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In questa trattazione parleremo di due sistemi: uno è il sistema endocrino, l’altro è il sistema
nervoso. Entrambi sono dei sistemi di fondamentale importanza per il funzionamento di un
organismo, in quanto si tratta di sistemi di comunicazione. Sono sistemi che permettono alle varie
parti del corpo di comunicare e quindi consentono anche il coordinamento delle attività.
Nel caso del sistema nervoso, questa comunicazione avviene attraverso l’invio di segnali elettrici
che il nostro organismo e che alcune cellule particolari sono in grado di generare e di inviare anche
a lunghe distanze; per questa caratteristica, le cellule che sono in grado di fare ciò, vengono
chiamate “cellule eccitabili”.
Nel sistema endocrino invece, la comunicazione tra cellule che emettono un segnale e cellule che lo
ricevono modificando di fatto la loro attività biologica, permette di generare un segnale che non è
di natura elettrica, ma di natura chimica.
Quindi nel primo caso, ci sono degli impulsi elettrici che viaggiano attraverso delle fibre che hanno
proprio delle proprietà di cavo; nel secondo caso invece, ci sono dei segnali chimici che vengono
immessi da una cellula che li genera, essi poi viaggiano nel sangue e attraverso quest'ultimo,
vengono veicolati fino alla zona in cui sono presenti le cellule in grado di rispondere al segnale
stesso, cioè le "cellule responsive". Sia nell'uno che nell'altro caso, come risultato di questa
interazione, le cellule bersaglio che ricevono l'impulso elettrico o il segnale chimico, modificano la
propria attività permettendo una serie di condizioni o eventi che alla fine sono alla base di quello
che siamo.
Oggi noi sappiamo ad esempio che, le porzioni più anteriori di corteccia che sono quelle che si sono
sviluppate di più nei primati umani, sono importantissime perché ci consentono di svolgere delle
funzioni che apparentemente, per ciò che sappiamo, non sono presenti in altre aree. Quindi
possiamo controllare alcuni comportamenti complessi di alcune funzioni superiori. Si distinguono
anche delle aree di associazione. Abbiamo poi anche delle regioni che sono responsabili del
controllo delle attività motorie: queste regioni vengono definite sulla base di precisi confini
anatomici determinati per esempio da scissure (la scissura di Rolando, la scissura laterale del
Silvio...), abbiamo quindi anche aree pre-rolandiche e post-rolandiche. Inoltre, sappiamo che in una
zona immediatamente posteriore alla corteccia frontale, abbiamo delle parti di cervello che se
stimolate, evocano dei movimenti. Altre regioni che si trovano più indietro, sono invece responsabili
delle sensazioni, in cui arrivano le informazioni sensoriali dalla cute, dal sistema dei muscoli, dai
sistemi viscerali... Abbiamo delle zone in cui arrivano informazioni di natura olfattiva, di natura
gustativa, di natura uditiva, di natura visiva, che sono destinati a diventare rispettive sensazioni.
Questi stimoli o segnali elettrici viaggiano attraverso la periferia. Se diventano gusto, sapore, odore,
suono, immagine, è solo perché il cervello è in grado di elaborarli e quindi fare diventare dei segnali
elettrici semplici in sensazioni. Molte di queste cose sono state acquisite nel tempo, nei secoli. Oggi
sappiamo che è possibile, a differenza del passato, visualizzare le cellule nervose attraverso delle
opportune tecniche di colorazione o di imaging.
Inoltre, oggi esiste una corrispondenza tra
quello che c'è sulla superficie del corpo e quello
che c'è sulla corteccia; sia in quella sensoriale
che in quella motoria, tutte le nostre parti del
corpo vengono rappresentate. Vengono
rappresentate in modo da creare sulla superficie
della corteccia sensoriale e sulla superficie della
corteccia motrice, il disegno di un homunculus,
che è anche abbastanza sgorbio perché le varie aree sono rappresentate in maniera differenziale.
La mano e il viso infatti, hanno una notevole rappresentazione, mentre altre parti del corpo, quali il
busto, le gambe, i piedi lo sono meno.
Qualcuno si è passato anche il tempo a cercare di
rappresentare questi homunculi (motori e
sensoriali), in maniera tridimensionale. Queste
immagini però hanno un significato importante.
Notiamo sicuramente che la faccia, le mani, sono
sproporzionate rispetto al resto del corpo nella
rappresentazione che se ne fa in corteccia,
probabilmente perché svolgono dei movimenti che
hanno bisogno di regolazioni fini; noi attraverso le
mani o i muscoli facciali, quali i mimici per esempio,
possiamo controllare in maniera sofisticata. A tal
proposito, serve tale regolazione molto fine che ha bisogno di essere rappresentata in larghe regioni
della corteccia. Questa rappresentazione corticale può essere modificata plasticamente.
Ammettiamo per esempio, che questa corteccia appartenga a una persona non vedente, rispetto
ad un normotipo ciò che varierebbe, sarebbe il tatto: un ipovedente acutizza molto il senso del tatto.
Ci aspetteremmo, in questo caso, che la rappresentazione delle dita sia maggiore rispetto a quella
di un normovedente.
La rappresentazione corticale è molto plastica e noi possiamo renderla tale anche quando
impariamo delle abilità nuove con le mani. Il nostro cervello ha dunque, questa grande capacità di
reclutare delle cellule che rendono più sofisticati i nostri movimenti. Sicuramente una persona che
utilizza le mani solo per piantare chiodi, o per gestire un martello, avrà una rappresentazione
corticale della mano diversa rispetto alla stessa mano che per esempio usa il tombolo, un'antica arte
ricamatoria, la quale presuppone un'abilità con le dita notevole, in cui si integrano i gesti motori e i
gesti sensoriali.
*Curiosità: uno studio molto recente che è stato compiuto in Giappone, ha permesso di osservare
nelle rappresentazioni corticali di ragazzini dai 9 ai 12 anni, la variazione significativa nella
rappresentazione corticale di un dito. Il dito di cui si è vista una rappresentazione aumentata nel
cervello di questi bambini giapponesi, è il pollice, a causa dell'utilizzo degli smartphone. La
rappresentazione del pollice in quella fascia d'età è significativamente variata rispetto alla
rappresentazione del pollice nei sessantenni e nei settantenni.*
Ciò di cui si è parlato precedentemente, è semplicemente un'introduzione all'organizzazione
anatomica del materiale che si trova all'interno del sistema nervoso; l'altra parte di cui non si è
parlato il midollo spinale.
Il midollo spinale
Il midollo spinale è organizzato in modo tale da avere una parte di sostanza bianca all'esterno e la
sostanza grigia all'interno che forma una specie di H.
Ciò che chiamiamo sostanza
bianca o sostanza grigia,
dobbiamo ricondurlo a delle
ragioni storiche, perché prima
ancora che venissero inventati il
microscopio o le tecniche di
colorazione del tessuto nervoso, i
primi anatomici osservavano
solamente macroscopicamente e
quindi le loro classificazioni erano
basate su questa tipologia di
osservazione e, vedendo una
regione più chiara, la chiamavano
sostanza bianca, al contrario una regione più scura, la chiamavano sostanza grigia. Loro non lo
sapevano, ma in alcune parti del cervello ci sono dei neuroni che producono/secernono melanina e
che contengono, dunque, questi granuli all'interno; questi granuli sembrano scuri, neri e i primi
anatomici identificarono la cosiddetta "substantia nigra". Altri si presentano di colore rossastro e
quindi questi primi anatomici hanno cominciato a parlare di "nucleus ruber". Queste classificazioni
sono poi rimaste fino ai giorni nostri; nel midollo spinale abbiamo per esempio questa sostanza
grigia, di forma vagamente ad H, come detto in precedenza, dove possiamo riconoscere un corno
anteriore e un corno posteriore (naturalmente da noi che siamo creature bipedi). Il corno anteriore
è equivalente al corno ventrale nelle creature quadrupedi (cane, gatto, cavallo). Il corno posteriore
è invece è equivalente al corno dorsale. Il corno ventrale è la sede dei motoneuroni spinali, dove
sono presenti i corpi cellulari di quelle cellule che prenderanno contatto diretto con la muscolatura
scheletrica, chiamata tale proprio perché muove lo scheletro. Nel corno dorsale arrivano tutte le
informazioni della periferia, attraverso delle fibre nervose che hanno il corpo cellulare nei gangli
associati alla radice dorsale. Nei gangli della radice dorsale sono presenti dei neuroni molto
particolari, chiamati, appunto, neuroni pseudounipolari. Questi hanno un corpo cellulare e un
prolungamento che esce e si biforca: un ramo va verso la periferia, un ramo va verso il sistema
nervoso centrale. Quindi, un ramo raccoglie le informazioni e le porta fino al corpo cellulare, poi
l'altro ramo, le stesse informazioni, le porta verso il sistema nervoso centrale. Sono informazioni di
natura sensoriale, sostanzialmente tardo pressoria, vibrazionale, dolorifica ecc ecc. Queste
informazioni sono poi destinate ad andare verso l'encefalo, per esempio attraverso questa sostanza
bianca, chiamata così proprio perché costituita dalle fibre nervose che portano informazioni
ascendenti e discendenti, ed è bianca perché è costituita dalla cosiddetta "guaina mielinica" che
avvolge le fibre nervose.
Il midollo spinale è organizzato in questo modo:
dalle corna anteriori attraverso la
radice ventrale, escono le fibre che
sono destinate alla muscolatura
scheletrica, quindi sono dei segnali
che sono in uscita perché qui abbiamo
i corpi cellulari dei motoneuroni, cioè
delle cellule motorie che comandano
la contrazione dei muscoli, le fibre
escono da qua. Mentre nella parte
posteriore abbiamo le fibre che
arrivano dalla periferia, si distinguono
inoltre, i corpi cellulari. Nelle fibre
motorie che viaggiano lungo le fibre in uscita e quelle in entrata, le varie guaine si uniscono poi a
formare il cosiddetto "nervo misto". Come si vede nell'immagine, le fibre nervose viaggiano in uscita
o in entrata, con un flusso opposto di informazioni. Le informazioni che dal sistema nervoso centrale
vanno verso la periferia, si chiamano centrifughe; al contrario, si dicono centripete quelle
informazioni che dalla periferia, vanno verso il sistema nervoso centrale. Però queste informazioni
viaggiano attraverso questi nervi che poi si uniscono a formare il nervo misto, il quale esce dai forami
vertebrali per andare fino alla periferia dove ci sono sia la muscolatura scheletrica, sia le zone dalle
quali dobbiamo raccogliere delle informazioni di varia natura.
Questo per quanto concerne la descrizione.