Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Gli autori di questo articolo erano due giovani chimici che sono James Watson e Francis
Crick.
W. e C. facendo tesoro dei risultati ottenuti da studiosi che li hanno preceduti hanno costruito
il modello del DNA a doppia elica.
Il termine acidi nucleici è un termine più antico che risale alla metà dell’800 e si era visto
che del materiale acido era contenuto nel nucleo delle cellule e per questo vennero chiamati
nucleici; il DNA è un acido perché il gruppo fosfato può liberare ioni H+.
Friedrich Miescher aveva visto che nel nucleo dei globuli bianchi erano contenute molecole
che si coloravano con coloranti basici per affinità quindi dovevano essere molecole acide
contenute nei nuclei delle cellule.
Il termine acido nucleico è più antico e nel corso del 900 Frederick Griffith, un inglese, nel
1928 esegue una serie di esperimenti che lo portano a formulare il concetto di principio
trasformante, agente trasformante.
[Gli esperimenti effettuati da G. sono descritti in figura 3 pag. 23]
G. utilizza delle cavie, degli animali da esperimento, e un batterio che nell’uomo provoca una
delle tante polmoniti di natura batterica e l’agente eziologico è lo streptococcus pneumoniae,
in particolare di questo batterio esistono due ceppi presi in considerazione: un ceppo R e un
ceppo S.
Il ceppo R non è patogeno, cioè non origina la polmonite e non comporta la morte della
cavia:
- se G. inietta batteri di ceppo R la cavia non muore e non si rilevano batteri in circolo;
- se invece inocula nella cavia batteri di ceppo S, il ceppo patogeno, si arriva alla
morte della cavia e al ritrovo di batteri di tipo S in circolo.
- se si inoculano dei batteri S ma uccisi al calore, cioè passati sulla fiamma, la cavia
non sviluppa la malattia e non vengono trovati batteri in circolo
- se invece in una cavia viene iniettata una miscela di batteri R non patogeni vivi e
batteri S patogeni ma uccisi al calore si ha la morte della cavia e il ritrovamento in
circolo di batteri S vivi.
Nelle due fotografie al microscopio elettronico sono mostrate le colonie di ceppo S (smooth)
che significa liscio, infatti i batteri S se coltivati su un terreno solido producono colonie dalla
superficie liscia ( ogni puntino è una colonia cioè un gruppo di batteri provenienti da una
cellula di partenza che si è moltiplicata più e più volte ); sotto abbiamo colonie R (rough) e la
superficie presenta rugosità.
I batteri S sono patogeni mentre quelli R non lo sono, questo perché hanno pareti cellulari
diverse e conferiscono queste caratteristiche anche sulla superficie delle colonie stesse.
Doveva essere accaduto che un principio trasformante potesse passare dai batteri S uccisi
al calore ai batteri R vivi che una volta assunto questo principio trasformante diventavano
patogeni essi stessi, perciò G. parla di agente, principio o fattore trasformante,però non si
sapeva che tipo di molecola potesse essere questo fattore trasformante.
Chiaramente non potevano essere né i carboidrati né i lipidi,il dubbio era se fossero delle
proteine o degli acidi nucleici, quindi negli anni 50 un altro tipo di esperimenti dimostra che il
principio trasformante era il DNA, questi biologi americani, Martha Chase e Alfred Hershey.
Per condurre l’esperimento in particolare usarono dei virus (per riprodursi devono infettare
delle cellule) con DNA marcato con fosforo 32 radioattivo e altri virus marcati con zolfo 35
(anch’esso radioattivo). Il fosforo è un elemento che costituisce gli acidi nucleici mentre lo
zolfo costituisce le proteine. Coltivando virus su terreno con fosforo 32 questi inseriscono il
fosforo radioattivo nel DNA; altri ceppi virali vengono coltivati in presenza di zolfo 35, e
avranno le proteine radioattive.
Si è visto che il principio trasformante entrava nelle cellule come molecole di Dna, mentre
l’involucro proteico non viene introdotto nelle cellule, quindi non può essere una proteina il
principio trasformante, perché le proteine non entrano nella cellula infettata, ma solo il DNA.
Il virus che infettano i batteri in maniera esclusiva si chiamano batteriofagi o fagi.
Nell’esperimento H. e C. hanno utilizzato dei fagi con involucro proteico e il materiale
genetico (DNA).
Negli anni ‘50 si avevano molte informazioni sul DNA, ma non se ne conosceva la struttura;
si sapeva che aveva un carattere acido, cioè risultava colorarsi.
figura 2 pag 122:
Abbiamo un’immagine a microscopio ottico di cellule provenienti dal prelievo della mucosa
boccale, quindi cellule epiteliali umane in cui si è effettuato un’innovazione con
l’ematossilina.
L’ematossilina è un colorante di natura basica che per affinità chimica si lega agli acidi; in
particolare l’ematossilina colora in viola più intenso i nuclei delle cellule; era stato (nell’800)
già compreso che il DNA era un composto acido colorato nel nucleo. Nella prima metà del
‘900 si è visto che, con l’esperimento di Griffith, poteva essere un fattore trasformante; il
fatto che il DNA sia effettivamente un fattore trasformante è dimostrato da Hershey e Chase;
inoltre altre informazioni erano state proposte da Chargaff: egli aveva visto che gli acidi
nucleici di diverse specie avevano sempre la stessa quantità di adenine e timine e di citosine
e guanine. (vedi tabella 1 pag 25) Quindi vi sono tante purine quante pirimidine.
La cristallografia a raggi X è stata applicata da Rosalind Franklin nel laboratorio King’s
college di Londra. Egli ha preso degli acidi nucleici cristallizzati a basse temperature e li ha
esaminati con dei raggi X; questi campioni poi esposti ad una lastra radiografica
producevano un’immagine come quella della figura 5B a pag 25. Si era potuto dedurre,
quindi, un andamento elicoidale della molecola di DNA.
La struttura vera e propria è stata proposta nel 1953 da due giovani ricercatori che
lavoravano in un laboratorio di Cambridge: Watson e Crick.
I due propongono il modello del DNA a doppia elica; essi non hanno condotto
personalmente tutti i singoli esperimenti, ma hanno soltanto elaborato e interpretato dati
ottenuti da altri ricercatori, quindi in particolare da Chargaff e Franklin.
L’RNA, invece, è un singolo filamento in cui i nucleotidi si legano sempre con condensazioni
che portano alla formazione di un legame fosfodiesterico, però in questo caso gli zuccheri
sono molecole di ribosio e le basi presenti sono A-U e C-G.
A partire dal 1953 si sviluppa una nuova branca della biologia, detta biologia molecolare.
La biologia molecolare vera e propria è nata nel 1953 ma è stata estesa e approfondita nella
seconda metà del 900 e procede anche nei nostri giorni.
Partiamo con una scrittura introduttiva, descrittiva: è un semplice schema che si chiama
dogma centrale della biologia.
Indica l’insieme delle funzioni del dna, trasmissione caratteri ereditari alle cellule figlie e alla
prole e direziona il metabolismo cellulare attraverso la sintesi proteica.
Lo schema descrive il flusso unidirezionale dell’informazione genetica, risale agli anni 60 del
900.
Con la duplicazione del dna si esplica la trasmissione dei caratteri genetici alle cellule figlie e
alla prole mentre con trascrizione e traduzione si indica la funzione di controllo del
metabolismo cellulare attraverso la sintesi proteica.
Interviene la duplicazione quando la cellula madre si deve dividere nelle due cellule figlie,
mentre trascrizione e traduzione avvengono nel corso di tutta la vita della cellula.
Quando si replicano:
● il batterio duplica il cromosoma
● la cellula madre si divide in due dando origine a due cellule figlie più piccole della
madre
● ciascuna cellula figlia eredita un cromosoma
● le figlie poi si accrescono spesso in pochi minuti e sono già pronte per un’altra
duplicazione.
Ad ogni riproduzione cellulare per scissione binaria la cellula prima duplica il proprio dna, poi
il citoplasma si divide in due e ciascuna cellula figlia eredita un cromosoma.
Le due cellule figlie sono uguali tra loro, più piccole rispetto alla cellula madre ed hanno una
copia proveniente dalla duplicazione presente nella cellula madre.
Questo è il sistema più semplice che però può essere effettuato soltanto dalle cellule
semplici come i batteri.
Nel caso delle cellule eucariote la questione si complica perché ci sono più cromosomi (le
nostre cellule somatiche hanno 23 coppie di cromosomi), perciò il processo è molto più
difficile.
[L’unico scopo della riproduzione batterica è l'aumento della popolazione]
Il ciclo cellulare prevede una cellula appena nata (fase G1→ fase di accrescimento della
cellula, qui la cellula produce organuli cellulari fino a raggiungere il corretto rapporto
superficie-volume) di dimensioni inferiori rispetto alla cellula madre di partenza;
quando giunge in questa situazione inizia la fase S, la fase di sintesi del DNA, cioè la cellula
duplica il proprio DNA, i propri cromosomi;
poi vi è la fase G2 intermedia di preparazione alla divisione cellulare vera e propria;
infine la fase M, di mitosi, che corrisponde alla duplicazione del nucleo, quindi la cellula
madre di partenza si trova a fine fase M con due nuclei;
la fase successiva è detta citodieresi, e la cellula madre si divide in due cellule figlie,
ciascuna con un proprio nucleo.
Alla fine della citodieresi abbiamo, quindi, due cellule figlie di dimensioni minori rispetto alla
cellula madre di partenza, ma geneticamente uguali fra loro e uguali alla cellula madre (che
ormai non esiste più poiché duplicata nelle due cellule figlie) sempre a meno di mutazioni.
Quando abbiamo organismi eucarioti unicellulari, per esempio protozoi o alghe unicellulari,
questi subiscono MITOSI, si riproducono anche per mitosi, ma questa è una riproduzione
asessuata (è più complicata della scissione binaria poiché le cellule eucariote hanno più
cromosomi con un nucleo ben definito).
Sempre per mitosi si duplicano anche le cellule di un organismo pluricellulare (organismi
animali o umani): quando un bambino cresce e raggiunge le dimensioni definitive, lo fa per
mitosi successive, come anche lo sviluppo embrionale; oppure un adulto per mitosi
sostituisce le cellule vecchie, per esempio le cellule del sangue (globuli rossi e globuli
bianchi) invecchiate vengono smaltite e prodotte nuove cellule per mitosi; la mitosi serve
anche per riparare le ferite.
La duplicazione dei batteri. (Escherichia coli→ batterio che vive nel nostro intestino)
Gli enzimi
I cromosomi eucarioti
Hanno forma lineare e le loro dimensioni sono più estese, infatti per accelerare il processo
servono più origini di duplicazione su uno stesso cromosoma da cui si formano più bolle di
duplicazione che si estendono bidirezionalmente ( il processo rimane lo stesso e gli enzimi
rimangono gli stessi).
Gli estremi dei cromosomi eucarioti si chiamano telomeri: sono sequenze di basi azotate
non codificanti ( no info sintesi proteine) che si ripristinano nel caso di cromosomi
riproduttivi.
- le cellule somatiche perdono tratti di telomeri e perciò i cromosomi si accorciano e
questo dà origine al processo di invecchiamento cellulare
- nelle cellule riproduttive le telomerasi ricostituiscono i pezzi mancanti di telomeri
- le cellule cancerose ( immortali) hanno telomerasi molto efficienti
La Trascrizione:
La trascrizione corrisponde alla sintesi dell'RNA sulla base dell'informazione genetica
contenuta nel DNA. (quindi viene trascritto un GENE).
L’informazione genetica è inscritta nella sequenza delle basi azotate ed è significativa la
successione delle basi azotate.
Esistono tre RNA principali:
1) RNA messaggero o MRNA
2) RNA di trasporto o TRNA
3) RNA ribosomiale (RRNA)
P.S. esistono piccoli RNA con funzione regolativa:
- i microRNA con 20 nucleotidi che si legano a quelli messaggeri e impediscono la
trascrizione
- i SNRNA (small nuclear RNA) che intervengono nel processo di maturazione del
MRNA e si trovano nel nucleo associati a proteine.
I cromosomi sono singole molecole di RNA:
Lungo i cromosomi/gli assi sono disposti in successione i GENI, che sono tratti di DNA che
codificano per un'informazione genetica, quindi contengono un'informazione incompiuta.
L’informazione porta alla formazione di proteine o la sintesi dell’RNA.
COME AVVIENE:
L’enzima chiave è una RNA POLIMERASI: un enzima globulare che scorre sull’RNA e
incontra un PROMOTORE (una sequenza ben precisa a monte del gene, cioè in posizione
5’ fosfato 3’ OH, che è riconosciuta dalla polimerasi e serve per la denaturazione) e avviene
la denaturazione della doppia elica a valle del promotore.
La DENATURAZIONE
- uno dei due filamenti (non sempre lo stesso) funge da stampo;
- su questo filamento si dispongono ribonucleotidi liberi e per complementarietà la
polimerasi li polimerizza e forma una catena di RNA.
- questa catalizza i legami fosfodiesterici
- i nucleotidi quando vengono incorporati perdono un gruppo fosfato e l’energia
liberata dall’idrolisi serve per la sintesi
- sequenze consentono il distacco della fonte di trascrizione e si forma l’RNA
(nucleotidi liberi→ trifosfati, nucleotidi non liberi→ monofosfati)
I processi richiedono sempre FATTORI DI TRASCRIZIONE (inizio, allungamento, termine
sono le tappe del processo).
Tra i tipi di RNA quello messaggero è quello che verrà tradotto, che subisce la
TRADUZIONE
La traduzione
La traduzione è la sintesi della proteina
Traduzione e trascrizione mediano l’altra funzione ovvero dirigere il metabolismo attraverso
la sintesi proteica.
Trascrivere significa copiare
Tradurre significa cambiare linguaggio (costituito su sequenze di nucleotidi di successione
alle basi azotate)
Dall’RNA messaggero si passa a una catena polipeptidica, quindi si cambia il linguaggio
attraverso la traduzione.
Codice genetico:
Il codice genetico è:
1) universale: vale per tutti gli organismi viventi (si può avere un uso differenziale dei
diversi codoni nelle diverse specie per individuare uno stesso amminoacido, ma
complessivamente è valido per tutti);
2) degenerato o ridondante: c’è un eccesso di codoni rispetto agli amminoacidi (alcuni
amminoacidi sono riconosciuti da 4 codoni)
3) privo di funzioni/ senza interpunzioni: tra un codone e l’altro non ci sono segnali di
fine o inizio. (Il messaggio per sintesi proteica è contenuto tra il primo A-U-G e il
primo stop codon, leggono le basi a tre a tre)
4) univoco: a ogni codone corrisponde un solo amminoacido, non esistono ambiguità
(non biunivoco→ ne corrispondono anche più di uno)
5) non è arbitrario: noi non conosciamo ancora le regole
Per la sintesi proteica in vitro servono: mRNA, ribosomi, tRNA con rispettivi amminoacidi
(amminoacil tRNA), energia che deriva dal GTP ( ribonucleotide trifosfato), Enzimi:
amminoacil tRNA sintetasi (per far legare tRNA e amminoacido).
L’RNA è una molecola polinucleotidica con diverse funzioni: informazionale, strutturale,
trasporto.
Il Messaggero ha come cuore la parte contenuta tra il primo AUG e il primo stop codon, le
altre sequenze non fanno parte del cuore del messaggio.
- amminoaciltRNAsintetasi è fondamentale nella produzione di proteine numero di
- Se un codone è sbagliato si verifica un errore, anche se con la terza base talvolta
non si presenta l'errore
- il Messaggero e le proteine sono direzionali
Le mutazioni
Le mutazioni sono variazioni nella sequenza del DNA
Possono essere:
1) SPONTANEE = avvengono durante il processo di duplicazione o altri momenti
2) INDOTTE = quando le cellule sono esposte ad agenti mutageni (fisici e chimici)
Sono sempre casuali, non si può prevedere dove si verificheranno o quali sequenze
modificheranno.
Esistono tecniche in grado di produrre mutazioni SITO SPECIFICHE, cioè mirate grazie a
CRISPR cas 9 (questa tecnica di mutazione per esempio) che consente di effettuare la
terapia genica, modificare sequenze di dna in maniera mirata.
MUTAZIONI NEUTRE: il fenotipo non subisce alterazioni
La citogenetica è la branca della genetica che studia il cariotipo , ovvero numero e struttura
dei cromosomi.
● cariotipo umano femminile 46, XX
● cariotipo umano maschile 46, XY
Le cellule germinali riproduttive sono i gameti
● le femmine hanno le cellule uovo 23, X
● i maschi hanno 50% 23, X e 50% 23,Y
● è sempre il maschio a determinare il sesso del nascituro