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ENRICO FERMI

CORSO DI OPERADORE SOCIO -SANITARIO

María de Jesús Pardo Jara

“PROCEDURA PER LA CORRETTA


RILEVAZIONE DELLA FREQUENZA
RESPIRATORIA”

TESINA

Dic 2022 – Giugno 2024


1. INTRODUZIONE
A frequenza respiratoria appartiene ai limiti fisiologici più rilevanti. La frequenza
respiratoria aiuta a ottenere una maggiore precisione nella diagnosi clinica dei pazienti e
la sua anomalia è riconosciuta come un indicatore del deterioramento delle condizioni
del paziente. Durante l’atto respiratorio si ha un ciclo completo di scambio di ossigeno e
anidride carbonica a livello polmonare, che a sua volta permette al sangue di ottenere
ossigeno e portarlo, attraverso il sistema circolatorio, ai vari distretti corporei,
garantendo la loro funzionalità. Una frequenza respiratoria alta o bassa di solito indica
un problema in corso. Quando la frequenza respiratoria supera la norma, solitamente
significa che l'organismo ha un'insufficienza respiratoria, che tende a compensare nel
tempo aumentando il numero di attività respiratorie. In assenza di strumentazione
specifica, misurare la frequenza respiratoria è abbastanza semplice anche per personale
non sanitario. Chiedi alla persona di sedersi con la schiena ben dritta. Se devi rilevare il
parametro di un neonato, fallo sdraiare supino su una superficie solida. Utilizza un
cronometro per tenere traccia del minuto: conta quante volte il petto della persona si
solleva e si abbassa nell’arco dei 60 secondi (se hai bisogno urgentemente del valore,
conta gli atti respiratori di 30 secondi e poi moltiplica per 2 il valore, tuttavia questa
misurazione può essere meno accurata)

2. LA FREQUENZA RESPIRATORIA E LA RESPIRAZIONE


Durante l’atto respiratorio si ha un ciclo completo di scambio di ossigeno e anidride
carbonica a livello polmonare, che a sua volta permette al sangue di ottenere ossigeno e
portarlo, attraverso il sistema circolatorio, ai vari distretti corporei, garantendo la loro
funzionalità. Nello specifico, durante l’inspiro si viene a creare una pressione negativa a
livello polmonare, che permette all’aria ambientale di entrare nei polmoni. L’aria, ricca
di ossigeno, entra nel corpo attraverso la cavità orale o rinofaringea e si sposta
attraverso la laringe. Da qui l’aria prosegue il suo cammino attraverso la trachea, la
quale si divide in due rami che vanno ognuno in un polmone diverso, ramificandosi
ulteriormente in rami di dimensioni minori, detti bronchioli.
È qui che avviene lo scambio di anidride carbonica con l’ossigeno, presente nell’aria
appena inalata. Si procede dunque in senso inverso, con un processo detto espirazione,
attraverso il quale viene eliminata l’anidride carbonica e può ricominciare il ciclo
respiratorio.
2.1. Perché misuriamo la frequenza respiratoria?
Una frequenza respiratoria alta o bassa di solito indica un problema in corso. Quando la
frequenza respiratoria supera la norma, solitamente significa che l'organismo ha
un'insufficienza respiratoria, che tende a compensare nel tempo aumentando il numero
di attività respiratorie. Pertanto, la misurazione della frequenza respiratoria è un modo
diretto per valutare lo stato di salute del paziente.
3. CAUSE DI FREQUENZA RESPIRATORIA ALTERATA
Oltre che in relazione all'attività muscolare, i valori di frequenza respiratoria possono
variare in relazione alla taglia corporea, all'età, al sesso, allo stato di salute, all'attività
digestiva, alla temperatura ambientale e alla posizione corporea .
Superiore nelle donne rispetto agli uomini, la frequenza respiratoria aumenta anche
negli stati febbrili e nelle condizioni addominali e toraciche che limitano la profondità
del respiro.
Si definisce tachipnea un aumento della frequenza respiratoria oltre i limiti fisiologici .
3.1 TACHIPNEA E IPERPNEA
Oltre alle cause già citate, la tachipnea può accompagnare gli ultimi mesi di gravidanza,
l'ipertiroidismo, l'anemia, lo scompenso cardiaco, la peritonite e le sindromi dolorose
della pleura, del peritoneo o della parete toracica
3.2 BRADIPNEA
Si definisce bradipnea un calo della frequenza respiratoria al di sotto dei limiti
fisiologici (< 12 respiri al minuto nell'adulto, < 20/min nel bambino di 3-12 anni, <
25/min nel bambino di 1-3 anni, < 30/min sotto dell'anno di età).
Evenienza del tutto fisiologica durante il sonno, la riduzione della frequenza respiratoria
si osserva tipicamente nell'intossicazione da oppiacei o da alcool, in caso di tumori
cerebrali e nell'alcalosi metabolica.
4. VALORI NORMALI
FREQUENZA RESPIRATORIA
La frequenza respiratoria a riposo è di 12-16 atti al minuto. Durante l'esercizio fisico
strenuo tale frequenza può arrivare sino a 35-45 respiri al minuto.
Non a caso, negli aumenti di frequenza cardiaca si ha un parallelo rialzo della frequenza
respiratoria, con una relazione di circa un atto respiratorio ogni 4-5 contrazioni
cardiache.
Bambini e neonati
Nel neonato e per tutto il primo anno di età, la frequenza respiratoria
è di circa 44 atti al minuto; successivamente diminuisce in maniera
progressiva, tanto che a 5 anni è pari a circa 20-25 respiri al minuto.
Nell'adulto, come anticipato, si attesta intorno ai 14 cicli respiratori
al minuto ed aumenta nuovamente, anche se in misura modesta,
nell'anziano.

5. ¿COME SI MISURA LA FREQUENZA


RESPIRATORIA?
In assenza di strumentazione specifica, misurare la frequenza respiratoria è
abbastanza semplice anche per personale non sanitario. Chiedi alla persona di
sedersi con la schiena ben dritta. Se devi rilevare il parametro di un neonato,
fallo sdraiare supino su una superficie solida. Utilizza un cronometro per tenere
traccia del minuto: conta quante volte il petto della persona si solleva e si
abbassa nell’arco dei 60 secondi (se hai bisogno urgentemente del valore, conta
gli atti respiratori di 30 secondi e poi moltiplica per 2 il valore, tuttavia questa
misurazione può essere meno accurata). Per migliorare l’accuratezza del
risultato, dovresti ripetere il test almeno tre volte e calcolare il valore medio.
 SITUAZIONI RITMICHE DI ALTERAZIONE DELLA FREQUENZA
RESPIRATORIA: I RESPIRI PATOLOGICI
Esistono alcune alterazioni specifiche del pattern respiratorio che coinvolgono
contemporaneamente frequenza, profondità e pattern respiratorio. Si tratta dei
cosiddetti “respiri patologici”. Vediamo quelli maggiormente conosciuti che
comprendono quelli di:
Biot
Kussmaul
Cheyne-stokes

6. COSA FARE SE SI NOTANO ALTERAZIONI DELLA FREQUENZA


RESPIRATORIA?
Ricordiamo ancora una volta che la frequenza respiratoria negli adulti . a riposo .
Sotto i 12 atti respiratoti al minuto si parla di bradipnea, mentre sopra i 20 si
parla di tachipnea, ma sia bradipnea che tachipnea possono essere non solo
patologici, ma anche fisiologici ad esempio rispettivamente negli sportivi
allenati e in soggetti sani sotto sforzo.
Qualora la frequenza respiratoria scenda al di sotto dei 6 atti al minuto è
necessario effettuare la respirazione assistita.
7. QUANDO MISURARE LA FREQUENZA RESPIRATORIA E COSA
PUÒ INFLUIRE SU DI ESSA?
Il rilevamento della frequenza respiratoria può essere effettuato in qualsiasi
momento della giornata, tuttavia, per fare un corretto raffronto, sarebbe bene
misurarla sempre nello stesso orario e nelle stesse condizioni, annotando il
risultato su un taccuino. E’ inoltre preferibile misurare la frequenza respiratoria
lontano dai pasti, dall’assunzione di caffè e dall’aver fumato una sigaretta .
Ricordate che ad alte quote la frequenza respiratoria tende ad aumentare
all’aumentare dell’altitudine a causa della progressiva maggiore rarefazione
dell’ossigeno.

CONCLUSIONE
È necessario verificare sempre profondità e ritmo per capire se il soggetto
respira in modo normale. Si tenga presente che nel neonato la frequenza
respiratoria può raggiungere i 40-44 atti respiratori e nel bambino più grande i
20 minuto.

Il colore delle labbra e delle unghie è molto importante nella valutazione degli
scambi gassosi: solitamente le labbra sono di colore rosa, come le unghie; un
colorito violaceo (cianosi) è invece indicativo di problemi ventilatori, con
relativo accumulo di anidride carbonica ed emoglobina ridotta.

Le persone con malattie croniche dell’apparato respiratorio manifestano tali


segni non solo in periferia; si parla di cianosi centrale per indicare un deficit di
irrorazione generalizzato, proprio delle malattie respiratorie; la cianosi
periferica, invece, si può ritrovare in alcune affezioni che non hanno niente a che
fare con l’apparato respiratorio, per esempio nell’insufficienza venosa o nelle
malattie dei piccoli vasi.

Per evitare di creare inutili allarmismi, è bene tenere in considerazione queste


fondamentali differenze.
BIBLIOGRAFIA
 https://www.croceverdeverona.org/diventa-volontario/diventa-volontario/il-
corso/dispensa/cap-11-rilevazione-parametri-assistenza-al-medico

 https://www.med4.care/frequenza-respiratoria-parametro-vitale/

 https://www.my-personaltrainer.it/salute/frequenza-respiratoria.html

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