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Capitolo ottavo

Attualità del pensiero di Roberto Pane

Dobbiamo essere grati a Mauro Civita per aver convinto Roberto Pane
(1897-1987) a selezionare e pubblicare in antologia, come sua quinta
raccolta di scritti, saggi sul restauro risalenti agli anni fra il 1944 e il 1980.
Il volume Attualità e dialettica del restauro, infatti, costituisce oggi la
Summa più efficace del pensiero del Maestro ed il miglior punto di
riferimento anche per il tema dell «educazione all'arte», premessa indi-
spensabile ad ogni coscienza conservativa. Un pensiero, quello di Pane,
che si conferma come uno dei cardini della moderna riflessione sul
restauro (insieme con il contributo di Renato Bonelli e, nel campo delle
arti figurative, di Cesare Brandi, Paul Philippot e, diversamente, Um-
berto Baldini), temperato ma non scalfito nella sua efficace attualità dal
tempo e dal procedere-per molti versi contraddittorio -della specula-
zione sui temi della tutela e del restauro.
Sentiamo di poter affermare tutto ciò in piena certe/2a, nel convinci-
mento che i principi del restauro critico, cui Pane diede i suo magistrale
contributo, costituiscano ancora oggi un riferimento agginato e convin-
cente. Se Osserviamo gli attuali orientamenti teorico-prelei del restauro,
notiamo che dall'inizio degli anni Settanta molto si è lavorato e molto si
è prodotto scientificamente ed anche sul piano divulgativo. Da una parte
l'attenzione per la conservazione ed il restauro si è, almeno apparente-
mente, diffusa a più ampi strati della popolazione, costituendo un tema
privilegiato dei masS-media, interessando il mondo politico (che ha molto
legiferato in tal senso0, anche se sulla base di gravissimi equivoci concet
tuali e di metodo) e diventando finanche un ricorrente argomento dei
programmi di governo; dall'altra il tema del 'recupero' dei centri storici e
del 'riuso' delle preesistenze ha implicato il mondo professionale ed
imprenditoriale, per una complessa serie di ragioni, più economiche e

R. Pane, Attualità e dialettica del restauro, antologia a cura di Mauro Civita, Chieti
1987, dalla quale in seguito si cita.
Ricordiamo, comunque, in relazione alle questioni di restauro, alcuni dei principali
volumi di R. Pane, Architetturae arti figurative, Venezia 1948; ID., Città antiche edilizia
uova, Napoli 1959; ID., Atualita dell'ambiente antico, Firenze 1967; ID., Il canto dei
tamburi d pietra, Napoli 1980; Due lezioni di Roberto Pane, (a cura di Stella Casiello,
Giuseppe Fiengo, Raffaele Mormone), Napoli 1988.
restauro
Avcinamento
al
386
cosi
deciso oggi in
che oggi in Italia,
modo
culturali, in in
che interventi
di
ristrutturazione,
campo
socio-demografiche

il bilancio
degli
alle nuove
cazioni (circost: Za
edificazi
ben noto,
comè
quello
destinato
demografico
ed economico
economico, fra il
abitativo, già supera
del boom
negli anni
quasi impensabile Sessanta). critiche,
cri nelle quali
anni
50 e la fine degli
osservazioni

o in
polemiche s polemica di R.
e s e r c i t a t a la vis
Senza n t r a r e in profeticamente
amaramente
e
teoretico che qui
piu interessa, si
sempre
tornando al campo 1 motivi
di rischio e di con
onfu-
Pane, e sono oggi
osservare che tre
sinteticamente

sione concettuale: sul perche conservar


teorico di tondo,
riferimento
1) la perdita del a sproposito di restaur
e molto spesso
Quanto più si parla, a proposito del conser
confondersi le ragioni prime
e
tanto più sembrano dileguarsi non certo pratiche od economi.
vare, culturali ed educative soprattutto,

che; ed assolutizzare l'apporto delle


scienzo
2) la tendenza a sopravvalutare
nel restauro, puntando ad una fondazione
ed in specie della tecnologia'
totalmente scientifica del restauro
stesso miraggio irraggiungibile e
dialettico e storico-critico. È in
fallace e dimenticandone il nucleo
modo una tendenza che si avvicina, pur con qualche significativo
qualche
scarto, a quella della pura conservazione e a tutto ciò che, in chiave
materialistica o comunque dichiaratamente anti-idealistica, le ruota in-
torno;
3) l'orientamento, solo in parte contrapposto al precedente, ma con ben
evidenti concordanze teoriche di fondo (il rifiuto della storia come
interpretazione e giudizio, l'attenzione prevalente ai temi della cultura
materiale, il riferimento ideale alla nouvelle histoire, l'interesse per i
materiali visto come avvicinamento privilegiato e quasi esaustivo all'o
pera ecc.), verso il 'ripristino' più o meno filologico dell'oggetto da
restaurare o mantenere.
Tendenze, queste, per molti aspetti feconde di spunti di riflessione
ma sostanzialmente contraddittorie ed
incapaci di rispondere all'intera
gamma di questioni che il restauro
può porre (in particolare il problema
basilare, così chiaramente inquadrato da
ventuale rimozione delle Brandi, Pane e Bonelli, dell'e
A questi tre attualissimiaggiunte').
ha dato 'punti di rischio' il pensiero di Roberto Pane
una
risposta, netta e
decisa, che tuttora ci conforta e ci lda
riflettere.

Le motivazioni di fondo del


oscurate dal parlare che si 'perché conservare', oggi in arte
culturali, sono da Pane fa, più meno furbescamente, di
o gran pa
intesa, in una più riconosciute, più che nella cultura Do
generale
un'autocritica che investe, insiememorale istanza di civiltà. strettamen
e

samente nei decenni scorsi si con


l'autore, tutti coloro Proponenu
sono battuti che geno
storico-artistico, Pane osserva per la tutela

indiscutibilmente andatipatrimon
che si è del
incon
Atualità del pensiero di Roberto Pane 387

aduno scacco, dovuto senza dubbio allo squilibrio delle forze in campo,

maanche al fatto che si è puntato esclusivamente sui valori estetici e

storici,a scapito forse della difesa delle più generali condizioni 'struttura-
li',
economiche, sociali, civili che tale patrimonio avevano contribuito
generare. Si è puntato, insomma, per dirla simbolicamente, a privilegiare
a

eil fiore e il frutto, senza darci troppo pensiero dell'albero» (p. 13).
Una sferzante denuncia tocca il nucleo del problema: ora «la sola
cosa di cui possiamo esser sicuri è... I'incremento della bruttezza» (p. 9).
Non solo i beni culturali, ma «la natura stessa» è, oggi, «da restaurare» 273-275
(p. 18). Se la dilapidazione e la sistematica distruzione dei valori ambien-
tali si è attuata con la rapidità che tutti conosciamo, quale 'normale
espressione della situazione economica e politica che ci contraddistingue,
la difesa di tale patrimonio, come difesa del bello, «del mondo della
memoria» e «della qualità come autenticità» si pone quale azione «intrin
secamente rivoluzionaria» (p. 18). Nei termini d'una rivoluzione che solo
può nascere dalla rifondazione morale del paese ed in specie dall'educa-
zione delle nuove generazioni ad esperienze che, cosi stando le cose, le
Sono precluse: la bellezza artistica ed ambientale, la natura, il senso della
tradizione e della storia. In questa prospettiva la difesa dei valori am- 276
bientali, e con essa il restauro dei monumenti e la conservazione delle
risorse, rappresentano non «un compromesso con il passato, ma ... un
nuovo programmma per il futuro» (p. 19).
E l'uomo nella sua interezza che chiede, in quanto tale, la 'tutela
della memoria', che rifiuta il consumo come regola, che ha finalmente
perso l'ingenua 'razionale' fiducia nello sviluppo illimitato. Ecco che
ecologia, ricerca scientifica cosciente dei propri limiti, anche morali,
tuteladell'ambiente, difesa del paesaggio, restauro dei monumenti infine
divengono termini fra loro strettamente correlati e dal forte carattere
innovativo.
Tornando più da presso ai nostri temi, lo studio napoletano sottolinea
costantemente l'importanza dei valori ambientali, in cui «si esprime la
continuità della stratificazione... che tante generazioni hanno conosciuto
ed amato» (p. 345). Di tale ambiente l'architettura è protagonista privile
giata, in esso s' invera e si completa il monumento singolo. E una
concezione che molti reputano contemporanea ma che già, osserva Pane,
è riconoscibile in W. Goethe, nel Viaggio in Italia, ed in Ferdinand
Gregorovius: «la visione dell'ambiente ha significato,
maggiori viaggiatori in Italia, la consapevolezza dellanell'esperienza dei
continuitàstorica,
raffigurata attraverso la stratificazione delle forme architettoniche» (p.
238).
Questo solido inquadramento costituisce la premesa più chiara per
una concezione veramente 'integrata' del restauro. A ulteriore conferma
Pane, nei suoi ultimi anni, ha sentito l'esigenza di far precedere le
due

3 Cfr. La profezia di Cernyaevskij, in Pane, Attualità 1987, pp. 400-403.


388 Avicmamento al restauro

fondamentali istanze del restauro, l'estetica e la storiea, da una terza


denominata da lui stesso istanza psicologica', a sottolineare il valore
profondo, quasi un a-priori er l'integrità dell'uomo, della fruizione
estetica e della memoria.

Se quanto detto sopra. circa le radici del conservare monumenti e


ambiente come stratificazioni, concorda pienamente con gli assunti del
restauro puramente conservativo', già se ne può intravedere il contrasto
rispetto a quaunque teoria del ripristino, il terzo rischio da noi indivi-
duato e. già in precedenza, discusso.
Sulla pura conservazione' ed il suo radicale dissidio col 'restauro
critico', di cui Pane è uno dei fondatori, è inutile sotfermarsi; basti solo
ibadire come una concezione basata sul giudizio storico-critico e che non
nega a priori l problema della rimozione delle aggiunte e della reintegra-
ione delle lacune. quale operazione potenzialmente creativa. dove il
restauro può spingersi fino a diventare esso stesso opera d'arte', sia
parte integrante e distintiva del suo pensiero.
Più interessante è considerare qualche passo relativo alla fiducia nelle
scienze e nella tecnologia che, dell'atteggiamento
presenta una componente tutt'altro che secondaria.
pan-conservativo, rap
Premesso che «prima di essere una tecnica. il restauro deve esseTe
una filosofña (p l5), insieme con quella dell'estetica «meccanicistica
Pane svoBlge la sua critica della
ingenua fiducia nella tecnologia. vista
quale principio risolutore di problemi che a suo avviso stanno, trattan-
dosi di restaura. in ben altro ambito. L'una e ll'altra
hanno in comune.
aome peacato
d'origine. il fatto di rivelarsi, se pure in modo diverso.
quali espressioni di quel mondo efficientista. razionale, consumistico.
Tduttivista» e acniticamente
pragmatico, incapace per sua natura di
apprezzare e, tantomeno, di tutelare Tambiente e le memorie che esso
contiene Citando H. Marcuse, che
Pane afferma che la tirannide della riprende pensiero di F. Schiller,
un

la sensaalità» (p. 348), ragione impoverisce e imbarbarisce


quella Sinnlichken (p. 302) che sola è in grado di
metterci in sintoaia con Farte e la storna
readendooe posszbile la difesa e stratificatesi nell'ambiente
nota cone la lespansione. Citando J.K. Galbraith.
fede-o meglio fiduciosa aspettazione- nell'intervento
secnologico sia tale da far credere che «i
problemi hanno delle soluzioni
ancor prima che si
sappia come debbono essere
netodologa Tiduzonistica, cui sopra si accennava,risolti» (p. 376)). La
è caratteristica «di
gran parte della noerca moderna ed ha il
demerito, nel nostro campo
particola7ente grave, di credere d'-ottenere
studiando le proprietà comprensione
una
n sistema complesso efficace
isolatamente (p. 377). Contro la «tradizione delle sue parti prese
ottimismo della tecnologia, la
risposta è nel
pragmatica» ed il falso
quale la risposta è da riconoscersi altrove:pensiero
in ciò
dialettico «secondo
ridurre n puri e semplici termini che non è
razionali- (p. 387). possibile
di Roberto Pane 389
Attualità del pensiero

riserva alla tendenza


verso il ripri-
Ma ben più dure obiezioni Pane architettonico; meno
campo archeologico quanto
stino, presente tanto in La pulsione a riportare
a nuovo.
nel camp0 artistico, strettamente inteso. le
sottrarre. in altre parole,
completare, a rinfrescare nei materiali,
a
a vista da
è
del cancellandone i venerandi segni.
opere al flusso tempo
sia in molti restauri archeologici
Pane, sia in alcuni palazzi romani ed al suo pregio
tanto al singolo edificio
campani. come un'offesa non ambientali di cui
a quei valori
testimoniale o estetico, ma soprattutto
Valori che
il culmine di tutto il suo impegno.
sopra s'è detto, costituenti
dal loro stare insieme» (p.
«traggono importanza e significato. proprio unità. Si molte
inscindibili di un'armoniosa pensi a

13). come parti facciate. al rinnovamento spesso


inutile di infissi
ndipinture o puliture di Torino.
anche a Venezia. Genova.
epavimenti, a molti famosi restauri
conto di ciò che Pane
intende. A proposito del
Roma. per rendersi
che ristabilire la «decorazione, per
singolo monumento egli precisa
oltre che pericoloso» è aanche
errato
mostrarne l«espressione totale ...

rista-
totale non può. comunque, essere
perché la cosiddetta espressione modo anticipando le

bilita» (p. 139). Diversamente, ma in qualche


tendenze al ripristinosopra menzionate, lo stesso Bruno ZZevi in poiemica

con Pane aveva affermato che


nelle "zone di rispetto' delle antiche città.
se «un edificio è pencolante, si proceda ad un restauro filologico di tipo
come nuOva da alcuni
giapponese-» (p. 262). Poszone ora riscoperta
in riferimento
eminenti storici e restauratori. per fortuna non sempre
al-

l'architettura.
Pane, e «linsensibiità
con essa imde
Se lignoranza.
a

scrive
definiscono la stratifcazione
quegli aspetti accidentali e gratuiti che
stonica. e preferisce ad essi l'evidente eficienza e pulizia' dei materali
nuovi» (p. Si0). le ncostruzioni massicce, perpetrate soprattutto dag
danno
archeolog (ad esempio sugli anfiteatri di Capua e Pozzuoh). a
opere 'né antiche né nuove", né si capisce «a qual punto tale operazzone
debba essere interrotta. invece che portata a compimento, forse alo
saopo di rinnovare gi antichi spettacoli gladiatorni, col risultato di una
falsificazione storicamente ed esteticamente assurda e repeliente-. Un
danno irTevers1ble su ciò che prima al visitatoreappara come un 17vO
e drammatico documento del passato-, una «pittoresca stratificanone».
un insieme frutto di arte e natura. un frammento d'ambiente -coerente
con i più consacrati e diffusi motivi di bellezza del paesaggio italian
(pp. 313-3141. Né hanno senso alcuno le obiezioni «democratiche (p.
315), per cu la ncostruzione s'imporrebbe a motivo di una prù facte
ComprensSione dei monumenti da parte dei visitatori. fnfatti è molto
singolare che proprio mentre si distugge l'ambiente e la cormice dei
ruderi stesi. li si ricostruisca, naturalmente non solo in Italia, autentica-
mente finti antichi. Esempi questi di particolare «insensibilità e incultura
falsificazioni intollerabili. che sembrano non aver avuto altro scopo se
nonquello di estraniare, rifacendole nuove, alcune parti del fabbricato.
affinchélo stesso pathos della storia ne risultasse cancellato» (p. 372).
390 Avvicinamento al restauro

Altre interessanti considerazioni riguardano il problema della distin-


guibilità delle parti di restauro da quelle originali, preoccupazione emi-
«il restauratore
nentemente «psicologica»quando riguarda i rapporti fra
ed i suoi giudici più qualificati», ma molto più concreta e solida se intesa
come forma di rispetto e di reale interesse, non solo per gli studiosi o i
conoscitori"', ma per tutta «l'umanità colta e partecipe» (pp. 193-194).
Infine il richiamo, oggi tante volte disatteso. all'unità concettuale del
restauro pur nella diversità, trattandosi di pittura, scultura o architettura,
dei «modi d'intervento». Un vechio muro meriterebbe, in tal senso, una
cura per la sua 'patina' analoga a quella richiesta da un bronz0 antico.
nella coscienza che «gli effetti di patina o di chiaroscuro.. attribuiscono
valore di autenticità e di bellezza» (p. 312) all'opera di architettura, che
può già essere snaturata da semplici manutenzioni.
In conclusione, osservando il problema del restauro da tanti punti di
VIsta. ed in specie dai tre più attentamente presi in considerazione si
evince uno apprezzamento nei confronti del pensiero di R.
speciale
ancora oggi attuale: è il
Pane
pensiero di un maestro che ha sempre saputo
conservarsi totalmente libero e eritico; che ha saputo andare controcor-
rente ed accettare il peso
dell'incomprensione o, come lui stesso più volte
scrive, d'una sottile derisione; che soprattutto ci ha offerto un antidoto
prezioso contro tante pericolose deviazioni contemporanee. dovute a
ripensamenti teorici ma in più gran parte all 'inquinamento della disci
plina da parte di un'improvvisa esplosione d'interessi economici.
Si pud chiudere con le
anche nei suoi ultimi
parole del Maestro, a poste riassumerne,
sviluppi, il pensiero. Premesso che gli argomenti che
costituiscono il
fondamento del «discorso sul restauro dei monumenti
riguardano l'istanza storica e l'istanza estetica:
l'autenticità del docu
mento, da una parte, e
quella dei valori espressivi,
dall'altra», oggi si
pone «la necessità di una visione che
risponda più organicamente alla
problematica ecologica, intesa nella sua totalità, e cioè in tutti
che sono modernamente gli aspetti
suggeriti dalla interdisciplinarità delle scienze
umane. L'influenza che la psicologia e la
anni sulle ricerche della storia dell'arte psicoanalisi esercitano già da
dproblema della sussistenza del patrimonio riguarda non meno direttamente
ambientale, sia del
stratificazione storica. E quindi da singolo
uomo che della città come
una terza istanza: quella proporre
maggiore validità alle altrepsicologica, appunto, che mentre attrnbuisce
due, si afferma come
umana, al disopra di
quegli stessi interessi culturali laindifferibile
cui prassi
esigenza
essere stata
sempre rinviata, con il
pretesto più urgenti ed
di sappiamo
contingenze da
soddisfare. Si tratta, in altre importanti
efficacia e legittimità di una
la parole, di riconoscere laa
restauro, senza che per più ampia visione
questo
zioni culturali e la loro ne siano dell'argomento del
menomate le specifiche
epistemologia». qualifica
R Pane, l Comvegno di Parigi
restauro dei moounenti sulla Cane di
e di
whanistica dei centnVenezia, n-Restauro Quaderai di
antichi, V, 19?6, 27. p. 106.

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