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1.

Essere v e ri c o n te m p o ra n e i
dei giovani ogg i con e com e
don B osco
Uno dei segreti del successo educa­
tivo di Giovanni Bosco (1815-1888)
consiste indubbiamente nella sua ec­
cezionale capacità di essere e ope­
rare da vero contemporaneo dei gio­
vani di cui egli si prese cura, diven­
tando un profondo conoscitore del lo­
ro mondo, attento al mutare dei tem­
pi, ai bisogni delle nuove generazio­
ni e solidale con esse.
Egli non solo si sintonizzò con il mon­
LA QUESTIONE
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

do giovanile, ma seppe anche incar­


narsi nel suo tempo ponendosi in dia­
ANTROPOLOGICA logo con le tensioni liberali emergen­
INTERPELLA ti dalla incipiente società borghese,
ma senza rinunciare ai valori insiti nel­
IL SISTEMA la tradizione e nella cultura del suo se­
PREVENTIVO colo, epoca che ha traghettato l’Ita­
lia e l’Europa verso i nuovi orizzonti
OGGI della democrazia, del progresso, del
dialogo interreligioso e interetnico.
Don Bosco è l’uomo della tradizione
e della novità, capace di unire in se
stesso «saggezza e fermezza, ideali­
smo e realismo, calcolo umano e fi­
ducia in Dio, paziente attesa e spin­
ta in avanti, diplomazia e franchezza».1
Dalla pedagogia cattolica del suo
MARIA SPÓLNIK tempo, della quale fu esponente di ri­
lievo, don Bosco trasse ispirazione per
vivere ed applicare il Sistema preven­
tivo, metodo condiviso dagli esponen­
ti di tale corrente, secondo modalità
e strategie originali e creative. Elemen­
ti caratteristici del Sistema, quali l’in-
tegralità della proposta educativa,
l’amore educativo, la familiarità, la dol­
cezza e la fermezza, si tradussero nel­
la comunità educativa di Valdocco
(Torino) e poi nelle altre opere educa­
tive da lui fondate, in formule quali

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“ buon cristiano ed onesto cittadino” ,
“spirito di famiglia” , “ragione, religio­ Riassunto
ne e amorevolezza” , “allegria, studio,
pietà” , avallate nel loro potenziale L’articolo fornisce alcuni spunti
educativo da una prassi sperimenta­ per una rilettura del Sistema pre­
ta e consolidata.2 ventivo nell’oggi. Evidenzia come
Il suo umanesimo pedagogico cristia­ i diversi fenomeni originati dalla
no, pertanto, poggia su un’antropo­ questione antropologica lo inter­
logia palesemente integrale e su una pellano, in particolare, dal punto
pedagogia che potrebbe definirsi vo­ di vista del trinomio: ragione, re­
cazionale e della bontà.3 I numerosi ligione, amorevolezza.
scritti del santo educatore non pre­
tendono di restituire una visione scien­
tifica e sistematica del suo metodo, Summary

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


quanto piuttosto confermano il suo sti­
le fatto di riflessione, di azione, di ve­ The article gives some pointers for
rifica sul campo, di dialogo continuo a rereading of the Preventive Sy­
e di coinvolgimento della comunità stem today. It shows how the dif-
educativa di Valdocco.4 ferent phenomena coming from
La peculiarità dell’antropologia e del­ the anthropological questions are
la pedagogia sulle quali è impronta­ being challenged particularly from
to il Sistema preventivo di don Bosco, the points of view of the trinomial:
consiste, specificamente, nell’atten­ reason, religion, and loving kin-
zione a collocare al centro del discor­ dness.
so e dell’azione educativa la persona
del giovane e nello sforzo della comu­
nità educante di accompagnarla a di­
ventare una persona adulta, fornen­
dole strumenti critico-esistenziali uti­
li per verificare se il progetto di vita
proposto e condiviso con gli educa­
tori (fatto di gesti, di parole, di vicinan­
za, di relazione), ha un senso ed è in
grado di rendere adulta la persona.5
Oggi, il desiderio di essere veri con­
temporanei dei giovani con e come
don Bosco, pone ad ogni educatore
che si incammina sulle sue orme, l’esi­
genza impellente di interrogarsi sul
che cosa implica educare in un con­
testo profondamente diverso da quel­
lo in cui visse ed operò don Bosco.6
Infatti, si tratta di un contesto nuovo,
segnato da una mentalità postmoder-

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na, da un mondo fortemente globaliz­ ne tenda a concentrarsi sulle questio­
zato, tecnologizzato e digitalizzato, ni che si potrebbero denominare “tec­
da una cultura spesso nichilista, rela­ nica educativa” , certamente importan­
tivista e scientista che tende a ridurre ti ma non decisive, e a ridursi alla tra­
l’uomo a un elemento della natura e a smissione di informazioni e di speci­
guardare con sospetto e in maniera fiche abilità, mentre si cerca di appa­
pregiudiziale tutto ciò che è originato gare il desiderio di felicità delle nuo­
o può ricondursi all’umanesimo inte­ ve generazioni colmandole di ogget­
grale, quindi alla visione cristiana del­ ti di consumo e di gratificazioni super­
l’uomo, del mondo e della vita. ficiali. «Ma proprio così abdichiamo al
Il nichilismo e il relativismo, in effetti, nostro compito educativo e non of­
permeano la nostra cultura, la vita so­ friamo ai più giovani quello di cui han­
ciale e il mondo giovanile generando no anzitutto bisogno: dei fondamen­
un malessere diffuso, le difficoltà nel­ ti solidi su cui costruire la loro vita».8
l’educazione e i profondi motivi di in­ Dunque, alla luce delle osservazioni
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

quietudine e di crisi della civiltà a cui appena fatte, essere veri contempo­
apparteniamo. «Quando infatti vengo­ ranei dei giovani con e come don Bo­
no a mancare, anche solo come oriz­ sco e accompagnarli nella crescita
zonte della nostra vita, la luce e la cer­ personale e nell’inserimento attivo
tezza della verità, al punto che, anche nella società, esige dagli educatori
e particolarmente in ambito educati­ non tanto e/o non soltanto la capaci­
vo, lo stesso parlare di verità viene tà di interrogarsi sul come educare,
considerato pericoloso e “autoritario” , quindi ricercare metodi e mezzi da
e parallelamente, sul piano etico, si ri­ adoperare per rendere efficace l’azio­
tiene infondato e lesivo della libertà ne educativa, ma piuttosto pare pre­
ogni riferimento a un bene “oggetti­ minente riproporre le domande fon­
vo” , che preceda le nostre scelte e damentali sul perché educare, sul
possa essere il criterio della valuta­ che cos’è l’educazione e quale edu­
zione, diventa inevitabile dubitare cazione per i tempi attuali.
della bontà della vita e della consi­ Di più, i trend culturali odierni ci spin­
stenza dei rapporti e degli impegni di gono ad interrogarci, innanzitutto e
cui la vita è intessuta. È ancora un be­ con priorità assoluta, su chi è colui che
ne, allora, essere una persona uma­ vogliamo educare. Infatti, la doman­
na? Vivere può ancora avere un si­ da sull’essenza dell’uomo, sulla sua
gnificato? Come sarebbe possibile, origine e sul suo fine, pare assumere
entro questo quadro di riferimento oggi un particolare rilievo, perché la
culturale, proporre ai più giovani e tra­ nuova questione antropologica at­
smettere da una generazione all’al­ tuale mette in forse e in maniera in­
tra qualcosa di valido e di certo, del­ quietante, innanzitutto, l’identità radi­
le regole di vita, un significato e de­ cale della persona umana.
gli obiettivi consistenti per la nostra Il problema è complesso e richiede­
esistenza e per il nostro futuro, sia co­ rebbe una considerazione coscienzio­
me persone sia come comunità?».7 sa ed approfondita su tutti gli elemen­
Non è strano allora, che l’educazio­ ti costitutivi del Sistema preventivo,

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intimamente connessi ed im p lic a ti­ possibile il libero e pieno sviluppo del­
si vicendevolmente. Nella presente ri­ la personalità»,11 attraverso la capa­
flessione intendo soffermare l’atten­ cità di pensare criticamente, la re­
zione in modo particolare soltanto su sponsabilità delle proprie scelte, la
una delle coordinate essenziali del Si­ partecipazione, l’edificazione del be­
stema preventivo, ossia sull’antropo­ ne comune. L’odierna questione an­
logia. L’intento è quello di provare a tropologica, come vedremo in segui­
cogliere, in primo luogo, quali sono le to, mette fortemente in crisi tale oriz­
sfide più significative che la concla­ zonte dello sviluppo umano.
mata questione antropologica, vera
causa dell’altrettanta evidente emer­ 2. La q u e stione a n tro p o lo g ica
genza educativa, pone all’educazio­ sfida per il Sistem a
ne e agli educatori nel tempo attua­ p reven tivo oggi
le. Di seguito, alla luce dei rilievi emer­
La questione antropologica, tanto pa­

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si, si cercherà di rileggere, dal punto
lese nella cultura contemporanea, è
di vista prettamente antropologico e
diventata una categoria di riferimen­
a grandi linee, il trinomio: ragione, re­
to per intendere la sfida culturale che
ligione e amorevolezza, che sta alla
in questi tempi sempre più interpella
base dell’esperienza educativa di don
la Chiesa, la pedagogia e, nel caso
Bosco ed è caratterizzante del Siste­
specifico, l’educazione ispirata ai prin­
ma preventivo. Oggi, nell’epoca del­
cipi dell’umanesimo di don Bosco.
la crisi del pensare, dell’amare e del
Il termine questione antropologica
credere, è indispensabile ricuperare
non è nuovo. Esso esiste da quando
e dimostrare che conoscere, amare e
esiste l’essere umano perché riguar­
credere sono tra le principali dimen­
da gli interrogativi intorno all’uomo, al­
sioni essenziali, concrete e relaziona­
la sua identità, al suo rapporto con la
li dell’umano, perciò bisognose di es­
natura. L’elemento più nuovo e spe­
sere sviluppate integralmente e in
cifico che ha dato origine all’attuale
tutte le persone umane. La vera edu­
questione antropologica è costituito
cazione è finalizzata «al pieno svilup­
sia dal fenomeno di autolimitazione
po della personalità umana e al raf­
della ragione umana che sfocia nella
forzamento del rispetto dei diritti del­
mentalità scientista, sia dai recenti svi­
l’uomo e delle libertà fondamentali».9
luppi scientifici e tecnologici che han­
Per questo, essa è un diritto univer­
no dato all’uomo un nuovo potere d’in­
sale e inalienabile di ciascuno, senza
tervento su se stesso. Oggi non si trat­
alcuna discriminazione, «considerato
ta più soltanto di interpretare l’uomo,
il riconoscimento della dignità ineren­
ma soprattutto di trasformarlo.
te a tutti i membri della famiglia uma­
na e dei loro diritti, uguali ed inaliena­
2.1. La tecnoscienza e l ’identità
bili».10 Inoltre, ponendosi in un dialo­
dell’uomo
go critico ma, allo stesso tempo, co­
struttivo con la cultura attuale, l’edu­ Con gli interventi radicali sulla natura
cazione forma anche ai «doveri ver­ dell’uomo, realizzati con l’ausilio del­
so la comunità, nella quale soltanto è la genetica e delle nuove e sempre più

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sofisticate tecnologie, non siamo più getto umano non è altro che un risul­
di fronte soltanto a una rinnovata in­ tato dell’evoluzione cosmica e biolo­
terpretazione dell’immagine dell’uomo gica, «certamente il suo risultato più
attenta al dialogo con le istanze cul­ alto, almeno per ora e nella piccola
turali emergenti, quanto piuttosto al­ porzione dell’universo da noi meglio
la mutazione del concetto stesso del­ conosciuta, ma pur sempre un risul­
l’uomo - che di fatto sta già avvenen­ tato omogeneo a tutti gli altri, in par­
do nella cultura attuale, sebbene non ticolare agli animali superiori a noi più
sia ancora avvertita come tale dalla vicini nelle linee evolutive».14
grande maggioranza della popola­ In questa ottica i caratteri propri del­
zione -; una mutazione che, di con­ la specie umana, in ultima analisi l’in­
seguenza, fa anche entrare «in crisi, telligenza e la libertà, non vengono
o comunque in grande movimento, i certo negati, ma considerati, dalle mo­
fondamentali parametri educativi».12 derne neuroscienze, semplicemente
I segni e le cause di questa mutazio­ sviluppi e affinamenti di capacità ce­
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ne del concetto dell’uomo sono in re­ rebrali evolutesi progressivamente.


altà facili da individuare: la tendenza
a ridurre l’uomo a una particella del­ 2.1.2. La tendenza delle scienze
la natura (il naturalismo), a conside­ empiriche a considerare l ’essere
rarlo un oggetto d ’indagine delle umano come “oggetto”
scienze sperimentali, a modificare la
Non si può inoltre trascurare la ten­
sua identità radicale mediante l’uso,
denza delle scienze empiriche a con­
a volte temerario, della tecnoscienza
siderare l’uomo come un “oggetto” e,
e, tutto ciò, fondamentalmente, per­
come tale, conoscibile e “misurabile”
ché non si riconoscere alla ragione
attraverso le forme dell’indagine spe­
umana quella capacità di sapere che
rimentale.
va oltre il sapere scientifico.
Tale approccio è certamente legitti­
Nonostante ciò, tali fenomeni preoc­
cupanti, se avvertiti nel loro spessore mo, anzi indispensabile per il progres­
so della conoscenza e della cura di
e criticità, possono anche costituire
noi stessi, ad esempio per la cura del­
una piattaforma per l’orientamento
le malattie fisiche e mentali, o anche
futuro e fornire indicazioni preziose su
per indirizzare più puntualmente le va­
come affrontare l’attuale problema
rie metodologie educative.
antropologico ed educativo in modo
«Quando però si considera quella
consapevole, pertinente e costruttivo.
scientifica come l’unica forma di co­
2.1.1. La tendenza a ridurre l ’essere noscenza del nostro essere che sia
umano a una «particella della natura» davvero valida e universalmente pro­
ponibile, come di fatto avviene in una
Si tratta anzitutto di un’idea che eser­ pubblicistica diffusa e influente anche
cita una sempre maggiore egemonia, se di per sé largamente superata, si
non solo nell’Occidente, e che tende finisce con il negare che l’uomo sia
a ridurre l’essere umano «soltanto al­ anzitutto e irriducibilmente “sogget­
la particella della natura».13 to ” il quale, proprio nella sua intrinse­
Secondo tale interpretazione, il sog­ ca e ineliminabile soggettività, non

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può mai essere totalmente oggettiva- pio, l’essere umano può nascere non
to e conosciuto in maniera adeguata concepito nel corpo di una donna, di­
attraverso le scienze empiriche».15 mostrando che oggi la relazione tra
uomo e donna diventa superflua per
2.1.3. La tendenza delle biotecnolo­ la generazione di una nuova vita.
gie a disporre dell’identità umana La separazione tra sessualità e con­
cepimento produce la dissoluzione
Per cogliere tutto lo spessore della mu­ delle relazioni naturali, la creazione di
tazione in atto del concetto dell’uomo, una società composta di individui
è necessario capire l’orientamento asessuati, la sostituzione della natu­
della cultura attuale, ossia focalizza­ ra con la cultura.
re meglio il ruolo e l’influsso della tec­ La punta più acuta della questione an­
noscienza, in particolare di quella tropologica è l’ideologia del gender
stretta connessione tra le scienze em­ con la pretesa e la richiesta di rico­
piriche e le tecnologie applicate all’uo­ noscimento del diritto di scegliere il

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mo, che chiamiamo “ biotecnologie” . proprio orientamento sessuale. In ta­
Con le biotecnologie, infatti, si apro­ le ottica, donne e uomini non si na­
no sempre più rapidamente nuovi sce, ma si diventa.
scenari, che non riguardano soltanto Si mette così in questione la natura
la cura e la prevenzione delle malat­ umana preesistente, portatrice di
tie, ma la trasformazione stessa del un’essenza e di un fine intrinseci pro­
soggetto umano. pri dell’umanità. Si lascia spazio al­
In effetti, la questione antropologica, l’ambiguità, se non a una vera e pro­
in senso stretto, si pone da quando pria alterazione, del senso dei legami
le biotecnologie possono disporre e del legarsi tra le persone umane, giu­
della identità umana, offrendo una rea­ stificando come normali forme di con­
le possibilità di intervenire sull’origi­ vivenza arbitrarie e discutibili. Si pon­
ne dell’uomo e di mutare genetica­ gono pertanto le fondamenta per la
mente i caratteri essenziali della per­ «costruzione di una società diversa da
sona umana. L’importanza e i risvol­ quella che per secoli abbiamo cono­
ti imprevedibili delle biotecnologie sciuto. In effetti, si tratta di produrre
nella cultura antropologica attuale la persona nel laboratorio, di sostitui­
sono avvertiti da numerosi scienziati re la famiglia con qualcos’altro».17
e intellettuali, tra i quali Aldo Schia-
2.1.4. La tendenza all’autolimitazione
vone che, nel suo saggio assai inte­
della razionalità umana alla ragione
ressante, dal titolo Storia e destino,
strumentale
sottolinea che oggi l’evoluzione del­
la specie umana potrebbe essere sot­ La causa di maggior rilievo del ten­
tratta ai ritmi lentissimi della natura e dere a ridurre l’essere umano alla di­
affidata invece a quelli rapidissimi mensione naturalistica e, di conse­
della tecnologia.16 guenza, di considerarlo principalmen­
Al riguardo basterebbe far cenno ad te oggetto e non soggetto, è ricondu­
alcuni fenomeni, già presenti nella cibile, tra l’altro, alla crisi della ragio­
prassi quotidiana. ne umana originata in special modo
Con la fecondazione in vitro, ad esem­ nell’epoca moderna.

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Con l’evento del nichilismo, del rela­ na le facoltà e le capacità spirituali
tivismo e dello scientismo, alla ragio­ atte a trascendere la dimensione
ne umana non si riconosce più la ca­ della fisicità e cogliere ciò che è me­
pacità di giungere alla verità nella sua ta-fisico: l’essere, Dio, la verità nel­
interezza, quindi la possibilità di un sa­ la sua totalità, lo spirito, la persona
pere originario e integrale su Dio, sul­ umana come realtà spirituale di na­
l’uomo e sul mondo. tura relazionale e il rapporto intrin­
Il rischio è sostenere che l’unica for­ seco tra questi elementi.
ma di conoscenza della verità, in par­ Le trasformazioni oggi in atto nel
ticolare dell’essere umano, davvero campo dell’antropologia, ossia quel­
valida e universalmente proponibile è le riguardanti l’identità dell’uomo e le
quella scientifica. sue capacità conoscitive che la tec­
L’inganno consiste nel fatto che la ra­ noscienza tende a ridurre alla dimen­
zionalità scientifica è una razionalità sione dell’immanente e, di conse­
strumentale, ossia è in grado di rispon­ guenza, a manipolare, fanno sorgere
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dere esclusivamente alla domanda del l’interrogativo se la questione antro­


come, indagando sui mezzi e strumen­ pologica, in realtà, non sia piuttosto
ti. Essa, invece, non è metodologica­ una questione teologica.
mente sufficiente e competente nel
pronunciarsi sui fini e sui valori, quin­ 2.2. La questione antropologica
di sul perché delle cose. I fini e i va­ è una questione teologica
lori, infatti, sono accessibili con una
In effetti, come sostiene il teologo
interdisciplinarità ordinata, con un sa­
Ignazio Sanna, la nuova questione an­
pere che non è mai solo opera dell’in­
tropologica, attualmente in atto, si
telligenza, ma una «sapienza capace
profila in realtà e fondamentalmente
di orientare l’uomo alla luce dei prin­
come una questione teologica: «Il
cipi primi e dei suoi fini ultimi [...che]
problema dell’uomo, cioè, è diretta­
richiede prima di tutto di conoscere
mente intrecciato con il problema di
e di capire, nella consapevolezza e nel
Dio. La crisi di Dio, infatti, ha condot­
rispetto della competenza specifica di
to lentamente alla crisi dell’uomo».19
ogni livello di sapere. [...]. Le conclu­
In questo modo è chiamata in causa
sioni delle scienze non potranno in­
direttamente anche la plurimillenaria
dicare da sole la via verso lo svilup­
valenza culturale e sociale del cristia­
po integrale dell’uomo. C’è sempre bi­
nesimo e dei principi fondamentali di
sogno di spingersi più in là: lo richie­
un’antropologia che ad esso si ispira.
de la carità nella verità.
Andare oltre, però, non significa mai 2.2.1. Trasformazione e ridefinizione
prescindere dalle conclusioni della ra­ dei modelli di vita
gione né contraddire i suoi risultati.
Non c ’è l’intelligenza e poi l’amore: ci In effetti, negli ultimi decenni si è re­
sono l ’amore ricco di intelligenza e l ’in­ gistrata una distanza sempre più ac­
telligenza piena di amore».18 centuata tra la visione cristiana dell’uo­
Allargare l’orizzonte della razionali­ mo - difesa con coraggio e profezia
tà è riconoscere alla persona uma­ dal Concilio Vaticano II e dal magiste­

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ro postconciliare - e quella della cul­ dell’essere umano, sia la sua educa­
tura liberale-radicale, messa ulterior­ zione, riducendo quest’ultima ai pa­
mente in risalto dall’affermarsi delle rametri di funzionalità e di utilitarismo.
biotecnologie e dal riduttivismo scien­ Il relativismo, il nichilismo e il natura­
tista da una parte, e dal diffondersi del­ lismo esercitati oggi nei confronti del­
l’indifferenza religiosa dall’altra. l’uomo e della verità circa la sua na­
Assistiamo, difatti, a una progressiva tura e il suo fine intrinseci, in effetti,
ridefinizione sia dei modelli di vita, attaccano al cuore e rimettono in di­
sempre più distanti dalla logica del cri­ scussione le principali concezioni che
stianesimo, sia della concezione del­ hanno retto e caratterizzato, attraver­
l’uomo, elaborata al di fuori della ra­ so i secoli, la nostra civiltà.
zionalità della cultura classica e quel­ In primo luogo, tali correnti di pen­
la della religione cristiana. siero mettono in discussione la con­
È palese che è in corso, e con una for­ cezione classica dell’uomo e più

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za e una radicalità sempre più accre­ precisamente quella aristotelica di
sciute negli ultimi decenni, «una tra­ animale razionale (ragionevole).
sformazione o ridefinizione dei model­ Il suo senso concreto è che l’esse­
li di vita, dei comportamenti diffusi e re umano, in quanto animale, appar­
dei valori di riferimento, e sempre più tiene a pieno titolo alla natura ed è
anche delle scelte legislative, ammi­ sottomesso alle sue vicende e alle
nistrative e giudiziarie, che cambia in sue leggi, ma in quanto ragionevo­
profondità gli assetti sociali e i profi­ le, o razionale, ha un insormontabi­
li di una civiltà formatasi attraverso i le differenziale ontologico rispetto a
secoli con il contributo determinante tutto il resto della natura: questa
del cristianesimo. Ciò avviene con sporgenza ontologica, viene ora ra­
particolare evidenza negli ambiti del­ dicalmente ridimensionata, anzi ne­
la tutela della vita umana, della fami­ gata nel suo carattere di differenza
glia, della procreazione e di tutto il essenziale e ineliminabile.
complesso dei rapporti affettivi, che
rappresentano, insieme al lavoro, al 2.2.3. Indebolimento del concetto
guadagno e al sostentamento, e na­ di persona
turalmente alla sicurezza del vivere, i
Con la negazione della metafisica e
fondamentali interessi e le preoccu­
l’avvento del pensiero debole, che
pazioni quotidiane della gente».20
mettono in crisi i classici assoluti
2.2.2. Trasformazione metafisici: Dio, uomo, mondo, lo
delle concezioni classiche dell’uomo scetticism o postmoderno non si ri­
percuote soltanto sulla visione clas­
Alla radice, ma anche come conse­ sica dell’essere umano come ani­
guenza dei cambiamenti dei modelli male ragionevole, ma anche sul
di vita diffusi e comunemente accet­ concetto di persona.21
tati oggi, vi è un pericoloso offusca­ Dal punto di vista storico, è comune­
mento del valore e della dignità intrin­ mente riconosciuto che l’elaborazio­
seci alla persona e il rischio reale di ne del concetto di persona è opera del
banalizzare sia i caratteri essenziali cristianesimo.22 Oggi, all’idea forte

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della natura umana considerata immu­ lo con quell’essere umano o non
tabile perché creata da Dio, si è so­ umano che manifesta determinati ca­
stituita l’idea debole della natura uma­ ratteri o capacità arbitrariamente fis­
na, ritenuta manipolabile, perché pro­ sate o convenute e questo a prescin­
dotta dalla biotecnologia. In altre pa­ dere dalla loro natura ontologica».24
role, al modello ontologico di perso­ Dunque, mentre i modelli “forti” del­
na, pensata in rapporto all’essere e la persona «riconoscono la consi­
definita come un essere sussistente stente e permanente presenza di un
nell’ordine dello spirito (S. Tomma­ soggetto sostanziale che dà origine,
so), si preferisce attualmente la de­ nel tempo e in gradi diversi, alla mol­
finizione psicologica di persona, de­ teplicità delle sue operazioni (opera-
finita non più in rapporto all’autono­ ri sequitur esse), le seconde [conce­
mia dell’essere, ma in rapporto all’au­ zioni “deboli”] dissolvono l’identità,
tocoscienza: «Si pensa che l’uomo l’individualità e la continuità della per­
sia un individuo della specie umana sona in un fascio procedurale e va­
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

sin dal concepimento, ma diventi riabile di indicatori di “ personalità” ,


persona solo più tardi, dopo la na­ che rende ultimamente inconsisten­
scita, quando prende coscienza di sé, te l’affermazione dell’“ io” umano e
entra in comunicazione con i suoi si­ apre la strada a pericolose discrimi­
mili, viene riconosciuto ed accolto da nazioni tra chi è in pieno possesso di
loro, dialoga con gli altri».23 certe facoltà e chi ne è privo».25
Un ulteriore indebolimento del concet­ Mettere in luce la profondità di que­
to di persona umana ci viene da un sta rottura con il passato, antico e re­
derivato preoccupante della cultura cente, fa emergere non soltanto un
postmoderna costituito dalle conce­ problema teoretico, legato all’inter­
zioni empiriste e funzionaliste della pretazione dell’essere umano, ma
persona. Esse cercano di definire la anche il fatto che siamo di fronte al­
persona o a partire da sue operazio­ la vita vissuta e ai modi di intender­
ni ritenute particolarmente qualifican­ la e indirizzarla. Il cambiamento in at­
ti, quali l’autocoscienza, l’autonomia, to dei costumi e dei comportamenti
la razionalità, il possesso del senso nei popoli che hanno la loro matrice
morale, o in base al possesso di sta­ storica nel cristianesimo riguarda i
ti mentali/psicologici coscienti. In am­ grandi temi della vita umana e della
famiglia, ma abbraccia anche il signi­
bedue i casi, tali caratteristiche devo­
ficato che assumono la ricerca del­
no essere accertabili attraverso la ve­
la realizzazione di noi stessi o l’uso
rifica empirica della presenza di tali ca­
e il consumo dei beni della terra.
ratteri, che sono stati assunti come ri­
levanti per definire la persona. Il rispet­
2.2.4. La cultura postmoderna taglia
to della persona è qui da intendere più con il cristianesimo e con le tradizioni
precisamente come rispetto di sue religiose dell’umanità
singole proprietà o funzioni, non del
suo nucleo ontologico radicale. «Di Dalla cultura che predomina in Occi­
conseguenza, la persona non si iden­ dente e che vorrebbe porsi come uni­
tifica con l’essere umano in sé, ma so­ versale e autosufficiente, viene così

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generato un nuovo modo di pensare una radicale riduzione dell’uomo, con­
per cui sarebbe razionalmente valido siderato un semplice prodotto della
soltanto ciò che è sperimentabile e natura, come tale non realmente libe­
calcolabile, e un nuovo costume di vi­ ro e di per sé suscettibile di essere
ta in cui la libertà individuale viene trattato come ogni altro animale. Si ha
eretta a valore fondamentale al qua­ così un autentico capovolgimento del
le tutti gli altri dovrebbero sottostare. punto di partenza di questa cultura,
Eliminato il concetto ontologico del­ che era una rivendicazione della cen­
la natura umana preesistente porta­ tralità dell’uomo e della sua libertà.
trice di una essenza e di un fine in­ Nella medesima linea, l’etica viene ri­
trinseci, ridotta la capacità conosci­ condotta entro i confini del relativismo
tiva dell’uomo che nega a se stesso e dell’utilitarismo, con l’esclusione di
la possibilità di conoscere la verità su ogni principio morale che sia valido e
se stesso e relativizzati, conseguen­ vincolante per se stesso.

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


temente, i comportamenti etici indi­ Non è difficile vedere come questo
viduali e collettivi, siamo di fronte a tipo di cultura rappresenti un taglio
una visione dell’essere umano «deci­ radicale e profondo non solo con il
samente incompatibile con la fede cri­ cristianesimo ma più in generale con
stiana, in quanto implica la negazio­ le tradizioni religiose e morali del­
ne non solo della possibilità e del si­ l’umanità: non sia quindi in grado di
gnificato della vita oltre la morte ma instaurare un vero dialogo con le al­
anche [...] della trascendenza del tre culture, nelle quali la dimensione
soggetto umano e quindi del suo es­ religiosa è fortemente presente, ol­
sere ad immagine di Dio: in partico­ tre a non poter rispondere alle do­
lare di una sua intelligenza che non mande fondamentali sul senso e la
sia riconducibile alla conoscenza sen­ direzione della nostra vita».27
sibile e della sua libertà, come capa­
2.2.5. Ripercussioni dell’antropologia
cità di scegliere radicata nell’essere
riduttivista sull’educazione
dell’uomo stesso. Per conseguenza
vengono a perdere il loro significato Debellato il concetto di natura della
sia il peccato sia la redenzione attra­ persona umana considerata immuta­
verso la croce di Cristo».26 bile perché creata da Dio, nulla più ri­
Le ripercussioni di queste trasforma­ manderà al Creatore, al legame co­
zioni inquietanti, come evidenzia Be­ stitutivo con il Principio che ci ha po­
nedetto XVI, sono facilmente indivi­ sto nell’essere e, conseguentemen­
duabili: «Dio rimane escluso dalla cul­ te, al legame fraterno tra gli esseri
tura e dalla vita pubblica, e la fede in umani. Si ripresenteranno comunque
Lui diventa difficile, anche perché vi­ in maniera inquietante le domande
viamo in un mondo che si presenta sull’origine dell’uomo, sulla sua es­
quasi sempre come opera nostra, nel senza e sui suoi fini, gli interrogativi
quale, per così dire, Dio non compa­ sulla famiglia naturale, sul significa­
re più direttamente, sembra divenu­ to delle parole: padre, figlio, fratel­
to superfluo ed estraneo. In stretto lo, senza delle quali non c ’è fede cri­
rapporto con tutto questo, ha luogo stiana ed è difficile pensare anche

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2013 101


l’educazione a misura della persona. Il percorso di riflessione fatto finora ci
Infatti, non va dimenticato che «i fal­ conduce coerentemente a formulare
limenti sul piano educativo, prima di l’ipotesi che per educare oggi da ve­
essere il frutto amaro di strategie pe­ ri contemporanei dei giovani e secon­
dagogiche poco accorte (talvolta do i principi del Sistema preventivo,
addirittura obsolete), rappresentano è necessario ripensare le idee forza del
il prezzo che si paga tutte le volte in Sistema stesso che, nel corso della
cui, pur continuando a proclamare pratica educativa e degli anni, si fece­
la centralità della persona, se ne ro sempre più chiare in don Bosco e
semplificano (se non proprio bana­ nei suoi collaboratori. Per la vastità del­
lizzano) i caratteri».28 le problematiche implicate delimito
l’interesse e pongo attenzione soltan­
2.3. Le nuove tecnologie comunica­ to su una di essere, presentata con la
tive e la sfida delle relazioni umane nota formulazione, quella del trinomio:
ragione, religione, amorevolezza.
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

Un’ulteriore sfida che oggi sta davan­


ti all’educazione e che interpella sia
3. A lcune p ro sp e ttive di rile ttu ra
l’antropologia che il Sistema preven­
a n tro p o lo g ic a del trin o m io :
tivo è data delle nuove tecnologie co­
“ ragione, religione, amorevolezza”
municative.
La cultura e la mentalità digitali costi­ Secondo Pietro Braido, il noto studio­
tuiscono, per le nuove generazioni, un so del Sistema preventivo di don Bo­
ambiente naturale in cui passare il tem­ sco, la formula uni-triadica “ ragione,
po, aggregarsi, incontrare persone, religione, amorevolezza” configura il
scambiare conoscenze ed esperien­ “ programma di vita” integrale propo­
ze, esibirsi, ma anche essere esposti sto dal santo educatore a ragazzi e a
ai pericoli di adescamento e di bulli- ragazze, e questo «non solo per la
smo, alla vera e propria dipendenza “ metodologia” , ma anzitutto quanto
dai mezzi e dagli strumenti usati. ai contenuti».29 «Compresi nella loro
L’uso delle tecnologie comunicative estensione plenaria [. i tre termini]
modifica, in modo significativo, an­ indicano le dimensioni capitali di una
che i criteri e le modalità di concepi­ piena umanità cristiana: i valori tem­
re e di vivere le relazioni interperso­ porali, il senso “ religioso” della vita, il
nali che, dal contatto diretto, sempre mondo dell’affettività sensibile, spiri­
più tendono a spostarsi sui social net- tuale, soprannaturale».30
works. Di conseguenza, essere veri Dunque, in tale programma di vita e
contemporanei dei giovani nel tem ­ di formazione, «contro la cultura in­
po attuale implica la capacità di uti­ tellettualistica dominante, erano inclu­
lizzare i mezzi della comunicazione si anzitutto i bisogni e i valori connes­
in modo intelligente ed educativo, os­ si con il “benessere" psico-fisico e cul­
sia saper stare sulle piazze dove lo­ turale: “ragione” come “ ragionevolez­
ro si trovano, interagire con loro me­ za” , stile di vita su schietta misura
diante una presenza vigilante e con “ umana” , salute fisica e mentale, cul­
contenuti validi, capaci di veicolare tura, professionalità».31
significati e senso. Il trinomio, dal punto di vista storico

102 PO NTIFICIA FAC O LTÀ DI SCIENZE D E LL’EDUC AZION E A U X ILIU M


e metodologico, è stato studiato e in­ Per questo motivo la ragione, intesa
terpretato in particolare da Pietro nel senso forte della parola, è assun­
Braido e da altri studiosi. Il mio inten­ ta da don Bosco a modalità essen­
to, come denota il titolo del paragra­ ziale per il buon funzionamento del Si­
fo, si limita a quello di provare ad il­ stema preventivo. Infatti - come af­
lustrare alcune prospettive di riflessio­ ferma Giovanni Paolo II, nella Lettera
ne da tener presenti nella rilettura del Juvenum Patris scritta in occasione
Sistema preventivo a partire dalle sfi­ del centenario della morte di don Bo­
de che pone davanti ad esso la nuo­ sco (1888-1988) - il termine “ragione”
va questione antropologica. sottolinea, secondo l’autentica visio­
Ci si vuol interrogare, in particolare, ne dell’umanesimo donboschiano, «il
sul pensare, credere e amare umano valore della persona, della coscienza,
in un’epoca condizionata dai cambia­ della natura umana, della cultura, del
menti descritti sopra. Capacità di mondo del lavoro, del vivere sociale,

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


pensare, credere e amare - tre ele­ ossia di quel vasto quadro di valori che
menti essenziali del Sistema preven­ è come il necessario corredo dell’uo­
tivo visto e vissuto come metodo e co­ mo nella sua vita familiare, civile e po­
me spiritualità educativa -, richiama litica. [...]. È significativo rilevare che
in realtà tre dimensioni costitutive già più di cento anni fa don Bosco at­
della persona umana, dunque tre di­ tribuiva molta importanza agli aspet­
ritti umani fondamentali, in una rela­ ti umani e alla condizione storica del
zione di reciprocità e di interdipenden­ soggetto: alla sua libertà, alla sua pre­
za tra loro. Allo stesso tempo, si trat­ parazione alla vita e ad una profes­
ta di tre azioni che costituiscono le di­ sione, all’assunzione delle responsa­
namiche-movimenti essenziali sulle bilità civili, in un clima di gioia e di ge­
quali si costituisce e realizza il proces­ neroso impegno verso il prossimo.
so di divenire persona, attualmente Egli esprimeva questi obiettivi con pa­
tanto condizionato dalla nuova que­ role incisive e semplici, quali “allegria” ,
stione antropologica. “studio” , “ pietà” , “saggezza” , “lavo­
Ecco alcune istanze, a mio avviso, da ro” , “ umanità” .
tener presenti nel pensare e nel rea­ Nella sua proposta pedagogica c’è
lizzare l’educazione nella logica del Si­ una unione ben riuscita tra la perma­
stema preventivo oggi. nenza dell’essenziale e la contingen­
za dello storico, tra il tradizionale e il
3.1. Promuovere nelle giovani
nuovo. [...]. In sintesi la ragione, a cui
generazioni l ’istanza forte
don Bosco crede come dono di Dio
del pensare umano
e come compito inderogabile del­
La capacità di pensare è riconosciu­ l’educatore, indica i valori del bene,
ta universalmente come il proprium nonché gli obiettivi da perseguire, i
dell’uomo, dotato di ragione e di co- mezzi e i modi da usare.
scienza,32 ed educare l’uomo a pen­ La ragione invita i giovani ad un rap­
sare in modo attivo e critico è com­ porto di partecipazione ai valori com­
pito essenziale di ogni processo ma- presi e condivisi. Egli la definisce an­
turativo della persona. che ragionevolezza per quel neces­

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2013 103


sario spazio di comprensione, di dia­ 3.2. Restituire alla ragione umana
logo e di pazienza inalterabile in cui la capacità dell’apertura integrale
trova attuazione il non facile eserci­ alla realtà
zio della razionalità.
In effetti, se la capacità di pensare è
Tutto questo, certo, suppone oggi la
il proprium della persona umana, e se
visione di un’antropologia aggiorna­ questa capacità è usata bene porta
ta e integrale, libera da riduzionismi la persona alla consapevolezza di sé
ideologici».33 e delle proprie potenzialità, alla let­
L’educatore che si richiama al Siste­ tura critica del contesto, quindi an­
ma preventivo, quindi, deve anche og­ che a rendersi conto e comprende­
gi potersi appellare alla capacità di re che, come abbiamo evidenziato,
pensare del giovane e alla forza del­ l’epoca contemporanea conosce e
la ragione umana se vuole “dare ra­ promuove piuttosto la ragione uma­
gione” di quello che propone e se vuo­ na puramente empirico-strumentale,
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

le farlo in maniera ragionevole, con­ capace di strategia operativa, ma im­


veniente e convincente. potente a individuare i fini dell’azio­
Nel suo comunicare la verità e il pro­ ne, i criteri di scelta, una ragione che
getto di vita che condivide con i gio­ ha quindi rinunciato a prendere in se­
vani deve poter farsi capire, quindi ria considerazione le domande costi­
arrivare sia alla mente che al cuore tutive dell’uomo.
dei giovani. Efficienza, competenza, estetismo,
Dal punto di vista dei giovani, la ca­ controllo manipolativo dei fatti e del­
pacità di pensare criticamente, quin­ le persone sono, come sottolinea ef­
di ragione e ragionevolezza stanno a ficacemente McIntyre, le maschere di
significare che essi possono coglie­ cui si servono il manager, l’esteta e il
terapeuta personaggi tipici del model­
re realmente le ragioni della proposta
lo culturale soggettivistico legato al­
educativa, scorgerne il significato po­
la ragione strumentale, per ottenere
sitivo per la loro vita, accogliere la pro­
il consenso.34
posta perché sentono e capiscono
Non è forse una deriva di tale cultura
che è “sensata” e di valore, e lasciar­
il fatto che oggi anche le scuole sia­
si coinvolgere liberamente e attiva­
no considerate “aziende” più che fu­
mente nella sua realizzazione.
cine di cultura, ambienti di maturazio­
Certamente, oggi, come è noto, il ne integrale delle persone, luoghi di
problema principale nell’educazione interazione tra persone-soggetti?
è proprio quello della stessa ragio­ Come vengono avvertiti gli effetti di
ne umana. Il com pito prioritario, questa crisi della ragione in ambito
quindi, potrebbe essere quello di pro­ educativo?
muovere sia una riflessione critica Bruciando molti passaggi si può far
sulla ragione umana per smasche­ riferimento al fenomeno che va sotto
rarne diversi riduttivismi, sia una or­ il nome di “frammentazione del sape­
dinata interdisciplinarità nell’acqui­ re” , individuando almeno tre livelli del
sizione dei saperi, per restituirle la problema: anzitutto si può parlare «di
sua vera ampiezza. Come? frammentazione dei saperi come se­

104 PO NTIFICIA FAC O LTÀ DI SCIENZE D E LL’EDUC AZION E A U X ILIU M


parazione tra le diverse scienze e di­ Superare l’autolimitazione della ragio­
scipline e, poi, di frammentazione al­ ne nell’educazione riguarda perciò
l’interno di una stessa scienza o di­ anche il problema della trasmissione
sciplina. Entrambi gli aspetti si pos­ dei contenuti, ossia di un sapere che
sono ascrivere all’oggetto del sape­ “funziona” come buon conduttore e
re. Ad essi se ne aggiunge un terzo: non come fattore isolante del compi­
quello più pericoloso e gravemente mento di tutta la persona attraverso
dannoso. Infatti il venir meno di un il suo incontro con tutta la realtà. Si
nesso organico tra l’oggetto del sa­ tratta, in sintesi, di aiutare il giovane
pere ed il soggetto della conoscenza a scoprire attraverso l’insegnamento
porta la frammentazione all’interno di una precisa materia che non solo
dello stesso soggetto del sapere. Ma la realtà non gli è nemica e ostile, ma,
senza unità del soggetto è impossi­ al contrario, che essa è la grande
bile ogni elaborazione ed ogni comu­ scuola che lo può condurre al com­

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


nicazione del sapere».35 pimento con l’aiuto di persone, di rap­
Per questo motivo, oggi, la frammen­ porti, di circostanze, di situazioni, di
tazione del sapere a causa dell’auto- fatti, di avvenimenti, di strutture più o
limitazione moderna della ragione meno complesse.
umana - in primo luogo del sapere sul­ Ma superare l’autolimitazione della ra­
l’uomo, sulla sua origine, essenza e gione umana nell’epoca attuale è an­
fine -, richiede, in particolare nell’am­ che questione di metodo.
bito educativo, che si ridoni ad ogni La ragione umana è una ragione es­
essere umano il senso forte della ra­ senzialmente dialogica. In effetti, è pe­
gione stessa e la dignità di soggetto, culiarità propria della ragione un’aper­
attore del proprio pensare, parlare e tura radicale alla realtà e in tale aper­
agire.36«Un soggetto è veramente ta­ tura la ragione esercita non solo il suo
le se vive il rapporto con la realtà in costitutivo impeto di ricerca, ma an­
termini di esperienza elementare e che la sua intrinseca esigenza di co­
perciò agevolmente comunicabile nel­ municare la verità conosciuta. San
la relazione in atto tra persone e va­ Tommaso afferma che una verità non
lori. La comunicazione di tale espe­ è pienamente conosciuta finché non
rienza avviene anche nella scuola, co­ è comunicata. Angelo Scola, dal can­
me nelle altre realtà primarie, più per to suo, precisa in proposito che «que­
osmosi che per discorsi teorici e pas­ sta struttura della ragione, che la ur­
sa attraverso il concreto delle circo­ ge ad un paragone con la realtà tut­
stanze e dei rapporti specifici che in­ ta intera, è all’origine del sapere. Il sa­
dividuano la ragion d’essere di una de­ pere infatti è l’organizzazione sistema­
terminata istituzione. Nel nostro ca­ tica e critica - che esige pertanto un
so la comunicazione dei saperi ade­ principio sintetico - di questa espe­
guati allo sviluppo cognitivo-affettivo rienza elementare di incontro tra l’uo­
del ragazzo o del giovane per consen­ mo, nella sua capacità affettiva e ra­
tirgli una consistenza personale ed zionale, e le cose».38
una vita di relazione libera e critica­ L’educazione e, in particolare l’edu­
mente situata nell’oggi».37 cazione scolastica, è l’ambito privile­

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2013 105


giato di «confronto a tutto campo e, trinseca e connaturale capax Dei.
quindi, per sua natura libero e pub­ In effetti, nell’atto di conoscenza e nel­
blico dell’educando con tutti i fattori l’elaborazione dei saperi, la ragione si
costitutivi della realtà».39 relaziona all’oggetto con un’apertura
È lì che la persona umana s’imbatte integrale, rivelando una misura ade­
nella realtà totale in sé e della propria guata alla realtà totale.
persona, lì che matura integralmente Qui totale non significa onnipotenza
diventando dono e assumendo la re­ o una ragione infinita, quanto piutto­
sponsabilità per il bene comune, è lì, sto che la ragione dispiega tutte le sue
infine, che impara a comunicare agli proprietà (memoria, percettività, pro-
altri i saperi e la propria esperienza iettività, induttività, deduttività, spe­
di vita. Il Cardinale J.H. Newman ha c u la tiv i...) nei confronti di tutto il rea­
espresso magistralmente questa di­ le, sia pur in modo discorsivo e limi-
mensione pubblica dell’educazione ta to 41 e che il soggetto umano è ca­
e, specie della scuola, affermando, pace di conservare la sua unità nel pro­
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

nei suoi famosissimi discorsi sul­ cesso conoscitivo, perché la sua ra­
l’idea dell’Università, che «quando la gione, pur svolgendo diverse funzio­
Chiesa fonda un’università, essa non ni, continua cioè a essere “una” , co­
coltiva il talento, il genio od il sape­ me “ uno” sono io che conosco.
re per loro stessi, ma nell’interesse In questa apertura integrale della ra­
dei propri figli, dei loro vantaggi spi­ gione alla realtà totale si evidenzia
rituali, della loro influenza ed utilità, un’altra proprietà essenziale della ra­
allo scopo di educarli a meglio as­ gione stessa, che la cosiddetta ra­
solvere il loro ruolo nella vita, e di far­ gione strumentale del tutto trascu­
ne dei membri della società più in­ ra. Hans Urs von Balthasar la defi­
telligenti, capaci ed attivi».40 nisce con la categoria della ricetti­
Oggi, perciò, è particolarmente impor­ vità: «Ricettività dice appellabilità
tante saper allargare gli orizzonti del­ mediante altro essere, restare aper­
la ragione umana e ciò è richiesto sia ti per qualcosa d ’altro che per il pro­
dall’irrinunciabile tendenza all’integra- prio soggettivo spazio interno, signi­
lità nello studio, nell’insegnamento e fica avere finestre per tutto ciò che
nella ricerca scientifica, sia dalla ne­ esiste ed è vero. Ricettività dice il po­
cessità di un dialogo costruttivo tra il tere e la possibilità di ricevere in ca­
sapere cristiano con tutte le culture. sa propria una realtà estranea e per
La messa in pratica di tale proposito così dire da ospitarla».42
deve puntare soprattutto sull’unità Con una bella metafora la ricettività
sia della persona di chi comunica e sia viene definita, in ultima analisi, «la ca­
quella di chi impara tale sapere e, quin­ pacità di farsi regalare da quest’esi-
di, sulle proprietà costitutive della ra­ stente la sua propria verità».43
gione umana, quali l’apertura integra­ Questa ricettività non è passività, ma,
le al reale e la ricettività, la capacità di al contrario, è l’espressione dinami­
ospitare il reale, di adeguarsi oggetti­ ca dell’intelletto dell’uomo, capace di
vamente alla realtà, la sua capacità di conoscere a partire dall’esperienza.
verità e, proprio per questo, la sua in­ La verità non si inventa, la si scopre

106 PO NTIFICIA FAC O LTÀ DI SCIENZE D E LL’EDUC AZION E A U X ILIU M


e riconosce umilmente perché insita 3.3. Restituire alla persona umana
nella realtà. In effetti, il reale si svela lo spessore ontologico relazionale
coinvolgendo il soggetto.
Infatti, come abbiamo già evidenzia­
La verità consiste nel suo dis-velarsi:
to sopra, il naturalismo e il pensiero
«La verità, a-letheia, è il non nascon­ debole la cui matrice teoretica, in ul­
dimento dell’essere».44 tima analisi, è data dal nichilismo, co­
La realtà racconta di sé; essa è co­ stituiscono il clima culturale odierno,
municazione che l’essere fa di sé nel- una mentalità pressoché dominante
l’apparire degli enti. «È proprio dell’at­ nella nostra società.
to conoscitivo raccogliere questa Negare alla ragione umana la capa­
“confessione” della realtà (ente che cità di conoscere il vero e, quindi, al­
rivela l’essere) e testimoniarla. Ritor­ l’io umano la possibilità di relazione
na, a questo livello elementare della conoscitiva autentica con il reale,
ragione, il carattere interpersonale l’esistenza umana si trasforma in un

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


(comunionale) del conoscere. “sogno fugace” e l’uomo, con i suoi
La conoscenza implica sempre un desideri ultimi, assume la forma del­
rapporto in cui le cose si danno nel­ la “ passione inutile” .
la loro verità e chiedono al soggetto In ogni modo, l’uomo contemporaneo,
epistemico di essere accolte, ricono­ pragmatista a basso tasso di relazio­
sciute nella loro bontà, poiché il bo- nalità, certamente deve rispondere a
num è diffusivum sui».45 se stesso chi vuol essere: «Il suo pro­
Questa dinamica della conoscenza, prio esperimento? In questo caso la
intesa come rivelarsi, svelarsi della morte dell’io di cui parlava Nietzsche
verità oggettiva alla ragione umana, significa di fatto la nascita di un io tec­
è importante per l’acquisizione del nocratico collettivo di cui l’uomo sin­
golo è pura protesi e in cui le relazio­
sapere antropologico e, soprattutto,
ni hanno un carattere funzionale-uti­
per l’educazione secondo il Sistema
litaristico.
preventivo, dove conoscere la per­
Oppure un io relazionale che in forza
sona umana, in sé e nel volto con­
della logica del riconoscimento, pro­
creto di un/una giovane che si edu­
messa e compito (che ha la sua radi­
ca, è irrinunciabile. ce primaria nella famiglia aperta alla
Tuttavia, la conoscenza effettiva del vita, pubblicamente ed oggettiva­
volto concreto dipende, in buona mente fondata sul matrimonio tra uo­
misura, dall’immagine interpretativa mo e donna) persegue l’equilibrata
che abbiamo dell’essere umano in crescita della propria persona?».46
generale. La risposta al quesito è di fondamen­
Perciò, per gli educatori, è di fonda­ tale importanza per la persona, per
mentale importanza riflettere su co­ la società, per l’educazione stessa
me ridefinire oggi l’essere umano, tan­ e, in particolare, per gli educatori che
to vanificato nel suo spessore onto­ vogliono svolgere la loro attività te­
logico di persona dai fenomeni cultu­ nendo ferma la visione integrale del­
rali, che caratterizzano la nuova que­ la persona umana, tipica del Siste­
stione antropologica. ma preventivo.

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2013 107


È noto a tutti che il cuore dell’uomo appresi, a testimoniare la verità sco­
contemporaneo è particolarmente in­ perta, capace di trasformare gli stili
cline all’individualismo e alla prevari­ di vita personali e comunitari.
cazione, all’indifferenza nei confronti Certamente, nella cultura odierna,
del lavoro, materiale e intellettuale, del una sfida straordinaria per compren­
prossimo e sembra inguaribilmente af­ dere e formare l’identità dell’uomo,
fetto da una totale incapacità di lavo­ per educare le giovani generazioni e
rare veramente insieme agli altri e di per concepire in modo nuovo il rela­
degnarli di considerazione o rispettar­ zionarsi tra le persone, è costituita
li nei loro ruoli e competenze, al di là dall’esperienza della Rete.
delle più belle cose che si possano di­ È risaputo che la Rete non può più
re, o scrivere. Questo è uno stile essere considerata un semplice stru­
odierno di essere semplicemente uo­ mento che risponde a modalità “stru­
mini che esige di essere trasformato mentali” , ma un ambiente reale che
mediante un cambio radicale sia de­ segue e modifica le forme della co­
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

gli stili di vita, sia dell’immagine inter­ noscenza e della relazione. Con l’In­
pretativa della persona umana. ternet non cambia solo il modo di co­
Infatti, l’alternativa a una lettura attua­ municare, ma cambia la comunica­
le e riduttiva della persona definita sol­ zione stessa. Con tale modo di dif­
tanto a livello psicologico o empirico- fondere informazioni e conoscenze
funzionalistico, può venire da un mo­ sta nascendo un nuovo modo di ap­
dello dialogico di essa, proposto da prendere e di pensare, con inedite
molti filosofi contemporanei. opportunità di stabilire relazioni e di
Si tratta di un’interpretazione che costruire comunione.
prende come punto di orientamento Perciò, le nuove tecnologie «posso­
non più il soggetto, ma gli altri, tenen­ no contribuire a soddisfare il deside­
do conto del fatto che l’uomo è un es­ rio di senso, di verità e di unità che ri­
sere essenzialmente socievole, par­ mane l’aspirazione più profonda del­
tecipativo e dialogico, legato neces­ l’essere umano, [e s s e ], permetto­
sariamente agli altri, sia per venire in no alle persone di incontrarsi oltre i
questo mondo che per svilupparsi e confini dello spazio e delle stesse cul­
realizzarsi in questo mondo.47 ture. Questa è una grande opportu­
In tale prospettiva l’uomo, visto nel­ nità, ma comporta anche una mag­
la globalità del suo essere e dell’esi- giore attenzione e una presa di co­
stere, è chiamato alla ricerca e al­ scienza rispetto ai possibili rischi».48
l’esperienza dell’incontro, a ricor­ È il compito irrinunciabile degli edu­
darsi che la conoscenza tra perso­ catori, fedeli interpreti del Sistema pre­
ne, anche a livello intraumano, non ventivo, a essere presenti sulle piaz­
coincide mai con la pura mediazio­ ze digitali frequentate dai giovani, che
ne intellettiva e che l’intellettuale non «stanno vivendo questo cambiamen­
si identifica con lo spirituale. to della comunicazione, con tutte le
È fondamentale il nesso tra esperien­ ansie, le contraddizioni e la creativi­
za e scienza che conduce ad appro­ tà proprie di coloro che si aprono con
priarsi interiormente dei contenuti entusiasmo e curiosità alle nuove

108 PO NTIFICIA FAC O LTÀ DI SCIENZE D E LL’EDUC AZION E A U X ILIU M


esperienze di vita. Il coinvolgimento complessivo dell’identità umana, co­
sempre maggiore nella pubblica are­ sicché la coscienza della nostra con­
na digitale, quella creata dai cosiddet­ dizione comune e di ciò che rende
ti social network, conduce a stabili­ propriamente umano il modo d ’esse­
re nuove forme di relazione interper­ re di ognuno rappresenti un luogo di
sonale, influisce sulla percezione di incontro e di assunzione della corre­
sé e pone quindi, inevitabilmente, la sponsabilità per la storia».50
questione non solo della correttez­ In questa prospettiva teorica, che
za del proprio agire, ma anche del­ «persegue un respiro interculturale e
l’autenticità del proprio essere».49 interfilosofico»,51 tale luogo di incon­
In effetti, essere veri contemporanei tro è indicato nella condizione uma­
dei giovani significa oggi, tra l’altro, na creaturale e nella vocazione origi­
trovarsi là dove loro quotidianamen­ naria dell’uomo, condizioni universa­
te si trovano, s’incontrano, fanno li che dovrebbero costituire il fonda­

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


esperienze, conoscono, com metto­ mento e la radice di ogni cultura, sen­
no errori, ma esserlo da maestri sag­ za lasciarsi imbrigliare «in una conce­
gi e critici, capaci non solo di ma­ zione religiosa determinata».52 Si trat­
neggiare le tecnologie, ma di farne ta, in effetti, di una fenomenologia del­
e promuoverne un uso culturale, os­ la creaturalità che chiede la messa
sia tale che sia in grado di esprime­ tra parentesi metodologica della teo­
re la dimensione umana, quindi l’uo­ logia del Creatore e della creazione,
mo come un essere spirituale. «per concentrarsi su quei tratti es­
senziali di umanità che sono real­
3.4. Riappropriarsi della dimensione mente e universalmente nostri, trat­
creaturale della persona umana ti che possiamo esperire e riconosce­
Un’altra prospettiva per rileggere il Si­ re senza anteporre la spiegazione ul­
stema preventivo oggi alla luce del­ tima della loro provenienza. L’uma­
le sfide che la questione antropolo­ no si delinea allora come “ luogo co­
gica pone all’uomo e alla sua edu­ mune” di incontro delle percezioni
cazione, ci può venire dall’antropo­ e delle interpretazioni, con l’emer­
logia della creaturalità. sione di evidenze antropologiche
È, a mio avviso, un’angolatura inte­ che poi ogni fede e ogni visione del
ressante di mediazione culturale a li­ mondo potrà comunque interpreta­
vello antropologico, per superare sia re in una direzione peculiare».53
la tendenza dell’uomo moderno a È una prospettiva di pensare l’esse­
considerarsi autosufficiente, sia per re umano che, nell’universale crea-
superare l’interpretazione naturali­ turalità dei viventi, emerge per il suo
stica e riduttiva del suo essere, sia specifico umano dato da alcuni trat­
infine per proporgli un’educazione ti costitutivi.54
nell’autentico spirito di dialogo e di Il primo tratto essenziale e universa­
apertura interculturale. le della creatura umana è dato dalla
Lo scopo della proposta filosofica di sua unicità autocosciente dinamizza­
un’antropologia della creaturalità è ta, plasmata, assunta consapevol­
quello di «delineare un ripensamento mente da ognuno di noi. Con esso è

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2013 109


strettamente legato il secondo tratto, re di natura plurale e corale. L’una è
quello di una soggettività stratificata intima, l’altro è intersoggettivo.
che nella strutturazione della perso­ La prima è in noi, l’altro è tra noi, co­
nalità, nel conoscere, deliberare e me un elemento vitale nel quale co­
agire coinvolge i diversi nuclei: il cor­ spiriamo e che, allora, investe e rivi­
po che tiene insieme fisicamente ogni talizza l’anima stessa».57
nostro aspetto, si muove nel mondo Il terzo tratto costitutivo della crea-
conferendo una forma tangibile di turalità umana indica come la nor­
presenza a ciò che siamo, implica sen­ male relazionalità dei viventi, pres­
sibilità, vulnerabilità, partecipazione so gli esseri umani possa prende­
alla rete di relazioni cui apparteniamo; re form a tipicam ente umana ossia
il cuore, l’organo effettivo del senti­ quella di una comunità, caratteriz­
re, delle passioni che interagisce in zata da un qualche grado di com u­
modo essenziale con gli altri; la ra­ nione tra i partecipanti.
gione che riguarda la facoltà di rico­ Il quarto tratto riguarda ancora la re­
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

noscimento dei fatti, dei significati e lazionalità intesa nel senso peculia­
del loro nesso, ma anche sede del no­ re della reciprocità dialogica, una
stro “ principio di realtà” e dell’aper­ tessitura di relazioni mutue ed edi­
tura al senso e alla verità; una co­ ficanti: «Reciprocità, in quanto si at­
scienza morale, l’organo del discer­ tua in una condivisione interperso­
nimento della differenza tra il bene e nale di ciò che siamo, sentiamo, sap­
il male; l’anima, vista come «la sog­ piamo, abbiamo. Dialogica, in quan­
gettività più profonda, radicale e libe­ to noi condividiamo senso attraver­
ra che opera la sintesi degli altri nu­ so il silenzio, l’ascolto, la parola e in
clei di soggettività, [.a sso cia ta ] non tale dinamismo sperimentiamo una
a un tratto di immaterialità, ma alla li­ ricerca nella quale tendiamo a una
bertà. A quella che in ciascuno è un verità che scopriamo coinvolta con
viaggio unico, personale. Infatti, uni­ noi nel dialogo stesso».58
versale per dignità e per vocazione, Il quinto tratto costitutivo della con­
la libertà è d ’altra parte l’espressio­ dizione creaturale umana consiste,
ne stessa dell’originalità della perso­ secondo Mancini, nella creatività
na sin dalla sua scaturigine».55 culturale, che origina istituzioni so­
Abolire la categoria dell’anima che in­ ciali e diverse forme di mediazione
dica questo tipo di soggettività sareb­ con la realtà, dal lavoro all’arte, dal­
be «riportare tutto a mente, cervello, la scienza alla filosofia, dalla religio­
neuroni [e] sarebbe precludersi la ne al diritto e alla politica.
comprensione della nostra comples­ La vocazione delle creature umane
sità ontologica».56 è elaborare culturalmente sia la pro­
La soggettività stratificata culmina pria appartenenza alla natura, sia lo
con lo spirito. Esso, tuttavia, non va statuto creaturale del proprio esse­
confuso con l’anima, già intesa come re. Si tratta di una creatività cultura­
la nostra soggettività più profonda e le intelligente e libera e non degene­
radicale, ma è compreso come «una rata in arbitrio.
forza della consapevolezza e di amo­ Il sesto tratto da prendere in consi­

110 PO NTIFICIA FAC O LTÀ DI SCIENZE D E LL’EDUC AZION E A U X ILIU M


derazione è quello della vulnerabilità tando il ricorso a pratiche distruttive.
radicale della creatura umana, dove Ogni atto distruttivo è un ripudio del­
la radicalità è dovuta a diversi fattori: la stoffa e della provenienza del no­
«la possibilità negativa di perdere stro essere, e infatti è nel contempo
contatto con la realtà e di mettersi a un atto autodistruttivo».61
vivere in una condizione del tutto Per questo, il cuore dell’identità crea-
aliena, delirante e allucinata; l’acutez­ turale umana dovrebbe essere una
za del dolore, della sofferenza, del­ consapevolezza crescente che, «in
l’esposizione al male e alla casualità quanto creature autocoscienti ci in­
in una creatura che sente il patire con veste la vocazione a non fare della
la sensibilità fornita dai tanti centri di morte il fondamento o l’esito della vi­
soggettività ricordati poco fa; la pos­ ta, a non collaborare al male, a non
sibilità rovesciata, rispetto a tale acu­ distruggere ciò che, nascendo, ci è
tezza, di giungere all’indifferenza e al­ stato affidato».62 Ciò si raggiunge e

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


l’insensibilità, alla completa mancan­ realizza mediante una scelta quotidia­
za di compassione, la “facoltà” più ra­ na, non straordinaria, di nonviolenza,
dicalmente negativa e perversa, quel­ «l’elemento vitale finalmente adegua­
la di aderire al male e di agirlo».59 to alla creaturalità universale e uma­
Come settimo tratto Mancini indica ciò na in particolare».63
che, in realtà, è un elemento primario Dall’aspetto della fragile relazione con
e decisivo, che fonda lo statuto del­ il bene deriva l’ottavo tratto che spe­
l’identità umana e specifica l’origina­ cifica la creaturalità umana, quello cioè
lità umana. È il dato per cui la crea­ della sua futurità consapevole.
tura umana è in se stessa fragile re­ È il richiamo al bisogno di imparare a
lazione con il bene. «L’uomo non è né esistere creativamente - non nel sen­
buono per natura (non commettereb­ so di una cultura arbitraria ed etno­
be tante atrocità sconosciute agli ani­ centrica, bensì nel senso della crea­
mali), né cattivo per natura (non sa­ turalità - che significa «assumere il fu­
prebbe operare il bene), né ambiguo turo nel cuore del presente, mante­
(cioè non è una mera mescolanza di nerlo aperto per gli altri e per noi, ri­
bene e di male). È in sé vivente rela­ conoscere che il futuro stesso non vie­
zionale con il bene, dove il termine “re­ ne da solo, ma ci è affidato».64
lazione” dice sì di un orientamento es­ Il nono tratto rimanda all’universalità
senziale preciso, ma dice anche di una che, però, deve essere consapevol­
fragilità, di un rischio permanente».60 mente, responsabilmente e tenace­
Mancini insiste infatti sul fatto che la mente coltivata da ciascuno.
relazione con il bene va confermata, Essa è intesa qui come il riconosci­
scelta, coltivata in condizioni ardue, mento del valore di ognuno e di tutti,
senza poter contare su automatismi la consapevolezza della destinazione
benefici (istinti). «Svolgere la relazio­ comune e della partecipazione alla
ne con il bene significa essere chia­ stessa storia, senza «limitazioni, esclu­
mati a esistere secondo una creativi­ sivismi, monopoli».65
tà che rispetta e cura la vita, e quan­ Il tratto costitutivo, che potrebbe ri­
to possibile ne rigenera le forme, evi­ capitolare i nove esposti sopra e che

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2013 111


insieme specifica ulteriormente il sen­ altri sono affidati. Perciò possiamo ri­
so dell’essere creatura per la perso­ conoscerci di volta in volta come so­
na umana, viene indicato da Roberto relle, fratelli, madri, padri».67
Mancini nella categoria della filialità Dal punto di vista antropologico e, an­
che scaturisce dall’idea dell’umanità cor più educativo, la coscienza della
intesa come famiglia. creaturalità, culminante nel senso del­
L’autore lo giustifica nel seguente la filialità, mi pare estremamente im­
modo: «L’ordine semantico della fa­ portante perché apre il cammino del
miglia, che così entra nella riflessio­ divenire persona e dell’esistenza co­
ne per un’antropologia della creatu- munitaria aperta.
ralità, dovrebbe anzitutto essere libe­ Infatti, come conclude Mancini, «di­
rato dall’eco del rimando a una real­ viene radicalmente e compiutamen­
tà puramente psicologica, interperso­ te persona chi assume la propria
nale, affettiva, tu tt’al più sociale, co­ creaturalità e la trasfigura».68
me quando si ripete lo slogan secon­ Ciò significa che la persona “sporge”
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

do cui “ la famiglia è la cellula della so­ sulla creatura. In altre parole, pur es­
cietà” . In effetti, quella di famiglia mi sendo evidente un legame essenzia­
sembra eminentemente e prima di tut­ le tra i tratti dell’essere creatura uma­
to una nozione ontologica e cosmo­ na e quelli dell’essere persona, la di­
logica radicale. Non solo riassume la stinzione tra i due ambiti si delinea nel
struttura della relazionalità universa­ senso che, «mentre nel primo abbia­
le, ma mette a fuoco anche l’intensi­ mo gli aspetti tipici di una condizio­
tà e la qualità di questo essere in re­ ne e di una vocazione, nel secondo
lazione di tutti i viventi. Intensità e qua­ troviamo gli aspetti propri della rispo­
lità definite dalla comunicazione o sta in atto a tale vocazione».69
condivisione del bene».66 Quindi, tale “sporgenza” emerge nel­
In effetti, la categoria della filialità ser­ la misura in cui la persona conferma
ve a evidenziare il legame «indissolu­ se stessa nella relazione con il bene,
bile e prezioso che la creatura uma­ ossia «quando tutto in lei - bisogni,
na deve poter riconoscere con le al­ desideri, impulsi, sentimenti, pensie­
tre creature umane e con tutti i viven­ ri, scelte, comportamenti - cerca con­
ti. In tal modo fonda il senso della fra­ sonanza con il bene stesso».70
ternità e della sororità che conferisco­ Di particolare importanza per l’edu­
no alla responsabilità dell’esistere cazione nella logica del Sistema pre­
creativo la sua legalità e il suo oriz­ ventivo, mi pare il quadro dei tratti ti­
zonte. Nel contempo questo senso di pici dell’essere divenuto compiuta­
filialità, di fraternità e di sororità per­ mente persona che possono essere
mette di togliere le esperienze di pa­ considerati, di fatto, delle autentiche
ternità e di maternità dalla logica del mete educative da raggiungere me­
possesso e dell’esclusività del san­ diante il processo educativo.
gue. Per noi scoprirsi creature signi­ In sintesi, la creatura umana divenu­
fica sentirsi figlie e figli. ta radicalmente e compiutamente
E infatti siamo tali tutti in ogni età e persona dimostra i seguenti tratti: «la
momento della vita. Figlie e figli cui spiritualità in quanto fedeltà alla veri­

112 PO NTIFICIA FAC O LTÀ DI SCIENZE D E LL’EDUC AZION E A U X ILIU M


tà; la libertà vissuta come trascenden­ turale attitudine alla religiosità, rimet­
za sul male e divenuta tu tt’uno con la tendo «al centro l’elemento decisi­
responsabilità che sa giungere sino al vo, ovvero il pensare e il credere».73
riscatto e alla liberazione di chi è ul­ Infatti, l’intelligenza della fede non è
timo (il povero, lo straniero, il nemi­ un privilegio accordato a una cerchia
co); l’integrità quale armonizzazione di credenti, ma appartiene all’atto di
di tutti i nostri nuclei di soggettività; fede in quanto tale, come «partecipa­
lo stile comunitario e ospitale di esi­ zione della scienza divina».74
stenza; la forza di morire nella grati­ Esiste infatti uno stretto rapporto fra
tudine e nell’affidamento: della propria pensare e credere, tra ragione e fe­
eredità di bene ad altri e di se stessi de, le quali non si possono confon­
al mistero della soglia».71 dere tra loro né separare.
Mi pare un abbozzo efficace di una Nel contesto esplicitamente cristiano,
persona compiuta come creatura «fede e ragione sono così legate che

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


umana. Va comunque ricordato che, la parola conclusiva sul concetto bi­
nella logica del Sistema preventivo di blico di Dio, che ci viene dal prologo
don Bosco, un’autentica attuazione di Giovanni, ci parla di Dio come Lo­
della persona avviene nell’orizzonte di gos, cioè come ragione-legame-pa­
fede. Infatti, non si può parlare del Si­ rola, un nesso così forte che, come
stema preventivo se non si tiene con­ ha ricordato Benedetto XVI a Ratisbo-
to, nella pratica, dell’intero trinomio: na, non agire secondo ragione (cioè
ragione, religione e amorevolezza. agire contro ragione) è in contraddi­
zione con la natura di Dio.
3.5. Risvegliare e orientare Ciò vuol dire che Dio si vincola alla ra­
il credere umano gione, si rivela come logos e dunque
La religiosità è una dimensione es­ non è un Dio irragionevole o irrazio­
senzialmente umana e pertanto ogni nale e assurdo. Allo stesso tempo, sul
essere umano ha il diritto alla liber­ versante umano del nesso necessa­
tà di pensiero, di coscienza e di re­ rio tra Dio e logos-ragione, l’irragio-
ligione, che include la libertà di ma­ nevolezza (l’agire non secondo la ra­
nifestare la religione sia privatamen­ gione) è contro Dio, cioè costituisce
te che in pubblico, nell’insegnamen­ l’obiezione più grande per parlare di
to, nelle pratiche, nel culto e nell’os­ Dio o incontrarlo».75
servanza dei riti.72 I diversi maestri di pensiero e grandi
In un contesto come il nostro - ca­ educatori lungo la storia hanno am­
ratterizzato non soltanto dalla crisi piamente dimostrato come la fede non
del pensiero, ma anche dalla dichia­ sia alternativa alla ragione, ma ne co­
rata “ morte di Dio” , dall’evidente stituisca il compimento-superamen­
scristianizzazione di ambienti origi­ to, senza che questo superamento im­
nariamente vivaci per la vita di fede plicasse l’abbandono della ragione.76
e dal pericoloso affermarsi dei fon­ Si tratta naturalmente di una ragione
damentalismi religiosi - urge risve­ aperta all’assoluto, non di una certa
gliare e orientare in ogni persona, ragione moderna separata dalla fede.
specialmente nei giovani, la conna­ Ogni atto educativo originario, infat­

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2013 113


ti, è proteso a suscitare il pensiero e ro, la carriera, il prestigio, il potere,
la fede nella ricerca costante della ve­ oppure un agire consapevole e re­
rità, e ad aprire scenari nuovi e fecon­ sponsabile per realizzare il bene co­
di di vita e di cultura per il nostro pre­ mune, la partecipazione alla politica,
sente e per il nostro futuro. il contributo personale al cambio de­
Senza dubbio, nell’orizzonte del Siste­ gli stili di vita individuali e comunita­
ma preventivo la religione, in partico­ ri, una testimonianza leggibile e tra­
lare quella cristiana, fin dall’origine oc­ sformante della fede cristiana vissu­
cupa un posto essenziale e strategi­ ta nel quotidiano, un rispetto incon­
co. La carità educativa che ha orien­ dizionato della dignità inerente in
tato don Bosco verso il suo impegno ogni persona umana in quanto mem­
vocazionale di educare i giovani bi­ bro della famiglia umana.
sognosi, trova nel Dio del cristianesi­ In ultima analisi, educare nel Sistema
mo ispirazione, fonte e meta. preventivo secondo il pensiero origi­
L’integralità dell’educazione curata nario di don Bosco, è educare al ri­
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

dal santo educatore è vista essenzial­ spetto del diritto alla libertà del cre­
mente come l’introduzione consape­ do e per questo, per i cristiani, all’in­
vole e responsabile del giovane nel­ contro-amicizia personale con Dio,
la vita da «buon cristiano e onesto cit­ vissuta come evento e non come pu­
tadino» e ciò non si spiega se l’edu­ ra conoscenza; è educare al pensie­
cazione non offre un criterio per pen­ ro di Cristo, nella logica dell’Incarna­
sare e interpretare la realtà nella sua zione, iniziando al mistero della fede
totalità. Scriveva a tal proposito J.H. mediante l’educazione alla fede inte­
Newman: «Ammettete un Dio, e voi sa come criterio con cui affrontare tut­
introducete tra gli argomenti della vo­ ta la realtà, coinvolgendo nella vita di
stra conoscenza, un fatto che racchiu­ fede tutto l’essere del giovane: l’in­
de, che avvolge, e che assorbe ogni telligenza, lo spirito, il cuore, le emo­
altro fatto concepibile. Come possia­ zioni, il corpo, l’attitudine alla festa e
mo investigare ogni parte di qualun­ alla gioia, la creatività, il servizio per
que ordine di conoscenza, e fare a gli altri. Si tratta, quindi, di promuo­
meno di quella conoscenza che en­ vere un’educazione permanente al
tra in ogni ordine?».77 senso cristiano della realtà e a con­
Per risvegliare la religiosità nei giova­ siderare la comunione tra le persone
ni e orientare il loro credere attraver­ credenti come criterio del giudizio di
so l’educazione e l’orientamento nel­ fede, perché, la religione a cui si ispi­
la ricerca del senso e della significa­ ra il Sistema preventivo di don Bosco,
tività della vita, la strada percorribile in definitiva, non è una dottrina da co­
oggi credo sia quella delle relazioni e municare, ma una Persona da incon­
del formare l’attitudine al discernimen­ trare, da annunciare, da testimonia­
to, a saper valutare e giudicare i pro­ re con uno stile di vita personale e so­
pri atti, ad apprendere dei criteri per ciale che diventa comunionale, una
non sbagliarsi sull’assoluto da segui­ communio personarum.78
re e a cui sottostare: la propria auto­ Da qui, l’ultima prospettiva per la ri­
realizzazione autoreferenziale, il dena­ lettura del Sistema preventivo alla lu­

114 PO NTIFICIA FAC O LTÀ DI SCIENZE D E LL’EDUC AZION E A U X ILIU M


ce della questione antropologica, for­ legami familiari, interpersonali e, di
temente legata sia alla visione relazio­ conseguenza, anche quelli sociali e in­
nale e creaturale della persona, sia al ternazionali.
pensare e credere, è quella della di­ Dal punto di vista del giovane, urge
mensione dell’amore umano. perciò, in primo luogo, aiutarlo a ri­
comprendere il vero senso dell’amo­
3.6. Amare e insegnare ad amare re mediante la restituzione della sua
Il Sistema preventivo di don Bosco, accezione forte, quella cioè di relazio­
poggiando su ragione, religione e ne interpersonale capace di sceglie­
amorevolezza, fa leva sulle dimensio­ re liberamente e responsabilmente di
ni essenziali della persona, perciò prendersi cura, di partecipare, di ap­
sulla convinzione di appartenere tut­ partenere, di lavorare per il bene co­
ti a una famiglia umana che ricono­ mune, di farsi dono totale all’altro.
sce e promuove il rispetto, la digni­ La persona è e si compie come per­

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


tà e il valore di ogni persona umana, sona quando sa amare. In secondo
perciò è attenta ai diritti e ai bisogni luogo, è bene ricordargli che l’amore
formativi irrinunciabili di ciascuno, non si insegna, come si insegnano al­
«senza distinzione alcuna, per ragio­ tri saperi, tuttavia «non c’è cosa che
ni di razza, di colore, di sesso, di lin­ sia così necessaria imparare».81
gua, di religione, di opinione politi­ Lo si apprende per osmosi, per espe­
ca o di altro genere, di origine nazio­ rienza diretta, per scelta ripetuta
nale o sociale, di ricchezza, di nasci­ consapevolmente, perché noi «na­
ta o di altra condizione»,79 educan­ sciamo anche attraverso una scel­
do tutti ad «agire gli uni verso gli al­ ta; nasciamo allora dal di dentro, e
tri in spirito di fratellanza».80 non nasciamo di colpo, ma come
Infatti, essere predisposti a pensare, pezzetto per pezzetto...Allora non
a credere e ad amare è un dono, un tanto nasciamo, quanto piuttosto
diritto, una potenzialità insita nella na­ diveniamo. Ma a ogni momento pos­
tura di essere persone umane, ma sa­ siamo non divenire, non nascere. Ciò
per pensare, credere e amare è una dipende da noi. [...]. La nascita ha
finalità educativa irrinunciabile e dif­ inizio da un’unione e a un’unione ten­
ficile da raggiungere. de. In questo sta l’amore».82 Di con­
Con la crisi del pensiero e della fede seguenza, è necessario inventare
nella cultura odierna e nel vissuto con­ iniziative, strategie, esperienze nel­
creto delle giovani generazioni, anche l’ambito dell’educazione dei giova­
il discorso sull’amore risente di vari ri- ni all’amore, promuovere la cura del­
duttivismi. Basterebbe evidenziare la la famiglia, della spiritualità coniuga­
tendenza a banalizzare e sfruttare il le e familiare insegnando pure ad es­
corpo umano, specie quello femmi­ sere critici di fronte ai fenomeni cul­
nile, a ridurre l’amore all’emozione, al turali odierni che colpiscono la fami­
sentimento e spesso al sesso svinco­ glia e i legami tra le persone, semi­
landolo dall’affettività, ad avvertire il nando confusione e smarrimento.
bisogno di essere amati, ma non Dal punto di vista dell’educatore, il Si­
quello di dare amore, a stravolgere i stema preventivo, per ciò che riguar­

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2013 115


da l’aspetto dell’amorevolezza, recla­ rabile positività del reale. Tale auto­
ma oggi degli adulti capaci di amo­ esposizione è, nel suo nucleo essen­
re maturo, responsabile, fermo, libe­ ziale, la proposta di quell’ipotesi sin­
ro, capace di autocontrollo e di tra­ tetica esplicativa del reale di cui egli
sparenza, ricordando che la form a­ stesso vive. [...]. Una proposta chia­
zione avviene nel contesto persona­ mata a diventare ipotesi di lavoro per
le con maestri la cui parola è avva­ l’educando».83
lorata dalla sapienza e dallo stile di Ad ogni atto educativo è essenziale,
vita che conducono. poi, il metodo che gli adulti adopera­
Da questo punto di vista, nel conte­ no per coinvolgere i giovani nel pro­
sto attuale è da ricostruire il senso cesso della propria crescita e il Siste­
dei legami e del legarsi tra le perso­ ma preventivo ne è un esempio evi­
ne nell’ambito familiare, ma anche tra dente: una comunicazione da espe­
l’adulto e il minore nel contesto edu­ rienza a esperienza, da persona a per­
cativo e tra i cittadini in una società, sona, da anima ad anima. In effetti,
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

fino a ricostruire in ciascuno e tra le l’educazione nasce laddove accade


persone il senso della famiglia uma­ l’incontro tra un tu educante ed un tu
na universale. Ciò è possibile appel­ educando. Un simile rapporto esige
landosi a un’antropologia non ideo­ due libertà in azione perché soltan­
logica, ma realmente integrale, per­ to così l’educatore accompagnerà
sonalista e com unitaria, e ad l’educando ad essere un attore sem­
un’esperienza dell’amore effettivo pre più libero e creativo di se stesso
sperimentato dal giovane anche at­ e della società in cui vive; esige il dia­
traverso delle figure sostitutive, co­ logo che, come luogo educativo, è
me insegnanti, educatori, maestri. sempre «uno scambio tra l’io (l’edu­
Questi ultimi, hanno oggi un compito catore che propone e si propone), il
importante: recuperare e di riappro­ tu (l’educando che viene introdotto
priarsi dell’autorevolezza che da sem­ alla realtà totale) e la stessa realtà che
pre e in ogni civiltà, degna di tale no­ per il suo carattere di segno non è
me, spettava alle figure che ricopri­ mai meccanicamente afferrabile»;84
vano ruoli educativi. esige la partecipazione personale al­
Non a caso l’autorità, il sostantivo la­ la proposta di vita offerta dall’edu­
tino auctoritas, deriva dal supino del catore, vivendo la proposta e non so­
verbo latino augere che significa far lo conoscendola idealmente. Infatti,
crescere. Educa non chi “attrezza” solo l’impegno esistenziale e quoti­
l’educando fornendogli una serie sem­ diano del giovane è condizione per
pre più articolata di principi con cui una genuina esperienza di verità e
affrontare la realtà (le competenze), quindi per l’acquisizione delle con­
ma «chi documenta in modo concre­ vinzioni e motivazioni personali.
to e personale all’educando la possi­ Alla luce delle osservazioni finora pro­
bilità di compiersi integralmente viven­ poste emerge che, nell’adulto-educa­
do la realtà secondo la totalità dei suoi tore, l’amore vero è quello che gene­
fattori. [...]. Solo autoesponendosi ra la vita, in particolare facendo veni­
l’educatore può mostrare [...] l’ineso­ re alla luce la persona dell’altro. E

116 PO NTIFICIA FAC O LTÀ DI SCIENZE D E LL’EDUC AZION E A U X ILIU M


l’adulto è educatore a due condizio­ mente nella realtà - perché l’educa­
ni: anzitutto che egli, in prima perso­ zione non è un’emergenza, è un
na, si lasci educare (uno non è padre compito quotidiano -, il Sistema pre­
se non è figlio. Attenzione al tempo ventivo, provocato e stimolato dalla
del verbo: se non è, non se non è sta­ nuova questione antropologica, con­
to). La seconda condizione è che tinua ad essere una risorsa signifi­
questa perenne educabilità, questa li­ cativa sia per la cultura pedagogica
bera scelta di permanere educando che per l’esperienza educativa nei di­
perché si possa essere maestro, sia versi contesti in cui viene applicato
alimentata dalla forza educativa del­ e vissuto, volgendo l’attenzione alla
le persone con cui si lavora, con cui persona umana e alla promozione dei
si interloquisce, con cui si condivide suoi diritti fondamentali, in partico­
la vita e la vocazione di educatori. lare, al diritto delle giovani genera­
zioni all’educazione.

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


4. Per c o n clu d e re A dimostrarlo è il fatto che esso si
poggia su ragione, religione e amo­
Il percorso di riflessione compiuto fa revolezza: tre principi metodologici
emergere come, per educare secon­ in un legame intrinseco e vitale con
do i principi del Sistema preventivo, le tre dimensioni essenziali della per­
sia necessario essere veri contempo­
sona umana. Pensare, credere, ama­
ranei dei giovani con e come don Bo­ re sono diritti e potenzialità umane
sco, ossia, come lui, lasciarsi interro­
che l’educazione in ogni tempo e luo­
gare dalle sfide che la realtà pone al­
go deve saper sviluppare, dialogan­
l’educazione ed educare i giovani
do con la cultura e con la società,
perché siano in grado di introdursi nel­
ma prima ancora con la persona e
la realtà da attori e protagonisti.
con la Trascendenza.
La questione antropologica attuale ha
originato alcuni fenomeni culturali che
non si possono ignorare: ha messo in NOTE
crisi la persona umana nello spesso­
1Braido Pietro, Prevenire,
non reprimere. Il si­
re del suo essere, con il rischio di of­ stema educativo d i don Bosco, Roma, LAS
fuscare la sua dignità, il suo valore, i 1999, 174.
suoi diritti e i doveri nei confronti di 2Cf Nanni Carlo, Educare con don Bosco alla
se stessa e della comunità umana in vita buona del Vangelo, Leumann (Torino), El-
cui vive; ha messo in dubbio le capa­ ledici 2012, 15.
cità conoscitive della persona autoli- 3Tra i docum enti pedagogici e spirituali più im ­
mitando la sua ragione, precludendo­ portanti di don Bosco sono indubbiam ente le
le la possibilità di conoscere la verità vite dei tre giovani di Valdocco, ripubblicate
recentem ente con il titolo: Vite d i Giovani. Le
nella sua totalità; ha svincolato il pen­ biografie d i Dom enico Savio, M ichele M ago­
sare umano dal credere e dall’ama- ne e Francesco Besucco (Saggio introduttivo
re, impoverendo l’esperienza del­ e note storiche a cura di Aldo Giraudo, Roma,
l’umano nell’uomo e l’esperienza re­ LAS 2012). Com e annota il curatore del testo,
«questi scritti offrono gli elementi essenziali per
lazionale a livello personale, comuni­
com prendere il cuore del m essaggio e ducati­
tario, sociale ed internazionale. vo di don Bosco: la religiosità com e centro uni­
Se l’educare è introdurre quotidiana­ ficante e vitalizzante del cam m ino form ativo;

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2013 117


la com unanza di vita paterna e fraterna del­ Hiang-Chu Ausilia - Farina M arcella - Rosan­
l’educatore con gli allievi; l’intreccio dinam ico na Enrica (a cura di), Donna e umanizzazione
di amore, letizia e impegno; l’efficacia del coin­ della cultura alle soglie del terzo m illennio. La
volgim ento attivo dei giovani nella com unità; via d e ll’educazione, Roma, LAS 1998, 273­
l’im portanza strategica degli spazi offerti al lo­ 325; Cavaglià Piera, Riattualizzare o rinnova­
ro protagonism o» (ivi 5). re il m etodo educativo d i don Bosco ? Un con­
trib u to alla riflessione, in M a rtin e lli - C h eru­
4 Il testo nel quale don Bosco codifica con mag­
bin (a cura di), Il sistem a preventivo verso il
gior sicurezza e lucidità le sue esperienze edu­
terzo m illennio 179-220.
cative ed idee pedagogiche è Il Sistema p re ­
ventivo n e ll’educazione della giove ntù s c rit­ 6Sul contesto storico e socio-culturale nel qua­
to nel 1877. In esso com pare per la prim a vo l­ le visse ed operò don Bosco c f S te lla Pietro,
ta la triad e ragione, religione e amorevolezza Don Bosco nella storia econom ica e sociale
(cf Bosco G iovanni, Il Sistema preventivo (1815-1870), Roma, LAS 1980; Id., Don Bosco
nella educazione della gioventù, in Braido Pie­ e le trasform azioni sociali e religiose de l suo
tro [a cura di], Don Bosco educatore. S critti tem po, in Aa.Vv., La Famiglia Salesiana riflet­
e testim onianze, Roma, LAS 1992, 258-266). te sulla sua vocazione nella Chiesa di oggi, Leu­
In questo testo, cura to da Braido, sono p u b ­ mann (Torino), Elledici 1973, 145-350; Di P ol
blicate in edizione critica m olte altre fonti fo n ­ Redi Sante, Don Bosco e il sistema preventi­
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

dam entali per la conoscenza del Sistem a pre­ vo nella pedagogia italiana, in Nanni Carlo (a
ventivo. Ad esse vanno aggiunte le M em orie cura di), Don Bosco e la sua esperienza p e da­
d e ll’O ratorio d i San Francesco d i Sales dal gogica: eredità, contesti, sviluppi, risonanze.
1815 al 1855 (Saggio in tro d u ttivo e note s to ­ A tti del 5° Sem inario di «Orientamenti Peda­
riche a cura di A ldo G iraudo, Roma, LAS gogici», Venezia-Cini 3-5 ottobre 1988, Roma,
2011), lo sc ritto più au tobiog ra fico del santo LAS 1989, 179-198; Chiosso Giorgio, Popola­
educatore, steso nel 1873. Tra gli studi sul rità e m odernità n e ll’esperienza pedagogica di
S istem a preventivo di don Bosco sono fo n ­ don Bosco. Il sistema preventivo nella socie­
dam entali quelli di Pietro Braido: Il sistema tà italiana d e ll’800, in Nanni (a cura di), Don Bo­
preventivo d i don Bosco, Zurich, Pas-Verlag sco e la sua esperienza pedagogica 77-99.
(19642); L ’esperienza peda go gica d i don B o­
sco, Roma, LAS 1989; Prevenire non rep ri­ 7Ruini Camillo, Identikit d i u n ’emergenza ine­
m ere (1999). Per la conoscenza storica del vitabile, in L ’Osservatore Romano, 2-3 febbra­
santo c f S te lla Pietro, Don Bosco nella sto ­ io 2009, 5.
ria della religiosità cattolica 1° vol. Vita e o pe­ 8L. cit.
re, Roma, LAS 19812; Id., Don Bosco nella sto­
ria della religiosità cattolica 2° vol. M entalità
9Dichiarazione Universale dei Diritti umani, Pre­
am bolo. Risoluzione 217° (III) d e ll’Assem blea
religiosa e spiritualità, Roma, LAS 19812.
Generale delle Nazioni Unite, 10 dicem bre
5 Sono m olti gli studiosi che si sono cim enta­ 1948, in http://w w w .ohchr.org/en/udhr/pages
ti nell’impresa di attualizzare il Sistema preven­ /language.aspx?langid=itn (13-01-2013).
tivo di don Bosco m ettendolo in dialogo con
le sfide pedagogiche via via em ergenti. In pa r­
10Ivi, art. 26.
ticolare c f Valentini Eugenio, Don Bosco re­ 11Ivi, art. 29, § 1.
stauratore de l sistem a preventivo, in Rivista
d i Pedagogia e Scienze religiose 7(1969), 285­
12Ruini Camillo, La nuova questione an tropo­
lo g ic a e l ’e m ergenza e d u ca tiva , in
301 ; B e lle ra te Bruno, Il significato storico del
http://w w w .loccidentale.it/node/68585, 1, (24­
Sistem a Educativo d i don Bosco ne l sec. XIX
01-2013).
e in pro spe ttiva futura, in M a rtin e lli Antonio
- Cherubin Giuseppe (a cura di), Il sistema p re ­ 13C o ncilio Vaticano II, Costituzione pastorale
ventivo verso il terzo m illennio, Roma, LAS sulla Chiesa nel m ondo contem poraneo: Gau-
1995, 13-37; Braido Pietro, L ’esperienza p e ­ dium e t spes n. 14 (7 dicem bre 1965), in En-
dagogica d i don Bosco nel suo «divenire», in chiridion Vaticanum (EV)/1, Bologna, Dehonia-
O rientam enti P edagogici 36 (1989) 32-35; Id., ne197911, 1364.
“ Prevenire” ieri e og g i con don Bosco. Il si­
gn ifica to storico e le potenzialità p erm anenti
14Ruini, La nuova questione antropologica 1.
de l m essaggio, in Cavaglià Piera - Chang 15L. cit.

118 PO NTIFICIA FAC O LTÀ DI SCIENZE D E LL’EDUC AZION E A U X ILIU M


16 C f Schiavone Aldo, Storia e destino, Torino, 287.
Einaudi 2007.
32 Cf Dichiarazione Universale dei D iritti uma­
17 Fontana Stefano, La crisi antropologica è una n i, art. 1.
crisi teologica, in http://w w w .civitas.it/2012/12
33 Giovanni Paolo II, Lettera Juvenum Patris del
/1 8 /fe d e-im p eg no-p olitico-e -crisi-a ntrop olo -
Som m o Pontefice Giovanni Paolo II nel cen­
gica (24-01-2013).
tenario della m orte di San Giovanni Bosco n.
18 BenedettoXVI, Lettera enciclica sullo svilup­ 10 (31-01-1988), in Insegnam enti d i Giovanni
po umano integrale nella carità e nella verità: Paolo II, vol. X I/1, Città del Vaticano, LEV 1989,
Caritas in veritate n. 30 (20-06-2009), in EV/26 300-301.
(2012) 718.
34 C f M acIntyre Alasdair, Dopo la virtù. Sag­
19 Sanna Ignazio, La questione antropologica: gio di teoria m orale, Milano, Feltrinelli 1988, 88­
a sp etti della riflessione contem poranea, in 90.
h ttp://w w w .ig n a zio sa n n a .co m /a rtico li-sca ri-
35S co la Angelo, Current trends, social circum -
cabili.htm l, 1 (13-01-2013).
stances and Catholic School, in Id., La passio­
20 Ruini Camillo, La Chiesa in Italia: da Loreto ne d i educare. Scritti del Cardinale Angelo S co­
ai c o m p iti del presente, in Vita e Pensiero

LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA INTERPELLA IL SISTEMA PREVENTIVO OGGI / MARIA SPÓLNIK


la sull’educazione, l ’università e la cultura (a cu­
87(2004)6, 12. ra di Alberto Peratoner), Venezia, Marcianum
21 C f Sanna Ignazio, Dal crepuscolo degli dei Press 2012, 44-45.
al crepuscolo d e ll’uom o, in Id. (a cura di), La 36 C f ivi 47.
sfida del post-um ano. Verso nuovi m odelli del­
l ’esistenza?, Roma, Edizioni Studium 2005, 37 L. cit.
281. 38 Ivi 45.
22 C f Id., La dignità della persona umana e d e u - 39 L. cit.
genismo, in http://w w w .ignaziosanna.com /ar-
40 Newman John Henry, Opere, Torino, UTET
ticoli-scaricabili.htm l, 1, (13-01-2013).
1988, 737.
23 Id., La questione antropologica 8.
41 C f S co la Angelo, Framm entazione del sa­
24 Di P ie tro Maria Luisa - Sgreccia Elio, Pro­ pere teologico e d unità d e ll’io. N ote d i m eto­
creazione assistita e fecondazione artificiale tra do, in Id., La passione d i educare 185.
scienza, bioetica e diritto, Brescia, La Scuola
1999, 140. 42 Von B a lth a sa r Hans Urs, Teologica. I. Veri­
tà del m ondo, Milano, Jaca Book 1987, 48.
25 Sanna, La questione antropologica 8-9.
43 Ivi 49.
26 Ruini Camillo, L ’idea d i uomo, frontiera g lo ­
bale, in Avvenire (18-11-2006), 17. 44 Ivi 205. Von Balthasar precisa inoltre: «La
verità può dunque in una prim a descrizione es­
27 Benedetto XVI, Restituire piena cittadinan­ sere definita com e la svelatezza, scopertura,
za alla fede cristiana. Verona - Ai partecipan­ non chiusura, non nascondim ento de ll’esse­
ti al IV Convegno Ecclesiale Nazionale della re. Q uesto non nascondim ento significa insie­
Chiesa che è in Italia nella Sala plenaria della me due cose: che da una parte appare l’es­
Fiera (19-10-2006), in Insegnam enti d i Bene­ sere e che dall’altra l’essere appare» (Ivi 41).
detto XVI, vol. II/2, Città del Vaticano, LEV 2007,
468. 45 S cola, Frammentazione del sapere 187.

28 G ala ntin o Nunzio, Educare le persone. 46 Id., Una com unità d i do cen ti e studenti ani­
Emergenza educativa e questione antropolo­ m ati dalla com une ricerca della verità, in Id.,
gica, in Osservatorio Com unicazione e Cultu­ La passione d i educare 260.
ra (2009)1, 3. 47 Emmanuel M ounier ha definito la persona
29 Braido, “Prevenire” ieri e oggi con don B o­ com e spirito incarnato, vocazione e com unio­
sco 287. ne, Martin Buber com e realtà dialogica, Karol
W ojtyta com e prossim ità, Emmanuel Lévinas
30 Id., Prevenire non reprim ere 289.
com e alterità, Ferdinand Ebner com e realtà spi­
31 Id., “Prevenire” ieri e oggi con don Bosco rituale di natura relazionale.

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LI NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2013 119


48Benedetto XVI, Verità, annuncio e autentici­ 67 L. c it.
tà d i vita n e ll’era digitale. M essaggio del San­
68 Ivi 31.
to Padre Benedetto XVI per la 45° Giornata
M ondiale delle Com unicazioni sociali (24-01­ 69 L. cit. Il corsivo è mio.
2011), in Insegnam enti d i Benedetto XVI, vol. 70 L. c it.
VII/1, Città del Vaticano, LEV 2012, 128.
71 L. cit.
49Ivi 127.
72 C f Dichiarazione Universale dei D iritti um a­
50Mancini Roberto, Verso u n ’antropologia del­ n i, art. 18.
la creaturalità, in Mancini Roberto - Falappa Fa­
73 Sabetta Antonio (a cura di), Passione edu­
biola - C a n u llo Carla - Labate Sergio, Per
cativa. Un itinerario storico tra i maestri del p e n ­
u n ’antropologia della creaturalità, Trapani, Il
siero, Roma, C ittà Nuova 2012, 8.
Pozzo di G iacobbe 2009, 8.
74 Tommaso d’Aquino, La Somma Teologica I,
51Ivi 5.
q.1, a.3, ad 2 (traduzione e com m ento a cura
52Ivi 14. dei Domenicani Italiani, testo latino dell’Edizio­
ne Leonina), Firenze, Salani 1949, 48.
53Ivi 20. Mancini afferma: «La sem antica de l­
la creaturalità, nella misura in cui non viene o b ­ 75 Sabetta (a cura di), Passione educativa 8-9.
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

bligatoriamente ricavata dal rimando a una teo­


76 È interessante, da questo punto di vista, l’in­
logia del Creatore, prom ette di essere un luo­
tero volum e citato sopra e curato da Sabetta
go ermeneutico ed euristico ospitale per un’an­
intitolato Passione educativa, una preziosa an­
tropo lo gia teorica dialogicam ente e intercul-
tologia di testi che dim ostra come, lungo la sto­
turalm ente elaborata. Non per niente altre vi­
ria, i veri pensatori e maestri abbiano saputo
sioni filosofiche, per esem pio quelle ispirate educare le persone m ettendo al centro della
dalla tradizione ebraica o dalla tradizione isla­ loro riflessione l’esercizio del pensare e del cre­
mica, oppure quelle ispirate dalla tradizione in­ dere.
duista, non hanno alcun problem a a pensare
l’essere umano com e creatura» (L. cit.). 77 Newman John Henry, L ’idea d i Università, M i­
lano, Vita e Pensiero 1976, 70.
54Per la com prensione dei tratti costitutivi del­
la creaturalità dei viventi, in generale, c f ivi 23­ 78 C f WojTYtA Karol, La famiglia com e “com ­
26, invece per quelli specificam ente della munio personarum», in Id., Metafisica della pe r­
sona. Tutte le opere filosofiche e saggi inte­
creatura umana c f ivi 26-31.
grativi (a cura di Giovanni Reale e Tadeusz
55Ivi 27. Styczen), Milano, Bompiani 2003, 1463-1479.
56L. c it. 79 Dichiarazione Universale dei Diritti umani, art.
57L. cit. 2.
80 Ivi, art. 1.
58Ivi 28. Mancini ha approfondito la nozione
della reciprocità, in particolare, nel suo sag­ 81 Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della spe­
gio La buona reciprocità. Famiglia, educazio­ ranza, Milano, M ondadori 1994, 138.
ne, scuola, Assisi, Cittadella Editrice 2008.
82 WojTYtA Karol, Raggi d i paternità, in Id., Tut­
59 Id.,
Verso u n ’antropologia della creaturalità te le opere letterarie. Poesie, dram m i e scritti
28-29. sul teatro (presentazione di Giovanni Reale,
saggi introduttivi di Bolestaw Taborski), Mila­
60Ivi 29.
no, Bompiani 2001, 929.
61L. cit. Il corsivo è d e ll’autore.
83 S co la Angelo, Rischio educativo, in Id., La
62L. c it. passione d i educare 28.
63L. c it. 84 Id., Current trends 49.

64Ivi 29-30.
65Ivi 30.
66L. c it.

120 PO NTIFICIA FAC O LTÀ DI SCIENZE D E LL’EDUC AZION E A U X ILIU M

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