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ANNO XXII NUMERO 66 - PAG X IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 18 E DOMENICA 19 MARZO 2017

dilatazione dell’assistenzialismo larga-


di Guido Pescosolido mente al di sopra delle possibilità del-
la finanza pubblica; che il ceto impren-

T rent’anni addietro, il 16 marzo 1987,


scompariva Rosario Romeo, uno
dei maggiori storici italiani del Nove-
ditoriale, messo alle strette, invece che
intraprendere, innovare e creare ric-
chezza andava sempre più in cerca di
cento, l’ultimo di una galleria di grandi tutele e garanzie statali per attività in
intellettuali e politici che la Sicilia ha perdita; che la parte più larga della
dato alla cultura e alla vita pubblica ita- classe politica faceva del clientelismo
liana. Le sue opere storiche spaziano e della crescita incontrollata del debi-
dal Medioevo all’Età moderna e con- to pubblico l’unico strumento di solu-
temporanea, ma la sua fama internazio- zione dei problemi, scaricando sulle
nale resta legata soprattutto ai suoi stu- spalle delle successive generazioni tut-
di sul Risorgimento, sulle origini e lo ti i costi delle sue politiche fallimenta-
sviluppo del capitalismo industriale ita- ri e fallite, inclusi quelli della corruzio-
liano nell’Otto e nel Novecento, su na- ne; e che, stando così le cose, non era
zione e nazionalità nella storia d’Italia possibile realizzare alcuna vera ed ef-
e d’Europa. ficace programmazione e nessuna solu-
Del Risorgimento è considerato, in zione della questione meridionale.
Italia e all’estero, il maggiore storico di Romeo, che insegnava nell’Univer-
sempre. Anche se ne colse lucidamen- sità di Roma, nel 1968 fu investito diret-
te i limiti, le incompiutezze, le contrad- tamente dalla contestazione del movi-
dizioni che sin dalle origini ne affatica- mento studentesco e poi della sinistra
rono l’incedere, Romeo giudicò la na- extraparlamentare romana, di cui di-
scita dello stato unitario come uno dei venne la bestia nera. Tra il 1968 e il 1978
più importanti avvenimenti della storia si ritrovò più volte a rischiare fisica-
europea dell’Ottocento e il più impor- mente e denunciò invano i pericoli di
tante della storia d’Italia dalla caduta deriva terroristica che si annidavano al-

La nascita dello stato unitario Tra il 1968 e il ’78 divenne la


come strumento fondamentale bestia nera dell’estrema sinistra
per l’accesso del paese alla romana. Aderì al Pri, fu eletto
modernità economica e sociale al Parlamento europeo
dell’impero romano in poi. Lo ritenne il l’interno dei gruppi extraparlamentari.
principale fattore di progresso politico A metà degli anni Settanta ritenne do-
e civile dell’Italia contemporanea, lo veroso un impegno politico diretto per
strumento fondamentale del suo acces- contrastare la crisi in cui stava sprofon-
so alla modernità economica e sociale, dando il paese e bloccare l’avanzata del
un valore etico-politico assoluto di cui Partito comunista, che egli vedeva, as-
mai smarrire il senso storico e al quale sieme alle forze sindacali, come uno dei
mai rinunciare, se non per aderire a maggiori artefici della crisi in atto e,
una comunità europea nella quale lo per i suoi legami con Mosca e la sua
stato nazionale potesse trasferire ideologia, un grave pericolo per la de-
rafforzandoli tutti i suoi valori e tutte le mocrazia italiana e non solo. Diede
sue conquiste ideali e materiali. quindi alla sua attività giornalistica, fi-
Quest’idea centrale ispirò la sua atti- no allora di tipo prevalentemente cultu-
vità storiografica sin dal 1950, quando, rale, un contenuto spiccatamente politi-
appena venticinquenne, esordì con co, facendo la scelta di lasciare la Stam-
quello che rimane a tutt’oggi uno dei Una trincea italiana durante la Grande guerra. L’editore Gaspari ha appena ristampato in un volume due saggi di Rosario Romeo: “L’Italia alla prova. Risorgimento e Prima guerra mondiale” pa per il Giornale nuovo di Montanelli,
massimi capolavori della storiografia ed entrò nel Partito repubblicano di
risorgimentale italiana: Il Risorgimento Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini.

L’ITALIA DI ROMEO
in Sicilia. Nella Sicilia del secondo do- Nel 1984 fu eletto deputato al Parla-
poguerra, invasa dagli alleati e percor- mento europeo per il gruppo Pli-Pri e a
sa dai sussulti separatistici del movi- Strasburgo ricoprì cariche di rilievo,
mento di Andrea Finocchiaro Aprile, conducendo due grandi battaglie: una,
Romeo ritornò a misurare significato e furente, contro le pressioni degli euro-
portata storica del processo di parteci- parlamentari inglesi, tendenti a ottene-
pazione dell’isola alla realizzazione re a sostegno delle loro aree deindu-
dell’Unità nazionale. L’adesione della
Sicilia al Risorgimento fu da lui vista
come il frutto non tanto della reazione
Paladino dello stato unitario, politico combattivo in Europa, è stato strializzate fondi che avrebbero dovuto
essere impiegati per lo sviluppo delle
aree depresse come il nostro Mezzogior-
dell’isola al centralismo borbonico – te-
si sostenuta dalla precedente storiogra-
il maggiore storico del Risorgimento. Da leggere e studiare ancora no; l’altra per il superamento dello stal-
lo in cui si trovava il processo di integra-
fia – quanto del progressivo esaurirsi e zione europea nella convinzione che, o
morire della vecchia nazione siciliana, sul piano dell’impegno civile nella di- strategia rivoluzionaria da adottare la difesa del significato storico del Ri- Come non potevano neppure esserlo il si realizzava l’unità politica del Conti-
incapace di trovare la forza di rinnovar- fesa di ciò che restava vivo della tradi- avrebbe dovuto essere, secondo Gram- sorgimento e dello stato liberale, non- laissez faire ultraliberista e i connessi nente, o l’Europa, così com’era, era me-
si spiritualmente e materialmente e di zione etico-politica del Risorgimento: lo sci, analoga a quella usata dai giacobi- ché dei valori della liberal-democrazia tempi lunghi delle forze della destra li- glio perderla. “O tutto o nulla” amava
proporsi ancora come soggetto storico stato di diritto, le libertà civili e politi- ni in Francia durante la Grande Rivolu- che animarono, direttamente o indiret- berale e ancor meno il populismo delle sintetizzare quando la morte lo colse
autonomo, vitale e progressivo. A metà che, quelle d’impresa e di mercato, e zione: creare un’alleanza tra movimen- tamente, tutte le successive opere di destre laurine. L’unica via con speran- nel 1987 a soli 62 anni.
Ottocento le forze innovatrici dell’isola, tutto ciò che era garantito dallo stato to nazionale democratico-borghese e Romeo, culminate nella monumentale za di successo gli sembrava un interven- I due saggi che l’editore Gaspari ha
peraltro non travolgenti, impacciate nazionale moderno, sovrano e laico, in- contadini, cementata dall’obiettivo del- biografia di Cavour di circa 2.800 pagine to straordinario dello stato rapido e in- appena ristampato (R. Romeo, L’Italia al-
dall’arretratezza di un contesto econo- serito organicamente nel contesto del- la spartizione delle terre e della crea- (Cavour e il suo tempo, ultima ed. Later- cisivo. In Risorgimento e capitalismo si la prova. Risorgimento e Prima guerra
mico e sociale ancora dominato dal la- la civiltà occidentale, privo di qualun- zione di un’economia agricola basata za 2012). trova, oltre che l’energica difesa delle mondiale, Udine 2017, pp.79) furono con-
tifondo, avevano cercato e trovato nel- que connotazione imperialistica, ma sulla piccola azienda familiare. Con Difesa energica non significa che del conquiste materiali e dei valori ideali cepiti intorno al 1968-70. In essi troviamo
la nuova realtà nazionale italiana, libe- saldo nella salvaguardia della propria due saggi usciti nella rivista Nord e Sud Risorgimento e dello stato unitario Ro- della storia nazionale italiana, anche la una riflessione di straordinaria forza ed
rale e dinamica, quella prospettiva di autonomia e dei propri interessi. nel 1956 e 1958 e raccolti nel volume Ri- meo ignorasse i limiti, la ristretta parte- legittimazione storica più autorevole equilibrio interpretativo su due passag-
sviluppo spirituale, politico e anche Per Romeo l’avversario più pericolo- sorgimento e capitalismo del 1959, Romeo cipazione popolare alla vita politica, le del meridionalismo liberal-democrati- gi fondamentali della storia d’Italia: il
materiale che la vecchia Sicilia non era so di quel prezioso e, all’indomani del sostenne che l’ipotesi gramsciana di strozzature economiche e sociali, gli co del secondo dopoguerra. Risorgimento e la Prima guerra mondia-
più in grado di realizzare autonoma- Secondo conflitto mondiale, tanto di- una rivoluzione agraria nell’ambito del squilibri territoriali che ne afflissero la Nella scelta etico-politica di Romeo le. Nel primo, come abbiamo detto, Ro-
mente. Per Romeo, pertanto, il separa- scusso patrimonio ideale e materiale, processo unitario sarebbe stata irrealiz- storia sin dai primi anni di vita. In par- c’era peraltro la piena consapevolezza meo vedeva il momento in assoluto più
tismo siciliano all’indomani del Secon- politico ed economico-sociale, fu solo zabile perché avrebbe suscitato l’osti- ticolare non gli sfuggì in tutta la sua gra- che in un regime liberal-democratico, importante della nostra storia naziona-
do conflitto mondiale era un movimen- per breve tempo il separatismo sicilia- lità delle potenze europee, Francia in ve portata il sacrificio che il Mezzogior- sviluppo economico, modernizzazione le; nella Grande guerra vedeva la mag-
to antistorico che cercava di far rinasce- no, del resto sgonfiatosi rapidamente testa, e avrebbe compromesso il compi- no ebbe a sostenere nel contesto della civile e riequilibrio territoriale non po- gior prova di coesione data dall’Italia
re ciò che era morto cento anni prima. dopo la concessione dell’autonomia re- mento dell’Unità stessa. Ma sostenne storia unitaria, soprattutto dopo l’ado- tessero essere realizzati senza una po- unita, in nome e per la piena realizzazio-
Il distacco dallo stato unitario avrebbe gionale. L’avversario di gran lunga più anche che, ove quella rivoluzione aves- zione del protezionismo doganale del litica dei redditi e di programmazione ne degli ideali patriottici ottocenteschi,
significato per la Sicilia la rinuncia a temibile si rivelò invece il revisionismo se avuto successo, la piccola proprietà 1887, ma non riuscì comunque a ritene- economica accettata e condivisa da for- ma vi vedeva anche l’origine della crisi
quel contesto politico-istituzionale gra- storiografico di matrice gramsciana, contadina avrebbe rallentato, anziché re che né nell’Ottocento né nel Novecen- ze imprenditoriali e sindacali, classe sociale e politico-istituzionale che il re-
zie al quale soltanto essa aveva potuto che egli vide come presupposto cultura- accelerato, lo sviluppo economico del to vi potesse essere, per il Mezzogiorno politica e classe dirigente, tutte piena- gime liberale non fu in grado di regge-
partecipare, sia pure con innegabili li- le e giustificazione storica del tentativo paese, poiché avrebbe perpetuato l’au- e per il resto d’Italia, un futuro miglio- mente consapevoli della difficoltà dei re, cedendo il passo al fascismo. En-
miti e difficoltà, al processo di moder- condotto dal Partito comunista di scar- toconsumo, frenato lo sviluppo dell’eco- re al di fuori dello stato nazionale. problemi da affrontare e quindi dei sa- trambi gli eventi rappresentavano le
nizzazione che all’indomani della Se- dinare la democrazia rappresentativa, nomia di scambio e non avrebbe potu- Nel secondo dopoguerra, tuttavia, a crifici, del rigore morale e del senso del due maggiori prove di coraggio, valore
conda guerra mondiale l’Italia intera il sistema capitalistico e l’insieme del- to mai garantire incrementi di produt- un secolo di distanza dall’Unità, gli sem- bene pubblico richiesto a tutti, senza militare, dedizione patriottica e volontà
cercava di riprendere e rilanciare. tività superiori a quelli dell’azienda brava che l’arretratezza meridionale di essere nazione di tutta la nostra storia
La valutazione positiva dello stato agraria capitalistica e della stessa mez- non fosse più eticamente e politicamen- unitaria. Due eventi che nel ventennio
nazionale e del regime liberale rimase
Tornò a misurare significato zadria. Proprio il mantenimento inalte- te tollerabile, e soprattutto che si pones-
Confutò la tesi di Gramsci del 1950-70 avevano subito nella storiografia
la costante, implicita o esplicita, di tut- e portata storica del processo di rato del quadro della proprietà terriera se ormai come un fattore di rallenta- Risorgimento come occasione e nella coscienza pubblica una svaluta-
te le successive opere storiche di Ro- partecipazione della Sicilia alla e dei rapporti di produzione esistenti al mento per lo sviluppo economico e civi- perduta dai mazziniani per la zione senza precedenti, alla quale egli si
meo, anche quelle di carattere più momento dell’Unità aveva invece con- le dell’intero paese, contrariamente a oppose con tutte le sue forze. Con suc-
strettamente economico, e si traduceva realizzazione dell’Unità nazionale sentito, grazie anche al liberismo doga- quanto era avvenuto nell’Ottocento, rivoluzione borghese democratica cesso? Ancora non ne siamo sicuri.
nale, lo sviluppo della produzione agra- quando il sacrificio degli interessi agri-
le libertà individuali e collettive carat- ria e la formazione di surplus di capita- coli del Mezzogiorno e il mercato meri- esenzione alcuna. E per quindici-venti
teristiche della storia non solo dell’Ita- le col quale, nei primi decenni postuni- dionale erano stati funzionali all’indu- anni la giovane democrazia italiana
lia liberale e democratica, ma della ci- tari era stata finanziata l’infrastruttura- strializzazione del nord e allo sviluppo sembrò rispondere a buona parte di
viltà occidentale nella sua interezza. zione e la modernizzazione civile, pre- capitalistico nazionale. Era ormai tem- queste esigenze e i risultati furono rag-
Contro di esso Romeo si impegnò a requisito essenziale della successiva in- po, quindi, di affrontare in modo risolu- guardevoli su quasi tutti i fronti. Ma al-
viso aperto dalla seconda metà degli an- dustrializzazione. tivo la questione meridionale e la stra- la fine degli anni Sessanta-primi anni
ni Cinquanta, confutando la tesi di An- Il dibattito avviato da Risorgimento e tegia migliore per farlo non gli sembra- Settanta, proprio quando sembrava che
tonio Gramsci che nei Quaderni del car- capitalismo rimane uno dei passaggi più va la rivoluzione social-comunista e il fosse a portata di mano una grande svol-
cere aveva giudicato il Risorgimento co- importanti e fecondi della storiografia socialismo reale dell’Europa orientale ta anche nell’equilibrio territoriale, la
me un’occasione storica persa dal Par- italiana e internazionale del secondo magnificato dalle forze culturali e poli- vita del paese prese una strada diversa
tito d’azione mazziniano per realizzare dopoguerra. Il libro di Romeo rappre- tiche marxiste e marxisteggianti. Una ri- e Romeo dovette accorgersi che tutto
una rivoluzione borghese democratica, senta ancora oggi il momento più alto e voluzione di tal tipo avrebbe probabil- stava cambiando: che le forze sindaca-
una società più equa, un’economia più vibrante di quanto l’intera cultura libe- mente prodotto l’equiparazione tra li radicalizzate vaneggiavano di salario
moderna e dinamica, sconfiggendo il ral-democratica italiana della seconda nord e sud, ma portando il nord al livel- come variabile indipendente dello svi-
moderatismo di Cavour e dei Savoia. La metà del Novecento abbia prodotto nel- lo del sud e non il sud al livello del nord. luppo e chiedevano e ottenevano una

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