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Dal 1927 l’Urss abbandonò la NEP (in quanto incompatibile con gli obiettivi di Stalin) ed intraprese
la via della pianificazione integrale dell’economia (cioè suo controllo totale).
Kolchoz sovchoz
Per la loro pericolosità sociale, Stalin avviò dal 1929 la cosiddetta dekulakizzazione che
prevedeva:
confisca dei beni;
deportazione in Siberia e Russia settentrionale→si contano oltre 2 milioni di deportati.
fucilazione in caso di resistenza.
Gli abitanti delle città salirono dal 18 al 33%. L’urbanizzazione avvenne però in modo caotico e si
creò una penuria di alloggi, con conseguenze come conflitti sociali e delinquenza.
)
Nel 1932 il governo cercò di reagire:
istituendo il passaporto interno per circolare nel paese → esso impediva ai cittadini di
spostarsi dal proprio domicilio senza l’autorizzazione delle autorità;
sviluppando un piano di edilizia pubblica, con nuovi quartieri o nuove città operaie.
Il tipo di alloggio più frequente era la coabitazione: si trattava di case dormitorio, in cui ogni
stanza ospitava una famiglia, mentre bagno, cucina, corridoi erano in comune. Essa aveva:
un significato ideologico: passaggio dalla vita privata borghese a quella in comune;
un ruolo di controllo sociale: il capo-caseggiato svolgeva la funzione di spia o informatore
della polizia segreta.
l’unico partito concentrava nelle sue mani tutti gli strumenti del potere legislativo, esecutivo
e giudiziario. Esso si occupò:
dell’educazione giovanile
della cultura in generale
della nomina di dirigenti nelle attività economiche e amministrative
Molte persone vennero portate nei gulag → veri e propri “campi di concentramento” e “campi
di lavoro correttivi” situati in Siberia, con:
elementi antisovietici
minoranze non russe sospette di spionaggio e collaborazionismo.
Il sistema fu usato meno dal 1953, con la morte di Stalin e l’avvio della destalinizzazione, ma
rimase operativo per tutti gli anni ’70-’80 del ‘900: l’ultimo detenuto fu messo in libertà nel
1987.
A ciò si unì una persecuzione religiosa nella convinzione che un uomo non avrebbe potuto
essere veramente libero e razionale finché avesse creduto in Dio. Iniziò così un processo di
secolarizzazione che portò a:
chiusura del 90% di chiese e moschee;
deportazione/fucilazione di migliaia di religiosi;
clandestinità per i culti religiosi tradizionali;
difesa della famiglia tradizionale per contrastare il calo demografico
aborto come crimine, omosessualità punita con il carcere fino a 5 anni.
Stalin si pose come “il piccolo padre” della nazione, come l’erede di Lenin ma anche dei grandi
zar Egli era l’immagine di un potere pubblico capace di dare stabilità alla Russia e di farla
competere con gli altri paesi europei.
Al XX congresso furono presentati due rapporti: uno nella seduta pubblica in cui Kruscev illustrò
i successi dell’economia sovietica.
L’altro rapporto fu letto solo alla assemblea dei delegati → Rapporto segreto in cui denuncia
Stalin come un tiranno, autore di deportazioni, padrone della vita dei suoi cittadini e dei suoi
collaboratori. La relazione rimase a lungo ignorata dai cittadini sovietici ma fu pubblicata in
Occidente, determinando per i comunisti la fine dell’età dell’innocenza. Fu soprattutto all’interno
del campo comunista che lo shock fu difficile da assorbire: molti intellettuali lasciarono il
partito, mentre la maggior parte degli operai decise di rimanere e di tenere duro nella lotta
contro il capitalismo e l’imperialismo.