Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
VII Premessa
1
CA PIT OL O
IL FL AS H- BA CK
NE LL A TE OR IA DE L
RA CC ON TO
ità, Torino
I Da Manua le del montaggio di Diego Cassani, Fabrizia Centola. UTET Univers
2013 , p. 328.
• I· ~
4 I I flas h -b
ack
un'a lta pross1m . . :- , 1, ogg etto che è rap pre sen tato e si offr e
1ta con com e re• ,
. . . tt 1ta
dtrettan1ente pe1.cep1•b·t 1 e e sim ulta nea., nel rac con
, ,.
to 1ette ran o 11 caratt ,
I I
astr atto dell e par ole ,nes se in suc ces s1o ~e ev~ ~a , . _ crt
I I 1 t~m ag1 ~e sen ':a _detcr-
min . • t· nei1te com ple tata e nde fint ta poi dal la sogg
ar1a co1np1u a1 ett1
_ In entr amb i i cas
, · . . . . . v1tà 0<1. 1
1et tore. i, la nar razi one st svil upp a tn pro gre ssio ne, con
la diff eren za che per 1' i1nmagine film tea . • ct· f · · ,
t1 ~e°!~o t . ru1z1one e _stabilit()
dall ' auto re, men tre per l'im mag ine lett era na e
il frui tore ad attivare e a
disattivare la lettura.
Il racc onto , oltr e a rap pre sen tare un tem po e uno . .
spa zio , st rappresenta
attraverso la real izza zion e dell a sua form a, «di sco
rso », in uno spazio e
in un tempo: sign ific a (pia no del con ten uto ) attr_
averso sign~fi--canti (piano
dell ' esp ress ione ) che pos sied ono una loro spa z10
-tem por altt a.
à
__jAzioni
Eventi
LAwenime nti
Forma del
contenuto
Esistenti- { Personaggi
Ambiente
Storia
(contenuto)
Persone, cose, ecc.,
Sostanza del
quali vengono
contenuto
elaborati dai codici
Narrativa culturali dell'autore
Struttura della
trasmissione narrativa } Forma
dell'espressione
Discorso
(espressione) Verbale
Cinematografica
Manifesta- Sostanza
Coreografica
zione dell'espressione
Pantomimica
ecc.
in qualcun altro, come fa Omero, o restando sempre uguale, oppure in modo che tutti [ ... ]
si trovino ad agire e operare. L' imitazione dunque, come ho detto all'inizio, sta in queste tre
differenze, con quali mezzi , quali oggetti e come».
4 S. Chatman, Storia e discorso. cit., p. 19.
6
~
I I flash-b
ack
. . ,
e attraverso l,1
memona che ha della sequenza, ma m assenza di una co
noscenza pre-
12 Riferendoci allo studio di Gérard Genette, potremmo
· cui· ·1 . d anticipare chi .
es~er~e, in I peno o tempora Ie coper to e '
prece dente a que Ilo in cui aman dole
si svol ~I
pnnc1pale. 1;1
13 Sin dai tempi di Aristote_lc, Poe!ica._cit._, p. I~ l... ]
_«1~1a il pi_ù i~portante è
degli eventi perché la tragedi~ non~ 1m1taz1one_ d, uom1~1
, ma ~1 azione e div·
dunque per imitare i caratten m_a s1 assumono I c~rattcn per
dipendenza deU
che gli eventi della trama sono il fine dell? tragedia.>~
14 Jean Pouillon, Temps et mman, Galhmard, Pans
l
disco rso , p. 45.
Il flash -back nella teoria del racconto 9
15 lvi, p. 46. . . .
16 Ronald Barthes, S/Z, Seui! 1970, Paris, traduzione di L. Lonzi, S/Z. Emaud1, Tonno 1981.
cit. p. 21 in S. Chatman, Storia e discorso, p. 16.
17 S. Chatman, Storia e discorso , cit. , p. 52.
~
I I f las h-b
ac k
L chema ri port
2 a le relazioni
ne1 d?1sscorso , s e y m o u r Chatm tr a no d i e sat
an , Storia e d
.;, z1;a.. .,....,;:1
._ p .5 3 . is ce \\it
I ors0
.
completare e s
v il u p p a re ~la lo
ne in1 p o v e ri re b ro o rn i~ \ia.
b e la n a rr a z io n
di v is ta e s te ti c e d a\ PUntl)
o.
Lo schema di
F ig u r a ( 2), tr a
ria e d is c o r s o tto da s10_
I
, ra ff ig u ra la
nuclei e s a te ll r elazione tr a
it i n e ll o s v il u
narrazione: i « p p o di una
n u c le i» s o n o
I
quadrati, p o s ti in dicati da
\
\ ' ?FiFBP9d
c h e ra p p re s e n
Dai nuclei p a rt
lit - ..
s u ll a s o m m ità
ta n o i b lo cc h
dei cerchi
i narr ativi.
o n o , o b li q u e , le
cia \a sequenza alternative, m e p oten zia\i
logica della sto n tr e la li n e a vertic ale trac-
sate lliti: quelli ria così c o m e è
disposti lungo la a rt ic o lata. l p u
storia , mentre q verticale s e g u o nti sono i
uelli esterni con n o la p ro g re ss
c ano anales si e le frecce o ri e n ta io ne de\\ a
prolessi. te in a lt o e in b
A questa articola asso in di-
zione sono state
«te rminologica mosse d iv e rse
e meccanicistic c ri ti c h e , p e rc h
\ un le ttore già c a» , n o n a g g iu n é riten uta
g e n d o n u ll a a
r
onosce per intu q uell o che
ce rca del sen so izione e c h e is
narrativo. A fav ti n ti v a m e n te o rdin
la teoria non è la ore si p ro n u n c a all a ri-
critica. ia C h a tm a n , ri
I'
·\
levando che
I\ suo scop o n
on consi ste nel\
delle ope re, be n ' offrire modi d
sì proprio nello i le tt u ra n uov i
«in c o n sc ia f e \i sp ie g a re q u e o mi gliori
c it à» . 111 ll o c h e tutti noi fa
c c ia m o con
Non quindi il s
s ignificato . ignificato del\'
opera, m a lo s
tu d io dell e c o
Pe~ sinteti zzare ndizioni di
sto n a)) , abbiamo detto
, come sequenz c h e e s is to n o p
a te m iù te m p i: «il te
come concate n p o ra le d e g li e v 111po d~\Li
azione degli ev e n ti , << il te m p o dell ' intr
zato a consegu enti in u n o r din ecc i~)~ .
ire \' efficac ia n e a vo lte d ivers
arr ativa, e «il te o , fina \l l~
m p o de l disco
18 lv i, p. 54 . rso », che e
11 f lasll -bac k nel Ia teoria del racconto 11
mani feslazione dei tempi dell ' intreccio che si mostrano in un tempo di
fruizione, di sua durata, e che può essere fissato «dall'autore reale» (la
durata di un film, il numero di pagine di un libro) e fruito o ridefinito
«dal lettore reale» 19, a seconda della natura e delle caratteristiche di at-
tivazione del niediuni 20 • Queste distinzioni sono comuni a tutti i sistemi
di organizzazione del racconto di una storia, indipendente dal medium
utilizzato. Potremmo dire che, per ognuno di noi, il tempo della storia è
riconducibile al proprio tempo, al continuum della propria vita, mentre
il tempo dell'intreccio è più affine al «montaggio» dei ricordi, all' estra-
zione di momenti, all'immaginazione di quel che sarà, attraverso una se-
quenza di azioni e voci del vissuto e di speranze, messe in successione in
un hic et nunc di creazione21• Ecco che allora, oltre ai tempi riconducibili
al modello generale che precede la manifestazione del discorso, interven-
gono i tempi di creazione e fruizione, elementi necessari per completare
la complessità del processo narrativo.
Ma come si manifestano i tempi della narrazione? In sintesi e in gene-
rale i tempi verbali precisano un tempo passato, un tempo presente e un
tempo futuro, con le «gradazioni» permesse dalle coniugazioni verbali
della lingua di riferimento.
Occorre aggiungere, facendo riferimento ancora al lavoro di Chatman,
che:
[... ]le narrative stabiliscono l' impressione di presente, un ADESSO nar-
rativo [... ]. Se la narrativa è palese vi sono necessariamente due ADES-
SO, quello del discorso, il momento occupato dal narratore, al presente
(«Ora vi racconterò la storia che segue») e quello della storia, il momento
in cui l'azione comincia ad avere luogo generalmente al passato. Se il
narratore è completamente assente o nascosto, soltanto 1' ADESSO della
storia emerge con chiarezza. Il tempo della narrazione è allora il passato,
19 Per autore reale si intende chi crea materialmente l'opera; per autor~ ~mpli~ito si !nt~1_1de
colui che nell 'opera sta raccontando i fatti: è sia l'i1~_magine che ~e ne fa,~ ~1:u.1tore, :'~~- I .11~_1-
magine che l'autore reale offre di sé; per narratore st mtend~ un <~10» c~e n.a, ~~-· y er '.1~111 •~tc\t ,_e~
si intende un personaggio che compare nel testo come des~mata~10 della _nctrrctz101~-~·- ti k:tt~,~
implicito indica il pubblico che le scelte di co,n~enuto, stil~ e _Imgua~g,o ~uggen~co_no. l: ti
lettore a cui l'autore si riferisce; il lettore reale e il lettore effettivo dell opeit1 comp,ut.1.
20 Medium qui inteso come mezzo espressivo. . . .. . . , . , _
21 «È un ' oggettivazione della funzione della memon ~1» 111 . ~ugo Munst_eil~l:~g,. _TI~< Plwro
play: A Psyclwlogical Srudy, traduzione dall ' inglese d, Cec1ha Russo. Film. ti< 111 <ma muro
nel /9/6 , Pratiche Editrice, Panna 1980. p. 58.
12
ecce tto il pres ente del dialo go e il rnon olog o inter no ed ester
no.ii
1.2 Ma nife sta zio ni del l'an ale ssi nel dis cor so
lett era rio: Ge ne tte
~ ·
E 1\ caso d.1 ·'" · ·r>en ~t! e c.\. tte ..··t s tr u tt u re c o
. . ·' .~, • • 1 n u n i al d is c o
• · rs o \'"' tt
clncm,\togr'"t. flC, l\ ten1po si. • p u o, e ro d e re 1na s e n z
\, ·\ltri1nenti ve O.
\' ffic·icia ' a v a ri a z io '--· erc•tr 1·11
. -
: ( . . . ·1n-ebbe n1eno e ' .
d e ll a n a rr a z io
n e c h e tin1- sen\ .
t, ato !\Ospeso 1 1 e tt o re /s p e tt a to re i~
. P e n s ia m o , a . e n e t (in
p rodurre u n a 11··d . · e u n a s in . . d e s e m p io. ' c o
u z 1on , te s i, d e l 1a s e q u e n z s a P otr h
. . a ., e
o- 1o a lt e rn d
ato e 11 a t·e s ta a c a s a d t S e b a s tl . . c o
.
s tr u it a su\ lii \
a n 10 N o to n u
H it chcock. in
cui Alicia (I n g . s ( 1946) di on A l
ta
e Dev lin (Cary ri d B ~ rg m a n ), fr \
G ra n t) , a g e n te m o g lt e d~l. p a
d e l\ FBI, _dev d ro n e di ca\
d a in cantina. s ono _scoprire c
fu g g e n d o a ll o ~ s a sì na sc()
s p e ttatore s a q s g u a rd o d1 S e
uello c h e i p ro b a s t1 a n , u n a s p ia n
ta g o n is ti devo azista . l
ra n n o a farlo s n o _ fa re , m a n o n s a
e n z a e s s e re s c se riu sc
si s v il u p p a in iz o p e rt i d a S e b a
ia lm e n te in u n s ti a n . L a s e q u
o spaz~o ~ ri z e n z a altern a
v a m e n te in u n z o n ta le , a vist~,
o s p a z io v e rt ic e succ ess
c a n ti n a , in u n a a le , tr a 11 p ia n
c o n d iz io n e s e o d e ll a fe s ta
m p re m e n o c e 11 piano de\
u n o spazio all ' o n tr o ll a b il e . Il p a
altro, la d il a ta z ss ag gio e
p ro d u c o n o nell io n e d e l te m p
o s p e tt a to re la o , la s o s p e n s io
te n s io n e p ro g n e dell ' azior
e tt a ta d a l re g is
ta .
1.2.1 Le categ
orie del tempo
G e n e tt e d is ti n
g u e tr e te m p o
c iò che viene ra li tà : q u e ll a
ra c c o n ta to , q u d e ll a « s to ri a »
e ll a d e l <<raccon , il contenu to l
<< n a rr a z io n e » c to», il te s to n
o m e m a n if e s ta arrati vo e \
L 'e s iste n z a del\ z io n e , c o m e a tt o .
' u n a d ip e n d e d
ne» sono prese a q u e ll a d e ll e
nti a tt ra v e rs o il a lt re : « s to ri a»
« ra c c o n to » , il q e «narr ai i\
c h é narra u n a s u a le a s u a v o lt
to ri a c h e v ie n e a e siste 1~-"
lo s tudio delle m a n if e s ta ta . L
re la z io n i c h e in 'a n a li s i d i G e n
te rc o rr o n o e tt e è du 1h\ l
{••-1 fra racconto
e storia, fra racc
ne (entrambe pre onto
senti ne\ raccon 28 e narrazione, fra storia e narr a1
to). .ÌL)·
Analisi c h e si
s v il u p p a s e c o
T z v e ta n Todoro n d o la s u d d iv
v : q is io n e p ro p o st
e t u e ll a d e l « te m p o » a nel 196 (1 _li.
d
e m p o e l « d'isc (r a p p o rt o tr a
orso)))~ q u e ll a te m p o dell a «St
· d
p e rc e p it d e ll ' « a s p e tt
n n: ':
a al narratore)~ o » ( c o m e la « ·
q u e ll a d e l « m s to n a>> \ ll. 1,•
o d o » (il ti p o d .
i «di scorso» util i,
28 lvi , Genette
, p. 77.
11 flasll-back nel la teoria del racconto 15
E, proseguendo, problematizza:
Genette mette in luce che questa «dualità temporale» non è solo speci-
fica del racconto cinematografico, «ma anche del racconto orale a tutti i
suoi livelli», compreso quello letterario «della narrazione drammatica»:
3 Ghirlandaio, Le storie di M
~-
14 9O), Cappella Tornabuoni, Santa ~.
vella, Firenze. 11
:
C ··
,.
33 I/Jide111.
11 flash-back nel la teoria del racconto 17
34 Anticiperemo qui anche alcuni esempi cinematografici, rimandando una disamina più ap-
profondita al Cap. 2.
35 È da ricordare che per ordine si intende il rapporto di peso e di disposizione tra il piano
della storia e quello del racconto.
36 Paul Ricoeur, TemJJs et réc:it, Tome I Editions du Seui I, Paris 1983, trnduzione di Giuseppe
Grampa, TemJJo e racconto, Volume I, Jaca Book. Milano 1986.
37 Oltre ai dispositivi di misurazione del tempo, abbiamo tutti noi un nostro tempo; a quello
della contingenza, si sovrappone un tempo interiore. fatto di passato. presente e futuro. di ri-
r 18
Stori a A B e D E F G
I e [~I e Il f Il g I
Racc onto
ellissi
I e 101 e Il t Il g I
I e lii f Il g Il
danze tra l'ordine de1la storia e quelle del racconto, il disaccordo tra
l'ordine cronologico dei fatti e la diversa articolazione temporale del rac-
conto, classificabili in senso ampio come «analessi» e «prolessi» e, in
42
S to ri a
A B e \ D I E
po rt at a F G
am pi ez za
R a c c o n to analessi esterna
~I \[TIITJ\
Il ro m a n zo P a tr ia
(2016), d i F e rn a
e
e
Il f
:
m o ri z z a z io n i di n d o A ra m b u ro
fatti p re c e d e n ti è d is se m in a to di
d e ll e f~ ~ ig li ~ di a ll a st '
o ri a p ri n c ip a le . m
T x a to e Jo x ia n , Il li b ro raccon
S ~ b ~ st la n , net P a c h e v iv o n o in u
e si B a sc h i. Il p ro n p a e se v ic in o a
fo n d o le g a m e d i a m Si
•~tnt, le lo ro ~ o ic iz ia tr a i due u
~ li e i figli c re sc
v ie n e p re so dt m iu ti in si e m e , si
1ra d a ll 'E T A e , sp e z z a q u a n d o T
d en ~ ro , m u o re in n o n v o le n d o si p ie g a xa(
u n a tt e n ta to . L e re a ll e ri ch ie ste
J~ x ta n e u n d e v a p re su n te re sp o n
st a n te lu tt o p ro d sa b il it à d i u n figl
u c o n o u n a ro tt u ra p ro fo io.
d u n te m ~ o e _le n d a tr a gli at11'
lo ro fa m ig li e . L
q u a n d 0 B tt to n , la a st o ri a p ri n c ip a
v e d o v a di T x a c o le h a in iz io anni
la m o rt e d l , c h e si e ra a ll o n ta n a ta doP
e tn a n·to , ri· to rn d a l p ae se dof
a p e r c e rc a re la
v e ri tà e p e r p re te
45 lv i, p . 97
n d e re ehe
.
11 flash-back nella teoria del racconto 21
Si guardò negli occhi, tesa, con aria di sfida, in attesa che cominciasse il
film dei suoi ricordi, il racconto della sua vita spezzata in scene. Sì. spez-
zata, spezzata in frammenti di vetro come una bottiglia caduta a terra.
E in ogni coccio, un ricordo, un episodio, le ombre e le figure disperse
del passato. Specchio, specchio delle mie brame, dimmi , dimmi. Arantxa
evocò un sabato del 1985 _-1 7
46 Fernando Aramburu, Po trio, Tusquets Editores, Barcellona 2016, traduzione di Bruno Ar-
paia, Guanda, Milano 2017, p. 36.
47 lvi , p.189.
48 Altri esempi letterari cli analessi esterne le possiamo trovare in Tre piani (2017) di Eshkol
Nevo; mentre un ese mpio intramontabile cli analessi esterna al cinema è l' inizio di Himshi1110
111011 A1110ur ( 1959) cli Alain Resnais , quando la posizione della mano dell'amante aclclormcn-
lato evoca quella del cadavere dell'amante del passato.
22
I I flash
-baq
sp ezzata con \ , ,a11 '•1\e ssi di M on si eu r X cl it ic
.· \o so rapporto ch e . i P ie rre R ab ie r che
de \ pe nc o M ar gu en te al la cc ia . ' raceci
della G estapo , nella . . f co n un ag en te
sp er an za dt av er e 111 . . . f nt
to , subito do po il suo 01 maz 1o n1 su ll a sorte deran \
e:
rn :\.
arresto. .
L e altre cl assificazio1~ ~
i di ~nacron1a pro~o~
cr on ia «interna» , ch e _te d a ~ en et te sono
si 1nan1festa qu an do l'an,
co m pr eso nella st or ia 11 11avvolg1mento de
pr in ci pa le ra cc on ta ta \ tern
. . . , e l ' an ac ro
q uale la po rt at a detern1ina un 1n1z ni a «mista» P<:l
10 de ll a re tr os pe z1. on ' nen
pr in ci pa le n1a l' am pi . . e es te rn o al la st .
ez za è ta le da re1nne . on
da ll a stessa. st ar s1 ne 1 p en o d o già narra t
Vediaino or a alcuni es
e1npi pe r m eg li o co m
da ,n e Bo va ry di Gus pr en de re . In iz ia m o da
tave F la ub er t49 e d a Il ' Mc
nel ca pi to lo 6 , quando an a1es si..in te rn a ch e
E m m a ri co rd a. troviarn
A quei rintocchi in si
stenti, il pe ns iero de
an tic he m em or ie di gi ll a gi ov an e do nn a si
ov in ez za e di co ll eg io perdeva in
alti sul\ ' altare , so pr a . R ic or dò i gr an di ca
i va si pieni di fiori , ndelieri ,
ne .so alti sul ta be rn ac ol o
a colonni-
S e co n sideria1no ch e
il ro m an zo in iz ia ra cc
al\ ' età de ll a sc uo la , on ta nd o di C ha rl es Bo
po ss ia m o di re ch e il va1
di lui , si co ll oc a al l'i ri co rd o di E m m a, pi
nt er no del ten1po de ù giovar
un ' an al essi interna. ll a st or ia pr in ci pa le e, quindi
,
U n ese1npio filmico
di gr an de in te re ss e pe
pl essità è ne / du el la r la su a co st ru zi on e
nt i ( 1977), pi tt or ic o e co n
tr at to dal ra cc on to di fi lm d 'e so rd io di Rid
Jo se ph C on ra d Il du ley Sc o
F ér au d a D ' H ub er t, el lo . L a co nt es a lanc
soldati us sari, a ca us iata G
es ito , du re rà ben qu a di u n du el lo interr
in di ci an ni ; sa rà un otto sen 2
na po le on ic he per sfon a gu er ra pr iv at a co n le
do. L 'o ss es si on e di la guen
a br ac ca re D ' H ub er t, va re l' o ff es a porterà
in un a su cc es si on e di Férr ~u
.
fi na 1e, sino a qu du el li m as sa cr an ti e priv
an do ch i dei du e av re i~
al co lp o fatale . bb e po tu to av er e la m 1· .nuoci
eg io n
P er il qu ar to du el lo ,
a ci rc a m et à de l film
te tn po ra lm en te co m S co tt co st ru is ce una
pl es sa: l'a zi on e pr in sequen z
c\ pa le de l du el lo si
interronlP
49 Lo ste ss o G e ne tte lo
us a co m e es e m pi o .
SO G u st av c Fl au be
1983 , p. I 26 . rt , La signoret Bo vm -v, tra du .
zi on e di N at al ia G . r ori t1·
. in zb ur g, Einaudi ,
•
-back nella teoria del racconto 23
11 flasll
Storia A B e IoI E F G
Per esemplificare in modo chiaro quando I' analessi si presenta con una
forma «mista», cioè esterna rispetto al suo punto di inizio del racconto e
~
J
11 flash -back nel la teori a del racco nto
25
che le <nnal , ,·
Genette spec . ifica ' ' essi esterne» no 11 .mtei
, .
. ·f' .
enscono con il
racconto pnmo: la loro funz ione .
. . . 11
equ e a d1 com pleta 1 o, e1·I dare ragio
·I
ne
degl I avven I menti. Le cose v·:1nn d. . I I . .
,. . ' o ive1 same nte con
ne», perche ti loro campo temporale , . e «ana essi inter-
rischio di produrre «ridondanze » e «co e cll~1~p1 ~so nel racconto primo, col
. . is1on1» Di t 1·
re qu111d1 un ' ulteriore distinzione t.,a que 11 e d1. natu · ques e u time occor-
ra t d. ·
, ' «e ero 1ege tica» e
que11e «omodieoetiche» Nel pt.·imo caso e assente il rischio di int i
. .
. ,,. ' b .
. er eren-
za petche 1 analess1 «mterna ete1·od·1eget1ca»
Si tratta di una digr essione che aooiunge qual cosa aI 1.acconto, un espe-
d. . , , . bb
. . clas
1ente . sico
e I ingresso di un nuovo pe,·sonagg·IO, d.l CUI· I·1 narrato-
Emma
re nt1ene 1111portanti le vicende anteriori (i ricordi di collegio di
eamente
Bo~ary _sono un buon esen1pio ), o di un personaggio temporan
uscito d1 scena.
a»: ci
Be~ div~rso è quando si tratta di analessi interna «omodiegetic
principa-
troviamo m questo caso sulJa stessa linea d'azione del racconto
to se
le e i] ri schio di sovrappo sizione e ripetizione diventa dunque eleva
(1975) di
non , almeno in apparenza, inevitabile. / tre giorni del condor
e «omo-
Sydney Pollack ci offre un esempio classico di memorizzazion
e in codi-
diegetica », utilizzato per ri solvere un enigma. Condor è il nom
tato nella
ce di Turner, ricercatore delJa CIA e unico scampato ali' atten
sicari,
sede in cui lavora a New York. Braccato , riesce a sfuggire ai suoi
o sono
a ricostruire le circostanze e a scoprire che a1la testa del complott
rata, per-
proprio degli uomini deHa CIA. Nel film ]'analessi interna, reite
or: la sua
mette di visualizzare il percorso di presa di coscienza di Cond
re e di
ripetuta memorizzazione di un episodio gli consente di focalizza
analessi
rimettere insieme gli indizi. Genette prosegue distinguendo le
e analessi
interne «omodiegetiche» in analessi «completive» o «rinvii»
«iterative». nto,
Le pri111e hanno la funzione di colinare a posteriori lacune del racco
0
• . . • • · · · ·, 10 ta1·d1·ve secondo una Io 0 i-
, ·
om1 ss 10111 prov visor ie e npar az10111 p1u o me1
.
ca par21almente m . ct·1 end ente del trasco
P rre re del te m p o .54
.
Tall la cu n e si. Pas so n o fi ou1.a1.e c o m e e ll is si te m p o ra li 55 o
. t . . b _ . le N e .c, o m e espres
d di v ll 'e
si o n e 1 u n p u n
seo m en to re tr o sp et
ti
° .
v
is
o
ta
d
pa
h
1 zi a . se m p
lo re c o m p le ti v a :
io
c
g ra fi c o , g1a p ro p
o sto
,
.-
i\
a va o m p le ta il ra cc o n to
unoa p ar te d el ra cc o h _ ta ta p re c e d e n te m e n te
con
n to c e e ia s
o m e ss a .
S to ri a A
I B I e IOI E F
I Gj
R a c c o n to analessi in te rn a
co m pl et iv a \I e lii e Il f IB I g]
L e analessi «iterati
ve» si b as an o in v ec
e
non su una so la fraz
ione del tempo tras
derate si mili e, in un co rso, ma su varie
modo o nell 'altro , ri frazioni consi-
petitive .56
Po ss iamo far di n
uovo ri fe ri m en to
ripet uto di alcun i m a / tre giorni d e l
omenti già visti ai c o n d o r: il ricordo
e a ricost ruire le ra u ta il p ro ta g o n is ta
gioni dell ' uccisio n a m e tt e re a fuoco
plificazione grafica e dei co m p ag n i. D
di un'itera zione , in i se g u it o l' esem-
riproposizione del q u es to c a so ra p p re
se gmento d. se n ta ta dalla
S to ri a
A
I 8 e IOI E
R a c c o n to F
analessi in te rn a G J
ite ra tiv a Il e 10[ e ][E}[
f
11
In altre parole, le
analessi «co mpleti
formaz 1.o n e im
.
portante che non er
ve» fo rn is co n o in
r· t d
sospen si• o n e del ra a stata d at a p rn. n a, ' 1 a r o, .
cco nto , agg m n g o n
. c o lm a n o d u n ' 1n-
.
o tasselli p er la ri e
so lu z · a h o c u n a
54 lvi , p. 99 . ~ 10 n
e d el l 'e -
55 In Figure li i ,
l'a ut or e chiari sc e
1.. . J pa ss a a la to ch e in qu es to «c as
di un da to », la ch ia m o l' e llissi no n pa ss
•c6
, l VI. , p. I O I . a an ch e pa ra li issi a so pr a a l
, un a ps eu do -o m is
si on e. c/ t111110 rn en
to
., p . I 00 .
h -back nella teoria del racconto
11 flas 27
.
nirrma in una narrazione sospesa, me
ntre le «· nd, 1 . .i· .1tera11. vc» lé.mrio
d ess
0
, ,
che e
•
g1d stato racconl'tto e ·h...
, , , ·:-
. . .
rife riment
•
posi z1 one .
plete o parziali a seconda
Possiamo dire che le analessi saranno com
o no al racconto principale; nel
che la loro ampiezza possa ricollegarle
li seppur importanti: ne è un
primo caso saranno informazioni occasiona
, la nutrice di Ulisse,
59
iso dio cieli' Odissea, in cui Eu riclea
esempio l'ep
mendicante, scorgendo la ci-
lo riconosce sotto le mentite spoglie di un
aveva fatto quando era ragazzo;
catrice di una ferita che un cinghiale gli
parte della storia vera e propria,
mentre, nel secondo caso, I' anaJessi sarà
dias res: ne sono un esempio
ricorrente nel la narrazione che parte in me
po.
le analessi durante l'indagine svolta da Edi
isolata, necess~ria alla
primo porta al lettore un'informazione
I ... ·1 j I
l'azione, il secondo mira a re-
comprensione di un preciso elemento del 60
lità del precedente narrativo[ ... ].
cuperare la tota
. . lo scopo d'I p1.opoi·i·e un·'1 fenomenolog~ ia
Questa espos1z1one, che ha
57 lvi , p. 111. . .
58I vi , p.l1 3 . o ·L·
· Rosa Calzecc I11· nes 1, E1·1nud1 ' Ton no 1963.
,:;:9 O · · d, '
•
1
mero, Odissea , versione
1.
60 G. Gcncllc, FiRure lii, cil. , pp. I I0-11
r 28
I I flash -back
61 l vi, p. 109.
)
I
flash -back nella teoria del racconto
11 29
storia l -_ _
L ~J
: :::~~G
A_ _ _ .I_B_r.l__:~c: ;l~o~l::;~E;:~==~~F
Racconto prolessi =c= l~I ~g~ll=;;e= lk=~=Jll
'-=
Il d==!!:::11
62 Alcuni esempi di prolessi li possiamo trovare nei sommari che apron~ l' (fi{l{~e, l'_Odissea e
l'Eneide, nell 'attacco del romanzo di Gabriel Garda Marquez Ce11t'anr11 dt solttudme (1967)
0 nelle anticipazioni degli atti giudiziari del ben più recente Stella (20 I 9) di _Takis Wiirge'.··
11d
Esempi cinematografici sono nel già citato attacco di American Beawv ( 199.9) dt Sai_n Mc_ es.
nella struttura del classico di René Clair Avvenne domani ( 1944) e, come torma n~ 1st ~• dt pre-11
sente, passato e futuro la sequenza del concerto di Cajkovskij nel film cli Radu M,l1a~leanu .
co~7ce,ro
'
. (2009). Una complessa .
partitura ·
temporale la· troviamo ·m R'.
,con,. . . dt Valcno"
•/' i' (2018)
Mieli: un intreccio di fbsh-back, flash-forward e iterazioni per un'intensa st0 na d amore che
attraversa iI tempo, raccontala a due voci. · ·· ·
63 , D_i questo si parlerà nel terzo capitolo a proposito della deflagrazione del tempo net P111111
25 ct, 21 Grammi di Alejandro Gonzalez lihfrritu, (2003).
r 30
Il flash -b
ack
/ : /
.!
ack nella teoria del racconto 31
1I flas h- b
;i G. Gen_ell~, 137.
Fig1n:~ Il~, cit., p. _ .
• -~om~ abbiamo gIa visto, sono le a11aless1 completive che
_ .,
lorn1scono
. _.. _
111 I_1t,
.. . ._
11 ?~_un 111 ~01 _
e tem
111
azi one importante che 11011 era stata data prima, che era stata sospesa da un omission
Pora 1e.
73 Il racc
· onto ·111 Ge11ette equivale al discorso per Chatman.
32
II f lash -b
ack
1.2.5 Il tempo de
l racconto : la freq
uenza
G enette parla di freq
uenza narrativa per
za (o più se mplice in d ic ar e le « rela~
mente di ripetizio ioni ~i frequen-
mento fondamenta ne) fra ra c c o n to
le per la temporali e d1eges1 [ ... ], ele
tà narrativa » .75 -
Chiameremo «event
i identici», ovvero
to » una serie di vari «ricorrenza del m
eventi simili fra loro edesimo even-
\oro so miglian za. Sim e considerati unicam
metricamente, un en en
to prodotto, ma può unciato narrativo no te nella
riprodursi, ripetersi n è soltan-
te sto. 76 una o più volte ne
l medesimo
Po ss iamo individu
are tre casi di diver
discorso: «s ingola se espressioni d e
tivo », che racconta ll a fr eq u en za nel
una so la volta o n un a sola volta ci ò c h
volte ciò che è acca e è accaduto
cont~ p~ù :'olte ~iò d u to n v olte; « ri p et it iv o »
_che~ a~cad~~~ un _a che rac-
punti dt vista , dt vi sol~ volta (r ap p re
ssuti diversi ); «it se n ta zi ~ n e di più
so la ciò che è acca erativo », che ra cc
duto più volte, «u o n ta in u n a volta
contemporaneamen . . n'unica emissione
te vane manifesta . na t·
eventi considerati zioni dello stesso rr a 1va assume
nella loro analogia ev en t [ ] ·
e basta.»1s O
74 G. Genette, Fi · · · van
gure li i , cit. , nota p. 144.
75 lvi ,p . 162 .
76 lhide111 .
77 Ripetitivo, per
pu
di Ryunosuke Aku nto di vista o anche per stile: il prim
tagawa, tradu zion o esempio può es
seco ndo in Raymon e dal giappon~se se r . _
d Q ue ne au Exercices de st di K eiko Ghio, UT ET 1
di Umberto Eco, Es yl e, Ed itions Gallimard, { ~ R as h o1 110
ercizi di stile, Eina Paris j ~; in o I 98 ~1
78 G. Genette , Fi ud
gure li i , cii. , p. 165 i , Torino 1983. 9 _3; il
. 'tr ad uz io ne
I
I
conto
flash-back nella teoria del rac 33
11
. ~. , .
Riassumendo. po ssiamo fare due considerazioni· per quc1nto riguarda
~
• •
,
• , • •
tem po
L
. e, e 1mm · ·
ag111e-tempo, articolazio ne r un 111L d
z1on • · d'
di un luo go . . so· figu re sem 10-n arra t1vc •
1
racconto . · . . , alt1. .0 a. c1ea1e un sen. · . 1
80 Parole o altn segm messi uno dopo J unas '. che con tem p ,t
'orsivo della teoria. generativa • d'I Al gu· ·das '· Gre i. al ·smo raccon 1o.
strato superficiale ' · · ' disc . 111 . ìcaz•ione, pie~s,s . _ . · ò(o 1o• d.
. · tent ~n,i-
ari della s1g1 se
co_,ne strato profondo strutture element . , contra de1·,uo .. ,.·,e't1 e ,mp .
lica
. z1o
.
ne.
quc1. IO
t· le di
.
. atte e 111 rapporto tra esse per contran
.astr eta , · d. , •ors· iva d1. ·stru tture P'° onc
.- .. d 11 ,\·to Editori
· o). JI racconto viene quindi visto come 111a111f-estazione e,se w . ePert .una· sintesi
otic t· M / 11 1,•/J,. ~,✓l11z io11 alla sem wti e
- d. · G. arro ne , _
· . 41
. att_ere para 1gm~t1co, v. ian rancoe pp. 31-46, e schemi PP· 25' 40 M d·id
ca1· ori Milano
,
Laterza , Rom a-Ban 2011 ' pp. 20-27 l' fj~· · · r/e/ mc conto, on ,
. .a gre1m
deIl a.. teon . asia. na anc-he Angelo Marchese , O. .l'un a'""
19 83, pp, 121-127.
CAP ITO LO 2
IL FL AS H- BA CK
NE L RA CC ON TO
Cl N EM AT OG RA FI CO
Ciò che deve essere compreso è che i film siano compresi.
Christian Metz 1
1 ~hristian Metz, Essais sur la si(?nifirntion au cinéma , Eclition Klincksieck, Paris 1968. tra-
Milano
du zione di Adriano Aprà e Frane~ Ferrini Semiolof?ia del cinema, Garzanti Editore.
1972, p. 6. ' e
2 Gianfranco Bettetini , Tem1,o del senso, Bompiani, Milano 1979, pp. 20-21.
l v._ R~igger? Eugeni, Semiotica dei media, Carocci editore, Roma 20 IO. pp_. 4_ I-72 .
. ~1 parla d1 sala, anche se oggi diventa quasi anacronistico. Dopo la d1flus10ne della
tele-
strumen to di narrazio ne,
visi~ne, finestra sul reale entro cui scorre un ' illusoria oggettività e
lo spettato re diventar e
negli ultimi decenni assistiamo a un ' ulteriore trasformazione· che vede · · · d' · e ·son·1le
nomade ' 11 on piu
·' · un luogo fisso e deputato, e trasformarsi m autore I un P 1. '
co Ilocato 111
36 // flash-b
ack
.
Pnma ct·1 d'1ven tare
, uno strume . nto di narrazione, i] cinema O rn
. . .
. ' . eglio
cmematog1.af o, era un, invenzione che .
consentiva la nproduz,o
. ne ct· .
. . . •me nto di fotoo-r afie , . .
m movimento. Un 111us10ne che 1.1n,
magmi m mov1 , b
• d'1 s1 ~(•
un « falso 111 ovimento » prodotto dallo scorrei.e rn .
stanzia ( ' . 'i pro gret• .on·
di immagini fisse scattate in successione .. ,)s1
J
ck nel racconto e i nematograf ico 37
U flas I1 - ba
Il cinema
9 Si ~rea così, da uno spazio aperlo, diveni ente e indipendente, uno spazio che è tìssato e
raccl~iu so in una corni ce in cui scorrono oggetti in movimento; nulla a che vedere con l'art~
pla st ica,_ la fot ografia , la pittura, che immobili zzano il momento in un tutto compiuto: il fìlm è
invc,cc simil e al teatro, alla danza, in cui il movimento è progressivo verso il completamento
cl~ll _opera , ma , diversamente, ciò che si compi e sui fotogrammi della pellicol'.1 è già compiuto,
11 111
\ ' 'P 0 lato, costruito attraverso la defini zione dell ' inquadratura, la ripresa e ti montaggio.
(i G ·. B~lletini , Te111po del senso, cii. , p. 50.
1 1
VI , Cli. , p. 20.
hm,
r 38
.
d1 stante dal ca ta . ttere ·tstr atto e m
etaforico che ritro
. ' viamo nella P .
un rn ccon o , e , sio ne spettaton.ale c01. .
, t . la vi
, n c1de con lo svil. up ag1na
so , ma qu ·is ·t m ai con la durata de .· p o del ct· di
ll a sto11 a, conti.a11a
12 .·
mente alla fruisc· \\_1·
l ,
ne soggett \V . e va t..tabi le di un
a ' op era letteraria. E . •
co nftonta, olt1 ec he co
_ .
,
. tta iinpli·ca · -
. n la narr
•
L
z1 on e tempora e s1·1 )
con altie es press1.0111. . . . a zione le.tteraria da e ·
za. per questo nega re
d1 sc 01 s1ve : la «s ettim
. . a arte s·1u1 sp esso s1. on.gm . a t3
·,
_ . . _. _. . le sue mtnn sec he pec · » puo consi.derare se ,
dt cias 1e 1b11daz1ont . uliarità a h n-
precedut a. dell e arti v1.s1. ve e per , ne e come n.sult'an
formative che di mo] te
,
to 1 hanno
Così il cine ma, co me di ceva
che mezzo spec tfì • Ro, ssellini è lingu
co . Nato dall u111• , • agoo 1·0 a t· t·
. . I
pr ees1stent1 c 1e no fìcaz 1o
e
ne di più fo rme r IS ICO ,
piutt
n pe rdono pe r m
.
tero le proprie le
e d' ? st 0
ogi (I' 1· es pr es si on e
0
m m ag m.
e, la
12 Co me gilt visto
a
13 Ori gine de ll a na p. 6.
ri o. rraz io ne cinc rn atog
ra fì ca è spesso la tra spos
i zione di un intr ,
•
ecc10 le1tera-
ack nel racconto cinematografico 39
Il flas h-b
. . taz10
conno
al s1111bolico.
40
Il f Iash-b
ac~
astrazi·oni· e s·1mbo\i messi in successione e ar
. ticolati nella prog
de\\a lettura, immagini . . re s~i or
che ,~on co~nc1d~ra~~o
\' imm aginato dell'autore m a~ ~omp \etarnente C(:1
. L 1n:m~g1ne p1ttonca
taneamente una vicenda puo _i~pp:·esent~rei stan
che s1 sviluppa nel te1n
to della narrazione nel qu po, 1e1te1 ando 11so gg
adro 17; il cine1na_ si av _
del\ ' inquadratura e de l m vale della composizioe~
ontaggio • La pn m a ri
18
in profondità O in superf guarda la composizion1
icie del quadro, in cu i 1
mente azioni diverse 19 ; la si cons um ano sincronica
seconda riguarda la co
in consecuzione tempora struzione di montaggi(
le o attraverso quello ch
tagma alternato e Met z definisce il sin
Il sintagma alternato è
ben noto ai teorici del
«montaggio alternato» ci ne m a[ ... ] so tto il no
[ ... ],definizione: il m me di
va mente due o più serie ontaggio presenta alter
di avve nimenti in man nati-
ciascuna serie i rappor iera tale ch e ali' intern
ti tempo ra li siano di co o di
se ri e prese in blocco il nsecuzione, ma che tra
rapporto te mporale sia le
essere tradotto con la fo di simultaneità (il che
rmula «altern anza delle può
dei fatti »).20 immagini = simultane
ità
17 Ne è un esempi o
To rin o. Sto rie e/ella Passione
( 14 70-71 ) d · H M
1 . .
18 Le _nozio ni di inqua ans em hn g, Ga lle ria Sabaud a.
ve al cmema de l qu ad ro dr a~ ura e di mo nta gg co me stacco er
unico. Nell 'evoluz ioio, ne del cinem P . v_ .
l' unilà di ba_se de l di sc e?ere m eg ho , so no suc .
orso fi lmi co , che si co cess1-
co rp o che rin asce attr~ mple ta ne lla\~J~:i~tti
ve rso la ri ~o mp os izion ~o », l'i nq ua dr at ur a div
me tafo ra de l mo ntagg e, co me nel mito uz_io enta
Ve ne zi a 1985, pp . 126-1 io da Se rgeJ M. Ejzeste n~ d~l co_rpo del film
3 1. in in Teor ia . ~ Di on iso np ro po sto , un
1
19 Un esempi o è in Qu ge ne , a e de l mo nt ag come
arto Potere di Orson W gi o. Marsili o.
di zio pe r scoprire l'e ni ell es, ( 1941 )· h .
gma ? i R~sebud. L~t pr .
assum e una Iorte vale ofondità di ca ~; ie ;.~ ~7 2 1
nza d1 eget1 ca: dal gio co ~ ~ fl~s~-back
che è in-
de lla ca sa ch e formal izz l"eli ce di Kane nel)·
. ano l' al'lìda me nlo al ba micc1_ Ulihz za ta da Well
le m rapporto una s1m . I nc hie re Thatche r aL~eve,fai g~ e~
u 1ane1.ta, d' az io. .
ni, an ch . nitori all'interno
.
segna_un _cam_ biam ~nlo 1· d I . I e se pr
il movim ento di .o on di t' ct·
et
e .
~a n! ,e d1A II red H1tch I stato e p~cco o Kane: un p~·ima e un dopo mc1cch1n ·la I ca m po met-
co ck , ( 1964): e s_e1:a, la pr . Un e e es terno/i~
1t en~o
m cui lavora , mentre la
.1~ donna delle pulizie lav ?la g~ msta _sta compiendo u~\~r~ es em pi o
scena ge nera u1~0 sp 1· 'd a I pav1m ent1; qui, la co è ~n
mpo .· _. Urto nell ' uffic
s1mulla ne a, espedi ente 11 sc '. ·ee 11 , 1 ue spaz i. pro dol11. ,e1·1~_e ntano co s1 z1onect Il io
nt
del monta gg io alt erna che 111 questo caso aumenta I cll ello suspen enitori di u . e a m~ssa
to . se ri spett .~a narrazio
20 C. Melz , Se111io/o p, 0 ne
io de l ci11 e1110'. _cil. , _P· a la soluzione
qu ell o parallelo , che alt 1_7 9. Oc~orre ?istinguer
. ' ; 111 ern a due o p1u sene e i( sintagma ult
ne 1ta . ques
to caso I· 1va Iore e' I· 1co I' t d1 avven1111en11 senza che sia precisata . e~
n ron o. 1<I s1~lato da
111 u I t
a-
a
ck nel racconto cinematografico 41
Il flas I1~ba
21 G• Bet1cl1111,
· · Tempo del senso, c1l.,
· p. 22.
22 _«[... ] poiché la fotografia non è mai percepita come illusione, non è per nulla una
presenza:
ed e _un luogo comune parlare del carattere magico dell'immagine fotografica: la sua realta
con~1ste nell '_essere-stata-là, perché in tutte le fotografie c'è l'evidenza sempr~ stupe~acente
che: Questo e successo così: siamo in possesso, miracolo prezioso, di una realta che ci mette
31
. s,~uro». Barthes Roland Rhétoriq11e de/ 'imcwe. In: Communications, 4, 1964. Recherches
sen11 0 Iog,ques,
· ' ,.., m_0588-80l8_ 1964_num_4_ I 1027
p. 47, http://www.persee.fr/doc/com _ ·
, 42
2 .2 Im m a g in e -m o
v im e n to e immagine-te
mpo
Consideriamo ora, sep_
pllr in sintesi, ~l cont~
elemento di classificazi nuto _dell'immagine co lì\
one, seguendo il lavo10
de
les Deleuze 23 a tempo
e movim · ento ne 1 fil 24 ddicato dal filosofoG1·1
filosofia sia come cons m , a in. tendersi·
iderazione storico-evol sia co
co. Per Deleuze al cent utiva del linguaggio fil~i
ro sono due terni fond
tempo. amentali: il rnovimentoei
I
--
I
.........-- k nel racconto cinematografico
'
43
II f1asl1 -baC
27 ll>icle111 .
28 lvi, pp. 178-79.
l
r 44
Il tempo del film è già formato, già reso discorsivo, già realizzato: «è
sostanza dell'espressione che produce la forma del suo tempo» .
37
38 . L 'Arro.~·eu r c11.,-o:1·é,
Fra tel li Lu mi ère, Fran cia
n.llIvo-comIca che sI bas ( 189 5), un uact . .
a sul l o s~e ll al ore che sa
ww w.y ouLuh e.com /wa tch e il per son.:~ oj 10 un ,~o
?v= Ulh 1N uT 7E Dl 0
co n vo ca zio ne nar·
39 Bé_la Ba l~zs , D~r Fi/111 . We òò che vie ne sor pre so . http
s://
trad uzi one d1 Gr nz 1a e
rden 1_11,d_We sen ein er ne 11en
Ferna ldo D1 · G1amma11c Kunst, GI .
nu o vo, Ein au di Ed ito re, To o, // fi/,,, , Ev o / _. obu
rin o 1952, pp. 136- 137. 11 s Ye rfa g, Wi en 1949.
40 L' im press ion e di durata <.lo ll e ed ess en za di
,m 'arte
è ind ub bia mente sog ge lliv a
o di spiace re de ll a vIs · Ion
· e, I Il · sc ita
· deco 1·1::
e der iva dal I, , ..
e a a riu c II1 ca, da lla con cliv isioe cond1z 10 ·
da ll 'a ppart cn en z.a all o ste n - d ~ 111, da l pia cere
sso spazio cu ltu ral e de ll
4 1 Il riferim en to è al teatro ' au tore. e ell a sto ria e anche
, dove l' azione si svo lge
in una reale progrcss,·
.
· · on c 111
co nti nu um .
ck nel racconto cinematografico 47
Il flash -ba
44 Co~si~erazion_i ult~_ri?r_i su
~l'a
45 Il nfe nm ent o e ali 1111z10 d1 pparente presente sono nel cap. 3. pp. _
Confìdenze troppo intime di Pat
46 «Ci poniamo qui esclusiva rice Lcc 104 106 - .
me
riale coincide con lo svolgiment nte sul terreno della ricezione filmic:.~~~· ~r:~ncia (2004)
o dell 'azione diegetica, ma non .
cinematografica) di questa azi con la cost~ vi_sionc spettato-
one». Yannik Moure n. Le .flash- 2
Paris 2005, p. 2. hack. Arn~, ~ ~~ ~ (la ~ipres
111 a
11
C1néma,
J ,.
J
I ! .
k nel racconto cinematografico
11 flash-bac 49
1 0 , cmema1og1
i5
· .. nenie gli eventi che sono accaduti prima. Si
47 Noel Burch, Prassi del c:inem_a, cii. , p. ,1 111cc11 , . ,. ] y M .
48 «[ ... ]illìlmraccontacop t 0 .•1.111 .11.1...110100oicachiamala "orchne 1... ». • olllen.
·
·
tralla di uno stravolg1111en
3
°
1 11el1'a ca c0 01 ' ' '
,. · ., .. ccont1
.
Le ffosh-/Jock. c1t., p. · . ._. ,ie leller·uia che consiste nell msenrc uno o ptu t.t
. ., . . iica d1 cornpos1z10 . '
49 In ft ances~, tect . ., 'COlllO pri llCI pale.
secondari al1'111ternodt un ,c1c
, so II flash-back
54
. , !locato in un prima «fuori schermo» .
c1oe co
f.. . le passé, au ciné~,1~1, n' es~~ue relatif par rapport ù ce «récit premier»,
J
ce.- ·
. le temps de referen
qut• est
Quand o alla fine del ft ash-back lo spettatore si ritrova nel punto esatto
del racconto principale in cui era avvento lo iato temporale si dice che è
«racco rdante », «non raccordante» quando il ritorno al racconto primario
avviene in un punto della cronologia diverso da quello di partenza • È
61
·
· s10ne (01, ,1·co
a '
2 .4 L a ta ss o no m ia di
M ou re n 63
La class ifica zione delle sequen
ze retro spettive, in relazion e
ne principale , va effettuata co alla narrazio.
nsiderando che l'organizzazio
spes so lavora sul lim ite de1le ne de l tempo
convenzion i. La ta ssonomia
Mouren 64, per il riconoscimen proposta da
to e l' analisi delle strutture e
sarà accompagnata da brev i dei significa ti,
esemplificazioni fi lmiche , ch
av ranno il lim ite di rappre sent e ovviamente
are solo casi parti colari della
proposta . definizione
62 «[ ... ] ci consente di
accede re al possib ile dal
così che i cri teri " di sconti
nuo " e " no n rac· , , q Liale , b'
gn-1 " tao! . " 1··
t ~1 nel lo stesso Aas corda nte " no n Iso , ' o iar e _ 1m pro ba_ b'I1 E '
h-b ack. In rea ltà, se un
ritorno all a.narrazi?ne pri
Aas h-back è f u
n~i_pale no n si co lloca ne
0
J~?~ 0 1
c! e c~ es1ste re co n d1ffico
e.
l:
spettat ore n sch1a d1 tro var l pu nto da;v1~~ 111 ~ ILI. seq~~
si in wand e di ffic o ltà ne ~: ~• ~a -~gni
all 'al tro , sul l'asse del tem l co llocar e iq i: le_ci si e~a
po ». Ivi , p. IO. E im po rta . d!stacc~l l . lo
il mo mento, che ind ica il nte il punto . P ~1 n~r~at1v
di ven ire e la continua inv 1, I _un ~ nspetto
nel raccon to cll. lernatog raf . en zio ne nell·im cu i te,_m
ico . Nel c111 ema co ntemp ora neo , i ma ' co str uz ionma la c 1tazIo
e sp . t ne : per
i l passaggio da un tem po
ritr?va ndo li in fi lm i·e~en
fusi one e sovrappos IzIo ne
al l 'al tro sono uti lizz ati
ti co m~ lrr ationa/ Ma n
su pIu tracce offerte dai
re·
sem pre meno 1 c 1~ss
~i ~o ody A lle; , ( ;
1
'~~r:° . , . . azi o- empora le
i~~ c!1e seg nava~~
0 1~ ~\ ~; n man~ s~~pit~
1
con sentono n organIzz azI· ·
· · sis tem i di monta ooio)ct·/ _P 0 ten
onI nar rative ·
a z1a_htc1 di
rmazion i ben0 0più . Io llct le no n l ineare
·
diz ione, che per me tto no pos ten on·
, tra sfo
la creazi one di nuove seq I' .
un progressi vo supera me
zio -temp ora le.
nto nel cin ema contem po
uenze da sce ne oin te Qac 0
°
liee: 1h111 fase d' e-
raneo del racco nto ch i uso s 1O a po t t O •
0 < •
in , .~a
63 Rip ort i amo la tassonomi un un1t·1 spaa
a elaborata da M ou ren, Le < , -
64 Questa parte ri propo .fla sh- ba ck, pp. 7-4 0.
ne la sce lta di alcune ese
co n l'a gg iun· · alt · . mp lifi ca zio ni fi lm iche pro
ta d1 n ese mp i· e consI·derazIo · n1.· pos te eia M
- ou ren
, •
11
Il flash- back ne 1 racco nto cinem atogr afico
65 Marni e , ( I 964)e
, un thrille r ps1colo
. . 'O d1rcllo
g1c . eI·,1 All'red Hìtchc ock.
56 I I flash -bacr
LJD
k nel racc onto cine mat ogr afic o
flash-baC 57
.~ I
.. . j
back nel racconto cinematografico
Il flas h-
59
Arianna , protagoni sta dell ' omo nim o film di Carlo Lavagna
70 ,
01 afrodito; alla fine del film la ved iam o assistere, ormai vente, e nat;i ei.
, ' d. ·
Perazione che le è stat a/ fatta a11 eta 1 . tre .anni per correooerennea1 '
r
(,
il suo sesso· osserva se stessa mentre 1 chirurgh1 le ampco e defi .
.
, utano ., Oiri
considerato di troppo. Ne] flas h-back del finale d1. Woman c10 che
in go/d 11M _t
Altn1 ann è presente col suo aspetto di donna anziana nel
ricordo d :;
anni spensierati del1a giov inez za: una festa con pare nti e amic
i primact
la persecuzione nazista la costringesse a scappare per 1nett
ersi in salvo.
lasciando la sua città e i suoi geni tori.
2.4. 1.5 Quando term ina il f/ash -bac k: racc orda nte
o non racc ordante?
Un fla sh-b ack si aute ntica non tanto per il suo inizi
o quan to per il rientro
alla stori a prin cipa le, dice va Fran çoi s Truf faut. 72
Il «co me» del ritorno alla narr az ione pri ncip ale è
imp orta nte per non
perd ere il filo dell a stor ia. Sem pre pi ù ne l cin e m a
cont emp oran eo 1 n-
entr i non sono racc orda nti , ladd ove è rico nosc iuta
a1lo spettatore una
mag gior e capa cità asso c iativ a che deri va dall ' evo luzi
one del linguaggio
audi ovi sivo , da un con su1n o di ffus o, dal con soli dars
i di form e ellittiche
di narr azio ne e dall e converge nze med iali.
Alla base dell a scelta racc orda nte è il desi deri o di orie
ntar e lo spettato·
re, decl inan do conv enzi oni atte a fac ilita re il fluir e dell
a stor ia, mentre la
scel ta non racc orda nte gioc a sull o spia zzam ento , ovv
iam ente con grada·
zion i e diso rien tam e nti vari abili , ri chie dend o a11o spet
tato re l'att ivazion~
di racc ordi mental i: di volt a in volt a l' auto re dosa
l'erm etis mo con cut
lavo ra su divers i piani te mpo rali.
All a~~
~ k nel racconto cinematografico
Il flasl1-baC
63
Sono molti i capolavori della storia de\ cine1na che presentano questa
struttura ad anello.
Occorre qui distinguere due n1oda\ità: i fi \tn (la maggior parte) che ter-
minano con il ritorno al racconto principale e i film che dopo la fine della
sequenza retrospettiva esterna e completiva proseguono con lo svilup-
po della narrazione principale82 . ln entran1bi i casi si possono definire
a schema circolare: nel pri1no caso la circolarità è di compiuta forma
chiusa, mentre nel secondo il cerchio non è perfetto e la narrazione si
conclude in un «postludio»83.
Questa struttura , co1ne rileva Mouren, trova 1naggiore diffusione nel rac-
conto filmico, perché in quello letterario il narratore, in qualsiasi momen-
to, con un inciso può annunciare quel che accadrà e non ha quindi bisogno
di partire nel racconto da una scena finale, mentre nel film questa solu-
zione è percorribile solo se vincolata alla presenza di una voce narrante.
«Né con te né senza di te» è 1' epitaffio per gli ainanti de La signora del-
la porta accanto ( t 981 ), penultimo film di François Truffaut, con Fanny
Ardant e Gérard Depardieu .
Il tragico ritrovarsi di Mathilde e Ber~1ard avviene sullo _sf?ndo di due
belle case diriinpetto nella campagna dt Grenoble. La stona e raccontata
alla niacchina da presa, e a noi spettatori, dalla signora Odile Jouve. che
u
66
--,
II flash-b,
d(~
90 l?ehen:o. lo primo moglie di Alfrcd Hilchcock ( 1940). lralto ~la Rehec~'ll di ?apl~nc du
Mauricr ( 1938), 1radu1.ionc di Marina Morpurgo, Rehecrn la prn11c1 111og/1e. Il Saggrnlon:.
Milano 2008.
68 // flash .b
ack
· .
. . . .
nave da crociera, ti protago111sta Romano-Marcello Mastro· e o, vuoto d1 una
. . .. ' .
. .
passeggero a sedersi con lui a un tavolo e gli racconta la sua stor· ranni rnv1ta un
· 1·1a e 1' amore ·
della sua fam1g per una giovane donna russa ll ra, quella
' e • passegge-
1~
k nel racc
onta cinematografico 69
sl1-baC
11 faI
. to la moglie sul ponte a riposare, ascolta con interesse.
11 ,1 lascia . .
ro- c_h~ ' Ila retrospezione avv1ene con una carrellata ottica su una foto-
.. ,z,o de
L 111_., ritrae un gruppo d.1 f am1g
. 1· . l .
ia , entamente passiamo dall ' 1mma-
.
g~,··1fia che ·
, ica ali' animaz10ne d.1que ll a cinematogra
· fi ca. I ntorrn
· · al la storia
:a,ne
; . stat
. aie avvengono con d'1verse mo dal.1ta, , poc he .inquadrature
o intere
pnnctp d. d' . . . '. .
e di dialogo della durata 1 1vers1 minuti creano un mteraz1one tra
1
scet 1te e passato~ Michalkov utilizza gli strumenti della continuità vi-
preset . . . . . .
iva (piani di reazione, raccord1 dt sguardo e raccordi sonon) per evitare
:na cesura netta tra i due piani temporali. Il filin non si conc1ude con il
solo ritorno alla storia principale ma prosegue: il testimone passa dal
narratore al passeggero, che si congeda ed esce sul ponte per raggiungere
la giovane moglie. Basta poco per capire la coincidenza: lei parla russo,
indossa un ampio cappello come abbiamo già visto indossare alla donna
amata da Romano. La conferma è nell'inquadratura finale, sottolineata
da un ralenti , in cui la donna, di nuca, si gira lentamente rivelando la sua
identità alla macchina da presa.
Alba tragica di Marce\ Carné9 1, film di realismo pre-bellico, è una storia
drammatica che ha la malinconia e 1' eleganza della scrittura di Jacques
Prévert. François-Jean Gabin è un operaio che ha ucciso il suo rivale in
amore. Barricato nella sua piccola stanza sui tetti, assediato dalla poli-
zia, nelle ultime ore della sua vita ricorda il suo amore per Françoise,
una giovane fioraia. È il caso di una memorizzazione non verbale che
si sviluppa in una dimensione intima e silenziosa. Il film si apre su un
piano d'ambientazione, siamo in un quartiere operaio; ali' ultimo piano
dell 'edificio un uomo spara e si barrica in casa; segue per tutta la notte
l'assedio della polizia. L'eroe, colpevole di un delitto come ne Il delitto
del signor Lange, assume una valenza tragica e poetica in cui la colpa
si consuma per un mix di passione, destino e sfortuna. Il punto d'attac-
co del ricordo è sul primissimo piano di Jean Gabin, ma le azioni che
transitano tra spazio interno e spazio esterno sembrano in alcuni punti
confondere la distinzione tra presente e passato: Carné aggiunge a una
struttura di impianto convenzionale elementi che per un attimo possano
spiazzare lo spettatore.
.
2.4.2.3 O,scon t,·nuo raccordante o non raccordante con più narrato .
, . n
e/o più narratan
99 Il flash-back nella dec linazione delle sue forme nasce con il cinema
muto. Citiam o Hi-
sroire d'1111 cri111e, di Ferdinand Zecca, Francia ( 190 I), un film della du rata
di 5' in cui nel
quarto quadro , a circa 1'40", all ' interno di una cella vediamo a destra una
guardia che dorme
e a sinistra il ladro, sopra il quale è visuali zzato il sogno che sia facendo
: in prooressione
sono riperco rsi gli episod i della sua vita, dall ' infanzia all 'età adulla, sino 0
alla caduta nel vizio
dell'alcol. h11ps://www.y ou1ube.com/w atch?v=d I vwqcMoMn8.
I00 Le due 01.fa11el/e di David W. G1iffi1h ( 192 1).
conto cinematograf ico 75
cl< nel rac
flash-ba
I O I Y. Mourc n. Le .f1(1.\/t-h(1<·k.'/i1. ~r_. ~-L~ . 1hrilkr-gi11di ?.iaria prodolta da Shonda Rhim1:s dal
I 02 Le rego le del de/11/~J pe1., ett_o. sci ic
201 3 e ancora in corso d1 rrochmonc.
76
Sool
b (
ia di Jeooibilità dei flash , con numerose informazion·
bb
sariamente leoate tra loro cronolog1camente, che ponoono I, non
.
. ~
, neces.
. .. . . 10 Spett
in una cond1z10ne di stress alla 11ce1 ca d1 una decodifica b.
atore
completa. Anche l'autore del1a memonzz . . 110 n sernp
az10ne non sempre è ev· re
. d'
in molte sequenze s1 tratta 1un vero e propno . d'ta Jogo
tra memor' tdente,
.
diversi sino al punto dt non poter ptu ., 'd ·1 fl tzzatorj
'. . . cons1 erare 1 . ash-b ack com
memonzzaz1om. e vere
Consideriamo ora il caso in cui il flash-back abbia funzione di compl
e-
tamento del già visto , una modalità che produce un indubbio coinvo
loi.
mento dello spettatore e un effetto sorpresa: la ripetizione ha Io scopo0
cti
riorientare la storia con l'aggiunta di ciò che precedentemente era
stato
omesso. È uno strumento che altera la narrazione lineare con il recupe
-
ro della narrazione stessa. In Fina lmente domenicaf lD3, ultimo film
di
François Truffaut, Barbara-Fanny Ardant è la segre taria del proprieta-
rio di un'agenzia immobiliare, sospettato del!' omicidio di un uomo
che
si scop rirà poi essere stato l'amante della moglie, anch'essa uccisa
in
seguito. L' uomo, interpretato da Jean-Loui s Trintignant, sembra i1Time
-
diabilmente incastrato , ma la sua segretaria riuscirà a sbrogliare l'intri-
cata vicenda conducendo sue perso nali indagini che faranno scagionare
il suo principale. A circa 6' dalla fine del film Barbara ci racconta, e
ci
fa vedere, ciò che ha scoperto tredici minuti prima, andando dall'a
vvo-
cato. L'avvocato non c'è, la sua segretaria non sa dove sia, ma Barba
ra
riesce comunque a entrare nel suo studio per aspettarlo. La stanza è
in
penombra , la musica di Georges DeJerue sottolinea che è il luogo dove
la protagonista potrebbe trovare indizi; Barbara si avvicina a una librer
ia
attratta da qualcosa: accanto all 'acquario c'è una foto che Jo spettato-
re non distingue. La donna turbata da ciò che ha visto si appoggia alla
libreria, si attiva così un movimento che ne ri]eva un passaggio ; Bar-
bara varca ]a soglia, ma non vediamo oltre perché uno stacco ci porta
al primo piano della cassiera del cinema, altro personaggio della storia
.
Tredici minuti dopo , in commissariato, Barbara racconta cosa ha visto
nello studio de]I 'avvocato; il flash-back è dichiarato attraverso l'andata
fuori fuoco del primo piano della narratrice che dissolve con il suo primo
piano fuori fuoco nello studio dell 'avvocato. La mdp segue nuovamen
te
I 03 Fi11a/111ente do111 enico/ di François Truffaul ( 1983).
)
Il flash -bacI< nel raccon to cinematogra fico
77
protago~i sta m,uoversi ~~rso la_ lib,reri a,_ma questa volta con un piano
iìl ravv ici nato. E IeI stess,1 ,1 sp1egdI e d I.rettamente nel nash-baek che
3 srnta attratta da una l·otograh a raccapn cc1ante, quella che prima
107 Il riferimento è a Garoge Demv di Agnès Varda (199 1); una dichiarazione d'an~o1:e p~r
un uomo e per iI cinema. La regista ·rende omaggio a Jacqu~s Demy: ra~con~a la sua _llll,!nz:,~
· de11 a sua passione
e Ia nascila · pei· ·11c,·nema (1918- · 1949) e. nn1racc1a net suoi film le.. slo11c .1 .. 1.c-1t
personaggi che han no fallo parte della sua vita, 11:a infanzia ~ adolesc~1~z,~, ." -~•111_1cs,_ t ~1:l ,1 I~
r · · · Ilo della fi cti on 111Lrecc1ando le 11cost1uz10111 dct 11coru.
111guagg10 documentanstico c?n que . . . r·i' .. r: , Le rctrosiJezioni e i riforin11.:111i
I· 1 • · ·. . d. o I1 spezzont de 11 a sua 1 111og1c1,11,.1 • . .
a cst1mon1anzc1 1 emy e g · " : .111 d' . !'1con un ·i nnno disco nala che mcltca la
filmici di Demy legali alle sue esperienze, sono tCd ' ' · t-
. · '
d1rez1one: un co 11 egamen o r~ t t . un 1Jri1m e un dopo.
· .' . ct· D· v·icl Le·in ( I 94S) mi{lli or fìln1 a Canm::s
108 u · I · • • 1n Breve 111 co11I1 0 t d
n esempio o s11_10vc1_
' · •
I C. . ·d L·, storiaracconiadell'inconlrn clt un uomo cuna
t- .
1946, tratt o dall ' alto unico dt ~ oc ow,~i · .' ·l 111 .1 si·izione ferroviaria nei pressi di Lond ra.
. • I lii che avviene 111 , • , · .
donna, non g1ovan1 e non Je · . e .. , . . lui è medico e lei va nella cap11ak per
. . • · . onno Ira un t1 cno 1 , 111 0, . . .
En1ramb1 sposali s1 111nc1m ' ' . h L·i . . .. ,z,·onc ir(irlc dalla lìne e s, sviluppa tll una
. . . l ··ire le amtc c. ( 11 11 1e •C . /
fare acq u1 s11 e per ,neon t, . . .. ·co1·cl·1nlc h cui sola colonna sonora è il St'co11, o
. 1 !' ·1 d1 scon1tnua e., t,1c ' ' . . 1· .· ·I
relrospeztone comp e iv,, · 1 Sei·gc·i R·,chmaninnv che si articola Ira t 1egcs 1 Cl
Co11 ce rlo per
. 1 r·01 ., ' e ()/'l' 1/('.\' 1/'{/ (
/JI C/1 0. e
. ( '
.
•i ch1m11a •I " f l't, di Frnn çoisTruffaut ( l 969).
I 15 Lo mio d· rogll s_ 1·tt
, 0 ' ·li
c Rcné Clair ( 1957).
11 6 /l q uar11 e1t-, e/e,
82
// flash -b
ack
abitanli del quartiere dei Lillà. su Mar~e e Juju. Una scelta eh
fa risparmiare sensibil n1ente la produzione del film , evitando ~.01 ~retutt0
1
ricostruzione delle azioni retrospettive del ricercato. girare la
Sinora abbiamo raccontato le veri tà che emergono dal passat
ricordo O racconto. e che contn'b u1scono
.
a completare la storia o,pcome
.
. . . ' • . . OJChé
si tratta di men:ona lo spe_ttato1 e e portato ~ credere al~~ ~e~•ttà di ciò che
vede. Alfred H!tchcock, gioca con questa s1c_ur~zza ~Il m1z10 di Paura in
palcoscenico 11 ' creando un flash-back che SI nvelera menzognero: que.
sto espediente diventa un· efficace premessa per la costruzione di un col-
po di scena. È un film minore: girato a Londra e che racconta una storia
ambientata in teatro.
Richard Todd. inseguito dalla polizia, sale sulla macchina di lane Wy-
man che parte a tutta velocità. Essa dice: «Niente poliziotti all 'orizzonte;
mi piacerebbe sapere cos'è successo» . Allora Richard Todd incomincia
a raccontargli elo e la sua nanazione costitu isce un flash-back. Parla, e
intanto lo si vede quando Nlarlene Dietrich arriva a casa sua, fuori di sé
e con il vestito macchiato di sangue; gli racconta quello che è appena
accaduto e qui abbiamo un procedimento di naiTazione estremamente
indiretto, perché Todd rife1isce a Jane Wyman ciò che gli ha raccontato
Marlene Dietrich. (Ella ha ucciso suo marito, poi è venuta a chiedere a
Todd di aiutarla a far scomparire una prova; egli ha accettato e, essendosi
fatto vedere nel luogo del delitto, ha paura di essere sospettato). Appren-
diamo più tardi verso la fine del film , che Todd ha mentito a Marlene
Dietrich. come a Jane Wyman , come alla polizia e che è lui ]'assassino;
infatti si può dire che ha mentito tre vo lte, perché questo flash-back è
di viso in tre parti. ' 18
possa r_ea\m ente ~ver ~i~to, o aver immag_inato di vedere. Al cinema que-
sta logica non gmda ng1damente la creazione del flash-back: nell ' econo-
mia narrativa, per\' efficacia del racconto, una buona parte dei flash-back
soggettivi formano immagini di luoghi e situazioni in cui il narratore non
è impli cato, né lo potrebbe essere.
Nel grande mondo dell ' illusione di realtà che è il cinema, la memo-
rizza zione soggettiva diventa allora un punto di partenza, un elemento
propu lsore per la narrazione retro spettiva, ma senza essere sino in fondo
vincolata a un codice che ne \imiterebbe notevolmente il suo sviluppo di
significato : la soggettività della narrazione volge e sospinge quindi verso
l'oggettività dello sviluppo.
Ne sono un esem pio efficace i film in cui la voce del memorizzatore
accompagna la sequenza retrospettiva discontinua: con rientri alla sto-
ria principale sia visiva che sonora, sono alternate parti del discorso che
riconosciamo come soggettive a parti che si trasformano in un racconto
oggettivo' 19 •
Ma, in fondo, sappiamo che la verosimiglianza è garantita sino a che il
discorso funziona e coinvolge, sino a che lo spettatore riesce a vivere con
interesse, partecipazione ed emozione ciò che vede.
La vérité est que la mét;1oire .ne consiste pas du tout dans une régression du présent
au passe, mais au contraire dans un progrès du passé au présent [ ... ]
Henry Bergson]
\ Jcan -Luc Godard , Jean-Luc Gnclorcl pllr .lew1 -L11c Go<l(ln/ (Tcxtcs réuni s par f\l:ùn B~rga-
la), Éd. Cahi ers du cinéma , Paris 1985. ,. , . . ,
2 D· H . Bergson Mal ière et 111é111oi re, Fcli x Alcan Ed1tcnr. Pan> I906. p. I_K\-
1J~:[//tt
h a.. y ~g
ks.
0
i ?i d=y 8 ggCw A AQ B A J &pg= PA I ~> &dl\ = '·La+\'l'l:~-
1'e. t/book s
+q ~i+\ a! mé mo i rc+n c+co n si s l c+ pa s+ d ,, +l ou l +da n s+ u ne+ re g re s <1t,11+du+p1 c-
scnt +au+passé
86
11
flash.b
ack
piccolo schermo di uno smartphone. Le nostre giornate son .
mao-ini in movimento, on -line , off-line, accessibili ovunque0/ 1encdiini.
momento; gli strum ~nt1 a n~st1. -a ct·1spos1z1on
.. .
b . .
in quals' . .
e c1 collegano ad arch:1~s1
sono il nostro arch iv10 portati le. 1 1
ve
3.1 Evoluzioni
In poco più di un secolo, siamo passati daJl a messa in scena teatral e, ef.
fimera , rituale e non quotidiana, a qu ella del cinema, che ha assunto rapi-
damente il ruolo d' intratteni mento diffu so e popolare: una macchina che
produce narra zioni , creando l' illusione di realtà e un'empatica immede-
simazione che dà immagine ai desideri; una realtà sempre replicabile che
è rappresentazione di un tempo sempre contingente, «ora e qui». Negli
ultimi decenni assistiamo a un ' ulteriore evoluzione: Ja digitalizzazione
ha trasformato lo spettatore contemporaneo , da consumato re classico di
un 'opera a potenziale fruitore di un flus so continuo di oggetti digitali.
L' adozione di un unico metodo di codifica produce una convergenza me-
diale , un dialogo illimitato tra i diversi apparati, una permanente acces-
sibilità ai contenuti e una continu a possibilità di scambio. Lo spettatore,
non più collocabile in un luogo specifico, diventa autore di un perso nale
palinsesto, editore di oggetti multimedi ali e fruitore di un flu sso costante
e sempre accessibile di immagini in movimento. L'uscita da11e narrazioni
chiuse e l'ibridazione dei prodotti e dei linguaggi segnano un passaggio
fondamentale nella ridefinizione del concetto di media. Accanto alla per-
vasività·del)' esper ienza di visione sullo schermo cinematografico, ritro-
viamo ora lo stesso film consumato in condizioni e dimensioni un tempo
impensabili. Al rituale sociale che demarcava il tempo Jibero , attraverso
il continuum del di scorso filmico , si aggi ungo no ora nuove modalità di
fruizione, sino ad arrivare ali' estremo di frammenti di tempo, sottratti
alle attività quotidiane, impegnati in un 'audiovi sione solitaria e mobile.
Forme brevi, forme lunghe, linguaggi diversi e quali tà diverse possono
essere viste, interrotte, sovra pposte e riprese 3 . L' i11usione di realtà in-
3 Rara men le quel che scorre ~u uno sc!1erm o p~1ò ~sserlo per
una ~ola volt~,, può accadere per
le cinematografie lontane nutnm enlo d1 alcun, tesl1val o per alcun, prodo11
1 di ni cch ia.
li si dell e form e contemporanee 87
back. An a
flash-
un consumatore e ,e e L • ,
88 I! flash-back
..,..,,..,....,, ..
' e
la , lb, le
Frame da I colon
la passione ( 2 0 1
Analisi dell e forme con t emporanee
flash-back.
89
lolo 1H.ccuk:
'.. , 111c. , .. . ..
1.,ve n1.' 1 1,' 111 nco11 en1e. Neg•li anni Novanla . compmo_no pn1111
,,·iggici , t nastro
. .
X I ; 1 lornw dcllr1 scquci ·' . . . • \'/ ' I t . I ·
. ,ress1vamen1e e 111 oviole e t
. 1. mrn,' ' 1 .
' . . , . ·I . •os111111scono piog · · I ., cli rcaltzzaz1onc.
sol'! w,in.: d1 cdi Illl l-!, e 1c _~ . . . I l ·llcunc complesse proceu11 e (2015 ) o Béla Tarr con li rn-
1incarc 11HHlilic~1ndo c rn ucc~l( e '. ,-,·r/nl(I// (201 4) e Rei•enw,t
· 1· liV1rrit11 (11 11
l) I l'r:itl: lli l) ardennc. ' . . , ,·nuilà spa1.io-1cmpornk.
l'tillo di 'fo/'/11 0 (2_01 I_). I· . ·onc del di scorso lìlm1co nonr'-'\:~>n,i inventare presse a naslro ade-
IO Si i111 e1Hk un :tl'lteti t ·:lini . Lcn C:110,.'/.0, che cb_l~e I· ,_t_cl~<~rdi e cli scollarla l'aciltnen_1c sen-
i I «1:11 il 1110111ntnrc ( ,' . c. tcVilllO di giu111_ar_e l:t pcll1co "di , , "' tin é111<1. Editions ~ah1c_r_s du
sivo \rns p:in.: nl l' che _pc.• mi.:~il Vill:iin 1)01111n1q_uc. U 11w1110:~< <ilano 1996. p. >4. ~mna d .ill<:-
1·1 p l'rd l' l'l' I' i11111111l,!,111_1.:\ \ Il 1111111/rigg io o/ c1111•111r'. , ':--~•pc~lt , ~ 1cnli1a lissa di un lotogrnnm1,1.
l:\n0111il. l'11ri s_I~>?\.~: :~ ;,
1',l, k µi1111lc st li1<.:1.: ,
1c~1ll11. scnrsittllCllle rcvcrs1h1l1 e con .i I
~
90
3.2 L'analisi
12 W. Murch: «Durante il montaggio l'ordine delle scene cambia spesso.[ ... ] Ma qucllo~he
ha su?it~ pi~ cambiamenti è I( Paziell!e_ln~lese. In questo film c'è una doppia variabili1ù: s1 va
avanti e 111d1etro nel tempo e il punto eh vista non è mai lo stesso», da Michael Ondaa~je. Thf_
Conver.wtions: Walter Murclwnd the Art <d'Editing.film, Knopf, New York 2002. traduzione cli
Gianni Pannofir~o e~ Elena Rossi , // cine1110 e l'arte del 11wntaggio: com ,e,:wzioni con Wa/rer
Murch, Garzanti , Milano 2003, p. l :n.
13 È co1~~nquc una res liluzi~nc parzial_c: la segmentazione a posteriori non restituisce la
complesslla 1:e~tlc del lavor~ ~h 1110~11agg~o _co~ì come cscmplìfìcato nella fig. 2 il mixaggio
delle tracce v1s1~c e so,~ore ~1 1111pc~hscc d, risalire ,~Ila configurazione della timeline d'origine.
Quello che possiamo v1sual1zzarc e una scgmcnlaz1onc a posteriori delle immagini .
k Ana l ..
1s1delle form e contemporanee
t1ast1· boC · 91
11
I...J questi due tipi di attività distinguono il lettore dall 'analista. L' inter-
pretazione semantica rimanda infatti ai procedimenti tramite cui il lettore
dà senso a ciò che legge o a ciò che vede e sente se si tratta di un film.
L' interpretazione critica 16 rimanda invece (secondo Eco) all 'atteggia-
mento dell 'anali sta, che studia come e perché, per esemp io su l ia
delJa sua organizzazione strull uralc , il tes to (letterario o filmico) prtdunca~
intcrprctaz1
· I1e). 17
•on1· scma nt,c
senso (o
dal suo proge llo, dalle sue intenzion i: anali zzare un testo a partire
da ciò
che l 'autore voleva esprim ere. 18
:!1
~ vi~nc da l l~ttore_, d_<1ll 'ar~al!sta: è lui a scoprire nel r-es to significati che
s1J ife1rscono ai suoi srslerrn dr comprensio ne dr· I .· d' ?()
, va 01 r e r gusto. -
grnn1n1' ~. visivi ra pp re se
nt at i~
e\einentl_ ,ani in ci de nz
sca\a del p a an go la re , pr of on di tà
' di ca m po , obiettivo
uti \izzato ; .
,menti: fi\rn1c1. e p1_ofilm . . .
• \ÌÌOY 1c1,
• racco \ 1 0·d · pa ss . d ' .
ag gi a un 1n qu ad 1a . tu ra \l ' \
. . a a tr a: sguard1. movim . enti·
· di ss o\ ve nz e o
stac C\1 1 a\ tn ef fe tt l ~ ' ,
co\onna audio: di al og hi
, ru rn or i e ,nusica~ sc
transizioni so no re , ac ca al a sonora~ intensità ~
va\1 am en ti , co nt in ui tà /r
• re\azi oni suono/in1n1a ot tu ra sonora~
gine: su on i in /o ff / fu or
i campo~ suoni diegetic
0 ex.tradiegeti.ci,_si nc ro ni sr no i
o as in cr on is m o tr a imm
agini e suoni. 22
Un'esposizione as sa i si
nt et ic a, m a ne ce ss ar ia
concetto di an al is i e fi ss ar per problematizzare il
e g\i st ru m en ti messi in
testo. Abbiarno gi à de tt o campo per indagare un
ch e le po te nz ia li tà di fu
su più tracce of fe rt e da i sione e sovrapposizione
so ft w ar e di m on ta gg io
riorganizzazion i narrati.v 23 facilitano e stimolano le
e , le m od if ic he all'int
nu ove se qu en ze a pa rt ir reccio e la creazione di
e da l dé co up ag e del gira
conseguenza è, ne l ci ne to delle scene. La diretta
m a co nt em po ra ne o, il pr
de\ racconto ch iu so in ogressivo superamento
un it à spazio-temporali
dell' ut ili zz o de i m ar ca to e una sensibile riduzione
ri (di cui abbiamo fatto un
pitolo pr ec ed en te ), ut ili breve excursus nel ca-
zz at i per segnalare allo
un tempo a\1' al tr o, o di spettatore il pass~~gio d~
articolazioni narrative ch
rappresentati ne ll a st es sa e si basano su ptu tempi
se quenza.
3 .3 U n a s e q u e n
z a d i p a s s a ti d iv e
rs i
L' inizio di U n gi or no co ·24 uò essere una buona esem
ni e ta nt i. p p\ifica zio-
ne. l1 fi\\11 si. sv ilu
. . più tempi passa t·1, 1.1 passato di Henry e \\ ric ordo
di un evento eccepp a in . •·
zionale: un incontro c he in po chi giorni ha cambr. nto \a
22 l/J ide111.
23 N e\ h fas e di po s\ ..
- pr r \rn scr i llo
24 Un g'" ior no co me ton od u1.1o nc : . . .
i i (2 0 13 )Mc· un . ' . I ,1.c l 20 e dir cll o da .lmarn Rc 1tnmn. hn sa \o su . ,
\\ nm \
,_
<
ni mo ro ma nz o sc nl lo \ · Jo yc e ,1yrn..1 1t:
• 09 e in1 c rpr clnlo lln Ka
t: a lc 'W ins \c\ , fo sh Br oh
e To bc y M ag uir c . n
94
// flash -b
ack
vita sua e del la n1adre. Ma che la storia princi.pa1e sia u .,
to del tempo non e, 1mm
. d' .
e 1ata1nente evidente, la col1ocazi n riavvoJg·1
. . . .
fhen.
mente avviene a poco a poco, graz . one tern
ie alla s111erg1a tra voce nrt P0ra1.
. . . 'rrantc e b
no n1usicale, che divengono strumento d1 coesione di p1uralità t ra.
La stona racconta d1. un -r1e1ice
· .
.
mcontro tra una donna deprel·sa s . 1·ernpo rar
adolescente e un evaso 111 fuga che 1rro1npe nel1a ]oro vita, imponuo figi'1
• • 0, ' •
enct ~~
minaccioso in principio per poi trasfo~marsi in ~n ben ~iverso ospite_0;:
tratta di un flash-back esterno complettvo, la cui narraz10ne princi
pale .
rivela essere un ricordo. La sequenza si struttura in tempi diversi, SI
con in-
quadrature collegate e l'innesto di brevissime scene di dialogo. Sono
del
tutto assenti le punteggiature visive, le modalità di dichiarazione viste
nel
capitolo precedente. Il film inizia con una sequenza in camera carch
e
supporta i titoli di testa e assolve al compito di contestualizzare:
siamo
a fine estate in una ·zona residenziale del1a middle class , poco distan
te
da una cittadina. A circa 2' 25 dall'inizio del film, ]'ultima inquadratu
ra
dei titoli di testa si ferma davanti a un'abitazione immersa nel verde
, un
piano d'ambientazione 26 a cui segue il passaggio all'interno della
casa.
La sequenza ha inizio con il dettaglio di una mano che appoggia la
pun-
tina su un disco, inizia una canzone che ha valore diegetico, ma solo
per
questa prima inquadratura, perché quel che segue è una successione
ellit-
tica di quadri che rappresentano tempi adiacenti. Sempre in dettaglio,
la
mano che versa il caffè in una tazza, il carrello a scoprire una donn
a nel
letto mentre la stessa mano appoggia la tazza del caffè sul comodino;
un
criceto in una gabbietta a cui viene dato da mangiare dalla stessa mano
e poi la stessa che sceglie dei vestiti mentre un carrello svela che
è di
un adolescente. Un carre llo verticale, dal basso all'alto vede di nuovo
il ragazzo con alle spall e Adele, la madre; come nel testo' della canzo
ne
che ascoltiamo anche lui è cresciuto e i pantaloni sono diventati corti.
Di
nuovo un carre1lo, questa volta laterale all'esterno deJJa casa, a circa
3'
la madre scende le scale e si avvia verso l'automobile seo-uita dal figlio
.
Uno stacco ellittico li collo ca già all'interno, segue un mont
' b
a bb
'--
o-o-io di primi
piani e dettagli di un cambio che non è stato inserito correttame nte dalla
25 Il contegg io è a partire dal primo rot og rarn,n a dei tit
o li di tes l:1.
26 Secondo il model lo del cinema class ico , il piano
d'amb ientaz ione mostra l 'cs1erno del
lu ogo dove si svo lgerà la s~en~t; è un_es pedient e ricorre
nt e nei film di Alfrcd Hilchcock. per
permellere allo spe ttatore cli on en1ars1.
I -
· . i delle to r m e co nt em
ck Ana 1is po ra ne e
Il flash-ba . 95
. a co nfermare ciò ch e in
'da parte si po teva intuire: \a
gut tri.cedif, fic · ·
oltà e il ragazz ino ba da a \ . A .
madre è una
10 e1. se guire a np\ .
donna nob·,1e che pe rcorre \e re sa da l\' alto
t1' auto1 st ra de già vi ste nei titoli di te sta
de . ovrappone un a vo ce na . · a\\a ca n-
. '
I
zone s1s rr ante: «E rava mo nr na st,
· io padre se n' era andato . D . so lo no i due, da
ic ev a ch .
e dovevo nt en er e \a figli a
chem . M . . avuta
con la nuova maghe , arJ on e, co me parte de l .
la . .
m ia fam,gha. )) Que sta
frase si co\\oca tra presente
e pa ss ato: a\ pres ente de
ercorre la strada segue l' inqu l\' automobile che
adratu ra che ve de \a famig
~e\ padre di vertirsi a un \una lia ricompo sta
park in cui è pres en te Hen
temporale trasforma qu e\ mom ry. Un nuovo salto
ento in un a mazzetta di fo
Adele, ci troviamo in un nu to nelle mani di
ovo te mpo se mpr e apparte
La narrazione di Henry pros nente al passato.
eg ue , racconta che sua m
mai di suo padre né de\\ a nu adre non parlava
ova mog lie, mentre vediam
di dava nti a\\a fi nestra de\\ a o \a donna in pie-
stanza de \ fi glio sfog liare le
il dettaglio cìe\\ a fo to che co foto grafie; segue
rri sponde ai momenti vi ss
«Potres ti sempre ve nire a uti al luna park.
vive re co n Marjo rie e me)>
ne di battuta introdu ce \a br . Un ' anticipazio-
eve scena27 successiv a, ne
carrello avanza inqu adra nd \\a quale un lento
o Henry e i\ padre che parla
cin a. l\ padre è preocc upat no di sera in cu-
o pe r i\ fi glio che vive con
ma Hcnr y rispo nde protegge una do nna malata,
ndo \a madre : «No, \a mam
Sta anche imparand o a suon m a è splendida.
are i\ vi o\once \\ o» . I\ pass
successivo avviene an co ra aggio a un tempo
co n un a le gatura so no ra: l'u
padre proseg ue ne \\' inquad ltima battuta del
ratura successiva, un nu ovo
lu ogo. Henry è or a di steso te mpo e un nuovo
pe r te rra e sfoglia un gior
mento co mposto da un le nt nalin o, un movi-
o carre \\o e un a pano ramic
su\\o sf ondo \a madre sd ra a a salire inquadra
iata su\ di vano, anch' essa as
mentre \a voce off prosegue so rta nella lettura,
: «Non credo che perd ere m
spezzalo i\ cuore quanto pi io padre \e avesse
uttosto \' aver pe rso l'a mor
4' \O", \' inquadratu ra de \\ e stesso~> . A circa
' auto mobi \e che pe rcorre \a
sequ enza prin cipale, \a vo str ada rip orta all a
ce o\ l proseg~,e se 1~1~re ac
canzone «Anche a que\\ ' et co m~ag~1ata d~\\a
t\ \' avevo ca pito». E 1\ te st~
loca a\ ~a ss alo \a sequ enza , qu1~1d1, che co l-
prin ci pale, in cui si in tar srn
no mqu adrature
~ · · . -I
27 E irnp\o rl.'111~\e ~~1~.: .'.~:~:"11 , · • •, • si int ende un ' ai.ion
e che si svo lge in 1111 'uni1~
\C0 \\)0 1':1 C, C 1C Lllu
\1
~) 1is~ ~:-~ "~~)1~~~~11i1 a dn un a sola i11 spa 7.it~
•"'"':-,- ' .
pu ò int e nd ere 11na se n e d, . ' ,' ·. . , , qua clra 1ur a e ch e per scquc n1.a s,
h1 1:-v 1 sce ne.
96 // flash -back
La visualizzazione de ll ' in
La tirn te ra se qu en za an al izz
3 eline visua lizzata è de\ so1t w ar at a d' U
e l'r èm ie re (Adob~). n gi.
or no come tanti (2 01
3) .
coetà
m n df\ash-back e on \' .m se nm
.· en to d1. un a .in qu ad ra tu
u , \u e , m on ta te e\ ra e a conclusione
ht tic af f\ente. L a canzon
rnn a te rn an za ct·I m us ic a e copre tu tta \a du ra ta :
· e pa ro le e \ con
ano la vo ce of fe br ev i , , el em en to d1. co es io. ne a cui si som-
m om en ti di di al og o, qu
d ndone g\ ·I ·mg1ess1 o
pa es ti ultimi montati antic
· · post1c 1p
· · an don e \e us ci· te. Una scelta i-
el l'a ud io ch e ha \o sc op d1· montag.g.10
·
o di pr od ur re un a co nt in
vi si va ar tic ol a in qu ad ui fa Hl dove la sc qu en ta
ra tu re te m po ra lm en te
de lla se qu en za è im m di sc ontinue. La co mplessi t~
ed ia ta : le in qu ad rn tu re
ev iden zi an o \e te m po marcate co n i co lori dive
ra lit à di ffere nti. Po ss ia rsi
tr e in qu ad ra tu re ci as cu m o ril evare due hloc di
no (c erchiati in bi an co i di
in di ca no un ' un i tà te m , in 3a e in \'rame, 4) ch
po ra le co nt in ua , ma os e
de ll a tr ac ci a au di o po ss servando \a co mposi zion
ia m o rilevare che è la vo e
ce o\T a garnntirc la con-
98
// flash -b
ack
tinuità sonora.
, \#,;r'
= Ripulii..
• 'Lavare i piatti' per 7 giorni'.
,.,-bj I
, -:'
f , {,, <t
': ,· ·'.}'-,,/..Il
, ' I
t I.· . '
. Quando un UOllJO sa ballarU}
rt Alcuni uomini mettono le mani
puo'·otte'nere tutto,clo' che V(! le. sulle tue spalle·o suJ la.sch iena,
5 Un giorno come tanti (2013), dal flasll -back di Henry a quello di Adele.
. . delle forme contemporanee
Anal1s1
uac l<- 99
1asl1 -
il f
1~:. -'\
Ana lisi dell e form e co ntemporanee
. ,.back.
) flaS 1 10 1
h-back negato
.5 Il fl a S
' ud1.0-Vl•sualizzazione
c ' di un ricordo; il tornare
. indietro oltre l'inizio
~
adar ragione del presente; lo strumento dt un'organizzazione narrativa
ro O lo stesso racconto proposto da più punti di vista e molto
1011,atica
0 ancora. Come a
bb'1an10 gia .
., visto ·1 fl ash-back e' un tempo che si
1
ltr , ·b·1· , . .
nesta in un altro tempo, e una poss1 1 1ta dt scnttura che interrompe
1fluire progressivo, così come è nella vita, con forme di temporalità
diverse giustapposte per orientare o disorientare lo spettatore. Dalle di-
dascalie delle origini , che accompagnavano attraverso i tempi della nar-
razione filmica, alla progressiva assenza di segni convenzionali, sino alla
negazione della visualizzazione di un tempo ritrovato. Per quest'ultimo
caso, due esempi possono ese111plificare la negazione del flash-back: due
film prodotti nello stesso anno, entrambi di produzione europea. Uno
che racconta la colpevole rimozione della Germania postbellica e l'altro
la colpevole omissione di un uomo nei confronti della donna con cui è
sposato da 45 anni . Una storia collettiva e una privata; per entrambe, le
verità scoperte si collocano nel passato ma in entrambe il passato non
viene visualizzato in un' immagine, ma evocato restando in un fuori cam-
po assai più efficace.
. . . _. dì Giulio
del ~,len.t.tO . .c 11 1. (20 l 4) • con Alcxandcr Fchl ìng, Andr~ Szy-
.·I,11
. R1..cc1
3 l /I /obmnlo · 1 1 e l ol1'1nncs Kn sc 1.
manskì , Friedcrike Bee l . '
102
// flash-b
ack
ti di scuola, meccanici. Vittime e carne fici percorrono le .
uni senza poter dimenticare , gli altri _avendo messo da;:~~ tradc,gli
ferocia. Johann Radmann prende coscienza del passato del!· a Propria
e anche della sua famiglia. Il labirinto del silenzio racconta _al ,s·uana1.ionc
. • . • 1
vest1gaz1one d1 un giovane procuratore a1la ncerc • avoro ct'·
a di una memor· in.
. . h d , 1 1
te, repentmamente nrnossa; e c e ara uogo a primo processo n. ta recen
•
a Francoforte, 1stru1 . . d 11 . . . d . , e 1 l 963
to a a g1ust1z1a te esca contro 1 crimini di
. d . d
perpetrati at te esc I11.. Il fi11m tratta una pagrn· a d1· stona· poco conoguerra
. . .
.
dal grande pubbhco, mettendo 111 scena un «dopo» di cui raramente si , sciuta
parlato, e si confronta con ]e molte dechnazioni visive dedicate agli orro~
nazisti, orrori rappresentati prevalentemente nei non luogo dei campi.
«Tutti quelli che hanno col1aborato, tutti que11i che non hanno mai detto
no, sono Auschwitz» 12 .
Per tutta la durata del film la regia sceglie di non creare immagini del
passato, di non riavvolgere mai il tempo; tutto è al presente, il passato si
costruisce progressivamente attraverso le testimonianze, la ricerca negli
archivi, le indagini, le parole dei testimoni; e restare al presente rende con
ancor più efficacia ]a rimozione del passato.
«Si attenga ai fatti, racconti solo quello che ricorda chiaramente» 33.
A 48'45" dall'inizio de] fi]m, ne11a stanza del procuratore, sfilano i so-
pravvissuti per raccontare que11o che hanno visto, quello che hanno su-
bito. Il passaggio simultaneo dal racconto de11e vittime alla presa di co-
scienza del procuratore è ri solto attraverso una sequenza di testimonianze
alternate a piani d'ascolto. Per circa 2' le parole e l'ascolto sono monta-
te sottraendo l'audio diegetico: vediamo parlare e ascoltiamo il silenzio
avvolti da un brano corale 34 dall 'andamento crescente che contiene con
intensità i corpi delle vittime, i dettagli, i gesti, lo strazio del 1icordo e
lo smarrimento di chi ascolta, di chi trascrive e prova a immaginare l'i-
nimmaginabile. Una «messa in fila» di frame, che restituisce l'articola-
zione dei piani, può essere utile per avere un 'idea di come abbia lavorato
Ricciarrelli alla costruzione di una sequenza dal forte impatto emotivo e
fondata sulla sospen sione e sull'omissione (6).
I
I
t
.
!
'
_T
~
.
f...~
~ ~
il flash-back
3. 5.2 «45 anni» , il fuori campo sostituisce
35
, . ) J1
. . delle form e con
k Ana\1 s1 t empo ranee
11 flastl-bac . 107
7 45 An ni (201,5); fra
me a 14' 18 " 12 . la de
pensa ed esalta I asse tinizio ne in profo nd
nza d1 st acco e la ità dello spazio com
asinistra inquadratura presenza del tu oric am -
. po in cui si tro\Ja G
eoH
'
A 58 '3 0" ci rc a, u n
turning po int svel a
positiva proiet ta ta di \' intrigo : K ate è d
u n a gi o av anti a\\a d ia-
"\ v an e d o n n a ch e ci n q u
1 suo foto gr af o
, G eo ff, ch i gu ar d a ant' anni pr im a ou ar
e \' o g g et to gu ard at da
di un tr iangolo ch e o dive n go no sintes
b
p re n d e v ita d a u n i
di vecchi ai a e gi ov a so m m ato ri a di te mpi , di
in ez za . E m er go no rimandi ,
nascosto, fo rt e e in ch ia re \e ra gio ni pe
al tera to ch e d a 45 r un se ntimento
nio app ar en te m en te an ni vi ve para\\ e\o a un m at
riu sc ito . L o spetta rimo -
segreto d e\ m ar it o to re sc opre co n \a pr
, at tr av erso u n' inqu otago ni sta i\
mente p as sato e p re adra tura ch e racco
sen te . N o n ci so no nta simu\tane a-
getto ch e gu ar d a e st ac ch i , in un unic o pian
\' o g g et to gu ar d ato o i\ sog-
no tare co m e i\ re gi so no un o di fr o nte
st a ab b ia co st ru ito al\ ' a\tro: è da
entr am be \e d o n ne \a spec ul arità tra pr
so no ra pp re se ntate esente e pa ss at o:
co n \a stes sa di st an
grafica. za cine mato-
\\ te m p o Sl ri avv o
\ge in un o g g ett~
ie ttat a . L a m ac ch in de \ pr e~ente ,. un a d . ..
a d a pres a tr ova \ an m ~~ s,t~ v_a pro-
ch e G eo ff no n h a go \a z\One gms\a pe
m a, de tto: \a su a , sv~_\,u ~ qu e\
fid anzala a\ mo men
asp et ta va un fì g\io 7 \o de \\ mc,c\ente
( a) .
,I
!
108 // flash -back '
1,
i
/(i
36 Come abb iamo già visto ne l cap. 2 a p. 70 ' lrallando 1·1 c·iso de // · ·
· ,· paziente 111g1ese.
f rrne co ntem po ra ne e
\i si delle o 109
k Ana
sl1 -bac .
flB . e di un a str ut tu ra na
\' cre av on rra tiv a, ch e sv el a e co nf en
,m ad e,\\ . na
La non lin ea rit à de \ ten1po ,n
un fi\n1 , \a fra1n1nenta-
sivainente. ·ta co m e ab biar
no vi sto ne \\ ' es e, np io \i m
1po 1·a\
, e' poi '' ite di 21
ten , t i·e a es se re at tiv
•
o ne av or o ct·t co nn es si.on
\ \
n,11
. \0 spetta o <- e e de duz10 . -
il risch io di di stu rb ar lo od ,• pe
onanche rd er lo . Co rn e d1• ceva1no, no •
e . .
poran ei ab bi a, no 1n . . . i
. on conten 1 te no nz za ., \'
to se n1pre pt u as se nz a d .
it .. d. tori de\ ritorno a\ pa ss . . . e,
Q11I 111 1ca at o, n co no sc en do h pe r in
. diverso può certa1nente es se fe re nz a: un o
. .
re un e \e ,n en to in di ca to re
:r: 1
:\ementi profi\mici, pi ù o ,n
en o in ev id en za , poss on o
, 1na an ch e
su gg er ire i
ssaggi di tempo .
T.C. 3s Descrizione
Inquadratura
00: 13:4 1:07 Stacco di inquadra-
00: 14:06:20 ture simili per piano
e soggetto: Hana in
Mezza Figura si pre-
para per la nolle. La
mdp a mano la segue
sino a che entra nel
letto dove è Lila.
«Come ti chiami?»
«Hana» .
38 La nola7.ione utili zzala nel Lim e code è orc: minuti: scconcli :rram cs.
. . d \\ e
,, Ana\ 1s1 e forme contemporanee
bclC"· I I3
tl~sl1 •
39 No n ve n go no ch iam. . . .
at, p,a no -sequ en za pe rch é no n si po sso no co nsiderare tm
in sé co nc \u se . . it ù narratiw
. . Ea stw oo d (
40 Am er icC111 S11 1pe r 20 14 ) ba sa lo su ll' om on im a autohio_
Ky\e, co n Br ad \cy Cod, C~ '°k · · . M ill er · Os c:u- 2 01 s pe r il mi gralì a di Chris
o~ e, _e . ,en n". ' nvenzio ni co me il gio gli or mo nta g,g. 1? so noro.
4 \ Ci so no ,~u tor i ch
e np2r01~l~n)a'.10 :\:-~u:: e c.~i~ co cl' an1an d, Wood y Al ,
ch e in lrn rrw ,w l Mw so \ve;1ze i'ncrocia le pe _k,~
1 ( sc eg ' r so llolin earc i passagg
tem po . i th
114
// flash -back
o o un. blindato
. . lo stacco su\ dettao-1 b io d e\\ a ca nna
d di . .
ta Precisione e 1\ titolo del fi lln co nc lu do no 1 . f
··oq .
e 1n on na z, · un tuc t\e di
1 uadratura evolve co n un ca rre ll o \ater a\
' e 1n. quadranond O, ne
I cessa rie .
·1
•sta. int.erpretatob. da Br ad\ey Co op er,
., . cui sta ac ca nto pr..otago -
·conosciam o su 1to 1 cecchino appo un
. L . d sta t .
rnpagn1. e mq u a ralure hanno desc-· o pet \a sa\va gu coct·mm,ltt. one~
, 11 tto e '.acco ntato (9)
ar. ia dei suoi
oglio .. . lei
l
I
la sta da nd o al rag az zin o . . . li
no sc i \e re go \e d' ing ag gio , de
La re g ia lav or a co n un a moltip
alcos a ... sì è un a gra na ta una Rg
ve de te? Po tet e co nfe rm are ? Ne
cis ione tu a.»
k rossa .. .
gativo : co-
43 In C'ero una volto il west, l ' ucc isione del fi Jio Ie w·. . . • · ,
11 l<mdese da parie clt Frank v1cnt:
sospesaattraverso un camb io inqLiad .. .. . g e . ..o//'1sc h.10
1d 1u, .i c1ccompagnato (hl 1··c1cco1 •d o s. . 1101.o spai
. . . ,. < 0
del treno. Qui la sospensione ciel I' "·iz,·o,ie
" n<1sco 1
nce 1 1nso1Jp ort·b·1 · · , • · r
un hambin o la macchin a eh< IJi·es• ·i< c·i,·stog l,·c 1 · " 1 e v 1s1onc dcli uccisio ne• (1I
o sguarc1o anch • F k
r:1'.1 ~ è un persorn~ggio tor-
' •
temente nega tivo . Si avverte l 'emozio ne clell',;u tore cl _ e se.
prolu1~g~~o_P_P del P,iccolo, sospend e pietoso . · i e dopo <1vc,c1 regalat o un intenso e
44 D,tll 1n1z10 ciel film a 00:03:12: 18 sino a 00·26'1 I ·22 ( .,. minuti: • .
· .. · Olc. second i: fotogra mmi) .
a\isi delle form e con temporanee
ack . An
sh· b 119
J
na\isi delle forme contemporanee
bri cl<- A
q~s11 - e 121
11 1
ritrovare un ainore, vincere la tenzo_ne con un~ m~lattia, vivere bene dov
si è O trovare la felicità altrove. Il lieto fine s1 svduppa in una scena ~
. . d . o s,
può racchiudere in una sola, uIt~ma, mqua 1_·atura a sciogliere il conflitto.
Da lì in poi, siamo certi, i nostn personaggi avranno una vita felice, cri-
stallizzata a quel momento 45 , senza sviluppo, perché se un finale aperto
induce Io spettatore a lavorare d'ipotesi, con l' happy end, tutto si ferma:
nessuno si chiede cosa ne sarà poi di Cenerentola e del suo principe.
Quale la ragione? Forse perché dopo 1'eccezionalità della fiaba potrebbe
seouire
b
una normale vita fatta di routine e priva d'interesse? Sta di fatto
che di happy end se ne vedono sempre meno 46 . Se un dramma finisce
bene è banale e non ha a che fare col nostro mondo, dicono in molti.
Così l'energia positiva dell 'amore, i nodi che si sciolgono, i problemi
che si risolvano non sono più le certezze che chi udono una storia e, se
non si vuole 1nettere una pietra tombale sulla felicità che infine potrebbe
sopraggiungere, allora si risolve con un finale aperto, che lascia allo spet-
tatore la possibilità di nuove congetture e tante speranze. Sembra non es-
sere più tempo dei finali lieti come nell'età dell'oro del cinema, quando
la storia, dopo mille peripezie, terminava in un abbraccio che assicurava
allo spettatore la certezza di un avvenire felice.
Un esempio di «mediazione» lo troviamo in La La Land (2016), una
commedia musicale sorretta da una storia d'amore che è una contem-
poranea rivisitazione di un genere classico di Hollywood47 . È l'attua-
lizzazione di stilemi del passato ma in cui è assente l' ancor più classico
lieto fine, anche se Damien Chazelle, per un attimo, cede allo spettatore
un esito felice, facendogli vedere ciò che avrebbe potuto essere, lungo
un 'articolata seq uenza della durata di 7'. E poiché uno degli elementi che
sostanziano l'illusione di realtà è l' «ora», «qui» deJla storia che scorre
4? Un ese_~pio i nvers? e, curioso lo ~r~via_m? in Ritrovarsi di Preston Sturges ( 1942), in cui« ... e
vissero felici e contenti » e narrato ne, titoli d1 Lesta con un matrimonio tra Claudette Colbe11 e Joe
McCr~•\ [ ~ito~i t~n:7inano coi~ ,una_scritta_ and _th e_~ l!v~d h~1ppi/y ever after a cui si aggiunge or
d,d they . ~ an 11n~z1one dello, sfogli_o degli anni fa 1111 z1are li racconto quauro anni dopo.
46 Se al ~1nema e semp_re p1u raro il li~t? fìn~,. nelle se1ic televisive si può trovare un happy end
a conclusione ?ella stag~on ~, messo poi 111 cns1 dallo sviluppo di quella successiva. Un esempio
r~cenle lo lrov_1amo nell ,ulllmé~ puntata della seconda stagione de La casa de pape/, serie televi-
siva_ ~pa~nola '?ea ta da Aie~ Pina. Lo spellatore _lo sa che proseguire vuol dire rompere il felice
cq u1libno raggiunto, ma desidera una nuova stagione. abbandonandosi al oioco delle conoetture:
quali accadimenti potranno minare lo stato di grazia raggiunto dai protaoinisti? b
\ ' \
Analisi delle forme contemporane e
h-back.
,, f185
123
0 sche1.1no e .coincide
.
ten1poraln1ente con l' <<ora» «qu · d
. .. ,. . . , 1>> e11 o spet-
iull . un attimo c1 pe1 mett1dmo l illus1one d1 una nuova p . .·b·i· ,
re. pel . . . . . OSSI I Ila ,
rato . ttimo rimuoviamo tutti gh elementi che precedono il
r un a . , . . . . , . ,. momen-
pe0. men tre ·scorrono le immagirn , menti e si sv1luppa J imm·tgin·tzi
l . { , ~ one d.
t · he sarebbe potuto essere, o spettatore s1aggrappa a un-i nuov· .1
uel e · . . ' a pos-
\i!ità. Sullo scherm_o s1 consuma una sorta d1 sospensione della pena,
~~ll'amore che_non tnonf~, e tutto sembra rimettersi in gioco, complice il
desiderio di chi guard~, 1 archttettura della sequenza retrospettiva, iI suo
andamento, i contenuti e la durata. Ma vediamo come.
In breve la storia. A Los Angeles Mia sogna di diventare attrice e tra un
provino e l' altr~ serve caffè in un bar, mentre Sebastian è un musicista
jazz che suona 1n un locale dove nessuno lo ascolta. Mia e Sebastian si
·incontrano, si scontrano e poi si prendono per mano, si amano, si so-
stengono sino a quando, per inseguire il loro sogno, saranno costretti a
separare le loro strade: lui rimarrà a suonare il piano a Los Angeles, lei
andrà a recitare a Parigi.
Sono passati cinque anni ~a l h45 ' circa, un montaggio alternato ci rac-
conta il successo raggiunto da Mia, il suo ritorno a Los Angeles, il marito
e una ba1nbina e ci racconta di Sebastian, che suona jazz nel suo locale e
torna a casa solo (14).
. , seaue
O
un fraseggio tra il PP. di profilo, del pianista e il p· ,.
tt1 V<.L · • 1\ 5 l '06" Ch t,mo
iro~Pe. in PP di Mrn. A 1 azel\e opera una radicale V' . ,
' ·eaztot1e . ., ' . r • • • ana-
d~ 'ne de\\ ,atmosfera ti (.~sfoi i~1dn~_o con_ 11 mov~ rne.nto _un piano costruito
'.'1° rofondità che racchmde m p1 uno piano. Mia?•quinta e sullo sfondo
1n P, tian che suona; lentamente la mdp stnnge s1110 a inquadrarlo in PA
sebttS . d' t· . d 'b' . '
111
entre \a \uce vana mo i 1can o sensi 1lmente l'inquadratura. Sebastian
einet~·ae nitidamente e decontestualizzato, . . il movimento e la variazi·one
~
de\\a \uce hanno operato un cambio dt luogo e di tempo all'interno della
medesima inquadratura. Lo stesso accade nell'inquadratura successiva
a Mia: ripresa accanto a\ marito, contestualizzata, viene gradualmente
isolata da\ cambio di luce e dal movimento di macchina che la inquadra
con un PP intenso e sofferente (15).
tempo. Lo stacco sul PP di lei rivela una nuova luce negh occhi. \et gh s1
e
SO Slicling cloors di Peler How itt ( 1998) racconla con un montao0 oio allernato i due desti-
ni di un a stessa protagonista il cui punto di svolta si determina da una se mplice azione:
prendere il metrò o non riu scire a prenderl o. Gwyneth Paltrow con abilità interpreta due
differenti personalità, due differenti deslini e la reg ia di How ill dosa assai bene il riLmo
dell 'altern anza, coinvolgendo appieno lo spettalore.
nee
a ,·s
, i de lle fo rm e co nt em po ra
baci<- An 127
/I 0asl1 -
a se qu enza .. ume
ch e r'ia· ss
es se re co n un ·
I che sarebbe po.tuto . . . .
h ap pl au si raccolti da lei
·arre que co nce rt i d1 lu i, g
P'°'' . un1a casae ininsicoemmeusnme.o1ad a rn va re a .
l h5 3 '2 0 " do ve per m,'tn o va. r.'
,~ w~P~ ·~d. star . i st ilem i dei mu .sic·aJ
•11c1td · o o r' '. C on gl
. g lia, del
lo Stage D . .
/e un a •soeolia. la .so
/a. no
a se qu e n za d1 m u si ca e danza, di impat-
,a ,woodiano. pa1 te
una nuov es i di pi ù luoghi che
so n o si nt
iJO IIJ 'fici ale. co n. sc.en
d ografie M . ra liSc he
teat b .
a quello che si
ro arti e as
. t1 an
. gi un go no
1a e .
<I. animan
o d ·az10111. anzate . fi 1n v 1t at 1 , va nn o ol tre, là dove Mia è
atog ra ic e,
Io . I . .
·presenta come set .cmem . to m si lh ou et te ; l' es ito positivo è
ar tesa per un provino, qu
esta. .vo ta n so pa m ondo che ruota,
m at a di un m ap
ppos1z1one a m
confermato dalla sovra iu n ge re a P ar ig i. A lh 54 '39" una
con un aeroplano che
si muove sin o a g lu m iè re di notte, a cui
ffre la V ille
ua li zzaz io ne o
panoramic a di contest si d el la vi ta de i pr otagonisti: lui suona,
za d i si n te ra di colore,
segue una nuova seq uen es se re da st ud io e sa tu
sce na co ntinua a
lei recita. La messa in I h5 5 '0 9 ", un pa ss aggio che ha un 'affinità
saggio a di luce marca
ma è da notare un pas an do il ca m bi am en to
con quanto già vist o a I h5 I '25", qu m po (17).
ca m b ia m en to de l te
un progressiv o
mantic o.
io ne v1. .
s1 va, ma diverso valo re se
maz
. T di. tr as t or th ari nc Hc '.
. ·r ircJato <la Ka v· 111i asp11a1111
a tc I li "io
nd (2 0 17 ), affi ni . L·, C: ,va I 19 ] 7 I. 'n gr u ppo l e- ,
r' Igo
m ry ' it •·, 1'·1·sto ria di un
• cc o1
La I l,11 fìl Ba di: ·ilG rc r·1
~
w
1 7 La La '
. o e •
~ ne
. L
lC uc i Ile m li
') I Po /co.w·e111c
r.:cdell~~
r Ro gc rs c . .
. ur n , G .rn gc lo ro al terne fo rtune
pb
128
Il flash b
· ack
Questa volta, protagonista è un suonatore di tromba del!·
b·
bastian e questa volta .ti regi.sta ut1·1·tzza Ia vana. z1on
.
e di luc a and d.I S
. . ,
c-
dere uno splendido assolo, solo per questo. E un gioc . e per racch·1
o che Ch· u-
con lo spettatore: gh. restl
. _. . , .
tmsce un segno ana1ogo che s1 rivela ct· ct· f,aazel le
valore semanti.co e lascia . 1
ung a
I'.
mqu a
d
ratura per .
indu rlo t tverso
. . a cons ·d ·
come punto dt chmsura e d1. rein . . .
nesto nella stona pnncipale. Ma • 1 erarla
,
così , dopo l ut1hzzo dt un marcatore·s2 , le mqu
' . . . . d
a rature che seguono, del! non e
durata complessiva di 2', ci portano di nuovo alla messa in
scena di un:
coreografia sui quai della Senna, con uno sfondo pittorico
che a poco a
poco si rarefa per trasformarsi in una pioggia di luci. A segu
ire un vero
colpo di scena, perché da una realtà evidentemente «finzion
ale» irrompe
una sequenza di film di famiglia che restituisce immediatame
nte verità a
quel che abbiamo visto sino a ora (18) .
19 La La Land (20 17 ), iterazione della sequenza già vi sta, ma qui Sebastian sostit u-
isce il marito di Mia.
. , d . , pot '
essere» di Mia e Sebastian e urato circa 7 , un tempo in cui dall 'evi- uto
dente fì nzione della messa in scena e ciel la coreografia siamo passati alla
veri tà dei fìlm di famiglia sino alla duplicazione della sequenza iniziale
in cui Sebastian sostituisce il marito di Mia. Sette minuti in cui a poco a
poco si è costruita una nuova possibilità. Con la sequenza retrospettiva
o sarebbe meglio dire della possibilità, Chazelle ha creato una distanza'
dalla storia principale , ha progressivamente tolto forza alla situazione
pregressa e dato poten za a un possibile lieto fine. Ha costruito un impian-
to narrativo passando dalla palese finzione alla supposta realtà. Ma ora,
cosa dare allo spettatore? Come sollevarlo? Semplicemente costruendo
un dialogo di sguardi tra Mia e Sebastian , un dialogo in cui si sorridono
e si dicono con amore addio (20).
D■IID■ll:1111•1■1111111■1111111~•••111J!HD
m n;.;;,;111■Dlll■llllill!III
-----■-Il •1■1111 1 1 111 -■1111• 1- - !l■-111■1■ lillllll
..........-...........- ~.··":i.ial~ ~:...l~~--~--.. . . . .
..........
....__.,~ - - - - - - ~ . -~ - • -'ldl~
~ ~ . . . . . . L . .- ~
- ···--··· lli.-. . _j
-·11■11ilillililllllillfilrlr.lll ■
' ·· . .. ., 1-· .
20 Segue
Analisi dell e torme conte mporanee 131
k
!1asIi - bac ·
li
(,?'
:· ,·
;_:,· _;.
__ _ .
ÌIII ,s lalalandh264.
l\llUIIII~
·•11a1 01111111~~
· ·-·-·••1111••
20
in rosaLasono
La Land
seg (2017)
t t \ Ia v1sual1zz
· · az1one
· del découpage della sequenza analizzata :
coreografie men a e e _due_sequenze duplicate, in giallo è la sequenza riassuntiva
di colore r:~amarcata_col_lilla e la sequenza dei film di famiglia, a cui segue sempre
verd· . d. la_ dupli cazione della sequenza nel locale e l'epilogo. Le tre inquadrature
assu' ,n ,cano I tre .p~ssaggi di transizione spazio-temporale . È evidente il peso che
mono 1n term ini d1 durat a le due sequenze finali .
~ Li _)
132
I I flash b
- ack
ci hn lasciato: ma p?ssiamo anche cl ire ~he
Wi 11 _muor~ tutte le volt .
, · vede la c uind iccs1ma pun
s1 1 .
tata della qutnla sta gione. E l'ctcr e che
di un 'opera duplicata sempre 1de . . / . no pre
nt1ca a se ste ssa, priva di modif . sentc
cui durata coi.nci.de con que ll a de ll ' es pe,.·1 ,
enzct dello spcttatores\ ichc , la
E se avessi vogl ia di rivedere ancora que
. . . lla quindicesima puntata .
certa che partecipe d d . d
rei, mqua ratura opo inq ua ratura, a quel col, sono.
scena, con la speranza fi no a11 , u1t11n
.
o d.I un d'1verso epilogo. pO di
Sappiamo che la narrazione film ica è un'esp
erienza riproducibile all'in-
finito , sempre meno sociale e sempre più
individuale e mobile. Ved ere e
rivedere, quante volte abb iamo vis to lo ste
sso film, partecipando emoti-
vamente sino all'ultimo benché ne conosc
ess imo il finale? Sappiamo per
esperienza che possiamo reiterare l' atto del
la visione attenuando , se non
annullando , il peso delle informazioni pre
gre sse , empatici con quello che
accade sullo schermo in un tempo comune
di manifestazione e fruizione.
Vedere e rivedere, come fanno i bambini
per esorcizzare la paura e per
rinnovare i1 piacere; ci immedesimiamo, par
tecipiamo a quel che accade
sullo schermo, luogo bidimensionale di me
raviglie fra1nmentate e rico-
struite, strutturate e rette su convenzioni e
sperimentazioni ; luogo di atte-
se e sorprese dove si può vivere per 100 min
uti una vita di riflesso, come
accade alla protagoni sta de La rosa purpur
ea del Cairo 54 . Durante gli
anni della grande depress ione, Cecilia (M
ia Farrow) è un'infelice came-
riera di una tavola calda, moglie maltrattat
a, si nutre di storie romantiche
su carta patinata e sullo schermo dei cinem
a. Un giorno, mentre Cecilia
guarda per l'ennesima volta il film in car
tellone La rosa purpurea del
Cairo, il protagonista dell'a ppassionante
vicenda, l'affascinante egitto-
logo Tom Baxter (Jeff Daniels) , dallo sch
ermo si rivolge proprio a lei,
seduta in sala: «Mio Dio, deve proprio pia
certi que sto film ... Sei stata lì
tutto il giorno , e ti avevo già vi sto altre due
volte». La possibilità di un
lieto fine si spo sta dal film alla sala , Tom
scende dallo schermo e rag-
giunge Cecilia, i due si innamorano all'ista
nte: una giovane donna infeli-
ce e un per sonaggio intrappolato in uno sch
ermo trovano per un attimo la
loro via d' usc ita. In sala esplode lo scomp
iglio e qualche contestazione:
53 È importante di stin gue re Ja durata
dall ' impressione c!i durnl_a: _per impress
si inte nde la percezio ne di durata che l' ione ?i dL'.r~1~a
' arli co l_azione fìl _m1 ca rest1tu 1s_c_e allo s_pell
· I · ne eIe Il e · ~to• ~- ~•~~ •e
a Il arti co azio I nqu a d.I a lLtt·e , t·t cos11 ·uz1one del ntmo e le allese dello spctt.1lo1
54 La rosa 1n 11p11rea del Ca iro di Woo
0
•
c stesso.
dy Alte n ( 1985).
lisi de lle fo rm e co nt em po ra
bacie Ana ne e
il (lash- 133
I
nz a bi so gno, in pr im a ist an
cog nitivame nte \' og ge tto de za , di elabo rare
\ \a no str a vis ione. Uno de i
cinea sti es erc ita no i\ \or o po mo di co n cui i
tere su\ pu bb lic o, se co ndo
risied ere bb e pr op rio ne \\ e ca qu es ta lettura,
pa cit à di gesti re qu es to po ten
gnitivo e low-leve l, a\ fo nd o zia le pre -co -
de \ qu ale si ritrov ere bb e il ve
carica att rat tiv a de \ ci ne ma . ro seg ret o de lla
I .. .I Or a \' ipo tes i de \\ a po rla tag lia
fu oc o di Bo rdw e\l vo rre bb e
perché qu an do riv ed iam o un spi egare
thrill er, o un ho rro r, ma anch
dra mm a pa rtico lar me nte co e un me lo-
mmuo ve nte, no no sta nte sia mo
infor mati e co ns ap ev oli di pe rfe tta me nte
co me andr~\ a finire , res ti am
ste sse em ozio ni ch e ab bia mo o vittime de lle
pr ov ato la prima vo lta.'.\<,
Ar te, c re ati v ità , sa pie nt e
uti liz zo de gli str um e nti , ~o
mi me si e ro ttu ra so no af nv en z io ni , ist int o,
fia nc ati pe r rin no va re og ni
sa ·, t ··t :- vo lta , c_o n \a ,st es -
n e ns , a, o co . n ·,n te ns it~l d ive rse , \a m
· ag ia de \\'i \\u sio ne d t rea lta
sc or re s u un o se h e rm o b ·ct · me ns io rn le un rac co nto fat .. . ch
.. e
1 1 , e , to dt ,m ma gm ,m
mo v im en to ch e pe r un \as
so di te mpo c i iso la d a\ mo
nd o.
55 L,cp , 1sm
· . r10 l r\ aI o e- e.·11,1
. . Il) · ~ ,~,.·, ,. \ •1x c-/ (1/'/
np > 11 • , " J' ') lo fì11ish : Wooc/1• A/le11 (lii( /
. . Ne w Yo · tlw Ari cf i\lo -
. ' 1I .11 , R ·1m
v,e n,~_ <'. ~· • .. , UTusc lo m 11
- o .
rk 20 17 ira du zin nc d,. V,o
. ·
lc\l a lk \lm:ch
.
10. .
• 1o J/ 111 / Z /II li 11 li \'T Dc /\ Pla nc1aU bri . 11 oocly Allc11
1/1(.;, ,M ila no 20 17. p.5 7.
S6 Vi\\on. o e·,a·Il csc
u . /
, . , Mi ,·, hcl e G ucr rn /,o sc/ 1 '
cr1110 e111J)(l /tco (' '
·10 C orl in a Etli1o rc . Mi l ano . " 111e 11w e m' 111·osc1.L'11: c. , ~ . l'I'• •\
, ,, ,\1.: -
20
15. pp . 92 -in .
I 34
II flash -back
3.8 Conclusion i
• I / •, Ll1\ ·11\ro
., I f/ l'Wtl' /1((' ,,g (',\(. ' l'~l'l\\\)i\\
Ln1wr~an.
·in\ liamo
h, \I\) ,\Il. '\I
. .-(lcrato 11cr la si ru11u1 ,, le I , -· . , (" () I (1) di Kcnnclh
,à const . M ·I ,,.,,,,. ,v I Il' •" < - 1 • \ ' •11
57 e ornc g . 1·ospclli va d1 ' 11 " " · ·
1-. 1. '( n\ÌI\IIÌI ~ \l' IIIPl'ntk 111c,:--i1 ,n l \'.'-\ :--·
nel\ a sequenza te , . iene inarcato, crea ndo un a 1
,_ sn e , , .
tempo riavvolto non v I l' · logo e dalla prese nza de, pcrsol\:\t! )!.I.
. e dal con tenuto dc e t,1
s,on