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Un robot può mentire?

Uno studio sulla comprensione dell’intenzionalità in


bambini di 5 e 6 anni
Autori: Giulia Peretti, Federico Manzi, Cinzia Di Dio, Angelo Cangelosi, Davide Massaro e Antonella
Marchetti

Parole chiave: Bambini, Robot, Intenzionalità

Dai 4 anni, i bambini iniziano a differenziare tra bugia ed errore, ossia tra un’azione intenzionale e una
involontaria (Bussey, 1999). Gilli e colleghi (2001) hanno osservato che, i bambini di 4 e 5 anni, ma non di 3,
valutavano un’azione intenzionale negativamente, ma questo non accadeva per un’azione involontaria. I
robot sono sempre più utilizzati in diversi ambiti, come quello educativo. Diventa cruciale comprendere se i
bambini, in età critiche per la comprensione dell’intenzionalità, riescano a distinguere tra azioni intenzionali
e involontarie agite da un robot.

Il presente studio indaga la capacità di bambini di 5 anni (N= 45, 27 F) e 6 anni (N= 52, 27 F) di discriminare
tra azioni intenzionali e involontarie agite da un umano e dal robot umanoide Nao.

I bambini hanno osservato diversi video in cui un umano o un robot hanno detto una bugia o commesso un
errore nel fornire un’informazione a un partner umano sulla contaminazione o meno di un alimento avvenuta
a causa di un insetto. I video sono ispirati al compito di Gilli e colleghi (2001) in cui vengono poste domande
sull’intenzionalità e le emozioni sperimentate dai protagonisti della storia. Inoltre, sono state utilizzate come
prove di controllo: due False Credenze di Primo Ordine, le sottoscale della NEPSY II per la comprensione del
linguaggio, un compito sulla comprensione dell’intenzionalità e due compiti per le funzioni esecutive
(inibizione e flessibilità cognitiva).

Per valutare l’attribuzione di intenzionalità ai due agenti, sono state condotte analisi non parametriche che
hanno evidenziato che i bambini di 5 e 6 anni non differenziavano nell’attribuzione di intenzionalità ai due
agenti. Inoltre, i 5 anni attribuiscono maggiori emozioni negative al partner umano a cui viene fornita
l’informazione sulla contaminazione o meno dell’alimento solo per la condizione umano.

I dati mostrano che, indipendentemente dall’età, il robot viene percepito come un agente intenzionale;
tuttavia, i bambini più piccoli sono maggiormente sensibili alle conseguenze emotive delle azioni intenzionali
umane.

Bibliografia

Bussey, K. (1992). Lying and truthfulness: Children's definitions, standards, and evaluative reactions. Child
Development, 63(1), 129-137.
Gilli, G., Siegal, M., Marchetti, A., & Peterson, C. C. (2001). Children’s incipient ability to distinguish mistakes
from lies: An Italian investigation. International Journal of Behavioral Development, 25(1), 88-92.

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