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Il mediatore è colui che è capace di intervenire senza far riferimento alle parole, ma
riferendosi ai gesti, alle sensazioni e ai sentimenti quindi traducendo la cultura. La
mediazione si attiva nel momento in cui si attiva un contatto, che richiede sempre uno
scambio, tra di erenti elementi e di erenti contesti in una dimensione in cui la
componente individuale e quella sociale interagiscono. Ogni azione umana risulterebbe
dunque mediata da strumenti che sono socialmente costruiti e condivisi e che si
sviluppano ed evolvono nel tempo al succedersi delle generazioni: è quindi un processo
non lineare ma logico e molto complesso, esso può avvenire alla presenza di più parti per
la conclusione di un a are dove è presente un terzo ,in questo caso il mediatore stesso.
Questo processo è disamico e semiotico, infatti il mediatore si occupa anche di tradurre i
simboli. Il perimetro di azione della mediazione inizia nella pratica quotidiana all’interno
della propria famiglia, alle più piccole-medie e grandi imprese/istituzioni. Nella pratica
sociale: nel diritto, nella diplomazia, nella politica, nei masmedia ecc. Nella pratica
individuale dove ognuno è mediatore di se stesso. La mediazione NON è assimilabile a un
mero strumento con cui facilitare la comprensione, di recente invenzione e a cui si ricorre
in situazioni caratterizzate da emergenzialità e da con itto, MA è certamente un'attività,
un processo di ben più elevata complessità di straordinaria ricchezza e grandi potenzialità
Numerosi loso quali Socrate, Platone, Aristotele, Zenone hanno a rontato questo tema
della comprensione, con idee a volte vicine altre contrastanti:
-Anthony Pym: la mediazione per lui è tutto ciò che accade quando più lingue
entrano in contatto e si crea quell’impulso a comunicare.
-John Locke: problematicità della comprensione della parola umana come punto di
partenza delle sue ri essioni linguistiche
-Wittgenstein:
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-Ambiguità come una caratteristica saliente dell’espressione letteraria e
poeticaMassima di coltà del comprendere > maggior tensione intellettuale di un
TESTO
Nomadic: termine che racchiude l’essenza vera della mediazione, una materia instabile e
in movimento che produce sempre nuovi risultati. Attraverso tali premesse arriviamo alla
conclusione che,senza la mediazione non c’è comprensione o ancora, quando c’è
incomprensione ci deve essere mediazione.
1º nazionalità,lingue,culture diverse
5º) io stesso
«La ricezione delle altrui parole, assai più che con la produzione, è la più primordiale delle
attività che l’intelligenza di una creatura umana impara a svolgere per sopravvivere nel
mondo» (De Mauro)
Di conseguenza:
1) hanno lasciato ai margini dei loro interessi ri essioni ermeneutiche e loso che sulla
comprensione di enunziati, frasi, testi eccezionali.
-Il ruolo dell’utente: il quale assume la funzione sia di mittente che di ricevente, esso
svolge un compito assai complesso, ovvero quello di passare tra un piano dell’astrattezza
e uno della concretezza, tra dimensione del contesto e dimensione dell’espressione.
Ciascun segno viene manipolato dall’utente e se non si attiva un processo di mediazione
e negoziazione del senso si rischia di non comprendere.
-codice: i codici linguistici sono si, fatti di regole e segni che bisogna padroneggiare, ma
sono governati anche dalla creatività non regolare. Ovvero quei meccanismi che permetto
al codice, ed agli utenti che lo usano di infrangere le regole e cambiarle nel momento
stesso della comunicazione e nonostante ciò di continuare a funzionare.
Tali rapporti sono un insieme inde nibilmente aperto variabile in ragione alle diverse
conoscenze della lingua, diverse esperienze personali di ogni singolo.
2)Grazie alla leggibilità dei testi (anni ’30-’40) avviene una consapevolezza delle fratture
comunicative e linguistiche nelle società aperte, multirazziali e alto livello di complessità
produttiva e organizzativa. Studiosi come Umberto Eco e Roland Barthes cominciarono a
lavorare sulla comprensibilità di libri scolastici e sui livelli di alfabetizzazione funzionale.
Con l’avvento delle tesi GISCEL (1975) inizia l’attenzione alle capacità linguistiche legate
ad un buono sviluppo organico, da una buona alimentazione. Un bambino sradicato
dell’ambiente nativo, che veda poco o niente genitori e fratelli maggiori, che sia proiettato
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in un atteggiamento ostile verso i compagni e la società, che sia poco e male nutrito,
inevitabilmente legge, parla e scrive male.
3) Studi sulla percezione gra ca e uditiva. Strappata al suo co-testo verbale e al suo
contesto in cui si veri ca un atto comunicativo e fatta ascoltare fuori contesto a uditori
della stessa lingua, una sequenza sillabica anche ampia risulta inidenti cabile. La
percezione linguistica: «non un mero fatto sensoriale passivo ed esecutivo, ma un’attività,
un atto assai complesso della nostra intelligenza o ragione (mind), non separabile da
valutazioni di natura semantico-lessicale, sintattica, pragmatica. Un atto che non si
svolge linearmente, ma obbliga il ricettore a un andirivieni tra la progressiva percezione
del co-testo gra co e uditivo, le sue ipotesi sul senso di ciò che viene ascoltando o
leggendo».
Alfabetizzazione
o Capacità di usare testi scritti per operare una ri essione critica e per comunicare in
maniera e cace;
o Capacità di usare la lingua scritta, sia in testi stampati che digitali, per realizzare i
compiti della vita di tutti i giorni, per accedere a risorse, servizi e sistemi (formali o non
formali) e per interagire in contesti sociali.
o Competenza orale e non scritta nella L1 (e lingua esogena) (basso livello di istruzione)
o Competenza orale nella L1, competenza scritta e orale nelle lingua esogena, livello di
istruzione variabile
o Competenza orale e scritta molto limitata nella L1, ma uso di altre forme di
comunicazione (gesti, simboli, ecc.)
Come insegnare l’italiano agli adulti debolmente alfabetizzati? «Per trovare la risposta
bisogna entrare nella foresta dei codici per trovare il luogo del linguaggio verbale, cioè del
linguaggio che gli esseri umani usano in prevalenza, e da questo dobbiamo passare alle
lingue, cioè alle concretizzazioni della facoltà simbolica generale, ai codici storico-
naturali» (Vedovelli, 2000:27) Verso un’educazione linguistica democratica:
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«La scuola tradizionale ha insegnato come si deve dire una cosa. La scuola democratica
insegnerà come si può dire una cosa, in quale fantastico in nito universo di modi distinti
di comunicare noi siamo proiettati nel momento in cui abbiamo da risolvere il problema di
dire una cosa. Possiamo dire una cosa disegnando, cantando, mimandola, recitando,
ammiccando, additando, e con parole; possiamo dirla in inglese, in cinese, in turco, in
francese, in greco, in piemontese, in siciliano, in viterbese, romanesco, trasteverino, e in
italiano [...] possiamo dirla tacendo, purché abbiamo veramente voglia di dirla e purché ce
la lascino dire (De Mauro 1981:136).
Accoglienza e regolarizzazione
Lavoro
Abitazione
Salute e assistenza
Formazione
Il più apprezzato è il calcio, che ha il più alto valore educativo: oltre a cacciare i vizi e
l’egocentrismo e ad insegnare l’altruismo e il rispetto, a far ri ettere, a sviluppare
l’ingegno, a ra orzare e a far sfogare l’individuo, ha anche delle ricadute a livello sociale,
in quanto favorisce il contatto tra membri di classi diverse, annullando le di erenze che li
separano nella vita di tutti i giorni»
• Plurilinguismo
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- “compresenza sia di linguaggi di tipo diverso (verbale, gestuale, iconico, ecc.), cioè di
diversi tipi di semiosi, sia di idiomi diversi, sia di diverse norme di realizzazione d’un
medesimo idioma” (De Mauro, 1981:124).
• La classe
(Vedovelli, 2000)
La mediazione non è un fenomeno recente, non avviene solo in presenza di una terza
gura, è una pratica che si ritrova in ogni ambito della società, non solo nell’immigrazione;
e non si tratta di mediare solo in presenza di una lingua straniera ma anche con la propria
lingua. Come abbiamo detto la Comprensione è alla base del processo di comunicazione,
essa interviene per eliminare ogni incomprensione, è necessario dunque analizzare le
parole all’interno della loro sfera d’azione, nel contesto e nel co-testo. La mediazione
contiene in se molti concetti che possono essere riassunti in uno: il
TRANSLAGUANGING, quella pratica intesa come l'uso da parte dei parlanti dell'intero
repertorio linguistico «senza prestare attenzione ai con ni, socialmente e politicamente
de niti di una data lingua» Mediazione come interazione tra lingue, pratica ibrida di
languaging che contribuisce a rendere chiaro come non esistano con ni netti né tanto
meno barriere tra le lingue in essa coinvolte. Mediazione come processo dinamico e
potenzialmente in nito di usare la lingua per creare signi cati.
LANGUAGING:
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-Traduzione intralinguistica (riformulazione): traduzione di segni verbali per mezzo di altri
segni della stessa lingua.
- conoscenza della società, della storia, del folklore, le abitudini, le usanze le tradizioni
per essere in grado di intervenire dal punto di vista del contesto.
- Doti sociali: competenze a livello emotivo, conoscenza delle norme sociali che
regolano la realtà.
L’obiettivo di un mediatore culturale sarà quello di variare il carico informativo del testo
della lingua di arrivo, tenendo presente quello del testo della lingua di partenza. La grande
dote del mediatore deve essere la capacità di orientarsi mentalmente tra le due culture e
non tradurre solo a livello lessico-grammaticale.
La mediazione inizia all’interno di ciascuno di noi, dai nostri ragionamenti ed ancora prima
dalla nostra educazione. Lo spazio linguistico Italiano venne considerato <<tripolare>>
(italiano, dialetti, minoranze linguistiche di antico inserimento) e poi <<quadripolare>> (+
lingua immigrate). Nella legge 482 del 1999 sono tutelate le lingue e le culture di diverse
nazionalità, ma sono escluse quelle immigrate pur essendo presenti nel territorio. L’italia
si può de nire sia prima che ultima, in quanto è il primo paese dell’Ue per indice di
diversità, ma è tra gli ultimi paesi con la più bassa percentuale di cittadini in grado di
parlare una lingua straniera.
-All’interno del 30% degli alfabetizzati, solo una percentuale modesta ha una buona
conoscenza delle lingue straniere e di linguaggi tecnico-scienti ci.
-Si può ipotizzare che solo 10% della popolazione in età di lavoro capisce bene
tecnicismi e forestierismi.
Ma questa situazione sta migliorando grazie alle nuove generazioni, rispetto alla
situazione italiana vi sono due punti di vista riguardo il plurilinguismo:
L’italia è ancora sottoposta alla prima rivoluzione linguistica, avviatasi negli anni 50,
(‘’l’italianizzazione’’ italiano parlato comune e condiviso) ma allo stesso tempo vi è un
controbilanciamento dato dalla spinta della seconda rivoluzione: Il Neoplurilinguismo
dove troviamo le lingue immigrate vs le lingue dei migranti.
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Lingue immigrate: scarsa uttuazione,radicamento sociale e vitalità linguistica sul
territorio.
Lingue dei migranti: alto tasso di mobilità, uttuazione dei gruppi, e sradicamento dalla
lingua.
2) Mediazione come nuova abilità linguistica. Questa visione equivale al ribaltamento del
fondamento teorico della prima visione che sosteneva che la mediazione fosse un
elemento intrinseco e naturale dello scambio semiotico. La mediazione viene attribuita
ad una terza persona e va coincidere con le azioni di traduzione ed interpretariato.
Multiliguismo: presuppone una visione statica della compresenza e della convivenza delle
lingue e del loro apprendimento. Le lingue possono coesistere ma in modo separato ed
impermeabile. Prevede strutture ed insiemi niti e chiusi.
La mediazione in Germania: La Germania guarda non tanto alla gura del mediatore, ma
quanto al processo di mediazione ed accoglienza in ogni u cio pubblico; ma comunque
esistono diverse gure che possono essere associate al ruolo di mediatore: Guide per la
mediazione che si occupano dell’accompagnamento individuale e del contatto con
sportelli o u ci di consulenza,I mediatori linguistici e culturali gure-ponte per agevolare
la comunicazione tra gli immigrati, le <<madri del vicinato>> donne migranti integrate che
hanno il compito di aiutare le altre donne in di coltà le quali aiutano anche i bambini ad
accedere ai servizi sanitari ed educativi, ed in ne le <<madri con lo zaino>> (proprio
perché portano uno zaino) svolgono attività di promozione del tedesco.
La mediazione nel Regno Unito: Nel regno unito vi è una rete di u ci che o rono
gratuitamente vari servizi ai cittadini in di coltà. Tali servizi si avvicinano alla mediazione
in ambito sociale,amministrativo o nei percorsi di accoglienza. L’attività di mediazione non
viene attivata soltanto nei confronti degli stranieri, ma di tutta la cittadinanza. In Gran
Bretagna vi è uno sta con competenze variegate e multietnico costituito da
professionisti i quali aumentano la qualità del servizio nel suo complesso. Nelle scuole
britanniche l’esigenza della mediazione è meno sentita ,si da infatti più importanza a
elementi come la lotta contro il razzismo favorendo relazioni paci che tra le varie culture
e comunità. Tra il corpo di insegnanti signi cativa è la presenza di un buon numero di
cittadini di orgine straniera.
Ambito sanitario:
Articolo 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali.
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Articolo 43: codice regionale a sigla STP (Straniero Temporaneamente Presente). Accesso
a cure mediche urgenti, essenziali e continuative e ad alcuni servizi farmaceutici (DPR del
31 agosto 1999, n. 394 nell’articolo 43, comma 3)
DDL Sicurezza
Il 5 febbraio 2009, il Senato approvò l’emendamento del DDL sicurezza che imponeva ai
medici di denunciare gli immigrati irregolari negli ospedali. Dopo i vari passaggi
parlamentari, e soprattutto dopo le manifestazioni da parte di molte associazioni,
l’articolo che prevedeva l’abrogazione del divieto di segnalazione venne eliminato.
In base ai servizi o erti e alla normativa (PSN 2006-08) gli stranieri che accedono alle
strutture sanitarie sono di 4 di erenti categorie: pazienti provvisti di permesso di
soggiorno, pazienti turisti , pazienti sprovvisti di permesso di soggiorno, e pazienti
provvisti di permesso di soggiorno per motivi di salute. Se gli stranieri regolari si a dano
senza problemi alle cure sanitarie, le atre categorie sono maggiormente esposte
all’incontro di barriere sia socioculturali che burocratiche. La presenza di stranieri non è in
alcun modo riconducibile all’aumento di frequenza di malattie infettive nel nostro paese,
anzi i cittadini stranieri godrebbero, in ogni fascia d’età, di migliori condizioni di salute
rispetto agli italiani. La popolazione straniera presente nel suolo italiano è maggiormente
colpita non da malattie infettive, ma da traumatismi, problemi all’apparato respiratorio e
all’apparato digerente; per quanto riguarda le donne invece a complicazioni riguardo la
gravidanza, parto e puerperio.
I fattori che condizionano la salute degli stranieri dopo l’arrivo in Italia sono diversi:
-e etto <<migrante esausto>> si riferisce allo stato di saluto precario dello straniero e
all’esposizione a rischi presenti nel paese che lo ospita.
-Barriere linguistiche: Da alcune indagini ISTAT risulta che il 13% della popolazione
straniera ha di coltà con le pratiche burocratiche per accedere alle prestazioni sanitarie,
un altro 13% dice di aver di coltà nello spiegare i disturbi avvertiti, un 15% non riesce a
comprendere cosa dice il dottore. Sia il paziente straniero che il personale sanitario ha
problemi nell’approcciarsi con l’altro, da questa doppia di coltà derivano spesso errori di
comprensione.
-Barriere di tipo semiotico: Ovviamente anche nel linguaggio sanitario ogni elemento di
tipo fonico o gra co è arbitrariamente associato ad un determinato signi cato che però
può variare da lingua a lingua. Da esempio in somali ‘’reni’’ si riferisce alla parte
addominale laterale, mentre per ‘’reni’’ si intende l’are altero rachidea.
Barriere socio-culturali:
Scetticismo sanitario: Sia il medico che il paziente si pongono in termici critici, venendosi
entrambi incontro.
Triade DIS:
-Illness: malattia vissuta e percepita dal paziente, derivante dalla sua cultura, dai suoi
sentimenti e emozioni. Visione Individuale
La triade DIS si propone di interpretare a giusto titolo tutti i casi che emergono dalla
combinazione delle diverse concezioni di malattia fortemente in uenzati dalle di erenze
culturali.
Olismo: ‘’ visione olistica della malattia’’ il paziente rappresenta un universo all’interno del
quale si può evidenziare un a nità di micro sistemi, che danno origine ad un dinamico
intricarsi di ecosistemi, tutti collegati tra loro . Questo tipo di visione prevede il contatto e
la relazione dinamica tra medico e paziente, come due universi culturali come parte
integrante del percorso di cura. Es. Medico occidentale diagnostica la tubercolosi, questa
malattia per alcune culture è considerata come la malattia degli emarginati oppure lo
specchio della degradazione morale.
Ambito amministrativo:
Ambito lavorativo:
Lavorare prima di conoscere la lingua espone il lavoratore ad una serie di rischi e ad una
maggiore probabilità di eventi dannosi rispetto ad un lavoratore italiano, la lingua si
presenta come uno strumento di lotta per ridurre gli infortuni durante il lavoro. La
centralità della lingua implica la necessità di esaminare i bisogni linguistici, intesi come
requisiti imposti dal contesto di vita e di lavoro. Anche se alcune mansioni lavorative non
necessitano particolari opportunità comunicative, inducendo i lavoratori immigrati a
limitare sforzi e motivazioni linguistiche, impongono paradossalmente l’uso di macchinari,
talvolta complessi da usare e la cui non conoscenza può essere un’arma di distruzione
per il lavoratore immigrato stesso e i suoi colleghi; è quindi di fondamentale importanza
conoscere la dimensione culturale degli stranieri così che il datore di lavoro possa de nire
migliori strategie comunicative e di prevenzione sul luogo di lavoro. La costituzione
nell'art. 35-37 parla di tutela sul lavoro ma anche del riconoscimento al diritto di svolgere
mansioni.
ART.37 parla di come il datore di lavoro deve garantire una formazione ad ogni lavoratore
non solo in materia di sicurezza e salute, ma anche a livello linguistico in riferimento ai
concetti di rischio,danno, prevenzione e protezione: la formazione del lavoratore deve
consentirgli di sviluppare conoscenze e competenze.
Il lavoratore diventa così, non solo braccia (forza lavoro), ma un cittadino a tutti gli e etti
con le sue necessità ed emozioni dato che la mancanza di lavoro in paesi ancora poco
sviluppati è una delle principali motivazioni per cui gli stranieri intraprendo il progetto
migratorio.
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-lavorativi: disoccupazione, lavoro non tutelato e sotto pagato (oltre la metà degli stranieri
in Italia è in possesso di laure,la quale rischia una equali cazione) situazioni lavorative
rischiose.
Nel corso degli anni si è notato un incremento della mano d'opera e con essa gli infortuni
sul lavoro; questi infortuni avvengono in modo signi cativo nel settore indrustriale: 95%
degli infortuni e l'83% dei decessi, il rischio per gli immigrati è circa il doppio rispetto a
quello degli italiani.
Questi dati ci portano a pensare come la sicurezza linguistica è anche sicurezza sul lavoro
se ne trae quanto sia necessaria dunque un ottimale competenza linguistica per il
riconoscimento la messaggistica infortunistica, delle istruzioni di lavoro e di determinati
macchinario talvolta molto complessi da usare.
1°dimensione: distanza dal potere, la misura in cui gli individui meno potenti accettano
che il potere sia distribuito. Una distanza elevata rispecchia un grande rispetto per le
autorità e lo stato (es.
Africa,Asia), mentre una distanza bassa rispecchia una forte autonomia dell'individuo
anche per via della grande partecipazione alla vita politica.
2°dimensione: Individualismo
3°dimensione: mascolinità/femminilità
Si riferisce alla percezione del ruolo dell’uomo e della donna in una determinata società.
Quando la cultura femminile riveste un ruolo centrale i tende a utilizzare modelli più
cooperativi. All’opposto avremo situazioni in cui gli individui tendono ad interessarsi più al
loro salario ed alla loro carriera per avere accesso a migliori posizioni lavorative.
-culture che accettano l'incertezza,meno rigide, con più tolleranza alle decisioni prese
dallo stato.
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-culture con orientamento a breve termine: tradizionaliste, vedono il tempo in visione
ciclica.
-culture con orientamento a lungo termine: dove il tempo è lineare e si pensa solamente
al futuro, cercando di raggiungere sempre nuovi risultati.
-Mediatori culturali: per poter migliorare la fase di inserimento e permettere una maggiore
comprensibilità del lavoro, con l’obbiettivo di incidere sulla trasmissione dell’informazione
e l’attuazione dei singoli obblighi per il corretto recepimento delle norme di salute e
sicurezza.
Focus sulla religione: <<modi ca il casco per il turbante multa ad un lavoratore sikh.>>
laddove il turbante è un simbolo religioso, il casco è un strumento di protezione. Toronto.
Il lavora denuncia l'avvenuto alle autorità e vince la causa contro la sua società.
Il caso dei lavoratori musulmani è molto rilevante nella società italiana, per via del digiuno
infatt )durante il ramadan) sono esposti ad un maggior rischio per la propria sicurezza e
salute, non sono in grado di svolgere mansioni faticose. Ma esistono diverse diverse
strategie per far si che il lavoratore possa lavorare durante questo periodo, ad esempio:
svolgere attività e compiti meno dispendiosi e faticosi, predisporre dei turni, riduzione
dell'orario di lavoro.
Ambito scolastico:
Riferimenti normativi.
- circolare ministeriale, 1981: primo riferimento normativo relativo all’inserimento dei gli
dei lavoratori stranieri provenienti dalla ex comunità europea nella scuola italiana.
- Circolare ministeriale, 1989: primo documento relativo a tutti gli alunni di origine
straniera, compresi i gli dei non comunitari. L’obiettivo è quello di garantire il diritto allo
studio, l’apprendimento della lingua italiana e la valorizzazione della lingua e della
cultura d’origine per consentire agli alunni di origine straniera di trovare stimoli
comunicativi.
- Circolare ministeriale, 1994: interviene sulle discipline ponendo una revisione dei
programmi scolastici in una prospettiva interculturale. Con libri bilingui e plurilingui.
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- Circolare ministeriale, 2006: tratta le linee guida. Per l’accoglienza e l’integrazione degli
alunni stranieri, ampliando il personale scolastico con personale di origine straniera in
grado di risolvere questioni linguistiche e culturali relative ai bambini di origine straniera.
- Documento ‘’la via italiana alla scuola interculturale’’ 2007: documento redatto da
esperti delle diverse discipline e da mediatori culturali, l’obiettivo è quello di proporre un
insegnamento volto all’interculturalità e all’integrazione. Dove tutti gli alunni sono
coinvolti in tutte le discipline attraverso speci che misure di accoglienza e di
apprendimento linguistico.
- Circolare ministeriale, 2010: Integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana.
Introduce il tetto del 30% di alunni stranieri per classe, così da favorire un equilibrata
distribuzione degli alunni stranieri tra le scuole e tra le classi, con particolare attenzione
a coloro che sono di recente immigrazione.
- Circolare ministeriale 2014: introduce la diversità dei bisogni tra alunni con cittadinanza
non italiana nati in Italia o di recente immigrazione.
- Legge 2015, Riforma della scuola: La buona scuola, potenziamento dell’o erta
formativa, orientamento all’alfabetizzazione e perfezionamento dell’italiano come
seconda lingua attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non
italiana.
- Nuova classe di concorso a23, nalizzato al reclutamento del personale docente per i
posti nell’organico.
Negli ultimi 20 anni la presenza di alunni stranieri è aumentata del 10%, provenienti
soprattutto da Romania, Albania e Cina. Le esperienze e le loro conoscenze bilingue
dovrebbero essere adeguatamente valorizzate sia nell'ottica dell'apprendimento
dell'italiano, sia nello sviluppo della propria consapevolezza individuale.
-MSNA
-allievi con bisogni educativi speciali (disabili, disturbi evolutivi speci ci, alunni con
svantaggi socio-economici)
Nel sistema formativo italiano è signi cativa anche la presenza di adulti di origine
straniera, si tratta di un pubblico molto erogeneo,costituito da giovani adulti, nato o
cresciuti in italia con un percorso scolastico spesso parziale, interrotto a causa di
abbandoni precoci.
-far sviluppare una consapevolezza sulla cultura italiana agli alunni stranieri
E' chiaro che anche all'interno della scuola è necessario un ambiente di apertura volto ad
un buon apprendimento, i compagni autoctoni devono essere interessati.
-Nomi degli alunni dell’intera classe scritti in diverse lingue (cinese, arabo, russo, ecc.)
-Avvisi plurilingui;
-Quaderni e libri di testo utilizzati dagli alunni di origine straniera nei loro paesi;
Il mediatore ha il compito di conoscere bene il bambino, sapere quali sono le sue origini,
conoscere la storia della sua terra, il suo passato e la sua storia socio-scolastica. Inoltre
deve avere conoscenza dei membri della famiglia, sapere quali sono i suoi difetti e le sue
lacune per aiutarlo a valorizzare i suoi pregi e punti di forza così da perseguire il suo
sogno. Il mediatore deve diventare suo con dente e amico, così da essere una gura di
supporto quando si presenteranno momenti d’ansia collegati al disagio da sradicamento
sociale.
Il mediatore deve saper creare un ambiente scolastico simile ad una comunità, non fare
prevalere dinamiche individualistiche o competitive che possono essere sinonimo di
disagio per alcuni bambini. Evidenziare la diversità come ‘risorsa’ per l’intera classe
(lingue e culture) e Focalizzare l’attenzione sui punti in comune (età, materie, professori,
quartieri, contrade, ecc.).
Il mediatore non è:
-un immigrato, in Italia da diversi anni, che deve solo raccontare come si vive nel proprio
paese
-un tuttofare. Non è detto che risolva tutti i problemi dei bambini
- Il suo intervento nei confronti dei bambini di origine straniera non deve essere
interpretato come un’attività con valenza assistenzialistica e vista a volte come una
barriera che impedisce di realizzare la programmazione didattica dell’intera classe.
Centri di accoglienza:
tra il 2015-2016 nel nostro paese come in tutta europa l'arrivo di un numero consistente
di immigrati ha creato una situazione emergenziale. Questa situazione richiede una
risposta strutturata e adeguata, l'allarmismo dei media però è ingiusti cato, poiché il
numero degli immigrati clandestini è nettamente inferiore ai regolari, e inoltre l'italia non è
tra i paesi che accoglie più migranti. Lo scenario migratorio è in continua evoluzione, è
necessario perciò rispondere in maniera rapida e preparata.
-l'iscrizione all'anagrafe
attività di volontariato.
Le rotte che percorrono i migranti verso i vari paesi sono diverse, quella che porta in italia
attraversa il mar mediterraneo centrale, che conduce in sicilia attraverso la libia. In italia
solo nel 2015 sono arrivati 154.000 migranti, prevalentemente musulmani parlanti l'arabo,
il francese e varie lingue africane, maggiormente uomini; di questi molti hanno preseguito
il viaggio verso il nord europa, 80.000 sono rimasti in italia.
rifugiati: coloro che temono di essere perseguitati per motivi razziali, religiosi, politici e gli
viene riconosciuto lo status di rifugiato in base alla convenzione di ginevra.
Migranti:lascia volontariamente il proprio paese per motivi di lavoro alla ricerca di una vita
migliore
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2 prima accoglienza
3 seconda accoglienza
Ciò avviene nei centri hotspot di pozzallo, porto empedocle, lampedusa etc.
CPSA: centri di primo soccorso e accoglienza, migranti appena sbarcati ricevono le prime
cure mediche necessarie, vengono fotosegnalati, possono richiedere la protezione
CDA: centri di accoglienza. Garantiscono la prima accoglienza allo straniero per il tempo
necessario alla sua identi cazione.
CARA: centri di accoglienza per richiedenti asilo. Ospitano i richiedenti asilo in attesa
dell'esito della procedura di richiesta della protezione internazionale.
CPR: centri di permanenza per il rimpatrio. Riservati agli stranieri giunti in modo irregolare
in italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti.
In base ai vari dati si attiva il metodo casi dove il docente non dovrà usare i metodi
tradizionali, ma dovrà attingere alle risorse creative adeguate alle esigenze e passioni dei
corsisti.
Come obiettivi non bisogna avere solo quello delle competenze alfabetiche, ma perlopiù
la conquista dell'autonomia per lo svolgimento dei compiti sociali di ogni migrante.
1) Campionatidelsettoregiovanilescolastico
2) Attivitàsportivenelleassociazionidegliimmigrati 3) Campionatiamatorialiedilettantistici
4) Campionatiprofessionistici
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Le associazioni degli immigrati sono rilevanti nel nostro paese nell’ottica dell’inclusione
sociale attraverso lo sport, confermando come lo sport possa essere strumento
d’integrazione. Esistono cinque motivi che legano l’associazionismo degli immigrati allo
sport (Siebetcheu, 2015): il patriottismo, l’aggregazione, la convivenza civile, la
bene cienza e la salute sica. Ma la vera novità nel calcio amatoriale sono i richiedenti
asilo, di prevalenza africana; per loro il campo da calcio costituisce un luogo di contatto e
di sfogo dallo stress e dai traumi subiti, aiutando lo sradicamento della “sindrome del
sopravvissuto”. Il calcio gli consente di relazionarsi e di ricostruire un’identità smarrita;
oltretutto, le trasferte gli permettono di conoscere meglio la società italiana e di cambiare
la percezione del viaggio, che diventa piacevole e privo di rischi. I giocatori stranieri
professionisti di Serie A sono aumentati, provengono da 69 Paesi e parlano
complessivamente 44 lingue. Il plurilinguismo in tale realtà è dunque elevato, e spesso
porta seri problemi legati alle barriere linguistiche nelle squadre di calcio, per questo la
mediazione può svolgere un ruolo importante.
Le barriere che ostacolano l’accesso degli stranieri in Italia sono legate anche a ragioni
burocratiche (dipendenti dal precario statuto giuridico di alcuni immigrati e dalle norme
federali sui non comunitari e i loro gli minorenni che sono tutelati però dal d.l. 242/1992),
linguistiche (casi di giocatori e dirigenti che si sono trovati in di coltà nel realizzare gli
obiettivi tecnico-calcistici), culturali (incomprensioni create da di erenza culturale,
abitudini climatiche, alimentari e religiose che sono state oggetto di discriminazione sia
negli spogliatoi sia negli stadi) e logistiche. Tutto ciò rappresenta il bisogno di attivare
percorsi di mediazione linguistico- culturale. In Italia la mediazione sportiva è associata a
due ambiti: risoluzione delle controversie (mediazione con valenza giuridica che prevede
l’uso di un terzo soggetto imparziale che aiuti le parti a trovare un accordo); risoluzione
dei con itti (mediazione mirata a risolvere i problemi creati sul terreno di gioco o che
in uenzano il loro rendimento; mediazione che necessita di competenze psicologiche,
pedagogiche e educative). Un terzo ambito di mediazione sportiva è legato alla gestione
delle dinamiche linguistiche e culturali nelle squadre di calcio. Il plurilinguismo per essere
ben gestito nei processi di mediazione deve prima di tutto essere conosciuto. Gli studio
condotti nell’ambito del progetto MultiSport (Siebetcheu, 2013) propongono e
sperimentano quattro modelli di rilevazione del plurilinguismo nel calcio:
1) ModelloTFAN:ispiratoalmodulo“AlberodiNatale”ealprogettoToscaneFavellepermette di
rilevare le prime 11 lingue usate in un campionato di calcio, partendo dalla nazionalità dei
giocatori stranieri; i dati si ottengono incrociando statistiche, linguistica e geogra a.
Fornisce una prima rappresentazione gra ca del plurilinguismo collettivo in un
determinato campionato di calcio.
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3) ModelloTTL:“TikiTakasportivo”,permettediesploraregrazieall’osservazionepartecipante
la quotidianità linguistica dei giocatori, rilevando l’utilizzo delle diverse lingue nei vari
contesti di interazione in cui essi sono coinvolti; permette di osservare quando e quanto
le lingue individuate dal modello TFAN, autovalutate e autodichiarate dai giocatori nel
modello PC, vengano utilizzate dai giocatori e da chi interagisce con loro; permette inoltre
l’analisi dei testi verbali ed iconici (es. striscioni), i segnali non verbali e le scelte
linguistiche dei giocatori per garantire la comprensione in campo e per creare presupposti
per vincere una partita (“una squadra vince solo se la comunicazione funziona”). Esse
devono essere oggetto costante di mediazione e possono essere determinate da vari
fattori (contesto d’uso, tipo di interlocutore, stato d’animo del calciatore ecc.).
4) ModelloZM:“ZonaMista”,oltreadessereunoschematatticoeanchel’areaincuigliatleti si
incontrano con i giornalisti al termine di una gara; è un’area di smistamento delle diverse
lingue utilizzate dai giocatori in campo e consente un’analisi delle funzioni e motivazioni
legate alle scelte linguistiche e ettuate. Si basa sull’osservazione partecipante e sulla
registrazione delle interazioni verbali durante le partite, per poi far riascoltare agli
informatori le registrazioni del loro parlato, chiedendone un commento (Self-confrontation
method). Può avere importanti implicazioni didattiche volte alla valorizzazione delle
diverse lingue utilizzate in campo o all’incremento dell’uso dell’italiano durante le
interazioni comunicative. Durante il corso di italiano i giocatori possono ascoltare/
guardare le diverse interviste e il docente può proporre una ri essione su espressioni di
diverso tipo.
Nicola porro <<il calcio ha cessato di rappresentare solo uno sport, un gioco. Nel tempo
della
Morani << il calcio è ormai un fenomeno di costume e di vasta popolarità, interagisce con
la
diversi dai vari apprendenti, sono infatti necessarie diverse strategie per l'insegnamento).
-Turismo sportivo.
Le squadre di calcio vengono considerate come comunità plurilingue nella quale entrano
in contatto lingue e culture totalmente diverse; in un indagine degli anni '80 sui giocatori
di serie A risultò una superdiversità, una provenienza dei giocatori da diverse parti del
mondo come il brasile, l'austria, i paesi bassi, l'argentina, la spagna etc. In un indagine
del 2020 risulta come la superdiversità dei giocatori si sia ampli cata,infatti provengono
da tutte le parti del mondo.
-origine: 73 nazionalità
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-dominanza: Spangolo
Scelte a ettive: <<processo di integrazione>> Imparare una lingua per una questione
sociale sentirsi inserito nella squadra, per avere un rapporto più solido con i
-Scelta demogra ca: scegliere una lingua in base al luogo in cui ci si trova.
-Scelta democratica: scegliere la lingua in base a quanti giocatori la parlano, es: PSG a
causa di un problema linguistico, alcuni giocatori francofoni (francesi) parlano di
discriminazione perchè
l'italiano è la lingua u ciale della squadra (9 italofoni) e perché "se sei francese hai meno
chance di giocare"
-Scelta tattica: Laddove ci sono molte lingue in una squadra se ne sceglie una principale
"tutti quelli che non sono russi hanno un interprete personale, ognuno della sua lingua:
quando l'allenatore deve spiegare un esercizio a volte entrano in campo in 6-7 tutti
insieme (mediatori)" (Samuel Eto)
-Scelta emotiva: L'uso del linguaggio corporeo richiede una grande padronanza anche
culturale ed
intelligenza emotiva, permette di esprimere i pensieri ,le intenzioni e li stato mentale con
gesti che
Questa analisi rivela il dinamismo e la complessità inerenti alla gestione del plurilinguismo
nelle squadre, che rende appunto necessaria una gura o una competenza in grado di
rispondere alle esigenze di negoziazione del contesto. Esistono diverse gure che
operano per l’integrazione dei giocatori e degli allenatori nelle squadre che hanno grossa
disponibilità economica e possono investire sulla formazione linguistica dei propri
professionisti. Molte squadre hanno un responsabile linguistico (es. AS Roma) che
trasforma le attività comunicative in momenti di interazione plurilingue. Altre utilizzano i
giocatori più vecchi come interpreti tra sta e nuovi arrivati, ruolo che rientra nel
community interpreting e che risulta economico; il vantaggio è dato dalla conoscenza sul
calcio del soggetto, dal fatto che è sempre presente in allenamento e che conosce bene
la cultura del club e del paese. Questa gura funge anche da guida interculturale nella
squadra. Un’altra gura è il tutor (es. Udinese Calcio) il cui impiego si estende anche nella
vita quotidiana, aiutando i nuovi arrivati a trovare casa, comprare una macchina ecc.
questa gura ha un’adeguata competenza nella lingua e nella cultura dei giocatori o
allenatori che deve seguire. Anche il docente di lingua è molto utilizzato, che insegna la
lingua per la comunicazione e per il linguaggio tecnico calcistico che servirà al giocatore
per relazionarsi con la squadra, con i giornalisti, con gli avversari e con l’arbitro; spesso
viene utilizzato per formare lo sta della squadra in una o più lingue straniere e assume
spesso il ruolo di traduttore e interprete. Nel caso della Roma e dell’Udinese le lezioni di
lingua si svolgono nello stadio, mentre la Fiorentina mette a disposizione dei giocatori
stranieri dei docenti privati per lezioni di italiano. Anche istituzioni specializzate nella
didattica dell’italiano a stranieri possono essere coinvolte in questa attività (es.
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UNISTRASI ha organizzato corsi di italiano per calciatori stranieri del Siena Calcio). Anche
l’agente linguistico del giocatore ha un ruolo importante nella comunicazione calciatore-
società, infatti spesso spetta a tale gura fare da interprete durante le trattative di
acquisto del giocatore; questi agenti dovrebbero essere poliglotti per avere l’opportunità
di seguire giocatori stranieri di diversi paesi e diverse lingue; in molti casi il loro
plurilinguismo è dovuto ad esperienze personali oltre che a percorsi formativi e
professionali. anche in ambito sportivo è presente una forma di turismo dove la
mediazione linguistico- culturale porta esiti molto positivi. Il turismo sportivo rappresenta
un’estensione dello sport ad attività di vacanza, sia una necessità di sviluppare prodotti e
servizi complementari per fornire un’alternativa alla tradizionale vacanza. La prima
pubblicazione riguardo all’argomento risale al 1983 mentre la prima conferenza
organizzata dall’OMT (Organizzazione mondiale per il turismo) e dal CIO (Comitato
internazionale olimpico) risale al 2003. Questo turismo ha una triplice dimensione: nel
1999 il turismo sportivo viene associato a tutte le forme di coinvolgimento attivo e
passivo in attività sportive, svolte casualmente o in modo organizzato per motivi
commerciali e non, che richiedono di allontanarsi dalla propria residenza o dal luogo di
lavoro (Standeven-De Knop); nel 1998 questo turismo viene de nito come turismo che
consiste in viaggi basati sul tempo libero che portano gli individui temporaneamente fuori
dalle loro comunità di residenza per partecipare come spettatori di attività sportive o di
spettacoli basati su attività sportive (Gibson); nel 2002 il turismo sportivo viene
identi cato come quella frangia del turismo basata su un’attività che costituisce
un’esperienza culturale nell’ambito dello sport (Pigeassou). Questo tipo di turismo si può
articolare intorno a due macrocategorie: sport turismo (viaggiatori che condizionano la
meta del proprio viaggio in virtù della possibilità o meno di praticare sport) e turismo
sportivo in senso stretto che si suddivide in turismo sportivo/business (i professionisti
sono i soggetti attivi, i dirigenti e i dipendenti delle società sportive sono soggetti passivi),
turismo sportivo di loisir (riferito ai praticanti a livello amatoriale che si spostano per
partecipare alle gare, allenamenti ecc.) e turismo di spettacolo (ovvero il pubblico live
dello sport a livello amatoriale o professionistico). Il legame tra turismo sportivo e
mediazione si fonda sui servizi o erti. Il pro lo del turista sportivo si può riassumere in
capacità di spesa elevata e propensione a ricoprire lunghe distanze soggiornando con
tempi di permanenza lunghi rispetto ad altre categorie di turismo; questo turista è
motivato anche dalla scelta della destinazione: le bellezze del luogo, i momenti di relax,
svago e shopping. L’o erta di mediazione dovrebbe far attenzione agli sport invernali e
alle attrazioni turistiche in montagna garantendo buone competenze linguistiche; la
particolarità della mediazione in questo ambito è o erta alla rete di conoscenze del
turista, anche di tipo virtuale: fare da guida turistica e accogliere un turista sportivo
signi ca o rire lo stesso servizio ad una comunità di potenziali turisti che arriveranno in
seguito. Oggigiorno le società calcistiche sono delle vere aziende inserite nel mercato
globale: quelle italiane sono strumenti di promozione del made in Italy. Per attrarre più
turisti, tifosi e imprenditori molte squadre hanno tradotto i propri siti web in diverse lingue
(la squadra più poliglotta è il Milan, seguita da Juventus e Inter); oltre ai siti u ciali molte
squadre sono presenti anche sui social con account in lingue straniere: strumenti che
aprono alle squadre italiane l’internazionalizzazione che passa attraverso il plurilinguismo
e internet. Molte squadre italiane investono all’estero in camps per trasmettere la loso a
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e la cultura calcistica delle squadre e i programmi prevedono anche pacchetti “calcio e
lingua inglese”; sono presenti anche attività culturali, escursioni nelle città che ospitano i
camps e visite guidate in stadi e musei delle squadre che ospitano i ragazzi. Molte
squadre straniere sono presenti in Italia con i loro camps. È opportuno attuare progetti
che attirino i giovani calciatori stranieri per imparare la lingua italiana (il calcio è un
prodotto culturale che spinge molti tifosi a studiare l’italiano, Sibetcheu, 2013). L’o erta
turistica calcistica si dovrebbe quindi rivolgere ai turisti sportivi stranieri appassionati di
calcio italiano che vogliono partecipare ai camps, assistere a eventi calcistici in Italia,
visitare gli stadi e i vari musei di calcio: durante le visite guidate non si può escludere la
mediazione. Va abbracciato il trinomio sport-turismo- lingua per costruire opportunità di
internazionalizzazione e innovazione delle società sportive: dotarsi del mediatore
linguistico-culturale per il turismo sportivo consentirebbe uno sviluppo di tale dimensione
attraverso promozione e organizzazione dei camps, delle vacanze e degli eventi sportivi in
Italia e all’estero.
Il linguaggio dei giocatori: comunicazione non verbale (55%) paraverbale (38%) verbale
(7%)
Molti allenatori sostengono che non sia di cile allenare, ma trasmettere i concetti e le
emozioni.
Ambito giudiziario-penitenziario:
Uno dei temi caldi della disciplina, la presenza sempre più stabile di stranieri in Italia è di
grande rilevanza per gli aspetti giudiziari. Bouchard (2002) notava che il rapporto
giudiziario verso gli stranieri era molto più complesso rispetto a quello riservato ai cittadini
italiani; riteneva dunque che solamente un mediatore interculturale potesse garantire la
neutralità allo straniero all’interno di un iter giudiziario. Questo tipo di mediazione si
svolge prevalentemente in aula, presso lo studio dell’avvocato e durante le inchieste
preliminari e si attiva nel momento in cui uno straniero non riesce a comunicare in modo
adeguato in sua difesa, è fondamentale invece esprimersi in modo chiaro e preciso in
tribunale, per evitare sentenze ingiuste, come spesso purtroppo capita.
Nella direttiva del 2015 si impone che alla persona o esa vengano fornite in una lingua a
lei comprensibile tutte le informazioni legate al suo status, e che venga nominato un
interprete se quest’ultimo non conosce la lingua italiana.
Quindi mediazione viene usata in ambito penale al ne di superare le di coltà nei rapporti
con i
detenuti provenienti da paesi stranieri, la crescente presenza degli stranieri nelle carceri
rende
rapporti tra stranieri ed autorità giudiziarie. Secondo i dati Istat del 2015 risulta sbagliata
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carceraria è di origine straniera ma un attenta analisi dimostra che non è vero che i
cittadini di
origine straniera delinquono più degli italiani. La mediazione può essere attuata in campo
Pro lo detenuto straniero: Maschio giovane, ha meno di 35 anni, proviene dal Marocco,
tunisia,
Albania e Nigeria, è incriminato per pene brevi e reati poco gravi ( furti, scippi, spaccio di
droghe
I fattori di rischio sono: tentato suicidio, autolesionismo, sciopero della fame, aggressività
e
isolamento. Il percorso di mediazione si divide in: prima del carcere, durante e dopo. Nel
primo
caso il mediatore deve occuparsi di avere i primi contatti con il detenuto, coinvolgerlo
negli aspetti
Progetto migrantour: Gli accompagnatori non sono guide turistiche professionali con
patentino ma accompagnatori interculturali selezionati e formati per gestire itinerari di tipo
didattico-formativo sul tema dell'Intercultura. Gli itinerari dei migranti portano alla
scoperta di quartieri interculturali e cosmopoliti, svelando ai turisti storie, curiosità che
neppure chi vi è nato conosce così bene.
Forma di turismo responsabile a kilometro zero che vede come protagonisti concittadini
provenienti anche da vari paesi del mondo.Nasce in Italia nel 2010 con il primo corso per
“accompagnatori interculturali” Principali destinatari: alunni delle scuole secondarie, ma
anche cittadini curiosi, turisti stranieri, residenti dei quartieri, gruppi e associazioni. Rete
europea: “MygranTour: a European network of migrant driven intercultural routes to
understand cultural diversity” (Italia, Francia, Portogallo, Spagna.
Obiettivo: favorire l’integrazione dei cittadini di origine straniera nelle città coinvolte
favorendo la comprensione e il rispetto reciproci.
I maggiori turisti in Italia provengono da: Germania, USA, Francia e Cina. I maggiori luoghi
di
interesse sono le città storiche ed artistiche (52%), località marine (19%), località
montane (10%),
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località lacuali (10%), località termali (3,5%) e luoghi collinari e di interesse vario (4,7%).
Le
Il mediatore nel caso del turismo si riveste del ruolo di Guida interculturale.
riguardo l'alimentazione, il clima, i siti archeologici e nel corso delle visite programmate.
riferimento dei turisti, capacità di traduzione sia scritta che orale simultanea e
conoscenza delle
In questo contesto i percorsi di mediazione possono essere utilmente a dati a gure che
sappiano interpretarne dli elementi più utili, decisivi ai ni dello sviluppo economico e
della vita stessa delle imprese che ne sono protagoniste. Dopo la crisi economico-
nanziaria che del 2007 ha colpito tutto il pianeta, anche l’Italia sta vedendo timidi segnali
di ripresa, in tale processo gli scambi commerciali con l’estero giocano un ruolo decisivo.
Le imprese all’estero controllate da multinazionali italiane nel 2015 erano 22.000, presenti
in più di 160 paesi. I primi paesi verso i quali il nostro paese esporta sono: Germania,
Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna, svizzera, Belgio, Polonia, Cina e Turchia. Le
merci ed i servizi che importiamo di più provengono da : Germania, Francia, Cina, Paesi
Bassi, Spagna, Belgio, Russia; Stati Uniti, Svizzera e Regno Unito. Il plurilinguismo gioca
quindi un ruolo cruciale in questo ambito, infatti le carenze linguistiche sono uno dei
fattori che ostacola più le imprese italiane nei processi di internazionalizzazione; il
plurilinguismo è invece garanzia per il progresso economico. Risulta dunque che
un’azienda italiana su cinque ha problemi di comunicazione con i paesi stranieri, problemi
legati alle di erenze linguistico-culturali. Le aziende che inseriscono delle strategie basate
su nuove lingue dichiarano una crescita del 25% sui propri a ari, le vendite sono
aumentate grazie ad alcune misure quali ad esempio la localizzazione del proprio sito
internet in più lingue.Investire nelle lingue, sfruttare le risorse linguistiche del personale,
favorire i rapporti con il settore educativo, sviluppare strategie di management linguistico:
sono queste le buone pratiche per l’internazionalizzazione delle PMI.
Dai dati ricavati dalle analisi risulta ce la toscana ha intensi scambi con la Cina,
soprattutto Taiwan ed Hong Kong, vengono esportati oggetti in pelle e capi
d’abbigliamento, ma tra queste spicca Massa Carrara con l’export di marmo. Risulta
anche un un marcato scambio con paesi Arabofoni, con export ed import di prodotti
chimici e petroli ci, prodotti di marmo, prodotti ora e agroalimentari.
1) siti parzialmente localizzati: dove si trova la traduzione dei contenuti essenziali e delle
parti che possono interessare ad occhio gli stranieri.
3) Siti localizzati ed adattati: che oltre alla traduzione dei contenuti in diverse lingue,
prevedono anche delle modi che in base alle condizioni e alle speci che convenzioni
di un paese straniero, come la scelta di immagini, layout di testo e l’organizzazione
della barra degli strumenti Es: FENDI (cinese) sito totalmente localizzato,nella versione
italiana la barra di navigazione è a sinistra dello schermo mentre nella versione cinese
si trova in alto, i modelli occidentali sono presenti anche nella versione cinese per
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soddisfare il pubblico che preferisce la bellezza occidentale. Il sito conserva il colori
originali, ed i prodotti sono gli stessi sia per italiani che per cinesi
PRIMA CONFERENZA:
3) Analfabetismo di ritorno: perdita delle già acquisite conoscenze di lettura e scrittura per
mancanza di esercitazione.
In italia sono oltre 5milioni gli immigrati i quali hanno bisogni linguistici e culturali,
Vedovelli ci da
delle de nizioni:
societa.
Analfabetismo: insieme di limiti, ostacoli, obiettivi non raggiunti per lo sviluppo linguistico
comunicativo.
Per il consiglio di Europa, essere debolmente alfabetizzati indica la mancanza di una o più
2)Competenza orale nella L1, competenza scritta o orale nella lingua esogena, livello di
istruzione variabile
educare ai codici ed alle in nite forme simboliche (entrare nella foresta dei codici per
trovare il
PRIMA CONFERENZA:
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2) Analfabetismo funzionale: incapacità di decifrare, di comprendere
mancanza di esercitazione.
3) Analfabetismo di ritorno: perdita delle già acquisite conoscenze di lettura e scrittura per
delle de nizioni:
In italia sono oltre 5milioni gli immigrati i quali hanno bisogni linguistici e culturali,
Vedovelli ci da
società .
Analfabetismo: insieme di limiti, ostacoli, obiettivi non raggiunti per lo sviluppo linguistico
comunicativo
Per il consiglio di Europa, essere debolmente alfabetizzati indica la mancanza di una o piu
2)Competenza orale nella L1, competenza scritta o orale nella lingua esogena, livello di
istruzione variabile
educare ai codici ed alle In nite forme simboliche (entrare nella foresta dei codici per
trovare il
CONFERENZA TRANSLANGUAGING:
Concetto di bilinguismo: " in crisi ottica monolinguistica" -De Mauro Dalla visione
monoglossica il
bilinguismo è considerato come due competenze distinte. Per poi passare alla visione
Cummins:con lui abbiamo il modello dell'iceberg che dice che due lingue in super cie
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separate e diverse come due punte emerse di due iceberg rotto sotto la super cie, però i
due
Ecologia linguistica: parte della sociolinguistica che studia i vari repertori in base ai diritti
linguistici
dei parlanti.
1 )livello linguistico, pratiche discorsive multiple, i parlanti creano e danno signi cati ed
entrambe le lingue/varietà.
Varie de nizioni: Williams 1994, pratica didattica in Galles in cui un contenuto disciplinare
proposto in una lingua può essere rielaborato in un altra, le lingue lavorano insieme.
Garcia 2009: approccio pedagogico che legittima e struttura queste pratiche in classe in
spagnolo e inglese.
Progetto Cuny- Nysieb con supervisor Garcia: coinvolge scuole con studenti con
background
migratorio per integrare le loro lingue nella didattica con bene ci sull'apprendimento
generale.
1) Stance " tutti nella scuola devono credere nel bilinguismo come risorsa. La scuola deve
creare
2) piani cazione didattica: confronto con docente per integrare pratiche nella didattica
ordinaria.
Explorar