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Cultura orale: memoria, creazione e mercato

Author(s): Bruno Pianta


Source: La Ricerca Folklorica , Apr., 1987, No. 15, Oralità e scrittura. Le letterature
popolari europee (Apr., 1987), pp. 11-14
Published by: Grafo Spa

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/1479477

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Cultura orale: memoria,
creazione e mercato
Bruno Pianta

vale autosussistente e premercantile; in parole pii sempli-


Questo intervento riprende ed amplia alcune riflessioni
pubblicate a suo tempo in un articolo del primo numero ci la mia interlocutrice ignorava il fatto (e non soltanto lo
de <<La ricerca folklorica>>' con le quali proponevo tra l'al-
ignorava, ma non lo accettava) che da secoli esistono i mer-
tro una rilettura critica delle tesi enunciate da Jakobson e cati, dove i contadini acquistano normalmente le merci ne-
Bogatyrev nel saggio Il folclore come forma di creazione cessarie che la tecnologia familiare non e in grado di pro-
autonoma, del 1929 (di cui seguo la traduzione di E. Vin- durre. La principale obiezione che la ricercatrice mi rivol-
centi, <<Strumenti critici>> 3, 1967), rilettura a mio avviso
geva, con un significativo appunto di tipo funzionalista,
necessaria per l'introduzione di una problematica che con- riguardava il fatto che alcuni di questi strumenti erano spe-
senta alla demologia l'apertura di una nuova finestra sulla cificamente previsti e progettati per operazioni connesse ai
sua materia di indagine e in particolare sui testi formaliz-lavori della pianura (per esempio una roncola lunghissima
zati di tradizione orale, partendo dai concreti dati etnogra-
e sottile per il taglio delle canne palustri) e pertanto non
fici della rilevazione sul campo. potevano essere fabbricati in montagna, dove quelle ope-
Mi sia consentito riferire in apertura un aneddoto -razionidi erano totalmente ignote. Seconda considerazione:
cui garantisco l'assoluta autenticitA - su un piccolo inci- la mia interlocutrice non si rendeva conto che dovunque
dente culturale occorsomi anni addietro, e che mi sembra c'e il mercato, qualsiasi mercato, anche quello della fiera
significativo e discretamente emblematico delle questioni contadina o della sagra paesana, e presente la logica del
che intendo affrontare. mercato e la legge della domanda e dell'offerta; pertanto
Una ricercatrice che operava per il Ministero dei Beni il mercante si rivolge al fabbricante mediando le richieste
Culturali - e specifico: una ricercatrice ottimamente lau- del mercato locale, imponendo al fabbricante le scelte fun-
reata in Storia dell'Arte, inserita nella carriera universita-
zionali ed estetiche che soddisfino le esigenze della cliente-
ria, e che rivestiva alcune responsabilit " politiche in mate-
la, e il fabbricante adegua la sua produzione alle richieste,
ria di Beni Culturali - partecipava ad un progetto di rile- addirittura diversificando la sua produzione in relazione
vazione di cultura materiale in Lomellina, e si era ritrova-a differenti mercati.
ta con un problema che aveva ritenuto di sottopormi. AvevaCosi, sempre per restare in tema di strumenti da taglio,
rinvenuto alcuni strumenti da taglio - roncole, falcetti, il catalogo dei coltelli a serramanico di Sanelli, coltellinaio
coltelli a serramanico - vecchi di alcune decine di anni, di Premana, contempla il modello Bergamasco dalla ele-
di cui non riusciva in alcun modo a stabilire l'origine, e
gantissima linea ricurva, il Valtellina con la punta a cadu-
me li aveva sottoposti. Nonostante la mia competenzatain netta, simile ad un minuscolo coltello americano <<clip-
materia sia assai relativa ebbi fortuna: riconobbi, dai mar-
ped point>>, il Piemonte dalla caratteristica lama a foglia
chi punzonati sulle lame, due ben noti fabbricanti rispetti-
d'oliva; sembra di consultare una guida etnografica, ma
vamente di Premana e della Val Brembana, localitat della si tratta invece di un banalissimo catalogo commerciale,
montagna lombarda tradizionalmente dedite alla produzio- specchio delle richieste dei mercati locali2.
ne di ferri da taglio. Questo episodio e rivelatore di una sorta di convinzione
profondamente radicata nell'inconscio culturale di quanti
La cortese ma manifesta incredulitt" della mia interlocu-
trice, che rifiutava l'idea che nel mondo contadino circo-si accostano al mondo popolare; una sterminata serie di
lassero beni prodotti a considerevoli distanze dalle localith"
inputs infatti, attraverso una miriade di canali informativi
di uso e di reperimento mi diede da meditare. Prima con- (dalle grandi sintesi di pensiero alla letteratura di consu-
siderazione: una studiosa tutt'altro che sprovveduta, mo, che dall'arte ai mass-media), a volte chiaramente identifi-
cabili, a volte no, ha concorso a determinare un granitico
conosceva la storia, e che, aggiungo, militando in un grande
partito della sinistra non poteva ignorare alcuni elementi<<senso comune>> sul mondo popolare, senso comune che
non sembra essere minimamente scalfito da alcun apporto
di economia, quando affrontava da etnografa la realtat con-
tadina sembrava dimenticare appunto storia ed economia storiografico, per quanto noto e facilmente accessibile (basti
ricordare il manuale del Burke, che salvo lodevoli eccezio-
per immaginarsi una realtar statica, che produceva e con-
sumava in circolo chiuso, una sorta di ideale corte medioe-
ni pare rimasto in Italia lettera morta). Grazie a questo sen-

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so comune l'identificazione di 'mondo popolare' con cessariamente


le idee una ambigua immagine meccanicista del pro-
di 'antico', 'immobile', 'sempre uguale' e profondamente cesso folklorico. E di conseguenza non viene tenuta in do-
penetrata, ben oltre le convenzioni letterarie, fino nel vuto
cuo- conto, per quanto attiene al problema della stabilitat
del documento orale, quella formidabile forza di inerzia
re stesso del mondo popolare. Cosi da quest'ultimo sovente
il luogo comune e ritrasmesso all'ignaro etnografo, che costituita
di- dalla memoria collettiva, vero e proprio archi-
venta una cassa di risonanza secondaria, contribuendo vio/biblioteca
in della cultura orale, che conserva i documenti
ultima analisi alla sua ridiffusione, in un circolo vizioso.
al di I t della loro funzionalitt" originaria, superando quin-
di, culturalmente e cronologicamente, il momento della san-
zione: un testo viene conservato fino a logoramento della
Per tornare alla lettura di Jakobson e Bogatyr?v, il dub-
bio che ci dovrebbe venire, alla luce di quanto sopramemoria
espo- anche quando non e piui funzionale alla colletti-
vit't che lo ha prodotto (o sancito).
sto, e se i nostri occhiali da lettura non siano prospettica-
mente condizionati dal 'senso comune' di cui parlavo pri- Ma e l'altro problema, quello della multiformitat delle
varianti 'locali', che comporta, a mio avviso, le considera-
ma, o se addirittura non ne fossero almeno in parte condi-
zionati gli autori stessi: e se questo dubbio ha ragione zioni di
pifi significative.
essere, ritengo che la semplice nozione delle principali Mi spiegherb con un esempio, scelto tra decine di possi-
leg-
gi di mercato (delle quali mi premeva sottolineare l'igno- bilitt" analoghe. Consideriamo la canzone Gli anelli (Nigra
rata esistenza nell'aneddoto sopra riferito) possa gettare 6), che, come e noto, narra di un principe che lascia a casa
nuova luce, in una prospettiva storicizzata, sulla dinamica la moglie per andare in guerra, e viene ingannato da un
generale della comunicazione popolare, e in particolare mancato
sui seduttore della moglie, che si vuole vendicare del
testi folklorici di tradizione orale. rifiuto della donna presentandogli delle false prove - gli
Considerando alla luce della tesi langue/parole il pro- anelli dati in pegno d'amore - sul tradimento coniugale.
blema della permanenza e della diffusione di un particola- Il principe ritorna a casa precipitosamente, uccide il figlio-
rissimo settore della letteratura di tradizione orale in Italialetto (si suppone nato durante la sua assenza) e riduce in
fin di vita la moglie. Aprendo il cofanetto dei gioielli il prin-
Settentrionale, ossia del canto narrativo, di cui ho fatto una
cipe trova le gioie originali, si rende conto dell'atroce in-
certa esperienza di raccolta, mi avevano colpito due aspet-
ti difficilmente spiegabili con l'applicazione acritica dell'im-ganno e, dopo aver chiesto invano alla moglie di uscire dal-
postazione di Jakobson e Bogatyrev. l'agonia, si suicida con la spada.
1) La sorprendente stabilit" dei testi rilevati oggi rispet- Si e gi" scritto, e molto si pub ancora scrivere sulla strut-
tura drammatica de Gli anelli; basti qui ricordare al letto-
to alle raccolte ottocentesche effettuate nelle stesse aree (Ni-
re eventualmente distratto che essa coincide con la struttu-
gra, Ferraro, eccetera). Intere lezioni che coincidono, a di-
stanza di un secolo, quasi a carta carbone, o con varianti ra del Moro di Venezia (l'Otello shakespeariano).
insignificanti. (Purtroppo nulla possiamo affermare sulle L'incipit della bella lezione raccolta ad Asti3, che non
si discosta molto dalle lezioni A, B, e C del Nigra, recita:
musiche, che nelle vecchie raccolte mancano quasi comple-
tamente).
Prinsi Raimund a s'vol maride / dama gentila se chiel vol spuse
2) Le altrettanto sorprendenti difformitt" testuali, musi-
I'P pa 'ncur n'an ca /I' maridc / o che la guera ai tuca giad 'nde
cali e metriche nelle lezioni (peraltro inalterate nella strut-
(Principe Raimondo si vuol maritare / dama gentile egli vuole
tura base della trama e nei nomi propri dei protagonisti)
sposare non e ancora un anno che e maritato / che alla guerra
raccolte in aree differenti e storicamente differenziate. gli tocca gid andare)
Se l'equazione di tipo linguistico proposta dagli autori
per il folklore orale proposta - innovazione individuale/san- A Rosciate (provincia di Bergamo) e stata raccolta l'u-
zione - cultura collettiva e estremamente avvincente, essa nica lezione a me nota al di fuori del Piemonte4. L'inci-
non chiarisce tutto. pit recita:
Quale collettivitt" sulla quale sono passati, in questi cen-
ti anni, la rivoluzione industriale, lo sconvolgimento Mariaso- bela Maria / voresti fare l'amor con me
cioambientale, l'emigrazione di massa, due guerre mondia- 0 Maria bela Maria / voresti fare I'amor con me
li, tre assetti politici, il consumismo, l'immigrazione inter-
na e i mass-media pub essere ritenuta capace di continuare A parte la caduta del momento iniziale (il matrimonio
e la partenza per la guerra: qui si inizia direttamente con
a sancire gli stessi testi? L'idea mi pare a dir poco offensi-
va: sarebbe come affermare che la gente non si accorge deiil tentativo di seduzione) e l'artificioso finale (non viene
rivolgimenti socioeconomici che la riguardano direttamen- dichiarata la morte della donna, che anzi perdona al mari-
te, continuando ad esprimere gli stessi bisogni e le stesse
to; n6 si parla del suicidio di quest'ultimo) la lezione ber-
richieste. gamasca segue pari pari la vicenda dei testi piemontesi, an-
E poi, la tesi 'linguistica' 6 sufficiente per spiegare chele nei principali dettagli narrativi (ad esempio la tortura
enormi difformith delle lezioni raccolte in aree distanti? della donna, che il principe trascina legandola alla coda del
cavallo), rispettando perfino il nome della protagonista
IL vero nodo irrisolto della questione & che gli autori non
si addentrano nel problema dei modi in cui si esprime (Maria).la
dialettica proposta/sanzione (o /rifiuto) ingenerando ne-Le difformith fra le due lezioni riguardano invece:

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Cultura orale: memoria, creazione e mercato

1) la lettera del testo; concorrenza. Quella proposta percib non rappresenta sol-
2) la lingua; tanto un fatto di comunicazione estremamente complessa
3) la musica; e non immediatamente decodificabile: rappresenta un pre-
4) la struttura metrica. ciso atto cosciente e deliberato.
Applicando tout court l'ipotesi 'linguistica' noi possia- Ora, la domanda che viene spontanea dopo queste con-
mo supporre che attraverso un grandissimo numero di mi- siderazioni, e se, ferma restando la meccanica propo-
crovarianti intermedie - peraltro puramente ipotetiche, sta/sanzione, i canti narrativi, nonch6 buona parte della
non essendone mai stata raccolta neppure una - corrispon- letteratura folklorica di tradizione orale, non vadano ascritti
denti ad altrettante proposte/sanzioni, dal testo di Asti si ad un ambito di mercato anzich6 ad un ambito linguistico:
possa arrivare al testo bergamasco, e che dallo stretto dia- e se il problema delle varianti non debba in parte essere
letto piemontese della prima lezione si arrivi all'italiano po- affrontato e risolto in termini di deliberati atti creativi (re-
polare, appena velato di dialettizzazioni lombarde, della makes letterari) rivolti ad una captatio benevolentiae da
seconda. E possiamo anche ammettere, in via del tutto ipo- parte della collettivitt" sancente.
tetica, che dalla bellissima melodia minore della lezione asti- Su tutto il resto del saggio in discussione ritengo oppor-
giana si arrivi - sfidando ogni fantasia musicologica per tuna una rilettura critica; ma su questo unico e preciso pun-
quanto audace - alla tutt'affatto diversa melodia in mag- to invece mi sento autorizzato, sulla base della mia perso-
giore, aggiungo, alquanto banale, della lezione bergamasca. nale esperienza etnografica, a contraddire espressamente
Ma in nessun modo possiamo ammettere che dalla strut- gli autori. Nell'accentuare l'importanza della langue per l'o-
tura metrica in particolari endecasillabi tronchi5 della le-pera folklorica rispetto alla parole, su cui si regola invece
zione piemontese si possa arrivare alla struttura in ottona-la letteratura, essi negano esplicitamente (teorizzando la
ri (per quanto irregolari) in alternanza piano/tronca della 'censura preventiva' della collettivitt") l'aspetto di mercato
lezione lombarda. dell'opera folklorica:
E vero che le strutture metriche non sono immobili, e
possono, forse con maggiore facilita nella trasmissione<Nel
ora-campo dell'economia si ha un equivalente del rapporto tra
le, modificarsi e generare nuove forme; ma e altrettanto letteratura e consumatori nella cosiddetta 'produzione per il mer-
vero che le loro trasformazioni sono sempre riconoscibili cato', mentre il folklore si avvicina piuttosto alla 'produzione su
commessa' >.
e identificabili, perch6 rispondenti ad una logica aritmeti-
ca. E questo non e assolutamente il nostro caso. II diffe-
Se gli autori avessero avuto modo di ascoltare il canta-
rente esito metrico delle due lezioni rappresenta il minu-
storie Adriano Callegari (e cito soltanto un esempio parti-
scolo sassolino che fa inciampare l'applicazione pedisse-
colarmente clamoroso tra i molti possibili) mentre descri-
qua dell'ipotesi della trasmissione <<linguistica>>, rendendola
ve la sua innovazione, che prevedeva l'introduzione del 'li-
non integralmente applicabile; la risposta al quesito che ci
bro' di Luciano Tajoli (in realt" un canzoniere di otto pa-
pone la trasformazione de Gli anelli va quindi necessaria-
gine, che tenuto in pugno a mazzette di qualche decina d"
mente cercata, se non altrove, in una lettura critica di quel-
l'illusione di un grosso volume) nella vendita dell'imboni-
l'ipotesi.
mento di piazza, in sostituzione del tradizionale foglio vo-
La dinamica della trasmissione-trasformazione attraverso
lante, io credo che avrebbero cambiato radicalmente idea.
la dialettica della proposta singola/sanzione collettiva non
<E tutti gli altri [cantastorie] mi dicevano, ma va 1" Adriano, sei
e nella nostra cultura osservabile soltanto nella comunica-
matto. Ma vuoi mettere con un bel foglio, con la figura grande
zione linguistica; essa e presente anche in un ambitoche
co-fa richiamo... Non pub funzionare... Ma io mi son detto, vo-
municativo completamente diverso: la logica di mercato.
glio vedere un po' chi ha ragione. E avevo ragione io. Successo
Come nella lingua, cosi nel mercato una innovazione vie-
strepitoso)>.
ne proposta alla collettivitA; se quella innovazione verr" ac-
cettata dal pubblico allora si affermera, si diffonder" e sa-Ora, se questo non e pensare in termini di mercato, de-
ra modello di produzioni analoghe, facendone sparire al- in termini di mercato, agire in termini di mercato,
cidere
tre e provocando in ultima analisi un complessivo riasse- mi domando che cosa lo sia. La 'produzione su commes-
stamento nella logica del mercato; se quella innovazione, sa', nella comunicazione orale, va ascritta piuttosto all'e-
pica, alla poesia curtense: ma il cantastorie come noi lo co-
viceversa, non verr" sancita, sparirat senza lasciare traccia.
Questo processo, che si pub leggere come particolarenosciamo,co- ii professionista della comunicazione popolare,
rollario della legge domanda/offerta, presenta, rispetto al che si rivolge alla piazza, agisce esattamente come il
colui
processo linguistico, una fondamentale differenza qualita- musicista borghese rispetto al musicista di corte: egli deve
tiva: le proposte che la collettivith 6 chiamata a sancire non
vendere la sua produzione, ricercare il mercato o crearlo,
sono dovute a microvarianti inconscie, ma bensi a macro- adeguargli la sua produzione e a questa adeguarlo dialetti-
varianti conscie. Se noi smettiamo di acquistare la pasta camente, in un continuo equilibrismo culturale lucidamente
X e optiamo per la pasta Y, siamo probabilmente indotti delineato e perseguito. O, se vogliamo ritornare ai termini
a farlo perch6 c'6 qualcuno che, lungi dall'incoscienza,linguistici,
la- ritengo che se nel folklore la langue ha una rile-
vora a tempo pieno perch6 quella pasta sia preferitavanza alla maggiore che nella letteratura d'arte, la parole vi ha

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Pianta

un suo peso definito e non trascurabile. daie / che lavavano del panno bianco / Ditemi un po', voi
Mi spiegher6 meglio. Chi svolge con un minimo dilavandaie se- / di chi e quel panno fine?; oppure: Torna il ma-
rieth il lavoro di documentazione etnografica sa perfetta- rito tutto assetato / Donna Lombarda dammi da ber); azio-
mente che la circolazione del materiale orale e musicale nel ne visualizzata da un personaggio (Suo marito dalla fine-
mondo popolare e garantita da una serie di 'operatori' ben stra / da lontano I'ha vista venir); azione visualizzata at-
precisati e ben individuabili. traverso un montaggio 'filmico' del testo, che riesce a co-
Tali operatori si configurano come: municare la estrema drammaticita di una situazione con
1) professionisti, che ricavano per intero il loro introitouna geniale concisione di parola e immagine (Principe Rai-
dalle performances pubbliche (cantastorie e cantori men- mondo monta a cavallo / senza la sella gli mancavano gl
dichi; burattinai e marionettisti, nonch6 teatranti e gente stivali / e tanto forte lo faceva andare / che le pietre della
da circo; in passato declamatori di poemi cavallereschi, via faceva spaccare, oppure: La rama I'ho tagliata / la spa-
ecc.; in genere tutti legati a momenti di esibizione pubbli- da ce I'ho in mano / e la testa del signor conte / giit per
ca, di strada o di piazza); terra la casc). Queste modalita (e ho elencato soltanto le
2) semiprofessionisti, che integrano il loro introito (a vol-
piiu comuni ed evidenti) ci permettono di riconoscere di pri-
mo acchito il quid stilistico che caratterizza il canto narra-
te anche in termini di puri e semplici benefici materiali, qua-
li vitto e alloggio) con una seconda attivita saltuaria (mu- tivo, rendendolo inconfondibile rispetto a qualunque al-
sicisti da ballo e da matrimonio; musicisti da festa calen- tro repertorio, letterario o popolare; esse rivelano inoltre
dariale; cantori di serenate; ambulanti narratori di favole una magistrale padronanza del mezzo espressivo, una lu-
nelle veglie; 'lettori' di stalla, ecc.); cida originalita nell'uso del linguaggio, ben lontane dal po-
3) leaders culturali, che non ricavano introito, n6 diret- ter essere considerate comune patrimonio della comunica-
to ne indiretto, ma utilizzano le loro attitudini esecutive perzione popolare.
imporre una leadership moralmente gratificante sulla co-Non sappiamo, e forse non sapremo mai, chi siano stati
munita (cantori da osteria; intrattenitori e fabulatori; stor- gli autori dei canti narrativi che la tradizione orale ci ha
nellatori e improvvisatori di vario genere; ballerini; attori consegnato. Ma di una cosa siamo certi, ed e che essi sape-
di rituali calendariali ecc.); vano molto bene quel che facevano; ed erano sicuramente
4) esecutorifamiliari, che esplicano il loro repertorio (ca-interni alla comunicazione popolare, per conoscerla tanto
noro, favolistico, drammatico, ludico, pedagogico) prin- bene da piegarla alle loro esigenze espressive, e per creare
cipalmente all'interno della famiglia, al massimo entro una dei prodotti di mercato destinati alla fruizione popolare e
ristrettissima cerchia amicale, vuoi a beneficio delle giova-alla circolazione orale. Prodotti tanto perfettamente fun-
ni generazioni - genitori a figli, nonni a nipoti - vuoizionali da giungere pressoch6 intatti fino a noi - dopo
con scambi orizzontali rispetto all'eta" narrazione di bar- quanto tempo? due, tre, quattro secoli? - esclusivamente
zellette fra adulti, recitazione di filastrocche e conte, non-grazie alla comunicazione orale, e all'archivio della memo-
ch6 apprendimento di regole ludiche fra bambini, ecc.). ria.
Se consideriamo la parole rispetto a queste quattro ca-
tegorie di operatori, noi la vedremo perdere progressiva-
mente di rilevanza nei passaggi dalla prima alla quarta, Note
mentre al contrario crescera il peso della langue: tanto pi h
l'operatore ha infatti necessita di imporre una produzione I Ricerca sul campo e riflessioni sul metodo, <<La ricerca folk-
nuova alla collettivit , in competizione con una concorren- lorica>) 1 (1980).
za, egli e di fatto e si propone innovatore; tanto piPi l'ope-z Colgo l'occasione per segnalare l'esaustivo ed autorevole Col-
ratore deve invece rassicurare la collettivit" cui si rivolgetelli d'Italia di Giancarlo Baronti, Padova, 1986.
(magari sulla base di meccanismi rituali che devono essere
Pubblicata in Roberto Leydi, I canti popolari italiani, Mila-
immediatamente riconoscibili, quali la drammatizzazione no, 1973.
calendariale o il gioco infantile) egli e e si propone garante
della continuita culturale. Nel primo caso prevale la paro- 4 Pubblicata in Bergamo e il suo territorio, a cura di Roberto
le, nel secondo la langue. Leydi, Milano, 1977, pag. 292.

5 Dissento dal Nigra, che vede nel metro degli Anelli due deca-
Ora non & questa la sede per affrontare il problema del-sillabi tronchi. Come ho gi" sostenuto in una nota all'articolo Per-
manenzefolkloristiche nel disco da bancarella, in Milano e il suo
la composizione letteraria dei testi folklorici italiani - in-
territorio, a cura di Franco Della Peruta, Roberto Leydi, Angelo
tendo precisamente, al di 1I delle possibili analisi formali,
Stella, Milano, 1985, ritengo che siamo in presenza di un parti-
il problema della tecnica compositiva, della scrittura dram- colare endecasillabo a minore (coincidente in pratica con il cosid-
matica, delle scelte e dei canoni estetici; per quanto riguarda
detto endecasillabo catulliano) tronco, che se rappresenta un'ec-
il canto narrativo direi che la questione & tuttora aperta, cezione nel canto narrativo piemontese si ritrova comunemente,
come tuttora aperto & l'enigma della genesi filologica di que-
ma nella versione piana e spesso mascherato con ipermetrie o ipo-
sto repertorio. Mi preme soltanto osservare come ii canto metrie, per esempio nella Bosinata milanese, nella canzone po-
narrativo si avvalga puntualmente di ben precise modalitA
polare napoletana e in certa poesia minore popolareggiante (penso
al Fusinato) dell'Ottocento.
espressive: il ritmo dialogo/azione (Ha trovato tre lavan-

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