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PSICOLOGIA GENERALE E DELLO SPORT

A-L

Prof.ssa Marinella Coco


Il principio chiave della psicologia e delle
neuroscienze attuali è dato dalla consapevolezza
che molteplici funzioni cognitive e fisiologiche
siano sottese da regioni specializzate del cervello.
CERVELLO E MENTE

Il cervello è come l’hardware e


la mente come un software.

Il cervello è costituito dai neuroni e dalle loro connessioni, dette


sinapsi, che formano dei circuiti che potremmo paragonare a cavi
elettrici.

La mente, o attività mentale, è costituita da pensieri, da


ragionamenti, dalla memoria, dall'intuizione, dalla volontà, dalla
sensazione e dall'emozione che corrono lungo questo sistema
operativo che è il cervello.
Come i reni producono urina, il cervello produce la mente.
Dick Swaab
Fin dall'antichità la mente è stata oggetto di
concettualizzazioni sempre in associazione col
concetto di anima, in Grecia nominata psiché e in
India jivatman.
Fogli VI e VII del Papiro Edwin Smith (Rare
Edwin Smith (1822 – 1906) è stato
Book Room, New York Academy of Medicine).
un egittologo, collezionista d'arte e
commerciante statunitense

Il Papiro Edwin Smith è il più antico trattato di medicina giunto


sino ai giorni nostri.

Scritto in ieratico (forma corsiva della scrittura geroglifica,


comunemente usata dagli scribi egiziani), risale alla 16-17
dinastia del Secondo periodo intermedio dell'Egitto, all'incirca nel
1500 a.C
Gli Egizi sono stati i primi a mettere sistematicamente per iscritto
informazioni di natura medica.

Di tutti i papiri oggi noti, il papiro chirurgico di Edwin Smith (della


lunghezza di 4,68 metri e largo 33 centimetri, ritrovato nel 1862
e completamente tradotto appena nel 1930) primeggia come
primo rapporto scritto sugli effetti di lesioni alla testa.
I primi Egizi, infatti, non distinguevano fra tendini, vasi ematici e nervi,
tanto che utilizzavano lo stesso termine: metu (canale) per tutti loro.
Questi ed altri metu confluivano nel cuore e trasportavano sangue,
aria, sperma, muco, cibo e prodotti di rifiuto attraverso il corpo.

Il cuore era così importante che i paracenteti, gli uomini che


preparavano i corpi per la mummificazione, a volte temevano per la
propria vita solo per averlo visto. Al contrario, il cervello era trattato
con la più completa indifferenza.
Erodoto (circa nel 450 a.C.),
riferisce che una pratica diffusa
fra i ricchi e i nobili era quella di
rimuovere il cervello dalle
narici e buttarlo via.

Perfino i polmoni, il fegato, lo


stomaco ed i reni ricevevano un
trattamento migliore del cervello.

I ricchi li conservavano in giare


particolari, i vasi canopi, mentre
il cuore era considerato troppo
importante per essere rimosso.
GRECI E LA RIVOLUZIONE IPPOCRATICA

Il pensiero dei Greci nei confronti del corpo era


intimamente legato alla teoria dei quattro elementi
fondamentali: terra, aria, acqua e fuoco.
Il primo filosofo a riunire questi elementi
in una visione unitaria fu Pitagora che,
inoltre, non riteneva queste sostanze
immutabili: il fuoco, ad esempio, poteva
essere compresso nell'aria e la terra
poteva essere espansa nell'acqua.

Pitagora
(570 a.C.- 495 a.C.)

Successivamente, Empedocle (490-430


a.d.), fortemente influenzato da
Pitagora, sviluppò e definì la teoria
quaternaria degli elementi fondamentali
a tal punto che essa ha poi guidato il Empedocle
(490a.C.- 430 a.C.)
pensiero dei Greci e dei Romani fino a
tutto il Medioevo.
Contemporaneamente all'affermarsi della teoria degli
elementi fondamentali, Alcmeone (circa V secolo a.d.)
effettuò le prime dissezioni di cui si abbia memoria
scritta descrivendo, fra l'altro, i nervi ottici.
Il suo lavoro lo portò a proporre che il cervello fosse
la sede delle sensazioni e del pensiero.

Lo stesso fece Anassagora (500-420 a.d.), che lasciò


Alcmeone la scuola ionica (alla quale appartenevano tutti i filosofi
citati) per fondare quella ateniese.

Anche se queste idee sul cervello costrinsero alcuni a


rivedere le proprie posizioni, il pensiero greco era
essenzialmente dominato dall'idea che il cuore
fosse la sede dell'anima e l'organo responsabile di
molte, se non tutte, le funzioni mentali.

Non solo, ma erano gli dei ed i demoni ad essere


responsabili delle condizioni di salute e di malattia.
Anassagora
Fu Ippocrate, (460-370 a.d.), medico
figlio di medico, ad esorcizzare i demoni
dalla medicina ed a portare
l'attenzione sul cervello.

Il Corpus Ippocraticum è una serie di


trattati scritti probabilmente non tutti da
Ippocrate, anche se tutti riportano il suo
nome, contiene molti riferimenti alle
paralisi ed alle malattie che possono
interessare il sistema nervoso.

Secondo i medici ippocratici, il cervello


era l'organo che controllava le
funzioni del corpo.
Democrito ed il suo contemporaneo
Platone (429-348 a.d.) credevano in
una triplice anima.

Una parte di essa si trovava nella


Platone
testa ed era responsabile
(428 a.C./427 a.C. -348
a.C./347 a.C.)
dell'intelletto, un'altra si trovava nel
cuore e determinava la rabbia, la
paura, la fierezza ed il coraggio, la
terza parte si trovava nel fegato, o
per lo meno nello stomaco, dove era
responsabile della libidine,
dell'avidità, del desiderio e di tutte le
Democrito
passioni di basso livello.
(460 a.C. – 370 a.C.)
Democrito riteneva che quest'anima composita morisse con
l'individuo, mentre Platone era dell'idea che l'anima intellettuale o
razionale fosse immortale e che solo le altre due morissero col corpo.
Le idee proposte da Democrito e Platone rappresentarono un
sostanziale allontanamento dalle teorie cardiocentriche di Empedocle
e degli altri.
La direzione intrapresa era verso una teoria che vedeva almeno le
funzioni superiori localizzate nel cervello, in linea con il pensiero dei
medici ippocratici.
Aristotele (384-322 a.d.), discepolo di Platone e dei grandi
filosofi naturali, e che non era un medico, era convinto che
fosse il cuore ad essere la sede dell'intelletto, della
percezione e delle funzioni ad essi correlate.

Una ragione della rigida adesione di Aristotele alla teoria


cardiocentrica poteva risiedere nella diversa temperatura
del cuore (caldo) e del cervello (freddo), in una cultura
dove il caldo veniva associato alla vita ed il freddo alla
morte.

Aristotele potrebbe anche aver posizionato il pensiero


razionale nel cuore perché il battito cardiaco era la prima
cosa in movimento che era riuscito a vedere in un
Aristotele embrione di pollo. Aristotele, comunque, non ignorava
(384 a.C. o 383 a.C –
322 a.C.) completamente il cervello. Secondo lui, il cervello
svolgeva una funzione importante nel raffreddare il
cuore, tanto che le maggiori dimensioni relative del
cervello umano rispetto a quello animale erano giustificate
dal fatto che l'uomo è più caldo degli altri animali e
necessita, quindi, di un "radiatore" di maggiori dimensioni.
La concezione cardiocentrica delle funzioni intellettive è
perdurata per molti secoli e, nel linguaggio comune,
ancora oggi parliamo di "cuore spezzato" o di agire "di
cuore".

Tale resistenza è probabilmente legata all'enorme


influenza che il pensiero degli antichi greci ha avuto per
centinaia di anni.
Baruch Spinoza
(1632 –1677)

All'utilizzo in senso tecnico neurofisiologico si è anche


affiancato un utilizzo di tipo metafisico.
In tale prospettiva la mente diventa qualche cosa di divino, e
tale presunta entità sovrannaturale, come ad esempio
nell'espressione "la mente di Dio", assume qualità pensanti che
alludono a un mente superiore com'era il Dio di Spinoza.
GALENO
(129-199 d.C.)

Galeno nella sua Ars medica, associa il buon funzionamento


cerebrale alla forma del capo che, egli scrive, deve somigliare ad una
pallina di cera leggermente schiacciata ai lati.

Per Galeno sono i VENTRICOLI CEREBRALI del cervello che assumono


un ruolo fondamentale, costituendo una sorta di pompa che aspira il
pneuma psichico o spirito animale dagli organi di senso e lo spinge ai
nervi per permettere la contrazione dei muscoli.
Questa concezione permase sino
alle soglie dell'Ottocento:
- nella cella anteriore avrebbero
sede le funzioni sensoriali e
immaginative,
- nella parte centrale le funzioni
razionali,
- nel terzo ventricolo la virtù della
memoria, in particolare quel tipo
di memoria, in qualche modo
superiore, in grado di richiamare
GALENO i ragionamenti e i ricordi
complessi.
(129-199 d.C.)
Vesalio e Varolio
(XVI sec)

Pur non abbandonando la teoria


ventricolare a favore della sostanza
cerebrale forniscono sempre
migliori immagini del cervello
rimanendo nel vago rispetto alle
funzioni.
René Descartes John Locke
(1596 –1650) (1632 – 1704)

Tra il XVII e il XVIII secolo sono state avanzate numerose


teorie parziali sulla mente da parte di Cartesio e di Locke,
ma solo dalla metà del XIX secolo nascono teorie più
esaustive in riferimento ai primi studi approfonditi sulla
struttura del cervello.
Cartesio
(1596-1650)

Per Cartesio la ghiandola Pineale


(epifisi) è il punto privilegiato dove
mente (res cogitans) e corpo (res
extensa) interagiscono.
La ghiandola pineale unica struttura
asimmetrica del cervello l’anima si
unisce al corpo.
Egli ritiene l’anima unica, immateriale
e immortale.
Il corpo è una macchina.
Nel ‘19 e ‘20 secolo nasce la frenologia, la
localizzazione delle funzioni del cervello, Gall il
padre della frenologia, e l’industria della
mappatura.
«Chiamiamo "organologia" la teoria di Gall perché questo fu
sempre il termine che egli adoperò.
Inizialmente era Schädellehre (craniologia), ma fu
abbandonato perché era il cervello e non il cranio l’oggetto
d’interesse di Gall. [...] »
«"Frenologia" (dal greco, dottrina della
mente) è un termine utilizzato e diffuso da
Spurzheim fin dal 1818, ma sull’opportunità di
adottarlo Gall fu sempre contrario (perché
tendeva ad identificare le funzioni del cervello
solo con la mente) [...] »

Frenologia: “le facoltà mentali sono


localizzabili nel cervello” Questi studiosi furono
chiarissimi nel dichiarare che erano interessati
al cervello, ma...!!!! in realtà spessissimo
badavano alle bozze craniche, presumendo che
riflettessero la conformazione del cervello.

La particolare conformazione della bozza e la


sua estensione erano correlate con lo sviluppo
della funzione mentale.
Cesare Lombroso, frenologo italiano, studia i profili e le
forme del cranio e le correla con attitudini comportamentali.
Pesanti implicazioni sociali.
Non tutto era sbagliato. Padre anche dei moderni morphing
fotografici.
Paul Broca (1824-1880) Localizza le aree del
cervello che sovraintendono al linguaggio e
combatte contro coloro che credevano che le
funzioni fossero diffuse nel cervello.
Anche la corteccia sensoriale, motoria e
premotoria rappresentano topograficamente le
varie aree somatiche con espansioni relative alle
aree piu’ sensibili ed innervate
William James fonda la Psicologia moderna 1890
Principles of Psychology, tuttora molto citato.
Padre del cognitivismo, la coscienza è una
proprietà del cervello e del sistema nervoso.
Robert Thorndike 1898 misura e studia l’apprendimento
e la memoria negli animali, nella sua tesi di dottorato
imposta i principi del condizionamento operante, ma in seguito
abbandona le ricerche e si dedica ad altro.
Fondamentale la sua problem box in cui il gatto apprende ad
uscire per prove ed errori sempre piu’ rapidamente.
Ivan Pavlov, padre del condizionamento
classico.
Studia il riflesso di salivazione e scopre la
capacità di associare nuovi riflessi a vari tipi di
risposte.
Da Pavlov e Thorndike, nasce il
behaviorismo, che sosteneva che tutti i
comportamenti sono condizionabili dati
opportuni programmi di rinforzi, Skinner.
Lashley (1890-1958) inizia gli
studi sulla memoria ed ove
essa possa essere localizzata:
La ricerca dell’engramma
come il cervello controlla
l’apprendimento, la percezione,
la motivazione.
Donald Hebb 1904-1985 studia
l’organizzazione dei neuroni.

The organization of Behavior


1949, studia il funzionamento
delle reti neurali, precorrendo i
moderni studi sugli algoritmi
genetici e le reti neurali.

«se un neurone A è abbastanza vicino


ad un neurone B da contribuire
ripetutamente e in maniera duratura
alla sua eccitazione, allora ha luogo in
entrambi i neuroni un processo di
crescita o di cambiamento metabolico
tale per cui l'efficacia di A nell'eccitare
B viene accresciuta»[4].
Sigmund Freud
(1856 –1939)

Dalla fine del XIX secolo gli studi sulla mente hanno avuto un
incremento notevole che prosegue a tutt'oggi.
Da ricordare, oltre agli studi di psicologia sperimentale,
quelli propriamente psicoanalitici e psicoterapeutici nati
con Freud.
Suddivisione del cervello
secondo Paul MacLean

Paul D. MacLean
(1913 –2007)

“Nella sua evoluzione, il cervello [degli esseri umani]


mantiene l’organizzazione gerarchica dei tre tipi basici
che possono convenientemente essere classificati
come cervello dei rettili, dei mammiferi meno evoluti
(paleo-mammifero) e dei mammiferi più evoluti, come
l’uomo (neo-mmamifero)”.
Suddivisione del cervello
secondo Paul MacLean

Il cervello di rettile (evolutosi circa 300-400 milioni di anni fa) regola


i processi legati alla sopravvivenza come il metabolismo, la
regolazione delle ghiandole endocrine e il mantenimento della
regolarità del battito cardiaco e della pressione arteriosa.

Questa parte del cervello media la comunicazione sociale a livello di


sfida o atteggiamenti territoriali (difendere e sorvegliare i propri
beni dai ladri), di corteggiamento (truccarsi), di autoaffermazione
(competizione).
Suddivisione del cervello
secondo Paul MacLean

Il cervello di paleo-mammifero (evolutosi circa 250 milioni di anni fa)


che viene fatto coincidere con il sistema limbico è il centro
emozionale dell'organismo, ma regola anche l'alimentazione,
l'attacco e la fuga.

Questo cervello rappresenta il passaggio dalla vita solitaria dei


rettili a quella sociale e relazionale tipica dei mammiferi. Di
particolare interesse risulta la sua funzione mediatrice nei
comportamenti di accudimento dei piccoli.
Suddivisione del cervello
secondo Paul MacLean

Il cervello neo-mammifero (evolutosi circa 5 milioni di anni fa) è


costituito dalla corteccia cerebrale che media i processi mentali
superiori.

Grazie alla corteccia, particolarmente sviluppata nell'uomo, è possibile


prevedere e programmare i comportamenti. Si ritiene che anche
caratteristiche come l'altruismo o l'empatia (la capacità di mettersi
nei panni degli altri) siano mediate dalla corteccia cerebrale.
DIBATTITO SUCCESSIVO:

Wernicke, Sherrington, Cajal, Adrian: neuroni si connettono


precisamente e formano gruppi funzionali specifici (es.
Epilessie focali, linguaggio).

Carl Wernicke Sir Charles Scott Sherrington Santiago Ramón y Cajal


(1848 -1905) (1852-1952) ForMemRS Edgar Douglas Adrian
(1852 –1934) (1889 –1977)

Lashley: Azione di massa, conta


“quanto” e non “quale” cervello
viene dedicato a un certo compito.
Karl Spencer Lashley
(1890–1958)
BRODMANN

Divide la corteccia in 52 aree divisione usata tuttora

Successivamente si iniziò a cavallo fra il diciassettesimo e


diciottesimo secolo a studiare il cervello dando un’occhiata
più da vicino, una delle osservazione fu la distinzione fra
sostanza bianca e sostanza grigia, le relazioni esistenti fra
esse.
L’individuazione di are, giri, solchi e fessure nel cervello.
Edgar Douglas Adrian
(1889 –1977)

Ulteriori prove della localizzazione delle funzionalita’


cerebrali
1930: Adrian registra attività elettrica da punti distinti
della corteccia evocata da stimoli tattili applicati in punti
distinti della pelle (campi recettivi).
1950: Penfield stimola punti diversi
della corteccia in pazienti svegli e
“riscopre” le aree del linguaggio.
La localizzazione riguarda anche
funzioni emotive.
Danni alla zona corrispondente a quella
del Wernicke ma nell’emisfero destro
Wilder Penfield (1891-1976)
causa la non comprensione delle
qualita’ emotive del linguaggio.
Epilessia del lobo temporale: I pazienti
mostrano sensazioni di paura e
possono avere alterazioni delle
emozioni (ruolo del lobo temporale
nella espressione e nella percezione
delle emozioni, amigdala).
Charles Robert Darwin
(1809 - 1882)

Nel 1859 pubblicò L’origine della specie, secondo la sua teoria , le


differenze tra le specie nascono da un processo che lui stesso
denominò selezione naturale .
Se i tratti che si possiedono rappresentano un vantaggio per la
sopravvivenza sarà più probabile che vengano trasmessi alle
generazioni successive. Questa semplice intuizione rivoluzionò la
biologia.
Darwin incluse il comportamento tra le caratteristiche ereditabili
suscettibili di evoluzione.
Theodor Schwann
(1810 - 1882)

Theodor Schwann enunciò la teoria che fu battezzata teoria


cellulare, tutti i tessuti sono costituiti da unità microscopiche
chiamate cellule.
La controversia riguardante la possibilità che una singola «cellula
nervosa» fosse effettivamente l’unità funzionale di base del
cervello.
L’avvento, agli inizio degli anni 70, di metodologie
sperimentali per lo studio del rapporto tra mente e cervello,
ha permesso lo studio sia di pazienti con patologie non
caratterizzate da anomalie cerebrali macroscopiche, come
nel caso di patologie degenerative (demenza, disordini del
movimento) o patologie evolutive (schizofrenia, autismo,
dislessia).
La TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA, in radiologia, indicata con
l'acronimo TC o CT (dall'inglese computed tomography), è una
metodica diagnostica per immagini, che sfrutta radiazioni ionizzanti
(raggi X) e consente di riprodurre sezioni o strati (tomografia)
corporei del paziente ed effettuare elaborazioni tridimensionali.

Si possono visualizzare molto bene non solo gli organi interni del
corpo umano, ma anche le arterie e le vene, poiché permette di
eliminare gli artefatti da movimento
La RISONANZA MAGNETICA in campo medico è usata
prevalentemente a scopi diagnostici nella tecnica dell'imaging a
risonanza magnetica (detta anche tomografia a risonanza
magnetica).
Le informazioni fornite dalle immagini di risonanza magnetica
sono essenzialmente di natura diversa rispetto a quelle degli altri
metodi di imaging.
Sono normalmente visibili esclusivamente i tessuti molli ed è
inoltre possibile la discriminazione tra tipi di tessuti non
apprezzabile con altre tecniche radiologiche.
La TOMOGRAFIA A EMISSIONE DI POSITRONI (o PET, dall'inglese Positron
Emission Tomography) è una tecnica di medicina nucleare e di diagnostica
medica utilizzata per la produzione di bioimmagini (immagini del corpo).

La PET fornisce informazioni di tipo fisiologico.

Richiede la somministrazione attraverso iniezione di un radiofarmaco con


emivita breve, legato chimicamente a una molecola attiva a livello metabolico
(vettore). Dopo un tempo di attesa, durante il quale la molecola
metabolicamente attiva (spesso uno zucchero) raggiunge una determinata
concentrazione all'interno dei tessuti organici da analizzare, il soggetto viene
posizionato nello scanner.
L'ELETTROENCEFALOGRAFIA (EEG) è la
registrazione dell'attività elettrica dell'encefalo, non
invasiva.
La STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA (TMS) è una
tecnica non invasiva di stimolazione elettromagnetica del tessuto
cerebrale.
Mediante questa tecnica, è possibile studiare il funzionamento dei
circuiti e delle connessioni neuronali all'interno del cervello,
provocando uno squilibrio piuttosto ridotto e transitorio.
È possibile adottare anche questa tecnica in modo ripetuto,
ciclicamente, per trattare disturbi psichiatrici e neurologici quali la
depressione, le allucinazioni, la malattia di Parkinson etc.
LA RICERCA UNIVERSITARIA
Fin dalle origini dell’umanità l’interesse a
conoscere se stessi e l’ambiente circostante ha
fatto nascere un corpo di conoscenze che, con il
tempo, acquisendo il metodo proprio della
ricerca, è divenuto scienza.
La ricerca scientifica e tecnologica è, infatti, un’attività
connaturata all’uomo se solo si pensa che quello che noi
chiamiamo “uomo primitivo” ha svolto per millenni
un’intensa attività di ricerca, studiando il moto degli astri,
selezionando specie vegetali e animali, scoprendo i segreti
delle tecniche di coltivazione, imparando a lavorare metalli e
materiali ceramici, adottando sofisticate tecniche di
costruzione edilizia e navale, etc.
COS’È LA SCIENZA?

Se chiedessi ad ognuno di voi «sapete dirmi quanti granelli di sabbia si


trovano alla Playa».
Voi mi rispondereste «un miliardoduecentocinquantamilaseicentonovanta e
se non ci crede valli a contarseli ».
Questa misurazione non è scienza perché non permette una verifica. È da
considerarsi opinione personale.
Le opinioni personali possono essere rispettabilissime ma non hanno
attendibilità scientifica.
La scienza necessità della verificabilità e della riproducibilità
dell’informazione.
Quando parliamo di scienza bisogna tener conto di una
fondamentale distinzione fra
FINI e MEZZI.

Il FINE è la conoscenza. Il MEZZO è il limite (in quanto


bisogna vedere l’uso che se ne fa).
Alfred Bernhard Nobel
(1833 –1896)

Nobel quanto scoprì la nitroglicerina era spinto dal desiderio di aiutare i


minatori, di ridurre lo stress fisico, infatti, per scavare nella roccia un tunnel
ferroviario ne bastava un cucchiaio, inoltre qualche milligrammo fa bene
anche per curare certe patologie cardiache.

Il suo potenziale detonante l’ha resa però una presenza costante nelle guerre
e i conflitti armati del Novecento.

La nitroglicerina è il caso più eclatante di come un’invenzione realizzata per


favorire il progresso civile sia poi stata usata per arrestarlo.
Gli esempi a riprova dell’impulso che la guerra diede alla scienza sono copiosi lungo tutto il
corso della storia: dall’invenzione degli specchi ustori ideati da Archimede per difendere la
città di Siracusa dall’assedio delle navi romane, al cannocchiale di Galileo presentato alla
Repubblica di Venezia come “arma tattica” per sventare possibili attacchi nemici, dalle
modernissime macchine belliche immaginate da Leonardo da Vinci, fino ad arrivare alle
innovazioni tecnologiche di derivazione militare più recenti, che hanno trovato applicazione
nei più svariati campi della convivenza civile (dai trasporti alla medicina).

La ricerca scientifica pubblica fino al XIX secolo è stata, dunque, ricerca scientifica per la
guerra.

Essendo il fine ultimo della ricerca quello bellico, l’attività di ricerca era, infatti, svolta da
uffici dello Stato, che oggi potremmo chiamare uffici e organi tecnici, e che già allora si
dividevano in uffici di ricerca diretta, e uffici di ricerca indiretta.
La partecipazione degli scienziati allo studio e alla progettazione di nuove ed efficaci armi,
che vennero per la prima volta utilizzate durante le due Guerre mondiali, concorse in maniera
significativa a far entrare in crisi, a livello di massa, il valore positivo della scienza.

L’avvenimento che, però, fece sì che la scienza venisse percepita, non solo come un elemento
negativo, ma come una vera e propria fonte di ingiustizie sociali, fu indubbiamente il fatto che
questa abbia fornito una giustificazione alle odiose pratiche eugeniche poste in essere un pò
ovunque nel mondo a partire dai primi del Novecento ma, con particolare spietatezza e
pervasività, soprattutto nella Germania nazionalsocialista.

I "ragazzi di via Panisperna": (da sinistra) Oscar D'Agostino,


Emilio Segré, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti ed Enrico
Fermi
ESPERIMENTI DI DECOMPRESSIONE PER IL SALVATAGGIO DA GRANDE ALTEZZA

L'obiettivo dichiarato era quello di studiare le possibilità di salvare un soggetto in caduta da grande
altezza.
Le domande a cui i medici volevano rispondere erano dunque: può un soggetto lanciatosi con paracadute
dall'aereo in fase di volo, o comunque da un'altezza superiore ai 10 km, salvarsi? Quanto resiste un soggetto
senza la pressione atmosferica cui è naturalmente abituato? Quali sono le reazioni fisiche di un soggetto a
cui si è tolta la pressione atmosferica e in definitiva l'ossigeno? Quali le conseguenze nel caso in cui si salvi?

Sigmund Rascher
(1909 - 1945)

Il Dott. Sigmund Rascher, medico maggiore della Luftwaffe, ebbe un ruolo di primo piano in questo progetto di
sperimentazione. Gli esperimenti vennero condotti su prigionieri del lager di Dachau. I deportati venivano chiusi
dentro una stanza in cui veniva abbassata gradualmente la pressione atmosferica, fino ad arrivare alla completa
mancanza di ossigeno.
Si ricostruiva in questo modo la caduta di un paracadutista da 12-13 km di altezza. I risultati dovevano verificare o
smentire le varie teorie di salvataggio di un soggetto in caduta libera con paracadute (evidentemente l'interesse
dell'esperimento era rivolto a quei militari di aviazione che potevano trovarsi in situazioni tali da rendere necessario
doversi buttare dall'aereo in fase di volo). Al termine dell'esperimento i corpi dei deportati venivano sezionati.
Poteva succedere che nella fase del sezionamento, la persona fosse ancora viva.
LA RICERCA SCIENTIFICA
La ricerca scientifica è un'attività umana avente lo scopo di scoprire,
interpretare e revisionare fatti, eventi, comportamenti e teorie
relative a qualunque ambito della conoscenza e dell'esperienza umana
(sebbene il senso comune tenda a restringerla a un ambito detto
natura), usando metodi intersoggettivi e condivisi cioè basati sul
metodo scientifico.
RICERCA DI BASE

La ricerca di base, detta anche ricerca pura o fondamentale, ha come obiettivo


primario l'avanzamento della conoscenza e la comprensione teorica delle relazioni
tra le diverse variabili in gioco in un determinato processo.
È esplorativa e può essere indotta dalla curiosità, dall'interesse e dall'intuito del
ricercatore. Viene condotta senza un particolare scopo pratico previsto, anche se i
suoi risultati possono avere ricadute applicative inaspettate.
L'espressione "di base" indica che, attraverso la generazione di nuove teorie, la
ricerca di base fornisce le fondamenta per ulteriori ricerche con ricadute applicative
nel medio-lungo termine.
RICERCA DI BASE: rischio e limite
Talora, la ricerca di base viene penalizzata dall'investitore privato, per
gli elevati costi di avvio, i tempi e l'incertezza di sviluppi commerciali
e industriali con una remunerazione adeguata del capitale di rischio.
Esistono forme di partenariato pubblico-privato, a fronte delle quali
l'investitore rischia una quota di capitale "a fondo perduto" per la
ricerca di base, in cambio di un diritto di opzione su eventuali esiti di
questa ricerca ritenuti interessanti.
L'investitore acquisisce la proprietà intellettuale, e l'obbligo di
contrarre col soggetto pubblico ulteriori impegni di denaro e
condizioni per la conclusione della ricerca di base, e il successivo
sviluppo industriale.

IPOTESI DI INTERVENTO
La ricerca di base dovrebbe essere finanziata da fondi pubblici.
Per incrementare i fondi a disposizione di questa essenziale forma di
ricerca, fondamentale per la costruzione del now-out di base
potrebbe essere utile che lo Stato permetta agli imprenditori ed ai
cittadini di detrarre dalle tasse le donazioni da fare alle università.
Donazioni che dovrebbero essere distribuite a pioggia in tutte le
università italiane, ciò garantirebbe un importante quota economica
da investire nella ricerca scientifica di base e consentirebbe la libertà
di ricerca.
RICERCA APPLICATA

La ricerca applicata è svolta allo scopo di trovare


soluzioni pratiche e specifiche.
Il suo obiettivo primario non è l'avanzamento della
conoscenza teorica, bensì lo sfruttamento della
conoscenza teorica già acquisita a fini pratici cioè
essenzialmente per lo sviluppo in ambito tecnico
della relativa tecnologia.
È generalmente di tipo descrittivo e basata su
precedenti ricerche di base.
Solitamente viene eseguita in ambiente industriale
oppure in università con finanziamenti provenienti
da industrie interessate.
Spesso il confine tra ricerca di base e ricerca
applicata non è così netto e il criterio per classificare
una determinata ricerca è piuttosto definito dal
presunto intervallo di tempo in cui la ricerca si dovrà
sviluppare prima di portare a ricadute applicative.
METODO SCIENTIFICO

« Nessuna quantità di
esperimenti potrà dimostrare
che ho ragione; un unico
esperimento potrà dimostrare
che ho sbagliato. »

Albert Einstein, lettera a Max Born del 4 dicembre 1926.


Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede
per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile,
verificabile e condivisibile.

Storicamente la paternità ufficiale del metodo scientifico è attribuita a


Galileo Galilei, sebbene studi sperimentali e riflessioni filosofiche in
merito abbiano radici anche nell'antichità, nel Medioevo e nel
Rinascimento.
«Dobbiamo distinguere chiaramente tra
verità e certezza. Aspiriamo alla verità, e
spesso possiamo raggiungerla, anche se
accade raramente, o mai, che possiamo
essere del tutto certi di averla raggiunta [...]
La certezza non è un obiettivo degno di
essere perseguito dalla scienza. La verità lo
è. »
(Karl R. Popper, Congetture e confutazioni, prefazione
italiana, 1985)
Karl Raimund Popper
(1902 –1994)

La falsificabilità è anche il criterio di demarcazione tra scienza e


non scienza: una teoria è scientifica se, e solo se, essa è falsificabile.
Che una teoria sia falsificabile significa che deve essere espressa in
forma logica e deduttiva, tale da partire da un asserto universale
per ricavarne, in maniera rigidamente concatenata, una
conseguenza particolare, controllabile empiricamente.
METODO SCIENTIFICO

«Evitare errori è un ideale


meschino. Se non osiamo
affrontare problemi che sono
così difficili da rendere l'errore
quasi inevitabile, non vi sarà
allora sviluppo della conoscenza.
In effetti, è dalle nostre più
teorie più ardite, incluse quelle
che sono erronee, che noi
impariamo di più. Nessuno può
evitare di fare errori; la cosa
grande è imparare da essi. »

(K. R. Popper, Conoscenza oggettiva,


da La teoria del pensiero oggettivo,
Armando 1975)
Kary Banks Mullis
(1944-)
«La professione del ricercatore deve tornare alla sua tradizione di ricerca per
l’amore di scoprire nuove verità. Poiché in tutte le direzioni siamo circondati
dall’ignoto e la vocazione dell’uomo di scienza è di spostare in avanti le
frontiere della nostra conoscenza in tutte le direzioni, non solo in quelle che
promettono più immediati compensi o applausi.»

Discorso tenuto da Enrico Fermi nel 1947


Dewey si sofferma sul problema tra scienza pura e
scienza applicata. Il suo ragionamento può essere
sintetizzato così:

John Dewey
(1859 –1952)

«le conoscenze e le idee sono il risultato di un metodo che è stato seguito in


modo intelligente dagli uomini che hanno interagito con l’ambiente;
la scienza in senso tecnico è una elaborazione formalizzata di operazioni
quotidiane. Il suo significato può essere compreso solo tenendo presente la
sua relazione con atteggiamenti e procedimenti che possono essere usati da
tutte le persone nate con la capacità di agire in modo intelligente.
Il senso comune comprende sia atteggiamenti scientifici sia atteggiamenti
non scientifici».
LA LIBERTÀ DI RICERCA SCIENTIFICA
GODE DI UNA PROTEZIONE COSTITUZIONALE?
La risposta non è né scontata né semplice, in quanto la realtà delle
Costituzioni europee e nordamericane è tutt’altro che univoca, e
anche il dibattito teorico sul punto è scarsamente sviluppato.
Esistono essenzialmente due i modi in cui la libertà di ricerca
scientifica è affrontata.
Da un lato, vi sono il Canada e gli Stati Uniti le cui costituzioni non hanno una
specifica previsione in favore della libertà di ricerca e che, quindi, riconducono la
tutela di tale libertà alla più ampia libertà di espressione (negli USA il riferimento è al
Primo Emendamento).
Dall’altro lato, le costituzioni di altri paesi, per lo più europei, riconoscono
esplicitamente la libertà della ricerca e dell’insegnamento nel campo delle arti e
delle scienze. Ad esempio, l’articolo 5 della Costituzione tedesca garantisce che
“l’arte e la scienza, la ricerca e l’insegnamento sono liberi”; l’articolo 33 della
Costituzione italiana stabilisce che “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è
l’insegnamento”, o ancora, l’articolo 59 della Costituzione slovena prevede che “la
libertà delle manifestazioni scientifiche ed artistiche deve essere garantita”.
Un ulteriore distinzione va fatta tra le costituzioni che
si limitano a prevedere la libertà della ricerca e le
costituzioni che inoltre impegnano lo Stato nella sua
promozione e nel suo sostegno.

In questo secondo gruppo rientrano la Costituzione


italiana, laddove prevede che “La Repubblica
promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca
scientifica e tecnica” (art.9), la Costituzione spagnola,
secondo cui “Le pubbliche autorità devono
promuovere la scienza e la ricerca scientifica e
tecnica a tutela dell’interesse generale” (art.44), e,
ancora, la Costituzione greca che, all’articolo 16,
dopo aver stabilito che l’arte, la scienza, la ricerca e
l’insegnamento sono liberi, stabilisce che la loro
promozione è un obbligo per lo Stato.

Dunque nel panorama delle costituzioni europee e


nordamericane vi sono diversi livelli di tutela della
libertà scientifica: un primo livello, che si potrebbe
dire “di base”, che riconduce questa libertà al più
ampio genus della libertà di espressione; un secondo
livello, in cui è presente un esplicito riconoscimento
della libertà in parola, e un eventuale terzo livello, in
cui lo stato viene impegnato a promuovere la ricerca.
….grazie….ci vediamo ….presto…

STUDIATE PER VOI!!!

IL VOTO SARÀ SOLO


UN PIACEVOLE EFFETTO COLLATERALE

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