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LE MANOVRE SALVAVITA:

la rianimazione cardio-polmonare
Definizione

• La rianimazione cardiopolmonare si compone di procedure atte a mantenere una ventilazione dei


polmoni e portare un adeguato afflusso di sangue ossigenato a tutti i tessuti dell’organismo in
particolar modo al tessuto cerebrale e miocardico
• Le manovre sono applicate in caso di arresto cardiocircolatorio, cioè un evento drammatico
secondario a una improvvisa cessazione della funzione di pompa del cuore la quale determina
immediatamente il blocco della circolazione sanguigna in tutti i tessuti; in ogni cellula
dell’organismo, privata del normale apporto di ossigeno, iniziano fenomeni di sofferenza che
diventano irreversibili dopo un periodo di tempo variabile a seconda del tipo di tessuto. Nei tessuti
nobili, quali il cervello e lo stesso cuore, alterazioni irreversibili sopraggiungono già dopo 3-4 minuti
e dopo 7-8 minuti la morte
Presentazione: perdita della coscienza

• Il paziente in arresto cardiocircolatorio è assolutamente incosciente e non può essere riportato alla
coscienza neppure mediante forti sollecitazioni. Questo dato aiuta nella diagnosi differenziale con
altre situazioni cliniche in cui si ha una perdita temporanea di coscienza (sincope vaso-vagale,
assenze neurologiche, crisi di isteria acuta). In tutti i casi sopraelencati, una forte sollecitazione del
paziente (schiaffi sul viso, forti scrolloni sul tronco) è sempre in grado di provocare una pur minima
risposta nella mimica facciale o nei movimenti muscolari. In caso di arresto cardiocircolatorio il
paziente è al contrario assolutamente irresponsivo
• In alcuni casi persiste ancora per qualche decina di secondi una funzionalità respiratoria la quale, in
seguito all’ostruzione delle vie aeree superiori da parte della lingua atonica, determina l'insorgenza
di una respirazione forzata caratterizzata da un inconfondibile stridio (gasping)
Presentazione: assenza del polso arterioso

• La ricerca del polso arterioso è la prima


manovra da eseguirsi e consiste nella
palpazione del polso carotideo, più facile da
reperire. La presenza del polso arterioso
esclude la presenza di arresto
cardiocircolatorio e suggerisce la presenza di
un episodio di incoscienza secondaria, ad
esempio, a turbe cerebrali o neurovegetative
Presentazione: midriasi pupillare

• L'analisi della pupilla chiarisce ogni dubbio; la


pupilla risulta assolutamente midriatica
(dilatata) anche se sottoposta a intensa
illuminazione in quanto la caduta del flusso
cerebrale non permette più le normali funzioni
dei muscoli deputati alla costrizione delle
pupille
Gestione

• La rianimazione cardio-polmonare si compone di tecniche atte ad apportare aria all’interno dei


polmoni (ventilazione assistita) e di tecniche atte a mantenere una circolazione sanguigna artificiale
(circolazione assistita). Le due tecniche devono essere sempre associate
• Il successo delle manovre di rianimazione dipende dalla velocità con cui esse vengono messe in
atto dal momento dell'arresto
Ventilazione assistita: pervietà delle vie aeree

• Prima di intraprendere qualsiasi tecnica di


ventilazione assistita occorre assicurarsi della
pervietà delle vie aeree
• La testa va iperestesa all’indietro in modo da
spostare la lingua dal profondo della gola in
avanti e consentire una perfetta pervietà
Ventilazione assistita: tecnica bocca a bocca

• L’operatore posto di lato al paziente tiene una


mano sotto il collo, con l’altra mantiene la testa
reclinata all’indietro e, mediante il pollice e
l’indice, chiude le narici in modo tale che l’aria
soffiata nella bocca non esca dal naso
Ventilazione assistita: tecnica con palloncino AMBU

• L’operatore si pone dietro la testa del paziente;


con la mano sinistra mantiene la maschera
aderente al volto, iperestendendo la mandibola
mediante l’anulare e il mignolo mentre con la
mano destra procede alla insufflazione di aria
mediante il palloncino AMBU
• L’AMBU (Auxiliary Manual Breathing Unit) è un
pallone autoespandibile collegato a una
valvola unidirezionale che blocca il ritorno nel
pallone dell’aria ricca di anidride carbonica e a
una maschera che copre la bocca e il naso
Ventilazione assistita: intubazione endotracheale

• Questa tecnica fornisce la migliore garanzia di


apportare aria ai polmoni senza immetterne
nello stomaco
• L’introduzione del laringoscopio viene
effettuata con il paziente in decubito dorsale: la
lama del laringoscopio viene introdotta in
basso e in avanti tenendo l’estremità del
manico a contatto del manubrio sternale
• La lingua impegnata nella lama del
laringoscopio viene spostata in avanti e
lateralmente e la lama spinta in avanti fino ad
impegnare l’epiglottide
• A questo punto viene introdotta la cannula
endotracheale che, una volta in sede, viene
collegata al palloncino
Circolazione assistita

• Il paziente deve essere collocato su un piano


rigido e il palmo della mano dell’operatore sul terzo
inferiore dello sterno. L’operatore, inginocchiato a
lato del paziente, deve mantenere le braccia diritte
e durante la fase di compressione piegare
leggermente in avanti il tronco in modo da
spostare il peso del corpo sullo sterno del paziente
per imprimere maggior forza e prevenire il
sopraggiungere della fatica
Circolazione e ventilazione assistita

• Si inizia con due insufflazioni di aria e poi una


insufflazione ogni 5-10 compressioni del
torace, sospendendo solo una compressione
durante ogni insufflazione
• Qualora le manovre di rianimazione
cardiopolmonare debbano essere eseguite
necessariamente da una sola persona, la
rianimazione cardiopolmonare deve essere
eseguita facendo inizialmente due insufflazioni
d'aria, poi 15-20 compressioni sternali ogni
due insufflazioni; le compressioni sternali non
devono essere interrotte per più di 20 secondi

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