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Dopo aver sciolto i sindacati, Mussolini definì il nuovo ordinamento che prevedeva la creazione di

corporazioni nei quali lavoratori e datori di lavoro dovevano organizzarsi per gestire l’attività economica,
sempre sotto supervisione del Dux consentendo al regime di avere uno stretto controllo politico sulla
produzione. Per risolvere la crisi del 29 il regime creò un programma di opere pubbliche ed un sistema di
economia mista. Creo due strutture, IMI(Istituto mobiliare italiano) e IRI(Istituto per la ricostruzione
industriale) con lo scopo di sostenere le industrie e le banche. Tra le opere pubbliche del regime spiccarono
la bonifica delle terre paludose così da poter sostenere la campagna per l’autosufficienza dei cereali. In
seguito all’occupazione dell’Etiopia l’Italia dovette emanare una serie di provvedimenti per rendere
autosufficiente la propria economia, ma così facendo (data la scarsità di materie prime in Italia) ebbe
conseguenze negative. Per garantirsi prestigio e credibilità, l’Italia avviò un'opera di propaganda volta ad
ottenere la conquista dell’Etiopia. Nel 1935 Mussolini dichiarò guerra all’Etiopia e nell’anno successivo
proclamò la nascita dell’Impero italiano di cui facevano parte Italia, Etiopia, Eritrea e alcune regioni della
Somalia. A seguito della conquista dell’Etiopia, l’Italia si avvicinò alla politica estera e nel 1936 venne siglata
l’amicizia tra Italia e Germania chiamata “Asse Roma-Berlino” e negli anni successivi l’Italia abbandonò la
società delle Nazioni. Prima dell’avvicinamento alla Germania di Hitler l’Italia non aveva mai intrapreso
attività razziste, ma alla fine del 1938 il Governo approvò le leggi razziali. La politica razziale del governo,
provocò sdegno dal papa che le criticò subito.

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