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PARAMETRI VITALI

I parametri vitali sono 6 e servono a monitorare ed accertare lo stato di salute di un individuo:


1) Temperatura corporea
2) Polso arterioso
3) Respiro
4) Pressione arteriosa
5) Saturazione
6) Dolore
Sono indicatori della funzionalità dell’organismo e aiutano della valutazione dello stato di salute.
È necessario però valutare ed interpretare i dati, per mezzo di conoscenze teoriche, ragionamento clinico,
pensiero critico ed esperienza.
Bisogna riferire ai tutor i parametri vitali rilevati e le possibili alterazioni che si possono riscontrare.
Questa attività di rilevazione parametri vitali è indispensabile perché essi vengono riportati nella
documentazione clinica come dato a supporto delle scelte assistenziali, d’altro canto i dati raccolti ci
aiutano ad identificare i bisogni educativi dell’assistito e quindi, ad attuare strategie educative coerenti con
il quadro clinico e ai suoi bisogni. Queste due componenti contribuiscono alla missione di promozione della
salute.

TEMPERATURA CORPOREA
È un parametro molto sensibile ai cambiamenti fisiologici che avvengono nell’organismo.
L’uomo è omeotermo (in grado di mantenere costante la temperatura interna indipendentemente
dall’ambiente circostante) e molte strutture agiscono sui sistemi di termoregolazione, la più importante è
l’ipotalamo.
Nell’ipotalamo sono presenti dei neuroni termosensibili che quando rilevano una temperatura sanguigna
- troppo elevata rispetto al set point, irradiano degli impulsi nel centro di perdita del calore (situato nella
sezione anteriore della ghiandola) che innescano un processo di perdita di calore attraverso: irraggiamento,
conduzione, convenzione ed evaporazione.
- Viceversa, se la temperatura viene percepita al di sotto del set point si innesca un meccanismo per cui i
termoneuroni mandano un impulso verso il retro della ghiandola pituitaria al centro di produzione del
calore per mezzo dell’aumento del metabolismo.
La temperatura corporea è influenzata da diversi fattori:
- età: la temperatura è più elevata nei neonati (causa immaturità dei meccanismi di termoregolazione)
mentre è ridotta negli anziani (causa rallentamento del metabolismo)
- temperatura ambientale (per esposizione prolungata a climi estremi)
- variazioni circadiane: in relazione a cambiamenti nell’attività muscolare e nei processi digestivi fino a 2°
- esercizio fisico
- stress e attività ormonale
Esistono diverse sedi per la misurazione della temperatura corporea:
Per i diversi valori che possono risultare dalle diverse sedi di rilevazione, è importante notare nella
documentazione sanitaria la sede della misurazione.
PROCEDURA DI RILEVAZIONE DELLA TEMPERATURA TIMANICA
Inserire il sensore con il cono monouso, evitando di forzare l’inserimento. Durante l’inserimento, tendere il
padiglione auricolare in senso cranio-posteriore. Ruotare l’impugnatura del termometro verso la mascella.

VALORI DI RIFERIMENTO PER LA TEMPERATURA CORPOREA

Questa tabella fa riferimento alla sede ascellare ma possono anche essere usati in via indicativa anche per
quella timpanica.

Esistono delle variazioni rispetto ai range:


- Febbre: i valori di temperatura corporea sono superiori al range di riferimento;
- Iperpiressia: febbre straordinariamente alta (> 40,5 °C), che può essere osservata in pazienti con infezioni
gravi ma che si verifica più comunemente in pazienti con compromissioni del sistema nervoso
centrale (SNC);
- Ipertermia: nonostante il controllo fisiologico e comportamentale della temperatura corporea, può
verificarsi facilmente un'eccessiva produzione di calore. L'ipertermia è più spesso osservata
nelle persone che lavorano o esercitano in ambienti caldi e producono calore più velocemente
di quanto i meccanismi periferici possano perderlo. Ipoidratazione è una delle principali cause
di ipertermia.
Range e valori sono tutt’oggi oggetto di discussione scientifica.
FASI DEGLI EPISODI FEBBRILI
1) Fase fredda: in questa fase i meccanismi della produzione del calore cercano di aumentare la
temperatura corporea interna, l’assistito prova freddo e c’è una contrazione dei muscoli piliferi, la cute
appare pallida e fredda
2) Fase febbrile: si verifica quando la temperatura corporea raggiunge il punto più alto, la cute appare calda
e arrossata, il paziente mostra delle manifestazioni variabili e aspecifiche (perdita di
liquidi/agitazione/malessere generale/indolenzimento). Nei casi in cui la temperatura è molto elevata e si
possono manifestare delle convulsioni o dei deliri
3) Fase di defervescenza (vampata/crisi): in questa fase di presenta un’abbondante sudorazione e riduzione
del brivido e la temperatura corporea tende a diminuire.
In generale si possono descrivere 4 tipi di febbre, caratterizzate da alcuni andamenti tipici:
In caso di febbre intermittente le emoculture (esami ematochimici volti ad individuare l’agente pirogeno),
dovrebbero essere svolti durante il picco febbrile.

POLSO ARTERIOSO
È percepito come un leggero urto tramite la palpazione delle sedi di rilevazione. Tale urto è frutto della
dilatazione e della contrazione delle pareti arteriose (cd. onda sfigmica) dovuta alla forza del sangue che
proviene dal ventricolo sinistro.
Il polso si caratterizza per:
- Frequenza (numeri di battiti / minuto) STABILITI DAL SISTEMA DI CONDUZIONE CARDIACO
- Ritmo (regolarità del passaggio dell’onda sfigmica) [Nodo Senoatriale]

- Qualità (determinata da fattori fisiologici e patologici)


FATTORI CHE INFLUENZANO IL POLSO ARTERIOSO
- Età: in età pediatrica è accelerato, aumenta in ispiro e diminuisce in espiro
- Sistema nervoso autonomo: la stimolazione simpatica (aumento frequenza cardiaca) e parasimpatica
(riduzione frequenza cardiaca)
- Farmaci: modificano frequenza e qualità
RILEVAZONE DEL POLSO:
Si può dividere in polso centrale e periferico:

Le sedi più frequenti sono: radiale, brachiale, femorale e carotidea.


Tuttavia, in ambito sanitario è frequente la rilevazione del polso apicale tramite auscultazione con
fonendoscopio. È quindi necessario reperire la sede dove posizionare il diaframma dello strumento, ossia
nell’apice cardiaco: situato nella congiunzione tra il quinto spazio intercostale e la linea emiclaveare
sinistra.
I polsi periferici vengono tutti rilevati tramite palpazione. Si pongono i polpastrelli dell’indice e del medio
(ed eventualmente anulare) parallelamente alla direzione dell’arteria (alla base del pollice).
La rilevazione può avvenire per la durata di 15 secondi (moltiplicando il risultato * 4) o per 30 secondi
(moltiplicando il risultato * 2). Tale procedura viene però sconsigliata qualora si effettui una prima
rilevazione su un paziente non noto all’infermiere e quindi si ha un primo accertamento dello stato di
salute. In paticolar modo qualora si percepisca il polso irregolare si consiglia di effettuare una rilevazione
continua per 60 secondi.
VALORI DI RIFERIMENTO DEL POLSO

La frequenza varia in base all’età.


Esistono delle variazioni ai range:
- Frequenza:
Tachicardia (> 100 BPM): quando l’impulso proviene da una sede anomala e stimola il
muscolo a contrarsi più velocemente
Brachicardia (60 BPM): quando viene stimolato il sistema parasimpatico; fisiologica
nell’atleta
- Ritmo:
Aritmia sinusale: tipica dell’età pediatrica, caratterizzata da aumento del ritmo in
inspirazione e diminuzione in espirazione
Aritmia: ritmo cardiaco irregolare
Alloritmico: quando l’impulso presenta una certa ritmicità seppur nell’irregolarità
- Qualità:
Pieno: facilmente apprezzabile
Forte: difficilmente obliterabile
Martellante: (spec. dopo attività fisica)
Bilaterale: può essere rilevato nei due emisomi destro e sinistro (spec. Carotideo, pedideo,
popliteo)

RESPIRO
Esistono 2 tipi di respirazioni:
- Interna: scambio di ossigeno tra cellule e sangue
- Esterna: processo dell’acquisizione dell’ossigeno
In termini assoluti, quando nel corso della trattazione si parlerà di respiro si farà rifermento a parametri che
si rifanno ad ambedue queste componenti.
Si parla di:
- Inspirazione: processo attivo dato da contrazione dei muscoli inspiratori, conseguente espansione dei
polmoni, aumento del volume intratoracico e creazione di una pressione intratoracica negativa che
permette all’aria di entrare.
- Espirazione: processo passivo, si verifica il naturale ritorno dei polmoni nella posizione iniziale, i muscoli si
rilassano, la pressione intratoracica ritorna positiva con conseguente fuoriuscita dell’aria.
Si parla di volume respiratorio corrente: quantità di aria inspirata ad ogni atto respiratorio [500 ml].
Anche il respiro è influenzato da alcuni fattori:
- Età: la capacità polmonare aumenta nel corso del tempo, e quindi diminuisce la frequenza respiratoria
- Farmaci (spec. quelli per dilatare i bronchioli)
- Stress: situazione in cui c’è una sollecitazione del sistema simpatico, con conseguente aumento della
frequenza e della profondità respiratoria
- Esercizio fisico: induce un maggiore consumo di ossigeno con conseguente aumento della frequenza
respiratoria
- Altitudine: con meccanismi di compensazione causati dalla deprivazione di ossigeno atmosferico
- Genere: solitamente la capacità polmonare è maggiore negli uomini
Le condizioni di deprivazione di ossigeno aumentano la frequenza respiratoria perché lo stimolo alla
respirazione (automatico e involontario) viene indotto dall’ipercapnia, ovvero dall’aumento ematico della
concentrazione di anidride carbonica. I recettori stimolano l’aumento della respirazione per compensare i
livelli di ossigeno nel sangue.
CARATTERISTICHE DEL RESPIRO
- Frequenza: (Numero di atti / minuto)
- Ritmo e profondità: durata dell’espirazione/inspirazione + uso della muscolatura respiratoria accessoria
- Qualità: come la comparsa di rumori o sforzo durante gli atti respiratori
PROCEDURE PER LA RILEVAZIONE DEL RESPIRO
Questa procedura risente della consapevolezza della persona di essere osservata, per ovviare a tale
artefatto la procedura prevede che l’infermiere osservi i movimenti della gabbia toracica e dello sterno
spesso durante e in continuazione rispetto alla rilevazione del polso arterioso.
Nel caso dell’assistito incosciente o di respiri particolarmente superficiali, l’infermiere può verificare la
frequenza respiratoria appoggiando la mano sul torace della persona per apprezzarne quindi i movimenti.
VALORI DI RIFERIMENTO DEL RESPIRO

VARIAZIONI AI RANGE
Variazioni per frequenza respiratoria e profondità alterate
SATURAZIONE
La saturazione è un valore che rappresenta la percentuale di saturazione dell’emoglobina, ovvero
ossiemoglobina.
La pulsiossimetria è una metodica non invasiva ed indiretta per ottenere una misura approssimativa
dell’ossigenazione. È diventato lo standard per la valutazione continua e non invasiva di suddetto
parametro.
N.B.: non è un indicatore della qualità del respiro.
Infatti, in persone con un respiro regolare per frequenza respiratoria e profondità potrebbero avere dei
livelli di saturazione non ottimali.
Fattori che influenzano la saturazione
- Perfusione tissutale: se l’assistito presenta una cute fredda alle estremità (e quindi vasocostrizione
periferica), il livello di saturazione potrebbe rivelarsi erroneamente basso.
- Avvelenamento da monossido di carbonio: il sensore rileva la percentuale di emoglobina legato ad una
molecola (chiaramente il sensore non distingue quale molecola
sia, quindi anche il monossido di carbonio si lega al gruppo
eme ma non è un fattore positivo per la saturazione).
- Anemia: poiché circolano meno molecole di emoglobina nel sangue e il dato potrebbe essere falsato
- Fattori ambientali (temperatura che può indurre vasocostrizione o dilatazione)
- Fattori legati all’assistito: (alcune patologie respiratorie che riducono gli scambi gassosi)
RILEVAZIONE DELLA SATURAZIONE
Sensore frontale (risulta meno sensibile a livello di perfusione periferica)
Sensore sulle dita (risente molto dei fattori che possono influenzare il valore di saturazione): misura sia la
saturazione che il battito cardiaco, quest’ultimo non dev’essere visto come totalmente sostitutivo della
rilevazione del battito, come sopra citato.
VALORI DI RIFERIMNTO DELLA SATURAZIONE

Ipossimia:

Tali valori di ipossimia si associano tipicamente a quadri respiratori cronico degenerativi [es. bronco
pneumopatia cronica ostruttiva ad evoluzione ingravescente]

PRESSIONE ARTERIOSA
È uno dei parametri più controllati perché insieme ad altri fattori, individua la patologia.
La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro la parete vascolare ed è misurata in mmHg.
La contrazione ventricolare determina un flusso sanguigno pulsante all’interno delle arterie e per tale
motivo si distingue in:
- Pressione sistolica: valore rilevato durante la contrazione sistole ventricolare
- Pressione diastolica: valore rilevato durante il rilassamento ventricolare e il ritorno elastico dei vasi
PRESSIONE DIFFERENZIALE: Pressione sistolica - Pressione diastolica
La pressione arteriosa è determinata da 3 fattori:
- Gittata cardiaca: costituita dal prodotto fra il volume di eiezione * frequenza cardiaca
Volume di eiezione: quantità di sangue emesso da ogni ventricolo ad ogni sistole
- Viscosità: attrito tra i componenti del sangue dovuto al numero e alla forma delle cellule; è un fattore
costante della persona.
- Resistenza: attrito tra il sangue e le pareti dei vasi; dipende dal diametro del lume, dalla contrazione e
rilassamento della muscolatura liscia delle pareti vascolari (che è determinata dal sistema
nervoso autonomo)
Anche i valori pressori risentono di alcuni fattori:
- Età: i valori di pressione arteriosa tendono ad aumentare con l’età;
- SN Autonomo: stimolazione del sistema simpatico;
- Volemia: volume ematico circolante
-Farmaci (farmaci diuretici che influiscono sulla volemia)
- Fluttuazioni normali: in risposta a vari stimoli di natura ambientale o eventi fisiologici

La misurazione di questo parametro è una delle più articolate per quanto riguarda i parametri vitali. La
rilevazione avviene nella quasi totalità dei casi negli arti superiori, solo di rado in quelli inferiori (ad es. in
presenza di gessature bilaterali agli arti superiori). È un insieme di tecniche integrate tra loro quali:
- Auscultazione: con la quale si apprezzano i suoni di Korotkoff
- Palpazione del polso radiale

PROCEDURA PER LA RILEVAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA


AUSCULTAZIONE
I suoni di Korotkoff identificano 5 fasi distinte:

Il valore corrispondente al primo battito cardiaco percepito in maniera chiara identifica la pressione
sistolica (di massima), mentre l’ultimo suono percepito descrive la funzione diastolica (di minima) della
persona.
Le fasi 2, 3, 4 identificano dei momenti auscultatori caratteristici e tipici della procedura.
PROCEDURA
Bisogna porre attenzione alla scelta dello sfigmomanometro per le categorie in età pediatrica e i grandi
obesi.
Posizionare lo sfigmomanometro sgonfio ed individuare la sede dell’arteria brachiale (palpazione). Posizionare il
diaframma del fonendoscopio sopra l’arteria. Individuare il polso radiale. Chiudere la valvola e gonfiare il
bracciale (fino ad un’altezza >30 mmHg sopra la stima della pressione sistolica ipotizzata). Rilasciare lentamente
e gradualmente la valvola, apprezzando la comparsa del polso radiale ed i segni di Korotkoff, che definiscono i
livelli di pressione arteriosa dell’assistito.
VALORI DI RIFERIMENTO DELLA PRESSIONE

Variazione ai range:
- Ipertensione arteriosa: cronicamente più alta del normale
High Normal –Systolic 130 to 139 mmHg and diastolic 85 to 89 mmHg
Hyp. Grade 1 –Systolic 140 to 159 mmHg and diastolic 90 to 99 mmHg
Hyp. Grade 2 -Systolic 160 to 179 mmHg and diastolic 100 to 109 mmHg
Ipertensione da “Camice Bianco” (causata da forte emozione in luoghi sanitari)
- Ipotensione arteriosa: valori inferiori al range
- Ipotensione ortostatica: dovuta al cambiamento posturale supino/eretto (per prolungato allettamento)

DOLORE
I fattori che influenzano il dolore sono sia fisiologico sensoriali e cognitivi ma anche soggettivi (affettivo,
comportamentale)
Si differenziano 3 tipologie di dolore:
- Acuto: è il risultato di una lesione tissutale, limitato nel tempo; può avere come segni comportamentali e/o
manifestazioni fisiche. È definito come dolore utile perché spesso associato alla lesione e contribuisce a
determinarne la causa o la sede.
- Persistente/cronico: è ciclico e irreversibile (ha un ciclo che può variare dai 3 ai 6 mesi), può derivare da
un dolore acuto non trattato. Non è un dolore utile. È una condizione altamente debilitante per la persona
e può comprometterne le normali attività di vita quotidiana.
-Oncologico: comporta aspetti di significato molto profondi, necessita di un trattamento continuo ed ha la
priorità assistenziale, in particolar modo nei casi in cui non sia possibile la guarigione della persona e
l’infermiere si ritrovi ad assistere la persona in una fase finale della sua vita.
PROCEDURA DI RILEVAZIONE
Nella rilevazione del dolore si distinguono 2 procedure:
- 1: assistito responsivo, sul quale è possibile applicare lo schema PQRST di valutazione del dolore, in cui la
sensazione dolorosa viene descritta e identificata (sede e irraggiamento).
Per accertare il livello di dolore esistono diversi strumenti, che sono adattabili alle diverse situazioni in cui
versa l’assistito. Le più frequenti sono:
- Scale numeriche (sia nella forma verbale che in forma scritta)
- Scale visuali-analogiche: utilizzate in ambito pediatrico, anche associate a delle emoticon
- Scale verbali: utilizzate anche nell’anziano, le quali associano un aggettivo descrittivo ad ogni dolore per
individuarne al meglio l’intensità
- 2: assistito non responsivo viene utilizzata la scala NOPPAIN, che stima il valore provato dalla persona per
mezzo dell’osservazione di smorfie, comportamenti, lamenti (spec. per mobilizzazione e igiene a letto).

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