Progetti
Claudio Renato Fantone
carlos mijares bracho
Un’architettura al di là
della moda e del tempo
Parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso.
Modello.
FOTOGRAFIE Carlos Mijares Bracho
Carlos Mijares Bracho, nasce a Città ma originalità e capacità di elaborazio-
del Messico nel 1930. La sua carriera
professionale ha inizio quando il movi-
mento internazionale si trova nella sua
seconda fase, quella del razionalismo
funzionalista, dalla cui astrazione intel-
lettuale Mijares non si lascia affatto cor-
rompere ricercando invece valori reali
nelle sue complesse radici culturali.
L’opera dell’architetto messicano si
distingue per la sua capacità di dare
soluzioni equilibrate ad aspetti che
usualmente appaiono contraddittori
nella nostra cultura: tradizione e con-
temporaneità, rigore e sensualità, mate-
ria e spirito, tecnologia e natura.
Carlos Mijares, nella sua molteplice
attività di progettista, conferenziere e
insegnante, parla dell’architettura con
grande passione e competenza che de-
rivano dalla consapevolezza che realiz-
zare luoghi vissuti quotidianamente
dalla comunità sia una missione che
prevede un lungo apprendistato e
un’attiva partecipazione al lavoro delle
maestranze.
Passione che si manifesta nell’impegno
culturale e nell’affermazione di princi-
pi etici senza mai posporre la natura
del suo essere umano ad una idealizza-
zione dell’architettura.
Questa profonda adesione al reale dà
forma alla radice poetica delle sue
opere, al loro esprimere una briosa
vitalità, con cambiamenti di aspetto e,
potremmo dire, quasi di umore, speri-
mentati attraverso la determinata per-
cezione cinetico-visiva degli elementi
costruttivi e il loro aprirsi a continui
giochi chiaroscurali.
Risulta difficile collocare l’architettura
di Mijares in qualsiasi tendenza con-
temporanea in quanto, con la medesi-
4 CIL 107
ne, egli conduce esplorazioni nell’arte
antica e nella modernità; si alimenta
nei profondi significati della tradizione
assorbendo suggestioni dalla cultura
provinciale del Messico, dalle culture
preispaniche e dall’eredità mediterra-
nea, che traduce in segni che ricom-
pongono la città contemporanea ri-
spondendo alle necessità attuali della
comunità.
Ne risultano opere felici, perché ben
fatte, che appartengono al luogo, alla
collettività e per questo lasciano una
emozionalità senza tempo, incapace di
invecchiare come spesso non avviene
per le opere moderne. “Siamo stati
troppo accondiscendenti - dichiara
Mijares -, a causa di pressioni econo-
miche e commerciali, con le idee di
‘progresso’, ‘prestigio tecnologico’ e
‘tendenza all’uniformità’, cadendo in
una mancanza di sensibilità e pratica
della conoscenza, che può essere talvol-
ta modesta però non per questo meno
trascendentale e che appartiene indi-
scutibilmente alla architettura di oggi e
di sempre...
Molti possono ammirare gli elementi
dell’architettura barocca, però pochi
apprezzano la dinamica e la vibrazione
dei suoi spazi.
Così sembra che l’uomo contempora-
neo abbia perduto la sua sensibilità spa-
ziale e tristemente con lui anche molti
architetti”.
Gli aspetti salienti dell’architettura di
Mijares sono l’interesse nella composi-
zione e nella geometria al fine di esplo-
rare nuove applicazioni ed espressioni
dei materiali, il sapiente uso della luce
naturale, capace di espandere lo spazio
e di far vibrare le masse murarie, la
creazione di ricchezza formale mono-
materica, soprattutto nelle opere
recenti, attraverso l’impiego esclusivo
del laterizio.
La versatilità di questo materiale con-
sente all’architetto messicano di speri-
mentare con successo imprevedibili
passaggi di scala, dai grandi archi e
volte fino al minimo dettaglio, risol-
Christ Church.
Veduta esterna.

Christ Church.
Veduta interna.

5 PROGETTI
vendo con la combinazione dei matto-
ni la continuità muraria o la frammen-
tazione dei ritmi e dei piani.
La sua capacità inventiva è strettamen-
te legata ad una profonda conoscenza
dei metodi costruttivi, allo studio delle
tradizioni locali e ai continui confronti
con gli artigiani, i muratori e gli abi-
tanti, con i quali rivisita le potenzialità
delle tecniche perdute sentendo la
necessità di riconoscere il prestigio
delle differenze regionali.
Frutto della partecipazione diretta con
la comunità locale, nel lavoro e nell’ap-
poggio economico, è la realizzazione,
con soli due esperti muratori e 15 anni
di lavoro, della “Parrocchia di Nostra
Signora del Perpetuo Soccorso” a
Ciudad Hidalgo, nella regione di
Michoacan, Mexico (1969-1983).
Il progetto originario, che concepiva
uno spazio aperto come aula liturgica,
con copertura parziale della sola zona
presbiteriale, si è trasformato in una
‘girandola’ di elementi che frammenta-
no e strutturano l’unità spaziale, un
dentro e fuori allo stesso tempo che
evoca una sacralità ancestrale.
Una serie di piccole cappelle formano
l’abside e la base delle quattro torri ad
ognuna delle quali si agganciano le
ampie arcate ruotate di 45° e poste a
diverse altezze. Questi elementi auto-
nomi sono formati da setti murari
paralleli, collegati tra loro da graticci
che lasciano filtrare la luce, concatenati
nello spazio senza incontrarsi a defini-
re e proteggere la zona presbiteriale.
Questa originale e complessa compo-
sizione volumetrica genera forti pas-
saggi chiaroscurali e mutevoli perce-
zioni prospettiche.
Uno degli elementi costruttivi caratte-
rizzanti i successivi lavori di Mijares è
rappresentato dalle volte coniche con
mattoni disposti gradonati che, come
nella “Cappella del Pantheon” in
Jungapeo, Michoacán, México (1982-
1984), generano aggregazioni di volu-
mi che raccolgono e diffondono la
luce nello spazio unitario conferendo
alle masse murarie un effetto vibrante
6 CIL 107
ed ascendente. È uno spazio scolpito su
una pianta quadrata di 8x8 metri
coperta da un duplice ordine di volte
coniche ruotate tra loro di 45° culmi-
nante con un oculo centrale quadrato
che illumina zenitalmente.
Ammattonati, muri a diaframma, entro
cui alloggiano rinforzi strutturali in
calcestruzzo nei punti critici, e volte
sono realizzati con laterizi della regio-
ne di Michoacan, dove sono presenti
fornaci che producono materiale di
alta qualità.
L’invenzione geometrica e compositiva
si anima nella struttura all’aperto dello
“Spazio Ludico” a Santa Fe de Bogotá,
Colombia (1996), laddove l’espressività
e la ricchezza del dettaglio murario
offrono superfici cangianti per la luce
solare e le soluzioni funzionali e orna-
mentali risolvono giocosamente il
deflusso delle acque piovane.
È una struttura posta su una piattafor-
ma rialzata in mezzo al parco, formata
da due archi che si incontrano diago-
nalmente prolungandosi in contraffor-
ti laterali e che sostengono, sul lato
opposto, quattro volte coniche.
Un luogo per l’incontro, per ospitare
concerti musicali, rappresentazioni tea-
trali o cerimonie religiose; uno spazio
aperto per i giochi dei bambini e per il
godimento di tutti.
“L’architettura - afferma Mijares - è un
linguaggio la cui materia è lo spazio e
lo spazio, come la musica, richiede
strumenti che lo producano. I basa-
menti, i muri, le coperture e le colon-
ne sono strumenti basilari del linguag-
gio dell’architettura. Essi fanno risuo-
nare lo spazio e stabiliscono i suoi toni.
Le loro variazioni e combinazioni
conformano le famiglie strumentali,
producono le sue armonie, strutturano
i suoi ritmi e accentuano le sue battu-
te… Strumenti, spazi e sequenze
appaiono sotto la luce.
La luce esalta le loro caratteristiche
secondo la sua origine, intensità, qualità
e sfumature. Insieme alla luce, la gra-
duazione delle scale, l’espressione del
sistema resistente, il trattamento delle
Christ Church.
Vedute interne.

Nella pagina a fianco:

schemi isometrici
costruttivi.
Dall’alto in basso:
assemblaggio dei filari,
soluzione d’angolo,
soluzione di testa, volta
a pennacchio.

7 PROGETTI
 Spazio ludico. Particolare di una volta.

Nella pagina a fianco:

spazio ludico.

Spazio ludico. Scorcio di una volta.

8 CIL 107
Pianta e sezione.

9 PROGETTI

Spazio ludico. Scorci e particolari delle volte.
forme dei materiali accentuano la per-
sonalità specifica di ciascuna opera e
concretizzano la sua realtà”.
Nella costruzione della chiesa episco-
pale “Christ Church”, a Lomas de
Chatapultec, Mexico (1991-1992), gli
elementi strutturali (muri, archi e
volte), con le loro variazioni generano
la molteplicità e l’unità dello spazio
mentre la luce, zenitale e radente, valo-
rizza le tessiture e i rilievi murari
creando gerarchie mutevoli nel tempo.
Mijares compone lo spazio liturgico a
partire da uno schema tradizionale, una
pianta quadrata di 16 metri di lato con
un corpo sporgente gradonato sull’an-
golo est, mediante una serie di muri
arcuati che liberano totalmente lo spa-
zio interno e si intersecano formando
un reticolo che si divide in quattro
parti; due formano uno scalettamento
di travi e lastre piane, una presenta degli
abbaini e l’altra, sopra l’altare, contiene
una serie di volte coniche che si con-
catenano in modo ascendente fino a
terminare con un lucernario centrale.
L’organizzazione liturgica e spaziale
lungo l’asse diagonale del quadrato, la
frammentazione in piani paralleli della
volumetria unitaria e le articolazioni
luminose offrono una varietà di perce-
zioni spaziali e di letture, reali e virtua-
li, della copertura.
Il laterizio faccia a vista è il materiale
predominante: nei muri perimetrali a
diaframma (in cui è impiegato anche
come cassaforma a perdere per il
rinforzo strutturale in cemento arma-
to), negli archi armati di grande luce,
nelle volte autoportanti e per realizza-
re le particolari aperture parietali di
pregevole effetto chiaroscurale.
Mijares Bracho appartiene a quella
categoria, ormai esigua, di architetti
costruttori, capaci di testimoniare la
modernità senza dover inventare nuove
regole.
La sua sapienza costruttiva, la sua sensi-
bilità e immaginazione creativa gli per-
mettono di creare spazi vitali, vibranti,
festosi e al tempo stesso sobri e rigoro-
si nel rispetto del luogo e del tempo. ¶

10 CIL 107
Parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso.
Scorci interni.

Cappella del Pantheon. Particolare esterno e veduta interna.

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