Cardiologia- Lezione 04
Holter pressorio, ecodoppler, doppler periferico, ecocardiogramma
Questi sono esami da essere richiesti in caso di pressione arteriosa elevata, per valutare sia l’eventuale
presenza di un danno a un organo sia la congruenza di una terapia.
Tutte questi errori sono evitati dall’holter, che è una tecnica che presenta diversi vantaggi:
- permette misurazioni multiple della PA
- evita potenziali errori e bias dell’operatore
- misura la PA durante la normale attività diurna e durante il sonno
- valuta il ritmo circadiano della PA
- può valutare ipertensione da camice bianco
- può essere più riproducibile di una PA clinica
Oltre a questi vantaggi di tipo strumentale, l'holter ci permette di avere dati in più, che non vengono
forniti dalla tecnica convenzionale, come il ritmo circadiano, variabilità pressoria, pressione
differenziale, carico pressorio e PA al risveglio (dato importante da considerare perché l’incidenza di
ictus e infarto del miocardio è più alto la mattina per il rilascio adrenergico).
Ma sicuramente l’ABPM non deve essere utilizzato come strumento di routine, ma solo per
conferma di patologie.
In particolare, questo esame deve essere effettuato:
1. in casi in cui c’è una discrepanza tra i valori rilevati in ambulatorio e quelli che il paziente
riferisce di avere al proprio domicilio
2. in casi di ipertensione resistente al trattamento farmacologico (almeno 3 farmaci)
3. in casi di ipertensione borderline ( in questo caso si deve decidere se iniziare la terapia
farmacologica)
4. in casi di ipotensione posturale o sospetto di ipotensione notturna
5. in casi di ipertensione sistolica isolata nell’anziano
6. in casi di ipertensione clinica in gravidanza
Da considerare è che lo strumento non è sicuramente piacevole e può causare problemi durante il
lavoro e il sonno. Altri limiti è la possibilità di perdita dei dati per problemi tecnici o problemi che si
possono presentare in caso di un paziente obeso.
Negli anni sono stati effettuati numerosi studi che hanno dimostrato la superiorità dell’ABPM rispetto
alla tecnica convenzionale nel predire mortalità cardiovascolare, incidenza di eventi
cardiovascolari e comparsa di danno all’organo.
L’esame sarà definito attendibile quando avremo il 70% delle misurazioni effettuate valide, quando
avremo due misurazione valide all’ora per il giorno e una misurazione valido all’ora di notte.
In conclusione, l’holter pressorio è una risorsa nell’ambito della diagnostica cardiologica che fornisce
informazione, spesso fondamentali nelle decisioni terapeutiche. Purtroppo rimane ancora
sottoutilizzato e quando utilizzato non vengono colti tutti gli aspetti utili che ci potrebbe fornire.
Per quanto riguarda lo studio della carotide, si deve attenzionare il bulbo e la biforcazione carotidea,
in quanto per lo shear stress, sono le sedi più frequenti di lesioni intimali aterosclerotiche. Per
differenziare l’esterna dall’interna solo attraverso l’ecodoppler, si deve considerare che dall’esterna
origina l’arteria tiroidea superiore e quando questa è visibile, possiamo riuscire a distinguere la
carotide interna ed esterna, in quanto l’interna, nel tratto extracranico, non dà collaterali. Inoltre, sono
distinguibili per il diverso profilo doppler.
Nel grafico è rappresentato un ecodoppler della carotide interna normale, in cui è evidente un picco
sistolico seguito da uno diastolico. Invece nel doppler della carotide esterna, proprio perché fornisce
sangue a distretti a elevata resistenza (ad es. muscoli della faccia) si avrà un picco sistolico prevalente.
L’esame si esegue con il paziente disteso in posizione supina e si eseguono delle scansioni
longitudinali e trasversali prima in b-mode e poi con mappa colore di tutto l’asse, permettendo lo
studio del segnale doppler in proiezione anteriore, laterale e posteriore.
L’esame b-mode fornisce una prima valutazione della presenza e distribuzione dell’ateromasia e
dell’entità della stenosi, permette di fare diagnosi differenziale con patologia non aterosclerotica e
permette di correlare la regolarità della superficie con la stabilità della placca. L’accuratezza della b-
mode diminuisce al progredire della patologia aterosclerotica.
I tronchi sovraortici devono essere controllati perché permettono di evidenziare la presenza di placche
carotidee determinanti stenosi emodinamiche e con l’aspetto instabile, per eventualmente indirizzare
il paziente al chirurgo vascolare; inoltre, l’esame si può effettuare per un follow-up delle lesioni e per
misurare, in un paziente iperteso, l’ispessimento della tonaca intima-media, come segno di danno
d’organo, insieme ai fattori comuni di rischio e agli eventi cardiovascolari.
In particolare, per quanto riguarda il suo utilizzo nel follow-up, l’ecodoppler TSA permette di valutare
la pervietà di eventuali stent e di trombo-endoarterectomie e per evidenziare la presenza di eventuali
stenosi residue, ristenosi e migrazione dello stent.
I parametri da valutare nella descrizione delle delle placche delle carotidi sono: spessore, estensione
longitudinale, superficie (regolare o irregolare), struttura (omogenea o disomogenea), ecogenicità
(ipoecogena, anecogena o iperecogena), percentuale di stenosi. Le placche considerate
maggiormente a rischio sono quelle disomogenee a superficie irregolare.
L’esame viene effettuato in posizione supina, . Viene effettuata la rotazione controlaterale del capo,
si utilizza una sonda lineare con una frequenza di 5-7,5 MHz e si eseguono le scansioni longitudinale
e trasversale.
Questo è l’aspetto di un normale vaso metodica b-mode. Sono visibili 3 strati ultrasonografici:
- intima: sottile linea iperecogena
- media: linea iperecogena più spessa, esternamente una linea anecogena (lamina elastica)
- avventizia: strato iperecogeno, spesso indissociabile dai tessuti perivascolari
In base all’ecogenicità della placca, distinguiamo:
- placche omogenee, che si suddividono in fibrose, fibrolipidiche e fibrocalcifiche, che in
ogni caso presentano un cappuccio fibroso e all’interno il materiale è omogeneo
- placche disomogenee, sono le più pericolose, perché presentano accumuli lipidici e lesioni
emorragiche. Queste placche possono ulcerarsi e dare sia embolizzazione, sia una stenosi più
importante per un richiamo di macrofagi e piastrine
Flussimetria doppler vascolare
Oltre all’ecodoppler TSA, è importante valutare anche un altro distretto arterioso, ovvero quello periferico,
soprattutto nei soggetti con fattori di rischio, perché l’arteropatia periferica agli arti inferiori ha
un'incidenza di circa il 20% nei soggetti con età maggiore ai 70 anni e ha una prevalenza del 2,5% nei
soggetti di 50-60 anni.Questa inoltre ha una correlazione con le coronopatie. Questa patologia ha una
necessità di intervento nel 5% dei casi e nel 2% i pazienti avranno bisogno di un’amputazione.
Le metodiche delle valutazioni periferiche sono uguali all’ecodoppler TSA, quindi una valutazione
morfologica ed emodinamica
Oltre alla valutazione degli arti inferiori, un altro segno indiretto di aterosclerosi periferica, molto
semplice da valutare, in una visita ambulatoriale è l’indice pressorio caviglia-braccio (ABI) o indice
di Winsor. Questo è un indice che è molto correlato con il rischio cardiovascolare e in particolare, se
ABI<0,9 è un indice prognostico negativo per malattie cardiovascolari. L’esame si esegue misurando
la pressione dell'arteria tibiale posteriore e della omerale, si calcola il rapporto r, e solitamente
r= 1-1,2.
Qui un grafico che mette in correlazione l’ABI e l’infarto del miocardio
Ecocardiogramma
Questo è un esame che ci fornisce numerose informazioni su:
- dimensioni, cinetica globale e regionale ventricolari
- spessore pareti ventricolari
- valutazione quantitativa (tra cui FE,volumi) e qualitativa (qualità performance) della funzione
del ventricolo sinistro
- integrità apparati valvolari
- studio del pattern di riempimento del ventricolo sinistro, che è un indice correlato con i gradi
di ipertensione arteriosa
Nel referto ecocardiografico devono essere valutati:
- il grado di ipertrofia (spessore Vsin e massa)
- funzione diastolica
- funzione sistolica
- funzione degli apparati valvolari