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AGORA

ELZEVIRO
Giovedì 13 febbraio 2020

L’estetica
del sacro vive
se c’è dialogo
RAUL GABRIEL

I
l sacro è terreno di mietitura per una
quantità di figure così eterogenee che non
è possibile classificarle per gruppi. Certo, cultura
la devastazione provocata da un artigianato di religioni
valore artistico oggettivamente prossimo allo scienza
zero è notevole. Una devastazione visiva e di
tecnologia
contenuto. D’altra parte però, l’incontro con
tempo libero
Francia, il cinema racconta la scuola 22
sensibilità differenti e più evolute dal punto di
vista dell’arte “codificata”", ma che della spettacoli Impressionisti da grande schermo 22
differenza hanno fatto una rocca sport
inespugnabile e incomunicabile costruita su Quarant’anni di stranieri in Serie A 23 Il revival vittoriano
un senso di superiorità autoreferenziale e
ripiegato su se stesso, mi ha causato una
reazione inaspettata. V sono interventi
Red Bull fa acquisti in Brasile 23 e pittoresco del principe
nell’ambito degli edifici sacri che gridano
inglese negli anni 80
vendetta da un punto di vista artistico ed sosteneva la difesa
estetico, per non entrare in quello liturgico che del vero linguaggio
compete agli esperti del settore. Eppure la popolare e democratico
chiusura di alcuni al dialogo, difficile ma
necessario, con queste realtà – artigianali più
Oggi ci riprova
che artistiche – è talmente carica di ostilità che anche il presidente Usa
mi ha spinto a guardare con un occhio diverso
le cose. E di questo ringrazio. Se esiste anche
un solo committente che permette e sposa una MAURIZIO CECCHETTI
tesi realizzativa, questa, per quanto discutibile

«D
e inconsistente, ha legittimità di esistere. In iffidare dell’influenza della fa-
particolare nell’ambito in cui le forme sono miglia reale, soprattutto se so-
punto di raccordo per la sensibilità della gente stenuta da una stampa nazio-
che vi si raduna intorno. L’accettazione della nale servile – un problema molto grave nel
complessità e della diversità è condizione per Regno Unito, dove chi appartiene alla fa-
dirsi artisti e per dirsi persone di fede, o forse, miglia reale, anche se non ha poteri legali,
semplicemente, per dirsi membri di una è un arbitro estremamente influente, e in
comunità. Per quanto la si pensi diversamente, ultima analisi determinante, del gusto ar-
nessuno, in alcun ambito, è autorizzato a chitettonico»: la battuta si deve a James Stir-
teorizzare una euestetica. Neanche nell’ambito ling, detto Big Jim dagli amici per la sua mo-
del contemporaneo laico. A maggior ragione le fisica. Si riferiva, il grande architetto in-
nell’ambito dell’arte che entra in dialogo con glese, allo scompiglio che stava portando
luoghi sacri e liturgie. Uso la perifrasi in negli anni 80 il principe Carlo d’Inghilter-
maniera ponderata dal momento che non ra con la sua campagna antimodernista e
sopporto l’idea di un ghetto dell’arte sacra. a favore di un ritorno al revival delle forme
Esiste un’arte che entra nel luogo sacro e vittoriane e classicheggianti, spalleggiato
stabilisce un contatto con le liturgie di quella dall’architetto lussemburghese Léon Krier
sacralità. Ciò che caratterizza il dialogo, per chi che, tra l’altro, aveva esercitato la profes-
lo cerca, è il rispetto. E, sebbene sembri una sione nello studio di Stirling per alcuni an-
concessione per certe realizzazioni, non si può ni uscendone nel 1975. Il principe aveva di-
discutere del fatto che il rispetto è dovuto a chiarato guerra ai modernisti perché la lo-
chiunque. Per assurdo se una comunità, o una ro architettura aveva portato «alla comple-
diocesi, ritenessero che forme più degne di una ta distruzione dell’edilizia residenziale
fiera dell’artigianato siano manifestazione georgiana e vittoriana nelle nostre città».
della propria relazione con il sacro, è un fatto Charles & Léon paladini della tradizione L’edificio del Campidoglio a Washington nel classico stile neopalladiano / Afp/Tim Sloan
che non si può derubricare a “misfatto” visivo e dell’architettura come “stile democratico”
simbolico. È un fatto. Ha una sua dignità contro il dogmatismo razionalista e fun-
IL CASO

Trump ridisegna
umana e semmai non una dignità estetica. Ma zionalista moderno. Si era forse nella clas-
esiste, e ha un suo diritto di esistere. Il lavoro sica situazione di crisi dove serve il corag-
della sensibilizzazione ad una estetica più gio di fare un passo indietro, ovvero, se-
evoluta non si fa a colpi di pregiudizi e condo uno slogan francese, reculer pour
delegittimazioni: è un lavoro di crescita umana mieux sauter? Il postmoderno non fu forse
e richiede pazienza e tempo. Diversamente questo indietreggiare per ritrovare la retta
l’istinto di imporre forme evolute a chi non le via? Affatto no. Quella fu un’epoca di revi-
capisce può facilmente diventare peccato di
orgoglio e superbia. Nessuno nell’arte e nel
sacro ha l’abilitazione a stabilire una regola
fissa e immutabile. Già questa è una
dimostrazione di un limite pari a chi realizza
altari che somigliano per tensione mistica ai
val ma tutti interni alle diatribe dell’unico
movimento moderno, che dal suo ventre
aveva partorito sia il monolite del Seagram
Building di Mies van der Rohe, puro razio-
nalismo fondato sul principio less is more,
il meno è il più, sia l’espressionismo infor-
l’architettura?
tavoli di una birreria o a qualche diavoleria da male di Scharoun, che nella Philarmonia Secondo la rivista come quella del defunto senatore Daniel
fiera del design di terz’ordine. La questione di Berlino, progettata con la lunga e fatico- “Architectural Records” Patrick Moynihan, secondo le quali l’ar-
estetico-simbolica non può diventare sa collaborazione di von Karajan, anticipò la Casa Bianca valuta chitettura federale «doveva fornire una
ideologica. E ti accorgi che oltrepassa questo di decenni il decostruzionismo rappresen- testimonianza visiva della dignità, del-
limite quando veicola chiusura e negazione di tato da Frank O. Gehry, Daniel Libeskind, una nuova normativa l’impresa, del vigore e della stabilità del
quell’alterità che, pur limitata, va Zaha Hadid, Rem Koolhaas e altri. per imporre ai progettisti governo americano».
spontaneamente verso ciò che comprende Una settimana fa Cathleen McGuigan sul- un ritorno allo stile classico Ma se un vero americano non dirà mai
avendone tutto il diritto anche se non ci piace. la rivista “Architectural Records” ha lancia- che vi debba essere uno stile ufficiale im-
Questo significa alimentare un clima surreale, to l’allarme: Donald Trump ha in progetto
con timpani e colonne posto dal governo agli architetti, pare in-
in cui teorizzare arte significa ritagliarsi una una normativa per ridare all’architettura Una storia che da Jefferson vece che si voglia istituire una commis-
palestra per le proprie velleità personali. Lo pubblica una immagine che rispetti l’in- approda al postmoderno sione del presidente per la riqualificazio-
scopo è molto più importante di qualsiasi dole nazionale americana richiamandosi e alle diatribe antimoderne ne dell’architettura federale: sette esper-
intuizione personale. Si può contribuire ma ai principi dell’architettura antica. Ripor- Disegno di Jefferson per la “sua” Rotonda ti nominati dalla Casa Bianca in carica
non si deve chiudere. Si deve cercare di tare in voga colonne, timpani, capitelli e
di Carlo d’Inghilterra per quattro anni. Sembra scandaloso, ma
comprendere, e riconosco che in certi casi è ogni altro elemento che pensavamo fos- fino a due decenni fa anche nelle nostre
molto difficile, eventualmente cercare di se definitivamente scomparso dal lin- vono in reciproca osmosi e corrispondono stabiliti nel 1962 e auspica che «lo stile città storiche regnava la Commissione di
convincere. Ma non si deve né si può imporre. guaggio architettonico (anche se il grat- alle esigenze dell’individuo (diceva: uno sti- architettonico classico sia lo stile preferi- ornato che poteva bocciare i progetti po-
In qualche modo la questione della relazione tacielo già dell’AT&T e oggi diventato il le per ogni uomo), vedeva la compiuta rap- to e predefinito» dei futuri edifici pubbli- co rispettosi del contesto.
dei simboli col sacro e dei relativi equilibri Sony Building, costruito da Philip John- presentazione di una idea politica. ci. E il testo ritorna appunto a Jefferson Tra i consulenti di Trump c’è Justin Shu-
estetici è come la livella di Totò. Azzera le son e John Burgee a New York nel 1984, Ma a che cosa mira oggi Trump? Vuole mu- quando ricorda che i padri fondatori ab- bow, presidente della National Civic Art So-
gerarchie e riparte da una uguaglianza termina proprio a forma di timpano e fu tuare il prestigio e l’aura di cui Jefferson go- bracciarono i modelli dell’“Atene demo- ciety, associazione simile per certi versi da
sorprendente: la autonomia del rapporto di causa di grandi polemiche). de ancora nella memoria degli americani? cratica” e della “Roma repubblicana” per noi a Italia Nostra. Nel suo sito web Shubow
ogni singola identità con il sacro. Questo non Brutalismo e decostruzionismo: per Trump È dunque una mossa elettoralististica ri- i primi edifici della capitale. ha dichiarato guerra all’architettura mo-
vuol dire che azzera le differenze di qualità. Ma sono una vera ossessione, perché contrari volta a consolidare il consenso nelle aree Lo scopo dichiarato del misterioso docu- derna («in generale un fallimento») e au-
azzera certamente il delta tra qualità e intensità a ogni idea di tradizione. Qui bisogna fare più tradizionaliste dell’America? “Architec- mento è ridare all’architettura – nell’am- spica un ritorno alle radici premoderniste.
della relazione col mistico. E smaschera le un riferimento a Thomas Jefferson, uno dei tural Records” parla di un «ordine di servi- bito del programma di eccellenza del de- Shubow è un acerrimo nemico di Gehry, e
intenzioni che non sono rivolte alla crescita padri della nazione, che oltre a dettare al- zio che ribolle silenzioso» e potrebbe se- sign della General Service Administration ha contrastato la realizzazione del suo pro-
umana e della comunità, ma alla cuni principi poi entrati nella Costituzione gnare il futuro dell’architettura federale. Lo (GSA) – la capacità di reintegrare «i no- getto per l’Eisenhower Memorial a Wa-
autoaffermazione di una superiorità spesso americana delineò anche lo stile della fu- scrive dopo aver messo le mani sulla boz- stri valori nazionali negli edifici federali» shington. Tuttavia, se si guarda al passato
indice di insicurezza interiore e di una tura architettura riprendendo il linguaggio za di documento intitolato Rendere di nuo- che troppo spesso sono stati «influenza- di Trump – osserva la rivista americana –,
sostanziale anche se dissimulata, incuranza di Palladio (che applicò alla sua villa ispi- vo belli gli edifici federali, dove l’inquilino ti dal brutalismo e dal decostruttivismo». egli nella sua attività immobiliare ha privi-
verso l’altro, senza cui non solo non vi è Chiesa, rata alla Rotonda e che chiamò Monticello della Casa Bianca incarica la Commissio- Alla base di questa presa di posizione, non legiato il gusto modernista per vetro e ac-
non vi è sacro, ma non vi è nemmeno in omaggio al colle vicentino dove sorgeva ne delle Belle Arti di riscrivere i Principi ancora sottoscritta da Trump, ci sono idee ciaio, in modi più ostentati, assoldando ne-
comunità umana. L’altro è comunque quella ideata dall’architetto veneto): stile gli anni 90 Philip Johnson per rinfrescare in
ricchezza, lo si dice con riserbo timoroso un che diventò “tradizione” in edifici come il stile modernista una facciata al Columbus
po’ ipocrita, ma spesso di fronte al proprio Campidoglio o lo stesso Jefferson Memo- Circus di New York, al punto che il grande
piccolo recinto di convinzioni, non lo si crede. rial. Ciò che per il terzo presidente degli critico Herbert Muschamp parlò di “stile
Così facendo si intraprende un viaggio verso il Stati Uniti era lo stile stesso della demo- internazionale” rivestito con un abito da
groviglio egotico che si avvita inevitabilmente crazia, divenne per Carlo d’Inghilterra il re- festa in lamé dorato.
su se stesso, rendendo infeconda ogni vival vittoriano e pittoresco. Ed è singolare Andrà avanti nel suo intento Trump? Il ri-
intuizione. Per mia formazione reputo che proprio le due nazioni che più sono e- schio, come sostengono i suoi critici, è che
fondamentale la libertà, che mi ha permesso di spressione storica della democrazia siano le nuove disposizioni siano varate nel si-
esistere e di fare e lottare per ciò che faccio. anche quelle dove regnanti o presidenti di lenzio generale con conseguenze enormi
Libertà e responsabilità, ma anche rispetto oggi auspicano un intervento dall’alto per sull’aspetto degli edifici pubblici nei pros-
incondizionato. Chi vorrebbe limitarne la porre un argine alla libertà creativa degli simi anni. Oppure chissà, per reazione con-
espressione in nome di un feticcio estetico che architetti. Di democrazia parlò spesso an- traria, potrebbe spingere a uscire dalla spet-
per sua natura è dinamico e mutevole si pone che il grande architetto americano Frank tacolarità da lunapark delle archistar ritro-
inevitabilmente dalla parte di chi questa libertà Lloyd Wright, da alcuni considerato (erro- vando una idea di ordine architettonico
e questo rispetto in fondo non li ama. neamente) il precursore di Gehry & C., che senza cadere in stucchevoli evocazioni del
© RIPRODUZIONE RISERVATA nell’architettura organica, cioè quella do- passato. Staremo a vedere.
ve lo spazio naturale e quello costruito vi- La Piazza d’Italia progettata da Charles Moore a New Orleans e costruita nel 1978 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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