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A. Maio, E. Mazziotti, C.

Galasso Travature reticolari

Capitolo 2 - TRAVATURE RETICOLARI


2.1 Prime definizioni
Un sistema articolato un insieme costituito da un numero finito di aste e di nodi. Si
prenderanno in considerazione i sistemi articolati piani, cio supporremo che tutte le
aste ed i nodi appartengano ad uno stesso piano.

Consideriamo un sistema articolato piano assoggettato a determinati vincoli esterni.


Se tale sistema nel suo insieme (cio compresi i vincoli esterni) ha grado di libert
uguale a zero si dir NON LABILE; se invece il grado di libert diverso da zero si dir
LABILE.

Unulteriore classificazione che per prescinde dai vincoli esterni la seguente:


il sistema si dir

INDEFORMABILE,

specificamente, si dir

quando si comporta come un corpo rigido. Pi

STRETTAMENTE INDEFORMABILE

quando necessaria la

presenza di tutte le sue aste ed i suoi nodi per assicurarne lindeformabilit. Si dir
invece ad

ASTE SOVRABBONDANTI

quando esiste almeno unasta la cui soppressione

non altera lindeformabilit.

Inoltre, un sistema articolato si dir ISOSTATICO quando le Equazioni Cardinali della


Statica (dora in poi dette ECS) sono sufficienti a determinare univocamente le
reazioni che tutti i vincoli (esterni ed interni) esplicano sul sistema in condizioni di
equilibrio. Quando determinato il calcolo delle reazioni esterne il sistema si dir
ESTERNAMENTE

ISOSTATICO;

analogamente si dir

INTERNAMENTE

ISOSTATICO

quando determinato il calcolo delle reazioni interne.

Un sistema articolato piano indeformabile viene detto

TRAVATURA RETICOLARE

PIANA.

Le travature reticolari pi semplici sono i

TRALICCI TRIANGOLARI

(figura 1), cos

definiti:

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Un traliccio triangolare un insieme finito di triangoli T1 , T2 ,..., Tn aventi le seguenti due


propriet:
1 - Due triangoli consecutivi hanno in comune solo un lato e sono da parti opposte rispetto
ad esso.
2 - Due triangoli non consecutivi hanno in comune al pi un nodo.

Figura 1 esempio di traliccio rettangolare costituito da 7 triangoli

2.2 Calcolo delle reazioni esterne in una travatura


Di solito i vincoli esterni che assicurano lequilibrio di una travatura sono appoggi
fissi e carrelli. Quando la travatura fissata allesterno mediante un appoggio fisso e
un carrello, basta applicare le ECS allequilibrio dellintera travatura per calcolarne le
reazioni vincolari esterne, riducendosi cos allo schema della trave appoggiata.

Figura 2 Capriata semplice

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La travatura di figura 2 un traliccio triangolare costituita da tre triangoli. Essa lo


schema pi semplice di travatura, nota con il nome di CAPRIATA (SEMPLICE). Si tratta
di un sistema strettamente indeformabile poich la soppressione di una qualunque
asta ne altera lindeformabilit. Come si vede, essa vincolata allesterno mediante
lappoggio fisso A ed il carrello B; il suo grado di libert zero e quindi non labile.
Poich in equilibrio valgono le ECS applicate allintera travatura.

Ricordiamo che le ECS si scrivono

(1)

R + R' = 0

M o + M'o = 0

dove R ed Mo sono il risultante ed il momento risultante delle forze attive ed R ed


Mo sono il risultante ed il momento risultante delle reazioni vincolari.

In questo caso R ed Mo sono il risultante ed il momento risultante delle seguenti


forze:

{(1, F1), (2, F2), (3, F3)}

Per sollecitazione vincolare si intende solo quella esterna allintera travatura,


costituita da
{(A, RA), (B, RB)}

Pertanto R ed Mo indicano il risultante ed il momento risultante di .

Da notare che nella sollecitazione vincolare non inclusa quella interna, perch ci
stiamo interessando dellequilibrio dellintera struttura sotto lazione delle reazioni
vincolari esterne.

Quindi, nellesempio considerato le (1) diventano:

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F1 + F2 + F3 + R A + R B = 0

(1 A ) F1 + (2 A ) F2 + (3 A ) F3 + (B A ) R B = 0

avendo scelto come polo dei momenti O A.


In modo pi conciso, possiamo scrivere:

(2)

R + R A + R B = 0

M A + (B A ) R B = 0

Per verificare lesterna isostaticit, introduciamo un riferimento (figura 3) con origine


in A, con asse x coincidente con la retta AB, asse y perpendicolare ad AB in A e asse z
normale ad x ed y in A. Poich in A c un appoggio fisso il vettore RA avr
componenti ( R Ax , R Ay , 0). Poich in B c un carrello RB avr componenti (0, R By , 0).

Figura 3 Scelta del istema di riferimento


Proiettando le (2) sugli assi e ricordando come si calcolano le componenti di un
prodotto vettoriale, si ha:

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R x + R Ax = 0

y
y
R y + R A + R B = 0

y
M z + x B R B = 0

Abbiamo cos ottenuto un sistema scalare di tre equazioni in tre incognite. Possiamo
pertanto dire che il problema del calcolo delle reazioni esterne staticamente
determinato e cio la travatura in esame esternamente isostatica.

Come mostra questo esempio, quando la travatura vincolata allesterno mediante


un appoggio fisso ed un carrello, basta applicare lo schema della trave appoggiata
per concludere che essa esternamente isostatica. Leffettivo calcolo delle reazioni
vincolari esterne va invece svolto caso per caso.

2.3 Calcolo delle reazioni interne ad una travatura


Come si visto, il calcolo delle reazioni esterne RA ed RB va eseguito mediante le ECS
applicate allintera travatura. Nello studio della travatura in via preliminare occorre
sempre risolvere il calcolo delle reazioni esterne secondo le modalit precisate. Ci
importante anche perch quando si accertata lesterna isostaticit possibile
applicare il seguente CRITERIO DI ISOSTATICIT INTERNA:

Una travatura che sia strettamente indeformabile ed esternamente isostatica anche


internamente isostatica e quindi isostatica nella sua globalit (globalmente
isostatica).

Con riferimento allesempio della Capriata, si visto che essa esternamente


isostatica. Poich anche evidente che strettamente indeformabile, possiamo
affermare in base al criterio ora enunciato che internamente isostatica, cio le
reazioni interne si possono ricavare univocamente. Pertanto, solo dopo aver accertato
anche linterna isostaticit per mezzo del criterio citato o per mezzo di altri criteri, si
pu passare al calcolo effettivo delle reazioni interne. Tale calcolo se la struttura

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soggetta a sollecitazione puramente nodale pu effettuarsi mediante due metodi: il

Metodo dei Nodi (grafico) ed il Metodo di Ritter (analitico).

2.3.1 Osservazioni preliminari per lapplicazione del metodo dei nodi e del
metodo di Ritter
Si supporr sempre che le forze attive applicate alla travatura agiscano solo sui nodi
e non sulle aste (in tal caso, lasta si dice scarica). Questo fatto si pu enunciare anche
dicendo che la sollecitazione attiva puramente nodale.
Conseguentemente, la generica asta della travatura che indicheremo con PhPk
soggetta unicamente alle reazioni che i due nodi estremi Ph e Pk esplicano su di essa.
Indichiamo con hk lazione che lasta PhPk esplica su nodo Ph e con kh lazione che
lasta PhPk esplica sul nodo Pk :

hk

: asta PhPk

nodo Ph

kh

: asta PhPk

nodo Pk

allora evidente che hk e kh saranno le azioni che i nodi Ph e Pk esplicano


sullasta PhPk, cio:

hk

: nodo Ph

asta PhPk

kh

: nodo Pk

asta PhPk

Se lintera travatura in equilibrio devono essere in equilibrio tutti i suoi nodi e le


sue aste, per cui lasta PhPk sar in equilibrio se le uniche due forze agenti su di essa
(Ph , hk) e (Pk , kh) costituiscono una coppia di braccio nullo. Devono perci
essere disposte come segue:

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(A)

(B)

TIRANTE

PUNTONE

Se accade (A) lasta viene detta TIRANTE, se accade (B) lasta viene detta PUNTONE.

Pertanto per lequilibrio di unasta scarica occorre e basta che le azioni esplicate dai
due nodi estremi su di essa abbiano quale retta di applicazione quella dellasta e
costituiscano una coppia di braccio nullo. Se sono rivolte verso lesterno lasta un
tirante, se sono rivolte verso linterno lasta un puntone.

E importante osservare che questa suddivisione pu farsi anche ricorrendo ai vettori

hk e kh che rappresentano le azioni che lasta PhPk esplica rispettivamente sui


nodi Ph e Pk . In tal caso si avr:

( C)

TIRANTE

( D)

PUNTONE

Dove, come evidenziato nella figura, in (C) lasta un tirante, in (D) un puntone.
Come vedremo in seguito, molto utile per il calcolo delle reazioni interne il
seguente PRINCIPIO DI SEZIONAMENTO:

Sia S una travatura in equilibrio e si denoti con una sezione praticata su S che la
divida in due pasti distinte S e S. Ciascuna delle due parti, ad esempio S, dopo il

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sezionamento continua a stare in equilibrio purch si intenda assoggettata oltre che


alle forze esterne ad essa, anche alle forze che la parte S esercitava su di essa prima
del taglio.

2.3.2 Metodo dei nodi


un metodo grafico applicabile quando sono verificate le seguenti due condizioni:
1) La sollecitazione attiva puramente nodale.
2) E possibile ordinare i nodi del sistema in successione crescente in modo che nel primo nodo

concorrano al pi due aste incognite e tale condizione sia sempre verificata nei nodi
successivi.

Tale metodo si basa sullosservazione che per lequilibrio di una travatura occorre e
basta che stiano in equilibrio tutti i suoi nodi e tutte le sue aste.

Equilibrio del nodo: Ci implica che tutte le forze agenti sul nodo abbiano

risultante nullo mentre il momento (rispetto al nodo) sempre nullo poich tutte le
forze concorrono nel nodo stesso; dal punto di vista grafico ci equivale ad imporre
la chiusura del poligono delle forze agenti sul nodo.

- Equilibrio dellasta: Poich lasta scarica, le incognite reazioni che essa esplica sui
nodi estremi devono avere la comune direzione dellasta e costituire una coppia di
braccio nullo.

Tale metodo risulter chiaro dalla discussione del seguente esempio. Consideriamo
la Capriata (figura 4) che abbiamo gi visto nellesempio del calcolo delle reazioni
esterne.

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Figura 4 Capriata semplice


Come si gi detto, in via preliminare occorre aver calcolato le due reazioni esterne.
La RA ha direzione qualunque (in figura ipotizzata una certa direzione), mentre RB
normale alla direzione di scorrimento del carrello. Tutte le forze attive agiscono
solo sui nodi e quindi le aste sono scariche (sollecitazione puramente nodale).
Pertanto la prima condizione verificata. Analizziamo come si verifica la seconda
condizione.
In figura sono gi stati numerati i nodi in successione crescente da 1 a 5. quasi
superfluo osservare che asta incognita significa che di quella asta sono incognite le
reazioni che essa esplica sui nodi estremi. Poich inizialmente tutte le aste sono
incognite, dobbiamo trovare un primo nodo nel quale concorrano al pi due aste. Ci
si verifica in A (1) ed in B (5). Scegliamo, per esempio, il nodo A come nodo di
partenza; in esso concorrono due aste incognite e agisce la forza nota RA.
Supponiamo di aver risolto, nel modo che ora vedremo, il nodo A. In altre parole,
supponiamo di aver calcolato le reazioni che le aste A2 e A3 esplicano su di esso. Se
passiamo al nodo 3, vediamo che su di esso agisce la forza nota F3 e concorrono le
aste A3, 23, 43, B3. Di queste quattro aste solo la A3 nota (perch calcolata quando
abbiamo risolto il nodo A), mentre le rimanenti tre sono incognite. Invece, se
passiamo al nodo 2 osserviamo che su di esso agisce la forza nota F2 e concorrono le
aste A2, 23, 24 di cui solo due (23 e 24) sono incognite. Quindi il nodo successivo al

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nodo 1 deve essere necessariamente il nodo 2. Risolvendo il nodo 2, possiamo


passare al nodo 3, perch ora ci sono solo due aste incognite, essendo le altre due
note. Poi si passa al nodo 4 ed infine a 5.

Vediamo ora in dettaglio, come il metodo dei nodi ci consente di calcolare le reazioni
interne.

Partiamo da A 1. Sul nodo A agiscono tre forze: RA, A2 e A3 dove RA nota


mentre A2 e A3 sono incognite. Per osserviamo che A2 e A3 non sono del tutto
incognite, in quanto sappiamo che A2 ha la direzione dellasta A2 e A3 ha la
direzione dellasta A3. Inoltre per lequilibrio del nodo deve risultare:

R A + A2 + A3 = 0

Possiamo quindi calcolare subito queste reazioni.

Figura 5
Riportiamo il segmento rappresentativo di RA , che in figura 5 il vettore 1 0. Poi,
da uno qualunque dei due estremi (0 oppure 1) si traccia la parallela ad una
qualunque delle due aste che concorrono in A. Per esempio, da punto 0 tracciamo la
parallela allasta A2 e dallaltro estremo 1 la parallela allasta A3. Il poligono
costituito da RA e dalle due forze dirette lungo queste aste deve essere chiuso. Quindi
le due forze che cerchiamo non possono che essere quelle disegnate in figura, in

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quanto la soluzione unica. Queste due reazioni A2 e A3 hanno le direzioni delle


aste A2 e A3 rispettivamente, ed insieme a RA hanno risultante nullo (poligono delle
forze chiuso). Ricordando che A2 rappresenta lazione che A2 esplica su A ed
osservando che, applicata in A, rivolta verso linterno dellasta, possiamo dire che
lasta A2 un tirante. Analogamente, poich A3, applicata in A, rivolta verso
lesterno dellasta, abbiamo che lasta A3 un puntone.

Possiamo ora passare al nodo 2, perch in esso concorrono solo due aste incognite.
Inoltre sul nodo 2 agiscono le seguenti forze:

F2 (nota); 2A = A2 (nota); 24 incognita ma parallela allasta 24; 23 incognita ma


parallela allasta 23.

Tali forze devono avere risultante nullo, cio:

F2 + 2 A + 24 + 23 = 0

Andiamo ora a tracciare il poligono di equilibrio del nodo 2 (figura 6). Sia 1-0 il
segmento rappresentativo di F2 . Dal punto 1 si riporta laltra forza nota che la 2A
= A2 e si indichi con 2-1 il segmento rappresentativo di essa. Le altre forze da
prendere in considerazione sono le reazioni incognite 23 e 24 , delle quali per,
come al solito, conosciamo le direzioni che sono parallele a 23 e 24 rispettivamente.
Pertanto per i punti 0 e 2 tracciamo le parallele alle due aste incognite nellordine che
vogliamo. Per esempio, per il punto 0 tracciamo la parallela alla 24 e per il punto 2 la
parallela alla 23. Poich il poligono deve essere chiuso, le reazioni 23 e 24 devono
essere necessariamente quelle disegnate in figura. Si osservi anche che la 23
applicata nel nodo 2 rivolta linterno e quindi lasta 23 un tirante. Anche la 24
rivolta verso linterno e pertanto lasta 24 anchessa un tirante.

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Figura 6

Si pu adesso passare indifferentemente al nodo 3 o al nodo 4 poich in ciascuno di


essi concorrono solo due aste incognite.

Osserviamo che quando si arriva al nodo 5 tutte le forze sono gi note. Infatti la RB
stata calcolata con le ECS e le reazioni 53 e 54 sono state calcolate quando si sono
risolti i nodi 3 e 4. Pertanto quando riportiamo queste reazioni deve accadere che il
poligono di equilibrio del nodo 5 deve essere chiuso. Se ci non accade, vuol dire che
stato commesso un errore grafico. Da quanto detto segue che il poligono di
equilibrio dellultimo nodo d un metodo di verifica delleventuale errore grafico.

Osserviamo infine che, poich la travatura internamente isostatica, le reazioni ora


calcolate con il metodo dei nodi costituiscono lunica possibile soluzione del
problema.

* * * * *
Ci sono casi in cui il metodo dei nodi sembra non potersi applicare. Consideriamo
una travatura del genere detta TRAVE FINK (figura 7).

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Figura 7 Trave Fink


In questa travatura non c nessun nodo iniziale dove concorrono al pi due aste
incognite. Per, per il nodo 1 ed analogamente per il nodo 3 si pu osservare quanto
segue. Sul nodo 1 agisce la forza nota F1 e le reazioni incognite 1A, 12 e 16 che
sono parallele rispettivamente alle aste 1A, 12 e 16. Osserviamo anche che le aste 1A
e 12 sono parallele. Come al solito, affinch il nodo 1 stia in equilibrio deve risultare:

F1 + 1 A + 12 + 16 = 0

Tracciamo il poligono del nodo 1 (figura 8).

Figura 8
Riportiamo il segmento rappresentativo della forza nota F1 indicato in figura con 1-0.
Dai punti 0 e 1 tracciamo le parallele alle aste 1A e 12. Non abbiamo pi nessun altro
punto dal quale tracciare la parallela allasta 16. Per, il parallelismo delle aste 1A e
12 ci permette di affermare che per qualunque punto si traccia la parallela allasta 16,

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il modulo della 16 individuato, essendo tale modulo la lunghezza del segmento


parallelo alla 16 compreso tra 1A e 12. In questo modo, non solo individuato il
modulo della 16, ma anche il verso che, ovviamente, deve essere opposto al verso
della F1. Quindi la 16 univocamente individuata, mentre, si badi bene, le 1A e 12
restano indeterminate. Laver determinato la 16 e conseguentemente la 61 = 16,
ci consente di applicare il metodo dei nodi al solito modo, considerando come nodo
iniziale il nodo 6 nel quale ora concorrono solo due aste incognite. Dopo aver risolto
il nodo 6 si pu passare al nodo A, poi al nodo 5 e cos via.

Osservazione
Alcune volte pu capitare una situazione come quella in figura 9, dove in un certo
nodo A concorrono le aste AB e AC ed inoltre su A agisce una forza F parallela ad
AB.

Figura 9
Analizziamo il nodo A. Esso sta in equilibrio sotto lazione della forza F, della AB
(parallela ad AB e quindi ad F) e della AC. Naturalmente per lequilibrio di A deve
risultare:

F1 + AB + AC = 0

Troviamo il poligono di equilibrio (figura 10). Consideriamo il segmento


rappresentativo di F, indicato in figura con 1-0. Dal vertice 0 tracciamo la parallela
allasta AB (che ha la stessa direzione di F) e dal vertice 1 tracciamo la parallela

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allasta AC. Evidentemente, lunico modo per chiudere il poligono delle forze che

AB = F e AC = 0.

Figura 10
Pertanto, quando c una situazione del genere si ha che la reazione dellasta
parallela alla forza ad essa opposta e laltra reazione nulla cio, in altri termini, la
reazione bilancia la forza attiva.

2.3.3 Metodo di Ritter


Diamo innanzitutto la seguente definizione:

Si dice sezione di Ritter coniugata ad unasta AB, una sezione che divide la
travatura S in due parti S ed S e che taglia oltre lasta AB in esame un qualunque
altro numero di altre aste che siano tutte concorrenti in uno stesso punto T proprio o
improprio non appartenente allasta AB.

Cominciamo preliminarmente ad osservare che bisogna analizzare separatamente il


caso in cui il punto T proprio ed il caso in cui T improprio.

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T PUNTO PROPRIO

T PUNTO IMPROPRIO

Quando esiste una sezione di Ritter coniugata ad unasta AB possibile calcolare la


reazione lungo lasta AB mediante le seguenti osservazioni.

Si consideri una qualunque parte di S, S oppure S (di solito si sceglie quella parte
soggetta ad un numero minore di forze) e si applichi ad essa il principio di
sezionamento; se abbiamo scelto la parte S possiamo affermare che essa dopo il
taglio sar ancora in equilibrio purch si intenda soggetta oltre che alle forze esterne
ad S, anche alle reazioni esplicate su S da S lungo le aste tagliate.

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Denotiamo con linsieme di tutte le forze note esterne ad S e siano R ed Mo il


risultante ed il momento risultante di .

Le reazioni lungo le aste tagliate il sistema di vettori:

{(P, AB) , (Pi , A i Bi )}.

Poich S deve stare in equilibrio, per essa devono valere le ECS. Cio:

Equilibrio di S

R + R' = 0

M o + M'o = 0

dove con R ed Mo si indicato il risultante ed il momento risultante di .

Con il metodo di Ritter possibile calcolare la reazione incognita AB. Per calcolare
tale reazione baster utilizzare la sola equazione dei momenti se il punto T proprio,
la sola equazione dei risultanti se il punto T improprio.

Cominciamo ad analizzare il caso in cui T un punto proprio.

1 CASO - T PUNTO PROPRIO


Applichiamo lequazione dei momenti scegliendo quale polo O T. Cominciamo ad
osservare che T appartiene al piano della travatura, tutte le forze sono parallele a tale
piano e pertanto i momenti sono ortogonali al piano.
Proiettiamo la seconda equazione cardinale lungo la retta r normale al piano della
travatura passante per T ed orientata in modo arbitrario. Avremo cos lequazione
scalare:

(a)

M r + M'r = 0

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dove Mr ed Mr sono i momenti assiali rispetto alla retta r rispettivamente di e .


Tali momenti assiali possono essere considerati anche come momenti scalari rispetto al
polo T.

* * * * *
Prima di proseguire, definiamo cosa si intende per momento scalare di un sistema di
vettori piani rispetto ad un punto T complanare con essi.

Dato un sistema di vettori applicati {(Ak, vk)} appartenenti al piano , sia T un punto
di ed r la normale a passante per T ed orientata in modo arbitrario (per esempio
verso lalto) ed indichiamo con n il suo versore (figura 11).

Figura 11
Il momento polare MT ovviamente un vettore normale a e perci parallelo ad n.
Pertanto esister uno scalare MT tale che M T = M T n . Se moltiplichiamo questa
eguaglianza scalarmente per n, otteniamo:

Mr = MT n = MTn2 = MT

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Pertanto questo scalare MT che caratterizza MT risulta essere la componente del


momento polare lungo la retta r normale al piano e passante per T e quindi coincide
con il momento assiale Mr. Tale componente MT si dir momento risultante scalare del
sistema piano di vettori rispetto al polo T complanare con essi.

In altri termini, il momento scalare MT rispetto al polo T non altro che il momento
assiale rispetto alla retta r normale al piano in T ed orientata in modo arbitrario.
Risulta pertanto ovvio che per calcolare il momento scalare rispetto a T si pu
utilizzare la regola di calcolo del momento assiale. In questo caso il generico vettore

vk ortogonale alla retta r e quindi si ha:

M kT = d k v k

dove dk la distanza di T dalla retta di applicazione di vk. Va scelto inoltre il segno +


o il segno secondo che vk levogiro o destrogiro rispetto ad r.

* * * * *
Premesso ci, si ha che lequazione (a) pu essere scritta:

M T + M' T = 0

dove MT il momento scalare rispetto a T delle forze esterne ad S ed MT il


momento scalare rispetto a T delle incognite reazioni vincolari.
Indichiamo con u il versore dellasta AB che orienteremo sempre dalla parte S presa
in esame verso laltra parte S. Poich AB parallelo ad u , esister uno scalare NAB
tale che:

AB = NAB u

Il numero reale NAB si chiama sforzo relativo allasta AB e caratterizza AB perch,


come ovvio dalleguaglianza scritta sopra, basta calcolare NAB per conoscere la
reazione AB .

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Quando NAB > 0, il vettore (A, NAB u) rivolto verso linterno dellasta e quindi lasta
un tirante.
Quando NAB < 0, il vettore (A, NAB u) rivolto verso lesterno dellasta e quindi
lasta un puntone.

Passiamo ora a risolvere lequazione

(b)

M T + M' T = 0

In essa MT noto, mentre MT il momento scalare rispetto a T di (P, AB) e di (Pi,

A i Bi ) e quindi incognito.

Poich le aste diverse da AB concorrono tutte nel punto T, il momento di (Pi, A i Bi )


rispetto a T nullo e pertanto MT si riduce al momento scalare rispetto a T della
sola (P, AB). Indicando con momT (AB) il momento scalare di AB rispetto a T, la
(b) diviene:

M T + mom T ( AB ) = 0

Ma

mom T ( AB ) = mom T (N AB u ) = N AB mom T (u )

In definitiva si ha:

(c)

M T hN AB = 0

dove h la distanza di u da T e quindi la distanza dellasta AB dal punto T. Va


inoltre scelto il segno + o il segno secondo che il versore u dellasta AB levogiro o
destrogiro rispetto a T (cio rispetto alla retta normale al piano in T ed orientata a
piacere).

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La (c) una sola equazione scalare nellunica incognita NAB. Risolvendola si ricava
NAB e quindi la reazione lungo lasta AB.

2 CASO - T PUNTO IMPROPRIO

Figura 12
In questo caso va applicata lequazione dei risultanti che andr proiettata su una
qualunque retta t perpendicolare alla direzione del punto improprio ed orientata a
piacere.

Lequazione dei risultanti, nel nostro caso, si scriver

R + AB + A i Bi = 0
i

Proiettandola su t, si ha

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(R )t + ( AB )t + A B = 0

dove lultimo addendo nullo essendo tutte le A i Bi ortogonali a t.

Daltra parte (AB)t = NAB (u)t = NAB cos , avendo indicato con langolo che u
forma con t.

Quindi, in conclusione, si ottiene

R t + N AB cos = 0

che unequazione scalare nellunica incognita NAB. Risolvendola si calcola NAB e


quindi la reazione vincolare cercata.

Da osservare che il metodo di Ritter consente il calcolo diretto della reazione


vincolare su unasta prefissata senza dover valutare necessariamente tutte le altre
reazioni come impone invece il metodo dei nodi.

2.4 Applicazioni
Consideriamo la travatura di figura 13, che prende il nome di
PONTE,

TRAVE MOHNI

DA

costituita da quadrati di lato h.

Questa travatura ha come vincoli esterni un appoggio fisso ed un carrello. Pertanto


anche ad essa applicabile lo schema della trave appoggiata che permette di
concludere subito che la trave esternamente isostatica. Inoltre, poich anche
strettamente indeformabile, possiamo dire che internamente isostatica e quindi
globalmente isostatica.
Per il calcolo delle reazioni esterne si applicano le ECS e per quelle interne si pu
applicare sia il metodo dei nodi che il metodo di Ritter.

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Figura 13 Trave Mohni (o da ponte)


In questo caso la travatura presenta una simmetria rispetto alla retta verticale che
passa per i nodi 3 e 7. Questa retta di simmetria sia per la struttura geometrica che
per lazione delle forze esterne. Basta applicare le ECS allintera struttura per
verificare che la stessa simmetria deve sussistere anche per le incognite reazioni
vincolari RA ed RB. Poich RB deve essere normale alla direzione di scorrimento del
carrello, anche RA dovr risultare normale a tale direzione e, affinch ci sia
simmetria, deve essere RA = RB.

La prima equazione cardinale si riduce a:

3
3F + 2 R A = 0 R A = R B = F
2

Applichiamo il metodo dei nodi per calcolare le reazioni interne. Si pu partire dal
nodo A dove RA nota, A1 parallela allasta A1 e A8 parallela allasta A8. Il
risultante deve essere nullo cio R A + A1 + A8 = 0 .

Costruiamo il poligono di equilibrio (figura 14). Riportiamo la forza nota RA,


ottenendo i punti 0 e 1. Per il punto 0, ad esempio, tracciamo la parallela allasta
verticale A1 mentre per il punto 1 tracciamo la parallela allasta A8. Questo poligono
sar chiuso se A1 = RA e A8 = 0. Abbiamo cos risolto il nodo A.

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A. Maio, E. Mazziotti, C. Galasso Travature reticolari

Figura 14

Si pu ora passare al nodo 1. Nel nodo 1 agiscono le seguenti forze: 1A = A1 =


RA

nota, 12 e

18 incognite tranne che per la direzione.

Dovr essere

1A + 12 + 18 = 0 .

Costruiamo il poligono di equilibrio (figura 15).

Figura 15

Riportiamo la forza nota 1A = RA . Si ottengono cos i due punti 0 e 1. Dal punto 0,


ad esempio, tracciamo la parallela allasta 12 e dal punto 1 la parallela allasta 18. Per
la chiusura del poligono le reazioni 12 e 18 devono necessariamente essere come
disegnate in figura 15; lasta 18 un tirante mentre lasta 12 un puntone. Avendo
risolto il nodo 1, si pu passare al nodo 8, poi al nodo 2 e cos via.

Vediamo ora di calcolare le reazioni interne con il metodo di Ritter. Calcoliamo per
esempio lo sforzo relativo allasta 87. Per prima cosa si deve trovare una sezione di

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A. Maio, E. Mazziotti, C. Galasso Travature reticolari

Ritter coniugata allasta in esame. Tale sezione deve dividere la struttura in due parti
e deve tagliare oltre lasta 87, anche altre aste concorrenti in un punto proprio o
improprio non appartenente a 87.

Figura 16

Se consideriamo la sezione come in figura 16, essa taglia oltre lasta 87 anche le aste
27 e 23 che concorrono nel punto 2 T. Poich T un punto proprio, si deve
applicare lequazione dei momenti. Scegliamo come parte da prendere in
considerazione la parte S a sinistra del taglio, poich su S agiscono due forze,
mentre su S ne agiscono tre. Lasta in esame va orientata da S verso S mediante il
versore u. Calcoliamo il momento scalare di 87 = N87 u .

Ricordando la regola di calcolo del momento scalare si vede subito che tale
momento rispetto a T dato da + h N87 , dove il segno + dato dal fatto che il
vettore u levogiro rispetto a T (cio rispetto alla retta ortogonale al piano, passante
per T ed orientata verso lalto). Quindi lequazione dei momenti nel nostro caso
diviene

M T + hN 87 = 0

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A. Maio, E. Mazziotti, C. Galasso Travature reticolari

MT il momento scalare rispetto a T 2 di (2, F) e di (A, RA). Evidentemente il


momento del primo vettore rispetto a T nullo, mentre il momento del secondo
dato da h RA , essendo il vettore RA destrogiro rispetto a T.

In definitiva si ha:

hR A + hN 87 = 0 M 87 = R A =

3
F
2

Poich N87 > 0, lasta 87 un tirante.

Figura 17

Calcoliamo ora lo sforzo lungo lasta obliqua 27. Osserviamo che la precedente
sezione anche una sezione di Ritter coniugata allasta 27. Infatti essa taglia oltre
lasta 27, anche le aste 23 e 87 tra loro parallele, ma non parallele a 27. In questo caso
si deve utilizzare lequazione dei risultanti. Anche qui conviene scegliere la parte S a
sinistra del taglio e pertanto lasta 27 va orientata da S verso S mediante il versore
u.

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A. Maio, E. Mazziotti, C. Galasso Travature reticolari

Consideriamo ora una retta t normale al punto improprio (figura 17). Tale retta
verticale e va orientata per esempio verso lalto, indicando con t il suo versore. Da un
punto qualsiasi di essa riportiamo il versore u dellasta 27 che forma con t un angolo
= 135. Proiettando lequazione dei risultanti su t, si ottiene:

(R A )t + Ft + N 27 cos135 = 0
cio:

RA F

2
3
2
2
N 27 = 0 F F
N 27 = 0 N 27 =
F
2
2
2
2

Essendo N27 > 0, lasta in esame un tirante.

* * * * *
Consideriamo ora la travatura di figura 18 che prende il nome di
RETTANGOLARE,

PILONE

le cui aste orizzontali e verticali abbiano uguale lunghezza h.

Questa travatura presenta delle differenze rispetto alle travature precedentemente


considerate: soggetta a due appoggi fissi. Inoltre una struttura deformabile ma
non labile. deformabile perch, eliminando i vincoli in A ed in B, la struttura non
un corpo rigido potendo lasta 5A ruotare intorno a 5. Essa per non labile perch
vincolata allesterno mediante due appoggi fissi. Per verificarne lisostaticit,
mancando la stretta indeformabilit, non possibile utilizzare il criterio usato finora.
Possiamo per usare il seguente altro criterio di isostaticit:

Sia S una struttura isostatica, non labile, strettamente indeformabile, vincolata


allesterno mediante un appoggio fisso ed un carrello. Si sottoponga S alle seguenti
due operazioni:

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A. Maio, E. Mazziotti, C. Galasso Travature reticolari

a) Eliminazione di unasta.
b) Sostituzione del carrello con un appoggio fisso.

Si ottiene cos una seconda struttura S* che pu essere labile o non labile. Se S* non
labile, essa isostatica come S

Figura 18

Applicando tale criterio facile verificare che il pilone rettangolare isostatico. Basta
infatti assumere come S* il pilone in esame e come S lo stesso pilone che per
differisca da S* per laggiunta dellasta AB e per la sostituzione dellappoggio fisso in
B con un carrello.

Osserviamo anche che, pur avendo due appoggi fissi, la travatura in esame
esternamente isostatica. Per provarlo basta fare questa considerazione. Il nodo A

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A. Maio, E. Mazziotti, C. Galasso Travature reticolari

soggetto allincognita reazione vincolare RA e alla reazione A5 parallela allasta A5.


Per lequilibrio di A deve essere R A + A5 = 0 da cui segue che anche RA parallela
allasta A5 e pertanto per individuarla basta conoscere solo la componente lungo
lasse y (verticale e passante per A). Quindi nel sistema scalare delle ECS abbiamo
tre incognite (la componente lungo y per la RA e le componenti lungo x ed y per la
RB): il sistema pertanto esternamente isostatico.

Applichiamo il metodo dei nodi. Si potrebbe, ad esempio, partire dal nodo A, ma


occorre calcolare le reazioni esterne. Volendo evitare tale calcolo si pu partire dal
nodo 1. Nel nodo 1 agiscono la forza F1 , la 14 e la 12 .

Figura 19

Dal punto 0 tracciamo la parallela allasta verticale 14 e per il punto 1 la parallela


allasta 12. Con le solite considerazioni, possiamo affermare che 14 = F1 e 12
= 0.
Si pu poi passare al nodo 2, al 4, al 3 e cos via

Con il metodo di Ritter calcoliamo lo sforzo relativo allasta obliqua 24.

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A. Maio, E. Mazziotti, C. Galasso Travature reticolari

Figura 20

La sezione in figura 20 una sezione di Ritter per lasta 24 perch taglia anche le
aste 23 e 14 parallele. Dobbiamo utilizzare lequazione dei risultanti dopo aver
introdotto la retta t normale al punto improprio. Conviene scegliere come parte S in
esame quella al di sopra del taglio, se si vuole evitare di calcolare le reazioni esterne.
Lasta 24, come al solito, va orientata da S verso S mediante il versore u. Poich
langolo = 45 si avr:

Rt +

2
N 24 = 0
2

Rt = F3 in quanto F1 ed F2 hanno componenti nulle lungo t. Da cui:

F3 +

2
N 24 = 0 N 24 = 2 F3 < 0
2

e quindi lasta 24 un puntone.

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A. Maio, E. Mazziotti, C. Galasso Travature reticolari

Calcoliamo infine lo sforzo relativo allasta verticale 35.

Figura 21

La sezione disegnata in figura 21 una sezione di Ritter coniugata allasta 35 perch


divide la struttura in due parti S ed S tagliando, oltre lasta in esame, le aste 36 e 46
che concorrono nel punto proprio T 6 . Anche in questo caso, per non calcolare le
reazioni esterne, conviene scegliere come parte S da considerare quella al di sopra
del taglio. Orientiamo lasta 35 da S verso S mediante il versore u.
Poich T un punto proprio dobbiamo applicare lequazione (b) dei momenti, dove
MT il momento scalare di (1, F1), (2, F2) e (2, F3) rispetto a T, mentre MT il
momento scalare rispetto a T di N35 u .
Applicando la solita regola di calcolo, risulta: M T = hF2 2 hF3 ; M' T = hN 35 . Pertanto
lequazione (b) diviene:

hF2 2 hF3 + hN 35 = 0 N 35 = 2 F3 F2

Lasta un tirante o un puntone secondo che F3 maggiore o minore di

F2
.
2

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A. Maio, E. Mazziotti, C. Galasso Travature reticolari

ESERCIZI PROPOSTI
Assegnate le seguenti travature reticolari:

calcolare le reazioni vincolari esterne con le Equazioni Cardinali della Statica e gli
sforzi interni con il Metodo dei Nodi ed il Metodo di Ritter.

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A. Maio, E. Mazziotti, C. Galasso Travature reticolari

Assegnate le seguenti travature reticolari:

calcolare gli sforzi interni con il Metodo dei Nodi ed il Metodo di Ritter.

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