L’esercizio fisico è uno dei fattori maggiormente condizionanti il sistema endocrino; infatti, esso
rappresenta per l’organismo un evento “stressante”, che innesca una serie di risposte fisiologiche e
adattative, al fine di garantire l’equilibrio funzionale dell’organismo. Tali risposte sono finalizzate,
in una prima fase, a garantire il corretto svolgimento dell’esercizio stesso e, in un secondo
momento, a ottimizzare il recupero dopo l’attività fisica. Si possono distinguere due tipi di risposta
neuroendocrina all’esercizio fisico:
- risposta ormonale all’esercizio fisico acuto, inteso come ben circostanziato nel tempo e con durata
da pochi secondi a alcune ore;
- risposta ormonale all’esercizio fisico cronico (allenamento), inteso come ripetizione programmata
e continuata nel tempo di singole sedute di esercizi fisici acuti.
La relazione tra sport e ormoni è biunivoca: il sistema endocrino regola l’omeostasi del corpo
umano durante l’esercizio fisico, e a sua volta, l’esercizio fisico rappresenta un potente modulatore
della funzionalità del sistema endocrino.
Patologie del sistema endocrino, pertanto, possono comportare sia un calo delle prestazioni, quanto
un cambiamento importante nella salute di numerosi organi e sistemi. Diverse sono le relazioni tra i
più importanti elementi costituenti la performance sportiva, massa muscolare, metabolismo
energetico, integrità psico-fisica e le più frequenti endocrinopatie. Sono necessari maggiori controlli
di parametri di funzionalità ormonale, diversificati, adeguandoli all’intensità e alla durata
dell’esercizio fisico e l’individuazione della fase subclinica, che nell’atleta agonista, diversamente
dal soggetto sedentario, può influenzare la performance atletica e a volte compromettere lo stato di
salute complessivo.
Le patologie che colpiscono e coinvolgono il sistema linfatico sono diverse. La funzionalità del
sistema linfatico può ridursi, peggiorare o essere compromessa a causa di:
– Patologie oncologiche
– Patologie autoimmuni
– Chirurgia
– Infiammazione
Non entreremo nel dettaglio. Notiamo soltanto che quando il sistema linfatico è coinvolto, le
patologie che colpiscono il sistema immunitario e le patologie oncologiche peggiorano.
Mantenere un buon funzionamento del sistema linfatico è possibile attraverso semplici regole di
stile di vita che prevedono una alimentazione corretta e adeguata, il giusto apporto di acqua e fibre,
il ridotto consumo di sale e cibi grassi e lavorati.
Ciò che veramente sostiene il sistema linfatico, però, sono le seguenti azioni:
– MUOVERSI REGOLARMENTE
– RESPIRARE CONSAPEVOLMENTE
Il sistema linfatico, come detto all’inizio, è composto da vasi molto sottili a livello di dita delle
mani e dei piedi, che diventano più grandi man mano che si avvicinano al dotto toracico e alla
cisterna del Chilo. La linfa scorre unidirezionalmente, dalla periferia verso il centro. A differenza
della circolazione sanguigna, il sistema linfatico non si avvale della pressione generata dalla
contrazione del muscolo cardiaco per permettere la propulsione del fluido. La linfa scorre per
osmosi e grazie al movimento del corpo. Quando camminiamo, quando muoviamo le braccia, la
contrazione muscolare crea una compressione tale sui vasi linfatici che la linfa al loro interno viene
spinta verso i vasi più grandi. Il movimento fisico favorisce il buon funzionamento del sistema
linfatico.
RESPIRAZIONE CONSAPEVOLE
La respirazione lenta e consapevole che si pratica in tutti i tipi di yoga avviene grazie al muscolo
diaframma toraco-addominale, che viene stimolato a lavorare più del normale. Respirare è l’azione
che ci permette di vivere. Spesso, però non siamo molto coscienti di come e quanto respiriamo.
Respiriamo, ma ci scordiamo di farlo in maniera corretta. Questo provoca un accorciamento delle
fibre del muscolo diaframma toraco-addominale, che non lavora al massimo delle sue capacità. Un
diaframma poco elastico riduce lo scambio dei gas e l’eliminazione delle tossine, creando terreno
fertile per patologie infiammatorie e di altro genere.