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BIOLOGIA APPLICATA

La biologia è una scienza, dal latino 'scire' che significa sapere.


La scienza dunque rappresenta un modo di pensare e di studiare sistematicamente il mondo
che circonda. Fin dall'antichità i vari scienziati e filosofi hanno cercato di capire attraverso
l'osservazione il mondo che li circondava, questo però accadde solamente quando Galileo
Galilei introdusse il metodo scientifico (1564-1642Questo consisteva nell'osservare un
fenomeno ed effettuare un esperimento per confermare o confutare un'ipotesi. Pertanto, è
necessario dimostrare scientificamente con delle prove che l'ipotesi che si sta esponendo
sia vera (l'etica e la stregoneria venivano chiamate in causa per spiegare fenomeni
dell'uomo).
Si possono effettuare due tipi di ricerca:
• una ricerca conoscitiva (attraverso i libri)
• una ricerca sperimentale (attraverso gli esperimenti).
Il massimo riconoscimento per un ricercatore è il premio Nobel:
Il premio Nobel del 2020 per la medicina è stato assegnato a tre virologi che hanno
identificato il virus dell'epatite c. Prima di questa scoperta si parlava dell'epatite 'non A e non
B', purtroppo è un virus che determina moltissime conseguenze e problematiche a livello
epatico ma anche negli altri organi e diciamo che recentemente sono nate diverse cure ed
un vaccino per l'epatite c che sicuramente è molto utile per i malati cronici.
Il premio Nobel nel 2019 è andato a dei ricercatori che hanno fatto delle scoperte su come le
cellule sentono e si adattano alla disponibilità di ossigeno.
Nel 2018 i vincitori sono un americano ed un giapponese che hanno scoperto la terapia
anticancro, come 'sguinzagliare' il sistema immunitario contro le cellule del tumore.
Il premio Nobel del 2017 per la fisiologia e la medicina è stato assegnato a tre scienziati
statunitensi per la scoperta di meccanismi molecolari che controllano ritmi cardiaci.
Nel 2016 il premio va alle scoperte sui meccanismi dell'autofagia, processo di 'pulizia
cellulare'.
Il premio del 2014 invece va a 3 ricercatori per le scoperte sulle cellule che costituiscono il
sistema attraverso cui il cervello costruisce una mappa dello spazio che ci circonda.
Quello del 2013 è stato attribuito a degli scienziati per la scoperta del macchinario che
regola il traffico vescicolare.
Il premio Nobel del 2012 fu attribuito a chi dimostrò con le loro ricerche la possibilita di
riprogrammare le cellule adulte in cellule staminali pluripotenti.
LA CELLULA
La cellula rappresenta la più piccola unità funzionale di tutti gli organismi viventi. Una cellula
da sola, in un ambiente idoneo, sarebbe in grado di sopravvivere poichè capace di svolgere
tutte le funzioni necessarie, di accrescere e di dividersi; successivamente si specializza e da
qui andrà a comporre l'intero sistema umano.
Le cellule sono organizzate in tessuti e questi sono costituiti da diverse tipologie di cellule
che possono interagire anche con cellule differenti e vanno ad organizzarsi per formare gli
organi. Gli organi, a loro volta, possono far parte di sistemi che svolgono funzioni complesse
nel nostro organismo e che chiamiamo apparati o sistemi; perchè i diversi organi in diverse
parti del nostro organismo pluricellulare funzionino è necessario che ci sia una
comunicazione tra le diverse parti dell'organismo, cioè c'è un sistema nervoso periferico che
percepisce lo stimolo e la variazione della situazione ambientale, è attraverso dei sistemi
specifici di recezione e di stimolazione da parte di specifiche aree cerebrali vengono
rilasciate dalle molecole segnale, quest'ultime vanno a loro volta a portare il messaggio che
permette all'organismo di reagire a determinati stimoli e variazioni ambientali. La cellula
dunque presenta delle caratteristiche particolari: contengono delle informazioni ereditarie
che vengono trasmesse alla propria discendenza e sono contenute nel DNA, sono
importanti perchè contengono tutte le informazioni della cellula per poter sopravvivere,
inoltre devono ricevere dall'ambiente energia e lo fanno perchè ricevono fondamentalmente
dei nutrienti dai quali sono in grado di ricavare energia (ci sono diverse tipologie di organismi
come ad esempio le piante che sono organismi autotrofi che possono ricavare direttamente
dal sole l'energia ed utilizzarla per i propri scopi), le cellule inoltre si adattano ai cambiamenti
dell'ambiente esterno e possono mantenere l'omeostasi, possono inoltre interagire tra di loro
ed andare avanti evolvendosi.
Possiamo osservare le cellule attraverso i microscopi, inventati da Hooke nel XVII sec In
qualche modo permisero di poter vedere per la prima volta le cellule ed in particolare si
osservarono nel sughero delle piccole caselline, delle celle che chiamò cellule; pensava che
fossero le unità funzionali più piccole che componevano un essere vivente. Furono
successivamente altri scienziati a comprendere l'importanza e il significato biologico delle
cellule infatti con loro due nacque la Teoria Cellulare secondo la quale tutti gli organismi
sono composti da cellule, successivamente si postulò la teoria cellulare vera e propria: tutti
gli organismi sono formati da cellule e tutte le cellule derivano sostanzialmente da altre
cellule preesistenti.
ESPERIMENTO DI REDI
Prese della carne e la mise all’aria e si rese conto che solo se questa entrava in contatto con
le mosche, dalle larve che queste deponevano nascevano nuove mosche.
Quando infatti lasciava la carne all’aria coprendola però con una retina (in modo tale che le
mosche non potessero deporre le uova direttamente sulla carne), quest’ultima rimaneva
integra.
PASTEUR
Pasteur che è il fondatore della moderna batteriologia, si rese conto che se un brodo di
coltura contenente dei batteri veniva sottoposto ad elevate temperature questi microrganismi
e il brodo diventavano limpidi. Si rese conto che da quelle temperature non c'era la
possibilità per i batteri e per le muffe di proliferare però se il brodo entrava a contatto con
l'aria muffe e altri microrganismi potevano crescere.
TUTTE LE CELLULE SONO UGUALI?
Le cellule di solito si classificano in 3 tipologie diverse: cellula procariotica, cellula
eucariotica animale, cellula vegetale. Allo stesso tempo però hanno delle caratteristiche
comuni: hanno una membrana plasmatica che le circonda e le separa dall'ambiente esterno
per proteggerle; all'interno hanno una sostanza gelatinosa costituita per la maggior parte di
acqua con macromolecole chiamata citoplasma. Tutte le informazioni necessarie alla cellula
che servono per sopravvivere sono contenute all'interno del DNA. Le cellule possono
differire per le dimensioni anche se quando noi confrontiamo le cellule di un topo con quelle
di un elefante ci rendiamo conto che le dimensioni sono pressochè le stesse, cambia il
numero. Un dogma sostanzialmente rappresenta in qualche modo una verità assoluta, un
qualcosa che ha a che fare con la religione, un'idea che non può essere messa in dubbio
poichè è tradizionalmente accettata; un filosofo, Kuhn , scrisse un libro a riguardo
sostenendo una vera e propria rivoluzione chiamata Kuhniana, ovvero il cambio di un
paradigma.
Attraverso alcuni esperimenti invece si capì che alcune informazioni sono trasportate proprio
dalla molecola del DNA: nel 1953 Watson e Crick scoprirono appunto la struttura del DNA e
postularono il dogma centrale della biologia che ci dice che le informazioni vanno dal DNA
all'RNA messaggero e quest'ultimo trasporta le informazioni contenute nel DNA nel
citoplasma dove queste stesse informazioni vengono utilizzate per sintetizzare delle proteine
che servono alla cellula per svolgere le proprie funzioni; di recente, si è scoperto che è
possibile tornare indietro dal DNA all'RNA ( i virus sono ad RNA come ad esempio il virus
dell'HIV, utilizzano un enzima che si chiama trascrittasi inversa che sintetizza il DNA a
partire dall'RNA). La crescita e la specializzazione delle cellule avviene durante l'attività
embrionale e successivamente della vita, quando il bambino nasce ovviamente andrà
incontro ad un processo di accrescimento che si completa al termine del periodo
dell'adolescenza quando una volta raggiunta la maturità si va incontro ad un processo di
invecchiamento. Cosa significa invecchiare per una cellula? Oltre alle cellule invecchia
anche il nostro organismo, alcune cellule in particolare sono in grado di rinnovarsi come ad
esempio quelle della pelle; in caso di ferita viene 'riparata' attraverso delle cellule nuove per
ricostituire l'integrità del tessuto. Ci sono altri organi invece come ad esempio il S.N.C. o il
cuore che se subiscono un danno le cellule di questi organi muoiono, in mancanza di
ossigeno ad esempio si ha un infarto del miocardio. I neuroni e le cellule cardiache ce le
portiamo dietro da tutta la vita e questo tipo di tessuti invecchiano poichè non vanno incontro
ad un processo di invecchiamento.
CELLULE STAMINALI
Questa scoperta ci ha permesso di capire come determinati tessuti ad,es. le cellule
muscolari,possano andare incontro ad un processo di rinnovamento perchè ci sono delle
cellule staminali del muscolo che quando una cellula muscolare si danneggia queste cellule
che sono dei precursori (cellule non ancora specializzate) si differenziano e vanno a
sostituire quelle cellule muscolari danneggiate. Haeckel nel 1868 fu il primo a parlare di
cellule staminali definendole cellule ancestrali che sono antenate di tutte le cellule, fino a
quel momento si pensava che un organismo nascesse come un piccolo bambino già tutto
formato, in realtà Haeckel fu il primo a parlare di una cellula staminale per eccellenza che è
la cellula uovo appena fecondata che diventa uno zigote e gradualmente grazie ad un
processo graduale di divisione cellulare di specializzazione diventerà l'embrione prima ed il
feto successivamente . Questo tipo di cellule è come se fossero delle cellule 'bambine' che
ancora non sono specializzate; può rimanere uguale a sé stessa oppure quando è
necessario e riceve degli stimoli da parte dell'ambiente circostante quella cellula può
decidere di differenziarsi, in caso di danno del tessuto in cui si trova quella cellula allora
quella cellula diventerà una nuova cellula funzionante in grado di sostituire quella che si è
danneggiata e che non è più in grado di svolgere la propria funzione.
PROPRIETÀ CELLULE STAMINALI
Le cellule staminali hanno due proprietà principali:
-la capacità di automantenersi (perchè se si differenziasse subito in qualche modo si
esaurirebbero molto presto, è molto importante perciò che la cellula staminale vada incontro
ad un processo di mitosi asimmetrica)
-di specializzarsi (inizialmente noi abbiamo la cellula staminale totipotente che è la cellula
uovo appena fecondata, questa cellula da origine ad un organismo intero compresi gli
annessi embrionali per esempio la placenta; dopo qualche giorno dallo sviluppo, in qualche
modo queste cellule iniziano a perdere parte della loro potenza e cominciano a
specializzarsi, a questo punto diventano cellule staminali pluripotenti ovvero che sono
ancora in gradi di differenziarsi in tutti i tessuti dell'organismo tranne ai tessuti
extraembrionali, nell'adulto abbiamo delle cellule che hanno perso parte della loro potenza e
possono differenziarsi in un numero ristretto di cellule).
-dividersi lentamente
LA POTENZIALITA’ DIFFERENZIATIVA DELLE CELLULE STAMINALI
1)Staminali totipotenti→sono in grado di sviluppare un intero organismo e anche tessuti
extra-embrionali (come la placenta);
2)Staminali pluripotenti→sono in grado di differenziarsi in tutti i tipi di individuo adulto tranne
che nelle cellule extra-embrionali;
3)Staminali multipotenti→possono differenziarsi ma in un ambito più ristretto. Sono quelle da
cui originano i vasi sanguigni;
4)Staminali unipotenti→possono specializzarsi in un unico tipo di cellule;
In Italia, a causa della legge, non si possono usare le cellule staminali totipotenti ma
solamente quelle adulte, quelle del cordone ombelicale ne sono un esempio. Le cellule
staminali cordonali sono delle cellule staminali molto giovani che hanno una capacità
differenziativa molto vasta, perciò essendo materiali di scarto, possono essere utilizzati per
isolare le cellule staminali. Gran parte della ricerca si concentra sul 'cercare di convincere le
cellule staminali ad assumere una specializzazione.
LA CLASSIFICAZIINE DEI 5 o 6 REGNI: Gli esseri viventi possono essere classificati in 5
regni. Da questi 5 sono esclusi i virus perché oggi vengono considerati al confine tra i viventi
e non viventi perché non sono autonomi.
-Regno delle monere→vi appartengono batteri e alghe azzurre: sono organismi procarioti
unicellulari, cioè privi di nucleo.
-Regno dei protisti→vi appartengono i protozoi, le alghe unicellulari, i funghi unicellulari e
in generale tutti gli organismi unicellulari eucarioti.
-Regno dei funghi→vi appartengono gli organismi pluricellulari eterotrofi.
-Regno delle piante→vi appartengono gli organismi eucarioti pluricellulari autotrofi. -Regno
degli animali→vi appartengono gli organismi eucarioti pluricellulari ed eterotrofi.
I batteri possono essere distinti tra batteri ed archeobatteri:
-gli archeobatteri derivano da un procariote ancestrale e sono dei batteri che sono in grado
di vivere in particolari condizioni estreme, temperature elevate ed in assenza di ossigeno;
pertanto, si utilizzano questi batteri per effettuare determinati esperimenti.
-eubatteri
Possiamo individuare la cellula procariote e la cellula eucariote:
-Cellule procariote: il termine procariote significa 'primitivo', questo termine fu introdotto nel
1937 per indicare l'assenza di nucleo ben visibile alla microscopia elettronica. Mancanza
delle compartimentazioni.
-Cellule eucariotiche: comprende le varie compartimentazioni ( specializzate
internamente)pertanto possiamo dire che questi due tipi di cellule presentano delle
caratteristiche comuni ma differiscono per molte cose che vengono racchiuse con il termine
di compartimentazione. Questo termine significa che le varie funzioni della cellula sono
racchiuse all'interno di specifici organuli che sono specializzati ciascuno per svolgere un
proprio compito (questo non succede nella cellula procariotica), un'altra caratteristica è che il
DNA è contenuto nel nucleo, che può essere considerato come la centrale di comando di
tutta la cellula eucariote, è la sede dove si trovano le informazioni che verranno poi utilizzate
attraverso i ribosomi per sintetizzare le proteine. I ribosomi sono delle strutture che si
possono trovare agganciate al reticolo endoplasmatico che in questo caso si chiama reticolo
endoplasmatico rugoso.
Gli organismi, inoltre, possono essere autotrofi o eterotrofi.
Gli organismi autotrofi sono quelli che producono autonomamente le proprie sostanze
nutritive (piante). Gli organimi eterotrofi, invece, dipendono da altri organismi (animali).
Gli organismi che sono in grado di effettuare la fotosintesi clorofilliana possono trasformare
la CO2 in un composto organico come il glucosio.
Gli organismi eterotrofi, come gli animali o l’uomo, si nutrono di carne, zuccheri.
Questo perché noi utilizziamo queste sostanze nutritive per ricavare energia;
questo avviene all’interno del mitocondrio→Il processo della respirazione cellulare permette
agli organismi di ricavare energia all’interno dei mitocondri.
Per quanto riguarda le cellule vegetali, invece, esse contengono al loro interno i cloroplasti,
all’interno dei quali vi sono delle lamelle che permettono alla cellula di effettuare la
fotosintesi clorofilliana.
La membrana cellulare invece protegge e delimita la cellula dall'ambiente esterno ma
regola anche gli scambi e le interazioni con le cellule adiacenti, e tra le parti diverse dei vari
tessuti.
Il citoplasma è un ambiente acquoso e gelatinoso in cui avvengono le reazioni chimiche in
cui sono immersi gli organuli cellulari.
I mitocondri sono la sede della respirazione cellulare in cui viene sintetizzata l'energia e
viene utilizzato l'ossigeno.
L'apparato del Golgi serve per l'assemblaggio e trasporto delle proteine.
Il reticolo endoplasmatico con funzioni di trasporto poichè le proteine sintetizzate sul
reticolo vengono poi trasportate nel Golgi dove avviene un'ulteriore modificazione delle
proteine che vengono poi smaltite ed indirizzate nelle diverse parti della cellula.
Lisosomi sono degli organuli molto importanti perché si occupano di smaltire le parti
vecchie e dannose della cellula.
RELAZIONI DI PARENTELA TRA I BATTERI ODIERNI
I batteri sono degli organismi viventi molto diffusi in natura.Le prime forme di vita apparse
sono quelle del procariota ancestrale.
Alcuni Archeobatteri, che sono procarioti di origine ancestrale, vivono ancora in alcune aree
del pianeta che sono estreme, in condizioni acide a temperature elevate, in condizioni saline
estreme.Inoltre sono anaerobi che riducono la CO2 a metano.
Non tutti sanno che nel nostro organismo è presente un numero di batteri che sono quasi il
doppio delle cellule che costituiscono il corpo umano.
Quando parliamo di batteri, pensiamo subito a qualcosa di negativo, che provocano infezioni
e malattie. In realtà, ci sono tanti batteri che vivono in determinate zone del nostro corpo,
come la pelle o il tratto digerente in cui costituiscono la flora batterica intestinale chiamata
anche microbiota, che costituisce l’ecosistema più concentrato.
Questi batteri “buoni” possono essere introdotti anche con l’alimentazione
(yougurt=fermentato).
Questo tipo di batteri prende anche il nome di probiotici. Il loro scopo è quello di equilibrare
la flora batterica intestinale, in quanto hanno degli effetti benefici. L’alterazione della flora,
infatti, può portare ad episodi di depressione, ma anche all’aumento di peso (obesità).
COSA INFLUENZA IL MICROBIOTA?
Il microbiota è determinato inizialmente appena dopo la nascita dai batteri che colonizzano
la mamma e successivamente, ciò che condiziona il nostro microbiota è ciò che mangiamo,
cioè la dieta. Di conseguenza mangiare frutta e verdura aiuta a introdurre fibra buona e
produce sostanze (acidi grassi a catena corta) importanti per il benessere del nostro
intestino e sviluppare una buona flora batterica.
Recentemente si è dimostrato come delle molecole biattive dette flavonoidi, sono degli
antiossidanti contenuti nella melagrana, che in qualche modo possono favorire ed aiutare il
processo d’invecchiamento, soprattutto l’eliminazione dei mitocondri danneggiati. Questo
accade perché i flavonoidi contenuti nel melograno vengono trasformati in UROTILINA A
che aiuta un processo detto mitofagia→degradazione dei mitocondri.
Ci sono delle differenze tra cellule eucariotiche animali e vegetali: i vegetali (piante) sono
organismi autotrofi, organismi autosufficienti.
La cellula eucariotica contiene il nucleo a differenza della cellula procariotica. Il nucleo è
sempre in comunicazione col reticolo endoplasmatico. Inoltre contiene anche la cromatina
composta da DNA, RNA e proteine acide e basiche.
Questo reticolo endoplasmatico può essere liscio o rugoso:
reticolo endoplasmatico rugoso: interviene nella sintesi proteica;
reticolo endoplasmatico liscio: interviene nel metabolismo dei grassi/lipidi.
I mitocondri, che sono la centrale energetica della cellula, intervengono anche nel
processo di APOPTOSI, cioè morte cellulare programmata. Vi sono anche altri organuli
come i lisosomi che sono deputati alla digestione dei rifiuti.
Gli eucaristici sono degli organismi pluricellulari, costituiti da diverse cellule che andranno
poi a costituire i tessuti, gli organi e gli apparati. Le cellule lavorano e collaborano per il
benessere dell’organismo autodistruggendosi una volta diventata inutile per il corpo
(apoptosi).
Le cellule eucariotiche e procariotiche hanno in comune alcuni aspetti come la membrana
cellulare. Tutte le cellule sono separate da questa barriera che ha il compito di mantenere
separati l’ambiente interno alla cellula da quello esterno. Attraverso la membrana avviene
anche una selezione per quanto riguarda il trasporto di specifiche sostanze.
La membrana è costituita da fosfolipidi e proteine che svolgono funzioni molto importanti.
Le cellule eucariote presentano un nucleo e all’interno del nucleo è situato il DNA in una
struttura chiamata cromatina.
IL NUCLEO
Il DNA, situato all’interno del nucleo cellulare, molecola che contiene informazioni genetiche
ed è considerato il depositario dell’informazione genetica e regola che funzioni cellulari
tramite alle informazioni contenute al suo interno. Le informazioni di uno stesso organismo
presentano lo stesso DNA, cambia la modalità in cui le informazioni vengono espresse in
proteine, tramite ai sistemi di regolazione dell’espressione genica. All’interno del nucleo
sono contenuti i nucleosidi.
Il nucleo può essere considerato la centrale operativa della cellula in cui è contenuto il DNA.
Tutte le cellule del nostro corpo hanno lo stesso DNA, cambia il modo in cui le informazioni
al loro interno vengono trasformate in proteine.
Il nucleo è formato da 4 componenti principali:
-membrana nucleare;
-nucleoscheletro;
-cromatina;
-nucleolo;
La membrana nucleare è formata da due strati che sono composti da fosfolipidi e proteine.
Le due membrane si piegano e si uniscono a formare dei nucleopori che sono delle
interruzioni della membrana nucleare formando delle aperture che sono dei pori-canali con
diametro specifico che permettono il passaggio selettivo di alcune sostanze. I pori sono
costituiti da circa 30 proteine che costituiscono il complesso del poro nucleare e regolano
in maniera specifica il passaggio delle sostanze dentro e fuori il nucleo.
La lamina nucleare è una struttura densa di proteine che rappresenta il nucleo scheletro,
simil citoscheletro che da supporto e sostegno al nucleo. È composta da proteine che si
chiamano lamine A e B e rappresenta il sito d’attacco per la cromatica, costituita in parte da
DNA.
IL NUCLEOLO
I nucleoli sono dei corpuscoli deputati alla sintesi dell’RNAribosomiale che è un acido
particolare ribonucleico costituente dei ribosomi. Nelle cellule dei mammiferi possiamo
trovare 1-4 nucleoli che sono in attiva proliferazione.Gli acidi ribonucleici sono costituiti da
RNA, polimeri fatti da nucleotidi, con funzioni specifiche. Il DNA è depositario dell’info
genetica, RNA si presenta in diversi tipi, ciascuno dei quali svolge delle funzioni differenti.
LA CROMATINA (DNA+PROTEINE)
Il DNA è una molecola molto lunga formata da 22 coppie di cromosomi omologhi e 1
cromosomi sessuali tot. 46 cromosomi, che viene compattata all’interno del nucleo grazie a
strategie di compattamento. I cromosomi sono costituiti da cromatina; la cromatina è
costituita da DNA+proteine.
La cromatina costituisce l’80% del peso nucleare. In base alla sua posizione e alla sua
attività si distingue in:
-Eterocromatina→DNA compatto; si distingue in costitutiva e facoltativa che può essere
trasformata.
-Eucromatina→Trascrizione DNA
La troviamo anche nei telomeri, che sono strutture che costituiscono le estremità dei
cromosomi.
La cromatina è costituita da proteine, DNA e una piccola % di RNA.
Le proteine sono divise in 2 gruppi:
-Istoni (carica positiva)→5 classi: H1, H2A, H2B, H3, H4;
-Non istoni (carichi negativamente)→svolgono attività enzimatic
Dogma centrale biologia: Il DNA è il depositario delle informazioni genetiche vengono poi
grazie al RNA trasportate nel citosol dove vengono utilizzate per sintetizzare le proteine,
l’informazione passa dal DNA a RNA e raggiunge i ribosomi dove avviene la sintesi proteica.
I due acidi nucleici sono dei polimeri di nucleotidi uniti, a loro volta composti da uno
zucchero pentoso, una base azotata ed un gruppo fosfato. Le basi possono essere adenina,
guanina, citosina, uracile e timina. Le basi azotate si classificano in: pirimidine, a singolo
anello: citosina, timina e uracile; purine, a doppio anello: adenina e guanina.
Le basi azotate hanno degli appaiamenti definiti tra cui esistono le interazioni: C-G, A-T/
A-U. l’appaiamento specifico è fondamentale per la replicazione del DNA
RNA ha una struttura a singolo filamento.
-DNA: deossiribosio —> Basi: adenina, timina, citosina e guanina
-RNA:ribosio—> Basi:adenina, timina, citosina e guanina
DNA
Il DNA umano ha una lunghezza di circa 2m.Il DNA è formato da un doppio filamento
disposti in modo antiparallelo (5’-3’/ 3’-5’), eliche che scorrono in direzioni opposte, una
doppia elica in cui sono presenti dei legami ad idrogeno H deboli che stabilizzano la
struttura;. Venne osservato per la prima volta da Watson e Crick e hanno ricevuto premio
Nobel; precedentemente si pensava che fossero le proteine ad essere depositarie
dell’informazione genetica.
ATP è la molecola di scambio energetico e trasporta energia che può essere utilizzata dalle
cellule per compiere lavori, es. trasporto attivo contro gradiente di concentrazione. Nella
molecola di ATP sono presenti dei legami fosfoanidridici che una volta rotti liberano energia.
Le informazioni genetiche del DNA vengono poi trasformate in amminoacidi, che
costituiscono le proteine.
Come fa il DNA ad essere compattato all’interno del nucleo?
Il DNA è impacchettato in modo organizzato nei cromosomi: la doppia elica si va ad
avvolgere a delle proteine chiamate istoni, in maniera tale che si possa condensare nella
cromatina, costituita da una doppia elica di DNA, costituita da informazioni e proteine che
sono gli istoni, che possono essere osservati durante la metafase.
Gli istoni sono delle proteine che hanno delle caratteristiche particolari: presentano cariche
positive che permettono di interagire con le cariche negative del DNA (nei gr. Fosforici). Il
nucleo del complesso DNA e istone è detto nucleosoma ed è fatto da un ottamero istonico: 2
istoni di tipo h2a, 2 istoni di tipo h2b, 2 istoni di tipo h3 e due istoni ti tipo h4.
Ì nucleo so i sono legati tra loro dall’istone h1 e vanno a formare il nucleo filamento.
Cromatina di 10 nanometri: aperta- eucromatina La cromatina si può compattare a formare
strutture di 30 nanometri e inseguito all’intervento di proteine impalcature la struttura diventa
sempre più compatta e densa fino ad arrivare alla visione di cromosomi durante la metafase.
La cromatina decondensata è distribuita in tutto il nucleo e può essere agganciata alla
membrana nucleare interna.
1°livello→collana a filo di perle. Ogni perla è costituita da nucleosomi che sono formati da
DNA e 8 proteine istoniche (CORE ISTONICO). Le proteine istoniche (H1, H2A, H2B, H3,
H4) sono presenti due volte e formano l’ottamero di istoni. Il DNA tra una perla e l’altra è
detto DNA-linker.
2°livello→Solenoide. Il DNA della collana di perle continua ad avvolgersi ed è tenuto
compatto dalla proteina istonica H1. Man mano che si compatta, la sua trascrizione sarà
sempre meno possibile.
Si generano poi i cromosomi→scaffold
RNA
Esistono diverse tipologia di RNA, i principali sono:
-RNAmessaggero (mRNA), che trasporta l’informazione contenuta nel DNA ai ribosomi,
affinché avvenga la sintesi delle proteine,
- RNAtransfer (tRNA), è un adattatore che lega gli amminoacidi ed interagisce con RNAm,
interviene nella sintesi proteine;
- RNAribosomiale (rRNA) costituisce l’80% dell’RNA cellulare ed è costituente essenziale dei
ribosomi.
I RIBOSOMI
I ribosomi si possono distinguere per i ribosomi degli eucarioti e quelli dei procarioti poiché
quest’ultimi sono di dimensioni leggermente minore. Possono essere distinti tramite il
coefficiente di sedimentazione, che è un numero adimensionale che misura il rapporto tra la
velocità di sedimentazione dei ribosomi a parità di condizione di riferimento; si utilizza la
centrifuga che separa i diversi componenti dei ribosomi in base alle loro dimensioni.
I ribosomi degli eucarioti: 80s e sono costituiti da due subunità: una maggiore che misura
60s ed una minore 40s.
Contengono RNAribosomiali diversi (vedi slide per valori)
Le due subunità dei ribosomi sono separate e si associano a formare il ribosoma maturo una
volta intercettato RNAmessagero, che lavora come collante.
Il RETICOLO ENDOPLASMATICO
Il RE è costituito da sacchetti appiattiti chiamate cisterne, tubi e canali attraverso cui
avvengono i passaggi di sostanze. Lo spazio interno del RE è chiamato lume.
Esistono due tipi di RE:
- RER ruvido sul quale sono posizionati i ribosomi che si occupa della sintesi proteica e
della rielaborazione delle proteine e la loro modificazione all’interno delle cisterne. È molto
sviluppato in organi come il pancreas e si occupa del trasporto delle proteine.
- REL liscio ha funzioni differenti ed è deputato alla sintesi dei lipidi, steroidi e fosfolipidi ed è
importante nel metabolismo del glicogeno e svolge funzioni detossicanti ed è molto
sviluppato nel fegato che detossifica da farmaci o alcool. È inoltre fonte di accumulo degli
ioni calcio che sono molto importanti per la contrazione muscolare e perché è uno ione che
trasporta messaggi all’interno della cellula.
APPARATO DEL GOLGI
L’apparato del Golgi è costituito da cisterne appiattite. È possibile individuare una faccia CIS
ed una TRANS. La faccia cis è associata alla porzione del RE e fa parte del sistema delle
endomembrane che sono in comunicazione tra loro: gemme prodotte dal RE arrivano
all’apparato del Golgi dove vengono ulteriormente modificate e smistate. L’apparato del
Golgi si occupa di smistare le proteine e indirizza queste nel sistema delle endomembrane.
La faccia opposta alla faccia cis è la faccia trans dalla quale si formano altre vescicole più o
meno diverse a seconda che le proteine debbano rimanere nella membrana o essere
secrete.
I LISOSOMI
I lisosomi nascono come vescicole idrolitiche e diventano lisosomi maturi quando si
fondono con gli endosomi.
I lisosomi sono delle vescicole che contengono degli enzimi idrolitici (catalizzatori biologici)
che accelerano le reazioni, abbassando l’energia di attivazione. Gli enzimi fanno sì che tutti i
processi che avvengono nelle cellule siano compatibili con le velocità compatibili con la vita.
Nei lisosomi sono contenuti degli enzimi che vanno a digerire le macromolecole organiche,
enzimi idrolitici poiché rompendo dei legami demoliscono le macromolecole. Es proteasi,
nucleasi..
I lisosomi hanno al loro interno un pH acido, pari a 5 ed inferiore a quello del citosol,
condizione necessaria per distruggere le sostanze estranee e tutto ciò che non viene
utilizzato, ma non le cellule. Viene mantenuto da una pompa che è uno dei sistemi di
traporto delle membrane che accumula iodio all’interno della cellula. Possono demolire
anche ciò che proviene dall’ambiente extracellulare tramite un processo che prende il nome
di endocitosi, in cui avviene un invaginazione della membrana plasmatica andando così a
formare delle vescicole che prendono il nome di endosomi.
I lisosomi agiscono creando delle invaginazioni e demolendo tramite i loro enzimi. Un tipo di
endocitosi la fagocitosi, un processo in cui cellule e batteri vengono fagocitati digeriti.
La fagocitosi comporta la formazione di fagosomi che vengono sempre indirizzati verso i
lisosomi.
Possiamo parlare quindi di 3 tipi di endocitosi:
-Endocitosi classica;
-Pinocitosi→vescicole che si riempiono di LEC ricco di cellule;
-Fagocitosi→introduzione di molecole di grandi dimensioni;
I lisosomi partecipano anche al processo di autofagia (cellula che mangia se stessa).
L’autofagia svolge funzioni molto importanti in diverse situazioni, come ad esempio,
situazioni di stress che riguardano la cellula, oppure durante il digiuno.
Nei lisosomi è presente un pH acido che è mantenuto grazie ad una pompa protonica che
accumula ioni H+ all’interno dei lisosomi utilizzando energia che deriva dall’idrolisi dell’ATP.
L’autofagia è il nutrirsi di qualche parte del proprio corpo (sul vocabolario);
In realtà nel nostro caso, rappresenta un sistema fisiologico che si verifica durante il digiuno.
Degli scienziati osservano che vi era una degradazione (osservabile al microscopio) dei
mitocondri da parte dei lisosomi, e in qualche modo capirono come questi ultimi
funzionavano. Solo successivamente, si capirono i meccanismi che stanno alla base
dell’autofagia, in quanto complessi.
Il processo dell’autofagia, ad esempio, è coinvolto nell’invecchiamento cellulare e nei
processi di difesa contro gli agenti infettivi. Questo processo può portare alla formazione di
un autofagosoma; si parte sostanzialmente dalla formazione di una membrana che va a
circondare parte degli organuli cellulari che devono essere demoliti. Quest’autofagosoma
andrà poi a fondersi con i lisosomi, formando così l’autolisosoma o autofagolisosoma in
cui avviene la digestione di questi componenti cellulari.
PERCHE’ ESISTE L’AUTOFAGIA?
Essa sostanzialmente rappresenta una modalità di sostituzione per quelle parti della cellula
che invecchiano
Vi sono particolari processi in cui l’autofagia viene attivata:
-in risposta allo stress; lo stress può creare dei danni come degli aggregati proteici o
organuli che non funzionano bene;
-in condizioni di digiuno, in cui è importante eliminare delle membrane costituite da lipidi in
quanto questi possono essere fonte di energia;
E’ possibile attivare il processo dell’autofagia dopo 16 ore di digiuno.
L’autofagia è stata descritta negli anni 60 ma solo di recente sono stati chiariti i meccanismi
molecolari con i quali viene attivata. Il processo di MACROAUTOFAGIA si sviluppa quando
si viene a formare una membrana. E’ possibile osservare questo processo anche al
microscopio.
L’autofagia permette di eliminare non solo organelli interni ma anche proteine misfolding,
cioè proteine che non hanno trovato la propria forma corretta. Sono pericolose in quanto
vanno a formare degli aggregati proteici. Quando questo succede a livello dei neuroni, si
vengono a formare delle strutture amorfe che si chiamano AMILOIDI che vanno a
danneggiare i neuroni.
Per questo motivo, l’incapacità della cellula a smaltire questo tipo di proteine è associato a
malattie neurodegenerative.
COME FA LA CELLULA A SMALTIRE LE PROTEINE MISFOLDING?
Lo fa attraverso un processo detto ubiquitina proteasoma ma anche attraverso l’autofagia,
se questa non funziona le proteine causano danni. Si è visto che con l’aumentare dell’età, il
processo di autofagia è meno efficiente. L’autofagia è molto importante per eliminare alcune
infezioni e potrebbe in qualche modo essere utile per il cancro, andando ad eliminare le
cellule cancerogene o favorendo la sopravvivenza delle stesse cellule.
Sono presenti dei geni ATG che vengono espressi quando viene attivata l’autofagia.
E’ un processo INDUCIBILE in quanto vi sono delle condizioni ormonali che attivano questo
processo. Vi sono due ormoni molto importanti, l’insulina e il glucagone, che regolano tutte
le condizioni metaboliche durante la fase di digiuno. L’ormone che viene espresso durante il
digiuno è il glucagone. Quando vi è glucagone non vi è insulina e quindi è presente
l’autofagia.
Quando vi è, invece, l’insulina ad esempio dopo i pasti, l’autofagia è bloccata.
I PEROSSISOMI
I perossisomi sono degli organuli simili ai lisosomi in cui ci sono degli enzimi che si
occupano di distruggere ed eliminare le sostanze come alcool e specie reattive
dell’ossigeno. I perossisomi sono gli unici organuli, come i mitocondri dove viene utilizzato
ossigeno. Organuli che utilizzano ossigeno vanno incontro ad un processo di ossidazione ed
è possibile che si formino delle specie reattive dell’ossigeno, specie chimiche che
presentano elettroni spaiati che sono molto reattive e vanno ad interagire con altre molecole
creando danni. Sono molto pericolose ad alte dosi perché possono modificare e
danneggiare le membrane ed il DNA ed è necessario smaltirle.
Hanno il ruolo di digerire ciò che non serve. Possono invecchiare e possono creare danni
alla cellula per cui vengono eliminati dai lisosomi tramite il processo di autofagia.
MITOCONDRI:
Sono organuli importanti, con una forma sferica e presentano due membrane, una interna
ripiegata che crea creste in cui sono localizzati enzimi deputati alla sintesi della ATP.
Contengono un proprio DNA in forma circolare che viene ereditato dalla madre.
Questo DNA è responsabile della sintesi di proteine che servono ai mitocondri in quanto essi
presentano ribosomi.
In situazioni di stress percepiscono variazioni dell’omeostasi cellulare. Sono coinvolte nell’
apoptosi, morte cellulare programmata che regola il numero di cellule presente
nell’organismo per svolgere le funzioni. È un processo fisiologico, diverso dalla necrosi,
morte cellulare in seguito ad insulti. È un processo patologico ed infiammatorio.
CITOSCHELETRO:
Il citoscheletro è costituito da proteine fibrose che hanno il ruolo di dare sostegno alla
cellula.
In particolare, sono 3 i costituenti del citoscheletro:
-microtubuli, fatti da alfa e beta tubulina impilate così da formare strutture complesse a
forma di cilindri. Sono importanti in quanto costituiscono il fuso mitotico. Sono strutture
dinamiche che si allungano e si accorciano continuamente permettendo il movimento di
vescicole e organuli.
-microfilamenti, costituiti da actina. Si trovano subito al di sotto della membrana plasmatica.
-filamenti intermedi, importanti nelle connessioni cellulari.

MEMBRANA CELLULARE/PLASMATICA: avvolge la cellula e la separa dall’ambiente


esterno. Svolge numerose funzioni importanti, come quelle di protezione e scambio,
comunicazione ed interazione con le altre cellule, cellule non possono funzionare in maniera
autonome. Questo avviene perché sono presenti dei recettori che sono in grado di catturare
segnali provenienti dall’ambiente extra cellulare, oppure delle giunzioni cellulari che
permettono a cellule che appartengono allo stesso tessuto di scambiare degli ioni. La
membrana media scambi di materiale e permettono di regolare scambi.
Le membrane biologiche sono formate da un doppio strato lipidico, costituito da lipidi e
proteine. Le proteine mediano le funzioni della membrana.
I Fosfolipidi sono molecole di natura anfipatica,hanno una coda indrofobica e una testa
polare. In acqua si organizzano a formare bilayer o micette. Un altro importante componente
della membrana che garantisce la sua fluidità e il colesterolo.
MODELLO A MOSAICO FLUIDO (1972)
doppio strato fosfolipidico fluido nel quale si muovono le proteine (modello dinamico)
Grazie alla presenza di fosfolipidi insaturi e alla temperatura corporea, la membrana ha una
consistenza fluida. I sui componenti potranno quindi muoversi. I movimenti di notazione e di
diffusione laterale sono comuni e spontanei. I movimenti FLIP-FLOP sono molto rari e
richiedono l’intervento di enzimi ed energia.
Proteine di membrana: sono legate alla membrana e per essere isolata bisogna rompere la
membrana. Possono essere anche di transmembrana se la attraversano 1 o più volte.
legami covalenti.
PROTEINE DI MEMBRANA
Possono essere di 3 tipologie:
-Integrali→saldamente legate alla membrana plasmatica;
-Transmembrana→passano più volte attraverso la membrana;
-Periferiche→associate alla superficie o interna o esterna;
Le proteine di membrana sono orientate asimmetricamente.
Queste si possono associare al doppio strato lipidico con modalità differenti, attraverso
legami di tipo covalente.
LE FUNZIONI DELLE PROTEINE DI MEMBRANA
-Ancoraggio cellulare;
-Trasporto passivo (avviene spontaneamente senza ATP); -Trasporto attivo (richiede ATP);
-Attività enzimatica;
-Trasduzione del segnale (ormone-recettore);
-Riconoscimento cellulare (cellule uguali si riconoscono);
-Giunzione cellulare;
La permeabilità della membrana è selettiva (dovuta alla natura fosfolipidica della
membrana).
Essa può essere attraversata da:
-piccole molecole liposolubili;
-H2O;
-gas, molecole polari molto piccole e molecole apolari anche grandi;
-ioni, molecole polari di medie dimensioni l’attraversano molto lentamente;
Le proteine di membrana si specializzano soprattutto per il trasporto.
Il trasporto può essere effettuato da:
-Proteine carrier→trasportano molecole complesse
-Proteine canale→facilitano la diffusione transmembrana di ioni
Le proteine carrier, legano lo ione o la molecola e subiscono cambiamenti conformazionali
che hanno come risultato il trasferimento della molecola attraverso la membrana (trasporto
mediato da carrier).I trasportatori ABC, per esempio, sono presenti nelle membrane di tutte
le specie e utilizzano l’ATP (energia) per trasportare alcuni ioni, zuccheri e polipeptidi
attraverso le membrane cellulari. Le proteine canale formano dei tunnel, detti pori,
attraverso la membrana. Le cellule regolano il passaggio di materiali attraverso i canali
aprendoli e chiudendoli in risposta a variazioni elettriche o stimoli chimici. Le porine sono
proteine transmembrana che formano pori nelle membrane esterne dei mitocondri e dei
cloroplasti e di molti batteri. Sono pori più larghi e meno specifici dei canali ionici. Le
acquaporine sono proteine canale transmembrana che consentono il passaggio di acqua. E’
un trasporto passivo perché non c’è dispendio di energia.
DIFFUSIONE→meccanismo che regola il passaggio attraverso la membrana di molecole
permeabili in essa. Questo passaggio avviene secondo gradiente di concentrazione
(osmosi).
Alcune proteine carrier, trasportano un solo tipo di sostanza in una sola direzione
(UNIPORTO). Altre trasportano due tipi di sostanze nella stessa direzione (SIMPORTO).
Altre ancora trasportano sostanze in direzioni opposte (ANTIPORTO). Questi termini
vengono utilizzati sia per la diffusione facilitata che per il trasporto attivo.
PASSAGGIO DELLE SPECIE ATTRAVERSO LE MEMBRANE BIOLOGICHE
Le membrane biologiche sono barriere fisiche che permettono il passaggio di piccole
molecole non cariche. Questo passaggio è permesso anche a molecole solubili nei lipidi.
Le molecole grandi e cariche NON passano attraverso le membrane.
COME ATTRAVERSANO LE MEMBRANE LE ALTRE MOLECOLE?
Esistono due modi attraverso i quali le molecole attraversano le membrane: trasporto attivo
e passivo. Il trasporto attivo richiede che la cellula usi energia che proviene dal cibo per
spostare le molecole
(o particelle più grandi), attraverso la membrana cellulare→contro gradiente di
concentrazione
Il trasporto passivo, invece, non richiede questo consumo di energia e avviene
spontaneamente→ secondo gradiente di concentrazione.
I soluti attraversano le membrane per:
-diffusione semplice;
-facilitata (trasporto passivo);
-trasporto attivo;
TRASPORTO PASSIVO
Il trasporto passivo avviene per diffusione, cioè un meccanismo che regola il passaggio
attraverso la membrana di molecole permeabili in essa. Sebbene il movimento di ogni
singola particella è imprevedibile, si può prevedere il comportamento dei gruppi di particelle.
Se le particelle non sono distribuite equamente, si avranno due regioni: una a maggiore
concentrazione e una a minore concentrazione. La differenza di concentrazione di una
sostanza da una zona all’altra è dovuta al gradiente di concentrazione (cioè dalla regione a
concentrazione più alta a quella più bassa). L’energia immagazzinata nel gradiente di
concentrazione viene rilasciata quando gli ioni o le molecole si spostano da una regione ad
alta concentrazione a una regione a bassa concentrazione.
Una volta che le particelle raggiungono lo stato di equilibrio dinamico, risultano distribuite
uniformemente nell’acqua. Esistono due tipi di diffusione: semplice o facilitata.
Nella diffusione semplice le molecole di soluto apolari di piccole dimensioni (come O2 e
CO2) si muovono direttamente verso la membrana secondo il gradiente di concentrazione.
L’osmosi, per esempio, è un particolare tipo di diffusione che comporta il movimento netto
di acqua (le molecole passano liberamente in entrambe le direzioni) attraverso una
membrana selettivamente permeabile, da una regione a concentrazione maggiore a una
regione a concentrazione minore. Il principio dell’osmosi può essere dimostrato per mezzo di
un tubo a U dove da una parte c’è acqua più soluto e dall’altra acqua distillata separate da
una membrana selettivamente permeabile che permette il passaggio delle molecole di
acqua in entrambe le direzioni ma non lo permette alle molecole di soluto. Il livello del fluido
aumenta a sinistra e cala a destra perché esiste un movimento netto di acqua verso sinistra.
La forza che deve essere applicata al pistone per impedire l’ascesa del fluido è uguale alla
pressione osmotica della soluzione (pressione che deve essere esercitata sul lato della
membrana selettivamente permeabile contenente la concentrazione maggiore di soluto per
impedire la diffusione dell’acqua (per osmosi) dal lato contenente la concentrazione minore
di soluto).
Le soluzioni possono essere ISOTONICHE, IPERTONICHE (plasmolisi) o IPOTONICHE
(pressione di turgore). La soluzione isotonica avviene quando le molecole d’acqua
passano dentro e fuori la cellula, ma con un movimento netto pari a zero cioè la cellula ne si
raggrinzisce e ne si gonfia. La soluzione ipertonica avviene quando si ha un movimento
netto di acqua verso l’esterno della cellula ed essa si disidrata e si raggrinzisce. La
soluzione ipotonica avviene quando si ha un movimento netto di acqua verso l’interno
della cellula ed essa si gonfia (potrebbe anche scoppiare).
Nella diffusione facilitata, una specifica proteina di trasporto rende la membrana
permeabile a un determinato soluto, come uno ione o una molecola polare. Uno specifico
soluto può essere trasportato dall’interno all’esterno di una cellula e viceversa, ma il
movimento netto avviene sempre dalla regione con concentrazione più alta alla regione con
concentrazione più bassa. La diffusione facilitata non può avvenire contro gradiente.
Diffusione facilitata degli ioni potassio: In risposta a uno stimolo elettrico, il canale del
potassio si apre, permettendo la diffusione del potassio fuori dalla cellula.
Diffusione facilitata delle molecole di glucosio: Il glucosio che sta all’esterno della cellula si
lega al trasportatore del glucosio GLUT-1. Il GLUT-1 cambia conformazione e il glucosio
viene rilasciato all’interno della cellula (per ogni molecola di glucosio fosforilata si una
molecola di ATP). Il GLUT-1 ritorna alla sua conformazione originaria.
TRASPORTO ATTIVO
Le cellule, oltre ad aver bisogno di sostanze che vengono trasportate per diffusione, hanno
bisogno anche di trasportare soluti contro gradiente di concentrazione. Sia la diffusione
che il trasporto attivo necessitano di energia ma la differenza è che nella diffusione, l’energia
è fornita dal gradiente di concentrazione;
nel trasporto attivo è necessaria un’altra fonte energetica come per esempio l’ATP. Un
sistema di trasporto attivo pompa materiali da una zona a bassa concentrazione a un’altra
ad alta concentrazione.
Il trasporto attivo svolge tre principali funzioni:
-Rende possibile l’assorbimento di sostanze nutritive essenziali dall’ambiente o dai liquidi
circostanti; -Permette a varie sostanze (es prodotti di secrezione o materiali di rifiuto) di
essere rimossi dalla cellula o dall’organulo;
-Consente alla cellula di mantenere le concentrazioni intracellulari di ioni inorganici specifici
in una situazione costante di non equilibrio.
Il trasporto attivo può essere diretto o indiretto.
Nel trasporto attivo diretto, l’ATP si lega direttamente alla proteina di membrana di trasporto
e l’idrolisi dell’ATP libera energia necessaria per il trasporto.
Un esempio di meccanismo di trasporto diretto è la pompa sodio-potassio. E’ una proteina
carrier specifica presente nella membrana plasmatica. Questo trasportatore utilizza l’energia
derivante dall’idrolisi dell’ATP per pompare ioni sodio fuori dalla cellula e ioni potassio dentro
la cellula. Lo scambio non è bilanciato perché per due ioni potassio che entrano, tre di ioni
sodio escono. Funziona cosi’: Tre ioni sodio si legano alla proteina di trasporto. Un gruppo
fosfato è trasferito dall’ATP alla proteina di trasporto. La fosforilazione determina un
cambiamento di conformazione della proteina carrier, che porta al rilascio dei tre ioni sodio
all’esterno dalla cellula e all’ingresso di due ioni potassio che si legano alla proteina di
trasporto. Il fosfato viene rilasciato e questo fa si che la proteina carrier ritorni alla sua
conformazione originale rilasciando all’interno della cellula i due ioni potassio.
Livelli intracellulari: Potassio: 100-150 nm Sodio: 10-15 nm
ENDOCITOSI E ESOCITOSI: meccanismi di trasporto diretto
L’ENDOCITOSI è il meccanismo attraverso il quale grandi molecole, frammenti di tessuto,
batteri e altre particelle visibili al microscopio possono passare attraverso la membrana
cellulare. Una porzione della membrana plasmatica racchiude il materiale in una vescicola e
dopo di che lo rilascia all’interno della cellula. L’endocitosi si divide in tre tipi: FAGOCITOSI,
dove la membrana plasmatica racchiude una grossa particella formando attorno a essa un
vacuolo e la trasporta dentro la cellula; PINOCITOSI, dove le cellule assumono i materiali
disciolti formando piccole vescicole attorno alle goccioline di fluido intrappolate in pieghe
della membrana plasmatica e ENDOCITOSI MEDIATA DA RECETTORI, meccanismo
specifico che avviene grazie a recettori collocati sulla membrana ed è responsabile del
trasporto di proteine a bassa densità, vitamine, insulina, ferro, tossine virus e fattore di
crescita.
L’ESOCITOSI è il meccanismo attraverso il quale le sostanze di scarto come muco e
prodotti cellulari passano nello spazio extracellulare. I prodotti della cellula vengono
racchiuse nella cellula del Golgi. Le vescicole si fondono con la membrana cellulare e
secernono il materiale fuori dalla cellula.
Nel trasporto attivo indiretto, l’energia accumulata dal trasporto attivo diretto viene
rilasciata e utilizzata per trasportare un’altra molecola.
Un esempio di meccanismo di trasporto indiretto è il cotrasporto di glucosio nella cellula.
Nel cotrasporto, una proteina carrier trasporta sia sodio che glucosio. Mentre il sodio entra
nella cellula seguendo il suo gradiente di concentrazione, la proteina carrier cattura l’energia
rilasciata da questo processo e la utilizza per trasportare il glucosio all’interno della cellula.
Quindi, il sistema di trasporto attivo del glucosio è guidato dal cotrasporto del sodio.
LE GIUNZIONI CELLULARI
Le cellule a stretto contatto possono sviluppare giunzioni intercellulari. Le giunzioni ancoranti
includono i desmosomi e le giunzioni aderenti e si ritrovano tra le cellule che formano uno
strato di tessuto.
-I DESMOSOMI→ancorano tra di loro le cellule animali nei tessuti molto resistenti.
-Le giunzioni aderenti sono formate dalle caderine, proteine transmembrana che uniscono
le cellule tra loro.
-Le giunzioni serrate sigillano le membrane tra cellule animali adiacenti, evitando che le
sostanze possano passare attraverso gli spazi intercellulari.
-Le giunzioni comunicanti, costituite dalla proteina contessina, formano canali che
permettono la comunicazione tra i citoplasmi di cellule animali adiacenti.
-I plasmodesmi sono canali che connettono cellule vegetali adiacenti. Aprendosi nella
parete cellulare, permette a ioni e molecole di passare da una parte all’altra.
ASSORBIMENTO DI GLUCOSIO
L’assorbimento di glucosio avviene con gli SGLT1 (trasporto attivo), sul lume degli enterociti,
cioè cellule dell’intestino. Tutte le sostanze che noi introduciamo attraverso gli alimenti,
vengono assorbite dagli enterociti attraverso dei sistemi di trasporto attivo.
Quindi gli SGLT1 permettono l’entrata del glucosio che a livello della membrana basale degli
enterociti passa per i GLUT in circolo e viene distribuito ai diversi organi, attraverso il circolo
ematico.
Le proteine canale transmembrana possono essere: -canali ionici;
-porine;
-acquaporine;
ACQUAPORINE→come già sappiamo, l’acqua è una molecola polare e grazie a queste sue
proprietà chimico-fisiche, le molecole di H2O si diffondono difficilmente attraverso le
membrane biologiche.
Affinchè l’acqua possa attraversare una membrana, è necessaria la presenza di canali
proteici specifici per il trasporto dell’acqua. Questi canali prendono il nome di aquaporine.
Il trasporto dell’acqua è un trasporto passivo, cioè senza dispendio energetico, infatti
questo trasporto avviene secondo gradiente di concentrazione.
PORINE→sono proteine transmembrana multipasso che formano pori nelle membrane
esterne dei mitocondri e cloroplasti e di molti batteri. Esse hanno nella parete centrale un
poro ripieno di acqua. Sono pori più larghi e meno specifici dei canali ionici, la cui parte
interna è tapezzata da catene laterali polari e la parte esterna da catene laterali apolari.

Esistono diverse tipologie di pompe:


-Tipo P (pompa sodio/potassio)
-Tipo V (presenti negli organelli);
-Tipo F (pompe invertite);
-Tipo ABC;
Tipo P→La pompa sodio/potassio permette l’equilibrio osmotico ma anche la separazione di
cariche elettriche e quindi il mantenimento del potenziale di membrana. Questo è
fondamentale per la trasmissione degli impulsi nervosi. La secrezione di ioni H+ avviene
solo quando introduciamo cibo nello stomaco, in seguito al quale viene rilasciata instamina
che va a legarsi alle cellule dello stomaco favorendo la traslocazione della pompa H+/K+
sulla superficie delle cellule. A quel punto gli ioni H+ vengono secreti. Esistono diversi
farmaci che agiscono da antiacidi e lo fanno attraverso 3 diverse strategie:
-in maniera antagonista;
-inibendo la pompa, impedendo il funzionamento; -neutralizzando l’acidità;
Tipo V→Le pompe V pompano, invece, protoni in organuli quali vescicole, vacuoli,
endosomi, complesso di Golgi. Non subiscono una fosforilazione diretta come nelle Pompe
P. Sono formate da 2 componenti: -integrale di membrana;
-una periferica sulla superficie della membrana;
La funzione di queste pompe è quella di creare comparti cellulari con particolare pH e di
creare gradienti utilizzabili per sistemi di cotrasporto.
Tipo F→L’ATP sintasi rappresenta il motore molecolare più piccolo del mondo;
Esso opera una catalisi motorazionale.
Nella sua struttura possiamo distinguere un’unità MOBILE, il ROTORE che è costituito
dall’anello idrofobico transmembrana, e un’unità IMMOBILE, costituita dallo STATORE, cioè
tutto il resto della molecola.
SINTESI DI ATP
Per la continua sintesi di ATP, l’ATP sintasi deve passare da una conformazione che lega
saldamente l’ATP sintetizzato a una che lo rilascia.
Il flusso dell’ATP induce una rotazione di 120°, facendo così cambiare la forma delle
proteine.
PROTEINE ABC→E’ un’ampia famiglia di proteine di trasporto tra loro correlate per
sequenza e forse anche per meccanismo molecolare. Sono molto diffuse in procarioti ed
eucarioti.
La loro funzione è quella di trasportare non solo cationi ma anche ioni, zuccheri, peptidi e
polisaccaridi. Sono poco selettivi, alcuni pompano antibiotici o altri farmaci fuori dalla cellula.
RILEVANZA CLINICA
Alcuni tumori umani sono resistenti a molti farmaci normalmente abbastanza efficaci
nell’arrestare la crescita tumorale. Una bassa espressione di trasportatrici ABC di nucleosidi
in alcuni tumori vanifica l’effetto di farmaci antitumorali.
PROTEINA CFTR
FIBROSI CISTICA→il paziente accumula muco denso nei polmoni.
Si ha un difetto genetico su trasportatore ABC per il trasporto di Cl- verso il lume delle vie
aeree.
Se Cl- non viene espulso, di conseguenza neanche H2O e Na+.
Nel lume viene emesso muco denso, che può portare a disidratazione e di conseguenza ad
infezioni batteriche polmonari.
STRUTTURA E FUNZIONE DEL DNA E DUPLICAZIONE
Il DNA è il depositario dell’informazione genetica, cioè contiene tutte le informazioni che
servono per fare la sintesi proteica. Si capì che conteneva le informazioni genetiche
abbastanza di recente e prima si pensava ci fosse una sostanza acida a livello del nucleo
delle cellule detta nucleina, successivamente chiamato acido nucleico, in grado di
trasportare l’informazione.
Nel 1943 un gruppo di ricercatori, Avery, MacLeod e McCarty, dimostrò che il materiale
genetico che era in grado di trasformare ceppi batterici (esperimenti di Advery)inattivati in
virulenti era il DNA. Questi batteri furono uccisi col calore e messi a contatto con dei batteri
virulenti dove venivano distrutti o RNA o le proteine e il DNA usando enzimi specifici. Si è
visto che solo quando il DNA rimaneva integro i batteri inattivati diventavano virulenti = il
DNA è stato chiamato fattore
ACIDI NUCLEICI
Sono le molecole di maggiori dimensioni presenti negli organismi viventi. Sono costituiti da
nucleotidi che si legano covalentemente in sequenze variabili per formare lunghi polimeri.
Questi rappresentano il substrato molecolare dell’informazione genetica.
Svolgono funzioni importanti:
-conservare e trasmettere l’informazione genetica;
-trasportare energia;
-svolgere attività enzimatiche;
Un nucleotide è formato dalla combinazione di 3 molecole:
-acido fosforico (P);
-zucchero (Z); ribosio o deossiribosio
-base (B);
Sono composti ricchi di energia. Dai nucleotidi vengono sintetizzati gli acidi nucleici.
Le informazioni contenute vengono poi trasferite dopo la divisione della cellula e vengono
anche utilizzate per la sintesi proteica. Questo avviene grazie alla presenza di una molecola
di mRNA che trasferisce l’informazione sui ribosomi in cui avviene la sintesi proteica.
Le basi azotate possono essere di due tipi:
-purine→adenina e guanina;
-pirimidine→timina, citosina e uracile;
Legame tra carbonio e zucchero è un legame glicosidico. Il legame tra i vari nucleotidi che
formano la struttura primariadel DNA, è la sequenza delle basi azotate legate da un legame
fosfodiestere.
Un nucleoside = base+zucchero;
nucleotide = base+zucchero+gruppo fosforico.
STRUTTURA DEL DNA
E’ formata da una doppia elica non ramificata costituita da due catene polinucleotidiche
specializzate con un avvolgimento destroso (zucchero semplice) intorno ad un asse.
Le due emi-eliche hanno polarità opposta (antiparallele).
Lo scheletro è costituito da due montanti coassiali di desossiribosio-fosfato, mentre le basi
azotate giaciono su piani perpendicolari alla doppia elica. Le due eliche sono tenute assieme
da legami idrogeno tra basi azotate. Il DNA ha un diametro di 2nm.
Le basi non si appaiano casualmente ma secondo la regola di Chargaff: A=T e G=C
C’è un’estremità col gruppo fosforico libero e una col gruppo OH per questo avremo
un’estremità 5’ e un’estremità 3’ e questo genera una polarità. Quando vogliamo studiare il
DNA, ad esempio, la polimerasi deve denaturare il DNA rompendo la doppia elica col calore;
la temperatura dipende dal numero di citosine e guanine che ci sono in quel segmento di
DNA.
La struttura del DNA è a doppia elica perché nel momento in cui si duplica, la polimerasi
deve sapere eventuali errori; se è presente un nucleotide spaiato e non si appaia c’è un
errore e grazie a un sistema si ripara l’errore andando a rimuovere il nucleotide spaiato.
Dogma centrale della biologia:
DUPLICAZIONE→porta alla formazione di nuove molecole di DNA e al trasferimento di
materiale genetico;
TRASCRIZIONE→l’informazione contenuta nel DNA passa alle molecole di RNA;
TRADUZIONE→è il processo finale in cui dall’RNA si arriva alla sintesi delle proteine;
Le molecole dell’RNA, a differenza del DNA, sono costituite da un unico filamento.
Replicazione DNA
Per quanto riguarda la replicazione del DNA, l’elica viene copiata e si dice che sia
SEMICONSERVATIVA, ovvero si ottengono due doppie eliche identiche all’elica di partenza,
in ognuna delle quali un filamento proviene dal DNA parentale. Ciascuna elica funziona da
stampo per la sintesi di un nuovo filamento copia in base al principio di complementarietà tra
le basi.
La POLIMERIZZAZIONE (sempre in direzione 5’-3’) è catalizzata dall’enzima DNA
polimerasi.
Durante la replicazione avviene, quindi, la separazione dei filamenti complementari di DNA
attraverso
l’intervento della DNA elicasi.
TOPOISOMERASI→è un enzima deputato al rilassamento dei superavvolgimenti delle
catene di DNA; Nelle cellule eucariotiche ne esistono due tipi:
-Topoisomerasi I : è un monomero in grado di tagliare un singolo filamento del duplex di
DNA e non richiede ATP;
-Topoisomerasi II : agisce invece come dimero, taglia entrambi i filamenti di DNA ed è ATP
dipendente;
Tutte le DNA polimerasi hanno due proprietà fondamentali:
-sintetizzano DNA solo in direzione 5’-3’ aggiungendo dNTP al gruppo 3;
-non sono capaci di iniziare la sintesi di DNA catalizzando la polimerizzazione di dNTP liberi;
Durante la replicazione, la PRIMASI si lega al filamento stampo e sintetizza un RNA primer.
Quando il primer è completato, la primasi viene rilasciata, la DNA polimerasi si lega e
sintetizza nuovo DNA.
Negli eucarioti il processo di replicazione è reso più veloce dalla presenza di più origini di
replicazione. (da 20 mila a 50 mila)
Meccanismi riparazione del DNA
La frequenza di errore della DNA polimerasi è molto bassa (= 1/10^8 to 10^10) ma può
comunque capitare. Se si incorpora un nucleotide sbagliato, non si appaia e viene
riconosciuto l’errore oppure quando una base subisce una modificazione tramite agenti
chimici e anche questo è riconosciuto errore.
Ci sono tre meccanismi di riparazione:
• correzione di bozze che corregge gli errori a mano a mano che la DNA polimerasi li
compie. -La DNA polimerasi si accorge che il nucleotide è sbagliato perché non c’è
un appaiamento corretto, quindi, torna indietro e sostituisce la base.
• una riparazione delle anomalie di appaiamento, che esamina il DNA subito dopo
che si è duplicato e corregge gli appaiamenti sbagliati
• una riparazione per escissione che elimina le basi anomale dovute a un agente
chimico e le sostituisce con basi funzionali. -Indipendentemente dalla duplicazione
una base del DNA viene danneggiata, perde la propria funzionalità, e ci sono delle
proteine che procedono alla riparazione. (spiegazione prof) -
Durante il ciclo cellulare quando viene completata la fase S di duplicazione del DNA viene
controllato che il DNA sia corretto. Questo sistema di screening, permette che se ci sono
errori il ciclo cellulare si mette in pausa e interviene una proteina che si chiama p53 o
guardiano del genoma che ha il compito di sorvegliare che la duplicazione del DNA sia
avvenuta correttamente. P53 mette in pausa il ciclo cellulare e attiva i sistemi di riparazione
del DNA e possono succedere due cose:
1) se il DNA non viene riparato correttamente la cellula va incontro ad apoptosi = morte
cellulare programmata (si suicida)
2) se il DNA viene riparato e il p53 ha svolto il suo compito, il ciclo cellulare riprende
correttamente.
Se il ciclo cellulare non ha questi check point = punti di controllo, e viene duplicato in
maniera anomala il DNA, la progenie ereditarietà delle mutazioni che con proliferazione
incontrollata porterà anche a tumori. Ci possono essere degli agenti che possono
danneggiare il DNA come ad esempio i raggi UV, le specie reattive dell’ossigeno, i raggi X e
grazie ai sistemi di riparazione evitiamo che questi danni siano permanenti.
Geni e cromosomi
Il DNA è organizzato in 46 cromosomi distinti in 22 coppie di autosomi più i cromosomi
sessuali X e Y. Ci sono circa 20/25.000 geni e un gene è organizzato in una serie di
alternanze tra introni ed esoni e l’alternanza delle basi definisce le informazioni genetiche. Il
gene, che rappresenta una porzione del DNA che codifica per una proteina, può essere
organizzato in regioni codificanti che si chiamano esoni e regioni non codificanti che si
chiamano introni. I geni attivi devono essere accessibili agli enzimi che devono trascrivere
l’RNA messaggero.
Telomeri
La parte terminale dei cromosomi si chiamano telomeri e sono delle porzioni di DNA che si
trovano alla fine di ogni cromosoma. Questa parte terminale è estremamente instabile, tende
a degradarsi chimicamente ed è soggetta a continue modifiche per questo non contiene
informazioni genetiche importanti perché altrimenti queste potrebbero essere perse. I
telomeri funzionano un po' come i cappuccetti dei lacci delle scarpe che impediscono ai lacci
di sfilacciarsi, proteggono quindi la parte terminale del cromosoma e sono fatti da sequenze
ripetute T-T-A-G-G-G. Hanno quindi un ruolo importante nel tenere integre le altre sequenze
dei cromosomi.
Durante il ciclo cellulare le sequenze telomeriche si accorciano, quindi le cellule nascono
con i telomeri a una determinata lunghezza e durante ogni ciclo della replicazione la parte
terminale del cromosoma, per via del fatto che esiste questo RNA primer che non può
essere copiato perché la DNA polimerasi non può lavorare in quella direzione, in qualche
modo si perderebbero sempre delle informazioni importanti e appunto i telomeri non
contengono informazioni essenziali. Quindi quando i telomeri si accorciano troppo, la cellula
smette di dividersi ed entra in una condizione che si chiama di quiescenza o senescenza
cellulare, cioè una cellula invecchiata e che blocca volontariamente il proprio ciclo cellulare
perché se dovesse continuare, a causa proprio della rimozione del primer, perderebbe
informazioni importanti.
Esiste un enzima che si chiama telomerasi che è in grado di allungare i telomeri
introducendo centinaia di ripetizioni nucleotidiche.
LA TRASCRIZIONE DELL’RNA
Le cellule contengono 3 tipi principali di RNA:
-mRNA→RNA messaggero, che presiede alla trascrizione del codice genetico e funge da
matrice della sintesi proteica;
-tRNA→RNA transfer, che trasporta al ribosoma gli amminoacidi in forma attivata, pronti
per la formazione dei legami peptidici;
-rRNA→RNA ribosomiale, che è circa l’80% dell’RNA cellulare totale e che è il principale
componente dei ribosomi.
Esistono, inoltre, dei piccoli RNA, cioè piccole molecole non codificanti di lunghezza
compresa fra 50 e 300 nucleotidi. Sono presenti:
-nel nucleo→snRNA (small nuclear RNA)
-nel nucleolo→snoRNA (small nucleolar RNA)
-nel citoplasma→scRNA (small cytoplasmatic RNA)
La trascrizione avviene nelle cellule partendo dalle molecole di DNA.
Essa è operata da un enzima particolare detto RNA polimerasi, che agisce in direzione 5’-3’.
Esistono 3 tipi di RNA polimerasi:
-RNA polimerasi I→si occupa di trascrivere i ribosomi più grandi;
-RNA polimerasi II→si occupa di trascrivere gli mRNA;
-RNA polimerasi III→si occupa di trascrivere i tRNA e il ribosoma 5S;
I geni che codificano le proteine sono tutti trascritti dall’RNA polimerasi II.
La trascrizione dell’RNA richiede un inizio che si trova a monte delle informazioni contenute
nel gene.
Si indica come promotore il sito del DNA in cui si lega l’RNA polimerasi prima di iniziare la
trascrizione. Per ciascun gene esiste un promotore, cioè una sequenza di basi che fornisce
informazioni utili all’RNA polimerasi.
La trascrizione inizia quando:
-L’RNA polimerasi riconosce il segnale d’inizio della trascrizione→promotore posto all’inizio
del gene;
-L’RNA polimerasi si lega al promotore e le due eliche del DNA si separano nel punto in cui
si è legato l’enzima; l’RNA polimerasi lega i nucleotidi complementari al DNA stampo
producendo il filamento di RNA;
-Man mano che la polimerasi avanza e l’elica di RNA si allunga, l’RNA si stacca dal suo
stampo e la parte di doppia elica di DNA che è già stata trascritta si richiude.
-La trascrizione prosegue finchè l’enzima non incontra una particolare sequenza di basi
azotate chiamata terminatore; questa sequenza segnala la fine del gene, quindi la
polimerasi si stacca dal DNA e libera la molecola di DNA.
Le polimerasi, negli eucarioti, per poter trascrivere non agiscono da sole ma con una serie di
proteine chiamate fattori di trascrizione. Inoltre, vi sono anche degli attivatori della
trascrizione.
Esistono, sostanzialmente, diversi tipi di promotori che possono essere più o meno deboli.
Questi sono caratterizzati da sequenze specifiche come ad esempio la TATA BOX, la CAT
BOX e la GC BOX. Una volta che la specifica sequenza viene riconosciuta, l’RNA polimerasi
inizia a sintetizzare il proprio mRNA. A questo punto avviene un segnale di termine,
l’mRNA può continuare a subire un processo di maturazione, cioè una serie di modificazioni
prima di essere esportato dal nucleo fino a subire il processo di traduzione.
I geni eucariotici sono interrotti da sequenze non codificanti.
Le sequenze non codificanti che si trovano all’interno della maggior parte dei geni prendono
il nome di INTRONI mentre le sequenze codificanti sono chiamate ESONI.
Inoltre, nel DNA sono presenti sequenze spaziatrici ovvero sequenze molto lunghe che si
trovano fra i geni.
Esistono diverse fasi che riguardano la maturazione dell’RNA:
1)CAPPING→detto anche incappucciamento al 5’, mentre al 3’ avviene un’aggiunta di una
coda di poliadenilazione;
Questo svolge funzioni importanti come:
-proteggere l’mRNA dalla degradazione;
-aumento della traducibilità degli mRNA;
-facilita il trasporto dell’mRNA tra nucleo e citoplasma;
-aumenta l’efficienza di splicing;
2)EDITING→è una fase in cui una base dell’mRNA può essere modificata originando così
proteine differenti; 3)POLIADENILAZIONE→esiste una sequenza particolare a livello
dell’mRNA che aiuta la stabilità dell’mRNA proteggendolo dall’esonucleasi (taglia legami
fosfodiesterici tra nucleotidi adiacenti).
4)SPLICING→consiste nella rimozione della sequenza intronica e la cucitura delle sequenze
esoniche. Questo è praticato da complessi di RNA-proteina chiamati spliceosomi, ed è
complicato dal fatto che vi possono essere più combinazioni delle basi di esoni.
REGOLAZIONE DELL’ESPRESSIONE GENICA
ENHANCER→funzionano legando fattori di trascrizione che regolano poi la RNA
polimerasi.
Questi regolano l’espressione tessuto-specifica di alcuni particolari geni nei tipi cellulari
appropriati. Può essere attivo in alcuni tipi di cellule e in altre no.
-Termine utilizzato per definire specifiche sequenze di DNA in grado di aumentare l’efficacia
dei promotori nell’attivazione della trascrizione.
SILENCER→è una sequenza di DNA in grado di legare dei fattori di trascrizione detti
REPRESSORI. Quando il silencer è legato dal repressore, l’RNA-polimerasi non è in grado
di iniziare la trascrizione.
Il DNA è impacchettato in modo altamente organizzato nei cromosomi. La cromatina è al
loro interno ed è presente in 2 forme: -eterocromatina→zona più addensata e
geneticamente inattiva; -eucromatina→zona meno addensata e geneticamente attiva;
PERCHE’ E’ NECESSARIO REGOLARE L’EPRESSIONE GENICA?
Le cellule possono impedire che le risorse siano sprecate “spegnendo” i geni quando non
sono necessari. I geni codificano per le proteine e queste dettano la funzione delle cellule.
Ad ogni momento viene espressa solo una frazione di geni.
La diversità dei profili genetici si manifesta perché le cellule hanno diversi insiemi di
regolatori della trascrizione. Alcuni lavorano per attivare la trascrizione e altri per impedirla.
Questo controllo viene spesso svolto mediante controllo dell’inizio della trascrizione.
Proteine regolatrici si legano al DNA sia per bloccare oppure per stimolare la trascrizione, a
seconda del modo con cui interagiscono con la RNA polimerasi.
PROTEINE REGOLATRICI
L’espressione genica è spesso controllata da proteine regolatrici che si legano a sequenze
specifiche del DNA. Queste proteine hanno accesso alle basi del DNA nel solco maggiore.
Negli eucarioti queste proteine prendono il nome di fattori di trascrizione, che sono necessari
per l’inizio di questo processo. Questi fattori aumentano la trascrizione in alcune cellule o in
risposta a segnali. L’RNA-polimerasi II si lega al promotore per iniziare la trascrizione nel
SITO STRART (+1).
SINTESI PROTEICA e CODICE GENETICO:
il processo della traduzione delle sequenze nucleotidiche presenti nell’RNAm al linguaggio
degli amminoacidi che formano le catene polipeptidiche (proteine). Esiste un codice genetico
che permette di codificare per le info necessarie per la sintesi proteica. È caratterizzato da
64 triplette di basi azotate chiamate codoni. Il codice genetico ha delle caratteristiche
precise:
- È degenerato: uno stesso amminoacido può essere codificato da diversi codoni
- È universale, è identico in tutti gli esseri viventi.
Esistono soltanto pochissime eccezioni a entrambe le caratteristiche del codice
genetico.
TRADUZIONE
Il passaggio dell’informazione dall’RNA alle proteine è mediato dal tRNA.
Ogni molecola di amminoacido viene legata nel citoplasma ad una specifica molecola
di RNA. Il tRNA è una corta catena di nucleotidi a forma di trifoglio.
La “foglia” centrale è formata da 3 nucleotidi che vanno a formare l’anticodone.
C’è un’esatta corrispondenza tra l’amminoacido e l’anticodone del tRNA cui viene
legato.
(il tRNA si comporta da adattatore)
La sintesi delle proteine è un processo che avviene nei ribosomi.
FASI TRADUZIONE:
1. Legame del ribosoma all’RNAm
2. La subunità minore riconoscere il segnale di inizio AUG
3. Il legame del tRNA ai ribosomi che porta il primo aminoacido, che è sempre una
metioniona
4. Allungamento della catena polipeptidica, mentre il ribosoma scorre; si formano i
legami covalenti tra gli aminoacidi
5. Termine della tradizione quando sul codone si incontra uno dei segnali di stop, che
vengono riconosciuti da dei fattori di terminazione, che fanno sì che RNAm si
stacchi e che il ribosoma si dissembri. Il processo di sintesi proteica richiede
l’intervento di diversi fattori di traduzione che sono implicati nell’aiutare il
modellamento cromosomico e i movimenti che consentono la sintesi proteica e la
formazione di un legame peptidico tra gli aminoacidi.
I RIBOSOMI
I ribosomi hanno una forma irregolare e sono formati da due subunità, una maggiore e
una minore. La subunità minore è quella che lega e riconosce l’mRNA.
Nella subunità maggiore sono invece presenti 3 siti importanti per la sintesi proteica.
Questi sono:
-SITO A→attacco, ovvero dove arriva il tRNA che porta l’amminoacido;
-SITO P/C→condensazione, dove il tRNA cede l’amminoacido alla catena polipetidica;
-SITO E/D→distacco, in cui il tRNA scarico viene eliminato;
Le molecole di RNA che possiedono attività catalitica prendono il nome di RIBOZIMI. Il
primo amminoacido che viene legato è la metionina che è codificata dal codone
AUG.
Si ha poi l’allungamento della catena polipeptidica e al termine della traduzione si
incontra uno STOP codon. Esiste un sistema preciso che si occupa di eliminare le
proteine danneggiate, questo è il sistema del proteosoma. Questo è costituito da
diverse subunità
IL CICLO CELLULARE
Il ciclo cellulare rappresenta il meccanismo essenziale attraverso cui tutti gli organismi
viventi si riproducono. Durante lo sviluppo embrionale, ad esempio, per arrivare allo
sviluppo di un organismo completo sono necessarie tantissime divisioni. Infatti, possiamo
evidenziare il fatto che noi partiamo da piccole cellule, le cellule staminali che differenziate
gradualmente acquisiscono delle caratteristiche ben specifiche.
SCOPO→permettere la formazione di due cellule figlie a partire da una cellula madre.
Nelle specie multicellulari sono necessarie lunghe e complesse divisioni per produrre un
organismo funzionante.
Sono necessari 3 processi per far si che da una cellula (zigote) si sviluppi un organismo
completo:
1)La singola cellula deve crescere e dividersi per dare origine a più cellule (ciclo cellulare);
2)Le cellule che da esse originano devono acquisire via via delle proprietà peculiari,
trascrivendo specifici geni che le portino a formare i vari tessuti dell’organismo
(differenziamento);
3)Mantenimento dell’omeostasi cellulare attraverso un opportuno controllo della morte
cellulare (apoptosi);
Quando uno di questi meccanismi non funziona correttamente possono insorgere malattie
neoplastiche e degenerative.
Tutte le cellule di un organismo pluricellulare contengono gli stessi geni.
Solo una piccolissima frazione è attiva in ogni cellula.
Molto importante è la serie dei processi che portano alla regolazione dell’espressione
genica:
1)stadio di differenziamento;
2)sviluppo cellulare;
3)specificità tissutale;
Il ciclo cellulare è un insieme di processi che devono essere seguiti perfettamente.
Tra questi processi possiamo distinguere l’INTERFASE, che separa una mitosi da un’altra.
Quando una cellula non si divide, attraversa 3 fasi differenti:
-G1 (GAP)→processo in cui si ha un accrescimento cellulare (12-24 ore);
-S→replicazione del DNA (7-10 ore); i cromosomi passano dallo stato monocromatidico (1
molecola DNA) allo stato dicromatidico (2 molecole DNA);
-G2→la cellula si prepara alla mitosi (4-6 ore); continua ad aumentare il volume cellulare e
anche la sintesi di nuove proteine;
-FASE M (MITOSI)→divisione del nucleo cellulare che si conclude con la divisione della
cellula madre diploide, in due cellule figlie diploidi, uguali tra loro e uguali alla madre.
Questa sequenza di eventi è caratterizzata da un succedersi di avvenimenti che sono
finemente regolati, ovvero ci sono dei punti di controllo detti anche Check point. Questi
punti di controllo devono essere superati per permettere alla cellula di entrare nella fase
successiva.
Se qualcosa non va, il ciclo cellulare si deve bloccare e può avvenire in diversi punti.

FASE G1 (Gap Phase)→G=crescita (growth)/intervallo(gap)


E’ la fase più lunga del ciclo cellulare; può essere altamente variabile a seconda del tipo
cellulare.
In questa fase avvengono le normali funzioni cellulari e la cellula si prepara alla duplicazione
del DNA. Il controllo viene effettuato da CICLINE e CHINASI CICLINA-DIPENDENTI (cdk).
La chinasi è un enzima che strappa il fosfato; le cicline vengono espresse solo quando
necessario, dopodichè vengono degradate attraverso l’ubiquitina proteosoma.
FASE S → E’ la fase in cui avviene la replicazione del DNA.
Tutte le proteine che servono vengono sintetizzate durante la fase G1.
FASE G2 (secondo GAP) → Si trova tra la fase S e la Mitosi. E’ una fase relativamente
corta.
Durante questa fase le cellule si predispongono per la divisione mitotica, cioè vengono
prodotte delle proteine specifiche ma soprattutto viene controllato che il DNA duplicato sia
effettivamente integro, senza contenere errori. Se per caso, il sistema di controllo si rende
contro che c’è un errore nella duplicazione del DNA, il ciclo cellulare viene messo in pausa e
il danno viene riparato. Vi è un nuovo check, quindi se il danno è riparato la cellula continua
il ciclo, al contrario la cellula si arresta e va in apoptosi.
L’andamento di questi processi è seguito dalle cdk.
Sono complessi specifici che si attivano per permettere il passaggio della cellula da una fase
all’altra. Le cdk fanno i loro controlli:
1)al punto di restrizione (G1);
2)controllo della sintesi di DNA (S);
3)G2 e Mitosi;

MITOSI (profase, metafase, anafase, telofase)


Questa fase è caratterizzata dalla suddivisione della cellula madre in due cellule figlie.
Ci sono delle figure mitotiche che possono essere d’aiuto per il riconoscimento istologico.
Alcuni tipi cellulari (cellule labili) procedono continuamente attraverso il ciclo cellulare,
mentre le cellule molto specializzate interrompono il ciclo cellulare, entrando in uno stato di
quiescenza chiamato FASE G0. Le cellule in grado di dividersi (cellule labili) entrano nella
fase G0, ma mantengono la capacità di entrare, se opportunamente stimolate, nel ciclo
cellulare ripartendo dalla fase G1.
Come abbiamo già detto esistono cellule più o meno differenziate, ovvero possiamo
identificare diverse popolazioni cellulari nel nostro corpo. Ci sono cellule che escono
definitivamente dal ciclo cellulare; queste cellule si chiamano terminalmente differenziate
(neuroni, cardiomiociti).
Queste sono cellule che non necessitano ulteriori divisioni (PERENNI).
Abbiamo poi delle cellule STABILI che entrano nella fase G0 ma possono rientrare nel ciclo
cellulare quando serve (linfociti).
CELLULE PERMANENTI O PERENNI
Le cellule permanenti non hanno capacità proliferativa, vivono in particolari aree protette e
hanno un livello di differenziamento molto elevato. Sono costituite da strutture molto
complesse. Non possono essere rimpiazzate.
CELLULE STABILI
Le cellule stabili sono ad esempio: epatociti, cellule muscolari lisce, fibroblasti ed endoteli.
Queste hanno una capacità mitotica limitata, in risposta a stimoli appropriati.
CELLULE LABILI
Le cellule labili sono quelle in continuo rinnovamento, ovvero si trovano in tessuti che sono
in continuo ricambio, ad esempio le cellule della pelle, ma anche le cellule del sangue come
gli eritrociti.
DIFFERENZIAMENTO
Cosa intendiamo noi con “processo di differenziamento”? Intendiamo l’acquisizione di
specifiche caratteristiche morfologiche e funzionali tipiche di un particolare tessuto del nostro
corpo.
Per cui, abbiamo a disposizione circa 200 tipi diversi di cellule, ciascuna delle quali svolgerà
una particolare funzione.
RICAPITOLANDO:
Cellule permanenti→G0
Cellule stabili→G0 lunga
Cellule labili→G0 corta o assente
Le cellule POTENZIALMENTE RINNOVABILI non ciclano costantemente ma rimangono in
una sorta di quiescenza ritornando nel ciclo cellulare in risposta ad un segnale proveniente
dall’esterno (SEGNALI MITOGENI).
I tessuti che si rinnovano continuamente utilizzano le cellule staminali, che sono cellule non
differenziate che possono dividersi continuamente.
Dopo la divisione, la cellula figlia può rimanere staminale oppure può differenziarsi.
Le cellule staminali sono più abbondanti dove il turnover cellulare è molto rapido, ad
esempio la mucosa all’interno della bocca, dell’esofago e dell’intestino.
La classificazione di cellule stabili, labili e perenni è stata fatta nel 1894, quando ancora non
si parlava di cellule staminali.

CELLULE STAMINALI
La cellula staminale è come una cellula bambina che non ha ancora deciso cosa fare da
grande.
Superata la fase di “adolescenza” si specializza in un tipo di cellula ben definito attraverso il
processo di differenziamento. Infatti, la cellula decide il suo ruolo nell’organismo.
Queste cellule esprimono dei geni detti geni della staminalità che sono appunto quelli che
mantengono la cellula in uno stato di indifferenziato. Il differenziamento avviene quando la
cellula riceve lo stimolo dall’ambiente circostante; in questo caso i geni della staminalità
vengono spenti e vengono attivati quelli del tessuto in cui la cellula si trova.
Le cellule staminali possono avere una potenza diversa:
-TOTIPOTENTI→sono quelle più forti, ed è la cellula appena fecondata, quindi lo zigote.
-PLURIPOTENTI→Dopo alcune divisioni embrionali, perdono potenza.
-MULTIPOTENTI/UNIPOTENTI→nell’adulto, abbiamo ancora una riduzione di potenza
(es.cellule del grasso o del muscolo scheletrico).
MITOSI e MEIOSI
Esistono due tipi di divisione cellulare, cioè la MITOSI e la MEIOSI.
Questi due processi riguardano due tipi di cellule differenti, in particolare il processo della
mitosi riguarda le cellule somatiche, mentre la meiosi riguarda la produzione dei gameti,
soprattutto nella riproduzione sessuata.
La mitosi è caratterizzata da un tipo di riproduzione asessuata e dalla successione di diverse
fasi (profase, metafase, anafase, telofase e citodieresi).
Durante questi processi la cellula duplica il proprio corredo cromosomico.
I cromosomi duplicati poi, con la scomparsa del fuso mitotico, andranno ad allinearsi.
Successivamente la cellula si divide e i cromatidi fratelli si separano.
Quindi, da una cellula madre originano due cellule figlie con corredo cromosomico uguale
alla madre.
La cellula può avere diversi destini: può sopravvivere, dividersi, differenziarsi o morire.
Proprio per questo esiste un bilancio che regola la proliferazione cellulare mediata
dall’attivazione e dalla soppressione di particolari geni. Questi geni appartengono a due
famiglie diverse:
1)ONCOSOPPRESSORI;
2)PROTOONCOGENI;
-Gli oncosoppressori sono quei geni che vanno a bloccare il ciclo cellulare quando la cellula
non si deve dividere, ad esempio quando vi è un danno.
-I protooncogeni sono geni necessari ma che risultano sovraespressi in una cellula tumorale.
Nel momento in cui non vi è più un bilanciamento, abbiamo delle alterazioni, quindi una
cellula si duplica fuori controllo diventando una cellula tumorale.
Quindi il destino evolutivo della cellula è sempre sotto il controllo di fattori che possono
essere STIMOLATORI o INIBITORI. Sono presenti entrambi ma in tempi diversi.
I fattori che promuovono la moltiplicazione sono ad esempio: ormoni, fattori di crescita.
COMUNICAZIONE TRA CELLULE
Le funzioni dell’organismo vengono regolate e coordinate grazie a delle molecole segnale,
messaggeri chimici (es. ormoni, neurotrasmettitori) che si vanno a legare a delle antenne
molecolari (es. recettori). Esiste un sistema che permette di convertire questo legame
ormone-recettore in una variazione del metabolismo cellulare o dell’espressione di specifici
geni, quindi si ha una risposta biologica che avviene grazie a un sistema di trasduzione del
segnale che permette di modificare la biochimica, la biologia e i processi biologici all’interno
della cellula per rispondere a dei segnali.
Le molecole segnale possono essere divise in: ormoni, neurotrasmettitori e mediatori locali.
La differenza sta nella distanza tra il tipo di cellula che produce la molecola segnale e il
bersaglio. Gli ormoni agiscono secondo una modalità, chiamata endocrina, perché vengono
rilasciati da tessuti specializzati (tessuti endocrini) e, attraverso il circolo ematico,
raggiungono delle molecole bersaglio (target cells), che si trovano a notevole distanza dal
punto in cui l’ormone è stato prodotto. La modalità neuroendocrina è simile, nel caso della
trasmissione dell’impulso nervoso il neurone, in seguito a una modificazione del potenziale
di membrana, rilascia un neurotrasmettitore (es. giunzione neuromuscolare = quando arriva
l’impulso per la contrazione muscolare a livello della placca neuromuscolare, i motoneuroni
rilasciano un neurotrasmettitore che va a legarsi a livello delle cellule muscolari elettriche
dove induce una serie di modificazioni che portano alla contrazione muscolare).
Segnale paracrino => una molecola segnale viene rilasciata da una cellula e agisce sulle
cellule presenti nelle immediate vicinanze, queste molecole sono spesso dei mediatori locali
(es. prostaglandine, eicosanoidi entrambi derivati degli acidi grassi omega-3 e omega-6).
Segnale autocrino => ci sono determinate molecole prodotte da una cellula e che possono
legarsi a dei recettori presenti sulla cellula stessa.
Quindi esistono due diverse tipologie di segnale ormonale che dipendono dalla natura
dell’ormone:
- Segnale diretto => ormoni liposolubili (es. tiroidei e steroidei), possono quindi
attraversare la membrana plasmatica e andare a legarsi a uno specifico recettore
presente a livello intracellulare; la maggior parte di questi ormoni impiegano anche
dei giorni per esercitare degli effetti a livello cellulare perché vanno a modificare
l’espressione genica e agiscono direttamente sulla sintesi del mRNA.
- Segnale indiretto => ormoni idrosolubili (es. adrenalina e insulina), vanno a legarsi a
specifici recettori; quando l’ormone si lega al recettore viene liberata una molecola
segnale (secondo messaggero) che a sua volta diverrà un enzima (chinasi) che
andrà a far cambiare forma ad altri enzimi. Normalmente questo tipo di ormoni
(adrenalina, glucagone) vanno a modificare il metabolismo cellulare, grazie
all’attività delle chinasi vanno ad attivare o inibire determinate vie metaboliche in
risposta alle necessità dell’organismo. Durante il digiuno a noi serve il glucosio
quindi dobbiamo demolire il glicogeno presente nel fegato, c’è un ormone, ossia il
glucagone, che attraverso il secondo messaggero e l’attivazione di una chinasi
andrà ad attivare la glicogenolisi.
Esiste un’altra famiglia di molecole segnale, i fattori di crescita che si legano a dei recettori
un po’ diversi, dei veri e propri enzimi, ed è per questo che hanno un meccanismo di
funzione diverso. Fa eccezione l’insulina perché è un ormone che può modificare il
metabolismo cellulare, ma può anche agire come fattore di crescita; infatti, i recettori per
l’insulina sono più simili a questo tipo di recettori che non a quelli che modificano il
metabolismo cellulare.
Secondi messaggeri
Quando l’ormone si lega al suo recettore, perché non può attraversare la membrana
plasmatica, deve trasmettere il segnale e lo fa perché c’è una piccola molecola solubile che
si muove dalla membrana plasmatica e porta il segnale a livello di specifiche molecole del
sangue dentro la cellula, questa molecola si chiama secondo messaggero, il primo
messaggero è invece l’ormone.
Ci sono diverse molecole che funzionano come secondi messaggeri:
- l’AMP ciclico (adenosina monofosfato ciclico), che deriva dall’ATP;
- lo ione calcio (Ca2+), la cui concentrazione è normalmente mantenuta bassa perché
il calcio si trova all’interno del reticolo endoplasmatico o nei mitocondri e viene poi
rilasciato quando arriva un particolare segnale;
- derivati dall’idrolisi di fosfolipidi di membrana.
La sintesi del secondo messaggero non è un processo immediato, il risultato di una serie di
eventi che accadono sulla membrana plasmatica. Arriva il nostro ormone, prendiamo come
esempio l’adrenalina, si lega al suo recettore vicino al quale è presente una molecola, la
proteina G, che viene attivata quando è presente l’ormone legato al suo recettore. La
proteina G attivata si muove lungo la membrana e va ad attivare un enzima che, a sua volta,
andrà a sintetizzare il secondo messaggero.
Quindi c’è il legame dell’ormone al suo recettore, viene attivata la proteina G, detta anche
trasduttore perché quando è attiva va a trasferire il segnale e a permettere la sintesi del
secondo messaggero. Esso si muoverà dalla membrana per attivare una proteina chinasi,
cioè la proteina effettrice che va a indurre la modificazione del metabolismo, andrà quindi ad
attivare una via metabolica, oppure a bloccarla, modificando la forma di uno o due enzimi
chiave che controllano quella via metabolica.
Esistono diversi tipi di recettori: quelli accoppiati secondo i messaggeri, chiamati anche
GPCR ossia accoppiati a proteine G; i recettori canale, e i recettori che sono degli enzimi,
quelli per i fattori di crescita ma anche per l’insulina.
Recettori a canale ionico
Un altro tipo di recettori sono i recettori canale, i canali ionici, che si aprono quando legano
la citicolina, e permettono l’ingresso del sodiosecondo gradiente di concentrazione, avviene
la reazione del potenziale di membrana che induce una variazione della concentrazione del
calcio, ed è questo che determina la contrazione muscolare. I recettori canale sono dunque
molto semplice, in risposta a un ligando si aprono e permettono il passaggio di uno ione,
quindi sono anche estremamente selettivi.
Recettori ad attività enzimatica intrinseca
Sono degli enzimi, in particolare delle chinasi, che quando vengono attivati dal legame con il
ligando iniziano a fosforilare dei substrati. Quello che causa l’attivazione di questo tipo di
recettori è modificazione della crescita, proliferazione e differenziamento cellulare.
Recettori accoppiati a proteine G
Ci sono poi i recettori legati alle proteine G (GPCR), chiamati anche recettori a 7 eliche, in
quanto attraversano ben 7 volte la membrana plasmatica. Questi recettori si trovano vicino
alla proteina G.
La proteina G, prende questo nome in quanto lega il GTP.
Questa proteina può esistere in 2 forme:
-attiva (che lega il GTP)
-inattiva (che lega gli GDP).
Una volta che l’ormone si lega al recettore avviene uno scambio. Quindi, se questo si
legherà alla forma attiva diventerà inattiva e viceversa. Una volta che la proteina G viene
attivata, questa andrà ad attivare una proteina chinasi. Nel caso dell’AMP ciclico si chiama
proteina chinasi A.
Le PKA attivate dall’adrenalina regolano il metabolismo del glicogeno.
Nel nostro organismo gli ormoni sono espressi a basse quantità, ma bastano poche
molecole per generare
una risposta rapida. Questo avviene grazie al processo di amplificazione del segnale
ormonale.
Sostanzialmente, l’AMP ciclico è un secondo messaggero che viene sintetizzato
dall’adrenalina nel tessuto adiposo. Non va a modificare il metabolismo del glicogeno in
quanto questo non è presente negli adipociti, ma solo nel fegato e nei muscoli. Nel tessuto
adiposo sono invece presenti gli enzimi di demolizione dei triacilgliceroli.

Domanda: L’amplificazione è un processo di feedback negativo o positivo?


Se viene attivato dal prodotto della tappa precedente è positivo, però spesso succede che il
prodotto finale di una reazione metabolica, se si accumula va a bloccare le vie principali,
iniziali, perché vuol dire che quel prodotto non è necessario se si accumula. È necessario
che ci sia l’AMP ciclico per attivare la chinasi ed è necessario che essa sia attiva per attivare
gli altri enzimi, quindi è un meccanismo a cascata però ad ogni tappa c’è un’amplificazione.
Se noi abbiamo una molecola di adrenalina, verranno sintetizzate 100 molecole di AMP
ciclico, quindi in questo senso gli ormoni sono attivi a bassissime concentrazioni perché
basta che ci siano poche molecole di adrenalina per indurre una risposta cellulare.

Recettori tirosin kinasici – per i fattori di crescita


Sono quei recettori detti anche fattori di crescita. Sono dotati di attività chinasica intrinseca.
Questi recettori sono degli enzimi che quando vengono attivati dai legami con il fattore di
crescita, iniziando a fosforilare dei substrati. Quando il ligando non è legato, non funzionano
come enzimi.
Il legame del fattore di crescita induce la dimerizzazione del recettore e innesca la
fosforilazione incrociata.
Ci sono diversi tipi di fattori di crescita che si legano ai loro specifici recettori:
- NGF=> fattore di crescita dei nervi;
- FGF=> fattore di crescita dei fibroblasti;
- EGF=> fattore di crescita dell’epidermide;
- PDGF=> fattore di crescita derivato dalle piastrine.
Attivazione del recettore
Il recettore si unisce al monomero e qui viene attivata l’attività chinasica del recettore.
Il recettore fosforila se stesso prima di fosforilare il sub-strato.
L’autofosforilazione viene vista da altre proteine adattatrici che consentono di legare
questo recettore andando ad attivare la famosa proteina G(RAS)→importante
perché in molte forme di tumore umano, questa è mutata.
Quando vi è un’alterazione a livello di questi passaggi mediati da enzimi, vi può essere
un’alterata crescita e proliferazione cellulare. La proteina RAS a sua volta va ad
attivare una proteina chinasi.
Queste prendono il nome di MAP K perché sono delle chinasi attivate da un idrogeno
che attivano dei fattori di trascrizione, permettendo così la progressione. Tra i
recettori a 7 eliche e i fattori di crescita vi sono dei punti in comune in quanto vi sono
sempre delle proteine G e proteine chinasi. Cambiano però la molecola segnale e il
bersaglio. Alterazioni nella trasduzione del segnale possono causare il cancro,
ovvero un insieme di malattie caratterizzata dalla crescita incontrollata o
inappropriata di alcune cellule.
TESSUTI PER I QUALI E’ NECESSARIO IL GLUCOSIO PLASMATICO
Esistono particolari tessuti che richiedono costantemente glucosio e il loro
metabolismo dipende principalmente da esso. In particolare, i globuli rossi sono
privi di mitocondri, quindi quello che fanno è la fermentazione lattica in cui il
glucosio viene fermentato ad acido piruvico e acido lattico.
La richiesta giornaliera di glucosio è di circa 120g in quanto siamo in grado di
sintetizzarlo attraverso il processo di gluconeogenesi. Inoltre, disponiamo anche di
fonti di glucosio: glicogeno epatico.
Il processo di gluconeogenesi utilizza come substrati sia il lattato, gli amminoacidi e
il glicerolo.
Gli ormoni deputati alla regolazione della glicemia sono entrambi prodotti dal pancreas
endocrino e sono:
-INSULINA→secreta principalmente in risposta ad un aumento del livello ematico di
glucosio.
-GLUCAGONE→secreto in risposta ad un calo del livello ematico di glucosio.
Inoltre, quest’ultimo è un ormone peptidico di 29 AA, rilasciato dalle cellule alfa del
pancreas.
Il suo ruolo è quello di mettere in atto una serie di strategie metaboliche per aumentare
i livelli di glicemia. Va ad aumentare la gluconeogenesi epatica e la demolizione del
glucosio attraverso l’AMP ciclico.
Inoltre, aumenta la lipolisi nel tessuto adiposo per rilasciare acidi grassi e glicerolo.
In condizioni di digiuno, ciò che avviene è la demolizione delle riserve energetiche.
Non esistono proteine di riserva, per cui quelle che vengono utilizzate durante il
digiuno sono quelle dei muscoli, la cui demolizione ha meno impatto sul
funzionamento dell’organismo.
Per quanto riguarda, invece, le cellule beta del pancreas, queste sono responsabili
della sintesi di insulina. L’ormone insulina viene rilasciato inizialmente quando
mangiamo attraverso il rilascio di un polipeptide GIP dallo stomaco.
Cos’è l’insulina?
E’ un ormone anabolizzante in quanto favorisce la sintesi proteica.
L’insulina segnala l’abbondanza di energia che deve essere messa da parte per i
periodi di magra.
Essa determina un aumento di deposito degli acidi grassi sottoforma di triacilgliceroli
nel tessuto adiposo. Questa, circola libera nel plasma e viene rimossa dal fegato
durante il primo passaggio, successivamente viene degradata.
L’AZIONE DELL’INSULINA SUL TRASPORTO DI GLUCOSIO
I trasportatori GLUT sono delle proteine di membrana che favoriscono la diffusione
facilitata del glucosio che avviene secondo gradiente di concentrazione.
Nei tessuti sensibili all’insulina sono presenti i GLUT-4 che di solito sono localizzati al
di sotto della membrana plasmatica. Quando arriva il segnale dell’insulina, viene
attivata una particolare proteina chinasi grazie alla quale i GLUT-4 vengono trasferiti
sulla membrana plasmatica, diversamente rimangono a livello intracellulare.
L’insulina può essere considerata un fattore di crescita in quanto attiva due tipi di
segnale, da una parte quelli metabolici e dall’altra attiva la cascata delle chinasi e va
a controllare crescita e proliferazione cellulare. La sintesi del glicogeno e la sua
demolizione sono controllate dai livelli ormonali di insulina e glucagone. Il glucagone
stimola la gluconeogenesi. Il glucosio in eccesso viene trasformato in acidi grassi.

DIABETE MELLITO
È una sindrome caratterizzata da valori glicemici superiori a quelli fisiologici(>126mg/dl ) che
portano ad una condizione patologica. Questo può essere dovuto ad un difetto dell’azione
dell’insulina.
Nel diabete in cui non si ha proprio produzione di insulina, il paziente manifesta poliuria
(urina molto spesso) e perdita di peso.Esiste un particolare test, il test da carico orale di
glucosio, che ci permette di valutare la risposta insulinica del nostro corpo.
Glicemia basale→< 100
Da ricontrollare→100-110
Alterata glicemia basale→110-126
Diabete mellito→> 126
Nelle donne in stato di gravidanza che presentano una predisposizione genetica per il
diabete, può manifestarsi il diabete gestazionale o gravidico ed è fondamentale monitorarlo
in quanto le iperglicemie fanno male al feto e sono collegate ad una serie di patologie per il
bambino in età infantile ma anche adulta. È necessario quindi fare questo test il prima
possibile ed eventualmente intervenire con la dieta o con la somministrazione di insulina.
Abbiamo in particolare due tipi di diabete:
-Diabete mellito di tipo I;
-Diabete mellito di tipo II;
1)Il diabete mellito di tipo I è una malattia autoimmune, cioè ad un certo punto della vita di
un soggetto predisposto si scatena una reazione anticorpale, ovvero vengono prodotti degli
anticorpi contro le cellule beta. Gli eventi scatenanti possono essere anche virus. Questo
tipo di diabete è insulino dipendente. L’esordio è burrascoso ed è caratterizzato da un
dimagrimento rapido.
2)Il diabete mellito di tipo II è diverso. All’inizio si parlava di diabete senile, ovvero che
sorgeva in pazienti di una certa età. Oggi, questo è comune anche nei bambini, soprattutto
negli USA, in quanto si tratta di un diabete legato all’obesità. Sorge sempre su base
genetica, quindi bisogna essere predisposti.
Questo tipo è caratterizzato da resistenza all’azione dell’insulina.
Per cui l’insulina è presente ma non funziona, di conseguenza non è in grado di
abbassare la glicemia. Quindi le cellule beta sono stimolate a produrre maggior insulina, ma
essendo sensibili si eliminano subito. E’ importante identificare il paziente quando si trova
nella fase della ridotta tolleranza ai carboidrati perché il paziente può assumere degli
ipoglicemizzanti analmente, farlo dimagrire in modo tale che non vengono distrutte tutte le
cellule beta.
PESO E OBESITA’
È l’indice di massa corporea o BMI “body mass index” che definisce la condizione di
normopeso, sovrappeso o di obesità. Si calcola dividendo il peso espresso in chilogrammi
per l’altezza espressa al quadrato. IMC = Kg/h2
-Sottopeso→< 18,5;
-Normopeso → 18,5-24,5;
-Sovrappeso → 25-29,9;
-Obesità moderata→30-34,9;
-Obesità severa→35-39,9;
-Obesità morbigena→> 40
E’ importante intervenire con una terapia dietetica-nutrizionale quando il paziente si trova
in una condizione di sovrappeso perché è un attimo che si arrivi ad una condizione di
obesità.
L’obesità può essere considerata come una malattia cronica in cui non solo c’è una
componente genetica, che è però molto piccola rispetto alle abitudini alimentari sbagliate.
Ci può essere una predisposizione all’obesità anche nell’utero della mamma.
Si può fare distinzione tra obesità endogena di origine endocrina ed obesità esogena data
dalle abitudini alimentari.
Sicuramente, negli anni, sono cambiate anche le abitudini, lo stile di vita, quindi il fatto di
aver rallentato le nostre condizioni di attività ha predisposto all’obesità.
E’ importante la deposizione del grasso nella sede addominale detta viscerale.
Questo grasso viscerale fa male perché predispone all’insulino-resistenza, in quanto va a
produrre una serie di sostanze e molecole che impediscono l’attività dell’insulina. Per questo
c’è un fattore di rischio che è la circonferenza vita. Se è > 102 è un allarme. Nella donna >
88cm. In particolare viene prodotta una sostanza che si chiama resistina che va a bloccare
l’azione dell’insulina.
CICLO DIGIUNO-ALIMENTAZIONE
Metabolismo: tutte le reazioni chimiche divise in reazioni cataboliche e anaboliche a
seconda che permettano la produzione di energia o che richiedano questa.
Durante le reazioni cataboliche vengono prodotti ATP e NAD ridotti e FAD ridotti ed
eventualmente precursori per la biosintesi.
Il ciclo digiuno-alimentazione si basa su tre fasi:
1. La fase di sazietà o post assorbimento, avviene subito dopo il pasto;
2. La fase iniziale del digiuno notturno;
3. La fase di rifornimento energetico, dopo la colazione mattutina.
Durante il digiuno, è fondamentale per l’organismo mantenere l’omeostasi del glucosio,
ovvero un livello costante di glucosio nel sangue.
Dopo la digestione del pasto serale, il glucosio e gli AA sono trasportati dall’intestino al
fegato.
-I lipidi vengono complessati nei chilomicroni e trasportati nel sangue.
-In questa condizione si ha secrezione di insulina da parte delle cellule beta del
pancreas favorendo la captazione del glucosio.
L’insulina attiva la gluconeogenesi inibendo la glicogenolisi e bloccando la
gluconeogenesi nel fegato. Inoltre, accelera la glicolisi tramite i GLUT-4 e tramite i
GLUT-2 a livello epatico.
L’insulina agisce anche sul metabolismo degli amminoacidi, favorendo l’assunzione
degli amminoacidi ramificati da parte del muscolo. Quindi questa favorisce il
deposito di proteine muscolari.
Nella fase iniziale di digiuno, il livello ematico di glucosio inizia a scendere alcune ore
dopo il pasto. Calano i livelli di insulina e aumentano quelli di glucagone che agisce
nel fegato provocando la degradazione del glicogeno. Il glucosio viene rilasciato dal
fegato.
Tutti i tessuti, come muscolare, adiposo ed epatico, lasciano il glucosio a disposizione
per i tessuti che ne hanno maggior bisogno. Oltre alla mobilizzazione del glicogeno,
vengono mobilizzati anche gli acidi grassi da parte del tessuto adiposo.
Dopo la colazione mattutina:
-i grassi seguono il normale percorso dopo il pasto;
-il glucosio non viene assorbito subito dal fegato ma viene lasciato a disposizione dei
tessuti periferici; -il fegato continua a sintetizzare nuovo glucosio;
-man mano che i livelli di glucosio aumentano, il fegato completa il rifornimento di
glicogeno ed inizia a metabolizzare il restante glucosio verso la sintesi di acidi
grassi;
Un adulto ben alimentato di 70 Kg ha circa 161.000 Kcal.
In linea di massima, un individuo potrebbe rimanere a digiuno per 1-3 mesi.
In un digiuno prolungato la priorità è spostare il metabolismo di alcuni organi dal
glucosio verso altre fonti energetiche, come acidi grassi e corpi chetonici (sono
piccoli e possono oltrepassare la barr.ematocefalica); Dopo qualche giorno di
digiuno, il cervello si adatta ad utilizzare i gruppi chetonici.
I corpi chetonici possono essere poi utilizzati a scopo energetico.
Nel digiuno prolungato si cerca di salvaguardare le proteine vitali.
Il tempo di sopravvivenza di una persona è determinato dalle dimensioni dei suoi
depositi di triacilgliceroli. Quando si esauriscono anche queste riserve aumenta
rapidamente la degradazione delle proteine e ne consegue la morte, a causa della
perdita della funzionalità di cuore, fegato e reni.

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