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Esercitazione n° 6 di Meccanica Applicata alle Macchine


Dato un freno a tamburo con due ceppi ad espansione ad accostamento semilibero ed il freno a disco ad
accostamento traslatorio con le seguenti caratteristiche:

disco

O1

Dati freno a tamburo


r  110mm raggio del tamburo
O1O  95mm Distanza articolazione porta ceppo – centro tamburo
  25 Angolo che la congiungente O1O fa con l’asse y
OA  87mm Distanza articolazione ceppo – centro tamburo
d  87mm Distanza asse cilindretti – centro tamburo
f  0.35 Coefficiente di attrito delle superfici frenanti
  90 Angolo di abbracciamento ceppo/tamburo
s  25.4mm Larghezza della superficie frenante del ceppo
  28mm Diametro del cilindretto di comando del ceppo
p  40bar Pressione di esercizio del circuito oleodinamico di comando

1)
 Calcolare il momento frenante complessivo del freno a tamburo
 Disegnare il diagramma delle pressioni
 Calcolare la forza risultante scaricata dal tamburo sul telaio

2)
 Dimensionare il freno a disco in modo tale che abbia pressione massima sulle pastiglie e momento
frenante complessivo uguali a quelli del freno a tamburo prima analizzato, supponendo la medesima
forza di chiusura, un angolo di abbracciamento   22.5 ed un efficacia frenante di 0.75.
 Calcolare la forza risultante scaricata dal disco sul telaio.
1. Calcolare il momento frenante complessivo del freno a tamburo
𝜑
in cui 𝑄 = 𝑝𝜋( 2 )2
Per il calcolo del momento frenante complessivo occorre conoscere i bracci delle forze, che possiamo ricavare
graficamente a partire dalla costruzione del cerchio di Romiti il cui raggio è definito dalla seguente
espressione:
4sin⁡(𝛼⁄2)
2𝑟𝑅 = 𝑟
𝛼 + 𝑠𝑖𝑛𝛼
Il cerchio di Romiti passa inoltre per O, centro di rotazione del tamburo.
Individuato tale cerchio, considerando un qualunque punto appartenente alla circonferenza, tracciata la retta
che congiunge il generico punto con il centro del tamburo O e ruotata tale retta dell’angolo d’attrito ϕ=arctg(f)
in modo tale che la forza tangenziale che si scambiano ceppo e tamburo compia lavoro negativo, si individua
sulla circonferenza di Romiti il punto R*, polo delle risultanti. Inoltre, per l’equilibrio del ceppo, la risultante,
oltre a passare per R*, deve passare anche per A, punto di applicazione della forza che il portaceppo esercita
sul ceppo. Quindi la retta che congiunge poi R* ed A, interseca la circonferenza in E, punto di applicazione
di tutte le forze. Possiamo così individuare la retta d’azione della Fn, che coincide con la retta che congiunge
i punti E ed O, la cui distanza dal polo O1 coincide con il braccio b. Questa retta è inclinata rispetto all’asse
delle x di un angolo γ. La retta che congiunge invece E ed O*, punto diametralmente opposto ad O sul cerchio
di Romiti, coincide con la retta d’azione della Ft, la cui distanza da O1 sarà quindi pari al braccio c. Tutto ciò
è valido sia per il ceppo avvolgente che quello svolgente, anche se i punti E ed R* non risultano simmetrici
rispetto all’asse y e di conseguenza i bracci delle forze Fn ed Ft da una parte e dall’altra risultano essere diversi.
Il momento frenante complessivo sarà quindi dato dalla somma dei due momenti frenanti dei singoli ceppi o,
poiché questi ultimi sono identici per le condizioni da noi imposte, dal doppio dell’aliquota di momento
frenante data da un solo ceppo. Il tutto secondo le seguenti relazioni:
𝑓𝑄𝑎𝑣𝑣 𝑎 𝑓𝑄𝑠𝑣𝑜𝑙 𝑎
𝑀𝑓⁡𝑡𝑜𝑡 = 𝑀𝑓⁡𝑎𝑣𝑣 + 𝑀𝑓⁡𝑠𝑣𝑜𝑙 = 2𝑟𝑅 𝑐𝑜𝑠𝛾 + 2𝑟 𝑐𝑜𝑠𝛾
𝑏𝑎𝑣𝑣 − 𝑓𝑐𝑎𝑣𝑣 𝑏𝑠𝑣𝑜𝑙 + 𝑓𝑐𝑠𝑣𝑜𝑙 𝑅
2. Diagramma delle pressioni
Per rappresentare il diagramma delle pressioni in forma polare è necessario individuare la retta di
accostamento l. Questa risulterà inclinata rispetto all’asse x di un certo angolo β, dalla parte del segmento EO.
L’angolo β si ricava dalla seguente relazione:
𝑡𝑔(𝛾) ∗ (𝛼 + 𝑠𝑖𝑛𝛼)
𝛽 = 𝑎𝑟𝑐𝑡𝑔( )
𝛼 − 𝑠𝑖𝑛𝛼
Tracciata la retta di accostamento è possibile definire il diagramma delle pressioni la cui equazione in forma
𝛼 𝛼
polare è 𝑝 = 𝑝0 cos(𝜃 − 𝛽) in cui θ è un generico angolo tale che − 2 < 𝜃 < 2 . La suddetta equazione
rappresenta, in coordinate
polari, una circonferenza di
diametro p0 (che sarà la pmax)
avente estremi del diametro uno
nel centro del tamburo O e
l’altro nel punto di intersezione
tra la retta di accostamento l e la
circonferenza che definisce il
tamburo.
Si riporta il diagramma delle
pressioni in forma polare nella
figura a fine documento
(circonferenza arancione). Di
seguito si riporta invece il
diagramma in forma cartesiana.
Da entrambi i diagrammi si
evince che la pmax non si ha agli estremi del ceppo ma ad una certa distanza da essi.
3. Calcolo della forza risultante scaricata dal tamburo sul telaio
In fase di frenata sul tamburo vengono applicate delle forze da parte delle ganasce, per mezzo del contatto fra
il tamburo e i due ceppi. Queste forze, se non uguali e opposte, saranno equilibrate da reazioni vincolari che
si sviluppano al livello della coppia rotoidale attraverso cui il tamburo è fissato al telaio. Per il principio di
azione e reazione, il tamburo scaricherà sui ceppi forze uguali e opposte a quelle prima considerate. Per
l’equilibrio del ceppo questa forza si ritroverà nuovamente uguale e contraria a livello del punto A, coppia
rotoidale che collega ceppo e portaceppo. Sul portaceppo si ritroveranno dunque le seguenti forze:
 Q →forza di chiusura, nota in modulo e direzione per ogni portaceppo;
 Fceppo,portaceppo --> ne è nota la direzione, ovvero la retta passante per i punti E ed R*, con R* polo delle
risultanti. È quella di cui ci interessa conoscere il modulo in quando, passando per il ceppo, si scarica
direttamente sul tamburo e poi sul telaio;
 Ftelaio,portaceppo --> nota in direzione, passante per O1 (punto di applicazione) e, per soddisfare la condizione
di equilibrio, per il punto di intersezione delle direzioni delle forze Q e Fceppo,portaceppo. È la reazione
vincolare che il telaio applica ai portaceppi.
Avendo una forza nota e due note in direzione, è possibile chiudere il triangolo di equilibrio per definire i
moduli mancanti per via grafica. Si evince che le forze applicate dai due ceppi al tamburo sono tra loro uguali
e opposte pertanto non è necessario che il telaio reagisca. Il telaio è dunque non sollecitato.
?
?=8°

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