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Fidarsi è meglio!

La fiducia epistemica come relazione educativa anche per la


robotica sociale
Autori: Emiliano Loria

Parole chiave: Pedagogia naturale, Fiducia epistemica, Robotica sociale

La teoria della pedagogia naturale (Gergely & Csibra, 2005) pone l’accento, per un verso, sull’inclinazione
dell’adulto ad insegnare e, dall’altro, sulle precoci abilità dei bambini ad assimilare informazioni veicolate
attraverso gesti ostensivi (non verbali e verbali), quali intonazioni di voci, gesti deittici, appellare il bambino
col proprio nome e soprattutto lo scambio di sguardi, mezzo di comunicazione sociale per eccellenza, che
indica, nell’adulto, l’intenzione di comunicare e nel bambino la comprensione di tale intenzione. Ciò
costituisce la premessa all’ingrediente saliente della relazione pedagogica naturale, la fiducia epistemica, che
faciliterebbe il trasferimento di informazioni pratiche e culturali attraverso assimilazione e rielaborazione
creativa, sulla base di un’aspettativa di informazioni innescata dalla stessa comunicazione ostensiva. Zhang
e colleghi (2017) hanno mostrato che il potenziamento dello scambio reciproco di sguardi tra umani e robot
incrementa l’attenzione degli utenti e la fluidità dell’interazione. Sebbene non sia analogo il coinvolgimento
nello scambio di sguardi umani-robot rispetto a umani-umani (Kelley et al. 2021), rendere i robot capaci di
compiere movimenti di occhi simili a quelli umani fornirebbe un elevato valore comunicativo. L’efficacia dei
robot, nel campo dell’educazione, sta andando verso una configurazione di agenti fisici pedagogici in grado
di interpretare segnali sociali che indicano, ad esempio, l'impegno, l’attenzione (ed eventuale confusione)
dei bambini nello svolgimento di compiti. Occorre, tuttavia, potenziare negli agenti robotici tempestivi
comportamenti non verbali – magari attraverso capacità di sguardi coerenti - e in genere manifestazioni
chiare di comportamenti pedagogici che promuovano, ad esempio, strategie di sostegno emotivo
appropriato, basate sulla lettura di stati emotivi del bambino, in modo da andare incontro alla
personalizzazione dei curricula dei bambini con specifiche necessità.

Bibliografia

Admoni H., & Scassellati B. (2017). Social Eye Gaze in Human-robot Interaction: A Review. Journal of Human-
Robot Interaction, 6 (1), 25–63.
Baxter P. Ashurst E., Read R., Kennedy J., & Belpaeme T. (2017). Robot education peers in a situated primary
school study: Personalisation promotes child learning. PLOS ONE, 12, e0178126.
Belpaene T., Kennedy J., Ramachandran A., Scassellati B., & Tanaka F. (2018). Social robot for education: A
review. Science Robotics 3, eaat5954.
Breazeal C., & Fitzpatrick P. (2000). That certain look: social amplification of animate vision. In: Proceedings
of the 17th National Conference on Artificial Intelligence. Palo Alto (USA): Association for the
Advancement of Artificial Intelligence.
Gergely G. (2013). Ostensive Communication and Cultural Learning. The Natural Pedagogy Hypothesis. In J.
Metcalfe, H.S. Terrace (eds.), Agency and Joint Attention. Oxford scholarship.
Gergely G., & Csibra G. (2005). The social construction of the cultural mind. Interaction Studies, 6, 463-481.
Kelley M.S., Noah J.A., Zahng Y., Scasselati B., Hirsch J. (2021). Comparison of Human Social Brain Activity
During Eye-Contact with Another Human and a Humanoid Robot. Frontiers in Robotics and AI, 7, 209.

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