler.


Modellatore, formatore, mouleur.

Ossidare, oxyder.

Ossidazione, oxydaiion.
Ossido, oxyde.

Ottone, laiton, cuivre jaune.


P
Pajuolo della caldaja, parquet dea chau'eurs
- Pajuolo, pianerotto, lastra, lamiera di

Modello da forme, modle.

pajuolo.
rquet, plaque de
squet.
Moderatore, o regolatore a forza centrifuga, Pala. badil aube, palette, pe le. - Pala ar
ticolata, nube articule. - Pala dell' alice,
modrateur centrifuge.
Molecola, particella, molcule.
eile dhlice.
Jifolclte a punte, bec corbin.
Palmola, noce despansione, come da dtente.
Molinello, verricello, moulinet, treuii, vireveau. Polo a pie di porco, pince. -- Palo da riba

Molino da sabbia per fonderia, machne pul

dire, mandi-in dabatage.

vriser les terres.


Molla, ressort. - Molla da vetture, masort
lat. - Molla ad elica, o spirale, ressort
' oudin.
Mollette, pinzetta, tenaillee.
.
Momento, moment, quantit de mouvement.
Montare, monter.

Pane della vite, iet de vie.


Paracolpi, re ussoir.

Montatore, monteur.
Morso, tau. - Morsa a gamba, au pied.
Mortaletto , boite. - Mortaletto, bronzina,
femminella, crapaudine.
Moto alternato, mouvement de va-et-vient.
Motore, forza motrice, moteur.
Movimento, moto, mouvement. -- Movimento
a leva angolare, mouvement de eonnette. -

Movimento a rovescio, mouvement renvers.

Parafuoco de. cenerario, cran de cendrier.

Parallelogramma, paralle'lo ramme.


Paramezzale, o scassa, car in ne.

Paranco. 0 ta Zia di ferro, pa an en fer.


Paratia di col aja, cloison tx-ansversale da chan
dire. - Paratia, stagna a prova dacqua,
cloison tanche.
Pareggiare, ugua liare, metim afeurer.
Passo di vite, de ice, di ruota dentata, pas de
vis, dhlice , de roue dente. -- Passo cre
scente, as Croissant.
Paterno i gomma elastica, garniiure en caout
chouc. - Paterno, o baderna di guarnizione,
tresse de garniture.

Movimento di ma e vieni, o alternato, mou Pedale per aprire le valvole, pdale pour ou
vement de va-et-vient.
'
vrir les eoupapes.
Mozzo, tourteau, moyeu. - Mozzo, 0 stella di Peduccio, sostegno, mensola, support. - Pe
duccio della traversa di graticola, support
ruota, tourteau de roue.
da sommier.
Pendolo conico, enduie conique.
N
Penna di martel o, penne de marteau.
Perno, bouion. - Perno di valvola a cerniera,
Naso del fuso del torno, nez de tour.
broche de clapet.
Navigazione apapore, navigation vapeur.
Pertica, od arco di torno, perche, on arc de
Nero di piombo, grate, piombaggine, plom
tour.
Pesaliquidi, pse-liquide.

bagine, graphite.
Nettare, ripulire la lima, dgraiseer une lime. Peso, 0 carica della valvola di sicurezza, charge
Nocciolo, noyeau. -- Nocciola di chiave dac
de la. son pe de srei.
,_
Peso speci co, densit, pesanteur spc1que.
qua, noyau de robinet.
Nottolino, castagna, cliquet, linguet.
Pettine da tagliar viti, peigne.
Numero dei colpi di stantuffo, nombre des coups Pezzo, lopin.
de piston.
Pezzo concavo, pice creuae.
Pialla meccanica, machine . planer.

0
Occhio, oeil. - Occhio, della traversa, douille
du milieu da T. -- Occhio del martello, o

mazza. emmenchure. - Occhio del maschio,


o pernio di manovella, oeil du bouton de ma
niveiie. - Occhio. disco, stella, oeil, disque.
- Occhio, od anello a vite, piton vis.

Piallare, spianare, glaner.


Piallare le facce de cilindro, planer les ben
dee da cylmdre.
Pialletto, rabot.
Pianatojo, mattoir.
_
Pianerotto, opajuolo della macchina, charpente
de le. macbine.
'
Pianetto,o listello dimpiantamento,0 (l'aggiu

:tamento, baguette d ajusta e.


i distribuzione,

Oggetti di ferraccio, oggetti fusi, o di getto, Piano inclinato di valvola


plan inclin da tiroir.
coniuge, coule.

Pianta, projezione orizzontale, plan, piojection


Olio, huile.
Orale, soue.
horizontale.
Ordinato. ordonn.
Piastra, banda di collegamento, bande de chan
dire. - Piastra di fondazione, o di base,
Ordinate di ferro, couple, membrure on far.
Orecchio, sporto, oreille, support.
plaque de fonda/don. - Piastra di congiu
Orecchione fuso, asse. sala. tourillon, ere. gnimento, o di commettitura, plaque de jonc
Orecchione, o fuso dellestremit dellalbero,
tion dcart en tie. - Piastra della bocca
tourillon de bout dambra. - Orecchione, tubo,
di uarnitura, plaque de trou, de garniture.
tu_vau de tourillon.
- iastra dintestata dei tubi, piaque de lte.
Orizio, boccolare, luce, orice, lumire. - Piatto di un pezzo, piat dune pice.
(Jrizi0, passatojo, tubo di aspirazione, 0 Picchierello, picoche.

rice, tuyau daspiration.

Piegare, curvare, inarcare, centinare, cintrer.

Orlare, listare, far un orlo, far un risalto, Piana, o testa di uguagliatoja, o terebratojo,
border.
iourteau dalsoir.
Oscillazione, oscillation.
Pilastro, pilastro.

10
Pinzette, bec . corbin.
Piombaggine, plombagine.

Piombo, plomb.

Raffreddore, rinfrescare, refrodir, raftalchr.


Raggio, ra on.
Raggio de parallelogramma, bras de rappel.
Raggio di ruota a pale, rayon de roue aubes.
Raggio, o manovella delparallelogramma, bras
de rappol.
Rag io, rossa, rayon, croiaillou.
Ral a, o piumacciuolo, coussinet. - Rolla, o
piumacciuolo del fuso_ dellalbero della
ruota, chaise de larbre de la. roue.

Piritc, pyrite.
Pirometro, pyromtre.
Piroscafo, bastimento a vapore, vapeur, s. m.
-- Piroscafo gemello, bateau vapeur double.
- Piroscafo orta ordini, aviso vapeur.
Piumacciuolo ella spinta dell'elice, pousse,
bute de lhlice.
Polviscolo di carbone fossile, poussire.
Rame, cuivrc, cuivre rouge.
Porta, portello , sportello di fornello, porte, Romina del sevo, bouilloire suif.
_
'
porte de foyer. - Porta, portello del cene Rare{azione, rarfaction.
rario, porte du ccndrier. - Porta, portello Raso iare, ripulire la carena , gratter la ca
del carbone, orto de soute. - Portascal
rne. -- Raschietta , spazzetta per carena,
pello scorreva e, porte-outil mobile. -- Por
goret pour la carne.
tello della bocca dingresso, plaque de trou Rassettamento, dressage.
dhomme. - Portello di bocca dispaccio, Rattoppare con pezze di lamiera, mettre une
porte de trou de sol. -- Portello, maschio,
placa la tle.
Reattivo, ractif.
obturateur.
\
Reazione, 1action.
Posare in falso, porter faux.
Posto, o camerino dei macchinisti, poste des Recipiente, rcipent.
V

Recipiente, o regolatore ad aria, rgulateur


mczmiciens.
an.
Potenza di vaporizzazione , puissance vapo
Refrattario, apiro, rfractaire.
ratoire.
Refrigeratore, rfrigrateur.
Pozzo dellelice, puits de lhlice.
Reggiralla, alliet,porte-coussinet. .
Precipitato, prcipil.
I
Preczpitazione salina, sedimento salino, dep6t Reggiscalpel o, o portascalpello scorrevole, cha
no .
de nel.
Premibaderne, presse-toupe, conssinet. - Pre Registratore, contatore, compteur.
.
mibaderne a collare, presse-toupe couroune. Registro scorrevole, registro coulsse, de che
Presa del fumajuolo, culotte de chemine.
mine. - Registro scorrevole del fumajuolo,
Presella, o spina .da bucare, chasse percer. registre coulisse de la chemine.
Regola, riga, sagola elastica, rglet.
Presella piana, chasse parer.
Pressione, pression. - Pressione e ettiva della Regolare, moderare, guidare, rgler.
stantuffo, pression eective. - ressione, o Regolatore, moderatore, rgulateur, modra
tensione totale, pression totale.
tour. - Regolatore automatico dalimenta
mento, lgulateur alimentaire. - Regolatore
Pretella, lin otire.
Primo macc inista, premier mcanicicn.
di mantice, rgulateur de soufet. -- Regola
Prolare, tracciare, proler. - Prolo, alzata
tore alimentario, o dellalimentamento, r
di anco, prol. -- Prolo a fuso, planche
gulateur alimentaire.
Regolazione, re'gulation.
trousser.
Projettamento, strascinamento , sbru/fo dac
Residui di combustione, scories.
qua, projecton.deauu
_ .
Resina, colofonia, rsine. _
Projezione, projection. - Pr01eztone verticale, Resistensa, rsistance. - Resistenza, 0 forza
projection verticale, lvalxon. - Proge;zone
dei materiali, xsi5tance des matriaux.
orizzontale, projection horizontale.
Riaggiustare, rimendare, redrcsser.
Propulsione , propulsion.
Riavolare, rastrellare, ringarder.
Riavolo a marra, o a rastrello, riugard,rouable.
Iropulsore, propulseur.
Prova, esperimento, esperienza, preuve.
Ribadire, viver. - Ribadire collo stampaca
Puddlare, o poltigliare, puddler.
pacchie, boutroller.
Puliga, o pulica, soulure, globule_.
Ribaditojo, machne river.
Pulsata, colpo di stantuo, pulsahou, coup de Ribaditore, riveur.
Ribaditura, rivu1e.
piston.
Pulsata rivolutiva,o coppia di rotazione, cou Ribattcro, trave di ribalzo , scontro elastico,
ple de rotation.
robot, buttor des machines dpuisement.
Punto di torno, poiute de tour.
Ribuzzare le lamiere, mater.

Iunteggiare, pointer.
Ribuzzo, matoir.
Puntello di maglio, 0 battiferro, chandelle de Ricalcato, ferro ricalcato, fer refoul.
Ricuocimento, o raddolcimento, recuit.
martinet.
Puntino, pointeau.
_
Rzzmpire la caldaja, faire le plein de la. chau
Punto di rapporto, coup de pointeau. - Punto
ire.
neutro, punto morto, point mort.
Rientrare le pale, rentrer les aubes.
Pustula, paille.
Rifenditoio, o fenditoio da ferro, fonderia.
Riessione, rexion.

.IQ

Rifondcre, refondre.

Rifusione, refonte.
Rimando di movimenti di distribuzione, ren
Quadrellone, carreau, carrelel.
voi de mouvement du tiroir.
Quantit di movimento, quant:t de mouvement. Rimettere una macchina in assetto, dresser.
Quota, dimensione scritta, quote.
Rimorchiare, remorquer.
Rimorchiatore, remorqueur. -- Rimorchiatore
a vapore, romorqucur o vapeur.
Rimorchio, gherlino di rimorchio, remorque,
grelin de remor ne.
Raddolcirc, o ricuocere, recuire.
Rirltlfoderamento di tavole, soulage en plan
Raineria, rafnerie.
c es.
Raffreddamento, refroidissement.
Risgonamento, emboutissure.

ll
Risgonfiato, embonti.
Risgono, tondino, bourrelet, embase.
Ritiramento, ristringimento, contracon.
Ritardo, tardanza, retard.
Ritemperare, retrem 1er.
Rivestire, foderare i feltro, feutrer.

Scaldare, far fuoco, chau'er. -- Scaldarsi


dallo sfregamento, schau'er par le frutte
ment.
Scaldatore, chaueur.

Scalmento, onde di trapano, o di scalpello,


brontage.
Rivoluzione, giro, rvolution.
Scalre, screziare, ondeggiare, brouter.
Rocchetto, pignon. - Rocchetto a lanterna. Scaltlure, onde, 0 colpi i trapano, brontage.
pignon lanterne. - Rocchetto conico, o dan Scalpello, burino, burm. - Scalpello a becco
di civetta, bec a corbin. -Scal elio da anco,
golo, pignon dangle. - Rocchetto a denti
a grano dorzo, grain dorge e ct. - Scal
piani, pignon droit. - Rocchetto da incan
pello da torno a gancio, crochet de tour.
nare, bobine. -Rocchetto di dentiera, pignon
Scanalare, incastrare, engou'er.
de crmaillre.
Ron,zino, macchinetta alimentatrice, pett che Scanalatura incrociata di ralla, per olio, patte

va .

damigne.

Scanalatura , incanalatura,

Rosetta ad imbuto, o conica, fretta. - Rosetta,


incastro, minare, engoujure.
piattino, girellone, rondelle, lardon. - Ro Scantonare. biseler.
setta di guarnizione, rondelle de garniture. Scarica, sbocco, ducton, extraction.
-- Rosetta, piastra fondibilc, rondelle fusible. Scaricamento parziale, extraction.
- Rosetta di cono a, garniture en chanvre. Scaricare il vapore, laisser sortir la. va eur.
Rosticci, scorie, mc efer.
Scaricare, scaricare una porzione d acqua ,
Rotazione, rotation.
extraction (faire l). - Scaricare, spurgare
Rotismo dentato ad angolo, engrenage dangle.
la caldaja, vider la chaudire.
- Ratismo a denti piani, engrenage droit. Scarpa dei modelli, dpouille.
Ruggine, rouille.
Scatola, bote.
Ruota, roue. - Ruota a corona, roue dente Scaitare, disincoccare, dclancher.
de ct. - Ruota a denti di schiancio, per Scatto a gancio , dclic , dclanche. -- Scatto
vite perpetua, roue strie. - Ruota a pale,
dallarme, dclc dalarme.
roue aubes. -- Ruota a iuoli, o caviglie, Scivolamento, sdrucciolamento, recul.
hrisson. - Ruota d'ango o. o conico, rene

dangle. - Ruota dentata, a denti rimessi,

Scalo, orizio, sbocco, sgorga, coulement, ex

piration. '- Scola, trapelamento, stillicidio,

roue dente. - Ruota dentata piana , roue


fuga, fuite.
dente droite. - Ruota di primo impulso, Scognpartimento, stagno, compartiment, tan
roue de mise en tran. -- iuota di prora,
trave. - Ruota di scappamento, rouo d
chappement. - Ruota di fregamento, roue
frottement. -- Ruota folle, girella, roue.
folle. - Ruota movente, o conduttrice, roue
de commando. - Ruota,o rocchetta a castagna,
a paletto, roue rochet. - Ruota per cin
ghia, opuleggia di trasmissione, roue de
courroie. -- Ruota sporgente, pesante in
falso, rene on porte faux.
Risoltlella, ruotina, roue de courroie, galet, ron
e e.

c e.
Sconnessione, dsembrayage.
Sconnettere, disimbracare, levar dinnesto, d
sembrayer, dconjuguer.
Scontro di valvola ad ala, tasseau, on buttoix
de ola et.
Scoria i getto raffreddata, goutle froide.
Scorie, scories.
Scorritojo, coulisse, guide.
Scottatura, coup de feu.
Scrcpolare , fendere, spaccare, fler , fendre ,
etoiler.
Screpolatura, fessura, fenditura, flure, ssure.

Screziare, scalre, grinsarc, gripper.


Screziatura, scalttura, grinzatura, grip nre. \
Scrostare le caldaje, o staccare il sale, on ever
Sabbia, arena da modellare, sable mouler. les dpbts.

Sabbia, od arena secca, sable sec. - Sabbia Sdrucciolo, glissoir.


Secchia, coppa, piston . clapet. -Secchia, truc
verde, od umida, sable vert,
_
Saetta da trapano, foret. --Saetla da trapano,
golo, vasca, tinozsa, auge, bche.
punteruolo, o maschio per bucalamiere, per Secondo macchinista, second mcanicien.
Sedile, ciocca , palier. - Sedile, o ciocca dei
con:
piumacciuoli, o ralle principali, grand paler.
Sagom, ccntino movente, iroussoau, chantil
-- Sedile di ruota, chaise. - Sedile, sedia
lon, gabarit, jauge. ,
Sala della macchina , chambre de la machine.
di piumacciuolo, su pori; de coussinet.
- Sala, officina dimpiantamento, salle de Sedimento salino, dp t de sol.
Segmento di guarnizione, segment de garni
montage.

Saldare, sonder, braser.

Saldatojo, fer . sonder.


Saldatura, saldamente, sondare, -- dolce,
douce, - forte, forte.
_.
Sale, sedimento salino, sol, dpt de sel.
Saliscendi, loquet.
Sartia, o vento di fumajuolo, hauban de che
mine.
Saturare, saturer. - Saturazione, saturation.
Sbaoare, spogliare il getto, barber, demouler.

ture.

Segnacentri, centratore, centreur.

Sognare col grafetto, troussequiner.-Segnare

i punti di rapporto, reprer. - Sognare, de


mouler.
Segnatojo, pointe e. tracer.
Sogno, o punto di rapporto, repre.
Serbatojo, botte, core, chambre. -- Serbatojo,
cisterna, rservoir.
Sergente, arpese, sergent.
Sbaoatura, lsarbage.
Serpentino, serpentin.
Sbiecare, retticare, dgauchr.
Serrar il grano, cronr.
Scaglia, paille, battiture.
Settore graduato, secteur gradu.
Sca lioso, ferro difettoso, fer pailleux.
Settore-guida di Stephenson, arc-fendu, ou cou
Sca a di pressione, chelle de pression. -- Scala
lisse de lo. double excentrique.
di cavafango, o scala a secchia, plan inclin Seno, sega, graisee, suif.
Sfera, sphre.
de cure-molle.
Scaldamenta, riscaldamento, chau'ement.
Satare la macchina, purger.

12
Satatojo, vent. .
Sfregamento, attrito, frottement.
Sgorbia, gong-e.
Smentare, chanfreiner.
Smentatura, chanfrein, biseau.
Smerigliare, lisciare, roder, meriller.
Smeriglio, meri.

ad aria, piston de pompe .air. - Stantuffo


premente, embolo, piston plongeur.
Stare a posto, tre en place, ai son poste.
Stazza, auge. - Stana del ouoto,baromtre

du con ucteur. - Stazza, o indice del livello,

indicateur de niveau.
Stazxatura, jaugeage.
Socchmdere, strozzare il vapore, resserrer, Stella, tourteau, disque, renement.
Stz;a, o magazzino da carbone, soute char
trangler.
_
'
Soffice, perqoir. -- So/fice. cacc:atoga, repous
n.
Stivatore di carbone, carbonajo, soutier, ra
soir. - Sofce, cappuccio, soute.
moneur.
Solco, getto, zampillo, coule, fet.
Sollevare lelice, dmonter l'h ice.
Sto/fa, ferro inaccialito, ioue.
Storcere, gauchir.
Soppressa idraulica, resse_ hydxaulique.
Storto, bieco, gauche.
S0praralla, chapeau e paher.
Strabollimento, bulltion tumultueuse.
Sorgozzone, sperone, jambe de force.
Sostegno, becatello, su port. -- Sostegno di Strascinare, projettare lacqua, sbru'are, pro
amda, o guida paral eia di torno, lunotto. jeter leau.
Sostegno di pajuolo, o di pianerotto, support Strato di fondo di una caldoja, cloison deau
de parquet. - Sostegno, toppa, zoccolo del
infrieure.
Strettojo idraulico, presse hydrauliqne.
torno, poup_e de tour.
Stridore del erro, cri da fer.
Spaccato, secixon.
Spalletta, risega, paulement, ergot.- Spal Stringere, a erire, serrer, adhrer. .- Strin
letta del focolare, mur de foyer. - Spalletta,
gere una guarnizione, serrer una garnituxe.
collo, listello, collet.

Stringimento. serrage.

Spandente, dvexsoir,trop-plein. .

Stroppolo, stufa, cinghia , correggia, chape,


Spazzetta, scovolo dl ferro, couvxllon en l da
courroie, br e
Strozzare, o tralare il vapore , trangler la
fer.
vapeur.
Specchio di vericazione, membra, plaque
Staccare, cementare, mastiquer.
dresser.
.
Spegnere, o smorz_arei fuochi,temdre [es feux. Stufa, tuve, pole.
Spianare, pareggiare, pare_r.
Succhio , tarre.
Spianato'o, presella da sp1anare, marbre, pa Suola di sedile, o di ciocca, semelle de aler.
roix, c asse . arer.
Supercie di scaldamento, surface de c au'e.
Spiatojo, regar .
.

Spigola, costa, posto di costa, arte place de


camp.
_
Spillo, saetta, pmglette. _
Spina ad occhio p1i01} a vns.
Spina, punteruolo, pomsou.
Spina uguagliatoja, louche.
_
Spingere i fuochi m fondo dei fornelli, paus
ser les feux au fond.
Spira, verme, passo, opane della vite, pas,
let de vie. - Spira, 0 verme di vite sinistro,
let a gauche.
_

Spogliare il modello, dcotter, dvt1r.


Spoglio del getto, lo smodellare, dmoulage.
Sporco, sudicio, u_nto, encrass.

Sporgente in fuori, posante in falso, on porte


a faux.
Sporto, s urgente, oreille.

Sprone
el tirante delleccentrico, encoche
d'excentr ue.
Spurgo del a caldaja, extracton.
Squadra, querre. - Squadra zoppa, fausse
querre.

T
Tacca, o ciooca dello sprone dell'eccentrico,
encoche , euclanche. - Tacca dindice , re
pre.

Tacco, castagnola, taquet.


Tagliare le viti a mano col pettine, leter . la

vole, au pegne. - Tagliare, o cimare col


forbicione, c1sailler.

Taqliuolo a caldo, tranche chaud. - Tagliatolo


a incudine, tranchet.
Tamburo , bote. -- Tamburo del fumajuolo,
chemise de chemne. -. Tamburo di ruota,
tambour de roue. - Tamburo di cinghia,

tambour de courroie. - Tamburo di verri


cello, o fuso, o subbio, arbre da treni].

Tanaglie di fucina, dritte, storto, arzinghe,


tenailles de forge, droites, de ct.
.
Ta po, otturatore, tampon. - Tappa, 0 regola
ellugello, tisonnier.
'

Tardgnza , ritardo, dilazione, retard, temps

Squarciatura, falla, dchirure.


er u.
T:vola .vcorritoja della falla meccanica, che.
Stabilit, stabilit.
riot dee machmes . ra tor.
Stadera, romaine.
Sta/fa, maglia a forcella, trier. -- Sta/fa delle Telajo, intelajatura, armatura, ossatura, ca
stello
bAiis. infe
tanaglie, anel. - Sta/fa superiore, contro
riore, , chAssia
de Telajo,
fonderia.intela'atura
- Tlelajo trian
telajo, contre-chssis.
Stagnata a mano per olio, burette.
golare, chssis triangulaire.
Tempera, trempe. -- Tempera in cartoccio, o
Stagnatura, tamage. - Stagno, tain.
pacchetto, trempe au paquet. -- Tempera a
Stagnoda o stagnolosa a prova d'acqua,
bagno metallico, trempe glace.
tanche.
Stalla tico di cavallo, crottin de cheval.
Temperare, tremper.
Stamanara di tamburo, allunga de tambour.
Temperatura, tempraiure.
Stampaca occhie, contrachiodaja , estampe, Tenacit, tnacit.
Tensione. iension.

boutero e, matrice.
Stampare, improntare, estamper.

Terebrare, alser.

Stante, puntello , sorgozzone, mensola, mon


tant, console.

Terminare, far testa, abutex.


Termometro, thermomtre.

Stantuffo, piston. -- Stantu/f'o a paterna me

Terra refrattaria, terra apira, argle rfrac


tallica, piston mtallique. - Stantuffo con
taire.
valvole, piston clapet. - Stantu'o di va
Terreno carbonifero, terrain houilleur.
pore, piston vapeur. - Stantu/fo di tromba Terzo macchinista, contre-matre mcancien.

13
Testa quadra di maschio, pan carr de robinet.
Testata, di testa, about. - Testata ad arco di
bilanciere, lte circulaire.
Tiraf'ondi, tire-fond.
v
Tirante, bielle. - Tiranteprincipale, od astone
di rimando, grande bielle. -- Tirante late
rale della traversa di coda, bielle latrale
du grand T. - Tirante laterale, bielle pen
dente. - Tirante delparallelogramma, guide
du garalllogramme. - Tirante della valvola
di istribuzione, bielle du tiroir.
Tirare, tirar.

Tiro daria, tirage.


Tonnellaggio netto, tonnage libre.
Torba, tourbe.
Torchio, 0 strettojo idraulico, presso hydrau

1 ne. girare in tondo, tourner.


Torqnire,

ration. - Tubo della valvola satatoja, tuyau


de la. soupape de purge. -- Tubo del getto di
vapore, tuyau du Jet de vapeur. - Tubo del
linjezi0ne, tuyau dinjection. - Tubo .di a
limentamento, tube elimentaire. - Tubo di
diramazione del vapore, tuyau de va eur. Tubo dimboccatura, cuissard. ubo di
lubricazione, tube de graissage. - Tubo di
scarico, di scolo, di sgor o, tuyau dcoule
ment, de dgorgemeut. - ubo di scarico di
vapore, di rigetto, tuyau dvasion. - Tubo
dellacqua di condensazione, tuyau de de
charge. - Tubo essibile, manica, manichetta.
manche exible. -- Tubo indicatore del li
vello, tube da niveau.
Tufo per mastici, tuf pour faire du mastic.
Tura, btardeau.
Turaccio, tappo, bouchon.

Tornitore, torniajo , tourneur.


Tornio, tour. -- Tornio ad archetto, tornio a
mano, lo r archet. - Tornio a scorrimento,

tour c ariot.
Trabeazione, telajo, od intelajatura superiore
della macchina, parquet supxieur.
Tralare, passare alla trala, passare al ci
lindro, etirer.
Tralazione. il passare ai cilindri, lrage.
Tramezzo, intervallo acqueo, cloison deau.
Tramoggia, vaglio, crivello, trmie.
Trapanamento, terebralura, alsage.
Trapanare, bucare, furor.
Trapanatura, forage.
Trapanature, copeau dalsoir.

Trapano, terebratojo, alsoir. -- Trapano a


rocchetta, cliquet, deolio. - Trapano da mano,

bastringue. - Trapano diritto, fuseau. Trapano, macchina da trapanare, da far


buchi, machine . percer.
Trapanare, forer.
Trapelamento, stillicidio, lente.
Trapelare, far acqua, fuir.
Trasmissione del calore, transmission de la

chaleur.
Traversa 0 Ti, T, traverse, joug. - Traversa
di coda, T renvers. - Traversa di fornello,
0 sostegno delle barre, sommier. - Traversa
di parallelogramma, traverse de parallelo

grammo.
Trazione traction.
Treccia i guarnizione, trasse de garnilure.
Tremolio, trmitation.
Trivella, mche.
Trolatura, trolamento del vapore, tran
glement de la vapeur.

Tromba,

ompe. -- Tromba ad aria, pompe

a1r. -

romba a duplice stantuffo, pompe

. double piston. -- Tromba a doppio effetto,


od azione, pompe . double e'et. -- Tromba
alimentatrice a braccia, pompe e, bras. -

Tromba aspirante, 0 di elevazione,

ompe

aspirante, ou lvatoire. - Tromba dell acqua


calda, pom e deau chaude, ou pompe a air.
Tromba de lacqua fredda, pomped eau froide.
- Tromba di sentina, o daggottamento,
pompe de cale. - Tromba destrazione, o del

salino, pompe dexhaustion. - Tromba per

Ugello, buse de soulet.


U'gnatura, augnatura, chanfrein, biseau.
L netta, unghietta, becchetto, bedue.

Uguagliamento, terebratura, alsage.


uayliare, allargare, ale'ser.
quagliatojo, alsoir.
Untume, grassume, cambouis.

Urtante, toc, buttoir.


Urto dei corpi, scossa, choc.
Uscita, duction.
Utilizzazione del bastimento, del vapore, delle
vele, utilisalion du navire, de la. vapeur, dea
voiles.

Utensile, attrezzo, strumento, outil.

V
Va bene! attenti! comma ca!
Vacuo, vuoto, vide.
Va e vieni, va-et-vient.
Vagello, gude.
Vaglio, tamis, crible.

Valigia, valise, malle.


Valore, valeur, value, prix.
Valva, battant.
Valvola, soupapo. - Valvola a cerniera, o a
spartimento, clapet. - Valvola ad orecchioni,
orecchione, clapet. - Valvola ad ala, pn illon.
-- Valvola a dop io battente, soupape don
ble sige. - Va vola a fungo, soupape
champignon. - Valvola a gralicola, a lan
terna, soupapo grille, . lanterne. - Val
vola a guzda, od a_gambo, sonpape guide.
- Valvola a sdrucciolo, scorrevole, di di
stribuzione, soupape glissante, tiroir. - Val
vola a tazza, valvola ad imbuto, soupape on
chapeau. -- Valvola atmosferica, soupape
atmosphrique. - Valvola conica, valvola a
battito 'o conico, soupap)e sige coni ue. Valva a a D, tiroir e n . -- Valvola aspi

razione, soupape daspiratiou. - Valvola


delles ansione, soupupe de dtente. - Val
vola ello spandente, o di regresso, sou

Incendio, pompe . incendie. -- Tromba pre

pape de tro pleiu. - Valvola di distribu

mente, pompe foulante. - Tromba rotatoria,

zione, a succiolo, tiroir. -- Valvola di


distribuzione a stantuffo, tiror rond. Valvola di distribuzione a tre luci, tiroir

pompe rotative.
Troncalojo, emporte-pice.
Trucciuolo, riccio, torniture, copeau.
Tigbetlto del vapore condensato, tuyau do la

on e.
Tubo, tube. - Tubo ad imboccatura, a mor
taletto, tu un la embolture. - Tubo capillare,
tube oapil aire. -- Tubo d'alimentamento a
colonna dacqua, tuyau alimentaire colonne

deau. - Tubo daspirazione, tuyau daspi

. troia orices. -- Valvola di fondo di ba


stimento, o di Kingston, soupape du navire.

- Valvola dinterceltazione, soupape darrt.


- Valvola di scarico, 0 di spurgo, soupape
de de'charge7 ou de tele. -- Valvola di sicu
rezza, soupape de sret. - Valvola di si
curezza del cilindro, soupape de s0ret du
cylindre. f Valvola dugola, o strangola

i
\

14trice,

papillon, registro. - Valvola equili- Vetro, verre, vitro.


bruta,
riore, clapei
soupape
de equihbre.
pied. - Valvolo}correvole,
- Valvola infe- Vetta,
Vette, levier.
sommet.

soupape glissante. - Valvola sferica, son pe Vettore, vecteur.


sphimque. - Valvola sotatoja, rm ard, Vettura, voiture.
soupape de purge.
v
i Vibrazione, vibration.
Vampa, amme.
\ Viadotto, viaduc.

Vango,
lochet. buche-pied.
Vangile,bche,
presacchio,

,, Viale.
alle'e.
Vie della
chiave dacqua, eau, n.

Vano, vam, vide, baie, ouverture.

1 Viera, virole.

Vaporando, sous vapeur.

Vimine, Osier.

Vaporare, vaporiser.
Vapore, vapeur, -- Vapore intercettato , va;
peur con e, dtente. _- Vapore ordinario

Vinco, hart.
.
Vincolo o vinchiglio, lima.
Viottolo, sentier, ruelld.

,-'
i

non sca dato, vapeur sature. - Vapore Virtuale, vivtuel.


soprascaldato,
umido, va eur vapeur
humide.dsature. -- Vapore
Vaporiera, vite vapeur.

Visuale,
visuel.
Vite,
vis. Vite dArchimede, vis dArchmde,
- Vite di pressione, o mordente, vis de

Vaporizzasione, vaporisaiion.

pression, darrt. -

Vite ' imbiuttata1 vis

Variazione, variaion, modicatiou.


Vasca, cisterna calda, bche, bac, bassin de
fontaine.

tenon. - Vite mancina. le: . gauche. Vite per etua, vis sans n.
Vitiera, ire vis.
f

Vasetto dell'olio, godet.


Vaso, coppa, coppino del cavo, godet.
Vassoio, auge, plateau.

Vitone, boulon.
Vitriolo azzurro, vitriol.
Viusza, lisire.

Veccia, vesce.

Vivaio, ppinire.

Vegetale, vgtal.
Veggia, tenne, tonneau.
Veicolo, vhcule.

Volando o volante, volant.


Voluto, vole.
Volatilizsazione, volatsaiio'n.

Velatura, glacs.

Volto, tour, fuis, vera.

Velocipede, vlocipde.

Voltamaschi, tourne . gauche.

Velocit, vitesse. - Velocit dello stantuffo, Volticello, sassore-

vitesse du piston.
V0110. V08.
_
Vena, veine, lon, verve.
Voltura, transfert, mutalion.
Venatura, veine, madrure, moie. ,
Volume, volume.
Venire a punto, congiungere a testa a testa, Voluto, volute.

_
,

;
.'

abutter.
Vomere, soc.
Ventaruola,girouette.
Vortice, tourbllon.
_
Ventilamento, ventilation.
Vulcano, volcon.
.
Ventilatore, ventilateur. - Ventilatore a pa- Vuotaccssi, piombinatore, vindang'etir.
lette inclinate, venilateur . nube incline. - Vuotare la calduja, vider la chaudire.
Ventilatore a palette curve con diaframma, Vuoto, vide.
. .
. .v.,\

ventilateur
Ventilatore aaube
forza
courbe
cantrifuga
aver: diaphragme.
aspirante -di

,
:

' .-,

Lloyd, ventilateur force centrifugo aspirante


1
de Lloyd. - Ventilatore a elica discontinua
di
de Guerin,
Gurn. veniilateur hlice . interrompue Zao, iampon,
boudon, bouchon.
Vento, vent.

Zaino, havre-sac.

,,

Ventola, contro-vent, vanno.


Ventosa, buze.
Verga, Verga, barre, lingot.
.
Vergella, pezzo di metallo da. laminare, bidon.
Verginella, jarnbctte.
_
Vericasione, vrication.
'
Verina, 0 trapano a conca, Vilebtoquin.

Zampillare, jaillir.
Zampillo, jet,
Zona, botte.
Zanca, croc,.cr0chet, genou. ,
Zappa, pioche, sape, houe.
Zappino, binei.
Zaltora, radeau.

f;

.
.

Verme, es de vis. -- Verme a V, 0 triango- Zatteronc, graticciato, graticolo, grillo, gril


lare,

let pointu on en V. - Verme dritto,

verme avernis.
destra, let droite.
Vernice,
Verona, terragse, balcon,
Verricello, molinello, organo orizzontale, virevaut, treuil.
Verrina, vilebrequin, brequin, tarire.
Versare, colare, gettare, couler.
Verticale, vertical.
Vepella, fer s. clouterie.
Verziere, verger, potager.
Vescica, paille.
Vestibolo, vestibolo.
Vetraia,- verrerie.
Vetraio, verrier, vitrer

Vetrata, invetriatura, vitrage.

lage
Zavor1'a,
lesi.
Zeolite, zolite.

, .
,
Zeppa, bietta, clavette monionnet. v,
Zimoximetro, zymosimtre.
, _
Zinco, zinc.
.
L. -'g_.g

Zipolo,
'
Zoccolo,broche.
tappo del falso, poupe de laroue.
chcolo, toppo della punta, poupe de la.
p01nte.

Zolfanello, alumotie.
Zolfo, solfa, soufre.

Zolla, motto.

,-.

Zoforo, frise.

;'

Zona, zone.
Zooto, zoophyte.

'._,'.;'
'

VOCABULAIHE TECHNIQUE

FRANQAIS

- ITALIEN

oonlenant les termes_eu usage spcialemeul dans la Mcanique pratique.


f

A
A bout, cima a cima.
A raies, a solchi, a scanalature.
A toute calde, con tutta forza, con tutto vapore.

Abaissement, abbassamento.
Abaque, abaco, tramoggia.
Abatage, martello di contrasto.
About, testata, di testa, ugnatura.
About de tle, lembo estremo di lamina.
Abouement, commettitura, giunture. al pari.
Abouter, unire a punto a punto.
Abras, ghiere. del martello.
Abscisse, ascisse.
Absorption, assorbimento.

Abuter, unire, congiungere testa. e testa.


Accldration, accelerazione.

Adoucir, lisciare per fregamento due metalli,


ulire.ventilazione. - Ae'rer,
_ arieggiare 0 ven
Acliage,
tilare.
Aerometrie, aereometria.
Aeronaute, aeronau'ta.
Affinage, affinamento.
Afncr, rafnare, afnare.

Ainerie, atfneria, rafneria.


Affineur, afnatore, rafnatore.
Afnit, afnit.
A//lcurer, conguagliare, pareggiare, far com
baciare.
Affol, e'e, (dellago della bussola), (ago) pazzo,
(bussola) impazzata; dicesi anche ruota pezzo.
o folle, ma assai meglio girevole.
Aouillement, scavazione.
Aut, a'usto da cann0ne. -- Aut da case
Accotement, banchina.
mate, austo da cannone di casamatta. Acclouplement des arbres, accoppiamento dein
A/ft de cte, affusto da cannone da costa.
a bari.
- Affut de placa, austo da cannone da
Actatc, acetato. -- Acc'tate d'alumine. ace
piazza. - Affut de sicge, aflusto da. cannone
tato dallumina. - Ace'tate dammoniague,
dassedio.
.
acetato dammonisca. -- Actlate d'argent, A/futer, Affiler, aflare, limare. -'Affuter ou
acetato dargento.
Af{lcr, nrrotare, aflare (il coltello, lo scal
Acida, acido. - Acido carbonique, acido car
pe lo).
bonic0. - Acide nitrique, acido nitrico, a

Agata, agata, (pietra a. brunire). - Agate dIs

zotico. - Acida sulfurigue, acido solforico.


Aciication, acidicaz.ione.

lande, agata nera. -Agate sangume, agata


sang'uinea.
f
_
Acidimetre, acidimetro. Agent chimico-physique, agente chimico-anco.
Acier, acciaio. - Acier dAllemagne, acciaio Agrafe, borchie, fibbie, fermaglio, nrpese.
di Germania. - Acier de Carinthie, acier Aide-me'canicien, riscaldatore, aiutante-mecca
a ladouble, acciaio di Carinta._- Acier dc
nico.
.
ce'mentation. acciaio di cementazione. - Aigre, Cassant, agro, vetrino, crudo.
Aster damasse ou de Damas, acciaio dama. Aiguillc, ago del quadrante.
scato o di Damasco. - Acier fonda, acciaio Aile d'helice, ala o pala dellelice.
fuso. - Acier martele, acciaio martellato. - Air. aria (calda, fredda). - Air chaud, aria
Aciernaturcl, acciaio naturale. - Acierpoule,
calda. - Air froid, aria fredda.
acciaio vescicoso, di cementazione, spumoso. Airain, bronzo malleabile.
Acie'rer ou Acerer, acciaiare, rinacciaiare, ac Aire, area (del pavimento).
cialire, inaccialire.
Ajustage, tubo, che si adatta allapertura d'una
Acirie, acciaieria, fucina.
fontana per dar diversa forma si zampxlli.
Achromatique, acromatico.
Ajustement, aggiustamento.
Achromatisme, acromatismo.
Ajuster, aggiustare, congegnore.
Action en raction, azione in reazione. -- Ac Ajusteur, aggiustatore, aggusgliatore, conge
tion centrifuga, azione 0 forza. centrifuga. gnatore, limatore.
Action chimique, azione chimica. - Action Ajutage, cannello. 7
de lhelice. azione dell'elice. - Action diec Alambic, lambicco.
tro-magntigue, azione elettrmmagnetica.
Albatre, alabastro.
Adent, addentato, tagliato a dente.
Alcalimtre, alcalimetr0.
Adenter, addentare, tagliare a dente..
Alcoomtre, alcoometro.
;
Adhe'rence, adhdsion, aderenza, adesione.

Admission, ammissione, ingresso, introduzione.

Alesage, trapanamento, uguagliamento, ters


bratura.

16
uida. - Are m anse de panier, ad ansa
Aldser, terebrare, uguagliare, allargare.
ipaniere. - Aro fendu ou coulisse dv.
Alesoir, trapano, terebratoio, uguagliatoio, al
double excentrique, settore, guida di Ste
largatoio. -- Alsoir pivots, terebratoio a
cardini. - Ale'soir ci sia: angles, terebratoio
pbenson. - Are rampant, arco rampante.
a sei angoli. - Alsoir carrd, terebratoio Arcade, arcata.
quadrato. - Aldsoir rond, terebratoio m Arceau, arche, V. Are.
Archet, archetto di trapano da petto o da mano.
tondo.
Areomtre, Pse-sel, areometro.
Alimentation. alimentazione.
Arte place'e de camp, spigolo, costa, posto di
Alimenter, alimentare.
Alliage, lega.
costa.
.
Alluchon, Alichon, ala (del rocchetta), dente Argile rdfractaire, argilla. terra refrattaria,
in legno.
terra apira.
Allumer le: feuz, accendere i fuochi.
Armature, armatura, cintura di rinforzo.
Allumer une pompe, innescare una tromba Arrt, nottolino.
Arrire, en arrire, indietro.
(metterci acqua).
Arrosage, irrigazione.
Allure, andatura, andamento.
Alonge de la mise en train, alonge du levier Art, arte.
du tiroir, manico della leva di primo im Articulation, articolazione.
pulso. - Alonge de tambour. stamanara di Articuler, articolare.
Artisan, artigiano.
tamburo.
Alun, allume (di rocca, di Roma).
Artista, artista.
Aspiratz'on, aspirazione, succhiamento
Amalgame, amalgama.
Assemblage, giuntura. - Assemblage al mar
Amarres, legacoi.
Ambre, ambra (bianca, gialla).
taise, a calettatura, quintura. - Assemblage
Amendement, emendamento.
d queue d'hiromielle, a coda di rondine. Assemblage mortaise et tenon, a calettatura
Amiante, amianto.
e dente.- Assemblage a demi boia, a mezzo
Amianter, amiantare.
legno o met. legno. - Assemblage a(ou m)
Amorce, augnatura.
cremaillre, a cremastro. - Assemblage con
Amorcer, augnare.
treclaoette, a _controchiavetta. - Assemblagc
Amorpoir. augnatore.
queueperdue ou recouvrement, a coda di
Anel, sta'a delle tenaglia.
rondine perduta o c0primento. - Assemblage
Andmomtre, anemometro.
Andmome'trographc, anemometrografo.
avec panneaux, a pannelli.
Assise, filare, corsia (di pietre).
Anmographe, anemografo.
Assolcment, rotazione agraria, sole.
Ane'moscope, anemoscopio.
Angle dincidence, angolo dincidenza. - An Assurance, assicurazione.
glo de reemian, angolo di riessione. -- An Astrolabe, astrolabio.
Atmomhe, atmometro.
gle de frottement, angolo d'attrito.
Atmosphre, atmosfera.
Anneau, anello (del volante).
Annulaire, (macchina) anulare.
Anse a via, anello a vite.

Anthracite, antracite.
Amtifrtction, antistregamento.
Aplanissoa'r, spianatoxo.
.
Appareil, apparecchio, apparato. - Appare:l
d lever lhe'lice. [ap arecchio per sollevar
l'elice. - Appareil a imentaz're, apparecchio
alimentatore. - Appareil de dc'tente, appa

recchio di es ansione. - Appareil de srete',


ap arecchio i sicurezza. - Appareil di
sti latoire, apparecchio distillatore. - Appa
reil evaporatoire, apparecchio evaporatorlo.
- Appareil moteur, apparecchio motore.

Appel, corrente, tiro daria.


Araser, conguagliare, pareggiare.
Arbre, Asse. albero, asse. - Arbre cames,

albero a bocciuoli. - Arbre daldsoir, asta,

albero di uguagliatoioo terebratoio. -Arbre


de couche ou intermddiaire, albero interme

Atmosphe'rique, atmosferico.
Atelier, laboratorio.
Atre, foyer, focolare, spazio superiore del to
colare.
Attern'ssement, deposito.
Attisoir, accenditoro.
Attraction, attrazione.
Aube, ala.
Aube, Palette, Pale, pala, badile.
Aube articulde, pala articolata.
Auge, Bdche, secchia, truogolo, vasca, nezza.
- Auge huile, ghiotta, leccarda dolio. -

Auge a recevoir les'dpts, catino dello sca


ricatoio.
Autel, altare, ponte 0 s alletta della amma. Autel renrerse', alta e o onte rovesciato. Autel deau, a spalletta

'acqua.

Autoclave, coperchio. chiave ermetica.


Analer, avvallare, abbassare.
Avqnce, anticipazione della valvola di distribu
zione.
Amnt ou En avant! avanti, andate!
Avant-bcc, arrir.-bec, estremit saglienti delle
pile dei ponti.
Avise napeur, piroscafo porta ordini.

dio. -- Arbre de lhc'h'ce, albero dellelice. Arbre de mise su marche ou en train, al


bero iniziatore od impulsive. - Arbre da
parallelagramme, albero del parallelogramm a.
-- Arbrc de roue, albero di ruota. - Arbre
des balanciers, albero dei bilancieri. - Ar Auiver, avvivare.
bre du trem'l, albero, tamburo di verricello, Avoir de la vapeur, aver vapore.
o fuso, e subbio. -- Arbre d'excentrique, Aste, asse, sala, linea centrale. - Axe dans
albero di eccentrico. -- Arbre du balancier,
la roue, asse della ruota. -- Axe mani
velle ou coud, asse a manovella. - Ance
albero del bilanciere. - Arbre du tiroir,
de re'fraction, asse di refrazione. -- Aa:e de
albero della valvola di distribuzione. - Ar
rvoluh'on ou de rotation, asse di rivolu
bre en villebrequin, albero a doppia zanca
zione o di rotazione. - Axe des abscisse: ou
od a manubri. - Arba-e axte'n'eur ou des
des X. asse delle ascisse o delle X. - Ama
roues, albero esterno, albero delle ruote. des ordownes ou des Y, asse delle ordinate
Arbre moteur, albero motore. -Arbr oscil
o delle Y. - Asse dincidence, asse dinci
lant des tiroirs, albero oscillante dei cas
denza. - Are doscillation, asse doscilla
setti o della. valvola a cassetto o a cappello.
Are, arco, fuso. -- Arc-boutant, arcuato, spor

gente. -- Arc conducteur ou fendu, settatore,

zione. - Ante optiquc, asse ottico. - Are


zmaginaz're, asse immaginario.

17
Blu, gore, canale.
Bigarrer, screziare.

Bigarrure, screziatura.
Bdche, vasca, tinozza, mastello.

Billot, ceppo. - Billot d'enclume, ceppo din

Badour, tenaglia mezzane da fucina.

ondine.
Biseau. costola ad angnatura, costola augnata.
Baguette de'boucher, tirastoppa, tiraborra. - Bismuth, bismuto.
-- Baguette d'ajustage. pianetto o listello Bitte de remorque, bitta di rimorchio.
Blanc de ceruse, biacca, bianco di cerussa. dimpiantamento o di aggiustamento.
Blwnc d'Espagne, bianco di Spagna. -_ Blanc
Bajayers, spalle, cosce di un ponte.
suant, soudant, bianco.
Balancer, equilibrare.-Balancer une soupape
de sarete, equilibrare una valvola di sicu Blende, zinco combinato con zolfo, solfuro di
zinco, bionda.
rezza, parallelogramma dOlivier Evans.
Balancier, altalena, bilanciere. - Balancier Bleu anglais, azzurro inglese. - Bleu d'au
tremer, azzurro doltremare.
Bleu de
latral , bilancino laterale. - Balancier
Berlin, azzurro di Berlino. - Bleu de Brme,
(machine ), macchina a bilanciere. -- Ba
cendres-bleus, azzarro cenere. - Bleu de
lancier libre, peso.
Chine, azzurro di China. - Bleu de Prusse,
Balisti ue, balistica.
azzurro di Prussia. -- Bleu de Sane, azzurro
Bano e cisailla ou de tour, banco 0 letto di
di Sassonia.
forbicioni o di torno.
Bano z river, banco per inchiodatnre. - Blutoir, baratto.
Bobine, rocchetto da incannare.
Bano tubes, banco per far tubi.
Bocard, acciaccatoio.
Bande de chaudire, piastra, banda di colle
gamento. - Bande daube, lastra. delle alo, Bois combustible, legna da ardere.
detta pure Sarate.- Bande de jonctt'on, lastra i Bolsage, intavolato, impiallacciatura.
di commessura. -- Bande de lorice, faccia, Boisseau, battitoio. - Boisseau de robinet,
di luce. -- Bande da tiroir, banda di distri-,
guscio e cassa. di chiave dacqua.
buzione. - Bande de jonction dcs tles,i Boitard pour arbres oerticaux, mortaretto,
bossolo per ralle e branzino per alberi verti
banda o striscia di commessura di lamine co-l
cali. - Boitard de meule, mortaretto per
priginnti. - Bande diagonale ou Croiav da
albero da macina da molino.
Saint-Andr, lastra a diagonale o a croce di ,
SantAndrea. - Bande da cylindre, faccia Botte, Chambre, scatola, tamburo, mortaletto,
0 piastra di luce, ed oricio del cilindro.
camicia e cassa, serbatoio. - Botte clapet,
Barbin, anello di vetro, per cui si passano pi
12 soupape, camera o ripostiglio di valvola.
- Botte faire les noyaux, forma di anime,
li nelle lature.
Barome'tre, barometro. - Barometre da con-I
di nocciuoli.-Bolte a feu, cassone, cofano,
denseur, barometro del condensatore.
atrio del fuoco. - Botte fumee, camera
Barrage, traversa, barriera, chiusa.
del fumo. - Bote soupape de pompe de
Barre, barra, sbarra. s ranga, verga, asta. cale, camera. delle valvole di tromba di sen
Barre du gouvernai , asta di guida o del
tina. - Botte a stoupe ou garniture,
timone. - Barre de grillo, asta della retiastuccio della baderna, bossolo o ICU%]JB.. cola. - Barre da balancier, asta del bilanBotte soupape, alimentatore. -- otto
Bague, Botte, anello, astuccio.

ciere. - Barre dexccntrique, tirante o asta

tiroir, cassetto. - Botte vapeur, camera.

d'eccentrico.
Barreaa de grillo, barra di graticola.
Barrette, Bande da tiroir, faccia 0 piastral
della valvola di distribuzione (cappello).
i
Bascule, leva, bilico.

l
Bastrz'ngue, trapano da mano.
Batardeau mobile, tura (cassa) da palombaro.
Baleau jumeau, piroscaf'o gemello.
,
Bdtis ou Bdti, telaio, intelaiatnra, armatura,
ossatura, castello della macchina.
l

del vapore, vaporiera. - Botte de soupape


darrt, camera di valvola di intercettazione.

-Bote de soupape de sretc', camera di val


vola di sicurezza. - Botte du re'gulateur din
jection, astuccio del regolatore delliniezione.
Bonhomme, indice galleggiante di manometro.
Borax, borace.

Barder, orlare, listare, far un orlo, far un


risalto.
Bossage, bozza, risalto, gobba.
Batte, strumento da fenditure.
Bouche de prise deau, bocca. di estrazione.
Battentent, Battre, corsa semplice dello stan Bouchoir, chiusino.
tuffo.
I Bouchon, turacciolo, tappo, za'o.
Batterie ottante, batteria galleggiante.
| Boudin, toro, risalto.
Battiture, scaglia.
Bouy, nzzo, gonamento di una botte.
Bavure, sbavatura, bava.
, Bouilleur, ebollitoio, bollitore.
Bau de force, baglio delle ruote.
i Bouilloir suif, remino da nego.
Bee, becco. - Bee ddne (Bedane), scalpello da l Bouillon, bolla.
calettare, bocchette, unghietta. - Bee de cor { Bouillownement, ribellimento.
bin, pinzetta, mollette a punta, scalpello a : Bouillonner, ribellire.
becco di civetta.
fBoule, alla, sfera.
Blier hydraulique, ariete idraulico.
l Baule u tuyau d'e'vasz'on, campana del tubo
Bergc, sponda.
i di scarico.
Beton, calcestruzzo.
\ Boulon, caviglia, chiavarda, bolzone. - Boulon
Bicorne, corno dincudine, bicorno.
1 a cham ignon, chiavarda con testa a buleto.
Bief, canale, gora.
l -- Boa on 12 crac, crochet daube, chiavarda
Bielle, tirante, astone di rimando, (biella) nerbo. 1
a gancio. gancio a vite er pale. -- Boulon
- Bielle fourchette mobile, tirante a for [ ( crac pour nube, gancio a vite per pale di
chetta mobile. - Bielle du paralllogramme, ruota. - Boulon td, chiavarda avente la
tirante del parallelogramma. -- Bielle di- l forma della lettera T. - Boulon tte carre,
reale, biella diretta. - Bielle du tiroir,
a testa quadra.- Boulon te'te chanfreine,
tirante della valvola di distribuzione.- Biellel a testa. sbiecata. __ Boulon tte de dia?
late'rale da grand T, tirante laterale della mant, a testa di diamante. - Boulon 8
traversa di coda. - Bielle pendante, tirante
tete plate, a testa. piatta. - Boulon das
laterale.
l semblage, caviglia o chiavarda di collega

18
mento o di riunione. Boulon de fondation, lButtee, barbacane della spinta. - Buttc'e a
caviglia di fondazione. - Boulon da serrage, | boules, barbacane a pelle per spinta.
chiavarda o caviglia di stringixnento. - Bou - Bllll0ii ou Tac de l'arbre, castagnole, fermo
lon rive, chiodo, chiavarda ribadita.
o tacco dellalbero.
Boulonner, collegare con caviglie o chiavarde.
Bourdonnire, rolla.
llourra e, imbottitura.

Bourre et, Embase, rigono, tondino, cercine.


Iiourrer, rimborrare.
Cabestan, organo.
Bousin, cappellaccio (delle pietre).
Cabillet, srnese che serve a tener in sesto la
Roussole, bussola.
racchetta.
.
Boustard, lastra posta dietro gli alti fornelli.
Bout ti bout, commessura di cima. o di testa, Cabiuet, calettatura o mortisa nella corona d'una
ruota dentata per porvi il dente.
cima a cima. -- Bout darbre, estremit. ci-
lindrica dellalbero.
[Cable, goxnenaI canapo. - Cdble plat, canapa
Iiouterolle, controchiodaia.

piatto.
Boutisse, pietra posta di coltello.
Caboche, chiodoue (a larga capocchia).
L'oaton emrillon, maschio o pernio a. moli lCac/tet, sigillo, suggello.
nello. - Bouton dho'lice, bottone delice. , Cadenas, lucchetto.
- Bouton de bielle de pompe . air, bottone Cadole, saliscendi.
della biella. della pompa ad aria. - loulon (,adrant, quadrante (dei lapidari).
de manioelle, machio o perno di manovella. { Cadre dhe'lice, quadro dellelice.
_ Bouton de manioelle da tiroir, maschio Ca/fut, scoria della ghisa.
Ca 6 d'he'lice,
gabbiacapitolato
dellelics.doneri.
o pernio del manubrio della valvola di di Calqu'er
des charges,
stribuzioue.
Caillou, ciottolo. ciotto.
Bout-avant, cacciabotte.
Cailloutis, ciottolato.
Boutroller, ribadire collo stampacapocchie.
Caisse, cassa, cofano.
Bouuet, incorsatoio.
Caisson, cassone, cassettone.
Brack-Brach, carro di servizii.
Bracon, parte dun raggio o duno. razza, che, Calage, imbiettamento.
esce da una corona. circolare verso il centro. Calandra, calandra.
Calculateur, calcolatore.
Braisier, braciaio.
Brande, Hamac, branda (letto pensile).
Calculatoire, calcolatoio.
Eros, braccio. - Bras daile dho'lice, collo o Cale, calzatois, scarpa, bietta, cuneo, zeppa.
Cale en bois, bietta. calzatoia, cuneo di legno.
braccio dell'ala dellelice.
Bras de force, braccio di forza. - Bras de Caler, imbiettare, calzare.
leuier, braccio di leva. - Bras de manivelle, Calfeutrer, ristoppare, turare, stoppare.
braccio del manubrio o manovella. - Bras Calibre, calibro, modulo.
du paralle'logramme, braccio del parallelo Calibrer, calibrare.
grammn. - Bras de rappel, raggio o mano 1 Calori/lire, calorifero.
vella del parallelogramma.- Bras (le renvoi , Calorimotre, calorimetro.
da mouvement de lewccntriquc, braccio di 1 (,alorique, calorico.
Calot, cuneo, blatte.
rimando delleccentrico.
Calotte, calotta.
Braser, saldare.
Calque, calco, dilucido.
Brasure, cinghia.
; Calquer, calcare, dilucidare.
Ere uin, verrina, succhiello.
Bri o, briglia, strappolo, staa. - Bride de Calquoir, calcatoio.
dressage, Chape vis, maglio a martinetto. Camaieu. incisione chiaro-scura.
- Bride de tuyau, labbro di tubo. - Bride Cambouis, grassume, untume dei colli, alberi
fusi, orecchioni.
d'ewcentrique, collarino, anello delleccentrico.
Brinquetalle, leva, menatoio, manico di tromba. . Cambre, arco, curvatura.
Brique, mattone. - Bfique rdfractaire, mat I Cambrer, curvare, archeggiare.
tone refrattario. apiro o infoudibile. -- Briquo ; Game, bocciuolo. - Carne dc dolente, bocciuolo
!
di espansione, noce, tacco, fermo o casta
de parement, di paramento.
Brisure, frattura.
gnole. di eccentrico.
Broche de clapet, perno di valvola a cerniera. Camprche, campeggio.
Bronze, bronzo. -- Bronzo d canon, bronzo Camperche, ordigno che fa parte del telaio da
arazzi.
da cannoni. -- Bronzo a clochc, bronzo da
Canal, canale. - Canal annulaire, cintura
campane.
per vapore, canale anulare. -- Canal dv
Broquette, bulletta, chiodo.
cylindre, canale del cilindro. - Canal de
Brouette, carriuola.
vacuation du condenseur, canale, tubo, con
Broutage, scaltture, onde 0 colpi di trapano
dotta di egresso o di scarico del condensa
o di scalpello.
Brouter, scalre, ondeggiare.
tore. - Canal da la vapeur, canale del vapore.
iCandreur, lnstratore, manganatore.
Brler, ardere, abbruciare.

i
|

Brulure, bruciatura, scottatura. - Brlure, | Cannelure, scanalatura.

Coup de feu,deformazioue delle lamiere.

Cannonire (2 ca eur, cannoniera a vapore.

Brumr, brunire.

Canot-tambour,

Brunissoir, brunitoio.
Brunisseur, brunitore.
Buis, basso.
Baratto, stagnata a mano per olio.
Burin, Ciseau, Tranche, scalpello di bulino,
cesello, scalpello, tagliuolo.

Caoutchouc vulcanisz, gomma elastica vulca


nizzata.
Capacile', capacit.
Capillarite', capillarit.
Caque, forno dei ceraiuoli.

Buriner, buliuare, cesellore, incidere.

nncia, coperchio di tamburo.

Caracol (escalier on),

scala a chiocciola,

lumaca.
Carbolaine (Briquette), formelle di polvere di
Busc, armatura.
Base de souf/let, ventosa, tubo che da aria alla
carbone.
galleria che si scava.
} Carcas, massa di ghisa afnata.
s

19
Carca3se, ossatura. scheletro, carcassa.
Carde, macchina da cardare.

Carillon, quadruccio, quadruccmo.

Carlingue, paramezzale o scassa. --Carlingue


de la machine,dormione,paramezzale,scassa.
della macchina.
Carme, sorta dacciaio.
Carmin, carmiuo.

Chapeau de palier, cappello del sedile o della


ciocca. - Chapeau (l vis, cappello a vite.
Chapelct, noira.
Chapelle, cassetta e. valvola.
Charbon de bois, carbone di legna. - Char
bon langue fiamme, carbone ammante o
ammifero, carbone di candela. -_ Charbon
de pierrc. Houille, litantrace. - Charbon de

Carneau, galleria di caldaia.


terre, carbon fossile.
Carqucron, leva interposta fra calcole.
Charbonnier, carbonaio. - Charbonnier 12 va
Carr, quadrato.
peur, carbonaio e. vapore.
Carneau, lima da sgrossare, quadrellone.
Charbonniere, carbouaia.
Carrelage, ammattonato.
Charge, carica, sforzo. - Charge de la sou
Carrelet, lima da. sgrassare meno grossa della
pape de sitretr', peso o carico della valvola
prima.
di sicurezza. - Charge de rupture, carico
Carroyaye da fer, massellatura del ferro.
di rottura.
Carton, cartone.
Charger una soupape de sarete, caricare una
Casse-fer, rom pferro.
valvola di sicurezza.
Cassino'ide, cassinoide.
Chariot, reggiscalpello o portascalpello scorre
Cassure, spazzatura, frattura.

vole. - Chariot dalsoir, carretto di terebra

Caslino, cestino.
Cataracte, cataratta.
Ce'lerite', celerit (differisce da velocit).
Cment, cemento, stucco.

toio. - Chariot des machines a raboter,


tavola scorritoia della pialla meccanica.
Charnire, cerniera. - Charnire tournante,
cerniera girevole. - Assemblage d charnire,
commessura a cerniera.

Cdmentation, cementazione.

Ce'menter, convertire il ferro in acciaio.


Clzmnier, snodatura, snodo, nocella.
I
Cendraye des m0ules, anneriment0 delle forme Char ente de la machine, pianerotto o paiuolo
nei getti in ghisa.
de a macchina.
Cendre, cenere, cenerognolo (colore).
Churrette, carretto, baroccio.
Cendrier, ccnerario o braciaiuolo.
Charru, aratro.
Cendrure, sfaldatura.
,
Chasse a parer, presella iena. - Chasse per
Centre daction, de gravite'. de presszon, de
cer, presella o spina a bucare. - Chasse d '
rotation, centro d'azione, di gravit, di pres
main, presella a mano.
sione, di rotazione.
Chassz-goupille, caociacopiglia.
Centrer, centrare, trovare il centro.
Chl'E-NUG, presclla, butterola, presella da ri
Centreur, sognacentri, centratore.
a iti.

Centrifuga, centrifugo.
Chass:r, Mcner, conccare, spingere, condurre
Centripete, centripeto.
o mettere in movimento.
Cerceau, cerchietto, cerchio.
Chassis, caja, intelaiatura. castello di una mac
Cercle, cerchio, circolo. - Cercle da chemine'e,
china. -- Chdssis de fondarie, telaio, intelaia
anello di fumaiuolo. - Corale primiti/I cir
tura inferiore. - Chdssis triangulairc, telaio 7
colo primitivo o di scompartizione. - Cercle. triangolare. - Chssis d'helice, intelaiatura
roulant, circonferenza con sdrucciolamento,
dellelice, quadro dellelice.
circolo girevole.
Chaud, chaud, caldo, a caldo, rovente.
Ce'ruse, cerussa, biacca.

'

Chane, catene. -- Chainc dc Vaucanson, ca


tene di Vaucanson. -_ Chaine de Gall, ca
tena di Gall. catena d'orologio.
Chanon, anello di catena.
Chair, cuscinetto.
Chaise, sedile di ruota, seggiola.

Chaise de larbre de la roue, piumacciuolo


dellalbero della ruota , sedia pensile del
perno.
Chalcur, calore.- Chaleur bianche ou Blanc,
calore bianco, caldo bianco. - Chaleur de
lasticite, calore di elasticit. - Chaleur de
uidit, calore di uidit.
Chaleur
latente, calorlatente. - Chaleur rayonnante,
calore irradiante. - Chaleur rouge, colore
rosso. - Chaleur spe'cique, calore specico.
- Chaleur suante, Blanc soudanl, calore di
bollimento, bianco.
Chalumeau. cannello di saldatore.

Chambre da vapeur, Co/fre d vapeur, cofano,


camera, serbatoio del vapore. - Chambrc de
la machine, sala della macchina. -- Chambre,
Sou/urc, camera o bolle daria.
Chandelier, candeliere.

Chandelle dc martinet, puntello di maglio 0


battiferro.

'

Chaudiere a carncaua: superPoss, caldaia B.


doppia galleria 0 a gallerie sovrap aste. Chaudire carneauoe, caldaia a ga leria. -

Chandire a lames deau, caldaia a lame di


acqua verticali. - Chaudire a retour da
fiamme, caldaaa regresso di amma. - Chau
didrc tubes verticaux, caldaia a tubi verti
cali, - Chaudie're de la locomotive, caldaia
di locomotive. -- Chaudire de Watt ca a
tombe-remo, caldaia di Watt. - Chaudiere '
marine, caldaia marina. - Chaudie're fran
cais:. caldaia alla. francese. - Chaudirc tu
bulaire, caldaia tubulare. - Chaudirc a bassf'
pression, caldaia. a bassa pressione. - Chau
dirr d haute pression, caldaia ad alta pres
sione. - Clzaudiere a moyenne pression,
caldaia a media pressione. _ Chaudire cylin
driquc, o bouill:ur, caldaia a cilindro, a bolli
toro. - Chaudire cylindrique, foycr inte
rieur, caldaia cilindrica, a focolare interno.

- Chaudire de 1a/nagc, caldaia di rana


mento.
Chaudronneric, fabbrica di caldaie.
Chaudronnier, calderaio.
Chau/fage, Chau de, condotta o regolazione del
fuoco, durata el fuoco. - Chau/fage au guz,
riscaldamento col gas. -- Chauagc a la
vapeur, riscaldamento col vapore.
.

Chanfreiner, smontare, ausare.


Changement d'e'lat des carpe, cangiament0 di

Chau/fcr, scaldare, far fuoco.

stato dei corpi.


Chantourner, contornare.

Chau eur, scaldatore, fochista.


Chauf'rcin, Biseau, ugnatura, augnatura, smen

Chanvre, canapa.
Ulzape, Courroie, Bride, strappolo, staffa, cin
ghia, coreggia. -- Chape plate, coperchietto.

tatura.

Chaua: calcinc, calce viva.- Chaux carbonate'e'

calce carbonata. -- Chaux ferrife're , calce fer_

20
rifera. - Ghana: carbonute fettde, calce car t Clmson deau, tramezzo, intervallo acqueo, tra
bonata fetida. - Chuua: carbonalee breuse, l pano a. rocchetto. - Cloison d'eau infe'rieure.
calce carbonata tibrosa. -- Chaua: carbonate.: i strato di fondo di una caldaia. - Cloison tram
cersal: de chaudire. paratia di caldaia. lam llaire, calce carbonato. lamellare.- C haux 1
Cloison _e'tanche, paratia stagna, a prova di
carbonate magnsifrw. calce carbonato ma
gnesifera. - Chaum carbont'frc, calce carbo
acqua.
nifera. -- Chaux causliquc, calce caustica. - Clou,chiodo: Tte, capocchia, Tiye, fusto,Pointe,
Chaux cnpoussire ou Ioudr: de chaux, calce punta. -- Clan de caravalle, ottantino. in polvere o polvere di calce. - Chaua: ettzinlc, . Clou rane, chiodo da ruota.
calce spenta. - Chaux hydraulique, calce . Clouage, inchiodatura.
idraulica. - Chaux morte. calce spenta. - 1 Clouiw, chiodaia.
Joe cient da rupture,coeiciente di rottura. Chauac vive, calce viva.
oaicient dlasticz'td, coeiciente delasticit.
Chef d'atelicr, capo ofcina. - Che/"de station,
- oefcient de scurit, coeiciente di si
capo di stazione.- Chef-oumier, capo 0 eraio.
curezza.
Chemin ruils, strada a guide. - Lhemz'n
convert, strada 00 arte. - Chemin dexplo Core, Caisse, Botte, cassa, cassone, cofano.
ration, strada desp orazione. -- Clx imin defer, Cohc, cok o carbon fossile distillato , carboniz
strada ferrata. - Chemin de far deua: voies,
zato.
strada ferrata a due vie. - Chemin da far Cohdsion, coesione.
une setole voi", strada ferrata a una sola vie. Coin, cuneo. bietta.
-- Chemin d far atmosphriquc. strada fer Coinier, imbiettare o incnneare.
Colerette, collaretto, collarino, labbro circo
rata atmosferica.
Chrmine, camino, fumaiuolo. -- Chemin: cou
re.
Collet, spalletta, collo, listello.
li'sse, fumaiuolo cannocchiale.
Chemise, Envcloppe, camicia, cintura, involucro, Collier ou Bride d; tuyau, lembo, orlo, lab
cassa. - Chemisc de chmzinea, tamburo del

fumaiuolo. -- Chemtse du cylindre, camicia,


involucro di cilindro. - Chemisc du tiroir,
astuccio della valvola di distribuzione.

Checal da capeur, cavallo-vapore. - Cheeal no


minal, cavallo nominale.

Chevalet, cavalletto.
Chem'lle, chiavello.
Chio, Chiusino alla bocca dei forni da Vetro e
da ghisa.

bro di tubo. - Collier de la mortaise du T,


collo dellocchio della traversa del T. - Col
licr da cylindre, lembo s orgente o labbro
o collare di cilindro. - Co Iter, collare, gor
giera. -- Collier ou Bride dexc.mtriqu".
anello o collare delleccentrico.
Colonne, colonna, colonnetta, sostegno. - Colonne
plez'ne, colonna piena. - Colonnes accouple'es,

colonne accoppiate. - Colonne pleine anar


cures ma m bielle, colonna piena a nervature

Choc, urto dei corpi, scossa.

o a forma. di biella. -- Colonnes creuscs, co

Chronomtre, cronometro.
Chuw libro al empchc'e des corps, caduta. libera
ed impedita dei corpi.

colonna del castello e dellarmatore duna mao


china. - Colonne-support pour trois arbres

Ciel, cielo. v6lta. -* Cielrlu foyvr, cielo o vltal


di fornello o di focolare.
Ciment, cemento, stucco.
Cinglcr, battere col maglio.

Cinglot, centro di legno.


Cintrcr, piegare, curvare, inarcare, centinare.
Cintrer les tles, curvare le lamiere.
Cisaille, forbicioni, taglialamiere.
Cisailler, tagliare o cimare col forbicione.
Ciseau a masliqucr, ferro per calafatare lo
stucco. mastice.
Ciseaux, forbici.
\

lonne vuote. - Colonne dun betti (le machz'ne,

horz'zontaux, colonna-sostegno per tre alberi

orizzontali. - Colonne lraversepar un arbre,


colonna attraversata da un albero.
'
Combinaison chimi w: , combinazione chimica.
- Combinaison

es poulies, combinazione.

sistema di carrucole.
Combustiblc, combustibile.
Combustion. combustione. - Combustion spon
tanc, combustione spontanea.

Commando, ruota. movente o conduttrice.


Communication dv mouvement, rimando, tras
missione di movimento.
Clapet, valvola a cerniera o a spartimento. ad Com artimcnt,tanchc,scompartimento,stagno,
orecchioni. - Clapet d couronne, valvola a
ce la.
corona. - Clapet dr: pied, valvola inferiore. Compas, compasso. - Campus verga , com
- Clapet d ' pompe a air, valvola di tromba
passo ad asta od a regolo. - Campus . vis.
ad aria. - Clapet en caoutchouc, valvola in
compasso a vite , scompartitore, partitore. Compas ddpaisscur, compasso curvo . com
gomma elastica.
passo da grossezza. - Com us dc re'duction,
Clavettage, inchiavcttamento.
compasso di riduzione. - ompas maltru dv
Clavette, chiavetta. - Claoeltc moutonnet ,
dame, compasso a cavit. da diametri interni
bietta, zeppa. - Claudia de dr:ssage,yhia-.
vetta o zeppa di stringimento o di impianta
0 da vani.
mento. -- Clavctte fendue, chiavetta fossa, Composart .9, componenti.
Composition et decomposition des forces, com
spaccata, a molla.
posizione e scomposizione delle forze.
Clavettcr, inchiavettare, stringere.
Clef. chiave, chiavetta zeppa, o controchiavetta, Compresseur, compressore.
controbietta. - Clef douillc, chiavetta ad

Compressible, compressibile.

astuccio da dadi. - Cl-ff lunglaise. chiave Compression, compressione.


da dadi allinglese, a martello. - Clef de' Compleur, registratore, contatore.
crou, chiave da dadi. -- Clef ouverte, chiave Condensation, condensazione.
aperta. * Clef darrt, bietta di connessione Coqdemer, operer ldduction, condensare. esau
e darresto. - Clef de robinet, maschio di
nre.
Condenscur, condensatore. - Condenseur tu
chiave dacqua.
Clin alterne', disposizione alternata delle lastre,
bulm'rc ou par contact, condensatore tubulare
che coprono il dissotto dun naviglio.
0 er contatto.
Cliquet, De'clic, Linguet, trapano a rocchetto, Con itions d'dquz'libre, condizioni d'equilibrio
nottolino, castagna.
(nelle macchine).
.

Cloche_r (machine), macchina con biella a ro


vescw.

Conducter da caloriquc. conduttore di calorico.


Conductibilite', conduttibilit.

21
4
- Course da pistan, corsa delle stantuffo. Course du tiroir, corsa della valvola di di
Cne, cono, conico. - Cne de friction, cono
stribuzione.
,
di fregamento. -Cne comple'mentaire, cono Coussin.t, cuscinetto, iumacciuolo. - Coussi
net daldsoz'r, coltel o, perpigna di tenebra
complementare. -- Cmz- aulie, cono puleg
gia.-Cne dbrayage e M. Decoster, cono
toio.
_
a sbracamento di Decoster. - Cne-poulie Couture, costura, cucitura. commessura.
gorge angulaire, cono-puleggia a gola an Couuercle, c0perchio. - Couvercle de botta al
tiroir, coperchio del cassetto. - Counerc_le de
golare.
pomp air, ce erchio di tromba ad aria. Cong, cavetto, guscio.
Counercle du cy indre, coperchio del cilindro.
Conjugue, coniugato, collegato, connesso.
Conduite, condotta. - Couduite doacuation,
tubo degrcsso o desaurimento.

Connexi0n directe, connessione diretta.

Crapaudine, mortaretto, bronzina, femminella.

Conscience, guardapetto.
Console, beccatello, modiglione. - Como le-sup
por! pour quatre arbres, mensola o modilin
gne per sepportare i cuscinetti di quattro
alberi.
Contrach'on, n'tiramento, restringimento.
Contra-chdssis, staffa superiore, controtelaio.
Contra-clavette, controchiavetta, controbietta.
Contr:-e'crun, dado o chiocciola di sicurezza,
controdado. - Contra-crun, Bouterolle, con
trochiodaia.
Contre-matre me'caniqw, terzo macchinista,
assistente.
Contre-poids d: soupape de sret, contrap

Cremailler, asta e regolo dentate o cremastro.


Crepine, graticciuola, pigna d'innafliatoio.
Creuset, crogiuolo.

Cream dune dent, altezza di un dente. - Creme,


coule' en creum, fuso con anima o vuoto. -

Creme, un creme, formato con anima o con


nocciuolo.
_

Cri de letain, cricchio dello stagno. - Crl du


far, stridore del ferro.
Cric cre'maillre, martinettoa dentiera o cre

mastro. - Cric d vis. martinetto avvite.


Crochet de tour, scalpello da torno a gancio. -

Crochet daube, gancio o vite per pale.

Cruiser les traits, incrocicchiare i tratti.


peso della valvola di sicurezza. - Contra Croisillon, raggio, razza.
poids_de lenccentrique, contrappeso dellec Croix-de-Saz'nt-Andr, crociera.
centrico. -- Contre-poids du tiroi-r, contrap Crottin de cheval, stallalico di cavallo.
Cuiller soudur, cucchiaia per squagliare il
peso della valvola di distribuzione.
Contre-pression, contropressione.
piombo e per attingerlo.
Contre-tige da piston, controasta dellembolo Cuissard. tubo dimboccatura.
o stantuffo.
Cuivre, Cuiurc rouge, rame.
Contra-vnpeur, contro vapore.
Culotte, Pied de chomine, golao base o presa
Capezza, trucciolo, riccio, torniture. - Copeau
del fumaiuolo.
dale'soir, trucciuolo di terebratoio.
Cure-molle ci va eur, cavafang0 a vapore. Corde au chamare, corda di canapa. - Corde
Cure-molle a feux trainees degodets, cava
cn e'corce, corda di scorza.
fango 21 do pia scala.
Carniche, cornice.
Cycloide, cic oide.
Cornicre, cantonata di ferro, ferro angolare od Cylindre simple, cilindro semplice. - Cylindrc
a cantonate. - Cornire en Z, ferro a cap
moteur capeur. cilindro motore a vapore.
tonate, a Z.
f
- Cylindres suparpose's, cilindri sovrapposti.
Corps de pompe, cilindro, corpo, camera. di
-Cylindra oscillant, cilindro oscillante. tromba. - Corps de chaudire, corpo di cal
Cylindre renoerse', cilindro rovesciato. - Cy
daia. - Corps tombants, gravi cadenti.
lindre-enveloppe, cilindro per camicia, invo
Corroyage, massellatura.
lucro. - Cylindre dc pompe air, cilindro
Corroye', massellato.
della tromba ad aria.
Corvette cl vnpeur, corvetta a vapore.
Coter, quotare, segnare le distanze.
Colon. cotone.
Cou de cygne, collo di cigno, gomito di tubo.
Couche, strato di legno.
Conde de tu un, gomito di tubo.
D (tiroir l71), nome del cassetto di \Natt a
Coudrage, oirca'ss:ment des moules, incenera
causa della rassomiglianza, che questa let
mento dei modelli.
tera ha colla sua sezione orizzontale, valvola.
Coulage, Coule'e, oggetti di ferraccio , oggetti Dame, mazzeranga.
fusi o di getto. - Coule en anguille, getto Damer, mazzerangare.
inngusci. - Caule, Jet, solco, getto , zam Darder. tornire a risalti.
pi o.
Debrayage, sbracatoio, disimbracamento. - D6
Couler, versare, colare, gettare.
brayage . pince, sbracatoio a tanaglia. Couh'sse, innesto scorrevole._ Coulisse, Guide
Dbrayages a vis, sbracatoio a vite. - D
xe, feritoie. di guida, scorritoio.
brayage brusque, sbracatoio istantaneo. -_
Coup de feu , scottatura. - Coup de piston,
Dbruyage automoteur, sbracatoio automotore.
colpo di stantuffo.- Coup de pointeau, cen Dcapuge, denudazione.
tro, punto di rapporto segnato con una punta. De'caprr, denudare il metallo.
Couple, Membrure en fer, ordinato di ferro. - De'charger, scaricare.
Couple da rotation, pulsata rivolutiva ocop Dchargeoir, tubo di scaricamento.
pia di rotazione.
De'chirure, squarciatura, falla.
Couranl de amme, corso di amma.
De'clunche, scatto a gancio.
Courbe, curva, bracciuolo. -- Courbc dimlica
Dclancher, scattare.
teur, diagramma, 0 curve. dindicatore.
Declic, scatto. -- Declic bascule, scatto a
Couronnc,corona. -Couronne da presse-toup1,
bilico. - De'clic de la cataraete, scatto della
premibaderna, cerchio del bossolo a stop a,
cateratta. - Dclic d'alarme, scatto d'allarme
compressore. -- Couronnc de piston, cerchio
o davviso.
_
dello stantuffo.
Dcliqueter, far uscire il gancio per separare
Courroie, cinghia, correggia, cingolo. -'Cour
gli oggetti che stanno riuniti.
rnies saws n, corregge senza ne.
De'conjuguer, levar d'innesto, scongiungere.

Course de lexcentrique, cacciata delleccentrico. De'cotter, spogliare il modello.

22
Dcounrement, scoprimento.
1 Dynamique. dinamica. - Dynamique (unite),
Dgauchz'r, sbiecare, retticare.
unit dinamica. chilogrammetrq.
Degorycment, sgorgamento, purgazione.
Dynumomtre, dinamometro.
Ddgorgeoir, solcatojo, spillone.
Dynamomtre de chump, dinamometrodi pianta.
De'graisscr, nettare, disg1assare, levar via le
- Dymzmomtre da vamp, dinamometro di
macchie.
costa. - Dynamometre dangle, dinarnornetro
Degraisser una lime, nettare, ripulire una lima.
di schiancio.
De'mam'llage, smanigliare.

Dmaniller. diamanigliare.

De'montur lhelice, sollevare lelice.

'

Dmoulage, smodellatura.

Dmouler, smodellare.

Dnivullement, inclinazione d'un piano.

Eau, acqua. - Eau de condensatian. acqua di

Densit, densit.
Densit (maximum d), densit massima.
Dent, dente.
Dente', dentato.
Dents tagees, denti dispostia sca lioni. - Dents
obliques, denti obliqui o di sc iancio.
Dept, deposito, recipitazione, sedimento.

D4p6t de sul, s imento salino.


Depouille, scarpa dei modelli.
Drioete1;, schiodare, sbullettare.
Drochcr, togliere la terra dal modello.
De'saturation, dissaturazione.
Dsaturer, dissaturare.
De'saubag::, alzamento della ruota.

condensazione o di rigetto. -- Eau saturdr,

acqua satura di sali. -- Eau de mar, acqua di


mare. - Eau, Fin, via. della chiave d'acqua.
Ebarbaye, sbavatura.
Eurber. Demouler, sbavare, spogliare il getto.
Ebnuchcr, abbozzare.
Ebisder, scantonare.
Ebullitm, ebollizione, ebollimenlo.
Ebullition tumultucuse, strabollimcnto.
Ecarrissoir, ingranditoio.
Ecart, colatoio, convento, cerniera.

Ecm't double, commessura a. giunture. doppia.


Echantillon, campione.
Echappemmt, tubo di scappamento.

De'sauber, levare le pale alle ruote.


_ Echau/fer, scaldare.
De'sembmyage ou Desumbre'age, manicotto di Echau/femant, scaldamento, riscaldamento.
sc0nnessioue, imbracamento. Vedi Delirayage.
De'smbrnycr, dieimbracare, disinnestare.
Desenclancher, riscattare.
Dsengrencr, sboccare, disboccare.
Desserrur, schiuderc.
Dessin lindairc, disegno lineare. - Dcssin go
mc'trique, disegno geometrico.
Detcndre, intercettare, espandersi.
Detente, vapore intercettato, espansione. -- De'

Echellu da pression, scala di pressione.


Echoppc, cesello.
Ecoue_ment, etusso dei liquidi, scolo dei li

tente variable, espansione variabile.


Dtente are ma da tiroir, espansione ssa.

Ecrasement des chaudires, schiacciamento delle


caldaie. '
Ecrou, dado, chiocciola.
Ecrouir, indurire un metallo o seriat il grano.

.deersow, spandeutc.
Devtir, spogliare.

De'viation du bout da balancier, deviazione del


lestremit del bilanciere.

lo di ferro.

Ecouvillon de tube, spazzotta.


Ecran,
Ecran

rafuoco.
e cendrier, parafuoco del cenerario.

Ecrouissage, indurimento.

Ecuelle, ciottola, mortaletto, scodella (dicesi

pure il vuoto, che trovasi tra il letto d'una

Diagramma, diagramma.

Diamtre e?ctif, diametro effettivo.

ni 1.
Edhuvillon cn l dr f:r, spazzetta, scovolo di,

vite .
Diaphragme, diaframma, diaframma del tubo di Ecumhir, Crept'nc, schiumatoio.
Eduction, egresso.
_

scarico della tromba ad aria.


Digesteur, digeetore.
Eductivn, Extraction, scarica, sbocco, scarica
Dilatation, dilatazione.
mento parziale.
_
_
Disquv, disco. - Disque (machine), disco a mac Effe! dynamiquc, effetto dinamico. - E/fet uttle,
effetto utile, forza effettiva.
china.
Distillation, distillazione.
E/fort, sforzo.
Distillatoire (a pareil), apparecchio distillatore. Etnaticit, elasticit.
Distiller, distil are.
Elrvatian, alzata, proiezione verticale.
Distribucr, distribuire.
Ellipsz, ellisse.

_
Dietributur, distributore.
Etongis 'de tambour, costiera dei bagh, delle
Distribution de vapeur, distribuzione del vapore.
ruota 0 dei tamburi.
'Dme, cu ola.
Embase, rigono. tondino.
Donner
jeu, Rendre gai, allentare, rendere Embouti, imbottito, rigonato.
latino.
Emboutir, mettere in fondo.
Double bride, doppia briglia. - Double cylin Emboutt'ssure, rigonamento.
dre (machine), doppio cilindro (macchina). - Embrasure, strombatura, schiancio.
Doublc cylindra reneerse' (machine ), dop Embrayagc ou Embrdage, imbracatoio o imbra
pio cilindroa rovescio (macchina a). - Double
camento. _ Embrayagr rencers, innesto ro
eet, doppio effetto (macchina). - Double
vescio. - Embrayayc rectiligne, imbracatoio
ewcentrique, doppio eccentrico. - Double t
rettilineo. -- Embrayage par soulvemznt,
(machine), macchina a. doppio T.
imbracatoio per sollevamento. - Embrayage
Doucement (marcher), lentamente (camminare).
par cow-roies1 imbracatoio per mezzo di cor
Dau.cine, cimasa o gola diritta.
regge.
,
Douille, ghiera, cerchietto. occhiello.
Embrayrr, imbracare, imbracciare, imboccare,
Douille du milm du( te' , occhio della tra
mettere in innesto.
versa.
Emdri ou Emdril, smeriglio.
Douillc taraudte, manicotto a vite per com Emdrillon, gancio, uncino.
messure.
Emmunchcment, attaccatura, innesto. - Em
Dressage, rassettamento.
manchcmemt d dom'lle, giunto congiungi
Dresser, uguagliare, addirizzare.
mento ad innesto, o manicotto ad astuccio.
Ductih'tc', duttilit.
Emmancher, attaccare.

Emmanchure, occhio del martello o della mazza.

Espace mort, punto morto, spazio morto.

Emporte-pice, bucalamiere, troncatoio.

Espace neutre, spazio neutro.

En avant. avanti!

Essieu, asse, sala o anche perno.


Estampe bouterolle, stampacapocchie. .- Es

Encastrement, incastramento.
Encastrer, incastrare.

tampe matrice, controclnoda1a.

Enclanche, cocca dello sperone.

Estamper, stampare, improntare.


Enclancher, incoccare, accoccare.
Etabli', Brmc da tour", de cisailte, banco 0 letto
Enclume, incudine.
di torno, di forbicioni.
Enclumeau, incudine del maglio.
f
. Etablir, stabilire, impiantare.
Encochc, sprone del tirante. -- Encoche dem Etablsement, stabilimento.
cenh-ique, sprone del tirante dellmcentrico. Etain, stagno.
- Encoche, Enclunche, tacca o bocca dello Etamr1ge, stagnatura.
Etambot de navire da he'lz'ce, dritto del timone. ,
sprone delleccentrico.

Encrasse', sporco, sudicio, unto.


- Etambo't du. gouvernail, dritto del timone.
Encrotemcnt, incrostamento.
Etampe, stampa, tipo.
Endmzture, indentatura.

Etamper, stampare.

Enduit, spalmatura di grasso.

Etanche, stagno a prova dacqua.

En fer chuval, a ferro di cavallo, a. zampa

Etat sphdro al, stato sferoidale.

Ehm, morsa. -Etau d pied, morsa a gamba.


Eteindre leszux, spegnere o smorzare i fuochi.
Eterhydrique (machine), eteridrica.
'
Ether, etere.

Etiragc, tralazione, passamento ai cilindri.


Etirer, tralare, passare alla trala, passare ai
cilindri.
Engouger, scanalare, incastrare.
En outtc da suif, capocchia convessa, agoccia Etoe, stoffa, ferro inaccialito.
Etm'le, screpolato, fesso.
di sevo.
doca.
'
Enfourchemem, forcella, forcone, inforcatoro.
Engager, Gommer, incagliare, esser incagliato.
Engorgmncnt, ingorgo.
Engoujurc, incanalatura.
Engouryemcnt, ingorgo, ingorgamento.

Engranagc, imboccamento od incastro dei denti. Etranglemcnt da la vapeur, tralatura, trala


mento del va ore.
- Engrenage d lanterne, imboccamento a
lanterna. -- Engrenage a ancs, imbocca. Etrave, ruota i prora.
mento cilindrico. - Engreage > ancs re' Etra aste, stare a posto.
ciprvques, imboccamento cilindrico a anchi Etranglzr la vapeur, strozzare otralare il va
reciproci. -- Engrenage intdrieur, imboc
pore.
camento interiore. - Engrenage e'picyclo'idal, Etra fausse, storccrsi.
imboccaniento epicicloidale. - Engrenage a Etrier, gancio a vite, staffa.
deneloppante, imboccamento a sviluppante. Etuve, stufa (ove mettonsi le forme a sec
care).
,- Engranage sans frattement, imboccamento
senza attrito. - Enqrenage com'quc, imboc Evacuation, Eduction, egresso.
camento conico o dangolo. -- Engrenagc Evaporation, evaporazione.
dagle, rotismo dentato ad angolo. - En Evaparcr, evaporare.
Event, satatoxo.
grenage droi2, rotismo a denti piani.
Excentricitd, eccentricit.
Engrener, imboccare, imbroccare,innesto reci
Emcentrique, eccentrico. -- Excent-rique trian
proco.
.
Enlever les dpts, scrosiare le caldaie o stac-'
gulaire, eccentrico triangolare. - Excentri
care il sale.
qua circulnire, eccentrico circolare. - Em
En porte a faux , sporgente in fuori , pos.nte
centrique d cadre, eccentrico a quadro.
in falso.
_
Exclusion da tirair, chiudimento
Entablement, tavolato (trabeazione).
_ .
Emhaustion, esaurimento.
Entranement, strascinamento, traniento.
Expansion, Dilatation, Detnte, espansione, di
Entra-desco; ori ccs du cylindre, intervallo delle
latazione.

Expiration, es irazione, sbocco, sgorgo.


luci del cilin ro.
,
Entretoise, calastrello diagonale.
Explosian, esp osione.

Enregistraur, registratore; l courbe, a curve; Extraction, spurgo della caldaia, scaricamento


optique, ottico.
d una porzione di acqua.

Enveloppe, involucro. camicia, cintura.


Enueloppe de chaudiera, rguscio di caldaia.
Epau/rer, acciaccara gli angoli vivi.
E aulemnt, Ergot, Spalletta, risega.
picyclode, epicicloide. '
Epinglette, spillo, saetta.
preuve, prova, sperimenta, esperienza.

prouver, provare. esperimentara.


.

Faire le plein de la chaudire, riempire la

E uisement, asciugamento.
EE;uiser, vuotare.
guerre, squadra.
Equerrer, squadrare, risquadrare.
Equianglc, equiangolo.
Equidistant, equidistante.
Equilboquet, provino.
Equilibre, equilibrio.
Equilibrer, equilibrare.

caldaia.- Faire monter, far va

;
i
1

Equinme, e uinomio.
Equipe, squa ra, compagnia.
Erable, acero.
Ergot, dente.

, Fonderie, rifenditoio, o fenditoio da ferro.


lFrnte, Fissure, fenditura, fessura.

Eridelle, ardesia.
Escabeau, sgabello.
(
Escarba'lle, bragie estinto.

re. - Fairv

tourncr, mettere in bilico. - aire lextrr


tion, es urgare.

Fanion, erro fesso in verghe.


Faussc e'querre, squadra zoppa.
Fausse-e'querrc, Oblique dangle, fuori squadra.
Fe'ler, Fendrc, Etoiler, screpolare, fondere, spac
care.
F'lure, ssure, screpolatura, fessura, fenditura
Femelle, femmina.

Fante, trapelamento, stillicidio.


_

M! da chunvre, lo di canapa da cavo, trefolo.


'

- Fil dc c-uivrc, lo di rame. - Fil de far,

24
lo di ferro. -- Fil da laiton, lo di ottone, Fuite, scolo, stillicidio, fuga, falla, vena, tra
pelamento dacqua.
lo di rame.
Far, ferro. - Far en T, ferro a T. -Fer en Fume'e, fumo.
double T, cantonale di ferro a doppio T. - Fumivore, fumivoro.
* Far galvanisd, ferro galvanizzato. - Far Fuseau, tra ano diritto.
zinque', ferro zincato. - Far martele, ferro Fusibilit, usibilit, fondibilit.
martellato, stotla fucinata, ferro dolce. -- Fer Fusible, fusibile. fondibile.
souder , ferro saldatoio. - Fer pailleux, Fusion, fusione, liquefazione, squagliamento.
ferro scaglioso, ferro difettoso. - Fer soud,
corroy, ferro saldato, o massellato. - Far
trempe' en paquet, ferro temperato in car
toccio od in pacchetto. - Fer refould, rical
G
cato, ferro ricalcato. - Fer-blanc, latta.
Ferrement, fer3atura, ferramenta.
Ferrcte' , ferrato, cerchiate, legato con ferra
Gai, Ayam du jeu, giuoco, lasco, latino.
Galenc, galena. - Galne sulfure, galena
menta.
Ferreter, legare, cerchiare, stringere con fer
sull'urea. -- Galne antimonifre, galena an
timonifera. -- Gale'ne cuivre, galena da
ramenta.
Feu, fuoco.
rame.
Feuillard, ferro piattino da cerchi, capivolto, Galerie de la machine, Tablier, galleria della
cerchio.
locomotiva.
Gala! xe, girella ssa; mobile, mobile; din
Feuz'lle dcs lubes, fogli dei tubi.
Fem'llure, battente, battitoio.
terposition, dinterposizione.
Feutre, feltro.
Galvamser (zinquer) le fer, galvanizzare (zin
Feutrer, foderare e rivestire di feltro.
care) il ferro.

Filet gauche, spira o verme di vite sinistro,

Galvanisme. galvanismo.

vite mancina. - Filet pointu ou en V, verme Galvanome'tre, galvanometro.


a V 0 triangolare. - Filet d droite, verme Garde, difesa.
dritto, verme a destra. - File! de vis, pane Garm'r, guarnire o mettere una bronzina, un
grano, un getto. un anello. - Garnir de cor
della vite.

Fileter la role'a au peigne, tagliare le viti a

nieres, armare con cantonate.

mano col pettine.


Garnilure en chanvre, rosetta di canapa. Filcur, battente, battitoio.
Garniturc en caoutchouc, paterna di gomma
Filie're, madre vite a piastra.
elastica. -- Garniture denclanche, grano,
Filtrer, formare, fare una vite.
getto, anello di guarnizione della tacca o bocca
elio sprone. - Garniture, guarnizione, pa
Flumme, amma, vam a.
terna o baderna. - Garniture mtallique,
Fleur de soufre, or gi zolfo.
Flotteur, galleggiante.
guarnitura, paterna metallica.
Fluide, fluido, liquido.
Gauche, storto, bieco, mancino, serpeggianta.
Fluw, Fondant des fourncauac, usso, fondente Gauchir, storcere.
dei forni.
Gas hydrogne, gas idrogeno, inammabile.
Fonetimmer, lavorare.
Gazomtre, gasometro.
Fand du cylindre, fondo del cilindro.
Ge'ne'raleur de vapeur, generatore del vapore,
Fonderie, fonderia.
caldaia.
Fondeur, fonditore, gettatore.
Genou, ginocchio.
Fondre. fondere, liquefare, squagliare.
Glissidre, Tige ou Barre directrice.astadi guida,
direttrice. - Glissire duv tourillon de ti-roir.
Fonte de far, ferraccio.
Forage, trapanatura.
dado scorrevole della traversa dell'asta del
Force, forza. - Force tendante de'ehirer,
cassetto; de la tige du piston, dellasta dello
forza di squarciamento.
stantuffo. - Glissirc cylindrique, helicoi
Forer, trapanare, bucare.
dale, de rvolulimz, doublc e/fet, cilindrico,
Foret, saetta da trapano.
elicoidale, di rivoluzione, a doppio effetto.
Forgeron, Fargcur, fabbro.
Glissoir, sdrucciolo. _ Glissoir, Coulis3 ,
Fosse mouler, fossa da modellare.
chiovolo o ceppo scorritojo.
I"ou, Folle, girevole, sciolto, mobile.
Godet, vasetto dellolio-Godct a graisser,
Four, forno. - Four re'chau'ar, forno 0
ceppa ed imbuto lubricatore del sevo.
fornello da riscaldare.
Gore! pour la carne, raschietta, spazzatta per
Fourneau d. puddler, fornello datinamento a
la carena.
riverbero. - Fourneau d manche, fornello Gorge, Ranure, gola, bavetta, scanalatura, in
a manica. - Fourneau a re'verbere, forno 0
cavatura.
fornello a riverbero.
Goudron minral, catrame fossile, catrame
Foyer de lentille, de miroir, foco di lente o di
minerale.
specchio. - Foyer, forno, fornello, focolare. Ganga, sgorbie.
- Foyer fumivore, forno a fornello fumi Goujon. maschio per tornirc.- Goujon, Tenon,
voro.
mastriolo, ago darpione.
Fogers superposs, fornelli seprapposti o su due Goujure, scanalatura.
Gouvernateur, Mode'rateur, moderatore.
ti e.
Fraise, Equarrissoir, bottone da trapano.
Goupille, co iglia, cavicchio.
Fraisc tuillc, accecatoio, nespole.
Goutte froi e, scoria di etto rareddato.
Fraiscr, Fraise', aocecare, accecato.
Grain, grano. - Grain z 'orgc de ct, scal
Fraisu.rm accecatura.
ello da anco a grano dorzo. - Grain dorge,
Frappeur, battimazza.
erro da forno a rane d'orzo.
4 Graissage, lubricazxone.
Fre'yate vapcur, fregata a vapore.
Frcin, freno. -- Frein dynamomtrique, freno Graphostatique, grafostatica.
dinamometrico.
Graisse, grasso, sevo.- Graisse, Suif, sevo, sego.
Frett -, cerchietto, rosetta ad imbuto o conica. Graisser, ingrassare, inoliare.
Frattement, sfregamento, attrito.
Grande bielle, tirante principale od estone di
Fuir, trapelare, far acqua.
rimando.

25
.h-and palier, sedile o ciocca dei piumacciuoli

dune machine, giuoco duna. macchina.


Jeu da pt'rton.l gm000 dello stantuffo. - Ju
des dents dune r0w: dentee, giuoco dei denti
Greement, attrezzatura. - Grement en far,
duna ruota dentata.
Joint. Assemblage, commessura. - Jaint glis
attrezzatura di ferro.
sani, commessura o giuntura scorrevole Grille de foyer. inferriate. - Grille de char
Joint coltet, giunto ocommessura. a lembo.
bon, grata di bocca. portella di carbone. -
Grille mobile. graticola automatica 0 mobile. a labbro od a collare. -- Joint douille,
congiungimento a manicotto, ad astuccio, a
- Grille tournante, graticola girevole.
gotta. - Joim a d0uille glissant, giuntura
Griller le mimral, arrostite il minerale.
ad astuccio o a mortaletto o ad espansione. Grippcr, screziare. scalre, grinzare.
(hippure, screziatura, scalttura, grinzatura.
Joint au carton, giunture, commessura con
cartone. - Joint d0tdham. giunto dOl
Grison, gas esplodonte delle cave.
dham. - Johzt hollandais, giunto olandese.
Grue, grue (macchina).
Guide, guida, scorritojo. - Guide de paralle
- Joint universel, giunto universale detto di
lograrhnu, guida (tiraute) del parallelogramma.
Cardano.
o ralle principali.
Gratter la carne, raschiare, ripulire la carena.

-- Guide da soupape, guida o gambo di val


vola.

L
Laisser sortir [a vapeur. Scaricare il vapore.
Laitier, latti, loppe, scorie.
Hachure, tratto di linea fatto con una punta o Laiton, Cuivre Jaune, ottone.
Lame deau lama d'acqua.
colla penna.
_
Hauban de chemine, sartia o vento di fu Laminage, aminazione.
Laminer, laminare.
majuolo.
Lamineur, laminatore.
Haut fourneau, alto fornello, fornello reale.
Laminair, laminatoio.
Haute pression. alta pressione.
Hautew de lorice, de la barrette, altezza Lance feu, attizzatoio, riavolo dritto.
della luce od oricio della valvola di distribu Lavage de minerai, lavatura del minerale.
zione. - Hauteur du tiroir, larghezza o al Levier, leva, manovella. -- Levier dinjection,
leva delliniezione. - Levier de la dclanche,
tezza della valvola di distribuzione.
leva dello sperone delleccentrico. - Levier
Hlicc, elice. -He'lice propulsive, elica pro
de mise un train, leva di primo im ulso. pulsore, elica prepellente.
Helico'z'de, elicoide.
Levier da soupape dc sret, leva i valvola
di sicurezza.
'
Hdrz'sson ruota a piuoli o caviglie.
Hiloire, battente o mascellajo di boccaporto.
Liberte' du cylimdrq. giuoco longitudinale dello
Houille, Charbon de terre, carbone fossile, car
stantuffo nel cilindro.
bone di terra, litantrace.
Ligne ponctue, linea punteggiata.
Limaille, limatura.
Houillre, miniera o cava di carbone fossile.
Huile, olio.
Lime, lima.
Hydraulique. idraulica.
Limeur, limatore.
Hydrodynamique, idrodiuamica.
Lingotire, pretella.
Hypocyclo'ide, ipocicloide.
Liquide, liquido.
Locomotive, locomotiva.
Hypote'mtsc, ipotenusa.
Longrines, panconi.

Lopin, pezzo.
Loquet, saliscendi.
Louche, spina. uguagliatoia, maschio uguaglia
toto.
Ichnographie, proiezione icnograca.
Loupe, agro, pezzo dagro, masso dagro.
Inclinaison, inclinazione.
Lubre'fer, lubricare.
.
Incrustations salinas, incrostazioni saline.
Lubre'eur, Godet, lubricatore, vasetto dellolio.
Indicateur, indicatore. -Indicateur de niveau, Lub1'eur mecanique, lubricatore automatico.
stazza o ordine del livello. - Indicateur de Lumiere du coussinet, Trou dhuile, buco del

oapeur, indicatore del va ore. - Indicateur

pinmacciuolo o rulla. buco e foro dell'olio.

de Watt, indicatore di \ alt. - Indicateur Lunetta, sostegno di guida o guida parallela di


de vide, indicatore del vuoto.
torno.
Inertie, inerzia.
Lut, luto.
1njection. getto diniezione o di condensa Lu-ter, lutare, lotare.

zione. -Injection de la cale, injezione della


stiva.
Introduction, introduzione, ingresso.

Mdchefer, rosticci, scorie.


Machine planer, pialla meccanica. - Machine
percer, trapano, macchina da trapanare, da
Jambe de force, sorgozzone, sperone.
far buchi. - Machine a river, ribaditoi0. -
Jambette, verginella.
Machine pulcriser les terres, molino da
Jante da roue d aubes. cerchio o corona di
sabbia per fonderia. - Machine (2 mortaiser,
ruote a pale.
macchina da calettare. od incastrare. -- Ma
Jardin de tambour, giardinetto del tamburo.
chine . mayenne pression, macchina di
Jauge, stazza.
\Voolf o a media. ressione. - Machine loco
Jaugeage, stazzatura.
mobile. macchina ocomobile portatile. - Ma
Jet, getto, zampillo.
chine denti-rotative, macchina semirotatoria.
Jeu, giuoco, libert, azione, allentamento. -- Jeu
'- .l[achine rotative, macchina rotatoria. -

26
Machine (2 cintrer le: tles, macchina da cur Marche: doucemem! mezza forza! adagio,
adagio!
vare le lamiere. -- Machine de mise eri train,
macchinetta a vapore di primo iin ulso. - Marteau, martello. - Marteau planer, mar
tello da spunare. Martcau d main. mar
.Machine, macchina, in egno. -aclu'ne
tello da fucina. da fabbro.-Martmu vapeur,
vapcur combine'e, macc lm a combinazione
maglio, battiferro a vapore. - Marteau-piton,
di vapore. -- Machine en clocher, macchina
ariete a vapore, berta a vapore. - Marteau
a campanile. - Machivac haute ression,
macchina ad alta pressione. - Mao lire l ha
decant, mazza da fucina.
lamier suprieur, macchina ad alto bilan Martelage, martellatura.
ciere. -- Machine a air chaud. macchina ad Martelcr, martellare, indurire, serrare il grano.
Martinet, battiferro, maglio.
aria scaldata. - Machine (1 fourreau, mac
china ad astuccio o fodero. - Machine Masselotte, matarozza, matterozza.
disque, macchina a disco. - Machine 4) double Mastic. mastice, stucco. - Mastic la cruse,
mastice o stucco di hiacca o cerussa. - Mastic
gin, macchina a doppio effetto od azione. achioc a double manchon, macchina a dap
pour le cuivre, mastice o stucco pel rame. - Mastic da fonte, cemento 0 stucco ferriguo.
pio astuccio o fodero. - Machim: doublc
traverse, macchina a d0ppia traversa. -- Ma Mastiquer, stuccare, cementare.

chine double cylindre, macchina a doppio Mutelas da vapeur, cuscino di vapore.


cilindro. - Machine mouvement de son Mater la lumare, calafatare. - Mater, ribuz
nette, macchina a movimento di leva angolare.

- Machim ( demi-cylindrc, macchina a semi


cilindro. - Machiwe a simple e'et, macchina
a effetto semplice. -- M'achino piston an
nulaire, macchina a stantuffo anulare.
Macht'ne atmosphe'rique, macchina atmosfe
rica. - Machine. Outil, macchina, attrezzo,
utensile. - Macht'ne auautliazre , macchina
austliaria. - Marhme marine, macchina a

vapore marina. -- Machina a balancier libre,


macchina con bilanciere a snodatura oscillante.
- Machine d roboter, macchina da contornarc
o pialla da contorni. - Machine planer,
macchina da piallare. - Machine a percer,
macchina da uguaglianza o terebratoio. Machinc ltrer, macchina formavit.i. Machine coudre, macchina da cucire.
Mdchoi're, Joue, maschetta, coscia, sponda.
Main courante, bastone di ringhiera.
an'n-courantc, battitoio o scontro.
Mallabilit, malleabilit.
Malldable, malleabile.
Manche, manico di maglio. - Manchc eavible,
tubo essibile, manica, manichetta.

Manchon dembrayage pans, innesto poligo


nale. - Manchon . manicotto, astuccio. Manchon dgri'es droites, manicotto a ugua
ture rette. - Manchon d gri/fes obliques.
manicotto a ugnature oblique. - Manchon (
de-itts. manicotto a denti. -- Manchon fria
tion, manicotto a frizione.
Mandrin a vis, disco e viti di torno. - Man
drin universel disco universale. - Mandrin
de tour. fuso del torno. -- Mandrin daba
tage, palo da ribadire. - Mandrin de forge,
controspina. - Mandrin, coppaxa, coppa. disco
del torno. - Mandrin a colonne, maschio
per piegare il ferro.
Manette, manubrio.
Manille, maniglia.
Maniller, ammanigliare.

zare le lamiere.
Matrice, marchio, forma.
Mattoir, cesello, ribuzzo.
Mauvais conducteur, cattivo conduttore.
Maximum de densit, massimo di densit.
Me'canicien, macchinista, meccanico, ingegnere. Mdcanisme, meccanismo.
Mche. trivella.
Menotte. Chape, maglia conduttrice.
Menu, frantumi di carbone fossile.
Mercure, mercurio, argento vivo.
Mere de pas de vis, cuscinetto madrevite.
Mdtacentre, metacentro.
Mtal blanc pour coussinet, metallo bianco. w
Mila! de te'lrscope, metallo da s ecchi per

telescopi. -- Mtal de Muntz, meta lo Muntz,


metallo giallo. -- Mctal de cloche, metallo o
bronzo da campane.
Mettre a/eurer, pareggiare, uguagliare.
Mettre, d chaud, mettere a caldo o rovente.

Mettre lhe'lice en placa, collocare lelice a posto.


Metlre una plaque a la tle, rattoppare con
ezzo di lamiera.
Manium, minio.

Mise en train, meccanismo di primo impulso a


mano.
Iifodle, modello da forme.

Modc'raleur centrifugo, moderatore o regolatore


a forza centrifuga.
Molcule, molecola, particella.
Moment, Quantite' dv- mouvement, momento. -

Moment polaire dinertie, momento polare


dinerzia.
Montage, impiantamcnto. erezione.
Montant, Console, stante, puntello, sorgozzone,
mensola.
,

Monter, impiantare, montare.

Monteur, impiantatoro.
Mortaise, feritoie. per chiavetta, incastro, in
casso.
Mortaiser, Encastrcr, incastrare, incassare.
Manioelle, manovella manubrio. - J|Ianioelle d Moteur, motore, forza motrice.
bras, manovella a raccia. -- Manicelle pla Moues, taglie o buzzelli.
netaire de Watt, manovella pianetaria di\Vntt. Moulage en able sec, modellamento con sabbia
-- Manivelle motrice en fonte ou en far,
asciutta o da stufa.
Monte, forma.
manovella motrice in ghisa o in ferro.
Manna (est, cassa, canestro di zav0rra.
Mouler, modellare o formare la forma.
Manaauvre, maneggio, manovra della macchina. Mouleur, modellatore, formatore.
Manomtre, manometro. - Manomtre hydru Moult'net, Treuil, Vireoeau, molinello, verricello.

statique, manometro idrostaticg; contrepozds, Moulure , modanatura. -- Moulure, Moulagc,


a contrapeso; e'lastigue, elastico.
modellamento.
Mouton, berta, ariete, cacciastili.
Marchandaqe, a cottimo.
Marbre , Pla ua dresser, specchio di veri
Mouoement de connette, movimento a leva an
cazione. - . arb-re, Paroir, Chasse a. parer,
golare. - Mouvement renverse, movimento
s ianatoio. presella da spianare. _ Marbre
a rovescio. - Mouvement de va-et-vient, mo
'atelicr, lastra da spianare o specchio di ve
vimento di va e vieni e alternato. --Mouoe-'
meni autour d'un centra, circumvallazione,
ricazione o. retticazione.
Marchar, agire. - Marcher en arrt're, indie
moto revolutivo. - Mouvement de: corps
treggiare, andar indietro.
tombam.v, caduta dei gravi. - Mouoemem

27

rectilz'yne, movimento rettilineo. --,Mouve


ment circulaire, movimento circolare. - Mou
vemenl allernatif, intermittent, moto alter
- nativo, intermittente.

Ala-yen, mozzo della ruota.

Paquebol, corriera a vapore.

Paquet, fastello, pacchetto, massello. - Pa-.


quet, Lopin, massello, acchctto, masso.
Paralle'loyramme, paralle ogramma.
Parer, spianate, pareggiare.
Parquet deschauffeurs, paiuolo della caldaja.
Mar de foyer, spalletta del focolare,
-- Parquet, Plaque de arquet, pajuolo, pia
nerotto, lastra, lamiera i stuolo. - Parquet
supcrt'eur, trabcazione, te io ed intelaiatura
l\l
superiore della macchina.
Pax de vie, d'hlt'ce, de rozze derate'e. passo di
vite, delice, di ruota dentata. --Pas crois
Naoigation a vapeur, navigazione a vapore.
sanl, passo crescente. -- Pas', Filet de vis,
Navire double, bastimento cellulare o a com
Spini, verme, passo o pane della vite.
partimenti. - Navire en far, bastimento di
ferro. - Navire mixte, bastirnento misto con Passe doutil, feritoja, taglio leggiero.
Palle daraz'gne, scanalatura incrociata. di ralla
forza ausiliaria.
.
Nervure, costola, rinforzo, modanatura, orlo.
er olio.
Pedale pour ouvrz'r les soupapes, pedale per
Ne: de tour, naso del fuso del torno.
ipliic
le valvole. - Pddale, calcola o pe
Nireau, livello. - Niveaw de magon, livello
di muratore, archipeuzolo. -- Niveau d'eau,
ale.
livello ad acqua. - Niveau bullo dair, Peigne, pettine da tagliar viti.
Pendule com'que, pendolo conico.
,
livello a bolla daria.
Nombre de coups de pislon , numero dei colpi Percer lempofte-pice, bucare col bucala
di stantuffo.
.
miere.
1
Noia: ou Cle de robinet, maschio di chiave di Perche ou Aro da tour, pertica od arco di torno.
acqua. - oix excenlrique_ en coeur, eccen Pergoir,saetta da. trapano, utileruolo 0 ma
schio per bucalamiere. - erpoir, sofce. trico a cuore.
Noyau, anima, nocciolo. - Noyau de robirwt,
Pergoir, Sole. maschio, pernio.
Pesan-teizr spcifque, peso specico, densit. nocciolo di chiave dacqua.
Pesanleur, Poids, gravit, peso.
Pse-lz'queurs, pesaliquidi.
.
Petit cheval. ronzino, macchinetta alimentatrin.

Picoche, picchiarello.

Pice creuse. pezzo concavo.


Pignon, rocchet'lo. -- Piyru;mv lanterne, roc
Gil, occhio. - (Eil du bouton de manlaelle,
chetto a lanterna. - Pignon d'angle, roc
occhio del maschio o pernio di manovella. chetta conico o dangolo. -- Pignon droit.
(Eil, Dz'sque, occhio, disco, stella. - G?il de
rocchetta a denti piani. - Pignon da cm
Oblurateur, portello, maschio.

la manivelle da cl de larbre, grande oc

chio dei manubrj o manovelle.


Ordormde, ordinata.
'
'
Oreille sporto, sporgente. -- Oreilla, Supporl,
orect; in, sporto.
.
Orice, bocca, orizio, apertura. -- Orice du

tiroir, luce della valvola. - Orice oblique,


luce ed orizio obliquo o di schiancio. - Uri
ce, Lumire, orizio, luce.--v Orice, Tuyau
da_spt'ration, orizio, passatojo, tubo di aspi

razione.

Oscillalion, oscillazione.
Oulil, utensile, attrezzo, strumento.
Ouverture, apertura, bocca.
Oxydalion, ossidazione.

Oxyde, ossido.
Oxyder, ossidare.

Mailleire, rcchetto di dentiera.


Pilastre,

ilastro.

'

Pince, pa o a i di porco.
Pioche, 'marte ina.
Piston , stantuffo. - Piston me'tallique, stan

tuffo con guarnitura metallica. - Piston d


clapet. stantuffo con valvole. secchia, cappa.
- Pislon vapeur, stantuffo a vapore. Piston da pompa a air, stantuffo 'di tromba
ad aria - Piston plonyeur, stantuto pre
mente, embolo. -- Pistort a ressorts intd-
rieu-rs, stantuffo con molle interne. - Piston
bagues concentriques, stantuffo con anelli
concentrici. Pislon segmeuts et coins.
stantuffo a segmenti e cunei. - Piston d. vis,
stantuffo a vite.
Pivot cyliredri ue, cardine cilindrico.
Plan incline' a cure-molle, scala di cavalango.
scala a secchio. - Plan inclin di! tiroir,

piano inclinato della valvola di distribuzione.


Plum, Projection horixonlale, pianta. proie
zione orizzontale. '

Paille, pustula, vescica. - Paille, Ballilure, Planche d trousser, profilo a fuso.


_
scaglia.
Planer, piallare, spianare. - Planar les banda:
Palan en fer, paranco 0 taglia di ferro.
da eylt'ndre, piallare le faccia del cilindro.
Pale, Palette, pala, paletta.
Plaque de fondalion, piastra di fondazione o
Palier, sedile, ciocca. - Palier mobile, ciocca.
di base, letto dimpianto. -_ Plaque ,daube',
mobile o scorrevole.
balzola di ferro er pala. -- Plague de trou
Palier, Porte-coussinel, reggiralla. - Palier
dhomme, portel a della bocca d ingresso. dauble, sedile doppio. -- Palier claceltes
Plaque de jonctiort, d'cart en t6le, iastra
laterales, sedile a chiavette laterali. -- Pa
di congiugmmento o di commessura. - laque
lz'er troie coussz'nets, sedile e. tre cuscinetti.
de trou de gamiture, iastra della b0cca di
-- Palier semelle verticale, sedile a suola
guarnitura. -Pla un e tte, piastra dintr
verticale.
stata dei tubi. -' aque des,lubes ou de tt':,
Pan, faccia. - Pan carre' de robinel, testa
lastra dei tubi o dintestatura. -, Plaque de
quadra di maschio.
'
una de charbon, c0perchio di boccaportella
Parma de marleau, penna di martello.
di carbone.
Papier ou Toile emri, carta o tela smerigliata. Plat dune pice, iatto di un pezzo.
Papillon, valvola ad ala. - Papillon registre, Plateforme, piattat%rma.
.
valvola dugola o strangolatrice.
Plomb, piombo.

28
Plombagine, nero di piombo, grate, piom l
baggine.
loigne'e, Manette, Manche, manico, impugna-I

tura, manetta, maniglia.

Ele'vation, proiezione verticale. - Projection


horizontale, proiezione orizzontale. - Projection denu, proiettamcnto, strascinamento,

Poi! de vache, borra.

sbruo dacqua.
Projeter leau. strascinare, proiettare lacqua.

Poiayon. spina, punteruolo.

Propulseur, prepulsore.

Point mort, linea dei centri odei punti neutri. Pngmlsion,


Pot'nte de tour, punta di torno.
Pointeau, puntino.
Pointer. punteggiato.
Pol|i_ssoir. Rodoir, lisciatoio o brunitoio smeri

ropulsione.

Pu dler, pu dlare o poltigliare.


Puddlerie, rafneria a riverbero del ferro.
Puissance par lindicateur. forza dedotta dal
lindicatore, forza indicata. - Puissance f
festive, forza effettiva. -_ Puissance nomina e,

g iato.
Polygone funiculaire, poligono funicolare.

forza nominale. - Putfssance motrice, forza

Pompe, tromba. - Pom e a air, tromba da

aria. - Pompe a. doub e piston, tromba il


duplice stantuffo. - Pom e d double effel. i
tromba. e doppio effetto 0 azione. - Pompf
aspirante ou (Ideatoirc, tromba aspirante o
di elevazione. - Pom c d'eau chaude ou
pompe a air, tromba del ac un calda. - Pompe
deau froide, tromba de acqua fredda. Pompe de cale, tromba di sentineodaggot
tamento. - Pompe demhaustion, tromba di
estrazione o del salino. -- Pompe incendio,

motrice. _ Puissance evaporatoire, potenza


di evaporazione.
Puits de lhe'lice.
zzo dellolice.
Pulsatt'on. Coup e piston, pulsata, colpo di
stantuffo.
Purger, innescare la. macchina,satare la mac
china.
'
Pyrit.s, pirite.
Pyromtre, pirometro.

tromba per incendio. - Pompe foulante,


tromba. premente. - Pompe rotative, tromba

protato;)ia.
d
u
arte,
e 0 er,
rta
orto o p2rta
s or
tello di arte
fornello.ijorrt)
decgndrt'er,
Quantite de mouvement, uantit. di movimento.
o portello del cenerari0. - Porte da soute,
- Quantit dactt'on
une force. quantit.
porta o portello del carbone. - Porte-vati!
duna forza.
abile, portascalpello scorrevole. - Parte | Queue dc martinct. coda del maglio o del bat
da garniture, bocca di guarnitura. - P0rte
tiferro. - Quem. de rat, lima da straf0ro, a
des chauffeurs. camerino dei fochisti. coda di sorcio.- Queue daronde, coda di ron

Parte de trou de set, portella di bocca di


spaccio.
Portee, Cousst'n et, Support ou Potence percer,

appoggio, a (poggiatoio, armatura di trapano

a mano a C.

dine.-Queue-couverte, coda coperta-Qch

a recouvrement, coda a coprimento.


Quille en- far, chiglia di ferro.
Quote, quota, dimensione scritta.

.- Porte'e, Portage, ipomoclio,

fulcro. - Porte'c darb-re, fuso, collo d'albero.


Porter fama, posare in falso.

Poste des mdcam'ciens, posto o camerino dei


macchinisti.
'
Potee demi, loto o savore di sta no.

Poulie, puleggia, carrucola. ->Pou ia falle, pu


leggia girevole. -- Pouli'-Simple, puleggia
semplice. - Poulie double. puleggia deppia.
- Poulie extcnsiblc, puleggia estensibile.
Poulie yor_qe circulae, puleggia a scana
latura circolare. - Poulie chatne, puleggia
a catena. - Poulie de marine, puleggia di
marina. - Poult'e de renvoi sur (109 oscil
lant, puleggia di rinvio su asso oscillante.
- Poulie pour transmt'ssion a grande di
stance, puleggia di trasmissione a grande di
stanza.

Poupe'u de la roue, zoccolo, to po del fuso. -

Rabat, Buttoir des machines dpuisement,


ribaltero, trave di ribalzo, scontro elastico.
Rabat, piulletto.
Rabateuse, macchina a piallare.
Ra/fnerie, rafneria.
_
_
Rail. guida, rotaia. - Rail contra-anguille,
guida di deviazione.
Ratnure, Enyoujuru, scanalatura, incaualatura,
incastro.
7
Rarc'faction, rarefazione.
Rayon, raggio. -- Rayon de roue aubes,
raggio di ruota a pale. - Rayon, Crossillon.
raggio, razza.

Poupe'e de la pointe, zoccoo, toppo della Rayonnement, irradiazione.


Re'actif, reattivo.
punta.
Pousse, Bute'e de lhe'lice, piumacciuolo della Re'action, reazione.

spinta dellelice.

i Recipient, recipiente.

Pousses les feuacl attivate ifuochi! - Pausser Recouurement de tiroir, falda della valvola di
les feux au foml , spingere i fuochi in fondo
distribuzione.
Recuire, raddolcire o ricuocere.
dei fornelli.
Recuit, ricuocimento o raddolcimento.
Poussier, polviscolo di carbone fossile.
Recul, scivolamento, sdrucciolamento.
Prcipite', precipitato.
Redresser, riaggiustare, rimondare.
Premier me'cam'cien, primo macchinista.
Presse-loupe d lanterne, astuccio o premiba Reewion, riessione.
derne a lanterna. - Presse-toupe, Coussinet, . Rafondre, rifondere.
Refzmte, rifusione.
premibaderne. -- Presse a couronne, premi
aderne a collare o com ressore.
Rfractal're, refrattario, apiro.
Pression, pressione. ression e/fective da i Rfrigrateur, refrigeratore.
piston , pressione etlettiva dello stantuffo. - |Refroidir, Rafrachir, raffreddare, rinfrescare.
Pression totale, pressione o tensione totale. l Refroidissement, raffreddamento.
Prisonnier. copiglia o vite imprigionata.
Regard, s iatoio.
.
_
Prol, prolo, alzata di anco.
Registra 5 couh'sse de la chcmine, registro
Pro/iter, profilare, tracciAre.
scorrevole del fumaiunlo.
Projectz'on, proiezione. - Projection verticale, , Rcgler, regolare, moderare, guidare.

29
.

Rotation. rotazione.
Re'glel, regola, riga, sagola elastica.
Roue, ruota. - Roue dente de cte', ruota a
Ryu-lateur. Moderateur, regolatore, modera
corona. -- Rou stride, ruota a denti di schian
tore. _- Re'gwlateur alimentaire, regolatore
cio per vitelperpetua. - Roue d aubes, ruota
automatico d'alimentamento. - Rgulateur
a pale. -- .oue d'anqle, ruota dan 010 o
ou Tiroir dinjection, chiave, regolatore o val
conica. -- Roue dantc'e droite, ruota entata
vola a sdrucciolo delliniezione. - Re'gulatcur
a denti rimossi. - Roma da mise-en-tran,
air, recipiente o regolatore ad aria.- Re'
ruota di primo impulso-Rane ddchappemem,
gulateur de sou/et, regolatore di mantice.
ruota di scappamento. - Roue frottement,
Regulatt'on, regolazione. <
ruota di sfregamento. - Roue folle, ruota gi
Remise locomotives, rimessa per locomotive,
revole, girella. - Rane de commende, ruota
deposito di macchine.
movente o conduttrice. - Roue a rochet, ruota

Remorque , Grclin de remorque, rimorchio,

0 rocchetto a castagna, a palette. - Roue


gherhno di rimorchio.
plantaire, macchina a movimento planetario.
Remorquer, rimorchiare.
- Roue en aste faux, ruota sporgente.
Remorqueur, rimorchiatore. - Remorqueur
pesante in fa so. - Roue da eourroie, Galet,
vapeur, rimorchiatore a vapore.
Rondelle, ruotella, ruotina, ruota per cinghia.
Reni/lard, Soupape de purga, valvola satatoia.
Rouille, ruggine.
Rentrer les aubes, far rientrare le pale.
Renvoi da mouvement du tiroir, rimando di Rouleau. curro.
Rouleaua: d fendre, cilindro da rifendere.
movimento di distribuzione.
Roulette, girella di sfregamento.
Rene-01' ou T unsmission de mouvement, mec
canismo, congegno di rimando o trasmissione
di movimento.
Repre, tacca dindice.
Repe'rer, segnare i punti di rapporto.
Repoussoir, soice, cacciatoia, paracolpi o re
spingente.
Sable vert, sabbia verde od umida. -- Sable d
Re'servoir. serbatoio, cisterna.
mouler,sabbia, arena da modellare. - Sable
Rsine, resina, colofonia.
sec, sabbia od arena secca.
Re'sistance, resistenza. - Rsistance des mat
riaux. resistenza o forza dei materiali. -- Re' Saillie des dents, lunghezza dei denti.
sistence au glissement ou de cisaillement, Saindoux, glasso di maiale distrutto.
resistenza allo scorrimento e alla recisione. - Salla de montage, sala, oicina d'impiantamento,
Resistance d la traction, la compression, Saturation, saturazione.
Saturer, saturare.
resistenza alla trazione, alla compressione.
Resserrer, Etrangler, socchiudere, strozzare il Sauterelle, Fausse-cquerrc, calandrino.
Scories, residui di combustione, scorie.
vapore.
Se dtendre, espandersi, dilatarsi.
Ressort, molla. -- Ressort plat, molla da vet
ture. - Ressort boudm, molla ad elica, Se fausser, falsarsi.
a spirale. _ Ressort section rectangulaire, Schagc, disseccazione, essicazione, asciuga
mento.
molla a sezione rettangolare. - Ressort'
xection circulaire, molla a sezione circolare. Schage da la vapeur, essicazione del vapore.
Retard, Temps perda, tardanza, ritardo, dila Second mcam'cien, secondo macchinista.
Schaucr par le frattement, scaldarsi per lo
zione.
sfregamento.
Retremper, ritemperare.
Revem'r, Faire revtmir, Rucuire, far rinvenire Section, s accato.
Secteurs ente's, settori dentati.
lacciaio, raddolcire la tempera.
Secteur gradue', settore graduato.
Revalution, rivoluzione, giro.
Segment de _ arniture, segmento di guarnizione.
Ridoir vis, arridatoio a vite.
Ringard rouable, riavolo a marra, o a rastrello. Set, det e set, sale, sedimento salino.
Semclle de palier, suola di sedile o di ciocca.
Ringardcr, riavolare, rastrellare.
Senclancher, incoccare, accoccare.
River, ribadire.
Rivet, chiodo, bullettone da caldaie. - Rivet San-ture, bandella di sospensione, sospensore.
Sergent, sergente, arpese.
tete fraise'e, chiodo a capocchia accecata.
Serpentin, serpentino.
Riveur, ribaditore.
Serrage, stringimento.
Rivoir, martello da ribadire.

Rifare, ribaditura.

Serrer, Adhrer, stringere. aderire.

Robinet deavtraction, chiave dacqua di estra Serrer une garniture, stringere una guanti-f
zione.
zione o di scarica. - Robinet de sretd, chiave
dacqua di sicurezza. - Robinet de jauge. Soia, codolo.
chiave dacqua di stazza o di livello. - Robt'net Sole ou Table dc foyer, davanzale di fornello.
da culo, chiave dac ne. per iniezione dalla Sobmmier, traversa di fornello o sostegno delle
sentina o stiva. _obinet des chau/feurs,
arre.
chiave dacqua per le ceneri. - Robinet, chiave Sannerie chapperon, soneria a caviglie, e
pinoli. - Sonnerie rdteau, soneria a ra
dac ua, e istomio.- Robinet trois ou qua
tre ois, c iave dacquaa tre vie 0a quattro vie.
strello.
- obine_t alimentaire, chiave dacqua di ali Souder, bollire, saldare il ferro.
mento.
Robinet de cloison , Etanche, Soudure, bollitura, saldatura. - Soudwre dance,
forte, saldatura, saldamente dolce, forte.
chiave dacqua per paratia stagna. -Robinet
de fond de cyla'ndre, chiave dacqua per fondo Soujlage en planches, rinfoderamento di tavole..
- Sou/ayc, Botte, fasciatura, fodera, rinfo
di cilindro. -- Robinet graisser, chiave del
deramento.
sevo o dellolio.
ltoder. lisciare, smerigliare. ,
Sou/e, sofce, cappuccio, orale.
Romaine, stadera.
Sou/flarie, macchina soiante, mantice.
Rondelle, girellone, rotella. - Rondelle fusible, Sou/et, mantice.
rosetta, piastra fusibile. -Rondelle lardon. Sau/ure, Globule, puliga o pulica.
rosetta, piattino, girellone. - Rondelle da Star/"ace de chauffe, supercie di scaldamento.
garniture, rosettadi guarnitura.
Soufre, zolfo, solfo.

30
Soupnpe, valvda. - Soupape double siege,
valvola a doppio battente. - Soupape cham
pignon, valvola a fungo. - Soupa e d yrt'lle,
a lanterne, valvola a ratioela, a anterua.
Soupape darrt, valve a dintercettazione. -

piston de pompe a air, asta di stantutle di


tromba ad aria.
Tiruge, tiro daria.
Tirant, asticcinola di rinforzo, catena, astie
ciuola di collegamento.
Tire-e'toupe, Baguette ( ddboucher, cavast0ppe,
sgorgatoio. - Tire-fond, tirafondi.
Tirer, tirare.
Tiroir, valvola di distribuzione a sdrucciolo. Tirair rond, valvola di distribuzione a stan
tuo. - Tiroir d troie ori ces, valvola di
distribuzione a tre luci. -- iror en D, val
vola a D. - Tiroir de dlente, distributore
a sdrucciolo di espansione.
Tisonm'er. tappo o regole dellugello.
Thermomtre, termometro.
Tac, Buttoir, Paquet, fermo, scontro, battitoio,

Soupapc de decharge ou de tte, valvola di


scarico 0 di sgorgo. -- Soupape de srele',
valvola di sicurezza. -- Soupape de sret dv.
cylindre, valvola di sicurezza del cilindro. Soupnpe e'quilibre'e, valvola equilibrata. Soupape d siege com'que, valvola conica, val
vola a battitoio conico. -- Soupape d'aspi
ralion, valvola daspirazione. - b'ougmpe de
detentc, valvola dellespansione. - 'oupape
de trop-plein, valvola delle spandente o di
regresso. - Soupape du nact're, valvola di
fondo di bastimento odi Kingston. - Soupnpe
a guide, valvola a guida ed a gambo.-Sou
urtante.
pope glissante, Tiroir, valvola a sdrucciolo, Tle, lamiera di ferro. -- Tle lissee, gaufre'e,
lamiera corru ta. - Tle e rognares, la
scorrevole, di distribuzione. -- Sou ape en
che eau. valvola a tazza, valvola
imbuto.
miera di ritag i.
- goupape almosphe'rique, valvola atmosfe Tommge libre, tonnellaggio netto.
Toron, legnuolo.
rica. - Soupape sphrique. valvola sferica.
Sous vapeur, vaporando. - Sous rapeur, a Touche da manivrlle, guancialino di manovella.
vapore. sotto vapore, col vapore.
Soute a charbon, carbonile. - Soute alimen
taire, carbonile alimentario.

Soute charbon, stiva o magazzino da carbone.


Soutenir par des tirants, incatenare, collegare.
Soutier, Ramoneur, stivatore di carbone, carbo

naio.
Sphre, sfera.
Stabilit, stabilit.
Stop er, arrestare, fermare.

Stu/7Gngboa, scatola e bossolo a stoppa.


Succion, succhiamento.
Suie, fuligine.

Surface de grille, arco di graticela.


Support, sostegno, beccatello. - Support de
paquel, sostegno di paiuolo o di pianerotto.
- Support, Console, mensola. peduccio. -

Tour, torno. - Tour a archat, torno ad ar

chetto , torno da mano. - Tour a chariot ,


torno a scorrimento.
Tourbe, torba.

Tourillon, Are, orecchioue, fuso, asse, sala. Tourillon de Bout d'arbre, orecchione e fuso
dellestremit. dellalbero. - Tourllon du
bras de rappel, maschio o bottone del raggio
del parallelogramma. - Tourz'llon de balen
cier, albero di bilanciere. - Tourillon des
balanciers, albero ad orecchioni o fusi dei
bilancieri. - Tourillons cannelures, perno
a scanalature.
Tourns gauche, volta a sinistra.
Tourner, tornire, girare in tondo.
Tourneur, tornitore, torniaio.
Tournevis, cacciaviti.

Supporl de sommier, sostegno della traversa. Tourteau, disco centrale. - Tourteau, Disque,
sella. - Tourteau dalc'soir, pigna o testa
di graticola. - Support de coussinet, sedile,
d uguagliatoio o terebrateio. - Tourleau,
sedia di piumacciuolo.
Moyen, mozzo. - Tourteau. de rene, mozzo
0 stella di ruota.
Tractt'on, trazione.
T
Trench: chaud, tagliuolo a caldo.

Trunchet, tagliuolo da incudine.


T renoerse', traversa di coda.
T traverse, Jouy, traversa a T, giogo.
Table du cylindre, base del cilindro.
Talon, calcagno, tallone.
Tambour de roue, tamburo di ruota. - Tam
bour da courroie, tamburo di cinghia. Tambour dengrenage, cappa di rotismo a
denti.

Tampon, tappo, otturatore.


Taquet. tacco, castagnola.
Taraud, maschio da vite.
Tarauder. formare il verme alle chiocciola,
formare le viti con cuscinetti o madrevit.
Tarire, succhio.

Transmission de la chaleur, trasmissione del


calore. - Transmission uniforme, trasmis
sione uniforme. - Transmission sinuoso?
dale, trasmissione sinuosoidale.

Travail, lavoro.

Traverse de parallr'logramme, traversa di pa


rallelogratnma. - Traverse p0ur glissiere
en simple support, traversa per scorritoio e
scorrevole a semplice sostegno. - Traverse
paur bielle a te'te simple, traversa per biella
a testa semplice.
Trdmie, trameggia, vaglio, crivelle.
Trmitaton, tremolio.

Trempe, tempera. -- Trempe en paquet, tempera

in cartoccio o pacchetto. -- Trempe glacee,

Tasseau ou Bulloir da clapel. scontro di val


tempera a bagno metallico.
vola ad ala.
Tremper, temperare.
Temperature, temperatura.
Tresse de garm'lure, paterna o baderna. di guar
Tnace', tenacit.
nizione.
'
Tenailles, mollette, pinzetta. - Tenailles de Trop-plcin de la bdche, colmo della vasca.
forge droites, de cle', tanaglie di fucina, Treu de robinet, luce di chiave dacqua. _
dritte, storte, arzinghe.
Treu dhomme, bocca dingresso od adito della
caldaia. -- Treu de sel. bocca di spaccio delle
Tenon, Languette, bietta, linguetta, tramezzo.
Tension, tensione.
caldaie. - Treu de visite de regard, bocca di
Terrain houiller, terreno carbonit'ero.
visita. spiatoio. - Treu de charbon, bocca.
Tte circulaire, testata ad arco di bilanciere.
portella di carbonile.
Tige, asta, verga. - Tiye da piston. asta di Trousquiner. marcare con grattietto.
stantuffo. -- Ti/c de piston allmenlaz're. asta . Trousseau. Echantillon, Gabarit, Jaug_e, sa
di stantutlo immerso o premente. -- Tige de
goma, centino movente.

.
-..-.--.-Y-.-.:-._v__- A
,

31
Tube, tubo. - Tube de m'oeau, tubo indicatorei Virweauy, Treuil, verricello, molinello, argano
del livello. - Tube alimentmre, tubo di ali
orizzontale.
mentazione. - Tube de graa'ssage, tubo dii Virale, Fretta. Douille,ghiera,cerchietto,ditale.
lubricazione.- Tube capillaire, tubo capillare. Virure de tle, corso di bordature di fogli di
Tubulaire, collo tubulare.
! lamiera.
Tuf pour faire du mastic. tufo per mastici.
Vis, vite. - Vis dArchimde, vite dArchimede.
Tuyau c embolure, tubo ad imboccatnra, a mor- !
_ Vis de pression, darrt, vite di pressione
taletto.- Tuyau alimentaire colonne d'eau, f o mordente. - Vis tenon, vite imbiettata.
tubo dalimentazione a colonna d'acqua. - 1 - Vis san n, vite perpetua. - Vis tangen
Tuyau daspiration, tubo d'as irazione, coda I
tiale, vite tangenziale. - Vis di"rentiullc,
della tromba. -- Tuyau d'e'cou ameni, de dr- \ vite differenziale.
gorqement, tubo di scarico, di scolo, di sgorgo. l Vissur, invitare.
-- uyau d'vasion, tubo di scarico di va re, Vitesse, velocit. - Vitesse du piston, velocit
di rigetto. - Tube de de'charge, tubo de l'ac
dello stantuffo.
qua di condensazione. - Tuyau de la soupapn Vin-fai bleu, vitriolo azzurro.
de purye. tubo della valvola satntoia. - Volant dune machine, volante duna macchina.
Tuyau de et de uapeur, tubo del getto di va
- Volant a ailettes, volante a alette. - Vo
pore. - uyzm d'injectian, tubo dellinie
lant eri deua: parties, volante in due parti.
zione. - Tuyau da oapeur, tubo di dirama

zione del va re. -orecchione tu o.

Tuyau de tourillon ,

- Volant un quatre parties,volante in uattro


parti o diviso in quattro parti. - clan!
poulies, volante-puleggia. - Volant-engre

Tuyau de la baule, tubetto del vapore con

nage, volante a imboccamento o dentato.

Val d'oiseuu. prospettiva a volo d'uccello. quella

densato.
Tuyre, ugello, tubo in rame per l'aria.

prospettiva, il cui punto di vista 9 sopra lo


rizzonte.

Vole de coup de mouton, corsa del Batti


palo e Berta. -- Vole'e dun escalicr, andata,
rampa d'una scala- Vole'e dune grue, volata
duna grue o spor enza del suo braccio.
Volumenomtre, vo umometro, strumento che
Union des tles a clin, frane-borel, com- serve a determinare il volume dei corpi solidi.
messura a falda piana.
Votate, vlta. -- V.ote accustique, vlta acu
Utilisation du navire, da la tapeur, des voiles,
stica. - Vote en anse da panier, vlta ad

utilizzazione del bastimento, del vapore, delle


ve e.
Unite' de surfaca, unit di supercie, m.
Unite de temps. unit di tempo. ,--

ansa di paniere.

nit

dinamique, unit dinamica, chilogrammetro.

v
Vanne. cateratta.
Vapeur, vapore. - Vapeur (modo di dire elitticol
piroscafo, bastimento a vapore.- Vapeur hu
mide, vapore umido. - apeur coupe, De
tente, vapore intercettato.- Vapeur saturec,

Xylogramme, silogramma, incisione in legno.


in legno, de

silografia, incisione
. Xyloyraphie,
scrizione dei legni o selve.

Xyloplaste, sileplasto, scultore in legno.


Xylo-strochromique, silo-stereocromico, qua
dro stampato con incisione in legno in varii
colori.

vapore ordinario non scaldato. - Vapeur de


sature, vapore soprascaldato.
Vaporisation, evaporazione.
Vaporiser, evaporare.

Zinc, zinco.
Zigzag, zig-zag.

Vent. vento.

Ventilateur, ventilatore.
Vrin, martinetto. martinello.
W
Vibration, vibrazione.
Vide, vacuo, vuoto.
Vzder la chaudire, scaricare, spurgare la cal-. Waggon o wagon. vagone, vettura di strada
ma.
ferrata. aggon d bagages, carro deba
Vilebrequin, verrina o trapano a zanca.
gagli.

i.

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