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Caruso
APPUNTI DI ANESTESIOLOGIA
&
RIANIMAZIONE
Prof.ssa Astuto
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Anestesiologia 2020/21 | A. Bosco – A. Bulgari – M. Caruso
**Non verranno trattati i seguenti argomenti: morte cerebrale, riferimenti normative donazioni
organi e terapia del dolore. Ci sono le slide dalle quali si possono fare!
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Legge 38 del 2010 → impone la valutazione del trattamento del dolore come legge di stato
PENALMENTE perseguibile, proprio a rimarcare l’importanza del trattamento del dolore.
RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE
BLS-D = Basic Life Support
A chi applicare il BLSD-D?
Al soggetto in ARRESTO cardiaco: che non è cosciente, non respira, non ha circolo. Solo quando vi
sono questi 3 parametri → il soggetto lo definiamo in arresto cardiaco e iniziamo il nostro
protocollo.
Obiettivi: ritardare i danni anossici cerebrali con una rianimazione cardio polmonare di alta qualità,
e fare una defibrillazione precoce.
Cosa attenzionare?
Esistono variazioni fisiologiche, quando non arriva sangue ossigenato al cervello:
• Dopo 15 secondi → perdita di coscienza;
• dopo 1 minuto → si ha la cessazione delle funzioni cerebrali, diagnosticate con il gasping o
respiro agonico, cioè con rumori respiratori ma senza scambi efficienti; attenzionare il
diametro papillare e in particolare la presenza di pupille fisse che, nella maggior parte dei
casi, sono midriatiche e non rispondono più con restringimento all’esposizione alla luce;
• dopo 4-5 minuti → deplezione di glucosio e ATP, si interrompe il ciclo dell’acido piruvico
(metabolismo anaerobico);
• dopo 4-6 minuti → danno cerebrale IRREVERSIBILE, in quanto la sopravvivenza delle cellule
neuronali è veramente a breve termine.
[Linee guida che ci indica: sono del 2015 della American Heart Association per RCP ed ECC, appena
uscita quella del 2020 a cui farà riferimento IN SINTESI alla fine, su quello che è cambiato]
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1. Il primo anello: sorveglianza e prevenzione, bisogna fare in modo che l’evento non accada.
2. Il secondo anello: una volta che l’evento è accaduto → riconoscere il bisogno di una
RIANIMAZIONE cardiopolmonare e attivare SUBITO un sistema di emergenza.
Chi si chiama? Un TEAM di emergenza, il MET = medical emergence team, che ha un n° di
telefono apposito “breve”, porta con sé lo zaino con quasi tutto quello che può servire.
IN OGNI PIANO del policlinico e in ogni ambulatorio ci sono CARRELLI DI EMERGENZA, così come
nelle sale di endoscopia o quant’altro, essi sono forniti di tutto quel che può servire.
[la prof. non cita 4° e 5° anello, probabilmente li ha inclusi nella spiegazione del 3° senza
specificarli]
Ci accorgiamo che c’è un pz. a terra che probabilmente avrà bisogno di rianimazione
cardiopolmonare.
Chi chiamiamo? 118 o anche 112, essendoci il numero unico.
Vediamo se c’è un defibrillatore (dovrebbe essere obbligatorio trovarlo nelle macchine della
polizia, nelle scuole, negli aeroporti, nelle palestre) e se c’è, ce lo facciamo portare grazie all’ausilio
del 112 che ci sostituisce nella nostra rianimazione cardiopolmonare, e trasporta il pz. in un
reparto IDONEO.
[anche in questo caso la prof. Non specifica i 5 anelli]
Morte cardiaca improvvisa = cessazione brusca e intensa delle attività circolatoria e respiratoria,
preceduta O NO da segni premonitori in soggetti con o senza malattia cardiaca nota.
1 evento/ 1000 abitanti ogni ANNO.
N.B. Se ho un pz. terminale, agonizzante nel letto evitiamo di ricorrere al protocollo di emergenza,
perché non la morta non è BRUSCA e nemmeno INATTESA → quindi non bisogna fare la
rianimazione cardiopolmonare.
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SECONDARIE =
Le “5 i”:
- Ipossia
- Ipovolemia (a causa di emorragie o per via del letto vascolare che si è allargato, dilatato,
per cui la massa circolante relativamente si è ridotta, esempio: shock anafilattico)
- Ipo/Iperkaliemia
- Ipotermia
- Idrogenioni = pH acido
N.B. Ipoglicemia è la 6° “I” solo se il pz. è pediatrico → non ha eventi prodromi, non se ne accorge
e non sa come rimediare spesso autonomamente.
Le “5 T” =
- Tamponamento cardiaco
- Pneumotorace iperTeso
- Trombosi coronarica
- Tromboembolia polmonare
- Tossici
Ogni minuto che passa si riduce del 10% la possibilità di sopravvivenza del soggetto in arresto
cardiaco.
La nostra cellula sopravvive più di 4-5 min con il freddo, perché il metabolismo è rallentato.
Ad es. una cellula renale normalmente regge 20min, al freddo ancor più.
Lo stesso discorso può esser fatto per il cervello.
Quindi i climi freddi aiutano in termini di tempi per intervenire, è una cosa di poco però…
TEMPO DI ARRESTO
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Defibrillazione = il cuore è una pompa che si stringe in sistole e si rilascia in diastole, per accogliere
sangue.
Quando questa attività non è EFFICIENTE le fibre muscolari non si contraggono, ma fibrillano. Le
fibre, dunque, non hanno una contrazione buona, viene meno il funzionamento e urge defibrillare.
Nelle fasi A-B-C ogni azione deve essere preceduta da una valutazione del soccorritore.
RESPIRO → guarda il torace per capire se si alza e si abbassa, iper-estendi il capo per aumentare la
pervietà delle vie aeree
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Ma allora come capisco che sia di giusta misura? Metto la cannula alla rima laterale del labbro e
deve andare a toccare il trago dell’orecchio, se è lontana da esso è corta e se va oltre è lunga.
STEP 3 = valutare contemporaneamente la presenza del respiro, del polso carotideo e dei segni di
circolo (Movimenti, TOsse, Respiro = MOTORE)
Polso = non meno di 5 e non più di 10 secondi (perché può essere bradicardico e bradipneico).
E COME FACCIO A CAPIRE SE C’E’ IL RESPIRO? Guardo, Ascolto e Sento (nella guancia il flusso
d’aria) = GAS! Contemporaneamente sento il polso carotideo al giugulo DUNQUE!
Bisogna CONTARE AD ALTA VOCE così che l’altro SENTA ed essendo stressati, non avendo una
giusta concezione del tempo, ci autoteniamo sotto controllo, facendolo a voce alta.
COSA FACCIO?
A questo punto COMINCIO LA MIA RIANIMAZIONE CARDIACA.
Ventilo il paziente con 1 insufflazione ogni 5-6 secondi → N.B. va rivalutato CONTINUAMENTE!
Si può usare il pallone auto-espandibile (AMBU) o anche bocca a bocca, se ne siamo sprovvisti.
Se nonostante la ventilazione, poi va in arresto cardiaco che fare? Come se fosse il tipo 1, cioè
faccio la RIANIMAZIONE cardiopolmonare, bisogna chiedere il defibrillatore.
POSIZIONE DEL SOCCORRITORE = dobbiamo spingere con tutto il peso del nostro corpo e
scendiamo fino a 5-6cm con queste compressioni, qui cambiano le linee guida.
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Esistono, nelle ambulanze, dei device meccanici di compressione toracica senza l’intervento del
soccorritore → per dare sempre una rianimazione di alta qualità e soprattutto per evitare che il
soccorritore si stanchi.
Dispositivi su pz → tra la nostra mano e il torace del pz, permettono di valutare se la profondità e
la frequenza sono ottime.
Come fare la respirazione bocca a bocca → Chiudiamo il naso, prendiamo un bel respiro e
insuffliamo aria nella bocca della vittima, tenendo conto di guardare sempre il torace = per capire
se si espande o meno.
Se avessimo dei bambini piccoli → la nostra ventilazione dovrà essere bocca-bocca/naso.
Percentuali di ossigeno
- Pallone → 21%
- Pallone + O2 (a cui aggiungiamo ossigeno a 10-12 Litri al minuto) → 40-500%
- Se utilizziamo un pallone + O2 + un reservoir da cui prende aria con innesto dell’ossigeno
→ mantiene la % che viene fornita tra 80-90%.
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Unico caso in cui questo 3° anello diventa 2° anello, (laddove il 1° anello è unicamente la
valutazione di coscienza, chiamandolo, vie aeree se pervie, circolo) quando è stato testimoniato
l’arresto cardiaco, testimoniato = evenienza con testimoni oculari a descriverla, qualcuno che si
sente male in presenza di osservatori, subito intervengo con il defibrillatore, mettendo le placche
e valutando se il ritmo è defibrillabile.
Quando invece NON è testimoniato → faccio 1 ciclo di Rianimazione Cardio-Polmonare, qualcun
altro chiama i soccorsi e DOPO → si passa alla valutazione del ritmo e uso del defibrillatore.
Sicurezza
Allontanare tutti durante l’analisi del ritmo, nessuno deve toccarlo perché può interferire.
In questo momento NON è il caso che qualcuno vicino CHIAMI con il telefonino, in quanto
potrebbe “dare interferenza”, dunque allontanare gli astanti.
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E’ munito di registrazione il DAE, cosa importante quando scarichiamo, perché a quel punto tutti
devono allontanarsi, asciugare il pz o toglierlo da eventuali pozze d’acqua, stiamo comunque
erogando una scarica elettrica, ricordiamocelo, allontanare fonti di Ossigeno.
Se qualcun altro sta toccando il pz → questo qualcun altro va in defibrillazione.
Non si eroga la scarica → finché tutti non siano lontani o al sicuro, essendo registrato si ha anche
questo controllo che abbiamo fatto o meno sicurezza.
Dopo 2 minuti (ossia 5 cicli) di Rianimazione cardio polmonare, il DAE riavvia l’analisi del RITMO
in automatico per rivalutare e… → Ridirà se è consigliato o meno lo shock → se sì, rieseguiamo.
SHOCK SCONSIGLIATO → si inizia immediatamente RCP 30/2 e si continua per 5 cicli (2minuti), in
tutto ciò il DAE sta riavviando automaticamente l’analisi del ritmo.
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BLS Lattanti →
Se siamo soli, 30 compressioni e 2 ventilazioni, come prima 5 cicli in 2 min.
se siamo in 2 soccorritori → 15 compressioni e 2 ventilazioni, 10 cicli in 2 minuti, come prima.
Tecnica a 2 DITA nella linea che collega i 2 capezzoli, a lvl del 3° inferiore dello sterno, facciamo la
compressione.
Se il bambino è ancor più piccolo, come in sala parto o nei bambini piccolissimi, lo prendiamo tra
le nostre mani e i due pollici comprimeranno, mentre le altre 2 dita della mano, dietro la schiena,
faranno da piano rigido.
Da FARE = compressioni toraciche con frequenza da 100 a 120/min, e comprimere con una
profondità di 2 pollici, 5 cm quindi, consentire la ri-espansione toracica, quindi non ci appoggiamo,
lasciamo che si possa risollevare.
RIDURRE AL MINIMO le pause tra i cicli di compressioni, perché ogni volta che ci fermiamo si torna
a 0 e riduciamo la % di circolo cerebrale che possiamo offrire, e sappiamo che sotto al 10% è
irrecuperabile (vedi prima lezione).
VENTILARE adeguatamente e far caso al fatto che riusciamo o meno ad ESPANDERE questo torace.
Non dobbiamo insufflare aria VELOCEMENTE, se no’ va nelle aree di minor resistenza, cioè
esofago, via intestinale, non certo la via aerea.
Devono essere INSUFFLAZIONI LENTE, parte dell’aria andrà così verso il tratto gastroenterico ma
così ci assicuriamo che parte va verso i polmoni.
RIEPILOGO
sicurezza del luogo, assicurarsi che sia sicuro per tutti
Riconoscimenti dell’arresto cardiaco = coscienza, polso, respiro, verifica simultanea sia per adulti,
bambini e lattanti
CHIAMARE 112/118 → se si è soli e pure SENZA CELLULARE → prima di iniziare ci allontaniamo
dalla vittima e cerchiamo qualcuno che possa chiamare, subito dopo torniamo dall’ammalato,
TRANNE CHE SIA testimoniato, in questo caso abbiamo detto che prima facciamo i 2 cicli di RCP.
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Bisogna sempre consentire l’espansione del torace SEMPRE, qualsiasi sia l’età e ridurre al minimo
le interruzioni qualsiasi sia l’età.
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Chiamiamo il team di emergenza se siamo in ospedali/reparti, non c’è bisogno del 118, essendo lì
Ci sono dei numeri brevi forniti dalla direzione sanitaria a tutti i reparti
Se si è soli con adulti o bambini → prima attivare il numero 112/118 e chiediamo a qualcuno di
portarci il defibrillatore e poi interveniamo con 30:2 RCP, se ci sono altri facciamo chiamare a loro.
Ricordiamo che il defibrillatore semiautomatico → una volta attivato, ogni 2 minuti fa l’analisi del
ritmo e dice se lo SHOCK è consigliato o meno.
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OSTRUZIONE COMPLETA
Impossibilità di parlare, respirare, difficoltà a tossire.
Segnale universale di soffocamento (il portarsi le mani alla gola, tipicamente)
Rapida cianosi = colorazione bluastra mucose dovuta NON a mancanza ridotta ma emoglobina
legata a CO2.
Possibile perdita di coscienza.
NEL SOGGETTO COSCIENTE:
Se l’ostruzione è parziale si incoraggia la vittima a tossire, NON FARE ALTRO.
Se la vittima diventa DEBOLE e smette di tossire o respirare → diventa una ostruzione completa,
bisogna agire così:
- 5 colpi dorsali tra le scapole = sogg cosciente e in piedi, li diamo dal basso vs l’alto
- Se i colpi non hanno effetto → manovra di Heimlich in piedi = cioè compressioni addominali:
ci mettiamo dietro il soggetto e riconosciamo il punto di repere dove fare le compressioni, che è
l’ombelico, con il pollice stringiamo a tutto pugno l’altra mano, anche qui dal basso vs l’alto per
aumentare la pressione endoaddominale → che si propaga tramite il diaframma con aumento
della pressione anche endotoracica ed espellere il corpo estraneo; in tutto ciò mettiamo la nostra
gamba in mezzo a quella del paziente, così se dovesse svenire evitiamo cada, ma ci aiutiamo con la
nostra gamba per distenderlo piano al suolo
In genere nel pz adulto non avviene l’inalazione da corpi estranei, a meno che non vi sia
patologia di base, il soggetto si distrae o qualcuno lo fa ridere, o in anziani per presbifagia.
Inalare = aspirare nelle vie respiratorie materiale che può ostruirle, impedendo il passaggio
dell’aria.
Per bambini invece è diverso, molto + frequente, tenere lontani dalla portata dei bambini oggetti
che si nota tendono a portare in bocca, piccoli, tondeggianti, colorati ad esempio, ecc…
I bambini portano tutto in bocca, potrebbero anche ingerirlo, qui però non sussiste l’emergenza,
perché possiamo poi seguirlo via via tramite imaging e intervenire x via endoscopica/chirurgica, se
non che lo defeca.
NUMEROSI sono i fattori che predispongono alla inalazione in questa fascia di età, abbiamo detto
Quindi non è sempre facile fare diagnosi, a meno che in acuto si manifesta come ostruzione
completa ed il soggetto è particolarmente agitato, etc…
Come differenziamo il polmone dei bambini? Nei bambini i due bronchi si staccano dalla trachea
con una angolazione diversa, il bronco principale di dx ha un angolo meno acuto di origine, quindi
è più facile che vada qui il corpo estraneo, nel bronco dx nel bambino, dunque è una patologia più
frequente, l’ostruzione parziale.
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Nell’adulto invece se l’oggetto per dimensioni è piccolo avrà il 50% delle possibilità che vada a dx,
50% a sx.
Possibili oggetti inalati da bambini: noci, tappi di penne, fischietti, arachidi, castagne
- Posizioniamo il pz con la testa poco poco più in basso del tronco (mai mettere il bambino a testa
in giù, non è utile in quanto non aumenta la pressione addominale/toracica, inoltre non dobbiamo
scuotere il bambino, perché ha un parenchima cerebrale piu’ piccolo del contenitore-teca cranica,
quindi sballonzola a destra e sinistra e si creano contusioni cerebrali, infatti anche nelle violenze
sessuali osserviamo la “shaking syndrome” con petecchie quando il bambino è preso e scosso dalle
spalle);
- 5 compressioni toraciche (come per il massaggio cardiaco), dunque con le 2 dite al 3° inferiore
dello sterno
Se temiamo che parte del corpo estraneo si sia rotto e sia sceso piu’ in basso o sia ancora
parzialmente presente, o il soggetto riprende a respirare ma ancora non ha espulso il corpo
estraneo → ci rechiamo al pronto soccorso
-porsi dietro, lo si circonda con le braccia e con la mano chiusa a pugno tra l’ombelico e il torace,
passando al di sotto delle costole, mettiamo l’altra mano poco sopra
Tirare in modo energico, stringendo il torace → all’indietro e dal basso vs l’alto
Ripetiamo la manovra + volte senza perdere la posizione
Assicurarsi che il bambino riprende a respirare
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Ripetiamo che esiste sempre l’evenienza che il bambino inali e non lo dichiari per non essere
rimproverato e poi a distanza di gg, anche parecchi, abbia tosse persistente con catarro, febbre,
quadri di bronchiti ricorrenti o broncopolmoniti che recidivano → fare RX/TC per dimostrare la
presenza del corpo estraneo
Pinze di Michel → sono nel nostro carrello di pronto soccorso, se al laringoscopio individuiamo il
corpo estraneo possiamo rimuoverlo con questo strumento, ad esempio se si indova sopra le
corde vocali
CONSENSO INFORMATO
Dobbiamo ottenerlo dal pz prima di proporre, praticare delle manovre invasive e non.
I fondamenti di tale consenso informato sono
- Etici = perché esaltano il valore della persona e sono volti alla tutela dell’integrità e scelta del
soggetto.
- Dentologici = per principi di correttezza professionale, riservatezza e segretezza, informativo e di
veridicità, oltre che per motivi di dignità e decoro professionale.
- Giuridici = è inteso come un contratto tra il medico e il paziente → che rappresenta il
“lasciapassare” sancisce la liceità del trattamento medico-chirurgico proposto.
Legislazione Vigente che “impone” appunto, il consenso informato
Art 13 costituzione = la libertà personale è inviolabile
Art 32 = nessuno può esser sottoposto a trattamento contro la propria volontà, salvo che una
specifica legge non lo disponga
Art 50 Codice penale = Consenso dell’avente diritto
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Continuiamo nella fase di Emergenza. Una di queste lezioni è la gestione del trauma nella fase pre-
ospedaliera. Dopo faremo il TRIAGE!
Il problema del trauma è importante nel senso che quando parliamo di problemi medici mettiamo
sempre la gravità ma anche la mortalità e poi li costo che ha questo evento nella società.
Innanzitutto, è la principale causa di morte in paziente sotto i 40 e per ogni morto ci sono 2 o 3
invalidi permanenti quindi anche questo è un costo per la società (enorme) e superano le spese
neoplastiche, cardiovascolari e tra un po’ anche quelle della pandemia COVID. Solo nei periodi di
lockdown si riducono gli incidenti in generale quindi diciamo che riusciamo ad avere sotto questo
punto di vista un beneficio.
Al trauma è associato un danno primario ma per altri motivi possiamo provocare un danno
secondario.
La mortalità nel trauma è per lo più per motivi prevedibili e saperli gestire significa diminuire la
mortalità. Abbiamo però anche motivi potenzialmente prevedibili e chiaramente prevedibili.
Quindi se noi miglioriamo il nostro approccio pre-ospedaliero sicuramente riduciamo la mortalità e
le complicanze. Ma come possiamo fare questo?
✓ Portare il paziente
✓ All’ospedale giusto
✓ Nel tempo giusto
Per fare questo abbiamo bisogno di un metodo:
1- Anticipazione (preparazione dell’equipe)
2- Valutazione scena (sicurezza + triage)
3- Primary survey & Secondary Survey → valutazione del paziente
4- Comunicazione con centrale 118
5- Monitoraggio e trattamento in itinere
6- Destinazione
ANTICIPAZIONE
Bisogna sapere i presidi che si hanno a disposizione e che siano sistemati e funzionanti → questo
prima di una chiamata.
Quando ci chiamano e arriviamo nella scena dell’incidente ci dividiamo i compiti (tu fai il triage, tu
cerchi di limitare la scena, tu decidi se c’è da rianimare, tu prendi le vie aeree ecc..), usiamo i
dispositivi di protezione individuali (DPI).
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La strategia
Abbiamo due tipi di strategie:
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Nella disability si cercano sintomi neurologici e molte volte sono assenti (scarsa sensibilità del
dolore o si sottovaluta per un altro danno che è maggiore).
C’è un andamento della morte che si chiama TRIMODALE: morte entro 1h, ritardata e dopo
settimane in T.I.
Alcune volte non ci fanno sospettare di una frattura cervicale che si presenta con:
- Dolore spontaneo o provocato
- Ridotta motilità del collo
- Motilità degli arti ridotta
- Ipotensione con bradicardia
Essendo che a volte i sintomi non ci sono o non ce ne accorgiamo è importante capire la dinamica.
Quando facciamo la Secondary Survey è importante infatti capire come è avvenuto l’incidente!
Se riusciamo a tenere conto dei sintomi e insieme anche della dinamica possiamo prevedere e
prevenire l’evenienza che è avvenuto nel CASO 1.
IL COLLARE CERVICALE VA MESSO A TUTTI I TRAUMATIZZATI e non va rimosso in PS perché è
proprio qui che avvengono i danni.
OSSIGENO
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B - BREATHING
Obiettivi
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(aveva pneumotorace) – Era dispnoica, aveva una saturazione al 93% che con l’ossigeno non
aumentava, sicuramente se avessimo fatto un OPAX avremmo visto che c’era un enfisema
sottocutaneo, che c’era un’asimmetria e la cosa migliore era drenare lo pneumotorace e poi
intubarla.
Cos’è lo pneumotorace iperteso?
Il polmone collassato e se continuiamo a ventilare spostiamo il peduncolo e si ha arresto cardiaco.
Cosa dobbiamo dire al 118?
- Saturimetria < 90% in =2 terapia
- Frequenza respiratoria < 10\min > 29\min
- Enfisema sottocutaneo
- Dispnea con vie aeree pervie
- Asimmetrie di espansione del torace
- Turgore delle giugulari
- Shock
C - CIRCULATION
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- Negli arti
- In presenza di più feriti così posso gestire altri
- Emorragie altrimenti incontrollabili
- tachipnea
- cute pallida e sudata
- tachicardia con polso piccolo
- ipotensione
- agitazione, confusione, coma → da ipossia
VALUTARE IL POLSO SUBITO
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D - DISABILTY
A.V.P.U
A: allert – sveglio
V: verbal – risponde se chiamato
P: pain – risponde al dolore
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Nei casi di incidenti con più feriti in cui ci sia una sproporzione tra numero dei feriti e risorse
disponibili
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Comunicazione e trasporto
Comunicazione: numero paziente, dinamica, sintesi primary e secondary, modifiche in itinere
Trasporto: non provocare ulteriori danni, essere pronti per improvvisi peggioramenti, allertamento
struttura ricevente
Monitoraggio: ABCD continuo, saturimetro
Quando l’ospedale più vicino è quello idoneo? Quando siamo in presenza di:
- Traumi penetranti
- Pazienti instabili se l’equipe ALS non è disponibile in tempi utili
Quando non è quello idoneo?
- Paziente stabile
- In presenza di criteri di centralizzazione
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L’anno scorso, in effetti, è stato fatto un codice a colori e numerico cui corrisponde un tempo di
attesa che non dovrebbe essere superato. Le proposte del Ministero:
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(legge la slide)
1 = Rosso
2 = Arancione
3 = Giallo (o azzurro)
4 = Verde
5 = Bianco
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E’ più difficile da poter rispettare perché dipende anche dagli ingressi che abbiamo in PS!
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TRIAGE MAXIEMERGENZA
Nella medicina dei disastri abbiamo un sanitario e un numero N di pazienti che devono essere
trattati quindi è chiaro che bisogna standardizzare e organizzarsi.
Se abbiamo ad esempio un incidente (un autobus che si è andato a scontrare) abbiamo un numero
di vittime di cui la maggioranza avrà lesioni minime.
Quelli che possono camminare, che si possono spostare, magari si recano loro stessi in PS e si ha
subito la saturazione degli ospedali vicini. Infatti, all’inizio si ha una difficile identificazione dei
pazienti critici!
TEMPISTICA FLUSSO DEI PAZIENTI
Dobbiamo fare il possibile per il numero maggiore di vittime, usare nel miglior modo le risorse
(umane, materiali) e seguire precisi protocolli.
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Ogni punto finisce. A ogni domanda in base alla risposta abbiamo un COLORE!
Se non RESPIRA è NERO, non perdiamo tempo.
Se ha più di 30 atti respiratori al minuto è ROSSO. Se ne ha meno andiamo a valutare il POLSO.
Se il polso non c’è è ROSSO, se c’è valutiamo lo stato di COSCIENZA.
Risponde alle nostre domande è GIALLO. Non risponde è ROSSO!
Come possiamo vedere le cose che si vanno a valutare sono 3:
✓ Respiro
✓ Polso
✓ Coscienza
Non c’è un trattamento da fare ma solo UNA VALUTAZIONE.
Gli unici TRATTAMENTI ammessi sono:
- Pervietà delle vie aeree
- Decompressione dello pneumotorace iperteso
- Compressione diretta delle emorragie
Perché, per vedere se respira devo valutare se ha le vie aeree pervie. Vedo che respira ma c’è
un’asimmetria o un turgore delle giugulari per cui penso che ci sia uno pneumotorace iperteso e
intervengo e se c’è emorragia lo stesso.
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I colori che abbiamo dato quindi sono: rosso, giallo, verde e nero (deceduto).
Per andare a valutare il paziente quindi cosa faccio? SISTEMA RPM
Respirazione → Airway/breathing (AB)
Polso → Circulation (C)
Stato mentale → Disability (D)
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Nonostante l’eccellente accuratezza diagnostica, sembra avere dei limiti in caso di incidenti con
fumi o tossici, poiché può fallire nell’identificare persone con lesioni primarie alle vie aeree che
hanno ancora altri parametri fisiologici conservati.
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SIEVE TRIAGE
Può essere utilizzato anche da personale non medico.
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I piani di maxi-emergenza prevedono l’utilizzo del codice colore della scena sino all’arrivo al DEA.
OBIETTIVO
Viene utilizzato questo tabellino che viene appeso al collo del paziente.
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ESERCIZI DI TRIAGE
Ci sono due file di PPT in cui potete trovare i casi per esercitarsi al triage. Di seguito viene riportato
solo un caso per far capire com’è l’esercizio:
“In una cupa giornata di Aprile, la pioggia cade da ormai 48 ore. C’è traffico nelle strade intorno
la cittadina di Como. La statale Regina è invasa da auto che bloccano il traffico lungo la banchina
occidentale del lago.
Alle 20:01 la C.O 118 viene avvisata ed allertata per un incidente nel tunnel di Cernobbio.
Nell’incidente sembrano coinvolti molti veicoli. Delle fiamme sono visibili dall’ingresso del
tunnel. Viene subito inviata l’automedica e attivata l’Unità di Maxiemergenza.”
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EMERGENZE MEDICHE
Quando parleremo di infarto è chiaro che lo avete fatto in cardiologia però l’anestesista ne tratta
l’emergenza, le conseguenze o gli effetti collaterali quindi in CODICE ROSSO. Come l’infarto
abbiamo l’ictus, il diabete, l’ipoglicemia, le crisi epilettiche, gli avvelenamenti, le emergenze
psichiatriche e i traumi (che abbiamo già fatto).
Di seguito verranno trattati gli argomenti in neretto.
INFARTO MIOCARDICO
Tutti i segni e i sintomi dell’infarto sono causati dalla riduzione della concentrazione di O2 al cuore.
Quindi legati all’ipossia a livello del muscolo cardiaco!
- Chiamare il 118
- BLS → (se necessario)
- Mettere il paziente in un luogo confortevole
- Somministrare ossigeno ad alte concentrazioni
- Calmare e rassicurare il paziente
- Proteggere e sostenere il paziente
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DIABETE
Sappiamo che è dovuto a carenza relativa o assoluta di insulina e come emergenza ci può dare o
IPOGLICEMIA o CHETOACIDOSI DIABETICA.
Quali sono i segni dell’ipoglicemia?
- Agitazione
- Cambiamenti di personalità
- Stupore
- Confusione
- Coma
- Sudorazione
- Polso frequente
- Pelle umida
- Mal di testa
- Fame
- Vertigine
- Ansia
- Debolezza muscolare
- Convulsioni
✓ BLS
✓ Ci accertiamo dello stato di coscienza, pervietà delle vie aeree
✓ Ricerchiamo la storia clinica del diabete del paziente
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Se vi ricordate nelle famose 5 “i” c’era anche l’ipoglicemia ma solo nel bambino che come prima
manifestazione avrà una iperglicemia (mangia la merendina e poi i genitori lo trovano in coma o
con le convulsioni) perché magari prima non c’era stato nessun segno che indicava una condizione
di diabete.
Cosa facciamo in caso di ipoglicemia? Intanto chi ci va incontro a ipoglicemia?
Il paziente che è già diabetico, insulino-dipendente. Per esempio, fa la dose di insulina e poi non
mangia o mangia meno, oppure per sbaglio ne fa di più o ha fatto fatica fisica o ha la febbre.
Quindi quando c’è un danno dovuto alla somministrazione.
La prima cosa da fare quindi è:
Per il trattamento della iperglicemia è un trattamento che farà il medico d’urgenza, noi
interveniamo per le funzioni vitali quindi andando a guardare, valutare le funzioni vitali e
riprenderle.
La somministrazione di insulina e zuccheri dopo, idratazione ecc… lo farà il medico d’urgenza.
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GLI AVVELENAMENTI
“Una sostanza tossica è una qualsiasi sostanza capace di danneggiare il corpo”
Possono essere sostanza che diventano tossiche per il dosaggio, la via di somministrazione, ad
esempio!
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Se una sostanza è tossica è a causa della concentrazione plasmatica ELEVATA. Cosa facciamo
quindi?
- Diluire il veleno all’interno dello stomaco → acqua, latte (perché i cibi grassi riducono il
transito intestinale e quindi l’assorbimento del farmaco) ***
- Provocare il vomito → se non è una sostanza caustica altrimenti potrei provocare un danno
di ritorno
- Mettersi in contatto con il centro antiveleno e seguirne le direttive
- Iniziare il trasporto verso l’ospedale mantenendo il paziente in posizione di sicurezza →
perché se la sostanza man mano si assorbe potrebbe andare in stato comatoso, quindi
potrebbe poi avere uno stato di rigurgito e perde la pervietà delle vie aeree quindi me lo
monitoro meglio in caso di complicanze.
*In genere nei posti dove si beve si mangiano cibi grassi per ridurre la concentrazione di alcol in
circolo per ridurne l’assorbimento ed evitare di farci ubriacare.
**Se io ho un paziente privo di coscienza non provocherò il vomito visto che manca il riflesso di
difesa (la chiusa delle corde vocali) ne farò la diluizione.
Non usiamo l’apomorfina per provocare il vomito, lo facciamo meccanicamente (sondino, mani).
Se tu hai un paziente che sospetti sia in overdose (con pupille miotiche, soporoso, facendo
l’exposure noti lesioni da punture ripetute) fai l’antidoto: NALOXONE.
Poi lo porti sempre in ospedale ma intanto dai l’antidoto e tratti la ventilazione se ovviamente
smette di respirare ecc…
Il flumazenil per overdose di ansiolitici.
Quello che vi si chiede a voi in emergenza è quello di riconoscere i segni, trattare i sintomi e dare
antidoti, portare in ospedale.
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Capita spesso, soprattutto in casi di povertà o per dimenticanze (camini aperti, stufe, ecc…).
L’emoglobina sapete che si lega all’ossigeno e trasporta questo ai tessuti per poi caricarsi di CO
che espelle dai polmoni. Il CO ha un’affinità maggiore rispetto all’O2 quindi si attacca
all’emoglobina più facilmente. Il paziente sarà IPOSSICO (pallido e non cianotico). La cianosi
l’abbiamo quando l’emoglobina è legata all’Anidride carbonica!!
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Come lo tratto?
Per quanto riguarda il luogo ovviamente dobbiamo assicurarci che non sia rischioso per noi,
apriamo le finestre e quant’altro.
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Cosa vedremo?
- Reazioni cutanee
- Prurito
- Pomfi
- Irritazione occhi
- Emicrania
- Temperatura cutanea elevata
- Alterata frequenza cardiaca
- Shock anafilattico
Cosa facciamo?
- Allontaniamo il paziente dalla fonte di veleno → esempio: anticrittogamici che vanno sugli
abiti o sulla cute quindi togliere i vestiti e lavare la cute
Queste sostanze possono interagire con il Sistema nervoso quindi ad esempio possono provocare
midriasi quindi già possiamo dare Atropina. Può essere bradicardico e avere scialorrea quindi con
l’Atropina risolvo momentaneamente.
AVVELENAMENTO PER INIEZIONE
A volte possiamo essere noi stessi (specie gli anestesisti per scopi di suicidio) a provocarcelo per
esempio con la somministrazione di curaro o di farmaci ipnotici + curaro.
- Emicrania
- Vertigine
- Crampi muscolari
- Difficoltà di respirazione
- Sudorazione e aumento salivazione
- Shock anafilattico
Cosa facciamo?
- Contattare centro antiveleni
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- Curare lo shock
- Eliminare i pungiglioni
- Se la parte colpita è un arto mettere un laccio sopra di esso
- Porre una borsa di ghiaccio sulla zona punta o morsa
- Mantenere l’arto immobilizzato
Voi sapete che quando diamo un anestetico locale per aumentare la durata d’azione do un
vasocostrittore così riduco l’assorbimento. Un’altra cosa che mi aumenta la diffusione del circolo
ematico è la pompa muscolare, più mi muovo più questo entra in circolo quindi immobilizzo l’arto,
ad esempio.
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- Venosa periferica
- Venosa centrale
- Endobronchiale
- Sublinguale
- Intraossea
- Intracardiaca
- Rettale o nasale → nelle convulsioni è difficile prendere vie di somministrazione (succlavia,
giugulare) di tipo venoso quindi uso questa.
**l’intramuscolo non è veloce come assorbimento e nella sublinguale se ho trisma non posso
usarla.
VIA VENOSA PERIFERICA
- Vena basilica e cefalica
- Vena giugulare esterna
- Vena safena interna → parte mediale del malleolo
Sono vene grosse, facilmente reperibili se non stiamo in stato di shock. A parte la giugulare, le
altre sono reperibili durante la RCP!
In uno stato di shock noi abbiamo bisogno che il farmaco entri in circolo nel più breve tempo
possibile ma se stiamo facendo RCP l’unica circolazione dipende da noi quindi dobbiamo cercare
una via centrale e più vicina a noi.
Ogni nostro atto invasivo per quanto necessario può avere delle complicazioni: (nella giugulare
esterna)
- Formazione di ematoma locale
- Non va in vena ma nel connettivo lasso circostante
- Estrazione accidentale del catetere con i movimenti di rotazione della testa
La prendiamo con un ago cannula un po’ più grossa di quella che si usa normalmente. Mettiamo
grossi calibri (14-16-18 Gauge).
VIA VENOSA CENTRALE
- Vene antecubitali → cefalica e basilica
- Vena giugulare interna
- Vena succlavia
- Vena femorale
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Quando non posso prendere quelle periferiche prendo quelle centrali oppure ho bisogno di fare
arrivare i farmaci al cuore o al cervello e quelle centrali sono le migliori perché sono più vicine al
cuore.
SVANTAGGI DELLA VENIPUNTURA CENTRALE
- Richiede presenza di un medico esperto
- Rischio elevato di complicanze
- Richiede l’interruzione delle manovre di RCP
Complicanze della venipuntura della giugulare interna
- Accidentale puntura della carotide (ematoma, falso aneurisma, fistola, artero-venosa)
- Lesione del nervo frenico, nervo vago, nervo laringeo inferiore
- Perforazione della trachea
- Lesione plesso brachiale
Complicanze generali dell’incannulamento delle vene centrali
- Posizionamento del catetere in atrio dx con insorgenza di turbe del ritmo
- Emopericardio e tamponamento cardiaco
- Embolia gassosa → se nell’incannulare una vena centrale lasciamo libero l’ago con gli atti
del respiro entra aria e quindi possibilità di embolia.
Complicanze della venipuntura della succlavia
- Pneumotorace → anche per la giugulare interna (più raramente)
- Puntura dell’arteria succlavia (ematoma, emotorace, idrotorace, pneumomediastino,
fistola artero-venosa, falso aneurisma)
- Perforazione della vena con posizionamento del catetere in mediastino o nel cavo pleurico
- Puntura plesso brachiale
- Puntura del dotto toracico
- Mal-posizionamento del catetere
Complicanze della venipuntura della femorale
- Puntura dell’arteria femorale (ematoma, falso aneurisma, fistola artero-venosa)
- Lesioni del nervo femorale
Arteria, nervo e vena camminano insieme!!
VIA INTRACARDIACA
Non si usa più ma è un approccio che può essere fatto, sapendo benissimo che ci sono delle
complicanze ma siamo in condizioni di emergenza e siamo costretti.
- Approccio parasternale
- Approccio paraxifoideo
IMPORTANTE (!!)
Ha quindi un effetto ritardo quindi per una seconda somministrazione dobbiamo attendere per
non dare dosi eccessive.
VIA INTRAOSSEA
La dovreste saper fare tutti. E’ sia per adulti che per bambini anche se fu fatta inizialmente per i
bambini che hanno vene piccole e non stanno fermi!
Le indicazioni sono:
- Pericolo di vita con fallimento di accessi venosi, RACCOMANDATA dopo 90 secondi di
tentativi infruttuosi di ricerca di un accesso venoso
- Indicata formalmente nello stato di male senza accesso venoso
- Raccomandata sotto i 6 anni ma efficace a tutte le età
Nei pazienti in shock (ipovolemici) abbiamo bisogno di infondere subito liquidi quindi si opta per
questa via di somministrazione.
Nel BLS advanced del paziente pediatrico c’è scritto proprio questo che dopo 3 tentativi nel
prendere una vena periferica poi passi a quello intraosseo.
- Osteomelite, cellulite
- Traumi locali (frattura, ustioni)
- Malattie dell’osso (osteogenesi imperfecta, osteoporosi e petrosi)
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Nel paziente adulto equivalgono le stesse indicazioni ma usiamo il trapano, buco, posiziono l’ago e
metto la flebo. Dopo, con tranquillità, andremo a prendere una via centrale e togliamo quello
osseo!
IL PAZIENTE ANNEGATO
Quando l’acqua attraversa l’epiglottide, produce uno spasmo riflesso della laringe (laringospasmo)
che è il famoso riflesso di difesa che vi ho detto avviene anche quando un corpo estraneo arriva a
livello delle corde vocali che impedisce l’ingresso alle vie aeree.
Il laringo-spasmo infatti occlude le vie aeree così ché solo una piccola quantità di acqua entra nei
polmoni. In effetti non passando acqua non passa aerea quindi IPOSSIA e perdita di coscienza e
apertura della glottide.
La risposta dell’organismo c’è ma se si rimane in acqua poi si perde! Il paziente non muore per
ipossia ma perché perdendo il riflesso poi entra acqua nei polmoni.
Se c’è acqua dolce succede una cosa, se c’è acqua salata un’altra ancora.
L’acqua salata entra nei polmoni che va nella zona più concentrata per diluirla (richiamo di acqua
verso la parte più concentrata). Va negli alveoli, richiama acqua dal circolo agli alveoli! E come si
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chiama? EDEMA POLMONARE!!! Siccome lo prende dal circolo si ha una diminuzione della volemia
quindi uno shock ipovolemico e infine EXITUS.
Se è acqua dolce, non è iperosmolare, agisce sul surfactante che è una sostanza che permette agli
alveoli di stare aperti. Nel momento stesso che tolgo questa sostanza, gli alveoli collassano
(ATALETTASIA) e non avvengono gli scambi → IPOSSIA E ARITMIE CARDIACHE → EXITUS.
Si muore comunque con dinamiche diverse e cambia anche il nostro trattamento!!
Le nostre tecniche INIZIALI sono uguale in entrambi i casi. Comunque, non bisogna mai ritardare il
trasporto.
TERAPIA
Mai tuffarvi in acqua per salvare qualcuno, a meno che non avete il brevetto anche perché
potrebbe far andare voi sott’acqua. Le regole da seguire sono:
- Raggiungere (salvagente, fune) e tirare
- Gettare e trainare
- Entrare in acqua o fare una corda umana per arrivare più vicino possibile alla vittima che
sta annegando.
La RCP va tentata SEMPRE perché c’è l’arresto respiratorio, bradicardia e comunque dobbiamo
mandare il flusso verso CUORE, CERVELLO E FEGATO!
INCIDENTE DA IMMERSIONE
- Embolia gassosa
- Malattia dei cassoni (malattia da decompressione)
EMBOLIA GASSOSA
L’embolia gassosa è caratterizzata da un’insorgenza rapida nel senso che posso avere la possibilità
di avere un embolo di gas nel torrente ematico e può capitare se inietto aria per aspirazione
mentre prendo un grosso vaso centrale o perché c’è un danno nel polmone per cui entra aria.
I sintomi sono:
- Variazioni della personalità
- Capacità sensoriali distorte
- Dolori toracici
- Formicolio all’estremità
- Sangue schiumoso nella bocca o nel naso
- Stato di incoscienza
- Rumori nel torace (aria all’esterno dei polmoni)
- Arresto respiratorio
- Arresto cardiaco
Posso averli tutti o solo alcuni e dipende anche da dove l’embolo si forma.
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MALATTIA DA DECOMPRESSIONE
C’è sempre l’embolo nel circolo ematico ma avviene a insorgenza lenta.
Noi abbiamo l’azoto disciolto nel circolo ematico quando c’è una certa pressione atmosferica, con
una pressione diversa c’è lo spostamento da liquidi a gassoso. L’azoto quindi se riduciamo la
pressione atmosferica passa da liquido a gas. Si formano delle bolle!! Non deve esserci una
soluzione di continuo nel polmone.
Quali sono i sintomi?
- Spossatezza
- Dolori muscolari e articolari
- Insensibilità pelle
- Dispnea
- Tosse
- Capacità distorte
- Visione doppia
- Dolori toracici
- Collasso
- Perdita di coscienza
- Trasporto urgente
- Assicurare pervietà vie aeree
- Erogare O2
- Curare lo shock
- Posizione laterale sinistra con inclinazione verso il basso → evitare che vada a livello
cerebrale e siccome l’aria tende a salire mettiamo verso il basso.
Un’altra possibilità che si vengono a formare emboli è per via iatrogena (per errori) → uso terapia
iperbarica dove per aumentare l’ossigenazione perché dobbiamo aumentare la quota di ossigeno
disciolto facciamo che aumentando la pressione aumenta la quota di ossigeno disciolto e quindi
ossigenazione tissutale. Ad esempio la usiamo nell’ischemia degli arti (trombi o emboli) in caso di
gangrena e la terapia iperbarica aumenta l’ossigenazione e demarca le aeree di necrosi (si usa nel
diabete ecc..)
E’ chiaro che come questa azione è terapeutica se non rispetto la decompressione posso avere
delle complicazione quindi le stesse cose che accadono nei SUB!
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Viene usata anche per l’avvelenamento da CO. Siccome c’è ipossia l’unica via che ho è aumentare
l’ossigenazione dei tessuti quando non rispondono alle terapie quindi metto in camera iperbarica
e non ho più il malato ipossico!
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Le cause:
- Epilessia (stato di grande male) →
- Ictus
Tutto ciò che occupa spazio:
- Lesione cerebrale
- Tumori
- Emorragie
- Edema
- Febbre alta
- Infezioni
- Malattie tipiche dell’infanzia (morbillo, orecchioni)
- Crisi ipoglicemiche (e anche iperglicemiche)
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Le crisi convulsive persistenti o ripetitive rappresentano una frequente urgenza medica sia nei
bambini, sia negli adulti, e nella maggior parte dei casi impongono la terapia intensiva.
Lo stato di male epilettico è definito come una condizione in cui l’attività epilettica persiste per 30
minuti o più.
Definiamo crisi epilettiche di lunga durata quelle durano più di 10 minuti ma se per esempio
abbiamo un soggetto che soffre di epilessia e queste crisi normalmente durano 5 minuti e questa
volta 8-9 minuti è una durata (ovviamente) maggiore ma se di norma durano 10 minuti allora non
possiamo catalogarle come una crisi più lunga del solito.
Quando è richiesto un trattamento di urgenza?
- Si è verificato un trauma
- Le scosse continuano per più di 10 minuti o più del “solito”
- Il paziente non riprende rapidamente coscienza
- Ricominciano rapidamente le crisi
TRATTAMENTO
Consiste nel controllare le crisi e sostenere le funzioni vitali del paziente.
Gli attacchi, seriali e non, vanno considerate come “vere emergenze”!
Perché la consideriamo emergenza?
Ci sono dei cambiamenti fisiologici (metaboliche e cerebrali) che possono avvenire nella crisi
convulsive prolungate e i cambiamenti si hanno sia nella FASE 1 (di compenso) o nella FASE 2
(di scompenso) quando dopo 30-60 minuti continuano le crisi.
Vi ho fatto delle tabelle in cui alcuni parametri variano a seconda se siamo in un periodo in cui le
convulsioni durano meno di 30 minuti, più di 30 o abbiamo forme refrattarie: (legge le tabelle)
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TERAPIA DI SOSTEGNO
- Assistenza cardio circolatoria
- Controllo temperatura
- Stabilizzazione metabolica
- Prevenzione e terapia dell’edema cerebrale
- Farmaci anticonvulsivani
Se ci troviamo durante una fase tonica o clonica la somministrazione dei farmaci avverrà o per via
anale o comunque trans-mucosale.
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Proviamo con questi farmaci (di sopra) e se dopo 30-60 minuti dobbiamo chiamare in UTI per un
posto letto per trattamento farmacologico e un monitoraggio invasivo.
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Non facciamo altro che fare un’anestesia generale, la possiamo fare con il PROPOFOL che vedremo
dopo che è un ipno induttore. Un dosaggio a bolo, quindi infusione continua oppure un
BARBITURICO quale il TIOPENTALE anche questo in bolo ogni 2-3 minuti fino a controllare la crisi e
poi in infusione continua.
Abbiamo detto che mettiamo in coma il paziente e facciamo monitoraggio di:
• Pressione arteriosa
• Capnografia
• Ossimetria
• Pressione venosa centrale
• Monitoraggio neurofisiologico (EEG)
• PIC (Pressione intracranica)
Perché può fallire il nostro trattamento?
- Può essere che il trattamento farmacologico era inadeguato (anche per le dosi) → anche il
paziente che ha interrotto la sua terapia
- Abbiamo fatto un errore diagnostico → non abbiamo capito la causa sottostante
- Fattori medici aggiuntivi → complicanze mediche
COMPLICANZE MEDICHE NELLO SE
- Danno cerebrale ipossico/metabolico o indotto dalla crisi
- Edema cerebrale
- Emorragia e infarto cerebrale
- Trombosi venosa profonda
In più possiamo avere: ipotensione, ipertensione, insuff. Cardiaca, arresto cardiaco, shock
cardiogeno, insuff. Respiratoria, iperpiressia, sudorazione, ipersecrezione, ostruzione
tracheobronchiale, ischemia periferica.
La mortalità e morbilità dello stato epilettico sono dipendenti dalla durata quindi il trattamento di
urgenza va subito iniziato perché più dura peggio è per mortalità e morbilità. Questo perché la
sofferenza degli organi nobili durante le fasi toniche e cloniche sono importanti!
Abbiamo fatto il saturimetro, abbiamo fatto il prelievo per la glicemia (per vedere se era
ipoglicemia), abbiamo visto la calcemia (per lo stato di acidosi).
Se c’è un problema metabolico facendo glucosio e tiamina dovrebbe finire, se non va allora
iniziano il trattamento protettivo cerebrale ovvero quello con le benzodiazepine!
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IL RISCHIO ANESTESIOLOGICO
Il rischio anestesiologico può essere definito come la possibilità che si verifichino conseguenze
infauste nel periodo peri-operatorio, come risultato dell’anestesia.
Chiunque si sottoporrà ad anestesia vi chiederà se corre rischi, quindi è giusto conoscere quali
sono.
La prima cosa che dovete sapere è che questa classificazione che nasce per quantificare il rischio,
perché? Per l’assicurazione.
Se io quantifico il rischio ed è elevato, un evento catastrofico o un exitus, se ho un rischio alto, il
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Anestesiologia 2020/21 | A. Bosco – A. Bulgari – M. Caruso
PREMIO (se ho diritto al risarcimento) sarà inferiore perché il rischio era maggiore al contrario se
avevo un rischio minore in caso di complicanze il risarcimento sarà maggiore (perché erano poche
le possibilità che si andasse incontro a quell’inconveniente).ù
Vi faccio direttamente la nuova classificazione:
RISCHIO 1
E’ un paziente in buona salute, non ha un BMI superiore a 30, non fumatore.
RISCHIO 2
Paziente con una malattia sistemica ben compensata (diabetico in trattamento, iperteso in
terapia), fumatore, un BMI superiore a 30 ma sotto 35, frequentemente beve o fuma sigarette.
RISCHIO 3
Paziente con comorbilità più o meno compensate, ha una malattia sistemica severa con riduzioni
delle funzioni vitali per insufficienza renale, broncopatia, angina stabile.
RISCHIO 4
Paziente con una malattia sistemica importante che limita parecchio le funzioni vitali come
insufficienza renale importante, che abbiamo avuto stroke ad esempio.
RISCHIO 5
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Anestesiologia 2020/21 | A. Bosco – A. Bulgari – M. Caruso
Il paziente non sa nulla dell’anestesia se non quando l’affronta e per la paura abbiamo
l’informazione, il consenso informato. Sapere ci aiuta ad affrontare meglio le cose riducendo paura
e ansia quindi anche un pre-medicazione farmacologica (ansiolitico).
OBIETTIVI DELLA PREMEDICAZIONE
- Ridurre l’ansia
- Ridurre il dolore postoperatorio
- Ridurre le secrezioni bronchiali e la salivazione → perché i farmaci che facevamo prima
avevano questa azione di aumentare le secrezioni che quindi diventano ingombro delle vie
aeree non facilitando la ventilazione! Non usiamo più questi farmaci quindi non vale più.
- Ridurre il volume e l’acidità del succo gastrico → c’è la possibilità di avere una polmonite
ab ingesti: riducendo i riflessi e parte del contenuto gastrico (succo) va verso l’albero
bronchiale. (INIBITORI DI POMPA)
- Ridurre nausea e vomito da anestesia
Se facciamo bene una visita pre-operatoria riduce la necessità di somministrare ansiolitici!!
ATTREZZATURE DA CONTROLLARE IN SALA OPERATORIA
- Apparecchi
- Erogazione GAS
- Monitor
- Piccole attrezzature (coperture termiche, pompe d’infusione, aspiratori)
- Farmaci
L’anestesista è come un pilota di un aereo. Non a caso, il nuovo approccio di simulazione di
un’emergenza deriva proprio dalle simulazioni che avvengono in Aeronautica, quindi non è solo un
semplice paragone.
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Anestesiologia 2020/21 | A. Bosco – A. Bulgari – M. Caruso
Come il pilota, prima di decollare (indurre l’anestesia) dobbiamo compilare una checklist:
Controlliamo le attrezzature
- Apparecchi
- Erogazione GAS
- Monitor
- Coperte termiche, pompe d’infusione, aspiratori, ecc..
- Farmaci per le emergenze
Questo lo facciamo una sola volta al giorno mentre TRA UN PAZIENTE E UN ALTRO controlliamo
sempre i farmaci che servono per il paziente successivo.
Quando ci rendiamo conto che c’è tutto possiamo iniziare!
Inizia la nostra fase di induzione cioè somministriamo al paziente un farmaco ipnotico, facciamo
un analgesico (noi mettiamo il paziente in coma) perché…L’anestesia generale cos’è?
IPNOSI, ANALGESIA e CONTROLLO DEI RIFLESSI nervosi autonomi e RILASCIAMENTO.
Questo non significa che l’anestesia generale è definita dal rilasciamento muscolare con un
farmaco perché la quantità di farmaco e il tipo PORTANO a un rilasciamento muscolare. Il fatto che
noi aggiungiamo un CURARO e andiamo in arresto respiratorio, ventiliamo il paziente non
caratterizza l’anestesia generale. Un’anestesia generale si ha anche senza curaro!!!
La NARCOSI è uno stato di incoscienza, analgesia e rilasciamento muscolare e depressione dei
riflessi.
Distinguiamo due tipi di anestesia:
1. Generale
2. Loco-regionale → solo una parte del corpo senza non c’è abolizione della coscienza.
Entrambe hanno un determinato rischio anestesiologico ma è chiaro che quella generale ce l’abbia
più alto!
La RIANIMAZIONE è una scienza il cui obiettivo, in situazioni di pericolo di vita, è quello di
mantenere o riportare in equilibrio le funzioni fisiologiche vitali.
SCOPI ANESTESIA GENERALE
- Ipnosi
- Analgesia
- Miorisoluzione
- Amnesia
Le benzodiazepine hanno questa peculiarità di abolire il ricordo di quanto accade in un
determinato frangente di tempo che nel caso di una procedura, un’operazione è una cosa buona,
utile!
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FASI
1. Induzione
2. Mantenimento
3. Risveglio → diminuiamo i farmaci
4. Trasferimento dalla S.O. → si controllano i drenaggi, il vomito e si dimette dalla sala
risveglio dove va verso il reparto.
La fase più temuta è l’induzione e il risveglio ma ciò non significa che nella fase di mantenimento
non possa accadere nulla.
FARMACI PER L’ANESTESIA
(fa un excursus soltanto perché sono cose che facciamo in farmacologia)
TIOPENTONESODICO
Classe: barbiturici
Azione: (Onset ultra-breve rispetto agli altri barbiturici ma ha una bella durata di azione) riduce il
metabolismo e il flusso ematico cerebrale. Si distribuisce ai tessuti più perfusi come il cervello
dando l’effetto clinico. Poi avviene la redistribuzione verso tessuti meno perfusi come il muscolo
→ fine dell’effetto della dose di induzione.
L’infusione continua di questo farmaco fa sì che possiamo usarlo sia per interventi più lunghi.
Non viene più prodotto in Italia, lo compriamo all’estero perché viene usato per la pena di morte
in America e in Italia non vogliono produrlo più!
PROPOFOL
Ha un’azione breve, può essere usato single shot o a infusione continua.
BENZODIAZEPINE
MIDAZOLAM
Possono essere usata sia in pre-medicazione che in induzione ma anche per fare una sedazione più
o meno profonda.
CURARI DEPORALIZZANTI
SUCCINILCOLINA
Viene eliminata con le pseudocolinesterasi e quindi alcuni pazienti essendo sprovvisti di questi
enzimi non riescono a metabolizzarlo. ORMAI si usa solo in emergenza!
CURARI NON DEPOLARIZZANTI o competitivi
ROCURONIO
E’ fornito anche di antidoto quindi lo si può spiazzare con un altro farmaco.
**In anestesia è importante avere gli ANTIDOTI perché se ho necessità di svegliare prima il
paziente posso intervenire senza aspettare che i farmaci vengano smaltiti.
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ANALGESICI
FENTANIL
Sono o derivati dalla morfina o prodotti sintetici. Il fentanil è sintetico che è 50 volte più potente
della morfina con azione breve (sia di onset che di durata) rispetto alla morfina.
OPPIOIDI
(REMIFENTANIL)
Ha un’azione brevissima (onset e durata) ma ha anche un’emivita (con test sensibile) breve nel
senso che indipendentemente dalla durata della somministrazione la sua durata d’azione è uguale.
Finita la somministrazione finisce l’effetto!
E’ un’opportunità questa che mi permette di gestire meglio il paziente: se io utilizzo molta morfina
allungo l’azione. Qui anche se l’anestesia mi dura 6-7 h mi finisce anche l’effetto appena smetto di
somministrare. Se dopo l’operazione il paziente sentirà dolore poi intervengo con un altro farmaco
ma questo, intanto non mi dà depressione respiratoria (che non va bene alla fine dell’intervento).
KETAMINA
E’ l’unico che ha un’azione insieme analgesica e ipnotica. E’ come i GAS ALOGENATI che hanno un
azione ipnotica e in base al dosaggio anche un’azione analgesica però sono da somministrare per
via inalatoria e non endovenosa!!
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MONITORAGGIO IN ANESTESIA
- Ecg
- Pulsossimetro → la frequenza delle pulsazioni riflette quella dell’ECG
- Capnometro → dopo intubazione conferma il posizionamento del tubo in trachea e valuta
la ventilazione più o meno adeguata del paziente.
- Pressione arteriosa non invasiva → in corso di ipotensione marcata potrebbe non essere
utile
- Pressione cruenta → mediante cateterino inserito in a.radiale, attendibile anche in
ipotensione importante.
Perché è importante la saturazione?
Se si parla di PaO2 sappiamo che è intorno a 99-100. A questa pressione corrisponde una
saturazione dell’emoglobina cioè quanto ossigeno lega l’emoglobina!
Cosa mi dà la saturimetria? La saturazione dell’emoglobina.
NON MI DA’ LA PaO2 MA LA SATURAZIONE!!!!!
La curva di dissociazione dell’emoglobina è a “s-italica”, significa che finché la pressione parziale di
ossigeno è 80 la saturazione sarà da 92 a 100, al di sotto comincia a decrescere rapidamente.
Anche quando facciamo simulazione e mettiamo il saturimetro se abbiamo 94-95 e non migliora
con l’ossigeno significa che abbiamo una pressione parziale dell’ossigeno ridotta.
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CAPNOMETRIA
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Tramite EEG. Se il paziente è sveglio avremo valori di BIS tra 80 e 100 per poi passare, durante
l’anestesia, a 40.
MONITORAGGIO DIURESI
Come diuresi oraria. Monitoriamo durante l’intervento quanta diuresi si ha per vedere se è in
deficit di liquidi, il rene sta funzionando (ora per ora)! Tutto quello che facciamo in anestesia e
rianimazione è ORARIO e non nell’arco di 24h, sia per pressione ecc…
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Identificare lo spazio
Entra, si basa su una perdita di resistenza
e sentiamo il passaggio di cute, sottocute,
muscolo, interspinoso fino al ligamento
giallo e poi lo spazio (con perdita di
resistenza).
L’ago da peridurale
Detto di Tuohy, ha una punta arrotondata
verso l’alto e taglia poco perché
mostrando la parte curva verso la dura
madre riduce il rischio di perforarla e
poiché dentro facciamo scorrere il
cateterino questa curvatura permette al
cateterino di entrate dentro e andare verso l’alto. Ha delle tacche che segnano di quanti cm si sta
entrando mentre nel bambino ogni tacca è 0,5 cm.
Cateterino peridurale
Ha una punta smussa anche questo e chiuda con dei forellini per poter far uscire l’anestetico
locale ed in genere è questo quello che si usa o a punta aperta.
Non si fa entrare più di 5 cm proprio perché la progressione del catetere in uno spazio virtuale con
dentro del connettivo lasso potrebbe creare dei nodi, dei loop e rendere difficile la rimozione oltre
che l’introduzione dell’anestetico.
COMPLICANZE PRECOCI
✓ Ipotensione
✓ Arresto cardiaco
✓ Insufficienza respiratoria acuta
✓ Iniezione intravascolare (tossicità dell’anestetico locale)
✓ Iniezione subaracnoidea (dose test) → perforiamo la dura madre dove c’è il liquido
cefalorachidiano, il farmaco si diffonde e in base ai movimenti del paziente potrà andare
verso l’altro o verso il basso e creare un blocco centrale (cardiaci o del respiro). Se lo
facciamo a livello di L4-L5 abbiamo solo la cauda equina ma al di sopra abbiamo il midollo
spinale.
✓ Rottura del catetere → formazioni di nodi, ecc…
✓ Scotoma, diplopia, ipoacusia
✓ Danno del midollo spinale e delle radici del nervo
✓ Migrazione subaracnoidea del catetere o dei farmaci (blocco motorio ingravescente)
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COMPLICANZE TARDIVE
- Ascesso epidurale
- Ematoma epidurale
- Ematoma intracranico
- Meningite
- Cefalea
- Dislocamento del catetere
- Flogosi del punto di inserzione del catetere
- Ritenzione d’urina → a causa alcuni farmaci (morfina ad esempio)
- Turbe sensitive e motorie temporanee o permanenti
ANESTESIA SPINALE
E’ l’anestesia che facciamo
all’interno dello spazio
subaracnoideo con un ago più
sottile rispetto a quello per la
periduale così da non avere una
perdita importante di liquor.
Non aspiro quando entro con
l’ago!!
STRUTTURA:
1. Dura madre
2. Spazio subdurale
3. Aracnoide
4. Spazio subaracnoideo
5. Pia madre
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Quando io faccio un’anestesia spinale che deve coinvolgere un arto, SPINALE SELETTIVA o
SUPERSELETTIVA (un arto rispetto a un altro) utilizzo meno farmaco, metto su un fianco il paziente
(sul lato da operare) se utilizzo quello iperbarico e sul lato da non operare se utilizzo un farmaco
ipobarico. E’ importante perché magari c’è un paziente che deve fare un intervento su un arto
fratturato e non posso metterlo sul fianco dal lato da operare quindi in quel caso lo metto sul lato
opposto e utilizzo un anestetico iperbarico per evitare di anestetizzare entrambi gli arti e usare un
dosaggio più alto.
COMPLICANZE – Generale VS loco regionale
L’ipotensione si verifica maggiormente nella subaracnoidea rispetto all’epidurale perché si ha una
ganglio-plegia, vasodilatazione periferica. Anestesia che interviene sul SIMPATICO!
Loco regionale → ipotensione, puntura accidentale della dura, ematoma spinale, etc…
Generale → maggior mortalità, problemi fetali (depressione respiratoria per esempio), difficoltà
nella gestione delle vie aeree, etc…
OBIETTIVI DURANTE L’ANESTESIA GENERALE (ripetiamo)
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DIGIUNO PREOPERATORIO
Chiunque si deve sottoporre a un intervento sa che deve rimanere digiuno anche quando si farà
un’anestesia loco-regionale (per una questione di prudenza in più) anche se non si perdono i
riflessi. Nelle complicanze di un’anestesia loco-regionale (vedi ipotensione) potrebbero perdersi i
riflessi di difesa.
Il digiuno serve per evitare il rischio di aspirazione polmonare del contenuto gastrico durante tutto
il periodo peri-operatorio!
All’induzione dell’anestesia si assiste ad una abolizione dei fisiologici riflessi di protezione
polmonare da aspirazione del contenuto gastrico. In queste condizioni il verificarsi di un rigurgito,
in seguito alle manovre anestesiologiche, espone il paziente ad un elevato rischio di complicazioni
polmonari gravi.
I valori esatti di volume gastrico e di pH ai quali il paziente presenta un rischio aumentato di
aspirazione non sono ancora stati chiariti.
Dobbiamo sapere quanto permane il cibo nello stomaco: per i liquidi chiari 1-2h, per i cibi soldi
almeno 3h.
Non è necessario aumentare i tempi di digiuno all’aumentare del volume gastrico anzi il contrario
per non aumentare il pH.
CONDIZIONI CHE AUMENTA IL RISCHIO DI ASPIRAZIONE
- Reflusso gastroesofageo
- Disfagia
- Disturbi della motilità intestinale
- Disturbi metabolici (diabete mellito)
- Gravidanza
- Obesità
- Ileo paralitico → gli occlusi
fuori “niente per bocca dalla mezzanotte in poi” ma non va bene perché noi sappiamo qual è il
transito di svuotamento del contenuto gastrico, sappiamo che non dobbiamo avere un’acidità
maggiore (quindi evitare un digiuno prolungato), nella previsione dell’intervento non dobbiamo
avere il dis-confort del paziente (pensiamo ai bambini che diventano irritabili che consegue a una
venipuntura più difficile) quindi cerchiamo di venire incontro e di ridurre il dis-confort e ridurre i
rischio.
Nei bambini è più difficile che ci sia un ab-ingestis quindi nella chirurgia pediatrica si è andati
avanti: si fa saltare una poppata ma gli si possono dare i liquidi chiari.
LINEE GUIDA
Nelle penultime linee guide si afferma che i liquidi chiari sono: acqua, the, caffè, camomilla
(trasparenti, non corpuscolati) → max 2h prima
Latte materno → 4h
Latte formula, pasto leggero → 6h
Pasto grasso → 8h
Linee guida di vari paesi e società scientifiche dove si ripercorre questo schema dell’orario: 2-4-6-
8. Ci sono delle note in più come, ad esempio il fatto di utilizzare la gomma da masticare: nel
bambino si evita perché si considera cibo solido (se la deglutiscono). Alcuni, consapevoli che
stimola la produzione di HCl potrebbe portarci ad avere più acidità, quindi c’è chi non lo permette
durante il giorno dell’intervento, altri fino a 6h prima.
In altre linee guida troviamo quanto può essere in un adulto la quantità di liquido chiaro o come
dovrebbe essere un pasto leggero (latte e cereali).
(mettere schema verde)
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URGENZE AMBIENTALI
Le urgenze ambientali sono collegate a:
- Fuoco
- Calore eccessivo
- Freddo eccessivo
- Acqua e ghiaccio
- Elettricità
- Sostanze chimiche pericolose
- Radiazioni
USTIONI
Le ustioni sono traumi cutanei complessi causati da un insulto termico di varia natura.
Ricordiamo che noi al solito li vediamo dal punto di vista dell’emergenza!
Agente causale:
- Termico
- Chimico
- Luminoso
- Elettrico
- Radioattivo
Possono essere classificate in vari gradi:
1° grado → lo strato superficiale dell’epidermide
LA CUTE
Anatomia e funzione
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EPIDERMIDE:
- Strato basale
- Spinoso
- Granuloso
- Lucido
- Corneo
DERMA
- Papillare
- Reticolare
GRAVITA’
Dipende dall’agente causale, dalle regioni del corpo lese, dal grado dell’ustione, entità della zona
lesa, età del paziente, malattie precedenti all’ustione.
Perché questa importanza di sapere la percentuale? Abbiamo detto che la gravità varia con
l’estensione e dobbiamo valutare subito l’estensione per sapere la gravità e comunicarla al 118.
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USTIONI CRITICHE
Ustioni complicate da lesioni del tratto respiratorio, lesione ai tessuti molli e alle ossa.
Possono essere ustioni di secondo e terzo grado (volto, mani, piedi, inguine e articolazioni o
ustione di terzo grado superiori al 10% o di primo grado superiori al 75%.
SINTOMI
1. Ustioni nei punti di entrate e di uscita dell’energia elettrica
2. Alterazioni del S.N (paralisi)
3. Sensibilità muscolare con spasmi
4. Difficoltà respiratorie fino ad arresto
5. Alterazioni cardiache fino ad arresto
6. Variazioni pressorie
7. Irrequietezza se cosciente oppure perdita di coscienza
8. Difficoltà visive
9. Fratture ossee
*arrivando in ospedale potrebbe instaurarsi una CID
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- Particelle alfa
- Particelle beta
- Particella gamma → le più pericolose
Tutto il personale sanitario che può essere facilmente sottoposto a radiazioni gamma viene
monitorato attraverso piastrine dosimetriche che vengono portate sulle tute in più abbiamo dei
sistemi di protezione piombati che coprono il collo (per la tiroide), grembiuli, ecc…
I radiologi hanno 15 giorni in più di ferie consecutive per allontanarsi dal luogo di lavoro ove sono
esposti in continuazione a radiazioni e anche gli anestesisti, a causa dei gas anestetisti, hanno 8
giorni consecutivi in più per potersi assentare dal lavoro.
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Anestesiologia 2020/21 | A. Bosco – A. Bulgari – M. Caruso
Tra le urgenze ambientali (ovvero un ambiente ostile che può essere causa di patologica e creare
un fatto acuto che determina la necessità di trattamento) abbiamo quelle causate dal calore
eccessivo.
Diciamo che questo viene fatto perché affinché le nostre cellule funzionino, il nostro organismo
deve avere una temperatura costante di 37°.
Il nostro organismo deve far si che, tramite il core (diciamo come un processore) in cui si svolgono
tutte le nostre attività cellulari, deve tenere costante il calore.
Deve disperderne quando è eccessivo e lo deve trattenere quando l’ambiente esterno è freddo
così da mantenere una temperatura costante.
Il calore prodotto che serve a mantenere questa temperatura a volte può essere di più o perché
c’è un calore esterno maggiore o perché ne produce di più e deve quindi essere disperso così non
si andrà incontro ad una ipertermia.
Il calore viene disperso attraverso i polmoni e la traspirazione della pelle.
URGENZE DA CALORE ECCESSIVO
1. Crampi da calore
2. Collasso da calore
3. Colpo di calore
Tra le cose da dire prima di addentrarci ho detto che noi questo calore o perdiamo attraverso la
respirazione e la traspirazione. Se io ho caldo devo disperdere questo calore quindi aumento la
respirazione (tachipnea), iniziamo a sudare e perdiamo calore.
SINTOMI
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Anestesiologia 2020/21 | A. Bosco – A. Bulgari – M. Caruso
SPAM: più a sud del mondo si va (paesi caldi) più si mangiano cibi piccanti perché la capsaicina
provoca sudorazione e vasodilatazione così eliminiamo il calore.
TERAPIA DEL COLLASSO DA CALORE
- Spostare il paziente in un luogo fresco e vicino
- Mantenere il paziente a riposo
- Togliere gli abiti
- Ventilate la pelle
- Somministrate soluzioni saline → proviamo per os altrimenti e.v.
- Curare lo shock
Somministrare le soluzioni serve anche ad aumentare la massa circolante.
TERAPIA DEL COLPO DI CALORE
- Raffreddare il paziente → borse di ghiaccio, impacchi umidi (inguine, ascelle)
- Curare lo shock e somministrare ossigeno ad alta concentrazione
- Procedere al trasporto monitorando i segni vitali
URGENZE CAUSATE DAL FREDDO ECCESSIVO
Esattamente per le cause opposto abbiamo le urgenze causate dal freddo eccessivo.
In caso di ambiente troppo freddo il corpo tenta di adattarsi, quindi:
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SINTOMI CONGELAMENTO
- Pelle che si arrossa
- Pelle bianco e cerea
- Pelle a chiazze, bianco cadaverico (necrosi e cattivo odore)
SINTOMI IPOTERMIA
Se ad esempio dobbiamo operare un paziente a cuore fermo, si attacca il paziente alla circolazione
extracorporea (il cuore non pompa ma con questa macchina arriva comunque sangue ossigenato
al cervello).
Il freddo riduce il metabolismo e il consumo di ossigeno quindi in questi casi mandiamo il paziente
in ipotermia così riduciamo il consumo di ossigeno e questo cuore che è fermo, senza ossigeno,
resista durante l’intervento. E’ chiaro che l’ipotermia porta ad asistolia e in effetti c’è un’onda che
si chiama J che si presenta quando la temperatura scende sotto i 28° e a questa temperatura è
possibile avere aritmia e fibrillazione ventricolare. Scendendo sotto i 28° e poi dopo risalendo, di
nuovo comparirà questa onda J.
Senza che noi interveniamo già ci sono dei compensi fisiologici che si mettono in atto che possono
risolvere la situazione o portarci ad: ipotermia, ipertermia.
Ricordate inoltre che la vasodilatazione porta a ipotensione, al collasso da calore e colpo di calore
mentre nel caso opposto la vasocostrizione, la riduzione della frequenza respiratoria e del
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metabolismo così come la comparsa di aritmie porta a danni ipossici localizzati (arti, ecc..) o
ancora all’exitus.
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N.O.R.A
ANESTESIA CONDOTTA IN LUOGHI NON CONVENZIONALI
Se io devo lavorare in emergenza devo avere poche idee ma chiare. Se ho una procedura in testa
man mano posso seguirla e procedere.
L’anestesia sia loco regionale che generale può essere effettuata al di fuori della sala operatoria,
dentro e fuori dall’ospedale, e può essere altrettanto efficace. Si chiama “assistenza
anestesiologica monitorizzata” → MAC.
Capita di doverla fare in Radiologia, ad esempio, perché? Magari è un bambino che non sta fermo,
è un paziente con disturbi mentali o ritardi, un paziente che ha avuto un trauma, che è in terapia
intensiva e deve continuare la sedazione quindi tutti questi sono pazienti che hanno bisogno di
fare una sedazione, anestesia ma al di fuori della sala operatoria.
La scelta della tecnica deve essere legata:
- Al paziente
- Alle condizioni cliniche
- All’esigenza delle procedure
- Dall’esperienza del professionista.
DOSAGGIO FARMACOLOGICO
La somministrazione del farmaco dovrebbe essere guidata dalla familiarità del professionista con
la procedura e dalla risposta del paziente al dosaggio del farmaco. Questi principi vanno applicati
indipendentemente dall’anestetico, analgesico o sedativo scelto.
Il farmaco o il dosaggio che va bene per un paziente e per una situazione, non è detto che vada
bene per tutti i pazienti e in ogni altra applicazione: con le benzodiazepine, per esempio, la
variabilità della risposta tra paziente e paziente è grande.
STANDARD DI ASSISTENZA AL PAZIENTE DURANTE LA PROCEDURA
E’ importante avere uno standard unico di assistenza per il paziente. Questi standard devono
essere uguali sia che la faccio in S.O che fuori.
I monitor e le attrezzature anestesiologiche presenti nei luoghi non convenzionali devono essere
paragonabili a quelli delle sale operatorie convenzionali.
Ci sono varie linee guida che ci dicono cosa è indispensabile:
Se vengono usati agenti volatiti, il circuito di anestesia deve essere fornito di sistemi di scarico dei
gas anestetici.
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Nei pazienti in cui si prevede una reazione al contrasto + efficace un trattamento profilattico
consistente in somministrazione 1-2 h prima dell’esame di:
La Ranitidina si utilizza per l’effetto di inibizione sui recettori H2 e non solo per la gastro-
protezione, per questo motivo non deve essere sostituita con inibitori di pompa.
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Grado IV: boli di 1 mg ( ogni 3-5 min ) con RCP Se necessario sostituire i boli con
somministrazione e.v. continua di adrenalina 0,05-0,1 µg/kg/min
6. In caso di resistenza al trattamento Salbutamolo e.v. bolo 100-200µg
e somministrazione e.v. continua di 5-25µg/min.
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SEDAZIONE COSCIENTE
La sedazione cosciente è una condizione medica controllata che normalmente non comporta la
perdita dei riflessi protettivi e che ha lo scopo di fornire una condizione di rilassamento, amnesia
e/o controllo del dolore durante una procedura diagnostica o chirurgica.
In corso di sedazione cosciente il paziente ha la capacità di mantenere autonomamente la pervietà
delle vie aeree e risponde in modo adeguato agli stimoli fisici ed ai comandi verbali
Mantiene il riflesso della tosse e della deglutizione.
Abbiamo:
- Sedazione leggera
- Sedazione moderata
- Sedazione profonda
- Anestesia generale
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Anestesiologia 2020/21 | A. Bosco – A. Bulgari – M. Caruso
Vi faccio notare che mentre nelle prime due sedazioni non abbiamo nessun problema alle vie aeree
o al circolo negli altri due potremmo avere alterazione della gestione delle vie aree, della
ventilazione e del circolo.
Cosa significa? Che nelle prime due può non essere presente l’anestesista e può essere fatta da
persona non specialista.
Nella situazione di sedazione moderata comunque deve esserci qualcuno che sappia gestire
l’emergenza!
Nelle ultime 2 deve ESSERCI ASSOLUTAMENTE L’ANESTESISTA.
In alcuni paesi, come in America, la gestione e l’utilizzo del propofol si dava agli endoscopisti o
radiologici, perché sicuro. Con la morte di Michael Jackson che utilizzava fiumi di propofol si è
venuto a creare il problema e quindi un ritorno indietro: lo possono utilizzare, somministrare ecc…
solo gli anestesisti.
LIVELLI SEDAZIONE
Minimal
• Responsiveness “appropriate”
Unaffected
• Airway
• Ventilation Unaffected
• Cardiovascular
Unaffected
Minimal Moderate
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*Per il monitoraggio abbiamo ovviamente delle differenze così come la presenza di personale.
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SEDAZIONE CONSCIA
- Consente mantenimento dei riflessi protettivi delle vie aeree
- Adeguata ossigenazione del paziente
- Risposta a stimoli fisici e verbali
SEDAZIONE INCONSCIA
Depressione dello stato di coscienza, dal quale il paziente non si risveglia facilmente, con perdita di
una o più delle tre componenti della sedazione conscia.
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CONSENSO INFORMATO
◼ Costituzione: art. 13
◼ Consapevole
◼ Forma orale e scritta
e nel caso di pazienti pediatrici il consenso informato deve essere espresso da
◼ Entrambi i genitori
PROCEDURA
L’anestesista responsabile della procedura deve valutare e riportare sulla scheda anestesiologica i
seguenti dati:
• Livello di coscienza e risposta agli stimoli ogni 5 min. (si può utilizzare come riferimento la
scala di sedazione a punteggio).
• E.C.G. (in caso di malattie cardiovascolari o disturbi del ritmo)
• Dosaggio dei farmaci utilizzati.
POSTPROCEDURA
Il paziente può essere trasferito o dimesso quando:
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Anestesiologia 2020/21 | A. Bosco – A. Bulgari – M. Caruso
(max 7 mg)
CLORALIO IDRATO
◼ Somministrato per os, (molto usato prima dell’introduzione del midazolam e del propofol,
ma tuttora usato nei neonati e nei bambini di età < 4 anni).
◼ Non implica l’accesso venoso.
◼ Dosi ripetute possono provocare depressione respiratoria, iperbilirubinemia ed acidosi
metabolica specie nei neonati.
◼ Carcinogeno in alcune specie animali, non è dimostrato il suo effetto carcinogeno
nell’uomo.
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PROPOFOL
◼ Induzione rapida e breve emivita.
◼ Interagisce con il recettore del GABA-A, ma ad un livello diverso rispetto alle
benzodiazepine.
◼ Dolore all’iniezione.
◼ Ipotensivante deprime la ventilazione.
◼ Riduce la nausea e vomito post-operatorio (NVPO).
MIDAZOLAM
◼ Agisce sul recettore GABA-A (subunità α).
◼ > biodisponibilità per via sublinguale versus via orale poiché nessun effetto di primo
passaggio epatico.
◼ Per via e.v. il picco d’azione è ritardato (compare dopo 3 min).
◼ effetto anticonvulsivante e miorilassante.
◼ amnesia anterograda.
◼ disponibilità di un antagonista (il flumazenil).
TIOPENTALE
◼ > il tempo e < la frequenza di apertura del recettore
◼ GABA-A con > dell’inibizione gabaergica.
◼ ipotensivante, < la gittata cardiaca.
◼ deprime la respirazione.
◼ Anticonvulsivante.
◼ < la pressione intracranica (ICP), il metabolismo cerebrale ed il consumo di ossigeno.
◼ < la pressione endooculare (PIO) controindicato nelle porfirie.
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KETAMINA
◼ Somministrazione per os, i.m., e.v.
L’associazione tra benzodiazepine e narcotici è indicata per ottenere una sedazione più profonda.
Il Propofol e gli anestetici inalatori, compreso il protossido di azoto, rappresentano una valida
alternativa nel caso in cui, per le condizioni del paziente e la tipologia dell’intervento si rende
necessaria una maggiore profondità dei livelli di sedazione.
SCALA DI SEDAZIONE
SCALA SEDAZIONE
0 No sedazione
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CARRELLO DI EMERGENZA
LATO FRONTALE
PIANO DI LAVORO - SICUREZZA
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Il carrello deve essere così ovunque, in qualsiasi reparto, perché non possiamo perdere tempo a
cercare le cose!
I farmaci non si devono togliere dalla scatola per non perdere la data di scadenza.
Questo carrello è fornito di una check list da usare per rifornire il carrello e per accertarsi che ci sia
tutto, soprattutto dopo che è stato usato. E’ dotato, inoltre, di sigilli della quale bisogna accertarsi
che siano integri.
Chi se ne occupa?
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