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[Psicologia Fisiologica]
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STORIA DELLE NEUROSCIENZE
COGNITIVE
Il termine “neuroscienze” è stato coniato negli anni ’70 da Shmitz. L’intento era
quello di stabilire se ci sono le basi neurali della mente, dov’è localizzata.
Fra i primi tentativi di capire il posto che occupano gli umani nel mondo erano le
teorie egizie e mesopotamiche (si chiedevano sulla natura della religione e dell’universo).
Platone: anima immortale. Esistono tre tipologie dell’anima:
1)Razionale (sede in cervello)
2) Irascibile (emozioni. Sede nel cuore)
3) Concupiscibile (ha sede in visceri)
Aristotele: sede della mente è in cuore. Ipotizza che i nervi siano i vasi sanguigni.
Senza il sangue l’uomo perde la coscienza.
Galeno: descrive i ventricoli. Ipotizza che sono pieni di pneuma = anima. Nel
ventricolo anteriore si trova la capacità percettiva. Nel ventricolo posteriore si trova la
memoria. Condusse una serie di esperimenti sull’esistenza di pneuma che viaggia sui
nervi.
Leonardo da Vinci: riproduzione più accurata del cervello (iniezioni di cera nelle
cavità).
Galbani: natura elettrica di conduzione neuronale.
Thomas Willis (XVII sec) fu tra i primi a porre i comportamenti anormali
delle porsone in relazione a modificazione della struttura cerebrale. Egli
osservò gli pazienti per l’intero arco della loro vita e dopo la loro morte
sottopose i loro cervelli all’autopsia. Inoltre, è stato tra i primi studiosi a
teorizzare la communicazioni tra i neuroni, cioè la conduzione neuronale.
Willis coniò anche tantissimi nomi per diverse strutture cerebrali.
LOCALIZZAZIONISMO E ANTILOCALIZZAZIONISMO
Dilemma: se il cervello funziona nel suo complesso come un’unità, in cui ogni parte
contribuisce al funzionamento del tutto (ANTILOCALIZZAZIONISMO). Oppure, è un
insieme di tante singole parti, che funzionano ognuno per conto proprio, e il risultato
finale è qualcosa che pari funzionare come un’unità integrata (LOCALIZZAZIONISMO)?
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Franz Josef Gall (XVIII sec): relazione tra aspetto di una persona e la
sua personalità – FRENOLOGIA. Sostenitore della teoria
localizzazionista che prevede una regione specifica del cervello per
ogni attività mentale; esistenza delle specifiche peculiarità del
cervello associate a determinate caratteristiche della persona. Gall
ipotizzava che se una persona utilizza una facoltà mentale in misura
maggiore delle altre, la parte del cervello associata a quella facoltà si
aumentasse.
Jean Pierre Flourens (XVIII sec): sostenitore della teoria
antilocazzionista. Destruggendo parti dei cervelli dei piccioni osservò
che alcuni parti del cervello erano responsabili di certe funzioni, ma
non riuscì a trovare alcuna area che regolasse capacità superiori come
la memoria, la cognizione, sensazioni, percezioni e volontà, e quindi
concluse che queste ultime erano distribuite più diffusamente nel
cervello. Egli sviluppo la TEORIA DEL CAMPO AGGREGATO - al
comportamento partecipa l’intero cervello, ma non le sue parti
specifiche.
I risultati delle sue ricerche non hanno prodotto nessun deficit osservabile perchè:
- metodo sbagliato di osservazioni
- era stato scelto il comportamento tanto pervasivo dell’uccello che sopporta
qualche lesione
- tipo di misura utilizzata
Karl Lashley (XIX-XX sec): studia il comportamento esplorativo dei ratti, il modo con
cui i ratti si comportano in labirinto. Lesiona selettivamente il cervello per scoprire quali
porzioni del cervello conservassero le tracce neurali dei ricordi delle esperienze apprese,
ma non rivela nessun deficit osservabile. I cambiamenti nel comportamento dipendano
dalla quantità del tessuto lesionato/eliminato. Dalle sue ricerche vengono fuori i principi
di equipotenzialità e di effetto-massa (gli effetti deleteri della rimozione di parti della
corteccia cerebrale non dipendevano dalla localizzazione, ma dalla quantità di tessuto
elliminato) -> la memoria è distribuita.
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John Jackson (XIX-XX sec): fornì l’ipotesi di una forte localizzazione
di funzioni motorie (TOPOGRAFIA CEREBRALE). Osserva i sintomi
motori dell’epilessia: le contrazioni muscolari dei pazienti si
diffondevano con ordine da una parte del corpo ad un’altra.
Jackson giunse alla conclusione che molte regioni cerebrali
contribuiscono ad uno stesso comportamento.
LOCALIZZAZIONISMO CRITICO: afferma che la stessa lesione può
provocare sintomi diversi e che i sintomi uguali possono derivare
dalle lesioni diverse.
Fitzh e Hitzing (1870): homunculus motorio. Facevano gli esperimenti sugli animali e
sui soldati che presentavano ferrite al cervello. Stimolazione della corteccia cerebrale.
W.G. Penfield (1950): descrizione precisa di homunculus motorio. Studi sui pazienti
in attesa dell’operazione neurochirurgica. Anteriormente al solco centrale, era
identificabile la mappa dei movimenti del corpo; posteriormente, una mappa della
sensibilità cutanea.
Paul Broca (1871): paziente Tan – lesione al piede della 3°
circonvoluzione frontale sinistra (circonvoluzione frontale inferiore
sinistra) = incapacità della produzione verbale (regione di Broca).
Deficit - afasia defluente, aggramaticità, perdita della fluenza verbale.
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Korbinian Broadmann: organizza la corteccia cerebrare in 52 aree distinte. In questo
si servì della colorazione di Nissl per evidenziare le tipologie cellulari differenti in ogni
area distinta. Per indicare le differenze di organizzazione cellulare nelle varie regioni
cerebrali fu coniato il termine CITOARCHITETTONICA. In seguito fu
scoperto che le varie aree che si differenziano dal punto di vista
citoarchitettonico sono diverse anche nelle funzioni che svolgono.
Camillo Golgi (XIX-XX sec): scopre che il neurone è l’unità minima e
destinta del sistema nervoso (prima si riteneva che il cervello fosse una
massa unica di sincizio). Scopre l’assone. Ma egli pensava che i dendridi
avessero una funzione trofica (di nutrimento). Golgi sviluppò anche IL
METODO DELLA COLORAZIONE D’ARGENTO dei singoli neuroni, il che consentì di
visualizzare i singoli neuroni nella loro interezza.
Ramon Cajal (XIX-XX sec): utilizzando la colorazione di Golgi scoprì
che I neuroni erano delle unità discrete. Quindi articola la DOTTRINA
DEL NEURONE – il sistema nervoso è costituito da singole cellule.
Ipotizzò che la trasmissione elettrica dei neuroni avviene secondo
una direzione stabilita e unica: dai dendridi verso l’apice terminale
dell’assone. Definì che i neuroni sono ben precisi e distinti dal
tessuto che li circonda.
Hermann von Helmoltz (XIX sec): comprese che la corrente elettrica cellulare
rappresenta il mezzo che trasporta le informazioni lungo l’assone del neurone.
Sherington: scoprì la sinapsi al livello della quale avviene la comunicazione dei
neuroni. Partecipò agli studi sulla scoperta dei riflessi.
Monakow: scopre che il localizzazionismo sia molto più complesso. Decrisse il
fenomeno di Diaschisi – riduzione della funzionalità del cervello in seguito alla lesione
delle vie di input eccitatori il che in seguito produce uno stato di bassa attivazione:
- corticospinale: depressione delle corde spinali seguita da un danno alla corteccia
motoria.
- commisurale (corpo calloso): depressione della corteccia controlaterale in seguito a un
danno della corteccia di uno degli emisferi.
- associativa: depressione della funzione delle regioni intatti della corteccia, ma adiacenti
alle aree danneggiate.
Goltz: metodiche di studio. Deprivò un cane da un emisfero -> la locomozione non
mostrava grandissime differenze. Questo negava la teoria localizzazionista.
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La storia della psicologia
Franciscus Donders (1869): fu il primo a proporre il metodo che utilizza la differenza
del tempo di reazione per dedurre la differenza di elaborazione cognitiva. Così nacque la
psicologia sperimentale.
Fino alla nascita della psicologia sperimentale, della mente si occupava la filosofia. In
campo filosofico a questo riguardo c’erano due teorie: l’empirismo (ogni conoscenza
deriva dall’esperienza sensoriale e il cervello nacque come una tabula rasa) e il
razionalismo (la verità, quindi la conoscenza, era di natura intellettuale e non sensoriale.
Attraverso il corretto ragionamento, i razionalisti determinavano vere credenze).
COMPORTAMENTISMO (ANNI ’50) psicologia fondata sulla relazione stimolo-
risposta.
Edward Thordnike (XIX-XX sec): monografia L’intelligenza animale: uno studio
sperimentale dei processi associativi negli animali. Descrisse l’ASSOCIONISMO operante –
una risposta seguita da una ricompensa restava impressa nell’organismo che la
produceva, trasformandosi in una risposta abituale. Se non veniva più ricompensata la
risposta si estingueva.
John Watson (1878-1958): sostenne le idee di Thordnike. Conduce gli studi su
piccolo Albert – condizionamento alla paura.
Penfield e Jasper (XX sec): PROCEDURA DI MONTREAL per il trattamento
dell’epilessia – venivano distrutti chirurgicamente i neuroni cerebrali che producevano la
scarica epilettica. Per individuare le cellule da discruggere, Penfield stimolava varie parti
del cervello con sonde elettriche e osservava il risultato sui pazienti. A partile da queste
osservazioni egli ha creato le mappe delle cortecce sensoriale e motoria.
Hebb (1949): postulava che l’apprendimento avesse una base biologica – cellule che
scaricano insieme, divengono interconnesse. Così i neuroni si combinano in una singola
unità di elaborazione e gli schemi di connessione di queste unità costituiscano gli
algoritmi che determinano la risposta del cervello ad uno stimolo. La teoria di Hebb fu
successivamente utilizzata per la progettazione del funzionamento delle reti neurali
artificiali.
Miller: cognitivismo. “Il magico numero 7. Più o meno due” – scoperta dello span di
memoria di lavoro.
Noam Chomsky (1928-vivo): Teoria della grammatica Universale di linguaggio.
Meccanismi bilogici, innati del linguaggio.
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2. I METODI DELLE
NEUROSCIENZE COGNITIVE
Le metodiche fisiologiche si differenziano in base ai paramenti che vanno ad
analizzare. I parametri fisiologici possono essere cerebrali e autonomici.
- EEG analisi del tracciato o dello spettro
- EP potenziali evocati
- ERP potenziali correlati ad eventi
- EKG battito cardiaco
- Frequenza respiratoria emozioni,
- Risposta elettrodermica e riflesso psicogalbanico assimentrie emisferiche
Gli stimoli emotigeni – forte aumento
dell’attività di conduzione (3-4 sec)
- Motilità gastrointestinale
- MEG
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Metodi non invasivi:
Presentazione lateralizzata di stimoli – visivi
– tattili
– uditivi (monouralie, binaurale, dicotica)
Misure: 1. Tempi di reazione (RTs)
2. % risposte corrette (HITs) = discriminalità
3. % falsi allarmi (Fas) = criterio di risposta
Oggetto di studio prevalente: assimentrie emisferiche (test di presenza laterale)
Esperimento con i tempi di reazione: gli stimoli linguistici vanno meglio riconosciuti
se presentati al campo visivo destro (perchè se ne occupa l’emisfero sinistro); mentre con
il riconoscimento delle forme è al contrario.
PARADIGMA DI POSNER: come avviene la categorizzazone percettiva? Un compito di
associazione di lettere. Ad ogni prova vengono presentate simultaneamente due lettere e
si deve valutare se sono entrambe vocali o entrambe consonanti, oppure una vocale e
una consonante. Le condizioni sono cinque: 1. Identità fisica AA; 2. Identità fonetica Aa; 3.
Identità di categoria AO/BP; 5. Differenza AB. Queste condizioni sono le 5 tipi di
rappresentazioni che l’individuo si può fare percependo gli stimoli semplici. Le differenze
nei tempi di risposta riflettono il grado di elaborazione richiesto al compito.
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Basandosi sulla differenza dei tempi di risposta alle varie categorie degli stimoli,
concluse che i processi di analisi sono seriali e non paraleli.
Priming: meccanismo di facilitazione per cui il riconoscimento di uno stimolo è stato
facilitato da una “presentazione simile” in precedenza.
immagine -> parola
parola -> immagine
Il prime, presentato prima del target, attiva una certa categoria semantica/concetto. Così
il target viene riconosciuto più veloce a seconda della sua vicinanza semantica con il
prime.
Il paradigma viene utilizzato per studiare l’apprendimento, memoria
esplicita/implicita.
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PARADIGMA DI STERNBERG: come funziona la memoria e come vengono esaminati
gli item allo scopo di prendere una decisione. Il numero degli item influisce sui sempi di
reazione. Quindi analizzando la nostra memoria lo facciamo in modo seriale.
Compito: si prende un set di lettere contenente o non contenente la lettera-target, poi
viene presentata solo la lettera-target e bisogna decidere se il target è una lettera vecchia
o nuova. Effetto “superiorità” della parola indica che: PAROLA = analisi olistica (per
riconoscere la parola non è necerrario edintificare tutte le lettere che la compongono);
STRINGA = analisi seriale lettera per lettera.
Secondo l’ipotesi, per portare a termine questo compito il partecipante deve eseguire
quattro operazioni mentali primarie:
1. Codifica – identificare il target visibile.
2. Confronto – del target con gli item memorizzati.
3. Decisione – se il target corrisponda o meno a uno degli item presentati.
4. Risposta.
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distribuita fra diverse unità, la cui azione collettiva dà origine ai comportamenti
complessi.
Metodi invasivi:
- Test di Wada (1948): inattivazione temporanea di qualsiasi funzione linguistica
e/o di memoria in un emisfero mediante iniezione intracorotidea di barbiturici
(inibitori, anestetici), amobarbital di sodio in una delle due arterie carotide
interne. Il farmaco viene iniettato in un emisfero alla volta. Si conduce sui pazienti
svegli prima di un’operazione neurochirurgica. Prima di agire in questo senso si fa
una valutazione neuropsicologica. Il test viene condotto con il paziente sveglio.
Viene chiesto di tenere le braccia alzate e di contare fino a 10. Quando l’emisfero
(sinistro) si disattiva, il paziente non riesce più a contare e il braccio destro cade.
- Elettroshock unilaterale: (depressione)
* terapia elettroconvulsivante (TEC) è una tecnica terapeutica basata
sull’induzioni di convulsioni nel paziente successivamnete al passaggio di una
corrente elettrica attraverso il cervello. Attualmente la TEC è usata
prevalentemente nel trattamento della depressione grave, nelle forme
complicate da psicosi. Può essere applicata anche in casi di depressione grave in
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cui la terapia con antidepressivi ripetuta e/o psicoterapia non si sono revelati
efficaci, nei casi in cui queste terapie siano inapplicabili o quando il tempo a
disposizione è limitato (es: nei casi di tendenze suicide).
- Ablazioni: lesioni e resezioni – gli studi lesionali si basano sull’assunto che il
danno cerebrale sia di natura eliminatoria: che la lesione cerebrale alteri o elimini
la capacità elavorativa da parte della struttura interessata. La tecnica si usa a
scopo terapeutico o di ricerca. Risulta controllabile la localizzazione e l’estensione
della lesione indotta dallo sperimentatore. Metodi neurochimici: iniezione delle
sostanze, finchè il composto sia attivo, i neuroni a esso esposti non funzionino.
* 1953 Paziente HM epilettico. Cortex temporale mesiale bilaterale + ippocampo
e amigdala -> amnesia
* commisurotomia parziale o totale (paziente JW)
* induzione di lesione: controllo ipotalamico dell’appetito. Si trova in nucleo
ventromediale dell’ipotalamo = centro della sazietà (animali non erano in grado
di cessare di mangiare e morivano) ; nuclei ipotalamici laterali = senso di fame
(non si sente la fame in caso di danneggiamento).
- Esame anatomo-patologico post-mortem: gattini bendati. Sperimentazione
durante la vita e l’analisi del cervello dopo la morte.
Registrazione neurofisiologica:
Registrazione dell’attività di singola cellula:
Risoluz.spaziale – alta
Risoluz.temporale – altissima
Descrive le caratteristiche della risposta dei singoli neuroni. Prevede l’inserimento
di un elettrodo nelle vicinanze della membrana di un neurone. Scopo: 1) determinare
quali manipolazioni sperimentali producono un cambiamento costante nelle risposte di
una cellula; 2) si cerca di caratterizzare le proprietà di risposta delle singole cellule
creando così le mappe funzionali (retinotopiche e topografiche). Le cellule adiacenti
hanno campi recettivi che corrispondono alle regioni adiacenti nello spazio esperno ->
rappresentazione topografica.
Registrazione multicellulare:
Risoluz.spaziale – alta
Risoluz.temporale – media
Permette di registrare frequenza di scarica di un gruppo di neuroni
simultaneamente allo scopo di individuare le correlazioni nei pattern di attività dei gruppi
di neuroni.
Patch Clamp
Risoluz.spaziale – alta
Risoluz.temporale – alta
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Per isolare le regioni limitati di un neurone, permettendo così di studiare i
cambiamenti della membrana che consente l’ingresso dei neurotraspettitori.
Manipolazioni genetiche:
Generazione di sottospecie degli animali geneticamente modificate attraverso la
tecnica Knock-out (geni specifici vengono eliminati o la loro espressione viene soppressa).
Consente di esplorare le conseguenze della mancata espressione di un specifico gene per
determinare il suo ruolo nel comportamento. Non è una tecnica invasiva, si fa
un’iniezione a livello cellulare.
Es: ceppo di topi, in cui sono state alterate le cellule si una regione di ippocampo. Questi
ceppi knock-out mancati nell’ippocampo del recettore NMDA mostrano difficoltà di
apprendimento, in particolare non avviene il condizionamento alla paura. Dopo aver
ricevuto uno shock i topi si immobilizzano. Posti nello stesso contesto 24h dopo, i topi
normali mostrano un forte apprendimento attraverso un notevole aumento della
percentuale delle risposte di immobilizzazione. Tale aumento è ridotto nei topi knock-out.
Optogenetica:
Si inseriscono i geni (opsine) nelle cellule. Quando questi geni si esprimono,
rendono le cellule-bersaglio rispondenti alla luce. Ciascun impulso di luce stimola la
produzione di un potenziale d’azione. Quando le pulsazioni si interrompono, i neuroni-
target si spengono. Così si può controllare l’attività delle cellule.
I trattamenti più efficaci potrebbero derivare non dalla stimolazione di specifiche cellule,
ma dal modo in cui la stimolazioni modifica le interazioni tra diversi tipi di cellule.
Es: (Byden, 2011) modificazioni comportamentali risultanti dalla stimolazione
optogenetica nell’amigdala. Quando posti in un’area rettangolare aperta, i topi, in
generale, rimanevano vicino alle pareti. Con l’attivazione dell’amigdala, i topi divenivano
meno paurosi, avventurandosi nel centro dell’arena.
Studi farmacologici
Somministrazione dei composti chimici agonisti/antagonisti dei neurotrasmettitori.
Finchè il composto è attivo, i neuroni a esso esposti non funzionano; quando il composto
cessa di agire, la funzionalità neurale si ripristina gradualmente. Limite: mancanza di
specificità (non è nota la quantità di sostanza giunta al target). Il potenziale impatto della
sostanza alle regioni oltre a quella del target.
Es: l’effetto della dopamina sulla presa di decisioni/apprendimento guidato da
ricompense. Un gruppo riceveva l’aloperidolo (antagonista della dopamina), un altro
gruppo riceveva L-DOPA. Compito di apprendimento computerizzato in cui si doveva
scegliere tra due simboli in ciascuna delle prove. Ciacun simbolo era associato ad una
propabilità di vincita o di perdita, o ad un risultato neutro. Nelle prove che comportavano
un guadagno il gruppo trattato con L-DOPA vinceva di più del gruppo trattato con
l’aloperidolo.
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Metodi di Neuroimaging (non invasivi):
Tomografia assiale computerizzata (TAC)
Risoluz.spaziale – bassa 0.5-1 cm
Risoluz.temporale – nulla
E’ un importante strumento per la visualizzazione
delle patologie neurologiche. Permette la ricostruzione
dello spazio 3D a partire dalle immagini 2D. Un fascio di
raggi X viene proiettato attraverso la testa del paziente e
l’immagine prodotta fornisce una misura delle densità dei
tessuti attraversati. Proiettanto fasci di raggi X da molteplici
angolazioni ed elaborando i dati al computer, si ottiene
un’immagine 3D che rispecchia la densità dei tessuti
neurali. Assoni, mielina e sost.bianca = aree grigie-scure;
neuroni, sost.gragia = aree grigie-chiare; ossa = area
bianca; ventricoli = area nera.
Angiorgafia
Per esaminare il sistema circolatorio del cervello e diagnosticare interruzioni in
circolazione. Si inietta una sostanza tracciante nell’arteria vertebrare o in carotide e
l’individuo si sottopone ad un esame radiografico. Evidenzia le principali vene e arterie.
L’angiografia si utilizza nei casi dei disordini vascolari quali comportano un’anossia
(mancanza di ossigeno).
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Functional Brain Imaging Methods:
- ERP Event-related brain potentials
- MEG magnetoencephalography
- PET and SPECT positron-emission tomography
- fMRI functional magnetic resonance imaging
- TMS transcranial magnetic stimulation
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Risoluz.temporale – media 70-130 ms
Serve a fine di alterazione dell’attività di una regione cerebrale mediante il campo
magnetico indotto dalla bobina del dispositivo TMS. Il campo magnetico induce una
corrente fisiologica che porta i neuroni a generare impulsi. Tecnica non invasiva.
Stimolazione transcranica in corrente continua (tDCS)
Invia una corrente tra due elettrodi (anodo
e catodo) appogiati alla testa del soggetto. I
neuroni sotto l’anodo diventano depolarizzati,
pronti a scaricare potenziali d’azione. I neuroni
sotto il catodo diventano iperpolarizzati = minore
probabilità di scarica. Produce modificazioni della
prestazione comportamentale;
tDCS anodale = miglioramento della prestazione;
tDCS catodale = ostacola la prestazione.
L’effetto perdura per 30 min.
La tecnica si usa nella riabilitazione e ha gli effetti benefici per i pazienti affetti da varie
condizioni neurologiche, quali l’ictus o il dolore cronico.
Visualizzazione con Tensore di Diffusione (DTI)
La tecnica è utilizzata per studiare la struttura anatomica dei tratti assonici della
materia bianca, per misurare i fasci di materia bianca del cervello e per fornire, quindi,
informazione sulla connettività anatomica tra le sue diverse regioni. Offre informazioni
sulla connettività tra le diverse regioni mediante l’uso dello scanner MRI. Misura la
densità e il movimento dell’acqua negli assoni. Lo si determina introducendo due forti
impulsi nel campo magnetico. Il primo impulso determina la posizione iniziale dei protoni
trasportati dall’acqua. Il secondo impulso, introdotto dopo un breve ritardo, rileva a quale
distanza dello spazio nella specifica direzione misurata i protoni si sono mossi.
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Magnetoencefalografia (MEG)
Risoluz.spaziale – altissima
Risoluz.temporale – altissima
La corrente elettrica associata all’attività sinaptica produce piccoli campi magnetici
perpendicolari alla corrente. Ma il campo magnetico generato dai neuroni è molto
piccolo, quindi la tecnica richiede un ambiente speciale isolato dal rumore megnetico di
fondo e uno strumento con rivelatori magnetici altamente sensibili che sono raffreddati a
elio liquido a -269oC. La MEG fornisce l’informazione sulla localizzazione delle sorgenti
dell’attività neurale nel cervello. Localizza i tumori e l’epicentro delle scariche epilettiche.
La MEG è attualmente impiegata in studi sperimentali sul cervello umano e le sue
funzioni cognitive, e si rivela utile nella diagnosi di epilessia e disordini del linguaggio.
Limiti: 1) registra solo i flussi di corrente paralleli alla superficie del cranio;
2) i campi magnetici generati dal cervello sono molto piccoli. Quindi il dispositivo
della MEG dev’essere collocato in una stanza magneticamente isolata da qualsiasi campo
magnetico.
Elettroencefalogramma (EEG)
Risoluz.spaziale – dipende da quanti sensori sono posizionati sullo scalpo.
Risoluz.temporale – altissima
Gli elettrodi vengono posti sulla testa del soggetto mediante una pasta conduttrice,
per assicurare una connessione a bassa resistenza, e connessi ad un insieme di
meccanismi di amplificazione e registrazione. Un EEG misura i voltaggi generati dalla
corrente che scorre nella cortex durante l’eccitazione sinaptica dei dendtiti di molti
neuroni piramidali. Il segnale deve attraverasre diversi strati del tessuto non neurale e
perciò, sono necessari migliaia di neuroni attivati contemporaneamente per generare un
segnale EEG abbastanza grande da poter essere rilevato. Quindi l’ampiezza del segnale
EEG dipenda da quanto sincronizzata sia l’attività dei neuroni implicati. Il voltaggio
fluttuante di ciascun elettrodo viene confrontato con il voltaggio di un elettrodo posto
sull’osso mastoide, alla base del cranio. La registrazione in ciascun elettrodo riflette
l’attività elettrica della regione cerebrale sottostante. E’ in grado di rilevare anomalie della
funzione cerebrale, preziosa per la diagnosi e il trattamento dell’epilessia.
Le oscillazioni ritmiche che costituiscono l’EEG hanno origine nella corteccia, ma il
sistema di regolazione di queste oscillazioni è sottocorticale ed è costituito dai nuclei
talamici. Le variazioni dovute al bioritmo circadiano, e quindi ai diversi livelli di attivazione
cerebrale durante la veglia e il sonno sono invece regolate dalla formazione reticolare.
Le variazioni di potenziale registrate sullo scalpo sono generate dalla somma dei
potenziali post-sinaptici sia eccitatori che inibitori (PPSE e PPSI) di neuroni
morfologicamente disposti in strati sistemici organizzati, i cui dendriti apicali sono
orientati perpendicolarmente alla superficie corticale (come ad esempio le cellule
piramidali, e le colonne cellulari proprie, ad esempio, delle aree della corteccia visiva).
La sinapsi si trova sulla parte posteriore del dendrite. Quando gli assoni afferenti
scaricano, la teminazione presinaptica libera gluttamato, che deternima l’apertura di
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numerosi canali cationici. Il flusso di corrente positiva si dirige verso l’interno del
dendrite, lascinado una leggera
negatività nel fluido extracellulare. La
corrente si diffonde lungo il dendrite
fuoriuscendo dalle sue parti più
profonde e lasciando il fluido
extracellulare leggerminte più
positivo in questi siti. L’elettrodo che
raccoglie l’EEG misura questo
degnale che attraversa spessi strati di
tessuto.
Nello spazio extracellulare si
registra la differenza tra potenziali =
dipolo elettrico. Se la sinapsi è
eccitatoria -> la polarità nello spazio
extracellulare sarà negativo;
Se la sinapsi è inibitoria -> lo spazio
extracellulare è positivo.
A seconda della profondità dello strato delle sinapsi può essere cambiata la polarita
che arriva alla superficie. Anche se nella profondità dello strato la polarità è negativa,
l’elettrodo registrerà la polarità positiva (e viceversa). Questo è il motivo dell’alternanza
positiva-negativa di EEG.
Se ciascuna cellula riceve la stessa quantità di eccitazione, ma in tempi diversi, i
segnali sommati risultano esigui e irregolari. Se l’eccitazione sincrona di questo gruppo di
cellule è ripetuta molte volte, l’EEG risultante sarà costituito da onde grandi e ritmiche.
Quindi, l’ampiezza relativa è un indice della sincronizzazione dell’attività sottostante.
L’EEG è utulizzato principalmente come ausilio nella diagnosi di determinate
condizioni neurologiche (crisi epilettiche, studi sul sonno).
Il pericolo di contaminazione elettromagnetica: si usa la gabbia di Faraday = una rete
metallica che circonda tutte le pareti della stanza. Questo serve per evitare i disturbi
dell’ambiente.
Elettrobiogramma
Cancella completamente l’elettroencefalogramma cosicchè rimane solo la
registrazione dei movimenti dell’organismo. Il paziente dev’essere il più fermo possibie.
Potenziali correlati ad eventi (ERP)
Risoluz.spaziale – alta
Risoluz.temporale – alta
Estrazione dal segnale globale dell’EEG di una risposta evocata. La sincronizzazione
delle risposte ad un evento fa sì che le variazioni dell’attività elettrica cerebrale non
correlate con gli eventi che interessano possono essere eliminate. Segnali ERP sono molto
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piccoli, nascosti nel flusso dell’EEG corrente, innescati dallo stimolo. Nella presenza dei
disturbi o malfunzioni, vi è un ritardo nella comparsa dei picchi iniziali della risposta
sensoriale evocata. Gli ERP sono utili per descrivere il corso temporale dei processi
cognitivi. Riconoscere qualcosa richiede che gruppi di neuroni scarichino in modo
coerente. L’ampiezza dell’onda in diverse regioni di frequenza varia nel corso
dell’elaborazione.
Il potenziale evocato visivo può essere molto utile per diagnosticare la sclerosi
multipla: quando la demielinizzazione investe il vervo ottico, vi è un ritardo nella
comparsa dei pichi iniziali della risposta visiva evocata. Allo stesso modo, i tumori, che
compromettono la capacità uditiva.
Gli ERP sono utili sopprattutto per descrivere il corso temporale dei processi
cognitivi. Le risposte evocate possono dire quando l’elaborazione di uno stimolo viene
influenzata dall’attenzione.
Elettrocorticogramma (ECoG)
Risoluz.spaziale – alta
Risoluz.temporale – altissima
E’ simile a EEG ma gli elettrodi vengono posti direttamente sulla superficie del
cervello. Monitora l’attività cerebrale per identificare la posizione e la frequenza
dell’andamento anormale di essa. I segnali vengono misurati prima che attraversino il
cranio e il cuoio capelluto, riducendo così la distorsione del segnale stesso. Può essere
usato per stimolare il cervello e per mappare e localizzare le funzioni neurologiche
corticali e sottocorticali. Piò rivelare l’attività cerebrale ad alta frequenza.
Cervello danneggiato
Disordini vascolari
Ictus – si verifica in seguito ad un’interruzione improvvisa dell’afflusso di sangue al
cervello (l’occlusione del flusso sanguigno provocata dalla sostanza estranea).
Aterosclerosi – depositi lipidici nei vasi sanguigni, che possono staccarsi dalle pareti e
trasformarsi in emboli che vengono portati in circolo. L’ictus si manifesta diversamente a
seconda dell’area colpita: 1) se nelle vicinanze del tronco encefalico = la persona perde
coscienza e muore in poschi minuti; 2) se l’infarto colpisce l’area corticale = sintomi
diversi a seconda delle funzioni della corteccia colpita (perdita della parola o della
capacità di comprendere; o sintomi irrelevanti).
L’ischemia può essere causata dall’occlusione parziale di un’arteria o di un capillare
dovuta ad un empolo o a causa del calo della pressione sanguigna che impediche al
sangue di arrivare al cervello. Un aumento improvviso della pressione sanguiga può
portare all’emoraggia cerebrale.
L’arteriosclerosi cerebrale = vasi cerebrali si restringono in seguito alle modifiche
delle pareti arteriose.
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Aneurisma = dilatazione della parete di un vaso; può dilatarsi e rompersi, causando
l’emoraggia cerebrale.
Tumori
Un tumore/neoplasia/neoplasma è una massa di tessuto che cresce in modo
abnormale ed è priva di una precisa funzione fisiologica. Per la maggior parti i tumori
hanno origine dalle cellule della glia e degli altri tessuti che sostengono la sostanza
bianca. Possono svilupparsi che dai neuroni/sostanza grigia.
I tumori benigni tendono a non formarsi di nuovo una volta aspoprtati
chirurgicamente e non espandersi agli organi non colpiti originariamente.
I tumori maligni/cancri hanno molte probabilità di tornare dopo l’esportazione
chirurgica e spesso si diffondono in molte aree del corpo.
I ritmi ad atla frequenza e bassa ampiezza sono associati con stati di viglianza e di
veglia, o con gli stadi del sonno in cui si sogna. I ritmi a bassa frequenza e grande
ampiezza sono associati con gli stati del sonno in cui non si sogna, o con lo stato
patologico del coma. La morte cerebrale = EEG piatta. Si fanno 6 ore di registrazione per
confermare la morte.
Quando la cortex è fortemente impegnata nell’elaborazione delle informazioni, il
livello di attività dei neuroni corticali è relativamente altro, ma anche relativamente non
sincronizzato -> l’ampiezza dell’EEG bassa. Durante il sonno profondo, i neuroni corticali
non sono implicati nell’elaborazione dell’informazione, ed un grosso numero di essi sono
eccitati da un imput comune e lento -> sincronia alta, EEG è ampio.
22
Segnali trasferenti/fasici dipendono da segnali esterni indotti = potenziali correlati ad
eventi cognitivi, potenziali bioelettrici evocati in risposta allo stimolo presentato al
soggetto (ERP).
La generezione dei ritmi sincronizzati: ci sono due modi in cui i neuroni possono
scaricare in modo sinconizzato:
1) seguono le indicazioni di un orologio centrale, o stimolatore;
2) distribuiscono tra rolo stessi la funzione temporale eccitandosi o inibendosi
reciprocamente.
Le oscillazioni sono determinate dal talamo, quale agisce come un potente
sincronizzatore. Il talamo può generare attivatà ritmica grazie alle proprietà dei suoi
neuroni (voltaggio-dipendenti) e grazie alle sue interconnessioni sinaptiche. Le
connessioni sinaptiche tra i neuroni talamici eccitatori ed inibitori costringono ogni
singolo neurone a conformarsi al ritmo del gruppo. Questi ritmi coordinati vengono
quindi trasmessi alla corteccia attraverso gli assoni talamocorticali, che eccitano i neuroni
corticali.
Alcuni ritmi della cortex non dipendono dal sincronizzatore talamico, ma si affidano alle
interazioni collettive e cooperative degli stessi neuroni corticali. Oppure vengono
modulate dal sistema ventricolare ascendente.
Qundo dormiamo, i neuroni talamici producono uno stato ritmico autogenerato che
impedisce alle informazioni sensoriali organizzate di giungere sino alla corteccia.
I ritmi neurali sono utilizzati per coordinare l’attività tra le diverse regioni del sistema
nervoso. Attraverso la sincronizzazione momentanea delle oscillazioni veloci generate
dalle diverse regione della cortex, il cervello potrebbe legare assieme le varie componenti
neurali in una singola costruzione percettiva.
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3. IL SONNO
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Il sonno è uno stato prontalmente reversibile di ridotta reattività a, e ridotta
interazione con, l’ambiente. La vita mentale non è limitata durante il sonno. Durante il
sonno REM c’è un’intesta attività sensoriale. Infatti, l’attività onirica ha una forte valenza
sensoriale. Nel sonno profondo c’è il fenomeno di ristruttirazione cognitiva = le
informazioni che ci hanno colpito durante il giorno vengono ricodificate, avviene il loro
consolidamento nella MLT.
La deprivazione totale del sonno è fatale -> degenerazione talamica. Dopo due giorni
senza sonno iniziano a manifrstarsi i sintomi come allucinazioni, disorientamento,
peggioramento dell’apprendimento. Tutte le specie animali hanno una soglia di sonno. La
tipologia del sonno è organizzata intorno a 8 ore 20% REM (adulto), 6 ore 15% REM
(anziano) e 15 ore 50% REM (neonato). Alcune evidenze testimoniano che all’inizio gli
homo sapiens dormivano più frammentariamente -> anche oggi molte persone hanno un
sonno frammentario.
Alcol, antidepressivi, cambio del fuso orario, sostanze stupefacenti sopprimono il sonno
REM. Mentre la cessazione improvvisa dell’assunzione delle droghe -> incubi notturni,
allucinazioni, condizioni simili alla psicosi, sonno più legero, attività onirica molto più
intensa.
2 notti della deprivazione del sonno: nausea, mal di testa, dinimuzione di capacità di
apprendimento. (ES: studio comportamentale – a) studio della lista di parole prima di
dormire; b) studio della stessa lista appena dopo il risveglio. L’apprendimento è migliore
nel caso a. Questo è dovuto ai processi di consolidamento e al fatto che non ci sono le
interferenze informative.
Si ricordano meglio le informazioni manuali (compiti motori) se vengono svolti prima di
dormire.
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Il sonno è organizzato in una serie
di cicli che si alternano (tot 90-110
minuti):
1) fase di sonno più legero
2) non-REM
3)REM (movimenti rapidi degli
occhi; sogni vividi).
Il sonno REM: un cervello attivo in un corpo parallizzato. E’ il sonno in cui si sogna. L’EEG
è molto simile a quello di un cervello sveglio e attivo. Il consumo di ossigeno del cervello è
più alto di quanto non sia quando il cervello è sveglio. Le paralisi che avvengono durante il
sonno REM sono determinate da una perdita quasi totate del tono muscolare e sono
dette atonia. I movimenti degli occhi ed i piccoli muscoli dell’orecchio fanno l’eccezione. I
sistemi di controllo fisiologico sono dominati dal sistema simpatico. Il sistema di controllo
della temperatura corporea cessa di lavorare. La frequenza cardiaca e quella respiratoria
aumentano ma diventano irregolari.
SOGNI
Fase nonREM 10-15%:
Linea narrativa ben strutturata, pensieri logici, bianco e nero;
Fase REM (emisfero destro) 70-90%: illogicità, incoerenza, simbolismo, valore d’immagine
sensoriale, a colori. Il cervello si attiva in aree diverse e l’immagine del sogno dipende da
quale area si è attivata -> illogicità del sogno. Affinchè il sogno sia a colori dev’essere
attivata la V5. Per essere ricordato, il sogno dev’essere “verbalizzato”, quindi passa
all’emisfero sinistro.
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Il sonno nonREM è organizzato in 4 stadi in base alla profondità e recettività degli stimoli
sensoriali (1-più leggero, 4 – più profondo).
Il sonno REM (sonno ad onde lente): EEG Delta >4 Hz sonno profondo.
Quando la cortex prefrontale cessa di avere i ritmi Beta, prende l’inizio lo stato
ipnogogico/onirico/assenza dello stato di coscienza. Attività onirica cresce sempre di più
all’aumentare dell’età. Questo dipende anche dalla capacità di ricordarsi i sogni. Non
ricordiamo i sogni se non sia stato in micro-risveglio appena dopo della fase REM. Spesso
in bambini i micro-risvegli non influenzano il “filo discorsivo” del sogno e quindi dopo un
micro-risveglio essi possono continuare a vedere lo stesso sogno.
le prime 4 ore di sogno sono cricuali, hanno il più forte potere ristrutturativo (info e
energia).
Ipotesi dell’attivazione-sintesi: i sogni sono visti come le associazioni ed i ricordi della
corteccia cerebrale che vengono suscitati dalle scariche casuali del ponte dutante il sonno
REM. I neuroni pontini, attraverso il talamo, attivano varie aree della cortex cerebrale,
producono immagini o emozioni ben conosciute e la corteccia tenta di sintetizzare queste
immagini in un insieme ben sensato.
La qualità del sonno dipende dalle condizioni ambientali, disturbi di tipo acustico,
dalla stanchezza, ecc. La durata tipica dipende dall’età, benessere emotivo, fase della vita,
problemi, alimentazione.
Le registrazioni con
l’elettrocorticogramma dimostrano che
l’ippocampo fa ritmi alfa, beta e tetha
durante tutto il sonno perchè elabora le
informazioni consolidandole.
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Il ciclo del sonno
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sonno inizia diventare più leggero, ascende allo stadio 2 per 10-15 min ed
improvvisamente entra in breve periodo di sonno REM, con ritmi veloci EEG beta e i
movimenti oculari rapidi e frequenti.
Con l’avanzare della notte vi è una generale riduzione della durata del sonno
nonREM ed un aumento dei periodi REM. La metà del sonno REM avviene durante
l’ultimo terzo della notte, e i cicli REM più lunghi possono durare 30-50 minuti. Ciascun
ciclo REM è seguito da almeno 30 min di sonno nonREM, prima che il periodo REM
successivo possa iniziare.
La Veglia: Lesioni alle strutture della linea mediana del tronco encefalico provocano
stati simili al sonno nonREM, diversamente dalle lesioni al tegmento laterale, che
interrompevano le afferenze sensoriali ascendenti. Stimolazione elettrica del tegmento,
sulla linea mediana del mesencefalo all’interno della formazione reticolare, provoca il
passaggio dagli EEG corticali lenti e ritmici del sonno nonREM ad uno stato di maggiore
vigilanza, con un EEG simile a quello della veglia. Questa regione è chiamata sistema
reticolare attivatore ascendente.
30
Diversi insiemi di neuroni aumentano le loro frequenze di scarica prima del risveglio:
cellule noradrenergiche, serotoninergiche, acetilcolinergiche, neuroni mesencefalici che
utilizzano l’istamina come neurotrasmettitore.
I meccanismi del sonno REM: molte aree corticali, tra cui anche la cortex visiva, sono
attivi surante il sonno REM. Alcuni neuroni della cortex motrice scaricano rapidamente. Le
aree corticali extrastriate e porzioni del sistema limbico sono significativamente più attive
durante il sonno REM. Al contrario, alcune regioni dei lobi frontali sono meno attive
durante il sonno REM. La V1 è significativamente meno attiva durante il sonno REM, ma la
cortex extrastriata è più attiva. Questo indica che il fatto che l’eccitazione della cortex
extrastriata è generata internamente. La componente emozionale dei sogni deriva
dall’attivazione del sistema limbico. Il basso livello dell’attività del lobo frontale significa
che l’integrazione al livello superiore o l’interpretazione dell’informazione visiva non
avviene.
Lo stesso insieme dei sistemi troco-encefalici che controlla i processi del sonno del
proencefalo inibisce attivamente i nostri motoneuroni spinali, impedendo all’attività
motoria discendente di esprimersi come movimenti reali.
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Delta-sleep inducing peptide = peptide le cui concentrazioni variano a seconda
dell’ora. Induce il sonno. Le concentrazioni sono bassi durante il risveglio e aumentano nel
corso della dпiornata, diventando massime la sera. Se dormiamo durante il giorno,
anuliamo i livelli di delta-sleep peptide.
Neuro-ormoni
Melatonina: induce il sonno e viene fatta dal cervello secondo l’orologio biologico. I
livelli di concentrazione aumentano durante il buio, mentre il suo rilascio risulta inibito
dalla luce. Viene secreta dalla ghiandota pineale.
Orexina (ipocretina): ormone della felicità. Al risveglio ci sono pichi dei livelli di
orexina. Se non c’è l’orexina -> impossibilità di rimanere svegli, Perdita di coscienza,
depressione. Alti livelli di orexina -> più siamo svegli e felici.
Il peptide muramile: nel fluido cerebrospinale. Facilita il sonno nonREM.
Interleuchina-1: è sintetizzata nel cervello dalla glia e dai macrofagi.
Adenosina: fattore di induzione del sonno. Per tenersi svegli si utilizzano gli
antagonisti di adenosina (caffeina). I livelli di adenosina extracellulari sono più alti durante
la veglia, ma diminuiscono durante il sonno. L’adenosina ha un effetto inibitorio sui
sistemi modulatori diffusi che utilizzano ACh, NA e la 5-HT che tendono a promuovere lo
stato di veglia.
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fatto che l’apprendimento e la formazione della memoria sono in larga misura assenti
durante questo stato. 2) Geni dei mitocondri: l’aumentata espressione di questi geni può
giocare un ruolo importante nel soddisfare le alte richieste metaboliche del cervello
sveglio.
Un differente gruppo di geni risultava espresso più ampiamente durante il sonno, ed
alcuni di essi potrebbero contribuire all’aumento della sintesi proteica e dei meccanismi
di plasticità sinaptica che complementano quelli dominanti durante la veglia.
Somnambulismo: non è perfetta alternanza tra REM e nonREM. Si verifica nel primo
stadio 4 nonREM. L’EEG diventa molto rapida = esperienza onirica. Non vi è un’inibizione
motoria, si attivano le regioni sotto la cortex cingolata. Ritmi Delta. E’ frequente nei
bambini piccoli. Raggiunge il picco all’età di 11 anni. E’ spesso difficile svegliare i
somnambuli perchè si trovano in uno stato di sonno profondo ad onde lente.
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Somniloquio: parlare nel sonno.
Terrori notturni: più comuni nei bambini di 5-7 anni. I terrori notturni sono differenti
dagli incubi, che sono sogni vividi e complessi, in cui il dormiente è apparentemente
calmo, e che avvengono durante il sonno REM. I terrori notturni hanno inizio negli stadi 3
o 4 del nonREM. Solitamento essi scompaiono all’avanzare dell’età e non sono sintomi di
disturbo pscichiatrico.
Disturbo del comportamento del sonno REM: ai sognatori sembra “agire i loro
sogni”. La causa di ciò è il danneggiamento dei sistemi tronco-encefalici che normalmente
mediano l’atonia REM. I disturbi dei meccanismi di controllo del sonno REM possono
essere anche associati ai problemi di narcolessia.
Narcolessia: dusturbo permanente del sonno e della veglia. Può includere una o più
delle seguenti manifestazioni:
- L’eccessiva sonnolenza durante il giorno: può spesso condurre ad “attacchi del
sonno” indesiderati.
- La cataplessia: è una repentina paralissi muscolare, durante la quale è mantenuta
la coscienza. E’ spesso causata da forti espressioni emotive. Solitamente dura
meno di un minuto.
- Le allucinazioni ipnagogiche: sono sogni vivaci che accompagnano l’inizio del
sonno e possono segiure la paralisi del sonno.
La persona che soffre di narcolessia spesso passa direttamente dalla veglia al sonno
REM. Il disordine presenta una modesta componente genetica. Ma i fattori ambientali
giocano un ruolo importante.
Ruolo di ipocretina, peptide espresso dalle cellule ipotalamiche. I neuroni contenenti
l’ipocretina nel cervello normale eccitano fortemente i neuroni dei sistemi modulatori
colinergici, noradrenergico, serotoninergico, dopaminergico e istaminergico. L'pocretina
facilita neuroni che controllano alcuni tipi di comportamento motorio, promuove lo stato
di allerta, e inibisce il sonno REM. I cervelli umani narcolettici avevano circa 10% o meno
del normale organico dei neuroni contenenti ipocretina. Quindi la narcolessia risulta nella
maggior parte dei casi dalla perdita selettiva dei neuroni contenenti ipocretina.
Il trattamento consiste nel tentare di attenuare i sintomi.
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Correlazione tra movimenti oculari e il contenuto onirico : movimenti oculari
durante il sonno REM sono legati ad esperienze oniriche di scanning visivo, il cui substrato
elettromiografico è costituito dall’EOG (elettrooculografia). Correlazione tra EOG ed
esperienza onirica di muovere gli occhi.
L’altra ipotesi è che per qualche motivo il blocco dell’elettromiogramma caratteristico
della fase REM non coinvolga gli occhi, e che le scariche PGO (ponto-geniculo-occipitali)
tipiche della fase REM vadano ad interferire causalmente con l’attività elettro-
oculografica. (Durante REM i neuroni del ponte si attivano e vanno ad attivare la parte del
corpo geniculato laterale e poi si attiva cortex occipitale -> sogni).
I laboratori del sonno: Una specie di camera da letto. La persona viene invitata per 2
volte di seguito (in modo che si abitua). Si addormenta con gli elettrodi posizionati sullo
scalpo: - EEG
- elettromiogramma (sul mento = tono muscolare)
- elettrooculogramma (sugli occhi)
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4. I RITMI BIOLOGICI
I ritmi biologici sono le oscillazioni periodiche nell’attività fisiologica degli organismi
che si sovrappongono a ritmi geofisici esterni:
- Rotazione terrestre intorno al proprio asse (durata del giorno)
- Rotazione della Luna intorno al pianeta Terra (durata del mese)
- Rotazione del pianeta Terra intorno al sole (dirata dell’anno)
Ritmi circadiani, i cicli giornalieri di luce e buio che risultano dalla rotazione della
terra. L’organizzazione precisa dei turmi circadiani varia tra le specie. Molti processi
fisiologici e biochimici nel corpo aumentano e dinimuiscono con i ritmi giornalieri: la
temperatura corporea, il flusso sanguigno, la produzione di urine, i livelli ormonali, la
crescita dei capelli e i ritmi metabolici hanno fluttuazioni similii. I ritmi circadiani sono
generati da un orologio biologico.
Gli orologi dei ritmi circadiani sono il risultato di fattori biologici nel cervello. Di tanto
in tanto l’orologio viene aggiustato affinchè sia in sincronia con il resto del mondo.
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prima di risveglio, ma, se desincronizzato, questo picco minimo può spostarsi dapprima
verso il periodo di sonno precedente, quindi al tempo di veglia.
Le cellule del NSC comunicano i loro messaggi ritmici al resto del cervello attraverso
assoni afferenti, utilizzando i potenziali d’azione in modo convenzionale, e le frequenze di
scarica di tali neuroni variano conformemente al ritmo circadiano.
Tuttavia i potenziali d’azione non sono necessari ai neuroni del NSC per mantenere i
loro ritmo. I potenziali d’azione sono come le lancette dell’orologio, ma esso funziona
anche nel caso della loro assenza. E’ un ciclo molecolare che si basa sull’espressione di
alcuni geni CLOCK conosciuti come periodo (PER), immutabile (TIM) e CLOCK (orologio).
Un gene orologio viene trascritto per produrre mRNA che è tradotto in proteine. Dopo un
certo ritardo, le nuove proteine sintetizzate spediscono segnali retroattivi ed in alcuni casi
interagiscono con il meccanismo di trascrizione, diminuendo l’espressione genica. Come
conseguenza della diminuita trascrizione, vengono prodotte meno proteine, e
l’espressione genica aumenta di nuovo per ricominciare un nuovo ciclo. Questo ciclo
intero si compie in 24 ore.
Drosopfila melonogoster:
PER – responsabile del ritmo circadiano del comportamento. Individui mutanti avevano
un ritmo più lungo e più breve del normale;
TIM – responsabile dell’orologio endogeno. Individui mutanti non mostravano un ritmo
circadiano endogeno se posti in una condizione di luce costante. In assenza della
proteina TIM la proteina PER non lega il DNA.
CLOCK – animali con danni alle 2 copie del gene CLOCK perdono il ritmo circadiano
endogeno.
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- Secrezione degli ormoni: ritmo circannuale. Concentrazioni plasmatiche di
testosterone = aggressività, accoppiamento, stabilità dei ranghi sociali. E’
perfettamente adegiato all’anno: min = maggio; max = settembre.
- Ormone somatotropo (negli umani l’ormone di crescita): la secrezione, la
concentrazione viene regolata dai ritmi ultradiano, circadiano e circannuale.
Viene secreto di notte negli stadi 3 e 4 del sonno nonREM. Ecco perchè i babini
crescono dormendo, non bisogna privarli degli stadi 3 e 4 di nonREM.
Ipofisi:
Nuclei sopraottici e paraventricolare dell'ipotalamo attraverso il tratto sopraottico
ipofisario stimolano la neuroipofisi (ipofisi posteriore) che produce ormone antidiuretico
(ADH) o vasopressina, e ossitocina.
Ipofisi posteriore è una struttura di tessuto nervoso (terminali nervosi di cellule
ipotalamiche) che agisce per NEUROSECREZIONE
Ipofisi anteriore è una ghiandola che secerne ormoni che agiscono su altre ghiandole
endocrine:
1) Ormone Follicolo-Stimolante stimola la crescita del follicolo di Graaf nell'ovaio =>
ESTROGENO
2) Ormone Luteinizzante stimola la crescita del corpo luteo nell'utero =>
PROGESTERONE
3) Ormone tiroideo => Tiroide (metabolismo e accrescimento)
4) Prolattina => Ghiandola mammaria (secrezione lattea)
5) Ormone somatotropo GH (ormone della crescita)
6) Ormone adreno-corticotropo ACTH stimola la ghiandola corticale del surrene:
-Aldosterone (promuove la ritenzione di sale)
-Cortisolo (antinfiammatorio, formazione di glicogeno)
-Ormoni sessuali
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4. SPLIT-BRAIN
Dopo la callosotomia rimangono intatti: temperamento, intelletto, personalità. I due
cervelli, separati ma coesistenti, non danno come risultato personalità divise, nè
competono per il controllo del corpo.
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assoni non determina la morte cellulare in ciascun emisfero corticale. Ciò dipende dal
fatto che un singolo corpo cellulare può inviare più di un assone terminale.
4 gruppi di pazienti:
1) Agenesia del corpo calloso (o commesurale) - meno grave
2) Lesione commesurale vascolare, tumorale o da diemelinizzazione
(sclerosi multipla)
3) Resezione terapeutica per tumore o cisti
4) Resezione per trattamento epilessia
Le commisure:
Commisura anteriore: Un fascio di fibre molto piccolo che connette i due emisferi. Si
trova inferiormente alla porzione anteriore del corpo calloso. Connette certe regioni dei
lobi temporali, le due amigdale. Contiene anche le fibre che decussano derivanti dal tratto
olfattivo, ed è parte del tratto spinotalamico.
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Resezione totale ES: Dapprima un’immagine di un cucchiaio veniva brevemente
presentata nel CVD -> il paziente, quindi, diceva “cucchiaio”. Poi un’immagine veniva
presentata brevemente nel CVS e gli veniva chiesto: “Hai visto qualcosa?” -> rispondeva
“Non ho visto nulla”.
Quando una luce veniva presentata brevemente nel suo CVS, egli rispondeva premendo il
tasto con la sua mano sinistra, anche se dichiarava (parlando con il ES) di non vedere
nulla.
I correlati funzionali delle differenze anatomiche del corpo calloso sono legate in
genere, alla manualità, al ritardo mentale, all’autismo e alla schizofrenia.
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Divisione del cervello: sconnessione corticale
La dissezione del corpo calloso viene eseguita solo su pazienti che soffrono di una
forma di epilessia refrattaria a qualsiasi trattamento. L’idea è che se il corpo calloso
risultasse reciso, gli impulsi nervosi che causavano le scariche elettriche non sarebbero
stati in grado di diffondersi da un emisfero all'altro: l’attività epilettica sarebbe stata
mantenuta sotto il controllo e sarebbe stato prevenuto un attacco generalizzato.
Bisogna tener presente che già prima dell’intervento i pazienti non erano normali:
tutti erano afetti da un’epilessia cronica, i cui molti attacchi epilettici possono aver
causato danni neurologici.
In secondo luogo è importante considerare se la resezione delle connessioni
transcorticali sia stata completa, o se alcune fibre siano rimaste intatte.
I ricercatoi sfruttano principalmente la stimolazione visiva, non solo per la preminenza di
questa modalità sensoriale negli esseri umani, ma anche perchè il sistema visivo è più
strettamente lateralizzato di altri sistemi sensoriali, come quello uditivo oppure olfattivo.
Si riesce limitare la stimolazione visiva a un unico emisfero facendo apparire lo stimolo
per pochissimi istanti, nell’uno o nell’altro campo visivo. La breve durata dello stimolo è
necessaria per evitare il verificarsi di movimenti oculari, con i quali le informazioni
sarebbero reindirizzate verso l’emisfero che si desidera escludere. I movimenti oculari
durano all’incirca 200ms perciò, se lo stimolo è presentato per un tempo più breve, si può
essere ptaricamente certi della sua lateralizzazione.
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Sindrome da disconnessione-interemisferica (pazienti callosotomizzati/split-brain)
Si incontra nei pazienti privati del corpo calloso (non sono quelli epilettici, è possibile
nascere senza il corpo calloso; una lesione del corpo calloso per motivi gravi/organici):
Le informazioni visive presentate a una sola metà del cervello non erano disponibili
all’altra metà. Lo stesso principio valeva per il tatto. I pazienti erano in grado di nominare
e descrivere gli oggetti con cui era venuta a contatto la loro mano destra, ma non quelli
toccati con la sinistra. Le informazioni sensoriali limitate a un solo emisfero non erano
disponibili per guidare con precisione i movimenti della mano ipsilaterale.(es: quando si
presentava all’ES l’immagine di una mano raffigurante il segno di “OK”, il paziente era in
grado di riprodurre il gesto con la mano destra, ma non con quella sinistra, controllata
dall’emisfero disconnesso).
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oggetti nominati dallo sperimentatore o per dimostrare la funzione di oggetti presentati
nel CVS.
Lunguaggio
L’ED non sa leggere. La parola
presentata all’ED, nel cervello intatto,
viene trasportata all’ES e il soggetto dice
la parola. Nel caso di una callosotomia
l’informazione che viene trasferita è solo
di tipo concettuale. I pazienti riescono a
descrivere concettualmente la parola
che li viene presentata (se il corpo
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calloso è stato lesionato solo posteriormente – parte visiva). Nel caso di una lesione
totale, il paziente referisce di non aver visto nulla.
Possono esistere due lessici, uno per ogni emisfero cerebrale. Il lessico dell’ED
sembra organizzato in modo diverso dal lessico dell’ES. Nella stragrande maggioranza
della popolazione il lessico appare localizzato nell’ES.
La sintassi generativa è presente sono nell’ES. Anche in quei pazienti in cui l’ED è
dotato di capacità linguistiche, esso non è in grado di usare l’ordine delle parole per
sciogliere gli stimoli ambigui ed estrarre il significato corretto “Il cane insegue il gatto”.
Tuttavia anche il questi pazienti l’ED è capace di individuare le frasi che si concludono con
una parola anomala dal punto di vista semantico: “Il cane inseguie gatto il”. L’ED dotato di
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capacità linguistiche è in grado anche di formulare giudizi grammaticali. Questo
suggerisce che i pattern dell’eloquio vengono memorizzati.
Attualmente si conosce un numero molto ridotto dei casi dei pazienti con cervello
diviso, nei quali ciascuno degli emisferi conserva una certa capacità di produzione
dell’eloquio. In questi rari pazienti è emersa col tempo la capacità dell’ED isolato di
produrre enunciati di un’unica parola. Quindi l’ED è in grado di produrre l’eloquio da solo.
I pazienti erano in grado di nominare l’oggetto presentato sia nel CVS sia nel CVD, ma non
di giudicare se si trattava dello stesso oggetto.
Oggetti non visti posti nella mano sinistra non possono essere nominati ma possono
essere usati appropriamene (es: una matita).
- ciò suggerisce una qualche conoscenza dell’oggetto nell’ED (no agnosia)
- la verbalizzazione delle conoscenze è compromessa (anomia)
Ci sono due teorie che spiegano il fenomeno del linguaggio con la callosotomia
(estremisti tutte e due):
Zaidel (1988)
1) Il lessico dell’ED è ricco e corrisponde a quello di un diciottenne.
2) La comprensione delle frasi è limitata a sequenza brevi e sintatticamente semplici.
3) Lo span di MBT dell’ED = 3±1, quella dell’ES = 7±2.
4) L’ED non sa evocare l’immagine fonologica di un nome né dire 2 parole rima tra
loro.
Gazzaniga (1983)
Nei 90% dei pazienti split-brain
1) Le abilità cognitive dell’ED sono nettamente inferiori a quelle di uno scimpanzè.
2) L’ED ha solo qualche competenza semantica.
3) L’ED è completamente inetto nella matematica e nel ragionamento.
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Sebbene le capacità linguistiche siano per la maggior parte lateralizzate nell’ES, si ritiene
che l’elaborazione del contenuto emotivo del linguaggio sia lateralizzata nell’ED. I pazienti
con il danno in determinate regioni dell’ES presentano difficoltà di comprensione delle
parole, ma mostrano scarsi deficit di interpretazione del significato della prosodia
emozionale.
Abilità ortografica
Entrambi gli emisferi esibiscono in fenomeno detto effetto di superiorità della parola.
I lettori inglesi normali riescono a edintificare più facilmente le lettere quando sono nel
contesto di vere parole, rispetto a quando compaiono all’interno di pseudoparole o in
stringhe di lettere senza senso. Poichè alle pseudoparole e alle non parole non
corrispondono entrate lessicali, le lettere comprese in tali stringhe non godono dei
benefici dovuti all’elaborazione supplementare, di cui invece godono le vere parole.
ES:
Compito: dire se una lettera mauscola che appariva per pochi istanti su uno schermo era
una H o una T. A ogni prova la comparsa della lettera mauscola era preceduta da una
lettera minuscola, che poteva essere una h oppure una t.
Di norma i soggetti erano significativamente più veloci quando la H mauscola era
preceduta da una h minuscola, rispetto a quando era preceduta da una t minuscola.
Un partecipante con cervello diviso fu sottoposto a una versione lateralizzata del compito
di priming, in cui la lettera di innesco veniva presentata per 100ms nel campo visivo
destro oppure sinistro, poi, dopo 400ms, nel CVD/CVS appariva la lettera target. Non
emerge alcuna prova di un effetto di priming per il CVS, mentre tale effetto appare invece
molto chiaro per il CVD.
L’assenza del priming nell’emisfero destro disconnesso suggerisce un deficit nel
riconoscimento delle lettere, che impedisce l’accesso a meccanismi di elaborazione in
parallelo.
L’ES è specializzato per l’ortografia. Vantaggio all’CVD (emicampo visivo destro).
l’ED non utilizza il priming ortografico (h preceduta da H). L’effetto di priming ortografico
si verifica dolo nell’ES.
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Percezione dei volti
I due emisferi non riconoscono le facce in modo uguale.
L’ES = riconoscimento della propria faccia; discrimina i volti diversi tra loro quando
riesce ad etichettare le differenze tra le caratteristiche di tali volti mediante le parole.
l’ED = riconoscimento degli altri, rileva i volti nella loro ordinaria disposizione
verticale. Discrimina tra loro i volti simili. Riconoscimento dei volti familiari.
Memoria
La commesurotomia nell’uomo non produce disturbi clinici persistenti della
memoria.
Semmai impedisce a formare ed utilizzare engrammi composti che integrino le
abilità cognitive differenziate dei 2 emisferi.
49
Emozioni
Entrambi gli emisferi possono generare
espressioni facciali spontanei, ma si ha
bisogno dell’ES per produrre espressioni
facciali volontarie. L’ES invia i suoi messaggi
direttamente al nucleo facciale
controlaterale tramile il VII nervo cranico
che a suo volta innerva i muscoli facciali di
destra. Allo stesso tempo, invia anche un
comando alla metà destra del cervello
attraverso il corpo calloro. L’ED invia in basso
il messaggio al nucleo facciale di sinistra, il
quale a sua volta innerva la metà sinistra del
volto. Il risultato è che una persona è in
grado di dare una risposta facciale
volontaria simmetrica.
Quando all’ES di un paziente con il
cervello diviso viene dato il commando di
sorridere, comunque, il lato destro inferiore
del volto risponde per primo, mentre il lato
sinistro risponde circa 180 ms dopo. Il
segnale viene ritrasmesso tramite vie
secondarie ipsilaterali che mettono in
connessione entrambi i nuclei facciali, i
quali, infine, inviano il segnale ai muscoli
facciali del lato sinistro.
Le espressioni spontanei possono
essere gestire da ciascuna metà del cervello. Quando entrambe le metà innescano una
risposta spontanea, le vie che attivano i nuclei del tronco encefalico, ricevono i segnali da
un’altra via che non decorre attraverso la cortex. Ciascun emisfero invia segnali
direttamente in basso attraverso il mesencefalo e verso i nuclei del tronco encefalico, i
quali poi inviano segnali ai muscoli facciali.
In contrasto, pazienti affetti dal morbo di Parkinson, i cui nuclei mesencefalici non
sono più funzionali, sono incapaci di produrre espressioni facciali spontanee, mentre le
vie che sostengono le espressioni volontarie lavorano perfettamente.
50
Elaborazione visuospaziale
L’ED isolato fornisce una prestazione superiore in disegno con cubi.
Se si chiede di ricostruire con cubetti partendo dall’immagine 2D, il paziente è più
bravo a ricostruire con la mano sinistra (ED). L’ED è più bravo a ricostruire 3D da 2D.
L’abilità di ruotare spazialmente è di ED. Si ritiene che i maschi sono più abili
nell’immaginazione mentale di rotazione di oggetti 3D (attivazione della cortex
visuospaziale degli entrambi gli emisferi, mentre le femmine attivano solo quella destra).
I pazienti che mostrano una superiorità dell’ED nel compito di disegno con cubi, non
mostrano alcuna assimentria per quanto riguarda gli aspetti percettivi del compito stesso.
Poichè entrambe le mani sono dotate di sufficiente abilità, il legame cruciale deve
consistere nella mappatura del messaggio sensoriale sul sistema motorio a controllare il
movimento.
51
Parole concettualmente ambigue erano sempre raffigurate in maniera letterale e mai
tramite gli oggetti cui si alludeva. Ciò suggerisce che non si verificava alcun trasferimento
di informazioni di ordine superiore.
I pazienti con callosotomia possono comunque usare l’uno o l’altro emisfero per
dirigere l’attenzione su posizioni del campo visivo sinistro oppure destro.
Studi di cuing visivo: nei pazienti con cervello diviso, come con i partecipanti di
52
controllo sani, in cue che indicava di dirigere l’attenzione su un punto particolare del
campo visivo trovava adempimento certo, qualunque fosse la metà del cervello a cui
veniva presentato lo stimolo critico. Questi risultati suggeriscono che i due emisferi si
basino su un sistema di orientamento comune per mantenere un singolo focus
attenzionale.
Le risorse attenzionali sono condivise: mentre la quantità totale delle risorse che il
cervello dedica a un dato compito sembra essere costante, il modo in cui tali risorse sono
impiegate può variare. Nei pazienti con il cervello diviso, quando gli item sono distribuiti
ai due lati della mediana del campo visivo (in modo tale che formino un insieme
bilaterale), anzichè trovarsi tutti in un unico emicampo, il tempo di reazione agli stimoli
aggiunti è quasi la metà. Due metà del cervello che lavorano separatamente possono
svolgere il lavoro nella metà del tempo che occorre a un cervello intero. La divisione delle
risorce cognitive migliora la prestazione. Due sistemi percettivi più semplici che, a causa
della loro incapacità di comunicare, non “interferiscono” l’uno con l’altro.
Sembra che ciascun emisfero segua una strategia differente nell’esaminare il
contenuto del campi visivo che gli corrisponde. L’ES addotta una strategia cognitiva utile a
risolvere i problemi, mentre l’ED non possiede queste abilità cognitive supplementari.
Non tutte le persone utilizzano la strategia guidata: ma quando lo fanno, è il loro ES a
farlo. Quindi, ciascun emisfero utilizza le risorse disponibili, ma a diversi stadi di
elaborazione.
L’ED, superiore nell’elaborare i volti nella loro normale disposizione verticale,
sposta automaticamente l’attenzione verso la direzione in cui un volto sta guardando;
viceversa, l’ES non mostra la stessa risposta alla direzione dello sguardo.
Gli emisferi interagiscono in modo abbastanza diverso nella modalità con cui
controllano i processi di attenzione riflessi e volontari. Sembra che l’orientamento riflesso
dell’attenzione automatica sia indipendente nei due emisferi, come indica lo spostamento
dell’attenzione automatico, proprio dell’ED, in relazione alla direzione dello sguardo.
L'orientamento dell’attenzione volontaria, comunque, rappresenta una condizione
completamente diversa, In questo caso, sembra che gli emisferi siano in competizione e
che l’ES abbia qualcosa di più da dire.
53
Memoria di riconoscimento per
forma + emicampo (spazio dipendente)
Risultati: Quando entrambi i campi visivi mostrano
l’oggetto-target è più vantaggioso di quando ci siano 2
stimoli diversi in 2 emisferi. Nella condizione ridondante
la prestazione migliore di condizione mista.
output interemisferici diversi
interferiscono
Ipotesi 2 (Gazzaniga)
Strategie di cross-cuing. Emissione da parte di un emisfero dei comportamenti esterni atti
a stimolare i recettori sensoriali dell’emisfero opposto.
(ed: contare sottovoce, toccare il ginocchio opposto, muovere una spalla)
Teoria dell’interprete
54
Nonostante le informazioni non trasferibili, un io unitario continua ad esistere. La
coscienza si trova nella parte prefrontale di emisfero sinistro. Dopo callosotomia,
l’intelligenza verbale e le abilità di risoluzione di problemi di un paziente con cervello
diviso rimangono relativamente intatte. Vi possono essere deficit minori, che includono la
capacità del richiamo mnemonico spontaneo. L’integrità dell’intelligenza, comunque, è
vera solo nel caso dell’ES parlante, non nel caso dell’ED. Le abilità intellettive e di
risoluzione dei problemi dell’ED sono seriamente impoverite. Le inferenze causali e le
interpretazioni = interprete sembrano essere abilità specializzate dell’ES.
Talvolta l’ES interpreta le azioni iniziate dall’ED, ma talvolta esso interpreta gli umori
indotti dalle esperienze dell’ED. Sembra che gli stati emozionali sono trasferiti
sottocorticalmente da un emisfero all’altro, cosicchè la resezione del corpo calloso non
previene al trasferimento di uno stato emozionale dall’ED all’ES.
L’ES percepisce la valenza di un’emozione, ma non è in grado di spiegare la vera
causa di essa, cosicchè costruisce una teoria a partire dall’informazione disponibile.
L’ED è molto accurato nel descrivire se una foto è stata già vista in precedenza
oppure se è nuova. L’ES invece crea una sensazione illusoria di familirità alle foto già viste
in precedenza.
L’interprete può influenzare una varietà di processi cognitivi. Può risultare il maggior
responsabile della distorsione dei ricordi. Ai pazienti con cervello diviso veniva chiesto di
esaminare una serie di immagini che ritraevano una storia quotidiana, come un uomo che
si alzava dal letto e si preparava ad andare al lavoro. Durante un test di riconoscimento, ai
pazienti venivano mostrate serie di foto mescolate che includevano immagini in
precedenza studiate, nuove immagini non collegate alla storia e nuove immagini collegate
alla storia. L’ES riconosceva in modo falsato le nuove immagini collegate alla storia,
mentre l’ED raramente faceva quest’errore. Entrambi gli emisferi erano ugualmente
capaci di riconoscere le immagini precedentemente studiate e scartavano quelle nuove
non collegate. A causa della tendenza dell’ES a operare inferenze concernenti il fatto che
qualcosa debba essere accaduto dato che questo concorda con lo schema generale
dell’evento, esso riconosceva in modo falsato le nuove foto collegate.
L’ED non è privo del ragionamento causale. Mentre i giudizi di inferenza causale sono
migliori quando l’informazione viene presentata nel CVD (ES); i giudizi di percezione
causale (=inferire la causa dell’effetto docuto all’interazione fra gli oggetti) sono migliori
quando vengono presentate al CVS (ED). L’ED sia più abile a rilevare che un oggetto sta
influenzando un altro oggetto sia nel tempo sia nello spazio – computazioni essenziali per
la percezione causale.
56
Per percepire gli oggetti dell’ambiente
come unificati, il sistema visivo deve spesso
estrapolare dall’informazione incompleta sui
contorni e sui confini. Mentre entrambi gli
emisferi possono decidere se le forme
illusorie nella colonna sinistra siano pattufe o
smilze, se vengono poi aggiunti contorni solo
l’ED può ancora distinguere la differenza
(colonna destra). Quando solo una parte è
visibile, l’ED è in grado di percepire l’intero
noto come completamento amodale.
57
5. SPECIALIZZAZIONE
EMISFERICA
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Anatomia degli emisferi
L’ED sporge in avanti, mentre l’ES sporge
all’indientro. Il destro è caratterizzato da una
regione frontale di maggior volume, mentre l’ES è
più grande posteriormente, nella regione
occipitale, spingendo, così, frequentemente
l’emisfero destro un po’ di lato e piegando la
scissura longitudinale tra i due emisferi verso
destra.
Il piano temporale, che comprende la zona al
centro dell’area di Wernicke è più grande nell’ES.
Nei bambni dislessici, l’area del piano
temporale è simmetrica, fatto che potrebbe
indicare che le loro difficoltà linguistiche derivano
dalla mancanza di specializzazione dell’ES. L’assimetria del piano temporale è uno dei
pochi esempi di correlazioni tra tra un indicatore anatomico è una ben definita
assimentira funzionale.
Mentre il piano temporale dell’ES ha un’estendione maggiore nel 65% dei destrimani, le
misure funzionali indicano che l’ES dominante per il linguaggio in almeno 96% dei
destrimani.
59
Elaborazione globale e locale
Descrizione gerarchica dell’immagine = i livelli di descrizione più fini sono inclusi in
livelli di grado superiore.
60
I pazienti con lesioni ell’ES erano lenti
nell’identificare i target locali, mentre i
pazienti con lesioni all’ED erano lenti nel
riconoscere i target globali. Ciò dimostra
che l’ES = rappresentazione delle
informazioni locali e l’ED =
rappresentazioni delle info globali.
E’ importante tenere presente che
entrambi gli emisferi sono in grado di
estrarre i due livelli di rappresentazione e
che l’aspetto per cui differiscono è il modo
in cui l’informazione locale e quella
globale viene efficientemente
rappresentate.
Pazienti con lesioni all’ES riescono
ancora ad analizzare la struttura locale di uno stimolo gerarchico, ma per farlo devono
servirsi dell’ED intatto.
Pazienti con cervello diviso in genere riescono ad identificare i target ai due livelli,
indipendentemente dal lato della rappresentazione. Sono più rapidi quando devono
identificare target locali presentati al CVD e target globali presentati al CVS.
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Gli speciali meccanismi che
attribuiscono la credenza sono lateralizzati
nell’ED, allora l’ES, parlante, dei pazienti
con cervello diviso dovrebbe essere
tagliato fuori da questi meccanismi. I
pazienti, quindi, risponderebbero in un
modo fondato sul risultato delle azioni e
non sule credenze degli attori.
Se i pazienti con cervello diviso sono
tagliati fuori da questo importante
meccanismo della teoria della mente,
allora perché non agiscono altrettanto
gravemente come i pazienti autistici, i
quali sono incapaci di comprendere il
pensiero e le credenze degli altri. Il
meccanismo specializzato osservato
nell’ED possa essere utilizzato per
l’elaborazione automatica, veloce, delle
attribuzioni delle credenze. Ma i meccanismi del ragionamento più deliberati e lenti
dell’ES possono eseguire la stessa funzione, dato un appropriato tempo per pensarci.
Infatti, i pazienti dello studio sul ragionamento morale si mostravano spesso a disagio con
i loro giudizi iniziali. Infatti, apportavano razionalizzazioni spontanee per giustificare l’aver
risposto in un particolar modo.
L’ascolto
I partecipanti sani udivano una serie di parole presentate nella modalità dicotica.
Quando, in seguito, veniva chiesto loro di ripeterne quante più potevano, i partecipanti
ripetevano, in modo costante, le parole presentate all’orecchio destro, un effetto
chiamato vantaggio dell’orecchio destro.
I limiti di ricerche sulla lateralizzazione:
1) Gli effetti sono piccoli e incostanti
2) Si tende a pubblicare preferenzialmente i lavori scientifici in cui si sono trovate
differenze significative. E’ molto più esaltante segnalare asimmetrie nel modo in cui
vengono ricordate immagini lateralizzate di volti, anziché riportare che gli effetti sono
simili per la sensazione.
3) Esiste un problema dell’interpretazione
62
Le persone sottoposte all’ascolto dicotico di due diverse melodie riescono a
riconoscere meglio quella che arriva all’orecchio sinistro. Si osserva un vantaggio
dell’orecchio destro rispetto alle parole e un vantaggio dell’orecchio sinistro rispetto alla
melodia della canzone.
Le emozioni
Specializzazione dell’ED per:
1) emotività spontanea
2) Codifica (espressione) e decodifica delle emozioni
3) maggiore coinvolgimento per le emozioni negative (rabbia, paura, angoscia)
Maggiore coinvolgimento dell’ES per le emozioni positive (gioia, sorpresa, euforia)
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Se si ha una lesione anteriore sinistra -> sintomatologia di manifestazioni di emozioni
negative (pianto, rabbia, ansia, ecc)
Cause: 1) l’ED è a gestire emozioni negative. L’ES lesionato non produce più le emozioni
positive.
2) Con la lesione sinistra non si perde la capacità di consapevolezza del proprio
stato drammatico, il paziente è angosciato per questo. Lesione dx -> un’ingiustificata
euforia.
3) La cortex parietale destra = consapevolezza corporea, propriocezione.
Inappropriata sensazione euforica in caso di lesione.
Studi su persone sane: quando siamo interessati a qualcosa, si attiva l’ES ->
avvicinamento all’oggetto d’interesse. Quando siamo impauriti, disgustati, si attiva l’ED ->
allontanarsi dall’oggetto di disgusto/paura.
Anche i primati non umani presentano differenze strutturali o funzionali tra due
emisferi simili a quelle che si osservano negli umani. A differenza degli esseri umani, i
primati diversi dall’uomo non mostrano una predominanza nell’uso della mano destra. Le
scimmie antropomorfe usano la mano e il braccio destri quando fanno uso di gesti con
finalità comunicative.
Indizi più stimolanti alle simmetrie funzionali nei primati sono emersi dagli studi sulla
percezione, nei compiti di discriminazione tattile della forma le scimmie rhesus, al pari
degli esseri umani, forniscono prestazioni migliori quando usano la mano sinistra.
Nei compiti di percezione visiva, le scimmie con cervello diviso mostrano interazioni
64
emisferiche paragonabili a quelle che si osservano negli esseri umani. Vi sono anche
evidenze derivanti dalle scimmie con cervello diviso che, diversamente dagli esseri umani,
il loro cervello sinistro sia migliore nei giudizi spaziali. Quest’osservazione è coerente con
l’idea secondo la quale l’evoluzione del linguaggio nell’ES abbia avuto come risultato la
perdita di alcune abilità visuospaziali.
Modularità
Le reti locali specializzate, che possono essere funzioni uniche e adattarsi o evolversi
in risposta alle pressioni esterne, sono note come moduli. Il concetto generale di
modularità consiste nel fatto che i componenti di un sistema possono essere categorizzati
in base alle loro funzioni.
Il principio della modularità forma le basi strutturali sulle quali i sottosistemi
possono evolversi e adattarsi in un ambiente estremamente variabile.
65
Connessione fra lateralità manuale e dominanza dell’
emisfero sinistro
Il ruolo dominante dell’ES nel linguaggio è fortemente correlato con la manualità.
Circa il 96% delle persone destrimani mostra una dominanza dell’ES per il linguaggio.
Anche la maggior parte dei mancini (60%) mostra una dominanza dell’ES per il linguaggio.
Poiché i mancini rappresentano solamente 7-8% della popolazione totale, ciò significa che
il 96% degli esseri umani mostra una specializzazione dell’ES per il linguaggio
indipendentemente dalla manualità.
Il fattore critico sarebbe l’esigenza di un unico centro motore. Benché possa essere
vantaggioso percepire le informazioni in parallelo, la nostra risposta a questi stimoli, cioè
l’output, deve però essere unificata. Lateralizzando la pianificazione di un’azione a un
emisfero, il cervello raggiunge l’unitarietà operativa.
L’ES è associato ai movimenti sequenziali anche per quanto riguarda altri domini non
legati all’eloquio. Le lesione all’ES hanno maggiori probabilità di dar luogo all’aprassia
(deficit della pianificazione motoria, compromessa la produzione dei movimenti coerenti).
Prove suggeriscono che i gesti facciali siano più accentuati sul lato destro del volto e
l’attivazione dei muscoli facciali della parte destra sia più rapida di quella sinistra, il sorriso
illumina per primo il lati destro del volto.
La dominanza dell’ES nel linguaggio potrebbe essere una conseguenza della sua
specializzazione nel controllo motorio. E l’uso asimmetrico delle mani per eseguire azioni
complesse, come quello associato all’uso degli utensili, potrebbe aver formato lo sviluppo
del linguaggio. Posto che l’uso della mano destra fosse associato a molte di queste azioni,
potrebbe essersi stabilita una pressione selettiva a favore di una sempre maggiore
efficienza dell’ES nel generare queste rappresentazioni simboliche.
66
Ma la correlazione non significa
causalità. In almeno metà dei mancini
l’emisfero specializzato per il linguaggio è
ancora sinistro. Queste differenze possono
riflettere l’influenza esercitata da fattori
ambientali sulla lateralità manuale.
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Il cervello sinistro agisce come se in cervello destro non vi sia mai stato. Forse la
coscienza non è costituita da un singolo processo generalizzato. Piuttosto, essa può
rappresentare una proprietà emergente che può scaturire da centinaia o migliaia di
sistemi specializzati – cioè, i moduli. Questi circuiti neurali specializzati consentono
l’elaborazione e la rappresentazione mentale di specifici aspetti dell’esperienza cosciente.
E questi componenti competono tra loro per l’attenzione.
Questo modello delle basi fisiche dell’esperienza cosciente può anche spiegare il
comportamento dei pazienti con il cervello diviso. Quando l’interprete nell’ES non riceve
alcun input da nessuno dei moduli dell’ED, allora quest’ultimo emisfero e qualsiasi
conoscenza di esso cessa di esistere coscientemente. Quindi, il cervello sinistro, parlante,
del paziente con il cervello diviso non si lamenta mai delle carenze che può esperire a
causa della disconnessione degli emisferi.
6. LE EMOZIONI
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Un sentimento è l’esperienza soggettiva dell’emozione, ma non l’emozione stessa. I
sentimenti e le emozioni si avvalgono dei sistemi neurali differenti. Le emozioni sono
risposte a stimoli esterni o a rappresentazioni mentali interne, dotate di valenza, che:
- producono cambiamenti in molti sistemi di risposta;
- sono diversi dallo stato d’animo (umore), in quanto spesso hanno fattori
scatenanti ben identificabili;
- possono essere di due tipi: risposte non apprese a stimoli con proprietà affettive
intrinseche, oppure risposte apprese a stimoli dotati di valore emotivo acquisito;
- possono coinvolgere diverse tipologie di processi valutativi che stabiliscono il
significato degli stimoli rispetto ai propri scopi, le quali dipendono da processi
neurali diversi.
Gli esseri umani hanno la capacità di dimostrare il bianco degli occhi -> stimolazione
dell’attivazione dell’amigdala -> induzione/percezione di paura.
Man mano che si cresce si diventa più capaci di fingere le emozioni. Nel bambino
piccolo il set emotivo si espande lungo il gradiente positivo – negativo
(piacere – dolore)
Questo è per comunicare agli adulti il proprio stato fisiologico.
Il 2° gradiente è l’intensità dell’emozione provata.
Altra teoria:
Anche i sentimenti complessi (orgoglio e vergogna, tristezza e delusione) sono innate e si
69
esprimono in modo simile nelle diverse culture. Gli studi dimostrano che anche i soggetti
non vedenti esprimono questi emozioni come i soggetti vedenti.
Per motivi genetici ogni persona ha un organo preciso che risponde allo stress
(stomaco, testa, ecc).
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C’è una divisione fisiologica per emozioni positive e negative:
Negative = risposta simpatica
Positive = risposta parasimpatica
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Risposta neuro-Galbanica
Quando vengono presentati gli stimoli emotigeni si verifica una reazione simpatica
-> sudore, si abbassa la temperatura.
La conduttanza cutanea: La risposta si misura posizionando 2 elettrodi alle dita e
lasciando passare una corrente dal punto 1 al punto 2 con ogni sudorazione del dito.
Questo segna l’esistenza dei segnali emotigeni sulla corteccia.
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Cortisolo (ormone dello stress):
effetti biologici:
Muscoli Riduzione degli aminoacidi tessutali Prepara e mobilizza le fibre
Ossa Riassorbimento della struttura ossea energetiche dell’organismo.
Linfonodi Inibizione di reattività immunitaria Un’eccessiva produzione di
Fegato Aumento glicogenogenesi cortisolo a lungo termine
Stomaco Aumento dell’acidità gastrica indebolisce le difese
Tessuti Azione anti-infiammatoria dell’organismo.
Metabolismo Riduzione del glucosio circolante
Accelerazione processi metabolici
Stress emotivo -> risposta emotiva che nasce allo scopo adattivo.
Stressors: traumi, emorragie, interventi chirurgici, esercizio fisico, fatica. Operazioni
belliche, trasporto in ospedale, malattia di familiari.
Stress negativo -> tumore, ulcera.
Lo stress e la memoria
Sembra che lo stress acuto possa facilitare la memoria. La quantità di ormone dello
stress endogeno (cortisolo) rilasciata durante l'acquisizione di una paura condizionata era
in grado di predire quanto efficacemente il ricordo della paura sarebbe stato preservato il
giorno successivo negli esseri umani. Stati di forte arousal o di stress cronico possano, in
realtà, compromettere le prestazioni del sistema di memoria ippocampale. Il ruolo esatto
dell'amigdala in questi effetti sulla memoria ippocampale in presenza di stress cronico o
acuto non è stata ancora completamente chiarito.
Le interazioni fra l'amigdala e l'ippocampo contribuiscono a far sì che ricordiamo a
lungo le cose importanti e dal contenuto emotivo forte e a rendere appropriata e adattiva
la nostra risposta e fisica eventi minacciosi.
Al livello di cortex:
Pensieri ossessivi -> disfunzione della cortex prefrontale sinistra.
Depressione = diminuita concentrazione di dopamina.
Ippocampo subisce lo stress più di tutti gli altri -> stress danneggia la memoria.
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Basi neurobiologiche delle emozioni
Quando un evento esterno o uno stimolo scatenano una certa emozione, i nostri
sistemi sensoriali giocano un ruolo decisivo. Talvolta le emozioni sono scatenate da un
ricordo episodico, nel quel caso sono coinvolti i sistemi di memoria.
74
Il sistema limbico e il cervello emozionale:
James Papez propose la teoria di un circuito cerebrale delle emozioni nel 1937
suggerendo che le risposte emotive coinvolgessero l'ipotalamo il talamo anteriore e il giro
cingolato e l'ippocampo. Il concetto di sistema limbico per come e stato formulato da
McLean non ha trovato conferme con il passare degli anni. Molti nuclei mesencefalici che
sono coinvolti nelle relazioni autonomiche importanti per le idee di McLean di un cervello
viscerale non fanno parte del sistema limbico.
Circuito di Papez (ipotalamo -> fornice -> corpi mamillari -> talamo -> amigdala ->)
= vissuto emotivo legato a: piacere, dolore, attacco e fuga, nutrizione, accoppiamento.
Categorizzare le emozioni:
James era dell'opinione che le emozioni non fossero entità elementari nè che si
potessero trovare strutture nervose a loro dedicate ma che fossero il risultato della
mescolanza di ingredienti psicologici perfezionati dall'evoluzione. La risposta a stimoli
emozionali sia adattiva e include tre stadi fisiologici:
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1. Una risposta fisiologica periferica (es: il cuore accellerato).
2. Una risposta comportamentale.
3. L'esperienza soggettiva.
Il nocciolo del disaccordo tra le diverse teorie sulla generazione delle emozioni
riguarda la tempistica delle tre componenti e se la cognizione vi giochi un ruolo. Uno
stimolo emotigeno è uno stimolo altamente rilevante per il benessere e la sopravvivenza
dell'osservatore. Come lo status di uno stimolo venga effettivamente determinato è
un'altra questione come pure se la percezione di uno stimolo emotigeno conduca a una
rapida elaborazione automatica di risposte emozionali stereotipate o se la risposta sia
modulata dai processi cognitivi.
1. Le emozioni di base comprendono un set ristretto di emozioni ciascuna con
caratteristiche uniche plasmate dall'evoluzione e che si riflettono nelle espressioni
facciali.
2. Le emozioni complesse sono combinazioni di emozioni di base alcune delle quali
possono essere apprese culturalmente o socialmente e che possono essere identificati nel
momento in cui vengono come sentimenti di lunga durata.
3. Le dimensioni emotive descrivono emozioni che sono fondamentalmente uguali
ma differiscono lunga una o più dimensioni come per esempio la valenza l'arousal, in
risposta а eventi о stimoli.
Emozioni di base:
Alla base dell'ipotesi che esistono emozioni elementari vi è l'idea che le emozioni
riflettono un istinto innato. La presenza di uno stimolo rilevante stimolerà un meccanismo
cerebrale che si è evoluto ogni volta e nello stesso modo. Ecco perché spesso descriviamo
le emozioni di base come adatte e simili in tutti gli esseri umani e in molti animali.
Le espressioni facciali siano manifestazioni osservabili e automatiche che corrispondono
ai sentimenti interiori di una persona. Darwin aveva intervistato persone esperte di
diverse culture sulla vita emotiva tipica di persone appartenenti a quelle culture. Sulla
base di queste discussioni e Darwin stabilì che gli esseri umani si sono evoluti con un set
prestabilito di stati emotivi di base e che ciascuno stato è unico nel suo valore adattivo e
nella sua espressione fisiologica. Quindi l’ideea era che gli esseri umani avessero un set
prestabilito di emozioni di base universale e questa era appunto la nozione criticata da
William James.
Le espressioni facciali che gli esseri umani adottano per convogliare le emozioni non
variano molto da cultura a cultura.
Nei non vedenti dalla nascita il linguaggio corporeo delle loro risposte
comportamentali non è appreso culturalmente. Tutti i partecipanti mostravano
espressioni prototipiche di orgoglio e vittoria. La maggior parte delle culture mostrano
comportamenti associati alla vergogna nella perdita. Questo risultato indicò ai ricercatori
che il comportamento associato al orgoglio e alla vergogna è innato e che queste due
emozioni sono primarie. Tutte le emozioni di base condividano tre caratteristiche
principali. Sono tutte emozioni innate, universali e di breve durata.
Emozioni complesse
La gelosia delirante era mediata da qualcosa di più del solo sistema limbico. È
coinvolta una rete ampia di regioni cerebrali di cui fanno parte le aree corticali associative
superiori coinvolte nella cognizione sociale, nella teoria della mente e nell'interpretazione
di azioni eseguite da altri. (Criteri per definire le emozioni di base secondo Ekman: segnali
universali distintivi. Presenza in altri primati. Fisiologia caratteristica. Universali specifici
negli eventi antecedenti. Esordio rapido. A breve durata. Valutazione automatica.
Avvenimento spontaneo.) L'amore sia un'emozione complessa e diretta a uno scopo
piuttosto che un'emozione di base.
L'approccio o il ritiro
Un altro metodo dimensionale consiste nel caratterizzare le emozioni tramite i
comportamenti e gli obiettivi da esse motivati. Le differenti reazioni o stati emozionali
possono costituire una motivazione ad avvicinarsi o ritirarci, cioè i comportamenti opposti
quali l'approccio il ritiro. La felicità e la sorpresa possono stimolare la tendenza
all'approccio ovvero a entrare nelle situazioni che hanno evocato tali emozioni. La paura e
il disgusto possono costituire una motivazione al ritiro, ovvero a ritirarsi dalle situazioni
che scatenano questo comportamento. La rabbia, un'emozione negativa, può motivare
l'approccio.
77
Teorie sulla generazione delle emozioni
Ogni emozione, in seguito alla percezione di uno stimolo emotigeno, consta di tre
componenti. Fisiologica, comportamentale, sentimento. Il fondamento di ogni teoria sulla
generazione delle emozioni riguarda la tempistica della reazione fisiologica.
La teoria di James-Lange
William James propose che le emozioni fossero il risultato della percezione del
feedback somato-viscerale delle risposte corporee uno stimolo emotigeno. Le
modificazioni corporee seguono direttamente la percezione del fatto eccitante e le
emozioni siano il nostro percepire questi cambiamenti nel momento in cui si verificano.
Poi proviamo paura poiché tremiamo, e non che noi tremiamo, perché siamo spaventati.
Quindi James e Lange credevano che la gente non potesse provare un'emozione senza
fare prima una reazione fisiologica.
La teoria di Canon-Bard
Ritenevano che le risposte fisiologiche non fossero sufficientemente differenziante
per distinguere tra la paura, rabbia e attrazione sessuale. I processi di feedback neuronali
e ormonali fossero troppo lenti per influire sulle emozioni e spiegare la loro generazione.
Canon pensava che il sistema nervoso simpatico coordinasse la reazione mentre la
corteccia generava simultaneamente il sentimento emotivo. Ipotizzano che uno stimolo
emozionale venisse elaborato dal
talamo e inviato simultaneamente alla
corteccia e all'ipotalamo che era il
responsabile della risposta periferica.
Così la neocorteccia generava il
sentimento emotivo mentre la periferia
portava avanti la reazione emotiva più
lenta.
78
Teorie costruttivistiche
Le teorie costruttiviste prevedono che le emozioni derivino dalla cognizione e siano
plasmate dalla nostra cultura e dalla lingua. Le emozioni sono concetti creati dall'uomo
che emergono nel momento in cui comprendiamo il significato dell'input sensoriale
proveniente dal nostro corpo e dal mondo esterno. Prima ci fermiamo alla
rappresentazione mentale delle modificazioni corporee. Questa rappresentazione viene
poi classificata sulla base delle categorie emotive previste dal linguaggio. Queste
categorie variano sulla base dell'esperienza e della cultura di persona, così che non vi
sono criteri empirici per giudicare un'emozione.
Amigdala
Le amigdale sono situate nel lobo temporale mediale, adiacente alla porzione
anteriore dell'ippocampo. Ciascun’amigdala e consta di 13 nuclei. I nuclei possono essere
raggruppati in tre principali complessi:
1. Il complesso nucleo basolaterale: Nuclei laterale, basale. Il nucleo basale e il
guardiano degli input che arrivano all'amigdala. È importante per la modulazione del
comportamento strumentale.
2. Il complesso centro-mediale costituiscono i nuclei centrale e mediale.
Quest'ultimo è la regione di output per le risposte emotive innate.
3. Il nucleo corticale è anche noto come "la parte olfattiva dell'amigdala" poiché i
suoi input provengono dall’organo del bulbo olfattivo e dalla corteccia olfattiva.
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Apprendimento, paura, condizionamento alla paura. Risponde molto fortemente alle
espressioni facciali della paura. Se l’amigdala è danneggiata: non riconoscimento della
paura negli altri, incapacità di provare paura dinanzi alle situazioni pericolose. Il paziente
non è in grado di rappresentarsi la paura. Nell’esplorazione delle facce, la persona con
l’amigdala danneggiata evita di guardare gli occhi -> la parte bianca degli occhi stimola
l’amigdala -> percezione della paura. L’amigdala controlla anche il comportamento
esplorativo degli occhi.
La parte basale dell’amigdala: apprendimento. Invia i segnali alla cortex prefronatale.
La parte laterale dell’amigdala: ricezione dei segnali sensoriali, espressioni facciali.
la parte centrale dell’amigdala: regolazione dell’output, risposte emotive spontanee.
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Associazione tra lo stimolo neutro e il dolore avviene nella parte laterale dell’amigdala ->
produzione della risposta avversiva (cortisolo, risposta simpatica) solo alla presenza dello
stimolo che una volta era neutro.
Rinforzo negativo: amigdala + cortex prefrontale.
I ricordi/rinforzi negativi formano il nostro comportamento.
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Claparède fu il primo a fornire prove di due tipi di apprendimento, implicito ed
esplicito, che sono presumibilmente associate a due diverse vie neurali.
Apprendimento implicito deriva dalla nostra esperienza. Apprendimento esplicito
deriva da ciò che ci è stato detto esplicitamente.
85
Corteccia prefrontale ventromediale:
Riceve le informazioni dalla via ventrale. Elaborazione delle risposte viscero-
somatiche. È molto sensibile alle facce emotive.
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Emozioni e processi decisionali
Lesione alla corteccia orbitofrontale: sottoposto a compiti di ragionamento sociale
E.V.R era in grado di generare soluzioni ai problemi, ma non poteva creare una gerarchia
di soluzioni basata sulla loro efficacia nei confronti dei problemi da risolvere. Pazienti con
lesioni simili avevano difficoltà ad anticipare le conseguenze delle loro azioni e non
apprendevano dai loro errori.
I pazienti con danno orbitofrontale non riescano a preferire il mazzo che dà luogo
alle vincite nette. Sulla base di questi risultati Damasio ha formulato l’ipotesi dei
marcatori somatici, secondo cui l'informazione emotiva sotto forma di arousal fisiologico
è necessaria per guidare i processi decisionali. Quando ci troviamo di fronte a una
situazione che richiede una decisione reagiamo emotivamente alla situazione
circostante. Questa reazione emotiva si manifesta nel nostro corpo attraverso i marcatori
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somatici - che sono variazioni fisiologiche dell’arousal. Le strutture orbitofrontali
supportino l'apprendimento dell'associazione tra una situazione complessa e le variazioni
somatiche di solito associate a quella particolare situazione. La corteccia orbitofrontale
insieme con altre aree cerebrali prende in considerazione situazioni precedenti che
avevano elicitato pattern simili dei cambiamenti somatici. Una volta che sono state
identificate queste situazioni, la corteccia orbitofrontale può utilizzare queste esperienze
per valutare rapidamente le risorse comportamentali e la probabilità che vi sia una
ricompensa.
3 tipi di emozioni sono in grado di influenzare i processi decisionali:
1. Il vostro stato emotivo in quel momento.
2. Le vostre emozioni anticipatorie; quelle che si provano prima che voi prendiate
una decisione.
3. Sulla base dell'esperienza personale, le emozioni che vi aspettate di sentire dopo
che avrete preso una decisione.
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paura per un rischio, un comportamento che si rifletteva in un aumento dell'attività della
corteccia orbitofrontale mediale e nell'amigdala. L'esperienza del rimorso e la sua
anticipazione siano mediati dagli stessi circuiti.
I sentimenti che si provano nei riguardi di uno stimolo, e anche quelli indipendenti
dallo stimolo, svolgono ben 4 funzioni e nei processi decisionali:
1. Possono agire come un'informazione.
2. Possono agire come un sistema valutario comune per elaborare l'input e le scelte
più disperate.
3. Possono focalizzare la nostra attenzione su nuove informazioni, in grado poi di
guidare le nostre decisioni.
4. Possono motivare l'approccio o l'allontanamento.
Quattro circostanze in cui le emozioni giocano un ruolo nei processi decisionali: nel
fornire informazioni sullo stato di piacere o di dolore per rappresentarsi preferenze
sensoriali, consentire scelte rapide in condizioni di urgenza, focalizzare l'attenzione su
aspetti rilevanti di un processo decisionale e indurre responsabilità su aspetti della
decisione che riguardano la sfera morale e sociale.
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delle dimensioni della parte bianca degli occhi (sclera). Poter vedere la sclera di un volto
impaurito senza nessun’altra informazione facciale di accompagnamento è sufficiente ad
aumentare l'attività dell'amigdala in partecipanti normali. L'attività dell'amigdala è
associata all'analisi di volti felici ma non tristi.
I ricercatori potevano indurre S.M a superare il suo deficit fornendole questa
semplice istruzione: "focalizzati sugli occhi". Venendole detto così non aveva più alcuna
difficoltà a identificare volti impauriti. Tuttavia si focalizzava sugli occhi soltanto quando le
veniva ricordato. L’amigdala sembra essere parte integrante di un sistema che
automaticamente dirige l'attenzione visiva agli occhi quando si incontra un espressione
facciale di qualunque tipo. La compromissione dello sguardo è una caratteristica anche di
grave malattie psichiche e disturbi nella socialità nei quali vi può essere una
disfunzionalità dell'amigdala (es: i disturbi dello spettro).
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Due sistemi separati per l'elaborazione sociale : per presentazioni brevi, dove la
valutazione deve essere compiuta rapidamente e automaticamente, si attivava l'amigdala
e l'attivazione era maggiore per volti di neri piuttosto che di bianchi. Con presentazioni
più lunghe, che consentono un tipo di elaborazione controllata, l'attivazione dell'amigdala
non differiva significativamente tra le razze. Si ipotizza che vi sia una distinzione nel
substrato neurale tra una elaborazione dei gruppi sociali più automatica e una più
controllata, e che l'elaborazione controllata possa modulare la valutazione automatica.
91
Laddove la rielaborazione e la soppressione riducevano il comportamento
espressivo, solo la rieborazione riduceva effettivamente l'esperienza del disgusto. Ma la
soppressione in effetti aumentava l'attività di tipo simpatico, costringendo i partecipanti a
essere più agitati, e questo aumentava l'attività del simpatico che perdurava per un po'
dopo la fine della proiezione del film. Rielaborazione cognitiva è salutare per il vostro
benessere, in generale.
La rielaborazione conscia riduce l'esperienza emozionale. Questo risultato sopporta
l'idea che le emozioni, in qualche misura, siano soggette al controllo cognitivo cosciente.
Utilizzare la rielaborazione per ridurre le emozioni negative aumenta l'attività della
corteccia prefrontale, implicata del controllo cognitivo e riduce quella dell'amigdala.
Quando venivano enfatizzate o ridotte le emozioni negative si attivano regioni della
corteccia prefrontale laterale sinistra che sono coinvolte nella memoria di lavoro e nel
controllo cognitivo e la corteccia cingolata anteriore dorsale implicata nel monitoraggio
della prestazione on-line. La parte mediale e dorsale della corteccia prefrontale, implicata
nell’automonitoraggio e autovalutazione, era attiva in entrambi i casi di rielaborazione
centrata sul sè. Tuttavia quando la soppressione delle emozioni era rivolta verso l'esterno,
cioè sulla situazione, era la parte laterale della corteccia prefrontale che entrava in
azione. Durante l'enfatizzazione delle emozioni si attivavano la parte rostromediale
sinistra della corteccia prefrontale e la corteccia cingolata posteriore (PCC, coinvolta nel
recupero di informazioni emotive), ma nel caso della soppressione delle emozioni si
attivava una regione diversa, associata ad inibizione comportamentale: la CPF laterale
destra e orbitale.
L'attivazione dell'amigdala era accresciuta o ridotta a seconda dello scopo della
regolazione emotiva: aumentava la sua attività quando lo scopo era accrescere le
emozioni negative e diminuiva quando lo scopo era quello di ridurre. La sua attività fosse
maggiore se gli intenti elaborativi concomitanti erano congruenti con la valutazione dello
stimolo (rendere più negativo uno stimolo già negativo) piuttosto che con la valenza
affettiva dell'emozione.
Ma il controllo cognitivo mediato dalla rielaborazione dipende dalle interazioni tra le
regioni della PFC che supportano i processi cognitivi di controllo e i circuiti sottocorticali
che generano le risposte emozionali.
L'amigdala ha un ruolo più flessibile nell'elaborazione della rilevanza di vari stimoli, a
seconda dei loro scopi correnti e delle loro motivazioni. Questo tratto è noto come
flessibilità affettiva. La modulazione dell'amigdala è più pronunciata per le emozioni
positive che per quelle negative, cioè elabora le informazioni negative in modo meno
flessibile.
La corteccia insulare
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Esiste una correlazione positiva tra attività dalla corteccia insulare e la percezione
degli stati interni corporei. Questa funzione è nota come interocezione.
L'insula anteriore: la sete, il tocco sensuale, il prurito, la distensione della vescica e
del tratto intestinale, l'esercizio e il battito del cuore. Le connessioni e il profilo di
attivazione dell'insula suggeriscono come questa integri tutti gli input viscerali e somatici
per formare una rappresentazione dello stato del corpo.
L'insula anteriore e la corteccia cingolata anteriore si attivano congiuntamente
quando i partecipanti esperiscono sentimenti emotivi, come amore materno e
romantico, rabbia, paura, tristezza, gioia, disgusto e fiducia. L'insula si attiva per tutti i tipi
di sentimenti emotivi, sia fisici sia emozionali.
L'insula si attiva durante i processi di valutazione. Più rischiosa risulta essere la
decisione, maggiore risulta l'attivazione dell'insula. La sua attività è anche associata alla
percezione di emozioni positive nelle altre persone.
I pazienti con lesioni insulari riportavano sia un arousal ridotto sia attribuzione di
valenza minori. Al contrario, in pazienti con lesioni all'amigdala le attribuzioni del arousal
erano selettivamente attenuate per gli stimoli spiacevoli, ma le valutazioni sulla valenza
positiva o negativa degli stimoli erano simili a quelle del gruppo di controllo.
Pazienti con danno all'amigdala esibivano una mancanza totale di gradiente per gli
stimoli negativi, sebbene mostrassero il tipico gradiente di attivazione per gli stimoli
positivi. L'insula giochi un ruolo ad ampio spettro nell'integrazione di processi affettivi e
cognitivi, mentre l'amigdala potrebbe avere un luogo più selettivo nell'attivazione
selettiva, specialmente per gli stimoli negativi.
L'amigdala come un vigile cane da guardia alla ricerca di stimoli rilevanti dal punto di
vista motivazionale. L'amigdala è più sensibile alla valenza che all’arousal.
Disgusto
In centro del disgusto di trova in insula anteriore e in cortex cingolata anteriore. Il
dolore psichico da abbandono o immaginazione dell’abbandono e dall’emarginazione.
Auto-consapevolezza corporea: elaborazione degli indicatori fisiologici ed emozionali.
La gioia
Gli stati d'animo triste e felice produssero un'attivazione simile nell'area amigdala-
ippocampale, fino alle regioni del giro paraippocampale e della corteccia prefrontale,
temporale, e cingolata anteriore e del precuneo. La gioia produceva un'attivazione
maggiore nella corteccia prefrontale dorsolaterale, nel giro del cingolo, nel giro temporale
inferiore e nel cervelletto.
Il concetto di flusso mentale e il suo significato ci suggeriscono che il circuito
coinvolto nel piacere, nella ricompensa e nella motivazione (il circuito nigrostriatale
dopaminergico del rinforzo e in particolare il nucleo accumbens) siano essenziali
nell'emozione della gioia.
Amore
Amore parentale e quello romantico condividono i parti neurali.
Parentale: è stimolato dalle caratteristiche tipiche fisiche dei bambini/cuccioli. Si basa
molto sull’olfatto.
La vista e il tatto sono in associazione con le parti neurali dell’amore -> aumenta la
prodizione dell’ossitocina (necessità della vicinanza, attaccamento). La maggior parte dei
recettori per l’ossitocina è nella cortex orbitofrontale.
7. PERCEZIONE UDITIVA
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Sensi, sensazione e percezione
La percezione inizia con uno stimolo dell'ambiente, come un suono o una luce, che
stimola uno degli organi di senso come l'orecchio o l'occhio. L'input proveniente viene
tradotto in attività neurale dal organo di senso e inviato al cervello per essere elaborato.
La sensazione si riferisce alla prima elaborazione che si verifica. La rappresentazione
mentale dello stimolo originale viene chiamata percetto.
I nostri sensi costituiscono la nostra capacità di fornire input ambientale al nostro
sistema neurologico. Interazioni di ampia natura hanno luogo tra le modalità sensoriali
molto più precocemente nelle vie di elaborazione di quanto si immaginasse in
precedenza.
Sinestesia, ciò che accade quando l'informazione sensoriale è più integrata della
forma.
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corrente ai suoi cambiamenti. La percezione sia principalmente legata ai cambiamenti
della sensazione. Più lo stimolo perdura, meno frequenti sono i potenziali d'azione.
Acuità
Il grado della nostra efficienza nel distinguere tra gli stimoli entro una stessa
modalità sensoriale, o ciò che chiamiamo acuità, dipende da due fattori principali. Il
primo riguarda semplicemente il modo in cui è progettato il sistema di raccolta dello
stimolo. Un altro fattore riguarda il numero e la distribuzione dei recettori. La nostra
acuità visiva è migliore al centro del campo visivo, poichè la regione centrale della retina,
la fovea, è ricca di fotorecettori. Più ci si allontana dalla fovea, più ricettori diminuiscono.
Se un sistema sensoriale dedica più recettori a un certo tipo di informazione vi sarà
un incremento corrispondente nella rappresentazione corticale di quell'informazione.
Lo stimolo sensoriale viene trasdotto in attività neurale dai recettori e inviato alle
regioni sottocorticali e corticali del cervello per essere elaborato. Lo stimolo non è l'unico
fattore che contribuisce al prodotto finale. Ciascun livello di elaborazione, inclusi i sistemi
attentivi, mnemonici ed emozionali, contribuisce alla sua creazione. La maggior parte
della stimolazione sensoriale non raggiunge il livello della coscienza.
Somiglianze connettive
I segnali sensoriali provenienti dal sistema visivo, uditivo, somatosensoriale e
gustativo effettuano sinapsi entro il talamo prima di proiettare verso le specifiche regioni
della corteccia.
La via visiva passa attraverso il nucleo genicolato laterale LGN.
Il sistema uditivo attraverso il nucleo genicolato mediale MGN
La via somatica attraverso il complesso nucleare ventrale posteriore.
La via gustativa attraverso il nucleo ventrale posteromediale.
LA PERCEZIONE UDITIVA
Le onde sonore sono costituite da modificazioni pressorie che viaggiano nell’aria o
nell’acqua. Tono puro caratterizzato da una frequenza in Hz che definisce l’altezza del
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suono (cioè se è acuto o grave). Un’ intensità misurata in bB, che dipende dalla pressione
con cui il suono arriva sulla membrana timpanica.
Intensità del suono percepibile dall’uomo: 120 dB. È molto forte, associato al dolore
e danneggiamento della coclea e delle cellule sensoriali -> sordità.
100
alquanto ampie. La selettività dei singoli neuroni diventa più netta man mano che ci si
muove nel sistema uditivo.
Mentre A1 risulta organizzata tonotopicamente, a livello macroscopico, a un livello
più fine di risoluzione l'organizzazione potrebbe essere molto più caotica. A questo livello,
le cellule adiacenti mostrano frequentemente selettività molto differenti.
8. PERCEZIONE VISIVA
I segnali stimolano i fotorecettori con preferenze diverse. 260 milioni di fibre.
I bastoncelli sono molto sensibili alla luce e richiedono più tempo di attivazione
rispetto ai coni. I coni usano il sistema parvocellulare, mente i bastoncelli usano il sistema
magnocellulare (posizione degli oggetti nello spazio).
102
Prima di entrare nel
cervello, ciascun nervo
ottico si divide in due parti.
Il ramo laterale continua
attraverso il lato ipsilaterale,
mentre il ramo nasale
decussa e proietta al lato
controlaterale. Punto di
incontro si chiama chiasma
ottico. L'informazione visiva
da ciascun lato dello spazio
esterno viene proiettata alle
strutture cerebrali
controlaterali. A causa della
curvatura della retina, la
metà temporale della retina
destra viene stimolata dagli
oggetti nel campo visivo
sinistro. L'emiretina nasale dell'occhio sinistro viene stimolata dalla stessa regione dello
spazio esterno. Tutta l'informazione dal campo visivo sinistro viene proiettata all'emisfero
destro, e l'informazione del campo visivo destro viene proiettata all'emisfero sinistro.
Ciascun nervo ottico si divide in diverse vie che differiscono rispetto alla zona in cui
terminano nella sottocorteccia.
La via retinogenicolata contiene più del 90% degli assoni del nervo ottico, è la
proiezione della retina al nucleo genicolato laterale (LGN) del talamo.
103
Il collicolo superiore e il nucleo del pulvinar giocano un ruolo importante nell'
attenzione visiva.
La proiezione finale alla corteccia visiva avviene attraverso la via genicolocorticale.
Questo gruppo di assoni fuoriesce dal LGN e sale verso la corteccia, quasi tutte le fibre
terminano nella corteccia visiva primaria
V1. Quindi, l'informazione visiva che
raggiunge la corteccia è stata elaborata
da almeno quattro neuroni diversi: i
fotorecettori, le cellule bipolari, le cellule
gangliari e le cellule del LGN.
L'informazione visiva continua a essere
elaborata man mano che passa
attraverso le vie visive di ordine
superiore nella corteccia.
Mappe retinotopiche
La luce riflessa dagli oggetti che si
trovano alla destra dello sguardo di
qualcuno attiverà i fotorecettori del lato
mediale, o nasale, della retina destra e il
lato laterale, o temporale, della retina
sinistra. Man mano che questa
informazione viene proiettata a monte
lungo il nervo ottico, la connessione
diretta tra attività neurale e spazio viene
perduta. Molti neuroni visivi rispondono
solo quando uno stimolo viene
presentato in una regione specifica dello
spazio, o quello che viene definito campo recettivo del neurone. Inoltre, vi è una relazione
coordinata tra i campi recettivi di cellule vicine. I campi recettivi delle cellule formano una
mappa ordinata tra l'attributo esterno e la rappresentazione neurale di quell'attributo.
Queste rappresentazioni topografiche vengono chiamate mappe retinotopiche. Una
mappa retinotopica intera contiene una rappresentazione dell'intero emicampo
controlaterale.
I campi recettivi diventano più larghi lungo il sistema visivo. Le cellule del LGN
possiedono campi recettivi che rispondono solo se lo stimolo cade entro una regione
dello spazio molto limitato, circa un grado di angolo visivo. Le cellule in V1 hanno campi
recettivi leggermente più ampi e questo processo di ingrandimento continua lungo il
sistema visivo.
104
La corteccia striata o V1 costituisce l'iniziale regione di proiezioni degli assoni
genicolati. Nonostante altre aree siano denominate V2, V3 e V4, non si deve assumere
che tale numerazione implichi che le sinapsi procedono in sequenza da un'area all'altra.
Le connessioni tra molte aree sono reciproche; le aree frequentemente ricevono input da
un'area alla quale inviano proiezioni.
La parte esterna della V1 riceve l’input dalla fovea; mentre la parte laterale della V1
riceve dalla periferia dei campi visivi.
Preferenze delle aree visive:
V1 = l’orientamento spaziale e frequenza spaziale.
V2 = regione associativa. Apprezza elementi locali della forma.
V3 e V4 = colore
V5 (MT) = movimento e stereopsia (cellule magnocellulari)
L’emicampo inferiore sinistro stimola la parte superiore destra di V1. Ogni cellula
della regione visiva si trova sullo stesso posto in ogni area visiva cerebrale.
106
lungo il sistema visivo, aree diverse elaborano l'informazione iniziale in V1 e cominciano a
integrare queste informazioni relative ai diversi attributi, per formare percetti
riconoscibili.
Colore e Movimento
Funzioni specializzate delle aree visive delle scimmie
Nell'area MT (V5) i neuroni non mostrano specifici riferimenti al colore dello stimolo.
I neuroni MT sono molto sensibili al movimento e alla direzione. L'attività cellulare è
correlata con due attributi dello stimolo. In primo luogo, la cellula è attiva soltanto
quando lo stimolo ricade all'interno del suo campo recettivo. In secondo luogo, la risposta
cellulare è massima quando lo stimolo si muove in una particolare direzione. L'attività
delle cellule dell'aria MT e correlata anche con la velocità del movimento.
107
L’effetto della saturazione del colore: 1) Si alternano due colori saturi (rosso vs.
verde). La sensazione illusoria = attivazione di V4 (base biologica).
Illusione
Per esempio se osserviamo un disco colorato che cambia colore ogni secondo da
rosso a verde, non abbiamo problemi nel vedere i due colori in successione. Se lo stesso
schermo oscilla tra due colori 25 volte al secondo (25Hz) il percetto è allora un unico disco
colore. Questo fenomeno è conosciuto come funzione del lampeggio intermittente o
flicker fusion. Sono state confrontate le risposte BOLD della fMRI per le aree visive V1, V4
e VO:
V1: 5 Hz corrispondente in termini percettivi a due colori
V4: 30Hz corrispondente a un unico colore
VO: sottosoglia a 5Hz percettivamente indistinguibile dall'intermittenza a 30Hz
In uno studio correlato i partecipanti erano chiamati a decidere in quale dei due
modi fosse orientato uno stimolo. Quando viene mostrato loro uno stimolo appena un
ventesimo di secondo, le persone possono identificare il suo orientamento con un alto
livello di accuratezza. Se tuttavia lo stimolo è presentato ancora più rapidamente, ed è
preceduto e seguito da una maschera costituita da
un reticolato di linee nere, la prestazione si riduce a
livelli casuali. L'attività in V1 poteva distinguere quale
stimolo fosse stato presentato - un effetto che
andava perduto in V2 E V3.
Le nostre regioni sensoriali primarie forniscono
una rappresentazione che è strettamente legata
allo stimolo fisico, e la nostra esperienza percettiva
dipende maggiormente dalle attività delle regioni
sensoriali secondarie e associative. L'assenza di
un'esperienza percettiva era associata all'assenza
di una’attività rilevabile nelle regioni secondarie.
108
Pattern in movimento producono una forte risposta emodinamica in V5. Così
succede anche nel caso di un movimento illusorio. Questa attivazione e selettiva: durante
il movimento illusorio, in V1 questa non aumenta.
Sensazione di movimento: sull’immagine sono presenti tutte le direzioni possibili e
quindi le cellule percettive vengono sovraccaricate -> percezione illusoria di movimento.
Vengono stimolate in modo molto intenso tutte le direzioni e le frequenze su V4.
L’illusione è presente anche nei gatti.
109
La percezione di movimento viene meno se si aggiunge il colore.
Per quale motivo le persone con la V1 più grande mostrano un'illusione più piccola?
Con un'ampia corteccia visiva ogni regione dello spazio sia rappresentata meglio. Una
conseguenza di ciò è che sia meno probabile che ogni regione dello spazio venga
influenzata dalle regioni dello spazio vicine. La percezione quindi è nell'anatomia
celebrare dell'osservatore.
110
rimangono intatti, la persona affetta da acromatopsia conserva la capacità di vedere e
riconoscere gli oggetti del mondo.
L'acromatopsia è associata a lesioni che comprendono V4 e una regione anteriore di
V4. I neuroni sensibili ai colori sono anche selettivi per orientamento; per questo, molti
pazienti con acromatopsia hanno difficoltà nella percezione della forma.
111
sul colore come un auto per definire i margini che separano gli oggetti del nostro
ambiente visivo.
Rivalità binoculare
112
Tipicamente se le informazioni che provengono dai 2 occhi sono discordanti le due
immagini vengono fusi tra di loro. Se le due immagini sono molto diverse tra di loro, il
cervello disattiva una di esse per un certo tempo e preferisce l’altra. Poi cambia.
Meccanismo per cui si alterna la percezione: rivalità binoculare.
Faccia = attivazione di regione fusiforme per le facce.
Casa = attivazione di regione paraippocampale per i posti.
La nostra percezione non è facilmente rintracciabile perché abbiamo dei rilevatori molto
oggettivi.
113
rifletta l'esistenza di due sistemi: uno dedicato al orientamento spaziale e l'altro
all'identificazione degli oggetti.
Dove avviene?
114
Le regioni cerebrali che contengono neuroni che rispondono a più di un senso sono
descritte come multisensoriali. L'integrazione multisensoriale si verifica in molte regioni
differenti dal cervello, sia corticali sia sottocorticali.
Negli studi sugli animali, i metodi neurofisiologici sono stati particolarmente utili:
una volta che l'elettrodo è stato posizionato in una regione cerebrale, all'animale può
essere presentata una gamma di stimoli per vedere se, e da cosa, tale regione sia attivata.
Elaborazione corticale
Il solco temporale superiore (STS) è caratterizzato da connessioni sia provenienti da
diverse cortecce sensoriali sia dirette verso di esse. Nel STS cellule rispondono a stimoli
visivi, uditivi e somatosensoriali.
Il STS dell'emisfero sinistro è attivo quando le persone sono attivamente impegnate
nella lettura delle labbra, ma non quando i suoni non corrispondono ai movimenti delle
labbra. Altre regioni cerebrali che mostrano effetti di integrazione sensoriale simili
comprendono diverse regioni del lobo parietale e occipitale, come l'ippocampo.
Quali aree sensoriali precoci possono interagire per sostenere integrazione
multisensoriale?
A livelli sottosoglia i partecipanti percepivano fosfeni quando era presente lo stimolo
uditivo, ma non quando l'impulso TMS veniva presentato da solo. Gli stimoli uditivi e visivi
possono rafforzare la percezione in un'altra modalità sensoriale.
115
primarie e secondarie. Oppure, le proiezioni potrebbero essere indirizzate verso zone di
convergenza multisensoriale della corteccia, che nei modelli più tradizionali delle funzioni
sensoriali sono state denominate aree di associazione sensoriali.
Errore
nell'elaborazione multimodale: la sinestesia
Fenomeno, nel quale i sensi sono mescolati, è noto come sinestesia. La sinestesia è
caratterizzata da un'unione idiosincratica tra le modalità sensoriali. Le parole con il gusto
sono una forma estremamente rara e di sinestesia. Le più comuni sono le sinestesie nelle
quali le persone sentono le parole o la musica come colori, o vedono lettere acromatiche
come se fossero colorate.
La sinestesia tende a essere ricorrente nelle famiglie, indicando, così, che almeno
alcune forme abbiano una base genetica.
La sinestesia dei grafemi colorati è la forma di sinestesia più studiata, nella quale
lettere bianche o nere o numeri sono percepiti in vari colori. La comparsa del colore è una
caratteristica di molte forme di sinestesia.
Le associazioni sono idiosincratiche per ogni sinesteta. Nonostante le associazioni
sinestetiche non siano coerenti tra individui, esse sono costanti nel corso del tempo per
un individuo. Un sinesteta che riferisce di vedere la lettera B come rossa quando viene
esaminato la prima volta in laboratorio avrà lo stesso perfetto ridestato alcuni mesi dopo.
Nella variante sinestetica il compito di Stroop con un sinesteta dei grafemi a colori,
gli stimoli sono lettere e la manipolazione chiave è che i colori e delle lettere siano
congruenti o incongruenti con la gamma sinestetica del soggetto. I sinesteti sono veloci
nel denominare i colori delle lettere quando i colori reali corrispondono ai colori coerenti
per la particolare lettera. Le persone che non hanno la sinestesia, non mostrano questo
effetto.
116
Studi di imaging cerebrale mostrano che l’esperienza multisensoriale della sinestesia
deriva ed è manifestata a vari stadi lungo la via visiva.
I sinesteti mostravano un aumento dell'attivazione di V4, simile a quella che
abbiamo visto in altri studi sulla percezione illusoria dei colori, e nel STS, una delle regioni
cerebrali associate alla percezione multisensoriale. Altri studi hanno mostrato il
reclutamento del giro linguale mediale sinistro (un'area di ordine superiore di
elaborazione del colore, coinvolta precedentemente nella conoscenza dei colori).
I sinesteti hanno maggiori connessioni dei non sinesteti tra le regioni sensoriali.
Hanno una maggiore diffusione anisotropica, che funge da marcatore della maggiore
grandezza dei tratti di sostanza bianca nella corteccia temporale inferiore destra, nella
corteccia parietale sinistra e, bilateralmente, nella corteccia frontale. Inoltre i ricercatori
trovarono differenze individuali nelle entità della connettività della corteccia temporale
inferiore che differenziavano tra sottotipi di sinesteti.
La sinestesia dipende da 5 possibili fattori:
1) Persone più creative
2) Vicinanza tra regioni anatomiche che elaborano le informazioni diverse ->
associazioni multimodali.
3) Al livello talamico c’è una convergenza tra le informazioni (input).
4) Regioni anche lontane sono connesse. Importanza di una maggiore connettività.
5) Presenza di neuroni multimodali.
Riorganizzazione percettiva
Quando una persona è non vedente, cosa succede in queste regioni del cervello che
sono solitamente usate per la percezione visiva?
Si verificha un notevole grado di riorganizzazione funzionale. Per i partecipanti
vedenti, fu trovato un calo significativo dell'attivazione nella corteccia visiva primaria
durante i compiti di discriminazione tattile. Analoghe riduzioni nella corteccia uditiva e
somatosensoriale si verificavano durante i compiti visivi. Quindi, quando la tensione era
diretta verso una modalità, l'attivazione diminuisce in altri sistemi sensoriali. Nei
partecipanti non vedenti, tuttavia, l'attivazione della corteccia visiva primaria aumentava
durante i compiti di discriminazione, ma solo quando utilizzavano attivamente le
informazioni tattili. Anche partecipanti che avevano perso le facoltà visive nella prima
infanzia, mostravano lo stesso reclutamento della corteccia visiva quando eseguivano il
compito di discriminazione tattile.
Per un non vedente l'attivazione della corteccia visiva primaria e secondaria
aumentava durante la lettura del Braile rispetto alla condizione di riposo, ma solo nei
partecipanti non vedenti.
Il tessuto, che durante il normale sviluppo diverrà sensibile al input visivi, può essere
sfruttato in un modo totalmente differente quando il contesto ambientale è cambiato.
Dopo una perdita delle facoltà visive periferiche, si verificha una massiccia
riorganizzazione delle connessioni sottocorticali. La corteccia deprivata da sensazioni
117
viene a essere controllata da altre regioni della corteccia, forse tramite proiezioni a ritroso
aventi origine in aree corticali associative polimodali.
Effetti della plasticità corticale che si verifica quando volontari vedenti sono deprivati
dalle informazioni visive per un lungo periodo: partecipanti rimasero bendati per 5 giorni
e furono sottoposti a un addestramento intensivo su Braile. Un gruppo di controllo
corrispondente era stato sottoposto allo stesso addestramento, ma senza essere bendato.
Al termine dell'addestramento i partecipanti bendati potevano discriminare le lettere in
braille in modo migliore dei partecipanti non bendati. Quelli che indossarono la benda
erano anche più bravi in altri compiti di discriminazione tattile. Inoltre, i test fMRI di
questi partecipanti mostravano un attivazione nella corteccia visiva durante la
stimolazione tattile dei polpastrelli di destra e sinistra, anche con stimoli per cui ci si
aspetterebbe che generano immagini visive.
Quando il sistema visivo adulto è deprivato di un normale input, questo si riorganizza
rapidamente per diventare più efficiente nell'elaborazione dell'informazione dagli altri
sensi.
La sensibilità aumenta perché una maggiore estensione dei tessuti corticali viene
abilitata alla rappresentazione di informazioni non visive.
118
9. RICONOSCIMENTO DEGLI
OGGETTI
Il paziente G.S: le informazioni sensoriali entravano normalmente nel suo sistema
visivo e le informazioni sulle componenti di un oggetto nel suo campo visivo venivano
elaborate. Era in grado di differenziare e identificare i colori, le line e le figure. Sapeva il
nome degli oggetti e a cosa servissero. Nonostante il suo sistema visivo percepisse le
parti, e lui comprendesse la funzione dell'oggetto che stava guardando, non riusciva a
mettere assieme tutte le informazioni necessarie per riconoscere l'oggetto.
119
percetto significativo, ma il paziente non è in grado di legare quel percetto alla memoria
sulla funzione o sulle proprietà dell'oggetto.
120
specializzate nell'elaborazione dei pattern uditivi, mentre le regioni posteriori sono
specializzate nell’identificazione della posizione spaziale di un suono.
121
l'oggetto è familiare, le persone lo riconosceranno come tale; se è nuovo per noi,
possiamo confrontarle il percetto con le rappresentazioni di oggetti di forma simile,
immagazzinate nella nostra memoria. Forma, colore.
Porta le informazioni da V1 a TE:
- Aumenta campo recettivo
- Aumenta complessità degli stimoli percepiti
- Diminuisce sensibilità a: grandezza, posizione, orientamento, luminosità
Le cellule della via ventrale stabiliscono la costanza o la diversità dell’oggetto.
Preferenza per gli stimoli complessi: diverse regioni mostrano diversa sensibilità a
seconda della prospettiva in cui viene presentato l’oggetto.
122
VWFA: visual word form area – giro fusiforme ES
PPA: parahippocampal place area
Il sistema del "dove" (dorsale) sembra essere essenziale anche per altre
funzioni, oltre che per determinare la posizione degli oggetti; esso infatti ha un ruolo
critico anche nel giudicare la nostra interazione con tali oggetti. Il sistema visivo dorsale
fornisce un forte input ai sistemi motori per la computazione del corretto programma di
un movimento. Spazio, movimento, stereopsia.
Codifica aspetti spaziali. Nella regione finale contiene i neuroni VIP, LIP, AIP.
Neuroni LIP: Solco intraparietale laterale
1) Rispondono quando uno stimolo visivo compare all’interno del loro campo
recettivo;
2) La risposta aumenta quando la posizione spaziale dello stimolo coincide con il
focus attentivo;
3) Codifica spaziale mnemonica in assenza di stimolazione.
Rimappano l’informazione visiva in relazione al movimento degli occhi. Tutti si
basa sul meccanismo: quando il collicolo viene stimolato con la luce, manda una
coppia dello stimolo ai neuroni LIP. Essi ricevono la copia dell’informazione motoria
dal collicolo e forniscono rappresentazione. Sono neuroni attentivi. Quando
prestiamo attenzione, questi neuroni sparano di più. Rispondono anche in assenza di
luce, codificano la posizione dell’oggetto nello spazio sulla base dell’informazione
motoria dello spostamento degli occhi.
Neuroni AIP: neuroni-specchio, codificano come muovere la mano in base all’oggetto.
Sono visuomotori. Rispondono quando compiamo un gesto in base alla forma
dell’oggetto. Come si utilizzano le varie strumenti. Rappresentano gli schemi di
attività motorie per usare diversi strumenti speficifi.
Neuroni VIP: Solco intraparietale ventrale
Neuroni visivi e somatosensoriali che si basano sull’informazione tattile. Quando
viene stimolata tattilmente la parte del corpo che corrisponde esattamente allo
stimolo visivo. Questa corrispondenza serve per evitare gli ostacoli e i pericoli di
fronte a noi anche in un ambiente buoi. La navigazione spaziali in interazione con
l’ambiente.
Sia la parte mediale sia quella laterale della via ventrale siano necessarie per il
riconoscimento degli oggetti o, forse, che la diffusa patologia associata avvelenamento da
monossido di carbonio in D.F abbia influenzato anche le funzioni della OTC mediale.
La specializzazione emisferica
A prescindere dall’emicampo: giro fusiforme sinistro = analisi ortografica. Giro
fusiforme destro = riconoscimento delle facce.
123
V4 = spezializzazione per il colore, spirali. Risponde sulla base dell’emicampo di
stimolazione.
Il giro fusiforme non solo riconosce i volti, ma preferisce gli immagini canoniche delle
facce (giuste). Questi neuroni riconoscono lo schema del volto (anche nei bambini)
Regione occipitale per le facce: dettagli, caratteristiche fisiche, prospettiva delle facce.
Giro fusiforme delle facce: globalità; reagisce alla differenza nell’identità dei volti.
Vanno ad attivare la Cortex temporale anteriore -> informazioni biografiche delle
persone riconosciute dal giro fusiforme.
I pazienti che soffrono di atassia ottica sono in grado di riconoscere gli oggetti, ma
non di usare le informazioni visiva per guidare le loro azioni. I loro movimenti oculari
mostrano un'analoga perdita di conoscenza spaziale. Le Saccardo possono essere
indirizzati in modo improprio tanto da non riuscire a portare l'oggetto all'interno della
fovea. Questi pazienti sono in grado di riferire a orientamento di una fessura che
percepiscono visivamente, anche se sono incapaci di utilizzare questa informazione
quando inseriscono un oggetto in questa fessura. Atassia ottica si associa a lesioni della
corteccia parietale.
L'attivazione della regione parietale dorsale era diretta dalla posizione della mano.
Quando si vedeva una mano destra che raggiungeva con oggetto nel campo visivo
sinistro, l'attivazione era più forte nella regione parietale sinistra. In contrasto,
l'attivazione della corteccia occipito temporale ventrale era correlata con la posizione
dell'oggetto.
Le due vie, dorsale e ventrale, non sono completamente isolate tra loro. I processi di
elaborazione all'interno del lobo parietale hanno un ruolo critico anche nell'attenzione
selettiva, ovvero nella maggiore intensità di elaborazione delle informazioni in certe
posizioni piuttosto che altri. Inoltre le informazioni spaziali possono essere utile anche per
risolvere problemi relativi al "cosa". Per esempio, gli indizi di profondità ci aiutano a
distinguere i diversi oggetti che compongono una scena complessa.
I neuroni del lobo parietale hanno larghi campi recettivi e non selettivi che includono
cellule che rappresentano sia la fovea sia la periferia. I neuroni nel lobo temporale hanno
ampi campi recettivi che sono molto più selettivi e rappresentano sempre l'informazione
foveale.
Agnosia visiva: i pazienti con lesioni selettive nella via ventrale sono affetti da gravi
problemi nell'identificazione cosciente degli oggetti; tuttavia possono utilizzare le
informazioni visive per guidare il movimento coordinato.
Atassia ottica: è associata a lesione della corteccia parietale. Pazienti affetti da
atassia ottica possono riconoscere gli oggetti ma non possono utilizzare le informazioni
visiva per guidare l'azione.
124
Problemi computazionali del riconoscimento degli oggetti
La percezione degli oggetti dipende principalmente dall'analisi della forma dello
stimolo visivo, benché alla percezione normale contribuiscono certamente anche altri
indizi quali il colore, la tessitura e il movimento.
Il riconoscimento dell'oggetto deriva dalla nostra abilità percettiva di abbinare
l'analisi della forma e delle caratteristiche esteriori, indipendentemente dagli indizi di
colore, tessitura e movimento.
125
esperimenti con oggetti insoliti, un approccio che riduce al minimo il contributo delle
esperienze precedenti e il ricorso a strategie verbale dei partecipanti. Il tempo necessario
per decidere se due oggetti siano uguali o diversi aumenta al crescere della divergenza tra
i punti di osservazione.
Secondo un approccio alternativo, il riconoscimento avviene nell'ambito di uno
schema di riferimento veduta-indipendente. Il sistema percettivo estrae alle informazioni
strutturali relative alle componenti di un oggetto e le relazioni tra queste componenti. La
chiave per un riconoscimento efficiente e che le proprietà critiche rimangono
indipendenti dal punto di osservazione, le proprietà potrebbero essere rappresentate da
caratteristiche quali la forma allungata lungo l'asse longitudinale, in combinazione con
una forma simile a un bastone, più breve, che fuoriesce da un'estremità.
Cervello può utilizzare operazioni sia veduta-dipendenti sia venduta-indipendenti.
Quando uno stimolo viene ripetuto, la risposta è dipendente dal livello di ossigeno
ematico BOLD è minore della seconda presentazione in confronto alla prima. Viene
ipotizzato che questo effetto di soppressione da ripetizione indichi un aumento
dell'efficienza neurale: la risposta neurale allo stimolo è più efficiente e forse più veloce
quando il pattern è stato recentemente attivato.
Effetto di soppressione: corteccia occipitale ventrale sinistra - veduta indipendente.
Corteccia occipitale ventrale desta corteccia occipitale ventrale destra - veduta
dipendente (diminuisce solo se l'oggetto compare nella stessa posizione).
Un effetto di soppressione da ripetizione nella corteccia occipitale ventrale sinistra,
indipendentemente dal fatto che l'oggetto fosse mostrato dallo stesso o da un diverso
punto di vista virgola in modo coerente con una rappresentazione veduta indipendente.
L'attivazione della corteccia occipitale ventrale destra e diminuiva solo quando la seconda
presentazione consisteva nel punto di vista originale, coerente con una rappresentazione
veduta dipendente.
127
2. L'ipotesi delle cellule della nonna non riesce a fornire una spiegazione adeguata e
di come sia possibile percepire gli oggetti inusuali.
3. La teoria gnostica non riesce a fornire una spiegazione del modo in cui la cellula
della nonna dovrebbe adattarsi ai cambiamenti della donna nel corso del tempo.
Un'ipotesi alternativa alle cellule della nonna presuppone che il riconoscimento degli
oggetti sia il risultato dell'attività di elementi rivelatori di caratteristiche complesse. La
nonnina, quindi, e viene riconosciuto quanto alcuni di questi neuroni d'origine superiore
sono attivati. Alcune delle cellule rispondono alla sua figura, altre al colore dei suoi capelli
e altri ancora ai tratti del suo viso. Secondo questa ipotesi, che chiama in causa un
insieme di neuroni, il riconoscimento non è dovuto all'attività di una singola unità, ma
all'attivazione collettivo di un gruppo di unità. Le teorie dell'insieme sono prontamente in
grado di spiegare perché possiamo riconoscere le similarità tra gli oggetti e possiamo
confondere un oggetto simile dal punto di vista visivo con un altro: entrambi gli oggetti
attivano molti degli stessi neuroni. Anche se la perdita di alcune unità danneggiata la
nostra capacità di riconoscere un oggetto, le restanti unità potrebbero comunque essere
sufficienti al riconoscimento. Le teorie dell'insieme spiegano anche la nostra capacità di
riconoscere oggetti insoliti. Tali oggetti, infatti, possono presentare alcune analogie con
cose che già conosciamo.
Alcuni risultati emersi da studio condotti su cellule singole del lobo temporale vanno
a favore delle teorie della codifica di insieme. La selettività di questi neuroni è quasi
sempre relativa, e non assoluta. Le cellule della corteccia temporale inferiore rispondono
in maniera preferenziale a certi stimoli piuttosto che ad altri, ma sono attivate anche da
stimoli visivi simili.
128
concetto che i problemi di riconoscimento degli oggetti possono insorgere a diversi livelli
di elaborazione.
Agnosia appercettiva
Lesione della corteccia posteriore parietale destra. Deficit al livello della via ventrale.
- Il paziente non riesce ad estrarre una figura dallo sfondo
- Non estrae la forma globale degli oggetti.
- Difficoltà a riconoscere la figura umana che non contrasto con lo sfondo (Monet
vs. Picasso).
- Incapacità di riconoscere una forma degli oggetti, ma il paziente può comunque
interagire correttamente col oggetto.
Test diagnostici:
1) Figure degradate o incomplete (ED è coinvolto nel riconoscimento globale della forma)
2) Test della Prospettiva insolita
I pazienti hanno difficoltà a riconoscere se c’è un danno posteriore destro.
Non riconoscono gli oggetti basandosi solo sulla forma delle loro ambre.
129
Nonostante i partecipanti normali non avessero commesso errori, o soltanto poche, i
pazienti con lesioni alla corteccia posteriore destra avevano difficoltà a inserire gli oggetti
fotografati dalla prospettiva insolita.
Il segno caratteristico dei sistemi percettivi umani e quello per cui da un'infinità di
insieme di percetti estraiamo rapidamente le caratteristiche critiche che ci consentono di
identificare gli oggetti. Il cervello è progettato per superare la variabilità dell'input
sensoriale in modo da riconoscere sia le similarità sia le differenze tra i diversi input. La
capacità di raggiungere la costanza dell'oggetto è compromessa nei pazienti con agnosia
appercettiva. La scoperta che queste tipologie di disturbo sono più comune nei pazienti
con lesioni dell'emisfero destro suggerisce che questo emisfero sia essenziale per le
operazioni richieste per raggiungere la costanza dell'oggetto.
Agnosia associativa
Lesione alla corteccia parietale posteriore sinistra.
Perdita del legame tra immagine visiva dell’oggetto e proprietà dello stesso (nome,
funzione, ecc)
1) Il paziente riconosce l’oggetto nella modalità tattile
2) Non lo riconosce visivamente
3) sa copiare bene degli oggetti designati, senza comprendere il significato
A differenza dalla demeza, l’agnosia associativa è sensori-specifica (in questo caso
solo visiva)
130
Un paziente affetto da agnosia associativa è in grado di percepire gli oggetti tramite il
suo sistema visivo, tuttavia non è in grado di comprenderne e il significato o di
assegnargline uno. Quando li furono presentati gli assegni con tornati lineare di oggetti
comuni fu in grado di dire il nome o di descrivere la funzione soltanto della metà di essi.
Quando gli furono mostrate immagini di animali, raffigurati in modo da essere delle stesse
dimensioni, quali un topo e un cane, e gli fu chiesto di additare il più grande, la sua
prestazione fu a malapena superiore a una risposta del tutto casuale. Se i nomi dei 2
animali venivano dette a voce alta, F.R.A era in grado di eseguire il compito alla
perfezione. Problemi di riconoscimento riflettevano un'incapacità di accedere a quella
conoscenza della modalità visiva. Agnosia associativa è riservata ai pazienti che derivano
rappresentazioni visive normali, ma non sono in grado di usare questa informazione per
riconoscere le cose.
"Test di abbinamento in base alla funzione" si mostrano ai
partecipanti tre immagini di oggetti, quindi si chiede loro di
indicare i due che sono simili dal punto di vista funzionale. Il
test di abbinamento in base alla funzione richiede ai
partecipanti di comprendere il significato degli oggetti,
indipendentemente dalla loro apparenza.
I pazienti con lesioni posteriori, nell'emisfero destro come
nel sinistro, hanno difficoltà ad eseguire questo compito. I
cerebrolesi destri non riescono a eseguire il compito perché
ormai incapaci di riconoscere molti oggetti, in particolare quelli
presentati in modo non convenzionale. Ciò consiste nel agnosia
appercettiva. I pazienti con lesioni al emisfero sinistro, invece,
non sono in grado di operare il collegamento funzionale tra i
due precetti visivi. Non hanno accesso alle rappresentazioni
semantiche necessarie per effettuare l'associazione funzionale
che collega l'ombrello aperto a quello che uso. Ciò consiste
d'agnosia associativa.
Agnosia integrativa
Lesione bilaterale occipito-temporale
Le persone affette da agnosia integrativa sono incapaci di integrare le caratteristiche
in parti componenti o le parti di un oggetto in un intero consistente, incapaci di
raggruppare elementi simili. Invece di percepire un oggetto a colpo d'occhio, H.J.A faceva
affidamento su riconoscimento delle caratteristiche o delle parti salienti. E poi utilizzava la
rappresentazione di tali parti per identificare l'oggetto intero. Tale strategie incorrere in
problemi quando gli oggetti si sovrappongono, poiché l'osservatore non deve soltanto
identificare le parti, ma anche assegnare correttamente le parti agli oggetti.
La H.J.A non riusciva allegare queste parti in interi riconoscibili - la caratteristica che
definisce agnosia integrativa. Altri pazienti affetti da questa forma di agnosia sono
131
perfettamente in grado di copiare le immagini, ma non sono in grado di riferirvi cosa
rappresentano.
Tipicamente il riconoscimento degli oggetti richiede che le parti siano integrate in
oggetti interi. Nel riconoscimento degli oggetti, il tutto è realmente più della semplice
somma delle sue parti.
132
Gli studi di visualizzazione neurofunzionale su partecipanti Salani forniscono un
coerente sostegno per questa ipotesi. Quando persone guardano immagini di manufatti,
quali utensili, la corteccia premotoria ventrale, una regione associata alla pianificazione
delle azioni, risulta attivata.
Martha Farah e Jay McClelland (1991) si sono serviti di una serie di simulazione al
computer per verificare questi concetti. Il loro studio sì proponeva di mettere a confronto
due diversi modi di concettualizzare organizzazione della memoria semantica degli
oggetti. Alla memoria semantica si riferisce alla nostra conoscenza concettuale del
mondo, cioè ai fatti o alle proposizioni che derivano dalla nostra esperienza.
133
Dalle 80 unità semantiche, 60 erano visive è 20 erano funzionali. La nostra
conoscenza delle entità viventi molto più dipendente dalle informazioni visive di quanto
non lo sia la conoscenza dell'entità non viventi.
Le unità verbali e visive non erano collegati direttamente tra loro, ma potevano
interagire solo attraverso le connessioni col sistema semantico. La capacità del modello di
riconoscere le entità percettivi potè essere valutato stimando la probabilità che nomi e
immagini venissero associate correttamente.
Questo modello si rivelò estremamente adeguato. Dopo 40 prove di addestramento,
il suo funzionamento era perfetto riguarda sia agli stimoli viventi sia quelli non viventi. La
questione chiave era quanto efficacemente il modello avrebbe funzionato dopo aver
subito lesioni alla memoria semantica. Le lesioni consistono nella disattivazione di una
certa quota di unità semantiche. Lesioni selettive si al sistema semantico visiva sia a
quello funzionale chiederlo a deficit categoria-specifici. Quando il danno fu limitato alla
memoria semantica visiva, il modello mostrò difficoltà ad associare correttamente i nomi
e le immagini delle entità viventi. Invece, quando il danno fu limitato alla memoria
semantica funzionale, gli errori riguardavano soltanto da entità non viventi.
Questa modellizzazione sottolinea un punto importante: non c'è bisogno di
postulare che la nostra conoscenza delle entità percettive del mondo esterno sia
organizzata in categorie, come quelle delle entità eventi e entità non viventi. La
dissociazione vivente-non vivente può verificarsi anche quando il riconoscimento sia delle
entità viventi sia di quelle non viventi è operato dallo stesso sistema. La memoria
semantica sia organizzata in base alle proprietà che definiscono le entità percettive del
mondo esterno.
L'importanza della percezione dei volti è riflessa nella nostra straordinaria capacità di
rammentare i volti. Prosopagnosia è un deficit della capacità di riconoscere i volti. Come
in tutte le forme di agnosia visiva, nella prosopagnosia il deficit deve essere specifico per
134
la modalità sensoriale visiva. I pazienti affetti da questo disturbo sono in grado di
riconoscere una persona se ne odono la voce.
Le persone mostrano grosse differenze individuali nella loro capacità di riconoscere i
volti. Alcuni individui possono essere affetti da una prosopagnosia congenita cioè un
problema di tutta una vita nella percezione di volti.
Nella prosopagnosia congenita è stata identificata una componente familiare. Le
analisi genetiche suggeriscono che ha la prosopagnosia congenita possa implicare una
mutazione genica con un eredità autosomica dominante. Durante un periodo critico dello
sviluppo questo gene vengo espresso in modo anormale, risultando in un alterazione
dello sviluppo dei tratti di materia bianca via ventrale visiva.
136
competenza entro la FFA, il cervello mostra una forte preferenza per gli stimoli che
raffigurano volti.
137
perché sono incapace di formarsi nella rappresentazione olistica necessaria per la
rappresentazione dei volti.
La percezione dei volti richiede una rappresentazione che non consiste
semplicemente in una concatenazione di singole parti.
La percezione delle case non dipendeva dal fatto che gli item del test venissero
presentati solarmente o come un intero oggetto; tuttavia, la percezione dei volti ne era,
invece, dipendente. I partecipanti identificavano molto meglio una singola caratteristica
facciale di una persona quando quella caratteristica veniva mostrata in congiunzione con
altre parti del volto della persona.(immagine del volto e della casa)
L'idea che i volti siano in generale elaborati olistica mente può spiegare un
interessante fenomeno che si verifica guardando volti invertiti.
138
olistico, il riconoscimento di un oggetto può ancora essere
possibile attraverso l'attività del sistema rimasto intatto. Per
queste ragioni, l'agnosia per gli oggetti può apparire in
associazione sia con la alessia sia con la prosopagnosia.
(Immagine del modello dei due processi di riconoscimento
per gli oggetti proposto)
Questi due sistemi di elaborazione convergono su uno
stesso percetto. La percezione dei volti è fondata
principalmente su un'analisi olistica dello stimolo.
Ciononostante, siamo spesso in grado di riconoscere
qualcuno dai suoi distintivi tratti del naso o degli occhi. In
modo simile, con la competenza, siamo in grado di
riconoscere le parole in modo olistico, con scarsa evidenza
di una dettagliata analisi delle parti. L'emisfero sinistro è più
efficiente nell'elaborazione analitica, mentre l'emisfero
destro è più efficiente nell'elaborazione olistica.
La alessia e la prosopagnosia concordano con queste ipotesi inerente il pattern di
lateralizzazione di lateralizzazione: lesioni all'emisfero destro sono associate alla
prosopagnosia, mentre quelle dell'emisfero sinistro lo sono all'alessia.
139
Le entità inanimate producono una più forte l'attivazione della regione mediale della
via ventrale (il giro fusiforme mediale, il giro linguale è la corteccia paraippocampale),
mentre le entità animate producono una più forte attivazione nelle regioni più laterali (il
giro fusiforme laterale è il giro temporale inferiore).
La corteccia visiva nei non vedenti congeniti viene reclutato durante l'elaborazione
verbale. In ciascuna prova i partecipanti udivano una parola, come scoiattolo. Venivano
poi presentate loro altri 5 parole della stessa categoria concettuale Venivano poi
presentate loro altri 5 parole della stessa categoria concettuale (tutti animali). Le regioni
che eseguivano preferenza categoriale durante il compito udito erano le stesse sia nel
gruppo dei vedenti sia in quello dei non vedenti. Queste regioni mostrarono una
differenza è simile per le entità animate e inanimate quando i partecipanti vedenti e
ripeterono il compito, questa volta, tuttavia, con immagini visive. Quindi, l'esperienza
visiva non è necessaria perché si sviluppi la specificità categoriale nell'ambito
dell'organizzazione della via ventrale. La differenza tra le entità inanimate e animate deve
riflettere qualcosa di più fondamentale di ciò che può essere fornito dall'esperienza visiva.
FFA: picco negativo dopo 170ms dalla presentazione della faccia. 170ms è il tempo
che impiega lo stimolo per arrivare al gero fusiforme.
Se il volto è neutro = risposta di una certa ampiezza. Le emozioni sulle facce
presentate aumentano l’ampiezza di questa risposta in FFA.
Anche il solco temporale superiore riconosce le emozioni.
140
Anche quando non vediamo chiaramente il volto (stimolo sottosoglia), l’amigdala
reagisce se il volto è impaurito e manda il segnale alla FFA. Anche quando il volto non è
visibile, STS risponde molto.
Amigdala = codifica sottocorticale automatica, non conscia. Risponde molto
fortemente quando è visibile l’espressione della faccia (se non è coperta dalla maschera).
Anche se è presente il body language specifico dell’emozione della paura, l’amigdala
risponde meglio se è presente anche l’espressione facciale. I pazienti con lesione
all’amigdala non riconoscono l’espressione della paura se il viso è nascosto, ma è presente
solo il body language.
Sia le persone non vedenti che vedenti avevano il segnale BOLD maggiore nella
regione occipitale laterale per gli animali.
Se avessimo un modello di codifica che riceve uno stimolo e predice il segnale BOLD
in ciascuno voxel potremmo invertire questa concezione e sviluppare un modello di
decodifica che utilizza il segnale bold come input per predire lo stimolo.
La validità e il valore predittivo delle mappe cerebrali del reale comportamento
umano non sono stati ancora accertati.
I pattern di attivazione fMRI siano simili si sa che le persone percepiscono gli oggetti
sia che li immaginano, anche se il livello di attività è molto più intenso nella condizione
della percezione.
141
Neurologi e neuroscienziati hanno, recentemente, iniziato a preoccuparsi del fatto
che alcuni pazienti che si pensa siano in stato vegetativo possano, in realtà, essere affetti
da una sindrome di disconnessione cerebro-medullo-spinale. I pazienti in questo stato
possono essere consapevoli del loro ambiente circostante, capire cosa viene detto loro,
ma non sono in grado di eseguire alcun movimento volontario. Alcuni movimenti molto
rudimentali possono persistere. Circa il 40% delle persone la cui diagnosi indica uno stato
vegetativo e in realtà, in quello che è definito uno stato di coscienza minimo, uno Stato
che è simile alla sindrome di disconnessione cerebro-medullo-spinale.
Pazienti in uno stato di coscienza e minimo mostrano le stesse attivazioni dei
controlli normali in risposta a stimoli dolorosi, mentre quelli realmente in stato vegetativo
non mostrano le stesse attivazioni diffuse.
La futura tecnologia può consentire a tali pazienti di comunicare pensando in modo
creativo. I metodi di codifica possono essere utilizzati per farsi idee sul livello di
comprensione di un paziente. L'attività bold era quasi indistinguibile da quella dei
volontari normali che eseguivano gli stessi compiti di maggiorazione.
54 pazienti con gravi lesioni cerebrali che erano o in uno stato di coscienza minima o
in uno stato vegetativo. Cinque di questi pazienti erano in grado di modulare la loro
attività cerebrale nello stesso modo in cui facevano i controlli normali quando
immaginavano un'abilità comportamentale, come giocare a tennis, o un compito spaziale,
come camminare in casa loro.
I decodificatori potrebbero consentire ai soldati di comunicare gli uni con gli altri, sul
campo, senza parlare.
142
10. L’ATTENZIONE
La cortex parietale è importanze nella prestazione dell’attenzione nella spazio (via
dorsale). Attenzione agli oggetti (via ventrale).
143
ma altamente specifiche. Questi meccanismi di controllo attentivo definiscono
specificamente gli stati dell'elaborazione dell' informazione, cioè, come si dice, dove la
selezione degli input (o degli output) si verifica - da cui consegue la definizione attenzione
selettiva.
L'anatomia dell'attenzione
Il nostro sistema di attenzione fa uso di
reti cerebrali sia corticali sia sottocorticali,
che interagiscono tra loro, che ci rendono
capaci di elaborare selettivamente le
informazioni.
Anche alle regioni sensoriali corticali sono coinvolte, perché attenzione influenza il
modo in cui l'informazione sensoriale viene lavorata nel cervello.
La Neuropsicologia dell'attenzione
Alcuni dei più noti disturbi di attenzione sono il risultato di disturbi dell' elaborazione
neurale nei sistemi attentivi cerebrali.
Il neglect spaziale unilaterale e la sindrome di Bálint sono il risultato di un danno
cerebrale focale che può essere mappato delle analisi post-mortem e con la
visualizzazione cerebrale negli esseri umani in vita.
144
Negligenza
Lato della lesione: destro; sinistro (1/286 pazienti)
Localizzazione: area parietale (lobulo parietale sinistro), ma anche lobo frontale,
talamo e gangli della base.
Decorso: la sintomatologia regredisce in maniera cospicua dopo alcuni giorni o
settimane.
Deficit premotori:
- Ipocinesia direzionale: riluttanza ad iniziare movimenti nello spazio
controlaterale;
- Bradicinesia: lentezza nell’esecuzione;
- Ipometria: insufficiente ampiezza.
145
è quello di osservare i pattern dei movimenti oculari nei pazienti affetti da questa
sindrome. Il paziente con negligenza mostra un pattern di movimenti oculari che tende
nella direzione del campo visivo destro, mentre i pazienti senza segni di negligenza
compiono la loro ricerca nell'interno assortimento, muovendo egualmente il loro occhi sia
sinistra sia a destra.
Quindi, la negligenza spaziale viene trovata sia per gli item della memoria visiva
durante la rievocazione di una cena conosciuta sia per quelli del mondo sensoriale
esterno. La negligenza dei pazienti non poteva essere attribuita al mancato ricordo di
queste scene, bensì rifletteva il fatto che è la tensione applicata alle parti delle immagini
richiamate dalla memoria era tendenzialmente pilotata.
146
Nei paziente i punti di riferimento spaziale possono essere diverse:
- Neglect che si basa sulle coordinate allocentriche (lo spazio intero si divide a
destra e a sinistra in base all’oggetto a cui si presta l’attenzione. Sistema centrata
sull’oggetto coinvolge la via ventrale);
- Neglect che si basa sulla linea verticale mediana in base al proprio corpo.
147
È importante realizzare che è possibile avere la meglio su queste tendenze pilotate
opposte ai lati controlesionali dello spazio e degli oggetti quando l'attenzione del paziente
viene diretta verso le regioni neglette in cui sono posizionati gli item presentati.
Sia la negligenza spaziale sia la sindrome di Balint includono gravi disturbi della
percezione. Comunque, i pattern dei deficit percettivi sono abbastanza diverse, perché in
ciascuno di questi due disturbi sono danneggiate aree diverse del cervello.
La negligenza spaziale risulta da lesioni unilaterale della corteccia parietale,
temporale posteriore e di quella frontale. Essa può anche essere dovuta a un danno delle
aree sottocorticali che includono i gangli della base, il talamo e il mesencefalo.
I pazienti affetti dalla sindrome di Balint soffrono di lesioni occipitoparietali
bilaterale.
La negligenza spaziale indica che il danno a una rete aree corticali e sottocorticali,
localizzate in particolare nell'emisfero destro, ha come risultato disturbi dell'attenzione
spaziale. La sindrome di Balint ci indica che il danno alle regioni posteriori parietale e
occipitale di entrambi gli emisferi porta a un incapacità di percepire molteplici oggetti
nello spazio, un processo necessario alla creazione di una scena visiva.
148
La negligenza spaziale può essere fondata sia sulle coordinate spaziali relative al
paziente (cornice di riferimento egocentrica) sia su un oggetto nello spazio (cornice di
riferimento allocentrica). L'attenzione può essere dirette sia nello spazio sia sugli oggetti.
Pazienti con il Sindrome di Balint, i quali mostrano una visione dei campi visivi
relativamente normale ma non sono in grado di prestare attenzione a più di un oggetto o
un certo numero di oggetti alla volta, anche quando esce sono specialmente sovrapposti.
Gli input sensoriali siano in competizione tra loro, poiché quando due stimoli presentati
simultaneamente competono per richiamo dell'attenzione, quello dell'emicampo
ipsilaterale vincerà la competizione e raggiungerà il livello di consapevolezza. L'estinzione
dimostra anche che, dopo un danno cerebrale, i pazienti esperiscono una ridotta capacità
attentiva.
I modelli dell'attenzione
Concetto si attenzione:
A. Alerting (orientamento esogeno, endogeno) Aumento di capacità elaborativa;
B. Arousal: attivazione cerebrale. Si caratterizza per l’oscillazione di EEG. A prescindere dal
livello di arousal possiamo prestare i due tipi di attenzione.
C. Attenzione selettiva. Filtro sensoriale (precoce, tardivo)
Nel modello di Broadbent, quindi, gli impulsi sensoriali che possono raggiungere i
livelli cerebrali superiori per essere elaborati devono subire una selezione, così che solo
gli eventi più importanti e, cioè, quelle su cui si è focalizzata l'attenzione, riescono a
passare. Il filtro poteva lasciar passare l'informazione considerata rilevante dai
150
meccanismi attentivi e bloccare un'informazione ignorata. Broadbent si espresse a favore
della selezione precoce nel flusso dell'elaborazione dell'informazione. La selezione
precoce rappresenta le idee che uno stimolo possa essere selezionato per essere
sottoposto a ulteriori elaborazioni, ho scartato, perché irrilevante, prima che è l'analisi
percettiva di questo stimolo venga completata.
Cherry osservò che, talvolta, nei suoi esperimenti sui cocktail party, un'informazione
saliente presentata all'orecchio ignorato veniva coscientemente percepita, per esempio,
quando in una conversazione era incluso il nome dell'ascoltatore o qualcosa di molto
interessante.
151
Processi automatici e controllati
Processi mentali automatici: preattentivi (bottom-up):
Non intenzionali
Non consapevoli processi paralleli
Non c’è interferenza con altri
Es: analisi visiva pre-attentiva, segregazione figura sfondo e pop-out, orientamento
automatico dell’attenzione verso stimoli nuovi o devianti.
Processi controllati: attentivi (top-down):
Attenzione volontaria
Calcolo a capacità limitata. Processi seriali
Procedure motorie complesse
Apprendimento
Indice ERP: P300
Il tempo che intercorre fra la presentazione del segnale che orienta la tensione e la
successiva presentazione del target può essere molto breve o durare un secondo o più.
Il valore predittivo del cue induce i partecipanti a orientare in modo non esplicito
l'attenzione internamente - verso la posizione del campo visivo suggerito dal cue.
152
I meccanismi neurali dell'attivazione e dalla selezione
percettiva
L'attenzione selettiva opera in tutte le modalità sensoriali. L'attenzione influenza
l'elaborazione precoce degli stimoli percettivi, ma non senza un percorso accidentato.
Sganciamento dell’attenzione
Allocazione
153
La maggior parte delle ricerche sull’attenzione spaziale fa uso del cosiddetto
“paradigma di Posner” che adotta situazioni di attenzione “trial by trial” con
orientamento automatico.
Quant’è grande è regione dello spazio visivo che riceve i binifici? Circa 1° di angolo
visivo.
Gradiente attentivo = il beneficio di focus attentivo che cade anche alle aree
circostanti al focus attentivo. Tanto più grande è il focus attentivo tanto più picoolo è il
beneficio.
I meccanismi neurali della attenzione selettiva visiva sono stati indagati utilizzando i
metodi dei paradigmi di cuing: ai partecipanti vengono impartite le istruzioni di prestare
attenzione in modo non esplicito a stimoli presentati in una posizione e di ignorare quelli
presentati in un'altra posizione mentre viene condotta la registrazione dei potenziali
correlati a eventi (ERP).
154
Guardando una tipica registrazione degli ERP
indotto da uno stimolo in un campo visivo, la prima
grossa onda ERP che si nota è una deflessione positiva
che ha inizio 60-70 ms e ha il suo picco a circa 100 ms
(P1 primo avvallamento) sulla corteccia occipitale
controlaterale. È seguita da un onda negativa che ha il
suo picco a 180 ms (N1). Quando uno stimolo visivo
appare in una posizione a cui il volontaria sta prestando
attenzione, la P1 ha un ampiezza maggiore di quando lo
stesso stimolo compare nella stessa posizione ma
l'attenzione del valutario è focalizzata altrove.
Il lavoro sulle aree visive della corteccia dorsale ha dimostrato effetti dell'attenzione
nelle aree dell'elaborazione del movimento MT (V5) e MST (area superiore temporale
mediale).
Sappiamo che l'attenzione spaziale influenza l'elaborazione degli input visivi. Gli
stimoli attese producono risposte neurali maggiori di quelle degli stimoli ignorati, e
questa differenza viene osservata in molteplici aree visive corticali. L'effetto
dell'attenzione spaziale è diverso nelle diverse aree visive.
La modulazione legata all'attenzione dell'attività in V1 sembra essere meno robusta
di quella della corteccia extrastriata.
Per un dato stimolo, l'attenzione spaziale opera diversamente agli stadi precoci (V1)
rispetto a quelli più tardivi (es:V4) della corteccia visiva. Questo perché i campi recettivi
neuronali sono di diversa grandezza nelle diverse aree visive corticali. Quindi, nonostante
stimoli più piccoli possono cadere nel campo recettivo di un singolo neurone di V1, stimoli
più grandi e non lo faranno; ma questi stimoli più grandi potrebbero cadere nel campo
recettivo più largo di un neurone in V4.
157
Effetti dell'attenzione sottocorticale
Massicce proiezioni neuronali si estendono a ritroso dalla corteccia visiva (dai
neuroni dello strato 6) al talamo. Queste proiezioni entrano in contatto sinaptico con i
neuroni del nucleo reticolare talamico (TRN).
Questi neuroni hanno interconnessioni complesse con quelli del relè talamici e
potrebbero, in linea di principio, modulare il flusso delle informazioni dal talamo alla
corteccia. Tale processo si verifica durante l'attenzione intermodale.
Quando l'attenzione delle scimmie era diretta sulla posizione dello stimolo che
cadeva nel campo recettivo del neurone del LGN, il tasso di scarica del neurone
aumentava. In aggiunta, però, il tasso di scarica dei neuroni circostanti del TRN diminuiva.
Questo accadeva perché i neuroni del TRN fanno sinapsi sui neuroni del LGN,
trasmettendo il segnale di natura inibitoria.
L'attenzione spaziale intensamente focalizzata può modulare l'attività agli stadi più
precoci del sistema visivo, nei nuclei di relè sottocorticali del talamo.
158
Gli effetti dell'attenzione riflessa possono essere dimostrati esaminando in che modo
un lampo di luce irrilevante ai fini del compito da eseguire in un punto qualsiasi del
campo visivo influenza la velocità delle risposte a stimoli-bersaglio rilevanti per il compito,
presentati e successivamente. Questo metodo è indicato con il termine di cuing riflesso, o
cuing esogeno.
Nonostante i cue non consentono di prevedere la posizione dei successivi target, le
risposte ai target che compaiono nelle vicinanze della posizione del lampo di luce sono
più veloci - ma solo per un breve intervallo di tempo dopo di esso, all'incirca di 50-200ms.
Essi, cioè, influenzando l'elaborazione solo in corrispondenza della posizione del cue
riflesso e in quelle circostanze adesso.
Quando tra il lampo di luce irrilevante ai fini del compito e la e la presentazione del
target trascorrono più di 300ms circa, il pattern degli effetti sul tempo di reazione risulta
invertito. I partecipanti rispondono più lentamente agli stimoli che compaiono nelle
vicinanze del punto in cui si è verificato il lampo di luce. Questo fenomeno è denominato
effetto inibitorio retroattivo o, più comunemente, inibizione di ritorno.
159
Queste stesse variazioni si verificano anche quando la nostra attenzione viene attratta in
modo riflesso su una posizione del campo visivo da un evento sensoriale.
L'onda P1 occipitale precoce era maggiore per i target che seguivano velocemente
un cue sensoriale nella stessa posizione rispetto alle prove in cui il cue sensoriale e il
target si verificano in posizioni diverse. Al crescere delle intervallo di tempo che seguiva la
presentazione del cue, comunque, questo effetto si divertiva e la risposta P1 diminuiva
proprio come nelle misurazioni dei tempi di reazione. Questi dati indicano, perciò, che sia
gli spostamenti dell'attenzione spaziale riflessi (diretti da uno stimolo) sia quelli volontari
(diretti da un fine) inducono modulazioni fisiologiche simili nell'elaborazione visiva
precoce. Le reti neurali su cui sono implementate queste modulazioni attentivi dell'analisi
secondarie sono diverse, riflettendo esse le diverse modalità con cui il controllo attentivo
e viene innescato nelle due forme di attenzione.
La ricerca visiva
Attenzione volontaria e l'attenzione riflessa competono tra loro per il controllo del
focus dell'attenzione.
In che modo l'attenzione volontaria e quella riflessa sono collegate alla ricerca
visiva?
In una serie di esperimenti, osservarono che gli stimoli bersaglio vengono localizzati
più velocemente in un campo di distrattori se i bersagli possono essere identificati da una
singola caratteristica dello stimolo, non importa quanti distrattori compaiono nel insieme.
Definiamo questo fenomeno pop out.
Se il target condivide alcune caratteristiche con i distrattori così che non può essere
distinto tramite una singola caratteristica, il tempo impiegato per determinare se il target
sia presente o assente nel insieme aumenta con il numero dei distrattori presenti nell'
insieme. Questo tipo di ricerca è nota come ricerca di congiunzioni di caratteristiche
perché il target è definito dall'insieme di due o più caratteristiche.
160
Le persone impiegano più tempo per trovare i loro bersagli quando erano richiesti
movimenti deliberati dell'attenzione in un compito di ricerca visiva, in confronto a quando
questi movimenti non erano richiesti e veniva consentito che una tale ricerca procedesse
in modo automatico.
Nella maggior parte dei modelli, questo processo automatico implica mappe delle
caratteristiche di ordine inferiore (cioè, mappe di aspetti come i bordi, l'orientamento
delle linee, il colore, ecc) del mondo visivo che forniscono informazioni sulla salienza degli
oggetti. L'attenzione spaziale viene pilotata in modo riflesso verso le posizioni degli
oggetti più salienti.
Se, durante la ricerca visiva, fosse apparso uno stimolo sonda in una posizione sulla
quale era focalizzata l'attenzione spaziale, questo stimolo doveva indurre ERP visivi di
maggiore grandezza, rispetto a quando uno stesso stimolo sonda fosse apparso in
posizioni e sulle quali, invece, non veniva focalizzata l'attenzione.
Lo stimolo sonda dava origine a risposte visive precoci più ampie (cioè una P1 più
grande) nella posizione del target designato, caratterizzato da una congiunzione di
caratteristiche (dove l'attenzione dei partecipanti era focalizzata), in confronto alle regioni
dove erano presentati solo distrattori, fornendo, così, sostegno all'ipotesi di Luck. Un
meccanismo neurale simile per la selezione precoce dell'informazione visiva opera sia
durante la ricerca visiva sia durante l'attenzione volontaria nei paradigmi di cuing di
attenzione sostenuta.
161
L'attenzione per le caratteristiche
L'attenzione spaziale influenza anche l'elaborazione delle informazioni di natura
uditiva e sommatosensoriale.
Gli effetti della tensione per il colore erano sostanzialmente assente nella posizione
ignorata. Sia l'attenzione spaziale sia l'attenzione per le caratteristiche e possono
produrre elaborazioni selettive degli stimoli visivi e i meccanismi dell'attenzione spaziale e
dell'attenzione per le caratteristiche differiscono.
162
Quindi, l'attenzione selettiva basata sulle caratteristiche agisce a stadi relativamente
precoci dell'elaborazione visiva corticale, con latenze relativamente brevi dopo la
comparsa dello stimolo. L'attenzione spaziale, comunque, ha ancora la meglio in ordine di
tempo e ha un effetto più precoce. Effetti del attenzione per le caratteristiche si verificano
a latenze più tardive (100 ms contro 70 ms dopo la comparsa dello stimolo) e a stadi più
tardivi della gerarchia visiva (la corteccia extrastriata piuttosto che ha la corteccia striata o
il relè sottocorticali visive nel talamo).
Effetti attentivi su V1: prestare attenzione modifica l’attività di v1. Vediamo meglio
quando prestiamo l’attenzione.
Quando ci sono troppi stimoli c’è una competizione per le risorse cognitivi di
elaborazione.
V1 – non importa il numero di stimoli. Il segnale è uguale. Guarda 1mm di uno
stimolo per volta.
V4 – campi recettivi grandi – importa molto la quantità degli stimoli. Si riduce il
segnale BOLD se ci sono tanti stimoli.
Se si presta attenzione si diminuiscono i costi. L’attenzione potenzia la percezione
visiva quando c’è la competizione.
Un'onda nel cervello umano definita N2pc, dov'è N2 si riferisce alla seconda
deflessione negativa e pc alla posizione dell'elettrodo posteriore, controlaterale allo
stimolo atteso, cioè la posizione dove la componente compare. La componente N2pc neri
ERP registrate nel corso di un paradigma di attenzione spaziale è un segno della
focalizzazione non esplicita del focus dell'attenzione visiva durante la ricerca visiva, che
rappresenta uno stadio dell'elaborazione che precede il completo riconoscimento
dell'oggetto.
163
L'attenzione selettiva per le caratteristiche può precedere l'attenzione visuospaziale
quando la posizione del target non è nota in anticipo. La selezione delle caratteristiche
può guidare i successivi spostamenti dell'attenzione verso la posizione di quelle
caratteristiche in modo tale che i meccanismi con una risoluzione di ordine superiore
possono elaborare e identificare i target caratterizzati da una congiunzione di
caratteristiche.
Quando l'insieme atteso conteneva sia i punti attesi (rossi) sia quelli ignoranti (verdi)
allo stesso tempo -cioè quando vi era una qualche competizione relativamente al
materiale stimolo - allora gli ERP generati da stimolo sonda erano di maggiore ampiezza
per il colore atteso. Ciò era vero anche se lo stimolo sonda veniva presentato per un breve
intervallo di tempo nella posizione ignorata. Quindi, prestare attenzione a un colore
(rosso) in una posizione dello stimolo facilitava l'elaborazione degli stimoli di questo
stesso colore (rosso) in un'altra posizione nel campo visivo al di fuori del focus
dell'attenzione spaziale.
Normalmente viene trovato che gli effetti dell'attenzione spaziale precedono quelli
dell'attenzione non-spaziale (sia per le caratteristiche sia per le oggetti), ma non a fronte
della competizione tra caratteristiche.
In altri termini, se, per esempio, il colore rossi è la caratteristica rilevante ed evoca
una risposta sensoriale più grande in qualunque area dello spazio sia localizzata, questo
segnale potrebbe far convergere l'attenzione spaziale su quella posizione.
La frequenza di scarica della cellula cambia a seconda del compito che sta
eseguendo l’animale. La frequenza di scarica è più ampia quando compare il target.
Ci sono i neuroni che codificano anche in assenza dello stimolo = MBT. Si registra
l’attività nelle regioni che normalmente riconoscono gli stimoli-target caratteristici.
L’attenzione modula l’attività della corteccia visiva che elabora le caratteristiche specifiche
degli stimoli.
Attenzione al movimento = regioni occipito-temporali laterali (aree MT/V5)
Attenzione al colore = area ventrale V4 (V4v nel giro fusiforme posteriore)
164
Cerchiamo una congiunzione di caratteristiche proprietà dell'oggetto -l'insieme di
caratteristiche elementari dello stimolo che, quando vengono combinate in un particolar
modo, risultano identificabili come un oggetto o una persona. La ricerca
comportamentale ha ricavato prove a favore dell'esistenza di meccanismi dell'attenzione
basata sugli oggetti.
Sintesi:
L'attenzione spaziale influenza l'elaborazione degli input visivi: gli stimoli attesi
producono risposte neurali maggiori degli stimoli ignorati, e questo processo si verifica in
molteplici aree visive corticali;
L'attenzione spaziale molto focalizzata può anche modulare l'attività dei nuclei di
relè sottocorticali del talamo nel sistema visivo, fornendo, quindi, prove significative a
favore dei modelli di selezione precoce dell'attenzione.
L'attenzione riflessa è automatica ed è attivato da stimoli in qualche modo conspicui.
Anch'essa può risultare in cambiamenti nell'elaborazione sensoriale precoce;
Un segno distintivo dell'attenzione riflessa e l'inibizione di ritorno - il fenomeno in
cui la posizione recentemente attesa su base riflessa gli viene inibita nel corso del tempo,
in modo tale che le risposte agli stimoli che si verificano in quella posizione sono
rallentate.
Le regioni corticali extrastriate specializzate per l'elaborazione percettiva del colore,
della forma o del movimento possono essere modulate durante l'attenzione visiva per le
singole caratteristiche dello stimolo.
166
Le reti del controllo attentivo
- Via ventrale
- Via dorsale
- Cortex parietale
- Collicolo superiore attenzione nello spazio
- Pulvinar
-
Il controllo dell'attenzione può essere sia finalizzato (diretto a un fine, o top down)
sia diretto da uno stimolo (o bottom up).
167
I correnti modelli del controllo attentivo suggeriscono che per dirigere le diverse
operazioni relative a questa funzione siano attivi due sistemi e corticali fronto-parietali
separati: un sistema dell'attenzione dorsale, principalmente interessato all'attenzione
spaziale, e un sistema dell'attenzione ventrale, interessato agli aspetti e non spaziali
dell'attenzione stessa.
I due sistemi interagiscono e cooperano così da produrre il comportamento normale.
Queste interazioni sono compromesse nei pazienti affetti da negligenza unilaterale.
Il lobo parietale mostra estese connessioni con aree sottocorticali come il pulvinar e
la corteccia frontale, come pure altre parti delle vie visive. Contiene molteplici
rappresentazioni dello spazio.
Gli spostamenti dell'attenzione sono correlati con significative variazioni dell'attività
dei neuroni parietali. Quando l'attenzione viene diretta su uno stimolo, il tasso di scarica
dei neuroni parietali dei primati aumenta, sia quando si utilizza lo stimolo come bersaglio
di una saccade o un movimento di inseguimento, come pure quando si discriminano le
sue caratteristiche in modo non esplicito.
Il solco iintraparietale (IPS) e una sottoregione entro l'IPS, nota nelle scimmie come
area intraparietale laterale (LIP) sono coinvolti nei movimenti oculari saccadici. Essi fanno
parte della rete dell'attenzione fronto-parietale dorsale.
Veniva, quindi, posta a confronto l'attività neuronale della LIP quando era presente
una distrazione con la condizione in cui non lo era. Questo risultato veniva anche messo a
confronto con la prestazione della scimmia.
170
La prestazione migliore veniva osservata quando la caratteristica del target da
discriminare si verificava nella posizione in cui l'attività neuronale della LIP era maggiore.
Se l'attività neuronale era massima nelle posizioni al centro dell'attenzione, la prestazione
era migliore per i target presentati in quelle stesse posizioni. Se era stato presentato un
distrattore e l'attività neuronale era temporaneamente cambiata, risultato maggiore in
un'altra regione della LIP, comunque, la discriminazione del target era migliore in questa
posizione.
L'attività della LIP fornisce una mappa della salienza o della priorità degli stimoli. Una
mappa della salienza raggruppa l'insieme delle diverse mappe relative alle singole
caratteristiche di uno stimolo in una mappa topografica, dando come risultato una mappa
globale che mostra quanto conspicuo sia uno stimolo rispetto a quelli circostanti a esso. Il
sistema visivo utilizza questa mappa per determinare il punto focale dell'attenzione.
Quindi, sembra che la LIP, la quale è un area della corteccia parietale, sia interessata alla
posizione e alla salienza degli oggetti.
171
dai giri inferiore e mediale frontali.
Regioni simili sono impegnate anche da variazioni non frequenti in una caratteristica
di uno stimolo, indipendentemente dalla modalità della variazione, oltre che dalla
rilevazione gli stimoli nuovi in una posizione prevista. Quindi, sembra che ha la TPJ sia
impegnata da stimoli inaspettati o stimoli che variano in aspettativa mente, stimoli, cioè,
che potremmo definire di avvertimento.
Lesioni alla TPJ hanno come risultato deficit dello sganciamento dell'attenzione.
Le regioni del cervello che, quando lesionate, appaiono maggiormente associate con
la negligenza spaziale si sovrappongono a questa le reti dell'attenzione ventrale. Quindi,
le reti dorsale e ventrale lavorano assieme e interrompono questa condizione attentiva
quando un bersaglio nuovo compare da qualche altra parte (TPJ e corteccia frontale
ventrolaterale) consentendoci di riorientare il focus della nostra attenzione.
172
Componenti sottocorticali delle reti di controllo dell'attenzione
Collicoli superiori
Variare il nostro focus dell'attenzione spesso implica movimenti oculari. In questo
processo sono coinvolti i collicoli superiori, strutture mesencefaliche. Ricevono input da
molte fonti, che includono la retina, altri sistemi sensoriali, i gangli della base e la
corteccia cerebrale. Alcuni input dei campi oculari formali aiutano a generare saccadi
intenzionali.
Neuroni nel collicolo superiore venivano attivati sulla base del modo in cui le
scimmie rispondevano agli stimoli. L'attivazione richiede va che all'animale prestasse
attenzione alla posizione dello stimolo e si preparasse anche a muovere gli occhi verso il
bersaglio. Neuroni del collicolo superiore non partecipano al attenzione visiva selettiva
volontaria di per se stessa, ma fanno parte di un sistema che controlla i movimenti oculari
e sembrano avere un ruolo negli aspetti espliciti, piuttosto che non espliciti
dell'attenzione. Essi sono sensibili alla salienza di uno stimolo, non solo rilevano gli item
salienti, ma guidano i movimenti oculari verso di essi.
174
11. L’AZIONE
Funzione della cortex parietale:
Attenzione spaziale
Orientamento nello spazio
Coordinazione visuo-motoria
Rappresentazione di azione/aggetto (area 40)
Consapevolezza corporea
Danno: Neglect
Simultagnosia
Sindrome di Balint
Atassia ottica
Sindrome di Gerstmann (acalculia, disorientamento dx-sx, agnosia digitale)
Aprassia
Il morbo di Parkinson è causato dalla morte delle cellule nella substantia nigra, un
nucleo tronco encefalico e che fa parte dei gangli della base. Queste cellule sono una
delle fonti primarie della dopamina. La substantia nigra è difficilmente accessibile con il
tradizionale approccio dello studio di lesione, a causa della sua vicinanza a nuclei
troncoencefalici vitali.
Una regione del cervello può occuparsi di varie funzioni: un'area può essere
coinvolta sia nella visione sia nel controllo motorio; percezione azione siano intimamente
interconnesse.
Aprassia
Incapacità di interagire con gli oggetti sulla base di indizi visivi. Ci sono diversi tipi di
aprassia:
Aprassia buccofacciale: incapacitò di compiere movimenti facciali su comando come
leccare le labbra, fischiare, tossire.
Aprassia verbale (disprassia): difficoltà nella coordinazione dei movimenti della
bocca e fonatori.
Aprassia Ideocinetica: incapacità di compiere movimenti di precisione con gli arti
(mani, gambe o piedi).
Aprassia Ideativa: incapacità di coordinare sequenza comportamentali come vestirsi,
mangiare, accendere un fiammifero, fare il caffè. Non comprendere l’uso appropriato
degli oggetti.
Aprassia ideomotoria: incapacità di compiere appropriamene un movimento sulla
base di u comando verbale. Esecuzione goffa e inappropriata.
Aprassia costruttiva: incapacità di copiare, disegnare o costruire semplici fegure.
Aprassia Oculomotoria: difficoltà a muovere gli occhi su comando.
175
Atassia Ottica
Incapacità, imprecisione dei movimenti guidati dalla visione. È più grave quando la
lesione è a sinistra. C’è un’asimmetria emisferica sulla precisione del movimento, l’ES ne è
più responsabile.
Test: quando il paziente quasi raggiuse il pallino, il pallino viene spostato. Il paziente
deve subito correggere la mano. Con la lesione il paziente perde questa capacità.
Cissociazione tra il circuito interno ed esterno: per il circuito interno si attiva più
ippocampo e l’area supplementare motoria.
176
L'elaborazione entro tali regioni risultata ricerca per la progettazione di un'azione basata
sugli obiettivi attuali di un individuo, sugli input percettivi e sulle esperienze passate. Tra
le aree premotorie e associative e il midollo spinale vi sono la corteccia motoria primaria
e le strutture del tronco encefalico, che, con l'aiuto del cervelletto e dei gangli della base,
traducono lo scopo dell'azione in movimento.
Per via di questa struttura gerarchica, lesioni ai diversi livelli del sistema motorio
influiscono su un movimento in modo differente.
I muscoli sono attivati e dai motoneuroni, che sono gli ultimi elementi neurali del
sistema motorio. I motoneuroni Alfa innervano le fibre muscolari e producono la
contrazione delle fibre.
I motoneuroni gamma fanno parte del sistema propriocettivo e sono importanti per
la percezione e la regolazione della lunghezza delle fibre muscolari.
177
I motoneuroni originano dal midollo spinale, emergono attraverso le radici ventrali e
terminano sulle fibre muscolari. Nel motoneurone Alfa il potenziale d'azione provoca il
rilascio di acetilcolina. Il rilascio del trasmettitore provoca la contrazione delle fibre
muscolari. Il numero è la frequenza dei potenziali d'azione e il numero di fibre muscolari
in un muscolo determinano la forza che il muscolo può generare.
I motoneuroni Alfa ricevono input periferici dai fusi muscolari, recettori sensoriali
incorporati nei muscoli che forniscono informazioni sul livello di tensione del muscolo. Gli
assoni dei fusi formano un nervo afferente che entra nel midollo spinale attraverso le
radici dorsali e crea una sinapsi direttamente in corrispondenza dei motoneuroni Alfa
efferenti. Quando si verifica uno stiramento improvviso, il motoneurone alfa e si attiva,
causando il ritorno del muscolo alla sua lunghezza originale: questo effetto viene definito
riflesso da stiramento. I riflessi possono contrarre un muscolo evitando uno stimolo
doloroso molto prima che il dolore sia avvertito coscientemente.
I motoneuroni sono innervati anche dagli interneuroni spinali, che si trovano entro la
spina dorsale. Gli interneuroni sono innervati sia dai nervi sensoriali afferenti della pelle,
dei muscoli e delle articolazioni, sia dalle fibre motorie discendenti (motoneuroni
superiori). Pertanto, i segnali verso i muscoli implicano continue interazioni di feedback
sensoriale con comandi motori provenienti e dai centri più alti. Da queste integrazioni ha
origine il movimento volontario.
Per produrre un movimento i segnali eccitatori a un agonista sono accompagnati da
segnali inibitori al muscolo antagonista attraverso gli interneuroni.
178
Strutture motorie sottocorticali
I 12 nervi cranici, essenziali per i riflessi coinvolti nella respirazione, nella
masticazione, nei movimenti oculari e nelle espressioni mimiche facciali, originano dal
tronco encefalico. Vari nuclei all'interno del tronco encefalico, inclusi i nuclei vestibolari, i
nuclei della formazione reticolare è la sostanza nigra, inviano proiezioni discendenti al
midollo spinale. Queste vie motorie sono indicate collettivamente come tratti
extrapiramidali. I3t extrapiramidali sono una fonte primaria di controllo sull'attività
spinale I tratti extrapiramidali sono una fonte primaria di controllo sull'attività spinale;
permettono la modulazione della postura, del tono dei muscoli e della velocità dei
movimenti.
Cervelletto
Giocano un ruolo chiave del controllo motorio: il cervelletto e in gangli della base. Il
cervelletto contiene un numero di neuroni maggiore rispetto all'intero sistema nervoso
centrale. Gli input diretti al cervelletto proiettano primariamente alla corteccia
cerebellare. Output dal cervelletto originano i nuclei cerebellari profondi; da cui è
proiettato ai nuclei del tronco encefalico e alla corteccia cerebrale attraverso il talamo. Il
cervelletto ha un'organizzazione ipsilaterale.
Il cervelletto è costituito da tre regioni. Gli input e gli output anatomici per ciascuna
regione sono unici e, se lesionati, danno origine a quadri clinici differenti.
La regione più piccola e antica, il vestibolo-cervelletto, opera per il controllo
dell'equilibrio e la coordinazione dei movimenti oculari con quelli del corpo.
La regione meale, lo spino-cervelletto, riceve informazioni sensoriali del sistema
visivo e da quello uditivo così come informazioni propriocettive dal tratto spino-
cerebellare. L'output dallo spino-cervelletto innerva la spina dorsale e i nuclei del sistema
extrapiramidale. Lesioni a carico dello spino-cervelletto possono dare origine a una
andatura instabile e disturbi dell'equilibrio.
Le zone laterali degli emisferi cerebellari, il neo-cervelletto. Proietta alla corteccia
attraverso il talamo; le proiezioni talamiche terminano nella corteccia motoria primaria,
nella
179
corteccia premotoria laterale e nelle cortecce prefrontali. Lesioni al neo-cervelletto
producono atassia, problemi di coordinamento sensoriale dei movimenti degli arti distali,
che interferiscono con la coordinazione fine. Lesioni alle regioni più inferiori del neo
cervelletto portano a problemi più sottili che possono coinvolgere una gamma di funzioni
maggiormente cognitive.
Il ruolo del cervelletto è in diversi processi legati all'attenzione, al linguaggio, alla
pianificazione e ad altri ancora.
La corteccia motoria regola l'attività dei neuroni spinali in modo diretto e indiretto. Il
tratto corticospinale (TCS) è costituito da assoni che escono dalla corteccia e proiettano
direttamente al midollo spinale. Il TCS è spesso indicato come tratto piramidale. Gli assoni
del TCS terminano sugli interneuroni spinali sia direttamente sui motoneuroni Alfa.
La maggior parte delle fibre corticospinali origine nella corteccia motoria primaria e,
ma alcune originano nella corteccia premotoria, nell'area motoria supplementare e anche
nella corteccia somatosensoriale.
180
Ciascun emisfero cerebrale è dedito
primariamente al controllo dei movimenti sul
lato opposto del corpo. Circa l'80% degli assoni
del TCS si incrocia, o decussa, nel punto di
contatto tra bulbo e midollo spinale; un altro
10% si incrocia all'uscita dal midollo spinale.
Il fatto che lesioni della corteccia motoria primaria, o del tratto corticospinale,
producono una perdita devastante del controllo motorio permette di attribuire a questa
area lo status di regione principale nel controllo del movimento. Lesioni della corteccia
motoria primaria conducano solitamente a emiplegia, cioè alla perdita dei movimenti
volontari sul lato controlaterale del corpo. L'emiplegia interessa spesso gli effettori distali,
come le dita o la mano.
I riflessi sono assenti subito dopo un ictus che conduce emiplegia. Entro un paio di
settimane, però, i riflessi tornano presenti e possono diventare iperattivi, perfino spastici,
riflettendo un cambiamento nel tono muscolare. Questi cambiamenti derivano da uno
spostamento del controllo; i movimenti volontari richiedono infatti l'inibizione dei
181
meccanismi riflessi. Senza questa inibizione, il riflesso da stiramento contrasterebbe il
gesto. Se influenza della corteccia viene rimossa, i meccanismi di riflesso primitivi
prendono il sopravvento.
Terapia del movimento vincolo-ridotta (CIMT): due settimane di CIMT intensiva sono
in grado di produrre un miglioramento sostanziale sia della forza sia della funzionalità
delle estremità paretiche superiori; i miglioramenti sono visibili ancora dopo due anni.
Le aree motorie secondarie sono coinvolte nella programmazione e nel controllo dei
movimenti. Una distinzione funzionale tra corteccia premotoria e SMA dipende dal fatto
che l'azione sia guidata esternamente o internamente.
La corteccia premotoria possiede forti connessioni con il lobo parietale, fornendo il
substrato anatomico operazioni guidate esternamente dai sensi, come per esempio
prendere una tazza di caffè o afferrare una palla.
La SMA, al contrario, possiede forti connessioni con la corteccia frontale mediale,
area che sia la guida interna dettata da preferenze personali e da obiettivi. La SMA
potrebbe aiutare a decidere quale oggetto scegliere, o programmare una sequenza di
azioni apprese.
Poiché queste regioni sono coinvolte nella programmazione e nella guida del
movimento, i pazienti con lesioni a tali regioni mostrano problemi nell'esecuzione di
movimenti intenzionali e coordinati. Questo disturbo è conosciuto come aprassia. I
pazienti non riescono ad associare gesti ad azioni dotate di significato. L'aprassia
consegue comunemente a lesione del lato sinistro del cervello, ma i problemi possono
risultati evidenti nei gesti prodotti con entrambi gli arti.
I sintomi ed i deficit riscontrabili con l'aprassia dipendono dal punto della lezione. I
neurologi distinguono tra due sottotipi generale di aprassia: ideomotoria e ideativa.
Nel aprassia ideomotoria il paziente mostra di avere un sentore approssimativo
dell'azione desiderata ma ha problemi a seguirla in modo opportuno.
Aprassia ideativa è molto più grave. In questo caso, a essere colpita è la conoscenza
del paziente circa l'intenzione dell'azione, rendendolo non in grado di comprendere l'uso
appropriato di uno strumento.
182
Aree motore associative
La corteccia parietale: la corteccia somatosensoriale fornisce una rappresentazione
del corpo e di come questo sia collocato nello spazio. Questa informazione è cruciale per
la capacità di una persona di muoversi efficacemente.
Lesioni a tale livello possono portare anche ad aprassia. Aprassia ideativa risulta
maggiormente associata a danni parietali rispetto a danni alle aree motorie secondarie.
Un danno parietale può interferire inoltre con l'abilità di produrre un movimento e
danneggiare la possibilità di riconoscere le azioni prodotte da altri, anche se le capacità
sensoriali del paziente appaiono intatte.
Molte altre aree associative della corteccia sono coinvolte nella funzione motoria.
L'area di Broca è la corteccia dell'insula sono coinvolte nella produzione di movimenti
linguistici. L'area 8 include i campi oculari frontali. La corteccia cingolata anteriore è
altrettanto implicata nella selezione e nel controllo delle azioni, e permette una
valutazione dello sforzo e dei costi richiesti per produrre un movimento.
Brown si è spinto oltre la resezione della spina dorsale: ha tagliato anche le fibre
delle radici dorsali del midollo spinale, rimuovendo ogni informazione di feedback dagli
effettori. Anche in queste condizioni, il gatto era in grado di generare movimenti di
183
locomozione ritmici quando messo su un tapis roulant. Pertanto, i neuroni entro il midollo
spinale sarebbero in grado di produrre un'intera sequenza di azioni senza alcun comando
discendente o segnale di feedback esterno.
Questi neuroni sono stati chiamati generatori centrali di pattern e offrono un patente
meccanismo per spiegare il controllo gerarchico del movimento.
Il sistema è realmente gerarchico, poiché i livelli più alti si occupano esclusivamente
dell'emissione dei comandi per realizzare un'azione, mentre i meccanismi di livello più
basso traducono i comandi in specifici pattern neuromuscolari per produrre il movimento
desiderato. I generatori centrali di pattern si sono evoluti per innescare azioni essenziali
alla sopravvivenza, come la locomozione. Quando raggiungiamo un oggetto per
raccoglierla, per esempio, i meccanismi di basso livello potrebbero portare
autonomamente aggiustamenti necessari per la postura per evitare al corpo di ribaltarsi,
nel momento in cui il centro di gravità venga spostato.
184
I nuclei del tronco encefalico possono inibire i neuroni spinali in modo che il
cambiamento dell'allungamento di un muscolo non produca automaticamente il riflesso
da stiramento.
In modo simile, la corteccia è in grado di fornire mezzi supplementari per la
regolazione delle azioni dei livelli più bassi della gerarchia motoria.
185
L'attività neurale in diverse aree motorie appare in correlazione con la direzione del
movimento. La sintonia alla direzione è prevalente nelle aree motorie, ma questo non
significa che la direzione sia la variabile chiave rappresentata nel cervello.
L'attività di alcuni cellule era meglio correlata con la direzione esterna del
movimento, le attività di altre cellule con parametri più strettamente legati ai pattern di
attivazione muscolare.
Anche se gli scienziati fanno riferimento a una parte del cervello come corteccia
motoria è un'altra regione come corteccia sensoriale, abbiamo prova della forte
interconnessione tra queste aree. Le persone producono movimenti in previsione delle
loro conseguenze sensoriali. In modo simile, utilizziamo le informazioni sensoriali per
regolare le nostre azioni. In alcuni casi la corteccia motoria non è solo motoria e la
corteccia sensoriale non è solo sensoriale.
L'attività correlata alla pianificazione appare anche nel lobo parietale, dato il suo
ruolo nella rappresentazione spaziale. Quando a una scimmia e viene presentato un
target spaziale, i neuroni iniziano a scaricare in almeno due regioni all'interno della
corteccia parietale posteriore, nell'area intraparietale laterale (LIP) e nell'area
intraparietale mediale (MIP). Quando viene mosso il braccio per indicare un oggetto,
l'attività diventa più forte nell'area MIP rispetto all'aria LIP. Se, però, l'animale guarda
semplicemente il target, l'attività aumenta nell'area LEP. Questi risultati enfatizzano anche
il fatto che i programmi per raggiungimento e quelli per i movimenti oculari vengono
preparati e simultaneamente, in accordo con l'ipotesi della competizione del affordance.
Diverse regioni del solco intraparietale vengono attivate per i movimenti degli occhi e del
braccio.
188
Una differenza si nota nel quadro di riferimento per il movimento. Per prendere
tazza di caffè le rappresentazioni entro la corteccia parietale tendono a basarsi su un
quadro di riferimento centrato sul l'occhio, mentre quelle nella corteccia premotoria e
risultano maggiormente centrate sulla mano. Quindi, l'elaborazione parietofrontale
comporta una trasformazione del quadro di riferimento.
L'interfaccia cervello-macchina
189
Interfaccia cervello macchina (BMI) utilizza principi di decodifica per controllare
sistemi di interfaccia cervello-macchina.
Sono necessarie tre elementi per un sistema BMI: matrici di microelettrodi impiattati
nella corteccia per registrare l'attività neurale, ho un computer con un algoritmo di
decodifica e un effettore protesico.
Oltre all'output dalla corteccia motoria primaria, il controllo BMI è possibile anche
con un segnale proveniente dalle cellule della corteccia premotoria e, motoria
supplementare e parietale. Usano ora algoritmi che permettono una sintonizzazione
aggiornata tramite feedback visivi in tempo reale mentre l'animale impara a controllare il
dispositivo BMI.
190
I primi sistemi BMI richiedevano due fasi. Nella prima, venivano registrate l'attività
neurale e le proprietà di sintonizzazione mentre l'animale produceva movimenti. Nella
seconda, l'output da questi neuroni veniva usato per controllare un dispositivo di
interfaccia.
Le attuali studi stanno esplorando il modo in cui il decoder possono essere adattati
attraverso l'esperienza del controllo BMI e stanno cercando una stabilità di questi sistemi
nel corso di periodi di tempo prolungati. I risultati ricavati dal superamento di questi
problemi sono essenziali per la costruzione di sistemi BMI che possono essere usati in
ambito clinico.
L'elaborazione entro i gangli della base avviene lungo due vie: la via diretta implica
connessioni veloci, dirette e inibitorie dallo striato al GPi e alla SNr;
La via indiretta prende un percorso più lento, obliquo verso il GPi e la SNr. Gli assoni
striatali inibiscono il segmento esterno del globo pallido (GPe), che a sua volta inibisce il
nucleo subtalamico e il GPi. L'output dei gangli della base attraverso GPi e SNr è anch'esso
inibitorio. Infatti, questi nuclei hanno tasse discarica di base molto alti, producendo una
191
forte inibizione tonica del sistema motorio attraverso le loro proiezioni inibitorie
autonomo o ai collicoli superiori, regioni importanti per i movimenti oculari.
L'ultima via interna degna di nota è la proiezione dalla pars compacta della
substantia nigra (SNc) al corpo striato, conosciuta come via dopaminergica. Questa via ha
effetti opposti sulla via diretta e indiretta, nonostante utilizzi lo stesso trasmettitore, la
dopamina. La substantia nigra eccita la via diretta agendo su un tipo di recettore della
dopamina D1 e inibisce la via indiretta agendo su un recettore dopaminergico differente
D2.
Una minore inibizione dalla via diretta e seguita da una maggiore inibizione dalla via
in diretta. Le fibre nigrostriatali della via dopaminergica intensificano la vie diretta mentre
riducono gli effetti della via in diretta.
L'elaborazione nelle aree corticali motorie può essere vista come un processo
competitivo nel quale diverse azioni candidate competono per il controllo dell'apparato. I
gangli della base aiutano a risolvere tale competizione. La forte attività inibitoria e di base
mantiene il sistema motorio sotto controllo, permettendo l'attivazione delle
rappresentazioni corticale dei possibili movimenti, senza innescare il movimento. Nel
momento in cui uno specifico programma motorio guadagna forza, il segnale inibitorio sui
neuroni selezionati diminuisce Nel momento in cui uno specifico programma motoria
guadagna forza, il segnale inibitorio sui neuroni selezionati diminuisce; questa
rappresentazione del movimento irrompe oltre l'uscita (gate), il vincendo quindi la
competizione.
La dopamina ha effetti opposti sulla via diretta e indiretta. I recettori per la dopamina
sono prevalenti nel corpo striato. La via diretta possiede recettori D1, che sono di tipo
eccitatorio e producono potenziali postsinaptici eccitatori, la via indiretta possiede
recettori D2, che sono inibitori e producono potenziali postsinaptici inibitori. Come
risultato complessivo, il rilascio della dopamina promuove le azioni selezionate
rappresentate nella via diretta e scoraggia le azioni e non selezionate attraverso la via
indiretta. Pertanto, le azioni ricompensate hanno una maggiore probabilità di verificarsi in
futuro, fornendo una corrispondenza tra avvio del movimento, ricompensa e
apprendimento motorio.
192
Disordini dei gangli della base
Lesioni in una qualsiasi parte dei gangli della base interferiscano con il movimento
coordinato; il tipo di problema varierà considerevolmente a seconda della sede della
lesione
L'attività delle cellule specchio è correlata con un'azione orientata a uno scopo,
indipendentemente dal modo in cui questa informazione viene ricevuta, mediante
l'azione della scimmia stessa, oppure attraverso l'azione di un'altra persona, ascoltando
l'azione altrui, o vedendo solo una parte dell'azione di un altro individuo, credendo che
all'azione si stia verificando.
La nostra comprensione delle azioni degli altri sembra dipendere da attivazione delle
strutture neurali che verrebbero attivate se stessimo seguendo noi stessi lezione. Sistema
specchio è un network distribuito di regioni neurali coinvolte nella produzione dell'azione
o nella sua comprensione. Il termine specchio è qui usato per cogliere le idee che per
comprendere lezioni che altre persone ci sia il bisogno di attingere alla nostra conoscenza
194
di come colazione verrebbe prodotta. Questo concetto di autoreferenzialità e spesso
definito cognizione incarnata: la nostra conoscenza concettuale è basata sulla nostra
conoscenza corporea.
I neuroni specchio non sono limitati alla corteccia premotoria. Anche i neuroni nei
lobi parietale e temporale mostrano pattern di attività simili durante l'esecuzione e la
comprensione di un'azione, suggerendo che un sistema specchio è distribuito piuttosto
che fosse una regione locale implicata nel legame tra percezione e azione.
L'estensione è l'intensità del pattern di attivazione riflette il repertorio motorio
specifico proprio di un individuo. Danzatori esperti mostrano una grande attivazione del
network specchio quanto guardano video di routine di danza a loro familiari, rispetto a
movimenti danzati di cui non hanno esperienza.
L'eccitabilità dei neuroni della corteccia motoria viene modulata quando le persone
osservano azioni prodotte da un altro individuo. Questa modulazione mostra un altro
grado di specificità per l'effertore.
Il cervelletto è una parte chiave del Network neurale per la generazione dei modelli
previsionali. Riceve una coppia di segnali motori inviati ai muscoli della corteccia,
informazione che può essere usata per generare previsioni sensoriali. Riceve anche una
grande quantità di input dei vari recettori del sistema somatosensoriale.
L'errore viene anche utilizzato per correggere le previsioni future, adattare quindi
l'apprendimento in modo da generare previsioni funzionale al nuovo ambiente. La
stimolazione del cervelletto porta a un apprendimento più rapido, presumibilmente a
causa di un amplificazione del segnale d'errore. Generalmente l'attivazione del cervelletto
diminuisce con la pratica; tale risultato viene interpretato come un riflesso della riduzione
dell'errore in seguito all'aumento dell'abilità.
I modelli previsionali sono anche importanti per il controllo online dei movimenti.
Un danno allo spino-cervelletto porta frequentemente a movimenti ipermetrici, che si
estendono al di là del target previsto o che oscillano intorno alla posizione del target.
197
Le lesioni cerebellari risultano molto più distruttive per quei movimenti praticati a
lungo, che presentano la maggior necessità di precisione temporale.
Con lesioni cerebellari non mostrano problemi motori ma la risposta non hai più
temporalmente appropriata. L'ipotesi della temporalizzazione contribuisce a specificare il
ruolo del cervelletto nell'apprendimento motorio.
Esperti
La connettività di una regione specifica del corpo calloso, tra le aree motorie
supplementari destra e sinistra e, sia variabile tre individui. Il grado di coordinazione
bimanuale che una persona mostra correla positivamente con la connettività tra le due
regioni.
Regione-oggetti di plasticità neurale (in base all’expertise):
- corpo calloso
- Cervelletto
- Cortex motoria
- Cortex temporale
Altri esempi di plasticità corticale:
effetti di breve durata: gli occhiali prismatici alternano la percezione dell’immagine che
viene spostato di qualche grado. Il cervello è in grado di calcolare di quanto si spostata
l’immagine, si adatta e si riesce ad interagire correttamente con gli oggetti circostanti.
L’adattamento non si verifica se si ha un danno ai nuclei della base o al cervelletto.
198
11. LA MEMORIA
L'apprendimento è il processo di acquisizione di nuove informazioni e il risultato
dell'apprendimento è la memoria. Apprendimento può verificarsi a partire da una singola
esposizione o dalla ripetizione delle informazioni, delle esperienze o delle azioni. L'atto di
ricordare quello che ci è successo in precedenza rappresenta un rivivere il contenuto
dell'esperienza passata nel presente. Gli esseri umani e gli animali abbiano diversi tipi di
memoria che possono essere mediate da meccanismi neurali differenti. Tutte le forme
che memoria coinvolgano cambiamenti cellulari e circuitali nel sistema nervoso.
199
L'anatomia della memoria
Il
200
201
Deficit di memoria: amnesia
L'amnesia è una forma di deterioramento della memoria che colpisce tutti i sensi.
Solitamente gli amnestici manifestano deficit in specifici tipi di memoria o in aspetti
dell'elaborazione della memoria.
Amnesia retrograda: lesione alla cortex temporale mediale. Una perdita di memoria
per eventi e conoscenze che si sono verificati prima di una lesione. Alcune volte l'amnesia
retrograda e temporalmente limitata, estendendosi da alcuni minuti a ore prima. In altri
casi gravi, è estesa, includendo, alcune volte, quasi l'intero arco di vita. Amnesia
retrograda tende a essere di maggiore portata per gli eventi più recenti. Questo effetto,
conosciuto come gradiente temporale o Legge di Ribot.
Incapacità di ricordare fatti del passato recente (simile all’amnesia da elettroshock).
- Può interessare mesi o anni recenti della propria vita
- Interessa solo la memoria episodica
- La memoria semantica è intatta
- Si verifica in seguito a lesioni cerebrali (es: frontali o ippocampali)
Paziente H.M: L'estensione del deficit di memoria dipendeva da quanta parte del
lobo temporale mediale fosse stata rimossa. Più la resezione veniva eseguito lunga la
parte posteriore del lobo temporale mediale, più l'amnesia si rivelava grave. Solo la
resezione bilaterale dell'ippocampo cosa va un’amnesia grave.
202
Problema era puramente un deficit di memoria problema era puramente un deficit
di memoria: aveva un’intelligenza nella norma, una percezione nella norma, memoria a
breve termine (registri sensoriali e memoria di lavoro) è una memoria procedurale (come
andare in bicicletta) nella norma. Lo span nella norma.
Il trasferimento dell'informazione dal magazzino a breve termine alla memoria a
lungo termine era danneggiato. H.M. aveva un amnesia anterograda anche se non poteva
ricordare coscientemente alle nuove esperienze, il suo comportamento ne potesse essere
influenzato.
Memoria sensoriale
Le informazioni uditive verbali appena presentatevi sembrano persistere come una
sorta di eco nella vostra testa, anche quando non state prestando davvero attenzione a
esse. Ci riferiamo a questo tipo di memoria con il termine di memoria sensoriale, che, per
l'udito, chiamiamo memoria ecoica. Nel caso della visione, parliamo di memoria iconica
(la presenza del segnale è riscontrabile sia a livello retinico, che gangliare che corticale).
La permanenza della traccia della memoria uditiva sensoriale negli esseri umani è
stata misurata in differenti modi, incluse le registrazioni fisiologiche. Un potenziale
correlato a eventi (ERP) conosciuto come negatività da discordanza elettrica (MMN) o, nel
caso della sua controparte magnetica (MMF), come campo da discordanza si è dimostrato
estremamente informativo riguardo alla durata della memoria ecoica.
Queste risposte da discordanza sono interpretate come rappresentazione dei
processi della memoria sensoriale che mantengono l'esperienza ecoica recente in
203
memoria ai fini di un confronto con nuovi input. Quando l'input differisce, vengono
generate la MMN e il MMF. Quindi, l'ampiezza di queste risposte cerebrali a differenti
intervalli di tempo tra i toni derivanti e quelli standard potrebbe essere usata per indicare
quanto a lungo persiste la traccia della memoria ecoica.
Memoria ecoica <10sec
Memoria iconica 300-500ms
Il MMF poteva ancora essere indotta da un tono deviante a intervalli Inter stimolo
della dorata da 9 a 10 secondi. Dopo circa 10 secondi, l'ampiezza del MMF decade fino a
un punto in cui non potrebbe essere più distinta efficacemente dal rumore.
Decorso temporale della treccia neurale di una memoria sensoriale visiva la traccia
orale per uno stimolo visivo dura da 300 a 500 ms. Entrambe le memorie ecoica e iconica,
tuttavia, hanno una capacità relativamente alta.
I dati forniti da pazienti come K.F e E.E dimostrano una dissociazione tra la capacità
di memoria a lungo termine è la ritenzione a breve termine dell'informazione.
In contrapposizione la memoria a breve termine può essere preservata, ma deficit
delle abilità di formare nuove tracce mnemoniche a lungo termine.
Una doppia dissociazione è un esempio degli effetti che possono essere ottenuti nel
tentativo di identificare e distinguere due processi mentali.
Per valutare la ritenzione della memoria a breve termine, i pazienti con lesioni al
lobo temporale mediale talvolta si mostrano incapaci.
Test dei cubetti di Corsi (per la memoria visuospaziale): si posiziona i cubi in un certo
ordine il paziente deve riprodurre lo stesso ordine.
Lesioni occipito-parietali compromettono la memoria visuo-spaziale.
Alan Baddeley: un sistema di memoria di lavoro suddiviso in tre parti, che consisteva
di un meccanismo esecutivo centrale per il controllo di due sistemi subordinati coinvolti
nella ripetizione di differenti tipi di informazioni: fonologica e visuo spaziale.
Il meccanismo esecutivo centrale proposto è un sistema cognitivo, un centro di
comando e controllo che presiede e coordina le interazioni tra due sistemi subordinati,
che sono i magazzini di memoria a breve termine (il circuito fonologico e taccuino visuo-
spaziale) e la memoria a lungo termine.
206
caso che queste ultime siano correlate do punto di vista semantico. La memoria di un
lavoro utilizza un codice acustico piuttosto che semantico, dal momento che vi è
interferenza tra parole dal suono simile, ma non tra parole correlate rispetto al significato.
Il circuito fonologico può avere due componenti: un magazzino acustico di breve vita per
gli input sonori e una componente articolatoria, che partecipa alla ripetizione subvocalica
degli item da ritenere sul breve termine.
I deficit della memoria a breve termine possono essere correlati con un danno alle
diverse sottocomponenti del sistema di memoria di lavoro. Ogni sistema può essere
danneggiato selettivamente le differenti a lesioni cerebrali.
I pazienti con lesioni nel giro sopramarginale sinistro hanno deficit della memoria di
lavoro fonologica, che risultano in una riduzione della durata della memoria uditivo-
verbale: non sono entrato di ritenere stringhe di parole della memoria di lavoro. Il
processo della ripetizione del circuito fonologico coinvolge una regione nell'area
premotoria sinistra (area 44). Quindi, nella memoria di lavoro fonologica è coinvolto un
network dell'emisfero sinistro, che consiste dei lobi frontale laterale e parietale inferiore.
I deficit più grave della memoria a breve termine visuo-spaziale sono causati dalle
lesioni all'emisfero destro. Lesione regione parieto occipitale destra -> difficoltà dei
compiti visuo-spaziali non-verbali che coinvolgono la memoria di lavoro, come il tenere in
memoria e ripetere la sequenza di blocchi e toccati da un'altra persona.
Lesioni analoghe nell'emisfero sinistro possono portare a deficit nella memoria a
breve termine di materiale linguistici presentati visivamente.
Durante i compiti di memoria di lavoro con gli stimoli verbali, viene trovata
l'attivazione della corteccia prefrontale ventrolaterale sinistra, la memoria di lavoro
spaziale mostrava le attivazioni più bilaterali nel cervello.
Forme di memoria a lungo termine
Memoria dichiarativa
207
La memoria dichiarativa è definita come la memoria per gli eventi e per i fatti,
personali e generali, ai quali abbiamo accesso cosciente e che sono riportati verbalmente
questo. Memoria esplicita.
Dipende dal lobo temporale mediale.
La memoria dichiarativa potesse essere ulteriormente divisa in memoria episodica e
memoria semantica. Le memorie episodiche contengono tracce delle esperienze
personali sulle nostre vite e su cosa, con chi, dove e quando sono accadute. Costituiscono
i nostri personale ricordi autobiografici e differiscono dalla conoscenza personale. Ricordi
episodici includono sempre il sé come l'agente o il destinatario di qualche azione. La
memoria episodica è il risultato di un apprendimento associativo rapido in cui il cosa,
dove, quando e chi di un singolo episodio, e il suo contesto, vengono associati e legati
assieme e possono essere revocati dalla memoria dopo un singolo episodio.
Meccanismo di base:
- Ippocampo (consolidamento)
208
- Cortex temporale mediale
- Neocortex (sede dei ricordi)
- Ipotalamo
- Talamo
- Cortex prefrontale (MBT = attivazione e codificazione)
Memoria procedurale
Forma di memoria non dichiarativa che dipende da vaste e ripetute esperienze.
L'apprendimento di abilità motorie e apprendimento di abilità cognitive come leggere.
Un test di apprendimento procedurale è il compito dei tempi di reazione seriali.
L'apprendimento procedurale dipende dai sistemi cerebrali che intervengono nella
memoria episodica.
Nell''apprendimento di abilità motorie siano coinvolti e gangli della base.
Priming
Un'altra forma di memoria non dichiarativa. Il priming indica un cambiamento nella
risposta a uno stimolo, o nella capacità di identificarlo, dovuto a una precedente
esposizione a quello stimolo. Il priming può essere percettivo, concettuale o semantico.
Il priming percettivo si verifica all'interno del sistema di rappresentazione percettiva
(PRS). Nel PRS la struttura e la forma degli oggetti e delle persone possono essere
innescate dalle nostre precedenti esperienze, e gli effetti persistono per mesi.
Il priming per il completamento del frammento non diminuisce nel tempo, ed è
specifico per la modalità sensoriale per entrambe le fasi di apprendimento e di test. Se la
lista delle parole viene presentata uditivamente e il completamento del frammento della
parola è fatto visivamente, il priming è ridotto, suggerendo che esso rifletta un PRS che
promuove le rappresentazioni strutturali visive e uditive della forma della parola.
Il priming percettivo si può vedere anche con stimoli non verbali, come immagini,
forme e volti.
209
Due altri domini della memoria non dichiarativa includono il condizionamento
classico, un tipo di apprendimento associativo, ed apprendimento non associativo.
Evidenze dall'amnesia
Regioni temporali mesiali: l'amigdala, l'ippocampo e le circostanze area corticale
paraippocampale, editoriale e perirenale.
210
Tratto mammilo-talamici = producono una disconnessione ippocampo-talamica;
Giro del cingolo posteriore = disconnessioni ippocampo-talamica;
Fornice = solo alcuni casi recenti, amnesia anterograda.
FACILITAZIONE (priming):
211
Dissociazione tra memoria esplicita (rievocazione e riconoscimento) ed implicita
(completamento).
Test: Ass------
Studio: assassino
212
Piuttosto il lobo temporale mediale è una componente cruciale nella organizzazione
e consolidamento delle memorie a lungo termine, che sono immagazzinate in modo
permanente in forma distribuita in tutta la neocorteccia.
L'ippocampo svolge un ruolo più esteso nella rievocazione della memoria a lungo
termine contestuale (ed episodica): i dettagli della memoria e la loro accuratezza. Le
memorie contestuali diventano meno dettagliate e molto gerarchiche con il tempo,
permettendo ad animale di essere più adattabile, tanto che la memoria della paura è
attivata in contesti nuovi, ma simili. La qualità della Memoria possa essere un fattore
critico che determina se l'ippocampo sia essenziale per il recupero. La proposta è che
giochi un ruolo permanente nel recupero dettagliato della Memoria contestuale, ma non
sia necessario per il recupero una volta che il dettaglio si è perso e la memoria si è
generalizzata.
L'ippocampo è necessario per il loro recupero, in termini di memoria sia a breve
termine sia a lungo termine.
Se la memoria della paura veniva riattivata dopo 45 giorni da quando si era formata
e poi veniva creata una lesione ippocampale, i ratti non mostravano più paura quando
venivano riposizionati nella stanza.
213
Nell'ippocampo ci sono le cellule per luoghi che forniscono l'evidenza che
all'ippocampo include cellule che codificano l'informazione contestuale.
Codifica e ippocampo
L'ippocampo umano è tipo quando vengono codificate nuove informazioni.
Solitamente, questo tipo di lavoro implica il paradigma del ricordo seguente, in cui ai
partecipanti vengono presentati item che viene chiesto loro di ricordare. La loro attività
cerebrale viene misurato con lafMRI o gli ERP mentre codificano le informazioni. In
seguito, viene valutato che loro ricordo degli item.
214
Recupero e ippocampo (memoria episodica)
L'ippocampo è coinvolta anche noi recupero delle informazioni dalla memoria a
lungo termine. L'ippocampo è attivato quando le informazioni vengono correttamente
ricordate. Durante il recupero, l'ippocampo risultava selettivamente attivo solo per gli
item che venivano veramente correttamente ricordati, indicando così una memoria
episodica. L'ippocampo sia implicato nel recupero delle memorie episodiche ma non nelle
memorie ballate sulla familiarità.
L'ippocampo era attivo solo per le immagini delle scene che i partecipanti erano in
grado di ricordare, avendolo già viste prima. Corteccia peririnale mostra attività che
correla con l'intensità della familiarità con le scene diverse da quelle ricordate.
Memoria relazionale
Informazioni episodiche che conducono alle esperienze del ricordo sono
rappresentate dalla memoria relazionale, così definite perché siamo in grado di indicare
che qualcosa è stato precedentemente incontrato. Possiamo recuperare il contesto
relazionale (le fonti) in cui è stato previamente incontrato e sapere che è diverso
dall'attuale incontro.
216
Recupero e riattivazione della memoria a lungo termine
In quale parte del cervello sono immagazzinate le informazioni relative al "cosa" e al
"dove"? Le proiezioni della neocorteccia all'ippocampo sono abbinate a un flusso
efferente dal campo che viaggia a ritroso verso la corteccia entorinale, poi verso la
corteccia peririnale e paraippocampale, e infine alle aree neocorticali che hanno fornito
l'input primario verso la neocorteccia.
217
Codifica, recupero e la corteccia frontale
La corteccia frontale è coinvolta nei processi di memoria sia a lungo termine sia a
breve termine. La corteccia frontale sinistra è spesso coinvolta nella codifica episodica
delle informazioni, mentre la corteccia frontale destra sarebbe spesso attiva durante il
recupero episodico. Sia la codifica semantica sia il suo recupero coinvolgano la corteccia
frontale sinistra, compresa l'area di Broca e la regione laterale ventrale.
La RSC sia più in sintonia con fonti informative interne. Queste medesime regioni
parietali siano attive durante lo stato conscio di riposo quando si attiva di una rete di aree
corticali associative altamente interconnesse; questa è la cosiddetta rete della modalità di
default (default mode network). La rete di default è attiva quando la mente di una
persona si rivolge a scenari passati o futuri e relative al sé.
default.
Questi due sistemi siano di sostegno per due diverse forme di comportamento
guidato dalla memoria. Sono coinvolti non solo nella memoria, ma anche in altri aspetti
della cognizione. La PRC (corteccia peririnale) del sistema anteriore sostiene la memoria
per gli item ed è coinvolto nel riconoscimento basato sulla familiarità, nell'associazione
delle caratteristiche degli oggetti e nell'esecuzione di discriminazioni percettive e
semantiche di fine risoluzione.
Il lavoro cognitivo globale del sistema anteriore: la valutazione del significato delle
diverse entità = corteccia peririnale, amigdala, corteccia temporopolare ventrale e la
corteccia orbitofrontale laterale.
219
Perché gli individui possano apprendere e ritenere nuove informazioni sulla loro
storia autobiografica (memoria episodica), devono mostrare l'integrità del lobo temporale
mediale e delle strutture a esso collegate, quali il diencefalo mediano e la corteccia
retrospleniale nel lobo parietale. Il danno a queste aree impedisce la formazione di nuove
memorie dichiarative
(amnesia anterograda) e
porta a difficoltà a
rammentare gli eventi degli
anni immediatamente
precedenti la lesione
(amnesia retrograda
limitata nel tempo).
In contrasto, un danno
alle regioni del lobo
temporale al di fuori delle
può campo può produrre
una profonda amnesia
retrograda e un'apparente
perdita delle memorie episodiche, anche se la capacità di acquisire nuove memorie possa
essere intatta.
220
distribuite in tutta la corteccia si riuniscono nel lobo temporale mediale dove
all'ippocampo le legga. Poi, attraverso qualche sorta di interazione tra il lobo temporale
mediale e la neocorteccia, l'informazione viene lentamente trasferita e sostituita da una
tracce di memoria permanente nella neocorteccia. Il consolidamento avviene dopo
ripetute riattivazioni della memoria che creano connessioni di rete all'interno della
corteccia tra le varie rappresentazioni. Questo modello propone lo stesso processo per la
memoria sia episodica sia semantica. Sebbene possa spiegare perché vi sia un gradiente
temporale dell'amnesia retrograda (alcuni ricordi non hanno completato il processo di
consolidamento a prendere prima che si verificasse l'adesione), non spiega il motivo per
cui alcune persone che hanno un amnesia a causa di un danno ippocampale hanno una
buona memoria a lungo termine e altre hanno un grave deficit.
SLIDES:
Potenziamento della forza sinaptica a lungo termine: modificazioni nella forza della
sinapsi che sono stabili e durature nel tempo.
La maggior parte degli studi riguarda sinapsi eccitatorie (glutammato) nel campo
CA1 dell’ippocampo che contengono i recettori NMDA.
Stimolazione tetanica: se agli assoni di 2 neuroni comunicanti tra loro si somministra
una raffica di scariche elettriche intense e in rapida successione, la forza del legame
sinaptico che li unisce aumenta e vi p un aumento duraturo dell’ampiezza del potenziale
postsinaptico.
Long-Term Potentiation
- Meccanismo neurale alla base dell’apprendimento
- Cambiamenti nella forza delle connessioni sinaptiche tra neuroni
- I neuroni post-sinaptici si potenziano
o Richiedono minore stimolazione per sparare
o La trasmissione sinaptica è facilitata
- Possono essere formate nuove spine dendritiche e nuove connessioni
- LTP è più frequente in strutture coinvolte nell’apprendimento e nella memoria,
specialmente l’ippocampo.
223
LIBRO:
Le aree neocorticali associative proiettano alla corteccia entorinale attraverso la
corteccia paraippocampale e o la corteccia peririnale. La corteccia entorinale proietta,
attraverso la via prefrontale, input eccitatori, sulle cellule granulari del giro dentato.
Distinti assoni non mielinizzati, conosciuti come fibre muscoidi a causa del loro aspetto,
collegano le cellule granulari del giro dentato ha le spine dendritiche delle cellule
piramidali CA3. I collaterali di Schaffer collegano tra loro alle cellule perimetrali CA3 e
CA1. Questo sistema viene utilizzato per studiare la plasticità sinaptica come meccanismo
dell'apprendimento a livello cellulare.
La stimolazione delle azioni della via prefrontale nel coniglio ebbe come effetto un
aumento a lungo termine dell' ampiezza dei potenziali postsinaptici eccitatori. Cioè, la
stimolazione porto a un aumento della forza sinaptica lungo la via prefrontale, così che la
successiva stimolazione generava nelle cellule granulari del giro dentato risposte
questionari che di maggiore intensità. Questo fenomeno chiamato potenziamento a
lungo termine, si verificava anche nelle altre due proiezioni eccitatorie nell'ippocampo.
In animali vivi il potenziale a lungo termine può durare addirittura giorni o
settimane. Il LTP differisce nelle tre vie e si verifica anche in altre regioni cerebrali, inclusa
l'amigdala, in cambio della base, il cervelletto e la corteccia.
Quando la frequenza di presentazione degli impulsi e basta, si sviluppa l'effetto
opposto, denominato depressione a lungo termine.
Apprendimento hebbiano
Se un input debole è uno forte agiscono contemporaneamente su una cellula,
entrambe le vie mostrano un fenomeno di LTP, e la senape debole diviene più forte.
Quando si somministrano alla stessa cellula due input deboli (W1 e W2) e un input forte
(S1), e quando W1 e S1 sono attivi insieme sulla stessa cellula, W1 viene rinforzato,
mentre W2 non lo è. Se in seguito sono attivi nello stesso momento W2 e S1, W1 non è
influenzato da LTP indotto da W2 e S1. In base a questi risultati e si possono rinunciare tre
regole per il LTP associativo:
1) Cooperatività. Più input devono essere attive nello stesso momento.
2) Associatività. Input più deboli risultano rafforzati quando si verificano insieme
con i più forti.
3) Specificità. Soltanto la sinapsi stimolate esibisce il potenziamento.
Perché vi sia LTP, le cedole possiede la psiche devono non solo ricevere gli input
accettatori, ma anche essere depolarizzate; infatti, il LTP risulta ridotta dagli input che
inibiscono le cellule postsinaptiche. Questo è ciò che accade quando si verifica
l'abituazione. Analogamente, il LTP è impedito anche quando le cellule postsinaptiche
sono iperpolarizzante; quando invece si impedisce l'inibizione postsinaptica, il LTP è
facilitato. Il LTP può essere indotto anche abbinando un input di norma non abbastanza
forte da indurre un LTP con l'invio di una corrente depolarizzante nella cellula post-
224
sinaptica. Quindi, attraverso il LTP associativo, vie deboli diventano rafforzate e
specificatamente associate ad altre vie. Questo processo supporta l'apprendimento nel
modo proposto da Hebb.
Il recettore NMDA
Il meccanismo molecolare dipende da neurotrasmettitore glutammato, il principale
neurotrasmettitore eccitatorio dell'ippocampo. Il glutammato si lega a due tipi di recettori
glutammatergici. Le normali trasmissioni sinaptiche sono mediate da recettori AMPA. In
LDPE inizialmente mediato dai recettori NMDA, i quali sono localizzati sulle spine
dendritiche dei neuroni postsinaptici. Quando i recettori NMDA dei neuroni CA1 sono
bloccati con la AP5 chimica, poi l'induzione del LTP è ostacolata. Una volta che il LTP è
stato stabilito in queste cellule, tuttavia, il trattamento con AP5 non ha alcun effetto.
Quindi, i recettori NMDA sono centrali per produrre il LTP, ma non per il suo
mantenimento.
Il mantenimento del LTP probabilmente dipende dai recettori AMPA.
225
normale della memoria spaziale.Il blocco dei recettori NMDA e l'inibizione del LTP
danneggiano la memoria spaziale.
I recettori NMDA nella regione CA1 dell'ippocampo sono necessari per moltissime
forme di plasticità sinaptica e lavoro attivazione e richiesta per l'apprendimento spaziale e
del contesto. Una volta che si è verificato l'apprendimento, tuttavia, possono essere
formate nuove tracce di memoria senza la loro attivazione.
I bloccanti farmacologici del recettore NMDA non impedivano a roditori che erano
stati per addestrarti a esplorare un labirinto di imparare a esplorare un labirinto secondo
acquatico. Gli animali erano capaci di sviluppare una nuova mappa spaziale anche quando
il LTP era impedito. La conclusione è che vi è necessitá dei recettori NMDA per a prendere
una strategia spaziale, ma non per codificare una nuova mappa.
I topi carenti della funzione del recettore NMDA sono capace di dare forma a
memoria spaziale, ma non le usano quando si trovano a confronto con indizi locali
ambigui. Questo suggerisce che:
a) il LTP esiste realmente a livello cellulare
b) i recettori NMDA svolgono un ruolo cruciale nella introduzione del LTP in molte vie
cerebrali.
Poiché il LTP si trova anche in area cerebrale al di fuori del sistema ippocampale, la
possibilità che il potenziamento costituisca la base per la modificazione a lungo termine
nelle reti sinaptiche resta un'ipotesi di lavoro promettente.
I recettori NMDA sono fondamentali per la produzione del LTP, ma non per
mantenerlo.
226
12. IL LINGUAGGIO
La capacità linguistica è una finzione che maggiormente differenzia l’uomo dagli altri
animali. Ha le caratteristiche simbolica e intenzionale.
La laringe del’homo sapiens si è abbassata e questo ha permesso la produzione dei
vocali.
Il gene del linguaggio: Gene FoxP2 è implicato nel linguaggio. Un danno all’esone 7
del gene FoxP2 dà luogo a gravi deficit linguistici. Questo gene sia presente in tutti i tipi di
umanoidi, ma non nelle scimmie.
Paabo ha sostituito il singolo amminoacido nella posizione 302 dell’esone 7 del gene
FoxP2 nel ratto e ha attenuto un ratto umanizzato. Quello amminoacido determina 323
tratti genotipici tra cui, quello rilevante per il SNC:
I ratti umanizzati:
- Diventano più cauti nell’esplorare posti nuovi, all’inizio si mantengono ai borsi
dello spazio;
- Più frequenti vocalizzazioni del ratto (frequenza dei richiami madre/neonato)
- Dendriti più lunghi nei gangli della base (talamo-striato-layer6)
- Decreased dopamine level
Secondo Paabo quell’aminoacido rende più rapido l’apprendimento di routine
procedurali (quindi anche l’articolazione fonatoria), alternando il circuito cortico/gangli
della base.
227
Anatomia del linguaggio
L'emisfero destro del suo contributo. Il solco temporale superiore destro gioco un
ruolo nell'elaborazione del ritmo del linguaggio, e la corteccia prefrontale, il giro
temporale medio e il cingolato posteriore di destra si attivano quando le frasi hanno un
significato metaforico.
L'afasia di Broca (produzione. Porzione posteriore del giro frontale inferiore sinistro)
L'afasia di Broca, anche nota come
afasia anteriori, afasia non-fluente, afasia
espressiva afasia con agrammatismo, è la
forma di afasia più antica e forse meglio
studiata.
Lesione della porzione posteriore del
giro frontale inferiore sinistro, chiamata
area di Broca. Le aree cerebrali deputate
alla produzione del linguaggio localizzate
nel lobo frontale inferiore dell'emisfero
sinistro.
Pazienti possono manifestare anche deficit di comprensione relativi alla sintassi (le
regole che governano la concatenazione degli elementi di una frase), un deficit noto come
afasia con agrammatismo. Se una frase è costruita in modo grammaticalmente
complesso, gli afasici di Broca possono non comprenderla.
Lesioni del paziente Tan: le lesioni si estendevano alle regioni sottocorticali alle
porzioni corticali superficiali, cioè quelle classicamente comprese nell'area di Broca, fino a
includere la corteccia insulare e porzioni dei gangli della base. La lesione delle regioni
della corteccia frontale comprese nella classica definizione di area di Broca non è la sola
responsabile dei deficit delll'afasia di Broca.
229
L'afasia di Wernicke (comprensione. Regione posteriore del giro temporale
superiore)
Afasia di Wernicke, anche nota come
afasia posteriore o ricettiva, riguarda
prevalentemente la comprensione del
linguaggio. I pazienti affetti da questa
sindrome hanno problemi a comprendere il
linguaggio parlato o scritto, a volte il loro
deficit e totale. Sebbene il loro linguaggio sia
fluente con una prosodia è una grammatica
normale, ciò che dicono risulta privo di senso.
L'afasia di conduzione
Modello localizzazionista classico (Ludwig Lichtheim): l'idea di una terza tegione che
conservava le informazioni concettuale sulle parole, non un archivio di parole il se e di per
sè. Una volta che una parola fosse stata recuperata dal magazzino, le informazioni sulla
parola fossero inviate all'area dei concetti, che forniva tutto ciò che fosse a essa associato.
In questo modello l'informazione linguistica, il magazzino delle parole (A = area di
Wernicke), la programmazione del linguaggio (M = area di Broca) e il magazzino delle
informazioni concettuali (B) erano localizzati in regioni cerebrali interconnesse da tratti di
materia bianca. Il tratto di materia bianca che fluisce dal area di Wernicke a quella di
Broca è il fascicolo accurato.
L'afasia motoria transcorticale = disconnessione tra il centro dei concetti (B) e l'area
di Broca (M). Sintomi simili a quelli del afasia di Broca, a eccezione dell'abilità di ripetere
le parole udite, che non è compromessa. Questi pazienti presentano una compulsione a
ripetere frasi, un comportamento noto come ecolalia.
Afasia globale è una sindrome devastante che risulta nell'incapacità di produrre e
comprendere il linguaggio = danno molto esteso all'emisfero sinistro, che include l'area di
Broca, l'area di Wernicke e le regioni intermedie.
Le afasie di Wernicke e di Broca sono associate a un insieme complesso di sintomi
che insieme determinano il quadro di ciascuna sindrome. L'afasia di Broca, per esempio,
può essere caratterizzata da aprassia verbale e disturbo agrammatico nella comprensione,
che sono processi linguistici diversi.
In realtà è l’abilità di lettura che stimola V5 (funzione visuo-motoria). Per questo non
riescono nella lettura. La lettura rappresenta un training alla V5 (compiti di percezione di
movimento).
2 tipi di dislessia:
Dislessia superficiale (o lettura fonologica): disturbo della lettura di parole non
regolari e che costituiscono eccezione di pronuncia. Lettura di non-parole preservata.
Regolarizzazione di parole irregolari. Lettura silente deficitaria di parole omofone non
omograme. Deficit di scrittura.
Sede della lesione: lobo temporale posteriore sinistro.
Una volta che le parole sono state analizzate dal punto di vista per percettivo, si
ipotizza che seguono tre processi fondamentali: l'accesso lessicale, la selezione lessicale e
l'integrazione lessicale.
L'accesso lessicale si riferisce allo stadio di elaborazione nel quale l'output
dell'analisi percettiva attiva le rappresentazioni sulla forma delle parole del lessico
mentale, inclusi i loro attributi semantici e sintattici.
La selezione lessicale e lo stadio successivo, nel quale viene identificata (selezionata)
la rappresentazione mentale che si adatta meglio all'input.
L'integrazione lessicale integrale parole in una frase completa, in un discorso, o in un
contesto più ampio per comprendere il messaggio nella sua interezza.
234
l'attivazione della rappresentazione di una parola attiva anche alle parole associate dal
significato.
1. Morfema
2. Frequenza -> accesso
3. Effetto di vicinanza (fonema)
4. Relazione semantica
Molte altre ipotesi sono state avanzate in merito alla rappresentazione delle
conoscenze concettuali; alcuni modelli propongono che i concetti siano rappresentate
tramite le loro caratteristiche, o proprietà, semantiche.
Alcune parole assumono, molto più di altri, il valore di prototipi di una certa
categoria semantica, come rivela il nostro modo di riconoscere e produrre tali parole.
È comunque generale accordo nel ritenere che, indipendentemente dalla modalità di
tale rappresentazione, l'esistenza di un magazzino mentale dei significati delle parole sia
cruciale per i normali processi di comprensione e produzione del linguaggio.
235
L'agnosia categoria-specifica può riflettere l'organizzazione della memoria semantica
(concettuale). I problemi dei pazienti riflettono le tipologie di informazioni immagazzinate
per parole diverse nella rete semantica. Mentre le categorie biologiche (riguardanti la
vita) si basano maggiormente su proprietà fisiche o caratteristiche visive, gli artefatti
(oggetti creati dall'essere umano) sono identificati dalle loro proprietà funzionali.
Sono stati osservati molti casi di pazienti con deficit semantici categoria-specifici;
sembra esistere una straordinaria corrispondenza fra i siti delle lesioni e il tipo di deficit
semantico. In pazienti in cui era danneggiato il riconoscimento degli oggetti animali
avevano lesioni alla corteccia temporale inferiore e mediale, spesso nelle regioni
anteriori. La corteccia temporale antero-inferiore è vicina alle aree del cervello essenziali
per la percezione visiva degli oggetti e il lobo temporale mediale contiene importanti
stazioni allungo le proiezioni che connettono la corteccia associativa all'ippocampo, una
struttura che svolge una funzione importante nella codifica delle informazioni nei
magazzini della memoria a lungo termine. Inoltre il lobo temporale inferiore è la stazione
terminale della cosiddetta via del "cosa", o riconoscimento degli oggetti, nella visione.
Riconoscimento dei manufatti = regioni frontali e parietali sinistre. Queste aree sono
vicine alle aree cerebrali importanti per le funzioni sensomotorie, quindi sono
probabilmente coinvolte nella rappresentazione delle azioni che si possono compiere
quando si usano agenzie create dall'uomo, come gli utensili
Pazienti con lesioni ai lobi temporali anteriori non sono in grado di determinare in
modo attendibile le entità eventi a un livello specifico, il che identica come sia
compromesso il recupero e l'integrazione di informazioni semantiche più dettagliate.
I pazienti con danno neurologico possono denominare un elemento con una parola
scorretta ma semanticamente legata (es: "animale" al posto di "cavallo"), il che supporta
la nazione che il tessuto mentale contenga reti semantiche di significati associati
raggruppati insieme.
La lettura condivide con la comprensione delle parole udite almeno gli ultimi dove
stai dell'analisi linguistica, mentre differisce nelle precedenti fasi dell'elaborazione, per via
della diversa modalità sensoriali in cui viene recepito l'input. La prima fase analitica
richiede che il lettore identifichi nell'input visivo le unità ortografiche. Tali unità
potrebbero essere mappate direttamente sulle forme ortografiche delle parole nel lessico
mentale; oppure una volta identificate, le unità ortografiche potrebbero essere tradotte
in unità fonologiche, che a loro volta potrebbero attivare la forma fonologica delle parole
nel lessico mentale, come viene dalla comprensione uditiva.
238
Le unità costruttive fondamentali del linguaggio orale sono i fonemi, le più piccole
unità sono ore che determinano una differenza di significato.
Diversamente dalle parole scritte, i segnali uditivi verbale non sono chiaramente
segmentati e può risultare difficile discernere dove inizia una parola e finisce l'altra. I
suoni linguistici vengono spesso articolati, e possono anche esserevi silenzi entro le
parole.
Esistono altri indizi che permettono di dividere il flusso del discorso in segmenti
significativi, in particolare le informazioni prosodiche, ovvero quelle che l'ascoltatore
ricava da un ritmo del discorso ed intonazione della voce del parlante.
Wernicke che trovò che i pazienti con lesioni alla regione temporo parietale sinistra
estese al STG (area di Wernicke) avevano difficoltà a comprendere il linguaggio orale e
scritto. Nelle osservazioni originali di Wernicke le lesioni non erano limitate al STG. Molto
probabilmente il STG da solo non costituisce la sede della comprensione verbale.
239
I toni con frequenza modulata attivarono bilateralmente le porzioni posteriori del
STG. Le aree più sensibili ai suoni verbali che non hai toni puri erano localizzate in regioni
più ventrolaterali, all'interno o nei pressi del solco temporale superiore. Queste aree non
sono coinvolte negli aspetti semantico-lessicali dell'elaborazione del linguaggio, dal
momento che avere parole, pseudoparole e parole invertite le avevano attivato in ugual
misura.
242
L'identificazione delle unità ortografiche (stringhe di lettere) avviene nelle regioni
occipitotemporale dell'emisfero sinistro. Lesioni in quest’area possono provocare l’alessia
pura, avvero la condizione in cui i pazienti non riescono a leggere le parole, mentre gli
altri aspetti del linguaggio restano intatti.
Regione nella cortex occipitale che preferiva stringhe di lettere (parole) = area visiva
di forma parola (WVFA).
Nelle regioni occipitotemporale un ampio potenziale a polarità negativa verso i
200ms (N200), in risposta alla presentazione visiva di stringhe di lettere. Questa aria non
era sensibile ad altri stimoli visivi quali i volti e, fatto molto importante, sembrava essere
insensibile anche alle caratteristiche lessicali e semantiche delle parole.
Sono stati proposti tre tipi di modelli per spiegare come funziona la comprensione
delle parole.
3) Fra queste due posizioni estreme si colloca una terza visione, secondo la quale
l'accesso lessicale è autonomo e non è influenzato dalle informazioni di livello superiore,
mentre la selezione lessicale può essere influenzata sia dalle informazioni sensoriali sia
entro quelle di livello superiore, contestuale. In questi modelli ibridi le informazioni
riguardano le forme delle parole che sono possibili dato il contesto che le precede; in
questo modo si riduce il numero dei candidati attivati.
I processi di accesso lessicale e di selezione lessicale riguardano una rete che include
il giro temporale mediale, il giro temporale superiore, e la parte ventrale inferiore e
bilaterale dorsale del giro frontale inferiore. Il MTG e il STG sono importanti e per la
traduzione dei suoni del linguaggio parlato in significato. Le regioni frontali della corteccia
sono importanti nei processi di selezione e il coinvolgimento più rilevante della parte
dorsale del IFG si osservava quando la soluzione richiedeva di scegliere una parola tra
molti possibili candidati.
244
Elaborazione semantica e onda N400
"Dopo aver sfornato una fragnante pagnotta di pane, ne tagliò una fetta e spalmò
sul pane caldo i calzini".
(Errori semantici, parole estranee)
N400 - un picco del voltaggio a polarità negativa, che di solito raggiunge l'ampiezza
massima circa 400 ms dopo l'insorgere dello stimolo verbale. Questa onda cerebrale è
particolarmente sensibile agli aspetti semantici dell'input linguistico. L'onda N400 aveva
una Piazza Maggiore in risposta a parole anomale alla fine della frase rispetto all'onda che
si formava con parole congruenti. Quando l'ultima parola era congruente dal punto di
vista semantico ma fisicamente deviante rispetto al resto della frase veniva evocato un
potenziale positivo anziché un'onda N400. L'N400 è un effetto specifico dell'analisi
semantica.
N400 in risposta a parole che non erano congruenti con il significato dell'intera
storia.
Attivazione sia nell'area di Broca sia in quella di Wernicke e anche nelle aree
omologhe dell'emisfero destro. Un'altra regione cerebrale candidata a essere coinvolta
245
nella elaborazione sintattica è nelle porzioni anteriori del STG in prossimità dell'area 22.
Quest'area sia implicata anche nei deficit di elaborazione sintattica degli afasici.
Sintesi sintesi:
L'accesso è la selezione lessicale coinvolgono il giro temporale mediale (MTG), il giro
temporale superiore (STG), e la parte ventrale inferiore e bilaterale dorsale del giro
frontale inferiore (IFG) dell'emisfero sinistro.
Il MTG e il STG sinistri sono importanti per la traduzione dei suoni linguistici in
significati delle parole.
246
comprensione del linguaggio, i processi di unificazione di informazioni fonologiche,
semantiche e sintattiche possono avvenire in parallelo.
3. Controllo. Riferire il linguaggio a un'azione.
La cortex frontale:
- Percezione: filtro sensoriale. Deversa rilevanza per gli input;
- Attenzione: sistema attentivo anteriore
- Memoria: MBT, codifica le informazioni episodiche (ES)
recuprero delle informazioni episodiche (ED);
- Linguaggio: area di Broca (preparazione motorea)
- Compiti di generazione dei nomi
- Analisi sintattiche (Broca, lobo temporale sinistro)
248
Parte ventrale della cortex
premotoria: neuroni specchio.
Sparano durante l’esecuzione e
l’osservazione delle azioni
intenzionali.
La cortex prefrontale regola il flusso sensoriale sulla base di interessi e scopi del
soggetto. Nei pazienti è assente.
249
Deficit nella regolazione del flusso sensoriale:
Paradigma del filtraggio uditivo (Freedman et al 1983)
Nei soggetti normali la risposta evocata uditiva ad una coppia di suoni presentati in
successione è ridotta in ampiezza per il secondo stimolo. Questa soppressione della
risposta si verifica tra i 30 e i 65ms. ne sono deficitari sia i pazienti schizofrenici che quelli
con compromissione frontale.
250
MFC: Controllo cognitivo delle azioni: monitoraggio e risoluzione del conflitto di
risposta (Stroop);
OFC:
- Elaborazione della ricompensa
- Decision making basato du feedback emozionali/somatici in consequenza delle
azioni
- Senso di colpa, etica, morale
-
L'espansione della corteccia prefrontale del cervello umano sia più pronunciata a
livello di materia bianca (i tratti assonali), piuttosto che grigia (i corpi cellulari). Questo
dato suggerisce che alle abilità cognitive possono risultare da quanto i nostri cervelli siano
connessi internamente, più che da un aumento nel numero di neuroni.
L'espansione dei lobi frontali e correlata all'emergere delle capacità associate alla
cognizione.
251
specifici risulta chiaro che le lesioni frontali distruggono i normali processi della
cognizione e causano una miriade di problemi. Questi pazienti possono persistere nel
produrre una risposta anche se è stato detto loro che è scorretta: perseverazione.
Possono essere apatici, distraibili o impulsivi. Possono essere incapaci di prendere
decisioni, di pianificare azioni, o di comprendere le conseguenze delle loro azioni,
compromessi nell'abilità di organizzare e distinguere la temporizzazione degli eventi in
memoria, incapaci di ricordare l'origine dei loro ricordi, e di seguire le regole.
Il deficit sembra variare a seconda della localizzazione della lesione del paziente.
I pazienti con lesioni frontali sono consapevoli del deteriorarsi della loro situazione
sociale, hanno la capacità intellettuale di generare idee che potrebbero alleviare i loro
problemi e possono essere in grado di riferire i pro e i contro di ciascuna idea. Ma i loro
tentativi di rendere operative queste idee organizzarle un piano lasciano molto a
desiderare.
Paziente W.R: ciò che viene a mancare e il comportamento orientato allo scopo.
In seguito all'adesione, il comportamento è guidato dallo stimolo. Il problema fosse
la mancanza di memoria di lavoro. Comportamento di utilizzazione per caratterizzare
dipendenza estrema da risposte prototipiche nella regolazione del comportamento. I
pazienti con danno al lobo frontale conservavano le conoscenze sull'uso prototipico degli
oggetti come un martello o un ago, vedevano lo stimolo in questione e rispondevano di
conseguenza. Non erano in grado di inibire la loro risposta o cambiarla con flessibilità
sulla base del contesto in cui si trovavano.
252
consentono di mantenere il nostro obiettivo, focalizzandoci su informazione rilevante per
conseguirlo, monitorare i nostri progressi nei confronti dell'obiettivo e spostarci in modo
flessibile da un obiettivo secondario a un altro in modo coordinato.
Le lesioni dei lobi frontali sono state associate a un deficit selettivo nei giudizi di
recenza.
Il compito di recente richiede memoria di lavoro nel senso che il paziente deve
anche monitorare la relazione tra due stimoli visti recentemente.
Per confrontare la tempistica relativa a due elementi tra di loro e richiesta l'integrità
dei lobi frontali per mantenere una rappresentazione di quegli elementi al momento del
probe. In caso di danno ai lobi frontali viene persa la struttura temporale degli eventi.
254
Correlati fisiologici della memoria di lavoro
Perché memoria di lavoro possa funzionare deve avere un meccanismo per l'accesso
alle informazioni depositate alla memoria e deve esserci un mezzo per mantenere attive
tali informazioni. I neuroni della corteccia prefrontale diventano attivi durante il compito
di risposta ritardata e tale attività si protragga per tutto il periodo di ritardo. Queste
cellule, quindi, costituiscono il correlato neurale per il mantenimento della
rappresentazione in uno stato attivo quando lo stimolo che l'ha innescata non è più
visibile, e provvedono a una registrazione continua della risposta che l'animale deve
produrre per ottenere la ricompensa.
Le cellule della corteccia prefrontale sono selettive per certi attributi dello stimolo, e
tale selettività e specifica per il compito. L'attività di questi neuroni dipende dal fatto che
la scimmia si serva di tua informazione per produrre una risposta. La risposta di queste
cellule è flessibile. Se cambiano le condizioni del compito, le stesse cellule diventano
sensibili e rispondono a un nuovo insieme di stimoli.
Pazienti con lesioni al lobo frontale non mostrano deficit nella memoria a lungo
termine. L'attivazione prefrontale riflette una rappresentazione delle finalità del compito
e, in quanto tale, serva a interfacciare le rappresentazioni a lungo termine rilevanti per il
compito in altri siti neurali. La corteccia prefrontale è intimamente connessa con le
regioni sensoriali posteriori della corteccia temporale e di quella parietale. Quando viene
percepito uno stimolo, nella corteccia prefrontale viene attivata una rappresentazione
temporanea, tramite queste connessioni con le regioni posteriori del cervello, il che
facilita il comportamento orientato allo scopo.
La risposta prefrontale era sensibile alle richieste della memoria di lavoro. La risposta
sostenuta durante il periodo di ritardo era maggiore quando il partecipante doveva
ricordare tre o quattro volti integri piuttosto che solo uno o due.
Il decorso temporale del picco di attività nella corteccia prefrontale e nella FFA.
Durante la codifica il picco nella risposta è leggermente più precoce nella FFA rispetto che
nella corteccia prefrontale. Al contrario, durante il recupero demonico il piccone la
risposta è leggermente più precoce nella corteccia prefrontale. La corteccia prefrontale
laterale e cruciale delle memoria a breve termine in quanto mantiene una
rappresentazione degli scopi del compito e lavora in concerto con la corteccia
inferotemporale per mantenere le informazioni durante il periodo di ritardo, pertinente al
perseguimento di quel determinato obiettivo.
255
Pianificazione degli scopi
I pazienti con lesione prefrontale spesso mostrano una scarsa capacità di pianificare
e di stabilire priorità. Per concepire un piano d'azione efficace sono essenziali tre
componenti:
1. Specificare l'obiettivo principale e individuare i sotto-obiettivi più adeguati.
Questo programma può essere rappresentato come una struttura gerarchica composta da
sotto-obiettivi, ognuno dei quali richiede particolari reazioni in vista di un preciso scopo.
2. In secondo luogo, nello scegliere fra i diversi obiettivi, occorre prevederne le
conseguenze.
3. In terzo luogo si deve determinare ciò che occorre per realizzare i sotto-obiettivi.
Nei pazienti con lesioni prefrontali i deficit del comportamento orientato allo scopo
possono essere ricondotti a molte cause. I problemi possono derivare da deficit nella
capacità di filtrare le informazioni irrilevanti, di non perdere di vista lo scopo e il premio
finale. Oppure, possono insorgere nello scegliere il modo migliore per realizzare un certo
obiettivo. Sviluppare un piano d'azione significa prendere simultaneamente in
considerazione più sotto-obiettivi possibili.
Individui che non riuscissero a compiere operazioni, necessarie alla prestazione, che
si trovano ai livelli inferiori di una gerarchia saranno anche incapace a portare a termine
compiti più impegnativi. Al contrario, persone che non riuscissero in compiti che
richiedono i più alti livelli di elaborazione dovrebbero essere ancora in grado di svolgere
compiti che dipendono solo dei livelli inferiori. E ciò che si osservava in pazienti con
danno alla PFC. I pazienti con lesioni più posteriori, c'entrate nella corteccia premotoria,
mostravano una compromissione in tutti i compiti.
Importanza dei lobi frontali il processo di valutazione.
256
lungo termine immagazzinate nella parte posteriore della corteccia. Se per esempio
cambiamo gli obiettivi del compito, allora i processi di filtraggio renderanno salienti alle
rappresentazioni associate al colore target (compito: scegliere una caratteristica-target).
Nel test di Stroop, i pazienti frontali esibiscono un effetto di interferenza più intenso.
Le persone sono più lente nel
rispondere agli stimoli incongruente che a quelle congruenti. Questa differenza è
ancora più forte nei pazienti con lesione del lobo frontale.
La risposta BOLD risultava attenuata in quelle porzioni delle aree visive che
rappresentano la visione centrale. Attivazione risultava invece maggiore nelle regioni che
rappresentavano la visione periferica. Questi risultati suggeriscono che, senza l'influenza
del controllo basato su obiettivi operato dai FEF a mantenere la concentrazione, i segnali
percettivi provenienti dalla fovea venivano attenuati mentre quelli provenienti dalla
periferia diventavano più salienti.
Nei pazienti con lesioni al lobo frontale e risposte evocate aumentavano di intensità.
Tale aumento non fu osservato nelle risposte evocate ai livelli sottocorticali, quindi
l'effetto non rifletteva un aumento generalizzato della responsività sensoriale, ma
piuttosto era limitato alla corteccia.
Lo stimolo disatteso riceve una risposta più intensa, il che è in accordo con la teoria
che i lobi frontali modolino la rilevanza dei segnali percettivi, inibendo le informazioni su
cui non si concentra l'attenzione.
I primati con lesioni prefrontali riescono meglio dei compiti di risposta ritardata
quando, durante il ritardo, nella stanza e viene fatto il buio o in seguito alla
somministrazione di sostanze che fanno diminuire la distraibilità.
258
Le regioni del lobo temporale inferiore, in particolare le cosiddette FFA e PPA, siano
attivate preferenzialmente da stimoli come volti e luoghi. L'attivazione di queste regioni
fosse modulata quando alle persone veniva dato come obiettivo di ricordare o i volti
oppure i luoghi in un test di memoria successivo.
La TMS sulla PFC dorsale portò a un incremento della risposta BOLD nelle aree
rilevanti per il compito quando erano presenti distrattori. La TMS sulla corteccia frontale
ha determinato un cambiamento nell'elaborazione delle informazioni a livello della
corteccia posteriore, il che è coerente con l'idea di base che le rappresentazioni basate
sugli obiettivi a livello della corteccia prefrontale vengano utilizzate per modulare il modo
in cui l'informazione percettiva viene selettivamente filtrata. Mentre la corteccia frontale
inferiore è importante per inibire le informazioni irrilevanti per il compito, quella frontale
dorsale è importante per enfatizzare l'elaborazione di informazioni rilevanti.
Inibizione dell'azione
Il controllo inibitorio può assumere molte forme. L'incapacità di inibire porta a una
maggiore distraibilità, un marchio distintivo della disfunzione prefrontale. L'inibizione può
anche essere utilizzata per controllare l'accesso alla memoria a lungo termine. L'inibizione
è utile al controllo cognitivo in un'altra circostanza: quando stiamo per intraprendere una
certa azione e qualcosa ci fa cambiare idea.
Questa forma di inibizione - la cancellazione di un'azione pianificata.
I pazienti con lesioni al lobo frontale sono lenti a interrompere una risposta
pianificata. Questa compromissione sembra essere specifica della lesione del giro frontale
inferiore destro, in quanto il deficit non sarebbe presente in pazienti con lesioni frontali
sinistre o in pazienti con danni limitati la parte più dorsale della corteccia prefrontale
destra.
Le prove di arresto efficaci e inefficaci sono entrambe associate a una risposta
marcata del giro frontale inferiore destro. La stessa regione era saliente nelle prove go.
Una forte attivazione sia nelle prove go sia nelle prove di arresto inefficaci. Tuttavia,
l'attivazione della corteccia motoria nelle prove di arresto è già alta nel momento in cui
compare lo stimolo iniziale. Sì noti che in questi esperimenti i partecipanti sono
fortemente incentivati a rispondere il più velocemente possibile più. Questa attivazione
pre-stimolo potrebbe riflettere uno stato di intensa preparazione e attesa. Anche se la
corteccia prefrontale destra genera poi un ordine di arresto, il livello iniziale di attivazione
nella corteccia motoria ha portato a una risposta rapida e la persona è ora incapace di
interrompere il movimento.
Il pattern di attivazione del giro frontale inferiore destro era presente anche nel
nucleo subtalamico dei gangli della base. I gangli della base sono implicati nel avvio della
risposta. All'interno di questo sistema sottocorticale, il STN fornisce un forte segnale
eccitatorio al globo pallido, contribuendo a mantenere l'inibizione della corteccia.
L'attivazione della corteccia prefrontale destra genera il comando per interrompere una
risposta e questo comando viene implementato reclutando il STN.
Facevano parte di questo circuito l'area supplementare premotoria, una parte della
corteccia frontale mediale. Questa regione si attiva negli studi di neuroimmagine
260
funzionale in cui c'è un conflitto di risposta - fenomeno che ovviamente si verifica nel
compito del segnale di stop.
La stimolazione del STN interrompe il sistema di controllo inibitorio.
Le unità di controllo gli schemi ricevono in da molte fonti. La forza delle connessioni,
riflette gli effetti dell'apprendimento.
Gli input esterni possono essere sufficienti per innescare alle unità di controllo gli
schemi. Nella maggior parte dei casi le nostre azioni non sono dettate solamente
dall'input; poiché molte unità di controllo di schemi si possono possono attivare
simultaneamente, deve intervenire un processo di controllo superiore a garantire la
selezione solo delle unità appropriate. Esistono due tipi di selezione. Un tipo, alquanto
passivo ma veloce, è quello che chiamiamo conflitto regalato. Gli schemi non solo sono
guidati dagli input percettivi ma competono tra loro, soprattutto quando le due unità di
controllo sono mutuamente esclusive. Poiché fra gli schemi vi sono connessioni inibitorie,
il modello spiega perché il nostro comportamento risulti coerente. Un solo lo schema
riesce a vincere la competizione. Se la competizione non porta la soluzione del conflitto, il
risultato è l'assenza di azione: nessuno degli schemi è attivato a sufficienza per innescare
una risposta.
261
- quando la situazione richiede una risposta che
è in competizione con una forte risposta abituale;
- quando la situazione richiede la correzione di
errore o l'individuazione di problemi;
- quando la situazione è difficile o pericolosa.
Nelle prove successive la condizione di generazione diventa più facile e gli item non
sono più nuovi. Quindi l'aumento del flusso sanguigno nel giro del cingolo scompare, e ciò
riflette il minore bisogno dell'intervento del SAS. Quando si sottopone a soggetto una
nuova lista di sostantivi, l'attivazione del giro del cingolo ricompare.
Prima che fosse commesso errore, i ricercatori hanno osservato una diminuzione
costante dell'attività all'interno di un circuito che includeva la corteccia frontale mediale
la corteccia frontale inferiore destra, una diminuzione che poteva essere rilevata dopo
20s prima dell'errore. In secondo luogo, l'attività aumentava nell'arco di un intervallo
temporale simile nel precuneus e nella corteccia retrospleniale. Queste due regioni sono
componenti fondamentali della rete di default, che si pensa essere associata alla
263
elaborazione autoreferenziale. Quindi, è possibile osservare uno spostamento dell'attività
cerebrale dal sistema di monitoraggio a sistema della mente-che-vaga, che va
aumentando fino a che la persona commette un errore.
Le funzioni della corteccia frontale mediale non si limitano alla rilevazione degli
errori.
Effetto Stroop: L'attivazione della corteccia frontale mediale è particolarmente
conspicua nelle prove incongruenti rispetto a quando parole e colori sono congruenti.
L'attivazione è maggiore quando si chiede alle persone di generare verbi associati a
sostantivi rispetto a quando è sufficiente ripetere i nomi, anche se raramente si verificano
errori.
L'attività neurale nella corteccia frontale mediale è risultata più alta nelle prove
incompatibili, in confronto a quelli compatibili. Questo aumento si osservava quando i
soggetti rispondevano correttamente. Questi risultati stanno fortemente a indicare che è
l'azione di monitoraggio a impegnare la corteccia frontale mediale, e non gli errori.
14. LA COSCIENZA
Orientamento anatomico
265
La mente cosciente dipende
principalmente da 3 strutture
cerebrali: il tronco encefalico,
incluso l'ipotalamo; il talamo e la
corteccia cerebrale. Lo stato di
veglia è necessario per lo stato di
coscienza, ma quest'ultima non è
necessaria per uno stato di veglia.
Il tronco encefalico
Le regioni cerebrali necessarie per modulare lo stato di veglia e per accendere
l'interruttore della coscienza sono a site nel tronco encefalico. Il lavoro principale dei
nuclei del tronco encefalico consiste nella regolazione omeostatica del corpo e del
cervello. Questa regolazione viene esercitata principalmente dai nuclei del midollo
allungato insieme ad alcuni afferenti dal ponte. Se si disconnette questa porzione del
tronco encefalico, il corpo muore. La formazione reticolare contribuisce a un certo
numero di circuiti neurali coinvolti nel controllo motorio e cardiovascolare, nella
modulazione del dolore e del filtraggio degli stimoli sensoriali irrilevanti. Alcuni nuclei
influenzano l'intera corteccia corteccia tramite connessioni corticali dirette, mentre alcuni
nucleo lo fanno tramite neuroni che compongono i circuiti del sistema reticolare attivante
(RAS). Questo sistema ha connessioni estese con la corteccia tramite due vie.
La via dorsale decoro verso la corteccia attraverso il nucleo intralaminare del talamo,
mentre la via ventrale si spinge sino alla corteccia attraverso l'ipotalamo è la via dorsale
decorre verso la corteccia attraverso il nucleo intralaminare del talamo, mentre la via
ventrale si spinge sino alla corteccia attraverso l'ipotalamo e il telencefalo basale. Il RAS è
266
implicato nella regolazione del livello di attivazione (arousal), controllando è su i cicli di
sonno-veglia e l'attenzione. Un danno o la distruzione di questo sistema può produrre il
coma.
L'arousal e influenzato anche da lì output efferenti del LC, sito del ponte, che
rappresenta la sede principale di produzione di noradrenalina nel cervello. Quando è
attivo, previene il sonno attivando la corteccia.
Il talamo
I neuroni che connettono il tronco encefalico con il nucleo intralaminari (ILN) del
talamo giocano un ruolo chiave nella coscienza sostanziale. Il talamo presenta due ILN.
Il talamo è una struttura ampiamente connessa. Come risultato, esso gioca numerosi
ruoli in relazione alla coscienza. Per prima cosa, tutti gli input sensoriali, relative sia al
corpo sia al mondo circostante, passano attraverso il talamo. Questa struttura cerebrale è
anche importante per l'arousal, per l'elaborazione dell'informazione derivante da RAS che
attiva la corteccia o contribuisce al sonno. Il talamo è anche caratterizzato da connessioni
neuronali che lo collegano condizioni specifiche di tutta la corteccia, le quali, a loro volta,
inviano direttamente connessioni verso il talamo stesso, dando luogo così a circuiti
circolari di connessione. Questi circuiti contribuiscono alla coscienza coordinando l'attività
in tutta la corteccia.
La corteccia cerebrale
La corteccia cerebrale mantiene lo stato di mele e contribuisce alla attenzione
selettiva. La coscienza estesa ha inizio con i contributi derivanti dalla corteccia, la quale
aiuta a generare la base del sé. Un danno alla corteccia può avere come risultato la
perdita di un'abilità specifica, ma non della coscienza in sè e per sè. Negligenza
emispaziale: Lesioni unilaterali alla corteccia parietale, i pazienti non avevano coscienza di
metà dello spazio che li circondava.
La coscienza
Io do lismo tende a ignorare le scoperte biologiche, mentre il materialismo trascura
la realtà dell'esperienza soggettiva. Per mettere fine alla confusione sulla coscienza, la
proposta consiste nel suddividere il problema in tre diverse tematiche: l'autocoscienza,
l'accesso all'informazione e la senzienza.
Autocoscienza: nel novero delle persone e degli oggetti su cui un essere intelligente
povera con ante informazioni, è compreso l'essere stesso.
267
delle informazioni entro il sistema nervoso ricadono in due grandi modalità:
l'elaborazione cosciente e l'elaborazione non cosciente. Alla prima modalità hanno
accesso i sistemi che stanno alla base dei resoconti verbali, del pensiero razionale e dei
processi decisionali. L'altra modalità comprende le risposte autonomiche, le operazioni
mentali connesse con la visione, il linguaggio e il controllo motorio, nonché desideri e
ricordi repressi.
Fenomeno della visione cieca indica il fenomeno per cui i pazienti che hanno subito
una lesione alla corteccia visiva sono, comunque, in grado di rispondere agli stimoli
presentati alla parte cerca del loro campo visivo. Questa attività avviene al di fuori della
coscienza. I pazienti affermano di non essere in grado di svolgere un certo contatto,
eppure lavoro prestazione risulta chiaramente al di sopra della pura causalità. Questi
pazienti hanno accesso alle informazioni, senza tuttavia esperirlo a livello cosciente.
Dimostra che la visione può venire anche al di fuori della coscienza, il fenomeno del
Blindsight - la percezione avvenga in assenza di sensazione. Il fenomeno della visione
cieca coinvolge anche la via primaria danneggiata.
Anche quando il partecipante nega di aver visto uno stimolo, è più sensibile alle
sottili influenze dello stimolo stesso sue risposte devo partecipante.
La visione cieca forse dovuta a resti, per quanto gravemente malfunzionanti, della
via visiva primaria, anziché a un più generale sistema visivo secondario.
Prima di poter affermare che la visione cieca è dovuta a strutture subcorticali o
extrastriate, occorre essere certi di poter escludere la possibilità che area della corteccia
striata siano state risparmiate.
268
I pazienti che soffrono di negligenza emispaziale per effetto di un danno all'emisfero
destro non riescono non mi dare gli stimoli che entrano nel loro campo visivo sinistro. Ma
quando si chiede loro di giudicare i due stimoli visivi lateralizzati, cioè presentati ciascuno
a un enicampo visivo, siano uguali o diversi, gli stessi pazienti sono in grado di farlo.
Gran parte delle nostre attività mentali avviene al di fuori del nostro controllo.
Nozioni importanti emergono dallo studio dei fenomeni e dei del Blindsight e del neglect.
Molte attività percettive e cognitive possono avvenire, e in effetti a vengono, al di fuori
del dominio della coscienza. Abbiamo la possibilità di accedere a informazioni di cui non
siamo senzienti. Probabile che i processi inconsci correlati con le attività cognitive,
percettive e senso-motorie abbiano luogo a livello della corteccia. La risoluzione di
problemi o problem solving procede su due diversi livelli, quello che sente e quello
inconscio, ma siamo consapevoli solo di uno di essi.
Procede su due diversi livelli, quello cosciente e quello inconscio, ma siamo
consapevole solo di uno di essi.
270
inconsci. Una volta avvenuto questo movimento dal conscio all'inconscio, è difficile
avviare nuovamente i processi coscienti.
Processi simili a vengono anche durante l'apprendimento di altre abilità complesse.
271
corteccia prefrontale laterale è essenziale per la correzione degli errori. I volontari
normali mostrarono l'attesa attività neurale di correzione nel giro del cingolo anteriore. I
pazienti con lesioni alla corteccia prefrontale laterale mostrarono anche essi l'attività di
correzione degli errori, ma, oltre a queste, manifestare hanno la stessa attività di
correzione anche per i non-errori. Ovvero, questi pazienti non erano in grado di
distinguere fra risposte corrette e sbagliate. I pazienti con un danno alla corteccia
prefrontale laterale abbiano perduto la capacità di monitorare e integrare nel tempo il
loro comportamento. Forse hanno perduto anche la capacità di apprendere dai loro
errori.
Sintesi:
La maggior parte dell' elaborazione che ha luogo nel cervello è da considerarsi di
natura inconscia.
Benjamin Libet ei suoi colleghi hanno osservato l'aumento di attività cerebrale legata
a un'azione a partire da 300 m s prima dell'invenzione cosciente di agire.
272
L'emersione dell'interprete cerebrale nel cervello della
specie umana
Gli esseri umani possiedono un sistema specializzato nel operare questa sintesi
interpretativa, che, è localizzato nell'emisfero sinistro. Tale sistema, definito interprete, è
molto probabilmente localizzato nella corteccia è opera ampiamente al di fuori e della
consapevolezza cosciente. Esso cerca di dare un senso alle informazioni esterne e interne
che bombardano il cervello. Alla ricerca di causa ed effetto, esso fornisce ipotesi, produci
ordine a partire dal caos che caratterizza l'informazione e crea una fluida narrativa.
L'interprete è un collante che lega assieme alle migliaia di pezzettini di informazioni
derivanti da tutta la corteccia, in una narrativa dotata di senso è caratterizzata da causa
ed effetto l'interprete è un collante che lega assieme alle migliaia di pezzettini di
informazione derivante da tutta la corteccia, in una narrativa dotata di senso è
caratterizzata da causa ed effetto: in altri termini, non ho la nostra storia personale. Se
qualche azione, pensiero o emozione non si adatta al resto della storia e, l'interprete
opera una razionalizzazione.
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I pazienti con cervello diviso che non possiedono un emisfero destro capaci di
linguaggio mostrano una ridotta capacità di risposta a configurazione di stimoli i pazienti
con cervello diviso che non possiedono un emisfero destro capace di linguaggio mostrano
una ridotta capacità di risposta a configurazioni di stimoli; si va dal incapacità totale alla
capacità di formulare semplici giudizio di uguaglianza fra stimoli con livelli di risposta
superiori alla pura casualità. I pazienti capaci di giudizi percettivi che non implicano il
linguaggio, erano però incapace di formulare nell'emisfero destro un semplice giudizio
uguale-diverso, quando il campione e lo stimolo test venivano presentati lateralizzati
simultaneamente. Perciò, quando occorreva formulare un giudizio di uguaglianza su due
figure presentate simultaneamente, l'emisfero destro falliva nel compito.
L'emisfero destro offre una prestazione molto scarsa nel trarre inferenze semplici.
Si presentano serialmente all'emisfero destro brevi parole e il compito del soggetto
consiste nel inferire la relazione causale tra due emisferi e lessicali, scegliendo la risposta
tra 6 possibili opzioni che può vedere davanti a sé. In un tipico di questo genere, parole
come pin e finger vengono presentati visivamente all'emisfero festro, è la risposta
corrente prevista è bleed.
Il MSR (mirror self-recognition) richiede solo una consapevolezza del corpo, piuttosto
a chi è un qualsiasi concetto astratto del sé. Non è necessario invocare nulla di più che è
un'associazione delle sensazioni con la percezione visiva. Le persone infatti non fanno
ricorso agli atteggiamenti, ai valori, alle intenzioni, alle emozioni e alla memoria episodica
per riconoscere il loro corpo in uno specchio. Un altro problema con il test del MSR e che
alcuni pazienti affetti da prosopagnosia sono incapaci, sebbene abbiano un senso del sé,
di riconoscersi allo specchio. Pensavo di vedere qualcun altro. Quindi, sebbene il test del
MSR possa indicare un livello di autoconsapevolezza cosciente, esso ha scarso valore nella
valutazione di quanto è come un animale sia autoconsapevole. Esso non comprende al
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quesito se è un animale sia consapevole solo del suo sé visibile o lo sia anche gli attributi
non osservabili direttamente.
Un'altra strada è rappresentata dalla ricerca di prove a supporto della teoria della
mente, che è stata ampiamente condotta. Non vi è al presente alcuna prova che gli
scimpanzé comprendono le false credenze. Gli scimpanzè comprendono gli altri in termini
di psicologia dei figli e della percezione, al posto di una vera e propria psicologia delle
credenze e dei desideri umani. La cosa che gli scimpanzé non fanno e condividere
l'intenzionalità con altri, forse come risultato della diversa capacità della loro teorie della
mente. I bambini lo fanno a partire da circa 18 mesi di età. Questa abilità di condividere
l'intenzionalità sia particolarmente importante per lo sviluppo cognitivo precoce dei
bambini e sia alle radici della cooperazione umana.
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